85
Sommario
A testimonianza del ritorno di interesse nei riguardi di un tema tradizionale e centrale dellingegneria
geotecnica, gli ultimi anni hanno visto lorganizzazione di diversi convegni specialistici sulle
fondazioni in particolar modo quelle superficiali e, pi in generale, una marcata ripresa della
ricerca scientifica sullargomento, pubblicata sulle principali riviste del settore. Tale rinnovato
interesse promosso anche dalla crescente richiesta di analisi dettagliate e realistiche di tutte quelle
strutture offshore - sempre pi diffuse - che si trovano ad operare in condizioni ambientali inusuali e
particolarmente severe. Nella recente letteratura internazionale si tende cos a dare sempre maggior
rilievo alle ricerche sulla modellazione della risposta di fondazioni superficiali soggette a condizioni
di carico generali; il presente Convegno non fa eccezione, se in questa sessione vengono presentate
ben 4 memorie su 10 che, a vario titolo, fanno riferimento a tale aspetto.
In questa seconda parte della relazione generale si pertanto ritenuto opportuno concentrare
lattenzione sulla modellazione unitaria di questo comportamento, basata su un approccio innovativo
di grande interesse, dapprima introducendo alcuni richiami dei concetti distintivi per giungere ai
successivi sviluppi in termini di avanzata modellazione teorica e sperimentale e concludere infine con
le recenti prospettive di inserimento in elaborati programmi di analisi strutturale.
1. Introduzione
La determinazione della capacit portante di una fondazione superficiale,
argomento affrontato nel dettaglio nella prima parte di questa relazione, da
sempre uno dei problemi centrali dellingegneria geotecnica.
Cos come la valutazione dei cedimenti sotto i carichi di esercizio rappresenta
laltro aspetto fondamentale che, nella maggior parte dei casi, ne condiziona gli
elementi di progetto. Da questo punto di vista, lanalisi della recente letteratura
scientifica non sembra fornire sostanziali novit; dati di grande interesse possono
peraltro pervenire dallanalisi critica comparata dei casi reali opportunamente
documentati, oggetto della sessione successiva.
In questa sede, si vuole invece concentrare lattenzione su un metodo concettuale
che cerca di mettere assieme - perlomeno nel suo ambito di riferimento - tali due
aspetti, ancora affrontati separatamente nella normale pratica progettuale. Tale
metodo, dunque, non si propone di superare le numerose problematiche ancora
presenti in quelle trattazioni, ma rappresenta nel suo campo un indubbio contributo
innovativo (Randolph et al., 2004), consentendo la modellazione unitaria del
V CNRIG
(1)
dove:
c rappresenta il valore della coesione operativa del terreno di fondazione;
q leventuale sovraccarico presente ai lati del piano di posa della fondazione;
Nc, Nq e N sono i fattori di capacit portante;
ic, iq e i sono i fattori correttivi, di natura perlopi empirica o semi-empirica,
per linclinazione del carico;
B il valore della larghezza effettiva della fondazione (Meyerhof, 1953).
Alternativamente, la risultante dei carichi applicati Q pu essere scomposta nelle
sue componenti staticamente equivalenti che, nel caso piano, sono costituite dalla
componente verticale V, orizzontale H e dal momento M, cos definite:
V Q cos
H Q sen
M Q e cos
(2)
Fondazioni superficiali
87
2. I diagrammi di interazione
2.1 Collasso di un portale in acciaio
Limpiego dei diagrammi di interazione tra le diverse componenti di carico
applicate noto da tempo per le sue applicazioni, in ambito strutturale, allanalisi
delle condizioni di collasso di un semplice portale in acciaio, soggetto a varie
combinazioni di carico verticale ed orizzontale (Figura 2). Il collasso di questa
struttura, generato dalla formazione di cerniere plastiche, governato da 3 distinti
possibili meccanismi: a) meccanismo parziale di trave, per azione prevalente del
carico verticale; b) meccanismo parziale di piano, per azione prevalente del carico
orizzontale; c) meccanismo globale, combinazione dei due precedenti.
I classici metodi dellanalisi strutturale forniscono facilmente lespressione dei
carichi limite per i 3 diversi meccanismi di collasso:
a)
Vl
8
Mp
b)
Hh
4
Mp
c)
Hh
Vl
6
M p 2M p
(3)
l
a)
b)
c)
V CNRIG
Hh
MP
h/h
4
v/l
8
Vl
MP
Fondazioni superficiali
89
H
10 V V
1
Vmax
7 Vmax Vmax
5
,
(4)
V CNRIG
a)
b)
Figura 5 Possibili diagrammi di interazione sul piano (V,H) (da Butterfield, 1978).
i 1 0.7 .
