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/tS-L-3
SISTEMA
DEL
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SISTEMA
DEL
1'
avvocato
NICOLA DE CRESCENZIO
Professore pareggiato nella Universit di bipoli
NAPOLI
Presso
NICOLA JOVENE
libraio-editore
18G (J
Digitized by
merazione
dell' autore.
trattati.
la cifraie la nu.
TIPOGRAFIA DELLANCORA
Nel Monastero di
S.
Giorgio Maggiore
n Forrell.i.
Digitized
by
PREFAZIONE
.Al.LA
SECONDA EDIZIONE
ehlii
animo
in
di presentare alla
la
addimostra, come
il
il
La quale, essendosi
il
metodo
nella prefa-
suo scopo.
L
ordinamento ed
il
metodo
di questa
romano
diritto
il
gli stessi
esser trat-
tato in guisa, da presentare in figura principale quegl' istituti che aver po-
sandando
istituto
complemento
n mettendo
sola parte pi o
in
le
romane
ombra alcuna
dell'altro, e
istituti
medesimi
le teorie
in tutto
parte
il
essendo io convinto
si
la
voglia, se
che un
conoscenza di una
non
la si
riguarda
maggiori
si
anni un diritto bastardo ed acefalo, che non sar romano che di nome.
E quan-
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VI
1'
allo studio di
si
La
storia ci addita
quando
come erano
gliendole
medesimi alquanto
trasformate per renderle accessibili ad attuali contingenze piuttosto, che ispirarsi alle fonti vive
si
pu sconvenire
fonti,
Romani
che
il
tale fu in fatti,
italiano
il
si
uo-
gli
ma non
si
romane
se le dottrine
si
la
si
la
pura dottrina
romana.
Ho
cia
ci fe
pericolo ci minac-
il
officiale
buon
Regno: fu proprio
sit del
datore
il
Ammiriamo
monumento
della
sapienza civile dei nostri padri, senza portare le mani sagrileghc per mutilarlo
un mondo
antico,
o mirabilmente
ferme.
follia
non
altri
che
il
allo
essere trasandati
imperocch senza
si
credono pi conformi
alle
del diritto
ma non
presenti istituzioni.
s, nella
po-
si
istituti
moderna,
romano debbono
ci
il
Il
di
valore di quegli
diritto
romano
comprendere
Per
le leggi
c a proporne
miglioramenti.
f atten-
zione de giovani sulle fonti; quindi invece di presentar loro pochi frammenti
al
un frammento per
di guisa
che non
>i
VII
sia principio
il
lo
riguarda.
primamente perch
na
alle volte
da
titoli
non
si
ma
di
la dottrina
ma
di lavoro.
gliorare
il
c ci
mi avrebbe condotto
Dove ho creduto
la materia,
dettato,
egli fin da
romana vera
e genui-
testi, tratti
infine
ma
rendendo
intelligibili
al lavoro,
completa degli-
ren-
il
Appendici
stituti giuridici
secondamente perch
apparare
si
nome
giovine
il
possibile,
mi-
mi fanno sperare
Napoli
27
luglio 1869.
Digtized by
Digitized by
PREFAZIONE
ALLA PRIMA EDIZIONE
il vedere con un
Romani, quando ingegni pi
si
un
non ho
publicare
titolo simile
alla vastit
si
consulti alemanni sono nelle nostre scuole adottati con pieno successo.
Lungi da
me
non discostarmi
la
le
pe-
culiari circostanze, in cui trovasi la scienza presso di noi, e per l'indole de nostri
abbracciando cosi
il
presente
il
il
punto
legislazione.
Nessuno pi di me potr altamente ammirare quei libri d' istituzione che corle mani dei giovani, dopoch mi fu dato udirne qualcuno svolto dallautore
nelle universit di Alemagna; e mi godeva lanimo, quando, ritornalo in
patria, ne vedeva molti generalmente adottati. Con tutto ci non ho per fermo che
essi siano adatti tanto alle nostre scuole, da non esser necessaria una pi o meno
grande modificazione.
rono tra
medesimo
Non
romano,
di rado, eccetto
gli autori
DiriNo romunu.
t>
tized
by
tedre, o per
cipii,
le
conferenze.
Il
accennano iprin-
il
manuale. Un tale sistema andato tant oltre, che non raro vedere un
insegnante alemanno dare ai suoi uditori un manuale, in cui non si rinviene, che la
sola rubrica del paragrafo con qualche citazione o controversia; sicch esso presenta
solamente un piano, che il professore manda ad esecuzione dalla cattedra.
Un tale metodo ha le sue difficolt per i giovani meridionali, i quali generalmente non reggono a questo lavoro. Io, che nel privato insegnamento ho cercato introdurre questo sistema, dopo quattro anni mi sono convinto, che volerlo assolutamente sarebbe una pentita di tempo con danno positivo della giovent, la quale ha
bisogno di un manuale, che per quanto possibile, sia condotto in ogni sua parte;
oltre a che non difficile, che un libro, il quale non forma che il piano di un sistema, riesca in qualche parte oscuro per lo stesso insegnante, e poco intelligibile per
sibile del
lo scolare.
insegnante.
Il
il
di sci mesi, indipendentemente dal ramo pi o meno importante della scienche svolge; stretto dal tempo egli, sia nel libro, sia dalla cattedra, scende raramente ai minuti particolari, alle ultime conseguenze, ed alle controversie; e, poich
tempo
za,
lo stalo
nografie,
all'
svolti nei pi
giovani od
lettori alle
mosono
minuti particolari. Ora chiaro, che per adottare con pieno successo
un compendio di Diritto Romano di autore alemanno, conviene al coscienzioso insegnante di riempiere questo vuoto, esponendo tutto ci che lautore non fa che citare, servendosi di quelle tali monografie, opere riportate dal medesimo; e ci sia per
completare il troppo ristretto manuale, sia per presentare alla giovent l'ultimo movimento della scienza.
Quanto questo sia malagevole per noi non chi noi vegga; imperocch se l insegnante si limita alle citazioni, come se noi facesse, non potendo il giovane per
la difficolt della lingua riscontrarla da se stesso, dovr assolutamente esporre quelle
teorie, il che riesce difficile, non essendo tutti in possesso di quel non facile idioma,
ed anche ad esserlo, non agevole rinvenire lutto questo tesoro di materiali nelle
nostre biblioteche; per la qual cosa, tuttoch ammirando quei sistemi, notiamo sempre un vuoto, che per le ragioni addotte riesce difficile colmare.
11
XI
diritto
romano,
ma
non procurargli
la
come introduzione
allo studio di
un
fa ancora maravigliare i popoli, sia; ma che poi ci bastasse, sarebbe volere che si
producessero molti e gravi inconvenienti. E di vero sfugge all'occhio del giovane la
importanza del diritto romano, e si conchiude da lui la non necessit di questa di-
sciplina; quindi
non
scorgerli
passando in
tutt altro
da
lui studiate
la disciplina
che ha tra le mani; e quando, come suole avvenire, l'insegnante di diritto civile fa
capo della sapienza romana, egli si trova privo di questo fondamento essenziale, c
ci indipendentemente da ogni altra importanza, che ha in s il diritto romano, come base di ogni legislazione moderna, e perci centro di uno studio di legislazione
comparata, e tesoro inesausto di ogni scibile giuridico. Tutto ci non mestieri ora
sviluppare, s perch l'indole della presente prefazione non mel concede, si perch
oramai generalmente conosciuto. All incontro dopo un corso completo di diritto
romano il giovane studioso, passando allo studio di diritto civile, o a studii pi severi
in fatto di legislazione privata, potr senza grandi sforzi
giungere
sistema del
ma
troviamo nella collezione di Giustiniano; nel lesto bisogna fare astrazione dallo stato
anteriore del diritto, o pure, quando necessario, usarne con parsimonia. Non voglio
per che
si
credesse,
romano; non
io, che proferir questo paradosso, ma bramerei che si studiasse prima in tutta
sua estensione e successivo svolgimento unitamente alle Istituzioni, lavoro non
meno importante che tender di compiere pi tardi. Ma stimo difettoso un sistema
sar
la
che volesse innestare la storia delle istituzioni insieme alla trattazione positiva delle
medesime, prima perch le materie trattale a questo modo riuscirebbero lunghe al
secondo perch si correrebbe pericolo, che linesperto lettore po-
di l del dovere,
trech
si
il
istituti
non pu essere mai completa, se non si noli lo stato del diritto anteriore alla riforma, poich indipendentemente dai passi delle Pandette nei (piali continuamente si
fa menzione di un diritto gi trascorso, alcune parli della riforma si collegano cosi
strettamente ad una legge o ad una antica istituzione, che sarebbe poco assennato
tacere Io stato e la successione storica di uri simigliantc istituto. Stimo per conseguenza necessario di ricordare, quando l'occasione lo detta, lo stato prima della riforma giustinianea, n vi sarebbe nessun male, se ci si facesse in ogni istituto giuridico senza alterare
il
testo,
ma
il
esponendolo
i
modo
di ap-
succitati inconvenienti.
by
XII
medesimo tempo
la storia delle sue istituzioni. Resta a far notare un ultimo punto, secondo me il pi
importante c di una difficolt quasi insormontabile, atteso lo stato della scienza
,
menti
testi.
inutile clic io
ram-
in
terreno
si
tali e tante controversie, che oggi ancora l'assieme delle medesime si apius controvcrsuin. Non credo di calunniare gli eletti ingegni
asserendo esser noi alquanto indietro mancando i necessarii materiali. La
suscitava
comunemente
pella
d' Italia
ma
di Accursio.
una
ricca
messe
come
di materiali;
ma
il
filo
in altri
questo riguardo
dopo
la
publicazione della
Som-
c quella di Angelo Mai si creato un mondo novello, e la scienza prendeva tuli altro indirizzo, di guisa che volendo trattare questo difficilissimo tema non si pu fare
astrazione, anzi indispensabile ri)iortare l'attenzione de'giovani sul
non restando
forse pivi
campo
agli
movimento
ul-
per
si-
si
si
alla interpretazione.
stanza che rende questo punto della scienza di grande difficolt; imperocch
il
citare
tali controversie vengono trattale, accennando per capi la controvermedesima, non gioverebbe che a pochi, i piali sono iniziati nell'idioma tedesco,
ma non alla generalit de leggitori; o almeno questo si potr, quando si tratta di
mettere a rilievo ed a confronto opinioni di autori antichi, le opere dcquali sono intelligibili a tutti. Toglierle di mezzo sarebbe mancare la parte pi interessante ed
indispensabile ad uno studio di diritto romano. Non resta adunque che trattare, qua-
le
opere in cui
sia
lora
do
si
modo un
ziali,
de
il
nostri giorni,
passi su
dando ragione
di
ciascuna di
sistema di diritto civile romano sar completo, riguardando tre punti essen-
lassieme delle determinazioni contenute nel corpo del diritto, la storia delle
medesime,
le
controversie che
si
si
lunico c glorioso fondamento delle nostre giuridiche tradizioni, secondo perch ri-
guardando tutti i punti della teoria, il giovane potr nello stesso libro d' istituzione
che ha nelle mani trovar modo come estendere le sue conoscenze senza essere co,
stretto di ricorrere ad altri autori di sistema e di vedute differenti, c correre pericolo, inesperto ancora, di sperdersi in
sono state
gli
prender vaghezza
quando
di
confrontare
ha nelle mani
che battono
Ecco
il
piano secondo
il
assieme del
il
diritto giustinianeo,
rapportando a
do
alla fine di
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Sili
fronto delle opinioni dissenzienti sulla interpretazione dei testi. Ci faceva con l'aiuto de pi celebri giuristi
come
avvisavano studiare diritto romano senza l'aiuto del corpo delle leggi.
In simigliante guisa ebbi la speranza di offrire un libro d'istituzione per
le,
le
scuo-
spinto dal caldo desiderio di essere utile alla giovent italiana. Sperando nella
mi si metter a calcolo le difficolt non lievi che passo passo sorgono trattando un tema per se stesso difficoltosissimo; e se queste umili carte
potessero apportare un vantaggio quantunque piccolissimo alla giovent studiosa,
sarebbe questo un sufficiente guiderdone alle mie fatiche.
benignit de'dotti, credo
Napoli, 10
novembre
1863.
L'Autobe.
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PARTE PRIMA
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INTRODUZIONE
S-
l-
ma
gl
quello che
cettati dall
Non
tutte
per
le disposizioni del
que
ed
che appartengono
saranno adun-
al diritto
publico
alla
Romani
e svariati particolari
in tutta la
il
(a).
Codici glwatlnioncl.
Romano
il
corpus iuris
civilis,
il
quale rac-
quali
sebbene
distinti,
pure formano un
tutto
armonico ed una
Digesti o le Pandette,
il
Codi-
romano.
Digitized by
nare
modo da formare un
le teorie in
tutto
non
ma
ordi-
La commissione
legislativa
da 39 ope-
re di giureconsulti (2).
Tre anni circa furono impiegali per terminare questo importante lavoro; si prese per base lEditto, e, secondo le istruzioni dell imperatore,
fu eliminato tutto ci che pi non era applicabile, e compilato in guisa
che ciascun frammento form un articolo del codice, portante in fronte il
nome dell'autore, e l'opera, donde era stato ricavato. Perch poi vi fosse armonia in tutto il testo, e tolta ogni ombra di contraddizione facile a
,
le
controversie
togliendo alcune cose, cambiandone altre, e altre aggiungendone ( Interpola tiones o emblemata Triboniani J.
Tutto
titoli,
il
libri,
ciascun libro io pi
e ciascun titolo in un
parte dal
lib.
ne
come
pandectarum) contie-
i mezzi di pruova, il made testamenti ) tratta particolarmente della successione testamentaria coi legati e fedecommessi; la
sesta dal lib. 37-14 contiene la teoria della bonorum possessi, della suc-
differenti materie,
trimonio
il
pegno,
lib.
le usure,
28-30
lib.
45-50
le teorie penali.
opera fu publicata il 16 Decembre 533 ed ebbe diversi nomi ; DiPandectae Codex iuris antiqui enucleati: ebbe forza di legge dal
,
3)11 Codice
(a).
delle costituzioni
le
diritto.
A tal uopo nomin una commissione di dieci giureconsulti sotto la presidenza di Giovanni ex questore del sacro Palazzo: 1 anno seguente ai 16
(t)
g. 21.
Digtized by
4
di Aprile
rono
529
fu terminato
Non
il
medesimo tempo
Per
fu-
codici esistenti.
altri,
non
si tro-
la qual
quattro giuristi solto la presidenza di Triboniano, affinch facesse una revisione del Codice, inserisse le novelle costituzioni emanate dal 529-534
(3),
medesimo anno
ebbe perci
nome
il
di C'o-
11
questi in un
stituzioni,
diretta,
numero
pi o
avendo a fronte
ed in
fine la data.
libri,
ciascun libro in
e ciascuno di
titoli,
co-
era
dei
da Adriano
4 ) Finalmente le Novelle, o novellae constitutiones il quarto ed ultimo libro legislativo della grande collezione giustinianea. Gi fin dalla
publicazione degli
altri libri
imperatore Giustiniano
era riserbato
si
il
vigente
e di
appena publicati
fatti
predetti codici
istituti della
legislazione,
portanti modificazioni.
scritte nei
Ognuna
la
si
appellarono
dapprima un
in-
scritto, ossia il nome dell imperatore, e dell ufficiale a cui era diretta;
quindi segue un proemio, specie dintroduzione a tutta la legge, ed infine
un
l Imperatore d le sue istruzioni all impiegato, seconla legge dovrebbe essere applicata.
Queste costituzioni furono raccolte dopo la morte di Giustiniano e formano il quarto libro addimandato comunemente le Novelle.
epilogo, in cui
do che
Questi tre codici con le Novelle che bens possono chiamarsi appendice al Codice, sebbene siano tre parti distinte, pure ci
mano un
sol tutto,
tutto oggi
ed
il
civilis,
Dionisio Gotofredo che primo adoper questo titolo nella sua edizione
(
1583
(b)
1)
(b) (4).
nostro
metodo
prima
il
segno
. se
il
passo da ci-
Digitized by
5
ANNOTAZIONI
filo,
(1) La commissione fu composta di 16 giuristi, cio: Costantino, Doroteo, TeoAnatolio, Cratino, Stefano, Menna, Timoteo, Leonzio, Prosdocio, Leonida, Ia-
nonici )
singoli codici
24
mina
al libro 50. Il
ne portava il
conteneva le
titolo,
( soluto
titolo
meno
il
Codex
il
5.
tarsi
le
Istituzioni, le
Pandette,
il
Novelle
libar
la
corrisponde al libro,
liombus
2. 7. );
per
il
i
secondo
Digesti o
le
il
numero
al titolo; p. e.
per
Pandette: L. 0. pr. g.
1.
delle Pandette o
le Istituzioni pr.
ovvero .
de usufructu
il
primo
ile
dona-
dei quali
1.
(7. 1.);
Ini c.
per
il
Codice:
c. 3. g. 1.
Digitized by
II. Il corpus iuris fino ai nostri giorni ebbe molte edizioni, le quali sono perfettamente estranee allo studio del diritto romano, alcune sono glossate, ed altre
senza glosse. Delle'edizioni della prima specie le pi importanti sono:
1
fratres, 1549-1550,
voi. in
f.
Tra
1
le
la
in
f.
Contialta,
in 15 voi. in 8. pie.
3) le
za
la
tra le
numerose
edizione di Elzevir
1663
al
1664 in
le
di
e parte sen-
8., detta
stampa.
4) cura Lud. Charondae, Anv. 1575 in f.
5| quella di Gebatter-Spangenberg, 2 voi. in 4 gr. Gtling. 1776, 1797.
6) la edizione di Deck, Lipsia 1825, 5 voi. in 8, edizione stereotipa.
si
lascia
la facilit di usarla.
vi
princeps
con glosse, Magunt. 1-468, in f.
la cosi detta Haloandrina
senza glosse, Norimb. 1529, in 8.
cura Iac. Cuiacii, Par. 1585, in f.
la edizione di Riener, Beri. 1812.
b)
c
il
e.
la
2) In quanto
detta edilio princeps, con glosse; il Dig. vetus, Perug. 1476 ( F.nr.
ClaynJ, Digestum infortiatum, Bom. 1475 (Vii. PuecherJ. Dig. nov. Rom. 1476.
b) la celebre Haloandrina, Norimberg. 1529, in 4. in 2 ed in 3 voi.
c la magnifica e preziosa edizione di Firenze, chiamata perci fiorentina per
la cosi
a la editio princejis, per i primi nove libri per Pel. Schoyffer de Gernshcgm
Magunt. 1475, in f. c per gli altri tre con le Autentiche, Rom. 1476.
b la Haloandrina, Norimberg. 1530, in fol.
4 Per le Novelle abbiamo:
)
a)
la editio
la
princeps,
Rom.
1476, in
in
f.
f.
la edizione di
le
stratae
f.
I.
F.
Homberg Marb.
Catl. 1717, in 4.
et notis illu -
7
1
f)
la tradu-
zione in italiano.
62. 10 voi. in
f.
. 3.
Il corpus iuris fonie legale del diritto ha bisogno di altri per essere
ben compreso. In questo caso dobbiamo adoperare non solamente gli
scrittori antigiustinianei, i quali possono essere considerati in certo modo
fonti dello stesso corpus iuris
ma ancora gli sforzi della scienza, che da
secoli cerca d illustrare sempre con nuova luce questo singolare monumento di scienza giuridica.
Possiamo dividere in tre categorie questi mezzi per la intelligenza
,
2 Quelli
ci
Romani
ci-
impero
bi-
nell
com-
ANNOTAZIONI
Tra
di Gaio;
l'
senza che
un completo commentario. Si distinguono per i seDupont disquisitiones in coma Gaio, Berlino 1831.
cmnmentarius quartus; Elvers prontuarium Gaianurn, Gtt. 1824. Istituzioni di Gaio
comm. 1, IV. Giuseppe Tedeschi, Verona libr. alla Minerva, 1857.
scritto prezioso
guenti lavori
Gans
vi sia
sciolie
rnent. quart. Institutionum Gaii, Lug. Bat. 1823 ; lleffter Gaii Institutionum
(a)
Schradc
Che
guadagna
1, p.
663.
Digitized by
legge 45.
titolo scritto in
una
di quelle
Non
Hugo
Come
III.
ed in latino da Rover,
de manumissionibus, Lugd. Bat. 1731).
de
5 I frammenti del Vaticano trovati dal Cardinale Angelo Mai formavano probabilmente fra il 372 ed -138 una collezione di passi di differenti giuristi, e di costituzioni imperiali per scopo d istruzione, dai quali stato possibile di ricavare sette
)
titoli
delle
buone
edizioni con
Bethmann
ancora Bruns quid conferant Vatic. fragni, ad melius cognosc. ius Boni. Tub.
1838.
v.
Non
senza interesse per la intelligenza del diritto romano la cosi detta Lex
legum Romanarum et 4 fosaicarum; un parallello tra molti passi
romane presi da molti giuristi, non che dai Codici Gregoriano ed Ermogeniano, con le leggi mosaiehe. stato pubblicato da Blume, Lex Bei, Bonna 1833
Il cos detto Breviarium AUiricianum, o il codice romano dei Visigoti del
7
G
Dei o
collatio
delle leggi
506. Questo codice importante in quanto contiene molti e lunghi inalterati passi di
giuristi
ad
LXXVI
tiene:
a) 16
libri del
monumento incompleto
nel
rino. Codicis
et
Digitized by
9
b)
novelle di Teodosio
le
II,
Valentiniano
III,
Oltre a quelle contenute nel Breviario, per mezzo di studii dei nostri pi recenti scrit-
venne a conoscenza
tori si
Novelle,
le quali
monumento
bile G.
Ad
III, Marciarli,
libr.
manuscripl.
et
editiomim
fi-
le istituzioni di
come segnatamente
in quelle di
Goto-
t'redo;
13
titoli
niaui frugmenta.
di
Bonn. 1835;
Il
piu recente lavoro su questo Editto, di pochissimo interesse per la corruzione dei
testi, quella di
Halle 1816, in 4.
regi s
Ostrogotlwmm
in 4. edit.
cum
lus civile Atile-iustinianoum codicum et optim. edition. ope a societate iurisconsultor. curatimi; praefatus est Gust. Ilugo, Berol. 1815. 2 voi.
Corpus
iuris
gaei et Ilelh fnann-IIollwegii et dura in vivis erat E. Puggatx curaverunt iidem as-
sumptis
L.Arndlsio, A. F. Bakovio, F. Blumio, I. F. L.Goeschenio, G. Ilaeuelio aliisque; praef. est E. Boeckngius, Bonn. 1835 seq.
II.
sociis
Tra
le
blicazione della
medesima
nell'
sono lezioni scritte ancora prima della publicazione del Codice repetitae praelectionis, interessanti non solo per l'intelligenza delle Istituzioni di Giustiniano, ma ancora di tutto il Diritto Romano. La migliore edizione quella di Beiti
Hag. Coni. 1751 2. voi. in 4;
di Giustiniano,
2)
il
compendio
Virilio
romano
Digitized by
10
titoli, ed
probabilmente incominciato durante
e finito sotto il suo successore Giustino. La primp edizione coi
prolegomeni quella di Haimbach. nel 1 voi. dei suoi *?-, Lips. 1838;
3 ) il compendio delle Novelle di Teodoro compilato in sul finire del VI. secolo. Questo lavoro ha per base 168 Novelle; una completa edizione stata fatta per
cura di Zachariae su di un manoscritto da lui trovato sopra il monte Atlio v. nei
un
indice.
Questo
scritto fu
la vita di Giustiniano,
4 un piccolo scritto sulla partizione del tempo nel Diritto che viene attribuito
ad Eustazio. Fu publicato ultimamente da Zachariae sotto il titolo. < (*>;
)
un compendio publicato come legge da Basilio il Macedone e suoi figli CoLeone verso lan. 878, in cui gli elementi de! diritto sono esposti in 40 tipublicato primieramente da Zachariae sotto il titolo oir/xxifo< n/ui Imp.
stantino e
Fu
toli.
Heidelberga 1837;
veva essere ordinata tutta la legislazione giustinianea in un solo codice, ossia tutto
ci che si contiene nelle Istituzioni, Pandette, Codice e Novelle doveva essere messo
sotto altre rubriche. Tutta questa materia fu ordinala in greco in
sono
tutti
fatta
Una edizione pi accurata e completa quella di Haimbach. BasilicoLibri I.X, Lips. 1833 seq. V. voi. 4., alla quale si aggiunto un supplemento
Zachariae: supplem en tum editionis Basilic. Ileim. lib. X V
XVII cuin scholiis
antiquis integros nec non lib. XIX Bas. novi* auxiliis restitutum continens. cdid.
C. E. Zachariae a Lingenthal. Lips. 1846 in 4.
Con pi facilt ad usarsi il manuale delle Basiliche di Ilaubold, Lips. 1819 in 4.
Bai. 1765.
min
di
Sinopsis Basilicorum
il
titolo di
un compendio
348 titoli nell'anno 969. L'unica edizione fino ai nostri giorni quella di Liiwenklau con cambiamento di titoli: LX. Libr. sxnAix
Eclogasive Sinopsis Basii.
1575, v. iMbbaei observationes et cmendationes in Sinopsis Basilic. Par. 1606 in 8.
in
f>'
La
terza categoria dei mezzi perla interpretazione della legislazione giustii lavori
de Glossatori, i quali furono i primi in occidente ad iniziare
questo studio ed influirono molto sulla correzione dei testi. Le note scritte immediatamente sotto il testo furono dette Glosse, onde il nome di Glossatori. Per la qual
cosa non senza interesse della scienza il sapere quali passi del corpus iuris sono
III.
nianea sono
stati glossati
1
Le
o quali no.
Istituzioni
Digitized by
li
L. 11. de bon.
si Nelle Pandette sono rimaste non glossate le leggi 7 $ 5.
damnator. 1-48. 20) e le leggi 10
19 de interdictis etreleg. (48. 22).
3 Del Codice sono rimaste non glossate Nel libro I le leggi 3. 5. 6. 7. de sum-
L. 15. 17. 18. 20. 24. 25. 26. de eccles. 2) 29. 30. 36. 39.
L. 14. 17. 18. 20. 22. 23. 25.
L. 11. 18. 20. de haer. et Man.
L. 10.
L. de Christ. mane.
L. 18. de Iud. Coel.
de paganis
L.
L. 10 de legib.
de his qui ad
Leg. de vet. enuc. (1.17) L. de praef.
2 de mand. princ.
praet. orient.
praef. praet.
27). L.
L.
19. 23 de
L.
26)
de
com. rer.
52).
33) L. 13. de
L. de ius voc.
Nel libro
L. 18 19 de adv. iud.
L. 27. 28 de proc.
L. de iureiur. propt.
59).
L. 11. de iud.
L. 1.2.
Nel libro
de sport.
L.
de plus. pel.
de
43.) L. 15. de
10) L.
Nel libro IV L.
13.
22. de
16. de
instru.
20) L.
L. 24. mand.
de pign.
21.)
24.) L. 29. 30. de usuris
L.
vect.
nov.
cond.
L.
33.
de
et
35)
65).
62)
Nel libro V L. 6 de spon.
L. manifestimi L. 8 e L. 29 de
L. 12. de repud.
nupliis.
L. 10
de secund. nupt.
L. unica de incer. 48)
Nel libro VI de bon.
Nel libro VII L. 15 de sent.
de
45) L.
51) L. 33. 36.
de
L. de op. pub.
Nel libro Vili L. 12. de aedib.
L.
de duob.
de
exp.
40) L. 29 de
41) L.
Nel libro IX L.
care.
L.
L. de
de cusl. reor.
reus
L.
ad legem Iuliam maiestatis.
L. 37 ad legem Iuliam de
L.
adulteriis
ad legem Comeliam desicariis
(dopo
L.
L.
de
L. de bonis proscr. (9.49).
(9.29) L. 26 de pocn.
Nel libro X L. 11 de iure
L. de et iure
L.
de delator.
L.
13 de annon. et
de exat.
L.
L.
trib.
L. 4. de discus. 30) L.
ut nemini
ma
ss.
tri. (1. 1)
(1.
2.
et.
9.
(1
1.
(1.
II
4.
2.
afr. (1.
(3. 2.)
aleat. (3.
15.
1.
2. 4.
(3. 1.)
1. 2.
(3.
16.
test. (4.
act. (4.
fide
(4.
(4. 32.)
loc.
(4.
(4.
tra
(5. 1.)
in fine,
(5. 4.)
(2. 7.)
cal. (2.
3.
5.
off.
div.
(2. 2.)
12.
1.
(1. 14)
6.
ass. (1.
(2. 13)
I,.
12)
aff.
S.
in
III
(4.
(1
iur.
priv. (1.
off.
9.
(1. 10)
eccl.
3.
15)
(1.
2.
(1. 9)
3. 7. 8.
(1. 11)
I,.
2.
1. 4.
9.
(5. 9.)
(5. 17).
(6.
5.
(7.
3.
1.
reis. (8.
(9. 6.)
liceat
la
(9.
1. 2.
(11.
(II. 1)
(11. 47)
8.
(12.
3.
L.
L.
filiis
ut
2.
nemo
18. 19.
(12. 34)
offi. (12.
50. 59. 62
65. 68.
144158. 100
104. HO.
48.)
121
L.
7.
de
(11. 53).
L.
7.)
de erogai, mil.an.
9.
(10.
(10. 55).
L.
de nav.
spect.
40) L. 18 de agric.
Nel libro XII L.
qui mil.
12 demet.
de
41) L.
Nel libro XI
2. 3.
quibus muneribus
fide
7.
1.
(10. 11).
(10. 19.)
1 1
47.)
1. si
(9. 16.)
4.)
crini.
!..
(8. 52).
(9. 5.)
(9. 8.)
7. 8.
1.
inf.
priv.
2.
(9. 4.)
6.
(9. 9.)
2.
(8. 12)
4.
fideius. (8.
6.
de exe.
(12. 38)
(12. 61).
L.
32.35
135
142.
168.
da
notarsi che
glossate del corpus iuris. V. l'edizione dei frat. Sennetonios. Lug. 1550.
Digitized
by
12
Bibliografia.
Poi.
Lexicon
el
de Senkenberg .
(ir ini
I.ips.
1737.
23.
1821
ma 1813. Egclmann
111.
bih. iur.
Lips. 18*28.
Tutta
la bibliografia
distinte, in
I. I
con
romano
del diritto
quali furono
pu dividere
in
3 categorie
gesi, essi
si
Glossatori,
non mirarono ad
altro
che ad annotare
testi (. 3.
N. Ili);
la
denza, pure le
ravano
Somme
testi
si
all'indefinito,
altra scuola,
rono questa
prendeva per
si
pass
si
trascu-
non
vago ed
al
dommatico,
alla casuistica, al
diffusi (2).
Questa fu
la
Glossatori.
si fa
testi, ai fonti
vivi, si
scevera
il
vecchio
Giacomo Cuiacio; e
la) Storia
del D. K. vera.
it.
ci
non perch
si
si
dall antico, si
nome
pu chiamare
torna in-
penetra
quella scuola
l'astro
pi bril-
Digtized by
13
commento
dei testi
Fin da questo
il
autori
gli
si
attennero pi o
meno
strettamente al
(3).
medesimo
Olanda incominciasi
quantunque le materie fossero
secolo, specialmente in
a trattare
II. 11
romane,
si
attengono
alle Istituzioni
se ne allontanano.
altri
III. In
lo
l'et
si
abban-
nostra
si
da una parte
nell
si
ha
il
dallaltra
un quadro
infini-
ANNOTAZIONI
(1) I
il
1191
Italia e fuori,
Pistoia, lamico di
sigli, egli
Gino da
di
principi se ne disputavano
con-
1400, ecc.
(3)
Furono
Tra
Area Bandoza.
Digitized by
tulio
il
toni, in Ibi.
Tra
diversi
commentarii delle
parti del
cima
Iselii, 17110;
Per
(b)
in vai-,
lil.
le
Dig.
opp. toni.
in
tit.
tit.
IL).
I.
(in
opp.
sqq.
p. 1.
Dig. et Cod. var. Francof.1605. Ant. Fabri, rat. in Pand. Lugd. 1059.
Brun-
i
Lect. sup. XII
Cod. 1550. Azonis, Lect. ss. com. ad sing. leg. XII. libr. Cod. Par. 1377. Docoment. absol. in IL III. IV. VI. VII. lib. Cod. Iust. Francof. 1599 (in op. tom.
nelli,
difficilior. et
Wis-
scnbachii, comment. cathedr. in libr. VII. Cod. Frane. 1701. Perezii, praeleel. in
Per
(d)
2.
le novelle:
Balduini,
comm.
lib.
in praec. Iust.
li.
e.
Nov.
Iust. expositio
me-
Argent. 1005.
VII. Francf. 1008. Panciroli, thesaurus var. lect. ulr. iur. in III libr. distinctus
libr.
Lugd. 1617.
Jul. Pacii
Amaya,
lium
obser. iur.
Water, Observ.
vati de
iur.
Rom.
IL Gron.1714.
tit.
IL
(v.
opp.).
cum
IL I.iburni 1657.
(v.
Van Byttkershoek,
Pand. Rotter.
iur. lib.
civ.
Costa,
obs. iur.
Rom.
etemend. iur. rom. lib. III. Traj. adRh. 1768. Wieliny, leIL Traj. ad Rh. 1740. d' Arttaud, var. coniect. libr. IL Francf.
1738. Marckartii, probabilia ree. lect. iur. civ. Traj. ad Rh. 1737; pars. IL 1738.
Conradi, obs. iur. civ. Marb. 1782. Pttmanni, interpret. et obsv. libr. sing. Lips.
IL
libr.
Suerin et
Wism.
lib.
1792.
IV.
a Tei-
Brunsv. 1806.
Sono interessanti per l'esegesi del Diritto seguenti Dizionarii giuridici: Brisde verbor. quae ad ius civile pertinent signilicatione, opus, Lugd. 1559, in f.,
(1)
sonii,
Rom.
Digitized by
15
Hamb.
sign.
1778, in
f.
corp. del dirit. civ. Jen. 1840-8 (tedesco). Iiichter, designi!, adv. in iure, Jen.1006.
lat.
Huberi, praelect. ad
Instit. Iustin.
Francf. 1078.
con
note di Webei-, 8.* ediz. 1818; Maieri, collegium Argentoratense, Argent. 1010-17,
Tabor, Tb. 1057, 3 voi. Struvii, synt. iur. civ. Jena 1059 .Struvii, syntagma iuris. sec. ord. Pand. cum add.
itile ri, Francf. et. Lips. 1738
in 3
voi. Huberi, praelectiones iur. rom. ethod. ad Pandect. Francf. 1089-90, 2. voi. Ixtu-
con note
2. voi.
di
alle
Pandette
libri
Germ. Francf. et Lips. 1713-33. Strykii, usus modernus Pandect. Hall. 1746.
Bhmeri introductio in ius Dig. Hai. 1 704 edit. nov. 1 791 2. voi. Weslenber-
foro
J. II.
ffii,
principia sec. ord. Dig. Ilardetov. 1712. Berol. 1814-23. 2. voi. Polhier, Pan-
f.
Pothier,
Le Pandette
di
Giustiniano riordinate, versione italiana col testo delle leggi a pi di pagina, Venezia 18-10. 4. voi. in 8. llellfeld, iurisp. forensis secund.
\H2,3. Burchardi, svolgimento e sistema del diprivato traduzione dal tedesco dell'avv. De Conciliis, Nap. 1857, 2. voi.
Haubold, doctrina Pandect. lineam. cum loc. class, et select. lit. Lips. 1820. Bergmartn, compendio di un sistema delle Pandette, Gottinga 1810.7nfer/oirner, Bresl.
1817. llossberger, sistema del diritto civile romano, Beri. 1826. Blume, saggio delle
Pandette, Halle 1829. Bettmann~lloU,weg, piano di lezioni sulle Pandette , Bonn.
1831. Puctha, Sistema del diritto civile comune per uso di lezioni sulle Pandette
Monaco 1832. Rudoi'ff, piano di lezioni sul diritto civile comune, Beri. 1843.
Bcking, piano di lezioni sulle Pandette, Bon. 1845-1848. Les loix civiles dans
ritto
romano
1801
I.
in 4.
Dabclow, Sistema
mano-germanico,
il
dell
titolo
odierno diritto
civile, 2.
manuale dellodierno
part. Halle,
Digitized by
Nap. 1857. Wiltich, semplice sistema dell'odierno diritto civile, Frane. 1804-5, 3.
voi. Gnther, principia iur. rom. priv. novis. Jena 1805-1800. 2. vo.Bucher, saggio
di
ne, Erlan. 1822. Mackelde /, compendio delle istituzioni dell'odierno diritto romano, tradotto in latino da Hindetiburg, Lips. 1847. Trad. in
ital.
Nap. 1853.
Sclnveppe,
loro
germanico, Altona
1831-34,3-5 voi.
diritto
il
romano
1814, ultima edizione per cura di Mejer, Gtt. 1828, dal 1-2. voi
de 1V'eniw/-/n</enJieim,Compendio del
per cura
Monaco 1836-37. Muhlenbrucli, doctrinaPandeclaruin, Halle 1830-31. Senfcompendio delle Pandette, Viirzb. 1825. Wamkoenig, commentarli iur. rom.
priv. Leod. 1825. Vallet, compend. delle Pandette, Gttinga 1828-29. Haimbergcr,
ius roman. priv. idque purum,Leopoli 1829-30.
Puchta, compendio delle Pandette, Lips. 1838; lezioni sul diritto romano odiei^
no di Puchta edite da Rudorlf. 2. voi. Lips. 1847-18: Gschen, lezioni sul diritto civile comune edile da Erxleben 3. voi. Gottinga 1838-40. Kierulff, Teoria del diritto
Heidelberga 1810. Savigny Sistema del diritto romano odierno
civile comune
Berlino 1840-49. Yangerow, Comp. delle Pandel. Marb. 1851-56. 6* ed.
Sintenis, il diritto comune civile, Lips. 1844.Sc/imid, compendio del diritto vidi Frilz,
ferl,
lavori di SchUling,
compen-
dio per le Istituzioni e storia del diritto romano, Lips.1846. Puchta, corso delle Isti-
ital.
man.
Cuiacii, op.
iacii
Donna
1843. Marezoll,
om.
nell' edizioni
suddette v.
n. 2.
pi un'ultima edizione,
),
Cu-
tom.
in 4.
2. toni, in 4. Atieserrae,
f.
Genlilis, op.
8. toni, in
f.
Merititi, op.
op.
om.
e
curri sup.
Fra
Genev. 1765-79.
le piccole collezioni si
9.
tom. in
fol.
Heineccii,
4.
distinguono
Brissonii, opera minora Log. Bai. 1747. in f. Iacop. Gothofredi, opera iuridica
minora cura Trotzii, Lugd. Bat. 1733. inf. Reinoldii, opusc. iurid. Lugd. Bat. 1755.
Ludewig, opuscola miscellan. 2. t. Hai. 1720. in f. Waechtlcri, opuscola rarior. c.
praef. JVotr.Traj. ad Rii. 1733. Conradi, opuscola ex iureciv.2. tom.Brem. 1777 -78.
Meister, selector. opus, silloge, Gttingae 1767-75.Sc/m/tingiii, commentationes aca-
8.
priv.Jenal775,
disert. et progr. fase. I-XII. Hall. 1775-84. Gebaneri, exerc. acad. varii
t.
I.
II.
in 4. Crell,
argum. Erf.
1776-77, Gtiick, opuscola iur. fase. I-IV. Eri. 1785-90. Walch, opuscola
Digtized by
I.
Googl
17
I-III.
tom. in
2.
v.
8.
i.Cramer,
Savigny, opusc.
Vtmut,
x.De Valentia,
illust.
Lugd. Bat.
iust.
Francf.1696. Lauterbachii, disser. acad. Tub.1728. 4. voi. Bergeri, diss. iur. select.
Lips. 1707.4 .Hertii,
crcit. curiosae,
comm. atque
var. Hai. 1774-80. 4. voi. in 4. Bynkerslioek, opusc. var. ex edit. Conradi, Hai. 1729.
2.
tom. in 4. Nordkerk, obs. decas. Amsterdam 1731. Leyseri medit. ad Pand. voi.
Bhmeri, exercit.
adPandect. cura G.L. Bhmeri, Hann. et Gtt.1745-64. 6. tom. in 4. J/a_/ausu,disp.
iur. Lugd. Bat. 1752. 4. tom. in 4. Woltaer, observ. fase. I. et II. Hai. 1777 e 79. G.L.
Bhmeri, select. iur.civ. Gtt. 1767-78.3. tom. in 4. Pttmanni, advers. iur. univ. L.
I. III. Lips. 1786. in 8. Miscellan. Libr.sig. Lips. 1793. Weber, saggio sul diritto civile
Schv. et Wism. 1801. Frat.Overbeck, Meditazioni sopra differenti materie di diritto 11. voi. Han. 1796-1807. Kchy, Lips. 1797. Bolley, meditazioni in varie materie
di diritto, Stutg. 1831. Iliibncr, disput. iur. civ. Jena 1806. Thibaut, saggio sopra
speciali parti della teoria giuridica, Jena 1897. 2. voi. Lo stesso, dissertazioni civili,
Heidelberg 1814. Bauert, resp. ad quaest. etc. Lips. 1801. 2. voi. in 4. Feuerbach,
saggi civili, Giess. 1803. Buchholz, saggi sopra varie materie di Diritto, Lb. 1808.
Schrader, dissertazioni di diritto civile, Hann. 1808. Goeschen, obsev. iuris Rom.
Berol. 1811. Hufeland, sullo spirito del diritto romano, una serie di dissertazioni,
Giess. 1815-1817, 2. voi. de Blow, dissertazioni sopra alcune materie di diritto ciI-XI. Lips. 1772, voi. XII. et XIII. cura Hoejifneri, Gies. 1774-80. H.
vile
2. p.
Kmmerer,
Romano,
rom. spec.
sterding
I.
obser. iur.
Rom.
Beri. 1820. Saggi sulla critica ed interpretazione dei fonti del diritto
civil.
Franke,
romano
civili,
,
Lips.
de
Schrter, obs. iur. civ. Jena 1823. Huschke, studii sul diritto romano, Bresl. 1830;
Kritz, esposizione pratica delle materie del diritto Rom. Dresd. e Lips. 1831 Weiske,
.
usum
alcune teorie
dell
fori
Giess. 1833-35. Arndts, esposizione di varie teorie del diritto civile e proced.
1837
von
den Pfordten,
Jhering, dissert. di
dirit.
Rom.
Lips. 1844
ex
Wolff,
Giessen. 1840.
casi di diritto,
Romano.
6
Tractatus univ. iur (tractatus tractatum), Venet.1584. XXIII, tom. in
)
Bonn.
Erlang.1840
iur. civ.
f.
Otto*
f.; poi tom. I-V. Traj.1733tom. I-IH. Lugd. Batt. 1738-41. in f. Meerman-
35Heineccii, iurispr.
Diritto romano.
rom. et
alt.
Digitized by
18
I,nov. thes, iur. civ. et can. toni. I-VII. Hag. Cora. 1751-53. in f.supplem. edit.J.
Fellenberg, iurispr. antiqua coni, opusc. et diss.
L. B. de Afeermann, Hag. 1780.
VII. tom. Bern. 1760-61. 4. Oelrch, llies. diss. iur. select. in acad. Belg. habitar.
in
Hagemann e Gnther, Archivio teorico e
II. voi.
acad.
Germ.
habitar.
Bren. 1785,
4.
Hugo, magazzino
2. voi.
iuridicar.
Grolmann.
Giessen 1800-1807. Annali della scienza storica del diritto per Savigny, Eivoi. Archivio di procedura civile per Gensler, Mittermaier e
chhorn e Gschen 15
Schweizer, dal 5
voi.
ris. Filosofia,
il
titolo:
Museo
del
reprudenza, per cura di Blume, Passe, Puclita, Pugg, quindi la nuova edizione
il titolo: nuovo Museo del Reno per giurisprudenza, Bonna 1871-35. 7. voi.
Temi, annali per la giurisprudenza pratica per Elvers. 2. voi. Gtt. 1817-29
Annali pel lavoro storico e dommatico del diritto Romano, Brunsvic. 1841-4-4, 3. voi.
g) Per monografia e casuistica sono da annoverarsi le seguenti oper e:\fynsinger, consil. decades VI. 1576. Gai U, pract. observ. libri II. Gen. 1740. A. Fai er, code* definit. forens. Gen. 1740. Vultejus, consilia seu responsa facult. iur. IV. voi.
sotto
Hommel
Francf.
Bhmer, consultationes
rhapsodia quaestionum
et deci-
Digitized by
LIBRO
I,
Parte generale.
CAPITOLO
I.
5.
I.
t.
(1. 1.
).
4-
1.
I.
1.
8- 1. ss.,
comp.
deile Istitasioni
Si-
Varii significati ha la voce Diritto nefonti romani; Ulpiano lo fa derivare dall idea della giustizia, e riferendosi alla definizione di Celso, cos
si
esprime:
ciale,
dove
il
Jtzs est
ars boni
et
aequi
(a).
il
luogo finalmente
si
ritto dal
doppio
significati,
considereremo
si
il
di-
senso obbiettivo
manifesta nella
le
seguenti riflessioni:
La origine del diritto non pu essere che divina, e come ogni alha suo fondamento nellordine eterno delle cose, in quell'ordine cosmico rivelato alla nostra mente come legge morale. Ora, poich per intima sua natura l' uomo- deve conformarsi all ordine eterno, e
con gli altri cooperare al fine a cui Dio diresse luman genere, nasce una
comunanza di scopo, ed una variet di mezzi a quello proporzionati, pei
1
tra disciplina
quali
ognuno
il
medesimo
(b) L. 11. h.
fa dal
tutti.
fine, i Romani fondavano la idea di giuperpetua volunlas ius suum cuique tri-
t.
t.
Digilized by
Googl
20
ra della sua
stizia nella
del
sommo
2
attivit. I
coordinazione di
la giu-
bene.
La tendenza costante
al fine degli
uomini
si
manifesta diversamen-
e la
ma
ci nasce essere
il
un popolo, uno
si
de segni
nello spazio.
sce e lo amministra.
Il
personalit.
La
il
appunto
come membro di
E per, avendo tutti eguale facolt, la libera esplicamomento che vengono rotti i confini della sfera della
organizzati individui.
campo
di diritto senza
altri
libero
il
campo
il
diritto
il
solo
il
21
II.
li.
fi-
Gli uomini vivendo in un consorzio organizzato o nello Stato, possono essere considerati sotto un doppio rapporto; essi hanno la propria informano parti integranti di una pi vasta costituzione. Glindividui adunque si possono considerare come esseri indipendenti 1 uno
rincontro agli altri, oppure come parti di un altro tutto.
Nel primo caso, affinch essi governino la loro vita civile, nascono
delle relazioni tra individuo ed individuo, le quali sancite con principii
determinati e precisi, fonnano quel diritto che appelleremo privato. Al
contrario, quando sorgono relazioni che concernono gli uomini formanti
dividualit, e
un
pellasi publico.
le
meno mediatamente riguardare l utile deglindividui, ma non considecome tali, sibbene sempre come parti integranti di un altro tutto che
rati
chiamiamo Stato
(a).
. 7 .
I.
De
Savigny
1. Il diritto civile
).
Puchta
et civile.
Diritto Consuet. Voi. 1 . cpo 3.
append. primi.
civilt del
cabile.
2.
11
(a) g. 4.
vi
Instit.
de
ulilitatem perline!.
lii,
quaedam
L. 1. g. 2. h.
L.
privatila.
1. g. 2.
non ha appo
Huius
rei
iladii dille
Romanie
de iast. et iure
Pablicam ias
(1- I)
in sicris, in
spectat; privalum
pri-
quod ad singoiorum
t.
(i) g. 1. Inst. h.
L. 9. de Iast. et Iar.
(1. 1).
Nam qaod
consUtait, id ipsius proprium civitilis est, vocalurqae ias civile, quasi ius propriura ipsius
ci-
vitati.
Djqitized
by
22
a significare
astratto;
ma
diritto naturale
il
un
come
populi utuntur
Un
ne aggiungono un
altro,
spiega
si
sue relazioni in
omnes
popoli, quo
il
(b),
tal diritto
3.
le
tutti
come
altri
il
due,
(d),
lo
ma
il
fondamento
non escluso
lo stesso Ul-
la base,
confondono col
S- 8. Diritto crltto e
T,
f.
ti et longa consuetudine
T. C. Quac
Saviyuy,
scritto.
sit
D. R.
Sist. del
Per diritto
non
(1. 3).
scritto
v. I. .
I.
cosa
qualunque
obbligatorio per tutti (a). Per la qual
prende diverse denominazioni secondo
sua origine, e la sua forza obbligatoria (b) (1).
rende in
altro mezzo, e si
tal
modo
il
l'autorit
da cui trae
la
(b) Eodem: quod vero naturalis ratio inter omnes hoYnines conslituit,id apud omnes peraeque rustoditur, vocaturque ius gentium, quasi quo iure omnes gentes utuntur.
(c)
nam
Pr. Inst. h.
ius istud
in terra,
qune
L.
L. 1. g. 3.
li.
t.
niinac coniunclio,
lo
t.
quam
ti.
eod.
(d)
!..
Gai. Inst.
Il
ine dcscendit
II. g. tifi.
Leg. 31.
pr.
depos.
1).
(1. 8).
domino demoliit,
num
de grad. (38.10)
(a) 8- 3.
cos rd
(b)
ta,
L. 50. ad L. Aqn.
L. 8. 8- 3. de fideius.
de V. S. (50. 16).
(4fi. 1).
L.
fc-
69.
(e) L. 4. $. 2.
quae
L. 4.
(Iti. 3).
docuit;
in coclo,
maris atquc
est.
L.
L.
3. . 13.
ad exh.
(10. 4).
ll.de
I.
I.
et
(30. 17).
quod
superficies ad
domi-
L. 1. 8* 9. de vi (43. 16).
10.
Scriptum ius
prudenlum responsa.
8- 4. 8. cod.
non
diritto
II
scritto o
il
23
diritto consuetudinario la
populus probavit, e
cuna potest
si
sua sanzione
impropriamente
si
dice avere
la
quale
dera che
il
diritto
momento che
dal
quae
immediata
n'
pu
diritto
il
(c.
al-
Da questo con-
consuetudinario
la
solamente la manifestazione
giustificarsi,
quando
si
consi-
consuetudine
si
come
appalesa, ed essa
la
atti delle
promulpersone
di
rapporto
le in
alle
persone (consuetudo tenaciter servata); 2) che il prinnon contrario ai buoni costumi; 3 ) e che
che non
il
alla
potest
medesima
ci
di di-
tutti (nel
avrebbe il diritto scritto), ma nel senso che sia data ai giudiespressamente o tacitamente la facolt di decidere con un principio di
qual caso
si
diritto
Il
diritto
diritto scritto;
gere
il
ANNOTAZIONI
(1) La publicazione quellatto, che rende di publica ragione la legge, e perci
obbligatoria per tutti. Pur tuttavia si domandato se colui il quale si appella ad una
legge, in caso che venga negata la sua esistenza, possa essere chiamato a provarla.
La publicazione
stala considerala
come un mero
fatto
degli altri fatti, cos della legge si potrebbe provare la esistenza (e). A buon diritto
stata generalmente rifiutata una simile opinione ; imperocch la publicazione
una parte essenziale della legge, senza di cui il concetto di essa impossibile; ora il
le leggi del
Quest' ultima efficacia del diritto consuetudinario ha mosso serie controversie nelle scuole. Che il diritto di consuetudine avesse la virt di abrogare la legge
(2)
(c)
ici,
L. 32. h.
t.
quod minibus
lulianus.
(e)
Thibaut,
De quibus
l.
li. lnst. h.
t.
don ulimur
id custoditi opin-
N. 8.
c.
15.
Sisl. S. 25.
Digitized
by
24
t., mentre tale virt negata dalla L. 2. h.
In ogni tempo e con ogni argomento possibile hanno tentato i giureconsulti di
accordare queste due leggi che sembrano in aperta contradizione. Chi voglia farsi
un criterio degli sforzi degli antichi Glossatori per mettere in accordo a qualunque
costo questi due passi, d'uopo, che riscontri la glossa di Accursio
(g),
in cui si ri-
cordano le opinioni d'Imerio, di Martino Bulgaro, ecc ; il che d a divedere essere nel
Secolo XIII questa quistione non meno dibattuta di oggi. Gli scrittori pi recenti
non hanno fatto di meglio che continuare nelle medesime opinioni, e generalmente
non difficile incontrarsi con moderni autori, i quali accettano puramente la opi.
d' Irnerio
nione
e Piacentino, cio che si debba dar preferenza alla legge del Codi1
argomentazione di Giuliano si rapporta massima-
mente alle idee repubblicane, quando il popolo aveva la potest legislativa; in quel
tempo era facile una consuetudine generale del popolo romano che potesse abrogare la legge, ma ci non era pi possibile al tempo di Costantino. Questa opinione,
sebbene in altra forma, stata accettata dal Savigny (h).
Tale opinione per s stessa poco fondata, imperocch non ci possiamo punto
arrischiare a ritenere, che la legge di Giuliano corrisponda ad un determinato punto storico del diritto romano, dopoch fu accettata nelle Pandette; salvo che non si
voglia credere essere stata una inavvedutezza di Triboniano e dei compilatori. Non
so poi con quanto fondamento si rammenti a questo proposito la potest legislativa
del popolo, ch, quando il popolo romano faceva uso nelle assemblee della sua potest legislativa, non si aveva per effetto il consuetudinario, ma bens il diritto scritto.
Del resto
la precitata
stiniano ripete
il
medesimo
principio di Giuliano
(i).
Da che
fa cattiva
prova
la
suddetta interpretazione,
il
popolo, e
come
tali
possono vincere ed abrogare la legge; mentre Costantino, parlando delle consuetunon potranno mai vincere una legge .Tale interpretazione av-
valorata dall'autorit di
Domilo
Savigny
(k);
questi
si
lis a uctoritas, le quali dnno questo senso, ei dice, che la consuetudine non tanto
grande e tanto potente da poter vincere una legge; e quindi da quella espressione
debbe riconoscersi che Costantino intende parlare solamente di una locale consuetudine. Al medesimo risultato mena la interpretazione del Thibaut, il quale, sebbene ammette che al tempo di Giustiniano non erano impossibili le generali consuetudini di lutto intero un popolo, pure conchiude non parlare la legge 2 cit. se non di
(f)
sui valilura
(g)
Ad
quae
1. 2.
(b)
vilis
Savigny, op.
c. V. 1.
app. 2.
N. 89.
c. 15.
(k)
Savigny,
Sist. 1.
app. Conti.
1.
1. c. 10.
Digitized by
una consuetudine
25
una legge
locale contro
romano
(1).
Un
tale risultato
scorgere
la
comune consenso.
un migliore esame
ne, se
non
tacilo
il
delle parole
medesime. E
traria, se
non
il
medesimo
tacito
si
Che sarebbe
con
di vero,
si
esprime positivamente
La medesima desuetudine
nel fatto
sua forma negativa ammette anche un principio contrario alla legge, che la
medesima negazione; sicch la distinzione che vorrebbero stabilire ci porta ad un
la
giuoco di parole ed a null'altro. Lasciamo stare che lo stesso Giustiniano si esprimeva in modo da determinare chiaramente, che la consuetudine e non solamente la
desuetudine (nel significato di quei giureconsulti) abroga la legge (n).Non pi felice delle precedenti la prova fatta dal Puchta,i\ quale generalmente ammette che
il
abroga
diritto consuetudinario
Ecco
la legge;
non che
la
ma
distingue
il
la
consuetudine
il
il
legge
diritto di
manifestazione esterna e
sembrano contraddirsi:
112
consuetudine,
la
la quale,
legge 2 parla della consuetudine, e del diritto consuetudinario la legge 'd. Egli
non ci danno punto questa facolt, anzi vi
tutta la ragion di credere eh essa parli del diritto consuetudinario; in effetti la conla manifestazione esterna del diritto, dunque quante volte essa si manied applicata per un uso lungo e continuato, in quella manifestazione esterna
il diritto consuetudinario: ossia nella consuetudine con l'interno requi-
suetudine
festa
ravvisiamo
sito del
comune convincimento
esiste
un principio
sione.
Inutile riuscirebbe
ti)
(m) Libr.
II. t. 1. fr.
Puchta, op.
Diritto
c.
P.
romano.
1.
I.
p. 30.
V. Faber, Radon, ad
i.
Digitized by
26
(azione tutta grammaticale. Costantino si esprimeva .con queste parole infine, ut
rationem vincat aut legem Consideriamo il punto in cui la legge abolita e riconosceremo due momenti, la legge che cade, il diritto di consuetudine che sorge. Il medesimo comune consenso che crea il principio del diritto consuetudinario, volendolo
applicare, fa cadere la legge; cosicch possiamo dire generalmente, che dal momento che sorge il primo, la seconda caduta in disuso. Ora le parole di Costantino indicano un fatto tutto diverso, il vincat suppone un contrasto tra il principio giuridico consuetudinario e la legge, il primo che cerca di essere applicato invece dell' altra, mentre questa lo contrasta. Per la qual cosa Costantino colla legge 2 prevede il
caso in cui una legge proibisca il sorgere di una consuetudine; nascendo adunque
una consuetudine contro una legge che preventivamente la proibisce, il legislatore
si espresso cosi: la consuetudine ha certamente una non vile autorit, ma non
tanto grande da vincere in opposizione la ragione e la legge che la proibisce.
Questa interpretazione non solo pi conforme al carattere giuridico del diritto
di consuetudine, ma ancora una delle tante opinioni dei Glossatori (p), n sfuggiva
del tutto all'acume giuridico del Savigny, specialmente quando interpreta le parole
consuetudo non vincit ratcmetn (q)
In quanto alla prova del diritto consuetudinario evvi anche un punto controverso, poich mentre da una parte si afferma, doversi considerare il diritto consuetudinario come un fatto c per conseguenza poter le parti esser chiamate a provare
resistenza di esso, dall'altra si sostiene, che avendo tutto il valore del diritto scritto,
debba essere dal giudice applicato ex officio. Secondo il suo carattere questo diritto
perfettamente equiparato a quello scritto, avendo, come si veduto, anche la forza di abrogarlo; dobbiamo adunque convenire che, il giudice deve applicarlo ex officio. Ma dallaltro lato questi non obbligato a conoscere tutte le consuetudini del
paese sottoposto alla sua giurisdizione, perci in un caso pratico, in cui egli ignori
la esistenza di una consuetudine, pu invitare la parte, che lo allega per difesa delle
la esistenza
(r).
III.
(p) I. glos. di
(q)
ta,
Sav. O. c.
I. c.
v. I.g. 16.
no-
Marburgo 1851.
(r)
149.
L. 1. C. h.
t.
N. 106.
Milhlenbruch,
(a)
praef.
Puchta,
cesimum annum
0.
c.
p. 119.
c.
I-
Savigny.
Sist. v. 1. g.
Papin. Centuno
fliis, si
intra
filio
substilulus iure
comuni
28. p,
c.
quintum
et vi-
quaiuordccim an-
copiai.
Digitized by
si
ha
il
27
ridica, addiviene tale in forza di quell'atto (b) che, strettamente considerato, dicesi privilegio.
1 } I privilegi si dividono in convenzionali, e nonf convenzionali o graed in privilegi onerosi e gratuiti; ma questa distinzione si rapporta
forma con cui si manifestano, non al loro fondamento giuridico.
2 Affine al privilegio il diritto singolare nel pi ampio significato
della parola; cio un diritto, il quale, bench si fondi sopra una massima
giuridica, pure per alcune circostanze fa eccezione al diritto comune. I
privilegi tanto in senso Iato, quanto in senso stretto vanno distinti in pri-
ziosi,
alla
io.
IV. Dell* interpretazione della legge.
Vico, op.
cit.
83 TTotomann,
cap. 82 a
Ups. 1730
Conradi,
de l'inicrprtation des
I.
romano 1806
L' attivit
civilis, liber 2,
Observationcs iuris
civilis Voi. 1.
loii,
TUibaut
Paris 1822
Savigny,
Sistema Voi.
Marb. 1782
1799 Mailher de
del Diritto
1539,
JVit-
Chassat, trai-
1. .
32
51.
il
vero
pensiero del legislatore, e la ragione di essa chiamata da noi interpreprima viene data
il
carattere, la forma, ed
il
che ha tutto
tutto
il
va-
lore di questa, che nel solo caso speciale applicato, e senza che potesse
tutti,
come
Questa interpretazione detta usuale perch nasce dagli usi dei Tri-
provveda
(a).
(b) L. 10.
de legib.
(i. 3).
est,
L. 2. C. de legibus
(1. 14)
L. 12. h.
t.
is,
fui.
quum
ralionis propter a-
est.
articoli singulatim
debet.
Digitized
by
critica; cavare
il
il
le
vero senso,
il
il
vero
un
ed allora prende
il
nome
di
mente applicare
ed allora ha
nome
di analogia,
interpretazione analogica.
Quando
l'attivit si
doppia specie,
alta e
testo le-
il
bassa
critica; la
prima consiste nella ricerca della vera legge, l'altra la costruzione della
medesima colle sue parole. Intorno a ci abbiamo le seguenti regole:
1 Se vi sono documenti legali ed autentici, non havvi bisogno di critica, e questo il caso delle leggi nuove; ma se i documenti mancano,
dato al giudice la facolt di servirsi di ogni mezzo per scovrire il vero te)
sto, e quindi la
il
tiva:
maniera che
3)
Il
il
gli editori.
il
mente quando
vi sia
antico, tanto
meno va
una
stretta necessit:
onde quanto pi
il
ma sola-
manoscritto
Da ultimo quando
il
ma-
utile,
di-
il
stretto significato della parola tende a scovero pensiero del legislatore, ed di due specie, grammaticale, e
legislatore per
pera
tutti
)
Digitized by
to
29
(b).
La
2)
il
il
il
Quando
le
parole ed
il
nondimeno pu
esse-
lo-
gica,
la interpretazione
andare
la
ed estendere a pi
al di l della legge,
massima
ivi
mente
casi
non compresi
Al contrario
il
deve
in essa
(c).
tamente data.
1
dem
La base
cadem
massima
ubi ea-
Questa massima non si applica nel diritto singolare, in quelle leggi le quali son fatte contra r.alionem iuris
quod contra rationem iuris
receptum est, non est producendum ad consequenlias (f). Lo stesso si dica
L. 18. de
(b)
nium
dicere
test.
(22. 8.). Paul. Ex co, quod prohibel lei lulia de adulteriis testimo-
condemnaMin mulierem,
colligilur,
habere.
(c)
L. 3. ad L. Pom. de par.
Pompeia de consobrino comprehendi, sed non etiam eos
pioreve gradu sunl. Sed et novercac et sponsac pcrsonac omissae sunt, senlenlia lamen legis
continentur.
(d) L. 0- g. 2.
lelligendum
de iur. patr. (37.14). Paul. Quainvis nulla persona lege cxcipiatur, lamen in-
est,
si
iureiurando quis adegerit, dircndum est, non puniri patronum hac lege.
in ius. toc. (2.
4)
L. 8. g. 0. de trans.
(8. 3)
L. 54.
pr.
(2.
man.
15)
(17. 1)
(e)
L. 12. de leg.
(1. 3).
(f)
L. 14. b.
(40.5)
g. 8.
I.
et cir. (1. 2)
castratum libcrtum
V.
p. e. L. 11.
de
L.
L.
2. g. 1.
de cust.
c.
Dgitized by
30
ad una legge
viene giustificata dalle mancanze che sono in essa, qualora poi per la correzione non vi sono lacune, lanalogia non pu essere giustificata.
3) Accanto alla
sposino,
ipsa,
massima
ubi eadem,
eadem
leyis di-
si
il
la legge esiste
non
ma
ANNOTAZIONI
(1).
dano
la
il
regole
ta al diritto
te
riconoscere
il
inutile dichiarare
che concernono
cosi esteso
il
dopo
la
parola
danmas
messo un punto
b
osto
non
interrogativo.
raro trovare nei manoscritti lettere puntate e sigle, che sono state
Non
poi erroneamente sciolte: cosi per esempio in molti manoscritti P. R. stato inter-
pretato per praetor, mentre voleva significare Populus lomanus (h); la sigla IT, che
pu significare tanto item quanto Insti tutus, fu interpretata erroneamente presso
Ulpiano, nel qual passo dehbe leggersi item (i); cosi ancora nella legge 8. pr. qui et
a quii. (40. 9) la sigla (FC. causa) fu per errore Ietta fideicomissi causa, in vece di
Non
di
rado
il
(k).
role clte dovrebbero esser divise sono unite, ed altre che dovrebbero andar unite
frammento
Ugo con pi
(k)
!$.
XX.
la
Vip. Fr.
1.
7.
XX.
16.
XXIV. 28.
6.
Frat. Sennclonioi, e
le
I.
Lugduno dei
c.
Digitized
by
31
d
Finalmente non
difficile
come nella L. 20! de evict. (21 2) in luogo di ut eo nomine deve leggersi tu eo nomine (1)
(2) Non vogliamo intendere linlerpetrazione logica in senso ristrettissimo come
zioni di lettere
l'intende p. e.
per oggetto la parola, la quale il ponte tra il pensiero del legislatore ed il nostro; la
il nesso logico tra le varie parti duna legge; la storica riguarderebbe lo stato
del Diritto nel tempo in cui la legge fu publicata, e nel quale essa deve avere la ragion di esistere; finalmente lelemento sistematico si riferirebbe al legame, col quale
logica,
mente
considerata
le
la cosa,
promulgare
la
si
presenta-
legge. In s stessa
ma nondimeno
la logica
in
un
ne per
tutti
a tutti e tre
mezzi
intellettuali,
suddetti clementi.
se riguardiamo
sti
stessi compilatori staccarono interi passi dalla loro logica connessione. In altri ter-
mini,
nell
Oltre a queste regole generali bisogna che l'interprete abbia innanzi alla
(4)
mente
a
le
seguenti:
stabilito,
so
si
come
diritti singolari
il
la
le quali pi
e privilegi,
(n).
stinianea,
(l)
Ter
V. Eckardi,
L. 18. de leg.
da
1. 3.
o. c. g. 00. il.
c. 1.
Cela.
conservetur.
L. 3.
de bis quae in
sunt.
g. 2.
de reg.
Digitzed by
32
i quattro libri della legislazione di Giustiniano formano un tutto armonico cosicch bisogna considerarli come una sola e grande legge; se non che si pu
fare eccezione dell'ultimo, le Rovelle, le quali erano determinate come singole leggi allo sviluppo graduato, ed all'emendazione del diritto; esse non sono state mai
certo, che
riunite in
una collezione
da poterle considerare come le leguna medesima e grande Legge. Se mai una contraddi-
zione vi fosse tra le Novelle e gli altri libri della legislazione Giustinianea, non solo
agli altri tre libri, ma una Novella pi recente dole Novelle debbono esser preferite
vrebbe esser preferita a quella che ha data pi antica. Non si pu dire lo stesso degli
ponno prendersi paratamente, poich fanno parte essenaltri tre codici, i quali non
tulli e tre insieme sono da riguardare come una
ziale d una grande legislazione, e
g canile legge di Giustiniano. Da questo punto di vista adunque impossibile lidea
di preferire
il
Codice
alle
un'altra eccezione per le Istituzioni, le quali dovrebbero esser preferite alle Pandette ed al Codice, essendo unopera tutta del legislatore Giustiniano; altri vorrebbero
invece, che fossero posposte, essendo null'altro che un ristretto delle Pandette. Pi
giusto sarebbe il considerare le Istituzioni come una sola costituzione di Giustinia-
no collegandosi con le altre in una grande legislazione, e da questo aspetto non sono n da preferire, n da posporre alle altre parti. Con pi apparenza di ragione altri han voluto vedere una preferenza del Codice sulle Pandette e sulle Istituzioni in
caso di contraddizione imperocch il Codice fu publicato nel 534, laddove le Pandette e le Istituzioni un anno prima, e per il Codice deroga alle Pandette ed alle Isti;
tuzioni in quelle parti, che discordano da questo novello libro. Questa ragione apparente, non vera, e di fatti l ultimo Codice ( Codex repetitae praelectionis) stato
ed
il
compimento d'una
accetta contraddizioni,
non suppone, n
qua-
lora s'incontrasse qualche contraddizione tra le diverse parti dei fonti, non bisogna
mai perdere di mira, che le tre parti del sistema formano un tutto, come d una
grande legge, nella quale non s'ammettono contraddizioni (p), e, se discordanza mai
non pu essere che apparente per la qual cosa l'armonia pu e devessere
ristabilita, tenendo sempre innanzi alla mente l elemento storico e sistematico di
quei determinati passi, che sembrano in contraddizione. Finalmente qualora anche
vi fosse,
paragonando
si,
allora
di tutto
il
con le altre della legge medesima, oppure con alnondimeno rimane, ed impossibile conciliare quei pas-
le parti discordanti
non resta
altro
meno
sistema.
il.
Thibaut
Sist. noi. d.
Savigny,
Sist. del
D. R. v. 8, . 38. 3. SS.
de vclere
de legibus
Savia ny,
Sist,
V.
I.
g. 43. ss.
Digitized by
33
giuridici, che
in
I.
il
si
diritti,
la nuo-
principio
diritti 1
mente
riguardano
gli atti
me
si
riguarda
la maggiorit o minorit, ed
cazione
il
si
applica
si
il
persona, co-
pu avere
appli-
(1).
l'
legge.
quando
ch
il
la legge
testamento,
come
atto
del testatore; onde il punto di parto, non possibile prima della morte
questo caso lultimo motenza, per lapplicazione della legge nuova, in
della vita del testatore (2). In riguardo al terzo punto o alla persona
mento
de corrisponde esattamente a
il
diritto
tre punti
del
to essa parte della testamenti factio,
me requisito necessario alla esistenza del medesimo, e dellacquisto delnuova legge, la quale
per conseguenza da conchiudere, che la
rende inidoneo un erede, capace sotto limperio della legge antica, certaprimadell
acquislodel!
eredit(c).
publicata
vien
quando
applicabile
mente
leredit:
3. a.
Savigny
op.
c.
v.
sit.
8. g. 301.
v. t. g.
26. n.
Marburg 1831.
Diritto Tornano,
Digitized by
34
l'
(4).
Similmen-
te
considerano
lo stesso qualora si
le
tra
il
non pu avere applicazione, trattandosi non dellacquisto d'un dima dell esistenza o non esistenza d' un istituto giuridico; cosicch,
abolito il divorzio con una nuova legge, questa sar applicabile a quei
bilito
ritto,
La data
tempo
il
La
una
difficolt
alquanto rilevante
ponno in
possibi-
dopo compita la prescrizione ed allora, agevolmente s intende essa non avr nessun potere sulla prescrizione gi compiuta, anche se allungasse il tempo stabilito dall antica.
2 ) Facile pure il caso quando la prescrizione comincia sotto l imperio
che
le
la
nuova legge
sia publicata
la prescrizione, e
entrambe,
II. Il
1'
antica pel
tempo scorso,
la
(5).
applicabile:
1
nuova legge abolisce una relazione giuridica o un istiavr senza dubbio effetto retroattivo;
prescritta dalla medesima legge, e sar
casi sorti sotto l imperio dell antica; ma non certo ai casi
quando
la
quando
applicabile ai
la retroazione
(d) L. 2. 8- 23. C.
de >el.
in casibus
L. 22. g.
1.
adhuc pen-
Digitized by
35
3
quando
perch allora
la
suppone che
si
la
da un errore di
diritto (e).
ANNOTAZIONI
(I)
un caso
re questo principio in
un tempo
vesse
pratico
domanderebbe: se
si
la
diritto italiano
il
compie
let di 21 anni,
il
diritto
quale,
men-
scrittori
gli
il
ra del
il
il
Sistema del
diritto
romano ne
il quale nella sua memorabile opeuno speciale paragrafo (f) Egli divide
leggi nei due principii, che noi abbiamo gi
tratta in
ogni occasione
(g),
ritto legalmente acquistato, non essendo un atto fondato sulla propria volont formale o presunta. Che un contratto fatto dalla persona di 21 anni sotto limperio della legge italiana debba esser considerato come atto di maggiorenne, anche quando
venga introdotto il diritto romano, evidentemente certo; ma che un atto fatto dal
medesimo giovane prima daver compiuta let di 25 anni, e dopo che stata introdotta la legge nuova, debba esser considerato come atto di minorenne non men
certo; imperocch l essere minore o maggiore non un atto, che sta nella volont
formale o presunta della persona, ma che ha sua ragion di essere solamente nella
si
tratta piut-
tosto dellesistenza del diritto. E vero per altro che al dotto giurista non poteva nascondersi questa verit, ed egli stesso costretto a confessare che lo stato della persona in s, e la maggior parte delle manifestazioni in rapporto allo stato, son di na-
dentibns
et iudiciali
termine
rei,
amicali compositione
Quae etiam ad
de leg. heredib.
(
4. 29.).
;6.
88
L. 3. C.
).
N.
19. pr. c. 1.
!..
N. 19. praef.
Saviyny, op. c.
N. 143.
v. 8. g.
(g)
Savigny, op.
(b)
Zachariae, diritto
c. v. 8. g.
civile
sopitis
obtincre. L.un. in
fin.
N. 113.
(e)
(f)
needum
de
pr. e c. 1
L.
3. C.
13. g. 3. C.
ad
S. C. Velici.
L. 21. C.
de pac. pign.
(8. 33.).
in fin.
389.
388.
Francese,
v. 1. g.
Digitized by
36
sicch appena giunto alla maggiorit sotto limperio dell'antica legge, deve lindivi-
duo esser considerato come maggiore, anche se un mese dopo la legge allunghi il
tempo dell et legale. Per aggiunge il Savigny: la facolt che si d al minore per
decisione dellimperatore (nenia aetatis) non debbe esser negata a colui, il quale,
prima che fosse publicata la novella legge, comp la et legale. Che la venia aetalis
sia da paragonare a questo caso, non sembra, essendoch quella avea tutto il carattere dun privilegio, e di privilegio non deve parlarsi, quando si tratta di priucipii e
conseguenze di diritto comune. In fine il nostro giurista per avvalorare la sua teorica asserisce, che le legislazioni moderne si sieno determinate secondo la sua opinione, e per conferma allega
getto stabilisce:
un
La maggiore
il
non lavevano compita secondo le leggi finora vigenti . In questi termini egli ben naturale che colui, il quale aveva gi compita
1' et legale, debba esser considerato sempre come maggiore, non per conseguenza
della dottrina del Savigny, ma perch la legge lo ha espressamente dichiarato; crediamo che sarebbe stato altrimenti, se il Codice prussiano avesse detto in questo
modo: Dal 15 gennaio 1815 la et legale entra dal 21. anno compito ; anzi la nostra opinione tanto pi vera, che il legislatore prussiano, affinch la legge avesse
la conseguenza che vorrebbe il Savigny, l'ha dovuto espressamente dichiarare, senza della quale dichiarazione l' effetto sarebbe stalo certamente diverso. L'eccezione
adunque del Savigny in questa materia non fondata, vieppi se consideriamo un
quali prima dei 15 gennaio 1815
modo
in verun
giustificata.
della persona in s
ne
ne
in
il
il
ci
conviene stare
legge
norit
minore
gli
uno
alla teoria
Parrebbe a prima
il
gi
la
che
il
aveva gi concesso
comu-
vista
la
stato
tica legge,
lo
padronanza
di s stesso ?
quando
la mi-
Se da una parte
essendoch
meno
si
la
legge
discoslano dal
legislatori,
ma
il
la quale
steriore
VjOi
le
prii affari,
37
lutti
Non
minori anche a quella classe di persone, le quali, sebet secondo la legge antica, pure dal sentimento comune
ai
1*
mezzo
della legge,
il
quale secondo
la
25 anni.
La moderna giureprudenza
antica,
(2) Questa triplice distinzione stata da noi fatta nel senso pi ristretto della
parola, ed avendo presenti le parti integrali del testamento. E, parlando della testamenti faclio adiva, volemmo intendere l' idoneit del subbietlo unicamente iti riguardo alle sue qualit fisiche e personali. Ora bisogna far notare che la persona
del subbietto potr trovarsi in rapporto con lo stesso contenuto del testamento, ed
allora sonvi due punti essenziali, la personalit, ed il contenuto dell' atto, uno dal1
altro inseparabile. In breve, l' espressione dei Romani, testamenti fadio adiva,
bisogna che si prenda in doppio significalo; primieramente circa le qualit fisiche
della pei-sona, come f esser pubere od impubere, mentecatto o di sana mente; in
secondo luogo, riguardo ai giuridici rapporti, come al diritto di disporre; in questo
ultimo significato non hanno la testamenti fadio i peregrini, che in questo caso
suona commerdum. Similmente l' idoneit del testatore in attinenza col contenuto stesso del testamento, ossia colla sostanza dell ultima disposizione; sicch da
questo lato non hanno facolt di far testamento
il
figlio di
famiglia
quantunque
quanto alle sue personali qualit, ha la testamenti fadio nel primo signied il Latino Giuniano |h|. Egli chiaro che in questo caso essendo la facolt del subbietto congiunta all' essere del contenuto, debbesi avere un doppio
punto di partenza; il tempo cio della compilazione del testamento, c la morte del
questi, in
ficato
),
testatore, senza
Quando
poi
tima volont,
la
in relazione colla
le quali
hanno un carattere
alla
(i),
come
le relazioni
sull'
capa-
come sarebbe
asse ereditario
le restrizioni della
giuridica, e
i
(h)
g. 2. Inst.
redigitur, mortis
).
Savigny,
de L.Fat.
(2. 22;.
tempore spectalnr.
lrimonii eiquirenda
visum
est,
Gai.,
L. 1. g. 8.
ile
bon.
op. c. g, 393.
quam
t.
c.
Digitized by
Servio Tullio. Le deliberazioni prese in cotale assemblea furon dette legcs, perch
fatte coll'intervento di tutte le classi dei cittadini. Ma poich questo modo di far le
to
quist di fatto
il
il
diritto di
Le
plebe ac-
la
deliberazioni
prese nei comizii tributi Plebiscito ) non ebbero per s vigore di leggi, se non dopo
il 415 per mezzo delle leggi Publiliae, e pi tarili per la lex Hortentia nel 4C7; d'allora esse furono obbligatorie per lutto il popolo romano, e la distinzione tra leges e
(
plebiscito
nome.
di
Le
comizii
si
d'un magistrato superiore, del tribuno, se tributi, del console o altro magistrato superiore, se trattavasi di centuriati.La proposta della logge era fatta nota {promulga-
no
legis
popolo
al
fin dal
momento
della convocazione;
il
lo pi
nei tre precedenti giorni di mercato. Convocalo il popolo, il magistrato, che faceva
la proposta, lo interrogava ( rogalio legis ) colla formolo solenne: Veliti* iubealis
popolo
legis, si
cominciava
la
votazione, ed
per rispondere
alla
lio colle
era presentata
era affidata
al
al
magistrato,
al
come
roga-
La legge
dicesi, di essa
materia.
