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/tS-L-3
SISTEMA
DEL
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SISTEMA
DEL
1'
avvocato
NICOLA DE CRESCENZIO
Professore pareggiato nella Universit di bipoli
NAPOLI
Presso
NICOLA JOVENE
libraio-editore
18G (J
Digitized by
merazione
dell' autore.
trattati.
la cifraie la nu.
TIPOGRAFIA DELLANCORA
Nel Monastero di
S.
Giorgio Maggiore
n Forrell.i.
Digitized
by
PREFAZIONE
.Al.LA
SECONDA EDIZIONE
ehlii
animo
in
di presentare alla
la
addimostra, come
il
il
La quale, essendosi
il
metodo
nella prefa-
suo scopo.
L
ordinamento ed
il
metodo
di questa
romano
diritto
il
gli stessi
esser trat-
tato in guisa, da presentare in figura principale quegl' istituti che aver po-
sandando
istituto
complemento
n mettendo
sola parte pi o
in
le
romane
ombra alcuna
dell'altro, e
istituti
medesimi
le teorie
in tutto
parte
il
essendo io convinto
si
la
voglia, se
che un
conoscenza di una
non
la si
riguarda
maggiori
si
anni un diritto bastardo ed acefalo, che non sar romano che di nome.
E quan-
Digitized by
VI
1'
allo studio di
si
La
storia ci addita
quando
come erano
gliendole
medesimi alquanto
trasformate per renderle accessibili ad attuali contingenze piuttosto, che ispirarsi alle fonti vive
si
pu sconvenire
fonti,
Romani
che
il
tale fu in fatti,
italiano
il
si
uo-
gli
ma non
si
romane
se le dottrine
si
la
si
la
pura dottrina
romana.
Ho
cia
ci fe
pericolo ci minac-
il
officiale
buon
Regno: fu proprio
sit del
datore
il
Ammiriamo
monumento
della
sapienza civile dei nostri padri, senza portare le mani sagrileghc per mutilarlo
un mondo
antico,
o mirabilmente
ferme.
follia
non
altri
che
il
allo
essere trasandati
imperocch senza
si
credono pi conformi
alle
del diritto
ma non
presenti istituzioni.
s, nella
po-
si
istituti
moderna,
romano debbono
ci
il
Il
di
valore di quegli
diritto
romano
comprendere
Per
le leggi
c a proporne
miglioramenti.
f atten-
zione de giovani sulle fonti; quindi invece di presentar loro pochi frammenti
al
un frammento per
di guisa
che non
>i
VII
sia principio
il
lo
riguarda.
primamente perch
na
alle volte
da
titoli
non
si
ma
di
la dottrina
ma
di lavoro.
gliorare
il
c ci
mi avrebbe condotto
Dove ho creduto
la materia,
dettato,
egli fin da
romana vera
e genui-
testi, tratti
infine
ma
rendendo
intelligibili
al lavoro,
completa degli-
ren-
il
Appendici
stituti giuridici
secondamente perch
apparare
si
nome
giovine
il
possibile,
mi-
mi fanno sperare
Napoli
27
luglio 1869.
Digtized by
Digitized by
PREFAZIONE
ALLA PRIMA EDIZIONE
il vedere con un
Romani, quando ingegni pi
si
un
non ho
publicare
titolo simile
alla vastit
si
consulti alemanni sono nelle nostre scuole adottati con pieno successo.
Lungi da
me
non discostarmi
la
le
pe-
culiari circostanze, in cui trovasi la scienza presso di noi, e per l'indole de nostri
abbracciando cosi
il
presente
il
il
punto
legislazione.
Nessuno pi di me potr altamente ammirare quei libri d' istituzione che corle mani dei giovani, dopoch mi fu dato udirne qualcuno svolto dallautore
nelle universit di Alemagna; e mi godeva lanimo, quando, ritornalo in
patria, ne vedeva molti generalmente adottati. Con tutto ci non ho per fermo che
essi siano adatti tanto alle nostre scuole, da non esser necessaria una pi o meno
grande modificazione.
rono tra
medesimo
Non
romano,
di rado, eccetto
gli autori
DiriNo romunu.
t>
tized
by
tedre, o per
cipii,
le
conferenze.
Il
accennano iprin-
il
manuale. Un tale sistema andato tant oltre, che non raro vedere un
insegnante alemanno dare ai suoi uditori un manuale, in cui non si rinviene, che la
sola rubrica del paragrafo con qualche citazione o controversia; sicch esso presenta
solamente un piano, che il professore manda ad esecuzione dalla cattedra.
Un tale metodo ha le sue difficolt per i giovani meridionali, i quali generalmente non reggono a questo lavoro. Io, che nel privato insegnamento ho cercato introdurre questo sistema, dopo quattro anni mi sono convinto, che volerlo assolutamente sarebbe una pentita di tempo con danno positivo della giovent, la quale ha
bisogno di un manuale, che per quanto possibile, sia condotto in ogni sua parte;
oltre a che non difficile, che un libro, il quale non forma che il piano di un sistema, riesca in qualche parte oscuro per lo stesso insegnante, e poco intelligibile per
sibile del
lo scolare.
insegnante.
Il
il
di sci mesi, indipendentemente dal ramo pi o meno importante della scienche svolge; stretto dal tempo egli, sia nel libro, sia dalla cattedra, scende raramente ai minuti particolari, alle ultime conseguenze, ed alle controversie; e, poich
tempo
za,
lo stalo
nografie,
all'
svolti nei pi
giovani od
lettori alle
mosono
minuti particolari. Ora chiaro, che per adottare con pieno successo
un compendio di Diritto Romano di autore alemanno, conviene al coscienzioso insegnante di riempiere questo vuoto, esponendo tutto ci che lautore non fa che citare, servendosi di quelle tali monografie, opere riportate dal medesimo; e ci sia per
completare il troppo ristretto manuale, sia per presentare alla giovent l'ultimo movimento della scienza.
Quanto questo sia malagevole per noi non chi noi vegga; imperocch se l insegnante si limita alle citazioni, come se noi facesse, non potendo il giovane per
la difficolt della lingua riscontrarla da se stesso, dovr assolutamente esporre quelle
teorie, il che riesce difficile, non essendo tutti in possesso di quel non facile idioma,
ed anche ad esserlo, non agevole rinvenire lutto questo tesoro di materiali nelle
nostre biblioteche; per la qual cosa, tuttoch ammirando quei sistemi, notiamo sempre un vuoto, che per le ragioni addotte riesce difficile colmare.
11
XI
diritto
romano,
ma
non procurargli
la
come introduzione
allo studio di
un
fa ancora maravigliare i popoli, sia; ma che poi ci bastasse, sarebbe volere che si
producessero molti e gravi inconvenienti. E di vero sfugge all'occhio del giovane la
importanza del diritto romano, e si conchiude da lui la non necessit di questa di-
sciplina; quindi
non
scorgerli
passando in
tutt altro
da
lui studiate
la disciplina
che ha tra le mani; e quando, come suole avvenire, l'insegnante di diritto civile fa
capo della sapienza romana, egli si trova privo di questo fondamento essenziale, c
ci indipendentemente da ogni altra importanza, che ha in s il diritto romano, come base di ogni legislazione moderna, e perci centro di uno studio di legislazione
comparata, e tesoro inesausto di ogni scibile giuridico. Tutto ci non mestieri ora
sviluppare, s perch l'indole della presente prefazione non mel concede, si perch
oramai generalmente conosciuto. All incontro dopo un corso completo di diritto
romano il giovane studioso, passando allo studio di diritto civile, o a studii pi severi
in fatto di legislazione privata, potr senza grandi sforzi
giungere
sistema del
ma
troviamo nella collezione di Giustiniano; nel lesto bisogna fare astrazione dallo stato
anteriore del diritto, o pure, quando necessario, usarne con parsimonia. Non voglio
per che
si
credesse,
romano; non
io, che proferir questo paradosso, ma bramerei che si studiasse prima in tutta
sua estensione e successivo svolgimento unitamente alle Istituzioni, lavoro non
meno importante che tender di compiere pi tardi. Ma stimo difettoso un sistema
sar
la
che volesse innestare la storia delle istituzioni insieme alla trattazione positiva delle
medesime, prima perch le materie trattale a questo modo riuscirebbero lunghe al
secondo perch si correrebbe pericolo, che linesperto lettore po-
di l del dovere,
trech
si
il
istituti
non pu essere mai completa, se non si noli lo stato del diritto anteriore alla riforma, poich indipendentemente dai passi delle Pandette nei (piali continuamente si
fa menzione di un diritto gi trascorso, alcune parli della riforma si collegano cosi
strettamente ad una legge o ad una antica istituzione, che sarebbe poco assennato
tacere Io stato e la successione storica di uri simigliantc istituto. Stimo per conseguenza necessario di ricordare, quando l'occasione lo detta, lo stato prima della riforma giustinianea, n vi sarebbe nessun male, se ci si facesse in ogni istituto giuridico senza alterare
il
testo,
ma
il
esponendolo
i
modo
di ap-
succitati inconvenienti.
by
XII
medesimo tempo
la storia delle sue istituzioni. Resta a far notare un ultimo punto, secondo me il pi
importante c di una difficolt quasi insormontabile, atteso lo stato della scienza
,
menti
testi.
inutile clic io
ram-
in
terreno
si
tali e tante controversie, che oggi ancora l'assieme delle medesime si apius controvcrsuin. Non credo di calunniare gli eletti ingegni
asserendo esser noi alquanto indietro mancando i necessarii materiali. La
suscitava
comunemente
pella
d' Italia
ma
di Accursio.
una
ricca
messe
come
di materiali;
ma
il
filo
in altri
questo riguardo
dopo
la
publicazione della
Som-
c quella di Angelo Mai si creato un mondo novello, e la scienza prendeva tuli altro indirizzo, di guisa che volendo trattare questo difficilissimo tema non si pu fare
astrazione, anzi indispensabile ri)iortare l'attenzione de'giovani sul
non restando
forse pivi
campo
agli
movimento
ul-
per
si-
si
si
alla interpretazione.
stanza che rende questo punto della scienza di grande difficolt; imperocch
il
citare
tali controversie vengono trattale, accennando per capi la controvermedesima, non gioverebbe che a pochi, i piali sono iniziati nell'idioma tedesco,
ma non alla generalit de leggitori; o almeno questo si potr, quando si tratta di
mettere a rilievo ed a confronto opinioni di autori antichi, le opere dcquali sono intelligibili a tutti. Toglierle di mezzo sarebbe mancare la parte pi interessante ed
indispensabile ad uno studio di diritto romano. Non resta adunque che trattare, qua-
le
opere in cui
sia
lora
do
si
modo un
ziali,
de
il
nostri giorni,
passi su
dando ragione
di
ciascuna di
sistema di diritto civile romano sar completo, riguardando tre punti essen-
lassieme delle determinazioni contenute nel corpo del diritto, la storia delle
medesime,
le
controversie che
si
si
lunico c glorioso fondamento delle nostre giuridiche tradizioni, secondo perch ri-
guardando tutti i punti della teoria, il giovane potr nello stesso libro d' istituzione
che ha nelle mani trovar modo come estendere le sue conoscenze senza essere co,
stretto di ricorrere ad altri autori di sistema e di vedute differenti, c correre pericolo, inesperto ancora, di sperdersi in
sono state
gli
prender vaghezza
quando
di
confrontare
ha nelle mani
che battono
Ecco
il
piano secondo
il
assieme del
il
diritto giustinianeo,
rapportando a
do
alla fine di
Digitized by
Sili
fronto delle opinioni dissenzienti sulla interpretazione dei testi. Ci faceva con l'aiuto de pi celebri giuristi
come
avvisavano studiare diritto romano senza l'aiuto del corpo delle leggi.
In simigliante guisa ebbi la speranza di offrire un libro d'istituzione per
le,
le
scuo-
spinto dal caldo desiderio di essere utile alla giovent italiana. Sperando nella
mi si metter a calcolo le difficolt non lievi che passo passo sorgono trattando un tema per se stesso difficoltosissimo; e se queste umili carte
potessero apportare un vantaggio quantunque piccolissimo alla giovent studiosa,
sarebbe questo un sufficiente guiderdone alle mie fatiche.
benignit de'dotti, credo
Napoli, 10
novembre
1863.
L'Autobe.
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PARTE PRIMA
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INTRODUZIONE
S-
l-
ma
gl
quello che
cettati dall
Non
tutte
per
le disposizioni del
que
ed
che appartengono
saranno adun-
al diritto
publico
alla
Romani
e svariati particolari
in tutta la
il
(a).
Codici glwatlnioncl.
Romano
il
corpus iuris
civilis,
il
quale rac-
quali
sebbene
distinti,
pure formano un
tutto
armonico ed una
Digesti o le Pandette,
il
Codi-
romano.
Digitized by
nare
modo da formare un
le teorie in
tutto
non
ma
ordi-
La commissione
legislativa
da 39 ope-
re di giureconsulti (2).
Tre anni circa furono impiegali per terminare questo importante lavoro; si prese per base lEditto, e, secondo le istruzioni dell imperatore,
fu eliminato tutto ci che pi non era applicabile, e compilato in guisa
che ciascun frammento form un articolo del codice, portante in fronte il
nome dell'autore, e l'opera, donde era stato ricavato. Perch poi vi fosse armonia in tutto il testo, e tolta ogni ombra di contraddizione facile a
,
le
controversie
togliendo alcune cose, cambiandone altre, e altre aggiungendone ( Interpola tiones o emblemata Triboniani J.
Tutto
titoli,
il
libri,
ciascun libro io pi
e ciascun titolo in un
parte dal
lib.
ne
come
pandectarum) contie-
i mezzi di pruova, il made testamenti ) tratta particolarmente della successione testamentaria coi legati e fedecommessi; la
sesta dal lib. 37-14 contiene la teoria della bonorum possessi, della suc-
differenti materie,
trimonio
il
pegno,
lib.
le usure,
28-30
lib.
45-50
le teorie penali.
opera fu publicata il 16 Decembre 533 ed ebbe diversi nomi ; DiPandectae Codex iuris antiqui enucleati: ebbe forza di legge dal
,
3)11 Codice
(a).
delle costituzioni
le
diritto.
A tal uopo nomin una commissione di dieci giureconsulti sotto la presidenza di Giovanni ex questore del sacro Palazzo: 1 anno seguente ai 16
(t)
g. 21.
Digtized by
4
di Aprile
rono
529
fu terminato
Non
il
medesimo tempo
Per
fu-
codici esistenti.
altri,
non
si tro-
la qual
quattro giuristi solto la presidenza di Triboniano, affinch facesse una revisione del Codice, inserisse le novelle costituzioni emanate dal 529-534
(3),
medesimo anno
ebbe perci
nome
il
di C'o-
11
questi in un
stituzioni,
diretta,
numero
pi o
avendo a fronte
ed in
fine la data.
libri,
ciascun libro in
e ciascuno di
titoli,
co-
era
dei
da Adriano
4 ) Finalmente le Novelle, o novellae constitutiones il quarto ed ultimo libro legislativo della grande collezione giustinianea. Gi fin dalla
publicazione degli
altri libri
imperatore Giustiniano
era riserbato
si
il
vigente
e di
appena publicati
fatti
predetti codici
istituti della
legislazione,
portanti modificazioni.
scritte nei
Ognuna
la
si
appellarono
dapprima un
in-
scritto, ossia il nome dell imperatore, e dell ufficiale a cui era diretta;
quindi segue un proemio, specie dintroduzione a tutta la legge, ed infine
un
l Imperatore d le sue istruzioni all impiegato, seconla legge dovrebbe essere applicata.
Queste costituzioni furono raccolte dopo la morte di Giustiniano e formano il quarto libro addimandato comunemente le Novelle.
epilogo, in cui
do che
Questi tre codici con le Novelle che bens possono chiamarsi appendice al Codice, sebbene siano tre parti distinte, pure ci
mano un
sol tutto,
tutto oggi
ed
il
civilis,
Dionisio Gotofredo che primo adoper questo titolo nella sua edizione
(
1583
(b)
1)
(b) (4).
nostro
metodo
prima
il
segno
. se
il
passo da ci-
Digitized by
5
ANNOTAZIONI
filo,
(1) La commissione fu composta di 16 giuristi, cio: Costantino, Doroteo, TeoAnatolio, Cratino, Stefano, Menna, Timoteo, Leonzio, Prosdocio, Leonida, Ia-
nonici )
singoli codici
24
mina
al libro 50. Il
ne portava il
conteneva le
titolo,
( soluto
titolo
meno
il
Codex
il
5.
tarsi
le
Istituzioni, le
Pandette,
il
Novelle
libar
la
corrisponde al libro,
liombus
2. 7. );
per
il
i
secondo
Digesti o
le
il
numero
al titolo; p. e.
per
Pandette: L. 0. pr. g.
1.
delle Pandette o
le Istituzioni pr.
ovvero .
de usufructu
il
primo
ile
dona-
dei quali
1.
(7. 1.);
Ini c.
per
il
Codice:
c. 3. g. 1.
Digitized by
II. Il corpus iuris fino ai nostri giorni ebbe molte edizioni, le quali sono perfettamente estranee allo studio del diritto romano, alcune sono glossate, ed altre
senza glosse. Delle'edizioni della prima specie le pi importanti sono:
1
fratres, 1549-1550,
voi. in
f.
Tra
1
le
la
in
f.
Contialta,
in 15 voi. in 8. pie.
3) le
za
la
tra le
numerose
edizione di Elzevir
1663
al
1664 in
le
di
e parte sen-
8., detta
stampa.
4) cura Lud. Charondae, Anv. 1575 in f.
5| quella di Gebatter-Spangenberg, 2 voi. in 4 gr. Gtling. 1776, 1797.
6) la edizione di Deck, Lipsia 1825, 5 voi. in 8, edizione stereotipa.
si
lascia
la facilit di usarla.
vi
princeps
con glosse, Magunt. 1-468, in f.
la cosi detta Haloandrina
senza glosse, Norimb. 1529, in 8.
cura Iac. Cuiacii, Par. 1585, in f.
la edizione di Riener, Beri. 1812.
b)
c
il
e.
la
2) In quanto
detta edilio princeps, con glosse; il Dig. vetus, Perug. 1476 ( F.nr.
ClaynJ, Digestum infortiatum, Bom. 1475 (Vii. PuecherJ. Dig. nov. Rom. 1476.
b) la celebre Haloandrina, Norimberg. 1529, in 4. in 2 ed in 3 voi.
c la magnifica e preziosa edizione di Firenze, chiamata perci fiorentina per
la cosi
a la editio princejis, per i primi nove libri per Pel. Schoyffer de Gernshcgm
Magunt. 1475, in f. c per gli altri tre con le Autentiche, Rom. 1476.
b la Haloandrina, Norimberg. 1530, in fol.
4 Per le Novelle abbiamo:
)
a)
la editio
la
princeps,
Rom.
1476, in
in
f.
f.
la edizione di
le
stratae
f.
I.
F.
Homberg Marb.
Catl. 1717, in 4.
et notis illu -
7
1
f)
la tradu-
zione in italiano.
62. 10 voi. in
f.
. 3.
Il corpus iuris fonie legale del diritto ha bisogno di altri per essere
ben compreso. In questo caso dobbiamo adoperare non solamente gli
scrittori antigiustinianei, i quali possono essere considerati in certo modo
fonti dello stesso corpus iuris
ma ancora gli sforzi della scienza, che da
secoli cerca d illustrare sempre con nuova luce questo singolare monumento di scienza giuridica.
Possiamo dividere in tre categorie questi mezzi per la intelligenza
,
2 Quelli
ci
Romani
ci-
impero
bi-
nell
com-
ANNOTAZIONI
Tra
di Gaio;
l'
senza che
un completo commentario. Si distinguono per i seDupont disquisitiones in coma Gaio, Berlino 1831.
cmnmentarius quartus; Elvers prontuarium Gaianurn, Gtt. 1824. Istituzioni di Gaio
comm. 1, IV. Giuseppe Tedeschi, Verona libr. alla Minerva, 1857.
scritto prezioso
guenti lavori
Gans
vi sia
sciolie
rnent. quart. Institutionum Gaii, Lug. Bat. 1823 ; lleffter Gaii Institutionum
(a)
Schradc
Che
guadagna
1, p.
663.
Digitized by
legge 45.
titolo scritto in
una
di quelle
Non
Hugo
Come
III.
ed in latino da Rover,
de manumissionibus, Lugd. Bat. 1731).
de
5 I frammenti del Vaticano trovati dal Cardinale Angelo Mai formavano probabilmente fra il 372 ed -138 una collezione di passi di differenti giuristi, e di costituzioni imperiali per scopo d istruzione, dai quali stato possibile di ricavare sette
)
titoli
delle
buone
edizioni con
Bethmann
ancora Bruns quid conferant Vatic. fragni, ad melius cognosc. ius Boni. Tub.
1838.
v.
Non
senza interesse per la intelligenza del diritto romano la cosi detta Lex
legum Romanarum et 4 fosaicarum; un parallello tra molti passi
romane presi da molti giuristi, non che dai Codici Gregoriano ed Ermogeniano, con le leggi mosaiehe. stato pubblicato da Blume, Lex Bei, Bonna 1833
Il cos detto Breviarium AUiricianum, o il codice romano dei Visigoti del
7
G
Dei o
collatio
delle leggi
506. Questo codice importante in quanto contiene molti e lunghi inalterati passi di
giuristi
ad
LXXVI
tiene:
a) 16
libri del
monumento incompleto
nel
rino. Codicis
et
Digitized by
9
b)
novelle di Teodosio
le
II,
Valentiniano
III,
Oltre a quelle contenute nel Breviario, per mezzo di studii dei nostri pi recenti scrit-
venne a conoscenza
tori si
Novelle,
le quali
monumento
bile G.
Ad
III, Marciarli,
libr.
manuscripl.
et
editiomim
fi-
le istituzioni di
come segnatamente
in quelle di
Goto-
t'redo;
13
titoli
niaui frugmenta.
di
Bonn. 1835;
Il
piu recente lavoro su questo Editto, di pochissimo interesse per la corruzione dei
testi, quella di
Halle 1816, in 4.
regi s
Ostrogotlwmm
in 4. edit.
cum
lus civile Atile-iustinianoum codicum et optim. edition. ope a societate iurisconsultor. curatimi; praefatus est Gust. Ilugo, Berol. 1815. 2 voi.
Corpus
iuris
gaei et Ilelh fnann-IIollwegii et dura in vivis erat E. Puggatx curaverunt iidem as-
sumptis
L.Arndlsio, A. F. Bakovio, F. Blumio, I. F. L.Goeschenio, G. Ilaeuelio aliisque; praef. est E. Boeckngius, Bonn. 1835 seq.
II.
sociis
Tra
le
blicazione della
medesima
nell'
sono lezioni scritte ancora prima della publicazione del Codice repetitae praelectionis, interessanti non solo per l'intelligenza delle Istituzioni di Giustiniano, ma ancora di tutto il Diritto Romano. La migliore edizione quella di Beiti
Hag. Coni. 1751 2. voi. in 4;
di Giustiniano,
2)
il
compendio
Virilio
romano
Digitized by
10
titoli, ed
probabilmente incominciato durante
e finito sotto il suo successore Giustino. La primp edizione coi
prolegomeni quella di Haimbach. nel 1 voi. dei suoi *?-, Lips. 1838;
3 ) il compendio delle Novelle di Teodoro compilato in sul finire del VI. secolo. Questo lavoro ha per base 168 Novelle; una completa edizione stata fatta per
cura di Zachariae su di un manoscritto da lui trovato sopra il monte Atlio v. nei
un
indice.
Questo
scritto fu
la vita di Giustiniano,
4 un piccolo scritto sulla partizione del tempo nel Diritto che viene attribuito
ad Eustazio. Fu publicato ultimamente da Zachariae sotto il titolo. < (*>;
)
un compendio publicato come legge da Basilio il Macedone e suoi figli CoLeone verso lan. 878, in cui gli elementi de! diritto sono esposti in 40 tipublicato primieramente da Zachariae sotto il titolo oir/xxifo< n/ui Imp.
stantino e
Fu
toli.
Heidelberga 1837;
veva essere ordinata tutta la legislazione giustinianea in un solo codice, ossia tutto
ci che si contiene nelle Istituzioni, Pandette, Codice e Novelle doveva essere messo
sotto altre rubriche. Tutta questa materia fu ordinala in greco in
sono
tutti
fatta
Una edizione pi accurata e completa quella di Haimbach. BasilicoLibri I.X, Lips. 1833 seq. V. voi. 4., alla quale si aggiunto un supplemento
Zachariae: supplem en tum editionis Basilic. Ileim. lib. X V
XVII cuin scholiis
antiquis integros nec non lib. XIX Bas. novi* auxiliis restitutum continens. cdid.
C. E. Zachariae a Lingenthal. Lips. 1846 in 4.
Con pi facilt ad usarsi il manuale delle Basiliche di Ilaubold, Lips. 1819 in 4.
Bai. 1765.
min
di
Sinopsis Basilicorum
il
titolo di
un compendio
348 titoli nell'anno 969. L'unica edizione fino ai nostri giorni quella di Liiwenklau con cambiamento di titoli: LX. Libr. sxnAix
Eclogasive Sinopsis Basii.
1575, v. iMbbaei observationes et cmendationes in Sinopsis Basilic. Par. 1606 in 8.
in
f>'
La
terza categoria dei mezzi perla interpretazione della legislazione giustii lavori
de Glossatori, i quali furono i primi in occidente ad iniziare
questo studio ed influirono molto sulla correzione dei testi. Le note scritte immediatamente sotto il testo furono dette Glosse, onde il nome di Glossatori. Per la qual
cosa non senza interesse della scienza il sapere quali passi del corpus iuris sono
III.
nianea sono
stati glossati
1
Le
o quali no.
Istituzioni
Digitized by
li
L. 11. de bon.
si Nelle Pandette sono rimaste non glossate le leggi 7 $ 5.
damnator. 1-48. 20) e le leggi 10
19 de interdictis etreleg. (48. 22).
3 Del Codice sono rimaste non glossate Nel libro I le leggi 3. 5. 6. 7. de sum-
L. 15. 17. 18. 20. 24. 25. 26. de eccles. 2) 29. 30. 36. 39.
L. 14. 17. 18. 20. 22. 23. 25.
L. 11. 18. 20. de haer. et Man.
L. 10.
L. de Christ. mane.
L. 18. de Iud. Coel.
de paganis
L.
L. 10 de legib.
de his qui ad
Leg. de vet. enuc. (1.17) L. de praef.
2 de mand. princ.
praet. orient.
praef. praet.
27). L.
L.
19. 23 de
L.
26)
de
com. rer.
52).
33) L. 13. de
L. de ius voc.
Nel libro
L. 18 19 de adv. iud.
L. 27. 28 de proc.
L. de iureiur. propt.
59).
L. 11. de iud.
L. 1.2.
Nel libro
de sport.
L.
de plus. pel.
de
43.) L. 15. de
10) L.
Nel libro IV L.
13.
22. de
16. de
instru.
20) L.
L. 24. mand.
de pign.
21.)
24.) L. 29. 30. de usuris
L.
vect.
nov.
cond.
L.
33.
de
et
35)
65).
62)
Nel libro V L. 6 de spon.
L. manifestimi L. 8 e L. 29 de
L. 12. de repud.
nupliis.
L. 10
de secund. nupt.
L. unica de incer. 48)
Nel libro VI de bon.
Nel libro VII L. 15 de sent.
de
45) L.
51) L. 33. 36.
de
L. de op. pub.
Nel libro Vili L. 12. de aedib.
L.
de duob.
de
exp.
40) L. 29 de
41) L.
Nel libro IX L.
care.
L.
L. de
de cusl. reor.
reus
L.
ad legem Iuliam maiestatis.
L. 37 ad legem Iuliam de
L.
adulteriis
ad legem Comeliam desicariis
(dopo
L.
L.
de
L. de bonis proscr. (9.49).
(9.29) L. 26 de pocn.
Nel libro X L. 11 de iure
L. de et iure
L.
de delator.
L.
13 de annon. et
de exat.
L.
L.
trib.
L. 4. de discus. 30) L.
ut nemini
ma
ss.
tri. (1. 1)
(1.
2.
et.
9.
(1
1.
(1.
II
4.
2.
afr. (1.
(3. 2.)
aleat. (3.
15.
1.
2. 4.
(3. 1.)
1. 2.
(3.
16.
test. (4.
act. (4.
fide
(4.
(4. 32.)
loc.
(4.
(4.
tra
(5. 1.)
in fine,
(5. 4.)
(2. 7.)
cal. (2.
3.
5.
off.
div.
(2. 2.)
12.
1.
(1. 14)
6.
ass. (1.
(2. 13)
I,.
12)
aff.
S.
in
III
(4.
(1
iur.
priv. (1.
off.
9.
(1. 10)
eccl.
3.
15)
(1.
2.
(1. 9)
3. 7. 8.
(1. 11)
I,.
2.
1. 4.
9.
(5. 9.)
(5. 17).
(6.
5.
(7.
3.
1.
reis. (8.
(9. 6.)
liceat
la
(9.
1. 2.
(11.
(II. 1)
(11. 47)
8.
(12.
3.
L.
L.
filiis
ut
2.
nemo
18. 19.
(12. 34)
offi. (12.
50. 59. 62
65. 68.
144158. 100
104. HO.
48.)
121
L.
7.
de
(11. 53).
L.
7.)
de erogai, mil.an.
9.
(10.
(10. 55).
L.
de nav.
spect.
40) L. 18 de agric.
Nel libro XII L.
qui mil.
12 demet.
de
41) L.
Nel libro XI
2. 3.
quibus muneribus
fide
7.
1.
(10. 11).
(10. 19.)
1 1
47.)
1. si
(9. 16.)
4.)
crini.
!..
(8. 52).
(9. 5.)
(9. 8.)
7. 8.
1.
inf.
priv.
2.
(9. 4.)
6.
(9. 9.)
2.
(8. 12)
4.
fideius. (8.
6.
de exe.
(12. 38)
(12. 61).
L.
32.35
135
142.
168.
da
notarsi che
glossate del corpus iuris. V. l'edizione dei frat. Sennetonios. Lug. 1550.
Digitized
by
12
Bibliografia.
Poi.
Lexicon
el
de Senkenberg .
(ir ini
I.ips.
1737.
23.
1821
ma 1813. Egclmann
111.
bih. iur.
Lips. 18*28.
Tutta
la bibliografia
distinte, in
I. I
con
romano
del diritto
quali furono
pu dividere
in
3 categorie
gesi, essi
si
Glossatori,
non mirarono ad
altro
che ad annotare
testi (. 3.
N. Ili);
la
denza, pure le
ravano
Somme
testi
si
all'indefinito,
altra scuola,
rono questa
prendeva per
si
pass
si
trascu-
non
vago ed
al
dommatico,
alla casuistica, al
diffusi (2).
Questa fu
la
Glossatori.
si fa
testi, ai fonti
vivi, si
scevera
il
vecchio
Giacomo Cuiacio; e
la) Storia
del D. K. vera.
it.
ci
non perch
si
si
dall antico, si
nome
pu chiamare
torna in-
penetra
quella scuola
l'astro
pi bril-
Digtized by
13
commento
dei testi
Fin da questo
il
autori
gli
si
attennero pi o
meno
strettamente al
(3).
medesimo
Olanda incominciasi
quantunque le materie fossero
secolo, specialmente in
a trattare
II. 11
romane,
si
attengono
alle Istituzioni
se ne allontanano.
altri
III. In
lo
l'et
si
abban-
nostra
si
da una parte
nell
si
ha
il
dallaltra
un quadro
infini-
ANNOTAZIONI
(1) I
il
1191
Italia e fuori,
Pistoia, lamico di
sigli, egli
Gino da
di
principi se ne disputavano
con-
1400, ecc.
(3)
Furono
Tra
Area Bandoza.
Digitized by
tulio
il
toni, in Ibi.
Tra
diversi
commentarii delle
parti del
cima
Iselii, 17110;
Per
(b)
in vai-,
lil.
le
Dig.
opp. toni.
in
tit.
tit.
IL).
I.
(in
opp.
sqq.
p. 1.
Dig. et Cod. var. Francof.1605. Ant. Fabri, rat. in Pand. Lugd. 1059.
Brun-
i
Lect. sup. XII
Cod. 1550. Azonis, Lect. ss. com. ad sing. leg. XII. libr. Cod. Par. 1377. Docoment. absol. in IL III. IV. VI. VII. lib. Cod. Iust. Francof. 1599 (in op. tom.
nelli,
difficilior. et
Wis-
scnbachii, comment. cathedr. in libr. VII. Cod. Frane. 1701. Perezii, praeleel. in
Per
(d)
2.
le novelle:
Balduini,
comm.
lib.
in praec. Iust.
li.
e.
Nov.
Iust. expositio
me-
Argent. 1005.
VII. Francf. 1008. Panciroli, thesaurus var. lect. ulr. iur. in III libr. distinctus
libr.
Lugd. 1617.
Jul. Pacii
Amaya,
lium
obser. iur.
Water, Observ.
vati de
iur.
Rom.
IL Gron.1714.
tit.
IL
(v.
opp.).
cum
IL I.iburni 1657.
(v.
Van Byttkershoek,
Pand. Rotter.
iur. lib.
civ.
Costa,
obs. iur.
Rom.
etemend. iur. rom. lib. III. Traj. adRh. 1768. Wieliny, leIL Traj. ad Rh. 1740. d' Arttaud, var. coniect. libr. IL Francf.
1738. Marckartii, probabilia ree. lect. iur. civ. Traj. ad Rh. 1737; pars. IL 1738.
Conradi, obs. iur. civ. Marb. 1782. Pttmanni, interpret. et obsv. libr. sing. Lips.
IL
libr.
Suerin et
Wism.
lib.
1792.
IV.
a Tei-
Brunsv. 1806.
Sono interessanti per l'esegesi del Diritto seguenti Dizionarii giuridici: Brisde verbor. quae ad ius civile pertinent signilicatione, opus, Lugd. 1559, in f.,
(1)
sonii,
Rom.
Digitized by
15
Hamb.
sign.
1778, in
f.
corp. del dirit. civ. Jen. 1840-8 (tedesco). Iiichter, designi!, adv. in iure, Jen.1006.
lat.
Huberi, praelect. ad
Instit. Iustin.
Francf. 1078.
con
note di Webei-, 8.* ediz. 1818; Maieri, collegium Argentoratense, Argent. 1010-17,
Tabor, Tb. 1057, 3 voi. Struvii, synt. iur. civ. Jena 1059 .Struvii, syntagma iuris. sec. ord. Pand. cum add.
itile ri, Francf. et. Lips. 1738
in 3
voi. Huberi, praelectiones iur. rom. ethod. ad Pandect. Francf. 1089-90, 2. voi. Ixtu-
con note
2. voi.
di
alle
Pandette
libri
Germ. Francf. et Lips. 1713-33. Strykii, usus modernus Pandect. Hall. 1746.
Bhmeri introductio in ius Dig. Hai. 1 704 edit. nov. 1 791 2. voi. Weslenber-
foro
J. II.
ffii,
principia sec. ord. Dig. Ilardetov. 1712. Berol. 1814-23. 2. voi. Polhier, Pan-
f.
Pothier,
Le Pandette
di
Giustiniano riordinate, versione italiana col testo delle leggi a pi di pagina, Venezia 18-10. 4. voi. in 8. llellfeld, iurisp. forensis secund.
\H2,3. Burchardi, svolgimento e sistema del diprivato traduzione dal tedesco dell'avv. De Conciliis, Nap. 1857, 2. voi.
Haubold, doctrina Pandect. lineam. cum loc. class, et select. lit. Lips. 1820. Bergmartn, compendio di un sistema delle Pandette, Gottinga 1810.7nfer/oirner, Bresl.
1817. llossberger, sistema del diritto civile romano, Beri. 1826. Blume, saggio delle
Pandette, Halle 1829. Bettmann~lloU,weg, piano di lezioni sulle Pandette , Bonn.
1831. Puctha, Sistema del diritto civile comune per uso di lezioni sulle Pandette
Monaco 1832. Rudoi'ff, piano di lezioni sul diritto civile comune, Beri. 1843.
Bcking, piano di lezioni sulle Pandette, Bon. 1845-1848. Les loix civiles dans
ritto
romano
1801
I.
in 4.
Dabclow, Sistema
mano-germanico,
il
dell
titolo
odierno diritto
civile, 2.
manuale dellodierno
part. Halle,
Digitized by
Nap. 1857. Wiltich, semplice sistema dell'odierno diritto civile, Frane. 1804-5, 3.
voi. Gnther, principia iur. rom. priv. novis. Jena 1805-1800. 2. vo.Bucher, saggio
di
ne, Erlan. 1822. Mackelde /, compendio delle istituzioni dell'odierno diritto romano, tradotto in latino da Hindetiburg, Lips. 1847. Trad. in
ital.
Nap. 1853.
Sclnveppe,
loro
germanico, Altona
1831-34,3-5 voi.
diritto
il
romano
1814, ultima edizione per cura di Mejer, Gtt. 1828, dal 1-2. voi
de 1V'eniw/-/n</enJieim,Compendio del
per cura
Monaco 1836-37. Muhlenbrucli, doctrinaPandeclaruin, Halle 1830-31. Senfcompendio delle Pandette, Viirzb. 1825. Wamkoenig, commentarli iur. rom.
priv. Leod. 1825. Vallet, compend. delle Pandette, Gttinga 1828-29. Haimbergcr,
ius roman. priv. idque purum,Leopoli 1829-30.
Puchta, compendio delle Pandette, Lips. 1838; lezioni sul diritto romano odiei^
no di Puchta edite da Rudorlf. 2. voi. Lips. 1847-18: Gschen, lezioni sul diritto civile comune edile da Erxleben 3. voi. Gottinga 1838-40. Kierulff, Teoria del diritto
Heidelberga 1810. Savigny Sistema del diritto romano odierno
civile comune
Berlino 1840-49. Yangerow, Comp. delle Pandel. Marb. 1851-56. 6* ed.
Sintenis, il diritto comune civile, Lips. 1844.Sc/imid, compendio del diritto vidi Frilz,
ferl,
lavori di SchUling,
compen-
dio per le Istituzioni e storia del diritto romano, Lips.1846. Puchta, corso delle Isti-
ital.
man.
Cuiacii, op.
iacii
Donna
1843. Marezoll,
om.
nell' edizioni
suddette v.
n. 2.
pi un'ultima edizione,
),
Cu-
tom.
in 4.
2. toni, in 4. Atieserrae,
f.
Genlilis, op.
8. toni, in
f.
Merititi, op.
op.
om.
e
curri sup.
Fra
Genev. 1765-79.
le piccole collezioni si
9.
tom. in
fol.
Heineccii,
4.
distinguono
Brissonii, opera minora Log. Bai. 1747. in f. Iacop. Gothofredi, opera iuridica
minora cura Trotzii, Lugd. Bat. 1733. inf. Reinoldii, opusc. iurid. Lugd. Bat. 1755.
Ludewig, opuscola miscellan. 2. t. Hai. 1720. in f. Waechtlcri, opuscola rarior. c.
praef. JVotr.Traj. ad Rii. 1733. Conradi, opuscola ex iureciv.2. tom.Brem. 1777 -78.
Meister, selector. opus, silloge, Gttingae 1767-75.Sc/m/tingiii, commentationes aca-
8.
priv.Jenal775,
disert. et progr. fase. I-XII. Hall. 1775-84. Gebaneri, exerc. acad. varii
t.
I.
II.
in 4. Crell,
argum. Erf.
1776-77, Gtiick, opuscola iur. fase. I-IV. Eri. 1785-90. Walch, opuscola
Digtized by
I.
Googl
17
I-III.
tom. in
2.
v.
8.
i.Cramer,
Savigny, opusc.
Vtmut,
x.De Valentia,
illust.
Lugd. Bat.
iust.
Francf.1696. Lauterbachii, disser. acad. Tub.1728. 4. voi. Bergeri, diss. iur. select.
Lips. 1707.4 .Hertii,
crcit. curiosae,
comm. atque
var. Hai. 1774-80. 4. voi. in 4. Bynkerslioek, opusc. var. ex edit. Conradi, Hai. 1729.
2.
tom. in 4. Nordkerk, obs. decas. Amsterdam 1731. Leyseri medit. ad Pand. voi.
Bhmeri, exercit.
adPandect. cura G.L. Bhmeri, Hann. et Gtt.1745-64. 6. tom. in 4. J/a_/ausu,disp.
iur. Lugd. Bat. 1752. 4. tom. in 4. Woltaer, observ. fase. I. et II. Hai. 1777 e 79. G.L.
Bhmeri, select. iur.civ. Gtt. 1767-78.3. tom. in 4. Pttmanni, advers. iur. univ. L.
I. III. Lips. 1786. in 8. Miscellan. Libr.sig. Lips. 1793. Weber, saggio sul diritto civile
Schv. et Wism. 1801. Frat.Overbeck, Meditazioni sopra differenti materie di diritto 11. voi. Han. 1796-1807. Kchy, Lips. 1797. Bolley, meditazioni in varie materie
di diritto, Stutg. 1831. Iliibncr, disput. iur. civ. Jena 1806. Thibaut, saggio sopra
speciali parti della teoria giuridica, Jena 1897. 2. voi. Lo stesso, dissertazioni civili,
Heidelberg 1814. Bauert, resp. ad quaest. etc. Lips. 1801. 2. voi. in 4. Feuerbach,
saggi civili, Giess. 1803. Buchholz, saggi sopra varie materie di Diritto, Lb. 1808.
Schrader, dissertazioni di diritto civile, Hann. 1808. Goeschen, obsev. iuris Rom.
Berol. 1811. Hufeland, sullo spirito del diritto romano, una serie di dissertazioni,
Giess. 1815-1817, 2. voi. de Blow, dissertazioni sopra alcune materie di diritto ciI-XI. Lips. 1772, voi. XII. et XIII. cura Hoejifneri, Gies. 1774-80. H.
vile
2. p.
Kmmerer,
Romano,
rom. spec.
sterding
I.
obser. iur.
Rom.
Beri. 1820. Saggi sulla critica ed interpretazione dei fonti del diritto
civil.
Franke,
romano
civili,
,
Lips.
de
Schrter, obs. iur. civ. Jena 1823. Huschke, studii sul diritto romano, Bresl. 1830;
Kritz, esposizione pratica delle materie del diritto Rom. Dresd. e Lips. 1831 Weiske,
.
usum
alcune teorie
dell
fori
Giess. 1833-35. Arndts, esposizione di varie teorie del diritto civile e proced.
1837
von
den Pfordten,
Jhering, dissert. di
dirit.
Rom.
Lips. 1844
ex
Wolff,
Giessen. 1840.
casi di diritto,
Romano.
6
Tractatus univ. iur (tractatus tractatum), Venet.1584. XXIII, tom. in
)
Bonn.
Erlang.1840
iur. civ.
f.
Otto*
f.; poi tom. I-V. Traj.1733tom. I-IH. Lugd. Batt. 1738-41. in f. Meerman-
35Heineccii, iurispr.
Diritto romano.
rom. et
alt.
Digitized by
18
I,nov. thes, iur. civ. et can. toni. I-VII. Hag. Cora. 1751-53. in f.supplem. edit.J.
Fellenberg, iurispr. antiqua coni, opusc. et diss.
L. B. de Afeermann, Hag. 1780.
VII. tom. Bern. 1760-61. 4. Oelrch, llies. diss. iur. select. in acad. Belg. habitar.
in
Hagemann e Gnther, Archivio teorico e
II. voi.
acad.
Germ.
habitar.
Bren. 1785,
4.
Hugo, magazzino
2. voi.
iuridicar.
Grolmann.
Giessen 1800-1807. Annali della scienza storica del diritto per Savigny, Eivoi. Archivio di procedura civile per Gensler, Mittermaier e
chhorn e Gschen 15
Schweizer, dal 5
voi.
ris. Filosofia,
il
titolo:
Museo
del
reprudenza, per cura di Blume, Passe, Puclita, Pugg, quindi la nuova edizione
il titolo: nuovo Museo del Reno per giurisprudenza, Bonna 1871-35. 7. voi.
Temi, annali per la giurisprudenza pratica per Elvers. 2. voi. Gtt. 1817-29
Annali pel lavoro storico e dommatico del diritto Romano, Brunsvic. 1841-4-4, 3. voi.
g) Per monografia e casuistica sono da annoverarsi le seguenti oper e:\fynsinger, consil. decades VI. 1576. Gai U, pract. observ. libri II. Gen. 1740. A. Fai er, code* definit. forens. Gen. 1740. Vultejus, consilia seu responsa facult. iur. IV. voi.
sotto
Hommel
Francf.
Bhmer, consultationes
rhapsodia quaestionum
et deci-
Digitized by
LIBRO
I,
Parte generale.
CAPITOLO
I.
5.
I.
t.
(1. 1.
).
4-
1.
I.
1.
8- 1. ss.,
comp.
deile Istitasioni
Si-
Varii significati ha la voce Diritto nefonti romani; Ulpiano lo fa derivare dall idea della giustizia, e riferendosi alla definizione di Celso, cos
si
esprime:
ciale,
dove
il
Jtzs est
ars boni
et
aequi
(a).
il
luogo finalmente
si
ritto dal
doppio
significati,
considereremo
si
il
di-
senso obbiettivo
manifesta nella
le
seguenti riflessioni:
La origine del diritto non pu essere che divina, e come ogni alha suo fondamento nellordine eterno delle cose, in quell'ordine cosmico rivelato alla nostra mente come legge morale. Ora, poich per intima sua natura l' uomo- deve conformarsi all ordine eterno, e
con gli altri cooperare al fine a cui Dio diresse luman genere, nasce una
comunanza di scopo, ed una variet di mezzi a quello proporzionati, pei
1
tra disciplina
quali
ognuno
il
medesimo
(b) L. 11. h.
fa dal
tutti.
fine, i Romani fondavano la idea di giuperpetua volunlas ius suum cuique tri-
t.
t.
Digilized by
Googl
20
ra della sua
stizia nella
del
sommo
2
attivit. I
coordinazione di
la giu-
bene.
La tendenza costante
al fine degli
uomini
si
manifesta diversamen-
e la
ma
ci nasce essere
il
un popolo, uno
si
de segni
nello spazio.
sce e lo amministra.
Il
personalit.
La
il
appunto
come membro di
E per, avendo tutti eguale facolt, la libera esplicamomento che vengono rotti i confini della sfera della
organizzati individui.
campo
di diritto senza
altri
libero
il
campo
il
diritto
il
solo
il
21
II.
li.
fi-
Gli uomini vivendo in un consorzio organizzato o nello Stato, possono essere considerati sotto un doppio rapporto; essi hanno la propria informano parti integranti di una pi vasta costituzione. Glindividui adunque si possono considerare come esseri indipendenti 1 uno
rincontro agli altri, oppure come parti di un altro tutto.
Nel primo caso, affinch essi governino la loro vita civile, nascono
delle relazioni tra individuo ed individuo, le quali sancite con principii
determinati e precisi, fonnano quel diritto che appelleremo privato. Al
contrario, quando sorgono relazioni che concernono gli uomini formanti
dividualit, e
un
pellasi publico.
le
meno mediatamente riguardare l utile deglindividui, ma non considecome tali, sibbene sempre come parti integranti di un altro tutto che
rati
chiamiamo Stato
(a).
. 7 .
I.
De
Savigny
1. Il diritto civile
).
Puchta
et civile.
Diritto Consuet. Voi. 1 . cpo 3.
append. primi.
civilt del
cabile.
2.
11
(a) g. 4.
vi
Instit.
de
ulilitatem perline!.
lii,
quaedam
L. 1. g. 2. h.
L.
privatila.
1. g. 2.
non ha appo
Huius
rei
iladii dille
Romanie
de iast. et iure
Pablicam ias
(1- I)
in sicris, in
spectat; privalum
pri-
quod ad singoiorum
t.
(i) g. 1. Inst. h.
L. 9. de Iast. et Iar.
(1. 1).
Nam qaod
consUtait, id ipsius proprium civitilis est, vocalurqae ias civile, quasi ius propriura ipsius
ci-
vitati.
Djqitized
by
22
a significare
astratto;
ma
diritto naturale
il
un
come
populi utuntur
Un
ne aggiungono un
altro,
spiega
si
sue relazioni in
omnes
popoli, quo
il
(b),
tal diritto
3.
le
tutti
come
altri
il
due,
(d),
lo
ma
il
fondamento
non escluso
lo stesso Ul-
la base,
confondono col
S- 8. Diritto crltto e
T,
f.
ti et longa consuetudine
T. C. Quac
Saviyuy,
scritto.
sit
D. R.
Sist. del
Per diritto
non
(1. 3).
scritto
v. I. .
I.
cosa
qualunque
obbligatorio per tutti (a). Per la qual
prende diverse denominazioni secondo
sua origine, e la sua forza obbligatoria (b) (1).
rende in
altro mezzo, e si
tal
modo
il
l'autorit
da cui trae
la
(b) Eodem: quod vero naturalis ratio inter omnes hoYnines conslituit,id apud omnes peraeque rustoditur, vocaturque ius gentium, quasi quo iure omnes gentes utuntur.