V
(5)
Si vede come tale coefficiente risulti peraltro non conservativo per elevati valori
dellangolo di inclinazione del carico, in corrispondenza dei quali si effettua infatti
una semplice verifica allo slittamento della fondazione.
Il diagramma di interazione sul piano (V/Vmax,H/Vmax) pu pertanto essere espresso
dalla seguente equazione, funzione dei due parametri 1 e 2 che ne controllano la
forma ed il valore massimo raggiunto:
H
V V
1
1
Vmax
Vmax Vmax
(6)
1 = 10/7
2 = 1/5
Vesic (1975)
1 = 1
2 = 1/3
Ticof (1977)
1 = 0.73
2 = 0.50
1 = 0.93
2 = 0.40
1 = 0.48
2 = 1
Fondazioni superficiali
91
H
V
Vmax
Vmax
V
1
Vmax
(7)
con = tan = 0.48 e = 0.95, che consente di ottenere una curva con tangente
locale verticale in V/Vmax = 1.0.
Un aspetto particolarmente interessante dei domini di rottura che la componente
di momento M/B, generata da un carico verticale ma eccentrico, pu essere
considerata alla stessa maniera della componente di carico orizzontale H, dando
cos origine ad analoghi diagrammi di interazione sul piano normalizzato
(V/Vmax,M/BVmax). Anche il ben noto ed efficace concetto di larghezza effettiva
(Meyerhof, 1953) pu essere cos riportato su questo piano, producendo la curva di
Figura 7.
Numerosi dati sperimentali hanno poi consentito di suggerire anche su questo
piano unespressione semplificata del tipo:
M
V
3
BVmax
Vmax
V
1
Vmax
(8)
V CNRIG
M
V
BVmax
Vmax
V
1
Vmax
(9)
H M 2 C MH V
Vmax V ,
th Bt m Bt htm Vmax
(10)
Fondazioni superficiali
93
0.0625
0
0
0.25
V*
0.5
0.75
Figura 9 Coefficiente di sicurezza funzione del percorso di carico (da Butterfield, 2006).
V CNRIG
0.125
B'
0.0625
0
0
0.25
V*
A'
0.5
0.75
Tale approccio risulta peraltro consistente anche con le pi recenti indicazioni degli
Eurocodici, che richiedono da un lato di amplificare i carichi applicati (Figura 10) e
dallaltro di ridurre la resistenza operativa del materiale (Vmax o V* in Figura 10),
consentendo di applicare in modo semplice ed intuitivo diversi fattori parziali a
seconda delle incertezze legate a ciascuna grandezza.
2.3 Vantaggi dellimpiego dei diagrammi di interazione
In definitiva, lapproccio alla valutazione della capacit portante di una fondazione
superficiale soggetta a diverse componenti di carico mediante limpiego dei
diagrammi di interazione consente di:
affrontare in maniera pi intuitiva ed affine alla consuetudine ingegneristica le
combinazioni di carico che conducono il sistema terreno-fondazione al
collasso;
garantire la continuit con il passato, posto che i tradizionali fattori correttivi
possono essere riportati in questo modo;
stabilire unanalogia formale tra le 2 componenti di carico deviatoriche
presenti e considerare pertanto allo stesso modo il contributo di un momento
(risultante verticale eccentrica) e di un carico orizzontale (risultante inclinata
centrata);
tenere conto delleffettiva interazione non lineare tra tutte le diverse
componenti di carico in gioco;
effettuare una valutazione pi appropriata delleffettivo coefficiente di
sicurezza di una fondazione superficiale, in funzione del reale percorso di
carico seguito.
Fondazioni superficiali
95
Reference position
H
M/B
w
Current position
H
H u
M/B B
arctan (e/B)
V
v
V0
load-path
V CNRIG
1
Q h
m VM
H / ;
M/B
q VM u
B
(11)
Fondazioni superficiali
97
dq C dQ
(12)
con C matrice di cedevolezza, che si ricava a partire dalle seguenti componenti del
modello:
a)
superficie di plasticizzazione, definita nello spazio delle componenti di
carico adimensionalizzate:
f (Q, c ) h2 m2 2 (1 / c )
0 ,
(13)
g (Q)
2
h
2
m 2 (1 / g )
0 ,
(14)
R
c q 1 exp 02
VM
1/ 2
2
2
(15)
V CNRIG
Figura 13 Definizione del punto immagine del modello ipoplastico per carichi ciclici
(da di Prisco et al., CNRIG 2006).
Fondazioni superficiali
99
V CNRIG
0.15
H/V
M2 A3
max
B8
D4 B9
0.10
G2
D1
D3
D2
A5
0.05
B6
G1
0.00
0.00
0.10
0.20
0.30
0.40
0.50
0.60
0.70
0.80
0.90
V /V
1.00
max
Fondazioni superficiali
101
m2 h2
mh
2
2 2a
4v1 v 0
2
m0 h0
m0 h0
(16)
V CNRIG
a)
b)
Figura 15 Tecnica di swipe testing: analogia con prove di compressione triassiali non
drenate (adattata da Martin e Houlsby, 2000).