Le
leggi
compresi anche
plebisciti
et
minus
(piani perfectae, secondoch avevano la sanctio legis, che dichiarava nullo ogni atto
1'
aveano per nulla, o l' aveano in parte, cio non sancivano nullo l'atto contrario, ma determinavano una pena. Le leggi prendevano nome
da coloro che aveano fatto la proposta, coU'indicazione talvolta della materia trattaAquilia
Lex lidia de cessione bonorum: ecc.
ta, cosi Lex Sempronia
Il senato non avea potere legislativo, come il popolo, ma
II. Senatus-consulta
solo amministrativo e consultivo, ed il suo ufficio rispetto alle leggi era di proporle,
sostenerle (auctorcs fieri), e dare il suo assenso o diniego dopo che erano state votale dal popolo. Col tempo nondimeno il Senato cominci a mandar fuori deliberazioni di per s senza appellarsi al popolo, queste deliberazioni dette Senatus-consulta non avevano propriamente vigore legislativo, ma lottennero per l autorit che
avea il Senato, e per consuetudine. Nel terzo periodo il Senato ebbe davvero potere
lui
ma
senaticonsulti
prendevano nome dal console o dalla materia che trattavano; cosi p. e. SC. Trebelliano, de Bacchanalibus ; o da colui che ne diede 1 occasione come SC. Macedoniano.
si
il
mezzo
che
il
41
senza ingenerare confusione e derogare all'antica legislazione. In fatti queste regole c principii di diritto introdotti non aveano altra forza, che quella che loro dava
saldo
il
sorgeva
il
ma
ciali casi,
massime giuridiche
edicevano
si
porgessero spe-
nuovi principii e
un
le
no-
che stadovea esser compreso ed applicato. Ci era dopla maniera come dovevano esser giuquesti
toglievan
via
ogni
cos
apparenza di parzialit.
dicati, ed ai Pretori, perch
Gli editti publicati al primo entrare in ufficio, perch servissero di norma al Pretore durante l'anno della giurisdizione, vennero appellali edicta perpetua, in oppo-
velle
biliva
criterio
il
piamente
con che
il
editto,
diritto
utile, e ai cittadini
che conoscevano
primi, trasmes-
si
presero
ritto
il
nome
quantunque le massime di un editto non avessero vigore di legge, n valesun anno, pure la loro conservazione e successiva ripetizione dette loro
carattere di ferme regole giuridiche. Tale sorgente di diritto, nata nel secondo
editti, la
terzo, e sotto
nome
quale ebbe
di
ne fu lautore.
Chiamavansi prudentes, periti, iuris-considti, tutti
IV. Responso prude nt uni
coloro che attendevano precipuamente alla conoscenza ed all'applicazione del diritto. Lufficio del giureconsulto dapprima era conceduto esclusivamente ai patrizii,
essendo il ius civile dipendente dal ius soerutti, che regolava ogni faccenda publica e privata, determinando i giorni in cui gli affari doveano esser trattati. Nondimeno nel V secolo Gneo Flavio secretarlo di Appio Claudio, essendo edile public i
fasti, fino allora tenuti secreti dai patrizii, cio la lista di tuli
lecito
diritto
vio
nes
sia
tore ius
per
generale
storico si vien
formando
in
ciale di cittadini, l'occupazione de' quali era la scienza del diritto e la sua applicaUiritto
romano.
Digitized
by C
gle
fatti
zione plebea, esercit primo l'ufficio di giureconsulto, fino allora tenuto da quepatrizii, che avevano alti gradi e di famiglia e di autorit nello Stato. Dapprima, come
avviene nella fanciullezza d'ogni scienza, la giureprudenza cominci dal prescrive-
re pratiche regole sulla maniera di trattare gli affari, e di questa specie era
di
G. Flavio;
ma
ormai
opera
patrimonio co-
fatto
mune, acquistassero un maggior sistema di scienza; ed in vero un secolo dopo venne publicato da Elio un altro lavoro molto pi importante, conosciuto perci col
di tus civile AClianum; imperciocch esso era diviso in tre parti, leggi delle
XII Tavole, interpretazione, e legis actiones; e cosi per indicare le formole delle
legis actiones bisognava trattare le altre materie di diritto: verso la fine della Re-
nome
me
fasti della
(a).
Consiste
il
il
caso pratico.
respondere,
giudizio o responso
che davasi a richiesta della parte innanzi al giudice, non legava questultimo, chera
sempre libero d attenervisi, o di rifiutarlo. Il cavere stava nel determinare il modo
e la forma d esercitare legalmente un diritto, e condurre un affare con avvedutezza e con tutta la sicurt possibile. Stava l'avere nel prendere parte attiva al processo, vegliando lesecuzione del proprio consiglio, e sostenendo gli oratori del
da ultimo il far mettere in iscritto da' loro scribi i negozii giuridici, era l'ultima occupazione dei prudentes; e questufficio propriamente legava la legge scritta
agli usi della vita reale. Nel terzo periodo ne crebbe di molto la importanza, dapcliente;
pi
illustri tra
prudentcs
itis
respondendi,
e diede per conseguenza ai responsi quella forza legislativa, chera data al solo principe. Il giudice fu quindi obbligato d attenersi forzatamente ai responsi, specialmente quando i giuristi erano unanimi di parere (sententiae) solamente in caso di
controversia gli
si
dava
opinioni (optmones).
segnati, affinch
non
si
ed
alla
pi equa delle
V.
imperatore e rappresentante dellimpero romano, con Y imperi
gli
al trono e fatto
furon dati luti i
sorti di
Roma. Le
(i) Cicer.
leggi
de Orai.
t.
48. in
f.,
top.
I.
Dy
43
magistrato l'esame della causa.
allora chiamavansi epistolae
domanda, ed
nella
troverso, se
o per
tutti
la risposta
allora aveva
decreti ed
rescritti
comunemente
rescritti
il
nome
di subscriptio.
stato con*
la
decisione va-
leva pe' casi simili, purch tale fosse stata la volont del principe, e fosse certo che
si volle
di diritto; cosi si
e personales.
CAPITOLO
II.
DELLE PERSONE.
13.
Intendiamo sotto
il
nome
di
diritto, os-
l'
giuridiche,
fittizie,
enti morali.
Le persone
si
modificano
(b) L. 2. pr.
18).
L. 13.
pr.
1).
L.
persona.
L. 8.
pr.
de quaest. (48.
Digtized by
I.
il-
A. Condizioni per
1'
cl<itenza dell
diritto di personalit
Il
la
Savigny
5).
sist. del
suppone anzi
momento
D. R.
tutto
l'
v. 2. g.
esistenza dellindividuo,
di fallo.
61.
corpo materno;
il
dizione, che
feto
il
cora essenziale:
come
e, soltanto allora
che
il
prima
di que-
una donna
incinta
come mai
il
figlio
sar considera-
postumo ha diritto alleredit del padre, e, nato, rompe il testamento: ma, se morisse pria di venire alla luce, considerato come mai
avesse avuto esistenza, e per pi non ha luogo la precitata massima (c).
2 Bisogna che il bambino viva dopo uscito dal corpo materno, e su
questo punto eravi controversia tra la celebre scuola de' Proculeiani e
primi voleano riconoscere la vita del neonato
quella de Sabiniani
i
dalla voce, mentre gli altri si contentavano di un qualunque movimentoGiustiniano, che ci d notizia della controversia, ritiene l opinione degli
to libero;
il
ultimi (d).
(a) !..
1.
g.
de
1.
Non
(b) L.
quolies de
prosit.
(c)
tu in,
t.
g. 1.
commodis
L. 12 pr. de
in
).
est,
perinde ac
si in
quamquam
alii,
S. (30. 18).
etsi eiseclo
).
Vip.
ventre editus
Quod
sii;
dicitur, filium
nam
et bic
rumpit teslamentum,
scilicet si
potest Le.
videntur, quia
29
L. 231 de V.
(d) L.
6.
b.
natum accipc,
nasratur
L. 9.
lust.
ncque procreali
Digitized
by
45
necessario in terzo luogo che avesse forma umana; ma non tutti
coloro che non hanno forma ordinaria sono da considerare monslra o
prodigio ma solamente quelli che non possono avere il predicato di
3.
umano
(e).
ANNOTAZIONE
Oltre a questi tre requisiti molti giuristi ne
t;
il
non capace
ignorare
la
di vivere
Il difficile
ammettono un
lungamente, ha
sua esistenza.
vita
vitale;
1'
altro,
uomo
ed
la vitali-
il
caso, in cui
fanciullo debba esser tenuto come non vitale. La legge 12 de stai. Iiom. applicome se riguardasse la vitalit; imperciocch, essi dicono, un fanciullo nato
prima dei 182 giorni non pu per ragioni fisiologiche continuare ad esistere, ed,
avendo una vita passeggier, non pu essere riguardato come persona. Contro que-
un
cata
il
per
fine
partimi, iarn
se
portabatur, praelerilus fuer.it, qui, si ad lucem fuissct redaelus , suu heres patri etinon alius cum antecederei, et nascendo ruptam teslamcntum facerct: si postuinus
hunc quidem orbem devoluti est, voce autem non cinissa ab hac luce subtractus est, dubitabatur, si is postumi ruplum Tacere teslamcntum possct ? Et veterum animi turbati sunl,
quid de paterno elogio statuendum sit. Cumqne Sabiniani esistimabanl, si virus natus esset,
elsi voccm non emisit, rumpi testamentum, appare!, quod, etsi mutus filerai, hoc ipsum faciebat. Eorum etiam nos laudamus sententiam, et sancimns, si virus perTecle natus est, licei
ittico, postquam in lerram cecidi!, rei in manibus obstetricis decessit, nihilominus testamentum rumpi, hoc tantummodo requircndo, si virus ad orbem lolus processi!, ad nullum declinai raonstrum vet prodigium.
steret, si
in
(e)
L. 12. S 1. de
contra forraam
lib.
).
L. 1* h.
sit.
t.
reluti
mulier monslruosum
membrorum humanorum
officia
ali-
ampliavi!,
Digitized by
ma
chi afferma
La
zione ?
opinione
il
Il
fanciullo nato
si
momento
allega la legge 2. C. post, hered. (6. 29), nella quale detto che l'aborto
non pu rompere
il
15 .
La morte
estremo termine
fisica
la
quale
dell
gli
fisica.
dalla morte di
giammai.
2
casi le
veda
al
provare
morte
Il diritto
ma non cosi che non possa trouna disposizione analogica. Egli sembra, che due leggi nei Digesti
possano estendersi a questo caso, una, parlando del modo con cui debbono essere computati gli anni per sottrarre la quarta falcidia in un legato
di alimenti, assegna diverse gradazioni di et, e giunge fino a 60 anni;
ma
quesja legge, trattando di uno scopo tutto speciale, mal potrebbe ser-
vire all'uopo
(a)
L. 68. pr.
(a).
2.).
Dgtzed by
Laltra ci
pu dare
vero
il
criterio, col
quale
si
quanti anni dovrebbe dorare l'usufrutto costituito per una persona giuriil pi lungo termine della vita
uomo (b). 11 diritto romano suppone adunque che la vita umana non.
vada di l dai cento anni; ora qual vha dubbio d' applicare la medesima
presunzione al caso nostro ?
3 Quando due individui si son trovati in un pericolo di vita, ed insieme son morti come in una guerra, in un naufragio, ec., pu essere di
pratica importanza il sapere qual de due sia morto il primo. regola ge)
si
non puossi, evvi la presunzione che amendue siano periti nel medesimo
(c). Se mai de due 1 uno provenisse dall altro, si presume che
se il discendente era pubere, sopravvisse al padre, se impubere mor pri-
momento
ma
(d),
morendo
liberto col
il
fi-
glio in un comune pericolo, si suppone che siano morti nel medesimo momento, di modo che l'eredit devoluta ab intestalo al patrono (e) ; e pel
fidecommesso in cui si ha la medesima presunzione della molle, cio si-
(f).
ANNOTAZIONE
La presunzione
I,.
|g),
impubere allascendente
si
restringe al
il
1} Gaius
opi-
essenl
is finis
vi*
. 4. cod.
eraisit,
Tryph.
ti.)
Marciati
non videtur
Si
si
alter alteri
Lucius Tilius
cum
pubere
filli
pariler decesserint
nec appa-
superbisse.
filio
quem
filius patri, et
sol n rn
testamento
ex testamento he-
filius
nisi et hic
conlrarium oppro-
betur.
(e)
testali
L. 9.
<$.
2.
de
rei,
dub. (34-
5.)
Tryphon.
Si
cum
filio
si
filius,
hoc eniro
vel
quo
alio
modo simul
curri
1.)
Vip.
Sed
si
naufragio
filimi! cius
supcrvixisse.
non supervixil,
Aut
et cUilit conditio,
ante, ci quis poslea decesseril, non apparct, exlitisse conditionera tdeicommissi inagis dicen-
dura
est.
(g)
M ihlenbruch,
IV $. 391.
Digitized by
stata posta
da Trifonino
48
si tratta di
a-
la priorit della
tevasi tenere
un
Beking
1.
ogni qualvolta
tal principio
si
che
la
morte
$- 31.
Mackeldey,
$. 141.
Thibaut,
122. Vangerow,
33.
16 .
I. Il
(4.
).
uomo
chiamato dai Romani stato status hominis ); o vogliam dire il posto che
una persona tiene nella vita romana, ed la condizione candido hominis),
merc cui e secondo cui il diritto riconosce e garantisce la sua giuridica
capacit. Ma come questa pu esser considerata pi o meno perfetta, i Romani riguardano tre stati per assegnare all'uomo il suo posto, e determi(
nare
il
libertatis), la
prima condizione della esistenza giuridica dell uomo, ed in tanto condizione, in quanto che essa non accompagna sempre
l'uomo nella civilt romana, in cui oltre allo stato di libert, vien ricono1
La libert
la
non altramente che qualunque altra cosa; n col cessare lautorit del
fatti, derelitto, veniva considerato come
una res nullius, ed era quindi del primo occupante (a). Questa perfetta
mancanza di capacit non si ristringeva al diritto civile, ma estendevasi
ne,
(a) L. 38. g. 1.
(45. 3.}.
lavul.
momenti
uti,
quem
de noi. acl.
Quod servus
(9. 4.)
to
quodam donatio
ei
acqui-
est.
Digtized
by
ancora
a!
Romani un
da
49
onde a ragione fu
Da
la schiavit appellata
ci seguirebbe, che lo
civile,
ma non
atti di
qualun-
que natura
si fossero.
gli si
gli obbietti
un essere mezzano tra le cose e le persone, ossia veniva riconosciuta in lui una certa ombra di capacit (1). Oltre a ci era fermo principio, che la schiavit era uno stato anormale dell' uomo, che poteva aver
casi era
termine in determinati
per
casi, e
libero e prendeva
mo
nato libero
il
nome
La capacit
(d).
qui
la
di liberto in opposizione
all
vile,
timo rapporto
libertini
membri
diritto publico
libertini
di famiglia senatoria
non essendo
cittadini
(e).
In riguardo
optimo iure
eran
privi del ius honorum, ed, in quanto al ius suffragio ne tributi comizii
to,
ma ipso facto
libert,
come
liber-
pellato
civilatis), la
stretto
che
romano
sua
la
civilt
romano
si
non
polest,
quum
L. 32. de R.
(c)
L.
1. $. 1.
quidem poleslas
iuris civilis
I.
genlium
(1. 6.).
est;
acquiritur.
(e)
L. 64.
aitili-
ne praeloris quidem
domino
appendice
in totum,
domini
(d) V.
(50. 17.).
iuris
ri-
(b) L. 20. g. 7. qui test. fac. poss. (28. 1.). Vip. Servus
beri
edicli.
la civilas [status
I.
Conf. L.
4.
de
I.
id
et I. (1. 1.).
capitolo.
L. 44. pr. de
rit.
nupt. (23.
2.).
Digilized by
di
50
straniero; e
trattato
(f).
Poscia,
quando
trare in quel
si
cosi
diritti,
campo
ristretto,
ed estendere la romana
ma
di quel diritto
non
attivit,
e temperos-
la
La importanza giuridica di tale distinzione , che il cittadino personalit romana, e come tale subbietto del diritto civile, il peregrino
non ha capacit, se non di diritto delle genti, e questa sola ha per tutte le
relazioni giuridiche; cosi che il suo matrimonio era vero, ma non giusto;
la sua propriet fu riconosciuta e garantita, ma come propriet naturale.
D'altra parte il lato negativo della peregrinit si comprende in queste
parole: i peregrini non hanno n il ius commercii, n il ius connubii,o con
altre parole, essi non ponilo n acquistare civilmente la propriet, n contrarre validamente un matrimonio civile (3); e rispetto al diritto pubiico,
essi mancano perfettamente del ius suffragii, e del ius honorum.
Tra i non cittadini eranvi alcuni d' un' altra condizione, e quindi
d una capacit quasi partecipando di quella del cittadino e del peregrino; questi erano i Latini, i quali avevano il ius commercii, ma non il ius
connubii in diritto privato, mentre in diritto pubiico, non avendo il ius
suffragii e molto meno il ius honorum (g), erano a peregrini perfettamente equiparati.
Come il diritto delle genti fu il primo e vero fondamento di questa
divisione, cosi, appena i dettati di questo diritto furono ammessi anche
al diritto civile, l'individualismo del popolo romano, improntato nella rigorosit del ius civile, incominci a perdere la sua efficacia; e, quando il
diritto pi equo ed universale preponder all'altro, il severo racchiudersi
di Roma non ebbe pi sua ragion di essere. Questa distinzione adunque
prese a dileguaci sotto l Impero, il quale non sorgeva dal concetto del
popolo o meglio del municipio, ma da quello del comando romano fin
dove si spaziava; di guisa che Caracalla in parte, quindi Giustiniano totalmente, estesero la cittadinanza a tutto limpero, e da quel tempo, come
il cittadino non si distingue dal peregrino, cos il ius gentium non distinto dal diritto civile.
Cctr. de off. I. c. 12. Uoslis apud maiores noslros is dicebalur, quen none peregridicimas. Indicarli SII tabulae, ut: status dies cum hostc; itemque: adversus hostrm ae-
(f)
nom
terna auctorilas.
(g) V.
appendice
del capitolo.
Digtized by
51
Il
famiglia
status familiae
).
liaque
gli schiavi,
),
soggette
all
autorit di
avevano
il
il
il
comune
genito-
Da
ci
avendo questa
si
la
ragion di essere soltanto nel potere di colui, a cui sono o possono es-
ma
degl individui,
familiam habet
Lo
all'
l'
autorit di s stesso
massima emancipatus
(h).
comunione
appartiene come
membro ad una
e di cittadinanza,
ma
si
dine giuridico; e per vero dal concetto della famiglia, che quello della
potest, nasceva, che quando una persona era indipendente di tale potequesto potere risedeva
stato di famiglia
tanto feconda
sona o
il
gli
romana
teorica dell
mariti; di
homo
la perfetta per-
si d'acquistare,
potendo
non
eleva la
d effetti giuridici. Il
quando per
prendeva nome di fimodo che dallo
era paterfamilias
manum
all'
opposto
figlio
capace
ma non
idoneo
non
(h) L. 193.
de V. S.
30. 16
Marnati, manuale
Dgitized by
52
(i). Questo stato durava finch durava la famiglia, e finch i sottopoa quel rigido potere non cessassero di parteciparvi; dal momento adun-
suo
sti
di questi
membri cominciava ad
esistere
fetta capacit,
figli
di
famiglia
quelle capacit riconoscere, che non fanno punto capo nel diritto suddetto.
Ed
non differentemente da
privato, purch non si tratti del diritto
un matrimonio
civile;
aveva
il
commerciarli, e se
di fare
Come abbiamo
al figlio
zio
l'
peculio profetti-
),
glia; questi fu
lio castrense,
creduto
in effetto
e quasi castrense
figlio di
e,
contraria, essere
il
figlio di
Non sono
).
Come
marito
II.
non fu pi sommessa
all'
cambi
autorit,
ma
bens
al fi-
donna,
(4).
tio,
pecu-
massima
fami-
il
lare
1'
o condizioni dell esistenza giuridica. Queste due espressioni de Romani riguardano due lati della medesima teorica, secondo che essa si
stati
rapporta o
al
soggetto o
alleffetto;
dino romano
(i),
Savigny,
sist.
(i)
dinota
V.
II.
il
dovea essere
il
suo valore
scritto
un
citta-
pp. VI.
Niebuhr.,
slor.
rom. V.
li.
p. 460.
Digitized by
status mutatio,
53
supponendo ogni mutazione la perdita dello stato primieuna di quelle condizioni, onde si hanno in di-
romano
ritto
dello status
nima
tre specie
di capilis
e specialmente
la capitis
(j).
La prima consisteva
da
libe-
po e
la cittadinanza e la famiglia;
altri,
donde
la
il
(1).
si
ma
trimonio
in
(n).
gli
(o).
) Paul.
maxima,
media, minima, tria onim sunt, quae habemus: libcrtatem, civitatem, familiam. fgitur quum
omnia hacc amiltimus, hoc est libertatem, et civitatem, et lamiliam, maximam esse capitis
(j)
drminulionem;
minutionem,
quinti vero
qaum
4. 5.
amiltimus civitatem, libcrtatem rctinemus, mediani case capitis detantum mulatur, minimam esse ca-
deminutionem constai.
pitis
(k) L. 10.
(l)
de capi,
et posti, et red.
49. 15
).
(in)
37. 14
).
Itlarc.
eum
40. 13
).
ei
libertum.
(n) L. 4.
(o)
N. 22.
c. 8.
Digitized by
quando un
cittadino
per deportazione
ritto
Finalmente
et ignis interdictio,
o secondo
ultimo di-
(q).
la capitis
dinanza. Quest ultima specie della deminuzioue del capo differiva molto
dalle
si
si
perdevano
le relazioni di
una
fa-
cessariamente
la
famiglia
(5).
miglia, e particolarmente
quando un homo
mutava
la fa-
segnatamente
per 1 arrogazione (r), pel matrimonio della donna con la convenzione in
manum, dato per altro che ella non fosse sotto la patria potest prima del
matrimonio; per la rivocazione sotto la patria potest propi cr ingratitudinem, e finalmente secondo il nuovo diritto per legittimazione;
a
emancipazione, perocch
glia,
stessa qualit;
tava che
il
figlio di
dell
trava sotto quella del padre civile, o con altre parole perdeva
diritti
di
agnazione della famiglia naturalo ed acquistava quelli della famiglia civile: similmente eravi questa perdita per la donna, che dalla potestas del
padre passava
del
capo
alla
manus
figli dell'
(p) Cie,
(q)
Gai, Inst.
I.
161
L. 2. S- 1.
HO.
de pocnis
(18. 19).
Digitized
by
Googl
55
ANNOTAZIONI
il progresso della romana civilt ed i rapporti nequali
sua condizione trovavasi, non pu non sorgere in lui una certa capacit giuridica, la quale certamente una eccezione ai principii pi rigorosi del
10
schiavo per
la
diritto antico.
quali
grandemente
dificare
il
si
emanarono una
diritto antico
riguardante
mo-
lo
credo inutile rammentare a questo proposito la legge Petronia, la quale sottrasse all' arbitrio dei padroni l'uso crudele di mettere gli schiavi in lotta cogli animali; cosi pure Pio e Adriano punirono
neg a'padroni
il
di-
ritto di vita c di morte, che fu rimesso al potere giudiziario non altrimenti che per le
persone; similmente v l'altra disposizione molto pi importante, che colui il quale
ingiustamente uccideva uno schiavo dovea esser sottoposto alla legge Cornelia de
sicariis
(s).
11
valo. E di vero in alcuni casi era riconosciuta ancora nello schiavo una certa esistenza giuridica: egli infatti acquistava, sebbene non acquistasse per s; poteva es-
sere istituito erede nel testamento, acquistando la eredit pel suo padrone.il rilievo
acquistare una obbligazione attiva per s, acquistando sempre pel suo padrone, ma,
se questi volesse addivenire debitore del proprio schiavo, si fondava allora una obbligazione naturale. Similmente poteva esser debitore rispetto e
al padrone e a qualunque terzo, e questa obbligazione era ancora naturale, e rimaneva tale anche dopo
la manomissione; mentre dai delitti dello schiavo contro
terzi nascevano obbligazioni, che addivenivano civili dopo la manomissione (t|. Di maggior importanza era
i
diritto dato allo schiavo dello Stato di una limitata testamenti factio adiva, potendo egli disporre per testamento di una met de'suoi acquisti; di maniera che sc11
isi
(l)
L. 13
nomine eius
Dcniquc
pr.
si
quidem obligantur; et si manu nailquidem non obligantur, sed naturamutuam pecuniam dederat, mano-
cuius liberato administrationem habeat, repeti non poteri!; et ob id et fideiussor pr servo cceptus tenetur, et pignuspro eo datum tenebitur; et si servus qui peculi administrationem habet, rem pignori in id, quod dcbeal, dederit, utilis pignoraticia rvddenda est.
L.7. g. 18 de
paci
(2. 14)
(39. B).
Savigny, Sistema
II. g.
63. ap.
L.l.g. 18.depos.
Puchta, corso
1 \.
(16-3).
L. 19.
d Istil. V. II. g.
g. 4.
de don.
210.
Digilized by
56
condo questa disposizione non si credeva impossibile neppure il fatto che lo schiavo
potesse per proprio conto acquistare (u)
(2) La manomissione rendeva lo schiavo alla naturale libert, ma non lo faceva
perfettamente indipendente dal suo padrone, originandosi da rpiest' atto un diritto
manomettente
del
sul
manomesso
liberto verso
il
il
massimamente nc\\'obscquium,a
devano: p. e. non era lecito al primo di allegare contro l altro l eccezione di dolo,
n chiamarlo in giudizio senza la preventiva licenza del Pretore; il patrono aveva il
pretendere
diritto di
gli
godeva il beneficium competenliae. Il pi importante diritto che si originava dal patronato era senza dubbio il diritto ereditario del patrono, se il liberto
venisse a morire senza discendenti legittimi; anzi esso si estendeva anche oltre; imperocch quando il liberto non lasciasse che figli adottivi, il patrono aveva una hoin giudizio,
norum
La
|3|
la
met
dell'
asse ereditario
(v).
na-
turalis ratio, e quindi tutte le attenenze giuridiche di lui venivano naturali appellate;
il
alla
e mentre
sonalit,
il
il
svolgimento della
umana
per-
racchiudeva nei due termini del ius commercii, e del ius consi manifestava nel diritto di fami-
civile si
due relazioni sommamente civili, che si compredevano nei due precitati iura, si temperava alquanto nel diritto di obbligazione. E ci
per doppia ragione primieramente perch i rapporti d'obbligazione nascendo massimamente dalla dichiarazione di volont, e dal mutuo consenso, meno si opponevano alle massime universali del diritto delle genti; secondamente perch fin dai
primi tempi fu sentito il bisogno di conciliare in certo modo due sistemi, per regolare quei rapporti che il commercio necessariamente creava tra i Romani, e le
vicine popolazioni. Per la qual cosa mentre, stando a' principii fondamentali di diritto, nelegami obbligatorii la capacit del peregrino dovea limitarsi solamente alla
obbligazione naturale, avveniva per contrario che i rapporti di obbligazione tra peregrini davano ancora fondamento ad azioni civili. Pur nondimeno non si credette
derogare ai principii rigorosi di diritto; giacch per giustificare una obbligazione
civile in quella qualit di persone si fece uso di un ripiego, fingendosi in esse per
questo caso la qualit di cittadino, e le loro azioni ebbero per il nome di actiones
ed
glia,
in quello di propriet,
fictitiae (x).
(4)
si
come
(u)
estendesse
p. e.
Vip.
al
stalo od
il
una condizione
si
di famiglia,
padrone.
11
mancipio,
faeicndi (la-
bel ius.
(v)
Gai. Inai.
III.
I.
c. 2.
bon. poss.
()
Digtized by
57
ne e servo dominica potestas ), che di quella tra padre e tglio (pairia potestas ),
onde non sarebbe uno status familiae (y). Ci non ostante incorrerebbe in errore
un tale individuo volesse mettere nel medesimo grado degli schiavi: al contrario
vi tale differenza tra queste due condizioni della esistenza giuridica di una persona, che, considerandole accuratamente, non si tarder a riconoscere, che il mancipio
era uno stato intermedio tra quello della schiavit e quello di famiglia. La differenza pi rilevante che la schiavit era uno stato di per s concepibile anche senza
un determinato padrone, senza che dipendesse cio da un paterfamilias; mentrech il mancipio stava appunto nella dipendenza da un determinato capo di famiglia,
u era concepibile senza di questo. Gli effetti del mancipiutn parte s'assomigliavano a quelli che derivavano dalla schiavit parte ne differenziavano mollissimo; pareggiato allo schiavo nel diritto puldico era il caput in mancipio
del lutto inidoneo non solo ad occupare una publica carica (ius honorum
ma ancora a dare il
questi diritti nondimeno erano in lui
voto nelle assemblee popolari (ius su/frugii
considerati solamente come sospesi, per lo che dopo la manomissione erano riacqui(
chi
Riguardo
una
al diritto
perfetta incapacit,
non potendo
egli
neppure servire da
gli effetti di
una
tale condizione
continuando in questo
vile,
La
|5)
la
stato,
maucipato dopo
manomissione.
moderni scrittori nel modo suddetto, stala in questi ultimi temda Carlo de Savigtuj da un novello punto di vista cosi da riuscir quasi ad
La profondit della dottrina, il lusso di erudizione e la seduttrice
ta dagli antichi e
pi trattala
opposti risultali.
somaro
rica del
giurista.
al
posto che ciascuna persona occupa nella sfera sociale rincontro agli
nostro
il
altri.
Romani
Ora
vi-
romani parlato
giuristi
di
scienza, vale a dire del diritto privato, vollero intendere con la parola status quella
il
pulii ico
diritto privalo
que-
caso della libert e della cittadinanza che sono requisiti essenziali alla giuri-
dica idoneit: mentre non cosi delle altre condizioni sociali di carattere publico
(jj
Gai. Inst.
I.
Diritto romano.
Digitized
by
58
la magistratura, il senatorato, ecc. Nello stato privato al contrario bisogna annoverare ogni rapporto di una persona considerata come tale o le relazioni di famiglia; o altrimenti Stato denota sotto questo aspetto la condizione delluomo nelle re-
come
lazioni di famiglia
mi due
(z).
ma per sua
1.
ma
per influenza
con influenza
sul privalo,
1'
pri-
intrinseca natura.
deminutio,
si
la
quale
si
carat-
con questa frase la degradazione di un individuo nella sua idoneit di didegradazione era nella libert, si soffriva la massima diminuzione di
terizza
ritto.2.Se tale
la
minima quando
si
Quando un
Quando un
figlio di
messo
/to-
casi;
manum
mariti.
cum
convenlione in
manum
ve-
niva in un mancipio; per mezzo del quale fatto ancora giustificata la capitis demi-
nutio
minima
Per quanto
opinione
sia dotto
mune
(aa).
allo spirilo
non
solo,
ma
alla let-
Non vogliamo
contraddire
all
stato, se
poste ad una
comune
la parola familia
che
potest, o
vi
al diritto privato.
il
comune ge-
d un concetto
Per la qual cosa
ci
giustamente osserva il Puchta (cc essersi falsato il concetto dello status in questi
ultimi tempi, giacch si voluto giudicare dello sfufus familiae antico dal diritto
)
posteriore.
Quanto
alle
di capitis
deminutiones
la
comune
dottrina si
trova nei suoi tratti caratteristici di accordo con quella del Saviguy 'eccello che
dotto giurista
ammette una
capitis deminutio
media
il
un Latino addi-
Che
si
pu osservare
in
un buon numero
(z)
Puchta, Corso
d' istituzioni
V.
59. 18
II.
).
g. 218. nota.
Dgitized by
Googl
di testi (dd).
ci
il
Savigny oppone
mento
deve
mente
il
maxima
la
sua dottrina
mentre
il
1*
59
seguente ragionamento:
e
la
media
si
minima non
medesimo
egli fuori di
caratterizzano per
dub-
un muta-
si
altra disconosce
il
legame
un
argomento, non
tale
ci
sembra soddisfacente; imperocch non punto vero che seguaci della comune teoria disconoscano un tale legame logico; ma piuttosto essi lo trovano nel concetto che
nasce dalle parole status mutatio. Imperocch ogni cambiamento suppone una peri
dita, e questo
il
di
vero, anche secondo il nostro modo di vedere, ogni caso della capitis deminutio minima, ha in s una diminuzione nella idoneit di diritto, stantech, con l'uscir fuori
di una determinata agnazione, si perdono lutti quei diritti che a quella vanno con1' uomo
giunti. Vero che in luogo della famiglia perduta
ne acquista un' altra
che gli ofTre forse un vantaggio, una migliore condizione; ma resta sempre provato
che nel concetto della capitis deminutio minima sta la perdita de' diritti di agnazione e per conseguenza una limitazione nella idoneit di diritto. La degradazione
adunque pu in molli casi essere ben conseguenza di una di queste perdite, ma essa
non mai il principio, n il carattere delle diminuzioni di capo.
2) Una grande importanza attribuisce il Savigny al vocabolo caput per sostenere la sua opinione. Con l'autorit del Xiebuhr afferma, che caput denoti la ru,
Romano
Quando,
perch
un ordine
individuo entra in
l'
un cambiamento
inferiore di diritto
in queste
iiulividuum dcle-
si
la idea fissa del dotto giurista berlinese la degradazione, il mutapeggio nella attivit giuridica, ed ogni argomento tiene di questa sua
Senza dubbio
mento
in
preoccupazione.
la
Imperciocch nel
modo
1'
ma
stesso che
cum
si
la nostra.
manum mariti,
proprio caput ed iscritto per converso in quello del padre arrogatore o del marito;
nel modo stesso l'emancipato, per mezzo dell'emancipazione, si cancellava dalla li-
C. de liber. caus.
7.
Iti ).
di
ma
in
Digitized by
in cui entravano,
to;
il
come per
che,
rato da giuristi
mente:
CO
pii altri,
figlinoli dell'
arroga-
non fosse ignoromani Paolo al proposito non si poteva esprimere pi chiaraLiberos, qui arrogatum parentem sequuntur, placet minui caput, quum
ed credibile che un
tal significato
nelur, familia
Tutclas
cim
Paolo dice:
etiam non
tabulis intervertunlur
eadem
ratione,
quum
deminutionem constat.
Sed legitimae tulelae exduode-
esse capitis
qua
quia agnatis deferuntur, quia desinimi esse familia malati (gg| A questi pas che non potevano essere ignorati dal Savigny, egli oppone, eh essi sienoun sagnon felice di Paolo di fondare razionalmente le tre specie della cap. (lem., e
.
si,
gio
ci
d:\nno
il
altri
frammenti che,
dem.min.
Savigny vuol mettere innanzi, son due, c proprio in un luogo UlMinima capitis deminutio est per quam, et civitate et liberiate
salva, status dumtaxat hominis mutatur . Daltra parte Giustiniano afferma
a questo proposito: Minima capitis deminutio est.cum et civitas et libertas reline tur, sed status hominis commutatur
(hh). Tra questi differenti passi il Savigny accetta senz'altro quello di Ulpiano e quello di Giustiniano, o di Gaio donde fu
I testi,
che
il
tratto
il
passo delle Istituzioni, confutando quelli di Paolo per triplice ragione: pri-
mamente pel significato storico della parola deminutio; secondamente per la totale
mancanza di connessione logica tra le due prime e l'ultima dominazione, e finalmente per l'espressione ambigua ed incerta. Secondo lui adunque la questione sta
nello scegliere una opinione, rigettando quelle che non corrispondono in tutto e per
tutto alla sua maniera di concepire
sarebbe giustificato
e ci senza dubbio
quante volte si trattasse di eleggere una delle tante opinioni individuali. Non cosi
quando proprio quei frammenti di Paolo sono stati ammessi nella legislazione di
come
leggi
d'un
medesimo
Giustiniano, ch si deggiono considerare
codice, e per
come il pensiero dello stesso legislatore. Che se vuoisi secondare il dotto alemanno
in questa via, o dobbiamo ammettere per questo contraddizioni nello leggi, o riguardare quali particolari opinioni tutti frammenti degiuristi romani accolti nelle Pandette: e qualora in un caso rifiutassimo un frammento di Paolo o d' altro giurista,
sar permesso altre volte non accettare qualunque altro non corrisponda alle no,
quelli di Paolo ?
L. 3. pr. h.
(gg) L.
(bli)
II.
7. pr. h.
frammenti
t.
(li) Il
ris
t.
3. J. h. t.
passo delle istituzioni citalo cosi conchiude:... quoti accidie in his, qui,
quum
sui iu-
Digtzed by
61
Messa da banda la precedente esposizione, anche le conseguenze, che dall'opinione del Savigny derivano, non ponno accordarsi colle leggi, n con altri frammenti degli stessi Ulpiano e Gaio: ed in vero esaminando paratamente i casi della
capilis (leminutio minima si vede che
a) Secondo il Savigny i figliuoli di un arrogato, quali unitamente col padre
entrano nella famiglia del padre arrogatore, non soffrono cap. dem., perch certamente non v in questo caso degradazione di sorta alcuna. Ora ci contraddice al
4)
Secondo
Savigny
il
allora
la
convenzione in
nianwn diminuita di capo, (piando essa era prima sui iris, non quando era prima
sommessa alla patria potest: per, secondo lui, la minima diminuzione di capo era,
almeno in questo caso, conseguenza della qualit personale, dell esser cio sui vel
alieni iuris:
mentre
in
molte
fonti,
ri-
guardata come conseguenza della coemtio, senza tener conto dello stato antecedente della persona (jj).
c Da ultimo, secondo lo stesso Savigny, ewi minima diminuzione di capo per
emancipazione c per dolio in adoptionem solamente perch alla forma di questi alti
era necessario che il figlio di famiglia fosse prima posto nel mancipium. Da questa
opinione discende, che qualora per questi atti non pi si richiedesse il mancipium,
n l'emancipazione, n I' adozione dovrebbero arrecare la detta diminuzione. Ma al
)
contrario essa trovasi per lemancipato e l'adottato ancora nel sistema di Giustiniano, in cui, non essendo pi richiesto il mancipium per quegli atti,
secondo l'opinione del Savigny, non avrebbe spiegazione alcuna
(6)
Quanto
alle
d'
la
(kk).
uopo considerare
le se-
guenti cose:
1 ) La conseguenza immediata la perdita de diritti agnatizii; ma questa conseguenza nella legislazione giustinianea non ha pi quellefficacia chavea nel diritto
antico, essendoch quasi lutti i diritti di famiglia muovono dalla cognazione, la quale per questa diminuzione non saltera punto (11).
berto.
Uno
la
mezzo
Quanto
il
si
estinguono per
dem. min., fuorch quelle che nascono da un delitto (min). In virnon si estingue che l'azione contra il diminuito di capo, on-
della cap.
Gai. Inst.
I.
(kk) g. 3. Inst. h.
tuzioni V.
(Il)
II. g.
(nini)
I.
3.
Gai. Inst.
minotns
<5
Ist.
tip. XI.
III.
(nn|; di pi
13.
1. !.. 9. conf.
il
Top.
Cic.
con
c. 4.
la L. 8. fin. U. C.
Puchta, corso
dIsli-
g. 58.
g. 138. g. 6. Inst. h.
t.
L. 2.
g. 3. h.
t.
Vip.
Nemo
delictis
emilnr, quam-
sit-
ino) L. 2. g. 2. h.
nem
L.
218. Backing,
Gai. Inst.
vis capite
l.
praecesserunl,
t.
Vip. Hi, qui capite minuuntur, ex bis causis, quac capitis deminutio-
manent
obligati naturaliter;
ceterum
si
Digitized by
jrropter capitis
da Giustiniano
fpp).
perciocch nelle Pandette troviamo solamente, che colui, il quale uscito dalla padeve avere il cosi detto beneficium compctenliae per gli obblighi con-
tria potest,
tratti durante la soggezione di quella potest; ma da ci non segue, che quelle leggi
abbiano implicitamente abolita la restituzione anzidetta; n si nega che il creditore
solamente per mezzo della restituzione in intiero possa aver diritto allazione contro
potrebbe avere
il
imperocch
ivi
non
nuovo ha
si
Per
di capo.
la qualcosa le
giustinianea.
b ) In quanto poi ai diritti di obbligazione, la capitis deminutio minima non mue non si pu parlare della estinzione di essi: perch se la capitis deminutio
avviene in un homo sut iuris, le azioni si trasmettono, salvo poche, al padre arrogalore, od al legittimante; se invece avviene in un homo alieni iuris, noti
potendo questi acquistare per s, non si pu neppure parlare della loro estinzione (qq). Le poche azioni civili, per eccezione date al figlio di famiglia, sono tali da
non essere menomamente toccate dalla cap. dem. min. : quali sono quelle nascenti
da obbligazioni, tpiae natnralem praestationem habere intelliyuntur, quelle, cio,
che son dirette ad un naturale provvedimento, come legato di alimenti, legalo di
ta nulla,
minima
come bellamente dice Gaio, la ragion civile non pu distruggeche vengono da natura (rr)
4 ) Finalmente la cap. dem. min. ha efficacia sulle personali servit, inquantoch per essa si estingue luso e l'usufrutto, salvo l'abitazione che rimane intatta, appartenendo a quei diritti guae naturalem praestationem habent (ss). Siffatta eslinstano salve, perch,
re
diritti
si
tractumve
uun
sii ,
(pp)
li.
t.
cum
his
aclum cun-
il,
factum
iudiciutn dabo.
!..
2.
quod cuin
g.
3. Inst.
de acquis. per
Burchardi,
L. 8. h.
Gai.
deportetur,
t.
III.
rei
Savigny,
83
sic
adoplione mutarerit.
Paul.
sst.
III.
V.
11.
g. 71. 72.
6. g. 20. Capitis
minutame
Fragni. Val.
g. 61.
L.
1. pr. g. 1.
si
quib.
mod.
Digitized by
63
zionc slata totalmente abolita da Giustiniano, sicch nel nuovo diritto le servit
personali restano salve, non ostante
la
minima dcminuzione
di
capo
(tt).
S.
17.
I.
tsica in
la
quale un
legittimo.
per,
to della legittimit;
ma:
jialer is est,
nato durante
il
il
il
matrimonio,
la
cio,
quando un
fanciullo
(a).
quum
33.) g.
1. Inst.
(3. 10.).
Ecce enim,
dcbilae sunt, arrogatoci attica quidem pieno iure acquirekanlur, eiccplis iis, quae per capitis deminulioncin perenni, qualcs sunl npcrarutn obligationes et ius agnationis: usus elenim et
usufructus licei bis ante connumcrabantur, attamen capitis deminutione minima cos tolti noci
Ved. Vangerotr, o.
de patria polcst.
(1. 9.).
c. g.
Vip. V.
31. annoi. 2.
g. 1.
Digitized by
dato
come
dutilit
ha
diritto
il
stabilito
li
qualunque
tor via
arbitrio,
un
fanciullo. E,
perche secondo
l'autorit dIppocrate
un
mo
in
fosse nato nel tempo stabilito dalla legge, pure la presunzione di legittimit non ha effetto, quante volle il supposto padre provar potesse che gli
stato impossibile generarlo (c).
Negativo
il
I figli
da
illegittima
specificazioni
tutti
son
detti
spu-
rii (d).
ceplum
et leg. herd.
si
38. 16.).
mense natus
pag. 386
viri llippocratis, et
L. 6. de in ius ioc.
III.
1. 5. ).
est
is est
quem
2. 4.
).
ideo
credcndum
Ved.
est,
eum
qui
nuptiac demonstrant.
L. 3. . 11.de suis et leg. hered. (38. 16.).Posi dcccin mcnses mortis natus non
).
Vip. Scd
flium.
Non
lanieri
si
domo
fercndum lutionus
ait
sua assidue moralus nolit flium agnosccrc, quasi non suum.Sed mihi vidclur, quod et Scaevo)a
probai,
si
cum
mo
natus
(d) L. 23.
de
non
non
possil,
non possunl, vel qui possunt quidem, sed eum babcni, qui babere non
ycd. .11. Jnsl. de nupt. (1. 10.).
appellante xtpir crcpar.
re
bunc, qui
in
do-
esse.
qui et spurii
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re
tempo
il
65
la lui
niano,
il
Pur nondimeno
basta prova-
stabili,
gli
il
da Giustidovesse
si
(e).
principii rigorosi dell antico, e fino ad un certo punto i figli naturali son
come aventi civilmente padre ; ed in vero i nati da concubinato possono avere diritto agli alimenti, hanno un limitato diritto alla successione del padre, quando senza dubbio venissero da lui riconosciuti, e
finalmente possono esser legittimati per susseguente matrimonio: il che
sar manifesto nelle speciali teorie.
considerati
.
2
La diversit
18 .
Del NCMSO.
de sessi in generale
nelle
attenenze giuridiche, e le persone de due sessi sono egualmente considerate dal diritto privato (a). Quest i regola
1
vero nel
cio; dal
ha due eccezioni :
luomo anteposto alla donna
(b).
di
diritto giustinianeo a questa sinterdice ancora ogni publico uffiche ne segue che non pu esser tutrice, n fare solenne testimo-
nianza; le donne nel matrimonio son soggette alla potest del marito, con-
seguentemente da lui solo debb essere amministrata la dote od il patrimonio matrimoniale; in quanto al domicilio la donna segue sempre o
quello del padre o quello del marito; di pi essa deve osservare
l anno
mentre ci non necessario per 1 uomo, e finalmente, non essendo per lei concepibile una patria potest, non pu adottare. Nel diritto
antico la condizione di donna produceva una differenza rilevante nelle attenenze giuridiche, essendo essa sottoposta quasi continuamente all au-
di lutto,
un uomo.
2 In altri casi la condizione della donna migliore di quella deluomo; per fermo alcuna volta gli errori di diritto, non scusabili, sono
scusabili per la donna, e nel diritto penale si applica per lei una pena
pi mite; la pubert fissata per la donna al duodecimo anno, mentre
per luomo al quattordicesimo anno compiuto (c).
torit di
)
1'
(e)
(a)
compleclilur.
(b)
!..
L. 195.
9. de stal.
1.
(5- 27.).
si
pr. eod.
hom.
).
L. 45.
pr.
de legati* (31).
et /fonar....
Milior
enim
bet esse sentenlia, quas per infirinitate seius minus ausuras esse confidimu. N. 134.
Diritto
romano.
c. 9.
10.
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mafrodito,
Romani stabilirono
diritti
debbansi riconoscere
di riconoscere
nell
er-
che
quel sesso
diritti di
19 -
3
Savigny,
<)<>i
Dell' alt.
Bocking.
Istit.
I. J$.
minori nel diritto romano, e particolarmente della legge Pleioria, Berlino 1833.
I.
la facolt di
operare
uopo abbia
mente dell uso della ragione, e quindi della libert del suo consiglio, e
che non acquista la perfetta coscienza dell'esser suo, se non dopo un tempo
di regolare svolgimento delle forze fisiche ed intellettive. Ma come la natura non va a salti, ma ascende per gradi, tra questi due estremi vi sono
punti intermedii, in cui la idoneit imperfetta, e che o
tro di quelli si avvicina;
l
diritto perci
il
unoo
all
all'
al-
anno
settimo
al
tes
mancanza
ci che
ma
della favella,
Il
(a).
asserisce.
Infantici
uso della
ma che incapace di generare. Questo stato incomincia dal settimo anno compito e
termina al decimoquarto pei maschi, e al dodicesimo compito per le femine. Queste due prime gradazioni della et prese insieme sono appellate
lingua, qui fari potesti cio che parla consapevolmente,
impubert, e
(il)
gis
!..
gl
10. de stai.
hom.
(1. 8).
(a) L.
(b).
Gai. Inst.
in co praevalet
L.
1).
1. g. 2.
comparami?
et
ma-
113.
II, g.
de administ- (26.
7).
Vip.... Liccntia
iudicium suscipiatur, ita taincn, ut pr his, qui fari non posi uni, vel absint, ipsi lulores iudicium suscipiant.
I..70 de V. 0. (15. 1). Ulp
placcbat ex stipulalu actionetn non esse, quoniam qui fari non poterai stipular! non poterai.
L. 6. rem pup. (46. 6). Gai. Scrvuni
pupilli stipolari
ita
nccesse est,
si
com.
liberi.
40. 3
).
L.
(b) L. 141. g. 2.
laci potcst, eie
1. C.
de V. 0.
L. 5. de R.
I.
non
ad SC. Tcrt.
43. 1
(
).
SO. 17
6.
56
Gai. Pupillus
).
l..
nam
si
etc. L. 30.
praesens
g. 2. 4.
sit, et
de
fide-
).
ex
licei,
6 rem pup.
quo
46. 6
).
Digitized
by
67
3 La Pubertas, la quale incomincia dallanno decimoquarto compilo
o dal dodicesimo per le Temine, termina al venticinquesimo anno compito (1). Le persone in questo stato chiamatisi adolescentes, pubcres, mi)
nor es.
Finalmente la maggiore et dall anno vigesimoquinto in poi
4
uomo, giunto a questa et, da quinci innanzi sempre detto maggiore,
senectus ).
v ha termine che fissi lo stato di vecchiezza
II. Ora il diritto, seguendo lo svolgimento naturale della persona,
che, dalla mancanza perfetta d intelligenza e libert, a mano a mano avvanzando, perviene alla lucida pienezza di entrambe, stabilisce una diversa
:
della lingua o parlando senza coscienza, siano perfettamente privi di volont, inidonei a fare
qualunque
dunque
al
tutore
(c).
2 Le limitazioni giuridiche della seconda et son regolate da due criterii, perch l infamia maior stata bipartita, modificando cos grandemente il diritto .antico- Dapprima si pose mente a quei giovanetti di questa et, i quali, essendo prossimi a pubert, partecipavano dellattitudine
intellettiva pienamente ammessa a puberi, e vennero appellati pubertati
proximi. In essi fu riconosciuta una parte di capacit giuridica, e proprio
)
il
gozii, ne quali
detti idonei
perciocch utililalis causa saccord loro una certa idoneit a'negozii lustipulari ), che infantiae proximus poteva compiere da s, menquando prometteva, non lo poteva senza lautorit del tutore. Onde la
due gradazioni era, che pe prossimi alla pubert la
crativi
tre
l'
differenza in queste
norma generale
di diritto; ai
est, qui
le
obbligazioni ex delieto
primi
g. 10. Insl.
L.
(d) (2).
(d) g. 9. Inst.
de inut. stipul.
3-
19
J.
Ita
tanien ut,
Digitized
by
Considerala
68
nell
il
ha:
si
caso
tutore;
ma
con
>ei
il
obbligazioni ex deliclo;
con
il
senza lautorit
provi la intelligenza
si
Il
mento solenne
nomano
il
mo-
do la toga virile, da fanciullo addiveniva uomo. Questo atto solenne produceva tre conseguenze giuridiche di massima importanza: il pubere usciva
di tutela, poteva disporre del suo patrimonio per testamento, ed era capace di contrarre matrimonio (e). Da ci chiaro, che 1 uomo a quindici
anni avea tutta la libert delle proprie azioni. Facendo salve queste tre
importanti conseguenze, la capacit dei puberi fu alquanto modificata nel
sesto secolo di
Roma
(f).
al
sii,
una
serie di disposizioni, le
si
obligare etiam sine tuloris auctoritate potest. $. 10... Scil in proxitnis infanti proplcr utilitatcn
eorum benignior
idem
iuris
Gai. Huic proximus est, qui eius aetatis est, ut non doni
).
est,
nam
111. g. 2. de V- 0.
alfectu consisti!, ita
43. 1
dctnum
id intelligat se delinquere
iam
ad
).
g.
lati sit,
L. 23. de furlis
L. ili.
9. 2).
capacem esse
(ej
3.
qui
pr.
de R.
47. 2).
47.
test. fac.
8
(
).
30. 16
I. (
in feminis
vero
).
Vip.
A qua
duodeelmum completum
22).
lmpubcm furlum
29. 2
).
L.
quia furlum ex
).
scripsit.
Cai. Pupillum
Ved.
,
ob
facere posse, si
anc.
3. g. 2.
I..
L. 3. g. 1. de iniur.
47. 10
).
L.
etc.
28. 1
aelate
dum,
l'tp.
secundo Digestorum
del... Et placet,
leg. aquil.
quac ci
Gai. Inst.
11. g.
113
(24.
testamentum
fcminac
L. 18.
de vulg.
et
1). L.
4.
de R.
Pi.
L.
(23. 2).
6).
L. 4.
1).
Pomp. Minoretn annis
9. de spons. (23.
duodecim nuptam lum legitimam uxorem fore, quum apud virum eiplessel duodccim annos.
(f) L. 2. C. Th. de donai. (8. 12).
L. un. C. Tb. do his qui vcn. (2. 17 ). L. ull. in f. de
appell. (49. 1 ). Scaso. Idem et in curaloribus observandum est, si interim adullus ad legiti-
mam
aetaiem pervenit.
ved.
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Goog
i_
60
Cos in
nore
si
ritto
al
prima si minacci di pene criminali colui, che in un affare col micomportasse frandolentemente; quindi segu I altro mezzo del di-
zio,
si
gli
arrecasse pregiudi-
mantenesse
intatto
il
patrimo-
nio del minore, ordin che questi fino allet legale fosse sottoposto al curatore. Di talch senza contraddire del tutto
all
antico principio,
re-
si
strinse alquanto la capacit del puliere in quegli affari, che potevano ar-
recar pregiudizio
suo patrimonio.
al
avesse
mente equiparato
4
ai
della persona,
comprende
(g).
lo stato perfetto
di particolare esame.
ANNOTAZIONI
(1) 11 punto che fissa il cominciamento della pubert, nellanno decimoquarto o
duodecimo compiuto secondo il sesso, era controverso pa romani giuristi; equantmique questa questione risoluta dall' imperatore Giustiniano abbia perduta ogni
importanza, pure alquanta influenza ha prodotta anche oggid nelle scuole.
i
Giustiniano
bolisce
fa
risperiti,
erano
le seguenti.
(h). I.e
opinioni, che
Proculeiani
al
si
la
pubert, e
teneano su
ci
la-
da giu-
ne ammettevano
il
la inchiesta:
o veramente, integrando quella de' Sabiniani, accettava il quattordicesimo anno compiuto, ma voleva
se ne facesse la pruova; cosi che secondo la opinione di Prisco la durata della impubert mai era accorciata, ma poteva allungarsi, dovendo dar luogo al naturale proto:
altra opinione,
gresso della vita (i).Egli sembra, che la opinione deSabiniani fosse stata careggiade
te) L. 2. 3. C.
tiis
mod.
45
2.
).
lui.
Lex 3. C.
cit.
promulgala, pubertatem
in
in
normam
annum complelum
in
viri
3. C.
quando
(i)
tut.
Cai. Inst.
5.
I.
60
J.
g. 196.
Vip. XI.
L.
g. 28.
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ta in
noma
70
poggia su due
stabili
la
natura ed
prima
si
polo romano. Nessuno ignora avvenire raramente, che giusto ncU'ultimo giorno del
quattordicesimo anno
aver bisogno
il
di tutore,
il
prendeva
abito dell'
uomo,
di questo
Ma
sia perch,
giovanetti, che
compivano
la toga virile.
anno dopo
tempo, prendevano
(k).
quattordicesimo
Pure quantunque
anche
ai
21 anni,
come av-
non po-
guari da ci dissentiva
il
la
quali fissavano in tesi generale questo termine quale principio della pubert;
una questione
solo in
senso
di fatto
volevano
si
u-
com-
ma
(1). Questa quecome abbiam detto innon ammettendo per moralit l'inchieche vengono
nella opinione de' Sabiniani solamente per l importanza d una accertata pubert
nella celebrazione del matrimonio (ri) Perch si affermi ci dopo le citate leggi di
si
la
Con
Giustiniano, bisogna che vi siano argomenti rhe abbiano qualche apparenza di vero;
ed
hanno in-
dotto questi moderni giuristi a creder fondala anche nella legislazione giustinianea
la inchiesta corporale.
certamente
la
ma-
trimonio maggiore importanza che non per la tutela e pel testamento; dippi la
menile per le donne si richiede espresduodecimo anno, per gli uomini si fa menzione della pubert, senza determinare proprio il 7-1. anno (o).
Tutti questi argomenti non reggono, imperciocch, indipendentemente dalle ragioni addotte dal Savi'jtiy, inconcepibile che in un sistema di diritto si potesse ammettere una determinazione, la (piale in altro luogo stata espressamente dichiarata immorale dal legislatore medesimo.
della suddetta divi(2) Non si pu debitamente comprendere il valore giuridico
lettera deforiti alquanto dubbia; in vero,
samente
(k)
(l)
il
Svelo. Catigula
Saiiguy,
(mj V. noi.
(n)
c. 10.
Gn'mmer,
I.
8- 120-
Savigny, Sist.
III. 8-
masculi
quidem
HO-
Digitized
by
Googte
sione della et, se prima non
si
71
gl'
ci.
Per
di alti le-
ed infanzia maggiore mancava di pratica importanza. Se questo discendeva esattamente da' dettami del diritto rigoroso, non di meno
arrecava imbarazzo c nocumento agl' impuberi, quante volte si trattasse di quei nee
gali,
non ammetlevasi
come
ressalo,
l'autorit di
lo
si
vide, che,
intellettive e fisiche giungano a perfetto stamorale libert cominciano a mostrarsi a mano a mano ne-
to,
pure lintelligenza e
gli
anni precedenti, ed anche prima della pubert evvi alquanto lume dintelligenza,
la
e coscienza delle proprie azioni. Posto adunque questo graduai progresso della mente, la legge permise agli adolescenti prossimi a pubert di liberamente compiere
atti legali, che niun danno arrecar poteano al loro patrimonio: ma per con-
quegli
verso restrinse questa libert, qualora fosse a temere alcuno discapito per essi, e
per senza autorit del tutore, i prossimi a pubert non poteano prumittere. Pur
era permesso
belli in tclectum.
Sed
idem
per assegnare
il
let
proximi
(p).
prossima allinfanzia da
sono levate su ci: la prima divide esattamente il tempo deW'infantia maior, ed assegna come termine i 10 anni e mezzo pei
maschi, 9 e mezzo per le donne (q). Altri per contrario, seguendo il progresso delle
quella prossima a pubert. Tre opinioni
si
(p) V. anc.
(otis
puer
lanieri
!..
6.
not.
a. L.
t. 8-
7).
Ved.
L. 9. de acq. tei om. bered. (29. 2). Paul. Tupillus ai fari possil, licei huius aelalis
causam acquirendac hcredilatis non inlclligat, quomvis non vidcalur scire hoiusmodi aeneque enim scire, ncque decerncre lalis aclas polesl, non magia, quam furiosus
cimi tutoris auclorilate beredilatem acquirere polesl; hoc enim favorabiliter iis prae.
noi. d.
sii, ut
sia tur.
(q) V. Accursio ad L. pnpillura.
(r)
Savigny,
Sist. III. .
107.
Digilized by
fondamento, ed
a pubert
non ha valore nessuno. Difatto qual nome ha 1 et che corre dalall undecimo per le donne?
Lappellativo certamente necessario per determinare la capacit legale; e noi domanderemo: all'infanzia o alla pubert prossimo ladolescente di undici anni? potr egli insomma essere obbligato ex delieto come i prossimi alla pubert, o non sar
punto responsabile civilmente di unazione criminosa, come quelli che sono prossimi
allinfanzia? Ecco il grave imbarazzo in cui mette quella opinione. A noi pare conveniente prescegliere un principio conciliativo della primae del la seconda opinione,
considerando ognora incapace di propria volont c prossimo all infanzia il garzone
che compiuto non abbia il decimo anno e mezzo, o la giovanelta che sia minore di
forme
l
1)
alle leggi,
anni e mezzo:
delitto, segli
il
(s).
20
La mancanza
I.
in
modo da
di sanit
pu perturbare
la capacit di
Il
una persona
difetto di sanit
corpo-
rale
(s)
Museo
del
(a)
Reno
I.
pag. 180.
all
Dirktcn
ss.
Morbus
re iud. (42. 1). lui. Quacsilum est, quutn alter ex litigaloribus febricitans discessisset, et
iudex absente co pronuntiassct, an iure videretur pronuntiassc. Rcspondit, morbus sonticus
etiam invitis litigaloribus oc iudicc diem differ. Sonlicus autem exisiimandus est, qui cuius*
que
rei
agendae impedimento
est; litigandi
quem febrem
appellant? igitur
si rei
quam motus
lameu
dici, esse
li-
oliquam et febriutu
Digtized
by
73
bo faceva
rata come
che
la
affari di diritto
conside-
assente.
2 ) Per vitium iutendevasi un infermit perpetua, od anche la mancanza di un organo essenziale del corpo umano, come il sordomutismo, la
sordaggine, la cecit, lo stato del castrato, del mutilato, e simili (b). Effetti del vizio
atti,
ne'quali neces-
sario l'organo che difetta; cosi leunuco non atto a contrarre matrimo-
pu quindi adottar
nio, n
figliuoli,
impedito
affari, in cui
da un vizio
(d).
Le malattie dello spirito vengono da un disordine delle facolt mentali, o da un indebolimento fino alla totale sterilit di esse. Quelli che son
presi da tale sventura sono appellati dementes, furiosi; dementes diconsi
coloro, la cui mente non ha vila piena o manca affatto, furiosi quelli, il
ma irregolatamente, ed spesso s fattamente perturcome dovrebbe. E gli uni e gli alsono riguardati egualmente dalla legge: vale a dire, privi essendo di
ogni uso di ragione, son creduti del tutto incapaci di qualunque atto giuridico e di aver cura del proprio patrimonio, e loro viene assegnato un
curatore (e). La sola differenza tra il demente e il furioso che per quecui spirito attivo,
st
rato
come infermo
difTercnliam;
nam
si
(f),
5. 1
si
quartanam habeat, ut
in ea
omnibus
21. 1
).
L.
4(1
de iu-
).
(b) L- 161. g. 2.
cillitatelo,
potcrit dici,
diciis
de V.
S.
Moihst. Veruni
est,
morbum
nam
et lu-
(c)
ii
conimunc
est,
quod
et
qui generare non possunt, quale sunt spadones, adoptare possunt; castrati autein non pos-
sunt.
!..
2. g. 1.
(d) g. 4. Inst.
L. 40.
de cur.
in curatione
!..
(1. 23).
et
iis
curatorcs dare-
g. 1. Inst. quih.
Diritto
non
romano.
si
10
Digiiized by
atti
74
non
a serbare e migliorare
onde
il
come
con questa differenza che i furiosi son totalmente incapaci di azioni, mentre i prodighi, quando non si tratti d'alienare i loro beni, operano con piena attivit, quindi son affatto imputabili delle lqro azioni ed hanno una certa
libert doperare anche senza il curatore (g).
giati ai furiosi;
essi,
questi,
sono sottoposti
alla cura,
21
5) Della Religione'.
T. C. de haereticis et Manichaeis
et
Samaritis
(1. 5);
de apostat.
(1. 7);
de ludaeis
La
gione di restrizione di
dello Stato:
ma
diritti,
finch la cristiana
d allora si stabil
che
o che
si
non seguivano
discostavano dai
la
fede
fede
eretici
ed apo-
stati.
ai cristiani (a).
ai quali,
il
matrimo-
come adulte-
leslamentum, quo furor corum intermssos est, iure testati esse videnlur; certe eo, quod ante
furorem fecerint, testamento valente; nani neque testamento rccte facta, neque ullum aliud negotium recte gestum postea furor intcrveniens pcrimit. L. 6. C. de curai, fur. (5. 70). L. 9.
C. qui test. fac. pos. (6. 22).
(g)
(a)
(b) L. S. 15. C.
de Iudaeis
L. 0. de V. 0. (45.
1).
(1. 9).
Digitized
by
rio
(c),
ed
alla
75
leretica
non davasi
diritto ai privilegi
dotali (d).
tici, cio
cilii
gli ere-
disporre per atto di ultima volont, e n acquistare per esso, purch non
ritrattassero
sti casi
beneficii dotali
Finalmente
(f).
massimamente
tt)
T. D.
.18
Ad
eretici,
ed incapaci erano
22
Del domicilio.
C. de
municipibus et originariis
eod. de incolis et ubi quis domicilium ha bere ridelur, etc. (10. 39.)
Sist.
(10.
Savigny,
V. Vili. 8- 330.
civile,
di
eh centro e
(a).
(c)
Thcod. Arcai.
L. 6. eod. Valcnt.
il
Ne
si
In-
accusaudum pu-
(d)
N. 109.
(e)
L. 4. C. h.
(0 L.
(g)
t.
(1. 8).
N. 109. 115.
L. 2. 3. 4. C. h.
rum suarum
t. (1.
c.
summam
constituit,
16). L.
17. g. 13. h.
3. 8- 14.
7).
(a) L. 7.
(50.
matrimonium
Maxim ...
quod
si rediit
sit
discessurus,
si nihil
arocet; unde
quum
L. 203. de V. S.
t.
Digitized by
animo
corpore contrario,
et
ma
il
che
significa,
vi alibi sogna la
(b).
hanno
(d); cosi
il
hanno dove
riseggono. Qualche volta esso suol essere fondato dalla piena, per
i!
relegato ha
donna quello
domicilio della
Il
modo che
il
(e).
Ma riguardo ai figli di famiglia avvi una distinzioponno considerarsi o come incapaci d imprendere
negozii civili, ed allora avranno sempre per domicilio quello del padre,
o come giuridicamente idonei, ed avranno cosi la facolt di scegliere diquello del padre, e finalmente
il
figli
(f).
verso domicilio
(g).
tali
parti (h).
u ni
L. 31. h.
quod
possibile che
ei
t.
t.
Marce l.
interdicami non
sii.
L. 22. 8- 3.
li.
t.
t.
quem
domicilium hnbel.
(f) I..
liberti
Vidua mulier
paterni et pa-
aulissi mariti
utrumque
aliis
do-
inter-
venientibus nuptiis perinutalur. 8- 2. Municipes sunt liberti et in eo loco, ubi ipsi domicilium
sua coturnate tulerunl; ncc aliquod ex hoc origini patroni facilini praciudicium; et ulrubiquc
muneribus adstringunlur.
mulier debet
est;
nec enim
crai rcdilura.
L.
8.
de R. N.(23.
2).
L. 63.
de iud,
(8. 1).
illic,
id
quam eum,
L.
(g) L. 3. 4. b.
9. C. h.
I.
t.
domicilium
in cuius
et ipsa
(10. 39).
Non utique
ibi,
tur,
t.
L. 27. 8- 2.
11.
quod verius
dicere refert
pluribus locis
eum incolam
est.
Digilized by
Googli
77
Quando non
come
nel
caso di ripiano nella legge or ora citata, si ricorre alla origine, vale a
dire a quel luogo dove l'uomo ebbe, sia per nascita, sia per manumissione, adozione, e simili, esistenza giuridica
Sullorigine
gine del
hanno
si
figlio di famiglia
le
(k).
monio, della madre se viceversa (1). In alcuni casi ai municipes Roma dava
la scelta dessere sottoposti o al tribunale del loro municipio (forum originisi, o a quello dello Stato, o a quello del luogo, in cui risedevano (fo-
rum
domicilii) (m).
statuti, nelle
S- 23.
Della parentela e
dell' affinit.
delle Istituzioni,
. 288. 303.
II.
Hacking,
Ist. I.
II.
T.
. 39-43.
Itisi,
de gradibus
Puchta
Corso
. 49. 53.
il
comune
conda nasce
titi
(l)
L. 6. 8- 1- L. 7. h.
originarli seqnitur.
L. 9.
(m) V. Soriani/,
(a)
L. 4. 8.
nati, rei
1- h.
ab eodem
I.
t.
lui. (1.
ss.
sic,
omnium
palronorura
l.
c.
MaJist. Cognati ab eo
deules ciusde
t.
23. pr. h-
la se-
dici putantnr,
Ved.6-
2. eod.
lilii
virilis
fratres, pairuclcs.
18).
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78
tis
il
esta la
cognazione.
tutti
diritti, che
1'
(c); il
nel
nuovo sistema
suo luogo.
2
primamente
la linea retta, se le
de a
quelli
ai
si
discen-
ma-
domanderanno germani: se dal padre stesso e da diversa madre, saranno consanguinei: e se dalla stessa madre e da padre diverso, saran
dre, si
detti uterini.
La parentela
computazione
si
tot
il
la tutela legittima,
matrimoniali
(c) I. Inst.
de
(()
agn. succ.
legit.
(d) L. 1. . 3-7, h.
(e) L. 3. 1.
il
L. 4. g. 2. h.
(3. 2).
N.
1 IR.
t.
L. 10.
10-11, h.
t.
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79
che fanno
do
le leggi.
Poich
il
al terzo gra-
il
il
un figlio; cos p. e. a e
d riguardo ad e sar avo dal lato del padre ed avunculus
magnus da quello della madre;
b se due persone della medesima famiglia contraggono matrimonio
con altre due di un altra, e generano figli; cosi p. e. il padre a ed il figlio b sposano le due sorelle c e d,
figli procreati in questi matrimonii
saranno tra loro in doppia parentela; imperocch e in riguardo ad f zio
)
b generano
c,
ha
figli,
moglie sposa
se lavo adotti
tela, la
la sorella di lei c,
il
d ed c procreati
nipote.
Finalmente nelle leggi fatta menzione di unaltra specie di parenquale nasce dalle relazioni puramente spirituali di due persone, e
denti pi prossimi
si
impedimento matrimoniale
(g)
come
(I).
4). g.
de Nupl.
3. Inst.
(1. 10).
IHrkten, Raccolta,
disserta-
zione VI.
(h)
(i)
Haimbtrgtr,
(k) L. 4. g. 3. h.
gnationis,
l.
quae diversac
fnem accedit;
(l)
g. 68.
namque coniungendac
aflinitalis
causa
fil
e nuptiis.
Digitized
by
nel grado
24.
de infamibus
{10. 57)
il
ti.
2) C.
Domili com.
Kil.
(2.
c. 6-8.
Burchardi,
Marczoll, Sullonur
civile, Glessen
iuris civilis
1819.
XVIII.
rispetto
L onore era
affatto
e,
purch
scemamento (minutio)
(a): si
Vera
za (b).
poi
le
due maggiori
di-
scemamento
pur rimanendo
tale,
qualora lopinione, che del suo onore aveano i concittadini.o in tutto veniva meno, o in parte; onde, perch il Romano avesse goduto desuoi pieni
diritti,
illeso.
Qui solo
lo
E diminuita adunque la stima di chi per proprie azioni o per condizion propria ha scapitato di riputazione nell'animo de' suoi concittadini,
in
si
t.
Mod est.
Gradus autein
afiinitalis
multi sunt.
L. 40. pr. h.
t.
sumitur.
(b) L.
nti, id est,
,i.
8. 2. eod. Callistr
quum
liberlas ad ni lur ,
gnitatis
quum
Consumitur vero, quotics magna capitis minutio intervevclutiquum aqua et igni interdicitur.quae in persona ile-
pnena plcctimur.
L.
manente
liberiate, circa
statum di-
Digitized by
Googh
81
determinazione di legge, e dicesi infamia; o per pubblica opinione, che
tien luogo di legge, e dicesi turpitudo
Ma
o nata.
famia
I.
(d).
inflitta,
come pena, e
dichiaratamente
prima
1'
altra
a)
1)
per alcuni
delitti straordinarii;
rale,
annoverano
altri delitti
(f).
la regola
delitti si
ma sempre
che vengono
furti, vi
conseguenza dalcuni
un publico
trattati in
delitti privati,
giudizio
ma
si
il
preva-
ricazione
(e);
gene-
sarebbe po-
la
ancora da
dopo
(i) ;
lazione sepul-
cri violali (k), e finalmente in seguito dell actio conira mulierem, quae
I.
(1);
(d) L. 2. pr.
(c)
est
i|uod iudicii pulitici causain Imbuii; itaque et cu crimine, quod iudicii pnblici
nisi
tene non et
L.
fui!,
ini'.
(2. 12).
quod non
eo,
1. li.
ved.
Alesanti.
fi)
sii,
L.
(l)
L. 13
1.
irrogai.
infamiam
L. 12.
evitasti.
infamis
lulelac,
(k)
is,
erit.
L.
6. g. 3.
de de-
infamiam
violati actio
2).
g. 2. Inst.
veluli furti, vi
sed eieo,
not. prec.
Si te etpilasse
curionibus (80.
facit,
non fuit.damnatam
infamiam
in privato iudicio
L. 4. de
t.
quae ctiam
(g) L. 1.
C. et quib. caus.
(h)
furti, vi
t.
de scp.
- 17.
Diritta
L.
1. 4. g. 8. h.
est, et
t. L.l.g.
ob
4.
id quilibet
de dolo malo
et sociis
(4. 3).
(2. 12).
h.
ved.
not.
li.
t.
rumano.
11
Digitized
by
82
d) pei quattro contratti detti famosi, eio mandato, societ, deposito,
e tutela, solamente per coloro che son chiamati in giudizio con azione diretta (m)
come
infamante
(n)
la diretta;
e) finalmente
il
inflitta,
ma
tenza;
con
le
il
sen-
gno
(p).
Sono per legge colpiti dinfamia immediata, cio ili quella che nareputati comunemente turpi e vituperevoli, e cade senza bisogiudizio o condanna su colui che li commette:
sce da
fatti
di
a)
soldati che
sono
il
ignominiae causa
licenziati
mestiere distrioni
vano
de adulteriis
lenoni patentati
giacch
gli altri
soggiace-
(s);
L.
alla
la legge Iulia
I.
(q);
(r);
debbono intendersi
t. conf.
li.
il
g. 2. lnst.
de poen. lem.
(t);
lilig. (4.
i. L.6.
g. 7. h.
mandatum
fideiussi
(
g. 3. h.
t.
mosus
est.
L.
qui lidem,
is,
1. obseq.
(q)
L. 1.
si
(37. 18).
li.
t.
t.
L. 6.
quam
condemnavero, famosum
(p) L. 13. g. 5. 6. h.
g.
suscepit, sed et
pr te et solvi, mandati te
0 ) g. 6. Inst. de suspect.
si
4. h.
t.
(r)
L. 3. C.
t.
(2. 12).
-L.
1. 6. g. 2. 6. h.
t.
2. pr.
diminu
erit.
L. 1. 4. g. 2. h.
(t) !..
conf.
1. g. 6.
2. pr.
!..
1. g. 6.
de postai.
(3. 1).
L. 21. C.
h.
de
t.
L. 3. 4. pr. g.
(s)
L.
g. 8.
homi. XVII c. 8.
quidem ob dolum, fa-
I,.
L. 17. C. h.
g. 1. h.
Cacio.
quaestum
eicrcel, in
t.
L. 2.
(2. 12).
qui quae-
faci!,
cadem causa
est
de postulando
Removel autem
a postulando pr aliis et
Digitized
by
eum.
83
in
tollera
il
che
figlio di famiglia,
si
mette
sponsali o
gli
il
secondo matrimonio di
(z);
k
1
usuraio
1
)
addivenga
farsi restituire
(bl>);
ella
patti
le
tr
ansazioni giu-
rate (cc);
non debet
t.
(v)
L. 1. in
ttane
sit
2). Vip..,.
L.
2. C.
3.
de
h.
viri
vel
bostium stuprati
est,
Ego puto,
est,
2).
Vip. Ilem
etsi
absoluta
eam
si alteri
sit
post deprebensionem,
in adulterio
deprehensam, quia
(y) L. 13. g. 4. h.
praedunum,
g. 13. eod.
t.
huiusmndi
vi
v.
18. de R. N. (23.
g.
L. 13. g. 1
f.
punitur
tia Edicti
illi
lei,
(i)
ait.
factum
Pomponius
notari, ut et
L. 24. h.
(il)
L. 18.
C.
sit,
ei sentcn-
(9. 9).
t.
L. 1. L. 8
L. 13. C. b. t. (2. 12). Gor diari. Decreto amplissimi ordinis
13 pr. h. t.
foeminarum deminuto, tristior habitus ccteraque hoc genus insignia mulieribus remiltuntur, non etiam intra tempus, quo etagere marinilo moris est, matrimonium contrahere per(*)
luctu
mittitur,
quum
etiam,
si
cundis nupt.
ea.quam
is,
L.
qui sciens
l.C. de se-
(8. 9).
de R. N. (23. 2). L. 7. C. de interd. matr. (8. 6). Diaci, et Maxim. Si tutor vel curator pupillam vel adultam quondam suain sibi vel Ulta suo, nullo divino impetrato
beneficio, in matrimonio collocaverit, manet infamia contea eum, veluti confcssum de tutela,
(aa) L- 66. pr.
quia huiusmodi coniuctione fraudem adminislralionis tegere laboravit, et dos data per condi-
usurarum
(cc)
versus
illicite
I.
(2. 12).
Diocl. et
Maxim. Improbum
L. 41. C. de transact. (2.4). Arcaci, et Uimar. Si quis maior annis viginti quinque ad-
pana
Digtized by
p)
il
figli
del perdurile
(ff);
sentenza, o che
si
un processo,
giudici in appello
(gg);
rende colpe-
si
(ii);
ed
altri (11).
effetto
Romani comprendevano
honorum
si
putavcrit esse
veniendum
ve) interpellando
iudiccm
vel
plendo promissa.eas auteni invocato Dei oinnipotcntis nomine, eo ouctorc, solidaverit, non soluto notetur infamia, veruni etiam actionc privatus, rei.
(dd)
eorum
11. C. h.
t. (2.
venicrint, infames
(ee) L. 6. g.
non
liunt.
L.
(7.
Gai., Inst.
71)
(9. 41).
II.
151.
L. 2. C.
(9. 45).
discriminis praebeatur.
pub.
8. C. qui
ad SC. Turpillianum
(ff)
12).
quem
L.
1. C.
(9. 8).
Comi. De co, qui pretio depravatus aut gratia porponon solum ciistimationis dispendii, sed etiam litis
L. 8. g. 1. C. ad leg. luliam de vi
(9. 4).
lacseril,
de cusl. reor.