(c)
nam
Pr. Inst. h.
ius istud
in terra,
qune
L.
L. 1. g. 3.
li.
t.
niinac coniunclio,
lo
t.
quam
ti.
eod.
(d)
!..
Gai. Inst.
Il
ine dcscendit
II. g. tifi.
Leg. 31.
pr.
depos.
1).
(1. 8).
domino demoliit,
num
de grad. (38.10)
(a) 8- 3.
cos rd
(b)
ta,
L. 50. ad L. Aqn.
L. 8. 8- 3. de fideius.
de V. S. (50. 16).
(4fi. 1).
L.
fc-
69.
(e) L. 4. $. 2.
quae
L. 4.
(Iti. 3).
docuit;
in coclo,
maris atquc
est.
L.
L.
3. . 13.
ad exh.
(10. 4).
ll.de
I.
I.
et
(30. 17).
quod
superficies ad
domi-
L. 1. 8* 9. de vi (43. 16).
10.
Scriptum ius
prudenlum responsa.
8- 4. 8. cod.
non
diritto
II
scritto o
il
23
diritto consuetudinario la
populus probavit, e
cuna potest
si
sua sanzione
impropriamente
si
dice avere
la
quale
dera che
il
diritto
momento che
dal
quae
immediata
n'
pu
diritto
il
(c.
al-
Da questo con-
consuetudinario
la
solamente la manifestazione
giustificarsi,
quando
si
consi-
consuetudine
si
come
appalesa, ed essa
la
atti delle
promulpersone
di
rapporto
le in
alle
persone (consuetudo tenaciter servata); 2) che il prinnon contrario ai buoni costumi; 3 ) e che
che non
il
alla
potest
medesima
ci
di di-
tutti (nel
avrebbe il diritto scritto), ma nel senso che sia data ai giudiespressamente o tacitamente la facolt di decidere con un principio di
qual caso
si
diritto
Il
diritto
diritto scritto;
gere
il
ANNOTAZIONI
(1) La publicazione quellatto, che rende di publica ragione la legge, e perci
obbligatoria per tutti. Pur tuttavia si domandato se colui il quale si appella ad una
legge, in caso che venga negata la sua esistenza, possa essere chiamato a provarla.
La publicazione
stala considerala
come un mero
fatto
degli altri fatti, cos della legge si potrebbe provare la esistenza (e). A buon diritto
stata generalmente rifiutata una simile opinione ; imperocch la publicazione
una parte essenziale della legge, senza di cui il concetto di essa impossibile; ora il
le leggi del
Quest' ultima efficacia del diritto consuetudinario ha mosso serie controversie nelle scuole. Che il diritto di consuetudine avesse la virt di abrogare la legge
(2)
(c)
ici,
L. 32. h.
t.
quod minibus
lulianus.
(e)
Thibaut,
De quibus
l.
li. lnst. h.
t.
don ulimur
id custoditi opin-
N. 8.
c.
15.
Sisl. S. 25.
Digitized
by
24
t., mentre tale virt negata dalla L. 2. h.
In ogni tempo e con ogni argomento possibile hanno tentato i giureconsulti di
accordare queste due leggi che sembrano in aperta contradizione. Chi voglia farsi
un criterio degli sforzi degli antichi Glossatori per mettere in accordo a qualunque
costo questi due passi, d'uopo, che riscontri la glossa di Accursio
(g),
in cui si ri-
cordano le opinioni d'Imerio, di Martino Bulgaro, ecc ; il che d a divedere essere nel
Secolo XIII questa quistione non meno dibattuta di oggi. Gli scrittori pi recenti
non hanno fatto di meglio che continuare nelle medesime opinioni, e generalmente
non difficile incontrarsi con moderni autori, i quali accettano puramente la opi.
d' Irnerio
nione
e Piacentino, cio che si debba dar preferenza alla legge del Codi1
argomentazione di Giuliano si rapporta massima-
mente alle idee repubblicane, quando il popolo aveva la potest legislativa; in quel
tempo era facile una consuetudine generale del popolo romano che potesse abrogare la legge, ma ci non era pi possibile al tempo di Costantino. Questa opinione,
sebbene in altra forma, stata accettata dal Savigny (h).
Tale opinione per s stessa poco fondata, imperocch non ci possiamo punto
arrischiare a ritenere, che la legge di Giuliano corrisponda ad un determinato punto storico del diritto romano, dopoch fu accettata nelle Pandette; salvo che non si
voglia credere essere stata una inavvedutezza di Triboniano e dei compilatori. Non
so poi con quanto fondamento si rammenti a questo proposito la potest legislativa
del popolo, ch, quando il popolo romano faceva uso nelle assemblee della sua potest legislativa, non si aveva per effetto il consuetudinario, ma bens il diritto scritto.
Del resto
la precitata
stiniano ripete
il
medesimo
principio di Giuliano
(i).
Da che
fa cattiva
prova
la
suddetta interpretazione,
il
popolo, e
come
tali
possono vincere ed abrogare la legge; mentre Costantino, parlando delle consuetunon potranno mai vincere una legge .Tale interpretazione av-
valorata dall'autorit di
Domilo
Savigny
(k);
questi
si
lis a uctoritas, le quali dnno questo senso, ei dice, che la consuetudine non tanto
grande e tanto potente da poter vincere una legge; e quindi da quella espressione
debbe riconoscersi che Costantino intende parlare solamente di una locale consuetudine. Al medesimo risultato mena la interpretazione del Thibaut, il quale, sebbene ammette che al tempo di Giustiniano non erano impossibili le generali consuetudini di lutto intero un popolo, pure conchiude non parlare la legge 2 cit. se non di
(f)
sui valilura
(g)
Ad
quae
1. 2.
(b)
vilis
Savigny, op.
c. V. 1.
app. 2.
N. 89.
c. 15.
(k)
Savigny,
Sist. 1.
app. Conti.
1.
1. c. 10.
Digitized by
una consuetudine
25
una legge
locale contro
romano
(1).
Un
tale risultato
scorgere
la
comune consenso.
un migliore esame
ne, se
non
tacilo
il
delle parole
medesime. E
traria, se
non
il
medesimo
tacito
si
Che sarebbe
con
di vero,
si
esprime positivamente
La medesima desuetudine
nel fatto
sua forma negativa ammette anche un principio contrario alla legge, che la
medesima negazione; sicch la distinzione che vorrebbero stabilire ci porta ad un
la
giuoco di parole ed a null'altro. Lasciamo stare che lo stesso Giustiniano si esprimeva in modo da determinare chiaramente, che la consuetudine e non solamente la
desuetudine (nel significato di quei giureconsulti) abroga la legge (n).Non pi felice delle precedenti la prova fatta dal Puchta,i\ quale generalmente ammette che
il
abroga
diritto consuetudinario
Ecco
la legge;
non che
la
ma
distingue
il
la
consuetudine
il
il
legge
diritto di
manifestazione esterna e
sembrano contraddirsi:
112
consuetudine,
la
la quale,
legge 2 parla della consuetudine, e del diritto consuetudinario la legge 'd. Egli
non ci danno punto questa facolt, anzi vi
tutta la ragion di credere eh essa parli del diritto consuetudinario; in effetti la conla manifestazione esterna del diritto, dunque quante volte essa si manied applicata per un uso lungo e continuato, in quella manifestazione esterna
il diritto consuetudinario: ossia nella consuetudine con l'interno requi-
suetudine
festa
ravvisiamo
sito del
comune convincimento
esiste
un principio
sione.
Inutile riuscirebbe
ti)
(m) Libr.
II. t. 1. fr.
Puchta, op.
Diritto
c.
P.
romano.
1.
I.
p. 30.
V. Faber, Radon, ad
i.
Digitized by
26
(azione tutta grammaticale. Costantino si esprimeva .con queste parole infine, ut
rationem vincat aut legem Consideriamo il punto in cui la legge abolita e riconosceremo due momenti, la legge che cade, il diritto di consuetudine che sorge. Il medesimo comune consenso che crea il principio del diritto consuetudinario, volendolo
applicare, fa cadere la legge; cosicch possiamo dire generalmente, che dal momento che sorge il primo, la seconda caduta in disuso. Ora le parole di Costantino indicano un fatto tutto diverso, il vincat suppone un contrasto tra il principio giuridico consuetudinario e la legge, il primo che cerca di essere applicato invece dell' altra, mentre questa lo contrasta. Per la qual cosa Costantino colla legge 2 prevede il
caso in cui una legge proibisca il sorgere di una consuetudine; nascendo adunque
una consuetudine contro una legge che preventivamente la proibisce, il legislatore
si espresso cosi: la consuetudine ha certamente una non vile autorit, ma non
tanto grande da vincere in opposizione la ragione e la legge che la proibisce.
Questa interpretazione non solo pi conforme al carattere giuridico del diritto
di consuetudine, ma ancora una delle tante opinioni dei Glossatori (p), n sfuggiva
del tutto all'acume giuridico del Savigny, specialmente quando interpreta le parole
consuetudo non vincit ratcmetn (q)
In quanto alla prova del diritto consuetudinario evvi anche un punto controverso, poich mentre da una parte si afferma, doversi considerare il diritto consuetudinario come un fatto c per conseguenza poter le parti esser chiamate a provare
resistenza di esso, dall'altra si sostiene, che avendo tutto il valore del diritto scritto,
debba essere dal giudice applicato ex officio. Secondo il suo carattere questo diritto
perfettamente equiparato a quello scritto, avendo, come si veduto, anche la forza di abrogarlo; dobbiamo adunque convenire che, il giudice deve applicarlo ex officio. Ma dallaltro lato questi non obbligato a conoscere tutte le consuetudini del
paese sottoposto alla sua giurisdizione, perci in un caso pratico, in cui egli ignori
la esistenza di una consuetudine, pu invitare la parte, che lo allega per difesa delle
la esistenza
(r).
III.
(p) I. glos. di
(q)
ta,
Sav. O. c.
I. c.
v. I.g. 16.
no-
Marburgo 1851.
(r)
149.
L. 1. C. h.
t.
N. 106.
Milhlenbruch,
(a)
praef.
Puchta,
cesimum annum
0.
c.
p. 119.
c.
I-
Savigny.
Sist. v. 1. g.
Papin. Centuno
fliis, si
intra
filio
substilulus iure
comuni
28. p,
c.
quintum
et vi-
quaiuordccim an-
copiai.
Digitized by
si
ha
il
27
ridica, addiviene tale in forza di quell'atto (b) che, strettamente considerato, dicesi privilegio.
1 } I privilegi si dividono in convenzionali, e nonf convenzionali o graed in privilegi onerosi e gratuiti; ma questa distinzione si rapporta
forma con cui si manifestano, non al loro fondamento giuridico.
2 Affine al privilegio il diritto singolare nel pi ampio significato
della parola; cio un diritto, il quale, bench si fondi sopra una massima
giuridica, pure per alcune circostanze fa eccezione al diritto comune. I
privilegi tanto in senso Iato, quanto in senso stretto vanno distinti in pri-
ziosi,
alla
io.
IV. Dell* interpretazione della legge.
Vico, op.
cit.
83 TTotomann,
cap. 82 a
Ups. 1730
Conradi,
de l'inicrprtation des
I.
romano 1806
L' attivit
civilis, liber 2,
Observationcs iuris
civilis Voi. 1.
loii,
TUibaut
Paris 1822
Savigny,
Sistema Voi.
Marb. 1782
1799 Mailher de
del Diritto
1539,
JVit-
Chassat, trai-
1. .
32
51.
il
vero
pensiero del legislatore, e la ragione di essa chiamata da noi interpreprima viene data
il
carattere, la forma, ed
il
che ha tutto
tutto
il
va-
lore di questa, che nel solo caso speciale applicato, e senza che potesse
tutti,
come
Questa interpretazione detta usuale perch nasce dagli usi dei Tri-
provveda
(a).
(b) L. 10.
de legib.
(i. 3).
est,
L. 2. C. de legibus
(1. 14)
L. 12. h.
t.
is,
fui.
quum
ralionis propter a-
est.
articoli singulatim
debet.
Digitized
by
critica; cavare
il
il
le
vero senso,
il
il
vero
un
ed allora prende
il
nome
di
mente applicare
ed allora ha
nome
di analogia,
interpretazione analogica.
Quando
l'attivit si
doppia specie,
alta e
testo le-
il
bassa
critica; la
prima consiste nella ricerca della vera legge, l'altra la costruzione della
medesima colle sue parole. Intorno a ci abbiamo le seguenti regole:
1 Se vi sono documenti legali ed autentici, non havvi bisogno di critica, e questo il caso delle leggi nuove; ma se i documenti mancano,
dato al giudice la facolt di servirsi di ogni mezzo per scovrire il vero te)
sto, e quindi la
il
tiva:
maniera che
3)
Il
il
gli editori.
il
mente quando
vi sia
antico, tanto
meno va
una
stretta necessit:
onde quanto pi
il
ma sola-
manoscritto
Da ultimo quando
il
ma-
utile,
di-
il
stretto significato della parola tende a scovero pensiero del legislatore, ed di due specie, grammaticale, e
legislatore per
pera
tutti
)
Digitized by
to
29
(b).
La
2)
il
il
il
Quando
le
parole ed
il
nondimeno pu
esse-
lo-
gica,
la interpretazione
andare
la
ed estendere a pi
al di l della legge,
massima
ivi
mente
casi
non compresi
Al contrario
il
deve
in essa
(c).
tamente data.
1
dem
La base
cadem
massima
ubi ea-
Questa massima non si applica nel diritto singolare, in quelle leggi le quali son fatte contra r.alionem iuris
quod contra rationem iuris
receptum est, non est producendum ad consequenlias (f). Lo stesso si dica
L. 18. de
(b)
nium
dicere
test.
(22. 8.). Paul. Ex co, quod prohibel lei lulia de adulteriis testimo-
condemnaMin mulierem,
colligilur,
habere.
(c)
L. 3. ad L. Pom. de par.
Pompeia de consobrino comprehendi, sed non etiam eos
pioreve gradu sunl. Sed et novercac et sponsac pcrsonac omissae sunt, senlenlia lamen legis
continentur.
(d) L. 0- g. 2.
lelligendum
de iur. patr. (37.14). Paul. Quainvis nulla persona lege cxcipiatur, lamen in-
est,
si
iureiurando quis adegerit, dircndum est, non puniri patronum hac lege.
in ius. toc. (2.
4)
L. 8. g. 0. de trans.
(8. 3)
L. 54.
pr.
(2.
man.
15)
(17. 1)
(e)
L. 12. de leg.
(1. 3).
(f)
L. 14. b.
(40.5)
g. 8.
I.
et cir. (1. 2)
castratum libcrtum
V.
p. e. L. 11.
de
L.
L.
2. g. 1.
de cust.
c.
Dgitized by
30
ad una legge
viene giustificata dalle mancanze che sono in essa, qualora poi per la correzione non vi sono lacune, lanalogia non pu essere giustificata.
3) Accanto alla
sposino,
ipsa,
massima
ubi eadem,
eadem
leyis di-
si
il
la legge esiste
non
ma
ANNOTAZIONI
(1).
dano
la
il
regole
ta al diritto
te
riconoscere
il
inutile dichiarare
che concernono
cosi esteso
il
dopo
la
parola
danmas
messo un punto
b
osto
non
interrogativo.
raro trovare nei manoscritti lettere puntate e sigle, che sono state
Non
poi erroneamente sciolte: cosi per esempio in molti manoscritti P. R. stato inter-
pretato per praetor, mentre voleva significare Populus lomanus (h); la sigla IT, che
pu significare tanto item quanto Insti tutus, fu interpretata erroneamente presso
Ulpiano, nel qual passo dehbe leggersi item (i); cosi ancora nella legge 8. pr. qui et
a quii. (40. 9) la sigla (FC. causa) fu per errore Ietta fideicomissi causa, in vece di
Non
di
rado
il
(k).
role clte dovrebbero esser divise sono unite, ed altre che dovrebbero andar unite
frammento
Ugo con pi
(k)
!$.
XX.
la
Vip. Fr.
1.
7.
XX.
16.
XXIV. 28.
6.
Frat. Sennclonioi, e
le
I.
Lugduno dei
c.
Digitized
by
31
d
Finalmente non
difficile
come nella L. 20! de evict. (21 2) in luogo di ut eo nomine deve leggersi tu eo nomine (1)
(2) Non vogliamo intendere linlerpetrazione logica in senso ristrettissimo come
zioni di lettere
l'intende p. e.
per oggetto la parola, la quale il ponte tra il pensiero del legislatore ed il nostro; la
il nesso logico tra le varie parti duna legge; la storica riguarderebbe lo stato
del Diritto nel tempo in cui la legge fu publicata, e nel quale essa deve avere la ragion di esistere; finalmente lelemento sistematico si riferirebbe al legame, col quale
logica,
mente
considerata
le
la cosa,
promulgare
la
si
presenta-
legge. In s stessa
ma nondimeno
la logica
in
un
ne per
tutti
a tutti e tre
mezzi
intellettuali,
suddetti clementi.
se riguardiamo
sti
stessi compilatori staccarono interi passi dalla loro logica connessione. In altri ter-
mini,
nell
Oltre a queste regole generali bisogna che l'interprete abbia innanzi alla
(4)
mente
a
le
seguenti:
stabilito,
so
si
come
diritti singolari
il
la
le quali pi
e privilegi,
(n).
stinianea,
(l)
Ter
V. Eckardi,
L. 18. de leg.
da
1. 3.
o. c. g. 00. il.
c. 1.
Cela.
conservetur.
L. 3.
de bis quae in
sunt.
g. 2.
de reg.
Digitzed by
32
i quattro libri della legislazione di Giustiniano formano un tutto armonico cosicch bisogna considerarli come una sola e grande legge; se non che si pu
fare eccezione dell'ultimo, le Rovelle, le quali erano determinate come singole leggi allo sviluppo graduato, ed all'emendazione del diritto; esse non sono state mai
certo, che
riunite in
una collezione
da poterle considerare come le leguna medesima e grande Legge. Se mai una contraddi-
zione vi fosse tra le Novelle e gli altri libri della legislazione Giustinianea, non solo
agli altri tre libri, ma una Novella pi recente dole Novelle debbono esser preferite
vrebbe esser preferita a quella che ha data pi antica. Non si pu dire lo stesso degli
ponno prendersi paratamente, poich fanno parte essenaltri tre codici, i quali non
tulli e tre insieme sono da riguardare come una
ziale d una grande legislazione, e
g canile legge di Giustiniano. Da questo punto di vista adunque impossibile lidea
di preferire
il
Codice
alle
un'altra eccezione per le Istituzioni, le quali dovrebbero esser preferite alle Pandette ed al Codice, essendo unopera tutta del legislatore Giustiniano; altri vorrebbero
invece, che fossero posposte, essendo null'altro che un ristretto delle Pandette. Pi
giusto sarebbe il considerare le Istituzioni come una sola costituzione di Giustinia-
no collegandosi con le altre in una grande legislazione, e da questo aspetto non sono n da preferire, n da posporre alle altre parti. Con pi apparenza di ragione altri han voluto vedere una preferenza del Codice sulle Pandette e sulle Istituzioni in
caso di contraddizione imperocch il Codice fu publicato nel 534, laddove le Pandette e le Istituzioni un anno prima, e per il Codice deroga alle Pandette ed alle Isti;
tuzioni in quelle parti, che discordano da questo novello libro. Questa ragione apparente, non vera, e di fatti l ultimo Codice ( Codex repetitae praelectionis) stato
ed
il
compimento d'una
accetta contraddizioni,
non suppone, n
qua-
lora s'incontrasse qualche contraddizione tra le diverse parti dei fonti, non bisogna
mai perdere di mira, che le tre parti del sistema formano un tutto, come d una
grande legge, nella quale non s'ammettono contraddizioni (p), e, se discordanza mai
non pu essere che apparente per la qual cosa l'armonia pu e devessere
ristabilita, tenendo sempre innanzi alla mente l elemento storico e sistematico di
quei determinati passi, che sembrano in contraddizione. Finalmente qualora anche
vi fosse,
paragonando
si,
allora
di tutto
il
con le altre della legge medesima, oppure con alnondimeno rimane, ed impossibile conciliare quei pas-
le parti discordanti
non resta
altro
meno
sistema.
il.
Thibaut
Sist. noi. d.
Savigny,
Sist. del
D. R. v. 8, . 38. 3. SS.
de vclere
de legibus
Savia ny,
Sist,
V.
I.
g. 43. ss.
Digitized by
33
giuridici, che
in
I.
il
si
diritti,
la nuo-
principio
diritti 1
mente
riguardano
gli atti
me
si
riguarda
la maggiorit o minorit, ed
cazione
il
si
applica
si
il
persona, co-
pu avere
appli-
(1).
l'
legge.
quando
ch
il
la legge
testamento,
come
atto
del testatore; onde il punto di parto, non possibile prima della morte
questo caso lultimo motenza, per lapplicazione della legge nuova, in
della vita del testatore (2). In riguardo al terzo punto o alla persona
mento
de corrisponde esattamente a
il
diritto
tre punti
del
to essa parte della testamenti factio,
me requisito necessario alla esistenza del medesimo, e dellacquisto delnuova legge, la quale
per conseguenza da conchiudere, che la
rende inidoneo un erede, capace sotto limperio della legge antica, certaprimadell
acquislodel!
eredit(c).
publicata
vien
quando
applicabile
mente
leredit:
3. a.
Savigny
op.
c.
v.
sit.
8. g. 301.
v. t. g.
26. n.
Marburg 1831.
Diritto Tornano,
Digitized by
34
l'
(4).
Similmen-
te
considerano
lo stesso qualora si
le
tra
il
non pu avere applicazione, trattandosi non dellacquisto d'un dima dell esistenza o non esistenza d' un istituto giuridico; cosicch,
abolito il divorzio con una nuova legge, questa sar applicabile a quei
bilito
ritto,
La data
tempo
il
La
una
difficolt
alquanto rilevante
ponno in
possibi-
dopo compita la prescrizione ed allora, agevolmente s intende essa non avr nessun potere sulla prescrizione gi compiuta, anche se allungasse il tempo stabilito dall antica.
2 ) Facile pure il caso quando la prescrizione comincia sotto l imperio
che
le
la
nuova legge
sia publicata
la prescrizione, e
entrambe,
II. Il
1'
antica pel
tempo scorso,
la
(5).
applicabile:
1
nuova legge abolisce una relazione giuridica o un istiavr senza dubbio effetto retroattivo;
prescritta dalla medesima legge, e sar
casi sorti sotto l imperio dell antica; ma non certo ai casi
quando
la
quando
applicabile ai
la retroazione
(d) L. 2. 8- 23. C.
de >el.
in casibus
L. 22. g.
1.
adhuc pen-
Digitized by
35
3
quando
perch allora
la
suppone che
si
la
da un errore di
diritto (e).
ANNOTAZIONI
(I)
un caso
re questo principio in
un tempo
vesse
pratico
domanderebbe: se
si
la
diritto italiano
il
compie
let di 21 anni,
il
diritto
quale,
men-
scrittori
gli
il
ra del
il
il
Sistema del
diritto
romano ne
il quale nella sua memorabile opeuno speciale paragrafo (f) Egli divide
leggi nei due principii, che noi abbiamo gi
tratta in
ogni occasione
(g),
ritto legalmente acquistato, non essendo un atto fondato sulla propria volont formale o presunta. Che un contratto fatto dalla persona di 21 anni sotto limperio della legge italiana debba esser considerato come atto di maggiorenne, anche quando
venga introdotto il diritto romano, evidentemente certo; ma che un atto fatto dal
medesimo giovane prima daver compiuta let di 25 anni, e dopo che stata introdotta la legge nuova, debba esser considerato come atto di minorenne non men
certo; imperocch l essere minore o maggiore non un atto, che sta nella volont
formale o presunta della persona, ma che ha sua ragion di essere solamente nella
si
tratta piut-
tosto dellesistenza del diritto. E vero per altro che al dotto giurista non poteva nascondersi questa verit, ed egli stesso costretto a confessare che lo stato della persona in s, e la maggior parte delle manifestazioni in rapporto allo stato, son di na-
dentibns
et iudiciali
termine
rei,
amicali compositione
Quae etiam ad
de leg. heredib.
(
4. 29.).
;6.
88
L. 3. C.
).
N.
19. pr. c. 1.
!..
N. 19. praef.
Saviyny, op. c.
N. 143.
v. 8. g.
(g)
Savigny, op.
(b)
Zachariae, diritto
c. v. 8. g.
civile
sopitis
obtincre. L.un. in
fin.
N. 113.
(e)
(f)
needum
de
pr. e c. 1
L.
3. C.
13. g. 3. C.
ad
S. C. Velici.
L. 21. C.
de pac. pign.
(8. 33.).
in fin.
389.
388.
Francese,
v. 1. g.
Digitized by
36
sicch appena giunto alla maggiorit sotto limperio dell'antica legge, deve lindivi-
duo esser considerato come maggiore, anche se un mese dopo la legge allunghi il
tempo dell et legale. Per aggiunge il Savigny: la facolt che si d al minore per
decisione dellimperatore (nenia aetatis) non debbe esser negata a colui, il quale,
prima che fosse publicata la novella legge, comp la et legale. Che la venia aetalis
sia da paragonare a questo caso, non sembra, essendoch quella avea tutto il carattere dun privilegio, e di privilegio non deve parlarsi, quando si tratta di priucipii e
conseguenze di diritto comune. In fine il nostro giurista per avvalorare la sua teorica asserisce, che le legislazioni moderne si sieno determinate secondo la sua opinione, e per conferma allega
getto stabilisce:
un
La maggiore
il
non lavevano compita secondo le leggi finora vigenti . In questi termini egli ben naturale che colui, il quale aveva gi compita
1' et legale, debba esser considerato sempre come maggiore, non per conseguenza
della dottrina del Savigny, ma perch la legge lo ha espressamente dichiarato; crediamo che sarebbe stato altrimenti, se il Codice prussiano avesse detto in questo
modo: Dal 15 gennaio 1815 la et legale entra dal 21. anno compito ; anzi la nostra opinione tanto pi vera, che il legislatore prussiano, affinch la legge avesse
la conseguenza che vorrebbe il Savigny, l'ha dovuto espressamente dichiarare, senza della quale dichiarazione l' effetto sarebbe stalo certamente diverso. L'eccezione
adunque del Savigny in questa materia non fondata, vieppi se consideriamo un
quali prima dei 15 gennaio 1815
modo
in verun
giustificata.
della persona in s
ne
ne
in
il
il
ci
conviene stare
legge
norit
minore
gli
uno
alla teoria
Parrebbe a prima
il
gi
la
che
il
aveva gi concesso
comu-
vista
la
stato
tica legge,
lo
padronanza
di s stesso ?
quando
la mi-
Se da una parte
essendoch
meno
si
la
legge
discoslano dal
legislatori,
ma
il
la quale
steriore
VjOi
le
prii affari,
37
lutti
Non
minori anche a quella classe di persone, le quali, sebet secondo la legge antica, pure dal sentimento comune
ai
1*
mezzo
della legge,
il
quale secondo
la
25 anni.
La moderna giureprudenza
antica,
(2) Questa triplice distinzione stata da noi fatta nel senso pi ristretto della
parola, ed avendo presenti le parti integrali del testamento. E, parlando della testamenti faclio adiva, volemmo intendere l' idoneit del subbietlo unicamente iti riguardo alle sue qualit fisiche e personali. Ora bisogna far notare che la persona
del subbietto potr trovarsi in rapporto con lo stesso contenuto del testamento, ed
allora sonvi due punti essenziali, la personalit, ed il contenuto dell' atto, uno dal1
altro inseparabile. In breve, l' espressione dei Romani, testamenti fadio adiva,
bisogna che si prenda in doppio significalo; primieramente circa le qualit fisiche
della pei-sona, come f esser pubere od impubere, mentecatto o di sana mente; in
secondo luogo, riguardo ai giuridici rapporti, come al diritto di disporre; in questo
ultimo significato non hanno la testamenti fadio i peregrini, che in questo caso
suona commerdum. Similmente l' idoneit del testatore in attinenza col contenuto stesso del testamento, ossia colla sostanza dell ultima disposizione; sicch da
questo lato non hanno facolt di far testamento
il
figlio di
famiglia
quantunque
quanto alle sue personali qualit, ha la testamenti fadio nel primo signied il Latino Giuniano |h|. Egli chiaro che in questo caso essendo la facolt del subbietto congiunta all' essere del contenuto, debbesi avere un doppio
punto di partenza; il tempo cio della compilazione del testamento, c la morte del
questi, in
ficato
),
testatore, senza
Quando
poi
tima volont,
la
in relazione colla
le quali
hanno un carattere
alla
(i),
come
le relazioni
sull'
capa-
come sarebbe
asse ereditario
le restrizioni della
giuridica, e
i
(h)
g. 2. Inst.
redigitur, mortis
).
Savigny,
de L.Fat.
(2. 22;.
tempore spectalnr.
lrimonii eiquirenda
visum
est,
Gai.,
L. 1. g. 8.
ile
bon.
op. c. g, 393.
quam
t.
c.
Digitized by
Servio Tullio. Le deliberazioni prese in cotale assemblea furon dette legcs, perch
fatte coll'intervento di tutte le classi dei cittadini. Ma poich questo modo di far le
to
quist di fatto
il
il
diritto di
Le
plebe ac-
la
deliberazioni
prese nei comizii tributi Plebiscito ) non ebbero per s vigore di leggi, se non dopo
il 415 per mezzo delle leggi Publiliae, e pi tarili per la lex Hortentia nel 4C7; d'allora esse furono obbligatorie per lutto il popolo romano, e la distinzione tra leges e
(
plebiscito
nome.
di
Le
comizii
si
d'un magistrato superiore, del tribuno, se tributi, del console o altro magistrato superiore, se trattavasi di centuriati.La proposta della logge era fatta nota {promulga-
no
legis
popolo
al
fin dal
momento
della convocazione;
il
lo pi
nei tre precedenti giorni di mercato. Convocalo il popolo, il magistrato, che faceva
la proposta, lo interrogava ( rogalio legis ) colla formolo solenne: Veliti* iubealis
popolo
legis, si
cominciava
la
votazione, ed
per rispondere
alla
lio colle
era presentata
era affidata
al
al
magistrato,
al
come
roga-
La legge
dicesi, di essa
materia.
Le
leggi
compresi anche
plebisciti
et
minus
(piani perfectae, secondoch avevano la sanctio legis, che dichiarava nullo ogni atto
1'
aveano per nulla, o l' aveano in parte, cio non sancivano nullo l'atto contrario, ma determinavano una pena. Le leggi prendevano nome
da coloro che aveano fatto la proposta, coU'indicazione talvolta della materia trattaAquilia
Lex lidia de cessione bonorum: ecc.
ta, cosi Lex Sempronia
Il senato non avea potere legislativo, come il popolo, ma
II. Senatus-consulta
solo amministrativo e consultivo, ed il suo ufficio rispetto alle leggi era di proporle,
sostenerle (auctorcs fieri), e dare il suo assenso o diniego dopo che erano state votale dal popolo. Col tempo nondimeno il Senato cominci a mandar fuori deliberazioni di per s senza appellarsi al popolo, queste deliberazioni dette Senatus-consulta non avevano propriamente vigore legislativo, ma lottennero per l autorit che
avea il Senato, e per consuetudine. Nel terzo periodo il Senato ebbe davvero potere
lui
ma
senaticonsulti
prendevano nome dal console o dalla materia che trattavano; cosi p. e. SC. Trebelliano, de Bacchanalibus ; o da colui che ne diede 1 occasione come SC. Macedoniano.
si
il
mezzo
che
il
41
senza ingenerare confusione e derogare all'antica legislazione. In fatti queste regole c principii di diritto introdotti non aveano altra forza, che quella che loro dava
saldo
il
sorgeva
il
ma
ciali casi,
massime giuridiche
edicevano
si
porgessero spe-
nuovi principii e
un
le
no-
che stadovea esser compreso ed applicato. Ci era dopla maniera come dovevano esser giuquesti
toglievan
via
ogni
cos
apparenza di parzialit.
dicati, ed ai Pretori, perch
Gli editti publicati al primo entrare in ufficio, perch servissero di norma al Pretore durante l'anno della giurisdizione, vennero appellali edicta perpetua, in oppo-
velle
biliva
criterio
il
piamente
con che
il
editto,
diritto
utile, e ai cittadini
che conoscevano
primi, trasmes-
si
presero
ritto
il
nome
quantunque le massime di un editto non avessero vigore di legge, n valesun anno, pure la loro conservazione e successiva ripetizione dette loro
carattere di ferme regole giuridiche. Tale sorgente di diritto, nata nel secondo
editti, la
terzo, e sotto
nome
quale ebbe
di
ne fu lautore.
Chiamavansi prudentes, periti, iuris-considti, tutti
IV. Responso prude nt uni
coloro che attendevano precipuamente alla conoscenza ed all'applicazione del diritto. Lufficio del giureconsulto dapprima era conceduto esclusivamente ai patrizii,
essendo il ius civile dipendente dal ius soerutti, che regolava ogni faccenda publica e privata, determinando i giorni in cui gli affari doveano esser trattati. Nondimeno nel V secolo Gneo Flavio secretarlo di Appio Claudio, essendo edile public i
fasti, fino allora tenuti secreti dai patrizii, cio la lista di tuli
lecito
diritto
vio
nes
sia
tore ius
per
generale
storico si vien
formando
in
ciale di cittadini, l'occupazione de' quali era la scienza del diritto e la sua applicaUiritto
romano.
Digitized
by C
gle
fatti
zione plebea, esercit primo l'ufficio di giureconsulto, fino allora tenuto da quepatrizii, che avevano alti gradi e di famiglia e di autorit nello Stato. Dapprima, come
avviene nella fanciullezza d'ogni scienza, la giureprudenza cominci dal prescrive-
re pratiche regole sulla maniera di trattare gli affari, e di questa specie era
di
G. Flavio;
ma
ormai
opera
patrimonio co-
fatto
mune, acquistassero un maggior sistema di scienza; ed in vero un secolo dopo venne publicato da Elio un altro lavoro molto pi importante, conosciuto perci col
di tus civile AClianum; imperciocch esso era diviso in tre parti, leggi delle
XII Tavole, interpretazione, e legis actiones; e cosi per indicare le formole delle
legis actiones bisognava trattare le altre materie di diritto: verso la fine della Re-
nome
me
fasti della
(a).
Consiste
il
il
caso pratico.
respondere,
giudizio o responso
che davasi a richiesta della parte innanzi al giudice, non legava questultimo, chera
sempre libero d attenervisi, o di rifiutarlo. Il cavere stava nel determinare il modo
e la forma d esercitare legalmente un diritto, e condurre un affare con avvedutezza e con tutta la sicurt possibile. Stava l'avere nel prendere parte attiva al processo, vegliando lesecuzione del proprio consiglio, e sostenendo gli oratori del
da ultimo il far mettere in iscritto da' loro scribi i negozii giuridici, era l'ultima occupazione dei prudentes; e questufficio propriamente legava la legge scritta
agli usi della vita reale. Nel terzo periodo ne crebbe di molto la importanza, dapcliente;
pi
illustri tra
prudentcs
itis
respondendi,
e diede per conseguenza ai responsi quella forza legislativa, chera data al solo principe. Il giudice fu quindi obbligato d attenersi forzatamente ai responsi, specialmente quando i giuristi erano unanimi di parere (sententiae) solamente in caso di
controversia gli
si
dava
opinioni (optmones).
segnati, affinch
non
si
ed
alla
pi equa delle
V.
imperatore e rappresentante dellimpero romano, con Y imperi
gli
al trono e fatto
furon dati luti i
sorti di
Roma. Le
(i) Cicer.
leggi
de Orai.
t.
48. in
f.,
top.
I.
Dy
43
magistrato l'esame della causa.
allora chiamavansi epistolae
domanda, ed
nella
troverso, se
o per
tutti
la risposta
allora aveva
decreti ed
rescritti
comunemente
rescritti
il
nome
di subscriptio.
stato con*
la
decisione va-
leva pe' casi simili, purch tale fosse stata la volont del principe, e fosse certo che
si volle
di diritto; cosi si
e personales.
CAPITOLO
II.
DELLE PERSONE.
13.
Intendiamo sotto
il
nome
di
diritto, os-
l'
giuridiche,
fittizie,
enti morali.
Le persone
si
modificano
(b) L. 2. pr.
18).
L. 13.
pr.
1).
L.
persona.
L. 8.
pr.
de quaest. (48.
Digtized by
I.
il-
A. Condizioni per
1'
cl<itenza dell
diritto di personalit
Il
la
Savigny
5).
sist. del
suppone anzi
momento
D. R.
tutto
l'
v. 2. g.
esistenza dellindividuo,
di fallo.
61.
corpo materno;
il
dizione, che
feto
il
cora essenziale:
come
e, soltanto allora
che
il
prima
di que-
una donna
incinta
come mai
il
figlio
sar considera-
postumo ha diritto alleredit del padre, e, nato, rompe il testamento: ma, se morisse pria di venire alla luce, considerato come mai
avesse avuto esistenza, e per pi non ha luogo la precitata massima (c).
2 Bisogna che il bambino viva dopo uscito dal corpo materno, e su
questo punto eravi controversia tra la celebre scuola de' Proculeiani e
primi voleano riconoscere la vita del neonato
quella de Sabiniani
i
dalla voce, mentre gli altri si contentavano di un qualunque movimentoGiustiniano, che ci d notizia della controversia, ritiene l opinione degli
to libero;
il
ultimi (d).
(a) !..
1.
g.
de
1.
Non
(b) L.
quolies de
prosit.
(c)
tu in,
t.
g. 1.
commodis
L. 12 pr. de
in
).
est,
perinde ac
si in
quamquam
alii,
S. (30. 18).
etsi eiseclo
).
Vip.
ventre editus
Quod
sii;
dicitur, filium
nam
et bic
rumpit teslamentum,
scilicet si
potest Le.
videntur, quia
29
L. 231 de V.
(d) L.
6.
b.
natum accipc,
nasratur
L. 9.
lust.
ncque procreali
Digitized
by
45
necessario in terzo luogo che avesse forma umana; ma non tutti
coloro che non hanno forma ordinaria sono da considerare monslra o
prodigio ma solamente quelli che non possono avere il predicato di
3.
umano
(e).
ANNOTAZIONE
Oltre a questi tre requisiti molti giuristi ne
t;
il
non capace
ignorare
la
di vivere
Il difficile
ammettono un
lungamente, ha
sua esistenza.
vita
vitale;
1'
altro,
uomo
ed
la vitali-
il
caso, in cui
fanciullo debba esser tenuto come non vitale. La legge 12 de stai. Iiom. applicome se riguardasse la vitalit; imperciocch, essi dicono, un fanciullo nato
prima dei 182 giorni non pu per ragioni fisiologiche continuare ad esistere, ed,
avendo una vita passeggier, non pu essere riguardato come persona. Contro que-
un
cata
il
per
fine
partimi, iarn
se
portabatur, praelerilus fuer.it, qui, si ad lucem fuissct redaelus , suu heres patri etinon alius cum antecederei, et nascendo ruptam teslamcntum facerct: si postuinus
hunc quidem orbem devoluti est, voce autem non cinissa ab hac luce subtractus est, dubitabatur, si is postumi ruplum Tacere teslamcntum possct ? Et veterum animi turbati sunl,
quid de paterno elogio statuendum sit. Cumqne Sabiniani esistimabanl, si virus natus esset,
elsi voccm non emisit, rumpi testamentum, appare!, quod, etsi mutus filerai, hoc ipsum faciebat. Eorum etiam nos laudamus sententiam, et sancimns, si virus perTecle natus est, licei
ittico, postquam in lerram cecidi!, rei in manibus obstetricis decessit, nihilominus testamentum rumpi, hoc tantummodo requircndo, si virus ad orbem lolus processi!, ad nullum declinai raonstrum vet prodigium.
steret, si
in
(e)
L. 12. S 1. de
contra forraam
lib.
).
L. 1* h.
sit.
t.
reluti
mulier monslruosum
membrorum humanorum
officia
ali-
ampliavi!,
Digitized by
ma
chi afferma
La
zione ?
opinione
il
Il
fanciullo nato
si
momento
allega la legge 2. C. post, hered. (6. 29), nella quale detto che l'aborto
non pu rompere
il
15 .
La morte
estremo termine
fisica
la
quale
dell
gli
fisica.
dalla morte di
giammai.
2
casi le
veda
al
provare
morte
Il diritto
ma non cosi che non possa trouna disposizione analogica. Egli sembra, che due leggi nei Digesti
possano estendersi a questo caso, una, parlando del modo con cui debbono essere computati gli anni per sottrarre la quarta falcidia in un legato
di alimenti, assegna diverse gradazioni di et, e giunge fino a 60 anni;
ma
quesja legge, trattando di uno scopo tutto speciale, mal potrebbe ser-
vire all'uopo
(a)
L. 68. pr.
(a).
2.).
Dgtzed by
Laltra ci
pu dare
vero
il
criterio, col
quale
si
quanti anni dovrebbe dorare l'usufrutto costituito per una persona giuriil pi lungo termine della vita
uomo (b). 11 diritto romano suppone adunque che la vita umana non.
vada di l dai cento anni; ora qual vha dubbio d' applicare la medesima
presunzione al caso nostro ?
3 Quando due individui si son trovati in un pericolo di vita, ed insieme son morti come in una guerra, in un naufragio, ec., pu essere di
pratica importanza il sapere qual de due sia morto il primo. regola ge)
si
non puossi, evvi la presunzione che amendue siano periti nel medesimo
(c). Se mai de due 1 uno provenisse dall altro, si presume che
se il discendente era pubere, sopravvisse al padre, se impubere mor pri-
momento
ma
(d),
morendo
liberto col
il
fi-
glio in un comune pericolo, si suppone che siano morti nel medesimo momento, di modo che l'eredit devoluta ab intestalo al patrono (e) ; e pel
fidecommesso in cui si ha la medesima presunzione della molle, cio si-
(f).
ANNOTAZIONE
La presunzione
I,.
|g),
impubere allascendente
si
restringe al
il
1} Gaius
opi-
essenl
is finis
vi*
. 4. cod.
eraisit,
Tryph.
ti.)
Marciati
non videtur
Si
si
alter alteri
Lucius Tilius
cum
pubere
filli
pariler decesserint
nec appa-
superbisse.
filio
quem
filius patri, et
sol n rn
testamento
ex testamento he-
filius
nisi et hic
conlrarium oppro-
betur.
(e)
testali
L. 9.
<$.
2.
de
rei,
dub. (34-
5.)
Tryphon.
Si
cum
filio
si
filius,
hoc eniro
vel
quo
alio
modo simul
curri
1.)
Vip.
Sed
si
naufragio
filimi! cius
supcrvixisse.
non supervixil,
Aut
et cUilit conditio,
ante, ci quis poslea decesseril, non apparct, exlitisse conditionera tdeicommissi inagis dicen-
dura
est.
(g)
M ihlenbruch,
IV $. 391.
Digitized by
stata posta
da Trifonino
48
si tratta di
a-
la priorit della
tevasi tenere
un
Beking
1.
ogni qualvolta
tal principio
si
che
la
morte
$- 31.
Mackeldey,
$. 141.
Thibaut,
122. Vangerow,
33.
16 .
I. Il
(4.
).
uomo
chiamato dai Romani stato status hominis ); o vogliam dire il posto che
una persona tiene nella vita romana, ed la condizione candido hominis),
merc cui e secondo cui il diritto riconosce e garantisce la sua giuridica
capacit. Ma come questa pu esser considerata pi o meno perfetta, i Romani riguardano tre stati per assegnare all'uomo il suo posto, e determi(
nare
il
libertatis), la
prima condizione della esistenza giuridica dell uomo, ed in tanto condizione, in quanto che essa non accompagna sempre
l'uomo nella civilt romana, in cui oltre allo stato di libert, vien ricono1
La libert
la
non altramente che qualunque altra cosa; n col cessare lautorit del
fatti, derelitto, veniva considerato come
una res nullius, ed era quindi del primo occupante (a). Questa perfetta
mancanza di capacit non si ristringeva al diritto civile, ma estendevasi
ne,
(a) L. 38. g. 1.
(45. 3.}.
lavul.
momenti
uti,
quem
de noi. acl.
Quod servus
(9. 4.)
to
quodam donatio
ei
acqui-
est.
Digtized
by
ancora
a!
Romani un
da
49
onde a ragione fu
Da
la schiavit appellata
ci seguirebbe, che lo
civile,
ma non
atti di
qualun-
que natura
si fossero.
gli si
gli obbietti
un essere mezzano tra le cose e le persone, ossia veniva riconosciuta in lui una certa ombra di capacit (1). Oltre a ci era fermo principio, che la schiavit era uno stato anormale dell' uomo, che poteva aver
casi era
termine in determinati
per
casi, e
libero e prendeva
mo
nato libero
il
nome
La capacit
(d).
qui
la
di liberto in opposizione
all
vile,
timo rapporto
libertini
membri
diritto publico
libertini
di famiglia senatoria
non essendo
cittadini
(e).
In riguardo
optimo iure
eran
privi del ius honorum, ed, in quanto al ius suffragio ne tributi comizii
to,
ma ipso facto
libert,
come
liber-
pellato
civilatis), la
stretto
che
romano
sua
la
civilt
romano
si
non
polest,
quum
L. 32. de R.
(c)
L.
1. $. 1.
quidem poleslas
iuris civilis
I.
genlium
(1. 6.).
est;
acquiritur.
(e)
L. 64.
aitili-
ne praeloris quidem
domino
appendice
in totum,
domini
(d) V.
(50. 17.).
iuris
ri-
(b) L. 20. g. 7. qui test. fac. poss. (28. 1.). Vip. Servus
beri
edicli.
la civilas [status
I.
Conf. L.
4.
de
I.
id
et I. (1. 1.).
capitolo.
L. 44. pr. de
rit.
nupt. (23.
2.).
Digilized by
di
50
straniero; e
trattato
(f).
Poscia,
quando
trare in quel
si
cosi
diritti,
campo
ristretto,
ed estendere la romana
ma
di quel diritto
non
attivit,
e temperos-
la
La importanza giuridica di tale distinzione , che il cittadino personalit romana, e come tale subbietto del diritto civile, il peregrino
non ha capacit, se non di diritto delle genti, e questa sola ha per tutte le
relazioni giuridiche; cosi che il suo matrimonio era vero, ma non giusto;
la sua propriet fu riconosciuta e garantita, ma come propriet naturale.
D'altra parte il lato negativo della peregrinit si comprende in queste
parole: i peregrini non hanno n il ius commercii, n il ius connubii,o con
altre parole, essi non ponilo n acquistare civilmente la propriet, n contrarre validamente un matrimonio civile (3); e rispetto al diritto pubiico,
essi mancano perfettamente del ius suffragii, e del ius honorum.
Tra i non cittadini eranvi alcuni d' un' altra condizione, e quindi
d una capacit quasi partecipando di quella del cittadino e del peregrino; questi erano i Latini, i quali avevano il ius commercii, ma non il ius
connubii in diritto privato, mentre in diritto pubiico, non avendo il ius
suffragii e molto meno il ius honorum (g), erano a peregrini perfettamente equiparati.
Come il diritto delle genti fu il primo e vero fondamento di questa
divisione, cosi, appena i dettati di questo diritto furono ammessi anche
al diritto civile, l'individualismo del popolo romano, improntato nella rigorosit del ius civile, incominci a perdere la sua efficacia; e, quando il
diritto pi equo ed universale preponder all'altro, il severo racchiudersi
di Roma non ebbe pi sua ragion di essere. Questa distinzione adunque
prese a dileguaci sotto l Impero, il quale non sorgeva dal concetto del
popolo o meglio del municipio, ma da quello del comando romano fin
dove si spaziava; di guisa che Caracalla in parte, quindi Giustiniano totalmente, estesero la cittadinanza a tutto limpero, e da quel tempo, come
il cittadino non si distingue dal peregrino, cos il ius gentium non distinto dal diritto civile.
Cctr. de off. I. c. 12. Uoslis apud maiores noslros is dicebalur, quen none peregridicimas. Indicarli SII tabulae, ut: status dies cum hostc; itemque: adversus hostrm ae-
(f)
nom
terna auctorilas.
(g) V.
appendice
del capitolo.
Digtized by
51
Il
famiglia
status familiae
).
liaque
gli schiavi,
),
soggette
all
autorit di
avevano
il
il
il
comune
genito-
Da
ci
avendo questa
si
la
ragion di essere soltanto nel potere di colui, a cui sono o possono es-
ma
degl individui,
familiam habet
Lo
all'
l'
autorit di s stesso
massima emancipatus
(h).
comunione
appartiene come
membro ad una
e di cittadinanza,
ma
si
dine giuridico; e per vero dal concetto della famiglia, che quello della
potest, nasceva, che quando una persona era indipendente di tale potequesto potere risedeva
stato di famiglia
tanto feconda
sona o
il
gli
romana
teorica dell
mariti; di
homo
la perfetta per-
si d'acquistare,
potendo
non
eleva la
d effetti giuridici. Il
quando per
prendeva nome di fimodo che dallo
era paterfamilias
manum
all'
opposto
figlio
capace
ma non
idoneo
non
(h) L. 193.
de V. S.