Fondazioni superficiali
103
V CNRIG
Fondazioni superficiali
105
un codice agli elementi finiti per determinare i domini di rottura di una fondazione
poggiante su materiale granulare. Ferlisi e Pisciotta (CNRIG 2006) si sono invece
soffermati sullanalisi numerica di fondazioni sottoposte a carichi verticali
eccentrici, con particolare riferimento allinfluenza della legge di flusso del
modello costitutivo del terreno.
3.3.4 La modellazione in centrifuga
La maggior parte della modellazione condotta finora ha riguardato fondazioni
appena appoggiate sulla superficie del terreno ovvero piastre di fondazione di
geometrie particolari (coniche o a cassone), di speciale interesse per le strutture
offshore (cfr. Sezione 5.1). Tuttavia, in generale, le fondazioni superficiali vengono
notoriamente posizionate con un certo grado di approfondimento nel terreno, anche
per sfruttare le maggiori capacit di resistenza che ne conseguono (Figura 18).
V CNRIG
su sabbia silicea e sono stati tra i primi a proporre unanalisi di dati in centrifuga in
termini di diagrammi di interazione.
Dean et al. (1992), hanno esteso lo studio della superficie di snervamento di Tan
(1990) allo spazio dei carichi (V,M/2R,H), sulla base dei risultati di indagini
finalizzate allo studio di alcuni aspetti della stabilit di tipiche strutture offshore, tra
cui linterazione suolo-struttura ed il comportamento drenato di fondazioni di tipo
spudcan, installate sia in argilla che in sabbia e soggette a carico combinato. Gli
Autori sono poi pervenuti alla formulazione di un loro modello di tipo elastoplastico con incrudimento (Dean et al., 1997), basato sui principi precedentemente
esposti.
Punrattanasin et al. (2003) hanno recentemente messo a punto un apparato
sperimentale nella centrifuga a braccio rotante del Tokyo Institute of Technology
in grado di controllare separatamente le tre componenti di spostamento ed hanno
avviato un programma di indagini di ampio respiro, inserito anchesse allinterno
dellapproccio illustrato.
Infine, Yun e Bransby (2003), con la centrifuga dellUniversit di Dundee (Scozia),
hanno eseguito delle prove a controllo di carico su fondazioni in sabbia sciolta, con
e senza skirts, concludendo che le fondazioni a cassone tendono a fornire una
capacit di resistenza ai carichi orizzontali fino a 3-4 volte superiore, presentando
un meccanismo di collasso di tipo rotazionale anzich di puro slittamento.
Govoni et al. (CNRIG 2006), in questa sessione, presentano un contributo con i
risultati preliminari di unarticolata ricerca sperimentale sviluppata sulla centrifuga
a tamburo dellUniversit di Perth (WA), finalizzata proprio allo studio degli effetti
dellapprofondimento della fondazione sulle caratteristiche salienti della
modellazione analitica illustrata (Figura 19).
Figura 19 Modelli di fondazione per la centrifuga (da Govoni et al., CNRIG 2006).
Fondazioni superficiali
107
V CNRIG
Figura 22 Vista di insieme del modello 6DOF di Oxford (da Bienen et al., 2006).
Fondazioni superficiali
109
h h m m q
f 2 3 2 3
h0 h0 m0 m0 q0
h m h m
2
2a 3 2 2 3 12v 2 1 1 v 2 0
h0 m0
(17)
dove:
v, h 2 , h 3 , m2 , m3 e q rappresentano le componenti di carico normalizzate rispetto
a V0 ;
h 0 , m0 , q 0 e a sono i parametri caratterizzanti la superficie di plasticizzazione a
6D;
1 , 2 e 12 (combinazione dei primi due) sono parametri di forma della
superficie di snervamento nei piani contenenti lasse del carico verticale.
Da Figura 23a si pu osservare come swipe tests nei quali si sono applicate
componenti di spostamento del tutto diverse tra loro producano - sul piano delle
corrispondenti componenti di carico - curve di andamento parabolico
straordinariamente simili, pur nella evidente tipicit dei valori massimi raggiunti e,
quindi, dei relativi parametri caratterizzanti. Infatti, riportando su un piano
normalizzato la forza deviatorica x = X/V0 , cos definita:
V CNRIG
H 2 H 3 M 2 / 2R M 3 / 2R
h
h
m
m
0
0
0 0
Q / 2R
H M / 2R H 2 M 3 / 2R
2a 3 2
h0 m0
q0
(18)
2 0.76
In Bienen et al. (2006) si riportano anche le espressioni del potenziale plastico (che
consente un criterio di flusso non associato nei piani contenenti V) e della legge di
incrudimento (che introduce la possibilit di un meccanismo dipendente da tutte le
componenti plastiche di spostamento), con i relativi parametri, che completano la
formulazione analitica del modello generale di comportamento, denominato ISIS.