L. 42. de iniur.
(47. 10).
lieri
non oportet,
f.
27).L. un
C.
v.
anc. L. 8. C. de
ad Leg. Viselliam
L. un.
C.
(9.
3. C.
de stud.
(1.
16)
L. 3. C. ut
lite
pend.
prov.
(1. 40).
(1.
21).
L.
L. C. de lib.
L. 31. 33. C. de
oflic. rect.
21). L. 15.
(1. 19).
nat.
1.
Maxim, infames
personac,
licei nutlis
ho-
noribus, qui integrae dignilalis bominibus deferri solent, uli possunt, curialium (amen vel civi-
lium
L. 2. 6. C. de dignitat.
(12.
1). L.
8. C.
intelaili
puhlicam
Digitized by
b) L infamia
ha
85
specialmente limita la
non
potr postulare che per s o per quelle persone solamente, che sono con
lui strettamente legate (nn).
accusatore in
meno procuralor
gnitor e molto
giacch
Da
(oo)
tali giudizii
come
figura
il
to (pp)(2).
me
inofficioso; finalmente la
mitazione (qq).
4) Per regola generale
sua
vita; vi
la
dell'
il
testamento co-
li-
per una
potranno impugnare
testimonianza
a chi perduta
quando
avesse
( restitutio
famae )
si
quale compensazione
tal
si
al
quale
stata inflitta
di stima.
li. de post. (3. 1). Vip. Secondo loco Ediclum proponitnr in ros, qui pr aliit
quo Edicto eicepil Praclor scium et casum, ilem notavi! persona in turpitu-
(nn) L. 1. g.
e postulmt:
in
dine notaliiles.
(oo) Fragra. Val. g. 322. 323.
henlur, cognitores
4.
!..
(pp)
fieri
Ediclum postulare
(qq) L. 11. g. 1.
liberti
dedalo
L. 27.
C.
homiocm
de
Vip.
(rr) L. 4. C. b. t. (2.
(ss)
v.
postulare prohi-
adversarii.
anc. noi.
12). L. 13.
(mm)
quum
sit
L. 3.
famosa
pr.
est, et
L.
2. pr.
Nov. 90.
Poena gravior
respousum.
Labeo.
de
g. 7. h. t. Vip.
2. g. 1.
(3. 1).
I.
licci.
(4. 3).
324. Paul.
de pop. act- (47. 23). Paul. Popularis arlio integrac personac pcrmittilur, hoc
L.
ultra
c. 1.
L.
1.
g. 5. de post.
(qq).
Digitized
by
ANNOTAZIONI
(
il
Tra i
delitti straordinarii
(tt)
sotto
senziale. Pi verisimile l'opinione del Marczoll (yy), il quale prende famosum nel
significato di publicum iudicium, di maniera che il senso delle due leggi sarebbe il
seguente: Lo stellionato in generale non di quei delitti, che danno infamia, ossia
non publico giudizio, ma, essendo punito extra ordinati, produce la infamia.
(2) Un'altra conseguenza dell'infamia certamente quella che riguarda il matrimonio; perocch la legge Giulia e Papia vietava ai senatori ed ai loro discendenti
matrimonio con
di contrarre
questa prescri-
zione della legge Giulia non ha importanza che quale notizia storica,
a suo luogo
come
si
vedr
(zz).
II.
Uirksen, Considerazioni storiche sullo stato delle persone giuridiche nel diritto ro-
mano,
dissertazioni civili
II.
1.
Saviy tty,
Sist. II. g.
83
ss.
25.
A. Concetto c specie delle
Da
ci che notato
di questo capitolo si fa
chiaro, che solo luomo-persona capace di diritti, che in lui solo questi
si
(no) L. 13. g. 8. h.
(vv) L. 7.
t.
de pubi. iud.
(48. 1).
(il)
(yy)
Af orcioli, Op.
c. p.
4). N.
Vedi nota
Pondi.
f.
XVIII.
Chic*, V.
p. 102.
135.
alla line del cap.
I.
L.
II.
. inoltre
L. 28. 20. C. de
Nupt.
8.
117. C. 6.
Digrtized by
Googlt
della persona stessa, e che perci
prende
moviamo per
dividualit
confederazione degli
allarga
il
le
87
l
Ma
Stati, noi
in cui si svolge
ma
dato,
incarna e
si
persona individuale.
lumana
attivit,
Questo concetto universale della persona giuridica non giusto, quantale persona rispetto al diritto privato, e bisogna da un
do consideriamo
Ed
in
vero
al diritto
privato importa
considerarsi
di beni,
duale
che in virt
di diritto,
un aggregato
di persone
una
comune
principio di
diritto, sia
mrurn, come
comuni,
come
subbietto
di patrimonio, ossia il fisco, e qualsisia corpo o comunit; quanto un complesso di beni che serva ad uno scopo, che rappresenti un intento prefisso; e
cos la persona giuridica prende nome di universitas bonorum, come le pie
(a) (1),
figurare
un
o morale dunque di
come un vero
subbietto di diritto.
(a) L. 22.
do
fideiuss. et
mandai.
(40. 1).
hcrcdit aleni fdeiussor accipi potest, quia hereditas personee vice funjritur, siculi
municipium
et decuria et societas.
Digitized by
Googlc
>\OTA*IO\E
(1) Il
ed altrove
un
sogni di
fundus id
iris
non
il
qualunque
fondo,
ma
diritto di servit;
il
ma
proprietario,
il
il
suo patrimonio
B)
donde alcuni
si
provvede
ai bi-
come
di
(e).
. 26.
fl
I).
(c)
il
questo, sacquista
T.
aqitae amisit
fondo considerato dalla legge come subQuestopinione da rigettare assolutamente come priva di fondati argo-
bietto (d).
ritto,
|b)
giuristi
qaod cuiasque
10.
un uni versitas personarum, nel senso dichiarato innanzi, quando molte persone si collegano per uno scopo, ed al loro com1) Si costituisce
Da questa definizione
numero di persone fisicomunemente acmembri si siano ridotti ad
almeno
cettato
un solo
ciate
riguarda
di tre se si
la
fondazione, essendo
fa
si
siano asso-
(b) L. 12.
(c)
de
diritti
la
compongono,
(d)
V. Hacking,
(e)
Savigny, 0.
(a)
L. 7. g. 2. h.
Ist. I. g.
c. II. .
t.
62. Ileise,
I.
. 98. n. 18.
103.
aliis
ntrum omnes
iidem maneanl, an pars mancai, vel omnes immutati sunt. Sed si nnivcrsilas ad unum redit,
magis admiltitur, posse eum convenire et conveniri, quum ius omnium in unum rccidcrit. et
slet
nomen
univcrsitalis.
Digtized by
89
membro o
chiamar si voglia. Per conseguenza i membri stessi possono entrare in rapporti giuridici collunivermedesima (b), ed allora essi sono riguardati perfettamente come terze
persone (1).
3 ) La persona giuridica come subbietto capace di quei diritti, che
convengono al suo carattere intrinseco. La sua idoneit giuridica limitata al patrimonio, e sono quindi esclusi tutti i diritti che suppongono esversiti, e quelli di ciascun
civis che
sit
senzialmente la persona
tsica,
come
diritti di famiglia,
sibile
propriet
de'quali imposla
(2);
essendo
membri
stabilita pel
obbligazioni e
diritti di
non che
le
lutti
non
obbligazioni,
(b) L. 7. . 1.
li.
t.
un procuratore,
sono
Stati
(2. 4).
1.
in ccteris scrvis
corporum dicendum
rev.
(1. 8)
(18.
1.
Idemque
al-
Vip. Si quid universilati debelur, singulis non dekelur, noe quod de-
publicac.
perfet-
est,
sit
sed corporis.
(c)
1).
non
si
ad
utilitaleni
civitas, tenebuntur.
1). L. 5. . 7. 9. de pecun.const.
ita conslituoiur;
mu-
municipibus
Diritto
romano.
12
Digitized by
90
tri
quanto
in
E di vero,
persona morale,
la
non
si
al fisco (f).
e la propria
cord
si
Quanto
ai legati
non
tutte le
v difficolt
le universit (g),
essendo
persone morali.
veruna
di
concederne lacquisto
alle
pur non pertanto fu tardi concessa loro la facolt dacquistare per legato. In sulle prime se ne dette il diritto alle sole citt, quindi ai collegi,
ca;
ai templi,
(h).
mente accordato
alle citt
(f)
da un senatoconsulto, e poscia fu
la regola
po-
(i) (3).
Vip. XXII. g. 8.
(g) Vip. cod. L. un. g. 1. de libert. universilalis (38. 3). L'/p.Municipibus plenum ius in
bonis liberlornm libcrtarum defertur, hoc est, id ius, quod etiam patrono, g. 1. Sed an omnino
bonorum possessioneiu possinl, dubitatur, movet cnim, quod consentire non possunt;
peler
bonorum possessione
ipsi acquircre.
g.
(36. 1).
(h)
L. 117. pr. de leg. (30). Marc. Si quid relictum sii civilatibus, Dinne
vel in erudilionem
opus
site in alimenta
sivc quid aliud. 1.. J22. eod.
L. 32. g. 2. eod. l'tp. Si parli civilatis aliquid sii
quod ad ornatura, vel compendium Rcipublicac special, sine dubio debebitur.
L.
relictum,
puerorum,
de
dub. (34.
L.
6. g. 2.
de auro (34.
2).
L.
2. de reb.
8).
gatura
sit, debeatur.
L. 73. g.l.de leg. (30).Gai.Vicis legata perinde licere capere alque civlutibus, Rescripto Iraperatoris nostri signilcatur.-l'lp.XXlI. 5.-L.20. ad SC.Trebell. (36.1).
Digilized by
Riconosciuta
01
bilire
rappresentanti
stabiliti,
sentanti ritenuta
come
come
per
le citt, e
la
le
Ma
(k).
il
potere di essi
non sono
se al contrario le universit
lont
(1).
ANNOTAZIONI
Una erronea
(1)
propriet dice:
persona
fisica
il
diritto di propriet
ma
futazione,
sar
buono cogliere
il
ma
la
il
condominio,
il
che sar
Le
una
disposizioni sopra
rea universilatis
communis
come meglio
le
sopra una servit, ecc. (n); mentre per le disposizioni del tutto devono
condomini concordarsi, cosi che il veto di un solo pi forte della volont deil che non avviene per l'universit in cui l'opposizione della minoranza non
la, costituirvi
tutti
gli altri;
ha nessuna
efficacia (o).
comunione ciascun condomino pu, se vuole, domandarne lo sciola sua parte ideale cajnbiata in una reale porzione (p); ma per conognuno de'membri deU'univcrsit potr uscirne e sciogliersi dai legami della
associazione, senza che potesse avere la minima pretensione sulla propriet dell'associazione medesima.
3) Quando si ha un fondo di propriet individuale, ed un altro in comune non
pu essere intentala, l'octio finium regundorum jq); mentre si potr benissimo
quando si tratta di regolare confini tra un fondo di un privato c quello delluniver2) In caso di
glimento, sicch
trario
(k) L. 14.
somma
ad man. (SO.
reipublicae
commissa
1).
est.
L. 07. de condii,
et
demons.
quod
(3$. 1).
L. un.
g. 1.
de
li-
L. 180. g. 1. de R.
1.
L.
5. g. 1. C.
de
eflecil,
fit
pr co habetur
tc
si
omnes
L.
3). L.
L. 28.
(p) L. 3. C.
(q) L. 4. g. 7.
3. C.
de commun,
10. pr. de
aqua
et
aquae pluv.
(39. 3).
37).
1).
Digitized by
nello stesso
4)
bro
(r).
(2)
dere in senso legale. 11 possesso come potere di fatto, congiunto alla presenza materiale dellindividuo, pareva incompatibile con la esistenza ideale della persona giuridica. Alcuni opinavano che come eccezione le si permettesse dacquistare il possesso per mezzo di uno schiavo, ma ristretto nelle cose del peculio; altri al contrario
non ammettevano questa eccezione, slantech l'universit non poteva possedere nep-
pure
schiavo
lo
(s).
facolt di acquistare
zione.
Alcuni movendo dalla idoneit di diritto e di volere della persona morale rispondono affermativamente, eccettuando per altro alcuni delitti ed alcune pene (v).
Ma, considerando il carattere proprio della persona morale, e la natura del diritto penale, dobbiamo contrapporci alla opinione di questi giuristi.
Autore d un reato solo la persona umana, 1 essere che pensa e vuole eri ha
unit di coscienza; il che certo non pu dirsi della persona morale che sussiste in
virt della legge; poich, se ben si considera, sussiste l'universit solo in quanto allo
scopo determinalo, e fuori di esso i membri che la compongono non operano come
universit costituita, ma come singolari persone. Ora il commettere lui reato non sta
nello scopo dell associazione ch una tale associazione non sarebbe riconosciuta
dalla legge), e quindi, se reato si commette, non da punire luniversit intera, ma
sono da criminare secondo il grado della loro colpa i singoli membri che vollero commetterlo. N altrimenti statuirono i Romani (y): bench qualche passo male inlerpe|
Che Ulpiano
in questultimo passo
(z).
de
(r)
L. S. g. 1. in
(s)
si
comprende
(t)
II. g.
lin.
2).
L.
7. g. 3.
ad exhib. (10.4)
Savigny,
v.
Sist.
91.
(v)
Mhlenbnich,
I.
g.
196
(y)
182S. L.
13. g.
de dolo malo
Scd an in municipes de dolo detur aclio,dubitalur. Et pun, ex suo quidem dolo non
si
qui rcs eornm adminislrant, puto dandam,dc dolo autent decurionum in ipsos decuriones dabitur de dolo actio.
(z)
L. 9. g. i. quod
itici,
caus.
4.
).
Ediclo generaliter et in rem loquitur, ncc adiirit a quo gestum; et ideo sire singnlaris
sona, quac
cns
mclum
intuiti, vel
sii
per-
popnlus, vel curia, vel rollegium, vel corpus huic Ediclo lo-
erit.
Digitized by
03
persona; ed infatti non dubbio che molti membri di una universit, o tutti ancora, possono commettere un delitto; ma resta sempre il principio che queste persone
individualmente saranno imputabili delle loro azioni (aa); c ci confermalo da moltissime leggi.
.
t
Termina
ziali
che
Termine
la universit
527.
dell'
uni versiti.
e specificamente:
la costituiscono,
to,
tuti
in essi
me bona
3
non vha su
ci deliberazione,
comune consenso,
beni
si
spartiscono tra
C) Di alcune
ed allora
fisco;
Stato,
membri
si sciolga
per
(b).
universit in particolare.
28.
t
T. D. de iure
lisci
U)
(49.
il
T. C.
Del Fisco.
de iure
o con
diritto.
fisco
(aa) V.
Kanjeroir, 0.
la) L. 7. s. 2.
(b)
!..
3. pr.
c.
I.
t. (3. 4).
di diritti,
Ved.
si
gode molti
ai
qua fucrinl
pccunias cominunes,
ma
8- 85.
iis,
illicita,
quum
mandaUs,
dissolvuntur,
ioter se partiri.
Digitized by
2) quanto aglinteressi
3
se
fisco
il
fisco
abbia venduto
nullare la vendita
danni
ha lipoteca
di creditori;
il
il
il
un concorso
legale, ed privilegiato in
cento, eh e
94
le altre
1) ne diritti di obbligazione
ma
la
(1).
ANNOTAZIONE
(1) Si fa ancora quislionc sovra un passo di Modestino, il quale suona: Aon puto
delinquere eu>, qui in dubiis quaestionibus contro, fiscum facile respouderil (b).
Alcuni credono che il giudice in casi dubbii debba decidere conira il fisco. A costo-
ro domandiamo: perch
il
fisco,
pospo-
passo di Modestino:
sona privilegiata;
29.
t
Una
come persona
esser riconosciuta
me
tale
avr
lutti
quei
diritti
di
comune
alle altre
alla vigilanza
ed
al
si
utilit,
pu
voglia.
Co-
persone morali,
riscontro di
una
(a).
ANNOTAZIONE
E
controverso nelle
moderne
scuole se
(b) L. 10.
(a)
de
fiscal,
de iure
fisci
L. 23. C. de SS. Ecdes. (1.2J.-L. 33. C. de cpisc. cl cler. (1.3J.-N.131. c.10. 11. 13.
procedura
civile.
V. 10. N. 13.
(c)
(d)
(1. 3).
n. k.
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95
propria esistenza;
nerale
ma
citt,
(e)
APPENDICE
II.
Manumissione.
Sebbene
umana non fosse in Roma concepita nella sua altezza e uniammessa come diritto la schiavit, Romani tuttavolta non ne sta-
la libert
versalit, e fosse
altri popoli,
manu-
missio. Quest; era solenne o semplice; la prima era di tre specie: viiulicta, censu,
la
La manumissione per viiulicta o manumissio propriamente detta era la dichiail proprio schiavo; il che, dovendo far
cambiare lo stato della persona in modo che un obbietto di diritto addivenisse subbietto, dovea farsi colla forma di una legis actio, e specialmente pei- mezzo della vinrazione del padrone di voler mettere in libert
le parti di
convenuto; e cominciava
il
cundum su am causam
guiva
sacramentum.
il
il
pa-
la
conira
ma
sando
la
pronunziare espressamente
il
le parole:
hunc hominem
missione che fu
la
pi antica,
si
lo
schiavo
(a).
s,
Dopo
Questa forma
di
o col
di
che
manu-
al
La professio consisteva
zione che far
si
nel
nominare
lo schiavo
stato;
perch cosi
Finalmente compivasi
mente
la
che
diritti di
il
lo
si
lo
persona.
dichiarando aperta-
sit,
tempo
liberum esse
della forma-
zione del testamento 'e della morte. Oltre questa libertas dircele data in cui
le)
V. Fanjerow, 0.
()
V. Puchta, Cors.
(b) L. 8.
c. I.
. 60. Saligni/,
II.
g. 88.
Pucta 0.
c. g-
il
testa-
27.
Digitized by
96
il
inanumissor,
vi
ni. Polevasi
bero
pcrmcnsam
diritto di libert,
esimili).
che per
Una
merc dichiarazione
di
la
Ma
novella forma di
dar
liil
la (piale
atto.
manomettere, essendo
alla facolt di
come
la libert allo
Quanto
la
legge Iunia,
la
Ma
si
mentre quanto alla forma si notalo un progresso di agevolazione. Alcune di queste restrizioni hanno motivo giuridico; altre all opposto sono
dettate da necessit politica, e sono speciali tanto, che senza la legge che le sancisce, non avrebbero ragion diessere.Se molti proprietarii avevano condominio sopra
un solo schiavo, uno di essi non poteva affrancarlo, ma il suo atto valeva come rila libert allo schiavo,
nuncia della sua parte, che ricadeva agli altri condomini; in (ine allora poteva afquando costringeva gli altri a cedere le loro porzioni per I' equivalente
francarlo,
valore ed aggiudicare a lui tutta intera la propriet; questa cessione fu fatta obbliil quale ne determin il prezzo legale, e tolse via il ius ac~
Similmente quando era costituito f usufrutto di uno schiavo, e duil proprietario lo manumetteva, l atto della manumissione non
era nullo, ma lo schiavo non acquistava la piena libert di diritto, se non quando finiva l usufrutto; stantech la sua libert avrebbe leso il diritto dell usufruttuario.
Questa limitazione nasce da un principio giuridico, e Giustiniano, affermandone la
giustizia, ammise solamente il diritto dello schiavo di esser libero anche durante
f usufrutto, senza pregiudicare in nessun modo l usufruttuario. Dalla medesima natura la determinazione della legge Adia Sentia, la (piale permise di oppugnare
una manumissione falla in fraudem creditorie, perocchper mezzo di essa si diminuiva il patrimonio del debitore, ovvero si aumentava l' insolvenza di lui; regola
estesa da Adriano anche ai peregrini con un Senatoconsulto (I). Erano statuliberi
tutti gli schiavi, che per promessa avuta avean diritto d'essere affrancali in un
tempo designato, o per una condizione avvenire.
Le limitazioni, che ebbero natura pi politica che giuridica, e che veramente
apportarono cangiamenti al principio della manumissione, furono determinate da
due leggi, le leggi Aelia Sentia, e Furia Caninia. Colla prima si limit il dritto del
manumiltenle, il quale non iioteva affrancal e, se non avesse almeno venti anni; dip-
gatoria da Giustiniano,
crescendi
i-ante
(c)
(e).
usufrutto,
(d) Cie.
(f)
L.
40. 4
).
Top. 2.
(c) L. 1. C.
1.
).
Digitized
by
97
pi poteva solamente esser valida la manumissione l'atta per vindictam, ma il padrone doveva provarne la insta causa innanzi ad un consilium composto in Roma
da cinque Senatori e cinque cavalieri, e da venti recuperatorcs tutti cittadini romani
nelle provincie (g). Ancora questa legge prescrisse, che la manumissione di uno
schiavo minore di trenta anni era sempre invalida, quando non se ne poteva provare
la insta causa dinanzi al consilium. L' affrancazione di uno schiavo condannato per
delitto o marchiato era possibile, ma questi non addiveniva n ci vis n lalinits, ma
aveva linfimo grado della libert, dediti dora ni numero, non poteva dimorare che
ad una certa distanza da Roma; qualora egli fosse sorpreso di qua del cenlesimum
miliarum, era come schiavo venduto in vantaggio dello Stato senza speranza di acquistare inai pi
la libert
La legge Furia
due
(li).
statui
a trenta,
non pi
di
un
terzo,
qualsivoglia
La
numero poteva
latto.
Delle due specie di limitazioni esposte Giustiniano abol quelle che prendevano
origine dalle condizioni dei tempi in cui
Camma dunque
Furia
la
legge fu
fatta.
Le
Con
modo
ordinarono di aggiudicare
commesso
la libert,
si
quali
con lassenza anche giusta, o qualora fosse domicilialo in altre provincie (SC. Rubriantnn, SC. Dasu oliamoti, SC. Arliculeiaiium (i) ).
allaffrancazione, cercasse di esimersi dallobbligo
APPENDICE
111.
Cittadinanza.
La
Romano
glia; onde,
anche pi che
gimento,
la
il
il
massimo
diritto,
ed
in s
comprendeva
libert e fami-
monumento
il
suo svol-
della sapien-
I.
(h)
T. C. dedilieig
(i)
Purlita,
I.
13.
!..
c.
/brillo rumami.
13
Digitized
by
-.
98onde Cicerone che ci rammenta questo stato antico, scrive: Ilostis apud
maiores nostros is dicebatur, quem mine peregrinimi dicimus. Indicarli XII ta Intlae; aut status dies cum hoste. lem: adversus hostem aeterna aucloritas (a)
Appena il Romano senti essere angusti troppo i confini del suo territorio, e cominci la sua missione di conquista e di civilt, e fin da quando lumanit prese a risonalit;
il
una nuova politica, a cui ostava il considerare prive dogni diche ormai venivano in relazione coi Romani.
principio di equit ed
ritto le altre genti,
ostava di
meno
all'
orgoglio
romano
il
diritti del
romano per s
non Romano, e
si lasciasse
merc
cui e
secondo
il
il
si
ga-
popolo
diritto civile,
o se-
condo quello delle genti, si riducono le differenze tutte della cittadinanza; e di vero
il cittadino avea
diritti di persona civile, non cosi il peregrino, a cui dava personai
lit
il
Una
il
agguagliati alla condizione di quei popoli assoggettati a Roma per forza ovvero per
dedizione (dediticii/, la condizione de quali sottostava a quella degli altri popoli, e
siffatti
mamuuessi furon
detti
(b).
Unaltra condizione poi era quella dei Latini, i quali, come abbialo detto, in
parte erano equiparati ai cittadini, in parte ai peregrini. La concessione del comi
rnercium certamente un favore dato al popolo latino in preferenza degli altri sodi,
e che probabilmente risale alle pi antiche origini del popolo romano. Ma anche in
questa classe eranvi due gradazioni che nascevano dalla natura del diritto concesso;
il
commercium
in
mercio facevano
come
la
duo
acquistare
il
com-
commercium
coloniarii; e di quelli
non di
amicos o per cpistolam,
fa) Cie.
de
Norbana dava
solamente dall'obbligo
di servire
come
off. 1. c. 12.
(b) Boi., I. n.
1.1.
Digitzed by
00
inani : e da ullimo Latino di questa condizione era lo schiavo arrancalo che avesse
avido meno di trenlanni contro la disposizione della legge Aclia Senlia.
II.
al
Come non
peregrino e
al
negava
si
maggior
lo
facilit.
Ed acquistava
1 )
la
la
neppure
sia, anzi al
piena cittadinanza
La-
citt;
2) per determinazione della legge Aelia Sentia quel Latino che prendeva a
moglie una Latina colonaria, o una civis secondo la legge Giunia, e dichiarava avanti
a sette testimoni di contrarre un legittimo matrimonio, acquistava allora la cittadi-
anche
al
latti
(causa probare/;
il
un
figlio
an-
ai Latini giuniani;
il
il
parte de beni
il
e forniva
Roma
di farina e di pane;
6) anche
7)
la
il
figli;
dezza;
8) finalmente tutti
Latini e
che
la estese
Pure
si
tutti
noli
che
che diede
e quella di Caracalla
cittadini dellimpero.
la
la
differenza dei
come
la
lex Aelia
per
effetto delle
APPENDICE
IV.*
Persone giuridiche
Ne' primi tempi di Roma non v erano persone giuridiche, perch non richieste
ancora da bisogni civili. Erano associazioni di sacerdoti e di artigiani, che formavano comunit, ma non erano considerate direttamente come capaci di propriet;
poich i mezzi o venivano loro somministrati dallo Stato, o erano messi fuori commercio, come le cose appartenenti al tempio. L idea di persone giuridiche nacque
primieramente quando, accresciutosi Io Stato romano, sorsero dei Comuni sotto la
dipendenza
di
Roma; ma
le)
S.
214.
L. unic
C. de dedit
come
Kb.
(rii.
(7. 3).
L.
un. C. de lal.lib,
loti. (7
fi).
Puchla, O.
c.
ss.
Digitized
by
100
to,
considerato sotto
generali;
1.
Roma.
Appresso vengono i villaggi (Vici) che non arcano indipendenza politica, ma
erano capaci di possedere, e muover lite; e tengono luogo intermedio tra Comuni
Tor, coticiliabula, castella. Quando Roma conquist le terre fuori di
e i villaggi
i
Italia,
queste, sotto
il
nome
di Provincia,
ebbero
la qualit di
persone giuridiche
si-
Tra
II.
giose, cio
le associazioni volontarie si
le
ri, presto formatesi a corpi; tra cui vi ha principalmente il ceto degli scribae appellati anche decuriali dalla loro divisione in decurie. Questi corpi ebbero in Roma
molte distinzioni c molli privilegi. In terzo luogo le associazioni degl industriali, a
cui appartenevano gli antichi corpi di artigiani, e i nuovi di pasticcieri, di barcaiuoli,
e le cosi dette societates, cio associazioni latte per imprese industriali, come la societ per l' esplosione delle mine, le societ delle miniere saline e quelle per la per-
gio sodalitia
surte
ma
conviti modesti,
al
tempo
giulivi,
di
e secondo
mune. Queste societ somigliavano molto a'moderni circoli detti club, specialmente
quando presero sembiante politico; e come furono alle volte cagioni di turbolenze,
vennero quasi sempre proibite, e punite quindi come crimen exlraordinarium.
Tutte quante
ebbero
l'altro
III.
specialmente
Le persone
nome
il
nome generico
di universi talt'S
c coUegium.
di coi~pus
pia corporazione moderno. Tali persone giuridiche erano rarissime nctcmpi antichi, e non aveano quel carattere ed importanza
chebbero di poi al tempo del Cristianesimo. Vi avea dapprima de'lasciti, delle donazioni a' tempii, c dei beni impiegati per atti di beneficenza, ma non erano altro che
beni addetti a quest'uso, senza rappresentanza giuridica, e sotto la dipendenza dello
lesti
alcun
speciale; quello di
Stato.
Fu
il
come
scopo'all' attivit
umana
la carit in
mezzo di fondazioni indipendenti e durevoli. Quindi sursero le Chiese, che aveano beni propini, distinti da'beni ecclesiastici in generale, e
gli orfani
ammalati,
pellegrini,
medesimo
titolo
vecchi,
che
le
fan-
persone
naturali o le corporazioni.
come persona
Digtized
by
il
nome
101
di erario
rimase
alla cassa di
nome con
veniva designato
cui
lo
CAPITOLO
III.
DELLE COSE.
30
I.
Concetto
$$.
li
eonu.
(2. 2).
Schilliiuj,
Manuale
delle Istitu-
SO. OS.
\
Intenti osi
le
il
fa mestieri distinguere in
obbietti che
quae
tantji
nome di cose
prendono perci
il
corporali
11
si
ha
due
si
pu percepire solamente
rapporti giuridici
{a} L. 5- pr.
col-
(b).
come
(h) L. 1. $ 1.
quaedam
mezzo desensi
Romani per
le
possuni);
generale
hanno esistenza
de divisione rerum
1.
).
les
homo,
sunt,
vesti*,
annuii, argenlum, et denique alile re* innumerabilcs. Incorporale* sunt, quae langi non possimi; qualia sunt ea, quae
modo
in iure
in
ipsum
plcrumquc corporale
iu* ulendi fruendi et
ipsum
quod
ex aliqua obligatione
. 1.
de
damno
nam
et
nobisdc-
ius successioni* et
V.anc. L. 13.
quoquo
et iura
. i.g. Ins h.
t.
Digitized by
102
Importanza giuridica
II.
I.
delle cose.
31.
Le cose immobili
si
Romani intendevano per fondi urbani tutti gli editimi situati in citt o in campagna; fondi rustici al contrario quelli, dai
quali se ne ricavano frutti; per un orto, il quale messo con ledificio di
modo che ne forma un accessorio, un fondo urbano (c).
I Romani adoperavano anche la voce praedium suburbanuin per iurustica et urbana
).
te) L. 18' 8 2. de hered- pel. (3.3), Vip. ISunc videamus, quae icniant in hcred ilatis pelinone. Et plaeuit, universas res heredilalis in hoc iudicium venire, sive iura, sivc corpora
siot.
(a)
(h) L. 1. g. 0.
de
vi
13. 16
).
Ili).
Piane
ai
qnae ree
quemadm.
(7. 9
).
19.
!..
3. g.
13 eod.
). L. il de R. V.
unde quia
!.. 1.
(
6. 1
g. 1 ile
).
Gai.
praed.
L. 3. 1. g. 1.
(
8. 1
).
L.
in
30.
'20.
oppidia. sed et
si
tantum descrvientia, quia urbaniim praedium non locus fased materia. Prolude hortos quoque si qui sunt in aeililiciia consimili, dircndum est urhanorum appellacene contineri. Piane si plurimum horli in redilu sunl, vinearii forte, vel etiam
ci!,
olitorii,
magis
bari-
Digtized
by
dicare quei terreni,
103
si
dicono se moventes,
B. Urli*
Non
tutte le
la
(g).
32 .
diritto; in
questo
),
le
cose profane
Le rps divini
le
divini
iuris
in esse si
distinguono
(d) L. in. C.
(e)
camus,
de praed. min. ( 3. 71 ).
item moliitium appellatone idem siguili( 30. 10). Cela. Movenlium,
(amen apporci, defunclum animaliuni dunlaxat, quia se ipsa nmverent, morenlia
L. 93. de V. S.
si
ndqu.
41.
L.
res, veluli
I.
C.
1 ).
g.
42. 1.
).
de usuc. Iransf.
(1.8). Gai.
iuris, aliae
muri
el porlae,
aulem
13. g. 2. de re iudic.
).
L.
3. g. 1. 6.
de
1 ).
de div. rcr.
quoque
est.
L. 1. g. 0. de posi. (3.
rcr. doni.
7.
31
Summa
Immani. Divini
quodammodo
quod Immani
).
L.
13.
de R.
1.
30. 17
).
iuris
iuris est,
Quod
plerumque alicuius
in
Digitized
by
104
le
mura
(c).
mezzo
un
di
ilei
l'atto
intenzione di rendere
l'
tempo
il
un
il
quanto queste erano nel diritto d' usare di quel luogo. Il carattere di
si perdeva per mezzo della publica autorit, o quando un
cosa religiosa
sono
le
le fiere
che
si
le
res nullius,
(e);
ma
perde allora
L. 6.
(b)
).
luti
aedes sacrae
constitulioncm
pr.
est, id nullius in
il
Nullius
autem
Louis est. .
el
!.. f.
g. 2. 3.
(g).
de rer. div.
(1.
8) g.
7. S.lnsl.
de
Sacra sunt quae rite et per ponlilices Ileo conserrata sunt, vo-
8.
dona, quae
1).
rite
Locus autem,
in
sacrum
sibi consliluerii,sarruin
non
(c) g.
9. g. 3. 4. L. il. eod.
de
(d; g. 9. Insl
mortuum
inferi in
de religiosi
sunt
li.
rer. div.
locum smini.
).
L.
de
de div. rer.
illa,
2. g. 1.
).
rer. div.
Rcligiosum
ved. anc. T.
44 C. eod.
(f) !..
(g)
2. 1
2.
(
(
1.
3.
44
I).
tornili
dum
L. 34
).
1 ).
L. 10. eod.
facit,
).
!..
L.
omnium communio
3. 4. eod.
3. 4.
ne quid in
loc.
pub.
(43.8).
Digitized
by
le
105
publiche piazze,
uso publico
all
strade publiche ed
33
Le cose
mente, species
come
suolo delle
il
1.
non
fungibili.
possono presentare alla nostra percezione, o individualcertum corpus, o come obbietti di un genere, genus, in-
si
,
certum corpus. Queste seconde sono appellate nei fonti res, quae numero, pondere, mensura consislunt, dette altrimenti fungibili, non fungibili le prime. Da ci nasce che quando ne rapporti giuridici si pretende
una determinata cosa, ossia quando la cosa si presenta nella sua individualit,
il
allora
non
medesima
altra,
si
ha facolt di sostituirne un
altra della
2.
altra;
le
(a).
cose fungibili in
massima parte
si
Una cosa
privarne,
praetorias,
les
quaedam
alii
si
pre-
8). Vip.
non
suo valore.
consulares vias appellaot. Privalae suoi, quas agraria quidam dicunl. Vicina-
sunt,
nel
dam
ma sempre
sunt
si
vel
quae
in vicos ducunt.
Cassii,
quum
L. 1. 3 7. ad leg. Pale.
(a) L. 54. de V. O. ( 45. 1 ).
L. 6. pr. de rei vind. (6. 1).
L. 2 8 1 de reb. cred. (12. 1):
2). 26. C. de usuris ( 4. 32 ). L. 29. de solut. (46. 3)
Paul. Mutui datio consistit in his rebus, quae pondere, numero, mensura consistunt; quoniam
eorum dalione possumus in crcditum ire, quia in genere suo functionem recipiunt per solutionera magis, quam specie; nam in ceteris rebus ideo in credilum ire non possumus, quia aliud
(35.
pr
(b) L. 30. 8- 6.
Inst.
de usufr.
2.
Diritto
non
de legai.
potest.
30
).
-L.
34. 8- 4. eod.
L. 37. pr. V. 0.
45.
1 ).
- 8- 2.
4 ).
romano
*4
.
Digitized
by
106
. 34.
A. Delle conti dividile ed Individue.
individuae
et
pure in
to,
diritto si
dividuae
le cose sieno per natura divisibili all infinidicono indivisibili quelle cose, la cui divisione venga
a distruggerne la sostanza, o a diminuirne il valore totale. Pur ci nonpertanto le cose si rappresentano in diritto o pr parte divisae o pr indivisae.
divide, sicch
rappresenta un
ch ognuna
si
(a)
eccetto le cose
fungibili.
ma
della cosa,
bens
partcs pr indiviso
una
(a)
o sia
tur
),
10. 3
).
id
est,
in confinio
unilum voca-
fundum extendilur, quamdiu cohaeret fundo, c regione cuiusque lnium uiriuscommuni dividundo iudicium veniunt; sed quum aut lapis exemptus aut arcommunis pr indiviso fiet.
de stipai, servorum (45. 3). Vip. Servus communis sic omnium est, non quasi
(b) L. 5.
singulorum
corpore.
1
de V.
car!,
tis
V.
pr diviso nostrum
ulramque
appellatione
O.
45.
1 ).
sit, id
significeri.
72 de V.
quam
21. 2 ).
L. 25. g.
L. 5. g. 15. commodali ( 13 6 ).
(
10); Paul. Quintus Mucius ail, partis appellalionc rem pr indiviso signifi-
L. 04. . 4. de evicl.
S. (50.
nam quod
(c)
L.
in
7. 4
).
L.
1. . 9.
ad leg. Falc.
35. 2
41. 2
).
).
L. 2. . 1. 2.
Digitized by
107
. 33 .
K. tirile
Organicamente
res unitele
);
ed
riamente
avr
la
in tre
modi:
in
cosa singola.
res connexae
)
sieme un
tutto ideale
Qui per da
anche
rum
cose connesse
le
si
universitates rerum)
riflettersi
(b),
che
(a).
rerum distuntium.
coliaerentium, e universitales
ANNOTAZIONE
la universitas rerum si fa comunemente distinzione tra
et universitas facti; la prima sarebbe il patrimonio preso nell' inla massima
locum pretii, et pretium succedit in locum rei. Per lesattezza di una
simile teoria si cita un passo dei Digesti (b), reputandosi universitales turis la eredit, ossia tutto il patrimonio del defunto, ed il peculio, ossia il patrimonio di una
Per
ci
che riguarda
universitas iuris
persona soggetta alla potest di un'altra. Le universitates facti al contrario sarebbero tutte le altre universitates rerum distantium, appunto perch per esse non
applicabile la sopraddetta
massima
come
caratteristica,
p. e.
biblio-
teca, ecc.
Quantunque questa
rarsi contrarii
s fatta
teoria paia a
divisione,
prima
come
quella che
si
colloca sopra
(c).
(a) L. 30 pr. de usurp. et usuo. ( 41. 3 ). Pomp. Tris genera sunt corporum: unum, quod
rontinclur uno spirilu et graccc vv/m vocaniur, ut homo, tignum, lapis, elsiroilia; alterum,
quod ei contingenlibus, hoc est pluribus inter se cohaerentibus constai, quod <ivyyQj.ft\r , voca-
noti
L.
8 quod
23
ti
pr.
de nsuc. et usurp.
aul ciani
V.
43. 21
41. 3
).
L. 1
g. 11.
de acqnir.
rcr.
dom.
41. 1 ).
).
de hcred. pel.
Muhlenbruch, Obs.
iuris
(5. 3).
c. 1.
Digitized
by
dit
stione;
tendere dal possessore dell'eredit il prezzo di una cosa ereditaria venduta da queil lucro fattone, ed a questo riguardo detto: in locum hereditariae
rei vendita e pretium ei-successisse, et quedammodo ipsum heredilarium factum. Di
stultimo, ed
qui
si
il
sempre
il
ha
voluto
estendere questa regola mal compresa alle altre universit per la leg. 20. .10. "cit.,
la quale cosi si esprime: Non solimi attieni in hereditate utimur Senatusconsulto,
sed in peculio castrensi, vel alia universitate, che si voluto interpretare in questa
guisa il senatoconsulto vale non solo in riguardo alla petizione dell'eredit promossa
dal successore universale, ma ancora riguardo aH'ocfio in rem universalis, con la
:
quale
il
figlio di
famiglia chiede
il
peculio che
gli
lenbruch
(c),
come
la
il
il
Mh-
ma
norum
rileva dalla lettura del passo citato, nel quale lazione data esclusivamente per
universit di diritto
zione iuris
et facti.
fa
come un
tutto, o se venissero in
considerazione le singole cose che la compongono. Nef primo caso l' universitas resomiglierebbe aH'umversifaSpersonarwm, stantcch in questo modo si avrebbe
rum
fd) L.
(e)
0.
(f)
c.
3).
pag. 338.
is,
1).
ila et peculii
recepla est.
Digitized by
oo1
liti
di diritto,
il
composto, rimanendo
lo stesso
anche se
si-
operasse un cambia-
vengono sempre considerate le parti, che unite formano l'universit, e che per caso e non essenzialmente vanno sotto nome collettivo.
Per il primo caso si potrebbe ben adoperare lespressione di univemtos iuris, pel
secondo il nome di universit facti. Quando abbia luogo l'una o l'altra non pu determinarsi con regola generale, ina pu concepirsi solamente secondo la natura dei
ne' rapporti giuridici
assolutamente abbia
teplici universit
il
Non
vi
ha adunque universit,
pu secondo
le
ma
la
quale
uno ed ora
l'altro carata
Nella teoria del possesso ed in quella dell usucapione che ne dipende non
1
d universits iuris, imperocch impossibile che si possedesse una cosa ideale;
non si possiede n si prescrive p. e. una gregge come tale, ma i singoli animali, e,
se tra questi vi fosse una res furtiva, sarebbe impossibile per essa lusucapione, laddove che sarebbe tutt' altro se potesse mai considerarsi come universit iuris.
2) Quando l'universit obbietto di una vendita si pu congetturare dallinten,
si
una
si
sit iuris; e la
vendere e comprare
la bi-
volumi singolari che la compongono, allora una univerconseguenza sarebbe ebe non si potrebbe muovere azione in caso di
blioteca senz'attendere
ai
come
il
contrario se
universit facti
(g).
Delle Pertinenze.
Tra le cose accessorie, quelle cio che, non avendo esistenza indipendente, sono collegate con altre o ne dipendono giuridicamente, mestieri
far parola prima delle pertinenze, le quali sono cose connesse alla principale in
modo da formarne
parte
natura.
La
messa
in uso (a).
8- "1.
(g)
(a)
non
fistulis
1).
Vip. 8-
Castella
plumbea,
Digtzed by
iti
come ancora
rtobili,
(b);
senza esser
gli
di
un
edifcio
non pure
quello eh destinato
addobbi
frutti pendenti,
eec. (d).
tutto ci eh unito
uso esclusivo
all
(c).
Co-
come
con esso
delledificio
fxa vincta
ma
),
di
principale. Onde
il
tempo medesimo
sogno
suolo
(e).
al
la
37.
T.
de usuris cl frurlib.
I).
Spesa
impensa
22. 1
Delle
S|ietc.
).
cosa.
che
le
(b) L. 52.
Qui
domum
(a).
3. <lc act.
possidebat,
eum
L.
per
domum
de pen. legala
3. g. 11. L. 4. pr.
(c)
(d)
de pign. et bjp.
(e)
vend.
20. 1
33. 9
legata contincbitur.
1).
33. 7).
L. 242. . 4.
L. 243. de V. S.
(a) L. 1. g. 1. L. 14.
si
1).
I..
si
!..
16. pr.
quo ardes
L. 79. de
perficiantur.
ait,
facianl,
g. 2. Voluptuariae sunt,
quam
Im-
sit. g. I
50. 16
33. 10).
chni, non sunt aedium, oroalus eoiin aedium causa parantur, non
Cliles
domus
).
).
19. 1.
si-
necesse Tue.
Bu-
Digitized by
Googll
Ili
Quanto
che
Per
non
le utili
si
che ha latto
ha regola
ma comunemente accettato
medesimo diritto di ritenere la
certa,
il
il
mala fede al contrario non abbia che la facolt di togliere dalla cosa quello che fu impiegato per migliorarla (ius tollendi) (e).
3 Finalmente per le spese voluttuarie il possessore di buona fede
ha il ius tollendi, quello di mala fede diritto nessuno.
Generalmente poi il ius tollendi non pu essere esercitato che con le
ili
seguenti condizioni
mente
che
cipale;
il
la
che
la
non prescelga
che
final-
di risarcire le spese.
38.
T. D. De usuris
et fruct.
22. t
Re Fratti.
).
T. C. de
frucl.
7. 31
).
per contrario
(b) L<
cipositus est
fiet,ul, si
(c)
eiposit.
qua
13. i
).
L.
5. C-
de
rei vind.
in
32
3.
).
L. 1.
non possa
C.
de infant.
si
ita
alendo eo, vel forte ad disccnduni arlilicium iuslc consumta fuerint, restiluas.
L. 5. C. de rei vind.
(a) g.
Si invito vel
3.
32
).
l.
).
4.
(2. 5).
Sed
si
pecoris, voluti
iumentorum.
L. 62.
pr.
in
eadem erunt
de
L.
13. b.
navium
t.
et
Usurae
a fructibus separari.
Digitized by
una schiava
di
come il parto
trafrutti,
(c).
umana
stria
(d).
t
I frutti diconsi pendenti quando sono attaccati agli alberi; essi non
hanno propria oggettivit, formando parti integranti dellalbero al quale
sono attaccati, e da cui necessariamente dipendono (e). Appena separati,
acquistano una individualit propria e distinta dala pianta; e non sono,
come da alcuni si crede, parti separate dell'albero.
)
2 ) I frutti sono separati o percepiti; i secondi son quelli, che il possessore ha fatto suoi, o che ha separati con qualche atto suo proprio.
avvenendo
sottile allintelligenza,
il
come
de frutti (g).
4
pti);
Finalmente
sono
frutti
si
esistenti
il
posses-
sore, gli altri son quelli gi goduti o consumati; anche questa distinzione
importante per
la restituzione defrutti,
(e)
fi.
1. h.
prprietatis perline!;
L. 45. h.
te)
L. 44. de
pr. h.
consumati
in trucia
non
(h).
est, ilaque
in tracio esse,
quum
ad dominuin
orane* fructus
gratin comparaveril.
Paul
Ialianus
ait: fructuarii
quam
fructus tane
fieri,
I.
Papin. Generaliter autem, quum de fructus aeslimanquaeritur, constai animadverti debere, non an malefidei possessor fruilurus sii, sed an pcL. 62. $.
I.
de
rei
ind. (6.
32
).
Diaci, et
1).
possidere licuissel,
3.
possessore di
il
I.
soli exstantes
(g)
dnm
t.
(t)
qnum
restituire
giacch mentre
Maxim. Certnm
quam
1). L..22. 8-
lilia
Digitized by
113
$. 31.
Dcllr
Dure.
1639
Bel.
Nood,
De
cose fungibili.
Sisl.
liber. I.ug.
122.
Salmutiui, De usuris
VI. pag.
Sarigny,
si
(a).
tutto accessorio;
onde
le
seguenti
conseguenze:
1
Appena
si
ch
cipale,
si
pu
Le usure
si
la loro estinzione
succede ex tane
neppure per
le
arretrate, giac-
(1).
(b).
di
pagare
il
capitale anche
a favore
mandan-
ti!)
ti;
L. 23. C. h.
I.
Diocl. et
V. S.
mutua
da-
L. 121. de
(30. 16).
(b) L. 3. g. 6.
19. 8).
(e)
(26. 7).
L. 1. 3. C. h.
L. 10. g. 3.
L.
mand.
).
L.
vel coni.
17. 1
).
L.
L.
t.
I.
7. g. 1.
1. g.
1.
10,
12.
L. 32. g. 2. h.
fide! contractibus et
Diritto
15
Digitized by
te;
114
pupilli; 4)
il costo, obbligato agli interessi, dal giorno stesso che ricev la merce;
5) quando si promessa una dote, gl'interessi cominciano a correre due
anni dopo la celebrazione del matrimonio (d).
2 Le usure diconsi volontarie quando dipendono dalla volont delle
)
loro interessi.
Sono
pos-
trio
privati di convenirle
che
d interessi arretrati,
sia
maggiore
di
quella
(e) (2).
diminuiscono
il
capitale;
si
non
si
potesse eludere
somma
la
(f).
pena di diminuzione
d interessi sotto
permesso in
pagamento era fatto prima del tempo della
scadenza, ammesso sempre che non fosse per mascherare usure illeci-
della
il
te (g).
a)
Quanto
alla
misura
sono
degl interessi vi
illustri
di alto
l8
L. 17. s-
le
seguenti eccezioni,
per 100. b
Le persone
fi-
L. 13. h.
t. L.
12.
L.
9.
le
il 4 per 100.
usure rimaselo al mas-
5. C. eod. (4.
(e) L. 10. C. h. t. Antonin. Usurae per tempora solutae non profciunt reo ad dupli contempla lionein. Tunc enim ultra sorti summarn usurae non ciiguntur, quolics tempore solu-
tionis
summa usurarum
eiredit
eam compulationcm.
Yed. L. 27.
. 1. eod.
L.
*2(1.
g. 1.
de
L. 44. h.
l.
Si quis
si
(19.
1). L.
modum
modum
29. L. 9. pr.h.t.
usurarum licilum
L. 18.26. g. I.C.Ii.
|.
licentia creditoribus, ex pecuniis foenori dandis aliquid detrattore vcl retinere siliquarum voi
L.
sportularum vcl allerius cuiuscumque gralia.
(g) L. 26. g. 1. C. h. t. L. 37. pr. de pactis
3. g. 6.
(
2. 14
).
de onn.
debitore acceperat tacite pactus videtur, ne intra id lempus sortem pelai. L. 2. g. 6. de dol.
exc. (44. 4).
Vcd.
noi. pr.
Digilized
by
come
siino
nellantico dirilto
115
12 per 100
),
il
due casi, cio per le usurai rei iudicatae, e por riparazioni fatte per
una casa in condominio, d Finalmente per villici non si poteva stipu-
in
lare
di l del
iti
Quanto
al
bbo
principale, e si
si
le
la
medesima azione
della obbli-
I'
non avendo
obbligazione principale
ne
(i).
il
A
Nel caso che
(I)
vi sia
(k).
seguenti casi
Quando un individuo non debitore, ma per errore paga le usure, egli posempre ripeterle anche quando riteneva dato senza usure il supposto capitale, e
1
tr
DOTAZIONI
secondo lui, sarebbe contemplato il caso, quando uno paga scienle indebite usure (n). Questa opinione ha per fondamento una distinzione
una legge, che parla nella maniera pi assoluta, il che sarebbe opposto alla
temente
fatta in
lij
L. 20. g. 1. C.h.
t.
L.2.
3. C.
de iisurae
81). L.4.C. de
i) I.. I. C. depositi ;t. 31). Alexand. Sed si quum depositi actione expertus es, tanluminodo sorti facta condemnalio est, ultra non potest proplcr usuras experiri. Non mini duoc
sunl anione,
!..
13. C. h.
t.
L.
19.
de
aet.
ruota
iterata
aedo
rei
I).
(k) L. 1. C. de iud. ,3. ij .Sci-eros et .Intintiti, ludiciu cueptu usurarum stipulatio Don est
perenna, superest igilur, ut debitorem cius tempori, quoti non est in iudicium deduclum, con-
venire possi
L. 41. 1. 2. b.
(m)
vii,
!..
20. pr. de cond. indeb. (12. 0). Vip. Si non surtem quis, sed usuras indebilas sol-
si sartia
Severus
si
supra
modum
Icgilimum
solvit,
Divus
modum
Ved. Saggi
civili p.
si
simnl solveril?
locum habere.
Digitized
by
nota regola
ch, se
si
interpretazione: lege
d'
est
distinguere;
a contrario
delle
prime parole
si
potr giungere
che un individuo,
che non ammetter certo il Weber. L errore di questo giurista nasce massidall aver voluto scorgere un analogia tra la obbligazione principale c
un capitale indebitamente pa-
al risultato,
il
lo,
il
mamente
concedevano
come
interessi,
)
si
per errore,
e,
giacch diminuiscono
capitale,
si
potr ripetere
il
resto.
ma non quando
si
si
opinione pi mite permette una ripetizione delle usure indebite anche quando
siano pagate prima del capitale
mezzo
di
un
rescritto di Filippo
(q).
|r),
Non
subirono
le
si
si
fonti se
non
si
seguissero
le fasi,
che
foenus unciarum, che fu introdotto nelle leggi delle XII Tavole (t), il che equivaleva alla dodicesima parte del capitale, che calcolato secondo T anno Romuleo di
304- giorni, importerebbe 1 8 per 100. Posteriormente il plebiscito Genucio nel 412
viet i contratti ad interesse per soli Romani, il quale divieto fu esteso a tutti, anche ai contratti tra latini e peregrini, per mezzo della legge Sempronia nel 561. Se
il
(p)
Paul. R.
,q!
(r)
L. 18. C. h.
est.
V. ni
S. II. 14. 8- 2- 4.
t.
I.
licei
esclusa seteria iuris anelate, repeti posse, perpenaa ratione (irmetum est.
(a)
(t)
V. Vangerow, O.
c. |. g.
76. ann. 2.
Digitized by
ondo queste
leggi
17
non erano
nulli,
ma davano
di-
timae usarne, fondandosi sugli editti de' magistrati; eccettuato fu lequivalente del
godimento di una moneta che correva sommo pericolo, particolarmente in caso di
spedizione per mare, pecunia traiectitia, poich in questo caso la quantit degl' interessi
foenus nauticum fu lasciala libera al consenso delle parti |v). Le usure
centesime importavano i! 12 per 100, dette cosi, giacch ogni mese pagavasi luno
per 100.
Affinch si determinassero bene le usure pi miti, si consider la quantit degl' interessi come asse, del quale ciascuna parte si appellava oncia. Diviso adunque
)
sis
pars
/uincunx
uncia
Per
ossia
il
la
bis
triens.*^^; itodrans
e finalmente
j*
qual cosa
si
le
dequadrans
i.
la
il
os demta qua-
e.
dcunx demta
-pj
massimo
degl' interessi.
4 per 100, e lesse* le due terze parti che sar 8 per 100,
le semisses il 6 per 100, ecc. (x).
il
le
usure quadran-
3 per 100,
40
limite dell'usura era stato in gran parte consigliato, per evitare che
Il
guiva quando
il
il
danno se-
dare
si
seinis (seMasis=-j^
dextans u decunx
j-j
^J;trieus
quincpie lincine
/ics
drante
te
ciac
si
quadrati*
le
Romani ana-
II.
(V)
V. l'uchta,
fi)
A'iebuhr.
(a)
de. ad
iuj
bill u z io ni
14. . 2.
||.
(a),
I.
g. 261.
Digitized
by
ed
118
il
Pure avvengono
cismo
tacito:
pitale,
questo
si
come
carattere
tali,
suoi conti, condannato, deve restituire non solo glinteressi di un capitale del pupillo, ma ancora gl interessi dinteressi. Anche in questo caso
sempre
le
suppone
annualmente
CAPITOLO
IV.
Concedo
Ogni
atto
o movimento della
do esteriore, un
fatto,
il
quale,
generali*/
umana
volont che
quando seco
volont,
pu manifestarsi positivamente
e pu invece produrre
non
effetti giuridici
in
prodotto fatto alcuno (omissione), ed in questo rapporto le omissioni sono considerate dal diritto come vere azioni produ-
starsi, ossia
si
esterno;
fatto,
;b
L. 27 de
re iud. (42. 1)
conccssum
et totius
soinmae usuras
stipular!
certe erat
quae
qui revera
nullo
modo
licere
temporis vel futuri in sortem redigere, et earum iterum usuras stipolari, sed
etsi
secutum, usuras quidem semper usuras manere, et nullum usurarum aliarum incrementimi sentire, sorti auleta antiquae tantummodo incrcmentum usurarum accedere. L.3.C. de usur. rei
iud. (7.
54).
Digitized by
quando
si
119
nell
effetti
civili.
Da questa
zione sopra tre punti essenziali di questa materia: 1) sul fondamento primo del fatto giuridico o la volont, e propriamente sulle azioni in generale; 2
sui latti giuridici stessi, o sulla volont gi manifestata e determinata per un obbietto di diritto, che pi propriamente appelleremo ne)
gozi* civili, e 3
finalmente sui
fatti illeciti.
SEZIONE
DELLE AZIONI
I.
Savigny,
Sist. III. g.
IN
42
I.
GENERALI;.
10G.
diritto
effetti
di diritto ha in s come persona lidoneit della vopure per circostanze congenite all umana natura o esteriori, sonovi
in diritto persone, alle quali quest'idoneit manca o continuamente o temporaneamente.
civili.
lont;
suo
membri (. 26).
Sono momentaneamente non idonei di atti coloro i quali hanno
gi intelletto sano, ma che il lume della mente abbandona per qualche
2
o d'iracondia (. 20).
Vi sono casi di parziale inidoneit presso quegl'individui, pei quali
la legge
minori, diver-
Digilized by
semente secondo
120
gradazioni di et.
le differenti
prodigo o
11
dichiarato
il
che riguarda
rapporto poi
le alienazioni; in
ritenuto la sua
ai fatti illeciti
11
. 13
A Della violenza
)
Savigny, HI. $.
La
(4. 2).
I.
C.
ile
mclusve causa
his, qufie vi
114.
giuridico,
Una
di queste circostanze
esercitata in vario
la
onde il fatto giuridico che ne consegue dovrebbe essere di nessun valore. Tutto ci non n vero, considerata la
non
diritto
ci
un
atto
come
si
manifesta esteriormente.
un
romane; imperocch in
il
concetto di violenza e
dobbiamo decidere
di fatto,
della libert di
1 il>ero
si
manifesta
tanti partiti
da eleg-
(a)
L. 3. b.
t.
Vip. Meiuni arcipiendum Libeo dici! non qucmlibet timorem. sed maioris
inalila tjs.
quia,
quamris
Paul.
si libertini etsel,
Si
metus coactus
me
lieredriu affici,
votai.
PiQili zed
by
Googlel
I
guarentire
121
la libera
ad un certo punto pu considerarsi liberamente espressa la volont, anche da colui ch' costretto dal timore, pure il timore gi per s un ostacolo
si
riconoscessero
ad un atto di questa natura. Guidati da questo prinRomani apprestarono alcuni mezzi al violentato per esi-
cipio di equit,
di usare
Affinch
i
il
si
desse facolt
seguenti requisiti:
timore sia
il
tale,
al pericolo,
B) Dell'errore.
T. D. de iuris et
lonell.
Comm.
facti
iur. civ.
I.
c. 19. ss.;
T. C.
Savigny ,
b.
t.
(1. 18).
111. .
che torna
(c)
(d)
L. 116. pr. de R.
L. 6. h.
I.
Gai.
J.
al
(SO. 17
).
L.
3. ex
abesl;et hoc ex efleclu eius imclligilur. Sed non sudici!, quulibet terrore
L.
L.
L.13. C. de trausact.
L.
L. 9. pr. h.
(e)
t.
Diritto
ramano.
2. 4
).
3. g. 1.
7. C. h.
2. de rito nupt.
23.
!..
abduclum
7. g. 1. L. 8. g. 1. 2. L. 22.
23
timuisse,
. 1. h.
t.
).
16
Digitized
by
122
seguenti
principii:
I.
menoma punto
la libert
dei quali
pi importanti sono:
specialmente
civili,
nei contratti,
quando riguarda
chiararsi
(a);
p. e.
trae
il
quale
sere
il
II.
12. 4
Vip
).
18. 1
).
Ved. L. 63.
4.
).
2.
g.
curii
(c)
1. C.
est,
non
pr.
de iotcrd. matr.
(8. 6).
de
Sever. et Anton.
connubium
soluberriinc su-
Thtod. g.
L. 31.
).
blatum
fuiuruin, repelere
3. Post
).
L. 3. in
nulli
f.
quam
de cond. indeb.
L. 9. g. 4. h.
t.
12. 6
L. 10. de O.
et Act.
dominum
44.
).
non a domino
ei tradatar,
domi-
nila efficitur.
Digitized by
Secondo
il
123
/idei
come
frutti
p. e. la possibilit di
il
di
buona fede
modo
2
di
Quando
un tempo
dipendere
la legge fa
utile,
vengono presi
un
la perdita di
diritto dal
decorso
tempo,
legali pregiudizii
(f).
si
ha
il
(g).
diritto
a ripe-
terlo per
>
Lignoranza sui
comprato
condizione
la
ti).
fi
)
figlio
di famiglia,
errore lo
III.
forti
motivi di ritenere
In
tutti
me producente
effetti giuridici,
ni, lerrore
lf)
acd. cd.
1,.
(g)
2. 8-
21.
L.
non scusa;
38. 18
).
L. 15. g. 5. quod
ti
lui clam.
quod.
6.
fals. lui.
27. 0
30
6.
).
).
si
Gai. Inai.
L. 6.
L. 55. de
43. 21.).
).
L.
1.
quis ordo
1.
).
quale
termi-
la legge, in
de calumi). (3. 6
il
altri
la
11.
171. sqq.
id actor ignoratil
dabo
in
integrum reslitulioncm. Scienti non subvenit; merito, quoniam ipse se decepit. g. 33. Inst. de
act. ( 4. 6 ).!.. 1. 8. 17. de separai. ( 42. 0 ).
L. 13. pr. de msl. ad. ( 14. 3 ). L. 11. pr.
44. 2
Ad. ( 44. 7 ). Gai. Is quoque, qui non debitum accipit per errorem
quidem quasi ea mutui datione, et eadera aclione tenetur qua debitore: cre-
L. 5. . 3. de O. et
solvemis, obligatur
ditorihns.
(i)
g. 3. de cond. ind.
L. 26
L. 14.
g.
L. 3
pr.
1.
probandum
12.
).
est,
).
).
Vip
14.
).
Pompon,
natusconsulto,
crcdebat.
L.
quum
1. 2. C-
g. 1.
scit creditor
eod.
ad SC.
eam
4.
28
Vellei.
).
15. 1
).
intercedere.
Digitized
by
124
circostanze
giusto motivo di scusa quell'errore, che ha per oggetto le
fatto
esterne che possono avere una pi o meno grande influenza su di un
me
Regula
quidam ignorantiam cuique nocere, (ad vero ignorantiam non
La ragione che non si pu ammettere un errore sulla esiquanto
stenza o sul tenore di una legge senza una grande negligenza, in
coche la legge dal momento della sua publicazione si suppone essere a
con
poich
il pi delle volte, anche
pefalti,
poi
non
cos
tutti;
di
noscenza
giuridico. Tale distinzione espressa- in questa guisa nei fonti:
est, iuris
nocere
(1).
una diligenza
diritto;
il
princi-
motivo di
pio, essere la diligenza o la negligenza il solo fondamento di un
scusa o di non scusa; donde chiaramente risulta che l errore di latto non
sar mai scusato sempre che sia l'efFetto di una gl ande negligenza, e si
ignorato quello che tutti sanno. Al contrario un errore di diritto sar un
giusto motivo di scusa per quella persona, la quale con tutta la diligenza
una disposizione di leg-
ge (m)
(2).
le
di persone, e
zione;
minori,
soldati, le
donne, e finalmente
In rapporto ai minori
pu avere
rustici.
il
L. 9. pr. b.
m
ma
ma non
quando
si tratta di
nel lucro; e se
per-
qualche leg-
t.
L. 9. g. 2. b.
t.
Paul.
negligenlia obiicialur
quid cnim
si
ille
si
non
ei
stim-
solus ignorai? El
ree te
Labeo
definii, scienliam
prudenlia inslruclus
accipiendum
fin.
est.
sii,
Ved. anc.
I..
6. L. 3. g. 1. eod.
detrimento
emt. (18.
1).
L.
li.
f.
21.
1).
sii iuris
6,.
L.
15. g. 1.
L.
2. in
de conlrahcnda
1).
I..
5. g. 1.
L.
(o)
L. 1. C. h.
t.
L. 22.
Arma elenim
g. 15. C.
magia,
quam
de iure delibcrandi
Digitized
by
ge
in rapporto al soldato
125
il
3 ) Le donne sono ancora privilegiate in questo rapporto, ma solamente in alcuni casi determinati dalle leggi; in rapporto al lucro esse non
hanno un simile privilegio: i casi in cui la donna privilegiata sono dati
in una legge speciale (q), e generalmente essa va libera da molti danni determinati per certe azioni proibite
Finalmente
per
rustici
(r).
la loro
sono
(s).
ANNOTAZIONI
(1)
Alcuni
esprimono
testi si
in
al
pio contrario,
non
ammessa
sabile
enim voluntas
lus
sit
pu
ci
il
princi-
Aon
si
trovano
le
Aulb,
cnm nul~
seguenti massime:
(t).
effetto alcuno, e
questa
si
ritiene
come
non lo stesso per quando in un fato disposizione di ultima volont, l'errore riessenza detrailo stesso. Imperocch in questo caso
guarda
la sostanza,
tenore, la
il
la volont apparente,
(pj L. 9. g. 1. h.
!q)
L. ult. C. h.
t.
il
V.
Leo
ann.
et
l'errore
solamente netno-
(2) al pres. g.
quae praetcrmiserinl
tra c La re in his,
mnum
t.
liceat
vel ignoraveriot,
slaluimus
si
aliquid circa ius vel substantianr suain patiantur, in his lantani casibus, in quibus prae-
g. 10.
(s)
tem,
ad SC. Turp.
adendo
(2.
13
L.
48. 18
).
9. C. ad SC.
Velleionum
ob seium
L.
4).
L.
lapsi
1. g. 8.
si
48.
).
non ediderunt,
L. 2. g. 1.
L.
L.
1. g. 8.
1.
de
1. 29).
quis in ius
lis,
qui ob aeta-
L.
3. g. 22.
de SC. silauiano
elClaud. (29. 8
(t)
17).
L.
8. 9.
h.
1.
1).
L. 20. de aqua
L. 18. de
L.
116. g. 2. de B.
I.
(80.
Digitized
by
mentre poi
tivi,
la
126
persona conosceva gi
la
dire ai fonti, possiamo dire nel senso di quelle massime: ci che non
volere; e l'atto in questi casi nullo,
ch manca
esistenza di
la
non sar
inutile di applicarlo a
un
si
sa non
dellerrore,
si
pu
ma per-
Nella tradizione
il
ri-
Negli
o acquistare
il
atti di
una persona,
sol
perch
che
testatore
il
disposto
il
vi fu
(v)
il
testa-
le
circostanze dell'oggetto
(x).
la dichiarazione dellarbitrio
prendono. Ora se queste azioni sono intraprese per errore, non possono essere
rite-
nute come tacite manifestazioni della volont; e qui ancora lerrore produce le sue
conseguenze, poich la volont apparente, e l'atto non ha i suoi effetti: cos quando uno si lascia condurre innanzi un tribunale incompetente, che egli reputava competente, il suo atto non si avr come una tacita fori prorogatio, come ci sarebbe,
se non
vi fosse
la
opere
le
come
errore (bb)
aqua
Nellazione de
ne che
per
fatte dal
tacito consenso:
ma
et
proprietario, che
il
le
opere medesime,
de acqu.
quia
nemo
errans
de
olii
rem suam
rer.
g. 8.
dom.
amittit.
(y) L. 9. pr.
(z)
non
recessit
V. anc.
L.
4.
L.
7. C.
suo ta-
il
L.
ab
34
iis
pr.
de hcred. ins
(8. 24).
L.
1).
14. g. 2. L. 15.
1).
(aa) L- 32.
perch
de
il
tradiderinl,
L. 8. C. de test. (. 23).
(i) g. 4. Inst.
il
effetto; giusto
1).
L. 52. 21. L. 60
L. pr. de iud.
g.
1).
2.
g. 4.
de furi. (47.
2).
(5. 1.).
Digitized
by
127
cere sopra un fondamento erroneo non pu ritenersi come una tacita manifestazione
di volont: Nulla enim vluntas errantis est (cc). Similmente quando l'erede istituito, per. errore
tacita
il
suo operare
(dd).
rore
vi fosse er-
(ee).
(2)
Terrore di
diritto:
questa distinzione
la quale
concerne solamente
di opinioni
cet
(fF)
Il
due
passi
si
rileva 6
il
damnum, n
in rapporto al
pendiarli;
non nuoce
con ragione
liti
Iuris
nocet: e poscia:
ti
le pi serie difficolt,
il
principii stabi-
di vero
secondo
il
modo
mai e Ter-
come
TefTetlo
ei
si
20.
ilo
aqna
Pomp. Labeoait,
si
Ma
quest in-
quo ei aqua pluvia noceal, non teneri me actione aquae pluviac arcendae; L. 20. seti hoc
non per errorem aut imperitiam deceptus fuerit, nulla enim vluntas errantis est.
(dd; L. 20. pr. de acq. hered. :29. 2.
(verb. nec
L. 84.
de B. V.
8. . C. b.
I.
(6. 1.).
etc.)
V. anc.
de
ita,
L. 19.
3.,..
L.
4. 5.
(ee) L. 23. 8- 8.
Inst. de usuc. (2. 6.).
de her. pel.
Item
sit is
(5. 3.).
,
ad
L. 36. 8-
quem
1-
41. 3
).
8-
8.
alTectu furandi
commini tur.
(8)
t.
(gg)
7. 8. h. t.
V. anc. L. 3. C. Th. de spons.(3.
Savigny, 0. C. app. Vili. N. VI.
8).
Digitized by
128
gegnosa opinione del Savigny non soddisfacente: non bisogna provarsi a spiegare
la contraddizione, l'interpetre deve provarsi per eontra a conciliare quei testi colla
legislazione romana.
gno
damnum
e finalmente
le
parole damnum
si
porto
significato le do-
in rapporto al
pendium
al
un guada-
l'
(hh).
com-
ma arbitraria, opposta non solo alla lettera de'framancora alla teoria generale dell'errore.
Affinch potessimo procedere con ordine fa mestieri in primo luogo indagare
menli
di Papiniano,
ma
il
nostra mente
il
lucrum
compendium
significalo pi
altrimenti dello
Ma dopo un
cessane.
comune,
damnum emergens
attento
damnum.
In sulle prime
significare cio
compendium
esame
il
damnum
il
si
presenta alla
danno
datino negativo
positivo
altrimenti
vediamo es-
Ora stando tutto ci non contraria ai fonti l' opinione, che nel damnum di
Papiniano debbasi intendere tanto il danno positivo quanto il negativo, mentre con
,
la parola compendium egli intende quel lucro che s consegue a causa dell' errore.
Tanto pi chenei fonti uriaprecisa distinzione negli effetti tra lucro cessante c. danno
emergente non esiste, anzi tanto l'una che l'altra specie hanno le medesime conseguenze ma non cosi quando comprendiamo la parola compendium nel senso nostro, essendo diverse le conseguenze; giacch la idea fondamentale la perdita di
ci che non avremmo mai avuto senza l'errore.
Indagato il significato delle parole, e [tosto per principio che debbasi tener sem;
ai testi
di
Papinia-
Due interpretazioni sono possibili o sotto le parole error iuris s intende l'errore di,diritto scusabile, ossia quello stalo in cui ad una persona riusciva impossibile
no.
la
conoscenza del
diritto:
ovvero
1'
al
primo
significalo, la
con-
Hermann
ad ezhib.
(10. 4).
8.) V.anc.
g. 10. Inst.
de Leg. Aquil.
'4.
3).
Digitized by
129
Papiniano sarebbe
al contrario il seguente
in rapporto al danno scusa qualunque
errore di diritto, nel compendio quello solamente tenuto per scusabile. Per non essere in contraddizione con tutto il sistema crediamo la prima interpretazione pi
che nel
diritto
romano
trario all'altra
massima
damnum
scntit
ito-
zione tanto in damnis quanto in compendila lerrore di diritto (scusabile) pu giovare in damnis ma non in compendi. La difficolti che fa nascere questa interpretazione sta in ci, che in rapporto al compendio 1' errore di diritto anche scusa;
bile
non ha nessun
elletto
neppure Terrore di
dopo
compendium; in qualche caso di
lucrum cessane la legge chiede che T errore di diritto sia scusabile, come sarebbe
p. e. quando una persona per errore di diritto trascura il termine per la bonorum
che
si
dichiarato
possessi
il
significato del
damnum
e del
(11).
questa nostra opinione potrebbesi opporre che Terrore non potr mai essere
mentarsi de' vantaggi che vanno uniti alla bonae fidei possessio , cio T usucapione
e lacquisto della propriet dei frutti naturali ed massimamente a questo projx)sito che devesi applicare quel dato punto della regola di Papiniano, cio che T er;
rore di diritto
proposito
(Il)
(mm)
L. 31. pr.
usucapionem
18. pr emt.
1.).
de nsnr. (41.
L.
3.
).
).
Vangtrotc, O.
Pone Ili,
C. 8- 83. an. V.
I. c.
Pompon. Ubi
lei inbibel
al
1-
t.
tt.
301.
Diritto
romano
17
Digitized by
C) Della frode.
T. D. de dolo inalo
(4. 3.)
(a);
T. C. h.
dolus
t> (2.
21).
il
La volont che nel determinarsi subisce linfluenza della fropu sembrare anche apparente invece essa, come nella teorica della
reale, ed il suo manifestarsi crea un per s valido
dellerrore,
violenza e
negozio: per, come la violenza, la frode; si oppone al libero svolgimento
della personalit, onde vediamo dai Romani consacrare a questo proposito
laltra parte.
de,
medesimi principii di equit e dare a colui che soffre per malizia alcon Yactio e Yexceptio doli e con la restituzione in intiero un mezzo
per rescindere latto (b). Una sola differenza vi ha tra i mezzi dati a causa
del timore, e quelli per la frode, ed , che i primi operano sempre contro
chiunque, ossia in rem, laddove questi contro colui che si serv dellini
trui
questi sia di
buona
de, allora
il
e che
facile a
rilevarsi (d).
suppone un errore nella parte contraria; ora quando questo errore versa sul diritto ossia non scusabile,
la frode che siavi stato nell altro contraente, non pu dar fondamento a
Da
nessuna azione.
Il
(a)
dam
dolo non
si
L. 1. g. 2. b.
presume mai,
t.
Vip.
ma
Dolum malum
quum
aliud
si
Servios
quidem
mula tur
et alimi agitar.
ita definii,
4).
(e).
machinationem quan-
ptionem Fractor proposuil, ne cai dolus suus per occasioncm iuris cirilis conira naturalem acL. 13. g. 4. de ad. emt. vend. (19. 1).
L. 7. pr. h. t.
qnitatem prosit.
L. 37. g.
(c) L. 36 b. t. Marc. Si dao dolo malo fecerint, invicem de dolo non agent.
3.
de coni. emt.
(18. 1.).
(d) L. 16. g. 4.
(e)
de minor.
(4. 4).
ne, docere
3.).
L.
6. C. h.
t.
L.
licei in
exceptio-
Digitized by
Suvigny
111. 8-
durre
effetti
46 .
II.
La volont
131
130.
eh
il
fondamento di ogni
nel diritto, se
non
si
fatto giuridico
non pu pro-
momento
modo
espresso
tacito e presunto.
in questa forma
ha
il
spezione.
2) La dichiarazione della volont pu non aver bisogno della formola,
e allora sar semplicemente espressa; pel che non necessaria assolutamente la parola, basta un atto diretto come lo scritto, un semplice cenno,
e simili
non
(a).
rivolti
La
si
dir tacita.
do, e chi argomenta da essa, bisogna che faccia uso delle regole della interpretazione, poich
biguit
come
ed allora colui
in simili
tacito assentimento,
atti indiretti
suoi
atti s
nasca am-
interpretino
nondimeno
quello del diritto (b).
mestieri
Il
mai
in
(a)
mun
ci
literae,
bus lingua
bus
ei
impedimento
(b)
sit.
L. 142. de R.
eum non
Non
quam
cipri-
obligamur; quatcnus placuit, non minus valere, qood scriptum, quam quod voL. 21. pr. de legatis (32). Paul. Nutu etiam relinqui-
figuratis signifcaretur.
I.
L.
(
is
nutu relinquat
).
1. . 3.
50. 17.
negare.
Digitized
by
132
gi una volont dichiarata, onde la massima qui tacet consentire videtur n; la ragione che la legge stabilisce in certi casi la necessit di manifestare una determinata volont, onde se allora si tace, questo silenzio
chiaro indizio di un volere, e la volont quindi assolutamente presunta : cos p. e. l adozione, nello stretto significato, gi valida pel tacere
dell' adottato (c); il tacere del padre, mentre si contrae il matrimonio di
suo
figlio,
un mutuo
fatto
come assenso
il
si-
vale ancora
III.
(d);
da suo
nelle
dente paragrafo, pu alle volte non produrre i suoi effetti, poich sola
non sufficiente; ma ha bisogno del consenso di altre persone; di questa
medesimo scopo: onde ne segue che il consenso del terzo pu analle medesime influenze di ogni altra volont, come alla viopu essere liberamente dato e liberamente
rette al
dar soggetto
negato.
quando
volont dichiarata, e per tanto non fa nessuna riserva, il consenso ritenuto come tacito, specialmente quando colui, che dichiara la sua volont,
ha direttamente indirettamente
II
consenso
tacito si
(c
L. 8. de adop. (1.7).
(a)
L.
1. 8- 3.
ad SC. Maced.
quod. iussu
).
M.
15. 4.
6.
).
).
L.
26. g. 1. de pign.
20. 1
).
L. 8. g.
15. quib.
mod. pign.
20. 6.).
quod observari
deceptum esse;
133
48 .
IV. Della ratificazione.
ratifica,
il
per
consenso; appena
il
civile
nostro
il
considerato valido
do
p. e.
diritti
poscia aMevio, ed
il
medesimo tempo
ratificando nel
un
terzo,
due primi, i tre pegni non possono cerin primo luogo verr il creditore del
ma
mento
(c).
(a)
L. 86. de ind.
est,
tamen,
8. 1
60.
cf.
(c)
L. 28. in
quum
I.
80. 17
).
- L.
ad SC. Maced. ( 4. 28 ).
C. de denot. ini. vir. et uxor.
fin
quum amplior
ratifica
L. 182. g. 2. de R.
(b) L. 7. pr. C.
nalio, vel
71. g.
ad
ratihabitiones negotiorum ad
rem dedneere
sii contestali,
L.
1. 2.
veris-
deinde ratum
de
so!.
46. 3
).
si
e non da quello
(d).
).
ctsi quis,
_L.
simum
il
illud
illa
et uxor., et
Nam
ani-
Digitized by
134
Quando
non ha
e. quando un testamento nullo per difetto di fornon pu mai essere ratificato.
La ratihabitio pu essere ancora espressa o tacita cos alcuni atti
giuridici vietati, quando non sono rivocati per tutta la vita
s intendono
la dichiarazione della volont devessere formale (e)
luogo ratificazione; p.
inole,
ratificati
donante neHuItimo momento di sua vita non dispone altrimenti della donazione fatta durante il matrimonio; questa, nulla fino a quel punto, indi considerata valida.
SEZIONE
II.
I.
civili.