30. 16
Marnati, manuale
Dgitized by
52
(i). Questo stato durava finch durava la famiglia, e finch i sottopoa quel rigido potere non cessassero di parteciparvi; dal momento adun-
suo
sti
di questi
membri cominciava ad
esistere
fetta capacit,
figli
di
famiglia
quelle capacit riconoscere, che non fanno punto capo nel diritto suddetto.
Ed
non differentemente da
privato, purch non si tratti del diritto
un matrimonio
civile;
aveva
il
commerciarli, e se
di fare
Come abbiamo
al figlio
zio
l'
peculio profetti-
),
glia; questi fu
lio castrense,
creduto
in effetto
e quasi castrense
figlio di
e,
contraria, essere
il
figlio di
Non sono
).
Come
marito
II.
non fu pi sommessa
all'
cambi
autorit,
ma
bens
al fi-
donna,
(4).
tio,
pecu-
massima
fami-
il
lare
1'
o condizioni dell esistenza giuridica. Queste due espressioni de Romani riguardano due lati della medesima teorica, secondo che essa si
stati
rapporta o
al
soggetto o
alleffetto;
dino romano
(i),
Savigny,
sist.
(i)
dinota
V.
II.
il
dovea essere
il
suo valore
scritto
un
citta-
pp. VI.
Niebuhr.,
slor.
rom. V.
li.
p. 460.
Digitized by
status mutatio,
53
supponendo ogni mutazione la perdita dello stato primieuna di quelle condizioni, onde si hanno in di-
romano
ritto
dello status
nima
tre specie
di capilis
e specialmente
la capitis
(j).
La prima consisteva
da
libe-
po e
la cittadinanza e la famiglia;
altri,
donde
la
il
(1).
si
ma
trimonio
in
(n).
gli
(o).
) Paul.
maxima,
media, minima, tria onim sunt, quae habemus: libcrtatem, civitatem, familiam. fgitur quum
omnia hacc amiltimus, hoc est libertatem, et civitatem, et lamiliam, maximam esse capitis
(j)
drminulionem;
minutionem,
quinti vero
qaum
4. 5.
amiltimus civitatem, libcrtatem rctinemus, mediani case capitis detantum mulatur, minimam esse ca-
deminutionem constai.
pitis
(k) L. 10.
(l)
de capi,
et posti, et red.
49. 15
).
(in)
37. 14
).
Itlarc.
eum
40. 13
).
ei
libertum.
(n) L. 4.
(o)
N. 22.
c. 8.
Digitized by
quando un
cittadino
per deportazione
ritto
Finalmente
et ignis interdictio,
o secondo
ultimo di-
(q).
la capitis
dinanza. Quest ultima specie della deminuzioue del capo differiva molto
dalle
si
si
perdevano
le relazioni di
una
fa-
cessariamente
la
famiglia
(5).
miglia, e particolarmente
quando un homo
mutava
la fa-
segnatamente
per 1 arrogazione (r), pel matrimonio della donna con la convenzione in
manum, dato per altro che ella non fosse sotto la patria potest prima del
matrimonio; per la rivocazione sotto la patria potest propi cr ingratitudinem, e finalmente secondo il nuovo diritto per legittimazione;
a
emancipazione, perocch
glia,
stessa qualit;
tava che
il
figlio di
dell
trava sotto quella del padre civile, o con altre parole perdeva
diritti
di
agnazione della famiglia naturalo ed acquistava quelli della famiglia civile: similmente eravi questa perdita per la donna, che dalla potestas del
padre passava
del
capo
alla
manus
figli dell'
(p) Cie,
(q)
Gai, Inst.
I.
161
L. 2. S- 1.
HO.
de pocnis
(18. 19).
Digitized
by
Googl
55
ANNOTAZIONI
il progresso della romana civilt ed i rapporti nequali
sua condizione trovavasi, non pu non sorgere in lui una certa capacit giuridica, la quale certamente una eccezione ai principii pi rigorosi del
10
schiavo per
la
diritto antico.
quali
grandemente
dificare
il
si
emanarono una
diritto antico
riguardante
mo-
lo
credo inutile rammentare a questo proposito la legge Petronia, la quale sottrasse all' arbitrio dei padroni l'uso crudele di mettere gli schiavi in lotta cogli animali; cosi pure Pio e Adriano punirono
neg a'padroni
il
di-
ritto di vita c di morte, che fu rimesso al potere giudiziario non altrimenti che per le
persone; similmente v l'altra disposizione molto pi importante, che colui il quale
ingiustamente uccideva uno schiavo dovea esser sottoposto alla legge Cornelia de
sicariis
(s).
11
valo. E di vero in alcuni casi era riconosciuta ancora nello schiavo una certa esistenza giuridica: egli infatti acquistava, sebbene non acquistasse per s; poteva es-
sere istituito erede nel testamento, acquistando la eredit pel suo padrone.il rilievo
acquistare una obbligazione attiva per s, acquistando sempre pel suo padrone, ma,
se questi volesse addivenire debitore del proprio schiavo, si fondava allora una obbligazione naturale. Similmente poteva esser debitore rispetto e
al padrone e a qualunque terzo, e questa obbligazione era ancora naturale, e rimaneva tale anche dopo
la manomissione; mentre dai delitti dello schiavo contro
terzi nascevano obbligazioni, che addivenivano civili dopo la manomissione (t|. Di maggior importanza era
i
diritto dato allo schiavo dello Stato di una limitata testamenti factio adiva, potendo egli disporre per testamento di una met de'suoi acquisti; di maniera che sc11
isi
(l)
L. 13
nomine eius
Dcniquc
pr.
si
quidem obligantur; et si manu nailquidem non obligantur, sed naturamutuam pecuniam dederat, mano-
cuius liberato administrationem habeat, repeti non poteri!; et ob id et fideiussor pr servo cceptus tenetur, et pignuspro eo datum tenebitur; et si servus qui peculi administrationem habet, rem pignori in id, quod dcbeal, dederit, utilis pignoraticia rvddenda est.
L.7. g. 18 de
paci
(2. 14)
(39. B).
Savigny, Sistema
II. g.
63. ap.
L.l.g. 18.depos.
Puchta, corso
1 \.
(16-3).
L. 19.
d Istil. V. II. g.
g. 4.
de don.
210.
Digilized by
56
condo questa disposizione non si credeva impossibile neppure il fatto che lo schiavo
potesse per proprio conto acquistare (u)
(2) La manomissione rendeva lo schiavo alla naturale libert, ma non lo faceva
perfettamente indipendente dal suo padrone, originandosi da rpiest' atto un diritto
manomettente
del
sul
manomesso
liberto verso
il
il
massimamente nc\\'obscquium,a
devano: p. e. non era lecito al primo di allegare contro l altro l eccezione di dolo,
n chiamarlo in giudizio senza la preventiva licenza del Pretore; il patrono aveva il
pretendere
diritto di
gli
godeva il beneficium competenliae. Il pi importante diritto che si originava dal patronato era senza dubbio il diritto ereditario del patrono, se il liberto
venisse a morire senza discendenti legittimi; anzi esso si estendeva anche oltre; imperocch quando il liberto non lasciasse che figli adottivi, il patrono aveva una hoin giudizio,
norum
La
|3|
la
met
dell'
asse ereditario
(v).
na-
turalis ratio, e quindi tutte le attenenze giuridiche di lui venivano naturali appellate;
il
alla
e mentre
sonalit,
il
il
svolgimento della
umana
per-
racchiudeva nei due termini del ius commercii, e del ius consi manifestava nel diritto di fami-
civile si
due relazioni sommamente civili, che si compredevano nei due precitati iura, si temperava alquanto nel diritto di obbligazione. E ci
per doppia ragione primieramente perch i rapporti d'obbligazione nascendo massimamente dalla dichiarazione di volont, e dal mutuo consenso, meno si opponevano alle massime universali del diritto delle genti; secondamente perch fin dai
primi tempi fu sentito il bisogno di conciliare in certo modo due sistemi, per regolare quei rapporti che il commercio necessariamente creava tra i Romani, e le
vicine popolazioni. Per la qual cosa mentre, stando a' principii fondamentali di diritto, nelegami obbligatorii la capacit del peregrino dovea limitarsi solamente alla
obbligazione naturale, avveniva per contrario che i rapporti di obbligazione tra peregrini davano ancora fondamento ad azioni civili. Pur nondimeno non si credette
derogare ai principii rigorosi di diritto; giacch per giustificare una obbligazione
civile in quella qualit di persone si fece uso di un ripiego, fingendosi in esse per
questo caso la qualit di cittadino, e le loro azioni ebbero per il nome di actiones
ed
glia,
in quello di propriet,
fictitiae (x).
(4)
si
come
(u)
estendesse
p. e.
Vip.
al
stalo od
il
una condizione
si
di famiglia,
padrone.
11
mancipio,
faeicndi (la-
bel ius.
(v)
Gai. Inai.
III.
I.
c. 2.
bon. poss.
()
Digtized by
57
ne e servo dominica potestas ), che di quella tra padre e tglio (pairia potestas ),
onde non sarebbe uno status familiae (y). Ci non ostante incorrerebbe in errore
un tale individuo volesse mettere nel medesimo grado degli schiavi: al contrario
vi tale differenza tra queste due condizioni della esistenza giuridica di una persona, che, considerandole accuratamente, non si tarder a riconoscere, che il mancipio
era uno stato intermedio tra quello della schiavit e quello di famiglia. La differenza pi rilevante che la schiavit era uno stato di per s concepibile anche senza
un determinato padrone, senza che dipendesse cio da un paterfamilias; mentrech il mancipio stava appunto nella dipendenza da un determinato capo di famiglia,
u era concepibile senza di questo. Gli effetti del mancipiutn parte s'assomigliavano a quelli che derivavano dalla schiavit parte ne differenziavano mollissimo; pareggiato allo schiavo nel diritto puldico era il caput in mancipio
del lutto inidoneo non solo ad occupare una publica carica (ius honorum
ma ancora a dare il
questi diritti nondimeno erano in lui
voto nelle assemblee popolari (ius su/frugii
considerati solamente come sospesi, per lo che dopo la manomissione erano riacqui(
chi
Riguardo
una
al diritto
perfetta incapacit,
non potendo
egli
neppure servire da
gli effetti di
una
tale condizione
continuando in questo
vile,
La
|5)
la
stato,
maucipato dopo
manomissione.
moderni scrittori nel modo suddetto, stala in questi ultimi temda Carlo de Savigtuj da un novello punto di vista cosi da riuscir quasi ad
La profondit della dottrina, il lusso di erudizione e la seduttrice
ta dagli antichi e
pi trattala
opposti risultali.
somaro
rica del
giurista.
al
posto che ciascuna persona occupa nella sfera sociale rincontro agli
nostro
il
altri.
Romani
Ora
vi-
romani parlato
giuristi
di
scienza, vale a dire del diritto privato, vollero intendere con la parola status quella
il
pulii ico
diritto privalo
que-
caso della libert e della cittadinanza che sono requisiti essenziali alla giuri-
dica idoneit: mentre non cosi delle altre condizioni sociali di carattere publico
(jj
Gai. Inst.
I.
Diritto romano.
Digitized
by
58
la magistratura, il senatorato, ecc. Nello stato privato al contrario bisogna annoverare ogni rapporto di una persona considerata come tale o le relazioni di famiglia; o altrimenti Stato denota sotto questo aspetto la condizione delluomo nelle re-
come
lazioni di famiglia
mi due
(z).
ma per sua
1.
ma
per influenza
con influenza
sul privalo,
1'
pri-
intrinseca natura.
deminutio,
si
la
quale
si
carat-
con questa frase la degradazione di un individuo nella sua idoneit di didegradazione era nella libert, si soffriva la massima diminuzione di
terizza
ritto.2.Se tale
la
minima quando
si
Quando un
Quando un
figlio di
messo
/to-
casi;
manum
mariti.
cum
convenlione in
manum
ve-
niva in un mancipio; per mezzo del quale fatto ancora giustificata la capitis demi-
nutio
minima
Per quanto
opinione
sia dotto
mune
(aa).
allo spirilo
non
solo,
ma
alla let-
Non vogliamo
contraddire
all
stato, se
poste ad una
comune
la parola familia
che
potest, o
vi
al diritto privato.
il
comune ge-
d un concetto
Per la qual cosa
ci
giustamente osserva il Puchta (cc essersi falsato il concetto dello status in questi
ultimi tempi, giacch si voluto giudicare dello sfufus familiae antico dal diritto
)
posteriore.
Quanto
alle
di capitis
deminutiones
la
comune
dottrina si
trova nei suoi tratti caratteristici di accordo con quella del Saviguy 'eccello che
dotto giurista
ammette una
capitis deminutio
media
il
un Latino addi-
Che
si
pu osservare
in
un buon numero
(z)
Puchta, Corso
d' istituzioni
V.
59. 18
II.
).
g. 218. nota.
Dgitized by
Googl
di testi (dd).
ci
il
Savigny oppone
mento
deve
mente
il
maxima
la
sua dottrina
mentre
il
1*
59
seguente ragionamento:
e
la
media
si
minima non
medesimo
egli fuori di
caratterizzano per
dub-
un muta-
si
altra disconosce
il
legame
un
argomento, non
tale
ci
sembra soddisfacente; imperocch non punto vero che seguaci della comune teoria disconoscano un tale legame logico; ma piuttosto essi lo trovano nel concetto che
nasce dalle parole status mutatio. Imperocch ogni cambiamento suppone una peri
dita, e questo
il
di
vero, anche secondo il nostro modo di vedere, ogni caso della capitis deminutio minima, ha in s una diminuzione nella idoneit di diritto, stantech, con l'uscir fuori
di una determinata agnazione, si perdono lutti quei diritti che a quella vanno con1' uomo
giunti. Vero che in luogo della famiglia perduta
ne acquista un' altra
che gli ofTre forse un vantaggio, una migliore condizione; ma resta sempre provato
che nel concetto della capitis deminutio minima sta la perdita de' diritti di agnazione e per conseguenza una limitazione nella idoneit di diritto. La degradazione
adunque pu in molli casi essere ben conseguenza di una di queste perdite, ma essa
non mai il principio, n il carattere delle diminuzioni di capo.
2) Una grande importanza attribuisce il Savigny al vocabolo caput per sostenere la sua opinione. Con l'autorit del Xiebuhr afferma, che caput denoti la ru,
Romano
Quando,
perch
un ordine
individuo entra in
l'
un cambiamento
inferiore di diritto
in queste
iiulividuum dcle-
si
la idea fissa del dotto giurista berlinese la degradazione, il mutapeggio nella attivit giuridica, ed ogni argomento tiene di questa sua
Senza dubbio
mento
in
preoccupazione.
la
Imperciocch nel
modo
1'
ma
stesso che
cum
si
la nostra.
manum mariti,
proprio caput ed iscritto per converso in quello del padre arrogatore o del marito;
nel modo stesso l'emancipato, per mezzo dell'emancipazione, si cancellava dalla li-
C. de liber. caus.
7.
Iti ).
di
ma
in
Digitized by
in cui entravano,
to;
il
come per
che,
rato da giuristi
mente:
CO
pii altri,
figlinoli dell'
arroga-
non fosse ignoromani Paolo al proposito non si poteva esprimere pi chiaraLiberos, qui arrogatum parentem sequuntur, placet minui caput, quum
ed credibile che un
tal significato
nelur, familia
Tutclas
cim
Paolo dice:
etiam non
tabulis intervertunlur
eadem
ratione,
quum
deminutionem constat.
Sed legitimae tulelae exduode-
esse capitis
qua
quia agnatis deferuntur, quia desinimi esse familia malati (gg| A questi pas che non potevano essere ignorati dal Savigny, egli oppone, eh essi sienoun sagnon felice di Paolo di fondare razionalmente le tre specie della cap. (lem., e
.
si,
gio
ci
d:\nno
il
altri
frammenti che,
dem.min.
Savigny vuol mettere innanzi, son due, c proprio in un luogo UlMinima capitis deminutio est per quam, et civitate et liberiate
salva, status dumtaxat hominis mutatur . Daltra parte Giustiniano afferma
a questo proposito: Minima capitis deminutio est.cum et civitas et libertas reline tur, sed status hominis commutatur
(hh). Tra questi differenti passi il Savigny accetta senz'altro quello di Ulpiano e quello di Giustiniano, o di Gaio donde fu
I testi,
che
il
tratto
il
passo delle Istituzioni, confutando quelli di Paolo per triplice ragione: pri-
mamente pel significato storico della parola deminutio; secondamente per la totale
mancanza di connessione logica tra le due prime e l'ultima dominazione, e finalmente per l'espressione ambigua ed incerta. Secondo lui adunque la questione sta
nello scegliere una opinione, rigettando quelle che non corrispondono in tutto e per
tutto alla sua maniera di concepire
sarebbe giustificato
e ci senza dubbio
quante volte si trattasse di eleggere una delle tante opinioni individuali. Non cosi
quando proprio quei frammenti di Paolo sono stati ammessi nella legislazione di
come
leggi
d'un
medesimo
Giustiniano, ch si deggiono considerare
codice, e per
come il pensiero dello stesso legislatore. Che se vuoisi secondare il dotto alemanno
in questa via, o dobbiamo ammettere per questo contraddizioni nello leggi, o riguardare quali particolari opinioni tutti frammenti degiuristi romani accolti nelle Pandette: e qualora in un caso rifiutassimo un frammento di Paolo o d' altro giurista,
sar permesso altre volte non accettare qualunque altro non corrisponda alle no,
quelli di Paolo ?
L. 3. pr. h.
(gg) L.
(bli)
II.
7. pr. h.
frammenti
t.
(li) Il
ris
t.
3. J. h. t.
passo delle istituzioni citalo cosi conchiude:... quoti accidie in his, qui,
quum
sui iu-
Digtzed by
61
Messa da banda la precedente esposizione, anche le conseguenze, che dall'opinione del Savigny derivano, non ponno accordarsi colle leggi, n con altri frammenti degli stessi Ulpiano e Gaio: ed in vero esaminando paratamente i casi della
capilis (leminutio minima si vede che
a) Secondo il Savigny i figliuoli di un arrogato, quali unitamente col padre
entrano nella famiglia del padre arrogatore, non soffrono cap. dem., perch certamente non v in questo caso degradazione di sorta alcuna. Ora ci contraddice al
4)
Secondo
Savigny
il
allora
la
convenzione in
nianwn diminuita di capo, (piando essa era prima sui iris, non quando era prima
sommessa alla patria potest: per, secondo lui, la minima diminuzione di capo era,
almeno in questo caso, conseguenza della qualit personale, dell esser cio sui vel
alieni iuris:
mentre
in
molte
fonti,
ri-
guardata come conseguenza della coemtio, senza tener conto dello stato antecedente della persona (jj).
c Da ultimo, secondo lo stesso Savigny, ewi minima diminuzione di capo per
emancipazione c per dolio in adoptionem solamente perch alla forma di questi alti
era necessario che il figlio di famiglia fosse prima posto nel mancipium. Da questa
opinione discende, che qualora per questi atti non pi si richiedesse il mancipium,
n l'emancipazione, n I' adozione dovrebbero arrecare la detta diminuzione. Ma al
)
contrario essa trovasi per lemancipato e l'adottato ancora nel sistema di Giustiniano, in cui, non essendo pi richiesto il mancipium per quegli atti,
secondo l'opinione del Savigny, non avrebbe spiegazione alcuna
(6)
Quanto
alle
d'
la
(kk).
uopo considerare
le se-
guenti cose:
1 ) La conseguenza immediata la perdita de diritti agnatizii; ma questa conseguenza nella legislazione giustinianea non ha pi quellefficacia chavea nel diritto
antico, essendoch quasi lutti i diritti di famiglia muovono dalla cognazione, la quale per questa diminuzione non saltera punto (11).
berto.
Uno
la
mezzo
Quanto
il
si
estinguono per
dem. min., fuorch quelle che nascono da un delitto (min). In virnon si estingue che l'azione contra il diminuito di capo, on-
della cap.
Gai. Inst.
I.
(kk) g. 3. Inst. h.
tuzioni V.
(Il)
II. g.
(nini)
I.
3.
Gai. Inst.
minotns
<5
Ist.
tip. XI.
III.
(nn|; di pi
13.
1. !.. 9. conf.
il
Top.
Cic.
con
c. 4.
la L. 8. fin. U. C.
Puchta, corso
dIsli-
g. 58.
g. 138. g. 6. Inst. h.
t.
L. 2.
g. 3. h.
t.
Vip.
Nemo
delictis
emilnr, quam-
sit-
ino) L. 2. g. 2. h.
nem
L.
218. Backing,
Gai. Inst.
vis capite
l.
praecesserunl,
t.
Vip. Hi, qui capite minuuntur, ex bis causis, quac capitis deminutio-
manent
obligati naturaliter;
ceterum
si
Digitized by
jrropter capitis
da Giustiniano
fpp).
perciocch nelle Pandette troviamo solamente, che colui, il quale uscito dalla padeve avere il cosi detto beneficium compctenliae per gli obblighi con-
tria potest,
tratti durante la soggezione di quella potest; ma da ci non segue, che quelle leggi
abbiano implicitamente abolita la restituzione anzidetta; n si nega che il creditore
solamente per mezzo della restituzione in intiero possa aver diritto allazione contro
potrebbe avere
il
imperocch
ivi
non
nuovo ha
si
Per
di capo.
la qualcosa le
giustinianea.
b ) In quanto poi ai diritti di obbligazione, la capitis deminutio minima non mue non si pu parlare della estinzione di essi: perch se la capitis deminutio
avviene in un homo sut iuris, le azioni si trasmettono, salvo poche, al padre arrogalore, od al legittimante; se invece avviene in un homo alieni iuris, noti
potendo questi acquistare per s, non si pu neppure parlare della loro estinzione (qq). Le poche azioni civili, per eccezione date al figlio di famiglia, sono tali da
non essere menomamente toccate dalla cap. dem. min. : quali sono quelle nascenti
da obbligazioni, tpiae natnralem praestationem habere intelliyuntur, quelle, cio,
che son dirette ad un naturale provvedimento, come legato di alimenti, legalo di
ta nulla,
minima
come bellamente dice Gaio, la ragion civile non pu distruggeche vengono da natura (rr)
4 ) Finalmente la cap. dem. min. ha efficacia sulle personali servit, inquantoch per essa si estingue luso e l'usufrutto, salvo l'abitazione che rimane intatta, appartenendo a quei diritti guae naturalem praestationem habent (ss). Siffatta eslinstano salve, perch,
re
diritti
si
tractumve
uun
sii ,
(pp)
li.
t.
cum
his
aclum cun-
il,
factum
iudiciutn dabo.
!..
2.
quod cuin
g.
3. Inst.
de acquis. per
Burchardi,
L. 8. h.
Gai.
deportetur,
t.
III.
rei
Savigny,
83
sic
adoplione mutarerit.
Paul.
sst.
III.
V.
11.
g. 71. 72.
6. g. 20. Capitis
minutame
Fragni. Val.
g. 61.
L.
1. pr. g. 1.
si
quib.
mod.
Digitized by
63
zionc slata totalmente abolita da Giustiniano, sicch nel nuovo diritto le servit
personali restano salve, non ostante
la
minima dcminuzione
di
capo
(tt).
S.
17.
I.
tsica in
la
quale un
legittimo.
per,
to della legittimit;
ma:
jialer is est,
nato durante
il
il
il
matrimonio,
la
cio,
quando un
fanciullo
(a).
quum
33.) g.
1. Inst.
(3. 10.).
Ecce enim,
dcbilae sunt, arrogatoci attica quidem pieno iure acquirekanlur, eiccplis iis, quae per capitis deminulioncin perenni, qualcs sunl npcrarutn obligationes et ius agnationis: usus elenim et
usufructus licei bis ante connumcrabantur, attamen capitis deminutione minima cos tolti noci
Ved. Vangerotr, o.
de patria polcst.
(1. 9.).
c. g.
Vip. V.
31. annoi. 2.
g. 1.
Digitized by
dato
come
dutilit
ha
diritto
il
stabilito
li
qualunque
tor via
arbitrio,
un
fanciullo. E,
perche secondo
l'autorit dIppocrate
un
mo
in
fosse nato nel tempo stabilito dalla legge, pure la presunzione di legittimit non ha effetto, quante volle il supposto padre provar potesse che gli
stato impossibile generarlo (c).
Negativo
il
I figli
da
illegittima
specificazioni
tutti
son
detti
spu-
rii (d).
ceplum
et leg. herd.
si
38. 16.).
mense natus
pag. 386
viri llippocratis, et
L. 6. de in ius ioc.
III.
1. 5. ).
est
is est
quem
2. 4.
).
ideo
credcndum
Ved.
est,
eum
qui
nuptiac demonstrant.
L. 3. . 11.de suis et leg. hered. (38. 16.).Posi dcccin mcnses mortis natus non
).
Vip. Scd
flium.
Non
lanieri
si
domo
fercndum lutionus
ait
sua assidue moralus nolit flium agnosccrc, quasi non suum.Sed mihi vidclur, quod et Scaevo)a
probai,
si
cum
mo
natus
(d) L. 23.
de
non
non
possil,
non possunl, vel qui possunt quidem, sed eum babcni, qui babere non
ycd. .11. Jnsl. de nupt. (1. 10.).
appellante xtpir crcpar.
re
bunc, qui
in
do-
esse.
qui et spurii
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re
tempo
il
65
la lui
niano,
il
Pur nondimeno
basta prova-
stabili,
gli
il
da Giustidovesse
si
(e).
principii rigorosi dell antico, e fino ad un certo punto i figli naturali son
come aventi civilmente padre ; ed in vero i nati da concubinato possono avere diritto agli alimenti, hanno un limitato diritto alla successione del padre, quando senza dubbio venissero da lui riconosciuti, e
finalmente possono esser legittimati per susseguente matrimonio: il che
sar manifesto nelle speciali teorie.
considerati
.
2
La diversit
18 .
Del NCMSO.
de sessi in generale
nelle
attenenze giuridiche, e le persone de due sessi sono egualmente considerate dal diritto privato (a). Quest i regola
1
vero nel
cio; dal
ha due eccezioni :
luomo anteposto alla donna
(b).
di
diritto giustinianeo a questa sinterdice ancora ogni publico uffiche ne segue che non pu esser tutrice, n fare solenne testimo-
nianza; le donne nel matrimonio son soggette alla potest del marito, con-
seguentemente da lui solo debb essere amministrata la dote od il patrimonio matrimoniale; in quanto al domicilio la donna segue sempre o
quello del padre o quello del marito; di pi essa deve osservare
l anno
mentre ci non necessario per 1 uomo, e finalmente, non essendo per lei concepibile una patria potest, non pu adottare. Nel diritto
antico la condizione di donna produceva una differenza rilevante nelle attenenze giuridiche, essendo essa sottoposta quasi continuamente all au-
di lutto,
un uomo.
2 In altri casi la condizione della donna migliore di quella deluomo; per fermo alcuna volta gli errori di diritto, non scusabili, sono
scusabili per la donna, e nel diritto penale si applica per lei una pena
pi mite; la pubert fissata per la donna al duodecimo anno, mentre
per luomo al quattordicesimo anno compiuto (c).
torit di
)
1'
(e)
(a)
compleclilur.
(b)
!..
L. 195.
9. de stal.
1.
(5- 27.).
si
pr. eod.
hom.
).
L. 45.
pr.
de legati* (31).
et /fonar....
Milior
enim
bet esse sentenlia, quas per infirinitate seius minus ausuras esse confidimu. N. 134.
Diritto
romano.
c. 9.
10.
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mafrodito,
Romani stabilirono
diritti
debbansi riconoscere
di riconoscere
nell
er-
che
quel sesso
diritti di
19 -
3
Savigny,
<)<>i
Dell' alt.
Bocking.
Istit.
I. J$.
minori nel diritto romano, e particolarmente della legge Pleioria, Berlino 1833.
I.
la facolt di
operare
uopo abbia
mente dell uso della ragione, e quindi della libert del suo consiglio, e
che non acquista la perfetta coscienza dell'esser suo, se non dopo un tempo
di regolare svolgimento delle forze fisiche ed intellettive. Ma come la natura non va a salti, ma ascende per gradi, tra questi due estremi vi sono
punti intermedii, in cui la idoneit imperfetta, e che o
tro di quelli si avvicina;
l
diritto perci
il
unoo
all
all'
al-
anno
settimo
al
tes
mancanza
ci che
ma
della favella,
Il
(a).
asserisce.
Infantici
uso della
ma che incapace di generare. Questo stato incomincia dal settimo anno compito e
termina al decimoquarto pei maschi, e al dodicesimo compito per le femine. Queste due prime gradazioni della et prese insieme sono appellate
lingua, qui fari potesti cio che parla consapevolmente,
impubert, e
(il)
gis
!..
gl
10. de stai.
hom.
(1. 8).
(a) L.
(b).
Gai. Inst.
in co praevalet
L.
1).
1. g. 2.
comparami?
et
ma-
113.
II, g.
de administ- (26.
7).
Vip.... Liccntia
iudicium suscipiatur, ita taincn, ut pr his, qui fari non posi uni, vel absint, ipsi lulores iudicium suscipiant.
I..70 de V. 0. (15. 1). Ulp
placcbat ex stipulalu actionetn non esse, quoniam qui fari non poterai stipular! non poterai.
L. 6. rem pup. (46. 6). Gai. Scrvuni
pupilli stipolari
ita
nccesse est,
si
com.
liberi.
40. 3
).
L.
(b) L. 141. g. 2.
laci potcst, eie
1. C.
de V. 0.
L. 5. de R.
I.
non
ad SC. Tcrt.
43. 1
(
).
SO. 17
6.
56
Gai. Pupillus
).
l..
nam
si
etc. L. 30.
praesens
g. 2. 4.
sit, et
de
fide-
).
ex
licei,
6 rem pup.
quo
46. 6
).
Digitized
by
67
3 La Pubertas, la quale incomincia dallanno decimoquarto compilo
o dal dodicesimo per le Temine, termina al venticinquesimo anno compito (1). Le persone in questo stato chiamatisi adolescentes, pubcres, mi)
nor es.
Finalmente la maggiore et dall anno vigesimoquinto in poi
4
uomo, giunto a questa et, da quinci innanzi sempre detto maggiore,
senectus ).
v ha termine che fissi lo stato di vecchiezza
II. Ora il diritto, seguendo lo svolgimento naturale della persona,
che, dalla mancanza perfetta d intelligenza e libert, a mano a mano avvanzando, perviene alla lucida pienezza di entrambe, stabilisce una diversa
:
della lingua o parlando senza coscienza, siano perfettamente privi di volont, inidonei a fare
qualunque
dunque
al
tutore
(c).
2 Le limitazioni giuridiche della seconda et son regolate da due criterii, perch l infamia maior stata bipartita, modificando cos grandemente il diritto .antico- Dapprima si pose mente a quei giovanetti di questa et, i quali, essendo prossimi a pubert, partecipavano dellattitudine
intellettiva pienamente ammessa a puberi, e vennero appellati pubertati
proximi. In essi fu riconosciuta una parte di capacit giuridica, e proprio
)
il
gozii, ne quali
detti idonei
perciocch utililalis causa saccord loro una certa idoneit a'negozii lustipulari ), che infantiae proximus poteva compiere da s, menquando prometteva, non lo poteva senza lautorit del tutore. Onde la
due gradazioni era, che pe prossimi alla pubert la
crativi
tre
l'
differenza in queste
norma generale
di diritto; ai
est, qui
le
obbligazioni ex delieto
primi
g. 10. Insl.
L.
(d) (2).
(d) g. 9. Inst.
de inut. stipul.
3-
19
J.
Ita
tanien ut,
Digitized
by
Considerala
68
nell
il
ha:
si
caso
tutore;
ma
con
>ei
il
obbligazioni ex deliclo;
con
il
senza lautorit
provi la intelligenza
si
Il
mento solenne
nomano
il
mo-
do la toga virile, da fanciullo addiveniva uomo. Questo atto solenne produceva tre conseguenze giuridiche di massima importanza: il pubere usciva
di tutela, poteva disporre del suo patrimonio per testamento, ed era capace di contrarre matrimonio (e). Da ci chiaro, che 1 uomo a quindici
anni avea tutta la libert delle proprie azioni. Facendo salve queste tre
importanti conseguenze, la capacit dei puberi fu alquanto modificata nel
sesto secolo di
Roma
(f).
al
sii,
una
serie di disposizioni, le
si
obligare etiam sine tuloris auctoritate potest. $. 10... Scil in proxitnis infanti proplcr utilitatcn
eorum benignior
idem
iuris
Gai. Huic proximus est, qui eius aetatis est, ut non doni
).
est,
nam
111. g. 2. de V- 0.
alfectu consisti!, ita
43. 1
dctnum
id intelligat se delinquere
iam
ad
).
g.
lati sit,
L. 23. de furlis
L. ili.
9. 2).
capacem esse
(ej
3.
qui
pr.
de R.
47. 2).
47.
test. fac.
8
(
).
30. 16
I. (
in feminis
vero
).
Vip.
A qua
duodeelmum completum
22).
lmpubcm furlum
29. 2
).
L.
quia furlum ex
).
scripsit.
Cai. Pupillum
Ved.
,
ob
facere posse, si
anc.
3. g. 2.
I..
L. 3. g. 1. de iniur.
47. 10
).
L.
etc.
28. 1
aelate
dum,
l'tp.
secundo Digestorum
del... Et placet,
leg. aquil.
quac ci
Gai. Inst.
11. g.
113
(24.
testamentum
fcminac
L. 18.
de vulg.
et
1). L.
4.
de R.
Pi.
L.
(23. 2).
6).
L. 4.
1).
Pomp. Minoretn annis
9. de spons. (23.
duodecim nuptam lum legitimam uxorem fore, quum apud virum eiplessel duodccim annos.
(f) L. 2. C. Th. de donai. (8. 12).
L. un. C. Tb. do his qui vcn. (2. 17 ). L. ull. in f. de
appell. (49. 1 ). Scaso. Idem et in curaloribus observandum est, si interim adullus ad legiti-
mam
aetaiem pervenit.
ved.
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Goog
i_
60
Cos in
nore
si
ritto
al
prima si minacci di pene criminali colui, che in un affare col micomportasse frandolentemente; quindi segu I altro mezzo del di-
zio,
si
gli
arrecasse pregiudi-
mantenesse
intatto
il
patrimo-
nio del minore, ordin che questi fino allet legale fosse sottoposto al curatore. Di talch senza contraddire del tutto
all
antico principio,
re-
si
strinse alquanto la capacit del puliere in quegli affari, che potevano ar-
recar pregiudizio
suo patrimonio.
al
avesse
mente equiparato
4
ai
della persona,
comprende
(g).
lo stato perfetto
di particolare esame.
ANNOTAZIONI
(1) 11 punto che fissa il cominciamento della pubert, nellanno decimoquarto o
duodecimo compiuto secondo il sesso, era controverso pa romani giuristi; equantmique questa questione risoluta dall' imperatore Giustiniano abbia perduta ogni
importanza, pure alquanta influenza ha prodotta anche oggid nelle scuole.
i
Giustiniano
bolisce
fa
risperiti,
erano
le seguenti.
(h). I.e
opinioni, che
Proculeiani
al
si
la
pubert, e
teneano su
ci
la-
da giu-
ne ammettevano
il
la inchiesta:
o veramente, integrando quella de' Sabiniani, accettava il quattordicesimo anno compiuto, ma voleva
se ne facesse la pruova; cosi che secondo la opinione di Prisco la durata della impubert mai era accorciata, ma poteva allungarsi, dovendo dar luogo al naturale proto:
altra opinione,
gresso della vita (i).Egli sembra, che la opinione deSabiniani fosse stata careggiade
te) L. 2. 3. C.
tiis
mod.
45
2.
).
lui.
Lex 3. C.
cit.
promulgala, pubertatem
in
in
normam
annum complelum
in
viri
3. C.
quando
(i)
tut.
Cai. Inst.
5.
I.
60
J.
g. 196.
Vip. XI.
L.
g. 28.
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ta in
noma
70
poggia su due
stabili
la
natura ed
prima
si
polo romano. Nessuno ignora avvenire raramente, che giusto ncU'ultimo giorno del
quattordicesimo anno
aver bisogno
il
di tutore,
il
prendeva
abito dell'
uomo,
di questo
Ma
sia perch,
giovanetti, che
compivano
la toga virile.
anno dopo
tempo, prendevano
(k).
quattordicesimo
Pure quantunque
anche
ai
21 anni,
come av-
non po-
guari da ci dissentiva
il
la
quali fissavano in tesi generale questo termine quale principio della pubert;
una questione
solo in
senso
di fatto
volevano
si
u-
com-
ma
(1). Questa quecome abbiam detto innon ammettendo per moralit l'inchieche vengono
nella opinione de' Sabiniani solamente per l importanza d una accertata pubert
nella celebrazione del matrimonio (ri) Perch si affermi ci dopo le citate leggi di
si
la
Con
Giustiniano, bisogna che vi siano argomenti rhe abbiano qualche apparenza di vero;
ed
hanno in-
dotto questi moderni giuristi a creder fondala anche nella legislazione giustinianea
la inchiesta corporale.
certamente
la
ma-
trimonio maggiore importanza che non per la tutela e pel testamento; dippi la
menile per le donne si richiede espresduodecimo anno, per gli uomini si fa menzione della pubert, senza determinare proprio il 7-1. anno (o).
Tutti questi argomenti non reggono, imperciocch, indipendentemente dalle ragioni addotte dal Savi'jtiy, inconcepibile che in un sistema di diritto si potesse ammettere una determinazione, la (piale in altro luogo stata espressamente dichiarata immorale dal legislatore medesimo.
della suddetta divi(2) Non si pu debitamente comprendere il valore giuridico
lettera deforiti alquanto dubbia; in vero,
samente
(k)
(l)
il
Svelo. Catigula
Saiiguy,
(mj V. noi.
(n)
c. 10.
Gn'mmer,
I.
8- 120-
Savigny, Sist.
III. 8-
masculi
quidem
HO-
Digitized
by
Googte
sione della et, se prima non
si
71
gl'
ci.
Per
di alti le-
ed infanzia maggiore mancava di pratica importanza. Se questo discendeva esattamente da' dettami del diritto rigoroso, non di meno
arrecava imbarazzo c nocumento agl' impuberi, quante volte si trattasse di quei nee
gali,
non ammetlevasi
come
ressalo,
l'autorit di
lo
si
vide, che,
intellettive e fisiche giungano a perfetto stamorale libert cominciano a mostrarsi a mano a mano ne-
to,
pure lintelligenza e
gli
anni precedenti, ed anche prima della pubert evvi alquanto lume dintelligenza,
la
e coscienza delle proprie azioni. Posto adunque questo graduai progresso della mente, la legge permise agli adolescenti prossimi a pubert di liberamente compiere
atti legali, che niun danno arrecar poteano al loro patrimonio: ma per con-
quegli
verso restrinse questa libert, qualora fosse a temere alcuno discapito per essi, e
per senza autorit del tutore, i prossimi a pubert non poteano prumittere. Pur
era permesso
belli in tclectum.
Sed
idem
per assegnare
il
let
proximi
(p).
prossima allinfanzia da
sono levate su ci: la prima divide esattamente il tempo deW'infantia maior, ed assegna come termine i 10 anni e mezzo pei
maschi, 9 e mezzo per le donne (q). Altri per contrario, seguendo il progresso delle
quella prossima a pubert. Tre opinioni
si
(p) V. anc.
(otis
puer
lanieri
!..
6.
not.
a. L.
t. 8-
7).
Ved.
L. 9. de acq. tei om. bered. (29. 2). Paul. Tupillus ai fari possil, licei huius aelalis
causam acquirendac hcredilatis non inlclligat, quomvis non vidcalur scire hoiusmodi aeneque enim scire, ncque decerncre lalis aclas polesl, non magia, quam furiosus
cimi tutoris auclorilate beredilatem acquirere polesl; hoc enim favorabiliter iis prae.
noi. d.
sii, ut
sia tur.
(q) V. Accursio ad L. pnpillura.
(r)
Savigny,
Sist. III. .
107.
Digilized by
fondamento, ed
a pubert
non ha valore nessuno. Difatto qual nome ha 1 et che corre dalall undecimo per le donne?
Lappellativo certamente necessario per determinare la capacit legale; e noi domanderemo: all'infanzia o alla pubert prossimo ladolescente di undici anni? potr egli insomma essere obbligato ex delieto come i prossimi alla pubert, o non sar
punto responsabile civilmente di unazione criminosa, come quelli che sono prossimi
allinfanzia? Ecco il grave imbarazzo in cui mette quella opinione. A noi pare conveniente prescegliere un principio conciliativo della primae del la seconda opinione,
considerando ognora incapace di propria volont c prossimo all infanzia il garzone
che compiuto non abbia il decimo anno e mezzo, o la giovanelta che sia minore di
forme
l
1)
alle leggi,
anni e mezzo:
delitto, segli
il
(s).
20
La mancanza
I.
in
modo da
di sanit
pu perturbare
la capacit di
Il
una persona
difetto di sanit
corpo-
rale
(s)
Museo
del
(a)
Reno
I.
pag. 180.
all
Dirktcn
ss.
Morbus
re iud. (42. 1). lui. Quacsilum est, quutn alter ex litigaloribus febricitans discessisset, et
iudex absente co pronuntiassct, an iure videretur pronuntiassc. Rcspondit, morbus sonticus
etiam invitis litigaloribus oc iudicc diem differ. Sonlicus autem exisiimandus est, qui cuius*
que
rei
agendae impedimento
est; litigandi
quem febrem
appellant? igitur
si rei
quam motus
lameu
dici, esse
li-
oliquam et febriutu
Digtized
by
73
bo faceva
rata come
che
la
affari di diritto
conside-
assente.
2 ) Per vitium iutendevasi un infermit perpetua, od anche la mancanza di un organo essenziale del corpo umano, come il sordomutismo, la
sordaggine, la cecit, lo stato del castrato, del mutilato, e simili (b). Effetti del vizio
atti,
ne'quali neces-
sario l'organo che difetta; cosi leunuco non atto a contrarre matrimo-
pu quindi adottar
nio, n
figliuoli,
impedito
affari, in cui
da un vizio
(d).
Le malattie dello spirito vengono da un disordine delle facolt mentali, o da un indebolimento fino alla totale sterilit di esse. Quelli che son
presi da tale sventura sono appellati dementes, furiosi; dementes diconsi
coloro, la cui mente non ha vila piena o manca affatto, furiosi quelli, il
ma irregolatamente, ed spesso s fattamente perturcome dovrebbe. E gli uni e gli alsono riguardati egualmente dalla legge: vale a dire, privi essendo di
ogni uso di ragione, son creduti del tutto incapaci di qualunque atto giuridico e di aver cura del proprio patrimonio, e loro viene assegnato un
curatore (e). La sola differenza tra il demente e il furioso che per quecui spirito attivo,
st
rato
come infermo
difTercnliam;
nam
si
(f),
5. 1
si
quartanam habeat, ut
in ea
omnibus
21. 1
).
L.
4(1
de iu-
).
(b) L- 161. g. 2.
cillitatelo,
potcrit dici,
diciis
de V.
S.
Moihst. Veruni
est,
morbum
nam
et lu-
(c)
ii
conimunc
est,
quod
et
qui generare non possunt, quale sunt spadones, adoptare possunt; castrati autein non pos-
sunt.
!..
2. g. 1.
(d) g. 4. Inst.
L. 40.
de cur.
in curatione
!..
(1. 23).
et
iis
curatorcs dare-
g. 1. Inst. quih.
Diritto
non
romano.
si
10
Digiiized by
atti
74
non
a serbare e migliorare
onde
il
come
con questa differenza che i furiosi son totalmente incapaci di azioni, mentre i prodighi, quando non si tratti d'alienare i loro beni, operano con piena attivit, quindi son affatto imputabili delle lqro azioni ed hanno una certa
libert doperare anche senza il curatore (g).
giati ai furiosi;
essi,
questi,
sono sottoposti
alla cura,
21
5) Della Religione'.
T. C. de haereticis et Manichaeis
et
Samaritis
(1. 5);
de apostat.
(1. 7);
de ludaeis
La
gione di restrizione di
dello Stato:
ma
diritti,
finch la cristiana
d allora si stabil
che
o che
si
non seguivano
discostavano dai
la
fede
fede
eretici
ed apo-
stati.
ai cristiani (a).
ai quali,
il
matrimo-
come adulte-
leslamentum, quo furor corum intermssos est, iure testati esse videnlur; certe eo, quod ante
furorem fecerint, testamento valente; nani neque testamento rccte facta, neque ullum aliud negotium recte gestum postea furor intcrveniens pcrimit. L. 6. C. de curai, fur. (5. 70). L. 9.
C. qui test. fac. pos. (6. 22).
(g)
(a)
(b) L. S. 15. C.
de Iudaeis
L. 0. de V. 0. (45.
1).
(1. 9).
Digitized
by
rio
(c),
ed
alla
75
leretica
non davasi
diritto ai privilegi
dotali (d).
tici, cio
cilii
gli ere-
disporre per atto di ultima volont, e n acquistare per esso, purch non
ritrattassero
sti casi
beneficii dotali
Finalmente
(f).
massimamente
tt)
T. D.
.18
Ad
eretici,
ed incapaci erano
22
Del domicilio.
C. de
municipibus et originariis
eod. de incolis et ubi quis domicilium ha bere ridelur, etc. (10. 39.)
Sist.
(10.
Savigny,
V. Vili. 8- 330.
civile,
di
eh centro e
(a).
(c)
Thcod. Arcai.
L. 6. eod. Valcnt.
il
Ne
si
In-
accusaudum pu-
(d)
N. 109.
(e)
L. 4. C. h.
(0 L.
(g)
t.
(1. 8).
N. 109. 115.
L. 2. 3. 4. C. h.
rum suarum
t. (1.
c.
summam
constituit,
16). L.
17. g. 13. h.
3. 8- 14.
7).
(a) L. 7.
(50.
matrimonium
Maxim ...
quod
si rediit
sit
discessurus,
si nihil
arocet; unde
quum
L. 203. de V. S.
t.
Digitized by
animo
corpore contrario,
et
ma
il
che
significa,
vi alibi sogna la
(b).
hanno
(d); cosi
il
hanno dove
riseggono. Qualche volta esso suol essere fondato dalla piena, per
i!
relegato ha
donna quello
domicilio della
Il
modo che
il
(e).
Ma riguardo ai figli di famiglia avvi una distinzioponno considerarsi o come incapaci d imprendere
negozii civili, ed allora avranno sempre per domicilio quello del padre,
o come giuridicamente idonei, ed avranno cosi la facolt di scegliere diquello del padre, e finalmente
il
figli
(f).
verso domicilio
(g).
tali
parti (h).
u ni
L. 31. h.
quod
possibile che
ei
t.
t.
Marce l.
interdicami non
sii.
L. 22. 8- 3.
li.
t.
t.
quem
domicilium hnbel.
(f) I..
liberti
Vidua mulier
paterni et pa-
aulissi mariti
utrumque
aliis
do-
inter-
venientibus nuptiis perinutalur. 8- 2. Municipes sunt liberti et in eo loco, ubi ipsi domicilium
sua coturnate tulerunl; ncc aliquod ex hoc origini patroni facilini praciudicium; et ulrubiquc
muneribus adstringunlur.
mulier debet
est;
nec enim
crai rcdilura.
L.
8.
de R. N.(23.
2).
L. 63.
de iud,
(8. 1).
illic,
id
quam eum,
L.
(g) L. 3. 4. b.
9. C. h.
I.
t.
domicilium
in cuius
et ipsa
(10. 39).
Non utique
ibi,
tur,
t.
L. 27. 8- 2.
11.
quod verius
dicere refert
pluribus locis
eum incolam
est.
Digilized by
Googli
77
Quando non
come
nel
caso di ripiano nella legge or ora citata, si ricorre alla origine, vale a
dire a quel luogo dove l'uomo ebbe, sia per nascita, sia per manumissione, adozione, e simili, esistenza giuridica
Sullorigine
gine del
hanno
si
figlio di famiglia
le
(k).
monio, della madre se viceversa (1). In alcuni casi ai municipes Roma dava
la scelta dessere sottoposti o al tribunale del loro municipio (forum originisi, o a quello dello Stato, o a quello del luogo, in cui risedevano (fo-
rum
domicilii) (m).
statuti, nelle
S- 23.
Della parentela e
dell' affinit.
delle Istituzioni,
. 288. 303.
II.
Hacking,
Ist. I.
II.
T.
. 39-43.
Itisi,
de gradibus
Puchta
Corso
. 49. 53.
il
comune
conda nasce
titi
(l)
L. 6. 8- 1- L. 7. h.
originarli seqnitur.
L. 9.
(m) V. Soriani/,
(a)
L. 4. 8.
nati, rei
1- h.
ab eodem
I.
t.
lui. (1.
ss.
sic,
omnium
palronorura
l.
c.