Esso comprende, al pi, 17 parametri costitutivi, cui bisogna peraltro aggiungere i
5 coefficienti di rigidezza che definiscono le propriet elastiche del sistema
allinterno della superficie di plasticizzazione.
a)
b)
Figura 23 Dati normalizzati da swipe tests sul modello 6DOF (da Bienen et al., 2006).
Fondazioni superficiali
111
M
K
Kv
H
Kh
V
H
H
M/2R
M
V
Combined loading yield surface
(after Houlsby and Cassidy, 2002)
V
Figura 24 Possibili schematizzazioni del comportamento del terreno per una struttura
offshore (da Randolph et al., 2005).
V CNRIG
Nel caso di strutture offshore, si deve infatti tener conto di una complessa
interazione fluido-struttura-terreno, prodotta dai carichi ambientali (quali onde,
correnti, vento), dalla struttura e dal comportamento del terreno; chiaro che
ipotesi poco realistiche sulla risposta delle fondazioni si ripercuotono
sullaffidabilit dellintero modello e non sono comunque in grado di cogliere
alcuni aspetti significativi. Si osservi, ad esempio, che leffettivo comportamento
delle fondazioni non solo agisce direttamente sugli spostamenti e sullo stato
tensionale dei vari elementi costituenti la struttura in elevazione, ma ne influenza
anche significativamente le caratteristiche dinamiche.
5.1 Le strutture offshore tipo jack-up
Le strutture offshore sono caratterizzate dalle notevoli dimensioni, sia delle
fondazioni che della sovrastruttura, nonch dalle combinazioni di carico cui
vengono sottoposte, con prevalenza delle componenti deviatoriche e delle
condizioni cicliche.
Le piattaforme mobili auto-elevanti (tipo jack-up, Figura 25), in particolare, stanno
diventando sempre pi diffuse in acque relativamente poco profonde (fino a 100150 m), in virt della loro flessibilit e basso costo nelle operazioni di perforazione
finalizzate alla ricerca petrolifera. Ci dovuto soprattutto alla loro capacit di
auto-installazione (Randolph et al., 2005): esse vengono trainate sul posto, ove le
tre gambe metalliche vengono poi abbassate fino a posarsi sul fondo del mare. Le
fondazioni circolari (generalmente tipo spudcan), vengono quindi spinte e fatte
penetrare nel terreno fino a che la piattaforma rimane sollevata rispetto al livello
del mare, con un franco di sicurezza. Le fondazioni sono quindi fatte ulteriormente
avanzare nel terreno in virt dellapplicazione di un sovraccarico allincirca doppio
rispetto al peso proprio della struttura e costituito da acqua di mare pompata con
funzione di zavorra nei serbatoi della struttura stessa. Subito prima che
lattrezzatura venga messa in funzione, i serbatoi vengono svuotati cos da riportare
il carico verticale al solo peso proprio della struttura.
Le fondazioni si trovano cos ad operare al centro della superficie di
plasticizzazione da esse stesse creata (Figura 26) grazie alla prima fase di
applicazione del sovraccarico, consentendo loro di meglio rispondere alla
successiva applicazione dei carichi ambientali, quali quelli prodotti da una
tempesta, che impongono significative componenti addizionali di carico
orizzontale, momento ribaltante e finanche torsione e tendono ad alterare la
distribuzione del carico verticale tra le fondazioni.
Con riferimento a Figura 26, si veda come le due fondazioni (lato sopravento, WL,
e sottovento, LL) subiscano percorsi di carico opposti a partire dal peso proprio
(non simmetrici in virt della schematizzazione planare di una struttura a 3
gambe, Figura 25).
Fondazioni superficiali
113
V CNRIG
Fondazioni superficiali
115
Figura 28 - Andamento degli spostamenti verticali delle fondazioni spudcan nel tempo
(da Bienen e Cassidy, 2006).
6. Osservazioni conclusive
Si qui inteso relazionare, in forma necessariamente sintetica, sullo stato dellarte
della modellazione di fondazioni superficiali soggette a diverse condizioni di
carico. Si visto come nel corso degli ultimi ventanni si registrato un
considerevole sviluppo della ricerca nel settore, che ha consentito di pervenire alla
formulazione di schemi concettuali e di modelli teorici di comportamento che ben
colgono la complessa natura della risposta sperimentale. E chiaro come tale
approccio non intenda superare tutte le problematiche di determinazione della
V CNRIG
Fondazioni superficiali
117
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