I.
la
I negozii civili
di
della volont di
rale
il
2)
Sono
inoltre lucrativi
od onerosi
una parte
come
la donazione
per
gli altri
Sono finalmente
3)
questi si distin-
dopo
di questa natura
sono
testamento,
la
morte
e
legato,
il
codicillo
si
possono di-
il
il
Per
ci che concerne
il
;
essenziali, naturali,
ed accidentali. Parti
donationem , minime iniimatam , nec per silentium eins , qui donava, con(innari concedimus. Sin vero spccialiler eas in suprema voluntale donator vel donalrix confirmaverit, sine ulia distinclione ratae habebuntur, ita (amen, ut si quidcin ultra lege ioitam quanplioris qusnlitatis
1.
de
rii.
L.
4. . 0.
do
off.
proc. (1.
16.)
46.
DigitizecLby
Gp oglc
135
all
esistenza del
negozio giuridico. Parti naturali quei requisiti che per legge si supponfinch non venga provato che i contraenti abin un atto giuridico
gono
biano disposto altrimenti. Tutto quello poi eh e aggiunto dallarbitrio delle parti
uno negozio
si
suppone per
civile.
. 50.
II.
Sono
Parti essenziali.
(a).
non
esiste
esistito,
nullo; lo stesso
si
dica
(b). Similmente non pu esiha per obbietto una cosa fuori commercio (c).
Nulli sono egualmente quenegozii civili, i quali si mostrano contrarii ai
buoni costumi (d).
3 Requisito indispensabile ancora una valida manifestazione di volont, e propriamente la manifestazione di una sola volont nel negozio
unilaterale, e laccordo di due o pi nel bilaterale. In alcuni negozii ol-
quando
un
requisito essenziale
la intercessione delle
donne
(e).
()
de legatis (2. 20). L. 35. de verb. ob. (45. 1). L. 31. de R. I. (So. 17).
esl, ncque pacla, ncque stipulationes faclum posse tollere; quod enlm impossibile
neque paclo, neque stipulatione polest comprehendi, ut utilem actionem aut factum efDcere
I lp.
est,
Verum
possit.
(c) 8'
Inst.
de legatis
ius, vel
(2. 260).
L. 34. 8-
1.
mores
civitatis
commercio ciucrunt
L. 83. 5. de V. O.
(45. 1).
earum
L.
1).
fit,
Omnium rerum,
quas vero natura, vel
Paul.
1. 8- 4.
de 0. et A.
L. 39. 8- 8.
44. 7).
-8-
2.
ne
fiat,
(e)
promissum
L. 23. 8-
de legatis
sii,
2. C.
(2. 20).
Vip. Si ob maleflcium,
ad SC. VeUeian.
1).
(4. 29.).
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come
l'autorit giudiziaria,
Finalmente in
5)
rescritto dell
nell
13G
strettamente richiesta
imperatore
conferma del-
richiesto necessariamente
la
un
arrogazione.
La natura
e la legge
avvisano dei
ci
III.
civili.
Delle condizioni.
51.
1)
T. D. de condilionibas et demon C.de donai, quae sub modo vel conditione vel certo tempore
7.)
V. Ueinnecii iurispr.
Rum.
et
A.
Balduini
I.
pag. 523
III. 8-
confi-
Comnienlarins de
e sqq.
Domili
116
8- 20.
I.
fa
fatto futuro
rente
la condizione
incerto
ma
solamente appa-
si
se sistituisse
un
un erede con
la condizione
erede
che sopravviva
istituito accetti la
p. e.
(a);
al testatore,
eredit
per,
che devono per diritto essere incondizionati, come l'accettazione, la diseredazione di un heressuus,
quando
simili condizioni
sono apposte ad
quae
si
).
de hered.
area etto, et
nem.
L.
guum
latto
non
I.
(b).
3) Nella
mei.
Demo
dubitai
quin
fili!
si ita aliquis
77. 193 de R.
annullato
fi
35. 1.
atti
nullius
exheredario
cum
eo valet,
filium exberedaverit
momenti
TYliua
esse exheredalio-
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Ili"
desima guisa non vera condizione quella che facesse dipendere la esiun avvenimento passato o presente (c).
II. Le condizioni si distinguono in 1 ) positive o negative; le prime
sono quando l'awemraento che fa condizione positivamente espresso,
ossia deve avvenire affinch il negozio fosse considerato come esistente;
negative, quando negativamente espresso, ovvero quando dal non accadere di un avvenimento dipende la esistenza dell'atto.
La causa, dalla quale dipende la condizione, pu esistere nellaro in un caso indipendente dalla volont oppure tra
onde la divisione in condizioni potestative, casuali,
e miste. In rapporto a quest'ultima distinzione duopo fare le seguenti
2)
considerazioni:
a) La causa della condizione pu dipendere dallarbitrio di colui, il
quale nel negozio condizionale ha tutto linteresse, o dall' arbitrio di colui, il quale si rappresenta come obbligato
oppure dipendente dalla
;
volont di un terzo.
neo
latto
il
latto
erede sotto
istituito
valido, sebbene
condizione se
la
il
come
p. e.
quando un
estra-
esteriore
p. e. si
Capitolium ascenderti
te) $.
referuntur
sin
ameni
si
ita se
(d
g. l.h.
L. un. g. 7. C.
t.
(35. 1).
de cad.
L. 12. h.
etto, in necessario
t.
conditionem
L.
1. S- 8. si
etsi
quum,
nam
L. 78.
si volet,
/urei
involontaria here-
L. 0.
de hered.
filius,
insiditi polest et
L. 11. S- 1. h.
tem implori
oportere,
Diritto
(28. 7).
t.
Vedi noi.
(35. 1).
si in
romano.
omnes
insti-
quidem sub ea
constai.
L. 80.
pr.
preced.
est,
si
Capitolium ascenderli.
18
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138
zioni potestative
tura e
casi
Quando
b)
colui
quale
il
tali
secondo
na-
la loro
al contrario la
si
deve manifestarsi
Se
(h).
come condizione
fettamente
pu valere per-
(i).
messa
in fine la condizione
la istituzione di erede,
mente
fedecoramesso
il
quanto
un semplice
fettiva
volere,
ma
legato nullo
il
(j)
se ne eccettua sola-
Finalmente se
(k).
nellarbitrio di
in
1*
adempimento della condiun terzo, in quanto che non si manifesta
un atto esteriore, la condizione sar ef-
(1).
all effetto si distinguono in sospensive o risolutive, sospensive quando la esistenza di un affare sospesa fino a che la condizione non si avvera ; risolutiva quando, avve-
3)
randosi la condizione,
il
negozio civile
un negozio
et simili,
si
risolve
principio
il
giuridico.
foerit.
(g) L. 4. 8- 1.
L- 8. de hered.
L.
28. h.
t.
28.
).
L.
4. C.
de
inst. et
re,
108. 8- 1. de V. 0. (45.
1).
L. 7. pr.
11. 8-
dare damnas
Pomp.
sii,
esto, si in
(It)
Stichum liberum
(I)
Sempronius Aere
esto,
non valet
quemadmodum
L. 68.
si
sit
13.
Capitolium non
Si quis
i,.
si ita
repositum
Atquin
si
Tilii,
quis
quia
ita scri-
instilutio.
adscriptum
sit: ti
Seius voluerit,
esse volo, raihi videtnr posse dici, valere tiborlalem, quia conditio polius est
mihi legatura est: Si Titius Capitolium ascenderti.
de hcr.
inst. (28.
8). Ved.
not.
j. L.
Digitized
by
139
ecc.
ANNOTAZIONE
Le
(l)
Le
I.
messe
sopra
in
un
quae natura
impossibiliti est)
vivi (m),
seguenti punti
mai
non messe
in
non
tocchi
il
civile (o).
3)
Finalmente quando
la
restando intanto
II.
Le
il
negozio,
come
non
qualunque negozio
2)
medesime regole
con
una
delle
prime non
le
prime
conditio
affatto artificiale,
sendo
natura immutabili, ed
le leggi di
vi
(m) g. li.
de innt.
Inst.
stip.
come
(3. 19
ma
essenziale; dap-
pu essere,
le
precedenti
si
oppongono ad un
(p).
).
quis
si
ita diierit
1.).
Gai.
L.7. de V. 0.
III. .
(30).
L. 8.
g. 4.
(|28.
non
scripta
dare spande
(p) L.
rem
L. 7. 8. de V. O. (48.
137. g. 6. de V. 0. (48.
sa crani,
est,
quo mi-
L. g. 11.
L. 9. g. 6.
1.
3. 6. g. 1. h.
t.
L. 104. g.
et legati,
(38. 1).
1.
de legai.
coelum non
attigero,
(36. 2.).
si
ita
stipuletur
a i digito
dare spondei ? pure feda obligatio intelligitur; ideoque statini petere potest.
ber. inst. (28. 8).
habetur. L.
7 ).
quando dies
t.
L. 29. de
{18. 1.).
98.
de hered. inst.
10. Inst.
che es-
oppongono alle
quae lege implori
si
1).
1).
Venul.
Savigng,
Quum
I. c.
L. 80. g. 1. de
p. 188. ss.
sii
si
aut religiosam Titius vendiderit, vel forum aul basilicam, et huiusmodi rea, quae
publicis usibus in
perpetuum
relictae sint.ubi
onmimodo
non
potest, vel
Digitized
by
140
III. Tutt' altro poi se consideriamo le condizioni moralmente impossibili, poich esse possono accadere; se non che contengono un principio contrario ai buoni
costumi: onde le prime due specie sono veramente impossibili, queste sono equipa-
Per
la
vivi,
le
dovrebbe adempiere;
quando
la
persona, che
cosi p. e.
la
(ved.
|t)
III. 1.).
IV. Sulle condizioni impossibili in "generale son da fare ancora le seguenti considerazioni
1
possibile ebe la causa, il principio che rende impossibile una condizione
solamente temporaneo; pure, se al momento della conchiusionc del contratto essa
il negozio civile (u). Al contrario, quando la condi)
sia
il
una condizione
(v)
Le
leggi tacciono
com-
pletamente in rapporto agli alti tra vivi; sicch mestieri ricorrere alla teoria generale, ossia che l'atto civile addiviene nullo; eccetto per il caso, quando molti in-
non
id tacere ei
liceat, millius
momenti
nune impossibile
dum
-L.
3.
(r)
(s)
(2.
rem
pertinet,
quod
quae na-
quod
de instimi.
(u)
(43.1).
1. g. 2.
1).
g. 24. Inst.
L. 2. de cond. ob turp.
L. 121. de V. 0. (43.
!..
h.
t.
(28. 7).
(6. 23).
14). L.
(t)
de V. 0.
(12. 3
1.2. C. si
. L.
8.
de
mane,
ita
L. 7. g. 3. de
paci.
1).
(vj
(I)
L. 112. pr. . 2. b.
t.
L.
do inut.
causam
(38. 1).
1).
1).
L. 8. G
b.
t.
g. 2. Inst.
de
(6.46).
Digitized
by
141
biles
(y).
52.
I.
si
ed incerto:
La condizione affermativa adempiuta, quando avviene il fatto indicato, e qualora esso non interamente s' avveri, la condizione non pu
1
dirsi adempiuta.
2)
La condizione negativa
che avvenga
il
fatto indicato.
Ma
effettuata,
quel fatto diventa impossibile solo dopo la morte di chi potrebbe com-
negli
atti di
sotto
se
il
La condizione
si
favore di colui pel quale venne fissata, nel tempo e nel luogo stabilito, e
nella
effettuate,
quantunque
Cai. Insto.
(a)
III. $.
s effettui
(b).
97. 98.
admoduin
si
sant. $. 1. Sed
est, et hie
quam
Titii
domino dandum
sit; et
onseqaens
servo dari. g. 3. Centra, qui domino debet dare, non implet cooditionem dando servo
dominus consenserit; nemo enim in tali specie condilionem, nesciente me vel nolenimplere potest.
L. 41. g. 12. de fideicom. Ub. (40 3).
(b) L. 181. de R. I. (80. 17). Cip .Iure civili receptam est, quoties per eum, cuias interest,
eius, nisi si
te,
Digitized
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Quando
b)
142
messa
la condizione, la
impe-
(c).
IL Per
1
compito;
me se
nasce che
a
(e).
Se sotto condizione
si
come
della condizione
ipotecarla, costituirvi
(f).
(3S.
(40. 7).
(c)
L. 24. b.
t.
condilionem implori,
set;
quod plcrique
L. 11. 23. h.
(d) L.
I.
et
Ct,
ad
(28. 7).
94. b.
t.
rcceplom
legata, et
L. 34. g.
(35. 1).
L.
4.
de
legatis.
(31.).- L.
3. g. 8. 10. 11. L. 4. g. 5.
servum
8. g. 5.
post dies triginta adita est, iure quidem strido ita roanumissus
liber esse non potest, quoniam conditione dcGcitur, sed favor liberlalis, co rem perduiit, ut respondeatur eipletam conditionem, si per euro, cui data csset, non starei, quominus eipieretur.
set, liberuro esse iusserat,
(e)
1).
Vip. Si
filius familias
lus fuerit, deinde eititerit conditio, patri actio competit, quia in stipulationibus id
ctalnr,
L. 108. h.
t.
(38. 1).
L. 18.
de R.
I.
L.
tempus
spe-
(SO. 17).
L. 11. g. 1. qui pot. in pign. (20. 4). Gai. Videamus, an idem dicendomi sit, si
sub
conditione stipulatione facta hypotheca data sii, qua pendente alius credidii pure, et acccpit
eandero hypothecam, lune deinde prioris stipulationis distai conditio, ut potior sit, qui postea
(fi
babetur, ac
melius
si ilio
(g) g. 4. Inst.
iri
num
dicendum;
est, sine
est.
de V. 0.
in
(3. 18)
Digitized
by
c)
143
mentre pendeva la condizione debbono esser resticosa dopo ladempimento, avendo nondimeno sempre riguardo
raccolti
i frutti
con
tuiti
la
d ) La stessa cosa per la istituzione dun erede sotto condizione; perocch la successione ereditaria non pu avere altra origine che la morte
del testatore, di guisa che
il
diritto dellerede
statore.
mentre pendeva
dallerede,
t del testatore
sto
poich
la condizione;
se un termine, anzich
si
frutti raccolti
interpretata la volon-
(h).
Quando
f)
go
come
come
esercizio di esso
2)
la retrotrazione e s diritto
fino a quel
(i).
Appena certo che la condizione non pu adempirsi (conditio depresume che la relazione giuridica non fosse mai venuta ad esilaonde se un oggetto stato alienato pendente conditione, mancan-
ficiens), si
stenza;
do questa, rivendicato da colui che 1 avr trasferito; cos che questi avr
diritto non solo alla propriet dell oggetto ma a tutti i frutti raccolti dal
possessore pendente conditione (j).
3 ) Al contrario nel tempo che pende la condizione risolutiva il negozio civile si ritiene come compiuto, come se fosse stato conchiuso senza
condizione, ma appena la condizione si avvera, 1 alto si risolve in modo
,
come non
tii
(k).
Per
decem
dem
obligalum.
dari spoponderit,
L.
2. g. 5.
de don. (39.
Iulian. Si quia,
de usuf.
ti
(7. 1).
con
L.8.
2).
5).
L. 15. g. 6. L. 24. g.
1.
L. 108. in
(i)
fin.
de V. 0. (45.
mod.
1).
g. 1. (in.
(h)
2). L.
L. 36.
1).
L.
lavul. Nulla promissio polest consistere, quae ei vo9. g. 1. qui pot. in pign. (20. 4).
l~ 3. in fin. quib.
(j)
1).
Vip.
Si
quis
fuudnm
mox
emtus
donalus
videtur quasi sinc prelio facta venditio; ideoque sitnilis erit sub condiUone
testatori,
tanti,
21.
fin.
de solut. (46.
(k) L. 3.
si
conditio defeccrit.
L. 8.
pr.
3).
1).
sit,
ut
si displicuisset,
inemta es-
non esse sub conditione distractam, sed resolvi emlionem sub conditione.
diem add. (18. 2).
L. 4. C. de pactis int. emt.
L. 1. de L. commi*. (18. 3).
sct, constai,
de in
est,
L.
(4.
2.
54J.
Digitzed by
tutti
fino
144
i
frutti, e tutte quelle disposizioni prese sulla cosa, le quali, valide
aHavvenimento del fatto, sono annullate (I) (2).
ANNOTAZIONI
(t) Il
dopo adempiuta
condizione
si
estende
il
al solo diritto
non avr altro diritto dopo adempita la condizione che d' avere solamente la cosa,
e non i frutti di essa (m). Questa dottrina ci sembra poco in accordo coi principi
generali della condizione, i quali possono restringersi in queste parole: pendente
conditione
il
piena,
si
dotto giurista da
momento
ma
posciach la condizione
il
dall' altra
che
il
ma
potremmo negargli
frutti di gi arretrati;
non
non
v
dall
gli effetti
perocch se
adempimento
il
imme-
promet-
della condizione,
per s i frutti raccolti nel frattempo, ossia in quel tempo nel quale egli non dev essere pi considerato proprietario. Si potrebbe certamente rispondere che il promettente raccolse i frutti in virt del diritto di propriet eh egli uvea ancora pendente
il diritto del promissario sui frutti comincia dal solo momento
adempiuta la condizione. Questa obbiezione
per quanto grave sembri a primo aspetto, pure non abbatte la nostra dottrina; imperocch gli effetti della tradizione dovrebbero aver principio dalla giusta causa
conditione, e che
medesima, ossia dalla conchiusione del conti-atto come lo stesso diun effetto della tradizione. Infine se il diritto di propriet
i frutti anche quando avvenuta
condizione, lo stesso dovrebbe essere ancora per la condizione risolutiva: pen-
della tradizione
ritto di propriet, eh
dente
la quale,
il
promissario
si
frutti in forza
del suo diritto di propriet ora non appena la condizione risolutiva si avvera, egli
obbligato a restituire i frutti raccolti pendente conditione; ma le condizioni del
promettente mentre pende la sospensiva, non sono le medesime di quelle del pro;
missario mentre pende la risolutiva ? E se cosi , non dovrebbero valere le conseguenze medesime? vero, entrambi sono certi della loro propriet, finch non avviene la condizione, ma tostoch essa si avvera, questi non considerato pi proprietario fin dalla conchiusione detratto, o con altre pai-ole
il
suo diritto
di propriet
(l)
1).
(m) T'anser, 0.
c. g.
L. 4.
g, 3.
2).
L. 3. quib- mod.
93.
Digitized
by
Gc
delle parti.
ti;
ma
Dunque bisogna
145
qualunque caso tener presente la volont delle parmanifesta, bisogna ricorrere ai principii generali. N
in
si
ancora
non a
torto, nei legati si voluto vedere piuttosto un termine apposto all atto, anzich una condizione: per conditioncm tempus demonstratur (n).
il diritto di pro(2) pure controverso se, avvenuta la condizione risolutiva
,
priet
si
nione che
il
che tutte
in
in
ta
le disposi-
il
vero pro-
prietario, eh
il
il
la dottrina del
esporne almeno
Il
la
comune
punti principali.
diritto
che
d'
si
compie
obbligar
l'
la
condizione risolutiva,
altro a riconsegnargli
1'
il
pro-
oggetto:
il
ragiona:
sotto
come
se
il
Se
torni al promettente.
riconsegna,
il
solamente una finzione, che bisogna sia provata per legge. Ora deve sembrare
massimamente improbabile, che tale finzione possa essere in aperta contraddizione
col principio fondamentale del diritto romano; poich la propriet non si acquista
col solo contratto,
mune
ma evvi
bisogno della tradizione. Ritenendosi adunque la coun solo contratto sulla restituzione aggiunto al con-
un princiromano. Per quanto ingegnosa possa essere questa argomentazione pure non basta a convincerci. Non possiamo contraddire il principio
dell acquisto della propriet, ma 1' applicazione a questo caso ci sembra poco esatta; imperciocch bisogna convenire, che il contratto, fondamento della tradizione,
pu pi da vicino limitare o determinare il modo come la tradizione dovrebbe cfleltuirsi. La iusta causa un elemento essenziale del trasferimento della propriet,
perci questa pu essere trasferita nella medesima guisa, come stata determinata
nel contratto, quando per contratto stabilita. La stessa durata della propriet pu
essere limitata dalla giusta causa, di maniera ebe quando nel contratto si stabilito
che la propriet dell acquirente dovrebbe durare per un tempo determinato, si ha
che questi potr essere proprietario fino a quel tempo determinato, cosicch, giunto
il momento, egli non pi proprietario, ed una retradizione nel significato giuridico
(n) L. 22.
(o)
quando
dies (30.
Giornate di Giessen,
Diritto
romano.
II.
ss.
pag. 270.
ss.
10
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by
140
della parola in questo caso non solo non necessaria, ma non neppure possibile;
poich quello che non si ha, non si pu trasl'erire agli altri. Quando si riconosciuta
la vera natura ed applicazione di questo principio, non si pu non ammettere, che,
qualunque disposizione presa sull'oggetto, cada da se stessa nel tempo determinato.
il contratto con condizione resolutiva determina e limita la propriet dellacquirente, e conseguentemente nell istesso momento che la condizione si avverata,
cessa di esistere la sua propriet con tutte le disposizioni prese sull'oggetto; ed in
questo modo il donrinium revocabile ex tunc corrisponde perfettamente alla natura
delle giuridiche istituzioni. Non mestieri protrarre il ragionamento, quando vi
sono una quantit di leggi in sostegno della comune opinione, che Riesser ha voluto
arbitrariamente interpretare; in un passo di Ulpiano (p) alle parole: rem pignori
esse desinere, egli vuol aggiungere: rem pignori esse non desinere, ed in un altro
passo di Ulpiano contenente lo stesso principio (q), per salvare la sua teorica vuol
vedere piuttosto una condizione sospensiva, che una resolutiva.
E non meno arbitraria l'interpretazione del Riesser ad un altro frammento di
Ora
Si guis
Ulpiano ancor pi chiaro de precedenti. Il romano giurista cosi scrive
ege emerit, ut si alius rneliorem conditioncm atlulerit, recedutile ab milione,
:
hac
post aUatain conditionem iam non palesi in rem aclionc itti. Sed si cui in diem
addictus sii fundtis, antequam adieclio sit facta, ati in rem ad ione palesi poslea
,
non poterit
|r).
che quaiulu
una vendila secondo la legge cominissoria, e al venditore non sialo paun tempo determinalo gli si concede la rei veiidicatio, il nostro
vuol vedere piuttosto una condizione sospensiva mentre nella legge com-
fatta
gato
il
prezzo in
giurista
(p) L. 4. 8- 3.
(q) L- 3. quib.
de
in
diem. add.
modis pign.
(r)
(a)
L. 11. 8- IO.
(I) !..
8.
quud
vi
20.
18.
).
L.
3).
mod. pign.
20. 6
).
).
3. quii,
L. 4. C.
L.
4. 8- 4.
de paci.
ini.
de
in
emlor. cl vendilur.
(4. 34).
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missoria
117
si
risolutiva
come
l'
13. <Je pignor. act. (13. 7.) ; imperocch questa legge suppone il caso, che un creditore pignoratario venda la cosa impegnata, e la venda a condizione che il debitore
riprenda l'oggetto, quando avr dato al compratore il prezzo della compra ; ora in
questo caso il debitore pu intentare contro il compratore dell'oggetto impegnato la
nome
il
creditore pigno-
una condizione resolutiva mentre il Riesser nega che vi sia vendita dell' oggetto,
ed opina che si debba giudicare come una cessione del pegno il che impossibile
;
in (pianto che in questo caso per far uso della rei vindicalio bisogna che
non
presti
la
il
pegno,
ma
il
debitore
L'errore del Riesser venuto dal non aver distinti due casi tra loro differenti.
quando si trasmette una cosa senza limitazione o condizione nella pro-
di vero
priet altrui, e
si
ha facolt
di
prender loggetto
un tempo determinato, o
in
in de-
il
che
la
quando nello
altro
stesso
quando, cio
momento che
si
limitato
trasferisce
il
tempo
della tradi-
obbictto si stabilisce
questa una vera condizione risolutiva. Ora tutti gli argomenti di legge che il Riesser cita a conforto della sua opinione, si riferiscono tutti al primo caso (v). Pi ap-
parenza
che
il
di ragione
fatta
venditore, avvenuta
vindicalio per conseguire l' oggetto principale ; e quanto ai frutti poi il venli potr mai rivendicare, anche quando fossero extantes, per la ragione,
che questi non furon mai nella sua propriet.
Un alleo argomento crede il Riesser di trovare nella L. 19. de usurp. (41. 3.},
nella quale si domanda, quando un negozio stato conchiuso sotto una condizione
risolutiva , se il riacquirente pu ascrivere a se il possesso del primo acquirente
pendente conditione. Giavuleno crede di rispondere affermativamente c la sua ragione la seguente: quoniam co genere rctroacta venditio essct redhibitioni similis; in qua nondubito tempus eius qui redhibuerit, venditori accessurum, quoniam
ca venditio proprie dici non potcst. Prima di tutto in questa argomentazione non si
tratta del principio della perdita immediata del diritto di propriet , n che avverandosi la condizione risolutiva, avvenga qualche cosa di pi che non la semplice
accessione di tempo ossia la retradizione, il perch Giavuleno mette da una parte
una simile quistionc ma dalla medesima argomentazione ne segue che in rapporto
la rei
ditore non
L.
(19. 5.).
(x)
3. C.
do paci.
L. 2.decond.
(8. 54.).
4. L. 16.
de
in
dicm add.
Conf. L. 6. .
1.
L. 12.
de concenti. (18.
de prtes. ver.
1).
L.
4. g.
(18. 2.).
Digitized
by
148
messa analogia dell' aedo rcdhibiloria, ma non perch questa anadebba valere in ogni rapporto poich qui devesi piuttosto ritenere un argomentazione a maior ad minus, in questo modo (piando nellazione redibitoria ha
luogo laccessione, lo anche quando si avvera una condizione risolutiva, poich in
entrambi casi la propriet dell acquirente avviene ipso facto. Finalmente non
all'accessione
logia
pi felice
caso non
si tratta di
una condizione
7. . 3.
del
risolutiva
I.
D.
ma
di
), poich in questo
una condilio oh causare
23. 3.
datorum.
. 53.
B. Della
Savigny,
III.
. 123-127.
la
La determinazione
del
con
altre parole
lus), se si sa
quando
si
incerto, se si sa
il
il
ma
il
quando
ma
(c).
relativamente
(b);
signora se avverr:
quando
(a) L. 41. g. 1.
signora
Ora
di queste quattro
combi-
nam
vel ex die
dirm; ex
p. e.
assolutamente
Mar Hit
natura Dace est, ut ante dicm non exigatur; ad diem aulcin: ust/ue ad kalendat dare spondei?
Placet
quominus
1.
c. (30. 2).
Pompon.
L. 21. pr.
(45. 1)
L. 1.
g. 1.
si
quando
quum
ila
1. . 2.
scribitnr: Aerei
insl. (28.3.).
nam dicm
moriturum heredem
et superficies transcat
L. 34. de hcred.
de V. O.
si
de
meu
legatarius ante
1. L.
6). L.12.
g.
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149
due
si
confondono con
gole di queste
po
relativa ad
(d).
un
le condizioni,
Una eccezione pu
che
fatto,
farsi
si
lamente
il
seconda
la
quando.
il
dies
(f),
ad quem, ad diem
(g).
r di avere efficacia.
ma
solamente
gli ef-
della medesima, restando intatta in ogni caso la validit dell atto in-
trapreso
(d)
(h).
(e) !.. 5. C.
(f)
7). 8-
L. 56.
quando dies
(6. 53).
2. Inst.
de V. 0.
(3.
6).
L. 21.
6).
15). L.
3).
1
I.
43.de 0.
et
A. (44.
V.S. (50.16).tflp.
Cedere diem signiGcat, incipcre deberi pecuniam; venire diem significai, cum diem venisse, quo
pecunia peti possit. Cbi pure quis slipulatus fuerit, et cessil, et venit dies; ubi in diem, cessi!
dies, sed
nondum
venit; ubi sub conditionc, ncque ccssit, ncque venit dies pendente adirne
conditionc. L. 16.
inst. (28.
pr.
de bered. pet.
et a
(b) g. 2. 4. Inst.
stipulatio
fit,
velati:
diem sliputamur,
pr.
de V. 0.
(5.
3). L.
5'..
L.
3. 15)
4-4.
L. 22. de 0.
diem autern
L.22.de cond.
A. (44. 7).
slatini
quidem debelur.sed
peti prius,
est, in
et
de 0. et A. (44. 7).
In diem, quum adieclo die, quo pecunia solvatur,
g. 1.
quam
oliliter
quod in
non potest. 1..46.
? id autern,
dies venial,
mod.
(8.
55). L.
5.
de nov. (46.
2).
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by
Non ad ogni
terminazione di tempo;
apposto,
atti
vi
sono
atti
che restano
da un
viziati
termine
tal
ne quali
come
il
(i).
$ 54 .
C. Del mollo.
modo
Savignij,
III.
un
(fi.
U3).
8. 128. 129.
al-
tro elemento accidentale, per mezzo del quale singiunge a colui che riceve vantaggio di adoperare 1 obhielto ricevuto, od il suo equivalente in
tutto o in parte per uno scopo determinato; o di dare qualche cosa (a) sen-
modus.
2
Il
modo non
gato, o di
una donazione, ma
fa
il
le-
benefizio
Qui torna acconcio di far rilevare la differenza che passa tra con-
dubbio se continuer ad
modo
esistere;
certa, e
la esistenza
mentre
gli effetti
obbligazione di adempire
un ne-
di
modo
(i)
nem,
prima
vcluli emancipati, aeccplilaUo, hcrcdilalis adilio, servi opti, datio lutoris, in (olimi vi-
ci si potr
de hered.
(a) L.
L. 34. de ber.
vilio
parlcm
alii
monumcntum
restitucrct,
1).
testatori, vel
in
hoc legniuni
sit,
ut
L. . 2. de inanumiss. test
(40. 4).
(b) L. 80.
tuis
id est
donando
1).
L. 9. C. de donai. (8. 54
diiisli, sivc
pracscriptis verbis,
stipulammo
).
Pioelei
et
Maxim.
implori proibirai.
Digilized by
Googl
che
vi si
sospensiva non
si
avvera, o
si
avvera
le,
considerato co-
modo non
e,
annulla
se impossibi-
il
derato
(c);
la risolutiva, latto
l'inadempiniento del
tccia sorgere
si
in diritto
potr solamente costringere lunico erede o con straordinarii mezzi coercitivi, o col rifiutare 1 azione di eredit proposta dallo stesso erede. Se
sono molti eredi, allora un coerede con la stessa actio familiae crciscunpotr costringere all'adempimento colui, a cui fu imposto il modo.
Una vera forma di obbligazione prende il modo, quando imposto ad
un legatario, in quanto che lerede prende il posto del defunto, e costringe il legatario alladempimento, negandogli il legato per mezzo dellexce-
lae
do
il
modo
speciali,
stringere il donatario per mezzo della c ondictio oh causam datorum, ovvero anche un terzo, che ne pu essere interessato, con una ulilis actio (f).
(c,
L. 40.
g. 3. L. 71.
pr. .
2.
I..
1).
L.
19. de le-
gatis 32). Valerio Si libi legaluin est ve) fidcicommissum relietum, uti quid facias, eliam si
non
negandam
libi
aclionem,
si
de cond.
(d) L. 37.
dii.
insl.
(28. 7.).
et
mortilo Siiclio
nomo
demonst.
Idem
Vip
I..
est
atti:
centum
(c)
L. 40. g. 3
dato
ita, ut
eum
L. 71. pr. g. 1. 2.
Quum
in
(f)
I..
8. g. 6.7.
de con-
si
si
pare-
palesi.
L. 80. de cond.
et
demonst. (33.1.).
L. 48. de
meni
Titius manumillal, diti, petenti legatario Stichum eiceplionem doli mali ob-
de ann.
ila lego, ut
vidclur
Tilia
L. 3. 8. C. de cond. ob
causam
(33. 2.).
4. 6-
).
L.
g. 3.
Valerian.
cl
donalio, ut neutri alienandac suae portionis facnltas u Ila competcret, id eflcit, ne allentici coprorsus alienarci, vcl ut donatori vel eius beredi condictto, si non fueril con-
rum dominium
L.
3. C.
modo
(8. 58.).
Digitized
by
152
. 55.
III. linllllk
Savigny, IV.
de'ncgozii civili.
g. 202. 203.
ossia esso
effetti
te;
3 ) La differenza che esiste tra queste due specie di nullit rilevanimperciocch nel primo caso propriamente parlando non esiste nego-
negozio esiste,
no
La
pu seguire da un avvenimento indipendente dallumacome quando una condizione sospensiva deficiente, o si av-
nullit
arbitrio,
la rescissione;
sia fin
un nego-
zio civile,
quando
altri si
mente, e questo vale tanto per la nullit propriamente detta, quanto per la
nascere;
ma quando
quando si fatto un atto giuridico sotto la inuna minaccia, esso rescindibile fin dal principio; mentre quannessun momento da una eccezione di
prescrizione, o da una sentenza giudiziaria, il motivo non nellatto stesposteriore. Dallaltra parte
fluenza di
so,
ma
C
vien di poi.
)
Quando
il
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153
principale: Utile
per
inutile
Un negozio civile
il
non viliatur
ma
intatto rester
atto
(a).
notare:
1
Quanto
alla nullit
a questa massima
(b),
Romani
si
non se non
la ripetizione della
massima
riconosciuta, ed a questo proposito diflcile stabilire una regola generale; ma duopo decidere secondo i casi particolari: p. e. quando un non
proprietario vende una cosa, ma pi tardi addiviene proprietario, si convalida la vendita senza bisogno di novella tradizione
(d).
quando un
cambia
di parte essenziale, si
(a)
(
45.
rili
1.
di
Vip. Sed
si
L.
slipulationes,
una
si tot
L. 1. g. 3. de V. O.
Stichum spoponderis , Sti-
et
ncque
banc inu-
tilem.
(b)
(c)
L. 201. de R.
(d) L. 42.
(e)
I.
Quod
initio
(50. 17.).
de usurp. (41.
L.
1. pr.
7.).
3.).
L. 1. de iure codic. (29. 7.). L.8. C. decodiciU. (8.38.). L. 8. pr. deaccept. (46.4.).
Diritto
romano.
20
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134
S.
56.
IV.
civili.
campo
al
dubbio ed
delle parti
terpretazione.
secondoch l'interpretazione
dottrinale,
latto,
all
(a).
quindi mestieri cercare la vera idea delle parti per mezzo della ininterpretazione autentica e la
l'atta
ovvero da un terzo.
Le regole
applicate per la
te dal carattere
tazione
di questa interpretazione
Quando
le
le
si
d luogo ad interpre-
(b).
Quando
come
nellinterpretazione
le,
primieramente spiegare grammaticalmente le paroche esprimono la volont, avendo riguardo naturalmente all'intenzio-
ne
Se dopo
tale
pruova rimane ancora ambiguit, si deve allora acsecondo cui il negozio esiste, o che risponde alla
sua forma e
4
(a)
al
suo carattere
(d).
L. 96. de R.
I.
SO. 17
).
L. 219. de V. S.
quam
vult,
(6. 28.).
L. 21. g.
neque
L. 7.
g. 2.
quod vox
de supell.
1.)
(80. 16).
quum
sentenlia spe-
sed id duntaxat
significai,
quod volumus
itaque
quod
id,
L. 3. C. de liber. pracl.
V. L.
L. 9. pr. de
Cum
non debcl
adroilli
id dicit,
5.).
(b) L. 25. g. 1.
Yolnntalis quaeslio.
(c)
1.
maxime
sumendum
ad tonsuram venerint.
esl,
L. 69.
nam
princ.
in
eodem. de
legatis (32).
L. 31. de R.
vi.
gua oralio
reat.
est,
commodissimum
L. 66. de
ulilius ei est,
5.).
est, id accipi,
quo
rcs,
ambigua,
(13. 1.).
vcl oratione
L. 67. de R.
usua
quam
sii, id,
pe-
quod
I.
Digitized
by
in ispecial
modo
5
colui
Nei negozii
latto,
in caso di
dubbio
si
(e).
presume contro
si
civili bilaterali
quale stipulava
il
155
fatti
sempre
favoriti
(f).
causae favorabi-
les), e
Come
l'interpretazione pi o
meno
larga di
un negozio
un
come
si
si
civile
pu
crede pregiudicato
la protesta
e la riserva,
menomare
il
un
diritto di
SEZIONE
altro.
III.
FATTI ILLECITI.
57.
Idea de
I.
Ma
legge.
fatti Illeciti.
Il fatto illecito
il
fatto sia gi
in diritto privato
condo elemento,
ta
il
L. 9. de R.
to)
R.
fa
illecito,
ma si rileva
che colui
L.
I.
(f)
I.
quid acttun
sit,
/> opinion.
quorum
est, sequirour.
L.
86. de
fuit (nestaie
L. 21. 33. de
L. 38. 3- 18. de V. 0. (45. 1. ). Vip. In stipulationibus quumquaeverba conira stipulalorem interpretando sunt. L. 172. pr. de R. I.
quod minimum
34. eod.
dum
id,
quod
credendum
est.
I.
Digitized by
156
tabile,
Sol quando in
effetti giuridici.
lattore (a).
Che
fatto illecito
il
pu portare con s
la
conseguenza che
il
de-
dura consistente nella pena privata, ossia in ci che lautore del fatto debba dare a colui il quale fu pregiudicato dalla sua azione pi di quello che
gli deve; sicch in fine si opera un vero cambiamento di patrimonio, scemandosi quello dell autore del fatto vietato, ed accrescendosi quello del
danneggiato.
. 58 .
11.
Donell.
Comm.
Elvcrs, Doctr.
tir.
ior. civil.
civ.
XVI.
I.
Della colpa.
c.
7.
/lasse,
La colpa
in diritto, Kiel
1815
L. 134. g. 1.
(a)
de R.
I.
Nemo
suam
condiiioncni
facero potest.
(a)
circa in-
ius, id
culpa quis occiderit, et ideo inierdum ulraque ratio cuncurrit, et legis Aquiline,
est, si
ad L. Aq.
(9. 2.).
L.
alia
de V. 0. (45. 1.)
damni,
L.
de minor.
Dolum malum
alia conlumcliae.
9. g. 3.
L. 0.
g.
et in-
L- 10.
(4. 4.).
dem
quemadmodum
est,
quum
suam
Servius quidem
ita definii!,
Tacere intelligitur,
quum
ma-
L. 15.
g. 47.
(47. 2.).
- L.
3. g. 6. de
hom.
lib.
e\h.
(43. 29.).
Digitized by
157
ma
mancanza
di
ed allora
si
di diligenza,
ha la .colpa nel pi
o di risolutezza in
colui,
che
la
commette,
mez-
zo a questi due estremi avvi un punto medio, ed quel movimento del1 umana volont, al quale non manca la intenzione alquanto manifesta, o
la coscienza del
illegale,
male operare
ma il
non ha nulla
di
colpa prossima
Quando
2)
la volont
dazione pi propriamente
delitto,
il
il
do-
lo (f).
Comunemente
3)
ed extraquilia, per
risarcimento del danno, ancorch 1' azione sia
prima si obbligato al
per inavvedutezza , come ci segue massimamente quando si produce un danno neHal trai propriet (g). La colpa extraquilia daltra parte consiste quando non si d ci, che ad un altro si deve in qualit di debitore. Da ci risulta che la colpa aquilia consiste sempre in faciendo e
la
fatta
produce obbligazione
altra
in
gi
. 59.
1) In
di sorta
. 58.)
di portare
il
giudice,
il
quale
manca al suo
ufficio col
rende-
La colpa che entra nel dominio della legge Aquilia non va soggetta
neppure a gradazioni ; la stessa obbligazione che nasce dal danno com2)
(d) L.
61
(e) L. 7.
malo,
depos. (16.
3.).
(f)
ita
(47. 8.).
L. 3.
g. 2.
opem
1.).
L. 7. g. 7. de dolo
ait, sicut
malo posse.
L.
12. 14
nemo
L.
(4. 3.).
2. pr. 4. pr. vi
de aduli. (48.
8.).
L.
bon. rapi.
10. ad L.
(9. 2.).
Digitized
by
158
messo con pi o meno intenzione di produrlo, nasce ancora da una semplice inavvedutezza
(a).
colpa nello stretto significato della parola si ha qualche grafondamento della seguente distinzione , che colui il quale
sta in una relazione di obbligazione ha interesse di prestare una certa
premura e diligenza , e che la negligenza, sia che si manifesta con una
azione positiva, sia con una negativa, apparisce come una colpa: dalla pi
3) Nella
dazione
il
no
La colpa
(b).
lieve, levis
culpa
quando
si
richiede la diligenza di
un
(c).
consiglia altrimenti
concreto
(d); in
ANNOTAZIONI
(1)
estremi ed uno
Si distinta altra volta la colpa in tre gradazioni, due gradi
la culpa levissima, il termine medio
i primi sarebbero stati la culpa lata, e
medio
la
culpa
levis
si
modo
di diritto
dichiarata
al contrario
(a) . 3. Inst.
si
quando un subbietto
da un negozio
de V.
Jigunt. V- anc.
(c)
S. (#0. 16.).
L. 113.
L. 13. g. 1.
L.
. 2. eod.
L. 7.
finis est
g. 4. Inst. quib.
de legatis (30).
mod.
L. 137. g.
2. 3.
quae non
fecit,
de V. 0. (43.
L. 23.
(2.
1.).
g. 7. locati
19.). L. 47. g. 5.
19 . a.)
suis diligcntiam.
(e)
inlelligere,
non
Doncll, XVI.
3.).
L. 22.
c. 7.
Digitized by
159
quando guadagna
Quando
scrittori.
tro
consideriamo
il
relazioni giuridiche.
di
principio dovrebbe accettarsi in tutti quei negozii civili che sono stati conchiusi nel
un contraente.
La legge 13. g. 1. de pigri, act. 13. 7.), e specialmente si fondano sulle paVenit autem in hac actione et dolus et culpa, ut in commodalo, venit et cu stodia
vis maior non venit
e la legge 19. G. de pigri. 8. 14. ), nella quale
si rammenta la custodia oltre al dolo e alla colpa ma la custodia non per s una
gradazione della colpa, ma una specie della diligenza.
Pi
apparenza di verit ha l'argomento tratto dalla legge 5. . 2. Commodati
2)
13. 6.), nella quale Ulpiano cosi si esprime: Nunc videndum est, quid veriat in
commodali actione, utrum dolus, an et culpa, an vero et omrie periculum? Et qui dem in contractibus inlerdumdolumsolum.interdum etculpam praestamus; dolimi
1)
role
nam quia nulla utilitas eius versatur, apud quera deponitur, inerito domerces accessit, (tunc enim, ut est et constitutum
etiam culpa exhibetur ), aut si hoc ab initio convenit, ut et culpam et periculum
is, pencs quem deponitur. Sed ubi utriusque utilitas verlitur,ut in emto,
in deposito,
praestet
genliam.
anche
Ora dal perch in queste ultime parole oltre alla colpa si rammenta
non significa che deve prestarsi la diligenza in un grado ideale
la diligenza
ma la
cosi detta diligenza in abstracto', come ancora lo stesso viene in: bis quidem et diligentiam, ecc. della legge 23. de R. I.; e nella
legge 47. g 5. de legalis, diligendo la medesima ossia la cosi, delta diligenza in
abstracto. Daltronde quella distinzione non solo mal fondata, in quanto vi sono
(
lenissima J,
espressamente
ci
(f)
;ma
contrasta altres
allo spirito del sistema: cosi p. e. spesse fiate nelle obbligazioni, nelle quali
quella scuola
si
(f)
levis
si
secondo
che secondo
V. oltre alle leggi citate nella nota c. le L. 17. 8- 2. de praes. ver. (19. #.). 108.
de legatis
(30).
(g) L. 36.
L.
10. 8- 1.
commodati
g. 12.
(13. 6.).
(3.
24.).Conductor omnia
ab co custodia
lalis desidcratur,
Digitized
by
quella teorica sono messi sotto
medesima regola
in cui
cosi p. e. la locazione e
160
due categorie
il
differenti,
comodato
rammentano
solamente
la
sono nei
(h)
leggi
le
famUias.
Da ultimo
nella
medesima legge
si
evita
quum a
.
significato troppo
il
60 .
Del dolo
zio civile
risponde sempre:
si
la
seguenti regole
le
Come
per se
(a).
ne-
Si responsabile di dolo
quam
nebitur. L. 28.
(i)
commod.
si
(b) L. 1. 8. 5.
est;
1. 3. 7.
(c) L.
amiserit, de reslitoenda ea
non
de 0. et A. (44.
7.).
bonam
non probabis,
(idem, contra-
est.
L. 226. de V.
S. (80. 10.).
I.
(SO. 17.).
L.
8. 8. 2.
comod. (13.
6.).
Vip.
omne pcriculum?
merccs accesserit
iuitio
tane cnim,
quem
quem
si
hoc ab
L. 10. 3.
de logatis
nam
ut est et constitulum,
utiiitas vertitur,
culpa praestatur.
tiam
tc-
(9. 2.).
culpa
rem
(13. 6.).
(a) L.
(b) L. 8. $. 18.
(k)
si praestiteril et
1.
L. 12.
pr. eod.
L. 17.
5. 2.
culpam praestandam,
I,.
et diiigen-
108. 8. 12.
(30).
Digitized by
161
condo
generale
la regola
si
il
marito riguardo
pillo
ai
ai
(f).
CAPITOLO
V.
DEI DIRITTI.
61.
I.
biettivo
Concetto c divisione de
Ciascun diritto in senso subbiettivo ne suppone uno in senso obche pu essere o una norma di diritto, ovvero una spe( . 5 ),
gono
regolati
golati
da
diritti
da norme generali, ed
speciali concessioni
Il diritto
diritti.
pu riguardare
propriamente
generale
diritti in
detti (tura),
in privilegi che
).
le persone,
il
che
si
capacit personale, quanto alla potest di una persona sopra unaltra intesa questa parola nel senso pi ampio; cio
(d) L. 8. g. 3. 6.
de precario
(43. 26.).
(e) L. 13. C. de mand. ( 4. 33. ). Diaci, et Maxim. A procuratore dolum et omnem cuipam, non ctiam improvisum casino pracslandutn esse, iuris aucloritate manifeste declamar.
L. 23. de R. I. (30. 17.).
L 11. de ncg. gest. (3. 3.). Dump. Si negotia absentis et ignoVed. g. 1. Inst.de obi. quasi ex coni. (3.27).
ranti geras, et culpa et dolum praeslare debes.
lalibus
L. 22. cod.
L.
(2. 10.).
L. 17. p. de iur. dot. (23. 3.). Paul. In rebus dovirum praeslare oportet lam dolum, quarn culpam, quia causa sua dotem accipil; aed
quam
romano.
L.
1. C.
dchered.
g. 0. Inst.
de societate
(3. 23.).
21
Digitized by
un
alla direzione di
162
si
avr
il
altrui,
ha da prestare qualche cosa aUaltra. Lobbligo che nasce dal diritto reale
negativo, quello che nasce dal secondo si esprime positivamente; sicch il diritto reale si manifesta per la potest sulla propria azione, quello
di obbligazione pel dominio sullazione altrui. Vi sono per altro obbligazioni le quali hanno l apparenza di un diritto reale, come avviene del
fittaiuolo e dell inquilino; ma tutto ci non che apparente, poich n
1 uno n laltro ha il ius utendi-fruendi, come ha
p. e. lusufruttuario. Il
diritto di obbligazione importante ed ha efficacia solamente contro la
persona
eh direttamente obbligata,
sonale; mentre
il
telare
hanno
ellcacia
diritti
contro colui
il
fonda
quali
la distinzione de
mezzi per
sonam
onde questo
Questa distinzione di
le
la cosa,
actiones in rem ;
altrui,
tu-
ed
men-
e sono diretti
(a).
II. Dell
diritti.
A. Dell acquisto.
. 62.
Dell'
nrqnlwto In generale.
2
ti)
Pu
Ved.
acquistarsi
un.
ni g.
un
diritto
il
quale apparteneva ad
altri;
acqui-
79.
Digitized
by
sto allora dicesi derivato.
Ma un
163
diritto simile
se quello dell' altro ( auctor non tosse vero; dippi essendo questi
il
ve-
Quando
al contrario si
quello di un altro,
caso
diritto tutto
il
dell autore,
pione, ecc.
3 ) Il diritto derivato si acquista in due modi; o lo stesso diritto delauctor si trasmette all acquirente, subentrando questi in luogo del pri-
mo, ed allora
si
ha
la successione, la quale
acquirente e
ma
primo; o non
si
trasmette tutto
il
il
diritto,
parte di es3o.
. 63.
Savigny,
III. g.
Iteli'
103.
ha luogo quando
auctor
si
et!
1
ha
universale, la prima
successio per
),
lutto ideale;
1
siste in
Una
un negozio
Digiiized by
nell
l
acquirente, ed
164
dell
auctor, allora si
ha
64.
a
T. Inst. de donslionibns
De donalionibus
Retri,
lionibus,
(2.
Meerm.
Della donazione.
).
T.
D. h.
t.
(39. 8.).
-T.Ch.
t.
(8. 54.)
Klinkhamer, Corniti, de
De
dona-
Amst. 1826.
ss. Domili,
Cornili.
V.
c. 2.
XIV.
c.
26-32.
quell alienazione
si rileva
che:
cosa la disposizione de
morte
con
il
concetto
medesima
Digitized by
Googl
165
concessioni le quali
acquisti fatti col
Finalmente affinch
propriet, o gli
il
si
parti;
tario
donazione
(a).
dare consiste nel trasmettere il diritto di propriet o nel costire con la intenzione di donare:
primo di questi mezzi il pi usuale, tanto che ordinariamente
la donazione si ritiene come un mezzo di trasmissione del diritto di propriet; la forma per mezzo della quale si effettua la donazione in questo
1
Il
un
tuire
diritto in
Il
caso non pu essere nel sistema giustinianeo che la tradizione, di cui Iani-
la insta
e quando
sessore;
il
come
la missio in possessionem, in
quanto che
come se
si
il
permette
pos-
al
do-
donante (c): finalmente per il cos detto constitutum possessorium dichiarando il donante che ritiene il possesso dell oggetto in nome del donatario.
(a)
cum
l. 10. h.
Paul.
I.
non
sibi
si nescit,
dem
missam
L.
quod
dominns non
fit,
etiamsi per
servum
eius, cui
L.
donaba-
19. . 2. co-
L.
18.
de
Per
rem suam
in
tradi potest, et a
dem modo
domino
alienantur; vocantur
autem
quoque
volentis
quae
in provinciis
sant, inter quae nec non et Italica praedia ex nostra constitulione nulla est dilferentia.
(c)
L. 4. 10. b.
L- 6. eodem.
- L.
t.
Pomp. Etiam
6. 28. 35. 8- 8. h.
t.
Digitized by
la
donare
rio
un usufrutto per un
Similmente
(d).
1C6
si
potranno donare
le servit,
il
proprie-
ovvero potr
altro;
usufrutto al propriet-
1'
perficie (e).
menta per
la
secondoch
donazione di un credito:
il
che pu essere
fatto in
si
au-
due modi,
momento
nel
tendo
piu
il
della promessa, dappoich quando giunge il pagamento, podonatore essere costretto per vij.di azione giudiziaria, non si ha
ma la conseguenza di un debito fondato dalla
concetto di donazione,
il
promessa. Dna tale promessa, la quale nel diritto nntigiustiniano non poteva avvenire se non per mezzo di stipulazione, fu facilitata dapprima da
Antonino Pio per le sole promesse fatte tra gli ascendenti e discendenti,
dichiarando essere sufficiente ogni dichiarazione di volont per dare all
animus donandi
la
sua
efficacia; la
medesima agevolazione
fu quindi da
(f).
che questi si fa promettere ('adempimento dal debitore per mezzo di contratto, o si concorda con il donatore sulloggetto (g); ovvero quando si fa un deposito presso un terzo con
di colui a cui si vuol donare, in guisa
obbligo di restituire
1'
(h). l<o
stesso si
donatario con la intenzione di donare, nel qual caso la cessione tiene luogo
8. 3.
nst
(f)
de
L. 10. pr.
de locai,
et
L. 11.
cond.
12. . 6. de uso
mal. (24.
7. 8.
).
3.).
. 19.
ut et Jegari, et do-
romiti, praed.
8. 4.).
(3. 21.).
L- 33. . 5. C. de donai.
(g) L.
34. pr.
focncravii,
camquc
h.
t.
filius
(h) L. 31. $. 3. h.
t.
respondi.
Decius.
non immerito
lilii
sferri,
L. 37. sol.
tossii
Digitized by
di
donazione
ovvero
(i);
gazione, mentre
il
si
ha
creditore
il
effetto
il
adempimento
(k),
poich in
tutti
al
de-
questi
casi esiste
t67
medesimo
quando
si
libera
accresce
il
Quando
a)
la
mezzo di un atto, col quale il donante libera il doun tal atto pu essere una condizione o
un semplice patto apposto tacitamente per mezzo di atti indiretti, che fanno nota la volont del donante (1).
ne pu
effettuarsi per
b) Questa specie di
effettuirsi
liberando
il
donatario da un suo debito che ha verso un terzo, sia per mezzo del pagamento fatto con la intenzione di donare , e ci anche in caso di una na-
mezzo
).
perfetta
di
di
), e per causa
Questa seconda donazione addiviene
tra vivi
donazione essendo
delle successioni
affine co legati
IV.
e.
(. ).
donazione
tra vivi
(i)
L. 2. 3. c. b.
(k) L. 2. g. 1.
L.
clam
iussi,
(Ij
no
21. g. 1. h.
meus
meo sunimum
L. 17. h.
t.
libi
donaverim,
deductom
L. 27. g. 2
(m) L. 7. g. 7. de don.
filius
mod. pigo.
1.
Triphon.
Si Tilius
I.
L.
me
5. g. 8.
cam solutionem
).
Altxand.
me
4.).
creditori
meo
de nov. (4.
donatum ob
2.).
stipulanti spopondit
stipula-
L. 2. C. de ac-
0.). L. 17. g.
0.).
quasi eia-
sit, et
(n) L.
(20.
L. 9. .
sum
et tu illuni ci credlderis.
Si
fatto sotto
t.
nam
Digitized
by
168
la quale
. 65.
b) Requisiti
I. 1)
nare
il
il
minore,
effetti
dello donazione.
Essendo
un subbietto
ed
la
mentecatto, e
il
coloro nequali
tutti
si
come
2) Lobbietlo,
l'atto.
Finalmente
si
richiede
un valido
somma
la
efficacia
quando
L. II. c. 1.
quale
secondo
si
ve-
al
);
tempo in cui fu
atto giuridico
(a).
insinuatici ) (b)
fatta, oltre-
lire)
senza no-
tr validamente riceverla.
somma
legale,
p. e.
(o) L. 27.
6.).
Marciati, Ubi
quam
ita
et
non valel; ut
endem-
beri debet, atquc alia quaevis inter viros donatio; ideoque intcr viros et uxores
Sulle
L. 25. g.
2.
forme e limitazioni della legge Cincia Ved. Appendice V. alla fine del Capitolo.
eliam donationibus, quae gestis intervenienlibus minime
snnt insinuatae
30-35. C. h.
(c)
t.
L. 34. g. 3. C. h.
in
t.
conf. L. 27.
t.
arg.
L. 29.
da leg.
(1. 3.).
fneit,
qui id fa-
Digitized by
169
le
(d);
le donazioni fatte
una
(e);
(f);
dote, solamente in
(g);
quanto contengono
manca
'solidi
dippi della
somma
Per
stabilita.
stata tradizione, la
il donante potr o adoperare
sore per
si trattasse
la rei vindicatio
condiclio se
la
somma
superante la
ovvero una
stabilita;
fungibile p. e.
un fondo,
si ritiene
un condominio
tra
il
che, applicandosi
donatario ed
il
il
prin-
donante, la
to,
In questo caso, perch non sorgessero ulteriori controversie, 0 stabiliil proprietario della parte pi grande potr comprarsi laltra, sbor-
che
sando
si
il
divider materialmente, e se
fosse possibile,
(il)
!..
31.
[ir.
li.
Si quid
I.
il
0.
autem supra
termino conslitutn
legis
est, in
non
legittimali! dclinilioncm
valere,
alliccia, sed hoc pr non scripto vcl intcllcclo esse crcdatur; cxccptis donaliouibus lo ni impcrialilnis quam his, quae in causas pi issi mas procedimi. Quartini impcriales quidem donnlioncs
inerito indignari
sancitum
est,
(c) I..
fortissimi praeslant
L. 34. pr.
inili
!..
N. 32.
quam
a nobili
c. 2.
II. t.
rei seso
movenlium. quas
tibns
lieri,
30. g. 1. C.
36. pr. C. h.
t.
mililum
nias dcdcril sivc per rautionem dare promisero cuiuscumqtic quantilatis, cognosrat, se neqne
rcpctitioncm habere, ncque exactioncm cautionis posso declinare, ut pot gestis, sicnt in donnlionibtis,
(g) L. 30. g. 2. C. h. t.
quorum
litatis
incendio vcl
ipsi
licet gesta
his,
quan-
vcrum
non fnerint
subiscala.
(h) L. 31. pr. 0.
de iure dot.
olii
ohscrvalione suscipiehant.
Diritto
romano.
(3. 12.).
/ultima.
eonf.
N. 110. c. 1.
N.
Quum quidam
e.
sino
monumentoruni
2.
22
Digitized by
la pi granile,
170
ciale: in
anche quando, ci eh possibile, la donazione riguarda tutto il patrimood una aliquota del medesimo (k). Secondo il loro contenuto adunque
le donazioni hanno per effetto la trasmissione della propriet, o la costituzione di un diritto reale, se consistono nel dare; ovvero fanno nascere
nio,
unobbligazione negli
altri casi.
La donazione per s
stessa irrevocabile.
ANNOTAZIONE
(1) Qualche difficolt si presenta nel caso che la donazione avesse per obbietto
una rendita annuale, e ci per l'oscurit della legge 34. . 4. C. li. t., nella quale
ci fa noto esser stato un tal punto molto controverso tra gli antichi giu-
Giustiniano
risti,
c che
t
stetur
multa intelligantur donationes et liberae a manumentorum observatione. Incertus etenim fortunae exitus hoc nobis suggessit, ut possibile sit, unius anni tantummodo vel brevioris vel etiam amplioris temporis inetas supervivere vel donatorem vel eum, qui donationem accipit, et ex hoc inveitiri, totano summam donationis non excedere legitimam quantitatem.
2
Sin autem etiam liercdum ex utraque parte fuerit mentio.
3) Vel adiicialur tempus vitae vel donatoris vel cius, qui donationem accivel dantis, vel accipientis,
piet,
>
rem e am
una
efficiente, et
excedere legitimum
convalescere .
lata,
magnam
et opnlentio-
modum,
et
omnirnodo acta
rei>oscere, et aliter
il
cumuminime
primo, quando
la
L. 34. p. . 1. 2. C. de don.
(i)
8. 54.
).
lutlinian.
natori et ei qui liberalit lem suscepit, aliqua oriatur contcntio, electioncin dotnus ei, qui ain-
summam
redonata habuerit, rcliquam acsliinationis quantitatem ofTcrre ci, qui minorem causai habuit, et totum possidcre. Sin autem hoc minime faccrc malucrit, lune omnipliorem
modo
res dividi
in
secundum quantitatem. utrique parti competcnlcm, si res dividi sinc suo peautem in huiusmodi casibus.in quibus partitio uliliter minime cclcbrari
suinmau dominus nuluerit aestimationem ofTcrre, lune licebit etiam ci, qui
potest, amplioris
minoris
summac babet
L.
I.
L.
I..
28. h.
t.
L.
37. g. 3. de loga-
lis (32).
17. g.
eum quidem,
fragni.
Vat. g. 203.
L.
in
promissione bonorum,
quam quod
Digilized
by
Googl
caso
che
egli decide,
171
come
altrettante
il donante o il donatario vivr al pi prospagamento; se adunque ciascuna rendita annuale non sorpassa la
somma stabilita, non vi sar bisogno d' insinuazione. Il secondo, quando la rendita
annuale determinata ancora per gli eredi sia del donatario che del donante; e qui
Giustiniano vuole che per la durata quasi perpetua debba considerarsi come una
grande donazione, e per conseguenza si avr sempre bisogno d insinuazione, quantunque ciascuna rendita annuale presa per s fosse molto al di sotto della somma
stabilita. A questo secondo caso equiparalo un terzo sia nella decisione, sia nei
motivi della decisione medesima, con queste parole vel adiiciatur tempus vitae
vel donatoris vcl eius, qui donationem accipiet, e questo caso ha specialmente elevate molte difficolt.
Comunemente intendesi per la donazione di una rendita, la quale sia determinala per una quantit fissa di anni della vita del donatore o del donatario; la dona-
simo termine
zione, se
la
del
somma
avrebbe bisogno
d'
insinuazione
cinquecento
solidi,
(1)
si
trova in contraddizione co
mo-
decisione, quasi perpetuata donaticene. Cuiacio ha tentato di emendare il testo, ed in vece di leggere: vel adiiciatur, legge nec adiiciatur, ovvero: vel non
tivi di
adiiciatur
(in),
il
che
ci
la
espressamente
natario sia del donante (n). Ingegnose che fossero queste interpretazioni, non si pu
sconvenire esservi dentro una gran dose di arbitrio, e miglior consiglio sarebbe interpretale il passo in questo modo: quando la donazione sia estesa sul tempo della
uno dei due, del donatore, o del donatario; il qual caso equiparato all' alquando cio sono rammentati espressamente gli eredi di entrambi.
Il caso di una rendita donata per determinato numero di anni non previsto
in questa legge di Giustiniano; ma egli ben naturale, che in questo caso debbansi
vita di
tro,
sommare
le
somma sorpassa
il
termine legalmente
(l)
P.
e.
Marezott, giornale
di Giesien, disscrt. 1.
XLVII.
(n)
!..
comm.
Savigny,
Sis.
in L. 16.
IV'.
de V.O. (opp.
1. pag. 1173).
XXXVI.
v. Basiliche
8. 8- 16.
r.
Digitized by
j*.
Della
ri
co.
T. C. de rcvocandis donalionibus
8.
80 ). Monelli, Comi.
iur. civ.
XIV.
c. 26.
Quantunque
1
la
che avviene sia da parte de terzi, i cui interessi sieno stati pregiudicati per la fatta donazione, e la revocazione qui indipendente dalla
cata.
11
Se
si
si
rivoca la donazione
legittima, e renduta
della prima;
to al
(a).
b) Se un debitore, facendo donazione, abbia cercalo di rendersi inetpagamento, o di aumentare la sua insolvenza, la donazione pu es-
2
d'
il
azione l'auiana
(]>).
modi
contro la vita, e
natore
(a)
(li)
(c)
mas
V. voi.
III.
10. C.
illibalasquc
ila 111 1
lem
(c).
V. ino. voi.
li.
111.
L. IV.
L.
I.
c. 1.
V. c. 4.
mancrc
si
iniurias alroccs in
circa
enm
tir-
donnlorcm invcnUtur
ciTundal, 2) vcl manns impias infocai 3) vcl iaclurae maquac non Icvcm sensum ubslanliac donaloris imponi!. 4) vcl
inlulrrit, S
vcl quasdam cumcnlioncs, sire in scriplis donaiioni
,
ci
imposilas sivc sine scriplis liabitas, quas donationis acccplor spopondit, minime imploro voluerii.
Iris
onim lantunimndo
causi,
si
.
Hoc tatnen usque ad prima
persona lanturnmodo slare censcmus, nulla lieenlia concedenda donatori succcssorihus huiusmodi querimoniarum primordium instilucrc. Klenim si ipsc, qui lioc passo est, laeuit, si-
a posleritalc ci us suscitari
Digiiized by
vando
il
173
donante rivoca
la
ma
dalla leggo,
pu bene
morte
non quando
di lui, e
Ma
1*
la
ingrato.
Per
ma
le
madre
tico
tutto
patrimonio
il
(f).
verso il donatario per la restituzione degli oggetti donati: onde non potr
mai venir fuori una rei vindicatio.
t>
Finalmente un altro caso speciale di rivocazione ammesso j>el
patrono, che non avendo figli abbia fatto donazione a suoi liberti di lutti
beni, o di parte: se mai in seguito egli avesse prole, potr ad arbitrio
rivocare la donazione (g).
)
<i7.
<1
1)1
modo
8.
35
).
I.
L. 7. C. h.
N. 22-
c.
et
uxo rem,
la
rio-
c. g. 11(9.
t.
(lio
si
ad scrnndasnuptias
veneri!, praetevln ingratitudini? datum revocare neqncal. Non enitn sincero iudicio ingratitu-
dinem
sumitur,
eam cogitalionem
uisi manifesto prnbelur, llium ve! malris vilae insidia? s Ini vi -se, vel
bona omnia,
li.
t.
illi
unquam
liberti?
patronus
(ilio?
non hahens
venisse prac-
impias manus
Constant, el Constant. Si
li-
man-
surum.
Digitized by
do, e la
ma
174
remunera torio;
delle altre ci
1
Quanto all obbligo, esso pu stare in una prestazione sia in
favole dello stesso donante, sia in favore di un
terzo, ovvero in tale operazione da cui non nasca diritto per nessuno;
come p. e. la fondazione di
un pubblico istituto.
)
costringere
'
Quando
al contrario la prestazione in favore di un terzo, la sudnon pu essere intentata dal donante, n dal terzo secondo
da un contratto fatto in interesse altrui non potr venire azione alcuna n pei contraenti n pel terzo (b); ma le ultime leggi concedono al terzo una utili? actio (c).
c ) In tutti i casi sar data al donatore la condictio datorum per ripetere la cosa donata, quando arbitrariamente il donatario non adempie il
modo (d); perocch il modo, sia in favore del donante stabilito, sia di una
terza persona, semprech non adempito, una causa non secuta. Questo principio ha per due eccezioni :
1 ) La condictio non pu essere adoperata quando l'adempimento del
)
detta azione
i
modo
(a)
nando
impossibile
8. 84.
).
Vioclet. et
Maxim
praescriptis verbis,
C.
(e).
de coni.
(b) L. il.
L. 8. C. de
de 0. et A.
44. 7.
).
rer.
pcrmut.
L. 3.
(4. 64.).
quum
ex nostro contraclu
origioem trobunt, nisi ex nostra persona obtigalionis initium suniant, inanem actum nostrum
cfliciunl; et ideo neque stipulari, neque emere, vendere, conlraberc, ut alter suo nomine
recto
agat, possuraus.
L.
9. g- 4.
(c)
L. 3. C. h.
(d)
1.).
8-
4. Insl.
de inut.
(4. 6.).
rum dominium
L.
t.
cflcit,
bercili condictio, si
ne alteruter eo-
non
fuerit con-
Digitized
by
2
dell
E quando, secondoch
obbligo
Ma
175
il
tempo
(f).
dalorum, se
il
donatario avesse
obbligo di
prestare gli alimenti al donante, questi potr anche produrre la rei vindicalio.
Per ci che concerne l atto civile di questa donazione, sono api medesimi principii e limitazioni anzi dette parlando della dola donazione sit modo ha bisogno della
insinuazione; pu essere rivocata per ingratitudine ed impugnata o con
la querela inofficiotitatis o con 1 aclio Pauliana ( . 64. ).
3
plicabili
II. Appellasi donazione rimuneratoria quella che si fa per gratitudine di servigi dal donatario prestati al donante. Quantunque in ci vi
sia
una specie
di
mutua obbligazione
il
che
oppone
si
al
vero carattere
nondimeno da stimare donazione perfetta la rimunenessuno per legge tenuto di dare una ricompensa, e
1 atto
sempre liberale. Dall' altra parte se il donatore avesse la intenzione di soddisfare piuttosto un obbligo che fare una donazione, l'atto,
della donazione
),
ratoria, perch
non essendo
come una
animo
di donare,
donazione.
donazione per natura sua propria ha qualche regola speciae per fermo :
Siffatta
le,
fettuata,
Se la donazione rimuneratoria, eh eccede i 500 solidi, gi efnon pu essere impugnata pel sopravanzo; ma se corsa solo
una promessa,
il
somma
nuazione.
Se una
tale
effettuata,
ingratitudine
(fj
I..
si
pu rivocare per
(g).
3. 8.).
Vip. Arislo
alt,
si
quom minimi
est; et ila et
semini
sii
cum
ncgolinm
Pomponius eum
eli-
ad hoc, ut
eum
libi tradidero
post quinquennium inanuniiltas, non posse ante quinquennium agi, quia donatio aliqna in esse
videtur.
(g) L. 3i. g. 1. cod.
pr eo ab ipso accipiat,
qnod confcmplalione
est,
Paul.
liaec
Si
salulis certo
modo
Digitized by
170
B. Della estinzione
68
%.
I dirilli si
llrlltt
tic diritti.
-.Unzione in tcnrmlc.
estinguono nel
modo
stesso che
acquistano, per
fatti
ed ancora, come
guere
dunque
diritti,
che hanno forza legale di estinvariano secondo che variano i diritti medesimi. Diffcile
nell
acquisto,
fatti,
lo stabilire
casi.
Quel principio che un diritto vien meno per un fatto contrario a quello
che lo f nascere, vuol dire che spesso vi sono siffatti motivi naturali di
estinzione; ma certamente altri ve ne sono ancora. Possiamo generalmente
(issare le regole infrascritte
1
altro in
Si estinguono
nome
ci si appella
di colui
comunemente
diritti
il
rilasciato
venga trasmesso ad un
terzo;
che si
il
2 ) Si possono estinguere anche contro la volont del subbietto, potendo questi perdere un diritto o a cagion di pena (b), o in altro modo sia
mine
ad quern
dics
diritto; colla
);
coll
avvenimento
di
una con-
il
concedeva per la nota massima: resoluto iure concedcntis resolmtur ms mneessum, e secondo i casi col non uso (c).
diritto di colui
(a)
che
lo
L. 33. 133. de K.
I.
(30. 17.).
qua ulrumque
(b) L. 3. C.
lum
id,
in
nisi
animo
et
porpore potest,
ita nulla
amitlitur,
contrarium actutn.
yuodsi quis
non so-
alitcr feccrit,
quoque
(c)
L.
0. pr. quibus
cori.
L.
est,
2. g. 4.
pr emptore (41.
vcl si
finita est.
4.).
Digitized
by
lunque
dell oggetto;
(
personali con
iura possessioni
5
nei
con
diritti,
diritti reali
possesso medesimo.
la perdita del
si
pone, principalmente
mento
medesimo;
diritti di
Un
177
quando
il
fatto
il
che ne produce
che
fatto
il
diritto
1
annullatermina per sem-
che produce
annullamento
il diritto, ma ne fa sorgere un
primo, di maniera che nasce una contrapposizione di
Appena per
diritti.
nosciuto, laltro
stanza, ossia
si
il
annulla in quanto alla sua eflicacia e non nella sua sofatto e non di diritto; cosic-
il
ch da questo punto dr vista possiamo dire con Paolo nihil interest ipso
iure quis aclionem non habeat, un per exceptionem infirmatur. Dal carat:
Un
risorgere;
quando-
di
diritto, se
per creare un
requisiti
avuto esistenza,
non contenesse
non
estinto,
ma
se questo secondo
estinto,
all
acquisto necessarii
ope exceptionis
);
imperocch
(d).
l
Tutt altro
antico diritto
per una circostanza qualunque, p. e. per rinunnon che si richiami alla esistenza, non essendo
in tutta la
sua
efficacia (e).
diritto
ma rimane
Quando
requisiti
mai
diritto,
p. e. la sola rinuncia
non
si
potr mai
(2. 14.).
2. pr.
de pactis
(2.
14
).
stea convenit, ut pelerei; prius pacium per posterius elidelur, non quideni ipso inre, sicnl
li t
actum
est,
quia
Inst.
de replicai.
sit conveniri,
ne
(4. 14.).
L.
ulla eiceptio in
4.
8-4.
si
tul-
pr.
L.
eiceptionum expressac
L. 28.
pr.
sint,
de ieg. (30).
1.).
Dirilto romano.
23
Digitzed
by
178
fondare un obbligazione accessoria come malleveria, pegno; dove al contrario in determinati casi ci possibile, quando la obbligazione estinta
ope exceptionis.
. 69.
Della rinuncia.
La rinuncia quell atto per mezzo di cui spontaneamente si abbandona un diritto, senzach questo venga trasmesso ad altri. Perch un tale
atto sia valido si richiede:
1
Che
il
(a).
gno
L accettazione
).
diritti reali,
non
il
nome
ma
di-
il
ritto in
che ha un tus in re, verbigrazia, lusufruttuario non , per nulla in relazione col dominus, ma sibbene con la propriet ( res servit ), onde non
punto necessaria, affinch la rinuncia sia valida, l accettazione del dominus. Le leggi su ci accennano gi ad
do
una rinuncia
unilaterale adoperan-
verbo derelinquere in questo significato (b).Si fa eccezione della serpraediorum urbanorum pel carattere speciale di questa servit, cosi vedr a suo luogo (c).
il
vilus
me
4
sume,
e,
non si pre-
limiti (d).
gresso
L. 29. C. de paetis ( 2. 3. ).
L. 174. ghabere non potesl, id repudiare non potest.
de usnfr. (7. 1,).
(a)
veli!,
si
d luogo a re-
(e).
1.
de R.
I.
Quod q 0
L.
quem
s, si
V. Lib. IH.
(d) L.
c. 3.
te instilato legatura
qaoque
reliqait;
stis
pr par-
(4. 1.).
luUinian
L. 21. C. ad SC.
Satis enirii
ei le-
absurdam
est,
redire ad
Digitized by
179
rispetto allorigine
ed estinzione de diritti.
70
consiste in
L
clusivo.
mese consta
Il
col
ma
mese di
(1).
Nelle leggi v
momentum, e
in
30 giorni,
di
febbraio che ne ha 28
l'
Romani
la
(b),
onde
si
(c),
eh
seconda.
Nelle relazioni giuridiche la computazione, s civile che naturale, pu
Un anno
si
ritiene
notte tra
il
computazione naturale
Il
).
come se
fosse
la
il
noclis
bus
possibile
L. 8. de feriis
media parte
et luce media,
actum
(2. 12.).
fluitar; itaque
est,
quidqnid
XXIV
in his
boria
id est
sist. tV. g.
180.
- L. 3. g.
3.
de minor.
(4. 4.).
Digtized by
180
eia
vale per
tanto
primo, quanto
il
si
potr ritenere
ultimo momento.
come compiuto
si ritiene
contrario la influenza
ritiene lultimo
si
momento
fin dal
(d).
Quando
dell
JlNNOTAZIO.HI
(1)
La
difficolt di
ma
questa computazione
si
Il
oppone
mese abbiamo
tempo, c pu in pra-
305
come
la
dodicesima parte
(d) L. 8.
qui
fecit
cnm
1. !..
1.).
logatum debcbilttr,
L. 6. de O. et A. (44. 7.).
menlioncm,
Anloninos
simo
di
et qui
Vcd. annoi. 2.
et libertas ohlingil
L. 101. de R.
I.
(80. 17.).
Idem. Ubi
lei
duornm mcnsium
enim
est; ito
et imperator
1. g. 9.
(f)
L. 1. g. 8.
L. 3. g. 3. de minoribus
6.
quando
appet,
sii.
(49.
4,.).
V.
Vangerotc,
(4. 4.).
Digitized
by
181
(lutazione civile per quanto possibile deve accostarsi alla naturale; e per un mese
sar di 30 giorni, poich la frazione essendo al di sotto di un mezzo giorno, si trasanda; ma due mesi saranno di 61 giorni, poich la frazione in questo caso essendo
di 20 ore si pu computare come tutto un giorno; dippi 3 mesi importerebbero 91
giorni, 4 mesi 122, 5 mesi 152, 6 mesi 182, con lavanzo di 12 ore, ed, essendo giu-
sto
ni;
un mezzo giorno, i 6 mesi si possono contare tanto per 182, quanto per 183 giorma, egli aggiunge, Romani hanno accettato il primo computo come si rileva
i
legit. hered.
38. 16). conf. con la Log. 12. de stai,
5
(g) La opinione dello Schrader tanto importante in quanto fondata
perfettamente sulle parole della legge 101 de R. 1. not. (e): et qui scxagesitno et pri-
) .
mo
i
giuristi
non
danno
possa prendere
si
il
legge citata.
11
come
naturale,
questo passo stabilire una regola generale d'interpretazione sulle leggi passate e fu-
quali da molto
ma
del diritto;
modo come debbesi interpretare ed applicare una determinata legge antica eh egli
aveva prima citala, e che faceva menzione di due mesi; passando quindi in ressegna
molte leggi antiche, il Savigny si ferma alla legge Giulia municipali)!, commentando
la quale Paolo direbbe: La determinazione della legge ( Giulia), secondo cui i rele elezioni municipali debbono esser fatti fra due mesi, da intendersi
in guisa, che debba esser ammesso anche il reclamo presentato nel 61. giorno.
Ora per combattere la difficolt dei 61 giorni d ammettere che in questo luogo
clami contro
Paolo vuol far valere una pi grande estensione di uno spazio di tempo in opposizione ad un altro pi breve; il dice di Paolo il giorno delle colende, ma come secondo la sua teoria, si pu scegliere una doppia computazione, Savigny crede che
il
decemviro
il
ili
come
stesso
Da
batte la
il
giurista
romano
dice lo
ci
appelleremo
60 e non 61
(g)
Schrader,
(h) L. 4. . t.
L. 11.
8-
- L.
18. pr.
- L. 29. 8
L. 30. 8- 1.
L. 31.
8. 22.
ad Leg. luliam
de aedil. ediclo
Vip. Si qoid ita venierii. ni, nisi plaeeerit, intra praefinituin lem pus redhibeatur, ea
Digitized by
..
182
Ma ammessa ancora chi; in questo caso speciale Paolo avesse computato come crede
Savigny, e che il dies in questo luogo indica il giorno delle calende, sorge unaltra
difficolt: imperocch se- si deve ritenere il giorno delle calende e computare nel medesimo tempo i giorni intermedi, si avr che computato il giorno delle calende in
cui il magistrato fu eletto, il medesimo giorno delle calende di due mesi dopo, e
coniando nel medesimo tempo i giorni tra questi due estremi secondo i diversi m esi
i giorni non saranno sempre sessantuno.ma possono essere62,63,e, se vi per mezzo il mese di febbraio, saranno ancora meno. Di fatti se il magistrato avesse contezza della sua elezione al 1 .* aprile egli potrebbe secondo la spiegazione di Savi ,
giugno, eh'
fftuj al f.
contando
giorni se
il
medesimo giorno
ne troveranno 62;
cos ancora se
il
il
reclamo, ora
un caso
parli di
speciale, in quei
.che impossibile
giorni,
il
(i).
provato dalla moderna critica, per lo cui ricerche quasi certo elio la medesima
si legge egualmente nelle Basiliche c presso Euslazio (m); onde proba-
legge non
che
bile
le parole et
Erroneamente
secondo
la
lo
falsa
Schrader
si
premo
3. g. 12.
desuis
eie.;
imperocch
sua opinione, in ogni caso 182 giorni farebbero 6 mesi, laddove, confronde staf. Iiorn., chiaro che si voglia intendere 7
si ammetta
come ancora la stessa imperfezione di espres-
mesi, septimo mense nasci per fectum partum, nella quale bisogna che
che
si
tre
scorge nella L-
di Paolo:
ult. pr.