MaJist. Cognati ab eo
deules ciusde
t.
23. pr. h-
la se-
dici putantnr,
Ved.6-
2. eod.
lilii
virilis
fratres, pairuclcs.
18).
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78
tis
il
esta la
cognazione.
tutti
diritti, che
1'
(c); il
nel
nuovo sistema
suo luogo.
2
primamente
la linea retta, se le
de a
quelli
ai
si
discen-
ma-
domanderanno germani: se dal padre stesso e da diversa madre, saranno consanguinei: e se dalla stessa madre e da padre diverso, saran
dre, si
detti uterini.
La parentela
computazione
si
tot
il
la tutela legittima,
matrimoniali
(c) I. Inst.
de
(()
agn. succ.
legit.
(d) L. 1. . 3-7, h.
(e) L. 3. 1.
il
L. 4. g. 2. h.
(3. 2).
N.
1 IR.
t.
L. 10.
10-11, h.
t.
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79
che fanno
do
le leggi.
Poich
il
al terzo gra-
il
il
un figlio; cos p. e. a e
d riguardo ad e sar avo dal lato del padre ed avunculus
magnus da quello della madre;
b se due persone della medesima famiglia contraggono matrimonio
con altre due di un altra, e generano figli; cosi p. e. il padre a ed il figlio b sposano le due sorelle c e d,
figli procreati in questi matrimonii
saranno tra loro in doppia parentela; imperocch e in riguardo ad f zio
)
b generano
c,
ha
figli,
moglie sposa
se lavo adotti
tela, la
la sorella di lei c,
il
d ed c procreati
nipote.
Finalmente nelle leggi fatta menzione di unaltra specie di parenquale nasce dalle relazioni puramente spirituali di due persone, e
denti pi prossimi
si
impedimento matrimoniale
(g)
come
(I).
4). g.
de Nupl.
3. Inst.
(1. 10).
IHrkten, Raccolta,
disserta-
zione VI.
(h)
(i)
Haimbtrgtr,
(k) L. 4. g. 3. h.
gnationis,
l.
quae diversac
fnem accedit;
(l)
g. 68.
namque coniungendac
aflinitalis
causa
fil
e nuptiis.
Digitized
by
nel grado
24.
de infamibus
{10. 57)
il
ti.
2) C.
Domili com.
Kil.
(2.
c. 6-8.
Burchardi,
Marczoll, Sullonur
civile, Glessen
iuris civilis
1819.
XVIII.
rispetto
L onore era
affatto
e,
purch
scemamento (minutio)
(a): si
Vera
za (b).
poi
le
due maggiori
di-
scemamento
pur rimanendo
tale,
qualora lopinione, che del suo onore aveano i concittadini.o in tutto veniva meno, o in parte; onde, perch il Romano avesse goduto desuoi pieni
diritti,
illeso.
Qui solo
lo
E diminuita adunque la stima di chi per proprie azioni o per condizion propria ha scapitato di riputazione nell'animo de' suoi concittadini,
in
si
t.
Mod est.
Gradus autein
afiinitalis
multi sunt.
L. 40. pr. h.
t.
sumitur.
(b) L.
nti, id est,
,i.
8. 2. eod. Callistr
quum
liberlas ad ni lur ,
gnitatis
quum
Consumitur vero, quotics magna capitis minutio intervevclutiquum aqua et igni interdicitur.quae in persona ile-
pnena plcctimur.
L.
manente
liberiate, circa
statum di-
Digitized by
Googh
81
determinazione di legge, e dicesi infamia; o per pubblica opinione, che
tien luogo di legge, e dicesi turpitudo
Ma
o nata.
famia
I.
(d).
inflitta,
come pena, e
dichiaratamente
prima
1'
altra
a)
1)
per alcuni
delitti straordinarii;
rale,
annoverano
altri delitti
(f).
la regola
delitti si
ma sempre
che vengono
furti, vi
conseguenza dalcuni
un publico
trattati in
delitti privati,
giudizio
ma
si
il
preva-
ricazione
(e);
gene-
sarebbe po-
la
ancora da
dopo
(i) ;
lazione sepul-
cri violali (k), e finalmente in seguito dell actio conira mulierem, quae
I.
(1);
(d) L. 2. pr.
(c)
est
i|uod iudicii pulitici causain Imbuii; itaque et cu crimine, quod iudicii pnblici
nisi
tene non et
L.
fui!,
ini'.
(2. 12).
quod non
eo,
1. li.
ved.
Alesanti.
fi)
sii,
L.
(l)
L. 13
1.
irrogai.
infamiam
L. 12.
evitasti.
infamis
lulelac,
(k)
is,
erit.
L.
6. g. 3.
de de-
infamiam
violati actio
2).
g. 2. Inst.
veluli furti, vi
sed eieo,
not. prec.
Si te etpilasse
curionibus (80.
facit,
non fuit.damnatam
infamiam
in privato iudicio
L. 4. de
t.
quae ctiam
(g) L. 1.
C. et quib. caus.
(h)
furti, vi
t.
de scp.
- 17.
Diritta
L.
1. 4. g. 8. h.
est, et
t. L.l.g.
ob
4.
id quilibet
de dolo malo
et sociis
(4. 3).
(2. 12).
h.
ved.
not.
li.
t.
rumano.
11
Digitized
by
82
d) pei quattro contratti detti famosi, eio mandato, societ, deposito,
e tutela, solamente per coloro che son chiamati in giudizio con azione diretta (m)
come
infamante
(n)
la diretta;
e) finalmente
il
inflitta,
ma
tenza;
con
le
il
sen-
gno
(p).
Sono per legge colpiti dinfamia immediata, cio ili quella che nareputati comunemente turpi e vituperevoli, e cade senza bisogiudizio o condanna su colui che li commette:
sce da
fatti
di
a)
soldati che
sono
il
ignominiae causa
licenziati
mestiere distrioni
vano
de adulteriis
lenoni patentati
giacch
gli altri
soggiace-
(s);
L.
alla
la legge Iulia
I.
(q);
(r);
debbono intendersi
t. conf.
li.
il
g. 2. lnst.
de poen. lem.
(t);
lilig. (4.
i. L.6.
g. 7. h.
mandatum
fideiussi
(
g. 3. h.
t.
mosus
est.
L.
qui lidem,
is,
1. obseq.
(q)
L. 1.
si
(37. 18).
li.
t.
t.
L. 6.
quam
condemnavero, famosum
(p) L. 13. g. 5. 6. h.
g.
suscepit, sed et
pr te et solvi, mandati te
0 ) g. 6. Inst. de suspect.
si
4. h.
t.
(r)
L. 3. C.
t.
(2. 12).
-L.
1. 6. g. 2. 6. h.
t.
2. pr.
diminu
erit.
L. 1. 4. g. 2. h.
(t) !..
conf.
1. g. 6.
2. pr.
!..
1. g. 6.
de postai.
(3. 1).
L. 21. C.
h.
de
t.
L. 3. 4. pr. g.
(s)
L.
g. 8.
homi. XVII c. 8.
quidem ob dolum, fa-
I,.
L. 17. C. h.
g. 1. h.
Cacio.
quaestum
eicrcel, in
t.
L. 2.
(2. 12).
qui quae-
faci!,
cadem causa
est
de postulando
Removel autem
a postulando pr aliis et
Digitized
by
eum.
83
in
tollera
il
che
figlio di famiglia,
si
mette
sponsali o
gli
il
secondo matrimonio di
(z);
k
1
usuraio
1
)
addivenga
farsi restituire
(bl>);
ella
patti
le
tr
ansazioni giu-
rate (cc);
non debet
t.
(v)
L. 1. in
ttane
sit
2). Vip..,.
L.
2. C.
3.
de
h.
viri
vel
bostium stuprati
est,
Ego puto,
est,
2).
Vip. Ilem
etsi
absoluta
eam
si alteri
sit
post deprebensionem,
in adulterio
deprehensam, quia
(y) L. 13. g. 4. h.
praedunum,
g. 13. eod.
t.
huiusmndi
vi
v.
18. de R. N. (23.
g.
L. 13. g. 1
f.
punitur
tia Edicti
illi
lei,
(i)
ait.
factum
Pomponius
notari, ut et
L. 24. h.
(il)
L. 18.
C.
sit,
ei sentcn-
(9. 9).
t.
L. 1. L. 8
L. 13. C. b. t. (2. 12). Gor diari. Decreto amplissimi ordinis
13 pr. h. t.
foeminarum deminuto, tristior habitus ccteraque hoc genus insignia mulieribus remiltuntur, non etiam intra tempus, quo etagere marinilo moris est, matrimonium contrahere per(*)
luctu
mittitur,
quum
etiam,
si
cundis nupt.
ea.quam
is,
L.
qui sciens
l.C. de se-
(8. 9).
de R. N. (23. 2). L. 7. C. de interd. matr. (8. 6). Diaci, et Maxim. Si tutor vel curator pupillam vel adultam quondam suain sibi vel Ulta suo, nullo divino impetrato
beneficio, in matrimonio collocaverit, manet infamia contea eum, veluti confcssum de tutela,
(aa) L- 66. pr.
quia huiusmodi coniuctione fraudem adminislralionis tegere laboravit, et dos data per condi-
usurarum
(cc)
versus
illicite
I.
(2. 12).
Diocl. et
Maxim. Improbum
L. 41. C. de transact. (2.4). Arcaci, et Uimar. Si quis maior annis viginti quinque ad-
pana
Digtized by
p)
il
figli
del perdurile
(ff);
sentenza, o che
si
un processo,
giudici in appello
(gg);
rende colpe-
si
(ii);
ed
altri (11).
effetto
Romani comprendevano
honorum
si
putavcrit esse
veniendum
ve) interpellando
iudiccm
vel
plendo promissa.eas auteni invocato Dei oinnipotcntis nomine, eo ouctorc, solidaverit, non soluto notetur infamia, veruni etiam actionc privatus, rei.
(dd)
eorum
11. C. h.
t. (2.
venicrint, infames
(ee) L. 6. g.
non
liunt.
L.
(7.
Gai., Inst.
71)
(9. 41).
II.
151.
L. 2. C.
(9. 45).
discriminis praebeatur.
pub.
8. C. qui
ad SC. Turpillianum
(ff)
12).
quem
L.
1. C.
(9. 8).
Comi. De co, qui pretio depravatus aut gratia porponon solum ciistimationis dispendii, sed etiam litis
L. 8. g. 1. C. ad leg. luliam de vi
(9. 4).
lacseril,
de cusl. reor.
L. 42. de iniur.
(47. 10).
lieri
non oportet,
f.
27).L. un
C.
v.
anc. L. 8. C. de
ad Leg. Viselliam
L. un.
C.
(9.
3. C.
de stud.
(1.
16)
L. 3. C. ut
lite
pend.
prov.
(1. 40).
(1.
21).
L.
L. C. de lib.
L. 31. 33. C. de
oflic. rect.
21). L. 15.
(1. 19).
nat.
1.
Maxim, infames
personac,
licei nutlis
ho-
noribus, qui integrae dignilalis bominibus deferri solent, uli possunt, curialium (amen vel civi-
lium
L. 2. 6. C. de dignitat.
(12.
1). L.
8. C.
intelaili
puhlicam
Digitized by
b) L infamia
ha
85
specialmente limita la
non
potr postulare che per s o per quelle persone solamente, che sono con
lui strettamente legate (nn).
accusatore in
meno procuralor
gnitor e molto
giacch
Da
(oo)
tali giudizii
come
figura
il
to (pp)(2).
me
inofficioso; finalmente la
mitazione (qq).
4) Per regola generale
sua
vita; vi
la
dell'
il
testamento co-
li-
per una
potranno impugnare
testimonianza
a chi perduta
quando
avesse
( restitutio
famae )
si
quale compensazione
tal
si
al
quale
stata inflitta
di stima.
li. de post. (3. 1). Vip. Secondo loco Ediclum proponitnr in ros, qui pr aliit
quo Edicto eicepil Praclor scium et casum, ilem notavi! persona in turpitu-
(nn) L. 1. g.
e postulmt:
in
dine notaliiles.
(oo) Fragra. Val. g. 322. 323.
henlur, cognitores
4.
!..
(pp)
fieri
Ediclum postulare
(qq) L. 11. g. 1.
liberti
dedalo
L. 27.
C.
homiocm
de
Vip.
(rr) L. 4. C. b. t. (2.
(ss)
v.
postulare prohi-
adversarii.
anc. noi.
12). L. 13.
(mm)
quum
sit
L. 3.
famosa
pr.
est, et
L.
2. pr.
Nov. 90.
Poena gravior
respousum.
Labeo.
de
g. 7. h. t. Vip.
2. g. 1.
(3. 1).
I.
licci.
(4. 3).
324. Paul.
de pop. act- (47. 23). Paul. Popularis arlio integrac personac pcrmittilur, hoc
L.
ultra
c. 1.
L.
1.
g. 5. de post.
(qq).
Digitized
by
ANNOTAZIONI
(
il
Tra i
delitti straordinarii
(tt)
sotto
senziale. Pi verisimile l'opinione del Marczoll (yy), il quale prende famosum nel
significato di publicum iudicium, di maniera che il senso delle due leggi sarebbe il
seguente: Lo stellionato in generale non di quei delitti, che danno infamia, ossia
non publico giudizio, ma, essendo punito extra ordinati, produce la infamia.
(2) Un'altra conseguenza dell'infamia certamente quella che riguarda il matrimonio; perocch la legge Giulia e Papia vietava ai senatori ed ai loro discendenti
matrimonio con
di contrarre
questa prescri-
zione della legge Giulia non ha importanza che quale notizia storica,
a suo luogo
come
si
vedr
(zz).
II.
Uirksen, Considerazioni storiche sullo stato delle persone giuridiche nel diritto ro-
mano,
dissertazioni civili
II.
1.
Saviy tty,
Sist. II. g.
83
ss.
25.
A. Concetto c specie delle
Da
ci che notato
di questo capitolo si fa
chiaro, che solo luomo-persona capace di diritti, che in lui solo questi
si
(no) L. 13. g. 8. h.
(vv) L. 7.
t.
de pubi. iud.
(48. 1).
(il)
(yy)
Af orcioli, Op.
c. p.
4). N.
Vedi nota
Pondi.
f.
XVIII.
Chic*, V.
p. 102.
135.
alla line del cap.
I.
L.
II.
. inoltre
L. 28. 20. C. de
Nupt.
8.
117. C. 6.
Digrtized by
Googlt
della persona stessa, e che perci
prende
moviamo per
dividualit
confederazione degli
allarga
il
le
87
l
Ma
Stati, noi
in cui si svolge
ma
dato,
incarna e
si
persona individuale.
lumana
attivit,
Questo concetto universale della persona giuridica non giusto, quantale persona rispetto al diritto privato, e bisogna da un
do consideriamo
Ed
in
vero
al diritto
privato importa
considerarsi
di beni,
duale
che in virt
di diritto,
un aggregato
di persone
una
comune
principio di
diritto, sia
mrurn, come
comuni,
come
subbietto
di patrimonio, ossia il fisco, e qualsisia corpo o comunit; quanto un complesso di beni che serva ad uno scopo, che rappresenti un intento prefisso; e
cos la persona giuridica prende nome di universitas bonorum, come le pie
(a) (1),
figurare
un
o morale dunque di
come un vero
subbietto di diritto.
(a) L. 22.
do
fideiuss. et
mandai.
(40. 1).
hcrcdit aleni fdeiussor accipi potest, quia hereditas personee vice funjritur, siculi
municipium
et decuria et societas.
Digitized by
Googlc
>\OTA*IO\E
(1) Il
ed altrove
un
sogni di
fundus id
iris
non
il
qualunque
fondo,
ma
diritto di servit;
il
ma
proprietario,
il
il
suo patrimonio
B)
donde alcuni
si
provvede
ai bi-
come
di
(e).
. 26.
fl
I).
(c)
il
questo, sacquista
T.
aqitae amisit
fondo considerato dalla legge come subQuestopinione da rigettare assolutamente come priva di fondati argo-
bietto (d).
ritto,
|b)
giuristi
qaod cuiasque
10.
un uni versitas personarum, nel senso dichiarato innanzi, quando molte persone si collegano per uno scopo, ed al loro com1) Si costituisce
Da questa definizione
numero di persone fisicomunemente acmembri si siano ridotti ad
almeno
cettato
un solo
ciate
riguarda
di tre se si
la
fondazione, essendo
fa
si
siano asso-
(b) L. 12.
(c)
de
diritti
la
compongono,
(d)
V. Hacking,
(e)
Savigny, 0.
(a)
L. 7. g. 2. h.
Ist. I. g.
c. II. .
t.
62. Ileise,
I.
. 98. n. 18.
103.
aliis
ntrum omnes
iidem maneanl, an pars mancai, vel omnes immutati sunt. Sed si nnivcrsilas ad unum redit,
magis admiltitur, posse eum convenire et conveniri, quum ius omnium in unum rccidcrit. et
slet
nomen
univcrsitalis.
Digtized by
89
membro o
chiamar si voglia. Per conseguenza i membri stessi possono entrare in rapporti giuridici collunivermedesima (b), ed allora essi sono riguardati perfettamente come terze
persone (1).
3 ) La persona giuridica come subbietto capace di quei diritti, che
convengono al suo carattere intrinseco. La sua idoneit giuridica limitata al patrimonio, e sono quindi esclusi tutti i diritti che suppongono esversiti, e quelli di ciascun
civis che
sit
senzialmente la persona
tsica,
come
diritti di famiglia,
sibile
propriet
de'quali imposla
(2);
essendo
membri
stabilita pel
obbligazioni e
diritti di
non che
le
lutti
non
obbligazioni,
(b) L. 7. . 1.
li.
t.
un procuratore,
sono
Stati
(2. 4).
1.
in ccteris scrvis
corporum dicendum
rev.
(1. 8)
(18.
1.
Idemque
al-
Vip. Si quid universilati debelur, singulis non dekelur, noe quod de-
publicac.
perfet-
est,
sit
sed corporis.
(c)
1).
non
si
ad
utilitaleni
civitas, tenebuntur.
1). L. 5. . 7. 9. de pecun.const.
ita conslituoiur;
mu-
municipibus
Diritto
romano.
12
Digitized by
90
tri
quanto
in
E di vero,
persona morale,
la
non
si
al fisco (f).
e la propria
cord
si
Quanto
ai legati
non
tutte le
v difficolt
le universit (g),
essendo
persone morali.
veruna
di
concederne lacquisto
alle
pur non pertanto fu tardi concessa loro la facolt dacquistare per legato. In sulle prime se ne dette il diritto alle sole citt, quindi ai collegi,
ca;
ai templi,
(h).
mente accordato
alle citt
(f)
da un senatoconsulto, e poscia fu
la regola
po-
(i) (3).
Vip. XXII. g. 8.
(g) Vip. cod. L. un. g. 1. de libert. universilalis (38. 3). L'/p.Municipibus plenum ius in
bonis liberlornm libcrtarum defertur, hoc est, id ius, quod etiam patrono, g. 1. Sed an omnino
bonorum possessioneiu possinl, dubitatur, movet cnim, quod consentire non possunt;
peler
bonorum possessione
ipsi acquircre.
g.
(36. 1).
(h)
L. 117. pr. de leg. (30). Marc. Si quid relictum sii civilatibus, Dinne
vel in erudilionem
opus
site in alimenta
sivc quid aliud. 1.. J22. eod.
L. 32. g. 2. eod. l'tp. Si parli civilatis aliquid sii
quod ad ornatura, vel compendium Rcipublicac special, sine dubio debebitur.
L.
relictum,
puerorum,
de
dub. (34.
L.
6. g. 2.
de auro (34.
2).
L.
2. de reb.
8).
gatura
sit, debeatur.
L. 73. g.l.de leg. (30).Gai.Vicis legata perinde licere capere alque civlutibus, Rescripto Iraperatoris nostri signilcatur.-l'lp.XXlI. 5.-L.20. ad SC.Trebell. (36.1).
Digilized by
Riconosciuta
01
bilire
rappresentanti
stabiliti,
sentanti ritenuta
come
come
per
le citt, e
la
le
Ma
(k).
il
potere di essi
non sono
se al contrario le universit
lont
(1).
ANNOTAZIONI
Una erronea
(1)
propriet dice:
persona
fisica
il
diritto di propriet
ma
futazione,
sar
buono cogliere
il
ma
la
il
condominio,
il
che sar
Le
una
disposizioni sopra
rea universilatis
communis
come meglio
le
sopra una servit, ecc. (n); mentre per le disposizioni del tutto devono
condomini concordarsi, cosi che il veto di un solo pi forte della volont deil che non avviene per l'universit in cui l'opposizione della minoranza non
la, costituirvi
tutti
gli altri;
ha nessuna
efficacia (o).
comunione ciascun condomino pu, se vuole, domandarne lo sciola sua parte ideale cajnbiata in una reale porzione (p); ma per conognuno de'membri deU'univcrsit potr uscirne e sciogliersi dai legami della
associazione, senza che potesse avere la minima pretensione sulla propriet dell'associazione medesima.
3) Quando si ha un fondo di propriet individuale, ed un altro in comune non
pu essere intentala, l'octio finium regundorum jq); mentre si potr benissimo
quando si tratta di regolare confini tra un fondo di un privato c quello delluniver2) In caso di
glimento, sicch
trario
(k) L. 14.
somma
ad man. (SO.
reipublicae
commissa
1).
est.
L. 07. de condii,
et
demons.
quod
(3$. 1).
L. un.
g. 1.
de
li-
L. 180. g. 1. de R.
1.
L.
5. g. 1. C.
de
eflecil,
fit
pr co habetur
tc
si
omnes
L.
3). L.
L. 28.
(p) L. 3. C.
(q) L. 4. g. 7.
3. C.
de commun,
10. pr. de
aqua
et
aquae pluv.
(39. 3).
37).
1).
Digitized by
nello stesso
4)
bro
(r).
(2)
dere in senso legale. 11 possesso come potere di fatto, congiunto alla presenza materiale dellindividuo, pareva incompatibile con la esistenza ideale della persona giuridica. Alcuni opinavano che come eccezione le si permettesse dacquistare il possesso per mezzo di uno schiavo, ma ristretto nelle cose del peculio; altri al contrario
non ammettevano questa eccezione, slantech l'universit non poteva possedere nep-
pure
schiavo
lo
(s).
facolt di acquistare
zione.
Alcuni movendo dalla idoneit di diritto e di volere della persona morale rispondono affermativamente, eccettuando per altro alcuni delitti ed alcune pene (v).
Ma, considerando il carattere proprio della persona morale, e la natura del diritto penale, dobbiamo contrapporci alla opinione di questi giuristi.
Autore d un reato solo la persona umana, 1 essere che pensa e vuole eri ha
unit di coscienza; il che certo non pu dirsi della persona morale che sussiste in
virt della legge; poich, se ben si considera, sussiste l'universit solo in quanto allo
scopo determinalo, e fuori di esso i membri che la compongono non operano come
universit costituita, ma come singolari persone. Ora il commettere lui reato non sta
nello scopo dell associazione ch una tale associazione non sarebbe riconosciuta
dalla legge), e quindi, se reato si commette, non da punire luniversit intera, ma
sono da criminare secondo il grado della loro colpa i singoli membri che vollero commetterlo. N altrimenti statuirono i Romani (y): bench qualche passo male inlerpe|
Che Ulpiano
in questultimo passo
(z).
de
(r)
L. S. g. 1. in
(s)
si
comprende
(t)
II. g.
lin.
2).
L.
7. g. 3.
ad exhib. (10.4)
Savigny,
v.
Sist.
91.
(v)
Mhlenbnich,
I.
g.
196
(y)
182S. L.
13. g.
de dolo malo
Scd an in municipes de dolo detur aclio,dubitalur. Et pun, ex suo quidem dolo non
si
qui rcs eornm adminislrant, puto dandam,dc dolo autent decurionum in ipsos decuriones dabitur de dolo actio.
(z)
L. 9. g. i. quod
itici,
caus.
4.
).
Ediclo generaliter et in rem loquitur, ncc adiirit a quo gestum; et ideo sire singnlaris
sona, quac
cns
mclum
intuiti, vel
sii
per-
popnlus, vel curia, vel rollegium, vel corpus huic Ediclo lo-
erit.
Digitized by
03
persona; ed infatti non dubbio che molti membri di una universit, o tutti ancora, possono commettere un delitto; ma resta sempre il principio che queste persone
individualmente saranno imputabili delle loro azioni (aa); c ci confermalo da moltissime leggi.
.
t
Termina
ziali
che
Termine
la universit
527.
dell'
uni versiti.
e specificamente:
la costituiscono,
to,
tuti
in essi
me bona
3
non vha su
ci deliberazione,
comune consenso,
beni
si
spartiscono tra
C) Di alcune
ed allora
fisco;
Stato,
membri
si sciolga
per
(b).
universit in particolare.
28.
t
T. D. de iure
lisci
U)
(49.
il
T. C.
Del Fisco.
de iure
o con
diritto.
fisco
(aa) V.
Kanjeroir, 0.
la) L. 7. s. 2.
(b)
!..
3. pr.
c.
I.
t. (3. 4).
di diritti,
Ved.
si
gode molti
ai
qua fucrinl
pccunias cominunes,
ma
8- 85.
iis,
illicita,
quum
mandaUs,
dissolvuntur,
ioter se partiri.
Digitized by
2) quanto aglinteressi
3
se
fisco
il
fisco
abbia venduto
nullare la vendita
danni
ha lipoteca
di creditori;
il
il
il
un concorso
legale, ed privilegiato in
cento, eh e
94
le altre
1) ne diritti di obbligazione
ma
la
(1).
ANNOTAZIONE
(1) Si fa ancora quislionc sovra un passo di Modestino, il quale suona: Aon puto
delinquere eu>, qui in dubiis quaestionibus contro, fiscum facile respouderil (b).
Alcuni credono che il giudice in casi dubbii debba decidere conira il fisco. A costo-
ro domandiamo: perch
il
fisco,
pospo-
passo di Modestino:
sona privilegiata;
29.
t
Una
come persona
esser riconosciuta
me
tale
avr
lutti
quei
diritti
di
comune
alle altre
alla vigilanza
ed
al
si
utilit,
pu
voglia.
Co-
persone morali,
riscontro di
una
(a).
ANNOTAZIONE
E
controverso nelle
moderne
scuole se
(b) L. 10.
(a)
de
fiscal,
de iure
fisci
L. 23. C. de SS. Ecdes. (1.2J.-L. 33. C. de cpisc. cl cler. (1.3J.-N.131. c.10. 11. 13.
procedura
civile.
V. 10. N. 13.
(c)
(d)
(1. 3).
n. k.
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95
propria esistenza;
nerale
ma
citt,
(e)
APPENDICE
II.
Manumissione.
Sebbene
umana non fosse in Roma concepita nella sua altezza e uniammessa come diritto la schiavit, Romani tuttavolta non ne sta-
la libert
versalit, e fosse
altri popoli,
manu-
missio. Quest; era solenne o semplice; la prima era di tre specie: viiulicta, censu,
la
La manumissione per viiulicta o manumissio propriamente detta era la dichiail proprio schiavo; il che, dovendo far
cambiare lo stato della persona in modo che un obbietto di diritto addivenisse subbietto, dovea farsi colla forma di una legis actio, e specialmente pei- mezzo della vinrazione del padrone di voler mettere in libert
le parti di
convenuto; e cominciava
il
cundum su am causam
guiva
sacramentum.
il
il
pa-
la
conira
ma
sando
la
pronunziare espressamente
il
le parole:
hunc hominem
missione che fu
la
pi antica,
si
lo
schiavo
(a).
s,
Dopo
Questa forma
di
o col
di
che
manu-
al
La professio consisteva
zione che far
si
nel
nominare
lo schiavo
stato;
perch cosi
Finalmente compivasi
mente
la
che
diritti di
il
lo
si
lo
persona.
dichiarando aperta-
sit,
tempo
liberum esse
della forma-
zione del testamento 'e della morte. Oltre questa libertas dircele data in cui
le)
V. Fanjerow, 0.
()
V. Puchta, Cors.
(b) L. 8.
c. I.
. 60. Saligni/,
II.
g. 88.
Pucta 0.
c. g-
il
testa-
27.
Digitized by
96
il
inanumissor,
vi
ni. Polevasi
bero
pcrmcnsam
diritto di libert,
esimili).
che per
Una
merc dichiarazione
di
la
Ma
novella forma di
dar
liil
la (piale
atto.
manomettere, essendo
alla facolt di
come
la libert allo
Quanto
la
legge Iunia,
la
Ma
si
mentre quanto alla forma si notalo un progresso di agevolazione. Alcune di queste restrizioni hanno motivo giuridico; altre all opposto sono
dettate da necessit politica, e sono speciali tanto, che senza la legge che le sancisce, non avrebbero ragion diessere.Se molti proprietarii avevano condominio sopra
un solo schiavo, uno di essi non poteva affrancarlo, ma il suo atto valeva come rila libert allo schiavo,
nuncia della sua parte, che ricadeva agli altri condomini; in (ine allora poteva afquando costringeva gli altri a cedere le loro porzioni per I' equivalente
francarlo,
valore ed aggiudicare a lui tutta intera la propriet; questa cessione fu fatta obbliil quale ne determin il prezzo legale, e tolse via il ius ac~
Similmente quando era costituito f usufrutto di uno schiavo, e duil proprietario lo manumetteva, l atto della manumissione non
era nullo, ma lo schiavo non acquistava la piena libert di diritto, se non quando finiva l usufrutto; stantech la sua libert avrebbe leso il diritto dell usufruttuario.
Questa limitazione nasce da un principio giuridico, e Giustiniano, affermandone la
giustizia, ammise solamente il diritto dello schiavo di esser libero anche durante
f usufrutto, senza pregiudicare in nessun modo l usufruttuario. Dalla medesima natura la determinazione della legge Adia Sentia, la (piale permise di oppugnare
una manumissione falla in fraudem creditorie, perocchper mezzo di essa si diminuiva il patrimonio del debitore, ovvero si aumentava l' insolvenza di lui; regola
estesa da Adriano anche ai peregrini con un Senatoconsulto (I). Erano statuliberi
tutti gli schiavi, che per promessa avuta avean diritto d'essere affrancali in un
tempo designato, o per una condizione avvenire.
Le limitazioni, che ebbero natura pi politica che giuridica, e che veramente
apportarono cangiamenti al principio della manumissione, furono determinate da
due leggi, le leggi Aelia Sentia, e Furia Caninia. Colla prima si limit il dritto del
manumiltenle, il quale non iioteva affrancal e, se non avesse almeno venti anni; dip-
gatoria da Giustiniano,
crescendi
i-ante
(c)
(e).
usufrutto,
(d) Cie.
(f)
L.
40. 4
).
Top. 2.
(c) L. 1. C.
1.
).
Digitized
by
97
pi poteva solamente esser valida la manumissione l'atta per vindictam, ma il padrone doveva provarne la insta causa innanzi ad un consilium composto in Roma
da cinque Senatori e cinque cavalieri, e da venti recuperatorcs tutti cittadini romani
nelle provincie (g). Ancora questa legge prescrisse, che la manumissione di uno
schiavo minore di trenta anni era sempre invalida, quando non se ne poteva provare
la insta causa dinanzi al consilium. L' affrancazione di uno schiavo condannato per
delitto o marchiato era possibile, ma questi non addiveniva n ci vis n lalinits, ma
aveva linfimo grado della libert, dediti dora ni numero, non poteva dimorare che
ad una certa distanza da Roma; qualora egli fosse sorpreso di qua del cenlesimum
miliarum, era come schiavo venduto in vantaggio dello Stato senza speranza di acquistare inai pi
la libert
La legge Furia
due
(li).
statui
a trenta,
non pi
di
un
terzo,
qualsivoglia
La
numero poteva
latto.
Delle due specie di limitazioni esposte Giustiniano abol quelle che prendevano
origine dalle condizioni dei tempi in cui
Camma dunque
Furia
la
legge fu
fatta.
Le
Con
modo
ordinarono di aggiudicare
commesso
la libert,
si
quali
con lassenza anche giusta, o qualora fosse domicilialo in altre provincie (SC. Rubriantnn, SC. Dasu oliamoti, SC. Arliculeiaiium (i) ).
allaffrancazione, cercasse di esimersi dallobbligo
APPENDICE
111.
Cittadinanza.
La
Romano
glia; onde,
anche pi che
gimento,
la
il
il
massimo
diritto,
ed
in s
comprendeva
libert e fami-
monumento
il
suo svol-
della sapien-
I.
(h)
T. C. dedilieig
(i)
Purlita,
I.
13.
!..
c.
/brillo rumami.
13
Digitized
by
-.
98onde Cicerone che ci rammenta questo stato antico, scrive: Ilostis apud
maiores nostros is dicebatur, quem mine peregrinimi dicimus. Indicarli XII ta Intlae; aut status dies cum hoste. lem: adversus hostem aeterna aucloritas (a)
Appena il Romano senti essere angusti troppo i confini del suo territorio, e cominci la sua missione di conquista e di civilt, e fin da quando lumanit prese a risonalit;
il
una nuova politica, a cui ostava il considerare prive dogni diche ormai venivano in relazione coi Romani.
principio di equit ed
ritto le altre genti,
ostava di
meno
all'
orgoglio
romano
il
diritti del
romano per s
non Romano, e
si lasciasse
merc
cui e
secondo
il
il
si
ga-
popolo
diritto civile,
o se-
condo quello delle genti, si riducono le differenze tutte della cittadinanza; e di vero
il cittadino avea
diritti di persona civile, non cosi il peregrino, a cui dava personai
lit
il
Una
il
agguagliati alla condizione di quei popoli assoggettati a Roma per forza ovvero per
dedizione (dediticii/, la condizione de quali sottostava a quella degli altri popoli, e
siffatti
mamuuessi furon
detti
(b).
Unaltra condizione poi era quella dei Latini, i quali, come abbialo detto, in
parte erano equiparati ai cittadini, in parte ai peregrini. La concessione del comi
rnercium certamente un favore dato al popolo latino in preferenza degli altri sodi,
e che probabilmente risale alle pi antiche origini del popolo romano. Ma anche in
questa classe eranvi due gradazioni che nascevano dalla natura del diritto concesso;
il
commercium
in
mercio facevano
come
la
duo
acquistare
il
com-
commercium
coloniarii; e di quelli
non di
amicos o per cpistolam,
fa) Cie.
de
Norbana dava
solamente dall'obbligo
di servire
come
off. 1. c. 12.
(b) Boi., I. n.
1.1.
Digitzed by
00
inani : e da ullimo Latino di questa condizione era lo schiavo arrancalo che avesse
avido meno di trenlanni contro la disposizione della legge Aclia Senlia.
II.
al
Come non
peregrino e
al
negava
si
maggior
lo
facilit.
Ed acquistava
1 )
la
la
neppure
sia, anzi al
piena cittadinanza
La-
citt;
2) per determinazione della legge Aelia Sentia quel Latino che prendeva a
moglie una Latina colonaria, o una civis secondo la legge Giunia, e dichiarava avanti
a sette testimoni di contrarre un legittimo matrimonio, acquistava allora la cittadi-
anche
al
latti
(causa probare/;
il
un
figlio
an-
ai Latini giuniani;
il
il
parte de beni
il
e forniva
Roma
di farina e di pane;
6) anche
7)
la
il
figli;
dezza;
8) finalmente tutti
Latini e
che
la estese
Pure
si
tutti
noli
che
che diede
e quella di Caracalla
cittadini dellimpero.
la
la
differenza dei
come
la
lex Aelia
per
effetto delle
APPENDICE
IV.*
Persone giuridiche
Ne' primi tempi di Roma non v erano persone giuridiche, perch non richieste
ancora da bisogni civili. Erano associazioni di sacerdoti e di artigiani, che formavano comunit, ma non erano considerate direttamente come capaci di propriet;
poich i mezzi o venivano loro somministrati dallo Stato, o erano messi fuori commercio, come le cose appartenenti al tempio. L idea di persone giuridiche nacque
primieramente quando, accresciutosi Io Stato romano, sorsero dei Comuni sotto la
dipendenza
di
Roma; ma
le)
S.
214.
L. unic
C. de dedit
come
Kb.
(rii.
(7. 3).
L.
un. C. de lal.lib,
loti. (7
fi).
Puchla, O.
c.
ss.
Digitized
by
100
to,
considerato sotto
generali;
1.
Roma.
Appresso vengono i villaggi (Vici) che non arcano indipendenza politica, ma
erano capaci di possedere, e muover lite; e tengono luogo intermedio tra Comuni
Tor, coticiliabula, castella. Quando Roma conquist le terre fuori di
e i villaggi
i
Italia,
queste, sotto
il
nome
di Provincia,
ebbero
la qualit di
persone giuridiche
si-
Tra
II.
giose, cio
le associazioni volontarie si
le
ri, presto formatesi a corpi; tra cui vi ha principalmente il ceto degli scribae appellati anche decuriali dalla loro divisione in decurie. Questi corpi ebbero in Roma
molte distinzioni c molli privilegi. In terzo luogo le associazioni degl industriali, a
cui appartenevano gli antichi corpi di artigiani, e i nuovi di pasticcieri, di barcaiuoli,
e le cosi dette societates, cio associazioni latte per imprese industriali, come la societ per l' esplosione delle mine, le societ delle miniere saline e quelle per la per-
gio sodalitia
surte
ma
conviti modesti,
al
tempo
giulivi,
di
e secondo
mune. Queste societ somigliavano molto a'moderni circoli detti club, specialmente
quando presero sembiante politico; e come furono alle volte cagioni di turbolenze,
vennero quasi sempre proibite, e punite quindi come crimen exlraordinarium.
Tutte quante
ebbero
l'altro
III.
specialmente
Le persone
nome
il
nome generico
di universi talt'S
c coUegium.
di coi~pus
pia corporazione moderno. Tali persone giuridiche erano rarissime nctcmpi antichi, e non aveano quel carattere ed importanza
chebbero di poi al tempo del Cristianesimo. Vi avea dapprima de'lasciti, delle donazioni a' tempii, c dei beni impiegati per atti di beneficenza, ma non erano altro che
beni addetti a quest'uso, senza rappresentanza giuridica, e sotto la dipendenza dello
lesti
alcun
speciale; quello di
Stato.
Fu
il
come
scopo'all' attivit
umana
la carit in
mezzo di fondazioni indipendenti e durevoli. Quindi sursero le Chiese, che aveano beni propini, distinti da'beni ecclesiastici in generale, e
gli orfani
ammalati,
pellegrini,
medesimo
titolo
vecchi,
che
le
fan-
persone
naturali o le corporazioni.
come persona
Digtized
by
il
nome
101
di erario
rimase
alla cassa di
nome con
veniva designato
cui
lo
CAPITOLO
III.
DELLE COSE.
30
I.
Concetto
$$.
li
eonu.
(2. 2).
Schilliiuj,
Manuale
delle Istitu-
SO. OS.
\
Intenti osi
le
il
fa mestieri distinguere in
obbietti che
quae
tantji
nome di cose
prendono perci
il
corporali
11
si
ha
due
si
pu percepire solamente
rapporti giuridici
{a} L. 5- pr.
col-
(b).
come
(h) L. 1. $ 1.
quaedam
mezzo desensi
Romani per
le
possuni);
generale
hanno esistenza
de divisione rerum
1.
).
les
homo,
sunt,
vesti*,
annuii, argenlum, et denique alile re* innumerabilcs. Incorporale* sunt, quae langi non possimi; qualia sunt ea, quae
modo
in iure
in
ipsum
plcrumquc corporale
iu* ulendi fruendi et
ipsum
quod
ex aliqua obligatione
. 1.
de
damno
nam
et
nobisdc-
ius successioni* et
V.anc. L. 13.
quoquo
et iura
. i.g. Ins h.
t.
Digitized by
102
Importanza giuridica
II.
I.
delle cose.
31.
Le cose immobili
si
Romani intendevano per fondi urbani tutti gli editimi situati in citt o in campagna; fondi rustici al contrario quelli, dai
quali se ne ricavano frutti; per un orto, il quale messo con ledificio di
modo che ne forma un accessorio, un fondo urbano (c).
I Romani adoperavano anche la voce praedium suburbanuin per iurustica et urbana
).
te) L. 18' 8 2. de hered- pel. (3.3), Vip. ISunc videamus, quae icniant in hcred ilatis pelinone. Et plaeuit, universas res heredilalis in hoc iudicium venire, sive iura, sivc corpora
siot.
(a)
(h) L. 1. g. 0.
de
vi
13. 16
).
Ili).
Piane
ai
qnae ree
quemadm.
(7. 9
).
19.
!..
3. g.
13 eod.
). L. il de R. V.
unde quia
!.. 1.
(
6. 1
g. 1 ile
).
Gai.
praed.
L. 3. 1. g. 1.
(
8. 1
).
L.
in
30.
'20.
oppidia. sed et
si
tantum descrvientia, quia urbaniim praedium non locus fased materia. Prolude hortos quoque si qui sunt in aeililiciia consimili, dircndum est urhanorum appellacene contineri. Piane si plurimum horli in redilu sunl, vinearii forte, vel etiam
ci!,
olitorii,
magis
bari-
Digtized
by
dicare quei terreni,
103
si
dicono se moventes,
B. Urli*
Non
tutte le
la
(g).
32 .
diritto; in
questo
),
le
cose profane
Le rps divini
le
divini
iuris
in esse si
distinguono
(d) L. in. C.
(e)
camus,
de praed. min. ( 3. 71 ).
item moliitium appellatone idem siguili( 30. 10). Cela. Movenlium,
(amen apporci, defunclum animaliuni dunlaxat, quia se ipsa nmverent, morenlia
L. 93. de V. S.
si
ndqu.
41.
L.
res, veluli
I.
C.
1 ).
g.
42. 1.
).
de usuc. Iransf.
(1.8). Gai.
iuris, aliae
muri
el porlae,
aulem
13. g. 2. de re iudic.
).
L.
3. g. 1. 6.
de
1 ).
de div. rcr.
quoque
est.
L. 1. g. 0. de posi. (3.
rcr. doni.
7.
31
Summa
Immani. Divini
quodammodo
quod Immani
).
L.
13.
de R.
1.
30. 17
).
iuris
iuris est,
Quod
plerumque alicuius
in
Digitized
by
104
le
mura
(c).
mezzo
un
di
ilei
l'atto
intenzione di rendere
l'
tempo
il
un
il
quanto queste erano nel diritto d' usare di quel luogo. Il carattere di
si perdeva per mezzo della publica autorit, o quando un
cosa religiosa
sono
le
le fiere
che
si
le
res nullius,
(e);
ma
perde allora
L. 6.
(b)
).
luti
aedes sacrae
constitulioncm
pr.
est, id nullius in
il
Nullius
autem
Louis est. .
el
!.. f.
g. 2. 3.
(g).
de rer. div.
(1.
8) g.
7. S.lnsl.
de
Sacra sunt quae rite et per ponlilices Ileo conserrata sunt, vo-
8.
dona, quae
1).
rite
Locus autem,
in
sacrum
sibi consliluerii,sarruin
non
(c) g.
9. g. 3. 4. L. il. eod.
de
(d; g. 9. Insl
mortuum
inferi in
de religiosi
sunt
li.
rer. div.
locum smini.
).
L.
de
de div. rer.
illa,
2. g. 1.
).
rer. div.
Rcligiosum
ved. anc. T.
44 C. eod.
(f) !..
(g)
2. 1
2.
(
(
1.
3.
44
I).
tornili
dum
L. 34
).
1 ).
L. 10. eod.
facit,
).
!..
L.
omnium communio
3. 4. eod.
3. 4.
ne quid in
loc.
pub.
(43.8).
Digitized
by
le
105
publiche piazze,
uso publico
all
strade publiche ed
33
Le cose
mente, species
come
suolo delle
il
1.
non
fungibili.
possono presentare alla nostra percezione, o individualcertum corpus, o come obbietti di un genere, genus, in-
si
,
certum corpus. Queste seconde sono appellate nei fonti res, quae numero, pondere, mensura consislunt, dette altrimenti fungibili, non fungibili le prime. Da ci nasce che quando ne rapporti giuridici si pretende
una determinata cosa, ossia quando la cosa si presenta nella sua individualit,
il
allora
non
medesima
altra,
si
ha facolt di sostituirne un
altra della
2.
altra;
le
(a).
cose fungibili in
massima parte
si
Una cosa
privarne,
praetorias,
les
quaedam
alii
si
pre-
8). Vip.
non
suo valore.
consulares vias appellaot. Privalae suoi, quas agraria quidam dicunl. Vicina-
sunt,
nel
dam
ma sempre
sunt
si
vel
quae
in vicos ducunt.
Cassii,
quum
L. 1. 3 7. ad leg. Pale.
(a) L. 54. de V. O. ( 45. 1 ).
L. 6. pr. de rei vind. (6. 1).
L. 2 8 1 de reb. cred. (12. 1):
2). 26. C. de usuris ( 4. 32 ). L. 29. de solut. (46. 3)
Paul. Mutui datio consistit in his rebus, quae pondere, numero, mensura consistunt; quoniam
eorum dalione possumus in crcditum ire, quia in genere suo functionem recipiunt per solutionera magis, quam specie; nam in ceteris rebus ideo in credilum ire non possumus, quia aliud
(35.
pr
(b) L. 30. 8- 6.
Inst.
de usufr.
2.
Diritto
non
de legai.
potest.
30
).
-L.
34. 8- 4. eod.
L. 37. pr. V. 0.
45.
1 ).
- 8- 2.
4 ).
romano
*4
.
Digitized
by
106
. 34.
A. Delle conti dividile ed Individue.
individuae
et
pure in
to,
diritto si
dividuae
le cose sieno per natura divisibili all infinidicono indivisibili quelle cose, la cui divisione venga
a distruggerne la sostanza, o a diminuirne il valore totale. Pur ci nonpertanto le cose si rappresentano in diritto o pr parte divisae o pr indivisae.
divide, sicch
rappresenta un
ch ognuna
si
(a)
eccetto le cose
fungibili.
ma
della cosa,
bens
partcs pr indiviso
una
(a)
o sia
tur
),
10. 3
).
id
est,
in confinio
unilum voca-
fundum extendilur, quamdiu cohaeret fundo, c regione cuiusque lnium uiriuscommuni dividundo iudicium veniunt; sed quum aut lapis exemptus aut arcommunis pr indiviso fiet.
de stipai, servorum (45. 3). Vip. Servus communis sic omnium est, non quasi
(b) L. 5.
singulorum
corpore.
1
de V.
car!,
tis
V.
pr diviso nostrum
ulramque
appellatione
O.
45.
1 ).
sit, id
significeri.
72 de V.
quam
21. 2 ).
L. 25. g.
L. 5. g. 15. commodali ( 13 6 ).
(
10); Paul. Quintus Mucius ail, partis appellalionc rem pr indiviso signifi-
L. 04. . 4. de evicl.
S. (50.
nam quod
(c)
L.
in
7. 4
).
L.
1. . 9.
ad leg. Falc.
35. 2
41. 2
).
).
L. 2. . 1. 2.
Digitized by
107
. 33 .
K. tirile
Organicamente
res unitele
);
ed
riamente
avr
la
in tre
modi:
in
cosa singola.
res connexae
)
sieme un
tutto ideale
Qui per da
anche
rum
cose connesse
le
si
universitates rerum)
riflettersi
(b),
che
(a).
rerum distuntium.
coliaerentium, e universitales
ANNOTAZIONE
la universitas rerum si fa comunemente distinzione tra
et universitas facti; la prima sarebbe il patrimonio preso nell' inla massima
locum pretii, et pretium succedit in locum rei. Per lesattezza di una
simile teoria si cita un passo dei Digesti (b), reputandosi universitales turis la eredit, ossia tutto il patrimonio del defunto, ed il peculio, ossia il patrimonio di una
Per
ci
che riguarda
universitas iuris
persona soggetta alla potest di un'altra. Le universitates facti al contrario sarebbero tutte le altre universitates rerum distantium, appunto perch per esse non
applicabile la sopraddetta
massima
come
caratteristica,
p. e.
biblio-
teca, ecc.
Quantunque questa
rarsi contrarii
s fatta
teoria paia a
divisione,
prima
come
quella che
si
colloca sopra
(c).
(a) L. 30 pr. de usurp. et usuo. ( 41. 3 ). Pomp. Tris genera sunt corporum: unum, quod
rontinclur uno spirilu et graccc vv/m vocaniur, ut homo, tignum, lapis, elsiroilia; alterum,
quod ei contingenlibus, hoc est pluribus inter se cohaerentibus constai, quod <ivyyQj.ft\r , voca-
noti
L.
8 quod
23
ti
pr.
de nsuc. et usurp.
aul ciani
V.
43. 21
41. 3
).
L. 1
g. 11.
de acqnir.
rcr.
dom.
41. 1 ).
).
de hcred. pel.
Muhlenbruch, Obs.
iuris
(5. 3).
c. 1.