C. detempor appeli.
il
si autem de tempore
accommodalur emtori ad redhibemlnm,
30.). N. 115. c. 2.
nihii contenerli, in
(i)
(k)
(l)
7.
63
),
sistema giustinianeo
dies utiles
(6.
I.
Gothof.
al g.
mese 30 giorni
(o)
L. 22.
g. 2. C. de ior. dcliber
185.
comm.
(m) V. Basii,
olir non.
il
edit.
(n)
Giornale di
(o)
0' terse n,
n. s.
Romano,
Bdcking.,
lleimaba eh
I.
pag. 7t.
Unachkc
11.
lst- I. g.
Puchta, Pandcl.
121.
Eustathius.
pag. 169.
6. L. 29
g. 5.
ad Leg.
Die
by LjC )gle
183
(2)
nione
li
ti
ci
ci.
annum quartumdecimum,
plesse videtur
li
Questa legge
che
stata
ut Marciano videtur.
diversamente intesa, e la maggior parte degiuristi crede,
dicembre al primo gen-
naio, certamente con poco fondamento; difatti 1' ora dopo la sesta della notte non
certamente l'ultima del pridie kalendarum, ma la prima dell ultimo giorno, ossia
del 1 , gennaio: ora se al giovinetto permesso di fare il testamento nella prima
ora del 1 gennaio, non avrebbero poi nessun significato le parole di Ulpiano plus
arbitror etc., avendo prima nelle parole ipso natali suo espressa la medesima idea;
possiamo ammettere una ripetizione del medesimo concetto ? Or dunque se Ulpiano
ha detto in prima che il giovinetto pu fare testamento, compito il quattordicesimo
anno ipso natali suo, e quindi aggiunge plus arbitrar, ed accenna al giorno innanzi
dopo la mezza notte, deve ammettersi assolutamente la prima ora del giorno innanzi, se non si voglia accettare una ripetizione inutile ed un giro di parole. Molto meno
potrebbe dirsi che la prima frase di Ulpiano debba intendersi nel senso che colui,
il quale volesse fare testamento ,
dovrebbe aspettare il giorno 2 gennaio compimento dell' ultimo giorno; sicch il pensiero di Ulpiano sarebbe allora il seguente:
il quattordicenne giovinetto deve assolutamente attendere il due gennaio per fare
il testamento, ovvero lo potr fin dalla prima ora del l. gennaio? Il testamento,
Ulpiano risponde nella seconda frase, sar valido anche in quest'ultimo caso. Ci si
oppone alle parole stesse della legge: se Ulpiano avesse veramente inteso nella
prima parte che l individuo dovesse attendere la prima ora del giorno 2 gennaio,
non si sarebbe espresso in quel modo; stantech la prima ora del giorno 2 gennaio
,
non
l'
ad intendere
il
L.
t. g. 10.
ad
se
de iur. delib.
2. C.
(p)
421.
Turpill. (48.
(6. 30.).
16).
N. 118.
V. Reinfchler, l'anno
Bachofer,
civile
L. 28. 31.
c. 2.
V.
p.
ranjeroto. 0.
c. I. 8-
L. 22. 8- 1-
194.
Lohr, comp.
civile, rivista di
computazione
382.
XI.
Oschen,
Digtized by
184
Cosi Paolo nella legge 134. de V. S.: Anniculus non statini ut natus est, sed
trecentesimo sexagesimo quinto die dicitur, incipiente piane, non exacto die, quia
annum civiliter, non ad momento temporum, sed ad dies numeramus , e nella
legge 132 eod. Anniculus amittimur qui estremo anni die moritur; etconsuetudo
loquendi id ita esse, decarat: ante diem decimum kalendarum, post diem deci
dies signiicantur.
si sono elevate per la legge di Vulneio L. 15. de div. temp. jrraecombinata coi le leggi di Ulpiano 6. 7. de usacap. (41. 3.); e queste
difficolt sono state di tanto peso, che anche alcuni di coloro i quali interpretavano
nel senso nostro le leggi di Ulpiano precedentemente citate per queste seconde
leggi si accostano all'opinicne da noi innanzi combattuta; in altre parole 1 Erb, lo
Serie difficolt
scr.
44. 3.
),
che, affinch
cembre.
Ecco
il
la
(
minimo momento
Vulneio
cliamsi
L. 6. de usucap. Ulp.
In usucapione
Leg.
sed to-
lo stesso)
non
si
Lerrore di questi giuristi avvenuto perch le parole sexta hora noctis furono
interpretate per lora tra le 11 e 12 del giorno 31: quandoch quell ora sexta noctis
indica un sol momento, cio perfettamente le 12; il che vuol dire il primo momento
del giorno 31
Per
(q).
ci
che riguarda
la
non
jinitur obligatio
Ora
il
(q)
Vangerow,
(9)
(t)
ri,
(r)
I.
c.
pag. 202.
Reinfetdcr pag.
1.
I.
c.
pag. 381.
c. p.
2%.
Iti.
Digitized by
185
stesso in altro luogo e specialmente nella L. 30. S i.adleg. lui. adulterile (48. 5)
Sexaginta dies a divorilo numeranlur: in dir bua autcm sexagiata et ipse sex a gesimus est ; dunque i 00 giorni, nei quali il padre ed il marito, iure patrie vel
mariti, possono fare l'accusa, sono computali in guisa che l'accusatore potr procedere anche nel 00 giorno. Con qual fondamento poi il Savigny opina in questo caso
che Paolo non conta il giorno del divorzio, quando ha espressamente detto: sexaginta dies o divortio numeranlur ? Lo stesso si dica del passo di Ulpiano L. 1. $. 9.
de succ.
ed. (38.
Quod dicimus
).
peti possit
71.
Drl tempo continuo ed utile.
Haubo
iti,
una
Uno
De tomporis continui
IV. 8- 188.
et utilis
Comm. XVI.
il
nei quali
terminato
l'
il
suo
trasandando
diritto,
giorni in cui
tanti giorni,
le
(a)
tempus, annus
utilis,
Non qualunque
!..
ritenuto utile
sex mcnses
come tempo
imposN
diritto,
L.
utilns,
8. C.
utile;
ammette un
inter-
e lo ritiene sospeso
centum diesutiles
ma
(b) (1).
quando
lazione
Icmpns numerarne.
Sopcrvacuam
luttin.
diritto
il
seguenti condizioni
come
rano
Sist
seguendo
non concepibile interruzione di
altra,
per
Saviyny,
c. 8.
non
serie
Pontili,
de dolo
).
2. 21.
).
darum.
dies et
Ita
autem
scierit, et
utile
tempus
est,
potuerit admittere; cclerum quacunque die nescieril, aut non pomeri!, nulla
L.
I. . 9. 12.
de snee. ediet.
38. 9.
L. 1. 8.
1. ).
romano.
'
2*
Digitized
by
Googte
nondimeno
Eccettuati sono
il
186
(c), il
il
tempo continuo;
termine dellinventario
(d),
30 giorni
durante
vidanza
(e),
tinue
quali
ed
(g).
passi
3 ) Non tutti gli ostacoli possibili escludono i giorni dal computo; conviene che l ostacolo sia di quelli, che fortuitamente, e temporaneamente
impediscono, non di quelli che son proprii di uno stato particolare della
persona, e sono per conseguenza perenni. Gli ostacoli del primo caratte-
gistrato.
Stato, e
sibile di
la prigionia di
guerra,
il
servizio dello
carcere (h), ovvero la tempesta, l' infermit che rende imposcomparire in giudizio, e quando in tutti questi casi non si poil
nemmeno
tuto
Quelli del
trovar procuratori.
c)
L. 1. C. de inr. delib.
6. 30.
).
mus
ex die divorili.
(f) g.
18
Inai,
Don
J.
utile*.
de excus.
25.
1.
).
(lui
aulem excusare
si intra
de
dilat.
3. 11.
).
L.
1.
dem
in primis
exigendum
ut
est,
eum
sii facultas
si
44. 3.
reo eipcriundi
is,
neminem
potestalem non habere eum, qui Praetoris copiai non habuit; proinde
ius Praetor reddil.
(b)
}:
secum Tacere
quoque nulla idonea causa im-
sufficit
tempestate in loco aliquo vel in regione delineatur, ut ncque experiri, ncque mandare
sii,
sii,
agendi; ncque
L. 2. C.
L. 3. C. de dilat.
de temp. et repar.
3. 11.
).
(.'orinanti.
7. 83.
Tugit, experiundi
hi dies
ccdunt, quibus
J.
eo usque iudicis oficium conquiescat, donec pelili tempori deduicrinl curricula. Ferine autem,
sive repentnae sivc
renlur.
L. 11.
solemnes
S. 8.
ad leg.
sint,
lui. aduli.
48. 5.
).
Digita
187
azione
(i).
1) )
solamente
dell
per
assenza
dell
azione,
ANNOTAZIONE
La
tempo
teoria del
utile
opinioni, essendo state accettate da scrittori di polso, non crediamo inutile di esa-
minare accuratamente.
1. Prima di tutto alcuni
2
3
la distinzione tra
L. 2. quis ordo
ved. not.
3.
quidem
modo
di un'azione,
).
A pag. 293. L.
potcslas
38. tS.
ei fieret
fossero accettate
tempo utile
onde fanno
da molti
giuristi
(l|,
44.
experiundi. In
dedit, dubtari potest, ulrum e die datae peruniac numerari debeat, an potius ex quo cogno-
datam esse; quia qui nescit, is videtur experiundi potestatem non liabere. Et verius est, ci
eo annura numerari ex quo cogoovit.
L. 13. g. 4. 3. quod vi ( 43. 24 ). Vip. Annus autm cedere incipit, ex quo id opus factum perfectum est, aut Ger desiit, licei perfeclum non
git; alioquin, si a principio operis coepti annum quis numeret, Decesse est, cum his, qui opus
tardissime fecerent, saepius agi. g.5. Sed si is sit locus, in quo opus factum est, qui facile non
vil
adiretur, utputa in sepulcro vi aut clam factum est, vel in abdito alio loco; sed etsi sub terra
dam, hoc
magna
dil.
(10
In
est,
quod factum
ved. not. n. L.
L. 4. g. 7. 8. 9. quando appel).
bonorum
quum
2. C.
(
deaed. ad.
49. 4.
).
L.
post
sit, etiain
L. 19. $. 6.
4. 38.;.
L. 33. de ac-
2. g- 1. 2. 3. quis-
ordo
38. 13.
).
Vip.
dere,
est;
Praeses
aliis
dici,
pa tus.
(I)
Tliibaut, g.
97
Ilopfrter, . 666.
Glilck,
v. 3. g.
269.
a.
JJaubold,
1.
c. p.
403.
Digitized by
188
sono nondimeno confuse nella forma, ed erroneo nella sostanza. da notare che
tale distinzione totalmente estranea ai testi, in cui o le espressioni tempus utile e
temjms continuum sono usate nel modo pi assoluto. A seguire quelle combinazioni
bisognerebbe ammettere p. e. che l'attore al momento elio per lui nasce lazione
impedito legalmente, ovvero sia mentre scorre il termine. Che questo non sia
si rileva da ci, che le leggi non ci danno la minima facolt a questo
sia
ammissibile
Ma
giuristi,
di ulteriore esame.
che quella opinione sostengono, hanno preso un
altro
punto di
partenza, e tale che, parendo a prima vista venir tacitamente per legge, pu facilmente convincere i meno accorti. E di vero il pensiero de giuristi il seguente:
unazione giuridica pu soffrire ostacolo sia per circostanze esteriori, sia per ligno-
ranza che una persona abbia del suo diritto: ora essendo nelle leggi per differenti
relazioni giuridiche contemplato sia luno sia laltro ostacolo, ne traggono essi quelle
combinazioni: quando cio i due momenti dell'impedimento esteriore e della ignoranza sono ammessi; quando ammesso solamente la ignoranza e non gli ostacoli
esteriori; quando viceversa; c Cnalmente quando entrambi i momenti non vengono
affatto ammessi, sicch il motivo dell'ignoranza avviene sempre al principio, esso
non potr venire nel corso del tempo, essendo rimosso dalla conoscenza.
Dicemmo che
la si
scorger fa-
cilmente quando
l'
interdetto
fatta cosi nascostamente che riuscirebbe quasi impossibile all attore di conoscere
il suo diritto ad agire contro, l'anno incomincia dalla conoscenza (m); ora in questi
due casi, nel primo, secondo quei giuristi, vi sarebbe un tempus continuum ratione
inilii et utile
ratione cursus.
si
Lo
stesso
momento
o che non
la
il
tempo a decorrere
dal
contratto,
il
tempo sarebbe
circostanza che
il
ch stalo couchiuso
inilii et
si
il
utile
solameule ratione
in questo caso
in cui
Thibaut che
nein
emioni escusari
oportebil.
L.
2. C.
de
aedil. act.
4. 38.
).
Digitized by
189
giuridica.
Per
eum
numquid
numquid
ammesso
essere
il
Nes-
in alcuni casi
il tempo utile, pu
anche mentre il tempo decorre, n la espressione per
vuole determinare questo stato felicemente scelta; poich se-
la malattia, la
al principio
confusione.
Erronea poi
la teoria
principio generale,
fonti contraria. Il
azioni
si
i.
non
fatta e
anno, e
dalla conoscenza
in quelle
(r):
(o)
Haukold,
(p)
I..
I.
c.
ardo
2. pr. qui
38. 13.
tempo
).
ei
20. g. 5. ad
fq)
!..
(r)
L. 6. g. 14.
V. Savijny, IV.
L.
aduli.
48. 5.
non cedat.
L.
L.
I.
dalla conoscenza
g. 583. 385.
lui.
g. 100. p.
).
fr.
crcd.
1. g. 10.
(
un
vi
il
42. 8.
).
non
persiogulos dies,
434.
ad SC. Tarpiti.
Vip.
48. 16.
Annns huius
in
).
factum
Digitized by
190
Per
agire
(s).
ragioni, e specialmente poi ralioic initii ? quelli forse nei quali presa solamente in
per
l'
un tempo
casi
determinato
vi
inventario, e tutti
utile
quando
la
il
il
Ma
perentorii giudiziarii ?
legge ce lo
detti giuristi
notarsi nel tempo utile, ed ora aggiungiamo che l' essere o non essere
considerata la conoscenza o la non conoscenza di un proprio diritto perfettamente
estraneo alla distinzione del tempo utile e continuo, e questa differenza stata an-
non sono da
ma
la
nostro diritto
(t).
1737
g. 269.
c.
2.
Breuning', Diss.
ad Celsum
in L. 98.
de V. S.
calari, Gdtt.
fu)
1848.
tempo trovasi ogni 4 anni un giorno di pi, che viene aggiunto al mese
il quale si prolunga di un giorno. Questa modificazione nel
corso del tempo conduce ad una variazione nelle relazioni giuridiche;
quando cio un periodo di tempo avesse principio, o termine negli ultimi
giorni di febbraio di un anno bisestile. I Romani mettevano il giorno in-
di febbraio,
tercalare non all'ultimo del mese di febbraio come oggi, ma tra il giorno
23 terminalia ) ed il giorno 24 ( regifiigium ) (1); ed entrambi, il giorno
24 e l intercalare, erano ritenuti come un solo giorno; stantech questo
(
(s)
L. 6. de calantn.
3. 6.
).
ved. noi.
t.
in.
Digitized by
3i
191
considerava come parte integrante del giorno VI, onde la massima trihabetur (a). A questa regola del diritto romano sta per
fondamento una base naturalissima, poich se una relazione giuridica cominciava nel regifugium, dovea terminare nello stesso regifugium, il quale
nell anno bisestile era a 25 e non ai 24 di febbraio.
Per questo principio si hanno alcune evidenti alterazioni nel computo
dei termini: cos p.e. nei 30 anni della prescrizione, poich in questo periodo succedono sette od otto anni bisestili, non sono trenta volte 365
giorni,
ma
sette
di pi;
e a rigore
avrebbe
attore
il
un anno ordinario,
quanto se per contrario, noi possiamo farne le seguenti applicazioni.
Quando una persona nata nel 26 febbraio a mezzogiorno, e
1
anno di sua maggiore et bisestile, egli compir il suo 25 anno nel
giorno 27 di febbraio a mezzogiorno, di guisach egli potr farsi resti)
mezzo
un anno bisestile, il
anno ordinario ai 25 di
compimento
della
nell
delle
1
una sia nata ai 24, l'altra ai 25 del febbraio di un anno bisestile,
giuridicamente sono nate nel medesimo giorno; nihil refert, utrum priore
an posteriore die quis natus sit (b).
quali
2 ) Quando un individuo ha cominciato ad usucapire il giorno 27 febbraio di un anno bisestile, egli terminer 1 usucapione immediatamente
dopo
che cade in un anno bisestile, sar compiuto al principio del giorno 27.
3 ) Finalmente se lultimo anno di una prescrizione, cominciata a 25
di febbraio, bisestile, linterruzione ne
possibile per tutto il 25 del medesimo; all incontro quando si acquista un diritto all azione ai 25feb-
(a)
L. 98. de V. S. Celi.Quum bisciltim kolcndis est, nihil refert, ntrum priore, aut poste-
uno
est,
sit, et
est,
nam
biduum pr
id
mensem intercalarem additicium esse, oranesque eius dies pr momento tcmporis observat, eitremoquc diei mensis februarii attribuii puinlus Mucius. g.2. Mensis autem intercalare
putal,
L. 3. g.
3.
de minor.
4. 4.
).
Vip. Proinde et
si
bisesto na-
tus est, sire priore sire posteriore die,Celsus scripsil, nihil referre: nani id
biduuin pr uno die
habetur, et posterior dies kalendarnm intercalatur.
b' Ved. noi. prec.
Digitized by
192
tale diritto
ANNOTAZIONI
Affinch
(1)
si
come ordinavano
anno
l'
il
il
il
modo
bisestile.
il
di
quale aveva ora 22, ora 23 giorni. L'intercalazione era fatta tra il nostro 23
si celebrava la festa de termini lermnalia ), ed il 24 del medesimo
febbraio in cui
Per questo
si
la festa del
durata di 300
vuto
mia, ogni 24 anni
la
regifugio
regifxigium
come supplemento
'/, giorni:
ma
il
al
Da questa combinazione
).
quale
nell
anno interca-
Mercedonio,
il
quale per-
dell
anno
(d)
con
la notizia
che
tutti
I'
seler
(e)
affermano
il
secondo supposto;
il
Wangerow
Celso parlava dell antico mese Mercedonio, ma che i compilatori delle Pandette,
quali poco interesse avevano di questa antica notizia, cambiarono il numero XXII
x'd XIII. in
XXVIII. per
significare
il
mese
il
tandosi
su questo proposito
(1),
sia
un altro mese, dopo di cui semese prima interrotto; pi naturale che facessero terminare il
mese ai 23, e seguire un altro lino alla fine. Al contrario non pare niente inverisimile una interpolazione giustinianea a questo riguardo, ma non nel senso di IVcmgerow; ma piuttosto che Celso vq^e infatti parlare del mese Mercedonio, e non
difficile che si esprimesse in questa guisa mensts axxtem ccmslabat intercalari* ex
do
il
mese
guitar doveva
il
(d)
(e)
Cronologia,
(f)
Macrobio, Salumai.
(c)
11.
p. 58.
I. c.
13. 11.
Digitized by
diebus XXV Uvei XXV111
193
che pi non
esisteva,
l'
mentre nel
il
del
certa-
Giulio Cesare nel 708 incominci la riforma del calendario che fu publicato
un
anno prima della sua morte nell anno 7G9. Questo nuovo calendario mise per base
l anno astronomico componevasi di 365 giorni e 6 ore; si determin l anno in
giorni, ed ogni quattro anni cadeva un giorno, il quale, come lantico mese Mercedonio, fu intercalato tra il terminalia ed il regifugium; e come nellantico mese,
il nuovo giorno valeva per un sol momento, facendo per parte integrante del giorno 24. Per la qual cosa nel calendario non ebbe numero e fu determinato col medesimo numero VI. come il giorno 24, di modo che, quando veniva un simile anno,
che
365
si
in questa guisa.
23
24
25
feb.
feb.
dies VI.
dies VI.
feb.
26 feb.
dies V.
dies IV.
dies III.
27 feb.
28 feb.
intercalaris
regifugium
(g)
Ved. Glossa, ad g. 2.
Diritto
romano.
24
Digtized by
194 quis
eie.,
finalmente chiude
il
il
sembra una contraddizione alla prima opinione, che generalmente si posta in questione, ed stata creduta decisiva per un solo caso.
Per la qualcosa alcuni hanno creduto sembrare impossibile che lo stesso scrittore, che prima si espresso con le parole sine duino, potesse poi contraddirsi cosi
recisamente, e perci credono che la conchiusione mihi contra videtur fosse una
nota di Ulpiano allo scritto di Marcello (h). Se sia o no una nota di Ulpiauo, difprovarlo, noi siamo chiamati ad interpretare questo testo che dal legislatore ci
viene dato per intero. 1 pi hanno creduto che Marcello nei primi quattro casi
esponga la regola generale, nel quinto la eccezione, e per armonizzare questa opinione con le parole del testo hanno portato gi fin daGlossatori una leggiera emenficile
si
fundum come
quis
interrogazione, e cosi
il
mihi
contra videtur sarebbe la risposta; una tale opinione guadagna in probabilit, quando in luogo di leggere et si leggesse sed set (i); per mezzo di questa emendazione si
mette certamente in rilievo il contrapposto dei primi quattro casi con quest'ultimo.
Con
come
le azioni
il
prolunga
Da
tempo come
un
si
il
pu
si
si
che quando
riflessioni.
Innanzi tutto
si fa
il
giorno intercalare non pu essere considerato come giorno as, ma ritenuto come
lo stesso giorno seguente; mentre quando il tempo stabilito a giorni; come il quinto
caso di Marcello, allora
computato
(1).
Questa
il
la
un
gny e Grning
il
da Savi-
nerale non per se stesso un giorno, non dev essere computato n quando un periodo richiesto espresso ad anni o mesi, n quando a giorni, oltrech in uno dei
(k)
bis
il
primo
il
al
debitore
Gai. Inst. IV. S- 104. Lcgitima sant iudicis, quae in urbe Roma vel intra primum urmilliarium, inlcr omnes civea romanos sub uno iudice accipianlar; eaque lege Iulia
Romae
iudiciaria, nisi in
lur, civiam
(l)
3. 8-
anno
romanorum
mensibus iudicala
et sei
Tosi,
I.
(m) Savign y,
XI.IV. 3. g.
I. c.
p.
citai;
anno
et sei
quod vulgo
dici-
mensibus mori.
Aleiat. in
L. 98 ad V. S.
Lauterbach, XXIV.
GrOning,
1.
c. 32. sqq.
Digi
Joogle
195
la
regola nel giorno intercalare, essendo data dalla legge, conseguentemente qualora
legge determina un periodo di tempo, e questo incomincia o termina nel mese in-
il giorno: di questo carattere sono tutti i quattro casi di Marcello. Tutt altro poi quando il tempo determinato dal contratto;
giacch questo caso dipendente tutto dalla intenzione delle parti e non da una
legge: cosi se gl interessati hanno messo un termine di 30 giorni, presumibile
eh essi intendevano 30 volte 24 ore, n vi motivo a ritenere assolutamente che
pensassero al giorno intercalare: se al contrario avevano stabilito un anno naturale chessi pensavano al medesimo giorno delle calende dellanno vegnente, sicch
in questo caso di fatto lanno viene prolungato di un giorno, lo stesso si dica se contrattavano a mesi pensando al ritorno del giorno delle calende.
Questa opinione anche, insieme con l' altra espressa nella Glossa, ritenuta da
qualche
. 73.
Thibaut,
g.
74.
Savigny, IV.
8- 195.
sto
esercitato
Il fatto
provarne
il
comin-
si
).
L. 7. C.
de fund.
si
rei priv.
11. 65.
).
L.
L. 28,
de prob.
11. 61.
).
Digtized by
che tra
le
si
ricordi di
uno
stato contrario.
3 ) La efficacia di questa pruova pu essere ancora di nessun momento, qualora venisse provato che in un tempo anteriore allo stato attuale, il principio di questo diritto stato illegale.
la propriet dall
1
stente
In quanto
(c).
3 ) Circa allaquedotto ewi controversia, essendoch la servit acquistandosi anche per prescrizione pare inutile la prova del tempo immemorabile;
le,
secondo
il
non essendovi
non
proprietario,
possibile la prescrizione; ed
il
titolo,
una
non pu
(d).
74.
lacquisto di
un diritto
(a),
seguenti forme.
(b) L. 1. g. 1. 13. L. Il
(c)
(d)
Savigny,
(a)
I. c.
).
L.
pi.
g. 197.
de
).
err. adv.
2. 3. C.
2. 10.
39. 3.
). Ved.
39. 3.
L.
).
noi. a,
de u.
rei iud.
7. gl.
).
L.
13. C. de
).
Digitized
by
197
L esistenza di
un
diritto
un tempo determinato,
e per analogia
di quattro anni;
mine
l'
fissato
per
termini per
un
non vuole
2
ter-
il
L acquisto
perentorio per
il
inventario
(c),
ecc.
umano
dall
arbitrio, e qui
i!
III.
Quando pi
obbietto in
correnza;
tutti si
diritti.
diritti s
modo che
ma
diritti,
intorno a cui
uopo notare
le
seguenti regole:
saliones el de
de exens.
1. 28.
).
Qui ameni
(a).
habeat excu-
exeusare se volani, non appellane, sed intra dies quinquaginla conlinuos, ex quo cognoveruni,
sint, id esi
I.
SO. 17.
si in
L. 80. de H.
).
).
est.
Digitized by
Quando
preferito
i diritti
che
diritto pi antico al
il
198
si
pi recente, cosi
il
privilegio anteriore
ferenza.
Se
guere
le leggi nulla
dispongono, secondo
Thibaut
il
bisogna distin-
(b),
quando
diritti
opposti
allaltro: p. e.
un altro minorenne; e quando due o pi diritti s' inconmedesimo oggetto. Nel primo caso bisogna fare una triplice di-
stituzione contro
trano sul
stinzione:
b
c
zano
un
altro
(d).
d avvertire per che la prima regola viene contrastata, non essendo riconosciuta una collisione, in quanto che sulla base delle leggi
sui minori non vi ha lesione del mutuante, restando arricchito dal mu-
tuo
(e).
Se poi
si tratta di
pi
diritti diretti al
medesimo obbietto
p. e. nel
concorso dei creditori contro il patrimonio sufficiente del debitore; preferito quegli che ha il possesso della cosa, ma dato che possesso non vi
fosse, allora se la cosa divisibile si divide, se indivisibile si neutraliz-
zano i diritti, ovvero decide la sorte, quando uno dei diritti devessere assolutamente esercitato (f).
3
gli
Quando pi
dipende
bietto,
diritti
conviene.
diritto limitato
ed un altro
io fa ni
L. 11. g. 6.
ili
as
veniatur
conteslatae tempore
de dolo malo
}.
(f)
L. 6. 8' 7.
rei vind.
de
2. 20.
3. 32.
).
).
L.
).
13. 14.
L. 8. de pactis
).
2. 14.
leg.
de
30.
iud.
).
24. 3.
80. 17.
fi-
hoc in-
).
).
(c).
).
L. 42. 43.
8. 1.
J. (
fecerint, invicem
4. 4.
nisi locnpletior ei
L. 128. pr. de R.
L. 33. de
L.
Si
18. 6.
(e)
4.
qui accessit.
is,
4. 3.
leg.
liti
(d) L. 36.
).
Vip.
).
L. 128.
de her.
. . .
sed
irai.
de R.
(
I.
28. 5.
qnum ambo
).
L. 18. C. de
8- 23.
Inst.
ad iudicium provo-
1.
de re iud. (42.
1.).
).
Digitized by
199
illimitato,
il
APPENDICE
Legge Cincia
Savig ny, Ragionamenti
La legge Cincia
sulle
storici, IV.
V.
donazioni
S- 65.
pag.
).
V. VI.
550
di
Roma,
versava sulla forma e sul quanto della donazione. In quanto alla forma
questa legge statu che non vi poteva essere donazione senza immediata
trasmissione di propriet o di possesso (a), che doveasi fare naturalmente
secondo
vasi la
la qualit delle
mancipazione e
parimente per
le
possesso con
l'
il
il
suo
legis Cinciae,
il
ed erano
congiunti fino al
donazioni
al
patrono,
il
il
liberto per
La donazione non
non
era data una exceptio legis Cinciae contro lazione del donatario fondata
sopra una donazione simile; oppure poteva esser data una replicatio in
caso che
il
il
il donatadonante aveva la
condictio per tutto ci eh era passato nella propriet del donatario contro legem.
Ben si vede che la legge Cincia era legge imperfetta, ossia non produceva ipso iure la nullit dellatto, n prescriveva una pena, ma dipendeva esclusivamente dalla volont del proprietario se la donazione dovesse o no valere; cosicch quando la sua volont persisteva a non voler
(a)
Frigm.
Val. 3(0-313
eod.
Digitized by
200
rivocare la donazione, o col non intentare le azioni contro
il donatario, o
non servendosi delle eccezioni contro le azioni di lui, la legge in discorso
non poteva essere applicata e quindi morto il donante la donazione
fatta contro legern rimaneva per sempre convalidata (b), salvo se prima
di morire non avesse fatto intendere di avere cambiata intenzione su ci;
,
CAPITOLO
MEZZI PER TUTELARE
S-
VI.
PROPRII DIRITTI
76 -
In vario
modo concesso
SEZIONE
I.
duale violato,
(b)
Fragm.
(c)
pag. 38.
Digitized by
201
cui patrocinio
il
il
diritti.
propria libert
1
autorit
il
ad ognuno
mezzo per difendere i proprii
dell autorit
la forza privata
per proteggere
perocch
l'
impiegare
diritti attribuire a
s stesso i diritti dello Stato e mettere il proprio arbitrio in luogo della
legge, e per conseguenza non meno una violazione dello Stato. Questo
i
proprii
concetto non pu non avere piena applicazione in uno Stato ben ordinato,
concesso
torit,
lenza
all
diverso
il
imminente pericolo
le
il
proces-
danno campo a pensare, non essere luso della propria forza ed ausempre vietato in un tempo in cui lo Stato non era ancora perfetto;
pure il diritto, qual si presenta nel suo svolgimento e nella sua perfezione, consacra nella maniera pi solenne il principio accennato, e luso illegale della propria autorit porta pregiudizievoli conseguenze a colui che
la esercita: senza aver riguardo se una simile azione fosse fatta per proteggere un diritto, non di rado vediamo nel romano diritto applicate le
publiche pene come quelle della legge Giulia de ri publica vel privata.
Quello che pi ci riguarda in questo luogo sono le pene private per
colui che mette la sua autorit in luogo della legge, le quali son sancite
da un Decretum D. Marci, quantunque pi tardi fossero state estese geneso, ci
torit
un diritto di
obbligazione,
si
il
quale, avendo
blica autorit, indifferentemente se con la forza o col semplice impossessarsi degli oggetti del debitore, perde totalmente quel diritto. Questo de-
creto concerne non solo quelle obbligazioni che son dirette ad una deter-
minata specie, ma ancora quelle che riguardano una quantit a un genere (a). Lo stesso succede, se il creditore costrinse il debitore a rilasciar-
la)
silos
id,
quod debere
).
rem
de-
bitori sui intravcrint.id nullo concedente, D. Marcus decrevit, ius crediti eos non habere. Verba
decreti haec sunt: Optimum est, ut, ti quas putti te habere pelitionct, actionibu experiarit;
interim
lam
titi
i Ile
feci;
quii id,
ti
Diritto
et
quum Marcianut
lumina vulnercnturf
reposcit;
elicerei: t)m
nui-
quo-
Digitized
by
gli alcuna cosa, o allo stesso scopo s impossessa delle cose di nn terzo,
o dei figli del debitore (b).
A questo decreto si rannoda la costituzione di Valentiniano, Teodo-
sio
ed Arcadio, con cui si determina che colui che strappa il proprio ogmani del possessore, perde il diritto di propriet; ancora colui
s' impossessa a viva forza d una cosa altrui ( qui alienarum re-
getto dalle
il
quale
al
ma con-
prezzo del medesimo. Questa legge differisce dal prealsi tratta del diritto di ob-
mente
adopera
la forza,
mentre
il
la legge
suppone necessaria-
la violenza (c).
$
II.
78.
Diritto di ritenzione.
eflcctu, Gocll.
g. 94. n. 0.
quando
un proprio
garentire
diritto.
la obbliga-
(a).
Che
loggetto sia nel vero possesso del creditore nec vi, nec clan,
Che
nec dignilati lune convenire, quidquam non iure facere. Quitquit igitur probai ut mihi fueri(,
libi
L.
N. 134.
(b)
N. 52.
(c)
L. 7. C. (inde vi
c. 1.
credili
8. 4.
non
(
hubebit.
4. 2.
Conf.
I..
13.
quod
tnci. caus.
4. 2.
).
).
c. 7.
):
evenlum
eumque
vcl
,
quam abstulit, restitnal possessori et doniinium eiusdem rei amillat. Sin vero alienarum rerum possessionem invasit, non solutn eam possidenlibus reddat, verum edam aeslimationcm
earundem rerum
terd.
4. 15.
(a)
reslituerc compcllatur.
g- 6. Inst. de in-
).
L. 23. g. 4.
corniti, div.
10. 3.
L. 48.
de K. V.
0. 1.
).
- L. 1 pr. de
pign.
20. 1.
).
L.
14. g. 1.
).
Digitized by
Googie
203
Che vi sia un obbligazione legalmente costituita e perfetta (b),
onde non si potr mai avere diritto di ritenzione per obbligazioni fatte
sotto condizione. Ma il termine e specialmente il dies certus non fa osta3
a questo diritto.
4 ) Conviene da ultimo che l obbligazione abbia connessione con logda ritenersi, il che pu avvenire cos:
a ) Il mercatante potr non consegnare le merci vendute, finch il
compratore non ne paghi il prezzo, o non adempia gli obblighi contratti
exceptio non dum impleti contractus ) (c).
b ) Nei contratti bilaterali ineguali quegli che ha 1 azione contraria,
come il mandatario, potr ritenere V oggetto in vece dintentare lazione.
c Lerede potr ritenere lobbietto del legato finch il legatario non
colo
getto
Finalmente quando
si
impensac, per
prescrizioni
l alienasse, si applicherebbero contro lui le
Da ultimo, dato che il diritto di ritenzione in favore del ritenente, questi sar risponsabile di ogni colpa.
diritto l'exceptio
Il mezzo con cui il ritenente pu far valere il suo
disposizione o
doli.
(b) L. 25.
de pign.
20.
1.
non
).
Modali.
est,
nec
si
(c)
8. 4.
de doli
rael. exc.
44. 4.
).
- L.
Qnum
bona
creditoria
ad fscum perlincant.
Sartoriui, Giornale
di Giessen.
(
19. 1.
).
V. Linde,
XX.
1.
L. 8.
L. 87.
pr. de
).
Digitized
by
204
SEZIONE
II.
DELLE AZIONI.
T. Insl.
Ic
T. D.
Do obligalionibus
44. 7.
).
4. 10. ).
Bandii, Commetti, ad Ut. Inst. de
(
opp. lom. VI ). Bachov. Traclatus de actionibus, Franco!-
in
Savigny, Sistema v.
1023.
et actionibus
T. C. De obligalionibus et actionibus
actionihus Anv. 1584
I.
79
Concetto generale.
potere di svolgere la propria personalit nellordine del diritto sasi desse alluomo la facolt di difenderlo, e farlo
Il
curare
diritti
Ora questa
facolt necessaria
ad accertare ed
assi-
un
il
nome
di azione lattivi-
quale in forma esteriore si manifesta, o tende a chieder 1 aiuto, affinch il proprio diritto fosse riconosciuto, e difeso contro la violazione
t, la
di
un determinato
cora le eccezioni,
non
glinterdetti,
il
proprio
azione
diritto,
ed
il
mezzo straordinario
un
ed a que-
ma
an-
della restituzione
in intiero (b).
Romani intendevano
sotto
il
nome
ed
aclio
diretta contro
perseculiones
(a) L. 81.
(c).
de 0. et Ac.
44. 7.
).
acUo,
qaam
ius,
quod
sibi debea-
obtinent, ut
ail Pomponius; slipulalioncs etiam, quac praetoriao sunt, quia aclionum instar
damni infecli, legatorum, et si qnae simile? sunt. Interdici quoque aclionis verbo
continentor.
L.
dicium, sicut
(c)
1.
de except.
et praeser.
44. 1
).
nam omnis
Digitized
by
riforma
Nell' ultima
205
nome
il
. 42.
).
Specie di azioni.
II.
. 80.
t.
Essendo
diritti
la divisione di quelli, e
seguono
personam
aclio in
come
sono o
si distinsero
reali
diritti in reali
e per-
lazione giuridica, che determini senz altro la persona, contro cui dirigersi
deve
obbligazione non sia, reale ( aclio in rem ); in essa non lo stesso diritto, come nella personale, ma la violazione del diritto determina la per-
(a). (1).
2 ) Questo corrisponde esattamente alla natura e carattere dei dirite di vero il diritto reale impone un obbligo universale negativo; e,
ti;
il
sessore.
Ali
incontro stando
mus
non habcnl
(a) J. 1. Insl.
bitrosve de
de action.
quacumque
sani, aut in
4. 6.
):
ei
ei
re quaeritor,
Vcd.
Appendice VI. in
si
quao
aliae snnt,
Omnium actionum, quibus intcr aliquosapnd iudicesarsumma divisi in duo genera deducilur; aut cnim in rem
unusquisqne aut cum co, qui ei obligatus est, vcl ex con-
sarium
debitore dia.
in
il
rem sit pelitio; sed plerumque actiones personalcs solcautem verbo in rem actiones signilicari videnlur; penecutionis verbo
personam, sivc
dicerc, pelilionis
diritto
il
aliis
in personam, per quas intendit, adverquibusdam modis. Aut cum eo agii, qui nullo iure
obligatus est, movet tamen alieni de aliqua re controversiam: quo casu proditac actiones in
rem
sunt.
Digilized by
faccia,
nato
diritto,
il
Da
206
azione sorge
fin
da quando
ci risulta che
(h).
ma
prendesse queste due qualit come caratteri essenziali, talmentech si potesse per mezzo di esse sempre riconoscere l azione reale dalla persona-
azione in personam
(c).
si
(e).
Dall' altro canto vi sono azioni reali che son dirette contro determinate persone; fra cui innanzi tutto da ricordare la hereditatis pelilio, la
quale non diretta contro qualunque possessore come la rei vindicalio,
ma
(f).
per distinguere
le azioni:
ma conviene
due
grande importanza. Circa l' origine dell azione, la personale nasce appena fatta la obbligazione, noti cos lazione reale, che nasce solo quando
di
un convenuto, ossia qualora un terzo si mette in contraddizione col nostro diritto di propriet: in altre parole nellazione personale
c possibile
de 0. et Ac. (44. 7. ): Vip. Actioncm genera sunt duo: in rem, quae dicitur
quae condiclio appellarne. In rem actlo est, per quam rem noslram,
semper adversus cum est, qui rem possidet. In personam
qua cum eo agimus, qui obligatus est nobis ad facicndum aliquid vel dandum, et
semper adversus eundem locum babet.
(c) L. 3. g. 15. ad eihib. ( 10. 4. ). Vip. Sciendum est, adversus possessore bac actiono
agenda, non solano cum, qui civiliter, sed et eum, qui naluraliter incumbal possessioni.
vcd. anc.L. 7. pr. g. 1. quod vi (43. 24.).
(d) L. 6. g. 8. de aqua et aquae pluv. 39. 3. ).
(e) g. 8. Inst.de noi.act. (4. 8.). Omnis autem nosalis actio caput sequitur. Nam si scrvus
tu us noiiam commiseril, quandiu in tua polestale sit, tccum est actio; si in allerius poleslatem
(b) L. 28. pr.
vindicalio, et in personam,
quae ab
actio est,
pervenerit,
cum
L.
(
1. g. 12. si
39. 4.
si
quad
).
43. 3.
).
).
L- 9. de hered. pcl.( 8. 3.
).
Paul. Regularilcr
linone hereditatis, qui vel ius pr herede, vel pr possessore possidet, rctiq-
Digilized by
207
non strettamente necessario che
il
ma sufficiente
che sia fondata la obbligazione; per contrario 1 azione reale non possibile in niun modo prima che il diritto reale non fosse turbato. L altra
differenza radicale si manifesta nella prescrizione; perocch estinguen-
obbligazione;
non
ma
se
1'
cora contro
Oltre
mentano
altri intentare
all
si
si
una
il
un aclio in
rem
scripta, la quale
il
il
il
il
motivo di
quale metus causa possiede una cosa, non quello di stabilirsi conpoich dal momento che si conosce
la cosa non esser propria, nasce lobbligo della restituzione. Non importa
che essa intentata contro qualunque possessore, e che non si fonda sopra un contratto o quasi-contratto; imperocch, prescindendo dalle ragioni
addotte, che molte azioni personali possono essere intentate contro qualunque terzo, e qualche azione reale contro una determinata persona,
da considerarsi, che la legge pu fondare anche obbligazioni sopra altri
motivi
(2).
onde
le
pregiu-
reali (h).
reali
(j).
(g) L. 8. g. 1. C.
(h) 8- 13. lDst.
de praescr. 30 ann.
de actionibus
4. 6.)
(
:
7. 39.
).
Proeiudiciales aetioncs in
(j)
sii, vel
de partu agnosccndo.
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208
ANNOTAZIONI
La
(1)
rem ed
ampiamente o troppo
ri-
strettamente.
Thibaut pone
Il
sia in
la
rem o in personam,
il
il
seguente;
limitata
ha
come
efficacia assoluta
il diritto dell'attore. Ed tanto vero che questo e non altro sia il significato
rem actiones, che le azioni pregiudiziali, le quali riguardano lo stato
una persona, e che certamente non hanno per obbietto la cosa, sono messe dai
contro
delle parole in
di
Romani
rato
(i).
Questo concetto del diritto e delle azioni reali datoci da Thibaut ci pare esageimperocch le espressioni in rem ed in personam spesso hanno il significato
volgare, e dinotano
I testi
diritti
e le azioni che
si
in vero, senz'atlendere allefficacia assoluta o ristretta del diritto, quando vosi esprimono: actio qua res postulalur, quae
rerum
tic
rebus, actio
ecc. (k).
Quanto
(1).
La prima interpretazione a questo passo di Tcofilo, clic, essendo stato uno dei
compilatori delle Istituzioni, pu senza obbiezione esser considerato come competente a giudicare un passo di un codice, che avea egli stesso compilato. Egli ci avverte essere le aziotd pregiudiziali domande provvisionali, o provvedimenti temporanei in una questione, c per stabilire le basi del futuro giudizio ; tanto pi che il
praeiudicium si rapporta non all oggetto dell ama alla sua forma di procedura, chera una formola con la sola intentio senza
condemnatio, che usavasi ancora per determinare preventivamente lo stato della
zione,
la
(i)
- 13. Insl.
de
Ved. noi.
preccd.;
confi*.
L.40. g.
1.
de
ma
la
Paul. Idem respondil, ex testamento eius, qui iure militari testatus esset, servato, qui, licei
sub conditione, legatura nieruil, edam libcrtatcm posse sibi vindicare. L. 32. pr. de liber. cau.
sa (40. 12.}.
(k) L. 3. 7. g. 1. C.
L. 22. g. 4.
(l)
fam
(7.
39.}. L. 2. C.
si
unus ex
plurib. (8.32.)
Thibaut, de genuina
Kiel 1790.
Saggi voi.
II. disseti.
2.
Digitized
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209
scoverta delle Istituzioni di Gaio
giurista:
lis,
si
persona (m).
Per
la
il
azioni reali e
per contra troppo ristretto dato dal Duroi (n);
rem una specie delle azioni, ma determinate
singole azioni; e specialmente quelle che nascono dal diritto di propriet sopra una
res corporali s; essere le altre azioni che comunemente si appellano reali, azioni utili,
estese ad altri diritti, come ai idra in re aliena e alla eredit: non altrimenti dell'aclio publiciana data a chi non ha dominio; dell'aedo in rem del superfciario e
significato
il
le azioni in
in
rem
senza diritto di dominio. Onde pel Duroi l azione reale non propriamente che
lazione nascente dal diritto di propriet sulla cosa corporale (n).
in
Basta guardare solamente ai testi per convincersi del contrario: perocch locfio
ci vien determinata come lazione nascente dalla propriet sopra cosa
si adopera ancora 1 espressione pi generale di rei
rem non
il
sopraddetto autore
si
(o).
di azioni, le quali partecipano delluna e dellaltra, c perci queste nuove azioni sono
conosciute col
Ilari
nome
di azioni miste.
dato origine a questa terza categoria tre azioni dun carattere speciale, le
azioni personali,
si
la
natura delle
si
decide una
questione di propriet, c da questo lato partecipano delle azioni reali. Queste azioni
sono quelle conosciute ancora sotto il nome di divisorie e precisamente l actio fa -
communi
miliae erciscundae,
dividimelo, fintimi
I giuristi
che accet-
Istituzioni,
che dice a
regundorum.
si
questo proposito: Quaedam actiones mixtam causai obtinere videntur tana in rem,
u quam in personam. Qualis est familiae erciscundae actio, quae competit cohere dibus de dividenda hereditate, item communi dividundo, quae inler eos redditur,
comrnune
finium regundorum
qua
inter eos agilur, qui confines agros habeunt. In quibus tribus iudiciis permittitur
o iudici,
rem
alicui
praegavare videbitur,
eum
III. g.
damnatus
L.
1. g. 17. si is,
C. depos.
vend.
(4. 34.);
(4. 54.);
(p) g. 20.
qui
test.
L.
est,
Ma
qualo-
L. 38.
de rcscind. vend.
Ins de
(p) .
unius pars
lib.(47. 4.),
L. IO. C.
condannare
et, si
123.
voi. VI.
nil.
g. 4.
(4. 44.);
Ved.
L. 4. ln.reg. (IO.
L. 8.
1.);
L. 3.
4. C.
Vamjervit, O. C.
1.).
1. g.
et
113.
Diritto romano.
27
Digtized by
ra bene
si
considerano, non
si
210
il
sonali.
di
esse
fini;
non son
condomino
l'
all'
di dividere
con-
una questione di
divisione.
espresso presso de Romani. Al tempo della procedura formolaria ogni azione avea
tre parti distinte: la natura detrazione si ricavava dalla parte media, la intonilo, che,
conseguenza della intenlio; a questo punto storico si rapportano le parole di Giumixtam causata obtinerc videntur tata in rem, quam in personarn. Onde
stiniano
volendo determinare il carattere delle azioni divisorie, le diremo personali; n Romani pensavano diversamente, e Paolo cosi scrive: Finium regundortm aedo in
i
personarn
est.
81
t.
L azione,
azione
si
prendeva nome
estendeva ad
altri
Ma quando
di aclio directa.
di quei casi, appellatasi ulilis; perocch essa era fatta utile in altre condizioni di cose, che quelle prevedute. Tale estensione nasceva
da una
finzione:
perch
veramente
onde
laltro
alla
(
retta,
1
e renderla quindi
)
utile:
quando un principio
legale
pu essere applicato ad
Gai. tosi. IV. 34-38. g. 34. llabcmus adirne ullcrius generis fictiunes, in quibusdam
formulisi vclul cum is qui ci odialo honorum possessionem pcliil, fleto se berede agii; cimi
ta)
enim
praetorio iure cl non legilimo succedal in locum defuncti, non habel direelas acliones reliq.
233
g.
4. Inst.
de
honorum
23.
).
Vtpiani,
tiia
Fragni. XXVIII.
beredis loco conslituuniur beneficio practoris. ldeoquc seu ipsi agant, scu
cum
Digitized by
onde se per
mili;
ta,
talis
211
al
caso simile
(e);
2 ) quando unazione per diritto rigoroso estinta, o non v', acquicausa pu essere data o novellamente ammessa; il che principalmente
avviene per
La
non stava
ma
esse,
bens nel
modo
nell efficacia di
nella parte media, che appellavasi intendo; laonde questa distinzione valida e necessaria nell
pu avere che un
lazione nel
tuzione giuridica
II.
al
modo
significato storico
utile
per
la
(e).
cium. Le azioni volgari, iudicia prodita, eran quello, che avevano una
precisa, c determinata forinola gi registrata nell'editto del Pletore. In
condo
medesimo; e ci per la potest che avea il Prenuova relazione giuridica (f). Geneforma sono in factum, eccetto
quelle le quali non nascono dalla estensione di una determinata azione
fuori della sua sfera ordinaria, ma sono esclusivamente fondate nellequit, come l aedo praescripds verbis.
III. Non bisogna certamente confondere questa divisione con laltra
dell aedones in ius et in factum conceplac. Le prime erano quelle che
avevano una turi* civili s intendo, ossia quelle che affermano la esistenza
le circostanze del
ralmente quasi
(c) L. 2. g. 3.
Quamquam (amen
dcficiat
aquac
pluviae arcendae actio, manieri oplnor, utilem aclinnem vcl inlcrdictum mihi competere adver,
sus vicinum,
ai velini
aggerem
ipsi vero nitrii nociturus est; liacc aequitas suggerii, el si iure dciiciamur.
rer.
nmot.
(d)
23. 2.
1..
).
39. 6.
).
lisci
).
).
L. 21.
pr.
de pracscr. verb.
et in faci, actionib.
Vip. Quotics deficit actio vcl ciceplio, utilis actio vel eiccptio est.
L. 47. g. 1. de neg. gest. ( 3. 3. ). Paul. Ncc refert, di(e) Saviyny,0. C. V. g. 213.
rena quis, an utili aclinnc agat vel convcniatur; quia in eitraordinariis iudiciis, ubi conceptio
L.
1. pr.
de praes.
et in fact. act.
19. 3.
).
Papiri.
Nonnunquam
evenit, ut cessanlibus
quuni prupriutn numeri invenire non possumus, fafactum appeliantur. Scd ne res ciemplis egeat, paucis agam.
dcscendamus ad
eas,
quae
in
Digitized by
Googfe
di
212
una
si
un
fat-
anzi entrambe le prime proposizioni erano insieme fuse. Quelle azioni che
la intentio,
che determinava
la
que-
diritto,
ma sul
con
fatto
corrispondenza tra
quanto
che
le azioni in
tutte le azioni in
viles,
factum ciovvero actiones praescripts verbis avevano una formala in ius conpoich secondo la testimonianza dei fonti si rileva, che tali azioni
cepla-,
fe-
de, le quali
82
Actionca botino
3.
Gans, Diritto
Rom.
fidel,
iud. cvilib.
de
bonac
litici
1.
Slcvcr, ile
sommario Itnmanorum
Uachoftn, De
legis aclionihus
Istilla. 3,
163,
269.
Savi'jnt/
Sisl. V. 8-
218.
ss.
Ap-
Le azioni personali si suddividono in actiones stridi iuris o condibonac fi ri ci. Le prime eran quelle, nelle quali pel
cliones, ed in actiones
carattere dell
determinato,
affare
il
del Pretore ed
si
riferiva
ad un obbietto
termini
dell atto
conchiuso, n
gli si
permetteva di deci-
na-
da vicendevoli legami, e fondati sul credito e sulla buona fede, laal giudice un potere alquanto pi ampio di decidere la questione
secondo il principio di equit, si appellavano actiones bonac fidei. Quindi
scenti
sciavano
(g)
L. 6. de praescript. verb.
19.
).
Savigny, Sisl.
V. g. 217.
Vangatovi, o.
c.
g. 138.
Digitized
by
nelle prime
213
il
convenuto secondo
atto giuridico
Un
Nm.
l'
obbligo del
etc.
il
ex
fide
nome
bonae
di
fidei
(a).
La stridi iuris
c un certuni
come c
vile,
1
l'
(b),
la
come
il
mandato,
il
comodato,
il
de-
La bonac
che
nell affare
il
fidei aclio
fondamento
azione, stantech
dell'
adio stridi
intentare un
vi
tivi
iuris.
il
diritto
. 43. 44
),
nei giudizii di
buona fede
no per nulla
(a)
iur.
12- 3.
nuove
considerati, e dalle
Cic. Top.
c. 17.
de
si
tali
si
vi si
potr del
17.
L.
5. g. 4.
de in
lit.
).
(b) L. 9. pr.
de rcb. red.
12. 1.
).
de
lil-
obtig.
3. 21.
Sic
lt,
iuris.
Bonae
de actionib. (4. 6
fidei suiti
mandati, depositi, pr
):
fidei sunt,
quaedam
communi
dividundo.pracscriplis verbis, quae de aeslitnato proponilur, et ca, quae ex permulalionc compelit, et hereditatis petitio:
dicia
connumcranda
bonae
(e) L. 99.
bonae
bonac
fidei iu-
(idei disposuit.
de V. 0.
45. 1.
).
L.
7.
terrogano.
L. 31.
g.
de negai, gest.
quantum
21. 1.
3. 5.
}.
in stipulationc
Paul
tantundem
nominatila eius
in
).
Digitized by
214
fe-
de, in virt di pi largo potere concesso al giudice, questi poteva prendere in considerazione anche le eccezioni prodotte innanzi a lui, e trascurate innanzi al Pretore ( in iure ) (g). d'avvertire per che qui si fa parola delle vere eccezioni nel pi stretto significato della parola, c non di
quelle eccezioni o fatti, i quali annullano ipso facto il diritto di agire del1
forinola
giuramento in
ed erano
lite,
ed in
Quando
in
gamento, valeva
la condemnatio (h).
di stretto diritto stabilito un luogo di pache lazione dovea essere intentata perfetta-
un negozio
la regola,
),
il
in forza di cui
azione nel luogo designato dall atto civile, aveva la facolt d intenterla
buona fede all'incontro questa nuova azione
non punto necessaria, dappoich ci potr fare il giudice secondo la na-
L. 7. 3. de pactis
(i).
2. 14.
). L.
pag. 127.
Etsi non pater cxpcrirelur, sed post mortem
Vip
actioni,
cus filia sola de dote agorct, idem crii diccndum, quum cnim doli exceplio insit do dote
inessc hunc simun m actioni
ut in ccteris bonao lido! iudiciis, pelosi dici, ut et Celso videlur,
(g) L. 21. soluto inatr.
de dote, maxime
si
(h) L.',3. 8- 2.
(21.
ex voluntale
commod.
3.
).
iiiiae
factus
sit.
L.
3.
de rcscind. vend.
sii,
18. 8.
bonac
).
fidei iudiciis,
obscrvatur, quamvis
1.
L.
).
4. de cond.
tritr.
(i)
13. 3.
).
L. 7.
Ulendum
erit.
8-
4. 6.
).
Digitized
by
215
ANNOTAZIONE
Quali azioni appartengano alla prima classe e quali all' altra controverso; ma
ultime investigazioni a questo proposito ci hanno condotti a seguenti risultati;
1 ) Innanzi tutto da rigettare l'opinione che tutte le azioni fossero divise in
azioni di stretto diritto e di buona fede, mentre in verit questa divisione non si
estende che ad un piccolo cerchio di azioni. Ad esse appartengono solamente quelle
che hanno una formolo in ius concepiti, ne sono per conseguenza escluse le azioni
onorarie e le perseculiones.
Di pi non tutte le azioni in ius concepitele entrano in questa divisione, ma solo
quelle che sono in personal n, c di queste quelle che sorgono da negozii civili, ossia
le
stiniano
(1).
Le azioni ex testamento tanto nel caso dun legato per damnalionem, quanto
uno sinendi modo (m). Le azioni per un fidecommesso appartenevano certamente
al numero delle perseculiones, e quindi non sono n di stretto diritto n di buona
fede, quantunque materialmente fossero considerate quale libere azioni; donde segue che, in virt della cxacguatio leyatorum et fdcicominissorum di Giustiniano
nell' ultima legislazione, le azioni ex testamento non possono pi essere annoverale
c)
di
5. 21.
).
Questo giudizio
che
1
scorso,
l'
12. 3.
).
3.
L. 103.
de reb. cred.
12. 1.
de V. 0. (45.
1.
Buse. Coni. 5.
(l)
la
legge citata
ci
1'
pr. Inst. de
lit.
ubi.
3. 21.
).
).
).
L.
Ved.
12. 1.
sull
si
azione in que-
rileva solamente,
avverte che
(k) L. 9. g.
(
il
con ci
azione in di-
matrimonio con
L. 0. . 4. L. G. de in
5. 13.
).
la for-
lit.
iur.
Cic.
pr
nut. (c).
L. 0. de in
lit.
iur.
12. 3.
).
L.
23. de V. O.
(43. 1.).
(n)
I..
2. C. coin.
(o) L. 2G.
de act.
de legalis
rer.
amot.
G. 48.
(
(
23. 2.
).
).
Digitized by
mola in factam, a
un'actto in factum;
2 con
la
tarum
stabilirsi,
come
poi sarebbe in
di
cos dice:
Si obligalio lego
nova introducta
sit,
agendum
est.
ma non
ex
nea
casi,
non
da dire secondo allo spirilo della legislazione giustiniale condictiones ex lego le nuove azioni nascenti dalle dona-
annoverare tra
e dal contratto dolale;
di
zioni
ed
vuoisi
lege ; pi giustamente
altre ancora
(r).
civile
sol
ex
delieto,
perch
tere,
la
ma concepita
Similmente altre azioni, perfettamente escluse dalla presente divisione, possono essere considerate come di stretto diritto, o come di buona fede; e la ragione
ne , che tale divisione, massimamente importante per la nomenclatura, e nel tempo
del processo trmolario, allora che il Pretore determinava il criterio del giudice
innanzi al
medesimo magistrato,
(q)
trattalo
lutto lo svolgimento della controversia
momento che
se
48. 3.
8. 30.
(s)
Savigny,
(t)
Docking,
Quod nostra
menomata d im-
!.. tilt.
est, ex lege
. 1. C.
de
condicticiam emanare.
L. ult.
g.
8. 84.
).
L.
0. C.
de dot. proni.
5. 11.
).
).
L.
10. C. de
).
Stai.
I.
).
L. 33. g. 3. C. de donai.
revoc. don.
non pu
pag. 337.
V. app.
Num. XX.
p. 377.
de rcb. crcd. { 12. 1. ). Vip. Compclii hacc aclio elioni ex legati causa, et
ex lege Aquilia; sed et causa furtiva per hoc condiclionem condicilur; sed elsi ex Senaiuseonsulto agetur, compatii linee actio, valuti si is cui fiduciaria heredilas rcsliluia esl, agerc vote!.
(u) L. U. g. l.
Digilized by
217
portanza. Per la qual cosa tutte le azioni che non appartenevano dapprima a questa
divisione dovettero essere trattate alla maniera o di quelle conosciute sotto
di actiones stridi iuris, o di quelle appellale
bonac
fidei.
ex
le azioni civili
Le
il
nome
abbiamo
buona fede.
delieto, di cui
come azioni di
Vanno in questa seconda categoria le azioni in rein (v): ancora quelle che avevano
una forinola in factum conccpta, e le azioni onorarie, per le quali la libert del giudice era gi posta dal carattere del diritto pretorio. Non altrimenti delle persecw-
lioncs, le quali
strato
una
venivano in
tali
magi-
aequum
conceptae. In alcune relazioni giuridiche, nelle quali era necessaria una stima per
determinare l' obbietto della obbligazione, il giudice avea per la misura della sti-
ma,
modo
azioni ebbero
nome
di actiones in
1'
dei giudizii
ma
principio rigoroso del diritto civile col pi libero della naluralis ratio ;
il
nel progresso del diritto lo stesso principio che modifica le istituzioni, modera an-
cora
modo
il
bonac
fidei actiones.
La condidio era
non
fuori proposito.
leijis
aclio
per condiclionem,
la
quale do-
veva strettamente adoperarsi per certa pecunia, ovvero per certa rcs; la sua natura
era rigorosa a segno che il giudice doveva decidere n pi n meno che la foratola
(v) L.
rii,
possi!,
is,
esl. Si vero
est,
est, et
trai
6. 1 ). Vip
Si vero non potest restituero, si quidem dolo fequanlum adversarius in iitem sioe ulta laxalionc in infinitum iuraverit,
fccil, quo minus possi t, non pluris, quam
quanti adversarii interfuit, condemaandus est. Haec scnlenlia generatis
68. de U. V.
quo miuus
damnandus
iudicis
g. 2. Inst.
de
off.
est.
(i)
Savigny,
(y)
L. 66. g. 7.
(z)
11. g. 1.
sol.
mat.
(bb)
L. 3. g.
pr.
).
g. 28.
8. 3.
).
L.
3.
de in
lit.
d.
).
24. 3.
L. 82. de sol.
44. 7.
3.
1. ).
de bis qui
g.
46. 3.
).
).
de aed. (21.
in
L.
474.
A.
!.. 1.
4. 17.
et.
(aa) L. 3. pr.
(cc) L. 42.
Sist. V. pag.
L.
L.
L. 34. pr. de O,
iud.
3. 31.
47. 12.
elf. (
).
0. 3.
1. Inst. si
L. 20.
g. 3.
de aeq. hcred.
2. 2.
).
).
quadr. (4. 9.
).
11. 7.
Diritto romano.
28
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Googlc
218
dare oportere gli dettava; cos Gaio (ee) intende per condiclio quell' azione in personam, la intendo della quale era diretta ad un dare oportere. Secondo la sua origine e la sua natura adunque la condiclio era per un certuni; e perci il nome di
condictio certi. L austerit della condiclio fu temperata probabilmente tra il VI. e
VII. secolo di Roma; e da quel tempo oltre ad una condictio certi si ha una cndiclio incerti.
La differenza mollo rilevante, perocch la prima diretta a somma od oggetto determinato, laltra, quantunque diretta anche al dare, pure non avea cos determinato l obbietto, onde alla parola dare della intendo si aggiungeva 1' altra facere. Dal che consegue differenza importante: che nella condictio certi, essendo tutto
i fatti, non poteva condannare o assolvere il convenuto per quella pecunia od obbietto determinato; nell altra, non essendo confi-
ma-
Quando sia il caso deli 'una, quando delda decidere secondo la natura delle obbligazioni; e particolarmente:
Nasce allora la condiclio certi quando l'azione ha quei requisiti da noi espo-
1
sti
il facere involge in s un incrcon altre parole dev essere determinato nel quid, nel quale e nel
e la intendo concepita in questa guisa: Mparet, Ani. Ani. Ao. Ao.
ovvero fundum cornclianum, hominem iSlichum dare opor-
te zza. Lobbietto
quantum
((!):
tere (gg).
Nasce
quando esistono
la condictio incerti,
ma
un oggetto per
buona fede, la intendo
non poteva racchiudere un certum, ma era espressa col dare facere senza laggiunzione ex fide bona, in questa guisa quidquid perct Am. Ani. Ao. Ao. dare facere
condictiones
il
come per
le azioni di
Silia cerlae
(fTj
quod et
0. (48.
est in stipulalionc,
1.).
Gai. Slipulalionum
homo
quaedam
cerlae sunt,
46. 3.
13. 4.
Quum
in
46. 3.
).
Cam-
L. 2.
conf. 42. . 1- de rcb. crcd. 12.
L. 75. g. 8. L. 103. dcV. 0. (45. 1.). L.93. pr. de
1.
136.
conf. L. 29.
).
L. 76.
g. 1.
id,
45. 1. ).
. 1. de V. 0.
quod praesenli die duotaiat de-
).
in-
ut ecce
}.
Paul.
belar
sit,
sulut.
qaaedam
(lih).
que
Am.
Gai. Inst. IV- 19. llacc autem legis odio conslituta est per legcm Siiiain et Calpur-
(ee)
7. 5.
).
L.
L- 72. g.
3.
de solut.
).
L. 22. g. 1.
L. 40. g. 1. de cond. ind. ( 12. 6. ). Marciati. Si pars domus, quac
diem per fdeicommissa relitta est, arserit ante diem fldeicommissi cedcntem
et ea licres
sua impensa refecerit, deduccndam esse impcnsani et lideicomrnisso constai; et si sine deduclionem domum tradideril, posse'in certi condici, quasi plus debito dederit.
L. 3. de cond.
8. 2.
in
caus.
12. 7.
).
dium
tradidcro,
liaris
eam
!..
5. g. 1.
quum
servilutem,
L-
).
Paul. Si
libi
libcrum prae-
quam
debuit, imponi.
L.
2. g. 3.
de donai.
39. 5.
).
etc.
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by
nem ex
lege Silia
tempi
si
219
rem
Calpumia Sulla differenza non si concordi; pretendono alcuni consistere massimamente in ci, che solamente nella condictio diretta a certa pecunia seguisse la
certa condemnatio, nellaltra diretta ad certam rem seguisse una incerta condemnatio (ii|. Questa differenza non ci pare esatta, avendo buoni motivi da credere che anche in questo ultimo caso la condemnatio poteva essere diretta ancora
ad una certa pecunia (jj) piuttosto la differenza rilevante sarebbe, che nella con^ictio diretta alla certa pecunia le parti promettevansi scambievolmente una multa
) .
somma
reclamata da pagarsi dal soccombente a colui che vinceva la lite: mentre nell' altra condictio mancava la spomio pocnalis. Di qui nasce
che solamente la prima prendeva il nomq di condictio certi, ovvero aclio si certum
|
pctatur, mentre al contrario ogni altra condictio appellavasi triticiaria, poich il frumento fu designato come esempio di una qualunque cosa distinta dalla moneta. Cosi
quest' ultima condizione abbraccia
non
solo la condictio
ad una
rcs certa,
ma an-
cora
infatti nella L. 9. pr. de II. C. (12.1) scrive: Certi condictio competit ex omni causa, et ex omni obligatione, ex qua certum pctitur, si ve ex certo
contractu pctatur, sire ex incerto. Licci enim nobis ex omni contraclu certum
praesens sit obligatio; caelerum si in diem sit, vel sub condummodo
condicere,
certum. Ulpiano
tro
giuristi
(ii)
Wachtcr, 8ag. 72
L.
Heimbach, credilum pog. 570.
(jj)
peruniam nunieralam petit, illa aclione utitur,
1.
si
ticiariam condiclionem petet. Et gcneralitcr diccnduin est, cas res per Itane aclionem peli, si
quae siut praeter pecuniali! numcratam, sive in pondero, sive in mensura constcnt, sive mohilcs
slipulalus quis
sii, veluli
pag. 622.
PuclUa,
(kk)
Heimbach,
Islil. .
0 ad Pub. et ad Leg. 9. de K.
identit e connessila, pag. 93.
(Il)
positi
L. 4. 4. 816. 3.
164.
(..
de R. C.
E. 47.
44. 2.
).
319 e 593.
ss.
12. 1.
pr. pr soe.
mea
- L- 34.
).
L. 28.
17. 2.
).
de
. 4.
Vip. Scd
intersit.
1. 2.
de O.
sit,
L.
et
A.
5.
(
si
iure.
ad
leg.
12. 2.
).
14
3.
).
cil.,Brackenhoft,
L.
13. g.
de tutelae act.
44. 7.
sive ius
ved. Savigny,
106. ss.
27. 3.
).
L.
1.
de-
cessa8.
de
).
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by
220
esatta.
Non
pu contraddire
si
clic
requi-
ternativo con
l'
(mm), ed
eie.
una
requisiti per
condictio; in questo
modo 6
che in con-
possibile, che
ob-
Savigny,
Le
V. g. 221.
Sist.
83.
Actioncs arbitraria*-.
1.
Puchta,
istituzioni g. 168.
niun
modo debbono
nunciava immediatamente
confondersi con
il
giudice
non pro-
ma, esaminato rigorosamente il die convintosene, metteva nella libera volont del conve-
la sentenza,
o restituire
nuto di soddisfare
primo assecondava
attore, p. e. di esibire
oggetto.
era assoluto, se vi
Se
il
si ri-
stimala condanna pecuniaria. Quindi per la inlentio questa forinola era un iudicium, per la condcmnatio invece era un arbitralus iudicis (a). Le conseguenze di questa erano di grande pregiudizio pel convenuto, che non si sottometteva alla volontaria prestazione: in
quantoch spesso andavano oltre di quanto il convenuto avrebbe dovuto
fiutava, seguiva, dietro
de acl.
4. 6.
Savigny, o. c.
op. c. g. 139.
voi.
V. pag. 5. 78.
mclus
ss.
quasdam
faciat,
veluti
rem
islac actioncs
tam
in
rem, quam
in
Publiciana, Scrviana de rebus coloni, quasi Serviana, quac ctiam hypotheraria vocatur; in per-
sonam,
id,
veluti
quibus de eo agitur, quod aut mctus causa, aul dolo malo factum est, item
est, petitur:
cuiusque
rei,
posse resliluerc,
si
):
cum
pendei. In bis enim actionibus etcelcris similibus pcrmittitur indici, ez bono et aequo
quemadmodum adori
sccundum
satislieri oporteat.
ab co possessio transfer-
Digilized by
causa
rebbe
la
stato sufficiente
sentenza
nell
il
al
221
effetto della
il
2
bonae
La differenza che
tra
e stridi iuris e
rapportano solamente alle
e
le azioni arbitrarie
si
comprendere tanto
hanno una dif-
e bonae
fidei,
cosicch
le azioni
ma
molte
come ancora
lattivit
le azioni civili
ex
buona
quantoch
accorderebbe col caazioni arbitrarie
ne
adunque quali
nisi exhibeatur
od
alla esibizio-
(c).
. 84.
3
T. Inst.
(
8. 1.
).
De
Cai.
Lazione e
una
iotcrdiclis
Inst. IV.
il
4. 15.
Degl' interdetti.
).
T. D. De interdictis (43.
tur, et
1. ).
T.
C. cod.
g. 169.
tuerc,
istit.
il
uno
stato di fatto,
pretore,
fructuum duntaiat, omnisque causac nomine condcmnaiio IH. Si vero non potasi resliquidem dolo fccit, quo minus possil, is, quantum advrrsarius in litem sinc ulta laia-
si
(c)
Savvjny, V.
g.
221.232
g. 31. Inst.
de
ocl. (4.
Paul. Inttrdum quod intersit agentis, solarli acstimatur, voluti quum culpa non restiluentis vel
non eihibentis punitur; quum vero dolus aut contumacia non restiluentis vel non cjhi beali,
quanti in litem iuraverit actor.
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222
inlerdictum
(a).
Questultimo
nome
ai
ria
Se
(b).
qualora
si
la parte contraria
come
si
il
comando e
diffinir la
il
finito,
ma
al giudice;
era
facile provvedere,
tutto
onde questi
non se la
altro, se
editto. In ci gl inter-
del processo.
Glinterdetti
il
Pretore
si
di-
rigeva ad una delle parti e comandava o vietava qualche cosa; nei duplicia poi
si
dirigeva ad entrami, in
medesimo tempo essere attore e convenuto (c). Nei primi poteva darsi uno
due processi, cumpoena o sino poena. La procedura cumpoena
l attore provocava il convenuto a promettergli una
somma, se si provasse che egli avea operato contro leditto pretorio sponsio ), ed allincontro il convenuto lo chiamava ad una reslipulalio pel fatto
contrario, cosicch per la scambievole promessa entrambi ottenevano una
di questi
consisteva in ci che
il
giu-
una
poi
domanda
esibitorii, lat-
della restituzione
maxime
faciebat,
cum de
1. Inst. h. t.: Summa nulem divisio inlcrdiciorum hacc est, quod aut prohibitoria
. . Sunl lamen, qui putant, proprie interdicta ea voquae probibitoria sunt, quia inlcrdicerc est dcnunliare et prohibcre; exhibiloria autem et
reslitutoria proprie decreta vocari: sed tamen obtinuit, omnia interdicta appcilari, quia inler
duos dicuntur.
(b) g.
eari,
Tenia
quibus
rei,
quam
quod aut limplicia sunt aut dii .... dupicia vocanlur, quia
Ved.
Digitized by
223
ed esibizione della cosa; qualora la restituzione od esibizione non seguisse, il convenuto era condannato al prezzo della cosa.
Nella procedura sine poena le parti comparivano innanzi al magistrato domandando un arbiter, ed il Pretore dava loro una formula arbitraria, per mezzo della quale il convenuto era condannato ad una somma
determinata in caso che non volesse restituire o esibire la cosa. Questa
procedura era applicabile solamente
ed agli esi-
bitorii.
entrambe
volevano per s
le parti
il
il
una que-
possesso medesimo,
il
che dava
la facolt di
al
pulationis assolvendo
il
primo.
cedura,
gl
sono azioni personali dirette a decidere una relae determinare cos la base di un giudizio diffinilivo di diritto
interdetti
zione di fatto
), ovvero dirette a difendere un diritto macausam habent) (d). Questi concorrono in alcuni casi
medesimo diritto, e vengono riguardati sempre come
mezzi provvisorii; poich dopo la decisione si pu produrre in giudizio
la medesima questione con 1' azione, la quale opera una decisione dilfi-
teriale [proprietatis
con
le azioni del
nitiva.
Gl interdetti possessorii si
un
aveva
Nam
si
(e).
(d) g- 8. Inst. h.
t.
De ordine
supervocaum
qualia sant hodie omnia iudicia ) non
L. 3.
L. 1. 8- 3. b.
t.:
4. C. h.
t.
L. 17. A. de act.
si ulilis actio
cmt.
4. 48.
).
L.
ri
2. 8- 1- 3.
tamen
li.
t.
ipsa persona-
li sant.
Sequcns interdiclorum divisi hacc est, quod quaedam adipiscendae
possessioni s causa comparata sunl, quaedam restituendae, quaedam recuperandae.
!e) 8-
2. Inst. b. t.:
Digitized by
224
85.
6 Aetlonr
)
mix Ine.
Le azioni dirette al mantenimento del patrimonio possono differire in ci, che alcune tendono solamente a garantire Io stato del patrimonio; altre pretendono qualche cosa di pi. L' azione diretta a rimuovere il danno ingiusto sofferto da una parte, ed il guadagno illegale dall' altra, cos che le due [irti ritornano nello stato antecedente alla violazione, n ve cambiamento nel loro patrimonio, appellasi rei persecutoria.
2 Avviene alle volte in alcune circostanze che alla violazione del
1
diritto,
pu
in seguito addivenire pi
povero di quello eli era prima della violazione, e lattore pi ricco; in altri termini succede un cambiamento nei patrimonii delle due parti; quelle
azioni
tligere
adunque che sono unicamente dirette a conseguire il dippi ed inuna pena a colui che violava il diritto, sono dette per questo
poenales.
violatore, e
sull
azione stessa
nell' intentare
niaria
il
danno, o
la
pena pecu-
(a).
Digitized by
Gogle
225
Estinzione
III.
azione.
86 .
.
i
dell
12.). T. C.et
(4.
Sist.
deliclis
defunetoram quan-
MMtnbruch,
Continuai, del
Le azioni
come
si
trasmettono attivamente
le seguenti ecce-
zioni.
1
Per
le azioni
riguardo
all
attore, si
comprende d s
che
stesso,
quando il diritto a cui tutela sta 1 azione, si estingue esso stesso con la
morte del subbietto, 1 azione ancora estinta, ed impossibile una trasmissione di essa agli eredi. Questo
prima
della
come
colt di entrare
cittadino e
dette acliones
ex
la
convenuto non
al
lha
come
(a);
si
trasmettono
le azioni
popolari
(bj,
negata
dopo
meram
Riguardo
le azioni
attore
la trasmissione dellazione
la eredit si
L.
8. g. 5.
9. 3.
).
sia et deieetia,
perpetua est, et hcredi compelil; in heredem vero non dalur. Quac aulem deeo
competit, quod iibcr periisse dicctar, intra aunum dunlaxat compelil neque (in heredem, sed
47. 23.
(b) L. 7. 8.
annum
personis,
nam
conr. L. 7.
pr. g. 1.
de
).
eod. Vip.
Omnes popularcs
extenduntur.
(c) g. 1. Inst. b. t
Est
romano.
enim certissima
velati furti vi
9. 3.
).
L.
1. pr.
de privai,
dolici.
47. 1.
iniuria.
!..
8.
).
29
Digitized
by
per che
le volte
l
ma solo
trasmette passivamente,
tata pi
226
per
quando accanto ad
rum, accanto
tere
meramente
3
non
dalla
si
la
si
alla
litis
da questo punto
contestatio, e
(d) L.
eum
5.
pr.
de calumniat.
3.
(h) (3).
).
quod ad
momento
le azioni
daium
et heredi extorque-
sedere quaesitum.
(c) L. 16. g. 2. quod. met. caus. ( 4. 2. ). Vip. Ilaec actio heredi celerisquc successori bus
(g)
datur, quoniam rei habet persecutioncm. In hcredem autem et cetcros in id, quod pervenit ad
sedere quaesitum
17. g. 1.
L.
petere.
8. 5.
si
43. 16).
L.
15. . 3.
L.
42. 5.
quod
).
vi
L.
g. 5.
L. 52. de R
9. g. 2.
de
11.
43. 24.
). L.
delie. (4. 1.
44. de R.
).
L.7.
I.
42. 8.
50. 17.).
g. 2.
V.
trib. act.
L.
de obi. quae ex
L. 7.
est, ut est et
).
).
6. 1.
14. 4.
L. 9.
). L.
).
3.
L. 9.
L.
g. 8.
L. 1. g. 48. de vi
L. un.
C. h.
t.
L. 2. g. 27. vi bon. rapi. (47. 8-). Vip. Hacc actio heredi ceterisque successoribus dabilur; ad versus heredes autem vel cetcros succcssorcs non dabilur
quia poenalis actio in eos
,
in id,
saffi-
cere condictionem.
(h) g. 1. Inst. h.
bus causis
Omnes
lites
t.
L. 26. 58. de O. et
A.
44. 7.
).
Callistr.
Sciendum
L.
est
ex omni-
139. de R.
I.
Gai.
acliones, quae morte aut tempore percunt, semel inclusae iudicio salvae permancnl.
L. 164. eod.
Digitized by
227
.t (VOTA ZI OSI
Sulle azioni qnalifcate per vindictam spirantes, le scuole non sono di acci conviene considerare qualche caso speciale di queste azioni :
(I)
cordo, onde
1
posta
al principio
2
segue
Lo
stesso
si
il
(i).
factum de calumniatoribus
come ancora
(k):
la stessa regola:
il
donatore va contro
padre per
Il
diritto
di cui
il
1'
azione del patrono c del
o nella patria potest del figlio (1).
altro per
mancanze morali
(m).
Qualche dubbio
pecuniario.
sta
dam hanc
cilur; certe
1acfio
Il
per
rei.
11. 7,
eam dedu-
).
sere accettata,
sia
(o).
pu sempre
saria; la ragione dellapparente contraddizione sta piuttosto in ci, che questa azio-
ne
alla
memoria
8 Sono
del trapassato, e
sottoposte al
un uomo
selvaggi
in
I,.
lite
47. 10.
l'
insulto fatto
uomo
libero
(p).
da animali
3. 0.
).
3S. 2.
).
L. 2. g.
Coni
10.
8. SO.
matrimonio
fin.
24. 3.
de scpulc.
4.
(m) L. 15. g.
(n) L. 8. Un.
(o) Gliick,
).
meum
meo iniuriarnm
L. 4. de ralum.
ei debet, quoti
servum
(l)
cerca vendicare
(q).
(i) !..
(k)
si
28. eod.
medesimo
vini.
de
coll.
37. 6.
L.
).
47. 12.
).
Ved. L.
1. g. 8.
de
(q) L. 3. g. 3.
9. 3.).
Digitized by
.
1
(2)
controverso se
ancora per
SJ28
principio della
il
Due
opinioni tengono
il
campo
eredi valga
gli
le azioni
il
defunto
si
decessore, non sia poi risponsabile de) dolo e delia colpa lata; oltrech vi sono molte
leggi in favore di quest ultima opinione
(3)
Un
(s)
al
principio
testatici le
che
sommo
il
solo
dopo
giurista
la Ulis con-
rammenta
co-
stituzioni imperiali giusta le quali le azioni penali trapasserebbero agli eredi, si vi-
rus conventus fuerit. L. 33. de 0. et act. (44. 7. ). Constitutionibus quibus osten ditur, heredes poena non teneri, placuit, si vivus conventus fuerat, eliam poenae
persecutionem trasmissam videri, quasi lite contestata cum mortuo.
Da
sia sufficiente la
Una
|t).
si
pu
accettare una modificazione per diritto imperiale, dappoich nel Codice Diocleziano
e Massimiano nella
niano nel g. 1 Inst.
C. de
leg. un.
h.
t.
una pena
di
non che
fiscale, la
non parla
di
lo stesso Giusti-
contcstatio;
Comunemente
ma
),
onde si pen-
larmonia
si
trova
ordinem, ed in cui per costituzioni imperiali la comunicazione dell azione era surrogata alla litis contestali, che in questo caso non poteva aver luogo (u). Ora si potr avere questa opinione per determinare 1 originario pensiero di Paolo; ma que-
non
sta interpretazione
in cui tutti
giudizii
rale;
quasi
come
colpa
(v).
(r) g.
compelil,
1.
Ins
quum
h. t.
(s)
).
Pomp. Ex
I.
ad heredem eius
nitrii
ex eo dolo pcrvenit-
'
).
10. 3.
).
L.
7. g. depos.
16. 3.
).
L. 12. de 0.
et A.
(44.
27. 7.
si
L. 8. g- 1. de ftdeius.
7.
azione
80. 17.
).
I,.
49. eod.
in solidtun tenetur,
(u)
(v)
V. 0. Kanjerow, o.
Savigny, VI.
c. I. p.
p. 19.
148.
Digilized by
229
87
Ealimlonc
dell'
annor.
(7.
Quando unazione
si estingue,
T.C. de praescr.
perch
).Savigny,
Sisi. v.J.
il suo
tempo determinato dalle leggi, si dice che l azione
La prescrizione uno de' pi savii istituti del diritto romano,
e viene giustificata da molte ragioni: innanzi tutto le relazioni giuridiche
prescritta.
un carattere certo e difiinitivo, che qualunque eventuanon pu distruggere. Questa certezza vien data dalla presunzione di
il diritto, del quale l' attore vuol far uso dopo il tempo dalla
ridiche acquistano
lit
legge che
si
suppone che
interes-
il
sperduti
il
bitrio dell attore, questi potr in alcuni casi, col rimettere luso del
diritto
diffcile la
pruova, come p.
l
e.
suo
mezzi di
seguenti re-
Fa duopo innanzi
tutto
Per la qual cosa da far distinzione tra azioni reali e personali: quelle
sono nate non prima che avviene la violazione del diritto; queste nascono
non appena il diritto stesso, che n fondamento, viene stabilito. Onde
un' azione reale non potr mai esser considerata come nata, quando si
stabilito il diritto reale, perch prima che questo diritto non fosse violato
()
Savigny,
I. c. fi.
237.
Digitized by
230
uso
La prescrizione adunque della rei vindicatio
non potr mai cominciare a decorrere prima che un altro non si trovasse in possesso della nostra cosa, e non contraddicesse al nostro diritto di propriet col non riconoscerlo: cos il fittaiuolo, il comodatario
non
conosce
si
il
(b).
Al contrario
incomincia a pre-
scrivere,
1
momento che
si stabilito
estinto
il
il
diritto
che
fondamento; cos p.
e. actio
piijnoraticia in
si
sia
non
Per
nascenti da
un
rem
giusto titolo e la
buona
requisiti per
il
possessore dell'og-
fede.
2 ) Le azioni pretorie tutte secondo Gaio (d) si dovrebbero prescrivere in un anno, ma secondo una determinazione pi precisa di Paolo ed
Ulpiano questa regola vale per
(b) L. 2. 7, C. de praes.
(c)
(d)
L. 91. g. 1. de solus.
le azioni
16. 3.
ex
).
Ved.
Gai. Inai. IV. 110. 111. Quo loco admnnendi sumus. eas qtiidcm actiones, i|oae e lege
annum
dare
pr. Inai.
de perpet. act.
(4. 12).
Digitized by
231
un anno
manifesti
eccetto
aedo
furti
(e).
Le azioni
si
Appartengono
al
numero
Gl
prescrizione
(g).
meno
Il
di 10 anni (h).
vono
bili
in
20 anni,
le
seconde in 40, e
le terze
si
fiscali,
prescri-
(i).
(e)
amol.
(f)
44. 7.
).
L. 3.
8- 4.
nautae (4. 9.
L. 31. g. 8. rer.
).
L. 3. h.
t. (
7. 39.
):
Theoi. Sicut
in
rem
ai
qua
puatulelur, vel persona qualicumque aclione Tei pcrscculione pulsetur, nihilominus crii agenti
30 annorum praescriptio mclucnda. Eodem otiam iure in eius persona valente, qui pignus vel
hypothecam non a suo debitore, sed ab alio per longum tempus possidente nititur vindicare.
S- l.Quaecrgo ante non mutae sunt actiones, triginta annorum iugi silentio, ex quo iure competere cooperimi, vivendi ulterius
quoddam,
licci
allegalo sacro rescripto, aut in iudicio postulatone deposita, fuerit subsecula per exsccutorem
conventio: non sexus Tragittate, non absentia, non milita centra hanc legem defendenda, sed
simililer ut aliis,
annorum
tri-
ginta continuis extinquantur, quae perpetuae videbantur, non illae quae antiquis temporibus
liniitabanlur. g. 3. Post
nulli
2. 41.
).
luti.
aetatis, exceptio-
nem non numcratae pecunlae ab initio minoribus non curcrc, ne, dum io integrum rcslitutionem
expeclamus, aliquod cmergat obstaculum, per quod buiusmodi benefcio minor uti non possit,
ne substantia eius subvertatur. Sed humanius est, latius candetn legis interprelationem extendere in omnibus casibus, in quibus veler iura currere quidem temporales praescriptiones adversus minores concesscrunt, per in integrum autem reslitutionem eis subveniebanl, eas ipso
iure non currere. Mclius etenim est, intacla
remedium quacrerc;
eorum
iura
annorum
manentihus.
!h)
N. 111.
(i) !..
N.
ult. C.
131.
c. 6.
de fund. patr.
11. 61.
).
_ | 6.
11. OS.).
I.. 13.
pr.
Digitized by
III.
232
tempo non
sia interrotto.
La prescrizione pu essere
1
dall
ina-
perocch la prescrizione delle prime interrotta solacontesfatto, mentre per le altre sufficiente che l' attore
mente
alla litis
notifichi la
sua azione
al
convenuto
(k).
2 ) La prescrizione pu interrompersi con la semplice protesta, specialmente quando il convenuto assente senza procuratori, o demente,
o non pu esser
tratto in giudizio
si ri-
il
mentre nelle azioni personali col prescriversi lazione si estingue nel medesimo tempo anche il diritto personale.
V. Fin dal tempo di Teodosio una volta intentata l'azione, era la prescrizione interrotta, n era possibile un altra prescrizione mentre pendeva la lite. Teodosio restrinse ancora questa durata, ed introdusse unaltra specie di prescrizione, che
lite
comunemente
pendente.
Questa prescrizione era di 30 anni, ma Giustiniano accettandola rallung di dieci anni, cosicch 1 azione che pende in lite si prescrive se-
condo
40 anni
(n),
computando
dall'
ultima
azione processuale.
de div. lem por. praes. ( 44. 3. ). Bertnoj. In omnibus 6sci quaestionibus, eiceptls causi*, in
quibus minora tempora serrati specialiter constitutum est, viginli annorum praescriplio cuslodilur.
seu dominio
L. 2.8-1.
L. 3. 4. de requir. (48.17.)
L. 1. 3. de iure fisci ( 49. 14. ).
L. 6. C. h. t. Anast
Idooque iubemus, eos, qui rem aliquaro per continuum annorum
quadraginta curriculum sine quadam le gitima interpellationc possedermi, de possessione qui-
dem
rei,
cirilem
canonem,
voi aliarti
quampiam publiram collationem eis imposilam dcpcndcre compeili, nec huic parti cuiuscutnque temporis praescriptionem oppositam admitti.
(k) L. 9. 8- 3. de iurciur. (12. 2. ). Vip. Si is, qui temporalia actione mihi obligalus eral,
detulerit iusiurandum, et iurem, eum dare oportere, egoque iuraVero, tempore non liberatur,
quia post litem contestatati!
deiuss.
(l)
27. 7.
cum
co perpetnatur adrersus
eum
obligatlo.
t.
8. in fin.
de
fi-
).
L. 8. 8- 1. C. b.
(m) L.
t.
8. 8. 1. C. h.
(n) L. . C. h. t.
(7. 39.
t.
),
(7. 39.
7. 39.
).
).
Digitized by
233
ANNOTAZIONI
(1)
Per
la nativit dell'
azione
si
scribitur
fatti,
il
si ri-
tiene che
L argomentare di questi giuristi pu esporsi cosi. Il concetto della nativit delazione non possibile prima che vi fosse un qualche turbamento nel diritto, poich secondo la sua natura ciascuna facolt d agire ha due elementi essenziali, un
diritto che la ragione della sua esistenza, ed una violazione, che suscita l'esercizio
di quella facolt: senza di questa violazione il diritto non potr prendere mai la forma
di azione (s). Secondamente uno dei motivi che giustificano la prescrizione dellazione
la trascuranza dell attore, la negligenza di agire; ora non si potr certamente far
parola di trascuranza e negligenza, quando l attore non ebbe occasione di esercil
il suo diritto.
Questo ragionamento non giusto secondo lo spirito delle nostre leggi. Il primo
esatto; imperocch si confonde il diritto dell azione con la opportunit del suo esercizio: e di vero in tutte le obbligazioni nascenti da contratti, af-
tare
argomento non
te)
L. 101. de R. J.
(p) L. 3. C. b.
(q)
t.
(7. 39.
).
Cnterholzner, pracscr.
(r)
(s)
Savigny,
I. c.
L.
II.
g. 9.
1. 8- 1- C. h. t.
g. 260.
Savigny,
(7. 40.
).
o. c. pag.
I.
282
g. 170.
pag. 6.
Diritto romano.
30
Digtized
by
finch fosse stabilita
l'
azione,
non
si
234
motivo di produrre
1'
azione: ci
Dove finalmente
plicazione.
di
si
dichiara
massimamente erronea
il
il
vare
la
il
medesima,
che se non
vi
mente dopo qualche secolo dagli eredi degli eredi; o meglio potr benissimo succedere che un azione di mutuo per questa via sia imprescrittibile, per non potere
il cominciamento della prescrizione.
Come abbiam veduto la nostra opinione non pu essere pi retta secondo le legquantunque i sostenitori della contraria si sforzino ad interpretare a modo loro i
provare
gi,
Sin autem
eommunes nummos
cre-
dam aut solvam, con festini pr parte mea nascetur et aedo et liberatio , il Sa
vigny vorrebbe provare che la parola confestim non sta per opposizione alla domanda del creditore, ma per contro alla consumtio nummorum; poich, stabilendo
dapprima Papiniano che quando si d danaro altrui, il mutuo perfetto allora che
la somma consumata, qui determina che.se si data-una somma in comune; non
avvi bisogno come prima della consumazione di quella. Non da dubitare dell esattezza di questa interpretazione; ma ci non toglie nulla al nostro argomento ;
giusto perch Papiniano, nell' esprimere il pensiero che dall immediata formazione
del mutuo si origina Yactio mutui, fa risultare chiaramente che con la esistenza del
mutuo nasce l azione. Naturalmente questa regola vale allora solo che il contratto
di mutuo non va sottoposto a modi: giacch in questo caso la prescrizione non pu
incominciare dall origine del diritto personale; se il mutuo stalo fatto per un determinato tempo, prima del termine non pu esservi parola di prescrizione.
L interpretazione data dal Savigny alla leg. 1. $. 22. depositi ( 16. 3.), sembra
che contrastasse alla nostra opinione, a sostegno della quale portavamo quella legge
medesima. Essa concepita in questi termini: Est autem et apud lulianum lib.
zed by
235
seguire queste altre hoc enira ipso dolo tacere eum, qui suscepit, quod reposcenti
rem non reddai essa starebbe contro di noi, poich la nativit dell'azione sarebbe dipendente dal reposcere; ed il vocabolo statini al principio del passo non
avrebbe altra importanza di questa, che appena seguita la domanda della restituaione, 1 azione pu essere prodotta. Quest' interpretazione erronea; imperocch
quando
si
non
si riferisce
ralo
(u). I sostenitori di
una
Che
si
la
il
come in questa
la
azione, lasciando
dell obbligazione
)
bligazione
<z)
Tutti questi argomenti sono di tal natura che meritano tutta la nostra attenzio-
ne, ci non di
seguente maniera
(t)
(0)
manel,
12. 6.
6).
Lezion.
P. 192.
).
omnibus
Vnterholzner,
(7.
30.). L.
2. pr. C.
de annali cicept.
la
IH
I.
et ideo
perfeclius
(1)
Puchta, comp. g. 92
prescr. g. 258.
(v)
L. 7. C. cod.
L.
2. C.
de
luit.
7. 39.
pign.
sancintus: reliq.
L.3.fin.
cod.
).
8. 31.
).
v incula pi-
Digtized by
Riguardo
236
al
nascenti dalle azioni reali, e quelli che nascono dalle personali, per la natura
fetti
da un'
l' azione; come per contrario questa conseguenza naturalissima nel diritto di obbligazione, cio che la prescrizione, estinguendo l'azione, estingua nel medesimo
tempo
diritto stesso,
il
il
al
farsi valere
che verso
che
quando 6 ammessa una exccptio in odhim crediloris, e non in favorem debitoris
una obbligazione naturale: accettiamo la regola, ma non l' applicazione che
vuol farsene. Quei giuristi avrebbero ragione, se l istituto della prescrizione stesse
a punizione dell' attore; ma si potrebbe loro domandare, che cosasi punisce in lui ?
resta
Per ammettere il loro principio che credono essenziale alla prescrizione, bisognerebbe dire che il non produrre un' azione sia atto illecito e punibile, altrimenti la
pena sarebbe illogica. inutile ricordare in questo luogo qual sia il principio fondamentale della prescrizione delazione, e di tutte le prescrizioni in generale. Onde
se la prescrizione non per odhim creditori s, ma per tuli' altro motivo si oppone allazione, 6 forza conchiuderne eh' una eccezione perpetua la quale annulla ancora
l'obbligazione.Il Savigny per sfuggire a questo argomento, che non poteva non essere da lui preveduto, non eccetta la distinzione, che pure secondo i fonti, tra
exceptiones in odium crediloris, vel in favorem debitoris comparatae, dicendola
un astrazione dei giuristi romani in due casi speciali, cio del SG. Macedonio, e del
SC. Velleiano; ed in vece ne stabilisce una tutta propria, ossia di eccezioni che nascono dal
stinzione
non
non
solo
si
ma
espressione dei fonti subniotio, exlinctio actionis pu benissimo significare l'estinzione della obbligazione; e che questo sia poi il vero significato di
quella espressione si rileva da ci, che in molti frammenti la estinzione del diritto
1
altra parte
stesso sancito
C. h.
t.:
silentio |cc).
3)
Il
terzo
(aa) L. 3. pr.
ila
argomento
de bon. posa.
di
una
difficolt rilevante.
3. cit.
37. 1.).
accipienda suoi: universitalis cuinsque successioncm, qua succedilur in ius demortui, su-
damnum
commodum
et
incommodnm; nam
non sunt,
habent; sive lucrum, sive in corporibus sant, sive in actionibua, in boc loco pro-
bona appellabnntor. conf. L. 49. 91. de V. S. ( SO. 16. ). Paul. .Weorum et tuorum appellalione aclione quoque contineri diccndum est.
L. 8. 8- 7. 11.
L. 24. 8- 3. ad SC.
prie
Vellejan (16. 1.
).
Ved.
leg. 8.
Savigny,
de praescr. 30 ann.
7. 39.
I.
).
c.
pag. 378.
ordin che
237
tre
come
meno
quanto
Non potendo
(dd).
l
l'estin-
si
si
di pegno, ma a rovescio; per le speciali regole sulla estinzione del pegno, finch questo dura, dura anche lobbligazione naturale; quandoch se non vi diritto di pe-
il
La
quando
si
parla delle
i cui principii possonsi applicare alle azioni perpetue, poich Teodosio sulla base delle azioni pretorie sanc la prescrizione per tutte le azioni. Ebbene per le azioni temporali non solo detto in parecchi frammenti , che obliga-
azioni temporali,
tio,
scritta lazione,
non
potr costituire
si
potrebbe pi ammettere
ma
(fi),
la fideiussione,
costilutum, estinta lazione temporale (gg). Da tuttoci chiaro, che, compiuta la prescrizione, non si pu per regola riconoscere obbli-
si
gazione naturale
il
(hh).
luta
).
Marciati. Eliam
si
est,
damnatus
si
cum
est, ci co-
defensore in perso-
quod habet
iudicati aclioncm.
L. 38
g. 5.
de solul.
N. 1. Marb. 1832.
3. 3.
).
Vip
sii
de
legai.
30.
).
eril obligatus.
L. 6. dc.O. et
A.
46. 3.
).
Vangerow,
o. c.
I.
g. 181.
L.
44. 7.
finit
).
tempore liberatus
et
1. g. 7.
de coni.
est,
tut. act.
obligalionem.
13. 8.
46. 3.
).
L. 28.
g. 1. rat.
).
L.
L.
2. C. in
quib. caus.
83.
2. 41.
tideiussorem dederit, fideiussor non tenetur, quoniam erroris fdeiussio nulla est
4. de solot.
si
nihilominus ne-
27. 4.
rem. hab.
46. 8.
).
L.
).
est,
L. 38. g.
).
(hh) Ved.
Hcimbach
208. Wming,
g.
43 ,Schilling,
II.
g.
L. C. Thibaut, 8. edizione
116
Vangerow,
1.
c.
Digitized by
238
88 .
Sa vi gay, De coocursu
Savigny,
Come
Sist.
delicl. formali,
Averani, Inlcrprcl.
V. g. 231.
segnano quattro
casi
concorso
un concorso. Si
diario.
Si ha
un concorso elettivo quando di due azioni l uso di una e un concorso cumulativo, quando molte azioni possono
unitamente o di seguito: un concorso successivo quando tale azione deve seguire rigorosamente tale altra, da cui necessariamente dipende; un concorso sussidiario finalmente, quando un azione
prodotta in sussidio, non avendo la prima potuto ottenere lo scopo.
1)
sclude
laltra;
promuoversi
tutte
guente.
Quando
le azioni
se-
il
si
ha
allora che lattore, producendo una, esclude le altre; poich gi con quella
avr
il
concorso cumulativo di azioni. In rapporto al concorso susha regole speciali corrispondenti al carattere tutto
vengono determinate in diritto come
sidiario di azioni si
se
scopo con
sidiaria
con
la in
integrum
restitutio.
Digtized by
239
SEZIONE
IV.
DELLE ECCEZIONI.
T.
Insl.
de eiceplionibus
praeiudieiis (41. 1)
romano
(4.
T.
13)
D. De eiceplionibus, praescriplionibus
Savigny, Sist.
ss. Zimmern,
V. 226.
(8,
36)
et
Gai. Insl.
8- 91 a 98.
89.
I.
un suo
tutelare
di tutela
ne
contro lazione
diritto
nomedi
il
dell attore;
to dell' attore
al
quale
si
oppone
il
dirit-
(a).
II
al diritto dellattore in
varie guise:
diritto dellattore
diritto dell'attore;
il
parola
(b)
mentre nellultimo
da un
Leccezione, nascendo
cainsqoe
rei soict
t.
Da
dell
t. . . .
tamen
prob. (22.
quaedam
eiclnsio,
insta sit,
diritto del
si
tta
(a)
si
rigetta
inferno sii
III.
).
Comparatae antera suoi eiceptioms defcndendornai noto gratu , licet ip9a perseculio qua aclor eiperimr
L.9. W. pr. de
curi qtto agitar. !.. I. D. b. t.
adversos cura
3).
Digitized
by
ma
(c); ogni azione adunque pu essere usata come eccezione
non viceversa ogni eccezione pu avere la forma dell'azione, poich il diritto di eccezione pu esistere senza che vi esistesse uu diritto che fonda
unazione solamente come mezzo di difesa contro il diritto altrui (d).
eccezione
. 90.
II.
Essendo l'eccezione un
I.
mo
i
diritto del
convenuto, ed avendo
il
medesi-
rasi speciali
erano
fatte dal
come
tiones in factum
parte trovavansi
e parte secondo
le azioni;
come
le quali
nell editto,
altri.
sempre
2
(a).
le
prime possono
convenuto;
da
persone
altre
eredi
ossia dal
le quali
compratori
rappresentino
il
tro di lui
(c)
L.
suo
diritto;
dell',
il
l'obbligo
il
fatto,
per cui vi
convenuto ha l'obbligo
di pro-
I. g. 4.
et eiceplionem
(d) L. 1.
ventiones
(a)
quaedam acliones
Gai. L. 3. h.
t.:
pariunt,
quaedam
Ved.
L. 7. g. 4. eod.
iteli)
latatine sant
eicepliones.
omnino pecunia
,
temporalis, id est ne forte intra quinquennium ageretur. Procuratoriae quoque eicepliones dilatoriae
som, quae
eviiari
possunt
L. 2. g. 4. h.
g. 8-11. tnst. b.
i Gai.
Digitized by
241
vare quel
fatto, sul
quale
si
fonda
della pruova,
ta
come
il
il convenuto fra
convenuto.
la
e questi
rappresen-
si
re
il
confessione in giudizio,
quando questo
diritto vien
un
convenuto,
diritto del
si
estingue
pena:
a
b
c
ANNOTAZIONE
Una
regola tutta speciale hanno le leggi per la exceptio doli; questa dapprin-
cipio poteva allora solo essere prodotta, quando lattore stesso era colpabile di trodella pratica essa fu estesa
; ma per una necessit
suo campo originario e fu introdotta i exceptio doli generalis (d).
oltre
il
(li)
te
(4. 28.).
Perlina*. Si
in
flius,
quum
in potestate esse!,
mutuimi
denegabilur.
quidem
ci
4.).
l-
codcm tempore dando est; nani hacc perpetuo cumpetit quum actor
quando nlatur suo iure is aulem cum quo agitar, non ha,
L. 3. G. C. b.
4.).
t.
est.
Sed
quod exceptio
edam de me-
doli
personam
compleclilur eius, qui dolo fccit; enimvero mclus causa exceptio in rem scripta cst:>i in ea
re m'/iii
romano.
est, ut
non inspiciainus,nn
is,
31
Digitized
by
242
quando
nuova
regola,
conosceva tale circostanza, tale fatto pel quale la condanna del convenuto anche legale sarebbe stata iniqua, e ci non ostante egli produceva e menava innanzi la sua azione. Quasi tutte le eccezioni potevano vestire il carattere di
exceptio doli, Iqualora si poteva provare essere quella circostanza di fatto conosciuta
l'attore
il
giudice
dell
anche senza
l'
ammettere
(e).
91
III.
Replicazione e duplicazione,
T. Insl. de replicalionibus
(4. 14.).
dato
all
fora
convenuto
al diritto del
(a).
mare quel
diritto
che
lattore allegava
per
il
eccezione
pu
per mezzo
dell azione,
e ci anche
reo convenuto , ma coll addurre altre circoper mezzo de quali quest' ultimo diritto vien considerato come di nessuna efficacia; con altri termini, non ostante il diritto del
riconoscendo
il
stanze ed altri
diritto del
fatti
si
ma
vorrebbe rivendicare;
se
un
lat-
questi
sed nn umnino mclus causa factum est in bac re a quocumque, non tantum ab co
et
obiiciatur,
quocumque
verumtamen hoc
non
qui agii;
iure utimur, ut
mctum
L. 68. 8-
1- de. coni.
3.
de rcscind.
L. 2. g. 1. de except. (44.
1.).
quam
exccpliones,
L. 22. 8-
1. cod. Paul.
Re-
Digtized by
243
ostante
1*
il
medesime
di quelle
essendo
le eccezioni (b).
pu replicare dall altra parte e come abbiamo veduto che il diritto dell attore s opponeva con la replicatio al1 exceptio del convenuto, similmente non si potrebbe negare
un egual diQuesto procedimento
ritto
si
lattore
il
la
ha riaffermato con
essere assoluto
alla repli-
col-
che
sua eccezione, et!
diritto
il
(c).
SEZIONE
si-
IV.
I.
T. C. do
litis
Savigny,
mrc
Sist. VI.
velcri et
sai diritto
8 236.
226
(a).
L. 32. 8. 2.
ad SC.
Vellei. (16.
1.).
iusta
sit,
quae prima
facic
inique noceat. Quod quura accidit, alia allegalione opus est adiuvaodi rei gratia, quac
dnplicalio vocalur.
(d) L. 2. 8- 3. eod.'Cij).
multiplicanlur Domina,
(a)
L. un. C.
li. t.
dumaut
Scvcr. et Ant.
8-
2. Inst.
de eicept. (414).
si
tantum postnla-
Digitized
by
La
I.
litis
244
come
consumazione
azione, e lavve-
dell
produceva nella legislazione anteriore a Giustiniano una trasformazione, inquantoch distruggeva il diritto anteriore reale o personale che fosse, ed originava una novella obbligazione, producendo cos una novazione (b). Questa permutazione che distrugge e crea non pi in vigore nelle
che la litis contestatio non annuld origine nondimeno ed ancora oggi ad una
La ragione che bisognerebbe perch la tutela
primitivo diritto,
il
nuova obbligazione
ma
(c).
il
tanente la sentenza in favore del giusto querelante: questo raramente acma spessissimo dalla contestazione della lite alla sentenza definitiva
cade,
l attore,
supposto che giustamente faccia richiadeve esser nociuto dal ritardo , e dopo finale sentenza convien
i suoi diritti, quali avrebbe al momento del reclamo. Da questo principio deriva, che lattore ha diritto che la condanna del convenuto
segua conforme alla contestazione della lite, cos che la sentenza tanto gli
mo non
,
che riceva
ma ha diritto ancora
che lo stato delle cose fin dallora assicurato, vale a dire che la condanna
abbia luogo, anche quando le condizioni giuridiche della lite inanellassero durante il processo.
II. In virt di questo principio vi sono le seguenti regole:
dia quanto avrebbe avuto in allora: e non solo ci,
La contestazione
temporali, ed
il
penden-
te (. 85).
La prescripio
contestatio (d);
ma la praescript.
litis
simplex celebrala
sii,
lite;
sebbene
il
tcslatam et edilam actionem permnltom interest. Lis enim tane contestata videtur,
cutn
lis
L 23. de
(d) L. 2. C. ubi in
fide
rem
Ved. anche
litis
L. 28. de
L. 11.
g. 1.
quum
qnum
in-
de iud.
contestationem.
fideius. (46. 1.).
L.
pro&cit,
enim con-
litis
t. (7.
33). Nec
bona
contestatac completa,
Digitized by
245
sta eccezione non giovi a! convenuto, poich se viene condannato, e lattore era vero proprietario nel punto della liti* contestatici, egli obbligato alla restituzione dell oggetto
La contestazione della
(e).
lite
specialmente:
Per
determina
gli
obblighi del
lite egli
considerato
come possessore
di
mala fede
e la sua con-
ed obbligato a
non solo
restituire
pti, e indennizzare
percipiendi.
frutti cxlanles,
Non sono
ma ancora
consum-
litis
il
me
o
non
b
ch
che
il
trascurati,
pre obbligato
della
agl interessi
lite (f).
ANNOTAZIONI
Non
di piccolo interesse
fosse fondata.
della
litis
Pu avvenire che
esistente al
momento
della
litis
processo.
il
tione
(e)
narti
emero, et
pionem
giuristi
meam
conteslationc.
L.
giudizii di
buona
2. pr
me
non
petierit,
fede, in
rem
alie-
intcrpellari usuca-
personam actnm sii, post litem tamen contesta tam causa pracstetur, cuius opinionis ratio reddilur quoniam, quale est,quum petitur, tali dari debet, ac propterea poslea cajjtos frnetus partumque
(D L.
2. 35.
de usuris (22.
1.). Papiri.
Vulgo rcceptum
est, ut,
quamvis
in
edilum
restitu oporlel.
(g) L. 23.
de iud.
L.
5. 1.).
L. 35.
eod.
L.
11. S- 4. .
de exc.
rei iud.
44. 2.
).
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240
nisse durante
il
giudizio. Essi
Si mandavero libi,
tecum agero, si ante rem iudicatam exigeris, condcmnandum te esse constai . (h);
ma, come saviamente osserva il Savigny, in questo caso gi nata l'azione di man-
Paolo:
mandatario durante
il
pro-
2) Quando per contrario lazione sta al momento della contestazione della lite
e manca di poi, il caso difficoltoso; dappoich se si pone V assoluto principio della
lite, si dovrebbe ammettere una condanna anche dopo estinto
il che sarebbe assurdo.
Bisogna su ci distinguere le azioni reali dalle personali. Quanto a queste seconde, probabile che nellantico diritto per le azioni di stretto diritto si applicava
contestazione della
il
diritto;
litio
il
processo per
la
contestazione della
3
il
la
la
lite (i).
diritto reale,
non
le azioni reali,
poich se durante
processo
il
si
estingue
si
contestazione, essendo un diritto tutto diverso. Per la qual cosa bisogna stabilire;
che quei
soli
cosi,
non
segue
la
getto va perduto per caso fortuito presso del possessore di buona fede, la condanna
Wachter,
(i)
neamus, qnod,
convenil
eum
si
o. c.
onte
p 103.
g. 2. Itisi,
rem iudicatam
cani
qoo actum
1. 12.
).
est, salisfaciat
Superest, ni
adori,
admo-
officio iudicis
beai; et hoc est, qnod ante vulgo dicebalur, omnia iudicia absolutoria esse.
(k) L. 3.
de
Gai. Rem, de qua controversia est, prohibeamur in sacrum depoenam patimur; ncc immerito, ne liceat comodo duriorem adversarii
fisco,
ao adversario praestandum
sii, nibil
eiprimitur.
Digitized by
247
lite in poi
un
diritto pretorio
qualunque
all
attore quanto
si
ricava dai
(I).
Un
editto di
verso se 1' editto riguardasse la vendita fatta dal non possedente attore, o dal possedente convenuto; ossia se la lacuna, che trovasi nel frammento 8. de iure fisci,
debba essere riempita con le parole a possidente, ovvero a non possidente. Se si
.
Senza dubbio
tempo
l'
compra,
ma
la legale
tnancipatio; cosicch
dando
al
fatta dal
ma
qui esposti
coi
medesimi
princi-
(o).
Stando cosi la teoria sull' antico divieto di alienare una cosa litigiosa, Costantino determin ancor pi questi principii del tempo aureo della giurisprudenza romana, ed ordin: che qualunque alienazione fatta in forma di vendita, ovvero in
l'orma di donazione anche tra le personae coniunctac dovea essere di nessun momento: ma anche in questi tempi il divieto sancito solo per l attore non possedente.
(l)
Una
L. U. fio. reg.
10. 1.
).
L. 13. 23.
g. 6. fatti, bere.
10. 2.
).
Papiri. Alicnalioncs
nini post iudicium acceptum interdirne sunt, dimenai volunlariac, non quae velustiorem
3. 27.
).
L- 3. C.
L. 27.
L. 25. g. 0. cod.
L.
4. 52. ).
g. 1.
ad SC. Vellcian.
10.
1. ).
1. C.
L.
comi, divid.
1. g. 2.
quae rcs
).
L. 1. . 2. quae res pignori ( 20. 3. ). Marciati. Eam rem, quam qnis cmere non paquia comniercium eius non est, iure pignoris accipere non potesl, ut Dhfus Pius Claudio
(n)
lesi,
Saturnino rcscripsit. Quid ergo si quis praedium quis litigiosum pignori acccperit ? Et Octavenus pulabai, cliam in pignoribus lucani habere cxccptioncm. Quod , ait Scoevola libro tertio
in
6. 1.
).
L.
1. C.
).
Digitized by
248
conseguenze di questo divieto; ordina che in qualunque modo l attore disponga per
ultima volont di una cosa litigiosa mobile od immobile, ovvero di un diritto di obbligazione ventilato in giudizio, nessuna mutazione soffre il processo; e l'erede delattore dev' essere costretto a proprio rischio di proseguire
il
giudizio
(p)
liti-
che se l'attore aliena la sua azione, o il convenuto la cosa possedusu cui cade il giudizio, la vendita sempre nulla, fosse la qualit di cosa litigiosa
conosciuta o no dall'acquirente. In questa legge adunque viene anche l'alienazione
fatta dal convenuto possessore; e la ragione sta massimamente in ci, che la congiosis prescrive
ta,
danna e l' esecuzione della sentenza, essendo diretta alla cosa stessa, c non pi ad
ima certa pecunia, era interesse dell'attore, che la cosa non andasse in mano altrui;
dal che si spiega come in questo caso piuttosto che negli altri sono comminate pene
pecuniarie da Giustiniano. Se lacquirente ha conoscenza del carattere di litigiosit
e nondimeno compra 1' oggetto, egli sar obbligato non solo alla restituzione dell'oggetto al venditore, ma perder benanche il prezzo della vendita: il venditore dal
canto suo sar condannato di pagare
Qualora poi
al
al fisco
il
il
prezzo ricevuto, e
un
altrettanto.
un
solo
terzo va
al fisco;
il
In fino della sua legge Giustiniano per eccezione, permette lalienazione di una
cosa o di un azione litigiosa, quando serve per costituire una dote, o una donatio
propler nuptias, ovvero in caso della divisione giudiziale od amichevole di una eredit.
Novella 112.
4.
c. 1.
Il
si
mezzo
di
una
93.
T. C. de probalionibus
stenza di
un
il
de
liligiosis
(r)
).
L. 2. 4.
Pungerete,
I.
interesse
fatti
dalle parti
adunque
delle parli
giudice, ed
fatto si
(p) L. 2. 3. C.
3. 37.
(4. 19.).
di far convinto
non
Delle pruovr.
Primo dovere
che
(r).
II.
8. 37.
IO. 2.
C. de
iit. (
e. g.
100.
il
).
).
8. 37.
L.
1. . 1.
de
litig.
44. 0.
).
L.
1. C.
).
Digitized by
249
regola generale che la pruova debba versare sul fatto , e non sul
diritto
ed
provato.
2) Colui,
diritto, ha lobbligo
conseguenza di provarlo, indifferentemente se espresso in maniera affermativa o negativa. d uopo notare che, se il convenuto nega recisamente il fatto senza allegarne un altro contrario , 1* obbligo della pruova
resta sempre da parte dellattore; ma se quegli oppone all azione dellattore un eccezione
alla prova;
onde
la
allora, allegando
massima
fit (a).
ma sulla legale
versia
origine
quando poi
in generale si produce
un
diritto
si
suppone vero e
cose ,
gli accessi
confessioni ed
le
le
1)
T. D. de confessis (42.2).
T.
C.
de confesse (7.89.).
alti.
Savigny,
Sist. VII. g.
() L. 2. h. t.
L. 23. C.
Diritto romano.
h.
t.
dicit,
momento che
il
il
conve-
L.
21. eod.
L. 4.
eie.
32
Digtzed by
viare le parti innanzi ad
che
la
un
250
giudice,
la esecuzione, salvo
imperocch in
;
andavano innanzi
le parti
il
stinianea questa
non
massima fu
vi fu pi distinzione tra
il
valore
(a) .Nella
legislazione giu-
da quando
la con-
altri
mezzi, e particolarmente la
norme
generali di di-
ferma che non ammette pruova in contrario, detta praesuno che il giudice ricava dai fatti, e pu sempre essere com.
battuta dalla pruova del contrario.
III. Mezzi di pruova sono gli atti ed i documenti, che presi in largo
significato denotano tutto il corredo dei mezzi esteriori atti a produrre il
convincimento del giudice, cosicch in quest accettazione entra ancora la
testimonianza. In significato ristretto intendiamo per atti le scritture destinate a far fede e memoria di quanto si operato: essi possono essere
fondati o sulla publicafede, o sulla privata, e sono quindi publici o
privati. Sono atti publici quelli rogati da publici ufficiali , ricavati da publici archivii o fatti innanzi a cinque testimoni, fanno piena fede , salvoch cinque testimoni non attestino il contrario, p. e. la soddisfazione:
ed
ritto,
sono
tur.
atti privali
Paul. Confessila pr
quodammodo
(a)
L.l. h.
t.
esse,
toqnc confcssus
et oiune ninnino,
sis,
erit,
sua senlentia
ncertum non
damna-
si
dominii
est, pr indicalo
habere.
(b) L. 0. g. S. b.
t.
sua reslitucmus.
Digitized
by
251
se sono prodotti
Del giuramento
de rebus
1782 2.*
Un mezzo
il
giuramento
Savigny,
Sist. VII.
di
,
parte che chiama in testimonio della verit ci che ella tiene per pi sapu riguardare il passato in quanto d sicurezza di un
cro. Il giuramento
l asserzione (a); e cosi la lite pu esser decisa pormezzo del solo giuramento (b). Il giuramento nel processo ha questo vache colui che rifiuta di giurare si ritiene come confesso del contra-
lore,
avversario
sia tenuto
alla parte
contraria (iusiurandum referre), perch giurasse il contrario; la ricusa
di questo giuramento arreca lo stesso pregiudizio (c). Tale giuramento
,
(c)
L.
1. 2. 3.
de tidc
instr. (22.4).
I..
mo-
Thcod. Gesta, quac sunt traslata in publica monumenta , habere volumus perpetuati! firmilatem. Ncque enim morte cognitoris perire debet publica fides.
(a) L. 2. h. t. 1). L. 2. h. t .Paul. Iusiurandum speciem transartionis cominci, maiorem-
el
t.
2). L. 9. g. 1.
3. pr. b.
t.
an iuraverit
sii
vel
cum iurare paratus esset , iusiurandum ei remissum
dari sibi oportere
t .Dioclet. et Maxim. Adori delato rei relato iureiurando, si iuraverit, vel ei
sacramentum, ad similitudinem indicali in factum actio competil. L. 36.de re
,
l. 8. C. b.
remissum
sit
iud. (42.1.).
(C,
L. 34. g. 6. b.
I.
solvere
aut iu-
Digtized by
che pu essere mandato e rimandato da una parte all altra, dicesi iusiurandum voluntarium.
Il giuramento concede un diritto, epper si richiede che la parte sia
capace dell'acquisto di questo diritto, e sia idonea a poter giurare (d) (1).
2 ) Quando una pruova insudiciente per contestare un principio in
il giudice pu permettere che la pruova addivenisse
controversia, allora
perfetta per
di
fede, se vi contumacia
danno
concesso
all
o dolo o colpa
lata,
mezzo
di giuramento
danno
il
valore del
somma
e la
appellato iusiurandum in
li-
giuramento pu stabilire un massimo oltre del quale non potr andare la stima dell attore ( iusiurandum in liovvero
delatum
pu stabilirlo dopo dato il giurataxatione
cum
tem
) ,
tem
(e). Il
mento
(f) (2).
il
ANNOTAZIONE
rara cogam: alterai!) quidem cligat reus, aut solvat, ani iarct:
erit a
est,
si
non iarat,
cogcndus
sol vere
Praetorc gg. ss. L.38,eod. 23. g. l.de pecun. const. (13.8.; conf. L.34. g.4. I,.37.h.
(d) L. 9. g. 4.
digus,
si
L. 17. g. 1
deferat iusiurandum
audiendus non
1.
L. 38. pr. . 1. h.
Idemqne
est.
I.
Paul. Pro-
t.
in celcris similibus ei
dicendam
nani sive pr paclo convento, sive pr soltttione, sive pr iudicio hoc iusiurandum cedit,
non ab
(e)
probari debet,
aliis delatutn
9. . 6.
L. 23. 26.
T. D. de in
rem,
g. 1.
L. 42.
lit.
quam
pr. g. 2.
li.
T. C. h.
ad exhibendum, et
L.
4. C. h.
t.
confr. L.
t.
(8. 33.).
t.
1..
8. h.
t.
12. 3):
Marciare. In
Scd iudex
summam usque ad quam iurctur, licuit cnim et a primo non deferrc.
iuratum fuerit, licct iudici voi absolvcre vcl minori* condemnarc. g. 3. Sed in
his omnibus ob dolum solum in litem iuratur , non etiam ob culpam ; haec cnim iudex sestimal. g. 4. Piane inlerdum et in aclione slricti iudicii in litem iurandum est: veluti si promis-
aclionibus
in
et in
g. 2.
Hem
so r Slichi
et si
moram
de pig. (20.1.)
26. de posit. (16.
g.
(f)
ad exbib.
(g) L. 7. g. 16.
motum
est, servari
81. pr.
Nov. 82.
L. 8. h.
3.).
L. 18.
de dolo
(4.
3.), L. 68.
L. 16.
L.
1.
3.). L. 3. g,
2.
3.).
L. 4. g. 1-3. L.
8. g. 1. h. t. vedi not.
de
libro
de pactis
(2.14.). Vip.
servsndum Marcello
2.
g. 3.
legai,
secundo Digestorum
L.
8. g. 1. C.
de
N,
c. 11.
Digtzed by
253
cimi pochi c determinati casi alcuna validit ne consegue. Dilani sancita la conseguenza dell'infamia per un maggiore che rompe una transazione giurata (h); l'obbligo accettato con giuramento dal liberto di prestare servizio al patrono addiviene
valido gi col solo giuramento |i); finalmente un rescritto di Alessandro Severo stabilisce che la rinuncia giurata da un minore addiviene obbligatoria contro la restituzione in intiero
|k).
tori, e
ralmente
rit necessaria;
dal
(2)
quasi una
che
opinione, che
il
l'
retinere
non debeat
(n).
(o).
un giuramento
1 testi citati
3)
che ammettono
,
(p)
imperocch in uno
si
(h)
(i)
dai lesti
in lite sono tutte dirette alla restituzione: cos nell actio depositi
iegaverit, si
(lio
eum
ait,
L. 1. C.
(k)
(l)
Vedi not.
si
(e).
b.
(p) L. 3. h.
t.
L.
3. g. 2.
commod.
1. g.
de adm.
(13.6.).
mal. (24.3).
de depos. (16.3.)
tL.
commod.
t.-L.
(13.6.).
2. 4. C. h.
L.
48. g. 1.
l.-L.
7. pr.
lat. (26.7.).
Digitized by
254
dice che vi sono azioni di buona fede, nelle quali puossi ammettere un giuramento
in lite; e nella L. 3. conmodali bisogna attendere alla parola simililei -, e si avr il
medesimo risultato; cio che il giuramento in lite pu venire ancora in altre azioni
buona fede, quando queste similmente allazione di commodato sono dirette alla
di
restituzione.
Da
ci si conferma che nelle azioni di buona fede non dirette alla restituzione,
1 actio cinti negalo il giuramento di cui gi parlammo
(q).
Negandosi il giuramento in lite nelle azioni di buona fede molto pi si dovrebbe nelle azioni di stretto diritto e ci sia per il carattere fermo , c ristretto di
queste azioni, sia perch esse fanno nascere una novella obbligazione senza essere
dirette n al restitvere n all' cxhibcre. In alcune di queste azioni , nondimeno
rammentato un giuramento in lite, ma certamente non del medesimo carattere che
nelle azioni arbitrarie, e nelle azioni di buona fede che tentano ad una restituzione.
Quando al giudice torna impossibile una acstimatio litis, perch forse loggetto pi
non esista, c quando questa impossibilit viene dalla colpa del convenuto, egli potr come mezzo sussidiario di pruova dare il giuramento all' attore (r). Questo giuramento in lite , differente da quello da noi finora consideralo non pu neppure
essere dato nel damnum iniuria datura-, la contraria opinione che vorrebbe appli-
come
quando
un azione di stretto
N meno
diritto, e
affezione
di giurare
onde
tem
distinzione tra
si fa la
secondo
in
levi
norma
habendam,
valore reale
al restituerc.
ma
danno
iusiurandum in li-
il
(s|.
perfettamente ignoto
ai
Non
diffcile
Romani
il
di-
nella teoria
il
1.):
anche ad un prezzo di
iusiurandum in litem veritatis , che porta
al
come
mancanza
mostrare che
il
valore oggettivo,
il
si
lite
cade quando
ma eh sufficiente un
nell'
il
il
prezzo di af-
un
che sarebbe altrimenti nullo per mancanza dinteresse (t). La nostra opinione
consona al principio generale del diritto romano pretta rerum non ex affectu
nec militate singulorum, sed cominuniter funguntur (u), il qual principio trovasi
atto,
si,
L. 4. C.
de
sci.
(r)
L. 8. g. 4. L. 8. h.
(s)
Gliick,
(t)
comm.
rit,
t.
ne prostituatnr exceptum
et ancillam
(v).
contumeliam
pr.
effecerit, et
poena
venditori affectionem
peti et exigere
forte, siniul et
affectionis aeslimatio
(V) L. 1. g. 18. si
Sist.
35.2.).
L.6.g.2.de oper.
si
dilexerii
L. 33. ad
in deliciis habuerit.
ved.
Sai'igny,
V. pag. 466.
oogle
255
del giuramento in
lite,
lite,
un mezzo
ch'
poich
straordina-
per cui
serve. In generale poi in un simile affare il giudice tende a stabilire il prezzo obbiettivamente secondo i mezzi di pruova che gli sono offerti, e l'attore secondo il
suo interesse; ma entrambi devono determinare lo stesso cio quanti res est, o
quanti actoris interest, ossia il valore dell'oggetto e l'interesse detrattore; entrambi
rio
ammettere un prezzo
Cos da determinarsi
di affezione.
il
contrapposto della
legge 8. h. t.; quanti res est, la stima imparziale fatta dal giudice, mentre l'altro
contrapposto, quanti inlilem iuratum fuerit, sarebbe la parziale stima dell'attore (x).
Non
nessuna
fa
difficolt
i. h.
t.
giudice.
il
. 96.
3
T. D. de re iudicala (42.
tiis
et intcrloculionibus
Eod. imcr
0 ).
280 ss.
(37.
g.
do
1.).
Della sentenza.
Eod. de eirepl.
omnium iudicum
(7. 43.).
Eod. de
non nocere
(7.
T. C. de senten-
La sentenza
la lite, sicch
lultimo degli atti , che chiude il processo decidenessa contiene o la condanna o lassoluzione del reo.
condanna o assoluzione del convenuto, mestieri che sia valida e non abbia motivo di appello.
(x)
(a)
tium Scio ex
illa specie
cium Titium
Scio
non
est
illa specie
lum
coDirmaverit, si
verit, adirne
quidem ideo
est,
quum
viginliquinque debere
contiti, Ti-
idcirco La-
si
quod quinquaginta
si
quinquaginta, item ex
et viginliquinque (ieri
est;
si
cenlum pula-
Digilized by
256
La sentenza durante il perentorio dell appello, esteso da 2. a 10
giorni da Giustiniano (b), non ha forza di legge; ma se al contrario essa
non contiene motivo di nullit o di appello ha forza di res iudicala e fa
nascere una novella obbligazione; onde il principio res iudicala pr ve,
Se per mezzo
per s un novello
della sentenza
diritto;
il
convenuto condannato,
avr
lattore
ed una novella azione che prende nome dalla efsimilmente se la sentenza assolve il
convenuto, avr quest ultimo una eccezione in suo favore contro ogni
pretensione ulteriore
modo
la
quale appella-
lo ed una duplicalo
(c).
Questa forza giuridica della sentenza in favore e contro le medesii loro successori nel diritto, ovvero per coloro i quali
fanno da quella derivare una qualche pretensione di dritto (d); solamente
me
parti e contro
in pochi casi determinati la forza della sentenza si estende ad altre persone, le quali
sentenza
non furono
mezzo
della
(e) (2).
La
3)
conoscere
obbliga
il
convenuto a
non va a
tutto
ri-
Vi sono per
lammontare del-
in favore di alcune
4)
I casi in
).
camp, sono
seguenti
L. 19. de appell.(49.
1.).
Af mini. Si cipressini sementi contro iuris rigorem data fuerit, volere non debet; et ideo et
sine appcllatione causa
denuo induci
(7. 60.)
pracscriptione
seti
len-
c. 5.
.
T. C.
contra
inilio agitar!.
Nov. 119.
Nov. 28.
(d)
(b)
c. 1.
Non
pellavcrit, et praescriptione
tia;
potest.
irei
conf.
L.
eadem quaestio
4. h.
t.
inter
umnes personas, quae rein in iudicium deducere solent. L. 28. Papin. Exceplio rei iudicalae
nocebitei qui in dominium successit eius, qui iudicio experlus est.
L- 11. g. 3. 7.10
L.
25. g. 2.
L. 28. 29.
g. 1.
1.
c. (44. 2).
(3. 3.).
(e)
(1. 5.).
L. 9. 43. de
liber.
causa
(40. 2.).
Digitized
by
a)
b ) Per
rante
di
257
matrimonio,
il
esso
ma ancora
(g).
Al suocero chiamato
in giudizio dal
recettizia
matrimonio
rito
(k)
la
eccezione di competenza
figli
mo
ma-
(1)
dato
de
us
cum
potest.
al socio
Idem
iud. (42.
(g) L. 20.
de re
Tacere potest,
qua lange
('14.
3.).
si soci
eius Tacere
10. de re
de re iud
Ponpon. Sed
hoc
ila
accipiendum
est, si
si
L. 84. de
(i) ,
condcmnandus
dum
(o).
1.).
tum
pr sodo
est, si
1 actio
succurren-
potest, condemnari exploratum est; sed hoc heredi non est praestandum. L. 17. 20. 21. 23.
24.
de re iud. (42.
g. 1.
L. un.
1.).
g. 7. C.
de
(l)
L. 15. g.
vedi not.
(m)
id
2.
malr.
L. 21. de rejud.
g. 37. Inst.
(4. 6J.
(42. 1.)
L. 17.
sol
mat.
(i).
domum
quod
Tacere potest
id
enim
luerari videlur
veniretur.
(n)
in
L. 19.
quantum
g. 1
Paul.
Is
Diritto
de act.
romano.
(4. 0).
Vcd.
not. (T).
33
Digitized by
258
(q).
i )
I soldati
1 )
Finalmente
benefizio di competenza
il
il
beneficio suddetto
(r).
tratto (s).
ANNOTAZIONE
V'ha ima opinione sostenuta da parecchi antichi e da qualche recente scrittore che altera sensibilmente la efficacia della sentenza, in quanto che sostiene che
dopo una sentenza assolutoria, quando il debitore assoluto ingiustamente, rimane sempre una obbligazione naturale, onde non si potr ripetere un pagamento fat(1)
to per errore
(t)
A questa opinione contrasta l'altra che anche in questo caso si annulla perfettal'obbligazionc (u) Per questa controversia trattata da tutte le scuole bisogna
concentrare la mente sopra questi punti.
1 ) Ci pare che la prima opinione contraddice al principio generale sulla virt
della res iudicata; che suona cosi: quando un fatto stato determinato da una promente
la facolt di esaminare
rem iudicatam vel iurciufactam NnnL quaeritur (v) ; onde qualunque misura presa contra una sentenza, che ha acquistala virt di res iudicata, si
considera fatta contro la legge, e non ha valore nessuno (x) Questo principio fermo
rando decisam
(p) L. 4. 6.
quantum
de
la
(q) L. 2. 7.
quod cum co
si
(14. 8.)
(7.
(r) L. 6. pr. 18. de re iud. Vip. Miles, qui sub armata militia stipendia mcrnit,
condcmna-
(t)
cond. ind.
eri.
(in
376. noi.
Sist. pag.
1880.
118.
u) Donneili,
curios.
II.
comm.
disp.44.
Schveppe,
(v) L. 86.
c.
Cuiac.
op- orno. voi. V. pag. 941. 199.) Ant.Fabcr. conicct. IV. 20. Ration. ad
. 612.
de
iur. civ.
Keller,
liti
Erxleben,
le
I.
60.
XIV. 12.
Cocce, de vero
IVeninj, . 282.
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259
solutoria, ch non da dire che quell' opinione 6i restringa alle sole ingiuste assolutorie; posciacli l attore che ha perduto la lite, pu asserire di essere stato ingiu-
stamente
eognitio. In
fatti
gradi distanza;
che poscia l'attore addivenga debitore dell assoluto; chiamato in giudizio, egli asserendo di essere stato l'altro ingiustamente assoluto dal precedente giudizio, per
e
duplicano
male iudicatae;
rei
il
inchiesta e giudicare sulla giustizia od ingiustizia della res indicala. Cosi ancora poche il convenuto, assoluto da sentenza che abbia virt di res indicata, paghi al-
sto
lattore, nulla conoscendo della sentenza, fuori dubbio che a lui non solo competa
la condictio indebiti ma, secondo i nostri contrarii, anche in questo caso il creditore pu costringere il giudice di portare una novella eognitio, e cosi decidere della
giustizia o della ingiustizia de) giudicato. Se in tanti casi, come per compensazione,
per soluti retentionem, lattore che perde la lite pu sottopporre il giudicato a nuova
;
la
ntate habetur?
2) Afforza
res indicala.
mezzo
la nostra
Non
opinione
del giuramento
pu rivocare
sentenza
in
il giuramento e la
quale liberato da una obbligazione per
fatto per errore per mezzo della
il
il
pagamento
questo rapporto
il
giuramento assomigliato
alla
(y).
3 ) Non meno
mod. piwj. (20. 6) Triphon. Si deferente creditore iuraverit debitor, se dare non oportere, pignus liberatur, quia
nam et si a indice quamvis
perinde habetur, atque si iudicio absolutus esset
per ininriam, absolutus est debitor, tamen pignus liberatur . In questo passo adunque con parole, che non potrebbero essere pi chiare, sancita l estinzione del
diritto di pegno, quando pure il debitore fosse stato assoluto ingiustamente; laddove
se vi rimanesse una obbligazione naturale non sarebbe la legge cosi recisa. Una tale legge non poteva certamente passare inosservata ai sostenitori della contraria opinione, e si sono sforzati a malteria in armonia con la loro teorica della naluralis
decisiva la legge 13 quid
li
obligatio. Cosi
parole:
il
il
debitore ed
tro Cactio hipothccaria, poich, per questa azione mestieri che esistesse la obbli-
gazione principale; ma il diritto di pegno stesso non si estingue, ed avr piena efficacia, quando la cosa impegnata viene in mano di un terzo, che non pu opporre lexce(z) Per questa interpretazione il Savigny si mette in contradizione
la sua stessa teoria; e di vero, sciogliendosi il pegno, rimane, secondo lui, una
con
(j)
come
poi, potr
2).
L.
13. quid.
rei iudicatae
(a)
Savigny, 1,
c.
opporre validamente
diritto di
mod. ping.
(20. 6).
pegno rimanga-
L.
1. pr. quar.
de
il
ei
iusiurandum.
L 39. 40
42.
Digitized
by C
aule
260
no
contro
efficaci
terzi, si
oppone
4 Ma
)
ti,
si
ed
il
alle parole
non una
li-
totale estinzione.
non
diffetta di
argomen-
pi forte fu trovato nella 60 de coiuiictione indebiti (12. 6), nella quale cosi
esprime .Paul.
negabat
iudicio,
repetere posset
Iulianus
licei
enim absolutus
contesta tam,
manente adhuc
li
nerit, quia
fosse egli condannalo o assoluto; trovasi nel medesimo caso di colui, il quale avendo promesso qualche cosa a condizione, se la nave venisse dAsia, o se non venisse; poich, se costui per errore paga prima che segua la condizione, non potr pi
lite,
ripetere la
somma
pagata.
iudicio.
Questo principio che colui il quale paga durante il giudizio non potr ripetere
pagata con la condictio indebiti vera in entrambe le teorie, e la ragione
sta nel carattere delle cose e della sentenza medesima; imperciocch una sentenza,
la quale ha forza di legge, non pu avere efficacia se non per lavvenire, ma non pel
passato. Per la qual cosa il vero debitore termina di essere tale non prima della
sentenza assolutoria, ma dopo, e se egli pagava prima, pagava in qualit di vero debitore, e per conseguenza non potr pi ripetere il pagamento. Fin qui adunque il
pensiero di Giuliano non d nessuna importanza alla opinione contraria. Resta ancora la difficolt principale nelle parole di Paolo licei enim absolutus, natura tamen debitor permanet, ora tutto dipende dalla interpretazione della parola natura.
Di fatti questa frase di Paolo si pu interpretare che il debitore rimane tale per
una naluraUs obligatio, ed in questo significato presa dai sostenitori di quella
teorica; ma questa interpretazione non la sola, poich si pu sotto quelle parole
intendere che il debitore, pagando prima della sentenza assolutoria, paga mentre era
la
somma
la nostra interpretazione pienamente giuEgli chiaro che la legge in questione non pu offrire nessun appoggio
essendo i termini gi diversi; noi possiamo con essi convenire
prima
della
condanna
assolutoria,
il
non pu ripetere
il
pagamento con
il
la
processo
condictio
Digtized by
261
tempo in cui secondo la natura della cosa era vero depossiamo convenire che, se il debitore assoluto pagasse dopo prosentenza assolutoria, non potrebbe ripetere il pagamento, giacch que-
bitore;
ma non
nunziata la
sto principio
nione
si
trova fuori dei termini della legge allegata per sostenere la loro opi-
(aa).
)
legge 8.
la
. 1
46. 8.
),
poi-
ch ivi non si tratta di un debitore ininria absolutus, ma del caso, come riconosce
ancora il Savigny, in cui l' attore perda lazione per prescrizione della lite, nel qual
caso si comprende da s, che rimane una naturala obligatio, (bb|. Similmente
inapplicabile la legge 28 de cond. ind. (12. 6.).
Index
si
male
dbsolvit, et abso-
si
argomenta meglio
la nostra opinione.
volte
7 Tutt' altro quando la domanda dellattore rigettata per una plus petitio,
ovvero in seguito deccezioni dilatorie, e di quelle eccezioni perpetue, che lasciano
una obbligazione Maturale, poich allora appunto la sentenza assolutoria opera solamente contro l azione. Se alcuno degli scrittori contrarii sostiene, die secondo il
diritto romano ogni sentenza assolutoria opera contro l azione solamente, egli con)
traddice a chiare testimonianze delle leggi, dalle quali emerge che il giudice ropronunziava i motivi della sua assolutoria, e determinava per conseguenza la
mano
come
se fosse
una legge.
Rispetto alla exceptio rei iudicatae da notare una identit obbiettiva e una
subbiettiva.
1
1)
all
quando non
che
si
ten-
il
vare
(aa)
Vomito,
ibb) Savigny,
(cc)
I.
1.
c.
c.
L. SO. g. 2. de pecul.
1S.
<1.
).
L.
8. g. 3.
de lidciuss.
40.
1.
).
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porto
medesimo
al
l'una
diretta
oggetto; quando
non ha nessuna
262
medesimo oggetto (dd): nei quali casi l 'exceptio rei indicaperch non vi ha identit obbiettiva o di questione
condictio in rapporto al
ta
actrn
efficacia
giuridica.
Per
a
questione
la
la stessa, cosi:
Quando alcuno cui sia stata rigettata Yhereditatis pctitio, volesse rinnovare
una rei viTtdicatio per rivendicare un oggetto della eredit o con
una azione personale contro un debitore della eredit, sempre ammessa la nostra
il
giudizio con
eccezione
era erede
me nell
iudicata
ed chiaro poich nel primo giudizio si 6 dimostrato che l' attore non
onde fu la sua azione rigettata , nelle altre azioni si nella vindicatio coaedo in personam si verrebbe a negare alla prima sentenza la forza di res
:
(ee).
cado
(ff)
c dopo contro
domimi
l'
attore di
rei iudicatae.
r)
trovi fondato
diritto
Similmente valida quest eccezione nel caso, che essendo stata rigettata una
o una pelitio hereditatie sopra una parte della eredit o di un oggetto,
lattore volesse dopo intentare per lo stesso fine Yactio familiae erciscundae o rodio communi dividimelo (hh).
i
rei vindicatio
*)
lis,
se
Quando per un delitto nasca tanto la rei persecutoria, quanto Yactio poenauna di queste azioni sia stata rigettata per linesistenza del delitto, il conve-
efficacia
b)
Non
questione
questa
mena
prevale. Cosi
)
(ii).
con s
laltra
, lidentit di
questione sempre
chi pretenda
(dd) l 1*.
3.
fl.
una parte
de eicept.
di cosa
rei jud'.
dopo che
ili. 2.).
Paul.
fu rigettata la sua
Si
,
domanda
di
quoniam
in inlerdicto possessio
h.
t.
Vip... Et ideo,
si
L. 2*. b.
t.
(gg) L- 7. 8- de
mane!
nem
pelitio
5. cod-
comp.
(16.2.). Vip. Si
si
reprobarti compensatio-
quasi non esistente debito; tane enim rei iudicatae mihi noccbit exceptio.
de neg. gest.
(3. 5.).
L.
(bb) L. 8. li. g. 3. h.
muni diridundo
(ii)
agii,
L. 13. g. 2.
1. g. I.
t.
de conlr.
L. 28. s
6. 7.
L. 8. g. 2.
L. 23.
vel
com-
de iureiur. (12.2.).
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by
263
il
il
ancora giu-
dicato del diritto su quella parte, che la seconda volta vorrebbesi rivendicare fkk)
Quando
S)
vendicare
il
poi
non
nato
Tiglio
si
ili
lei
dopo
contestazione della
la
lite,
si
tenta di ri-
non essendo
stata riconosciuta la
madre nel primo giudizio, gli stata di conseguenza neLa contraddizione che su ci sembra esistere tra il $. 1. ed il
t. cessa quante volte si pon mente che nel secondo passo per
figlio.
legge
7. h.
Tutt' altro
ragionamento sarebbe a
fare,
si
muova
azione prima per la parte c dopo, rigettata questa, pel tutto; imperocch la nuova
azione non pu essere ostata che per sola quella parte riguardata nella prima sentenza; per le altre
un
fosse di
questione solamente
d interessi
altro termine
(mm).
fondamento giuridico dell azione, debbesi distinguere le
mutare del fondamento mutano di sostanza,
onde non regge l'exccfitio rei iudicatae. Al contrario il diritto reale, non ostante i
diversi modi di acquisto, rimane sempre il medesimo; e per conseguenza un azione
reale non pu essere ripetuta per altro motivo di sua esistenza , salvoch non si
trattasse di acquisto posteriore al primo giudizio (nn)
c)
Allorch
si
muti
il
(kit)
L. 7. pr. L. 21. g. 1. 2. h.
eius,
nam
est;
t.
Vip. L. 7. Si
<|uis
cadem enim
in
rea accipitar, et
ai
pars pctatur
vel in iure.
(Il)
(nnn) L. 23. h.
rendum, ne noceat
apposita nocct.
nam
t.
sit,
Eadcm crunt
et
si
quis ex bonae
sint,
non est
ve-
nihilominus futuri temporis cedunt usurae, quandiu enim manel contractns bonae
(Idei,
current usurae.
(nn) L. 14. g. 2. h.
t.
Paul. Actiooes
quum
in
eadera rcs ab codem mihi de bea tur siugulag obligationes singulae causac sequuntur
vitialur; al quum in rem ago non eipressa causa, ex qna rem
rueam esse dico.omnes causae una pclilionc apprcbenduniur; nequeenim amplia, quam semel
L. 14.
res mea esse potcst, saepius autem deberi potest.
ved. ano. L. 11. pr. g. 1. 4. B.
,
g. 1.
- L. 21.
g. 3.
L.
23
pr.
- L. 30. h.
t.
Digtized
by
264
Circa
2)
all'altra
La exceptio
universale,
ma
ancora
al particolare
la
non
solo al successore
d)
questi avr contro qualunque successiva azione di simil genere la exceptio rei iu-
dicatae
(ss).
Una
e)
contro
legatarii,
ancora
al
come
dotta,
p. e.
lui
e l'erede ab intestato ;
il
che
estende
si
dell
si
sia appellato
da una ingiusta
sentenza.
il
rola
non
innanzi alle altre noccbit legatariis tosse intrusa per errore nel testo e che
L.
(pp) L. 11. g. 7. h.
l.
mandatom
est, tutor,
L. 22.
L. 2.
h. l
ult. C.
L. 11. g.
3.
rei
iudicalae
autem
rei
ctiam
defensor numerabilur, quia adversus defensorem qui agii, lilcm in iudicium deduci!. red. L.
86.de iud.
(8.1.).
2.
L. 11. g. 3. 9.
domioium
Gai.
(3.3.).
L.
Inst. g.
10, L. 28.
97-09.
29. g. 1. h.
t.
L. 3. g.
rei iudi1.
de pi-
unumquemque
Pomponius
libro
debel restituerc, quia divisionem haecres nonrccipit. confr.L.l.g. 8. de arbor caed. (43.27).
(ss)
factum
de
sit,
si
ex
L.
iurciur. (12.2.).
3. g. 13.
de
lib.
hom.
exib. (43.29.).
L.
(vv) L. 3. pr. de pign. (20.1.).
L. 8. g. 16. L. 17. g. 1. de inoff. tcstam. (8.2.).
SO. g. 1. de legatis. (30.). Ulp. Si bcreditatis iudex conira hcredem pronuntiaverit non agen-
lem causato
rit
vel
pronunliatum
Quum
si
ei facta
non
nultum
si
nocebit legatariis.
atiis
licci
L.
1.
de
praciudicium faciant,
ruptum, vel
irritai!!,
nut
ft.
Digtized by
265
f ) Nella obbligazione correale, e
tra loro
o verso
denza romana
il
la
uno
il
immediatamente
liberati,
indipendentemente qual
somma per cui
la exceptio rei
ptio rei iudicatae. Se la sentenza era assolutoria, allora la exceptio veniva nella sua,
cosi delta, funzione positiva, ossia che poteva essere opposta contro qualunque pre-
che in questi rapporti la litio contestatio di uno dei fideiussori o debitori non libera
gli altri, cosicch si negava foro la mentovata eccezione. Questa nuova legge si deve
comprendere solamente nel senso che non 6 concessa leccezione come prima indipendentemente dall'esito del processo o del contenuto materiale della sentenza in
altri termini nella sua funzione negativa come dicono
ma non in modo assoluto.
Imperocch se il correo assoluto per molivi inerenti alla obbligazione , gli altri
avranno diritto in un ulteriore processo ad opporre una excejtio rei iudicatae (yy)
:
(gg) Perfettamente simile al caso precedente era considerato l'altro nel diritto
classico quando cio per una obbligazione tra due determinate persone un' azione
era prodotta contro un terzo, il quale, per un qualunque principio , trovavasi obbligalo, come il caso delle cosi dette acliones adiectitiae qualitatis ; avveniva una
,
consumazione dell' obbligazione di guisa che l' azione intentala contro un possibile
convenuto liberava l altro anche senza badare all esito del processo. Fra le altre
sono comprese le azioni intentate contro il padre il padrone o il mandante per le
,
antico anche qui provvedeva al rigore del principio con mezzi indi-
ed eccezionali, o ammettendo un azione d' indennizzo, o concedendo la in integrimi restituito; ma egli ben naturale che nella legislazione giustinianea la soluzione di questo caso sia riformata come il precedente ; ossia deve cessare il prin-
retti
(zi)
de
ma dalla
dell'
obbligazione
prendendo
criterio giuridico
non
dalla
lite (zz).
Ved.
unum
II.
L. 3.
fin.
17. g. 10.
quemadmodum
non liberctur,
in
manda-
ila el in fi-
deiussoribus observari. Invenimus etenim in tdeiussorum cautionibus pterumque ex pacto buiusmodi cansac esse prospectum, et ideo generati lege sancimus, nullo modo elcctione unius
constituimas
tes,
rei
ex unius rei elcctione praeiudicium creditori adversus alium fieri non concedenipsi creditori actioncs integras, et personales et hjpothecarias, donec per
sed remanere et
omnia
(zi) L.
g. S.
Ved. Keller sulla lit. contestatio c la sentenza, Zurigo 1827. pag. 414.
4. L. 32. pr. de pcc. (13.1.).- L. 1. g. 24. de cxerc. nel. (14.1.). L.
ei satisfiat
30. g.
Keller,
o. c.
Vangerow, o.
c.
4.
g. 173.
Digitized by
266
SEZIONE
V.
slitutione in inlegrum,
Savigny,
I.
Lumana
Sist. VII. 8-
97
315.
ss.
libert, costretta
ad esercitarsi
nell
ne dei
si
ordinarii.
inviluppare senz offesa il diritto, e sorreggerlo nella pratica coi rinfranUno di questi mezzi, il pi notabile e caratteristico la
che tende a ristabilire lantico stato di cose cam-
restituito in integrum,
biato da
un austero dettato
un
diritto
iniquamente
perduto.
Il
Digitized by
b
1
267
o del-
addictio in diem-,
c
un
quando
si
ovvero
interdetto restitutorio.
non una
2
una
ma
non pu
pretorio, c
ritorno nel diritto o nello stato primiero perduto, nello scopo di accor-
dare
il
. 98.
II.
il
le leggi
richiedono due condizioni essenziali, cio: una lesione, ed una insta cau-
sa
restitutionis.
1
ritto,
via di fatto,
sia
ma
modo
Va
monio,
ma ancora, con
non
(a).
qualche temperamento,
il
lucro cessante.
il
nome
diminuzione di patrimonio
(a)
re
nellaltrui,
munitus
sit,
competere
non debet
come
pena pecuniaria,
Nani
si
communi
di ve-
di lucro ces-
la
l'acquisto
nani Torte
ausilio et
mero
iu-
eilraordinarium auiilium.
Digitized
by
per usucapione; 2
la perdita di
come
268
lucro che
un lucro della
il
lucro ces-
lacquisto di
una
non involve
la
come motivo
2
eredit
di restituzione (b).
restitutionis
il
uno stato speciale della persona pel quale si d faun mezzo staordinario, come eccezione delle comuni re-
ossia
) ,
colt di produrre
per infirmitatem aetatis, absentiam necessariam, metum, dolum, stapermttalionem et iustum ezrorem (c).
cio:
tus
99.
Dell' et.
minori a causa della poca esperienza e della fragilit della volont sono designati dalla legge come in uno stato irregolare, e perci
essa concede loro la restituzione in intero per tutti quei pregiudizii che
1
si
arrecano
al loro
diritto rigoroso; c
da loro medesimi, quanto per quel-
compiuti dai loro procuratore curatore o anche per decreto del magi-
strato; tuttoci
quando
sufficiente a tutelare
con
La
la legge
minori e contro
non pu loro
proprii interessi
restituzione
i
tutti
il
offrire
un mezzo ordinario
(a)
ha luogo contro
un
coloro
quali contrassero
terzo possessore
il
quale
ma
de min. (4.4.) Vip. llodie certo inre alimar, nt et in lacro minoribus sue.
carratur. L. 17. g. 3. de usuris (24. 1.).
L. 18. 20 ex quid, causis. (4. 6. )
L. 17. pr.
g. 1- L. 27. L. 41. ex quid. caus. (4. 6.) Paul. L. 27. Et sive quid amiserit , vel lucratus non
(b) L. 7. g. 6.
(c)
amissum sic
L. 1. 2. C.
tituli
si
ut omiss. (2.40.)
hominubus
subvenil: sive medi, sive callidilate, sive (telate, sive attenda inciderunt in captionem (Paul.
L. 2. eod.
lloc
(a)
nani
):
iis
Digitized by
Go ogle
269
che non sia nel caso di risarcire il minore di tutto il danno, ovvero quando interesse del minore di avere anzi la cosa che lindennit (b).
3
Non ammessa la
(d).
chiuso durante
pubert
la
Quando
la
(f).
f ) Concedendosi al
minore
perde
il
(g).
benefizio
(h).
g Se
il
menti
negozio con-
appare immorale
la restituzione
maggiore
il
domanda per
alla
(i).
la restituzione fu estesa
anche
ai
Comuni, ed
al Fisco (k).
(b) L. 6. 7.
C. h.
t.
(2. 22.)
L. 0.
pr.
L.
t. (4.
4.).
Vip. L. 13. in
fin.
Pomponius quoque libro vicesimo octavo scribi!. Labeonem etistimassc, si minor rigintiquinqoe annis fundum vendidit cl Iradidit, si veuditor rursus cum alienavi!, siquidem cmtor segucns sci! rem ila geslam, rcstitntioncm adversus cura faciendam; si ignoravit, et prior empier
solvendo esset, non esse faciendam; sin vero non csset solvendo, nequius esse minori succurri
otiam adversus ignorantem, quamvis bona Gdeemtor est.
fi.
debet.
(e)
L. 1. C.
dii caviali,
si.
adv. vendit. (2. 28.). Alexand. Si minor annis vigintiquinque emlori prae-
nuUam de
conlirmasti
ncque perfidiac
neque periurii
me auctorem
libi
futurum
sperare debuisti.
(f)
L. 3. $. 1. 2.
contrarerit
an
L.
20. 8- 1-
L. 21. h.
cl contractus inciderli in
t. (4.4.)
(g)
L.l.C.
(h)
T.
(i)
0.
si
T. C.
si
maior. faci.
rat.
3. . 1.
efficitur,
maior (ictus
L.
L. 15. . 2. b.
Nov. 115.
t.
(4. 4.).
Diaci, et
L.
3. C.
de
iur. reip.
11. 29.).
L-
1- C.
(1. 50).
Digitized by
4
ossia
La
270
minore
il
il
dellet e
ne per motivo
non per
altro,
.
t
come
100
il
p. e.
creditore dalla
minore
(1).
Dell' assenza.
il
beneficio della
diritto,
dell'
avversario
fall
Nel primo caso ossia per assenza propria era concessa la restituzione
quando
neficio,
il
be-
procuratore
si
l'
beneficio nel
il
tore (b).
Il
il
diritto,
come
re o del possessore; in questo caso fa mestieri che lassente non abbia lasciato procuratori contro cui
zioni
(c).
ANNOTAZIONE
pu essere diviso in tre parli; la prima, che
i casi, pei quali un assente pu
Per un timore ragionevole ossia un timore riconosciuto
Per servizio dello Stato come per milizia quantunque
dalle leggi come scusabile
Leditto pretorio L.
termina con
le
farsi restituire
1. g. t. (4. 6.),
essi sono;
L. 28. de (ideiass.
(!)
pr.
de min.
etiam
4. 4.
his, qui
et ci fidem
).
46. 1.)
V-0.
L. 127. de
(45. 1.).
- L. 3. 8- 4. I-
soli ci
non baberem,
tu lidciussoris pr co,
non
si,
9. 8- 3. L. 13.
succurrcndum sii, an
scircm minorem,
quum
!..
40. g. 1.
- L.
1418.
h. t. (4. 6.).
t.
(4. 6.).
Digitized by
271
data perduta
la
nostra azione.
Accanto a questi
casi determinali si
tur, in integrum restituain. Ci detto dai giuristi clausola generale, e sopri essa
ewi
delta clausola generale non derivino, che dal medesimo principio di assenza;
contrario vorrebbero che, in
modo
altri al
il
il
Sarebbe grave errore essere esclusivi in siffatta questione; sembra che la vesia nellaccordo di entrambe le questioni. Voler circoscrivere i casi della clau-
rit
il
nome
prime
il
campo
all'
il
Non
laltra,
trovare la ragione della triplice distinzione di casi nella medesima teoria dellassenza.
La
interpretazione vera
determinati sotto
ai casi
il
dunque
delleditto
nome di assenza,
sarebbe
la seguente: Il
il
Pretore oltre
beneficio della
modo
generale non
sarebbe clic una maggiore estensione delle prime due categorie di casi chiamati
complessivamente assenza. Questo il vero senso del cemento fatto da Ulpiano allogia con quelli determinati per l'assenza. In questo
la clausola
T editto.
La
si fa
che possono esser compresi nella clausola generale; nel complesso di essi si
,
vedr, che, secondo questo principio, si accorder la restituzione nello stato primiero tutte le volte che un ostacolo legale , il quale abbia analogia con l'assenza, im-
casi
pedisce che un diritto fosse esercitato o che una inazione necessaria produsse la
perdita del diritto (f). Questa estensione della teoria dell'assenza come giusto moti;
(d) L. 7. 35. g. 4.
- L.
L. 20. g. 9. h.
integrum rcstituam
t.