Digitized
by
dit
stione;
tendere dal possessore dell'eredit il prezzo di una cosa ereditaria venduta da queil lucro fattone, ed a questo riguardo detto: in locum hereditariae
rei vendita e pretium ei-successisse, et quedammodo ipsum heredilarium factum. Di
stultimo, ed
qui
si
il
sempre
il
ha
voluto
estendere questa regola mal compresa alle altre universit per la leg. 20. .10. "cit.,
la quale cosi si esprime: Non solimi attieni in hereditate utimur Senatusconsulto,
sed in peculio castrensi, vel alia universitate, che si voluto interpretare in questa
guisa il senatoconsulto vale non solo in riguardo alla petizione dell'eredit promossa
dal successore universale, ma ancora riguardo aH'ocfio in rem universalis, con la
:
quale
il
figlio di
famiglia chiede
il
peculio che
gli
lenbruch
(c),
come
la
il
il
Mh-
ma
norum
rileva dalla lettura del passo citato, nel quale lazione data esclusivamente per
universit di diritto
zione iuris
et facti.
fa
come un
tutto, o se venissero in
considerazione le singole cose che la compongono. Nef primo caso l' universitas resomiglierebbe aH'umversifaSpersonarwm, stantcch in questo modo si avrebbe
rum
fd) L.
(e)
0.
(f)
c.
3).
pag. 338.
is,
1).
ila et peculii
recepla est.
Digitized by
oo1
liti
di diritto,
il
composto, rimanendo
lo stesso
anche se
si-
operasse un cambia-
vengono sempre considerate le parti, che unite formano l'universit, e che per caso e non essenzialmente vanno sotto nome collettivo.
Per il primo caso si potrebbe ben adoperare lespressione di univemtos iuris, pel
secondo il nome di universit facti. Quando abbia luogo l'una o l'altra non pu determinarsi con regola generale, ina pu concepirsi solamente secondo la natura dei
ne' rapporti giuridici
assolutamente abbia
teplici universit
il
Non
vi
ha adunque universit,
pu secondo
le
ma
la
quale
uno ed ora
l'altro carata
Nella teoria del possesso ed in quella dell usucapione che ne dipende non
1
d universits iuris, imperocch impossibile che si possedesse una cosa ideale;
non si possiede n si prescrive p. e. una gregge come tale, ma i singoli animali, e,
se tra questi vi fosse una res furtiva, sarebbe impossibile per essa lusucapione, laddove che sarebbe tutt' altro se potesse mai considerarsi come universit iuris.
2) Quando l'universit obbietto di una vendita si pu congetturare dallinten,
si
una
si
sit iuris; e la
vendere e comprare
la bi-
volumi singolari che la compongono, allora una univerconseguenza sarebbe ebe non si potrebbe muovere azione in caso di
blioteca senz'attendere
ai
come
il
contrario se
universit facti
(g).
Delle Pertinenze.
Tra le cose accessorie, quelle cio che, non avendo esistenza indipendente, sono collegate con altre o ne dipendono giuridicamente, mestieri
far parola prima delle pertinenze, le quali sono cose connesse alla principale in
modo da formarne
parte
natura.
La
messa
in uso (a).
8- "1.
(g)
(a)
non
fistulis
1).
Vip. 8-
Castella
plumbea,
Digtzed by
iti
come ancora
rtobili,
(b);
senza esser
gli
di
un
edifcio
non pure
quello eh destinato
addobbi
frutti pendenti,
eec. (d).
tutto ci eh unito
uso esclusivo
all
(c).
Co-
come
con esso
delledificio
fxa vincta
ma
),
di
principale. Onde
il
tempo medesimo
sogno
suolo
(e).
al
la
37.
T.
de usuris cl frurlib.
I).
Spesa
impensa
22. 1
Delle
S|ietc.
).
cosa.
che
le
(b) L. 52.
Qui
domum
(a).
3. <lc act.
possidebat,
eum
L.
per
domum
de pen. legala
3. g. 11. L. 4. pr.
(c)
(d)
de pign. et bjp.
(e)
vend.
20. 1
33. 9
legata contincbitur.
1).
33. 7).
L. 242. . 4.
L. 243. de V. S.
(a) L. 1. g. 1. L. 14.
si
1).
I..
si
!..
16. pr.
quo ardes
L. 79. de
perficiantur.
ait,
facianl,
g. 2. Voluptuariae sunt,
quam
Im-
sit. g. I
50. 16
33. 10).
chni, non sunt aedium, oroalus eoiin aedium causa parantur, non
Cliles
domus
).
).
19. 1.
si-
necesse Tue.
Bu-
Digitized by
Googll
Ili
Quanto
che
Per
non
le utili
si
che ha latto
ha regola
ma comunemente accettato
medesimo diritto di ritenere la
certa,
il
il
mala fede al contrario non abbia che la facolt di togliere dalla cosa quello che fu impiegato per migliorarla (ius tollendi) (e).
3 Finalmente per le spese voluttuarie il possessore di buona fede
ha il ius tollendi, quello di mala fede diritto nessuno.
Generalmente poi il ius tollendi non pu essere esercitato che con le
ili
seguenti condizioni
mente
che
cipale;
il
la
che
la
non prescelga
che
final-
di risarcire le spese.
38.
T. D. De usuris
et fruct.
22. t
Re Fratti.
).
T. C. de
frucl.
7. 31
).
per contrario
(b) L<
cipositus est
fiet,ul, si
(c)
eiposit.
qua
13. i
).
L.
5. C-
de
rei vind.
in
32
3.
).
L. 1.
non possa
C.
de infant.
si
ita
alendo eo, vel forte ad disccnduni arlilicium iuslc consumta fuerint, restiluas.
L. 5. C. de rei vind.
(a) g.
Si invito vel
3.
32
).
l.
).
4.
(2. 5).
Sed
si
pecoris, voluti
iumentorum.
L. 62.
pr.
in
eadem erunt
de
L.
13. b.
navium
t.
et
Usurae
a fructibus separari.
Digitized by
una schiava
di
come il parto
trafrutti,
(c).
umana
stria
(d).
t
I frutti diconsi pendenti quando sono attaccati agli alberi; essi non
hanno propria oggettivit, formando parti integranti dellalbero al quale
sono attaccati, e da cui necessariamente dipendono (e). Appena separati,
acquistano una individualit propria e distinta dala pianta; e non sono,
come da alcuni si crede, parti separate dell'albero.
)
2 ) I frutti sono separati o percepiti; i secondi son quelli, che il possessore ha fatto suoi, o che ha separati con qualche atto suo proprio.
avvenendo
sottile allintelligenza,
il
come
de frutti (g).
4
pti);
Finalmente
sono
frutti
si
esistenti
il
posses-
sore, gli altri son quelli gi goduti o consumati; anche questa distinzione
importante per
la restituzione defrutti,
(e)
fi.
1. h.
prprietatis perline!;
L. 45. h.
te)
L. 44. de
pr. h.
consumati
in trucia
non
(h).
est, ilaque
in tracio esse,
quum
ad dominuin
orane* fructus
gratin comparaveril.
Paul
Ialianus
ait: fructuarii
quam
fructus tane
fieri,
I.
Papin. Generaliter autem, quum de fructus aeslimanquaeritur, constai animadverti debere, non an malefidei possessor fruilurus sii, sed an pcL. 62. $.
I.
de
rei
ind. (6.
32
).
Diaci, et
1).
possidere licuissel,
3.
possessore di
il
I.
soli exstantes
(g)
dnm
t.
(t)
qnum
restituire
giacch mentre
Maxim. Certnm
quam
1). L..22. 8-
lilia
Digitized by
113
$. 31.
Dcllr
Dure.
1639
Bel.
Nood,
De
cose fungibili.
Sisl.
liber. I.ug.
122.
Salmutiui, De usuris
VI. pag.
Sarigny,
si
(a).
tutto accessorio;
onde
le
seguenti
conseguenze:
1
Appena
si
ch
cipale,
si
pu
Le usure
si
la loro estinzione
succede ex tane
neppure per
le
arretrate, giac-
(1).
(b).
di
pagare
il
capitale anche
a favore
mandan-
ti!)
ti;
L. 23. C. h.
I.
Diocl. et
V. S.
mutua
da-
L. 121. de
(30. 16).
(b) L. 3. g. 6.
19. 8).
(e)
(26. 7).
L. 1. 3. C. h.
L. 10. g. 3.
L.
mand.
).
L.
vel coni.
17. 1
).
L.
L.
t.
I.
7. g. 1.
1. g.
1.
10,
12.
L. 32. g. 2. h.
fide! contractibus et
Diritto
15
Digitized by
te;
114
pupilli; 4)
il costo, obbligato agli interessi, dal giorno stesso che ricev la merce;
5) quando si promessa una dote, gl'interessi cominciano a correre due
anni dopo la celebrazione del matrimonio (d).
2 Le usure diconsi volontarie quando dipendono dalla volont delle
)
loro interessi.
Sono
pos-
trio
privati di convenirle
che
d interessi arretrati,
sia
maggiore
di
quella
(e) (2).
diminuiscono
il
capitale;
si
non
si
potesse eludere
somma
la
(f).
pena di diminuzione
d interessi sotto
permesso in
pagamento era fatto prima del tempo della
scadenza, ammesso sempre che non fosse per mascherare usure illeci-
della
il
te (g).
a)
Quanto
alla
misura
sono
degl interessi vi
illustri
di alto
l8
L. 17. s-
le
seguenti eccezioni,
per 100. b
Le persone
fi-
L. 13. h.
t. L.
12.
L.
9.
le
il 4 per 100.
usure rimaselo al mas-
5. C. eod. (4.
(e) L. 10. C. h. t. Antonin. Usurae per tempora solutae non profciunt reo ad dupli contempla lionein. Tunc enim ultra sorti summarn usurae non ciiguntur, quolics tempore solu-
tionis
summa usurarum
eiredit
eam compulationcm.
Yed. L. 27.
. 1. eod.
L.
*2(1.
g. 1.
de
L. 44. h.
l.
Si quis
si
(19.
1). L.
modum
modum
29. L. 9. pr.h.t.
usurarum licilum
L. 18.26. g. I.C.Ii.
|.
licentia creditoribus, ex pecuniis foenori dandis aliquid detrattore vcl retinere siliquarum voi
L.
sportularum vcl allerius cuiuscumque gralia.
(g) L. 26. g. 1. C. h. t. L. 37. pr. de pactis
3. g. 6.
(
2. 14
).
de onn.
debitore acceperat tacite pactus videtur, ne intra id lempus sortem pelai. L. 2. g. 6. de dol.
exc. (44. 4).
Vcd.
noi. pr.
Digilized
by
come
siino
nellantico dirilto
115
12 per 100
),
il
due casi, cio per le usurai rei iudicatae, e por riparazioni fatte per
una casa in condominio, d Finalmente per villici non si poteva stipu-
in
lare
di l del
iti
Quanto
al
bbo
principale, e si
si
le
la
medesima azione
della obbli-
I'
non avendo
obbligazione principale
ne
(i).
il
A
Nel caso che
(I)
vi sia
(k).
seguenti casi
Quando un individuo non debitore, ma per errore paga le usure, egli posempre ripeterle anche quando riteneva dato senza usure il supposto capitale, e
1
tr
DOTAZIONI
secondo lui, sarebbe contemplato il caso, quando uno paga scienle indebite usure (n). Questa opinione ha per fondamento una distinzione
una legge, che parla nella maniera pi assoluta, il che sarebbe opposto alla
temente
fatta in
lij
L. 20. g. 1. C.h.
t.
L.2.
3. C.
de iisurae
81). L.4.C. de
i) I.. I. C. depositi ;t. 31). Alexand. Sed si quum depositi actione expertus es, tanluminodo sorti facta condemnalio est, ultra non potest proplcr usuras experiri. Non mini duoc
sunl anione,
!..
13. C. h.
t.
L.
19.
de
aet.
ruota
iterata
aedo
rei
I).
(k) L. 1. C. de iud. ,3. ij .Sci-eros et .Intintiti, ludiciu cueptu usurarum stipulatio Don est
perenna, superest igilur, ut debitorem cius tempori, quoti non est in iudicium deduclum, con-
venire possi
L. 41. 1. 2. b.
(m)
vii,
!..
20. pr. de cond. indeb. (12. 0). Vip. Si non surtem quis, sed usuras indebilas sol-
si sartia
Severus
si
supra
modum
Icgilimum
solvit,
Divus
modum
Ved. Saggi
civili p.
si
simnl solveril?
locum habere.
Digitized
by
nota regola
ch, se
si
interpretazione: lege
d'
est
distinguere;
a contrario
delle
prime parole
si
potr giungere
che un individuo,
che non ammetter certo il Weber. L errore di questo giurista nasce massidall aver voluto scorgere un analogia tra la obbligazione principale c
un capitale indebitamente pa-
al risultato,
il
lo,
il
mamente
concedevano
come
interessi,
)
si
per errore,
e,
giacch diminuiscono
capitale,
si
potr ripetere
il
resto.
ma non quando
si
si
opinione pi mite permette una ripetizione delle usure indebite anche quando
siano pagate prima del capitale
mezzo
di
un
rescritto di Filippo
(q).
|r),
Non
subirono
le
si
si
fonti se
non
si
seguissero
le fasi,
che
foenus unciarum, che fu introdotto nelle leggi delle XII Tavole (t), il che equivaleva alla dodicesima parte del capitale, che calcolato secondo T anno Romuleo di
304- giorni, importerebbe 1 8 per 100. Posteriormente il plebiscito Genucio nel 412
viet i contratti ad interesse per soli Romani, il quale divieto fu esteso a tutti, anche ai contratti tra latini e peregrini, per mezzo della legge Sempronia nel 561. Se
il
(p)
Paul. R.
,q!
(r)
L. 18. C. h.
est.
V. ni
S. II. 14. 8- 2- 4.
t.
I.
licei
esclusa seteria iuris anelate, repeti posse, perpenaa ratione (irmetum est.
(a)
(t)
V. Vangerow, O.
c. |. g.
76. ann. 2.
Digitized by
ondo queste
leggi
17
non erano
nulli,
ma davano
di-
timae usarne, fondandosi sugli editti de' magistrati; eccettuato fu lequivalente del
godimento di una moneta che correva sommo pericolo, particolarmente in caso di
spedizione per mare, pecunia traiectitia, poich in questo caso la quantit degl' interessi
foenus nauticum fu lasciala libera al consenso delle parti |v). Le usure
centesime importavano i! 12 per 100, dette cosi, giacch ogni mese pagavasi luno
per 100.
Affinch si determinassero bene le usure pi miti, si consider la quantit degl' interessi come asse, del quale ciascuna parte si appellava oncia. Diviso adunque
)
sis
pars
/uincunx
uncia
Per
ossia
il
la
bis
triens.*^^; itodrans
e finalmente
j*
qual cosa
si
le
dequadrans
i.
la
il
os demta qua-
e.
dcunx demta
-pj
massimo
degl' interessi.
4 per 100, e lesse* le due terze parti che sar 8 per 100,
le semisses il 6 per 100, ecc. (x).
il
le
usure quadran-
3 per 100,
40
limite dell'usura era stato in gran parte consigliato, per evitare che
Il
guiva quando
il
il
danno se-
dare
si
seinis (seMasis=-j^
dextans u decunx
j-j
^J;trieus
quincpie lincine
/ics
drante
te
ciac
si
quadrati*
le
Romani ana-
II.
(V)
V. l'uchta,
fi)
A'iebuhr.
(a)
de. ad
iuj
bill u z io ni
14. . 2.
||.
(a),
I.
g. 261.
Digitized
by
ed
118
il
Pure avvengono
cismo
tacito:
pitale,
questo
si
come
carattere
tali,
suoi conti, condannato, deve restituire non solo glinteressi di un capitale del pupillo, ma ancora gl interessi dinteressi. Anche in questo caso
sempre
le
suppone
annualmente
CAPITOLO
IV.
Concedo
Ogni
atto
o movimento della
do esteriore, un
fatto,
il
quale,
generali*/
umana
volont che
quando seco
volont,
pu manifestarsi positivamente
e pu invece produrre
non
effetti giuridici
in
prodotto fatto alcuno (omissione), ed in questo rapporto le omissioni sono considerate dal diritto come vere azioni produ-
starsi, ossia
si
esterno;
fatto,
;b
L. 27 de
re iud. (42. 1)
conccssum
et totius
soinmae usuras
stipular!
certe erat
quae
qui revera
nullo
modo
licere
temporis vel futuri in sortem redigere, et earum iterum usuras stipolari, sed
etsi
secutum, usuras quidem semper usuras manere, et nullum usurarum aliarum incrementimi sentire, sorti auleta antiquae tantummodo incrcmentum usurarum accedere. L.3.C. de usur. rei
iud. (7.
54).
Digitized by
quando
si
119
nell
effetti
civili.
Da questa
zione sopra tre punti essenziali di questa materia: 1) sul fondamento primo del fatto giuridico o la volont, e propriamente sulle azioni in generale; 2
sui latti giuridici stessi, o sulla volont gi manifestata e determinata per un obbietto di diritto, che pi propriamente appelleremo ne)
gozi* civili, e 3
finalmente sui
fatti illeciti.
SEZIONE
DELLE AZIONI
I.
Savigny,
Sist. III. g.
IN
42
I.
GENERALI;.
10G.
diritto
effetti
di diritto ha in s come persona lidoneit della vopure per circostanze congenite all umana natura o esteriori, sonovi
in diritto persone, alle quali quest'idoneit manca o continuamente o temporaneamente.
civili.
lont;
suo
membri (. 26).
Sono momentaneamente non idonei di atti coloro i quali hanno
gi intelletto sano, ma che il lume della mente abbandona per qualche
2
o d'iracondia (. 20).
Vi sono casi di parziale inidoneit presso quegl'individui, pei quali
la legge
minori, diver-
Digilized by
semente secondo
120
gradazioni di et.
le differenti
prodigo o
11
dichiarato
il
che riguarda
rapporto poi
le alienazioni; in
ritenuto la sua
ai fatti illeciti
11
. 13
A Della violenza
)
Savigny, HI. $.
La
(4. 2).
I.
C.
ile
mclusve causa
his, qufie vi
114.
giuridico,
Una
di queste circostanze
esercitata in vario
la
onde il fatto giuridico che ne consegue dovrebbe essere di nessun valore. Tutto ci non n vero, considerata la
non
diritto
ci
un
atto
come
si
manifesta esteriormente.
un
romane; imperocch in
il
concetto di violenza e
dobbiamo decidere
di fatto,
della libert di
1 il>ero
si
manifesta
tanti partiti
da eleg-
(a)
L. 3. b.
t.
Vip. Meiuni arcipiendum Libeo dici! non qucmlibet timorem. sed maioris
inalila tjs.
quia,
quamris
Paul.
si libertini etsel,
Si
metus coactus
me
lieredriu affici,
votai.
PiQili zed
by
Googlel
I
guarentire
121
la libera
ad un certo punto pu considerarsi liberamente espressa la volont, anche da colui ch' costretto dal timore, pure il timore gi per s un ostacolo
si
riconoscessero
ad un atto di questa natura. Guidati da questo prinRomani apprestarono alcuni mezzi al violentato per esi-
cipio di equit,
di usare
Affinch
i
il
si
desse facolt
seguenti requisiti:
timore sia
il
tale,
al pericolo,
B) Dell'errore.
T. D. de iuris et
lonell.
Comm.
facti
iur. civ.
I.
c. 19. ss.;
T. C.
Savigny ,
b.
t.
(1. 18).
111. .
che torna
(c)
(d)
L. 116. pr. de R.
L. 6. h.
I.
Gai.
J.
al
(SO. 17
).
L.
3. ex
abesl;et hoc ex efleclu eius imclligilur. Sed non sudici!, quulibet terrore
L.
L.
L.13. C. de trausact.
L.
L. 9. pr. h.
(e)
t.
Diritto
ramano.
2. 4
).
3. g. 1.
7. C. h.
2. de rito nupt.
23.
!..
abduclum
7. g. 1. L. 8. g. 1. 2. L. 22.
23
timuisse,
. 1. h.
t.
).
16
Digitized
by
122
seguenti
principii:
I.
menoma punto
la libert
dei quali
pi importanti sono:
specialmente
civili,
nei contratti,
quando riguarda
chiararsi
(a);
p. e.
trae
il
quale
sere
il
II.
12. 4
Vip
).
18. 1
).
Ved. L. 63.
4.
).
2.
g.
curii
(c)
1. C.
est,
non
pr.
de iotcrd. matr.
(8. 6).
de
Sever. et Anton.
connubium
soluberriinc su-
Thtod. g.
L. 31.
).
blatum
fuiuruin, repelere
3. Post
).
L. 3. in
nulli
f.
quam
de cond. indeb.
L. 9. g. 4. h.
t.
12. 6
L. 10. de O.
et Act.
dominum
44.
).
non a domino
ei tradatar,
domi-
nila efficitur.
Digitized by
Secondo
il
123
/idei
come
frutti
p. e. la possibilit di
il
di
buona fede
modo
2
di
Quando
un tempo
dipendere
la legge fa
utile,
vengono presi
un
la perdita di
diritto dal
decorso
tempo,
legali pregiudizii
(f).
si
ha
il
(g).
diritto
a ripe-
terlo per
>
Lignoranza sui
comprato
condizione
la
ti).
fi
)
figlio
di famiglia,
errore lo
III.
forti
motivi di ritenere
In
tutti
me producente
effetti giuridici,
ni, lerrore
lf)
acd. cd.
1,.
(g)
2. 8-
21.
L.
non scusa;
38. 18
).
L. 15. g. 5. quod
ti
lui clam.
quod.
6.
fals. lui.
27. 0
30
6.
).
).
si
Gai. Inai.
L. 6.
L. 55. de
43. 21.).
).
L.
1.
quis ordo
1.
).
quale
termi-
la legge, in
de calumi). (3. 6
il
altri
la
11.
171. sqq.
id actor ignoratil
dabo
in
integrum reslitulioncm. Scienti non subvenit; merito, quoniam ipse se decepit. g. 33. Inst. de
act. ( 4. 6 ).!.. 1. 8. 17. de separai. ( 42. 0 ).
L. 13. pr. de msl. ad. ( 14. 3 ). L. 11. pr.
44. 2
Ad. ( 44. 7 ). Gai. Is quoque, qui non debitum accipit per errorem
quidem quasi ea mutui datione, et eadera aclione tenetur qua debitore: cre-
L. 5. . 3. de O. et
solvemis, obligatur
ditorihns.
(i)
g. 3. de cond. ind.
L. 26
L. 14.
g.
L. 3
pr.
1.
probandum
12.
).
est,
).
).
Vip
14.
).
Pompon,
natusconsulto,
crcdebat.
L.
quum
1. 2. C-
g. 1.
scit creditor
eod.
ad SC.
eam
4.
28
Vellei.
).
15. 1
).
intercedere.
Digitized
by
124
circostanze
giusto motivo di scusa quell'errore, che ha per oggetto le
fatto
esterne che possono avere una pi o meno grande influenza su di un
me
Regula
quidam ignorantiam cuique nocere, (ad vero ignorantiam non
La ragione che non si pu ammettere un errore sulla esiquanto
stenza o sul tenore di una legge senza una grande negligenza, in
coche la legge dal momento della sua publicazione si suppone essere a
con
poich
il pi delle volte, anche
pefalti,
poi
non
cos
tutti;
di
noscenza
giuridico. Tale distinzione espressa- in questa guisa nei fonti:
est, iuris
nocere
(1).
una diligenza
diritto;
il
princi-
motivo di
pio, essere la diligenza o la negligenza il solo fondamento di un
scusa o di non scusa; donde chiaramente risulta che l errore di latto non
sar mai scusato sempre che sia l'efFetto di una gl ande negligenza, e si
ignorato quello che tutti sanno. Al contrario un errore di diritto sar un
giusto motivo di scusa per quella persona, la quale con tutta la diligenza
una disposizione di leg-
ge (m)
(2).
le
di persone, e
zione;
minori,
soldati, le
donne, e finalmente
In rapporto ai minori
pu avere
rustici.
il
L. 9. pr. b.
m
ma
ma non
quando
si tratta di
nel lucro; e se
per-
qualche leg-
t.
L. 9. g. 2. b.
t.
Paul.
negligenlia obiicialur
quid cnim
si
ille
si
non
ei
stim-
solus ignorai? El
ree te
Labeo
definii, scienliam
prudenlia inslruclus
accipiendum
fin.
est.
sii,
Ved. anc.
I..
6. L. 3. g. 1. eod.
detrimento
emt. (18.
1).
L.
li.
f.
21.
1).
sii iuris
6,.
L.
15. g. 1.
L.
2. in
de conlrahcnda
1).
I..
5. g. 1.
L.
(o)
L. 1. C. h.
t.
L. 22.
Arma elenim
g. 15. C.
magia,
quam
de iure delibcrandi
Digitized
by
ge
in rapporto al soldato
125
il
3 ) Le donne sono ancora privilegiate in questo rapporto, ma solamente in alcuni casi determinati dalle leggi; in rapporto al lucro esse non
hanno un simile privilegio: i casi in cui la donna privilegiata sono dati
in una legge speciale (q), e generalmente essa va libera da molti danni determinati per certe azioni proibite
Finalmente
per
rustici
(r).
la loro
sono
(s).
ANNOTAZIONI
(1)
Alcuni
esprimono
testi si
in
al
pio contrario,
non
ammessa
sabile
enim voluntas
lus
sit
pu
ci
il
princi-
Aon
si
trovano
le
Aulb,
cnm nul~
seguenti massime:
(t).
effetto alcuno, e
questa
si
ritiene
come
non lo stesso per quando in un fato disposizione di ultima volont, l'errore riessenza detrailo stesso. Imperocch in questo caso
guarda
la sostanza,
tenore, la
il
la volont apparente,
(pj L. 9. g. 1. h.
!q)
L. ult. C. h.
t.
il
V.
Leo
ann.
et
l'errore
solamente netno-
(2) al pres. g.
quae praetcrmiserinl
tra c La re in his,
mnum
t.
liceat
vel ignoraveriot,
slaluimus
si
aliquid circa ius vel substantianr suain patiantur, in his lantani casibus, in quibus prae-
g. 10.
(s)
tem,
ad SC. Turp.
adendo
(2.
13
L.
48. 18
).
9. C. ad SC.
Velleionum
ob seium
L.
4).
L.
lapsi
1. g. 8.
si
48.
).
non ediderunt,
L. 2. g. 1.
L.
L.
1. g. 8.
1.
de
1. 29).
quis in ius
lis,
qui ob aeta-
L.
3. g. 22.
de SC. silauiano
elClaud. (29. 8
(t)
17).
L.
8. 9.
h.
1.
1).
L. 20. de aqua
L. 18. de
L.
116. g. 2. de B.
I.
(80.
Digitized
by
mentre poi
tivi,
la
126
persona conosceva gi
la
dire ai fonti, possiamo dire nel senso di quelle massime: ci che non
volere; e l'atto in questi casi nullo,
ch manca
esistenza di
la
non sar
inutile di applicarlo a
un
si
sa non
dellerrore,
si
pu
ma per-
Nella tradizione
il
ri-
Negli
o acquistare
il
atti di
una persona,
sol
perch
che
testatore
il
disposto
il
vi fu
(v)
il
testa-
le
circostanze dell'oggetto
(x).
la dichiarazione dellarbitrio
prendono. Ora se queste azioni sono intraprese per errore, non possono essere
rite-
nute come tacite manifestazioni della volont; e qui ancora lerrore produce le sue
conseguenze, poich la volont apparente, e l'atto non ha i suoi effetti: cos quando uno si lascia condurre innanzi un tribunale incompetente, che egli reputava competente, il suo atto non si avr come una tacita fori prorogatio, come ci sarebbe,
se non
vi fosse
la
opere
le
come
errore (bb)
aqua
Nellazione de
ne che
per
fatte dal
tacito consenso:
ma
et
proprietario, che
il
le
opere medesime,
de acqu.
quia
nemo
errans
de
olii
rem suam
rer.
g. 8.
dom.
amittit.
(y) L. 9. pr.
(z)
non
recessit
V. anc.
L.
4.
L.
7. C.
suo ta-
il
L.
ab
34
iis
pr.
de hcred. ins
(8. 24).
L.
1).
14. g. 2. L. 15.
1).
(aa) L- 32.
perch
de
il
tradiderinl,
L. 8. C. de test. (. 23).
(i) g. 4. Inst.
il
effetto; giusto
1).
L. 52. 21. L. 60
L. pr. de iud.
g.
1).
2.
g. 4.
de furi. (47.
2).
(5. 1.).
Digitized
by
127
cere sopra un fondamento erroneo non pu ritenersi come una tacita manifestazione
di volont: Nulla enim vluntas errantis est (cc). Similmente quando l'erede istituito, per. errore
tacita
il
suo operare
(dd).
rore
vi fosse er-
(ee).
(2)
Terrore di
diritto:
questa distinzione
la quale
concerne solamente
di opinioni
cet
(fF)
Il
due
passi
si
rileva 6
il
damnum, n
in rapporto al
pendiarli;
non nuoce
con ragione
liti
Iuris
nocet: e poscia:
ti
le pi serie difficolt,
il
principii stabi-
di vero
secondo
il
modo
mai e Ter-
come
TefTetlo
ei
si
20.
ilo
aqna
Pomp. Labeoait,
si
Ma
quest in-
quo ei aqua pluvia noceal, non teneri me actione aquae pluviac arcendae; L. 20. seti hoc
non per errorem aut imperitiam deceptus fuerit, nulla enim vluntas errantis est.
(dd; L. 20. pr. de acq. hered. :29. 2.
(verb. nec
L. 84.
de B. V.
8. . C. b.
I.
(6. 1.).
etc.)
V. anc.
de
ita,
L. 19.
3.,..
L.
4. 5.
(ee) L. 23. 8- 8.
Inst. de usuc. (2. 6.).
de her. pel.
Item
sit is
(5. 3.).
,
ad
L. 36. 8-
quem
1-
41. 3
).
8-
8.
alTectu furandi
commini tur.
(8)
t.
(gg)
7. 8. h. t.
V. anc. L. 3. C. Th. de spons.(3.
Savigny, 0. C. app. Vili. N. VI.
8).
Digitized by
128
gegnosa opinione del Savigny non soddisfacente: non bisogna provarsi a spiegare
la contraddizione, l'interpetre deve provarsi per eontra a conciliare quei testi colla
legislazione romana.
gno
damnum
e finalmente
le
parole damnum
si
porto
significato le do-
in rapporto al
pendium
al
un guada-
l'
(hh).
com-
ma arbitraria, opposta non solo alla lettera de'framancora alla teoria generale dell'errore.
Affinch potessimo procedere con ordine fa mestieri in primo luogo indagare
menli
di Papiniano,
ma
il
nostra mente
il
lucrum
compendium
significalo pi
altrimenti dello
Ma dopo un
cessane.
comune,
damnum emergens
attento
damnum.
In sulle prime
significare cio
compendium
esame
il
damnum
il
si
presenta alla
danno
datino negativo
positivo
altrimenti
vediamo es-
Ora stando tutto ci non contraria ai fonti l' opinione, che nel damnum di
Papiniano debbasi intendere tanto il danno positivo quanto il negativo, mentre con
,
la parola compendium egli intende quel lucro che s consegue a causa dell' errore.
Tanto pi chenei fonti uriaprecisa distinzione negli effetti tra lucro cessante c. danno
emergente non esiste, anzi tanto l'una che l'altra specie hanno le medesime conseguenze ma non cosi quando comprendiamo la parola compendium nel senso nostro, essendo diverse le conseguenze; giacch la idea fondamentale la perdita di
ci che non avremmo mai avuto senza l'errore.
Indagato il significato delle parole, e [tosto per principio che debbasi tener sem;
ai testi
di
Papinia-
Due interpretazioni sono possibili o sotto le parole error iuris s intende l'errore di,diritto scusabile, ossia quello stalo in cui ad una persona riusciva impossibile
no.
la
conoscenza del
diritto:
ovvero
1'
al
primo
significalo, la
con-
Hermann
ad ezhib.
(10. 4).
8.) V.anc.
g. 10. Inst.
de Leg. Aquil.
'4.
3).
Digitized by
129
Papiniano sarebbe
al contrario il seguente
in rapporto al danno scusa qualunque
errore di diritto, nel compendio quello solamente tenuto per scusabile. Per non essere in contraddizione con tutto il sistema crediamo la prima interpretazione pi
che nel
diritto
romano
trario all'altra
massima
damnum
scntit
ito-
zione tanto in damnis quanto in compendila lerrore di diritto (scusabile) pu giovare in damnis ma non in compendi. La difficolti che fa nascere questa interpretazione sta in ci, che in rapporto al compendio 1' errore di diritto anche scusa;
bile
non ha nessun
elletto
neppure Terrore di
dopo
compendium; in qualche caso di
lucrum cessane la legge chiede che T errore di diritto sia scusabile, come sarebbe
p. e. quando una persona per errore di diritto trascura il termine per la bonorum
che
si
dichiarato
possessi
il
significato del
damnum
e del
(11).
questa nostra opinione potrebbesi opporre che Terrore non potr mai essere
mentarsi de' vantaggi che vanno uniti alla bonae fidei possessio , cio T usucapione
e lacquisto della propriet dei frutti naturali ed massimamente a questo projx)sito che devesi applicare quel dato punto della regola di Papiniano, cio che T er;
rore di diritto
proposito
(Il)
(mm)
L. 31. pr.
usucapionem
18. pr emt.
1.).
de nsnr. (41.
L.
3.
).
).
Vangtrotc, O.
Pone Ili,
C. 8- 83. an. V.
I. c.
Pompon. Ubi
lei inbibel
al
1-
t.
tt.
301.
Diritto
romano
17
Digitized by
C) Della frode.
T. D. de dolo inalo
(4. 3.)
(a);
T. C. h.
dolus
t> (2.
21).
il
La volont che nel determinarsi subisce linfluenza della fropu sembrare anche apparente invece essa, come nella teorica della
reale, ed il suo manifestarsi crea un per s valido
dellerrore,
violenza e
negozio: per, come la violenza, la frode; si oppone al libero svolgimento
della personalit, onde vediamo dai Romani consacrare a questo proposito
laltra parte.
de,
medesimi principii di equit e dare a colui che soffre per malizia alcon Yactio e Yexceptio doli e con la restituzione in intiero un mezzo
per rescindere latto (b). Una sola differenza vi ha tra i mezzi dati a causa
del timore, e quelli per la frode, ed , che i primi operano sempre contro
chiunque, ossia in rem, laddove questi contro colui che si serv dellini
trui
questi sia di
buona
de, allora
il
e che
facile a
rilevarsi (d).
suppone un errore nella parte contraria; ora quando questo errore versa sul diritto ossia non scusabile,
la frode che siavi stato nell altro contraente, non pu dar fondamento a
Da
nessuna azione.
Il
(a)
dam
dolo non
si
L. 1. g. 2. b.
presume mai,
t.
Vip.
ma
Dolum malum
quum
aliud
si
Servios
quidem
mula tur
et alimi agitar.
ita definii,
4).
(e).
machinationem quan-
ptionem Fractor proposuil, ne cai dolus suus per occasioncm iuris cirilis conira naturalem acL. 13. g. 4. de ad. emt. vend. (19. 1).
L. 7. pr. h. t.
qnitatem prosit.
L. 37. g.
(c) L. 36 b. t. Marc. Si dao dolo malo fecerint, invicem de dolo non agent.
3.
de coni. emt.
(18. 1.).
(d) L. 16. g. 4.
(e)
de minor.
(4. 4).
ne, docere
3.).
L.
6. C. h.
t.
L.
licei in
exceptio-
Digitized by
Suvigny
111. 8-
durre
effetti
46 .
II.
La volont
131
130.
eh
il
fondamento di ogni
nel diritto, se
non
si
fatto giuridico
non pu pro-
momento
modo
espresso
tacito e presunto.
in questa forma
ha
il
spezione.
2) La dichiarazione della volont pu non aver bisogno della formola,
e allora sar semplicemente espressa; pel che non necessaria assolutamente la parola, basta un atto diretto come lo scritto, un semplice cenno,
e simili
non
(a).
rivolti
La
si
dir tacita.
do, e chi argomenta da essa, bisogna che faccia uso delle regole della interpretazione, poich
biguit
come
ed allora colui
in simili
tacito assentimento,
atti indiretti
suoi
atti s
nasca am-
interpretino
nondimeno
quello del diritto (b).
mestieri
Il
mai
in
(a)
mun
ci
literae,
bus lingua
bus
ei
impedimento
(b)
sit.
L. 142. de R.
eum non
Non
quam
cipri-
obligamur; quatcnus placuit, non minus valere, qood scriptum, quam quod voL. 21. pr. de legatis (32). Paul. Nutu etiam relinqui-
figuratis signifcaretur.
I.
L.
(
is
nutu relinquat
).
1. . 3.
50. 17.
negare.
Digitized
by
132
gi una volont dichiarata, onde la massima qui tacet consentire videtur n; la ragione che la legge stabilisce in certi casi la necessit di manifestare una determinata volont, onde se allora si tace, questo silenzio
chiaro indizio di un volere, e la volont quindi assolutamente presunta : cos p. e. l adozione, nello stretto significato, gi valida pel tacere
dell' adottato (c); il tacere del padre, mentre si contrae il matrimonio di
suo
figlio,
un mutuo
fatto
come assenso
il
si-
vale ancora
III.
(d);
da suo
nelle
dente paragrafo, pu alle volte non produrre i suoi effetti, poich sola
non sufficiente; ma ha bisogno del consenso di altre persone; di questa
medesimo scopo: onde ne segue che il consenso del terzo pu analle medesime influenze di ogni altra volont, come alla viopu essere liberamente dato e liberamente
rette al
dar soggetto
negato.
quando
volont dichiarata, e per tanto non fa nessuna riserva, il consenso ritenuto come tacito, specialmente quando colui, che dichiara la sua volont,
ha direttamente indirettamente
II
consenso
tacito si
(c
L. 8. de adop. (1.7).
(a)
L.
1. 8- 3.
ad SC. Maced.
quod. iussu
).
M.
15. 4.
6.
).
).
L.
26. g. 1. de pign.
20. 1
).
L. 8. g.
15. quib.
mod. pign.
20. 6.).
quod observari
deceptum esse;
133
48 .
IV. Della ratificazione.
ratifica,
il
per
consenso; appena
il
civile
nostro
il
considerato valido
do
p. e.
diritti
poscia aMevio, ed
il
medesimo tempo
ratificando nel
un
terzo,
due primi, i tre pegni non possono cerin primo luogo verr il creditore del
ma
mento
(c).
(a)
L. 86. de ind.
est,
tamen,
8. 1
60.
cf.
(c)
L. 28. in
quum
I.
80. 17
).
- L.
ad SC. Maced. ( 4. 28 ).
C. de denot. ini. vir. et uxor.
fin
quum amplior
ratifica
L. 182. g. 2. de R.
(b) L. 7. pr. C.
nalio, vel
71. g.
ad
ratihabitiones negotiorum ad
rem dedneere
sii contestali,
L.
1. 2.
veris-
deinde ratum
de
so!.
46. 3
).
si
e non da quello
(d).
).
ctsi quis,
_L.
simum
il
illud
illa
et uxor., et
Nam
ani-
Digitized by
134
Quando
non ha
e. quando un testamento nullo per difetto di fornon pu mai essere ratificato.
La ratihabitio pu essere ancora espressa o tacita cos alcuni atti
giuridici vietati, quando non sono rivocati per tutta la vita
s intendono
la dichiarazione della volont devessere formale (e)
luogo ratificazione; p.
inole,
ratificati
donante neHuItimo momento di sua vita non dispone altrimenti della donazione fatta durante il matrimonio; questa, nulla fino a quel punto, indi considerata valida.
SEZIONE
II.
I.
civili.
I.
la
I negozii civili
di
della volont di
rale
il
2)
Sono
inoltre lucrativi
od onerosi
una parte
come
la donazione
per
gli altri
Sono finalmente
3)
questi si distin-
dopo
di questa natura
sono
testamento,
la
morte
e
legato,
il
codicillo
si
possono di-
il
il
Per
ci che concerne
il
;
essenziali, naturali,
ed accidentali. Parti
donationem , minime iniimatam , nec per silentium eins , qui donava, con(innari concedimus. Sin vero spccialiler eas in suprema voluntale donator vel donalrix confirmaverit, sine ulia distinclione ratae habebuntur, ita (amen, ut si quidcin ultra lege ioitam quanplioris qusnlitatis
1.
de
rii.
L.
4. . 0.
do
off.
proc. (1.
16.)
46.
DigitizecLby
Gp oglc
135
all
esistenza del
negozio giuridico. Parti naturali quei requisiti che per legge si supponfinch non venga provato che i contraenti abin un atto giuridico
gono
biano disposto altrimenti. Tutto quello poi eh e aggiunto dallarbitrio delle parti
uno negozio
si
suppone per
civile.
. 50.
II.
Sono
Parti essenziali.
(a).
non
esiste
esistito,
nullo; lo stesso
si
dica
(b). Similmente non pu esiha per obbietto una cosa fuori commercio (c).
Nulli sono egualmente quenegozii civili, i quali si mostrano contrarii ai
buoni costumi (d).
3 Requisito indispensabile ancora una valida manifestazione di volont, e propriamente la manifestazione di una sola volont nel negozio
unilaterale, e laccordo di due o pi nel bilaterale. In alcuni negozii ol-
quando
un
requisito essenziale
la intercessione delle
donne
(e).
()
de legatis (2. 20). L. 35. de verb. ob. (45. 1). L. 31. de R. I. (So. 17).
esl, ncque pacla, ncque stipulationes faclum posse tollere; quod enlm impossibile
neque paclo, neque stipulatione polest comprehendi, ut utilem actionem aut factum efDcere
I lp.
est,
Verum
possit.
(c) 8'
Inst.
de legatis
ius, vel
(2. 260).
L. 34. 8-
1.
mores
civitatis
commercio ciucrunt
L. 83. 5. de V. O.
(45. 1).
earum
L.
1).
fit,
Omnium rerum,
quas vero natura, vel
Paul.
1. 8- 4.
de 0. et A.
L. 39. 8- 8.
44. 7).
-8-
2.
ne
fiat,
(e)
promissum
L. 23. 8-
de legatis
sii,
2. C.
(2. 20).
Vip. Si ob maleflcium,
ad SC. VeUeian.
1).
(4. 29.).
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come
l'autorit giudiziaria,
Finalmente in
5)
rescritto dell
nell
13G
strettamente richiesta
imperatore
conferma del-
richiesto necessariamente
la
un
arrogazione.
La natura
e la legge
avvisano dei
ci
III.
civili.
Delle condizioni.
51.
1)
T. D. de condilionibas et demon C.de donai, quae sub modo vel conditione vel certo tempore
7.)
V. Ueinnecii iurispr.
Rum.
et
A.
Balduini
I.
pag. 523
III. 8-
confi-
Comnienlarins de
e sqq.
Domili
116
8- 20.
I.
fa
fatto futuro
rente
la condizione
incerto
ma
solamente appa-
si
se sistituisse
un
un erede con
la condizione
erede
che sopravviva
istituito accetti la
p. e.
(a);
al testatore,
eredit
per,
che devono per diritto essere incondizionati, come l'accettazione, la diseredazione di un heressuus,
quando
simili condizioni
sono apposte ad
quae
si
).
de hered.
area etto, et
nem.
L.
guum
latto
non
I.
(b).
3) Nella
mei.
Demo
dubitai
quin
fili!
si ita aliquis
77. 193 de R.
annullato
fi
35. 1.
atti
nullius
exheredario
cum
eo valet,
filium exberedaverit
momenti
TYliua
esse exheredalio-
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Ili"
desima guisa non vera condizione quella che facesse dipendere la esiun avvenimento passato o presente (c).
II. Le condizioni si distinguono in 1 ) positive o negative; le prime
sono quando l'awemraento che fa condizione positivamente espresso,
ossia deve avvenire affinch il negozio fosse considerato come esistente;
negative, quando negativamente espresso, ovvero quando dal non accadere di un avvenimento dipende la esistenza dell'atto.
La causa, dalla quale dipende la condizione, pu esistere nellaro in un caso indipendente dalla volont oppure tra
onde la divisione in condizioni potestative, casuali,
e miste. In rapporto a quest'ultima distinzione duopo fare le seguenti
2)
considerazioni:
a) La causa della condizione pu dipendere dallarbitrio di colui, il
quale nel negozio condizionale ha tutto linteresse, o dall' arbitrio di colui, il quale si rappresenta come obbligato
oppure dipendente dalla
;
volont di un terzo.
neo
latto
il
latto
erede sotto
istituito
valido, sebbene
condizione se
la
il
come
p. e.
quando un
estra-
esteriore
p. e. si
Capitolium ascenderti
te) $.
referuntur
sin
ameni
si
ita se
(d
g. l.h.
L. un. g. 7. C.
t.
(35. 1).
de cad.
L. 12. h.
etto, in necessario
t.
conditionem
L.
1. S- 8. si
etsi
quum,
nam
L. 78.
si volet,
/urei
involontaria here-
L. 0.
de hered.
filius,
insiditi polest et
L. 11. S- 1. h.
tem implori
oportere,
Diritto
(28. 7).
t.
Vedi noi.
(35. 1).
si in
romano.
omnes
insti-
quidem sub ea
constai.
L. 80.
pr.
preced.
est,
si
Capitolium ascenderli.
18
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138
zioni potestative
tura e
casi
Quando
b)
colui
quale
il
tali
secondo
na-
la loro
al contrario la
si
deve manifestarsi
Se
(h).
come condizione
fettamente
pu valere per-
(i).
messa
in fine la condizione
la istituzione di erede,
mente
fedecoramesso
il
quanto
un semplice
fettiva
volere,
ma
legato nullo
il
(j)
se ne eccettua sola-
Finalmente se
(k).
nellarbitrio di
in
1*
adempimento della condiun terzo, in quanto che non si manifesta
un atto esteriore, la condizione sar ef-
(1).
all effetto si distinguono in sospensive o risolutive, sospensive quando la esistenza di un affare sospesa fino a che la condizione non si avvera ; risolutiva quando, avve-
3)
randosi la condizione,
il
negozio civile
un negozio
et simili,
si
risolve
principio
il
giuridico.
foerit.
(g) L. 4. 8- 1.
L- 8. de hered.
L.
28. h.
t.
28.
).
L.
4. C.
de
inst. et
re,
108. 8- 1. de V. 0. (45.
1).
L. 7. pr.
11. 8-
dare damnas
Pomp.
sii,
esto, si in
(It)
Stichum liberum
(I)
Sempronius Aere
esto,
non valet
quemadmodum
L. 68.
si
sit
13.
Capitolium non
Si quis
i,.
si ita
repositum
Atquin
si
Tilii,
quis
quia
ita scri-
instilutio.
adscriptum
sit: ti
Seius voluerit,
esse volo, raihi videtnr posse dici, valere tiborlalem, quia conditio polius est
mihi legatura est: Si Titius Capitolium ascenderti.
de hcr.
inst. (28.
8). Ved.
not.
j. L.
Digitized
by
139
ecc.
ANNOTAZIONE
Le
(l)
Le
I.
messe
sopra
in
un
quae natura
impossibiliti est)
vivi (m),
seguenti punti
mai
non messe
in
non
tocchi
il
civile (o).
3)
Finalmente quando
la
restando intanto
II.
Le
il
negozio,
come
non
qualunque negozio
2)
medesime regole
con
una
delle
prime non
le
prime
conditio
affatto artificiale,
sendo
natura immutabili, ed
le leggi di
vi
(m) g. li.
de innt.
Inst.
stip.
come
(3. 19
ma
essenziale; dap-
pu essere,
le
precedenti
si
oppongono ad un
(p).
).
quis
si
ita diierit
1.).
Gai.
L.7. de V. 0.
III. .
(30).
L. 8.
g. 4.
(|28.
non
scripta
dare spande
(p) L.
rem
L. 7. 8. de V. O. (48.
137. g. 6. de V. 0. (48.
sa crani,
est,
quo mi-
L. g. 11.
L. 9. g. 6.
1.
3. 6. g. 1. h.
t.
L. 104. g.
et legati,
(38. 1).
1.
de legai.
coelum non
attigero,
(36. 2.).
si
ita
stipuletur
a i digito
dare spondei ? pure feda obligatio intelligitur; ideoque statini petere potest.
ber. inst. (28. 8).
habetur. L.
7 ).
quando dies
t.
L. 29. de
{18. 1.).
98.
de hered. inst.
10. Inst.
che es-
oppongono alle
quae lege implori
si
1).
1).
Venul.