Vip. ilem
Haec
inquii Praetor, ti
qua
alia
potuerunt, qui deierrcnl restilutionis auxilium, nec singulalim numerari potuerunt, ut, quolies acquitas reslilutionem suggerii,
ad hanc cfausolam
eum
erit
aequissimum
saepissime conslilulum
elsi testimoni!
et hic
causa
sii
est,
est
restilui, licei
rei
Idem pulo
ad Principem , nam
saepissime est rescriptum subveniri. Scd et bis, qui rogoilionis grada vel appellationis
Digitized
by
272
vo di restituzione pu riguardare tanto
la
prima quanto
la
contenuti nelleditto; vai dire, che l'ostacolo per produrre lazione pu avvenire e
nella persona di colui che chiede la restituzione, ovvero in quella contro cui
il
be-
domanda. E di vero si pu estendere il concetto della restituzione per assenza secondo il primo caso ad altri che sarebbero compresi nella clausola generaneficio si
Essi sono;
le.
ai
dio
luogo
e)
(k)
(1)
f ) allesiliato (m)
un suo
(n)
si
ai legati
civitatum
(h)
ai
no
un danno secondo
il
senato-consulto
Sdama-
(p).
Quando
il
comprendere
quale
i
si
chiede
seguenti casi
la restitui
quali con
l'assenza
101
T. D.
I.
La violenza e
C.
quae
vi
metusvc causa
2. 20.)
h. t. (2.21.).
la frode in tutti
casi
siderazione dal diritto, dan luogo ad u naclio quoti metns causa, e un'actio doli, e secondo le circostanze una exceptio che porla il medesimo
nome. per
questi motivi;
la
confondono con
le
T. C. de uioribus. milit.
L. 35.
(h) L. 8. 26. 8. 9.
(i)
L. 35. 8- 2. b.
ei
8- 1. b.
t.
(4. 6.).
non
1. C. h. t. (2. 54.).
t.
t.
L-
(m) L. 26. 8- t.
40. 8- 1. h.
(n)
t.
(4. 4.).
L. 35. de
nere,
L.
L. 28. 8- 1- eod.
(o)
(q)
subveniendum.
(2. $2.).
L. 22. 8- 2.
Labeo
ait.
li. t.
!..
121. de R.
I.
5.).
et civitates perii-
(50. 17).
Digtized by
Goo
,,
273
motivo legale della violenza e della frode nella maggior parte dei casi
pu veramente prescindere dal mezzo straordinario della restituzione
reso perfettamente inutile dalle azioni, e dalle eccezioni di dolo e quod
metus causa
ma
quali le azioni ed eccezioni citate non sono per nulla sufficienti; ed allora
determinato un caso
concesso
il
nel quale
vi concesso
il
testi
quando
altri
per timore costretto ad accettare o a rinunziare una eredit, potr domandare la restituzione in caso che cotesta accettazione o rinuncia fosse
a lui di pregiudizio (a). In questa circostanza , ognuno il vede , i mezzi
ordinarii possono essere insufficienti a causa delle indeterminate giuridiche relazioni, le quali possono essere congiunte alla eredit.
Si concede questo mezzo straordinario naturalmente
tivo riconosciuto di tale valore
Anche
ditto qual
dove
quando
il
mo-
(. 43.).
motivo di restituzione
la equit assolutamente lo
(b)
nell e-
comanda,
processuali
atti
(c),
e se fondata
1'
actio doli, la
prima
preferita (d).
ANNOTAZIONE
Si spiega facilmente
mente per
la)
efflci
quia
si
doli
quando
si
diritto
romano e
qood mct. caus. (4.2). Paul. Si mela coaclas adii hereditalem, puio me
quamvis si liberum esse! noluissem umen coaciua volui ; sed per
,
lem repudiem
L. 21. g. S. 6.
heredem
come
azioni ed eccezioni
duplici via Practor mihi succurril, aut utiles aclioues quasi bercili dando
aelionem metus causa praeslando, ut quaiu viam ego elegerim, haec mihi petat.
(b) . T. D. Quod falso tut. actore geslum esse dicatur (27. 6.).
(c)
aut
L. 11. g.8-10 de ini. in iure (11.1). lllp. Qui iusto errore ductus negaverit se heredem,
L.
g. 5. de edendo (2.13).
(d) L. 7. g.l.
de in
M ore. Nec
curri oportebit,
quum
L. 7.
pr. I,.
38. (4.3).
Diritto
romano.
est,
L.
1.
maiime si
est potius
et aequitas postulabil
domum descendendum
tane
quam
g.
intra has
33
Digiiized by
mento
di diritto
di
poteva opporre un except. doli fgenemlis) (e). Nelle azioni di stretto diritto al conquanto il reo convenuto potevano valersi di questi mezzi sola-
mente, quando
ci era
Questo principio fu
la
(f).
base degli
e tra
gli altri
duopo
rammentare leditto Cassiano, il quale, per chi ben l'intende, non introdusse iactio
quod i netus causa ma bens estese l' exceptio doli anche nei giudizii di stretto diritto non certamente nel medesimo modo come nei bonae fidei iudiciis ; ma con
questa diflerenza che nei giudizii di stretto diritto non si richiese pi una stipulazione affinch le parti potessero valersene
ma che il Pretore investigava se ne
,
il
duopo
trodotta per
.
le) !..
7. pr. g. 3.
9. L.
!..
D. pr.
de dui.
L. 0. g.
13. . 4.
5.-L.
est
4. L.
7. g. 3.
de dot.
(4.3-;.
quum
minlmam
ci vendilo suOiciat.
L. 43. g. 2
esse heredila-
I- 4. pr.
L. 68. g. 1. 2.
(4.3.).
L.
13
1.).
L. 4. g. 33. de dol. mal. ci inet. exc. (44.4.). Vip. Melos causa exccptioncm Cassius
de dolo actio,
1,).
ferii;
est gcoeralis.
Scd
utilius
visum
quod exceptio
est, ut
non ispiciamus, an
is,
est,
etiam de
doli personatn
est: si
in ea re
fecil aliquid,
sed an omnino melus causa factum est in hac re a quoeumque, non lanlum ab eo, qui agii. Et
quamvis de dolo auctoris exceplio non obiicialur, verantamen hoc iure ulimur, ut de metu non
Cicer. de
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275
un processo pi spedito
citati.
Chech ne
tersi in
restituzione oltre
Ulpiano L.
mezzi test
9. h.
il
beneficio della
il
all
t.
in
perfetto
eccezione e
azione.
sit,
autem datur
et in
rem
che ammessa novellamente l'antica azione, la quale sepu essere o in rem o in personal, ed diretta per quell' obbietto per cui era prima (i).
il
condo
le circostanze
102
La
1.
spetta
beneficio legale
il
domandata da
colui al quale
ritto
si
a) Il successore universale; in
pu
farsi valere
coloro
come
dopo
il
dopo
morte dellinteressato
la
Savigny,
Vangerow,
o. c. 8-
(a)
L. 6. de in
padrone
(a).
(i)
nuribus
ovvero da
pu farsi valere
entrando come erede dello
schiavo
alla restituzione
da suoi eredi,
IBS.
veruni succcssoribus
L.
Sisl. VII.
fi-
330.
in
Non
soluto aulern
integrum rcstilutio
mi-
et ai sinl ipsi
inaiores.
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276
2)
pu
come
zio di restituzione,
laltro
Finalmente se
c)
si
domanda
la restituzione
contro un accettazione
tro
genitori e viceversa
(c).
c)
Finalmente esclusa
f)
la restituzione
dall in-
teressato (g).
(b) L. 24.pr.
de min.
(4.4.).
sit
per
(2B..7).
(c)
rem
Paul. Quod
damnum
si
Quod
accidat.
ei cedere
hunemodum damnum
L. 20. g.
1.
de
sibi propter
tut.
ad.
iud. (2.
27.). L. 8.
(d) L. 2- In fin. 3.
et Gratian
Et
si
bus eorum pr
g. 1. C.
C.
si
adv.
confr. L.
de bon. quae
fise.
(2.37.)
quidem unqnam ut
impetratimi
in
rem suam
Caciai, ut
pos-
adm.
tut.
L. 2S.de
(27.3.).
scripti fnerit
eum
3. g. 6.
lib. (6.61.).
de min. (4.4.)
Koy. 1SS.
L.
2. C. si adv.
c. 1.
nullus obtemperet,
qnnm
etiam minoribus,
si
quando aliquid ei
omnem
re-
inter-
cipiatnr aetatem.
L.
(f)
(g)
(e)
3. C.
in intcgruin restitutio.
Quod
sic crii
accipiendum,
commissnm
si
(2.41.).
ressabit restitutio.
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277
beneficio della restituzione devessere
II. Il
domandato
dallinteres-
sato durante un tempo stabilito dalle leggi , ossia dev essere domandato
invece della distinzione antica oltre dei
nel termine di quattro anni
,
quali
d
prescrive. In rapporto
si
uopo ricordarsi
al
principio di
una
minore et
tale prescrizione
la prescrizione
incomincia
di maggiore et
(h).
Per
formava
la restituzione
affini il
in cui sparito
presenza
a causa di violenza
ostacolo
1'
(i).
(k).
essere domandato
il
beneficio,
ma
bens terminato
il
processo.
(I).
domanda
di restituzione, e di abolire
il
pregiudizie-
Appena decisa la restituzione si pu incominciare novellamente a fondare una questione di diritto, ossia un altro giudizio, e cos
in forza di questo beneficio puossi avere un doppio giudizio un iudicium
alla violazione.
(h)
tiam
utilis
rest.
(2.53.). L. 7. C.
urbe
die, ei
et in Italia
quo annua
et in aliis provinciis
utilis
t.
Supcrvacuam
differen-
minorum
solimi in
restilutionibus
Quod non
h.
quibus
satis nobis
annus
utilis
absurdum
commu-
visoni est.
incipit currere, ei
quo
vige-
damque
bus
ita et in
maiorum tempus,
in
hac parte
(i)
minorum
maiorum
de dolo malo
(m) L. 13. g.
1. L.
et
non absimilis
sii
restilutio.
(k) L. 8. pr. C.
(l)
et
L. 28. g.
3. ei
quib.cans. mai.
(4.6).
(2.21.).
24. g. 8. (4.4.).
L. 3. de in
ini.
rest. (4.1.)..Wotfut.
Omnes
in in-
rum ciaminet, an
verac sint,
quarnm nomine
singulis subvenit.
L. 9.
g. 4.
Digitized by
278
fare
il
(o).
ANNOTAZIONE
La legge
di Giustiniano
che determina
il
tempo, durante
il
quale
il
domanda
la
processo, altera
il
Ora
zione.
dell'
si
la restitu-
mentovato quadriennio incominci al momento che il danneggialo ebbe conoscenza della lesione di
guisa che in questo proposito si ammette il cosi detto tempus utile ratione initii et
della legge, di cercarvi dentro questaltra teorica: ossia che
il
con la legge di Giustiniano che ci dice espressamente continuo il termine della rePur lasciando da banda tale questione vediamo se ci pu essere qualche
stituzione?
(4.2.)
liberatione. L. 28
cur. (3.3.).
8-
L. un C.
et in
rem
actio, et in
si
lui. (27.8.)
L. 46. 8- 3. de pro-
c. 6.
dislulit.
ad imperatorem appel-
Quaesitum
est
si
baita
quum
aelalem essenl.
(o)
si
nunc
(21. 2.).
fiat.
(2.80. i.
Digitized by
279
mento che
il danneggiato avea contezza della lesione (r); ma poich Gimtiniano oril quadriennio continuo debba incominciare dallo stesso giorno
in cui
cominciava l'anno utile risulta che la conoscenza della lesione dovrebbe essere in
questa teoria il solo punto di partenza. Questo ragionamento erroneo.
dina che
Nell
scientiae
anno
,
il
come
se avesse preso
il
Quanto
per
(t).
la violenza, la
inquantoch trovasi per la contraria npinione qualcuno di coloro che decidevano nel senso nostro la questione sugli altri due motivi di restituzione. Savigny in particolar modo prende punto di
partenza da questa idea, che nell'antico diritto l'anno utile per la restituzione prop-
si
rinnova
l'ostacolo che
si
in cui spariva
l
errore
non
il
l'
la
inganno
Questo estraneo al diritto romano; iu questa circostanza, nella medesima guisa che nella prescrizione dell'azione, il punto di partenza dev'essere la lesione del
diritto, ossia il momento in cui la restituzione iure competere coepit. Non faccia caso
dal
(r)
L. 6. de calunni.
(3.6.).
Annus auiem
Cut
(I)
Burchardi,
c. c.
in
personam quidem
(s)
pag. 817.
Ptichla,
eomp.
g.
108. not.
ei fiere!
eiperiundi
e.
Digitized
by
Dall'altra parte, stante alla
un tempus
280
sua opinione,
si
dovrebbe accettare
in questa circo-
stanza
IV.
se,
(a).
alla
cosa fruttifera.
3
Se
Come
si trattasse
debitore,
il
ma ancora
contro
suoi cor-
rei
Se per mezzo d una novazione il minore ha cambiato un buon debitore per un cattivo, gli si restituisce lazione contro il primo debitore (d).
()
L. 24. g. 4. de minor.
[4. 4.).
L. 27.
. 1
nor accepit, dissipavi!, denegare debel Proconsul creditori adversos eum actionem. Quod si agenti minor crediderit, ulterias procedendum non est, quam ut iubealur iuvenis actionibussuis,
quas habet advcrsus eum, cui ipse credisset, cedere creditori suo. Praediom quoque si ev ea
pecunia pluris,
quam
pretio recuperare
praedium
ita
ut sino alterius
damno etiam
creditor a iuvene
suum
conse-
quatur.
(b)
L. 27. g.
(c)
L. 27. g. 2. de minor.
1.
4.J Gai.
Si
acceplum tulerit, non solum in ipsum, sed et in fideiussores et in pignora aclio restimi debet,
dnobus rete alterum acceptum tulerit, in utrumque restituendo est aclio.
et si ei
si
(d) L. 27. g. 3. eod. Gai. Et hoc intelligimus, si damnosam sibi novalionem fecerit, forte
ab idoneo debitore ad inopem novandi causa transtuierit obligationem, oportere cum in prio-
rem debitorem
restitu.
Digitized by
Googli
281
>Se
(e).
la restituzione
come
dalla eredit
azioni
utili,
ma gli
il
d solamente
le azioni
che nascono
una succes-
fnta
la
tutte
si
accettata
vute, e non ricevute per mala fede o per qualunque circostanza, e quelle
ancora che sono andate perdute. Se egli avesse pagato in qualit di erede
legati o debiti non pu esservi luogo a risarcimento; ma per contrario
non obbligato ad indennizzare degli schiavi addivenuti liberi (h).
APPENDICE
Delle azioni
Nel
VI.
romano
diritto
a tre si riducono
l'uno alfaltro, e sono: quello delle azioni della legge (legis aclioncs)
si
;
successero
quello della
t.
Ordinamento e giurisdizione
maniera onde
si
Forma di
procedere, os-
diritti.
Costituzione giudiziaria
t)
L. 50. eod
d'
L.
IVI.
de nov. (4
2.).
L.
Anton. Sed
et si
inlercessor minor iginliquinque annis inlenencrit, in lelcrcm dcbilorem debet restilui arilo.
(f)
L. 28. . 0.
(g)
L. 7. S- 1.
(b) L. 7. g.
!..
Savigny,
Diritto
{4. O.j.
romano
Sist. 8-
342.
36
Digitized by
282
tere
bisognava che
le parti del
giudicare
dividessero
si
e la questione di diritto
vediamo
il
magistratus ed
il
index, e tutto
il
in
Il
senno
Roma due
auto-
stratus e del index, cio alla straordinaria cognitio, chera stata fino allora un' ec-
come e da
chi esercitavasi
magistrato e
ufficio del
come questo
del giudice, c quali le parole usate nel giudizio, per vedere in seguito
iniziavasi c
come
recavasi a compimento.
Roma
primamente
|an. 321)
il
Re
Pretori
continuarono
poi
gli Edili
ma
vi si
aggiunse
il
Principe e
gli altri
magistrati, a cui esso delegava la sua giurisdizione. Nelle provincie poi eranvi
gitori di esse, oltre
cemviri o
questori provinciali e
reg-
i DeConsulares
Giuridici.
Tutta
cium
dire
lattivit di
compren-
mandare e costringere
i
si
diritto,
il
del diritto
tere
deva nelle
il
diritto
alle parti).
insomma
L imperium
era
il
potere di co-
per met-
I giureconsulti distinguevano Yimperium in rnemtn etmixtum. Merum est imperium liabere gladii potestatem ad animadvertcndum in facinorosos liomines,
guod etiam potestas appellatur, cio quel potere che non riferivasi sii' officium ius
,
dicentis,
scopo
ma
dell'
amministrazione
iurisdictio inest
(a).
vi
erano alcuni
speciale erano
ufficii,
commessi
amagistrati.
strato.
()
L. 3. de iurisdict.
(2. 1.).
L.
1.
de
oflic.
eius cui
mand.
(1. 21.).
Digitized by
apparteneva
lui si
la
come
283
il
chi fosse
commesso
l'ufficio di
Roma non
si pu con certezza affermare; pare ormai una opinione abbastanza fondata che lamministrazione della giustizia fosse dal Re delegata ai suoi luogotenenti, e che nei
primi tempi
cause per
sacerdoti fossero
delitti
contro
soli giudici.
Stato,
lo
che sorvegliavano nella notte erano senza dubbio sacerdoti. A tutto questo
si aggiunga che era competenza esclusiva del collegio de'Pontefici la decisione delle
cause, il cui oggetto apparteneva al ius sacrum; epperci esso era giudice di tutte
pitalea
le relazioni
ntana, che
in questi tempi
la
Pontefici erano
custodi del
diritto (b).
Quando
il
diritto privato si
emancip
dal ius
sacrum,
il
collegio de Pontefici
cess di avere sola ed assoluta giurisdizione, a motivo della formazione di un tribunale di Decemviri litibus iudicandis, e pi tardi di un altro pi numeroso detto dei
di proposito
di questo tribunale.
Servio propriamente o
in
di
Roma,
e quando
il
il
diritto
viamo due specie di questioni, le une di natura privata, e le altre di natura direttamente publica. Tra queste primeggiano lo stato del cittadino )caput civis) c la propriet fondiaria o quintana; questioni tulle che decidevansi daPontefici col ricorso
per davanti acomizii curiati. Tale giurisdizione non era comune a' plebei; e per
allorch Servio Tullio, attu la sua gran riforma, fu necessit creare un tribunale
per
tutti
che decidesse
le questioni del
ci pesi.
Questo tribunale che fu sostituito al collegio de Pontefici, fu detto de' Decem(perch composto di 10 uomini) ed uvea per emblema Ybasta come simbolo de,
viri
gli
obblighi verso
lo Stato.
Pi
tardi,
ma
forse
non prima
le queQuesto tribunale era eletto annualmente necomizii tributi, e componevasi di quattro consigli, ciascuno di 25 uomini. Lattore poteva incominciare il giudizio avanti ad un consiglio; perdendo la lite, poteva appellare al
2. consiglio {duplex iudiciumj, quindi al 3. (triplex ixtdicium), e da ultimo a tutte
jiii,
e quattro
lare in
che
il
Ma non sempre
(b) Plutarco,
(c)
non
ostanti'
Numa.
(i
2.).
Digitized by
284
specialmente quando
fin
vi
Roma
una causa, e
di azione;
quindi
decittadini privati,
di
arbitri, recuperatores.
Tra indice* ed
arbitri
la differenza,
che a' tempi suoi non si sapesse ancora distinguere gli uni dagli altri. Tuttora
possiamo porre questa differenza tra i iudices c gli arbitri; che i primi erano circoscritti negli angusti termini del diritto rigoroso e delle azioni della legge tanto ri-
vasi
spetto all' obbietto del giudizio, quanto rispetto al giudizio stesso; ma che i secondi
avevano pi libero campo a decidere rispetto alle suddette cose. Entrambi per giudicavano delle quistioni di possesso e di obbligazioni. I recuperatores poi erano dap-
le questioni tra
relazioni personali
le questioni tra Romani e peregrini; ma in seguito ebRomani e Romani, specialmente quando traltavasi di
o sentivasi
il
quello dei iudices o degli arbitri. L'officium iudicis era dapprima affidato a pi per-
sone
tre;
in seguito quasi
Aebutia l'ordin esclusivamente per la novella procedura di guisaTribunali deeemvirali e centumvirali rimasero attivi nei soli casi in cui l' antica procedura della le/jis aclio era espressamente ordinata o volontariamente scelta
infine la legge
ch
dalle parti.
Tutti questi giudici dovean esser designati o almeno accettati dalle parti, ed in
Procedura
II.
gittdiziaria.
il
Ego in
ius te voco
ivs vocatio. Se
colle parole
al
convenuto
ambxda me.cum in
il
licet
contestaci
di s
In luogo di questa
il
l
1
,
il
nell
ora
attore
ed avea quindi
dendo sopra
Per cominciare
magistrato ne giorni
la
chiamava
manus
gli
micelio su
Questi non
lui.
un vindex
che, pren-
manus iniectio.
una somma di denaro con-
astanti in testimonio
lui dalla
c al vindex surrog la cautio iudicio sisti cio la proun dato giorno assicurata da un mallevadore che dovea es11 Preture dava anche le azioni contro i terzi che
sisti. Convenute le parti dinanzi al
magistrato non sempre gli atti della procedura in iure si terminavano in un sol
giorno quindi esse doveano darai vicendevole malleveria di convenire un altra
tro
il
convenuto renitente
messa
di presentarsi in
volta in giudizio
esibendo ciascuna
suoi radei
donde
il
nome
di
vadimonio a
jitized
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285
questo
il
zi i.
atto.
valore
dell
formolario
si
somma
alla
ma non
o alla met,
litigio,
si
superava mai
eguale o a tutto
100,000 sester-
v'
era
mezzo
vadimonium,
litis
il
la
pena per
vadimonium
doveano presentarsi
parti
proroga concessa
1
dall'
legis actiones
in giudizio
Quando
un
modo
ordo iudicio-
libero e spedito
atto solenne.
lo parti si
Secondo
il
pi antico diritto
anche anteriore
alle
12 Tavo-
aggiungevano
una
imperatore.
alle
si
altri atti.
manus
quali le tre
cuzione forzala.
di
procedura
le
di ese-
romano per
Pontefici in
vansi vicendevolmente
.>00
asscs,
quando
il
al
deposito di
valore
dell'
a 50 per le cose di minor prezzo o quando tratlavasi della libert di un uomo , sia
qualunque il valore che questi come schiavo potesse avere. Il processo con ci
prendeva la forma di una lite sulla somma; e tutto il giudizio consisteva nel dichiarare se il sacramentum era iustum o iniustum. La parte il cui sacramentum era
giusto, ritirava la sua somma; laltra, il cui sacramentum era ingiusto, dovea versarla neH'erario, e perdeva con ci anche lobbielto della lite.
Poscia ( vuoisi per legge del tribuno Papirio non fu pi necessario il deposito
attuale, ma il Pretore richiedeva de mallevadori (praedes che rispondessero del
pagamento in caso di perdita. Questo in fondo la legislatio per sacramentum in
mezzo a tutte le sue variazioni. In quanto poi alle parole, ai gesti, agli atti che l'aocompagnavano, essi erano diversi secondo lobbietto cui applicavasi l'azione; e altri
erano, quando versavasi sulle cose reali, altri quando sulle obbligazioni.
Lazione sacramenti per le reclamazioni di propriet e di tutti gli altri diritti
,
La pantomima, per
ma
piu veri di
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286
manum
senza dell'oggetto.
tconlravindicabat) Qui interponevasi il magistrato, e colle parole: minile ambo hominem, faceva cessare la vis festucaria, e dava alla questione un carattere ed un
andamento giuridico. Era questa espressione simbolica dell'idea, che la forza dovea
cedere,
c che il litigio, cominciato con la violenza materiale, dovea risolDopo ci seguiva il sacramento contendere. L'attore
convenuto postulo amie dicas, qua ex causa vindicaveris? e quegli
al diritto,
interrogava
il
quando
convenuto: si-
ambidue o
facevasi
il
deposito della
il
tu in-
somma, o presentavansi
il
praedes sacramenti.
Se
il
consertio e la vindicatio. Se
tutto
il
gli avversari!,
e quivi facevasi la
manum
l'altro,
Aulo
il
finto
per
dice
si stabili,
(ex iure
tacito
manum
combattimento. Quindi
della lite,
zolla del
delfedifizio,
un pezzo
stac-
Da ultimo
sempre pi semplice, e
mo-
eseguivano questo
rito prima di recarsi dal magistrato, infino a che landata al luogo litigioso e il ritorno non fu fatto che con le sole parole e con finta pantomima senza uscir dal Tribunale. In questo stato trovavasi la procedura al tempo di Cicerone.
ribus
fil.
la
cosa
si
fece
le parti
Dopo la costituzione del sacramento si conferiva il giudice alle parli, che era o
un giudice o un arbitro, ovvero si rinviavano a'Centumviri. Per la legge Pinaria il
giudice non si dava immediatamente, ma dopo lo spazio di 30 giorni. Ma prima di
darlo, il magistrato, secondo che gli pareva conveniente, e mediante garenlia di restituzione, decideva a chi dovea restare il possesso provvisorio della cosa per tutto
il tempo del giudizio.
Questo quello che dicesi: vindicias secundum alterum diccrc. Nelle reclamazioni di libert il possesso provvisorio per una formale disposizione delle 12 Tavole
dovea essere dato sempre nel senso della libert. Di tal fatta fu la famosa lite di
Virginia. Dato il giudice, le parti si citano a vicenda a comparire fra tre giorni innanzi a lui; e si assicurano della comparsa, dandosi vicendevolmente i mallevadori
/ vades). Il giorno pel giudizio dicesi compcrendinus; donde la procedura giunta a
questo punto piglia
il
nome
di res
comperendinata.
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287
al
come
oggi direbbesi, era tutta verbale, n vi avea alcuna istruzione scritta pel giudice;
per assicurarne
le parti
Il
pruova ricorressero
la
alla testimo-
contestano.
non aveva n
bligazione
vi ndicta,
si
di
Le
doveano secondo
costiune
il
il
convenuto negava, di poi provocarsi scambievolmente al sacramenturn, quando venivano le forme relative alla dazione del giudice. Ma non ci nota la serie delle parole sacramentali pronunziate in tutta questa procedura.
le
Il
manoscritto di Gaio in
ristabilirlo,
componendo insieme
alcuni frammenti di forinole ed alcune indicazioni sparse non sono buone ad altro
che a darci unidea di ci che tali forinole presso a poco potevano essere. Forse le
appunto
pontefici
dette
la lite
aveano adattando
(d).
ci
si
il
meglio chera
fiossi bile a
da Gaio
che per-
di colui
per aver detto vites in luogo di arboree, intentando un'azione per reci-
sione di alberi.
e per
bligazioni
malmente
come
il
tal
la tal
cosa
o la tal quantit determinata (res certa, pecunia certa); determinazione che egli faceva con le parole sacramentali che proferiva Luna parte verso l'altra, prima della
provocazione
al sacramento. Da tutto questo emerge chiaro che l'azione per saerasi adattava bene ad affari che richiedevano una certa valutazione; iml'attore nel far la stima delloggetto della lite gli avesse dato un valore
poco differente dal vero, perdeva irremissibilmente la lite, n avea facolt
di produrla di nuovo. Mollo meno poi valeva per gli affal da quali derivavano ob-
mentum non
perocch se
anche
di
il
sacramenturn
!<i)
si
quando
ristringeva alle
trattavasi di
domande
di obbli-
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288
fraudolentemenle nascoste o fatte perdere, stante appunto limpossibilit di fare sopra di esse
la vindicatio:
onde
il
non ne conosciamo le
luna dopo
della sua domanda, ed
laltra
il
procedura sotto
postulationem.
che
Il
f.
giudice dato in questazione non avea a giudicare una questione cosi ristretta co-
me
il
ma
sto;
della iudicis postulationem furono man mano specificate. Possiamo dire per
con certezza che quest'azione si adoperava in tutte le obbligazioni in cui il giudice
dovea decidere salva fide, cio in tutte le obbligazioni di buona fede che originano
scambievoli doveri fra le parti, (ex fide bona come rilevasi da un passo di Cicerone
negli officii (H 1-401) ). Praeclanim amaioribus accipimus moretti rogandi iudicis
si ea rogarenius, quae salva fide faccre possit. Inoltre in tutte le obbligazioni di
mezzo
fare (facere) o di fornire )praeslare),eA anche nelle obbligazioni di trasferire in propriet [dare), quando si trattava di cosa incerta, o quando la cosa certa era stata rimossa per frode o distrutta. In questo modo adunque molti casi furono sottratti
all
per cose determinate. Ma dopo qualche temnon per necessit giuridica veramente, ma per odio di questa procedura grosso-
denunzia
diclio in
La legge
Silia
forse nellanno di R. 510) l introdusse per le obbligazioni di
dare) una somma determinata [obligatio ccrtae pecuniae ),
1
oggetto di cui una somma data, stipuaut expensilata, come dice Cicerone tom. III. p. 228 ). Alcuni anni dopo la
legge Calpurnia forse nell anno di R. 520) la estese anco alle obbligazioni di qualunque cosa determinata [de ovini re certa) Gai. Com, 4. . 19, cio di tutte quelle
cose, dove ex ipsa pronuntiatione apparet quid, quale , quantuin sii. Non si possono precisare le differenze in quanto alla forma tra le azioni per iudicis postulationem e quella per condictionem. fi certo che nella prima il giudice era sempre un
arbiter, nella seconda un giudice propriamente detto (iudex), e che in quest ultima
chi non si presentava al giorno stabilito per ricevere il giudice era dichiarato con(
trasferire in propriet
lata,
manus
micelio.
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Googh
La procedura delle
legis action es
289
cos stabilita:
L azione sacramenti per le reclamazioni di stato, di propriet quiritaria e di
successioni, e tutti
diritti reali, la
Centumviri.
la
Questo
lo stato in cui la
il
Actio per
manus inieclioncm
Decisa
la parte soccombente non voleva sottostarvi, faceva d' uopo di un procedimento per
costringervela. Ne diritti reali, siccome 1 esecuzione concerneva dilettamente l oggetto della lite , il proprietario poteva, anche coadiuvato dalla forza publica, impossessarsi di ci che per diritto gli apparteneva. Ma nelle obbligazioni non vi es-
sendo che creditore e debitore, quegli non avea azione che sulla persona di questo;
il procedimento detto per manus iniectioneni, che era un vero arresto personale. E6so era di tre sorte: manus iniectio indicali
manus iniectio pr indicato, e manus iniectio pura. La prima era data dalle 12 Tavole per ogni cosa giuquindi
iudicatis). Il debitore
vaio nella prigione privata, che ciascun patrizio avea nella sua casa.
tale stato
Il
debitore in
ma
come uomo
dopo
egli
diritto,
libero. Egli
La manus
iniectio pr indicato
era quella data in alcuni casi determinali
dalle leggi, senza che vi fosse stata
una sentenza giudiziale o una confessione di
debito; e come produceva gli stessi effetti della cosa giudicata, fu detta pr iw-
Per conseguenza
tlicato.
damnatus
pr indicato mattimi
iniicio.
cosa giudicata,
id est
pura
te)
Aulo
(f)
Gai.
comm.
Quod
fu imiti
tii/i
XX
1.
4. . 24.
Diritto rumano.
37
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290
l avversario e difendersi da s nel giudizio, marami sibi depr se lege agere licebat; o il creditore nella forinola, dopo avere esposta la
causa, dicea semplicemente: ob eam rem ego tibi manum iniicio. Gaio annovera
tra le leggi che permettevano questa specie di arresto semplice la legge Furia testamentaria, in materia di legati, e la legge Marcia sull' usura. A quest' ultima
specie di manna iniectio in seguito furono ridotti tutti i casi che cadevano nella manne iniectio pr iudicato, eccetto un solo, cio pel rimborso di ci che lo sponsor
eopi-o quo depensum est |g).
avea pagato a discarico del debitore, excepto
e) Nel sistema delle legis actiones l'esecuzione facevasi sempre contrala persona
e non mai sui beni. Una sola eccezione vera per la pignoris copio, la quale non
peUere
et
era gi data
a creditori privati,
per s
come
in
di foraggi;
il
ma
si
riferivano
poteva prendere di
stati introdotti
de quibusdam lege
il
come
il
Questa pignoris copio non si pu chiamare veramente azione, perch era extra
anche in assenza del debitore, ed in giorno anche nefasto; e se i giureconsulti l hanno appellata azione della legge, stato per le parole sacramentali
che in essa si profferivano.
Il sistema delle azioni della legge, come si visto,
2 ) Sistema delle formole
era una procedura supremamente quiritaria; i soli cittadini romani poteano usarne:
simbolica e rigorosa era tanto, che il cambiamento d'una parola sola faceva perdere
la lite. Inoltre in essa dominava il principio assoluto che niuno poteva agire per
mezzo d' altre persone, o vogliam dire per rappresentanti: ma ciascuno doveva di
persona e per suo proprio conto eseguire il rito e le parole consacrate, tranne alcuni
casi tassativamente dalla legge determinati; ancora rigorosamente era stabilito che
ms, e facevasi
azione, qualora fosse rigettata per qualsisia motivo anche per vizio di forma, era
estinta,
lite
mento
oggetto della
il
termine e
lite,
nell
la
decisione della
ottenere
adempiche
Questo, che gi pareva duro al senso giuridico de Romani, allora che la civilt
era ancora nel principio , e la vita era quella del municipio , tanto pi gravoso
tornar dovea quando collo svolgimento del commercio, colle conquiste nuove sorsero bisogni e relazioni
tali,
dell
le
vuote for-
antica procedura.
pe peregrini, quando vi fu necessit di eleggere il Pretore peregrino praetor peregrinile pochi anni prima della legge Silia e Calpurnia,
stabili 1' ultima delle legis actiones
cio la condictio. Come dovea il Pretore
peregrino regolarsi nel delinire i rapporti de peregrini fra loro e di questi co citia(
che
te)
}y
Gooole
romani
dini
Qui non
modo
in niun
(
imperium
291
dall'
partecipare: tutto
dunque
Ed ecco
del magistrato.
il
in qual
modo
iure,
il
dici,
ma
civili,
dall autorit
recuperatores, nel
sceglieva
numero
giu-
di tre
o quattro presi indistintamente tra i cittadini, o tra gli astanti nel giudizio. N. N.
index esto. N. N. recuperatores sunto). Quindi si lasciava alle parti pei recuperatoci un istruzione scritta, o una sentenza condizionale, coin la chiama il Savigny,
(
care
modo
anzidetto
fatti esposti,
falsi
a verifidoveano condannare od
non paret). Questa istruzione scritta dicevasi formolo, conceptis verins. Ma poich qui non si trattava di vedere se una cosa iure civili spettasse all' attore o no, ma vi era solo un fatto, il quale poi era dal magistrato eleassolvere (siparet,
si
vato a diritto, era quindi bisogno anzi tutto, dopo lindicazione del giudice, esporre
fatto della quistione
designatio rei de qua agitar ). Cosi ad esempio; NN. NN.
il
recuperatores
dium
dii
davasi
all
di farlo
attore; quello di
Numerio Negidio
nega
veano
verificare, e
secondo cui
il
essere di tre maniere pe tre casi sopra detti: l. N. N. Ao. Ao. sextcrtium
decem
miUa condannato; si non paret absolvito. 2. quanti ea res erit, tantam pecuniam
N. JY. Ao. Ao condannato; si non paret absolvito. 3. N. N. A. A duntaxat X micondannato; si non paret absolvito. Questa foi-mola composta di due parti difactum concepta, ed era la sola che potea essere originariamente data apeche non aveano la capacit e lesercizio del diritto civile. Quando poi si apvennero ad aggiungere, come vedremo, altre due parti.
Di tal fatta era la procedura, che i Domani nei primi anni del VI. secolo usavano nelle loro relazioni copercgrini, procedura, come vedesi, piu semplice e adatlia
cevasi in
regrini,
plic a cittadini le si
Poco
1
actio sacramaiti dell ultima specie di
per cotuliclionem. Ma non era questo nemi Romani cominciarono non per
legge ma
per forza di consuetudine a dimandare la formola anche nelle relazioni tra cittadini
e cittadini. Ma questo era difficile e non regolare, imperocch standovi il diritto ci-
il
bisogno di spogliare
obbligazioni, costituendo
meno
vile,
de
la
altra azione
l'
al diritto
feconda
La mente
all'
antica nel
modo se-
guente.
Si detto gi
ina consisteva in
come
nell
azione per
sacramentum
il
ima solenne obbligazione, che i mallevadori faceano verso il PreSpondesne ? Spondeo; fu detta sponsio.
jitized
by
292
Questa fu come ponte di passaggio dalla antica procedura alla nuova. Le parti si obbligavano non pi verso il Pretore ma 1' una verso 1 altra ad una somma di danaro
se i fatti del litigio erano veri o no; l' obbligazione dell' attore dicevasi sponsio ( da
spondere), quella del convenuto restipula&o (da restipularij.Era in somma una specie di scommessa, che serviva come base della formola, che il Pretore dava loro; e
su questa scommessa dovea il giudice decidere; in
deva, vinceva o perdeva eziandio la lite.
La forma dunque
fondamento
di
della
scommessa o
modo che
stipulazione
ma la materia
civile
serviva
stipulazione, cio la verit o falsit dei fatti allegati. Questa sponsio alle volte era
penale, alle volte solamente pregiudiziale. Litigare colla prima dicevasi certare
cum
periodo, colla seconda sino pcrioilo. Ci dapprima era fissato dal magistrato, ma
La provocazione alla sponsio era fatta
la quistione
quale
fatto, al
sponsio,
si di
obbligazioni
il
ma una
vera quistione di diritto civile. Per esempio: Quid quia oh cani rem N. N. Ao. Ao.
dare facere oporlet; ovvero si puret N. N. Ao. Ao. scxtcrtium decem milia ilare
oportere, oppure si porci hominem ex iure qmrilium Aidi Agerii esse.
In
fatti
in queste
ceptac.
Ma
la
quistione di diritto
il
civile.
nome
tadini n'ebbe
stione di diritto
tio).
La formola
Ecco ad esempio
1.
cos la formola
parti, pe'cit-
in
le
Index
Quella che indica il fatto ( demonstratio ), quella che pone la queintendo e quella che esprime la decisione del giudice (condanno
tre:
la
condannalio.
2. .tetto in iu concepta
apud tV.
eamgue
non
fi. fi.
N.
txlo: Si pacet A. A.
mensam argenteam
esse;
depositine,
guanti ea rei
erit,
lantani pecu-
fi.fi.
fide
non pare t
ti
abtolvito.
Oltre a queste tre parti eravi un' altra, colla quale commettevasi al giudice di
aggiudicare a ciascuno de litiganti, quello che gli si apparteneva dell obbietto in
Digitize
VjC
ale
sua applicazione
sarebbe
Se non che
a cittadini.
appresso in
ari clic in
tutti
civile,
la foraiola in
casi, ne quali la
ma soltanto sulla
factum concepta
si
adoper
deRicuperatori;
come pure
il
Questapplicazione fu fatta prima in forza di consuetudine, e vigendo ancora il sistema delle legis actiones; ma dopo circa 70 o 80 anni della creazione del pretore pe-
regrino venne la legge Aebutia, la quale in certa guisa sanc, e regol legislativamente questo stato di cose. Le azioni della legge per iudicis postulationem e per
condictionem furono radicalmente abolite, e vi furono sostituite le formolo. L actio
sacramenti
col collegio
centumvirale
anche
ma
mantenne per
si
nella pratica
che
cittadini
mezzo
col
Le formole che
cittadini facevansi
si
lo pi
cittadini
fatti
erano
la forinola,
certificati
litis
per
ce
il
fatti,
tutti
La
il
pure
al
lite
era
ini-
le parti
il
giudice decideva la
lite
secondo
il
suo convin-
dinanzi
cimento.
che
non pareti Le
iscritto,
contestatici
dovranno ritornare
Quando vigeva il sistema delle Ugis actiones , come non vi avea nessuna istruzione scritta pel giudice le parti venute innanzi a lui facevano un sunto della qui,
il magistrato; il che dicevasi coUeclio causae. Dopo di che vepruove e la sentenza del giudice.
Durante tordo iudiciorum privatorum cio al
3 ) Extraordinaria iucUda
tempo che il processo dividessi ne due momenti in iure e in iudicio; i magistrati in
nivano
le
a giudici
questi atti chiamavansi extraordinariae cogniliones, perch i magistrati
prendevano indagini del fatto da loro, e davano una decisione. Questi casi che nel
detto sistema erano eccezioni, divennero frequentissimi al tempo degl' imperatori
die al governo libero aveano sostituito un impero assoluto ed arbitrario; e finalmente per legge di Diocleziano (anno 294 dopo G. C.) t extraordinaria cognitio fu sostituita all'antico orda iudiciorum privatorum, che rimase quindi abolito. D allora in
poi i giudizii furono tutti straordinarii e detti extraordinaria iudicia.
:
-294
giudice supremo,
al
ufficiali
all'
imperiali,
imperatore come
le questioni giudiziarie
ora
processo
conventionis
e la citazione.
Le
parti o
esponevano
il
ma col
libello /libellula
il
giorno
stanziatamente. Lesposizione dellattore dicevasi tiarralio, quella del convenuto responsio, contradiclio. Tutto questo poi formava la
litis
contestatici nella
procedura
il
giudizio.
il.
Prescrizione
dell'
azione.
).
Fu
questo istituto per lungo tempo aiTatto sconosciuto nel diritto romano, e solamente quando i pretori ebbero facolt dintrodurre novelle azioni, queste ebbero
una naturale condizione di esistenza in quanto che ebbero la durata di un anno /intra annuo iudicium dabo ). Il carattere di coteste azioni pretorie fu per questo una
eccezione rispetto alle altre azioni che non
si
prescrivevano mai.
Dopoch fu veduto, quantunque in via di eccezione, possibile che un'azione pouna durata stabilita, ed indi finire, l istituto della prescrizione fu esteso
ad altre azioni civili. Esso prese una forma quasi generale nella bmgi temporis praetesse avere
scriptio, e
buona
Teodosio
il
nell' an.
il
S-
87
(85)
nella
quale
ipotecaria.
295
ui.
Eccezioni.
conoscere
)'
g. 89. pag.
fonti confusa
laltra (a|.
239
).
con praescriplio,
Per mezzo
cosi
ci
stato pos-
quando eran
necessarie alcune limitazioni alla intendo, ed alla condemnatio , esse erano accettate
nella formola e scritte innanzi alla interi fio, e pel luogo
turalmente
il
nome
di praescriptio.
Alcune
di
resse dell' attore ed accettate nella formola a sua istanza; altre eran
messe
in inte-
resse e ad istanza del reo convenuto, solo queste ultime erano vere eccezioni, ed
eccezionalmente erano scritte prima , giacch la maggior parte di esse venivano
scritte dopo la intcntio (b). Questo stato di cose cambi pi tardi in quantoch le li-
mitazioni
al
utili allattore
convenuto furono
dopo
scritte
la
vano
potette pi scorgere quale delle eccezioni fosse scritta prima o dopo, cosicch devesi
tener fermo questo principio: adoperasi sempre la parola exceptio per quelle
li-
nuto che
(a)
(8. 36.)
(4L
si
oppone
all'azione dell'attore.
L.
L. 91.
de solut. (46.
3.).
I- 29.
pr.
de eie.
I,.
8. 12. C. de eirepl.
!..
23. deeieepl.
1.).
130-137.
Digtized by
PARTE SECONDA
birillo romano.
38
Digitized
by
PARTE SPECIALE
LIBRO n.
Diritti
famiglia.
di
CAPITOLO
1.
DEL MATRIMONIO
.
I.
24. 2.
);
T. Inst. de nuptiis
diis
104
(1. 10.).
divorili* et
incesti* et
8. 4.
3. 6.
risdictioni
tur
8. 8.
vel
ad
(
eum
8. 7.
8. 17.
).
non
civile
morale e
suale
(i)
civile,
Mod.
sive
L.
1.
lem
poich contiene
un elemento morale
nens.
Digtzed by
300
il
E
nell'
fu
vero
di
le
ammesso, che
monio, ossia
il
il
1 usus sparirono,
e
consenso di unirsi con l'intenzione di contrarre matri-
il
matrimonio che avesse gli effetti delle giuste nozze; cos alle antiche formentovate venne surrogata la intenzione di procreare legittimi figli
liberorum quaerendorum causa), il consenso, o, come dicono le leggi,
(
'affectio maritalis. Questo indicano le iustae nuptiae di Giustiniano.
2 ) Quel congiungimento, che non risponde a questo concetto, non
matrimonio; al pi pu essere un unione di fatto, a cui non susseguono
le medesime conseguenze che dal matrimonio discendono.
La semplice unione senza 'affectio maritalis era detta propriamente
concubinato, ed avea comune col matrimonio il semplice fatto e non la
sanzione civile; esso quindi un'unione che dipende totalmente dalla volont degli uniti, sicch si scioglie secondo il loro arbitrio. Ma quantun-
me
que il concubinato nulla avesse in s di giuridico, produceva qualche conseguenza ed ebbe dalla legge Giulia e Papia un certo carattere civile (c).
i figliuoli procreati nel concubinato son figli naturali e
per conseguenza non si conosce a loro riguardo il padre; pure in certe
circostanze essi hanno il padre, e di fatti data in loro favore la legittimazione; possono avere per diritto imperiale gli alimenti anche dai figliuoli legittimi del loro padre, ed un limitato diritto di successione.
In effetto sebbene
3
nium,
il
si distingue ancora il contuberquale un' unione puramente sessuale degli schiavi, ovvero di
una schiava e
un uomo
libero.
ch erano riconosciute
(b)
Questa relazione
le relazioni di
Vedi Appendice VII. Storie del matrimonio alla fine del Capitolo primo.
(e) L. 1. . 1. L. 2. 3. pr. g. 1. L. 4. de concub. (28. 7.). Marcian. Nec adullerium per concobinatum ab ipso committitur, nani quia concuhinatus per leges nomen assumali, extra leges poenam est, ut et Marcellus libro seplimo Digeslorum scripsit.
L. 34. pr. ad Leg. Iu-
liaro aduli.
48. .
).
L.
li. 8- 2.
de
divorliis
24. 2.
L. 121. . 1. de V. 0.
Digitized
45. i.
by
).
301
. 105 .
II.
T. D. de sponsalibus
provinciae [5. 2
fatta
23. t):
T.
sponsalitiis
C.
S.
de sponsalibus
et arrhis(3. 1);
Si reclor
3 J.
celebrati,
sufficiente
conchiudere
gl
de
mente
ma
):
Degli sponsali.
il
il
impedimenti
sponsali, tranne
impedimenti
gl
transitorii;
ma
tra
il
gli
tutore e la pupilla,
quantunque
vi sia
che sono ancora sotto la patria potest non possono contrarre validi sponsali senza il consenso di coloro alla potest de quali sono sottoposti; anzi
colui che esercita siffatta potest
pu celebrare
gli sponsali pe
suoi sog-
getti (b).
hanno nel diritto romano un carattere puramente morale; essi non danno azione di sorta alcuna per insistere alla celebrazione
del matrimonio. Sola punizione linfamia per colui che contrae due sponsali, o semplicemente gli sponsali mentre legato in matrimonio. Un al1
Gli sponsali
il
fondamento del
La scienza ha voluto
(a)
rarom.
L.
1-fi.
15. h.
L. 2. eod.
(.
Florent.
constituenda sponsali.
cere, nec
(lio
I..
1.
Vip. Sponsali ameni dieta sant a spondendo, nana moria foit veleribus
more*
futures.
L. 15. Modeit.
L.
4. pr. eod.
Idem.
Sufficit
nudus eonsensus ad
et ad sponsali perlinere.
(b)
!..
7. S- 1.
iulianus scribi!.
L. 10.
filiac
quorum
11. eod.
Digtized by
nati in questa relazione
seguenza come
come
302
nati di
figli legittimi.
si
la introduzione dell
voleva adempire agli obblighi contratti. Essa veniva immediatamente restituita appena celebrato il matrimonio; ma se questo non veniva a fine,
bisognava badare: se ci avveniva per colpa di chi la diede, non si poteva
da lui domandare; se per colpa di colui che la riceveva, questi doveva
semplicemente restituirla se minorenne, ma qualora fosse maggiorenne
dovea a quella aggiungere una somma eguale (c).
2 In caso che fosse intervenuta una donazione da parte a parte,
non seguendo il matrimonio, la donazione doveva esser restituita, perch
quando si faceva, era sottintesa la condizione: se il matrimonio si effettuer. Se questo non viene ad effetto per colpa dello sposo, la donazione non
pu esser rivocata; se per morte di lui, allora bisogna vedere: se le cose
furono donate osculo interveniente o no; nel primo caso la donazione non
pu esser rivocata che per met, nel secondo sar nulla e quindi le cose
)
(d).
. 10fi.
III.
La
nubium
facolt di contrarre
,
un valido matrimonio
mente.
1
(c)
Manca
il
connubium assolutamente:
per la impossibilit naturale di ottenerne Io scopo
ai castrati
l. . c. h.
(d) L. i. 18.
t.
s. t.
(8. 3.).
Comi.
terveniente osculo, ante nuptias bunc tei illam mori cornigeri!, dimidiam
(a);
).
quocunque
vel
pr parte media videalur; osculo vero non interveniente, site sponsus sive sponsa obierit, to
lam
Quod
si
sponsa, in-
T. C. de eunuchis
(1. 42.).
L. 39.
g. 1.
de
nupserit, distinguendum arbitror, castratus fuerit, nccnc, et in castrato dicas dolem non esse,
in eo, qui castratus
non
est,
est.
Digitized
by
impuberi per
agl
ai furiosi
persona
tra
303
difetto di et (b);
(d);
alla
lutto;
Manca
connubio relativamente
ed alla ripudiata
marito
il
(e).
fratelli e sorelle,
un respectus parentelae
il
(f);
terminato
zione
il
(h);
per
affinit tra le
(i);
tra
i
que-
conti
(b) Pr. Inst. de nnpt. (1. 10.). Iustas ameni nuptias inter se cives Romani contrahunt, qui
secundum praecepla legum coeunt, masculi quidem puberis, fcminae autem viripotente site
lamen filiifamilias, et consensum babeant parenlum,
quorum in poteslale sunt.
,
'e)
L. 45. C. de episc.
(d)
L.
2. C.
de incest.
(e; L. 1. 11. g. 1.
Nov. 3.
Vcd.
inf.
c. 8.
Nov. 6.
c. 1.
g.7.
(i)
1..26.
de R.N.
(23. 2.).
.Wodmt. Reas adultcrii facies nec ante damnaticnem vivente marito utores duci posse. L. 29.
g. 1.
ad
(f) g.
1. 2. 3. 4. Inst.
leratn, ilem
vis
1.
IO.
).
L.
Amitam quoque
17. g. 2. Gai
et
mater
magnani quoque amitam, et materteram magnani probi bciur utorem ducere, quam
magna amila
consistere
de nupliis
et
malmeni
non possunl
quae
in
1..53. de
rii.
nupt. (23.
Gai. Nupliae
2.).
de nuptiis
(1. 10.).
L. 14.
pr. g. 1.
de
ritu
nupt. (23.
2...
Paul. Item
si
!..
6. 67. pr.de
rii.
Digitized
by
il
vietato
il
matrimonio
304
matrimonio
il
(1);
tra ladultero
e ladultera,
tra
g) un impiegato civile non poteva contrarre matrimonio con una donna della provincia in cui esercitava il suo ufficio: salvo se priroa di divenire impiegato dello Stato avesse con quella celebrato gli sponsali (n);
nio tra
il
padrino e
il
matrimo-
la figlioccia (o).
. 107 .
IV. Delle
11
senso, apporta
lo stato
ed
seguenti
si
effetti
il
finch
(a).
il
commaconsidera sem-
sempre
pre come
il
il
procuratore di
ha
diritto dintentare in
(d).
tima che scende dal matrimonio esclude lazione penale ed infamante tra
Non
mortem
nam
trat.
T. C. de
(I)
fraudem
in
Nec pulo
- Ved.
68. de
nupt.
rit.
23. 2.
polest,
eam,
cxbercdalus
fuit, forte
eum
(ni)
fuit.
an nec heres
).
caduca.
(o)
L. 26. in
(a)
fin.
!..
22. g.
1.
(b) L. 2.
de
lib.
L. 11. C. de nupt.
pa-
(5. 4.}.
defendi uiores a
viris,
non
viros
Quod
ab more aequum
si
sit,
est.
Digitized by
305
favore
il
beneficimi competentiae
V. Degli
effetti
contro
laltro,
e fonda in loro
(f).
A. Della dote.
.
Receplae seni.
De
11. t.
3.).
21. 22.
C. de
Beri.
iure
Fragni.
1831. Savigng,
108
Sist. II.
1734
dotium
(5. 12.).
de
Vip. Fragm.VI
Paul.
TigcntrOm,
Il
pag. 13.
Molto pi
te (a).
e che
lui
diritto
vuole che
il
pesi; se
il
di
monio che dalla moglie era dato al marito, affinch servisse ai pesi coniugali, ebbe il nome di dote, che possiamo definire il patrimonio destinato
dalla donna o da chi per lei ad matrimonii onera ferendo (b).
Questa relazione patrimoniale non per propria conseguenza del
matrimonio, ma viene da un atto speciale, il quale si rapporta al matrimonio, e il cui principio da questo dipendente (c).
(e)
L. 2. C. rcr. amai.
(5. 21.).
(lanino in
L. 1. fin. C.
(3. 12.).
Non tantum dotis nomine maritus, in quanlum facequoque contractibus ab uiore iudicio convenlus, in quanex Divi Pii Constilutionc. Quod et in persona mulieri, ae-
re possit,
condemnatur, sed ei
aliis
(b)
sunt.
(c)
L. 36. g.
1. 2.
de
2.).
Ved.
t.
g.
104. not.
).
Paul.
Ibi
nec dos
est.
(a).
2.).
L. 21.
firiUo romano.
Ubicumque
igitur
liat,
constai
39
Digtized by
ria
306
La dote costituita mediante contratto o per legato, ed necessao volontaria. Hanno per legge lobbligo di costituire la dote per la don2
il
anche fuori della patria potest; in mancanza del padre ha lobbligo di costituire la dote lavo paterno (d): per ecst per la figlia e la nipote povera
a costituire
bligali
(e). I fratelli
La dote
(f).
quando
lobbietto di essa
quando
certa,
vi
estimata.
dote estimata,
quando
stabilita in un valore accertato: in caso contrario inestimata; nel primo caso essa consegnata al marito in guisa di vendita a prezzo di stima,
in se
condiiionem
yis
non
lio
stipulaliunis videtur.
sit
espressa eonditio:
N. 97.
(d)
c. 8.
ma
ci
L. 7.
si
demani
ei ea agi passe,
quam-
si
sunt, quibus cauluni est, umilino palcrnum esse oflcium,dotes, vel ante nuptias donaliuncs pr
(e)
ei
magna
t. (3.
(f)
12.). Diaci, et
Maxim. Mater pr
L. 60. h.
t.
facilitatoli.
L. 1. C. b.
miasa dos
libi,
(8. 11.).
I.
Glia
nec praeslila
quum ncque
modus
L. 69.
exisliinas
S- 1- 8. eod.
actioncm
libi
sed
sii,
haclenus nupliali instrumento adscriptum, quod ca, quac nubebai, dotem dare proniiseril.
(h) L. 69. S- 4.
de
non deraonstrata
quoque delracto slipulationem valere placuit, nec videri simile, quod fundo non demoustralo nullum esse Icgalum
vel slipulalioneni fundi constare!, quum inter modani conslitucndae dotis et corpus ignuium
die dari
diflerenlia
magna
constimi potesl.
sii;
Ved.
modo
Digitized by
che colui che ha
fine
se produrre
le
307
il
matrimonio, potes-
ta,
ed
il
modo come
le
persone che
la costituiscono,
altri in
se venne data col patto della restituzione dopo lo scioglimento del matri-
monio
(i).
si
possono
costi-
la intiera sostanza
ANNOTAZIONE
al solo padre stalo da certi giuristi assegnato
ancora ad altre persone, per interpretazione troppo estensiva di alcune leggi; specialmente si determinato l'obbligo del fratello di dotare la sorella consanguinea in
forza della legge 12. . 3. de adm. lui. (20. 7.), ma si in errore; imperciocch
(|uandanche per mezzo di un argomento a contrario si pu ricavare che il tutore
obbligato a dotare la sorella consanguinea del pupillo, pure da ci non si deduce
1" obbligo del pupillo di assegnare la dote alla sorella; ma il tutore dovrebbe interpretare i sentimenti morali del pupillo, come qualunque persona che scrutasse la
piet dellanimo altrui (1). Non meno erronea l'opinione che la donna sia obbligala
a dotare s stessa in forza della legge 9. 22. C. de adm. tut. (5. 37.); imperocch da
queste leggi si rileva solo che il curatore obbligato a costituire la dote, ma certamente ci ron sempre ed incondizionalmente, ma quando la donna medesima lo
esige (m). La vera determinazione su ci non pu ricavarsi che dalla legge t. C. h.
t. (5. il.); e di vero si stabilito, che in caso di una promessa incerta il marito non
avr nulla da pretendere dalla donna; ora questo sarebbe irragionevole, se vi fosse
L'obbligo di dar
l'obbligo della
dote ristretto
donna
L- 5. pr. g. 1.
(i)
la
II.
11. li. b.
t.
quod
nomen dolem
deberet
(39.
liliae,
(k) L. 7. g. 2. h.
si
l.
de
si,
quum
VI. g. 3. 5.
L.
est,
2. C.
de obi.
- L.
4. C. b.
(S. 12.).
Ahxaml.
(ra) L. 22. C.
(a) L. 32.
demum,
(l)
non possil. . il. Si pater pr lilia emancipata dolem Cededolem esse nemini dubium est, quia nou tus potestalis, sed pa-
sol vii,
profecticiarn nihilominns
renti*
(d).
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by
Diritto
d*l
La dote durante
del marito, e per
308
109
il
tutti
II
matrimonio.
al
marito come
al
vero proprietario
(a).
Per
la
vero proprietario
pesi (b). Nella
quali valgono
e come
quali
in questo patrimonio,
Nasce da ci
tranne
si
ma
dote, le
frutti, i
(c).
diritto del
il
tutti
marito
all
specie di alienazioni, ossia non potr neppure ipouna servit ed in generale nessun ius in re sopra di
n
essi, neppure col consenso della donna (d).
Un tale divieto sorge appena un fondo dichiarato dotale, ossia anche prima del matrimonio, qnando fu trasmesso al futuro marito dotis nomine (e); ed ha valore anche dopo Io scioglimento del matrimonio sino al
tempo della restituzione della dote.
La proibizione dell alienazione del fondo dotale non ha effetto nei se-
guenti casi
a
il
le
costituire
tecarli,
Quando
il
a sua
scelta e
in
ut lune
L. 40. de furtis
(b)
quae
est,
demum
(C)
L. 10.
g. 1. 2.
accessit, hoc
il
47. 2.
).
quid
restituire
marito quaesitum
L. 09.
23. 3.
g. 9.
de
).
Ved.
iur. dot.
noi. seg.
(
23. 3.
si
).
damnum est.
g. 2. Si serti
(e)
t.
perline!.
(8. 23.
). pr.
8.).
(23. 8.).
L. 3. pr.
L. 9.
14.
eum
L. 16. h.
L. 4. L. 13.
ne
id
g. 2. h.
t.
(23. 5.
).
Gai. L. 4.
Lei
lulia,
quae
quod de marito.
Digitized
by
e quindi
sa,
il
h ) Quando
309
(f).
di esser do-
tale (g).
Quando
non cade
la dote
alla
donna o
ai
(1).
ANNOTAZIONE
Sulla questione se
il
biles, tutto
ai
seguenti punti:
sono date
si
al
pericolo da parte del marito (m); se poi non sono fungibiles, non
il
(n).
).
11. h.
(f) !..
(g)
t. (
L 26.27.de
dicimus,
si
23. 5.
23. 3.
(h) L. 3. g.
1. L.
si
Moduliti.
African.
).
Ita constante
sit, si
fuerit
Fundum
(8. 23.).
matrimonio mulier decessero, et dos lucro mariti cessit, fundus emlori avelli non polest.
(i) L. 1.2. h. t. Paul. Interdum lei Iuiia de fundo dotalis cessat, si ob id, quod maritus
in
damni
infecli
possidere; hic
(k) L.
pinian.
valet;
quam
riti cessit.
(l)
dolo,
77. g. 5. de legai.
Quum
31
t. 17.
).
vir
t.
23. 3.
).
!..
42. de usuc.
rem
iuris est,
L. 17. pr.
de
quam culpam,
quum
iur. dot.
is,
rem
qui
23. 3.
iussus sit
41. 3.
si
tota
extilit.
).
g. 3. solut. matr.
(
23. 3.
).
Panon
domino heres
L. 24.
).
Idem
24. 3.
quam
in
).
h.
in
24. 3.
).
Digitized by
310
Qualora fosse slata promessa la dote, ed iljnarilo abbia trascurato di domanfri promesso, allora certo che, se il promettente
quegli stesso clic
dare ci che
ha
dopo lo scioglimento del matrimonio, il marito pu libecxceptio doli, nel caso che quegli volesse far uso del suo diritto
Questo principio si applica contro la donna stessa, quando ella
rarsene mediante
per
la restituzione.
promise
Se
3)
ovvero
la dote,
agendi e
il
1'
contrario
al
restituzione,
il
dote promessa prescritta per colpa sua; quando non sappell duna ingiusta sentenza; o quando da ultimo il processo fu perduto per un errore da lui commesso.
Egli per
addivenuto insolvente
fortuito,
promettente
il
(o).
il
gl' interessi
(p).
gasse
ma ancora per
de
S- 3.
il
caso fortuito
iur. dot.
23. 3
),
(r). Il
secondo
il
la quale, nel
quando
il
al
la
dele-
si
il
debi-
pericolo sar
tempo
della
delegazione. Quest ultimo principio regola generale per una delegazione incondizionata,
(o)
mentre
il
23. 3,
Vip. Si extrancus
).
cum non
sit,
(s).
sic facullalibus,
quod
conrcnerit,
si vel
in id,
rei
commodum
(p)
rnalr.
21. 3.
).
matrim.
(r) L. 8. g. 3. 8.
41. g
viri esse
L. 71. de
de annuis legai.
(s)
respicil
Dotem
).
quum
promissam,
L.
si vir
novandi
66. g. 6. solul.
iur. dot.
(
21. 3.
ad SC. Velleian.
33. 1.
).
periculum,
L.
).
(
16. 1.
21. de don.
).
L. 26.
39. 8.
).
g. 2.
L.
mand.
(17. 1.).
18. de tdeius.
46.
- L. 21.
g. 3.
1. ).
3 .Paul. Si a debitore mulieris sub conditione dos prumitlalur, et (rosica , sed an-
Digitized
by
311
si
reputa
come
se
il
creditore
avendo
esatta l'obbligazione,
l'
mani
del marito,
I'
tempo
del-
non
decide
legge
la
1.
al
(t).
Sulla questione se
il
actio. Si
(5. 12.
interposita,
vel
est,
ii
si
mosa
actio adversus
eam detur,
in
fosse in dolo; c
promessa speciale di risarcimento nel caso della evizione, e per stabiliscono, che
il costituente della dote, la costituisse per promissio o per datio, obbligato in caso
come il donatore; cio quando colpevole di dolo, ovvero quando espressamente a ci si obbliga, compreso naturalmente il caso della acstimalio che porta
con s f obbligo di risarcire l'evizione (u). Quantunque vi fosse una certa similitu-
di evizione
dine tra
l'
l'istituto della
al
passo citato;
una dote. Ci posto pel favor dotis pu ferquando la dolis datio avviene in seguilo di una promissio o polsempre tenuto in caso di evizione, per una dos data al conquando colpevole di dolo. Questo principio non per nulla in contraddizione con la legge 69.
S- 1. de iure dot., poich in questo passo si tratta solamente di una dos data (v)
marsi
il
principio;
licilatio,
il
costituente
trario egli potr esser tenuto solamente nel caso di aestimatio dotis, o
tequam maritus
Uuodsi
lune debilor.
ioni
viri esse,
quod
L. 48. pr.
(t)
ta,
L. 77. 38. g.
deinde
pliila,
quum sub
ei
nomea
condilione promilterct
1 .
23. 3.
).
ab
L. 6. de paci. dot.
23. 4.
Ved.
).
nuptura, quod
is sibi
au
viri
Panv-
et
quam debebat
XX.
vir,
pag. 86.
Zimmem, Archivio
XXV. pag. 80. funsero,
pag. 198,
civile 11.
pag. 203.
l. .
217.
itized
by
312
110
Del
La dote essendo
diritti della
donna a
la dote.
costituita allo
beni dotali
(a).
Il
della restituzione a s
pu
nio. Ella
inoltre
la
donna
lo scioglimento del
matrimo-
matrimonio.
il
ma
veruu pregiudizio.
sono questi:
casi
pu esser
che
il
ed
marito
omncm
si
S. 12.
(amen
):
quum eaedem
(c)
ab
res, et
L. 4. de collatione
(b) L.
71. de cvict.
L. 22. g. 8. 9.
imm
in his per
37. 6.
21. 2.
L.24.
hypothecam indi-
permanserunt domi-
).
).
matrimonio proptcr
unde eiationem dotis initiuin accipere ponamus ? Et conctinde dotis eiaclionem competere, ei quo evidentissime apparuerit mariti facullatcs ad
de
iur. dot.
L. 29.
23. 3.
C de
).
iur. dot.
8. 12.
).
Digitized
by
313
ANNOTAZIONE
questione abbastanza
rito od alla moglie durante
matrimonio; e
ma-
quanto che i fonti stessi adoperano un linguaggio poco chiaro e dubbio abbastanza. Alcuni apertamente determinano pel marito il diritto di propriet durante
il matrimonio (d); altri con egual chiarezza riconoscono questo diritto nella donna (e); e finalmente non mancano frammenti che lasciano intravedere e lunae lalcile
in
tra opinione
Per
(f).
per
moglie;
la
jotest, si
ma come
al solo
marito
il
il
vi osta
il
principio
il
Giu-
naturale
in solidum esse
non
potrebbe assegnare
si
iur. dot. di
marito ed
duorum dominium
diritto alla
il
donna,
si giustificano
solamente
perch
la
lei,
concede dalla legge solo l'usufrutto ed un dominio da procuratore; ed a questo concetto corrispondono quelle leggi, che sembrano attribuire al marito la propriet dei
il matrimonio.
Quantunque la comune opinione combatta l interpretazione data dal Tiegerstrm pure essa non tanto disprezzabile, ed a nostro avviso fondata sulle leggi.
Egli certo che largomento principale in tale quistionc non pu esser tratto che
beni dotali durante
parla di
si
civile
bas causas dos reddi polest, ut asse suosque alai, ut fuadum idoneum emat, ut in eiilium vel
in
insulam relegato parenti praeslet alimonia, aut ut egenlem viruin, fralrem sororeinve susli-
neat.
24. 3.
).
in
trimonio dotem, ut aes alienum solvat, aut praedia idonea emat, sed ut liberi* ex alio viro
et honcsta
vel ut
idque et in fliafami-
lias observatnr.
dominus
63. Fragm.
sit,
Val. g.
269.; pr.
dominns non
sit,
alenan-
leslalem habeat. Nani dotale praedium marilus invita muliere per legem Iuliam prohibetnr
quamvis ipsius
alienare,
sit,
dotis causa ei
L. 23. C.
(e)
de
iur.
dos ipsius
(f)
(a)
(7. 8.).
iiliae
1.).
1.).
(8.
Vcd. noi.
quam
me-
).
5.).
in
proprium patrimonium
3.).
dotem
quoniam
est.
L. 75. cod.
si in
sit, statini
eam ex
stipulatione aga-
te posse.
(g)
1.
pag. 202.
40
Digilized by
pel marito
la
314
si
pu certamente accettare
in
tem legum. Ma posto dall'altra parte che il marito rappresenti la personalit della
donna e possa usufruire di questi beni, e rivendicarli in qualit di marito, cio co-
me
come
non con-
traddice alle altre leggi, n allo spirito generale del diritto considerato dopo lultima
riforma. La legge di Ulpiano de minoribus lo dice apertamente cosi da non ammettere quistione:
altro leggi
quoniam dos
anche dello stesso Ulpiano troviamo unopinione contraria, essa deve ac, cio che la dote appartiene al patrimonio della donna, ed
mo
e luna e
laltra
quando vedia-
tamen
est.
quam-
nientemente tutte quelle disposizioni che permettono alla donna di reclamare la dote durante il matrimonio nel diritto antico ci era giustificato, fingendosi uno scioglimento di matrimonio con la fictio divortii; ma poich questa finzione fu chiamala
falsa simulatio da Giustiniano (h), e ci non ostante la moglie pu pagare i suoi debiti cobeni componenti la dote, forza conchiudere che nemmeno durante il matrimonio le tolto il diritto di propriet, altrimenti si cadrebbe nell assurda conse;
guenza che
la
ai suoi debiti.
111 .
mar. addicatur
qaemadm.
(8. 22.).
Essendo la dote destinata a sostenere i carichi del matrimonio, dipende pienamente dalla durata di questo vincolo, e per non appena il matrimonio sciolto, la dote non ha pi ragion di essere, e deve dal marito
restituirsi. Intorno alla restituzione della dote, e specialmente alla questione: chi
ha
osservare
seguenti principii:
(h) L.
30. in
il
diritto di chiederla,
fin. C.
de iure dot.
(8. 12.).
Digitized by
I.
Se
il
matrimonio
si
315
scioglie per
Quando
la
si fa di-
muore prima di
domandare la dote,
nuovo si affermato il dieredi della donna anche senza la
quando
ritto di
mora
marito era in
il
(a);
ma
circostanza della
mora
nel diritto
gli
(b).
da
Se
s.
der
il
figlia;
padre stesso demente, allora invece di lui il curatore domane se si teme che il padre potesse dissiparla, inter-
la restituzione,
verr
il
Se
matrimonio
il
si scioglie
(d).
si di-
a ) Nel caso di dote avventizia Giustiniano cambi lantico diritto, secondo il quale la dote rimaneva definitivamente presso il marito, e stabil
che gli eredi della moglie avevano sempre il diritto di ripeterla (e).
Vip. Fragm. VI. 7.
(a)
(b) L. un. g. 4. C.
successores et sine
de
Fragm. Vat.
L. 2. g. 1. L. 3. 34. h.
(c)
protetta
sit,
g. 59.
24. 3.
).
non
aliter,
quam
ex voluniate
filine
petere
dotem nec per se, ncc per procuratorem polest; sic ergo et promittendunt Sabinus ait; ei ergo
promittendum erit, cui uterque iusserit. Ceterum si pater solus iussit, dotis actio filiae non erit
iuris filia fuerit facta. Item si voktntate solius filiae promillalur, remanebil dotis actio integra patri. Sed utrum ut et agat solus, an et ut adiuncla quoque filiae persona eiperiri possiti Et puto nec eam actioncm amissam, quam adiuncta filiae persona potcst
adenila.quandoquc suis
faabere
(5.
18
).
quodsi sui
- L. un. g.
iuris
fuerit
facta
nocebit
filia,
ei ista slipulalio.
Nov. 97.
L.
2. C. solato
mat.
c. 6. g. 1.
2
L. 22. g. 4. 9. 10. h. t. (24. 3.). Vip. Voluntatem autem filiae, quam
utrum sic accipimus, ut consentiat, an vero ne contradicat filia ? Et est ab
Imperatore Antonino rescriptum, filia, nisi evidenter contradicat, vidcri consentire patri. Et
lulianus libro quadragesimo octavo Digestorum scripsit, quasi ex voluntate filiae videri expe(d) L- I.I.. 2. g.
riri
palrem,
si
furiosam
filiera
habeat;
nam
filia sit,
dicendum
erit,
eam
sapit,
L. un. g. 6. 13. C. de rei uior. act. (5. 13.). luitin. Ilio procul dubio in ex stipula
si decesserit mulicr constante matrimonio, dos non in lucrum mariti ceex quibusdam pactionibus, sed ad mulieris heredes ex stipula actio sccundum sui
naturam iransmittatur, sive expressa fuerit, sive ex hac lego inesse intelligalur. g. 13. in fin.
omnem
citra
in
Digiiized by
316
b ) Se
al
non avendo
derla compete
3
al
padre
Il diritto di
(f)
(1)-
ripetere la dote
donna
che
pu venire da
momento
al
stessa.
Il
contratto, ed allora
il
moglie
II.
(g).
Quanto
condo
se-
Se
di res fungibiles
Se
al
contrario
si tratta di
le
pretenderne
3
un diritto reale; ed
venne al marito, deve
da questo
diritto
essere dato a colui che ripete la dote, in varii modi, e propriamente: per
(0 L. un.
).
Paul. Sieitraneus de suo damma sii doet stipolari potest, legem enim suac rei
3.
13
L. 29. pr.
fr. t.
(21. 3.).
).
dotem datac fnerint, qnamvis aeverum convcnerit, ut aut aestimatio, aut res praestentnr, si quidem fuerit adiectum:
utrum mulier eelit, ipsa eliget, utrum malit peterc rem, aestimalionemve; verom si ita racrit
(h)
slimatae,
nem
do marilus praeslabit.
L.
de electionc adiiciatur,
1. C. h.
t.
L.
utram
praestet.
Sed
si
res
non
Nam
eitet,
et
quum
iila,
electio-
aut
ilia
aeslimationem omnimo-
L. 60. g. 3. h.
I.
(24. 3.).
(5. 18.).
t.
(24.
Digi
mezzo
di trasferimento,
317
Se
ovvero con
diritto;
ta la pretensione dellindennizzo,
si
pu
(k).
un
diritto di obbligazione,
bisogna con-
lobbligazione sar quello della dote; se poi non fu soddisfatta, e colui che
domanda
ne
la restituzione
liberato;
ma
se non
il
il
diritto d esser-
il
manda
ne
do-
Finalmente
vuto
(1).
pu consistere nel
si ritiene
come
rilasciare
il
tempo non
sia
ancora venuto
da capo
il
la
al
una condi-
momento
debito
un
della restituzione,
medesimo
(m).
6 AHobbligo della restituzione della cosa principale va annesso naturalmente quello degli accessorii, ossia di tutte le accessioni che si son
)
fatte
durante
(k) L. 32.
(l)
il
matrimonio.
I frutti
ma con
3.).
l.
1. L.
44.
L. 49. pr. Paul. Maevia marito suo inler alias res dotisetiam inS 1.L.68.. 7.h. t. (24. 3. )
strumentum solidorum decem tradidit.quo Otaciiius eidem Maeviae caverai, daturum se.quum
ire eoepisset
decem millia ex eo instrumento maritus nibil exegit, quia ncc potuit;
quaesitum est, si dos a marito pctalur, an compellendus sii, etiam illam summam,*quae instrumento continetur, refuodere? Rcspondi, potuisse quidem cum.cui acliones mandataesunt,
debitorem convenire, sed si sine dolo maio rei culpam esigere pecuniam non potuit, neque
dotis nomine rum conveniri posse, neque mandati iudicio. L. 20.g. 2. de paci. del. (23. 4).
nuplum
1.
manu acceptum
tulit,
a muliere, et marito
condictio acquiri non potest. Piane sccutis nuptiis mulier soluto matrimonio dotis exactionem
habebit, nisi forte sic accepto tulit extraneus, ut ipse, quoque modo solutum fuerit matrimo-
nium, condictiouem habeat; tunc enim non habebit mulier actionem.Secundum quae conatituta dote per acceplilalionem et secutis noptiis
is
si
quidem
pura sit obligatio, quac accepto lata est, non ipsa eam restiluenda sii, sed solvenda dos secondino sua tempora. Sin vero obligatio in diem fuit, nec ante soiulum matriraonium die* obligationis praeteriit, restaurando est in
fuerit; satisdatio
renovanda
diem pristinum
obligatio, et
si
est.
Digitized by
318
Prima che
la
dote
si restituisse, il
somma da
rimborsare
La
iure diminuita
che
si toglie dalla
le
(o).
non
tempo comprendere
le
(p).
si
Per
spese
le
utili la
L. 7. pr. g.
1.
R. 12. L. 31. g. 4. h.
L. 10. g.
1. 2.
24. 3.
L.
t.
L. 47. SS.
un
g. 7. 9. C.
de iure dol.
de
rei
23. 3.
uior. aci.
).
L. S. 6. 7.
S. 13.
).
pr.
/ut(
Foclus autern iumenlormn et omnia, quae frucluum nomine continenlur, ad lucrum mariti pertineant pr tempore matriraonii, sire aestimala, sire non aestimata sint. Sed et novissimi anni,
in
quo matrimonium
gnari,
commune
(o)
L.
de
5. g. 1. 2.
citur impensas,
dum
et
est, ut, si
nam luen
quae
commodum
S, 12.
num enim
periculum cispe-
).
dotem deminuere,
Quod
di-
interpretan-
ita
ca causa
id est in
sit;
sumtu debet,
g.S.C.de
quam
alioquin
de V. S. (SO. 16.
1. ).
L. 5.
eod. Vip. Quod dicitur, necessarias impensas dotem minuere, sic erit accipiendum, ut et
ponius
non ut ipsae
ail,
deminutionem corporis
desinere esse fundum dolalem, vel partem
corpus; etenim
res faciet,
absurdum
est,
enim
(ieri
eius:
Fom-
quodeumque aliud
in
rerum
admittimus, deminutionem dotis ipso iure beri? Ubi non sunlcorpora, sed pecunia; nani in
pecunia ratio admitlit, deminutionem Beri. Froinde
ipso iure dos deminuctur per impensas necessarias.
men hahent
(r)
sint;
ceterum,
si
extrinsecus;
si
Hoc de
bis impensis
dictum
).
L.
7. g. 1. Vip.
Quarum
est,
quae in
iure
1.
de impens.
dotem, veruni
te-
exactionem.
L. 7. pr.
L. 9.
eod. L.
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319
Col diritto del rimborso delle spese necessarie va congiunto ancora quello
del trasferimento delle obbligazioni che
guardo
il
la
ri-
(s).
III.
il
Questazione
nell atto
marito o
si
gli
eredi di
determina secondo
che
costitu la dote;
intervenne stipulazione o no
(t).
Coloro
ex stipulatu
dell actio
di stretto diritto,
ammessa
poteva esser prodotta solamente dal padre o dalla moglie stessa, ma non
dai loro eredi. Giustiniano apport questa modificazione, che avendo concessa
Perch
il
tale azione
rata
sii
de
rei
uxor. ad.
(s)
Ceterum
28. 13.