Savigng,
Quum
I. c.
L. 80. g. 1. de
p. 188. ss.
sii
si
aut religiosam Titius vendiderit, vel forum aul basilicam, et huiusmodi rea, quae
publicis usibus in
perpetuum
relictae sint.ubi
onmimodo
non
potest, vel
Digitized
by
140
III. Tutt' altro poi se consideriamo le condizioni moralmente impossibili, poich esse possono accadere; se non che contengono un principio contrario ai buoni
costumi: onde le prime due specie sono veramente impossibili, queste sono equipa-
Per
la
vivi,
le
dovrebbe adempiere;
quando
la
persona, che
cosi p. e.
la
(ved.
|t)
III. 1.).
IV. Sulle condizioni impossibili in "generale son da fare ancora le seguenti considerazioni
1
possibile ebe la causa, il principio che rende impossibile una condizione
solamente temporaneo; pure, se al momento della conchiusionc del contratto essa
il negozio civile (u). Al contrario, quando la condi)
sia
il
una condizione
(v)
Le
leggi tacciono
com-
pletamente in rapporto agli alti tra vivi; sicch mestieri ricorrere alla teoria generale, ossia che l'atto civile addiviene nullo; eccetto per il caso, quando molti in-
non
id tacere ei
liceat, millius
momenti
nune impossibile
dum
-L.
3.
(r)
(s)
(2.
rem
pertinet,
quod
quae na-
quod
de instimi.
(u)
(43.1).
1. g. 2.
1).
g. 24. Inst.
L. 2. de cond. ob turp.
L. 121. de V. 0. (43.
!..
h.
t.
(28. 7).
(6. 23).
14). L.
(t)
de V. 0.
(12. 3
1.2. C. si
. L.
8.
de
mane,
ita
L. 7. g. 3. de
paci.
1).
(vj
(I)
L. 112. pr. . 2. b.
t.
L.
do inut.
causam
(38. 1).
1).
1).
L. 8. G
b.
t.
g. 2. Inst.
de
(6.46).
Digitized
by
141
biles
(y).
52.
I.
si
ed incerto:
La condizione affermativa adempiuta, quando avviene il fatto indicato, e qualora esso non interamente s' avveri, la condizione non pu
1
dirsi adempiuta.
2)
La condizione negativa
che avvenga
il
fatto indicato.
Ma
effettuata,
quel fatto diventa impossibile solo dopo la morte di chi potrebbe com-
negli
atti di
sotto
se
il
La condizione
si
favore di colui pel quale venne fissata, nel tempo e nel luogo stabilito, e
nella
effettuate,
quantunque
Cai. Insto.
(a)
III. $.
s effettui
(b).
97. 98.
admoduin
si
sant. $. 1. Sed
est, et hie
quam
Titii
domino dandum
sit; et
onseqaens
servo dari. g. 3. Centra, qui domino debet dare, non implet cooditionem dando servo
dominus consenserit; nemo enim in tali specie condilionem, nesciente me vel nolenimplere potest.
L. 41. g. 12. de fideicom. Ub. (40 3).
(b) L. 181. de R. I. (80. 17). Cip .Iure civili receptam est, quoties per eum, cuias interest,
eius, nisi si
te,
Digitized
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Quando
b)
142
messa
la condizione, la
impe-
(c).
IL Per
1
compito;
me se
nasce che
a
(e).
Se sotto condizione
si
come
della condizione
ipotecarla, costituirvi
(f).
(3S.
(40. 7).
(c)
L. 24. b.
t.
condilionem implori,
set;
quod plcrique
L. 11. 23. h.
(d) L.
I.
et
Ct,
ad
(28. 7).
94. b.
t.
rcceplom
legata, et
L. 34. g.
(35. 1).
L.
4.
de
legatis.
(31.).- L.
3. g. 8. 10. 11. L. 4. g. 5.
servum
8. g. 5.
post dies triginta adita est, iure quidem strido ita roanumissus
liber esse non potest, quoniam conditione dcGcitur, sed favor liberlalis, co rem perduiit, ut respondeatur eipletam conditionem, si per euro, cui data csset, non starei, quominus eipieretur.
set, liberuro esse iusserat,
(e)
1).
Vip. Si
filius familias
lus fuerit, deinde eititerit conditio, patri actio competit, quia in stipulationibus id
ctalnr,
L. 108. h.
t.
(38. 1).
L. 18.
de R.
I.
L.
tempus
spe-
(SO. 17).
L. 11. g. 1. qui pot. in pign. (20. 4). Gai. Videamus, an idem dicendomi sit, si
sub
conditione stipulatione facta hypotheca data sii, qua pendente alius credidii pure, et acccpit
eandero hypothecam, lune deinde prioris stipulationis distai conditio, ut potior sit, qui postea
(fi
babetur, ac
melius
si ilio
(g) g. 4. Inst.
iri
num
dicendum;
est, sine
est.
de V. 0.
in
(3. 18)
Digitized
by
c)
143
mentre pendeva la condizione debbono esser resticosa dopo ladempimento, avendo nondimeno sempre riguardo
raccolti
i frutti
con
tuiti
la
d ) La stessa cosa per la istituzione dun erede sotto condizione; perocch la successione ereditaria non pu avere altra origine che la morte
del testatore, di guisa che
il
diritto dellerede
statore.
mentre pendeva
dallerede,
t del testatore
sto
poich
la condizione;
se un termine, anzich
si
frutti raccolti
interpretata la volon-
(h).
Quando
f)
go
come
come
esercizio di esso
2)
la retrotrazione e s diritto
fino a quel
(i).
Appena certo che la condizione non pu adempirsi (conditio depresume che la relazione giuridica non fosse mai venuta ad esilaonde se un oggetto stato alienato pendente conditione, mancan-
ficiens), si
stenza;
do questa, rivendicato da colui che 1 avr trasferito; cos che questi avr
diritto non solo alla propriet dell oggetto ma a tutti i frutti raccolti dal
possessore pendente conditione (j).
3 ) Al contrario nel tempo che pende la condizione risolutiva il negozio civile si ritiene come compiuto, come se fosse stato conchiuso senza
condizione, ma appena la condizione si avvera, 1 alto si risolve in modo
,
come non
tii
(k).
Per
decem
dem
obligalum.
dari spoponderit,
L.
2. g. 5.
de don. (39.
Iulian. Si quia,
de usuf.
ti
(7. 1).
con
L.8.
2).
5).
L. 15. g. 6. L. 24. g.
1.
L. 108. in
(i)
fin.
de V. 0. (45.
mod.
1).
g. 1. (in.
(h)
2). L.
L. 36.
1).
L.
lavul. Nulla promissio polest consistere, quae ei vo9. g. 1. qui pot. in pign. (20. 4).
l~ 3. in fin. quib.
(j)
1).
Vip.
Si
quis
fuudnm
mox
emtus
donalus
videtur quasi sinc prelio facta venditio; ideoque sitnilis erit sub condiUone
testatori,
tanti,
21.
fin.
de solut. (46.
(k) L. 3.
si
conditio defeccrit.
L. 8.
pr.
3).
1).
sit,
ut
si displicuisset,
inemta es-
non esse sub conditione distractam, sed resolvi emlionem sub conditione.
diem add. (18. 2).
L. 4. C. de pactis int. emt.
L. 1. de L. commi*. (18. 3).
sct, constai,
de in
est,
L.
(4.
2.
54J.
Digitzed by
tutti
fino
144
i
frutti, e tutte quelle disposizioni prese sulla cosa, le quali, valide
aHavvenimento del fatto, sono annullate (I) (2).
ANNOTAZIONI
(t) Il
dopo adempiuta
condizione
si
estende
il
al solo diritto
non avr altro diritto dopo adempita la condizione che d' avere solamente la cosa,
e non i frutti di essa (m). Questa dottrina ci sembra poco in accordo coi principi
generali della condizione, i quali possono restringersi in queste parole: pendente
conditione
il
piena,
si
dotto giurista da
momento
ma
posciach la condizione
il
dall' altra
che
il
ma
potremmo negargli
frutti di gi arretrati;
non
non
v
dall
gli effetti
perocch se
adempimento
il
imme-
promet-
della condizione,
per s i frutti raccolti nel frattempo, ossia in quel tempo nel quale egli non dev essere pi considerato proprietario. Si potrebbe certamente rispondere che il promettente raccolse i frutti in virt del diritto di propriet eh egli uvea ancora pendente
il diritto del promissario sui frutti comincia dal solo momento
adempiuta la condizione. Questa obbiezione
per quanto grave sembri a primo aspetto, pure non abbatte la nostra dottrina; imperocch gli effetti della tradizione dovrebbero aver principio dalla giusta causa
conditione, e che
medesima, ossia dalla conchiusione del conti-atto come lo stesso diun effetto della tradizione. Infine se il diritto di propriet
i frutti anche quando avvenuta
condizione, lo stesso dovrebbe essere ancora per la condizione risolutiva: pen-
della tradizione
ritto di propriet, eh
dente
la quale,
il
promissario
si
frutti in forza
del suo diritto di propriet ora non appena la condizione risolutiva si avvera, egli
obbligato a restituire i frutti raccolti pendente conditione; ma le condizioni del
promettente mentre pende la sospensiva, non sono le medesime di quelle del pro;
missario mentre pende la risolutiva ? E se cosi , non dovrebbero valere le conseguenze medesime? vero, entrambi sono certi della loro propriet, finch non avviene la condizione, ma tostoch essa si avvera, questi non considerato pi proprietario fin dalla conchiusione detratto, o con altre pai-ole
il
suo diritto
di propriet
(l)
1).
(m) T'anser, 0.
c. g.
L. 4.
g, 3.
2).
L. 3. quib- mod.
93.
Digitized
by
Gc
delle parti.
ti;
ma
Dunque bisogna
145
qualunque caso tener presente la volont delle parmanifesta, bisogna ricorrere ai principii generali. N
in
si
ancora
non a
torto, nei legati si voluto vedere piuttosto un termine apposto all atto, anzich una condizione: per conditioncm tempus demonstratur (n).
il diritto di pro(2) pure controverso se, avvenuta la condizione risolutiva
,
priet
si
nione che
il
che tutte
in
in
ta
le disposi-
il
vero pro-
prietario, eh
il
il
la dottrina del
esporne almeno
Il
la
comune
punti principali.
diritto
che
d'
si
compie
obbligar
l'
la
condizione risolutiva,
altro a riconsegnargli
1'
il
pro-
oggetto:
il
ragiona:
sotto
come
se
il
Se
torni al promettente.
riconsegna,
il
solamente una finzione, che bisogna sia provata per legge. Ora deve sembrare
massimamente improbabile, che tale finzione possa essere in aperta contraddizione
col principio fondamentale del diritto romano; poich la propriet non si acquista
col solo contratto,
mune
ma evvi
bisogno della tradizione. Ritenendosi adunque la coun solo contratto sulla restituzione aggiunto al con-
un princiromano. Per quanto ingegnosa possa essere questa argomentazione pure non basta a convincerci. Non possiamo contraddire il principio
dell acquisto della propriet, ma 1' applicazione a questo caso ci sembra poco esatta; imperciocch bisogna convenire, che il contratto, fondamento della tradizione,
pu pi da vicino limitare o determinare il modo come la tradizione dovrebbe cfleltuirsi. La iusta causa un elemento essenziale del trasferimento della propriet,
perci questa pu essere trasferita nella medesima guisa, come stata determinata
nel contratto, quando per contratto stabilita. La stessa durata della propriet pu
essere limitata dalla giusta causa, di maniera ebe quando nel contratto si stabilito
che la propriet dell acquirente dovrebbe durare per un tempo determinato, si ha
che questi potr essere proprietario fino a quel tempo determinato, cosicch, giunto
il momento, egli non pi proprietario, ed una retradizione nel significato giuridico
(n) L. 22.
(o)
quando
dies (30.
Giornate di Giessen,
Diritto
romano.
II.
ss.
pag. 270.
ss.
10
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by
140
della parola in questo caso non solo non necessaria, ma non neppure possibile;
poich quello che non si ha, non si pu trasl'erire agli altri. Quando si riconosciuta
la vera natura ed applicazione di questo principio, non si pu non ammettere, che,
qualunque disposizione presa sull'oggetto, cada da se stessa nel tempo determinato.
il contratto con condizione resolutiva determina e limita la propriet dellacquirente, e conseguentemente nell istesso momento che la condizione si avverata,
cessa di esistere la sua propriet con tutte le disposizioni prese sull'oggetto; ed in
questo modo il donrinium revocabile ex tunc corrisponde perfettamente alla natura
delle giuridiche istituzioni. Non mestieri protrarre il ragionamento, quando vi
sono una quantit di leggi in sostegno della comune opinione, che Riesser ha voluto
arbitrariamente interpretare; in un passo di Ulpiano (p) alle parole: rem pignori
esse desinere, egli vuol aggiungere: rem pignori esse non desinere, ed in un altro
passo di Ulpiano contenente lo stesso principio (q), per salvare la sua teorica vuol
vedere piuttosto una condizione sospensiva, che una resolutiva.
E non meno arbitraria l'interpretazione del Riesser ad un altro frammento di
Ora
Si guis
Ulpiano ancor pi chiaro de precedenti. Il romano giurista cosi scrive
ege emerit, ut si alius rneliorem conditioncm atlulerit, recedutile ab milione,
:
hac
post aUatain conditionem iam non palesi in rem aclionc itti. Sed si cui in diem
addictus sii fundtis, antequam adieclio sit facta, ati in rem ad ione palesi poslea
,
non poterit
|r).
che quaiulu
una vendila secondo la legge cominissoria, e al venditore non sialo paun tempo determinalo gli si concede la rei veiidicatio, il nostro
vuol vedere piuttosto una condizione sospensiva mentre nella legge com-
fatta
gato
il
prezzo in
giurista
(p) L. 4. 8- 3.
(q) L- 3. quib.
de
in
diem. add.
modis pign.
(r)
(a)
L. 11. 8- IO.
(I) !..
8.
quud
vi
20.
18.
).
L.
3).
mod. pign.
20. 6
).
).
3. quii,
L. 4. C.
L.
4. 8- 4.
de paci.
ini.
de
in
emlor. cl vendilur.
(4. 34).
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missoria
117
si
risolutiva
come
l'
13. <Je pignor. act. (13. 7.) ; imperocch questa legge suppone il caso, che un creditore pignoratario venda la cosa impegnata, e la venda a condizione che il debitore
riprenda l'oggetto, quando avr dato al compratore il prezzo della compra ; ora in
questo caso il debitore pu intentare contro il compratore dell'oggetto impegnato la
nome
il
creditore pigno-
una condizione resolutiva mentre il Riesser nega che vi sia vendita dell' oggetto,
ed opina che si debba giudicare come una cessione del pegno il che impossibile
;
in (pianto che in questo caso per far uso della rei vindicalio bisogna che
non
presti
la
il
pegno,
ma
il
debitore
L'errore del Riesser venuto dal non aver distinti due casi tra loro differenti.
quando si trasmette una cosa senza limitazione o condizione nella pro-
di vero
priet altrui, e
si
ha facolt
di
prender loggetto
un tempo determinato, o
in
in de-
il
che
la
quando nello
altro
stesso
quando, cio
momento che
si
limitato
trasferisce
il
tempo
della tradi-
obbictto si stabilisce
questa una vera condizione risolutiva. Ora tutti gli argomenti di legge che il Riesser cita a conforto della sua opinione, si riferiscono tutti al primo caso (v). Pi ap-
parenza
che
il
di ragione
fatta
venditore, avvenuta
vindicalio per conseguire l' oggetto principale ; e quanto ai frutti poi il venli potr mai rivendicare, anche quando fossero extantes, per la ragione,
che questi non furon mai nella sua propriet.
Un alleo argomento crede il Riesser di trovare nella L. 19. de usurp. (41. 3.},
nella quale si domanda, quando un negozio stato conchiuso sotto una condizione
risolutiva , se il riacquirente pu ascrivere a se il possesso del primo acquirente
pendente conditione. Giavuleno crede di rispondere affermativamente c la sua ragione la seguente: quoniam co genere rctroacta venditio essct redhibitioni similis; in qua nondubito tempus eius qui redhibuerit, venditori accessurum, quoniam
ca venditio proprie dici non potcst. Prima di tutto in questa argomentazione non si
tratta del principio della perdita immediata del diritto di propriet , n che avverandosi la condizione risolutiva, avvenga qualche cosa di pi che non la semplice
accessione di tempo ossia la retradizione, il perch Giavuleno mette da una parte
una simile quistionc ma dalla medesima argomentazione ne segue che in rapporto
la rei
ditore non
L.
(19. 5.).
(x)
3. C.
do paci.
L. 2.decond.
(8. 54.).
4. L. 16.
de
in
dicm add.
Conf. L. 6. .
1.
L. 12.
de concenti. (18.
de prtes. ver.
1).
L.
4. g.
(18. 2.).
Digitized
by
148
messa analogia dell' aedo rcdhibiloria, ma non perch questa anadebba valere in ogni rapporto poich qui devesi piuttosto ritenere un argomentazione a maior ad minus, in questo modo (piando nellazione redibitoria ha
luogo laccessione, lo anche quando si avvera una condizione risolutiva, poich in
entrambi casi la propriet dell acquirente avviene ipso facto. Finalmente non
all'accessione
logia
pi felice
caso non
si tratta di
una condizione
7. . 3.
del
risolutiva
I.
D.
ma
di
), poich in questo
una condilio oh causare
23. 3.
datorum.
. 53.
B. Della
Savigny,
III.
. 123-127.
la
La determinazione
del
con
altre parole
lus), se si sa
quando
si
incerto, se si sa
il
il
ma
il
quando
ma
(c).
relativamente
(b);
signora se avverr:
quando
(a) L. 41. g. 1.
signora
Ora
di queste quattro
combi-
nam
vel ex die
dirm; ex
p. e.
assolutamente
Mar Hit
natura Dace est, ut ante dicm non exigatur; ad diem aulcin: ust/ue ad kalendat dare spondei?
Placet
quominus
1.
c. (30. 2).
Pompon.
L. 21. pr.
(45. 1)
L. 1.
g. 1.
si
quando
quum
ila
1. . 2.
scribitnr: Aerei
insl. (28.3.).
nam dicm
moriturum heredem
et superficies transcat
L. 34. de hcred.
de V. O.
si
de
meu
legatarius ante
1. L.
6). L.12.
g.
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149
due
si
confondono con
gole di queste
po
relativa ad
(d).
un
le condizioni,
Una eccezione pu
che
fatto,
farsi
si
lamente
il
seconda
la
quando.
il
dies
(f),
ad quem, ad diem
(g).
r di avere efficacia.
ma
solamente
gli ef-
della medesima, restando intatta in ogni caso la validit dell atto in-
trapreso
(d)
(h).
(e) !.. 5. C.
(f)
7). 8-
L. 56.
quando dies
(6. 53).
2. Inst.
de V. 0.
(3.
6).
L. 21.
6).
15). L.
3).
1
I.
43.de 0.
et
A. (44.
V.S. (50.16).tflp.
Cedere diem signiGcat, incipcre deberi pecuniam; venire diem significai, cum diem venisse, quo
pecunia peti possit. Cbi pure quis slipulatus fuerit, et cessil, et venit dies; ubi in diem, cessi!
dies, sed
nondum
venit; ubi sub conditionc, ncque ccssit, ncque venit dies pendente adirne
conditionc. L. 16.
inst. (28.
pr.
de bered. pet.
et a
(b) g. 2. 4. Inst.
stipulatio
fit,
velati:
diem sliputamur,
pr.
de V. 0.
(5.
3). L.
5'..
L.
3. 15)
4-4.
L. 22. de 0.
diem autern
L.22.de cond.
A. (44. 7).
slatini
quidem debelur.sed
peti prius,
est, in
et
de 0. et A. (44. 7).
In diem, quum adieclo die, quo pecunia solvatur,
g. 1.
quam
oliliter
quod in
non potest. 1..46.
? id autern,
dies venial,
mod.
(8.
55). L.
5.
de nov. (46.
2).
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by
Non ad ogni
terminazione di tempo;
apposto,
atti
vi
sono
atti
che restano
da un
viziati
termine
tal
ne quali
come
il
(i).
$ 54 .
C. Del mollo.
modo
Savignij,
III.
un
(fi.
U3).
8. 128. 129.
al-
tro elemento accidentale, per mezzo del quale singiunge a colui che riceve vantaggio di adoperare 1 obhielto ricevuto, od il suo equivalente in
tutto o in parte per uno scopo determinato; o di dare qualche cosa (a) sen-
modus.
2
Il
modo non
gato, o di
una donazione, ma
fa
il
le-
benefizio
Qui torna acconcio di far rilevare la differenza che passa tra con-
dubbio se continuer ad
modo
esistere;
certa, e
la esistenza
mentre
gli effetti
obbligazione di adempire
un ne-
di
modo
(i)
nem,
prima
vcluli emancipati, aeccplilaUo, hcrcdilalis adilio, servi opti, datio lutoris, in (olimi vi-
ci si potr
de hered.
(a) L.
L. 34. de ber.
vilio
parlcm
alii
monumcntum
restitucrct,
1).
testatori, vel
in
hoc legniuni
sit,
ut
L. . 2. de inanumiss. test
(40. 4).
(b) L. 80.
tuis
id est
donando
1).
L. 9. C. de donai. (8. 54
diiisli, sivc
pracscriptis verbis,
stipulammo
).
Pioelei
et
Maxim.
implori proibirai.
Digilized by
Googl
che
vi si
sospensiva non
si
avvera, o
si
avvera
le,
considerato co-
modo non
e,
annulla
se impossibi-
il
derato
(c);
la risolutiva, latto
l'inadempiniento del
tccia sorgere
si
in diritto
potr solamente costringere lunico erede o con straordinarii mezzi coercitivi, o col rifiutare 1 azione di eredit proposta dallo stesso erede. Se
sono molti eredi, allora un coerede con la stessa actio familiae crciscunpotr costringere all'adempimento colui, a cui fu imposto il modo.
Una vera forma di obbligazione prende il modo, quando imposto ad
un legatario, in quanto che lerede prende il posto del defunto, e costringe il legatario alladempimento, negandogli il legato per mezzo dellexce-
lae
do
il
modo
speciali,
stringere il donatario per mezzo della c ondictio oh causam datorum, ovvero anche un terzo, che ne pu essere interessato, con una ulilis actio (f).
(c,
L. 40.
g. 3. L. 71.
pr. .
2.
I..
1).
L.
19. de le-
gatis 32). Valerio Si libi legaluin est ve) fidcicommissum relietum, uti quid facias, eliam si
non
negandam
libi
aclionem,
si
de cond.
(d) L. 37.
dii.
insl.
(28. 7.).
et
mortilo Siiclio
nomo
demonst.
Idem
Vip
I..
est
atti:
centum
(c)
L. 40. g. 3
dato
ita, ut
eum
L. 71. pr. g. 1. 2.
Quum
in
(f)
I..
8. g. 6.7.
de con-
si
si
pare-
palesi.
L. 80. de cond.
et
demonst. (33.1.).
L. 48. de
meni
Titius manumillal, diti, petenti legatario Stichum eiceplionem doli mali ob-
de ann.
ila lego, ut
vidclur
Tilia
L. 3. 8. C. de cond. ob
causam
(33. 2.).
4. 6-
).
L.
g. 3.
Valerian.
cl
donalio, ut neutri alienandac suae portionis facnltas u Ila competcret, id eflcit, ne allentici coprorsus alienarci, vcl ut donatori vel eius beredi condictto, si non fueril con-
rum dominium
L.
3. C.
modo
(8. 58.).
Digitized
by
152
. 55.
III. linllllk
Savigny, IV.
de'ncgozii civili.
g. 202. 203.
ossia esso
effetti
te;
3 ) La differenza che esiste tra queste due specie di nullit rilevanimperciocch nel primo caso propriamente parlando non esiste nego-
negozio esiste,
no
La
pu seguire da un avvenimento indipendente dallumacome quando una condizione sospensiva deficiente, o si av-
nullit
arbitrio,
la rescissione;
sia fin
un nego-
zio civile,
quando
altri si
mente, e questo vale tanto per la nullit propriamente detta, quanto per la
nascere;
ma quando
quando si fatto un atto giuridico sotto la inuna minaccia, esso rescindibile fin dal principio; mentre quannessun momento da una eccezione di
prescrizione, o da una sentenza giudiziaria, il motivo non nellatto stesposteriore. Dallaltra parte
fluenza di
so,
ma
C
vien di poi.
)
Quando
il
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153
principale: Utile
per
inutile
Un negozio civile
il
non viliatur
ma
intatto rester
atto
(a).
notare:
1
Quanto
alla nullit
a questa massima
(b),
Romani
si
non se non
la ripetizione della
massima
riconosciuta, ed a questo proposito diflcile stabilire una regola generale; ma duopo decidere secondo i casi particolari: p. e. quando un non
proprietario vende una cosa, ma pi tardi addiviene proprietario, si convalida la vendita senza bisogno di novella tradizione
(d).
quando un
cambia
di parte essenziale, si
(a)
(
45.
rili
1.
di
Vip. Sed
si
L.
slipulationes,
una
si tot
L. 1. g. 3. de V. O.
Stichum spoponderis , Sti-
et
ncque
banc inu-
tilem.
(b)
(c)
L. 201. de R.
(d) L. 42.
(e)
I.
Quod
initio
(50. 17.).
de usurp. (41.
L.
1. pr.
7.).
3.).
L. 1. de iure codic. (29. 7.). L.8. C. decodiciU. (8.38.). L. 8. pr. deaccept. (46.4.).
Diritto
romano.
20
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134
S.
56.
IV.
civili.
campo
al
dubbio ed
delle parti
terpretazione.
secondoch l'interpretazione
dottrinale,
latto,
all
(a).
quindi mestieri cercare la vera idea delle parti per mezzo della ininterpretazione autentica e la
l'atta
ovvero da un terzo.
Le regole
applicate per la
te dal carattere
tazione
di questa interpretazione
Quando
le
le
si
d luogo ad interpre-
(b).
Quando
come
nellinterpretazione
le,
primieramente spiegare grammaticalmente le paroche esprimono la volont, avendo riguardo naturalmente all'intenzio-
ne
Se dopo
tale
pruova rimane ancora ambiguit, si deve allora acsecondo cui il negozio esiste, o che risponde alla
sua forma e
4
(a)
al
suo carattere
(d).
L. 96. de R.
I.
SO. 17
).
L. 219. de V. S.
quam
vult,
(6. 28.).
L. 21. g.
neque
L. 7.
g. 2.
quod vox
de supell.
1.)
(80. 16).
quum
sentenlia spe-
sed id duntaxat
significai,
quod volumus
itaque
quod
id,
L. 3. C. de liber. pracl.
V. L.
L. 9. pr. de
Cum
non debcl
adroilli
id dicit,
5.).
(b) L. 25. g. 1.
Yolnntalis quaeslio.
(c)
1.
maxime
sumendum
ad tonsuram venerint.
esl,
L. 69.
nam
princ.
in
eodem. de
legatis (32).
L. 31. de R.
vi.
gua oralio
reat.
est,
commodissimum
L. 66. de
ulilius ei est,
5.).
est, id accipi,
quo
rcs,
ambigua,
(13. 1.).
vcl oratione
L. 67. de R.
usua
quam
sii, id,
pe-
quod
I.
Digitized
by
in ispecial
modo
5
colui
Nei negozii
latto,
in caso di
dubbio
si
(e).
presume contro
si
civili bilaterali
quale stipulava
il
155
fatti
sempre
favoriti
(f).
causae favorabi-
les), e
Come
l'interpretazione pi o
meno
larga di
un negozio
un
come
si
si
civile
pu
crede pregiudicato
la protesta
e la riserva,
menomare
il
un
diritto di
SEZIONE
altro.
III.
FATTI ILLECITI.
57.
Idea de
I.
Ma
legge.
fatti Illeciti.
Il fatto illecito
il
fatto sia gi
in diritto privato
condo elemento,
ta
il
L. 9. de R.
to)
R.
fa
illecito,
ma si rileva
che colui
L.
I.
(f)
I.
quid acttun
sit,
/> opinion.
quorum
est, sequirour.
L.
86. de
fuit (nestaie
L. 21. 33. de
L. 38. 3- 18. de V. 0. (45. 1. ). Vip. In stipulationibus quumquaeverba conira stipulalorem interpretando sunt. L. 172. pr. de R. I.
quod minimum
34. eod.
dum
id,
quod
credendum
est.
I.
Digitized by
156
tabile,
Sol quando in
effetti giuridici.
lattore (a).
Che
fatto illecito
il
pu portare con s
la
conseguenza che
il
de-
dura consistente nella pena privata, ossia in ci che lautore del fatto debba dare a colui il quale fu pregiudicato dalla sua azione pi di quello che
gli deve; sicch in fine si opera un vero cambiamento di patrimonio, scemandosi quello dell autore del fatto vietato, ed accrescendosi quello del
danneggiato.
. 58 .
11.
Donell.
Comm.
Elvcrs, Doctr.
tir.
ior. civil.
civ.
XVI.
I.
Della colpa.
c.
7.
/lasse,
La colpa
in diritto, Kiel
1815
L. 134. g. 1.
(a)
de R.
I.
Nemo
suam
condiiioncni
facero potest.
(a)
circa in-
ius, id
culpa quis occiderit, et ideo inierdum ulraque ratio cuncurrit, et legis Aquiline,
est, si
ad L. Aq.
(9. 2.).
L.
alia
de V. 0. (45. 1.)
damni,
L.
de minor.
Dolum malum
alia conlumcliae.
9. g. 3.
L. 0.
g.
et in-
L- 10.
(4. 4.).
dem
quemadmodum
est,
quum
suam
Servius quidem
ita definii!,
Tacere intelligitur,
quum
ma-
L. 15.
g. 47.
(47. 2.).
- L.
3. g. 6. de
hom.
lib.
e\h.
(43. 29.).
Digitized by
157
ma
mancanza
di
ed allora
si
di diligenza,
ha la .colpa nel pi
o di risolutezza in
colui,
che
la
commette,
mez-
zo a questi due estremi avvi un punto medio, ed quel movimento del1 umana volont, al quale non manca la intenzione alquanto manifesta, o
la coscienza del
illegale,
male operare
ma il
non ha nulla
di
colpa prossima
Quando
2)
la volont
dazione pi propriamente
delitto,
il
il
do-
lo (f).
Comunemente
3)
ed extraquilia, per
risarcimento del danno, ancorch 1' azione sia
prima si obbligato al
per inavvedutezza , come ci segue massimamente quando si produce un danno neHal trai propriet (g). La colpa extraquilia daltra parte consiste quando non si d ci, che ad un altro si deve in qualit di debitore. Da ci risulta che la colpa aquilia consiste sempre in faciendo e
la
fatta
produce obbligazione
altra
in
gi
. 59.
1) In
di sorta
. 58.)
di portare
il
giudice,
il
quale
manca al suo
ufficio col
rende-
La colpa che entra nel dominio della legge Aquilia non va soggetta
neppure a gradazioni ; la stessa obbligazione che nasce dal danno com2)
(d) L.
61
(e) L. 7.
malo,
depos. (16.
3.).
(f)
ita
(47. 8.).
L. 3.
g. 2.
opem
1.).
L. 7. g. 7. de dolo
ait, sicut
malo posse.
L.
12. 14
nemo
L.
(4. 3.).
2. pr. 4. pr. vi
de aduli. (48.
8.).
L.
bon. rapi.
10. ad L.
(9. 2.).
Digitized
by
158
messo con pi o meno intenzione di produrlo, nasce ancora da una semplice inavvedutezza
(a).
colpa nello stretto significato della parola si ha qualche grafondamento della seguente distinzione , che colui il quale
sta in una relazione di obbligazione ha interesse di prestare una certa
premura e diligenza , e che la negligenza, sia che si manifesta con una
azione positiva, sia con una negativa, apparisce come una colpa: dalla pi
3) Nella
dazione
il
no
La colpa
(b).
lieve, levis
culpa
quando
si
richiede la diligenza di
un
(c).
consiglia altrimenti
concreto
(d); in
ANNOTAZIONI
(1)
estremi ed uno
Si distinta altra volta la colpa in tre gradazioni, due gradi
la culpa levissima, il termine medio
i primi sarebbero stati la culpa lata, e
medio
la
culpa
levis
si
modo
di diritto
dichiarata
al contrario
(a) . 3. Inst.
si
quando un subbietto
da un negozio
de V.
Jigunt. V- anc.
(c)
S. (#0. 16.).
L. 113.
L. 13. g. 1.
L.
. 2. eod.
L. 7.
finis est
g. 4. Inst. quib.
de legatis (30).
mod.
L. 137. g.
2. 3.
quae non
fecit,
de V. 0. (43.
L. 23.
(2.
1.).
g. 7. locati
19.). L. 47. g. 5.
19 . a.)
suis diligcntiam.
(e)
inlelligere,
non
Doncll, XVI.
3.).
L. 22.
c. 7.
Digitized by
159
quando guadagna
Quando
scrittori.
tro
consideriamo
il
relazioni giuridiche.
di
principio dovrebbe accettarsi in tutti quei negozii civili che sono stati conchiusi nel
un contraente.
La legge 13. g. 1. de pigri, act. 13. 7.), e specialmente si fondano sulle paVenit autem in hac actione et dolus et culpa, ut in commodalo, venit et cu stodia
vis maior non venit
e la legge 19. G. de pigri. 8. 14. ), nella quale
si rammenta la custodia oltre al dolo e alla colpa ma la custodia non per s una
gradazione della colpa, ma una specie della diligenza.
Pi
apparenza di verit ha l'argomento tratto dalla legge 5. . 2. Commodati
2)
13. 6.), nella quale Ulpiano cosi si esprime: Nunc videndum est, quid veriat in
commodali actione, utrum dolus, an et culpa, an vero et omrie periculum? Et qui dem in contractibus inlerdumdolumsolum.interdum etculpam praestamus; dolimi
1)
role
nam quia nulla utilitas eius versatur, apud quera deponitur, inerito domerces accessit, (tunc enim, ut est et constitutum
etiam culpa exhibetur ), aut si hoc ab initio convenit, ut et culpam et periculum
is, pencs quem deponitur. Sed ubi utriusque utilitas verlitur,ut in emto,
in deposito,
praestet
genliam.
anche
Ora dal perch in queste ultime parole oltre alla colpa si rammenta
non significa che deve prestarsi la diligenza in un grado ideale
la diligenza
ma la
cosi detta diligenza in abstracto', come ancora lo stesso viene in: bis quidem et diligentiam, ecc. della legge 23. de R. I.; e nella
legge 47. g 5. de legalis, diligendo la medesima ossia la cosi, delta diligenza in
abstracto. Daltronde quella distinzione non solo mal fondata, in quanto vi sono
(
lenissima J,
espressamente
ci
(f)
;ma
contrasta altres
allo spirito del sistema: cosi p. e. spesse fiate nelle obbligazioni, nelle quali
quella scuola
si
(f)
levis
si
secondo
che secondo
V. oltre alle leggi citate nella nota c. le L. 17. 8- 2. de praes. ver. (19. #.). 108.
de legatis
(30).
(g) L. 36.
L.
10. 8- 1.
commodati
g. 12.
(13. 6.).
(3.
24.).Conductor omnia
ab co custodia
lalis desidcratur,
Digitized
by
quella teorica sono messi sotto
medesima regola
in cui
cosi p. e. la locazione e
160
due categorie
il
differenti,
comodato
rammentano
solamente
la
sono nei
(h)
leggi
le
famUias.
Da ultimo
nella
medesima legge
si
evita
quum a
.
significato troppo
il
60 .
Del dolo
zio civile
risponde sempre:
si
la
seguenti regole
le
Come
per se
(a).
ne-
Si responsabile di dolo
quam
nebitur. L. 28.
(i)
commod.
si
(b) L. 1. 8. 5.
est;
1. 3. 7.
(c) L.
amiserit, de reslitoenda ea
non
de 0. et A. (44.
7.).
bonam
non probabis,
(idem, contra-
est.
L. 226. de V.
S. (80. 10.).
I.
(SO. 17.).
L.
8. 8. 2.
comod. (13.
6.).
Vip.
omne pcriculum?
merccs accesserit
iuitio
tane cnim,
quem
quem
si
hoc ab
L. 10. 3.
de logatis
nam
ut est et constitulum,
utiiitas vertitur,
culpa praestatur.
tiam
tc-
(9. 2.).
culpa
rem
(13. 6.).
(a) L.
(b) L. 8. $. 18.
(k)
si praestiteril et
1.
L. 12.
pr. eod.
L. 17.
5. 2.
culpam praestandam,
I,.
et diiigen-
108. 8. 12.
(30).
Digitized by
161
condo
generale
la regola
si
il
marito riguardo
pillo
ai
ai
(f).
CAPITOLO
V.
DEI DIRITTI.
61.
I.
biettivo
Concetto c divisione de
Ciascun diritto in senso subbiettivo ne suppone uno in senso obche pu essere o una norma di diritto, ovvero una spe( . 5 ),
gono
regolati
golati
da
diritti
da norme generali, ed
speciali concessioni
Il diritto
diritti.
pu riguardare
propriamente
generale
diritti in
detti (tura),
in privilegi che
).
le persone,
il
che
si
capacit personale, quanto alla potest di una persona sopra unaltra intesa questa parola nel senso pi ampio; cio
(d) L. 8. g. 3. 6.
de precario
(43. 26.).
(e) L. 13. C. de mand. ( 4. 33. ). Diaci, et Maxim. A procuratore dolum et omnem cuipam, non ctiam improvisum casino pracslandutn esse, iuris aucloritate manifeste declamar.
L. 23. de R. I. (30. 17.).
L 11. de ncg. gest. (3. 3.). Dump. Si negotia absentis et ignoVed. g. 1. Inst.de obi. quasi ex coni. (3.27).
ranti geras, et culpa et dolum praeslare debes.
lalibus
L. 22. cod.
L.
(2. 10.).
L. 17. p. de iur. dot. (23. 3.). Paul. In rebus dovirum praeslare oportet lam dolum, quarn culpam, quia causa sua dotem accipil; aed
quam
romano.
L.
1. C.
dchered.
g. 0. Inst.
de societate
(3. 23.).
21
Digitized by
un
alla direzione di
162
si
avr
il
altrui,
ha da prestare qualche cosa aUaltra. Lobbligo che nasce dal diritto reale
negativo, quello che nasce dal secondo si esprime positivamente; sicch il diritto reale si manifesta per la potest sulla propria azione, quello
di obbligazione pel dominio sullazione altrui. Vi sono per altro obbligazioni le quali hanno l apparenza di un diritto reale, come avviene del
fittaiuolo e dell inquilino; ma tutto ci non che apparente, poich n
1 uno n laltro ha il ius utendi-fruendi, come ha
p. e. lusufruttuario. Il
diritto di obbligazione importante ed ha efficacia solamente contro la
persona
eh direttamente obbligata,
sonale; mentre
il
telare
hanno
ellcacia
diritti
contro colui
il
fonda
quali
la distinzione de
mezzi per
sonam
onde questo
Questa distinzione di
le
la cosa,
actiones in rem ;
altrui,
tu-
ed
men-
e sono diretti
(a).
II. Dell
diritti.
A. Dell acquisto.
. 62.
Dell'
nrqnlwto In generale.
2
ti)
Pu
Ved.
acquistarsi
un.
ni g.
un
diritto
il
quale apparteneva ad
altri;
acqui-
79.
Digitized
by
sto allora dicesi derivato.
Ma un
163
diritto simile
se quello dell' altro ( auctor non tosse vero; dippi essendo questi
il
ve-
Quando
al contrario si
quello di un altro,
caso
diritto tutto
il
dell autore,
pione, ecc.
3 ) Il diritto derivato si acquista in due modi; o lo stesso diritto delauctor si trasmette all acquirente, subentrando questi in luogo del pri-
mo, ed allora
si
ha
la successione, la quale
acquirente e
ma
primo; o non
si
trasmette tutto
il
il
diritto,
parte di es3o.
. 63.
Savigny,
III. g.
Iteli'
103.
ha luogo quando
auctor
si
et!
1
ha
universale, la prima
successio per
),
lutto ideale;
1
siste in
Una
un negozio
Digiiized by
nell
l
acquirente, ed
164
dell
auctor, allora si
ha
64.
a
T. Inst. de donslionibns
De donalionibus
Retri,
lionibus,
(2.
Meerm.
Della donazione.
).
T.
D. h.
t.
(39. 8.).
-T.Ch.
t.
(8. 54.)
Klinkhamer, Corniti, de
De
dona-
Amst. 1826.
ss. Domili,
Cornili.
V.
c. 2.
XIV.
c.
26-32.
quell alienazione
si rileva
che:
cosa la disposizione de
morte
con
il
concetto
medesima
Digitized by
Googl
165
concessioni le quali
acquisti fatti col
Finalmente affinch
propriet, o gli
il
si
parti;
tario
donazione
(a).
dare consiste nel trasmettere il diritto di propriet o nel costire con la intenzione di donare:
primo di questi mezzi il pi usuale, tanto che ordinariamente
la donazione si ritiene come un mezzo di trasmissione del diritto di propriet; la forma per mezzo della quale si effettua la donazione in questo
1
Il
un
tuire
diritto in
Il
caso non pu essere nel sistema giustinianeo che la tradizione, di cui Iani-
la insta
e quando
sessore;
il
come
la missio in possessionem, in
quanto che
come se
si
il
permette
pos-
al
do-
donante (c): finalmente per il cos detto constitutum possessorium dichiarando il donante che ritiene il possesso dell oggetto in nome del donatario.
(a)
cum
l. 10. h.
Paul.
I.
non
sibi
si nescit,
dem
missam
L.
quod
dominns non
fit,
etiamsi per
servum
eius, cui
L.
donaba-
19. . 2. co-
L.
18.
de
Per
rem suam
in
tradi potest, et a
dem modo
domino
alienantur; vocantur
autem
quoque
volentis
quae
in provinciis
sant, inter quae nec non et Italica praedia ex nostra constitulione nulla est dilferentia.
(c)
L. 4. 10. b.
L- 6. eodem.
- L.
t.
Pomp. Etiam
6. 28. 35. 8- 8. h.
t.
Digitized by
la
donare
rio
un usufrutto per un
Similmente
(d).
1C6
si
potranno donare
le servit,
il
proprie-
ovvero potr
altro;
usufrutto al propriet-
1'
perficie (e).
menta per
la
secondoch
donazione di un credito:
il
che pu essere
fatto in
si
au-
due modi,
momento
nel
tendo
piu
il
della promessa, dappoich quando giunge il pagamento, podonatore essere costretto per vij.di azione giudiziaria, non si ha
ma la conseguenza di un debito fondato dalla
concetto di donazione,
il
promessa. Dna tale promessa, la quale nel diritto nntigiustiniano non poteva avvenire se non per mezzo di stipulazione, fu facilitata dapprima da
Antonino Pio per le sole promesse fatte tra gli ascendenti e discendenti,
dichiarando essere sufficiente ogni dichiarazione di volont per dare all
animus donandi
la
sua
efficacia; la
medesima agevolazione
fu quindi da
(f).
che questi si fa promettere ('adempimento dal debitore per mezzo di contratto, o si concorda con il donatore sulloggetto (g); ovvero quando si fa un deposito presso un terzo con
di colui a cui si vuol donare, in guisa
obbligo di restituire
1'
(h). l<o
stesso si
donatario con la intenzione di donare, nel qual caso la cessione tiene luogo
8. 3.
nst
(f)
de
L. 10. pr.
de locai,
et
L. 11.
cond.
12. . 6. de uso
mal. (24.
7. 8.
).
3.).
. 19.
ut et Jegari, et do-
romiti, praed.
8. 4.).
(3. 21.).
L- 33. . 5. C. de donai.
(g) L.
34. pr.
focncravii,
camquc
h.
t.
filius
(h) L. 31. $. 3. h.
t.
respondi.
Decius.
non immerito
lilii
sferri,
L. 37. sol.
tossii
Digitized by
di
donazione
ovvero
(i);
gazione, mentre
il
si
ha
creditore
il
effetto
il
adempimento
(k),
poich in
tutti
al
de-
questi
casi esiste
t67
medesimo
quando
si
libera
accresce
il
Quando
a)
la
mezzo di un atto, col quale il donante libera il doun tal atto pu essere una condizione o
un semplice patto apposto tacitamente per mezzo di atti indiretti, che fanno nota la volont del donante (1).
ne pu
effettuarsi per
b) Questa specie di
effettuirsi
liberando
il
donatario da un suo debito che ha verso un terzo, sia per mezzo del pagamento fatto con la intenzione di donare , e ci anche in caso di una na-
mezzo
).
perfetta
di
di
), e per causa
Questa seconda donazione addiviene
tra vivi
donazione essendo
delle successioni
affine co legati
IV.
e.
(. ).
donazione
tra vivi
(i)
L. 2. 3. c. b.
(k) L. 2. g. 1.
L.
clam
iussi,
(Ij
no
21. g. 1. h.
meus
meo sunimum
L. 17. h.
t.
libi
donaverim,
deductom
L. 27. g. 2
(m) L. 7. g. 7. de don.
filius
mod. pigo.
1.
Triphon.
Si Tilius
I.
L.
me
5. g. 8.
cam solutionem
).
Altxand.
me
4.).
creditori
meo
de nov. (4.
donatum ob
2.).
stipulanti spopondit
stipula-
L. 2. C. de ac-
0.). L. 17. g.
0.).
quasi eia-
sit, et
(n) L.
(20.
L. 9. .
sum
et tu illuni ci credlderis.
Si
fatto sotto
t.
nam
Digitized
by
168
la quale
. 65.
b) Requisiti
I. 1)
nare
il
il
minore,
effetti
dello donazione.
Essendo
un subbietto
ed
la
mentecatto, e
il
coloro nequali
tutti
si
come
2) Lobbietlo,
l'atto.
Finalmente
si
richiede
un valido
somma
la
efficacia
quando
L. II. c. 1.
quale
secondo
si
ve-
al
);
tempo in cui fu
atto giuridico
(a).
insinuatici ) (b)
fatta, oltre-
lire)
senza no-
tr validamente riceverla.
somma
legale,
p. e.
(o) L. 27.
6.).
Marciati, Ubi
quam
ita
et
non valel; ut
endem-
beri debet, atquc alia quaevis inter viros donatio; ideoque intcr viros et uxores
Sulle
L. 25. g.
2.
forme e limitazioni della legge Cincia Ved. Appendice V. alla fine del Capitolo.
eliam donationibus, quae gestis intervenienlibus minime
snnt insinuatae
30-35. C. h.
(c)
t.
L. 34. g. 3. C. h.
in
t.
conf. L. 27.
t.
arg.
L. 29.
da leg.
(1. 3.).
fneit,
qui id fa-
Digitized by
169
le
(d);
le donazioni fatte
una
(e);
(f);
dote, solamente in
(g);
quanto contengono
manca
'solidi
dippi della
somma
Per
stabilita.
stata tradizione, la
il donante potr o adoperare
sore per
si trattasse
la rei vindicatio
condiclio se
la
somma
superante la
ovvero una
stabilita;
fungibile p. e.
un fondo,
si ritiene
un condominio
tra
il
che, applicandosi
donatario ed
il
il
prin-
donante, la
to,
In questo caso, perch non sorgessero ulteriori controversie, 0 stabiliil proprietario della parte pi grande potr comprarsi laltra, sbor-
che
sando
si
il
divider materialmente, e se
fosse possibile,
(il)
!..
31.
[ir.
li.
Si quid
I.
il
0.
autem supra
termino conslitutn
legis
est, in
non
legittimali! dclinilioncm
valere,
alliccia, sed hoc pr non scripto vcl intcllcclo esse crcdatur; cxccptis donaliouibus lo ni impcrialilnis quam his, quae in causas pi issi mas procedimi. Quartini impcriales quidem donnlioncs
inerito indignari
sancitum
est,
(c) I..
fortissimi praeslant
L. 34. pr.
inili
!..
N. 32.
quam
a nobili
c. 2.
II. t.
rei seso
movenlium. quas
tibns
lieri,
30. g. 1. C.
36. pr. C. h.
t.
mililum
nias dcdcril sivc per rautionem dare promisero cuiuscumqtic quantilatis, cognosrat, se neqne
rcpctitioncm habere, ncque exactioncm cautionis posso declinare, ut pot gestis, sicnt in donnlionibtis,
(g) L. 30. g. 2. C. h. t.
quorum
litatis
incendio vcl
ipsi
licet gesta
his,
quan-
vcrum
non fnerint
subiscala.
(h) L. 31. pr. 0.
de iure dot.
olii
ohscrvalione suscipiehant.
Diritto
romano.
(3. 12.).
/ultima.
eonf.
N. 110. c. 1.
N.
Quum quidam
e.
sino
monumentoruni
2.
22
Digitized by
la pi granile,
170
ciale: in
anche quando, ci eh possibile, la donazione riguarda tutto il patrimood una aliquota del medesimo (k). Secondo il loro contenuto adunque
le donazioni hanno per effetto la trasmissione della propriet, o la costituzione di un diritto reale, se consistono nel dare; ovvero fanno nascere
nio,
unobbligazione negli
altri casi.
La donazione per s
stessa irrevocabile.
ANNOTAZIONE
(1) Qualche difficolt si presenta nel caso che la donazione avesse per obbietto
una rendita annuale, e ci per l'oscurit della legge 34. . 4. C. li. t., nella quale
ci fa noto esser stato un tal punto molto controverso tra gli antichi giu-
Giustiniano
risti,
c che
t
stetur
multa intelligantur donationes et liberae a manumentorum observatione. Incertus etenim fortunae exitus hoc nobis suggessit, ut possibile sit, unius anni tantummodo vel brevioris vel etiam amplioris temporis inetas supervivere vel donatorem vel eum, qui donationem accipit, et ex hoc inveitiri, totano summam donationis non excedere legitimam quantitatem.
2
Sin autem etiam liercdum ex utraque parte fuerit mentio.
3) Vel adiicialur tempus vitae vel donatoris vel cius, qui donationem accivel dantis, vel accipientis,
piet,
>
rem e am
una
efficiente, et
excedere legitimum
convalescere .
lata,
magnam
et opnlentio-
modum,
et
omnirnodo acta
rei>oscere, et aliter
il
cumuminime
primo, quando
la
L. 34. p. . 1. 2. C. de don.
(i)
8. 54.
).
lutlinian.
natori et ei qui liberalit lem suscepit, aliqua oriatur contcntio, electioncin dotnus ei, qui ain-
summam
redonata habuerit, rcliquam acsliinationis quantitatem ofTcrre ci, qui minorem causai habuit, et totum possidcre. Sin autem hoc minime faccrc malucrit, lune omnipliorem
modo
res dividi
in
secundum quantitatem. utrique parti competcnlcm, si res dividi sinc suo peautem in huiusmodi casibus.in quibus partitio uliliter minime cclcbrari
suinmau dominus nuluerit aestimationem ofTcrre, lune licebit etiam ci, qui
potest, amplioris
minoris
summac babet
L.
I.
L.
I..
28. h.
t.
L.
37. g. 3. de loga-
lis (32).
17. g.
eum quidem,
fragni.
Vat. g. 203.
L.
in
promissione bonorum,
quam quod
Digilized
by
Googl
caso
che
egli decide,
171
come
altrettante
il donante o il donatario vivr al pi prospagamento; se adunque ciascuna rendita annuale non sorpassa la
somma stabilita, non vi sar bisogno d' insinuazione. Il secondo, quando la rendita
annuale determinata ancora per gli eredi sia del donatario che del donante; e qui
Giustiniano vuole che per la durata quasi perpetua debba considerarsi come una
grande donazione, e per conseguenza si avr sempre bisogno d insinuazione, quantunque ciascuna rendita annuale presa per s fosse molto al di sotto della somma
stabilita. A questo secondo caso equiparalo un terzo sia nella decisione, sia nei
motivi della decisione medesima, con queste parole vel adiiciatur tempus vitae
vel donatoris vcl eius, qui donationem accipiet, e questo caso ha specialmente elevate molte difficolt.
Comunemente intendesi per la donazione di una rendita, la quale sia determinala per una quantit fissa di anni della vita del donatore o del donatario; la dona-
simo termine
zione, se
la
del
somma
avrebbe bisogno
d'
insinuazione
cinquecento
solidi,
(1)
si
trova in contraddizione co
mo-
decisione, quasi perpetuata donaticene. Cuiacio ha tentato di emendare il testo, ed in vece di leggere: vel adiiciatur, legge nec adiiciatur, ovvero: vel non
tivi di
adiiciatur
(in),
il
che
ci
la
espressamente
natario sia del donante (n). Ingegnose che fossero queste interpretazioni, non si pu
sconvenire esservi dentro una gran dose di arbitrio, e miglior consiglio sarebbe interpretale il passo in questo modo: quando la donazione sia estesa sul tempo della
uno dei due, del donatore, o del donatario; il qual caso equiparato all' alquando cio sono rammentati espressamente gli eredi di entrambi.
Il caso di una rendita donata per determinato numero di anni non previsto
in questa legge di Giustiniano; ma egli ben naturale, che in questo caso debbansi
vita di
tro,
sommare
le
somma sorpassa
il
termine legalmente
(l)
P.
e.
Marezott, giornale
di Giesien, disscrt. 1.
XLVII.
(n)
!..
comm.
Savigny,
Sis.
in L. 16.
IV'.
de V.O. (opp.
1. pag. 1173).
XXXVI.
v. Basiliche
8. 8- 16.
r.
Digitized by
j*.
Della
ri
co.
T. C. de rcvocandis donalionibus
8.
80 ). Monelli, Comi.
iur. civ.
XIV.
c. 26.
Quantunque
1
la
che avviene sia da parte de terzi, i cui interessi sieno stati pregiudicati per la fatta donazione, e la revocazione qui indipendente dalla
cata.
11
Se
si
si
rivoca la donazione
legittima, e renduta
della prima;
to al
(a).
b) Se un debitore, facendo donazione, abbia cercalo di rendersi inetpagamento, o di aumentare la sua insolvenza, la donazione pu es-
2
d'
il
azione l'auiana
(]>).
modi
contro la vita, e
natore
(a)
(li)
(c)
mas
V. voi.
III.
10. C.
illibalasquc
ila 111 1
lem
(c).
V. ino. voi.
li.
111.
L. IV.
L.
I.
c. 1.
V. c. 4.
mancrc
si
iniurias alroccs in
circa
enm
tir-
donnlorcm invcnUtur
ciTundal, 2) vcl manns impias infocai 3) vcl iaclurae maquac non Icvcm sensum ubslanliac donaloris imponi!. 4) vcl
inlulrrit, S
vcl quasdam cumcnlioncs, sire in scriplis donaiioni
,
ci
imposilas sivc sine scriplis liabitas, quas donationis acccplor spopondit, minime imploro voluerii.
Iris
onim lantunimndo
causi,
si
.
Hoc tatnen usque ad prima
persona lanturnmodo slare censcmus, nulla lieenlia concedenda donatori succcssorihus huiusmodi querimoniarum primordium instilucrc. Klenim si ipsc, qui lioc passo est, laeuit, si-
a posleritalc ci us suscitari
Digiiized by
vando
il
173
donante rivoca
la
ma
dalla leggo,
pu bene
morte
non quando
di lui, e
Ma
1*
la
ingrato.
Per
ma
le
madre
tico
tutto
patrimonio
il
(f).
verso il donatario per la restituzione degli oggetti donati: onde non potr
mai venir fuori una rei vindicatio.
t>
Finalmente un altro caso speciale di rivocazione ammesso j>el
patrono, che non avendo figli abbia fatto donazione a suoi liberti di lutti
beni, o di parte: se mai in seguito egli avesse prole, potr ad arbitrio
rivocare la donazione (g).
)
<i7.
<1
1)1
modo
8.
35
).
I.
L. 7. C. h.
N. 22-
c.
et
uxo rem,
la
rio-
c. g. 11(9.
t.
(lio
si
ad scrnndasnuptias
veneri!, praetevln ingratitudini? datum revocare neqncal. Non enitn sincero iudicio ingratitu-
dinem
sumitur,
eam cogitalionem
uisi manifesto prnbelur, llium ve! malris vilae insidia? s Ini vi -se, vel
bona omnia,
li.
t.
illi
unquam
liberti?
patronus
(ilio?
non hahens
venisse prac-
impias manus
Constant, el Constant. Si
li-
man-
surum.
Digitized by
do, e la
ma
174
remunera torio;
delle altre ci
1
Quanto all obbligo, esso pu stare in una prestazione sia in
favole dello stesso donante, sia in favore di un
terzo, ovvero in tale operazione da cui non nasca diritto per nessuno;
come p. e. la fondazione di
un pubblico istituto.
)
costringere
'
Quando
al contrario la prestazione in favore di un terzo, la sudnon pu essere intentata dal donante, n dal terzo secondo
da un contratto fatto in interesse altrui non potr venire azione alcuna n pei contraenti n pel terzo (b); ma le ultime leggi concedono al terzo una utili? actio (c).
c ) In tutti i casi sar data al donatore la condictio datorum per ripetere la cosa donata, quando arbitrariamente il donatario non adempie il
modo (d); perocch il modo, sia in favore del donante stabilito, sia di una
terza persona, semprech non adempito, una causa non secuta. Questo principio ha per due eccezioni :
1 ) La condictio non pu essere adoperata quando l'adempimento del
)
detta azione
i
modo
(a)
nando
impossibile
8. 84.
).
Vioclet. et
Maxim
praescriptis verbis,
C.
(e).
de coni.
(b) L. il.
L. 8. C. de
de 0. et A.
44. 7.
).
rer.
pcrmut.
L. 3.
(4. 64.).
quum
ex nostro contraclu
origioem trobunt, nisi ex nostra persona obtigalionis initium suniant, inanem actum nostrum
cfliciunl; et ideo neque stipulari, neque emere, vendere, conlraberc, ut alter suo nomine
recto
agat, possuraus.
L.
9. g- 4.
(c)
L. 3. C. h.
(d)
1.).
8-
4. Insl.
de inut.
(4. 6.).
rum dominium
L.
t.
cflcit,
bercili condictio, si
ne alteruter eo-
non
fuerit con-
Digitized
by
2
dell
E quando, secondoch
obbligo
Ma
175
il
tempo
(f).
dalorum, se
il
donatario avesse
obbligo di
prestare gli alimenti al donante, questi potr anche produrre la rei vindicalio.
Per ci che concerne l atto civile di questa donazione, sono api medesimi principii e limitazioni anzi dette parlando della dola donazione sit modo ha bisogno della
insinuazione; pu essere rivocata per ingratitudine ed impugnata o con
la querela inofficiotitatis o con 1 aclio Pauliana ( . 64. ).
3
plicabili
II. Appellasi donazione rimuneratoria quella che si fa per gratitudine di servigi dal donatario prestati al donante. Quantunque in ci vi
sia
una specie
di
mutua obbligazione
il
che
oppone
si
al
vero carattere
nondimeno da stimare donazione perfetta la rimunenessuno per legge tenuto di dare una ricompensa, e
1 atto
sempre liberale. Dall' altra parte se il donatore avesse la intenzione di soddisfare piuttosto un obbligo che fare una donazione, l'atto,
della donazione
),
ratoria, perch
non essendo
come una
animo
di donare,
donazione.
donazione per natura sua propria ha qualche regola speciae per fermo :
Siffatta
le,
fettuata,
Se la donazione rimuneratoria, eh eccede i 500 solidi, gi efnon pu essere impugnata pel sopravanzo; ma se corsa solo
una promessa,
il
somma
nuazione.
Se una
tale
effettuata,
ingratitudine
(fj
I..
si
pu rivocare per
(g).
3. 8.).
Vip. Arislo
alt,
si
quom minimi
est; et ila et
semini
sii
cum
ncgolinm
Pomponius eum
eli-
ad hoc, ut
eum
libi tradidero
post quinquennium inanuniiltas, non posse ante quinquennium agi, quia donatio aliqna in esse
videtur.
(g) L. 3i. g. 1. cod.
pr eo ab ipso accipiat,
qnod confcmplalione
est,
Paul.
liaec
Si
salulis certo
modo
Digitized by
170
B. Della estinzione
68
%.
I dirilli si
llrlltt
tic diritti.
-.Unzione in tcnrmlc.
estinguono nel
modo
stesso che
acquistano, per
fatti
ed ancora, come
guere
dunque
diritti,
che hanno forza legale di estinvariano secondo che variano i diritti medesimi. Diffcile
nell
acquisto,
fatti,
lo stabilire
casi.
Quel principio che un diritto vien meno per un fatto contrario a quello
che lo f nascere, vuol dire che spesso vi sono siffatti motivi naturali di
estinzione; ma certamente altri ve ne sono ancora. Possiamo generalmente
(issare le regole infrascritte
1
altro in
Si estinguono
nome
ci si appella
di colui
comunemente
diritti
il
rilasciato
venga trasmesso ad un
terzo;
che si
il
2 ) Si possono estinguere anche contro la volont del subbietto, potendo questi perdere un diritto o a cagion di pena (b), o in altro modo sia
mine
ad quern
dics
diritto; colla
);
coll
avvenimento
di
una con-
il
concedeva per la nota massima: resoluto iure concedcntis resolmtur ms mneessum, e secondo i casi col non uso (c).
diritto di colui
(a)
che
lo
L. 33. 133. de K.
I.
(30. 17.).
qua ulrumque
(b) L. 3. C.
lum
id,
in
nisi
animo
et
porpore potest,
ita nulla
amitlitur,
contrarium actutn.
yuodsi quis
non so-
alitcr feccrit,
quoque
(c)
L.
0. pr. quibus
cori.
L.
est,
2. g. 4.
pr emptore (41.
vcl si
finita est.
4.).
Digitized
by
lunque
dell oggetto;
(
personali con
iura possessioni
5
nei
con
diritti,
diritti reali
possesso medesimo.
la perdita del
si
pone, principalmente
mento
medesimo;
diritti di
Un
177
quando
il
fatto
il
che ne produce
che
fatto
il
diritto
1
annullatermina per sem-
che produce
annullamento
il diritto, ma ne fa sorgere un
primo, di maniera che nasce una contrapposizione di
Appena per
diritti.
nosciuto, laltro
stanza, ossia
si
il
annulla in quanto alla sua eflicacia e non nella sua sofatto e non di diritto; cosic-
il
ch da questo punto dr vista possiamo dire con Paolo nihil interest ipso
iure quis aclionem non habeat, un per exceptionem infirmatur. Dal carat:
Un
risorgere;
quando-
di
diritto, se
per creare un
requisiti
avuto esistenza,
non contenesse
non
estinto,
ma
se questo secondo
estinto,
all
acquisto necessarii
ope exceptionis
);
imperocch
(d).
l
Tutt altro
antico diritto
per una circostanza qualunque, p. e. per rinunnon che si richiami alla esistenza, non essendo
in tutta la
sua
efficacia (e).
diritto
ma rimane
Quando
requisiti
mai
diritto,
p. e. la sola rinuncia
non
si
potr mai
(2. 14.).
2. pr.
de pactis
(2.
14
).
stea convenit, ut pelerei; prius pacium per posterius elidelur, non quideni ipso inre, sicnl
li t
actum
est,
quia
Inst.
de replicai.
sit conveniri,
ne
(4. 14.).
L.
ulla eiceptio in
4.
8-4.
si
tul-
pr.
L.
eiceptionum expressac
L. 28.
pr.
sint,
de ieg. (30).
1.).
Dirilto romano.
23
Digitzed
by
178
fondare un obbligazione accessoria come malleveria, pegno; dove al contrario in determinati casi ci possibile, quando la obbligazione estinta
ope exceptionis.
. 69.
Della rinuncia.
La rinuncia quell atto per mezzo di cui spontaneamente si abbandona un diritto, senzach questo venga trasmesso ad altri. Perch un tale
atto sia valido si richiede:
1
Che
il
(a).
gno
L accettazione
).
diritti reali,
non
il
nome
ma
di-
il
ritto in
che ha un tus in re, verbigrazia, lusufruttuario non , per nulla in relazione col dominus, ma sibbene con la propriet ( res servit ), onde non
punto necessaria, affinch la rinuncia sia valida, l accettazione del dominus. Le leggi su ci accennano gi ad
do
una rinuncia
unilaterale adoperan-
verbo derelinquere in questo significato (b).Si fa eccezione della serpraediorum urbanorum pel carattere speciale di questa servit, cosi vedr a suo luogo (c).
il
vilus
me
4
sume,
e,
non si pre-
limiti (d).
gresso
L. 29. C. de paetis ( 2. 3. ).
L. 174. ghabere non potesl, id repudiare non potest.
de usnfr. (7. 1,).
(a)
veli!,
si
d luogo a re-
(e).
1.
de R.
I.
Quod q 0
L.
quem
s, si
V. Lib. IH.
(d) L.
c. 3.
te instilato legatura
qaoque
reliqait;
stis
pr par-
(4. 1.).
luUinian
L. 21. C. ad SC.
Satis enirii
ei le-
absurdam
est,
redire ad
Digitized by
179
rispetto allorigine
ed estinzione de diritti.
70
consiste in
L
clusivo.
mese consta
Il
col
ma
mese di
(1).
Nelle leggi v
momentum, e
in
30 giorni,
di
febbraio che ne ha 28
l'
Romani
la
(b),
onde
si
(c),
eh
seconda.
Nelle relazioni giuridiche la computazione, s civile che naturale, pu
Un anno
si
ritiene
notte tra
il
computazione naturale
Il
).
come se
fosse
la
il
noclis
bus
possibile
L. 8. de feriis
media parte
et luce media,
actum
(2. 12.).
fluitar; itaque
est,
quidqnid
XXIV
in his
boria
id est
sist. tV. g.
180.
- L. 3. g.
3.
de minor.
(4. 4.).
Digtized by
180
eia
vale per
tanto
primo, quanto
il
si
potr ritenere
ultimo momento.
come compiuto
si ritiene
contrario la influenza
ritiene lultimo
si
momento
fin dal
(d).
Quando
dell
JlNNOTAZIO.HI
(1)
La
difficolt di
ma
questa computazione
si
Il
oppone
mese abbiamo
tempo, c pu in pra-
305
come
la
dodicesima parte
(d) L. 8.
qui
fecit
cnm
1. !..
1.).
logatum debcbilttr,
L. 6. de O. et A. (44. 7.).
menlioncm,
Anloninos
simo
di
et qui
Vcd. annoi. 2.
et libertas ohlingil
L. 101. de R.
I.
(80. 17.).
Idem. Ubi
lei
duornm mcnsium
enim
est; ito
et imperator
1. g. 9.
(f)
L. 1. g. 8.
L. 3. g. 3. de minoribus
6.
quando
appet,
sii.
(49.
4,.).
V.
Vangerotc,
(4. 4.).
Digitized
by
181
(lutazione civile per quanto possibile deve accostarsi alla naturale; e per un mese
sar di 30 giorni, poich la frazione essendo al di sotto di un mezzo giorno, si trasanda; ma due mesi saranno di 61 giorni, poich la frazione in questo caso essendo
di 20 ore si pu computare come tutto un giorno; dippi 3 mesi importerebbero 91
giorni, 4 mesi 122, 5 mesi 152, 6 mesi 182, con lavanzo di 12 ore, ed, essendo giu-
sto
ni;
un mezzo giorno, i 6 mesi si possono contare tanto per 182, quanto per 183 giorma, egli aggiunge, Romani hanno accettato il primo computo come si rileva
i
legit. hered.
38. 16). conf. con la Log. 12. de stai,
5
(g) La opinione dello Schrader tanto importante in quanto fondata
perfettamente sulle parole della legge 101 de R. 1. not. (e): et qui scxagesitno et pri-
) .
mo
i
giuristi
non
danno
possa prendere
si
il
legge citata.
11
come
naturale,
questo passo stabilire una regola generale d'interpretazione sulle leggi passate e fu-
quali da molto
ma
del diritto;
modo come debbesi interpretare ed applicare una determinata legge antica eh egli
aveva prima citala, e che faceva menzione di due mesi; passando quindi in ressegna
molte leggi antiche, il Savigny si ferma alla legge Giulia municipali)!, commentando
la quale Paolo direbbe: La determinazione della legge ( Giulia), secondo cui i rele elezioni municipali debbono esser fatti fra due mesi, da intendersi
in guisa, che debba esser ammesso anche il reclamo presentato nel 61. giorno.
Ora per combattere la difficolt dei 61 giorni d ammettere che in questo luogo
clami contro
Paolo vuol far valere una pi grande estensione di uno spazio di tempo in opposizione ad un altro pi breve; il dice di Paolo il giorno delle colende, ma come secondo la sua teoria, si pu scegliere una doppia computazione, Savigny crede che
il
decemviro
il
ili
come
stesso
Da
batte la
il
giurista
romano
dice lo
ci
appelleremo
60 e non 61
(g)
Schrader,
(h) L. 4. . t.
L. 11.
8-
- L.
18. pr.
- L. 29. 8
L. 30. 8- 1.
L. 31.
8. 22.
ad Leg. luliam
de aedil. ediclo
Vip. Si qoid ita venierii. ni, nisi plaeeerit, intra praefinituin lem pus redhibeatur, ea
Digitized by
..
182
Ma ammessa ancora chi; in questo caso speciale Paolo avesse computato come crede
Savigny, e che il dies in questo luogo indica il giorno delle calende, sorge unaltra
difficolt: imperocch se- si deve ritenere il giorno delle calende e computare nel medesimo tempo i giorni intermedi, si avr che computato il giorno delle calende in
cui il magistrato fu eletto, il medesimo giorno delle calende di due mesi dopo, e
coniando nel medesimo tempo i giorni tra questi due estremi secondo i diversi m esi
i giorni non saranno sempre sessantuno.ma possono essere62,63,e, se vi per mezzo il mese di febbraio, saranno ancora meno. Di fatti se il magistrato avesse contezza della sua elezione al 1 .* aprile egli potrebbe secondo la spiegazione di Savi ,
giugno, eh'
fftuj al f.
contando
giorni se
il
medesimo giorno
ne troveranno 62;
cos ancora se
il
il
reclamo, ora
un caso
parli di
speciale, in quei
.che impossibile
giorni,
il
(i).
provato dalla moderna critica, per lo cui ricerche quasi certo elio la medesima
si legge egualmente nelle Basiliche c presso Euslazio (m); onde proba-
legge non
che
bile
le parole et
Erroneamente
secondo
la
lo
falsa
Schrader
si
premo
3. g. 12.
desuis
eie.;
imperocch
sua opinione, in ogni caso 182 giorni farebbero 6 mesi, laddove, confronde staf. Iiorn., chiaro che si voglia intendere 7
si ammetta
come ancora la stessa imperfezione di espres-
mesi, septimo mense nasci per fectum partum, nella quale bisogna che
che
si
tre
scorge nella L-
di Paolo:
ult. pr.
C. detempor appeli.
il
si autem de tempore
accommodalur emtori ad redhibemlnm,
30.). N. 115. c. 2.
nihii contenerli, in
(i)
(k)
(l)
7.
63
),
sistema giustinianeo
dies utiles
(6.
I.
Gothof.
al g.
mese 30 giorni
(o)
L. 22.
g. 2. C. de ior. dcliber
185.
comm.
(m) V. Basii,
olir non.
il
edit.
(n)
Giornale di
(o)
0' terse n,
n. s.
Romano,
Bdcking.,
lleimaba eh
I.
pag. 7t.
Unachkc
11.
lst- I. g.
Puchta, Pandcl.
121.
Eustathius.
pag. 169.
6. L. 29
g. 5.
ad Leg.
Die
by LjC )gle
183
(2)
nione
li
ti
ci
ci.
annum quartumdecimum,
plesse videtur
li
Questa legge
che
stata
ut Marciano videtur.
diversamente intesa, e la maggior parte degiuristi crede,
dicembre al primo gen-
naio, certamente con poco fondamento; difatti 1' ora dopo la sesta della notte non
certamente l'ultima del pridie kalendarum, ma la prima dell ultimo giorno, ossia
del 1 , gennaio: ora se al giovinetto permesso di fare il testamento nella prima
ora del 1 gennaio, non avrebbero poi nessun significato le parole di Ulpiano plus
arbitror etc., avendo prima nelle parole ipso natali suo espressa la medesima idea;
possiamo ammettere una ripetizione del medesimo concetto ? Or dunque se Ulpiano
ha detto in prima che il giovinetto pu fare testamento, compito il quattordicesimo
anno ipso natali suo, e quindi aggiunge plus arbitrar, ed accenna al giorno innanzi
dopo la mezza notte, deve ammettersi assolutamente la prima ora del giorno innanzi, se non si voglia accettare una ripetizione inutile ed un giro di parole. Molto meno
potrebbe dirsi che la prima frase di Ulpiano debba intendersi nel senso che colui,
il quale volesse fare testamento ,
dovrebbe aspettare il giorno 2 gennaio compimento dell' ultimo giorno; sicch il pensiero di Ulpiano sarebbe allora il seguente:
il quattordicenne giovinetto deve assolutamente attendere il due gennaio per fare
il testamento, ovvero lo potr fin dalla prima ora del l. gennaio? Il testamento,
Ulpiano risponde nella seconda frase, sar valido anche in quest'ultimo caso. Ci si
oppone alle parole stesse della legge: se Ulpiano avesse veramente inteso nella
prima parte che l individuo dovesse attendere la prima ora del giorno 2 gennaio,
non si sarebbe espresso in quel modo; stantech la prima ora del giorno 2 gennaio
,
non
l'
ad intendere
il
L.
t. g. 10.
ad
se
de iur. delib.
2. C.
(p)
421.
Turpill. (48.
(6. 30.).
16).
N. 118.
V. Reinfchler, l'anno
Bachofer,
civile
L. 28. 31.
c. 2.
V.
p.
ranjeroto. 0.
c. I. 8-
L. 22. 8- 1-
194.
Lohr, comp.
civile, rivista di
computazione
382.
XI.
Oschen,
Digtized by
184
Cosi Paolo nella legge 134. de V. S.: Anniculus non statini ut natus est, sed
trecentesimo sexagesimo quinto die dicitur, incipiente piane, non exacto die, quia
annum civiliter, non ad momento temporum, sed ad dies numeramus , e nella
legge 132 eod. Anniculus amittimur qui estremo anni die moritur; etconsuetudo
loquendi id ita esse, decarat: ante diem decimum kalendarum, post diem deci
dies signiicantur.
si sono elevate per la legge di Vulneio L. 15. de div. temp. jrraecombinata coi le leggi di Ulpiano 6. 7. de usacap. (41. 3.); e queste
difficolt sono state di tanto peso, che anche alcuni di coloro i quali interpretavano
nel senso nostro le leggi di Ulpiano precedentemente citate per queste seconde
leggi si accostano all'opinicne da noi innanzi combattuta; in altre parole 1 Erb, lo
Serie difficolt
scr.
44. 3.
),
che, affinch
cembre.
Ecco
il
la
(
minimo momento
Vulneio
cliamsi
L. 6. de usucap. Ulp.
In usucapione
Leg.
sed to-
lo stesso)
non
si
Lerrore di questi giuristi avvenuto perch le parole sexta hora noctis furono
interpretate per lora tra le 11 e 12 del giorno 31: quandoch quell ora sexta noctis
indica un sol momento, cio perfettamente le 12; il che vuol dire il primo momento
del giorno 31
Per
(q).
ci
che riguarda
la
non
jinitur obligatio
Ora
il
(q)
Vangerow,
(9)
(t)
ri,
(r)
I.
c.
pag. 202.
Reinfetdcr pag.
1.
I.
c.
pag. 381.
c. p.
2%.
Iti.
Digitized by
185
stesso in altro luogo e specialmente nella L. 30. S i.adleg. lui. adulterile (48. 5)
Sexaginta dies a divorilo numeranlur: in dir bua autcm sexagiata et ipse sex a gesimus est ; dunque i 00 giorni, nei quali il padre ed il marito, iure patrie vel
mariti, possono fare l'accusa, sono computali in guisa che l'accusatore potr procedere anche nel 00 giorno. Con qual fondamento poi il Savigny opina in questo caso
che Paolo non conta il giorno del divorzio, quando ha espressamente detto: sexaginta dies o divortio numeranlur ? Lo stesso si dica del passo di Ulpiano L. 1. $. 9.
de succ.
ed. (38.
Quod dicimus
).
peti possit
71.
Drl tempo continuo ed utile.
Haubo
iti,
una
Uno
De tomporis continui
IV. 8- 188.
et utilis
Comm. XVI.
il
nei quali
terminato
l'
il
suo
trasandando
diritto,
giorni in cui
tanti giorni,
le
(a)
tempus, annus
utilis,
Non qualunque
!..
ritenuto utile
sex mcnses
come tempo
imposN
diritto,
L.
utilns,
8. C.
utile;
ammette un
inter-
e lo ritiene sospeso
centum diesutiles
ma
(b) (1).
quando
lazione
Icmpns numerarne.
Sopcrvacuam
luttin.
diritto
il
seguenti condizioni
come
rano
Sist
seguendo
non concepibile interruzione di
altra,
per
Saviyny,
c. 8.
non
serie
Pontili,
de dolo
).
2. 21.
).
darum.
dies et
Ita
autem
scierit, et
utile
tempus
est,
potuerit admittere; cclerum quacunque die nescieril, aut non pomeri!, nulla
L.
I. . 9. 12.
de snee. ediet.
38. 9.
L. 1. 8.
1. ).
romano.
'
2*
Digitized
by
Googte
nondimeno
Eccettuati sono
il
186
(c), il
il
tempo continuo;
termine dellinventario
(d),
30 giorni
durante
vidanza
(e),
tinue
quali
ed
(g).
passi
3 ) Non tutti gli ostacoli possibili escludono i giorni dal computo; conviene che l ostacolo sia di quelli, che fortuitamente, e temporaneamente
impediscono, non di quelli che son proprii di uno stato particolare della
persona, e sono per conseguenza perenni. Gli ostacoli del primo caratte-
gistrato.
Stato, e
sibile di
la prigionia di
guerra,
il
servizio dello
carcere (h), ovvero la tempesta, l' infermit che rende imposcomparire in giudizio, e quando in tutti questi casi non si poil
nemmeno
tuto
Quelli del
trovar procuratori.
c)
L. 1. C. de inr. delib.
6. 30.
).
mus
ex die divorili.
(f) g.
18
Inai,
Don
J.
utile*.
de excus.
25.
1.
).
(lui
aulem excusare
si intra
de
dilat.
3. 11.
).
L.
1.
dem
in primis
exigendum
ut
est,
eum
sii facultas
si
44. 3.
reo eipcriundi
is,
neminem
potestalem non habere eum, qui Praetoris copiai non habuit; proinde
ius Praetor reddil.
(b)
}:
secum Tacere
quoque nulla idonea causa im-
sufficit
tempestate in loco aliquo vel in regione delineatur, ut ncque experiri, ncque mandare
sii,
sii,
agendi; ncque
L. 2. C.
L. 3. C. de dilat.
de temp. et repar.
3. 11.
).
(.'orinanti.
7. 83.
Tugit, experiundi
hi dies
ccdunt, quibus
J.
eo usque iudicis oficium conquiescat, donec pelili tempori deduicrinl curricula. Ferine autem,
sive repentnae sivc
renlur.
L. 11.
solemnes
S. 8.
ad leg.
sint,
lui. aduli.
48. 5.
).
Digita
187
azione
(i).
1) )
solamente
dell
per
assenza
dell
azione,
ANNOTAZIONE
La
tempo
teoria del
utile
opinioni, essendo state accettate da scrittori di polso, non crediamo inutile di esa-
minare accuratamente.
1. Prima di tutto alcuni
2
3
la distinzione tra
L. 2. quis ordo
ved. not.
3.
quidem
modo
di un'azione,
).
A pag. 293. L.
potcslas
38. tS.
ei fieret
fossero accettate
tempo utile
onde fanno
da molti
giuristi
(l|,
44.
experiundi. In
dedit, dubtari potest, ulrum e die datae peruniac numerari debeat, an potius ex quo cogno-
datam esse; quia qui nescit, is videtur experiundi potestatem non liabere. Et verius est, ci
eo annura numerari ex quo cogoovit.
L. 13. g. 4. 3. quod vi ( 43. 24 ). Vip. Annus autm cedere incipit, ex quo id opus factum perfectum est, aut Ger desiit, licei perfeclum non
git; alioquin, si a principio operis coepti annum quis numeret, Decesse est, cum his, qui opus
tardissime fecerent, saepius agi. g.5. Sed si is sit locus, in quo opus factum est, qui facile non
vil
adiretur, utputa in sepulcro vi aut clam factum est, vel in abdito alio loco; sed etsi sub terra
dam, hoc
magna
dil.
(10
In
est,
quod factum
ved. not. n. L.
L. 4. g. 7. 8. 9. quando appel).
bonorum
quum
2. C.
(
deaed. ad.
49. 4.
).
L.
post
sit, etiain
L. 19. $. 6.
4. 38.;.
L. 33. de ac-
2. g- 1. 2. 3. quis-
ordo
38. 13.
).
Vip.
dere,
est;
Praeses
aliis
dici,
pa tus.
(I)
Tliibaut, g.
97
Ilopfrter, . 666.
Glilck,
v. 3. g.
269.
a.
JJaubold,
1.
c. p.
403.
Digitized by
188
sono nondimeno confuse nella forma, ed erroneo nella sostanza. da notare che
tale distinzione totalmente estranea ai testi, in cui o le espressioni tempus utile e
temjms continuum sono usate nel modo pi assoluto. A seguire quelle combinazioni
bisognerebbe ammettere p. e. che l'attore al momento elio per lui nasce lazione
impedito legalmente, ovvero sia mentre scorre il termine. Che questo non sia
si rileva da ci, che le leggi non ci danno la minima facolt a questo
sia
ammissibile
Ma
giuristi,
di ulteriore esame.
che quella opinione sostengono, hanno preso un
altro
punto di
partenza, e tale che, parendo a prima vista venir tacitamente per legge, pu facilmente convincere i meno accorti. E di vero il pensiero de giuristi il seguente:
unazione giuridica pu soffrire ostacolo sia per circostanze esteriori, sia per ligno-
ranza che una persona abbia del suo diritto: ora essendo nelle leggi per differenti
relazioni giuridiche contemplato sia luno sia laltro ostacolo, ne traggono essi quelle
combinazioni: quando cio i due momenti dell'impedimento esteriore e della ignoranza sono ammessi; quando ammesso solamente la ignoranza e non gli ostacoli
esteriori; quando viceversa; c Cnalmente quando entrambi i momenti non vengono
affatto ammessi, sicch il motivo dell'ignoranza avviene sempre al principio, esso
non potr venire nel corso del tempo, essendo rimosso dalla conoscenza.
Dicemmo che
la si
scorger fa-
cilmente quando
l'
interdetto
fatta cosi nascostamente che riuscirebbe quasi impossibile all attore di conoscere
il suo diritto ad agire contro, l'anno incomincia dalla conoscenza (m); ora in questi
due casi, nel primo, secondo quei giuristi, vi sarebbe un tempus continuum ratione
inilii et utile
ratione cursus.
si
Lo
stesso
momento
o che non
la
il
tempo a decorrere
dal
contratto,
il
tempo sarebbe
circostanza che
il
ch stalo couchiuso
inilii et
si
il
utile
solameule ratione
in questo caso
in cui
Thibaut che
nein
emioni escusari
oportebil.
L.
2. C.
de
aedil. act.
4. 38.
).
Digitized by
189
giuridica.
Per
eum
numquid
numquid
ammesso
essere
il
Nes-
in alcuni casi
il tempo utile, pu
anche mentre il tempo decorre, n la espressione per
vuole determinare questo stato felicemente scelta; poich se-
la malattia, la
al principio
confusione.
Erronea poi
la teoria
principio generale,
fonti contraria. Il
azioni
si
i.
non
fatta e
anno, e
dalla conoscenza
in quelle
(r):
(o)
Haukold,
(p)
I..
I.
c.
ardo
2. pr. qui
38. 13.
tempo
).
ei
20. g. 5. ad
fq)
!..
(r)
L. 6. g. 14.
V. Savijny, IV.
L.
aduli.
48. 5.
non cedat.
L.
L.
I.
dalla conoscenza
g. 583. 385.
lui.
g. 100. p.
).
fr.
crcd.
1. g. 10.
(
un
vi
il
42. 8.
).
non
persiogulos dies,
434.
ad SC. Tarpiti.
Vip.
48. 16.
Annns huius
in
).
factum
Digitized by
190
Per
agire
(s).
ragioni, e specialmente poi ralioic initii ? quelli forse nei quali presa solamente in
per
l'
un tempo
casi
determinato
vi
inventario, e tutti
utile
quando
la
il
il
Ma
perentorii giudiziarii ?
legge ce lo
detti giuristi
notarsi nel tempo utile, ed ora aggiungiamo che l' essere o non essere
considerata la conoscenza o la non conoscenza di un proprio diritto perfettamente
estraneo alla distinzione del tempo utile e continuo, e questa differenza stata an-
non sono da
ma
la
nostro diritto
(t).
1737
g. 269.
c.
2.
Breuning', Diss.
ad Celsum
in L. 98.
de V. S.
calari, Gdtt.
fu)
1848.
tempo trovasi ogni 4 anni un giorno di pi, che viene aggiunto al mese
il quale si prolunga di un giorno. Questa modificazione nel
corso del tempo conduce ad una variazione nelle relazioni giuridiche;
quando cio un periodo di tempo avesse principio, o termine negli ultimi
giorni di febbraio di un anno bisestile. I Romani mettevano il giorno in-
di febbraio,
tercalare non all'ultimo del mese di febbraio come oggi, ma tra il giorno
23 terminalia ) ed il giorno 24 ( regifiigium ) (1); ed entrambi, il giorno
24 e l intercalare, erano ritenuti come un solo giorno; stantech questo
(
(s)
L. 6. de calantn.
3. 6.
).
ved. noi.
t.
in.
Digitized by
3i
191
considerava come parte integrante del giorno VI, onde la massima trihabetur (a). A questa regola del diritto romano sta per
fondamento una base naturalissima, poich se una relazione giuridica cominciava nel regifugium, dovea terminare nello stesso regifugium, il quale
nell anno bisestile era a 25 e non ai 24 di febbraio.
Per questo principio si hanno alcune evidenti alterazioni nel computo
dei termini: cos p.e. nei 30 anni della prescrizione, poich in questo periodo succedono sette od otto anni bisestili, non sono trenta volte 365
giorni,
ma
sette
di pi;
e a rigore
avrebbe
attore
il
un anno ordinario,
quanto se per contrario, noi possiamo farne le seguenti applicazioni.
Quando una persona nata nel 26 febbraio a mezzogiorno, e
1
anno di sua maggiore et bisestile, egli compir il suo 25 anno nel
giorno 27 di febbraio a mezzogiorno, di guisach egli potr farsi resti)
mezzo
un anno bisestile, il
anno ordinario ai 25 di
compimento
della
nell
delle
1
una sia nata ai 24, l'altra ai 25 del febbraio di un anno bisestile,
giuridicamente sono nate nel medesimo giorno; nihil refert, utrum priore
an posteriore die quis natus sit (b).
quali
2 ) Quando un individuo ha cominciato ad usucapire il giorno 27 febbraio di un anno bisestile, egli terminer 1 usucapione immediatamente
dopo
che cade in un anno bisestile, sar compiuto al principio del giorno 27.
3 ) Finalmente se lultimo anno di una prescrizione, cominciata a 25
di febbraio, bisestile, linterruzione ne
possibile per tutto il 25 del medesimo; all incontro quando si acquista un diritto all azione ai 25feb-
(a)
L. 98. de V. S. Celi.Quum bisciltim kolcndis est, nihil refert, ntrum priore, aut poste-
uno
est,
sit, et
est,
nam
biduum pr
id
mensem intercalarem additicium esse, oranesque eius dies pr momento tcmporis observat, eitremoquc diei mensis februarii attribuii puinlus Mucius. g.2. Mensis autem intercalare
putal,
L. 3. g.
3.
de minor.
4. 4.
).
Vip. Proinde et
si
bisesto na-
tus est, sire priore sire posteriore die,Celsus scripsil, nihil referre: nani id
biduuin pr uno die
habetur, et posterior dies kalendarnm intercalatur.
b' Ved. noi. prec.
Digitized by
192
tale diritto
ANNOTAZIONI
Affinch
(1)
si
come ordinavano
anno
l'
il
il
il
modo
bisestile.
il
di
quale aveva ora 22, ora 23 giorni. L'intercalazione era fatta tra il nostro 23
si celebrava la festa de termini lermnalia ), ed il 24 del medesimo
febbraio in cui
Per questo
si
la festa del
durata di 300
vuto
mia, ogni 24 anni
la
regifugio
regifxigium
come supplemento
'/, giorni:
ma
il
al
Da questa combinazione
).
quale
nell
anno interca-
Mercedonio,
il
quale per-
dell
anno
(d)
con
la notizia
che
tutti
I'
seler
(e)
affermano
il
secondo supposto;
il
Wangerow
Celso parlava dell antico mese Mercedonio, ma che i compilatori delle Pandette,
quali poco interesse avevano di questa antica notizia, cambiarono il numero XXII
x'd XIII. in
XXVIII. per
significare
il
mese
il
tandosi
su questo proposito
(1),
sia
un altro mese, dopo di cui semese prima interrotto; pi naturale che facessero terminare il
mese ai 23, e seguire un altro lino alla fine. Al contrario non pare niente inverisimile una interpolazione giustinianea a questo riguardo, ma non nel senso di IVcmgerow; ma piuttosto che Celso vq^e infatti parlare del mese Mercedonio, e non
difficile che si esprimesse in questa guisa mensts axxtem ccmslabat intercalari* ex
do
il
mese
guitar doveva
il
(d)
(e)
Cronologia,
(f)
Macrobio, Salumai.
(c)
11.
p. 58.
I. c.
13. 11.
Digitized by
diebus XXV Uvei XXV111
193
che pi non
esisteva,
l'
mentre nel
il
del
certa-
Giulio Cesare nel 708 incominci la riforma del calendario che fu publicato
un
anno prima della sua morte nell anno 7G9. Questo nuovo calendario mise per base
l anno astronomico componevasi di 365 giorni e 6 ore; si determin l anno in
giorni, ed ogni quattro anni cadeva un giorno, il quale, come lantico mese Mercedonio, fu intercalato tra il terminalia ed il regifugium; e come nellantico mese,
il nuovo giorno valeva per un sol momento, facendo per parte integrante del giorno 24. Per la qual cosa nel calendario non ebbe numero e fu determinato col medesimo numero VI. come il giorno 24, di modo che, quando veniva un simile anno,
che
365
si
in questa guisa.
23
24
25
feb.
feb.
dies VI.
dies VI.
feb.
26 feb.
dies V.
dies IV.
dies III.
27 feb.
28 feb.
intercalaris
regifugium
(g)
Ved. Glossa, ad g. 2.
Diritto
romano.
24
Digtized by
194 quis
eie.,
finalmente chiude
il
il
sembra una contraddizione alla prima opinione, che generalmente si posta in questione, ed stata creduta decisiva per un solo caso.
Per la qualcosa alcuni hanno creduto sembrare impossibile che lo stesso scrittore, che prima si espresso con le parole sine duino, potesse poi contraddirsi cosi
recisamente, e perci credono che la conchiusione mihi contra videtur fosse una
nota di Ulpiano allo scritto di Marcello (h). Se sia o no una nota di Ulpiauo, difprovarlo, noi siamo chiamati ad interpretare questo testo che dal legislatore ci
viene dato per intero. 1 pi hanno creduto che Marcello nei primi quattro casi
esponga la regola generale, nel quinto la eccezione, e per armonizzare questa opinione con le parole del testo hanno portato gi fin daGlossatori una leggiera emenficile
si
fundum come
quis
interrogazione, e cosi
il
mihi
contra videtur sarebbe la risposta; una tale opinione guadagna in probabilit, quando in luogo di leggere et si leggesse sed set (i); per mezzo di questa emendazione si
mette certamente in rilievo il contrapposto dei primi quattro casi con quest'ultimo.
Con
come
le azioni
il
prolunga
Da
tempo come
un
si
il
pu
si
si
che quando
riflessioni.
Innanzi tutto
si fa
il
giorno intercalare non pu essere considerato come giorno as, ma ritenuto come
lo stesso giorno seguente; mentre quando il tempo stabilito a giorni; come il quinto
caso di Marcello, allora
computato
(1).
Questa
il
la
un
gny e Grning
il
da Savi-
nerale non per se stesso un giorno, non dev essere computato n quando un periodo richiesto espresso ad anni o mesi, n quando a giorni, oltrech in uno dei
(k)
bis
il
primo
il
al
debitore
Gai. Inst. IV. S- 104. Lcgitima sant iudicis, quae in urbe Roma vel intra primum urmilliarium, inlcr omnes civea romanos sub uno iudice accipianlar; eaque lege Iulia
Romae
iudiciaria, nisi in
lur, civiam
(l)
3. 8-
anno
romanorum
mensibus iudicala
et sei
Tosi,
I.
(m) Savign y,
XI.IV. 3. g.
I. c.
p.
citai;
anno
et sei
quod vulgo
dici-
mensibus mori.
Aleiat. in
L. 98 ad V. S.
Lauterbach, XXIV.
GrOning,
1.
c. 32. sqq.
Digi
Joogle
195
la
regola nel giorno intercalare, essendo data dalla legge, conseguentemente qualora
legge determina un periodo di tempo, e questo incomincia o termina nel mese in-
il giorno: di questo carattere sono tutti i quattro casi di Marcello. Tutt altro poi quando il tempo determinato dal contratto;
giacch questo caso dipendente tutto dalla intenzione delle parti e non da una
legge: cosi se gl interessati hanno messo un termine di 30 giorni, presumibile
eh essi intendevano 30 volte 24 ore, n vi motivo a ritenere assolutamente che
pensassero al giorno intercalare: se al contrario avevano stabilito un anno naturale chessi pensavano al medesimo giorno delle calende dellanno vegnente, sicch
in questo caso di fatto lanno viene prolungato di un giorno, lo stesso si dica se contrattavano a mesi pensando al ritorno del giorno delle calende.
Questa opinione anche, insieme con l' altra espressa nella Glossa, ritenuta da
qualche
. 73.
Thibaut,
g.
74.
Savigny, IV.
8- 195.
sto
esercitato
Il fatto
provarne
il
comin-
si
).
L. 7. C.
de fund.
si
rei priv.
11. 65.
).
L.
L. 28,
de prob.
11. 61.
).
Digtized by
che tra
le
si
ricordi di
uno
stato contrario.
3 ) La efficacia di questa pruova pu essere ancora di nessun momento, qualora venisse provato che in un tempo anteriore allo stato attuale, il principio di questo diritto stato illegale.
la propriet dall
1
stente
In quanto
(c).
3 ) Circa allaquedotto ewi controversia, essendoch la servit acquistandosi anche per prescrizione pare inutile la prova del tempo immemorabile;
le,
secondo
il
non essendovi
non
proprietario,
possibile la prescrizione; ed
il
titolo,
una
non pu
(d).
74.
lacquisto di
un diritto
(a),
seguenti forme.
(b) L. 1. g. 1. 13. L. Il
(c)
(d)
Savigny,
(a)
I. c.
).
L.
pi.
g. 197.
de
).
err. adv.
2. 3. C.
2. 10.
39. 3.
). Ved.
39. 3.
L.
).
noi. a,
de u.
rei iud.
7. gl.
).
L.
13. C. de
).
Digitized
by
197
L esistenza di
un
diritto
un tempo determinato,
e per analogia
di quattro anni;
mine
l'
fissato
per
termini per
un
non vuole
2
ter-
il
L acquisto
perentorio per
il
inventario
(c),
ecc.
umano
dall
arbitrio, e qui
i!
III.
Quando pi
obbietto in
correnza;
tutti si
diritti.
diritti s
modo che
ma
diritti,
intorno a cui
uopo notare
le
seguenti regole:
saliones el de
de exens.
1. 28.
).
Qui ameni
(a).
habeat excu-
exeusare se volani, non appellane, sed intra dies quinquaginla conlinuos, ex quo cognoveruni,
sint, id esi
I.
SO. 17.
si in
L. 80. de H.
).
).
est.
Digitized by
Quando
preferito
i diritti
che
diritto pi antico al
il
198
si
pi recente, cosi
il
privilegio anteriore
ferenza.
Se
guere
le leggi nulla
dispongono, secondo
Thibaut
il
bisogna distin-
(b),
quando
diritti
opposti
allaltro: p. e.
un altro minorenne; e quando due o pi diritti s' inconmedesimo oggetto. Nel primo caso bisogna fare una triplice di-
stituzione contro
trano sul
stinzione:
b
c
zano
un
altro
(d).
d avvertire per che la prima regola viene contrastata, non essendo riconosciuta una collisione, in quanto che sulla base delle leggi
sui minori non vi ha lesione del mutuante, restando arricchito dal mu-
tuo
(e).
Se poi
si tratta di
pi
diritti diretti al
medesimo obbietto
p. e. nel
concorso dei creditori contro il patrimonio sufficiente del debitore; preferito quegli che ha il possesso della cosa, ma dato che possesso non vi
fosse, allora se la cosa divisibile si divide, se indivisibile si neutraliz-
zano i diritti, ovvero decide la sorte, quando uno dei diritti devessere assolutamente esercitato (f).
3
gli
Quando pi
dipende
bietto,
diritti
conviene.
diritto limitato
ed un altro
io fa ni
L. 11. g. 6.
ili
as
veniatur
conteslatae tempore
de dolo malo
}.
(f)
L. 6. 8' 7.
rei vind.
de
2. 20.
3. 32.
).
).
L.
).
13. 14.
L. 8. de pactis
).
2. 14.
leg.
de
30.
iud.
).
24. 3.
80. 17.
fi-
hoc in-
).
).
(c).
).
L. 42. 43.
8. 1.
J. (
fecerint, invicem
4. 4.
nisi locnpletior ei
L. 128. pr. de R.
L. 33. de
L.
Si
18. 6.
(e)
4.
qui accessit.
is,
4. 3.
leg.
liti
(d) L. 36.
).
Vip.
).
L. 128.
de her.
. . .
sed
irai.
de R.
(
I.
28. 5.
qnum ambo
).
L. 18. C. de
8- 23.
Inst.
ad iudicium provo-
1.
de re iud. (42.
1.).
).
Digitized by
199
illimitato,
il
APPENDICE
Legge Cincia
Savig ny, Ragionamenti
La legge Cincia
sulle
storici, IV.
V.
donazioni
S- 65.
pag.
).
V. VI.
550
di
Roma,
versava sulla forma e sul quanto della donazione. In quanto alla forma
questa legge statu che non vi poteva essere donazione senza immediata
trasmissione di propriet o di possesso (a), che doveasi fare naturalmente
secondo
vasi la
la qualit delle
mancipazione e
parimente per
le
possesso con
l'
il
il
suo
legis Cinciae,
il
ed erano
congiunti fino al
donazioni
al
patrono,
il
il
liberto per
La donazione non
non
era data una exceptio legis Cinciae contro lazione del donatario fondata
sopra una donazione simile; oppure poteva esser data una replicatio in
caso che
il
il
il donatadonante aveva la
condictio per tutto ci eh era passato nella propriet del donatario contro legem.
Ben si vede che la legge Cincia era legge imperfetta, ossia non produceva ipso iure la nullit dellatto, n prescriveva una pena, ma dipendeva esclusivamente dalla volont del proprietario se la donazione dovesse o no valere; cosicch quando la sua volont persisteva a non voler
(a)
Frigm.
Val. 3(0-313
eod.
Digitized by
200
rivocare la donazione, o col non intentare le azioni contro
il donatario, o
non servendosi delle eccezioni contro le azioni di lui, la legge in discorso
non poteva essere applicata e quindi morto il donante la donazione
fatta contro legern rimaneva per sempre convalidata (b), salvo se prima
di morire non avesse fatto intendere di avere cambiata intenzione su ci;
,
CAPITOLO
MEZZI PER TUTELARE
S-
VI.
PROPRII DIRITTI
76 -
In vario
modo concesso
SEZIONE
I.
duale violato,
(b)
Fragm.
(c)
pag. 38.
Digitized by
201
cui patrocinio
il
il
diritti.
propria libert
1
autorit
il
ad ognuno
mezzo per difendere i proprii
dell autorit
la forza privata
per proteggere
perocch
l'
impiegare
diritti attribuire a
s stesso i diritti dello Stato e mettere il proprio arbitrio in luogo della
legge, e per conseguenza non meno una violazione dello Stato. Questo
i
proprii
concetto non pu non avere piena applicazione in uno Stato ben ordinato,
concesso
torit,
lenza
all
diverso
il
imminente pericolo
le
il
proces-
danno campo a pensare, non essere luso della propria forza ed ausempre vietato in un tempo in cui lo Stato non era ancora perfetto;
pure il diritto, qual si presenta nel suo svolgimento e nella sua perfezione, consacra nella maniera pi solenne il principio accennato, e luso illegale della propria autorit porta pregiudizievoli conseguenze a colui che
la esercita: senza aver riguardo se una simile azione fosse fatta per proteggere un diritto, non di rado vediamo nel romano diritto applicate le
publiche pene come quelle della legge Giulia de ri publica vel privata.
Quello che pi ci riguarda in questo luogo sono le pene private per
colui che mette la sua autorit in luogo della legge, le quali son sancite
da un Decretum D. Marci, quantunque pi tardi fossero state estese geneso, ci
torit
un diritto di
obbligazione,
si
il
quale, avendo
blica autorit, indifferentemente se con la forza o col semplice impossessarsi degli oggetti del debitore, perde totalmente quel diritto. Questo de-
creto concerne non solo quelle obbligazioni che son dirette ad una deter-
minata specie, ma ancora quelle che riguardano una quantit a un genere (a). Lo stesso succede, se il creditore costrinse il debitore a rilasciar-
la)
silos
id,
quod debere
).
rem
de-
bitori sui intravcrint.id nullo concedente, D. Marcus decrevit, ius crediti eos non habere. Verba
decreti haec sunt: Optimum est, ut, ti quas putti te habere pelitionct, actionibu experiarit;
interim
lam
titi
i Ile
feci;
quii id,
ti
Diritto
et
quum Marcianut
lumina vulnercnturf
reposcit;
elicerei: t)m
nui-
quo-
Digitized
by
gli alcuna cosa, o allo stesso scopo s impossessa delle cose di nn terzo,
o dei figli del debitore (b).
A questo decreto si rannoda la costituzione di Valentiniano, Teodo-
sio
ed Arcadio, con cui si determina che colui che strappa il proprio ogmani del possessore, perde il diritto di propriet; ancora colui
s' impossessa a viva forza d una cosa altrui ( qui alienarum re-
getto dalle
il
quale
al
ma con-
prezzo del medesimo. Questa legge differisce dal prealsi tratta del diritto di ob-
mente
adopera
la forza,
mentre
il
la legge
suppone necessaria-
la violenza (c).
$
II.
78.
Diritto di ritenzione.
eflcctu, Gocll.
g. 94. n. 0.
quando
un proprio
garentire
diritto.
la obbliga-
(a).
Che
loggetto sia nel vero possesso del creditore nec vi, nec clan,
Che
nec dignilati lune convenire, quidquam non iure facere. Quitquit igitur probai ut mihi fueri(,
libi
L.
N. 134.
(b)
N. 52.
(c)
L. 7. C. (inde vi
c. 1.
credili
8. 4.
non
(
hubebit.
4. 2.
Conf.
I..
13.
quod
tnci. caus.
4. 2.
).
).
c. 7.
):
evenlum
eumque
vcl
,
quam abstulit, restitnal possessori et doniinium eiusdem rei amillat. Sin vero alienarum rerum possessionem invasit, non solutn eam possidenlibus reddat, verum edam aeslimationcm
earundem rerum
terd.
4. 15.
(a)
reslituerc compcllatur.
g- 6. Inst. de in-
).
L. 23. g. 4.
corniti, div.
10. 3.
L. 48.
de K. V.
0. 1.
).
- L. 1 pr. de
pign.
20. 1.
).
L.
14. g. 1.
).
Digitized by
Googie
203
Che vi sia un obbligazione legalmente costituita e perfetta (b),
onde non si potr mai avere diritto di ritenzione per obbligazioni fatte
sotto condizione. Ma il termine e specialmente il dies certus non fa osta3
a questo diritto.
4 ) Conviene da ultimo che l obbligazione abbia connessione con logda ritenersi, il che pu avvenire cos:
a ) Il mercatante potr non consegnare le merci vendute, finch il
compratore non ne paghi il prezzo, o non adempia gli obblighi contratti
exceptio non dum impleti contractus ) (c).
b ) Nei contratti bilaterali ineguali quegli che ha 1 azione contraria,
come il mandatario, potr ritenere V oggetto in vece dintentare lazione.
c Lerede potr ritenere lobbietto del legato finch il legatario non
colo
getto
Finalmente quando
si
impensac, per
prescrizioni
l alienasse, si applicherebbero contro lui le
Da ultimo, dato che il diritto di ritenzione in favore del ritenente, questi sar risponsabile di ogni colpa.
diritto l'exceptio
Il mezzo con cui il ritenente pu far valere il suo
disposizione o
doli.
(b) L. 25.
de pign.
20.
1.
non
).
Modali.
est,
nec
si
(c)
8. 4.
de doli
rael. exc.
44. 4.
).
- L.
Qnum
bona
creditoria
ad fscum perlincant.
Sartoriui, Giornale
di Giessen.
(
19. 1.
).
V. Linde,
XX.
1.
L. 8.
L. 87.
pr. de
).
Digitized
by
204
SEZIONE
II.
DELLE AZIONI.
T. Insl.
Ic
T. D.
Do obligalionibus
44. 7.
).
4. 10. ).
Bandii, Commetti, ad Ut. Inst. de
(
opp. lom. VI ). Bachov. Traclatus de actionibus, Franco!-
in
Savigny, Sistema v.
1023.
et actionibus
T. C. De obligalionibus et actionibus
actionihus Anv. 1584
I.
79
Concetto generale.
potere di svolgere la propria personalit nellordine del diritto sasi desse alluomo la facolt di difenderlo, e farlo
Il
curare
diritti
Ora questa
facolt necessaria
ad accertare ed
assi-
un
il
nome
di azione lattivi-
quale in forma esteriore si manifesta, o tende a chieder 1 aiuto, affinch il proprio diritto fosse riconosciuto, e difeso contro la violazione
t, la
di
un determinato
cora le eccezioni,
non
glinterdetti,
il
proprio
azione
diritto,
ed
il
mezzo straordinario
un
ed a que-
ma
an-
della restituzione
in intiero (b).
Romani intendevano
sotto
il
nome
ed
aclio
diretta contro
perseculiones
(a) L. 81.
(c).
de 0. et Ac.
44. 7.
).
acUo,
qaam
ius,
quod
sibi debea-
obtinent, ut
ail Pomponius; slipulalioncs etiam, quac praetoriao sunt, quia aclionum instar
damni infecli, legatorum, et si qnae simile? sunt. Interdici quoque aclionis verbo
continentor.
L.
dicium, sicut
(c)
1.
de except.
et praeser.
44. 1
).
nam omnis
Digitized
by
riforma
Nell' ultima
205
nome
il
. 42.
).
Specie di azioni.
II.
. 80.
t.
Essendo
diritti
la divisione di quelli, e
seguono
personam
aclio in
come
sono o
si distinsero
reali
diritti in reali
e per-
lazione giuridica, che determini senz altro la persona, contro cui dirigersi
deve
obbligazione non sia, reale ( aclio in rem ); in essa non lo stesso diritto, come nella personale, ma la violazione del diritto determina la per-
(a). (1).
2 ) Questo corrisponde esattamente alla natura e carattere dei dirite di vero il diritto reale impone un obbligo universale negativo; e,
ti;
il
sessore.
Ali
incontro stando
mus
non habcnl
(a) J. 1. Insl.
bitrosve de
de action.
quacumque
sani, aut in
4. 6.
):
ei
ei
re quaeritor,
Vcd.
Appendice VI. in
si
quao
aliae snnt,
Omnium actionum, quibus intcr aliquosapnd iudicesarsumma divisi in duo genera deducilur; aut cnim in rem
unusquisqne aut cum co, qui ei obligatus est, vcl ex con-
sarium
debitore dia.
in
il
rem sit pelitio; sed plerumque actiones personalcs solcautem verbo in rem actiones signilicari videnlur; penecutionis verbo
personam, sivc
dicerc, pelilionis
diritto
il
aliis
in personam, per quas intendit, adverquibusdam modis. Aut cum eo agii, qui nullo iure
obligatus est, movet tamen alieni de aliqua re controversiam: quo casu proditac actiones in
rem
sunt.
Digilized by
faccia,
nato
diritto,
il
Da
206
azione sorge
fin
da quando
ci risulta che
(h).
ma
prendesse queste due qualit come caratteri essenziali, talmentech si potesse per mezzo di esse sempre riconoscere l azione reale dalla persona-
azione in personam
(c).
si
(e).
Dall' altro canto vi sono azioni reali che son dirette contro determinate persone; fra cui innanzi tutto da ricordare la hereditatis pelilio, la
quale non diretta contro qualunque possessore come la rei vindicalio,
ma
(f).
per distinguere
le azioni:
ma conviene
due
grande importanza. Circa l' origine dell azione, la personale nasce appena fatta la obbligazione, noti cos lazione reale, che nasce solo quando
di
un convenuto, ossia qualora un terzo si mette in contraddizione col nostro diritto di propriet: in altre parole nellazione personale
c possibile
de 0. et Ac. (44. 7. ): Vip. Actioncm genera sunt duo: in rem, quae dicitur
quae condiclio appellarne. In rem actlo est, per quam rem noslram,
semper adversus cum est, qui rem possidet. In personam
qua cum eo agimus, qui obligatus est nobis ad facicndum aliquid vel dandum, et
semper adversus eundem locum babet.
(c) L. 3. g. 15. ad eihib. ( 10. 4. ). Vip. Sciendum est, adversus possessore bac actiono
agenda, non solano cum, qui civiliter, sed et eum, qui naluraliter incumbal possessioni.
vcd. anc.L. 7. pr. g. 1. quod vi (43. 24.).
(d) L. 6. g. 8. de aqua et aquae pluv. 39. 3. ).
(e) g. 8. Inst.de noi.act. (4. 8.). Omnis autem nosalis actio caput sequitur. Nam si scrvus
tu us noiiam commiseril, quandiu in tua polestale sit, tccum est actio; si in allerius poleslatem
(b) L. 28. pr.
vindicalio, et in personam,
quae ab
actio est,
pervenerit,
cum
L.
(
1. g. 12. si
39. 4.
si
quad
).
43. 3.
).
).
L- 9. de hered. pcl.( 8. 3.
).
Paul. Regularilcr
linone hereditatis, qui vel ius pr herede, vel pr possessore possidet, rctiq-
Digilized by
207
non strettamente necessario che
il
ma sufficiente
che sia fondata la obbligazione; per contrario 1 azione reale non possibile in niun modo prima che il diritto reale non fosse turbato. L altra
differenza radicale si manifesta nella prescrizione; perocch estinguen-
obbligazione;
non
ma
se
1'
cora contro
Oltre
mentano
altri intentare
all
si
si
una
il
un aclio in
rem
scripta, la quale
il
il
il
il
motivo di
quale metus causa possiede una cosa, non quello di stabilirsi conpoich dal momento che si conosce
la cosa non esser propria, nasce lobbligo della restituzione. Non importa
che essa intentata contro qualunque possessore, e che non si fonda sopra un contratto o quasi-contratto; imperocch, prescindendo dalle ragioni
addotte, che molte azioni personali possono essere intentate contro qualunque terzo, e qualche azione reale contro una determinata persona,
da considerarsi, che la legge pu fondare anche obbligazioni sopra altri
motivi
(2).
onde
le
pregiu-
reali (h).
reali
(j).
(g) L. 8. g. 1. C.
(h) 8- 13. lDst.
de praescr. 30 ann.
de actionibus
4. 6.)
(
:
7. 39.
).
Proeiudiciales aetioncs in
(j)
sii, vel
de partu agnosccndo.
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208
ANNOTAZIONI
La
(1)
rem ed
ampiamente o troppo
ri-
strettamente.
Thibaut pone
Il
sia in
la
rem o in personam,
il
il
seguente;
limitata
ha
come
efficacia assoluta
il diritto dell'attore. Ed tanto vero che questo e non altro sia il significato
rem actiones, che le azioni pregiudiziali, le quali riguardano lo stato
una persona, e che certamente non hanno per obbietto la cosa, sono messe dai
contro
delle parole in
di
Romani
rato
(i).
Questo concetto del diritto e delle azioni reali datoci da Thibaut ci pare esageimperocch le espressioni in rem ed in personam spesso hanno il significato
volgare, e dinotano
I testi
diritti
e le azioni che
si
in vero, senz'atlendere allefficacia assoluta o ristretta del diritto, quando vosi esprimono: actio qua res postulalur, quae
rerum
tic
rebus, actio
ecc. (k).
Quanto
(1).
La prima interpretazione a questo passo di Tcofilo, clic, essendo stato uno dei
compilatori delle Istituzioni, pu senza obbiezione esser considerato come competente a giudicare un passo di un codice, che avea egli stesso compilato. Egli ci avverte essere le aziotd pregiudiziali domande provvisionali, o provvedimenti temporanei in una questione, c per stabilire le basi del futuro giudizio ; tanto pi che il
praeiudicium si rapporta non all oggetto dell ama alla sua forma di procedura, chera una formola con la sola intentio senza
condemnatio, che usavasi ancora per determinare preventivamente lo stato della
zione,
la
(i)
- 13. Insl.
de
Ved. noi.
preccd.;
confi*.
L.40. g.
1.
de
ma
la
Paul. Idem respondil, ex testamento eius, qui iure militari testatus esset, servato, qui, licei
sub conditione, legatura nieruil, edam libcrtatcm posse sibi vindicare. L. 32. pr. de liber. cau.
sa (40. 12.}.
(k) L. 3. 7. g. 1. C.
L. 22. g. 4.
(l)
fam
(7.
39.}. L. 2. C.
si
unus ex
plurib. (8.32.)
Thibaut, de genuina
Kiel 1790.
Saggi voi.
II. disseti.
2.
Digitized
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209
scoverta delle Istituzioni di Gaio
giurista:
lis,
si
persona (m).
Per
la
il
azioni reali e
per contra troppo ristretto dato dal Duroi (n);
rem una specie delle azioni, ma determinate
singole azioni; e specialmente quelle che nascono dal diritto di propriet sopra una
res corporali s; essere le altre azioni che comunemente si appellano reali, azioni utili,
estese ad altri diritti, come ai idra in re aliena e alla eredit: non altrimenti dell'aclio publiciana data a chi non ha dominio; dell'aedo in rem del superfciario e
significato
il
le azioni in
in
rem
senza diritto di dominio. Onde pel Duroi l azione reale non propriamente che
lazione nascente dal diritto di propriet sulla cosa corporale (n).
in
Basta guardare solamente ai testi per convincersi del contrario: perocch locfio
ci vien determinata come lazione nascente dalla propriet sopra cosa
si adopera ancora 1 espressione pi generale di rei
rem non
il
sopraddetto autore
si
(o).
di azioni, le quali partecipano delluna e dellaltra, c perci queste nuove azioni sono
conosciute col
Ilari
nome
di azioni miste.
dato origine a questa terza categoria tre azioni dun carattere speciale, le
azioni personali,
si
la
natura delle
si
decide una
questione di propriet, c da questo lato partecipano delle azioni reali. Queste azioni
sono quelle conosciute ancora sotto il nome di divisorie e precisamente l actio fa -
communi
miliae erciscundae,
dividimelo, fintimi
I giuristi
che accet-
Istituzioni,
che dice a
regundorum.
si
questo proposito: Quaedam actiones mixtam causai obtinere videntur tana in rem,
u quam in personam. Qualis est familiae erciscundae actio, quae competit cohere dibus de dividenda hereditate, item communi dividundo, quae inler eos redditur,
comrnune
finium regundorum
qua
inter eos agilur, qui confines agros habeunt. In quibus tribus iudiciis permittitur
o iudici,
rem
alicui
praegavare videbitur,
eum
III. g.
damnatus
L.
1. g. 17. si is,
C. depos.
vend.
(4. 34.);
(4. 54.);
(p) g. 20.
qui
test.
L.
est,
Ma
qualo-
L. 38.
de rcscind. vend.
Ins de
(p) .
unius pars
lib.(47. 4.),
L. IO. C.
condannare
et, si
123.
voi. VI.
nil.
g. 4.
(4. 44.);
Ved.
L. 4. ln.reg. (IO.
L. 8.
1.);
L. 3.
4. C.
Vamjervit, O. C.
1.).
1. g.
et
113.
Diritto romano.
27
Digtized by
ra bene
si
considerano, non
si
210
il
sonali.
di
esse
fini;
non son
condomino
l'
all'
di dividere
con-
una questione di
divisione.
espresso presso de Romani. Al tempo della procedura formolaria ogni azione avea
tre parti distinte: la natura detrazione si ricavava dalla parte media, la intonilo, che,
conseguenza della intenlio; a questo punto storico si rapportano le parole di Giumixtam causata obtinerc videntur tata in rem, quam in personarn. Onde
stiniano
volendo determinare il carattere delle azioni divisorie, le diremo personali; n Romani pensavano diversamente, e Paolo cosi scrive: Finium regundortm aedo in
i
personarn
est.
81
t.
L azione,
azione
si
prendeva nome
estendeva ad
altri
Ma quando
di aclio directa.
di quei casi, appellatasi ulilis; perocch essa era fatta utile in altre condizioni di cose, che quelle prevedute. Tale estensione nasceva
da una
finzione:
perch
veramente
onde
laltro
alla
(
retta,
1
e renderla quindi
)
utile:
quando un principio
legale
pu essere applicato ad
Gai. tosi. IV. 34-38. g. 34. llabcmus adirne ullcrius generis fictiunes, in quibusdam
formulisi vclul cum is qui ci odialo honorum possessionem pcliil, fleto se berede agii; cimi
ta)
enim
praetorio iure cl non legilimo succedal in locum defuncti, non habel direelas acliones reliq.
233
g.
4. Inst.
de
honorum
23.
).
Vtpiani,
tiia
Fragni. XXVIII.
beredis loco conslituuniur beneficio practoris. ldeoquc seu ipsi agant, scu
cum
Digitized by
onde se per
mili;
ta,
talis
211
al
caso simile
(e);
2 ) quando unazione per diritto rigoroso estinta, o non v', acquicausa pu essere data o novellamente ammessa; il che principalmente
avviene per
La
non stava
ma
esse,
bens nel
modo
nell efficacia di
nella parte media, che appellavasi intendo; laonde questa distinzione valida e necessaria nell
pu avere che un
lazione nel
tuzione giuridica
II.
al
modo
significato storico
utile
per
la
(e).
cium. Le azioni volgari, iudicia prodita, eran quello, che avevano una
precisa, c determinata forinola gi registrata nell'editto del Pletore. In
condo
medesimo; e ci per la potest che avea il Prenuova relazione giuridica (f). Geneforma sono in factum, eccetto
quelle le quali non nascono dalla estensione di una determinata azione
fuori della sua sfera ordinaria, ma sono esclusivamente fondate nellequit, come l aedo praescripds verbis.
III. Non bisogna certamente confondere questa divisione con laltra
dell aedones in ius et in factum conceplac. Le prime erano quelle che
avevano una turi* civili s intendo, ossia quelle che affermano la esistenza
le circostanze del
ralmente quasi
(c) L. 2. g. 3.
Quamquam (amen
dcficiat
aquac
pluviae arcendae actio, manieri oplnor, utilem aclinnem vcl inlcrdictum mihi competere adver,
sus vicinum,
ai velini
aggerem
ipsi vero nitrii nociturus est; liacc aequitas suggerii, el si iure dciiciamur.
rer.
nmot.
(d)
23. 2.
1..
).
39. 6.
).
lisci
).
).
L. 21.
pr.
de pracscr. verb.
et in faci, actionib.
Vip. Quotics deficit actio vcl ciceplio, utilis actio vel eiccptio est.
L. 47. g. 1. de neg. gest. ( 3. 3. ). Paul. Ncc refert, di(e) Saviyny,0. C. V. g. 213.
rena quis, an utili aclinnc agat vel convcniatur; quia in eitraordinariis iudiciis, ubi conceptio
L.
1. pr.
de praes.
et in fact. act.
19. 3.
).
Papiri.
Nonnunquam
evenit, ut cessanlibus
quuni prupriutn numeri invenire non possumus, fafactum appeliantur. Scd ne res ciemplis egeat, paucis agam.
dcscendamus ad
eas,
quae
in
Digitized by
Googfe
di
212
una
si
un
fat-
anzi entrambe le prime proposizioni erano insieme fuse. Quelle azioni che
la intentio,
che determinava
la
que-
diritto,
ma sul
con
fatto
corrispondenza tra
quanto
che
le azioni in
tutte le azioni in
viles,
factum ciovvero actiones praescripts verbis avevano una formala in ius conpoich secondo la testimonianza dei fonti si rileva, che tali azioni
cepla-,
fe-
de, le quali
82
Actionca botino
3.
Gans, Diritto
Rom.
fidel,
iud. cvilib.
de
bonac
litici
1.
Slcvcr, ile
sommario Itnmanorum
Uachoftn, De
legis aclionihus
Istilla. 3,
163,
269.
Savi'jnt/
Sisl. V. 8-
218.
ss.
Ap-
Le azioni personali si suddividono in actiones stridi iuris o condibonac fi ri ci. Le prime eran quelle, nelle quali pel
cliones, ed in actiones
carattere dell
determinato,
affare
il
del Pretore ed
si
riferiva
ad un obbietto
termini
dell atto
conchiuso, n
gli si
permetteva di deci-
na-
da vicendevoli legami, e fondati sul credito e sulla buona fede, laal giudice un potere alquanto pi ampio di decidere la questione
secondo il principio di equit, si appellavano actiones bonac fidei. Quindi
scenti
sciavano
(g)
L. 6. de praescript. verb.
19.
).
Savigny, Sisl.
V. g. 217.
Vangatovi, o.
c.
g. 138.
Digitized
by
nelle prime
213
il
convenuto secondo
atto giuridico
Un
Nm.
l'
obbligo del
etc.
il
ex
fide
nome
bonae
di
fidei
(a).
La stridi iuris
c un certuni
come c
vile,
1
l'
(b),
la
come
il
mandato,
il
comodato,
il
de-
La bonac
che
nell affare
il
fidei aclio
fondamento
azione, stantech
dell'
adio stridi
intentare un
vi
tivi
iuris.
il
diritto
. 43. 44
),
nei giudizii di
buona fede
no per nulla
(a)
iur.
12- 3.
nuove
considerati, e dalle
Cic. Top.
c. 17.
de
si
tali
si
vi si
potr del
17.
L.
5. g. 4.
de in
lit.
).
(b) L. 9. pr.
de rcb. red.
12. 1.
).
de
lil-
obtig.
3. 21.
Sic
lt,
iuris.
Bonae
de actionib. (4. 6
fidei suiti
mandati, depositi, pr
):
fidei sunt,
quaedam
communi
dividundo.pracscriplis verbis, quae de aeslitnato proponilur, et ca, quae ex permulalionc compelit, et hereditatis petitio:
dicia
connumcranda
bonae
(e) L. 99.
bonae
bonac
fidei iu-
(idei disposuit.
de V. 0.
45. 1.
).
L.
7.
terrogano.
L. 31.
g.
de negai, gest.
quantum
21. 1.
3. 5.
}.
in stipulationc
Paul
tantundem
nominatila eius
in
).
Digitized by
214
fe-
de, in virt di pi largo potere concesso al giudice, questi poteva prendere in considerazione anche le eccezioni prodotte innanzi a lui, e trascurate innanzi al Pretore ( in iure ) (g). d'avvertire per che qui si fa parola delle vere eccezioni nel pi stretto significato della parola, c non di
quelle eccezioni o fatti, i quali annullano ipso facto il diritto di agire del1
forinola
giuramento in
ed erano
lite,
ed in
Quando
in
gamento, valeva
la condemnatio (h).
di stretto diritto stabilito un luogo di pache lazione dovea essere intentata perfetta-
un negozio
la regola,
),
il
in forza di cui
azione nel luogo designato dall atto civile, aveva la facolt d intenterla
buona fede all'incontro questa nuova azione
non punto necessaria, dappoich ci potr fare il giudice secondo la na-
L. 7. 3. de pactis
(i).
2. 14.
). L.
pag. 127.
Etsi non pater cxpcrirelur, sed post mortem
Vip
actioni,
cus filia sola de dote agorct, idem crii diccndum, quum cnim doli exceplio insit do dote
inessc hunc simun m actioni
ut in ccteris bonao lido! iudiciis, pelosi dici, ut et Celso videlur,
(g) L. 21. soluto inatr.
de dote, maxime
si
(h) L.',3. 8- 2.
(21.
ex voluntale
commod.
3.
).
iiiiae
factus
sit.
L.
3.
de rcscind. vend.
sii,
18. 8.
bonac
).
fidei iudiciis,
obscrvatur, quamvis
1.
L.
).
4. de cond.
tritr.
(i)
13. 3.
).
L. 7.
Ulendum
erit.
8-
4. 6.
).
Digitized
by
215
ANNOTAZIONE
Quali azioni appartengano alla prima classe e quali all' altra controverso; ma
ultime investigazioni a questo proposito ci hanno condotti a seguenti risultati;
1 ) Innanzi tutto da rigettare l'opinione che tutte le azioni fossero divise in
azioni di stretto diritto e di buona fede, mentre in verit questa divisione non si
estende che ad un piccolo cerchio di azioni. Ad esse appartengono solamente quelle
che hanno una formolo in ius concepiti, ne sono per conseguenza escluse le azioni
onorarie e le perseculiones.
Di pi non tutte le azioni in ius concepitele entrano in questa divisione, ma solo
quelle che sono in personal n, c di queste quelle che sorgono da negozii civili, ossia
le
stiniano
(1).
Le azioni ex testamento tanto nel caso dun legato per damnalionem, quanto
uno sinendi modo (m). Le azioni per un fidecommesso appartenevano certamente
al numero delle perseculiones, e quindi non sono n di stretto diritto n di buona
fede, quantunque materialmente fossero considerate quale libere azioni; donde segue che, in virt della cxacguatio leyatorum et fdcicominissorum di Giustiniano
nell' ultima legislazione, le azioni ex testamento non possono pi essere annoverale
c)
di
5. 21.
).
Questo giudizio
che
1
scorso,
l'
12. 3.
).
3.
L. 103.
de reb. cred.
12. 1.
de V. 0. (45.
1.
Buse. Coni. 5.
(l)
la
legge citata
ci
1'
pr. Inst. de
lit.
ubi.
3. 21.
).
).
).
L.
Ved.
12. 1.
sull
si
azione in que-
rileva solamente,
avverte che
(k) L. 9. g.
(
il
con ci
azione in di-
matrimonio con
L. 0. . 4. L. G. de in
5. 13.
).
la for-
lit.
iur.
Cic.
pr
nut. (c).
L. 0. de in
lit.
iur.
12. 3.
).
L.
23. de V. O.
(43. 1.).
(n)
I..
2. C. coin.
(o) L. 2G.
de act.
de legalis
rer.
amot.
G. 48.
(
(
23. 2.
).
).
Digitized by
mola in factam, a
un'actto in factum;
2 con
la
tarum
stabilirsi,
come
poi sarebbe in
di
cos dice:
Si obligalio lego
nova introducta
sit,
agendum
est.
ma non
ex
nea
casi,
non
da dire secondo allo spirilo della legislazione giustiniale condictiones ex lego le nuove azioni nascenti dalle dona-
annoverare tra
e dal contratto dolale;
di
zioni
ed
vuoisi
lege ; pi giustamente
altre ancora
(r).
civile
sol
ex
delieto,
perch
tere,
la
ma concepita
Similmente altre azioni, perfettamente escluse dalla presente divisione, possono essere considerate come di stretto diritto, o come di buona fede; e la ragione
ne , che tale divisione, massimamente importante per la nomenclatura, e nel tempo
del processo trmolario, allora che il Pretore determinava il criterio del giudice
innanzi al
medesimo magistrato,
(q)
trattalo
lutto lo svolgimento della controversia
momento che
se
48. 3.
8. 30.
(s)
Savigny,
(t)
Docking,
Quod nostra
menomata d im-
!.. tilt.
est, ex lege
. 1. C.
de
condicticiam emanare.
L. ult.
g.
8. 84.
).
L.
0. C.
de dot. proni.
5. 11.
).
).
L.
10. C. de
).
Stai.
I.
).
L. 33. g. 3. C. de donai.
revoc. don.
non pu
pag. 337.
V. app.
Num. XX.
p. 377.
de rcb. crcd. { 12. 1. ). Vip. Compclii hacc aclio elioni ex legati causa, et
ex lege Aquilia; sed et causa furtiva per hoc condiclionem condicilur; sed elsi ex Senaiuseonsulto agetur, compatii linee actio, valuti si is cui fiduciaria heredilas rcsliluia esl, agerc vote!.
(u) L. U. g. l.
Digilized by
217
portanza. Per la qual cosa tutte le azioni che non appartenevano dapprima a questa
divisione dovettero essere trattate alla maniera o di quelle conosciute sotto
di actiones stridi iuris, o di quelle appellale
bonac
fidei.
ex
le azioni civili
Le
il
nome
abbiamo
buona fede.
delieto, di cui
come azioni di
Vanno in questa seconda categoria le azioni in rein (v): ancora quelle che avevano
una forinola in factum conccpta, e le azioni onorarie, per le quali la libert del giudice era gi posta dal carattere del diritto pretorio. Non altrimenti delle persecw-
lioncs, le quali
strato
una
venivano in
tali
magi-
aequum
conceptae. In alcune relazioni giuridiche, nelle quali era necessaria una stima per
determinare l' obbietto della obbligazione, il giudice avea per la misura della sti-
ma,
modo
azioni ebbero
nome
di actiones in
1'
dei giudizii
ma
principio rigoroso del diritto civile col pi libero della naluralis ratio ;
il
nel progresso del diritto lo stesso principio che modifica le istituzioni, modera an-
cora
modo
il
bonac
fidei actiones.
La condidio era
non
fuori proposito.
leijis
aclio
per condiclionem,
la
quale do-
veva strettamente adoperarsi per certa pecunia, ovvero per certa rcs; la sua natura
era rigorosa a segno che il giudice doveva decidere n pi n meno che la foratola
(v) L.
rii,
possi!,
is,
esl. Si vero
est,
est, et
trai
6. 1 ). Vip
Si vero non potest restituero, si quidem dolo fequanlum adversarius in iitem sioe ulta laxalionc in infinitum iuraverit,
fccil, quo minus possi t, non pluris, quam
quanti adversarii interfuit, condemaandus est. Haec scnlenlia generatis
68. de U. V.
quo miuus
damnandus
iudicis
g. 2. Inst.
de
off.
est.
(i)
Savigny,
(y)
L. 66. g. 7.
(z)
11. g. 1.
sol.
mat.
(bb)
L. 3. g.
pr.
).
g. 28.
8. 3.
).
L.
3.
de in
lit.
d.
).
24. 3.
L. 82. de sol.
44. 7.
3.
1. ).
de bis qui
g.
46. 3.
).
).
de aed. (21.
in
L.
474.
A.
!.. 1.
4. 17.
et.
(aa) L. 3. pr.
(cc) L. 42.
Sist. V. pag.
L.
L.
L. 34. pr. de O,
iud.
3. 31.
47. 12.
elf. (
).
0. 3.
1. Inst. si
L. 20.
g. 3.
de aeq. hcred.
2. 2.
).
).
quadr. (4. 9.
).
11. 7.
Diritto romano.
28
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Googlc
218
dare oportere gli dettava; cos Gaio (ee) intende per condiclio quell' azione in personam, la intendo della quale era diretta ad un dare oportere. Secondo la sua origine e la sua natura adunque la condiclio era per un certuni; e perci il nome di
condictio certi. L austerit della condiclio fu temperata probabilmente tra il VI. e
VII. secolo di Roma; e da quel tempo oltre ad una condictio certi si ha una cndiclio incerti.
La differenza mollo rilevante, perocch la prima diretta a somma od oggetto determinato, laltra, quantunque diretta anche al dare, pure non avea cos determinato l obbietto, onde alla parola dare della intendo si aggiungeva 1' altra facere. Dal che consegue differenza importante: che nella condictio certi, essendo tutto
i fatti, non poteva condannare o assolvere il convenuto per quella pecunia od obbietto determinato; nell altra, non essendo confi-
ma-
Quando sia il caso deli 'una, quando delda decidere secondo la natura delle obbligazioni; e particolarmente:
Nasce allora la condiclio certi quando l'azione ha quei requisiti da noi espo-
1
sti
il facere involge in s un incrcon altre parole dev essere determinato nel quid, nel quale e nel
e la intendo concepita in questa guisa: Mparet, Ani. Ani. Ao. Ao.
ovvero fundum cornclianum, hominem iSlichum dare opor-
te zza. Lobbietto
quantum
((!):
tere (gg).
Nasce
quando esistono
la condictio incerti,
ma
un oggetto per
buona fede, la intendo
non poteva racchiudere un certum, ma era espressa col dare facere senza laggiunzione ex fide bona, in questa guisa quidquid perct Am. Ani. Ao. Ao. dare facere
condictiones
il
come per
le azioni di
Silia cerlae
(fTj
quod et
0. (48.
est in stipulalionc,
1.).
Gai. Slipulalionum
homo
quaedam
cerlae sunt,
46. 3.
13. 4.
Quum
in
46. 3.
).
Cam-
L. 2.
conf. 42. . 1- de rcb. crcd. 12.
L. 75. g. 8. L. 103. dcV. 0. (45. 1.). L.93. pr. de
1.
136.
conf. L. 29.
).
L. 76.
g. 1.
id,
45. 1. ).
. 1. de V. 0.
quod praesenli die duotaiat de-
).
in-
ut ecce
}.
Paul.
belar
sit,
sulut.
qaaedam
(lih).
que
Am.
Gai. Inst. IV- 19. llacc autem legis odio conslituta est per legcm Siiiain et Calpur-
(ee)
7. 5.
).
L.
L- 72. g.
3.
de solut.
).
L. 22. g. 1.
L. 40. g. 1. de cond. ind. ( 12. 6. ). Marciati. Si pars domus, quac
diem per fdeicommissa relitta est, arserit ante diem fldeicommissi cedcntem
et ea licres
sua impensa refecerit, deduccndam esse impcnsani et lideicomrnisso constai; et si sine deduclionem domum tradideril, posse'in certi condici, quasi plus debito dederit.
L. 3. de cond.
8. 2.
in
caus.
12. 7.
).
dium
tradidcro,
liaris
eam
!..
5. g. 1.
quum
servilutem,
L-
).
Paul. Si
libi
libcrum prae-
quam
debuit, imponi.
L.
2. g. 3.
de donai.
39. 5.
).
etc.
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nem ex
lege Silia
tempi
si
219
rem
Calpumia Sulla differenza non si concordi; pretendono alcuni consistere massimamente in ci, che solamente nella condictio diretta a certa pecunia seguisse la
certa condemnatio, nellaltra diretta ad certam rem seguisse una incerta condemnatio (ii|. Questa differenza non ci pare esatta, avendo buoni motivi da credere che anche in questo ultimo caso la condemnatio poteva essere diretta ancora
ad una certa pecunia (jj) piuttosto la differenza rilevante sarebbe, che nella con^ictio diretta alla certa pecunia le parti promettevansi scambievolmente una multa
) .
somma
reclamata da pagarsi dal soccombente a colui che vinceva la lite: mentre nell' altra condictio mancava la spomio pocnalis. Di qui nasce
che solamente la prima prendeva il nomq di condictio certi, ovvero aclio si certum
|
pctatur, mentre al contrario ogni altra condictio appellavasi triticiaria, poich il frumento fu designato come esempio di una qualunque cosa distinta dalla moneta. Cosi
quest' ultima condizione abbraccia
non
solo la condictio
ad una
rcs certa,
ma an-
cora
infatti nella L. 9. pr. de II. C. (12.1) scrive: Certi condictio competit ex omni causa, et ex omni obligatione, ex qua certum pctitur, si ve ex certo
contractu pctatur, sire ex incerto. Licci enim nobis ex omni contraclu certum
praesens sit obligatio; caelerum si in diem sit, vel sub condummodo
condicere,
certum. Ulpiano
tro
giuristi
(ii)
Wachtcr, 8ag. 72
L.
Heimbach, credilum pog. 570.
(jj)
peruniam nunieralam petit, illa aclione utitur,
1.
si
ticiariam condiclionem petet. Et gcneralitcr diccnduin est, cas res per Itane aclionem peli, si
quae siut praeter pecuniali! numcratam, sive in pondero, sive in mensura constcnt, sive mohilcs
slipulalus quis
sii, veluli
pag. 622.
PuclUa,
(kk)
Heimbach,
Islil. .
0 ad Pub. et ad Leg. 9. de K.
identit e connessila, pag. 93.
(Il)
positi
L. 4. 4. 816. 3.
164.
(..
de R. C.
E. 47.
44. 2.
).
319 e 593.
ss.
12. 1.
pr. pr soe.
mea
- L- 34.
).
L. 28.
17. 2.
).
de
. 4.
Vip. Scd
intersit.
1. 2.
de O.
sit,
L.
et
A.
5.
(
si
iure.
ad
leg.
12. 2.
).
14
3.
).
cil.,Brackenhoft,
L.
13. g.
de tutelae act.
44. 7.
sive ius
ved. Savigny,
106. ss.
27. 3.
).
L.
1.
de-
cessa8.
de
).
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by
220
esatta.
Non
pu contraddire
si
clic
requi-
ternativo con
l'
(mm), ed
eie.
una
requisiti per
condictio; in questo
modo 6
che in con-
possibile, che
ob-
Savigny,
Le
V. g. 221.
Sist.
83.
Actioncs arbitraria*-.
1.
Puchta,
istituzioni g. 168.
niun
modo debbono
nunciava immediatamente
confondersi con
il
giudice
non pro-
ma, esaminato rigorosamente il die convintosene, metteva nella libera volont del conve-
la sentenza,
o restituire
nuto di soddisfare
primo assecondava
attore, p. e. di esibire
oggetto.
era assoluto, se vi
Se
il
si ri-
stimala condanna pecuniaria. Quindi per la inlentio questa forinola era un iudicium, per la condcmnatio invece era un arbitralus iudicis (a). Le conseguenze di questa erano di grande pregiudizio pel convenuto, che non si sottometteva alla volontaria prestazione: in
quantoch spesso andavano oltre di quanto il convenuto avrebbe dovuto
fiutava, seguiva, dietro
de acl.
4. 6.
Savigny, o. c.
op. c. g. 139.
voi.
V. pag. 5. 78.
mclus
ss.
quasdam
faciat,
veluti
rem
islac actioncs
tam
in
rem, quam
in
Publiciana, Scrviana de rebus coloni, quasi Serviana, quac ctiam hypotheraria vocatur; in per-
sonam,
id,
veluti
quibus de eo agitur, quod aut mctus causa, aul dolo malo factum est, item
est, petitur:
cuiusque
rei,
posse resliluerc,
si
):
cum
pendei. In bis enim actionibus etcelcris similibus pcrmittitur indici, ez bono et aequo
quemadmodum adori
sccundum
satislieri oporteat.
ab co possessio transfer-
Digilized by
causa
rebbe
la
stato sufficiente
sentenza
nell
il
al
221
effetto della
il
2
bonae
La differenza che
tra
e stridi iuris e
rapportano solamente alle
e
le azioni arbitrarie
si
comprendere tanto
hanno una dif-
e bonae
fidei,
cosicch
le azioni
ma
molte
come ancora
lattivit
le azioni civili
ex
buona
quantoch
accorderebbe col caazioni arbitrarie
ne
adunque quali
nisi exhibeatur
od
alla esibizio-
(c).
. 84.
3
T. Inst.
(
8. 1.
).
De
Cai.
Lazione e
una
iotcrdiclis
Inst. IV.
il
4. 15.
Degl' interdetti.
).
T. D. De interdictis (43.
tur, et
1. ).
T.
C. cod.
g. 169.
tuerc,
istit.
il
uno
stato di fatto,
pretore,
fructuum duntaiat, omnisque causac nomine condcmnaiio IH. Si vero non potasi resliquidem dolo fccit, quo minus possil, is, quantum advrrsarius in litem sinc ulta laia-
si
(c)
Savvjny, V.
g.
221.232
g. 31. Inst.
de
ocl. (4.
Paul. Inttrdum quod intersit agentis, solarli acstimatur, voluti quum culpa non restiluentis vel
non eihibentis punitur; quum vero dolus aut contumacia non restiluentis vel non cjhi beali,
quanti in litem iuraverit actor.
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222
inlerdictum
(a).
Questultimo
nome
ai
ria
Se
(b).
qualora
si
la parte contraria
come
si
il
comando e
diffinir la
il
finito,
ma
al giudice;
era
facile provvedere,
tutto
onde questi
non se la
altro, se
editto. In ci gl inter-
del processo.
Glinterdetti
il
Pretore
si
di-
rigeva ad una delle parti e comandava o vietava qualche cosa; nei duplicia poi
si
dirigeva ad entrami, in
medesimo tempo essere attore e convenuto (c). Nei primi poteva darsi uno
due processi, cumpoena o sino poena. La procedura cumpoena
l attore provocava il convenuto a promettergli una
somma, se si provasse che egli avea operato contro leditto pretorio sponsio ), ed allincontro il convenuto lo chiamava ad una reslipulalio pel fatto
contrario, cosicch per la scambievole promessa entrambi ottenevano una
di questi
consisteva in ci che
il
giu-
una
poi
domanda
esibitorii, lat-
della restituzione
maxime
faciebat,
cum de
1. Inst. h. t.: Summa nulem divisio inlcrdiciorum hacc est, quod aut prohibitoria
. . Sunl lamen, qui putant, proprie interdicta ea voquae probibitoria sunt, quia inlcrdicerc est dcnunliare et prohibcre; exhibiloria autem et
reslitutoria proprie decreta vocari: sed tamen obtinuit, omnia interdicta appcilari, quia inler
duos dicuntur.
(b) g.
eari,
Tenia
quibus
rei,
quam
quod aut limplicia sunt aut dii .... dupicia vocanlur, quia
Ved.
Digitized by
223
ed esibizione della cosa; qualora la restituzione od esibizione non seguisse, il convenuto era condannato al prezzo della cosa.
Nella procedura sine poena le parti comparivano innanzi al magistrato domandando un arbiter, ed il Pretore dava loro una formula arbitraria, per mezzo della quale il convenuto era condannato ad una somma
determinata in caso che non volesse restituire o esibire la cosa. Questa
procedura era applicabile solamente
ed agli esi-
bitorii.
entrambe
volevano per s
le parti
il
il
una que-
possesso medesimo,
il
che dava
la facolt di
al
pulationis assolvendo
il
primo.
cedura,
gl
sono azioni personali dirette a decidere una relae determinare cos la base di un giudizio diffinilivo di diritto
interdetti
zione di fatto
), ovvero dirette a difendere un diritto macausam habent) (d). Questi concorrono in alcuni casi
medesimo diritto, e vengono riguardati sempre come
mezzi provvisorii; poich dopo la decisione si pu produrre in giudizio
la medesima questione con 1' azione, la quale opera una decisione dilfi-
teriale [proprietatis
con
le azioni del
nitiva.
Gl interdetti possessorii si
un
aveva
Nam
si
(e).
(d) g- 8. Inst. h.
t.
De ordine
supervocaum
qualia sant hodie omnia iudicia ) non
L. 3.
L. 1. 8- 3. b.
t.:
4. C. h.
t.
L. 17. A. de act.
si ulilis actio
cmt.
4. 48.
).
L.
ri
2. 8- 1- 3.
tamen
li.
t.
ipsa persona-
li sant.
Sequcns interdiclorum divisi hacc est, quod quaedam adipiscendae
possessioni s causa comparata sunl, quaedam restituendae, quaedam recuperandae.
!e) 8-
2. Inst. b. t.:
Digitized by
224
85.
6 Aetlonr
)
mix Ine.
Le azioni dirette al mantenimento del patrimonio possono differire in ci, che alcune tendono solamente a garantire Io stato del patrimonio; altre pretendono qualche cosa di pi. L' azione diretta a rimuovere il danno ingiusto sofferto da una parte, ed il guadagno illegale dall' altra, cos che le due [irti ritornano nello stato antecedente alla violazione, n ve cambiamento nel loro patrimonio, appellasi rei persecutoria.
2 Avviene alle volte in alcune circostanze che alla violazione del
1
diritto,
pu
in seguito addivenire pi
povero di quello eli era prima della violazione, e lattore pi ricco; in altri termini succede un cambiamento nei patrimonii delle due parti; quelle
azioni
tligere
adunque che sono unicamente dirette a conseguire il dippi ed inuna pena a colui che violava il diritto, sono dette per questo
poenales.
violatore, e
sull
azione stessa
nell' intentare
niaria
il
danno, o
la
pena pecu-
(a).
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Gogle
225
Estinzione
III.
azione.
86 .
.
i
dell
12.). T. C.et
(4.
Sist.
deliclis
defunetoram quan-
MMtnbruch,
Continuai, del
Le azioni
come
si
trasmettono attivamente
le seguenti ecce-
zioni.
1
Per
le azioni
riguardo
all
attore, si
comprende d s
che
stesso,
quando il diritto a cui tutela sta 1 azione, si estingue esso stesso con la
morte del subbietto, 1 azione ancora estinta, ed impossibile una trasmissione di essa agli eredi. Questo
prima
della
come
colt di entrare
cittadino e
dette acliones
ex
la
convenuto non
al
lha
come
(a);
si
trasmettono
le azioni
popolari
(bj,
negata
dopo
meram
Riguardo
le azioni
attore
la trasmissione dellazione
la eredit si
L.
8. g. 5.
9. 3.
).
sia et deieetia,
perpetua est, et hcredi compelil; in heredem vero non dalur. Quac aulem deeo
competit, quod iibcr periisse dicctar, intra aunum dunlaxat compelil neque (in heredem, sed
47. 23.
(b) L. 7. 8.
annum
personis,
nam
conr. L. 7.
pr. g. 1.
de
).
eod. Vip.
Omnes popularcs
extenduntur.
(c) g. 1. Inst. b. t
Est
romano.
enim certissima
velati furti vi
9. 3.
).
L.
1. pr.
de privai,
dolici.
47. 1.
iniuria.
!..
8.
).
29
Digitized
by
per che
le volte
l
ma solo
trasmette passivamente,
tata pi
226
per
quando accanto ad
rum, accanto
tere
meramente
3
non
dalla
si
la
si
alla
litis
da questo punto
contestatio, e
(d) L.
eum
5.
pr.
de calumniat.
3.
(h) (3).
).
quod ad
momento
le azioni
daium
et heredi extorque-
sedere quaesitum.
(c) L. 16. g. 2. quod. met. caus. ( 4. 2. ). Vip. Ilaec actio heredi celerisquc successori bus
(g)
datur, quoniam rei habet persecutioncm. In hcredem autem et cetcros in id, quod pervenit ad
sedere quaes