L. 16. de imp.
inredi cavil,
si
si velil
eam
si
non
vnlt,
nam
si trilli
palidebet tollentem,
si
modo
rcci-
).
28. 1.
).
matrimonium
agii, cavere
tacitam
ei
mus, quum
(v)
dedimus hypothecam;
preferri
aulem
aliis
ipsa mulier de dote sua experiatur, cuius solius providentia hoc iuduximus.
8. 18.
).
Digitized by
320
(z).
In
forza di questo diritto si possono pretendere gli oggetti della dote con
la-
casi, della
zione ipotecaria anche prima degli altri creditori del marito. Giustiniano
ipo-
(aa).
ANNOTAZIONI
(1) Si fatta questione se al padre compela il diritto di chiedere la restituzione
anche quando la figlia fosse stala emancipata. Egli certo che nel diritto classico
non si poteva negare questo diritto al padre nemmeno dopo 1' emancipazione, e di
ci fanno fede molte leggi che furono anche accettate nelle Pandette (bb); ma che
poi questa regola valesse pure nella legislazione giustinianea, come molti antichi e
recenti scrittori pretendono, del tutto inesatto, quando sinterpretano convenien-
temente
le
13.
5. 13.
(cc).
lettura accurata di questa legge far chiaro che il padre non pu ripetere la
quando la figlia sia emancipata. Giustiniano stabilisce, che quando la dote
costituita da un estraneo, e non ne stipulata la restituzione, deve presumersi come
se la donna l avesse stipulata per s, di guisa che non 1 estraneo, ma ella o i suoi
La
dote,
eredi avranno facolt d' intentare lociio ex stipulatu-, quindi il legislatore definisce
la parola estraneo, dicendo: Exlraneum autem intelligimus omnem citra paren tem per virilem sexum adscendentem et in potestate dotaiam personam haben tem; parenti enim lacitam ex stipulatu actionem donamus
Egli chiaro che secondo questa legge il parente che non ha pi la patria potest equiparato allestraneo, e per non compete a lui Tacito ex stipulatu, ma bens alla donna emancipata
oagli eredi di lei (dd) aggiungasi che un'altra legge determina espressamente lo
.
(x)
(y)
(i)
il
angenda dote
(aa) L. 30. C.
de
iur. dot.
5. 12.
21. 2.
).
).
L.
5.
de divori.
24. 2.
).
Vlp. frag.
VI. 4.
- fragni.
Val. 8. 108.
Puchta, Lezioni
II.
pag. 263.
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321
ex stipulalu per la restituzione della dote. L. 4. C. solut. nitrir. (5. 18. ). Alexander: Dos a patre profecta, si in matrimonio deeesseril mulier pliafamilias, ad pali
(2) In quanto ai frutti da restituire con la dote, e alla partizione de' medesimi
difficolt. Specialmente se il corso del matrimonio stesse in mezzo a
due periodi di frutti, dei quali il primo fosse cominciato avanti il matrimonio, l'ultimo non fosse compiuto, quando questo fu sciolto. La regola generale stabilita in
questo caso che si debbano prendere in considerazione ambidue i periodi di frutti, ossia le raccolte de due anni. Dato, a ragion desempio, che il matrimonio fosse
stato celebrato al t. maggio 1863 e si fosse data per dote una vigna, sciogliendosi
alla fine di dicembre del medesimo anno, nella divisione dei frutti deve badarsi
tanto alla vendemmia del 1803, che il marito ha veramente fatta, quanto a quella
del 1864; poich il matrimonio ha durato 6 mesi in un periodo di frutti, e due nel1' altro: fructuum foto tempore quo curanlur, inni quo percipicntur (ee).
avvi qualche
Una
uno che ha
celebrato
il
matrimonio
al
l.
egli
il
1 .
il
il
romano
caso di
novembre
d in
la
matrimoniosi
fitto;
scioglie,
poscia nellultimo
quattro mesi, un
bunt, ut ex ea pecunia tertia portio viro relinquatur. Le opinioni sull interpretazione di questa sentenza di Papiniano sono svariatissime, ma le principali sono le
seguenti (fT)
L' opinione pi antica che
demmia ed un
quarto del
fitto,
si
il
la
vendemmia ed
al
*/,,
sommandosi
ee ) L. 8. 6. solato matrim.
24. 3.
).
(ff)
(gg]
qui
in eiplaa.
L. 7. . 1. solat. malr.
Diritto rornano.
1. 60.
Donili
XIV.
7.
41
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Per compor
quale adunque,
la
322
alla
fitto,
quarta
del
112
5. 3.
).
La donatio propler nuptias, detta ante nuptias prima di Giustiniano, un istituto simile alla dote, e consiste in quello che il marito od
altri per lui mette in comune per sostenere i pesi del matrimonio; o altri1
menti
tuisce tutto
costi-
patrimonio dotale. Cos la donna che porta la dote, pu prelui, ed in egual propor-
il
(a).
Prima
si
accresce o di-
di Giustiniano la donazione
ma
dall
per
ultimo
ri-
dell altro
la donazione,
di lui si sciolga
il
ancora
matrimonio; e general-
mente
mente lucrer
la
porzione virile, e
(ii)
()
Ved. Puchta,
Nov. 74.
(b) L. 29. C.
(c)
o.
V (mg trovi,
1.
figliuoli,
J. 220.
Nov. 117. c. 4.
Nov. 97. c. 1. 2.
de iure dol. ( il. 12. ).
Nov. 61. c. 1 $.
e. 4.
(c).
c. 2.
3.
Nov. 123. c 3.
Digitized by
323
. 113.
C. Delle
T. D. de donat. inler
vir. et uxor.
Grasm.
Savigny
<5. 16).
t.
VII.
21. 1.
).
Sist. IV.
T. C. de donai,
pag. 163.
non
la
concordia famigliare
si
le
cose donate,
e se consumate,
causa.
fruiti raccolti
dal donatario,
il
potr ripeterne
si
mediante
il
prezzo con
proprie fatiche
le
si
la condiclio sine
potranno ritenere
valore degli oggetti avuti (b). Per Io stesso principio la promessa di donazione non d facolt al donatario ad azione veruna, e la liberazione di
un debito fatta per mezzo di una simile donazione considerata come non
il
fatta (c).
Questa teoria ebbe una profonda modificazione dalla Oralio Setla quale stabili, che tali donazioni, di nessun valore durante
tima Severi,
sposizioni, e dato anche che la donazione fosse invalida pel solo motivo
del matrimonio
(d).
(a) L. t. 3. g. 1. L.
rum
et
uxorem donationes
I.
vaierei)!.
est,
aniorcrn
honeslum
!..
26. pr. h.
ait:
animi aestimantes
et
fumai ctiam
L. S.g.l. 3. h.
t.
nalur,nec
tolis
valeat,
stipulanti
ipso enim iure, quae inter virum et uxorem dooationis causa geruntur, nullius momenti sant.
(d) L. 22. g. 3. 3. b. t.
Nord. 162.
c. 1.
- L.
23. C. b.
t.
(8. 16.).
Digitized
by
324
Alcune donazioni tra coniugi sono per eccezione valide dal principio, e specialmente:
a quelle, il cui adempimento cade dopo lo scioglimento del matri)
monio
b
c
(e)
)
quelle che
si
edifizii incendiati
o ruinati
(f);
il
un
diritto di
di uneredit
ANNOTAZIONE
Ollremodo quistionato se una promessa di donazione si convalida dopo la morte del coniuge donatore. Ultimamente furono palificate molte dissertazioni in Germania per sostenere opposte opinioni, e fra gli altri il Wchter nega che tale promessa si convalidi; mentre altri come il Puchta e Savigny ne affermano la validit
dopo la morte come per le donazioni gi effettuate (i).
lopinione del
Wchter
il
diritto classico
si
que-
eum
qui donavit poenitere; heredem vero eripere forsitan adversus voluntatein supremam eius, qui donaverit, dtirum et avarum esse. !.. 32. . 2. h. t.
Che questo passo del senatoconsulto parli del caso che la donazione fu gi ese-
fas esse,
guila
legge 32
al
oppone-
senatoconsulto comprendesse ancora le promesse di donalegge 23 ripete una sentenza di Papiniano su ci: Papinia-
il
si
nus recte putabat Orationem Divi Severi ad rerum donationem pertinere; deni,
(e)
L. 9. 8- 2-
L.
L- 62. 66.
!..
pr. h.
t.
usorem
I..
14. h.
Paul. Quod
t.
si
vir
stuli t.
L. S. 8. 13. 16.
L. 7.
5- 2. h. t.
quantum
acdifcii cistructio
po-
fieri
do-
tus repudici hereditalcm donalionis causa, Iulianos scripsit libro septimo decimo Digeslorum,
fit,
si
etiam ab in-
I.
Saviyny,
I. c.
pag. 183
Zimmern
I.
602.
Digitized by
Googl
que
si
N pu
Puchta, che
vi
P uno di Settimio Severo, che riguarderebbe le donazioni effettuate, laltro di Antonino che si riferirebbe ancora alle promesse (k). Questa congettura non regge alla
imperocch Caracalla, nominato anche Antonino, negli ultimi anni di suo padre Severo, essendogli collega nell impero, recit la detta Oratio: onde si fa chiaro
quel passo de'frammenti Vaticani, che lattribuisce ad entrambi-: Maximi principes
nostri suasenmt (1), e quella L. 3. C. h. t.,che dice: ex mea, et Divi Severi, patrie
,
storia,
constitutione ed altri luoghi che ora Settimio ora Antonino chiamano autore
N pi vera l interpetrazione che il Savigny
propone della legge 23 anzi citata; poich secondo lui non tutta la sentenza di Papiniano ivi accettata, ma solo che lOrofio appartenga ad rerum donationem: laltra
opinione di non comprendersi la semplice promessa, Ulpiano non l accetta, ma soCerlamente riferisce
L interpetrazione sottile troppo, per non dir cavillosa
tamente il principio di Papiniano di restringere l' Oratio alle donazioni rerum: Se
dunque Ulpiano approvava questo, non poteva non approvare il resto, chen' con-
mei
seguenza legittima.
Alla nostra opinione sono opposti altri argomenti tratti da alcuni passi dei giureconsulti. Cosi dalja legge 32 h.
il
li
t.
S- 1
-,
pensano
sono:
di ricavar
meglio
non solum ad ea pertinet quae nomine uxoris a viro comparata sunt, sed ad
omnes donationes inter vi rum et uxorem factas ut et ipso iure res fiant eius cui
donatac sunt, et obligatio sit civilis Qui adunque non solo ripete, come nella
stri
le donazioni gi seguite doversi convalidare, ma con le pachiaramente afferma che la promessa ancora si fa valida civilmente, e genera unazione. Certo cos pu intendersi: ma unaltra spiegazione
pu ancora darsene, la quale, poich- non discorda dalla dottrina generale, , a parer
nostro, da preferire. Non potrebbe forse Ulpiano intender la cessione animo donandi fatta dal marito, di un obbligazione, di cui egli fosse creditore verso altri? Che
role obligatio
sit civilis
ivi si dica,
il
il
di-
potcst dici, donationem effectum habituram . Qui si parla delle donazioni rerum,
e della remissione di un debito , la quale remissione non gi una promessa, ma
una donazione
la sola
Un
altro argomento in loro favore tratto ancora da Ulpiano, le cui parole nel
2 della legge 33, sono queste: Si stipulata fuerit mulier annuum, id
ex stipulatu peterc constante matrimonio non potest. Sed si manente matrimonio
decepisse maritus proponatur, puto.quia in annuo quoque donatio vertitur, posse
pr., e nel .
(k)
(l)
L. 23. 32. b.
t.
I.
L.
IO. C.
I.
t.
pag. 436.
Digitized
by
stipulationein confirmari
dici,
326
ex senatusconsulto
S- 2.
Et
si
forte maritus
ab uxo-
re stipulatus
crit,
sit id
si
stabilisce
che
gli
(p),
una donazione
tradizione,
come per
i coniugi, anche solamente stipulata, per la sopraddetQuest'argomento nasce da una pctizion di principio. Im-
tra
perocch, pigliando quella finzione origine dall' Oratio, non tutte le donazioni tra
coniugi debbono considerarsi come fatte mortis causa, ma quelle solo che per 1' Oi
promesse non
si
convalidano
le
si
tu.
T-
1).
25. 2.
Se da un coniuge furono all altro involati degli oggetti, al danneggiato la legge non d l actio furti, ma gli concede un' azione rei persecutoria da prodursi dopo Io scioglimento del matrimonio (a). Pel furto
(o)
(p) L. 32. g. 7. 8. h.
(q)
Saviijny,
(r)
Vangerow,
I.
I. Fragm.
Val. $. 294.
pag. 188.
f. c.
g. 225.
L. 1.
fa.
t.
Paul.
non
Gai.
Kam
in
honorem malrimonii
eonf. L. 2. C.
fa.
t.
qua sententia
uiorcm ncgalur.
I,.
L. 2. eod.
g. 2.
fa.
t.
(5. 21.).
Digitized
by
commesso da uno
trova
laltro, nella
327
all
altro,
il decoro di entrambi, dette Yactio rerum amoforum. Quest' azione prodotta dal coniuge offeso e suoi eredi, se lo scioglimento del matrimonio succede, contro laltro; e tende a conseguire la
il
azione per
ma prevedendo
Nel caso che
si
la
compete
si sciolga,
fosse rubata
il
matrimonio di
fatti
il
furto fosse
una persona,
il
coniuge ladro
gli eredi,
consilio res
amolae
filius,
rerum amotarum
iure
si in
his,
[c) L. 17. g. 2. L. 21. g. 3-6. !.. 26. eod. Paul. Rerum amotarum actio damnum repraesenlat, etiamsi pustea dolis exnctio competal. g. 1. Cornmodi quoque, si quod amotis rebus
compctii.
1 ,.
26. Cui.
bus divortissct,
(e)
si
non anno
fnilur
rum
licei
mus, furtum
Rerum amotarum
amotarum
qoibusdam
re-
beredes
si-
anlequam nubcret
causa
proponis, rerum
non prohiberis.
(g) L. 22. g. 1. C.
de furtis (6
2.
).
Digtzed by
328
115
fi.
9.
);
si
(S. 10.).
Nov.
22. c. 22-18.
diritto antico
monio dopo
sciolto
il
1'
trimonio la propriet,
ma
solamente
imperiale era
contrario
il
(e).
usufrutto,
Parimente
figliuoli del
o della donatio propter nuptias che il binubus lucra dal secondo matrimonio, quandanche egli non vada a novelle
(b)
Nov. 22.
(c)
N. 22.
c.
c.
figli
tra loro
(f).
22-28.
21.
(d)
Nov. 22.
c.
(e)
Nov. 22.
c.
32
(f)
Nov. 22.
c.
29.
26.
L. un. C.
si
secund. nopt.
8. 10.
).
Digitized
by
Googli
329
priet lasciare al secondo coniuge, sia per alto tra vivi sia per
il
meno
ultima
prima unione; se vi contravvenzione a ci si rileva dallo stato del patrimonio del binubus dopo la sua morte; trovandosi che per qualsivoglia atto
egli abbia conceduto al secondo coniuge pi di quello che questa determinazione prescrive, l'eccesso era diviso egualmente tra i figliuoli del primatrimonio (g).
mo
(h).
II. Quanto alla donna che si rimarita, le pene sono alquanto pi severe a causa delle peculiari circostanze in cui ella si pu trovare.
1 ) Perch si potesse determinare la legittimit dei figli e non vi fosse
dubbio alcuno su ci, la donna fu obbligato a mantenere un anno di lutto
dopo lo scioglimento del matrimonio. La vedova che non osserva questa determinazione dichiarata infame, e decade da tutti i vantaggi che
le provengono dal primo matrimonio. Essa oltre a ci non pu costituire
al marito una dote maggiore della terza parte del suo patrimonio, n la-
te-
che
2
sieme
La madre,
().
la
figlio in-
la
pro-
usufrutto.
Se
la
successione del
apre dopo
figlio si
la celebrazione del
secondo matrimonio, fin dal principio non le spetta che il solo usufrutto (k).
3 ) La madre bimba ha ancora pi ristretta la facolt di rivocare una
donazione
(1).
Da ultimo
de proprii figliuoli,
mente
si
di lutto,
gliuoli,
applicano per
non ha dato
(g) L. 6. C. h.
(h)
(i)
94.
Nov. 22.
(l)
conti,
Nov. 22.
41.
L.
4. C.
Nov. 22.
IHritto
c.
1. C.
3. 2.
ad SC. Trebell.
);
vcd. g.
c. 46.
confr.
L. 7. C. de revoc. don.
n ha adempito
38. 40.
romano.
c. 27. 28.
L. 6. g.
c. 2.
(k)
I.
c.
Nov.
8. 56.
2. c
).
Nov. 94.
6. 49.
24. noi.
(z).
).
Nov. 22.
c. 22.
40. Nov.
).
3.
!..
1. C.
66.
ubi dup.
5. 49.
J.
42
Digitized
by
S-
330
Il
la
moglie
stui allora
anno di
rispetto dell
il
Per
lutto
la prigionia di guerra,
cinque anni
(a);
pure se
il
115
ma quando
).
hanno prove
tali
che
il
altri,
quando aveva
atteso
invano per
il
secondo
(b).
nessun momento. Giustiniano circoscrisse in pi angusti limiti la fail matrimonio ad arbitrio delle parti
divorlium bona
(
colt di sciogliere
gratia
),
determinando tassativamente
chiederne lo scioglimento
introducesse di nuovo
l'
(c),
antico diritto
(d). I
altra Novella
niano pel marito contro la moglie sono: il caso di adulterio; le insidie contro la vita; 1 andare la moglie in bagno con altri uomini senza il consenso
1
di lui;
dare senza licenza ai giuochi publici (e). La moglie pu domandare il diil marito si f reo di alto tradimento; se le tese insidie o tent
di farla cedere alle voglie di altri uomini; se falsamente 1 accus di adulvorzio: se
terio;
fetti
(f).
3 ) Il divorzio non solo fu ristretto in questi limiti, ma producea efimportanti sul patrimonio dei coniugi che si sciolgono dal nodo ma-
trimoniale.
motivo
all
Una pena
(a)
L. 6. de divort.
(b)
Nov. 117.
(c)
(d)
altro di chiedere
No. 117.
c.
11.
c.
10.
24.
2.
).
il
L.
49. 1S.
Nov. 140.
(e)
Nov. 117.
c. 9.
(f)
Nov. 117.
c. 9.
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Googli
;m
che sarebbe spettata a lei dopo lo scioglimento naturale del matrimonio. Se poi
non ha dote o non dev' essere a lei restituita, perde la quarta parte de!
suo patrimonio, sebbene questo quarto non potesse mai eccedere le 100
libbre di oro; ma se convinta d adulterio, la pena si eleva alla perdita
a
un
di
terzo.
uomo che ha
L'
anche
mente
la
pena per
lui
di adulterio,
la stessa limitazione
puossi elevare
al
divorzio, perde
il
mancanza
che per
la
di questa
il
donna; come
vi
sono
figli
di que-
ed
il
usufrutto
(g).
tutti
quei vantaggi
matrimonio per
ha disposto
morte; poich
la
matrimonio
il
si
si
APPENDICE
romano
diritto
11
fin dai
VII.
un
solo
ma-
iustum tnalrimonium, iustac nuptiae; ma il suo caratdiversi tempi. Dal principio si conosce sotto una
doppia forma , cio matrimonium cimi conventione in marno mariti, e sine conventione, secondoch la donna dipendeva dalla potest del marito o di colui che la
esercitava su quest'ultimo, ovvero, strie conventione, restava nella sua famiglia natrimonio civile col
nome
di
poich secondo
ma
sempre bisogno
di
guida e patrocinio,
Tre erano
le
la
monie
La confarreatio era
la
per iscopo
di
rendere
figli
li;
Nov. 22.
c. 1. 2.
L. 62. g.
L. 3. de auro
1.
31. 2.
Nor.
de donai,
),
Il
117.
c. 8. 9-
confi. L.
11. g. 10.
21. 1.
de donai,
).
L.
19. g. 6.
de legatis (32.
(
21
).
).
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332
2 } Era la coemtio una solennit simile alla compra per mancipazione; questa
forma era comune anche ai plebei.
3) Lusus era un matrimonio celebralo mediante il possesso matrimoniale di un
anno, come pel possesso delle cose mobili; tranne quando la donna per tre notti sussecutive ( trinoctium
si
assentava
dall
diritto di
la
convenzione in
relazioni della sua famiglia, e quindi rimpetto al marito serbava la sua personale in-
dipendenza; e se
veniva
la
al
donna
gli
si
con-
carattere del matrimonio determinato dal ius gentium. Per la qual cosa, se
era alieni iuris, rimaneva sotto la potest di suo padre, mentre se era, sui
iuris, ella custodiva la propriet delle sue cose divise perfettamente da quelle del
marito. Se non che dovendo menare vita comune era necessario stabilire una certa
comunit di patrimonio di qui la necessit degl' istituti giuridici conosciuti col nome di dote e donalio in quel tempo ante nuplias, i quali insieme formavano il pa;
trimonio matrimoniale.
del matrimonio civile andarono a poco a poco sempre pi perdendo
il matrimonio per usus fu il primo a cadere come poco adatto alle
che dal sesto secolo pigliavano vita in Roma; e quando il Romano usci
dall'angusta cerchia della sua famiglia e del suo municipio, le antiche forme vennero totalmente meno, e gi al tempo degli imperatori spari con esse la conventio in
Le forme
d'importanza, ed
nuove
idee,
manum
quindi egli poteva esercitare un impero assoluto su quei beni, ed alienarli, se volema la legge Giulia restrinse il diritto di propriet del marito, proibendo l' alie-
va;
nazione del fondo dotale, c stabilendo ch'era interesse publico di serbare la dote
alla moglie per un secondo matrimonio. Il qual principio messo avanti da quella leg-
Digitized
by
333
ge per disegno politico, fu poscia a gran misura fruttuoso nella giureprudenza romana: perocch sovr'esso lavorando, si giunse da ultimo ad affermare la moglie proprietaria dei beni dotali anche durante il matrimonio, come si vede nella riforma
novissima.
CAPITOLO
II.
I.
zione ed
il
il
il
diritto di aliena-
padre e
figlio,
l'istituto,
istituto
il
il
come
padre non
diritto della
il
Infine
terzo,
il
che contraddica
al
il
il
pu servire
il
(a) L. 3. g. 5.
(b) L. 2. C.
lut. (26. 2.).
(c)
L.
L-
1. g. 2.
(d) L. 8.
fatto
che
padre
il
lo lasci
de patr. qui
2.
de
de vnlg.
43.)
et
L.
3. 4. 10.
(d).
2 ).
L. 1. de test
6.).
de probat. (22.
3.).
L. 1.
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334
. 118.
II.
figli
riguardo al patrimonio.
figliuoli
mano
di un
antico
lui
nei
diritto ro-
che
egli acquistava,
glia
da questo
gli
il
figlio di
il
lato
Il figlio
di fami-
era simile allo schiavo, con la sola differenza che quecivili, laddove ci non era possibile per
quest ultimo.
t
Poteva
il
una parte
allo schiavo,
al figliuolo,
come
il
padrone
(peculium), sebbene questo peculio non uscisse mai dalla propriet del
padre, anzi continuasse ad esserne
Una
come sempre
parte integrante.
il
figlio di
un
altro detto
glia considerato
messo da Costantino pe beni materni, dagli altri impebona materni generis }, e finalmente da
diritto antico fu
e ne fu dato
3
Da
massima:
sempre
dre e
padre solamente
che
il
usufrutto e
figlio di
1'
amministrazione.
ma
ci che
que
1'
amministrazione e
(a) L.
1.
deinde deceda!
fam.
al
tutto ci
erri.
1.
pr don.
filius,
3. 36.
).
41.
).
Paul. Si pater
ftlio,
quem
Maxim.
nomine
I..
18. pr. C.
res comparavi!, si
non
praecipuas adiu-
Digitized
by
grandemente
335
ma
figlio
la
figlio fu
pu
man-
vi
ancora sostanzialmente
dato un peculio,
sti
piena
si
morto
genitore, o terminata in
il
ch egli
menti dei
frutti.il figlio
li
figlio
modo
qual
si sia la
lucra senzaltro
come donazione
come padre
)
presentare
il
peculio
il
considerato
figlio
di famiglia (e).
legame
Il
altri-
irrevocabile (d).
la
il
padre, e principalmente
il
il
ha
figlio
il
diritto di rap-
diritto di suit
diritto
dopo
la
(bj g. 6. IdsI.
palrcm
ter
de inut. stipo).
diciis (5. 1.
Gai.
).
castrensi peculio.
pccul. (18. 1.
(3. 19.
l.is
L.
quod
de
cum
7. de 0. et A.
).
de
(idei, et
mand.
46. 1.
).
quod
quae
de
boti,
Ved. not.
L. 42. g. 3.
49. 17.
est slipulatio, si
2. pr.
44. 7.
co,
ab eo stipuler, qui
quem
in poteslatem
L. 3. g. 7. L.
(b).
(46. 1.
).
11. g.
1.
).
L.
Vip. In4.
habemus,
2.
de iu-
Disi
ex
L. 82. 86. de
et durn in polestate
L. 38. g.
(d) L. 6. g. 2. C.
(c)
cul.
lideiuss.
L.
1.
Iteti) inutilis
).
id
).
et filium eontrahi
1.
lib.
(6. 61.
L. 86. g.
}.
).
2.
).
L.
).
Digitized
by
336
A. Dei pecuiii.
H9-
Si
T. D. de peculio
15. 1.
).
fami-
al figlio di
glia, e che in certa guisa forma un patrimonio distinto dal paterno, chiamasi peculio nello stretto significato di questa parola, o peculio profettizio: e perch fosse legalmente costituito necessaria la concessione, sia
anche tacita del padre, e la separazione perfetta dal suo patrimonio (a).
Oltre alla parte del patrimonio data dal padre, appartiene ancora al pecu-
gli
il
fami-
figlio di
(b).
figlio di
Il
ha la vera propriet e
componenti il peculio
il
non
padre ne
suo arbitrio
le
cose
venisse a morire,
sti
il
peculio,
atto dell
mane
(a)
emancipazione
il
ma
figlio,
far
ritirato
t.
dominus
Pomp. Pecolii est non id, cuius servus seorsum a domino rationem
ipsc separami! stimma servi rationem discernens; nani cum servi
peculium totum adiinerc vel augere vei minuere dominus possit, animadverlendum est non
quid servus, sed quid dominus conslituendi scrvilis pecuiii gratia fecerit.... g. 2. Ei bis appa-
non quid servus ignorante domino habuerit, pecuiii esse, sed quid volente; alioquin et
quod surripuil servus domino, fiet pecuiii, quod non est veruni.
L. 8.
L. 7. g. 1-3. b. t.
Non slatini quod dominus voluil et re sua pecuiii esse, peculium fecit, sed si traddit, aut cani apud cu in csset, pr tradito habuit; desiderai enim res naturalem dationein.
Conira aulcm simili atque noluil, peculium servi, desinit peculium esse.
re!,
eod. Paul.
(b) 1.. 1. g.
5.
L.
4.
2.
).
per servum aut filium, qui in polestale est; ctquidem earum rerum, quas peculiariter tenent,
eliam ignorantes, sicut Sabino et Cassio et Iuliano placuit, quia nostra voluntate inlclliganlur
possidere, qui
(c)
*
iis
L. 7. g. 13.
L. 46. 48. L.
).
L. 53. h.
t.
12. 6.
8. h.
),
L. 40.
b.
t. (
15. 1.
).
t.
L.
quum
L. 17. C. de do-
manumitlerctur, ademlum
non
concessum; debitores autem convenire, Disi mandatis sibi aclionibus, non potcst.
Nov. 81. c. 1.
Digtized by
337
(e).
Da un
come se
altro aspetto
il
il
120
il
(f).
nurum.
12. 37.
C.
).
omnium palatinorum
do castrensi
I.
il
quando imprende
peculio
).
ed anche tutto
la carriera militare,
12. 31.
come
il
soldo,
il
(a).
campo (b);
b ci che acquista da coloro,
primo entra-
al
re in
).
pulentur,
maiime
si
modo
filius
liurn gerat;
(0 L.
si
3. g. 4. in
T.
de inin.
(4. 4.
ipsi (lio
(a) L. 11. h.
L.
I.
1. g. 4.
L.
qui
1. C. h.
t. (
12. 37
).
L.
L. 3. g. 4. de don. inter.
3. 4. pr. 6. h.
vtr. et
uior.
donet, nullius
t.
24. 1.
momenti
non
et constilutione
Virilio romano.
L. 6.
11. b.
l.
filio
L.
L. 4.
).
Vip.
C. famil. ere.
Secundum haec
3. 36.
,
si
).
maler
(ilio,
si
in
ei
est.
(b)
servove nego-
).
Clamili separatur.
ipsi stt-
stipuiari, interest,
4. C.
fam. ercisc.
3. 36.
).
43
Digitized by
volont
(c).
Se
il
testatore
338
il
(d);
ha piena
eh egli
coli obbligatorii
come
quando
profettizio,
il
figlio di
al
culii quasi fosse profettizio. Giustiniano tolse questo diritto speciale del
padre, lasciandogli
che
non
famiglia
figlio di
il
il
II.
siste in
(c) L. 8. 8. h. t.
figlio di
il
t.
con-
qnem
gnovit. bere institotus et citra iossum patria suo arbitrio recte pr herede geret
h.
(f).
famiglia acquista
L. 1. 4. C.
(12. 37.).
(d)
L. 16. 8- ! L. 19. h.
respondi,
quam
nunquain
miliiavil, reliquit
accipiendae praebuerat
(e)
I.
ii,
videri
qnacsiUm
cum quo
fralri patrueli,
L. 4. C. eod.
merens
non
licei facere
tcstamen-
qui alieno iuri subiecti sunt, testamenti faciendi ius non babent, adeo, qui-
iis
quos
iis,
ante enumeravimus, et praecipue mililibus, qui in polestate parcntum sunt, quibus de co, quod
io castris acquisierunt, perrnissum est ei constitulionibus principum testo mentimi Tacere:
quidem
quod
dalum est, tani ex auctoritate divi Augusti, quam Nernon optimi imperatoria Traiani; postea vero subscriptione divi Uadriani edam dimissis
vae, nec
couccssum
est.
L.
1.
L. 4. 8- 1- L. 8. 15- 8- 1-4- b.
t.
C. h.
in fin
t.
(12.
37.). L.
2.
de S.
si
C Maquidem
ex causa peculii caslrensis, tenebit stipulano; ceterum ex qualibet alia causa non tenebitur.
8- 2. Si pater a filio stiptilalur
h.
t.
L.
bemus,
(f,
4.
de iud.
5. 11.
).
eadem
l.
L.
L. 2. b.
distinclio servabitur.
L.
2. pr.
de coni,
em
19. 8- 2. eod.
cum
18. 1.
quidem
eo,
quem
L. 2.
C.
ha-
3.
in polestate
).
intestalus,
hereditas, sed quasi peculium patri deferuntur, si aulero testamento facto, hic pr hereditate
quidem
Inst. quib.
non
est.
perm.
fac. test.
2. 12.
).
. .
Ilaque, si
reli-
querint: si vero intestati decesserint, nullis liberis vel Tratribus superstitibus, ad parentes eo-
rum
iure
communi
perlinebil.
c. 2.
Digitized by
qualunque altro pubblico
propria
attivit
imperatore e
dell
6. 6t.
).
(h).
T. C. de bonis materni
et
imperatrice
dell
121 .
.
1
339
ufficio (g);
Seip.
materni generis
matrimonio
6. 60.
vel alias
);
de bonis quae
acquiruntur
et
liberis in po-
forum administralione
omn. tom. Il
lUaruoll, Revisione del cosi detto peculio avventizio. Giornale di Giessen. Vili. pag.
Laulerbach De usufructu paterno in dlss. acad. tom. III. N. 140.
88. ss
Ogni acquisto del figlio di famiglia, il quale non procede ex substantia patris, e non appartiene al peculio castrense, n al quasi castrenI.
se,
ha
1'
la
amministrazione e lusufrutto
(a).
quasi castrense nuncupatur. In tali igitur peculio, quod quasi castrense appellatur, quibusdam
personis licentia concedilur fondere quidem testamento, sed non quasi mililibus, quo vnluerinl
observando,
quemadmodum
constitutum fue-
omnibus
generaliter,
qui in diversis dignitatibus vel administrationibus positis a nostra consequuntur manti, vel et
publicis salariis qnosdam largitates.
L. 6. C. h. t. ( 12. 37. ).
un. C. h.
(h) L.
(
1. 3.
).
(a)
luti.
Nov.
t.
123. c- 19.
L. 1. 2. h. C. h.
Cum
12. 31.).
t.
L. 4. C. de advoc. (2. 7. L.
).
ita et in
his.quae ei
aliis
).
6. pr. C.
quam
de bon. quae
liberis deferri,
lib.
6. 61.
).
invenimus autem
quae estrinsccus ad
6. 61.
).
in
linitiunern. Si quis itaque fliusfamilias vel patris sui vel avi vel proavi in poleslale constitutus,
quo
causis,
quae ci
eum
sit,
sed ab
aliis
quibuscum-
plenum, sicut antea crai sancitum, sed usque ad usumfructum solum acquirat, et
eorum usufructus quidem apud patrem vel avum vel proavum, quorum in sacris sii conslilutibus non
in
tus, permaneal,
dominium autem
liliisfamilias
inhacreat,ad
ex nuptialibus causis filiisfamilias acquisitarum rerum. Sic etenim et parenti nihil derogabitur,
usumfructum rerum
ad
possidenti, et
tlii
extraneos vel
tacta
L. 8.
quorum
bis
etenim
peculiis,
avum
in-
pr. eod.
Digiiized by
340
il tempo che
pu essere costretto a rendere i conti o a rispondere di
nondimeno, avendo egli lusufrutto, obbligato agli obblighi di
qualunque usufruttuario (c). Con la piena amministrazione egli non ha
il
dura
il
nulla
(b):
diritto
o se
sit imperiosa,
le
dal padre
dunque
di
(d).
nessun momento, ed
Qualunque alienazione
fatta
famiglia potr
sem-
figlio di
il
pre rivendicare le cose alienate dopo cessata la patria potest; da questo punto solamente comincia a prescriversi l' azione che gli compete (e).
Il figlio
non ha sopra
il
diritto di
dare
il
Se
al figlio di
sua piena
se
lite
quando
efficacia,
al
naturalmente
padre
al
ramministrazione e
diritti
il
secondo
figlio acquistarla,
negando
do
(f).
medesima
efficacia,
come se
coman-
(g) (2).
II.
figlio di
beni di un altro
o donazione
fatta al figlio
sopraccennati, ed
diritti
lont;
(b) L. 6. . 2.
(c)
L. 1. C. h.
L. C. eod.
(6. 60.
L.
8.
t.
).
(il)
L. 1. C.
(e)
Nov. 22.
(f)
L. 8. g. 3. 5. h.
l..
cit.
c.
8. pr. g.
2*
8. 8. 4- 8. C. h.
t. (
6. 61.
Nov. 117.
6. 61
).
(
7. 40.
).
).
(h) L. 8. pr. g. 1. 2. C. h.
(i)
i. (
L. 1. g. 2. C. de ano. eicept.
c. 1. g. 1.
I.
L.
6. 61.
).
-;Nov. 118.
8. pr. C. h.
t.
c. 1. 2.
Nov. 117.
c. 1.
(6. 61.).
Digii
egli
341
ANNOTAZIONI
Ha qualche
(1)
il
al
se.
sero quei
figli
medesime e
test, termina
non
si
diritto
che dato
al
ma non
termina quello che ha sui lucri nuziali, di cui ha perduta la propriet in favore dei ficosi dandosi il figlio in adozione, i diritti di patria potest sul peculio avventizio
gli:
passano
gli
al
padre adottante,
al
lucri nuziali.
guardo
ma
quando
d alcuna cosa
altri
al figlio di
famiglia per
ri-
padre o col consenso di questo, quel che dato entra nel pecidio profettizio, ed a sostegno di questa opinione adducono molti passi tratti dalle Pandette. Queste leggi per qui non valgono per nulla: dappoich esse decidono che quando il
al
servo acquista qualche cosa conteniplationc domini, acquista pel padrone, ancorch
egli stia in usufrutto presso
un
terzo (k).
Come
si
si
pu
Lo
Inst.
(2. 9.)
poich quan-
come prova
Controverso ancora quando cessi l'usufrutto del padre sul peculio avventi-
zio. La regola generale da tutti accettata questa: poich l'usufrutto sul peculio avventizio prende capo dal diritto di patria potest, non appena in qualunque maniera
fractnirii ilquid
tirii,
il
questo principio
pazione, giacch
proprietario;
il
diritto deH'usufrutto
si fa
de nsafr.
eccezione quando
padre ritiene
(7. 1.).
la
met
dell'
la patria
Et in omnibus
Vip
ci
si
di essere.
donslum
domino.
istis, si
qoidem contemplinone
L.
19. 8- 1.
Digitized
by
fi
praemium emancipationis
(I),
342
il
sia erronea.
di
ha per unica e
mancando
la quale,
le eccezioni preallegate
essa
manca adunque
il
propriet non
potest diveniva proprietario dei beni cos detti avventizii,di questa
preso
poteva ammettersi trasmissione al padre adottivo; ora avendo 1 usufruito oggi
Giusta
posto del diritto di propriet, devesi accettare la medesima conseguenza.
usufrutto, come i
si dovrebbe, per essere logici, accettare che l
per qualsisia
primitivo diritto di propriet, a cui succeduto non cessasse mai
si toestinzione della patria potest, il che assurdo; dippi in questo argomento
una
talmente confusa la natura della propriet con l'usufrutto; la prima acquistata
momento
volta per sempre, mentre lacquisto dellusufrutto si riproduce in ciascun
il
questo principio
non ut propnetas
eo solo tempoic,
un
3. i. 6. 8- 1- C. h. I. (6. 61.).
Wtning-Ingenhcim. Giorn.
Nov. 118.
di Giessen
I.
17.
c. 1.
Marriott, o.
c.
pag. 312.
Digitized by
343
.
B. Delle relazioni del
cum
T. Inst. quod
litale est
14. 8.
).
122
C. h.
t. (
4. 26.
cum
).
1 ) Il figlio di famiglia pu perfettamente obbligarsi verso i terzi copadre di famiglia, sia che le obbligazioni nascono da contratti, sia
che emergono da delitti; soltanto, se egli impubere, non Io potr validamente, neppure quando il padre vi abbia interposta la sua autorit (a).
me un
di
Quando
di esso, tanto
sopra
il
ma nondimeno
ritto:
hanno egual
di-
Per
non tocchi
il
peculio castrense
modo
in nessun
(b).
montare dell obbligazione ( in solidum ), o limitatamenquando il figlio si stringe in legami giuridici per coquando da lui fu dato un peculio profettizio; o veramente fu assegnata una parte de proprii beni per un impresa commero
figlio
te:
il
di lui; 2
ciale;
Per
in tutto
casi sono: 1
mando
tali
finalmente quando
ragioni
il
(a)
potasi,
lamen
si in
Tarn ei contractibus,
(44.
quam
quo
L. 87.
pr.
de iud.
L.
vero, qui
8. 1.). Vip.
39. de 0. et A.
!.).
(b)
L. 1. g. 9. de separai.
42. 6.
).
ciperiri.
Digitzed by
il
cosi actio
quod
iussu,
. 123.
T. D. quod iussu
15. 4.
quod lMra.
Dell azione
).
L azione
contrae rap-
tglio di famiglia
avvertire che
per tussus in questo luogo non bisogna comprendere il comando strettamente preso, ma sufficiente un accordo tra il padre ed il terzo per dare
origine a questa azione
Essa spetta
la
somma
dell
(a).
al terzo creditore, ed
prodotta contro
come
padre per
il
se
il
ma
utile,
perch
il
terzo aveva
che
egli
il
non
diretta
figlio di famiglia;
tutta
gli
nome
la
ANNOTAZIONE
Sul tussus, che d origine a quest azione,
1
controverso se
il
comando o
giuristi
non sono
di accordo.
debba essere
sono tenute: la prima, seguita dagli antichi, mantiene che l'assenso dev' esser dato proprio al figlio, perch si possa dir nata l' azione quod iussu;
Tre opinioni
l'
altra,
casi, e
si
il
per poco
fonti
domini
(b)
in
1- 5. io
f.
Inst.
solidum adversus
il
quod cum eo
cum
4. 7.
accordano
azione sola-
modo a
chi contrae
di vero lo stesso
padrone od
la
Schmid
mente, quando
).
il
L.
I.
quudammodo cum
allo
schiavo
iubet.
(b)
(c)
I.
pag. 463.
Schmid. Archivio
civile,
Digitized by
al figlio di
conchiudere un
essere giustificalo
quando
bende
dato
che
al figlio,
$. 2. h. t. si
Quod cuin eo
nota
all'
la
(14. 5).
Similmente
dovr supporre necessariamente un comando
rapportano solo
il
Come
ancora sembra indubitato che Yactio quod iussu sia fondata anche quando
padre col suo assenso si dirigesse alla persona del terzo contraente (d); giacch in
tris.
il
aitare,
il
considerino
si
sive sua voluntate sive iussu eius, in cuius poteslale crii, contraxerit
la
figlio
il
conchiudesse
un determinato
chiuso
padre;
ma
perch
solo padre
il
1'
ha conchiuso, e contro
debbono produrre le azioni dirette, n contro il figlio alcuna azione valida (h|.
sebbene dal concetto generale di molte leggi si potrebbe ricavare
esattezza della seconda opinione, come fa il Thibaid (i), pure da ricordare che
al tempo in cui furono scritte quelle leggi il figlio di famiglia non aveva nulla di
lui si
si
quando
opinione che
l'
l'
figlio
come
momento
quando
il
figlio
ne
di famiglia
compisse anche col consenso del padre un affale , che avvantaggiasse solo il suo
proprio patrimonio, come sarebbe il suo peculio castrense o il peculio avventizio irregolare.
(<i) L. 1. 9- 1. li. t. tip. Iussunt aul- in accipiendum est, sive lesta! quis, sive per epistolam, sive verbis aul per nunlium, sive specialiler in uno eonlraclu iusscrii, sive generaliter.
Et ideo et sic contestalus sii: quod voles cuin Stic ho servo meo negotium gerere periculo meo.
videtur ad
omnia
(g|
L.
1.
I.
(e)
(f)
g. 5. eod. Vip.
Quid ergo
t.
iusserit,
ved.
1. 2.
si fideiussori!
Ncque hoc
Denique idem
4. 26.
).
dicit ideo,
est
L. 8. g. 2. de in
rem verso(18,
3.
noi. (d).
cum eo
quod cum eo (
L. 2. pr. quod
L.
g.
L. 1. g. 1. h.
L.
c.
Uiritto romano.
14. 8.
14. 3.
).
).
L. 1. pr.
quod
iussu.
44
Digitized
124.
T. D. de peculio (15. 1.
Il
346
).
Quando de peculio
15. 2.
).
come parte separata del patrimonio del padre, quantunque veramente ne fosse parte integrante; e questo peculio messo sotto l amminigli d credito per contrarre obbligazioni coi lem. Ma
il padre pu esser tenuto invece del figlio, ed esser chiamato in giudizio
con 1 actio de peculio. Quest azione data al terzo creditore contro al
padre di famiglia per contratti e quasi contratti conchiusi dal figlio sulla
siderato
(a).
tutta la
somma
dell
obbligazione,
ma
non
mento
della sentenza
()
vi
L. 3. g- 3, h.
t. (
(e).
1S. 1.
).
L. 49.
ile
0. et A.
44. 7.
).
Paul. Ex conlractibus
gerendo dolo
fecerit,
L. 7.
si
de
tut.
sul
is,
est.
cam
ve-
tutor in tuteli
filiusfamilias aut
1.
prohibueril contraili
(b) L. i
azione fu pro-
era nulla nel peculio, purch qualche cosa vi sia nel mo-
dotta,
).
cum
cIT.
9. 3.
).
1*
8- 7. de bis qui
eum de
).
t.:
peculio actio.
L. 88. de R. L.
I.
3. 8- 12- h.
t.
(18. 1.).
L.
t. Vip. Ex furtiva causa Alio quidem familias condiri posse constai, an vero in pain dominimi de peculio danda est, quacritur. Et est verius in quanlum locupletar dominus factus esset, ex furto facto aclioncm de peculio dandam.
(c) I.. 18. 8- 3. de caslr. pecul. 149. 17.). Marciati. Sed ncc cogcndus est pater, aes alicuum, quod filius peculii nomine, quod in castris acquisiit, fecisse dicctur, de peculio actioncni
pati. Et si sponte patiatur, ut quilibet defensor satisdato filium in solidum.non peculium tenus
defendere debeat. Sed et eius filii nomine non aliler movere actionem potesl, quam si satisdc*
3. 8. 12. h.
tron vel
derit,
eum ratam
rein habiluram.
(d) L. 7. de don.
(e) L. 30.
quum
agerctur,
l.
si
39. 5.
).
L.
47. 8- 1- b.
confr. L. 28.
8-
t.
15. 1.
2 de pactis
).
(
2. 14.
).
modo
sii rei
iudicatac tempore?
sit in
Produs
et
sit
de peculio,
peculio.
Digitized
by
padre ha
Il
3i7
il
Finch dura
la patria potest,
1'
del
hanno
ma
prima
la
riduzione
(k).
Se
egli si
1 actio
commercio
affari di
il
il
preferenza
diritto di
comporta dolosamente
actio tributoria
il
pre-
(1).
la tributoria si pre-
(f )
(h),
il
col farne
lio;
ad
II
(i).
utile (g).
il
in parte destinato
diti,
anno
profettizio consenziente
tutto
(f).
Se il peculio
medesimo fu
manca
(in).
si ex rationum rcliquiis, deduce! dominila. Sed etsi ex delieto ci debeat, utputa nb (urquod feci!, aeque deducetur.Sed est quaestionis, utrnm ipsa furti aestimatio,id est, id soquod domino abest, an vero tantum, quantum si alienus servus commisisset, id est cuin
debeat,
timi,
luto,
furti
(g)
T. D. quando de pccul.
(hj L. 1. g. 1. 2. 3.
L.
13, 2.
5. g. 11-13.
siculi
L. 11.
dcinum,
si
sit in
peculio,
L.
dominum
1. g. 2.
Vip. Peculia-
sciente eo negotiabitur.
3. g. 4-7.
(i) !..
de
co nomine receplum
est. g. A. In
hanc actionem
tribui iubetur,
quod
cum
ex ea merce, et
eu
quod
cum
cre-
ditoribus mercis.
quid
si
perit; suflrere
(l)
L.
ei
ei
cum dominum
(
quae
tributum
sit.
est,
ita
demum
causa ? Et fatico
ci
partietur ex
ait,
ex qua-
vel patroni
tributoria datur, ut
si ex alia
7. g. 2. ss.
praeslet;
cibus
domimi* utrum
(k)
merce,
qunque causa
nam
in liac aclione,
edam
et
quam
debuerit,
nihil
quo
sit,
tribueretur, in
ila
in ilivisioncni venit,
est.
quod
in
mcr-
fieri
dominove
nihil
debeai.
Dgitized by
3
T. D.
De
rem verso
in
Se
rem verso
in
act.
125 .
de In rem verwo.
Dell* azione
Rssing
De versione
(a).
quantunque
tenuto,
Sen/ferl,
sempre
un affare
pu essere chiamato a risponderne
con
in
Wirceb. 1822.
figlio di
il
(15. 3.).
348
le
il fi-
il
man-
cate (b).
Se
in favore del
se la spesa
sto;
altrui,
il
1'
azione avr
(c).
Se per
lui
una spesa
contrario utile ed
al
il
prezzo per cui fu acquistata, sar tenuto solamente pel vero valore deloggetto; se poi il valore maggiore, non obbligato pi di quello che
importa
il
dell acquisto;
prezzo
e di piacere,
il
il
L.
h.
t.
4. Inst.
:.
sit in
rem
domini versum
intelligitur,
rem autem
si
mu-
tuatus pecuniali) creditoribus eius solverit, voi aedifcia ruentia fulserit, aut familiae frumen-
fundum
quainlibet aliam
siit
nem, quotiesque
teriorem.
(e)
si
L.
t.
quibusdam
aliis,
t.
g. 4. 0. L. 17.
rem dominus
habuerit, aut
Vip. Sedsi
g.
8. Inst.
mutua pecunia
li.
non dc-
t.
li.
et
3. . 3. 6. 9. L. 10.
L. 10. g. 4. h.
est;
proinde
t.
acre.pt a
domum
Digitized
by
349
Quest azione con le altre mentovate nei precedenti paragrafi ha per
ma
non
il
la loro
tutte
ma
concorrenza
ancora con
contro
le azioni dirette
il
figlio;
elettiva, sicch
la
sua soddisfazione per mezzo di una di esse contro al padre o contro al figliole altre vengono escluse, resta alla prudenza dellinteressato di esperimentare l'una azione che laltra, giacch ogni azione importa diverse conseguenze
Lo
(e).
modo che
actio
altra
(f);
Y actio in
azioni
concorrono
rem verso pu
12 (5 .
.
)
de SCIO Macedoniano
1).
1'
(g).
4
T.
medesime
li. 8.
).
C. ad SCtum Maccdonianum
(4. 28.).
altrimenti che
il
il
figlio di
tempo
al
dell
di colui che
somma ad un
figlio di famiglia,
non
imperatore
azione
all
poteva non
nec dchere ei eo onerari dominum, quod ipse facturus non esset. Quid ergo est? Pati dcbet
dominns crcditorem
vendere
domum,
domns
auferre, sine
S. Inst. h.
(e) g.
linee
t.
4. 7.
).
L.
est,
mini versurn
est,
si
is
dominus
deque
eo,
quod
in
rem do-
rem
sit
quin
vel
cogcndus
rem domini
solvi possit. Is
versurn est,
quoque, cui
modo
tribntoria eipcdil agere, modo de peculio et do in rem verso. Tributoria ideo expedit agere, quia
in ea domini conditio praecipoe non est, id est, quod domino debelur, non dcducilur, sed
eiusdem iuris est dominus, cuius et celeri crcditores; al in actione de peculio ante dedneitur,
quod domino debelur, et in id quod reliquum est, creditori dominus condemnalur. Bursus de
peculio ideo expedit agere, quod in hac actione totius pcculii ratio habetur: at in tributoria
eins tantum,
minima
quo negolialur; et ptest quisque tertia.fortc parte peculii aut quarta vel etiam
maiorem aulem partem in praedlis et mancipiis aut funebri pecuniam ha-
negotiari,
bere. Prout ergo expedit, ita quisque vel hanc actionem vel illam aligere debet: certe qui potest probare, in
eo
14. 8.
(f)
).
L. 9. g. 1. de tribut. ad.
(g) g. 4. Inst.
quod cum eo
esse, de in
de pecul.
14. 4.
4. 7.
).
).
18. 1.
ved.
ved.
L.
4. g. 5.
quod cum
).
noi. antec.
not. (a).
Digitized by
350
ma
solo questi,
anche
il
nome
legis (b).
L' eccezione data al figlio di famiglia, ai suoi eredi, al padre, al
deiussore ed
al
interceduto con
intenzione di fare
fi-
una donazione
(c).
in
compensazione, ecc.; di
modo che
come obbligazione naturale. Per la qual cosa la somma pagata scientemente od anche per errore dal padre o dal figlio non ripetesi con la condictio indebiti, fuori se il pagamento fosse stato fatto per errore dal curatore (d). Se il figlio di famiglia pagava il suo debito con le cose del pasta
L. 1. h.
t.
sceletis
itti
natura udministrabat
Cum
inter catterai
saepc matcriam peccandi malie maribus pr nettar et , qui pecunia!, ne quid ampliut dceretur,
nomimene
etiam post mortem
incertis
reni
patrie morte
filiifamilias
fieri.
L. 7. pr. h.
(h) L. 3. g. 3.
pecuniam
ta sin
nam
contraxit;
dedisset,
mutuam pecuniam
t.
fiiiofamilias dcdit,
mumodo
qui
sim,
clsi in creditum
quo pecuniam non nume-
non concurrit, cessat Senatuseonsultum, Quod ita dcmum crii dicendum, si non fraus Senatusconsulto sit cogitata, ut qui credere non poluit,magis ei venderei, ut illerei pretiuin ballerei in
mutui vicem.
6. 7. 10. L. 9. g. 3. h.
Vip.
fiiioramilias et
quum nullum
t.
verum
serunt,
Non solum
(c) L- 7. 5. 1.
corritur,
nisi forte
et si
patris
L. 11. de fideiussoribus.
Iti.
1.),
(d) L. 9. g. 4. 8. L. 10. h. t. Vip... Sed et ipse lilius, et tamen non repetit, quia hi demum
solulum non repetunt, qui ob poenam creditorum actione liberanlur, non quoniam onerare
manel.
L.
Quamquam autem
7. g. 15.
solulum
sit,
12. 1.
).
L. 8.
li.
t.
Paul.
Quum
tanten
repeti debet.
Digitized
by
trarie: se
eccetto se
tali
351
cose di cui
il
non avesse
figlio
il
somma
del peculio
che abbia
figlio,
ratificato
il
medesimo (f).
muiuo addivenuto
(g).
Non data
eccezione n
al
padre n
al figlio nei
seguenti casi:
nomina
(e)
institor
L. 14.
solveril, patri
il
proprio figliuolo
de rcb. cred.
nummos
nummi, Marcellus
ait,
cessare condiclionem,
quoniam
si
il
figlio col
causa
dominium ad accipientem transiisset, in propoautem non essot.Denique per errorem soluti contra SCtum crediti rnagis est cessare repe-
titionem.
(f)
confr,L. 9. g.
L. 1. g. ull.
L. 2.
si
1. h. t.
h.
t.
nam
etiamsi Consul
facit,
quominus Senatus-
sii, rei
nalusconsulto locus est.nisi forte castrense peculium habeat; lune cnim Senatusconsullum ces-
(g) L. 2. C. h.
ih) L.
1.2. C.
peculii,
quum
t.
h.
t.
si,
quum
tur, aul patris voluntate contraili. aut in eam rem pecnniam acccpit.quae patris oneribus incumberet, vel suac potestatis conslilutus novalionc facta lidem suam ohligavit, vel alias agnovii debitum, non esse locum decreto amplissimi ordinis, rationis esl.
L. 7. g. 7. h. t. Vip.
Proinde
elsi alius
munirmi dedit,
et si alleruter
eorum
cum
L. 7. g. 12. 13. h.
t.
Vip. Proinde
si
acceperit pecnniam. et in
si
ah
infilo
rem
non
verum
poslea in rem patris vertit, cessare Senatusconsullum, libro duodecimo Digestornm lulianus
ait, inlelligendumque ali initio sic eccepisse, nt in rem vertere!. Non tamen venisse videbilur,
muluam pecuniam acceplam patri in proprium debitum solvit; et ideo, si pater ignoraTit,
adhuc Senalusconsullo locus crii.
!.. 2. 5. C. li. t.
Nov. 113. c. 3. g. 15.
si
Digitized by
352
Quando
come dato
fin dal
il
consenso
principio (k).
Quando il figlio di famiglia era soldato al tempo della conchiusione del mutuo (1).
N il benefizio di quest eccezione ha luogo, tutte le volte che in sostanza non vi sia mutuo, o perch il creditore impubere, o non ha diritto di disporre del suo patrimonio; ovvero quando ci che si dato, pu
ripetersi con una vindicatio, o con una condiclio sine causa (m).
d
127 .
III.
degli alimenti;
hanno
figli
il
diritto
vicendevole
non possono
lite,
liae (b).
il diritto della educazione de' proprii figliuoli, e sebvolont di padre sia prevalente, egli ci nondimeno pu esserne
bene
la
2. C. h. t
1..
L. 7. g.
11. 18. b.
t.
Vip.
L. ult. g. 1. C. b.
quando
il
ma-
(c).
Hoc amplius
ccssabil Scnaiusconsulium,
si
habuerit.
t.
(m) L. 3. g. 2. h. t. Vip. Proinde et in eo, qui scire non poluil, an niiusfatnilias sit, lidianus libro duodecimo cessare Scnaiusconsulium ait, utputa in pupillo vel minore viginliqninque annis. Sed in minore causa cognita et a Praetorc succurrendum, in pupillo autent cliain
alia ratione
quemadmodum
fit,
duodecimo,
quatti sine
si
Gliusfa-
administrationem permitlit, et
(a)
quod mutua pecunia non Gl, quantvis liberarti peNon enim perdere ei peculium pater conccdit, quum peculii
ideo vindicationcm numorum patri supercsse ait.
L.2. 5. 7. g. 3. de obscqu. parenl. (37.18.). L. 1. de obseq. (37. 15.). I7p. Elisiti miti-
est. g. 1.
pcrlinens pr
a
quibus
se
modo
(c)
iis
Glius tniles in
inferi, Pracfeclus
educatum
manus
si
debet. g. 2. Si filius
L.
de act.
L.
7. g. 3. 1.
de
iniur.
malrcm,
47. IO.
).
(4. 6.).
Digitized by
7
j
353
<
In caso di necessit
figliuoli
aedo de
madre ha una
azione contro il marito per fargli riconoscere il figlio, detta aedo de parla
agnoscendo, nella quale, in caso che il fanciullo nascesse dopo lo scioglimento del matrimonio, ammessa dopo alcune speciali determinazioni secondo il senatoconsulto Planciano (d).
detta
liberis
agnoscendis
Similmente
et alendis.
la
I.
T. Insl. de adoptionibus
de adoptionibus
I. I
ta si
128.
[1. 11.):
un
figliuoli procreati in
la patria
ancora
no
figlio
La patria potest
si
I.
(8. 48.).
dopo
la
il
padre
(a).
zione, la quale atto per cui qualcuno alla presenza della publica autorit accetta in
luogo di
figlio
uno,
il
Pu venire
adottata tanto
adozione; quanto
sciuta col
nome
un homo
una persona
ha la vera
forma di adozione cononon poteva farsi
ordinaria rogatio-, onde fu chiaalieni iuris, e si
(d) L. 1.
L. 3. g. 1. de agnosc. et alend. liber. (25. 3.). Vip. Quia Plancianum Senalusconsultum ad eos partus perlinet, qui post divortium eduntur, aliud Senalusconsultum tempoest, ut etiam si constante matrimonio partus sit editus, de agno-
scendo eo agatur.
(a) L. 4. 5.
quib. mod.
iur. (1.
0.). g. 12.
Inst.
de nupt.
(1. 10.).
pr. inst.
(b) L. l.g. 1. b.
cies ditiditur,
t.
quarum
Morfei!.
altera adoptio
s rn ili ter
est
quidem generale;
in
Adoptantur fUiifamiliai;
romano.
45
Digitized
by
non
si
determinato
che potrebbe esser legittimato, n chi, adottato altra volta, usci poi dalla
(e). Ladozione non pu esser fatta per procuratore n sotto
patria potest
condizione
(f).
Si
nipote,
lo (g).
col
che
in-
figlio adottivo
il
nellagnazione della famiglia civile, e passa sotto la patria potest del pa-
nome
il
e Io stato di quest'ultimo
tante,
similmente
t. L. 40. g.
(i).
al
Tutti
di-
padre adot-
perdeva quei
figlio
il
(c) g. 4. Inst. h.
il
diritti,
1. h. t.
quum
figlio di
quum
arrogai, maior esse debcl eo, quetn sibi per arrogalioncm, vel per adoptionem filimi) Tacit; et
I. g.
id est
decem
et
odo
annis
cum
praecedere debel.
commune
eniancipatum, vel
(f)
in
L. 34. b.
t.
L. 37. g. 1. h
Nov.
3.
c.
Paul. Quaesilum
(g) g. 5. 6. Inst. h.
(6. 24.)
Viocl. et
poterai.
Cum
tibi
is,
sit?
sit
pr.
de liber.
datns, ut post
L. 24. 25.
g. 1.
cod.
quamvis
igitur,
quod patrem
adversus
L. 23.
tis.quam
89. c. 7.
t.
quod et il,
ameni non possunt.
est,
quem
non habeat
lilium quis
L. 7. C. de hcred. inst.
turni)
sit,
porlionem hcredita-
quae per
tres
t.
!..
ult. C. h. t.
L. il. C. h.
t.
filius
cipationum
et
in
aut per
censemus
unam emancipationem
licere parenti
qui
li-
eniari-
aclis intcrvcnientibus
Celi. In adoptionibus eornm duntatat qui suae potestalis sunt, voluntas eiploratur; sin autem
a patre dantur in adoptionem, in bis ulriusque arbilrium speelandum est vel conscntiendo vel
non contradiccndo.
(i)
t.
!..
4. g. 10.
de grad.
(38. IO.).
Digitzed by
355
o discendenza legittima
padre naturale, e lacquistava rispetto alladottante.
rispetto al
il
diritto di suit
una grande mutazione, stabilendo che queconseguenze dell'adozione allora solamente dovevano osservarsi,
3) Giustiniano vi apport
ste piene
quando
il
figlio
laltra.
si
ma non quando
tra
figlio
padre adottante
(k).
ANNOTAZIONI
Per rendersi ragione
ben con-
Prima
guenti
madre
naturale,
ma
diveniva cognato rispetto al padre suo naturale, ed alla successione di lui era chia-
mato
da un ascendente paterno; poich allora era chiamato alla successione del padre e
dell'avo nell'ordine de figli (undc liberi |1|.
Dal momento che l'adottato, sciolto dai vincoli di adozione, diventava sui iuris
per mezzo dell'emancipazione, si estingueva ipso iure il suo diritto di succedere al
padre adottivo, c rispetto al padre naturale era considerato come se fosse stato da
lui
lui nell'ordine
non era
difficile
nude
che un
liberi.
figliuolo
si
del naturale,
padre naturale;
pazione, non
desimo statb che se non vi fosse stala adozione nella famiglia adottiva acquista un
ab intestato come suus hercs sul patrimonio del padre adottivo, ma
degli agnati di lui; c pi, questo diritto di successione limitato alla sola persona
ilei padre adottivo non reciproco, poich questi non potr ereditar mai dal figlio
:
diritto di eredit
non
adottato.
(k) L. 10. C. b.
(l)
t.
L. 3. g. 7. 8.
L. 21.
g. 1.
37. 4.
).
Ved.
Digitized
by
Per
ci
cessione tra
che riguarda
il
figlio
la
356
piena adoptio nulla venne cambiato nei rapporti di sucmadre naturale e per converso; ma vi questione
adottivo e la
il
adottivo ed
figlio
il
padre naturale,
ma
di ci
sar
trattato in appresso.
129 .
S) Per arrogazione.
il
dell'adozione
si
volte cade
figlio di famiglia,
o vo-
arrogazio-
ne, con la sola differenza, che in quella il padre naturale che guarda gli
interessi del figlio, affinch non gli venisse pregiudizio dal nuovo stato;
mentre mancando il padre nellarrogazione, interviene direttamente lautorit, la quale con una cognizione di causa deve osservare esattamente
le
seguenti cose
subsii;
che non vi sia una causa turpe, ne forte lurpis causa arroyandi
per non devessere permessa al tutore larrogazione del pupillo
il
il
il
suo 60 anno
(c);
figli (d);
(e);
(f).
Gai. Principis uclorilate adoptamus eos, qui sui iuris sunl, quae species adoptionis dicitur arrogano, quia et is, qui adoptal rpgalur, i. e. interrogatur, an velil
()
L. 2. pr. h.
t.
quem adoplalurus
euro,
sit,
iustum
fieri
patiatur.
(b) L. 17. pr. L. 32. g. 1. h.
aiicuius adminislravit, si
t.
Vip. Nec
ei
sit,
qui arrogatur
ne
forte
eum
enram
ideo ar-
roger ne raliones reddat. Itero inquirendum est, ne forte turpis causa arrogandi subsit.
(c) L. 13 g. 2. h. U Vip. In arrogationibus cognilio vertitur, num forte minor seiaginta
annis
sit
qui arrogai, quia roagis liberorum crealioni stadere debeat, nisi forte
aut
alia iusla
causa arrogandi
voluti si
coniunctam
sibi
morbus aut
persooam
va-
velil
adoptare.
percipiat,
Vip.
est,
coosequi.
Hem non
nisi
17. g. 4. h.
t.
Vip. Interdum
et
si
viiae
Con
357
ex
insta causa,
ammetteva in
(g).
Secondo
l'antico diritto
erano
rogati, e questi
pupilli e le donne.
diritto
qualunque altra persona. Larrogazione degl'impuberi fu pi tardi intromezzo di un Epstola di Antonino Pio, ma con alcune limitacausae cognitio e l'osservanza delle regole dell'arrogazione ordinaria, si deve considerare fino a qual punto l'arrogazione
compatibile con la educazione deHimpubere (i). Dippi non solo si richiede che tutti i tutori interpongano la loro autorit; ma il padre arrogatore deve dar cauzione ad unautorit publica, che se il fanciullo muoia
dotta per
nella impubert,
patrimonio di
il
rogazione sarebbero
all
stati
un
diritto
(k).
Le conseguenze dell'arrogazione sono press'a poco le stesse deli temperamenti fatti per l'arrogazione dellimpubere (1).
ladozione, tranne
I..
!g)
17. g. 5. h.
(h) Cic.
(I)
t.
de lege agrar.
L. 17. g. 2.
II.
(1. 11.).
l.
12.
L. 16. 20.
(k) g. 3. Inai. b.
h.
in bis
Ceti
t.
ved.
Quum
I.
8.
ved.
ai
intra
noi. (a).
noi. seg.
id est, ut caveal
(il,
sii,
eipedialque
illis,
qui,
adoptio farla non essct, ad successionem eius venturi essent. Ilcm non aiiter emancipare
potesl arrogator, nisi causa cognita dignus eniancipatione fuerit, et lune sua bona ei red-
eum
dat: sed et
si
decedcns pater
eum
ci bonorum suorum
quorum enmmodum
adoptivum
(l)
translulit et
g. 1-3. Ibsi.
eum
emancipaverit,
postea acquisivi!.
(3.
gationem dal, omnes res eius corporales et ineorporales, quaeque ei debiiae sunt, arrogator!
ante quidem pieno iure acquirebantur, oiceplis his, quae per capititi deminutionem pereunt,
quales sunt operarum obligationes et ius agnalionis... g. 2. Pinne aulem nos eandem acquisitionem qnae per arrogationem fiebal, coarclavimus ad similitudinem naturaliutn parentum; nibil
elenim aliud,
nisi
iure arrogator
non
tenetur, sed
nomine
naturalibus patribus
quae extrinsecns
quod
filii
is
liliis
obveniunt
quam
adoplivis per
dominio
ila
integro
quidem
convenielur, et
si
nolueril
fuissent,
si
(m) L.
se alieno inre
5. C.
de auctor. praest.
(5.
89.)
et
Digitized by
358
Bisogna pur notare che se larrogato ha figli, questi entrano anchessi sotto
la patria petest del padre arrogatore, e come il proprio genitore, soffrono
una
capitis deminutio
minima
(n).
avventizio regolare,
si forma un peculio
padre arrogatore ne acquista il solo usu-
il
e quindi
il
frutto.
ANNOTAZIONI
Quanto
giuristi
la
pu
Novella
Conseguentemente da questo principio si deve affermare, che se il padre arrogatore avesse istituito l impubere al disotto della quota legittima stabilita dalla Novella 18, questi dovr avere non solo diritto alla quarta, ma ancora un azione suppletiva pel resto della porzione legittima. Questa conseguenza non accettata da
tutti, ed alcuni, tra i quali il Franke |o), voglion che all impubere arrogato non
115.
appartengano
ma sibbene
la sola
azione personale diretta alla Quarta Divi Pii. Ei sarebbe cosa inutile confutare simile opinione, se il J^ranke pur non si sostenesse con qualche testo. Ma prima di
tutti debbono convenire che l arrogazione di un impubere, come tale,
deve portare le conseguenze di una ordinaria arrogazione; altrimenti bisognerebbe
dire che l impubere per arrogazione non considerato egualmente come gli altri
arrogati, figlio legittimo del padre arrogatore. Se non si pu negare la qualit di figlio che deriva dall arrogazione, si devo pure ammettere in lui necessariamente la
qualit di sttus heres e le conseguenze che ne scaturiscano. vero per altro che
1
epistola di Antonino Pio acquist natura all arrogazione dell impubere merc
quanto distinta dall arrogazione ordinaria; ma ci rafforza la nostra dottrina, imperocch la specialit delle sue regole nasce dallo scopo evidente di garantire il patrimonio dell impubere per qualunque contigenza, che a lui, a cagion del suo stalo,
recherebbe maggior pregiudizio: lintenzione del legislatore era dunque di mettere
l impubere, se non in migliore, almeno in condizione eguale agli altri arrogali che
ogni altro
non
tri)
quod
is,
L. 2. g. 2. cod. Gai.
ammettendo
si se
arrogandum dederil
filini
potestate
non
til.
tanquam nepolos.
Dioitizcs
l:v
Google.
trario
che
l'
impubere
altro arrogato.
un vecchio senza
359
si
di vero,
figli,
itila
uso della querela, come potrebbe per la naturale parentela, essendo gi cautelato
per mezzo della quarta che di diritto gli spetta. Ma che all' impubere arrogato, ma
non emancipato, non competa la querela, non detto in questo passo. Di fatti il
il seguente. Uno arroga un impubere che gli prossimo parente, e che in forza del suo legame di sangue ha diritto alla successione ab inte-
stato;
dopo
causa, muore, e rimane tutto il suo paimpubere arrogato ha dallarrogazione il diessendo per mezzo della eman-
quarta e non
Ma
quando
sun mezzo
p. e.
principii generali
giuridico.
Quando limpubere
come arrogato durante
circa la quarta.
considerarsi
(p)
dnjerou,
l'anil. I
g. 252.
pubert
(p).
I
itized
by
360
$. 130.
S) Per legittimazione.
eorum
et et
quibus causis
insti eilciatur.
La legittimazione
quellatto
diritti
figliuoli procreati
il
figliuoli legittimi;
perci quest'atto fu
patti dotali in
iscritto (1).
il
ovvero la
figliuola naturale
a sposare un decurione;
ma
ci
quando non
da Teodosio
(b).
chiesta de
figli
aveano
le
il
il
L. B. 7. io. 11. c. h.
fa
(c).
che
ri-
la
suoi figliuoli; e si
figliuoli naturali,
testa-
t.
(b) L. 3. 4. C. eod.
(c)
Nov. 74.
c. 1.
(d)
Nov. 74.
c. 2.
Nov.
89. c. 9.
Digitized
by Goojjl
glia della
do
diritti di
tutti
ancora
figlio
agnazione, acquistano
adunque per
sario
361
tal atto
non solo
il
il
ma
neces-
quello del
(e).
ANNOTAZIONI
(1)
difficolt
rat,
ris,
buit.
medesimo
diritto,
il
si alii liberi
modo
monio
si
di leggere
eodem matri-
fratelli
Kriegel nella
loro edizione.
ga
sulle Istituzioni
propone che
ficherebbero che il figlio nato prima del matrimonio dalla costituzione equiparato
a coloro che nascono nel matrimonio legittimo. Finalmente Iiiener nella sua edizione legge: quod et aliis liberis ex
cosi
cambiando
il
similiter, etc.; e
il
medesimo
si-
Tutte queste interpretazioni possono aver merito, ma certo sono quale pi,
quale meno arbitiarie, altesocch tutti i manoscritti con qualche minima differenza
leggono
allo stesso
modo, n altrimenti
due
interpretazioni sul passo primitivo sono possibili senza dare nell assurdo; le parole
qttod et aliis liberis, etc. possono significare quei
il
figli
non solo abbiamo favorito coloro che nacquero prima della celebrazione del
matrimonio, ma ancora quelli che son nati dopo, poich anche questi ultimi sarebbero stali naturali prima della nostra costituzione, senza la quale il concubinato
continuerebbe ancora fra i loro genitori. Che quest ultimo pensiero non sia totalmente nuovo per Giustiniano si rileva dalla legge 10. 11. C. de naturai, liberis, in
cosi:
una
menta effkienda
casionem,
cum enim
ad dotalia instru-
et ad posteriorem filiorum edendam progeniem praestiterit oce nell altra: sed etiam anteriores, quia et his, qui postea nati
sunt, occasioner leghimi nomini? praestitcrunt (g).
(e)
(g)
etc.
(1. 0}.
Nov.
romano.
89. c. 11. g. 1.
c. 8.
46
Digitized by
rezoll
(li)
Che
la legittimazione
imperocch
tre;
362
(2)
il
il
Ma-
seguenti principii:
per testamento
sia
chiedere
il
re-
quando
ci,
il
il
rescritto, la legittimazione
per testa-
il
ma accettare
mento non pu essere altra che la Novella 74. c. 2.; e che la Nov. 89. c. IO, non fa
che replicare tutte semplicemente le determinazioni della prima, senza esserne interpretazione autentica, n portarvi nessun cambiamento. Dobbiamo per accettare
il c. 10. della Novella 89. nel medesimo significato del c. 2. della Novella 74. Que Si tamen naturalium solum liberorum pater propter fortuiquasdam circumstantias id non fecerit scilicet si precis imperatori non obtu), moriens vero in uno ex praedictis casibus in testamento scripscrit, se velie,
tas
lerit
modo
liberi post mortem patris, sic supplicent et hoc doceant et teslamentura paostendant, et quatenus eos pater heredes scripscrit, heredes existant et hoc
ab imperatore consequantur; ut id, quod agitur, patris simul et imperatoris donum sit, vel quod idem est, naturae simul et legis. Atque haec dicimus, nihil ex
prioribus modis legitimis tollentes, sed et hunc addentes, in quibus eos accipere
tris
li
ll
ti
non licet. Legitimis enim existentibus, et naturalibus postea vel antea natis nequaquam ius legitimorum illis tribuatur, nisi per costitutiones nostras, quae modumdotalium inslrumentorum introduxerunt .
Da
1
vi
sono
La
i
principii che
seguono
sia stato
la vita del
la
una qualun-
padre.
Che poi
si
non
valucrit id agere;
ma abbiamo
gi notato che questa novella costituzione non ha nulla modificato della prima, e
(li)
I.
pag.
68.
Mackedcy,
Digtzed by
che
debba
si
pigliare nel
medesimo
363
significato di questa.
Per
mostra erroneo,
ci si
essere la morte del padre dopo la formazione del testamento condizione di questa
legittimazione; la parola moriens di per s poco valido sostegno.
2) Secondo principio che il padre deve istituire il figlio naturale erede nel
testamento suddetto, e dichiarare la sua volont che egli debba essere figliuol leChe questo testamento, non sia testamento ordinario, e non contenga una
vera istituzione di erede, ma solamente che il figlio debba valere quale erede legitimus ossia ab intestato, opinione non vera. Testamento senza istituzione di ere-
gittimo.
ammettere
in
pi sani del diritto; pur lasciando da banda che le parole stesse della
figli
3 Finalmente il figlio naturale deve entrare nella eredit del padre, e, domandando il rescritto di legittimazione, deve provare nel tempo stesso la verit dei requisiti gi decorsi nei n. 1 2. Per la qual cosa accettiamo il principio che 1 entrare
nell' eredit una conditio sine qua non della legittimazione per testamentum.
Quando il MarezoU ammette che il figlio per andare al possesso de beni creditarii,
ha bisogno di essere legittimato, segue la falsa opinione che qui si tratti di una suc)
il
il
al figlio la legittimazione,
MarezoU
(i).
Per emancipazione.
emancipationibus
(1. 7.).
C.
T.
de emancipationibus libcroram
D. do adopiionibus et
(
8. 48.
).
per
vi
bisogna
il
proprio
la libera dichiarazione di
fi)
Vunger w,
(a)
plivi ullo
landeltc
I. .
il fi-
286.
g. ult. Inst.
li.
t.
Digitized by
364
Finalmente
le tre specie di
si
figlio
(f).
il
magistrato,
Giustiniano, abolendo lantico diritto, determin essere sufficiente la dide legatis (30.) L. 92. de cond. et de monst. (35. 1.). L. 114. de
tto L. 114. g. 8.
Mare. Sed
tria
si libero*
L. 92. de cond.
inaestimabilis est.
stimi,
Vip
enim
leg.
pa-
quod sibi relietnm estbac contcmplationc, ut liberos suo* emanciperei, cogcndum emancipare; neque enim debet circumvcniri testantium volunias.
(c) L. 8. si a par. quis man. ( 37. 12. ). Papin. Divus Traianus flium quelli pater maio
id,
contra pietalem a&iciebat, coegit emancipare, quo postea defuncto pater, ut manumissor
norum posscssionem
sibi
ei
bo-
propter
audiendus
dum
crii, si
erit. g. 1.
lendum
verit,
L. 33. .Vare. Et
acquum
est,
si
esse emancipaci
eum
a palrc adoptivo;
suum
proba-
atque
ita
pristinum id recuperare.
L. 16. g. 2. de curai, furios. (27- 10.). Tryphon. Potuil tamen pater et alius providere
nepotibus suis, si eos iussissel heredes esse, et ciberedassel flium; eique qnod suRceret, ali(e)
mentorum nomine ab
iis
L. 5. C. b
f.
pi.
89. c. 11.
Paul.
tilio
nati fuissent,
Recep, seni.
II.
si
non
ba-
25. 8.
Digtized by
365
figliuoli
padre
rimangono salde
loro. Intanto
che
le relazioni
obsequium del
peculio profettizio,
il
il
diritto
figlio ritiene
emancipazione; se
nellatto della
il
peculio in-
figlio
il
terzo, e Giustiniano
glia,
la
il
emancipato acquista dal momento dellemanciassoluto, terminando cos lusufrutto del padre di fami-
vece avventizio,
pazione
figlio
ma quando
il
li.
Per
(h).
1 Sti-
S-
altri motivi.
ma
poich
figli;
pe' seguenti
come
per capitis deminutionem maximam et mediam. Ma se il padre addivenisse prigione di guerra il suo diritto di patria potest sarebbe solamente sospeso, e rivivrebbe per effetto del ius postliminii;
3) per dignit, quando si veniva assunto aHuffcio publico di grande
2
(g)
nem
L. 5. L. 6. C. h.
custodir!
et iniuriosa
circuitu in
I.
/urlio.
Cam
inspetimus
in
rhapismata
quorum
circumduliones ineitricabiles,
ei esse, qui
emancipare
iubemus
huiusmodi
Anastasiana
hoc Tacere, vel sinc sacro rescriplo intrare competenti iudicis tribunal, vel eos adire magistralus,
tilias,
vel et longa
gilima iura
omnimodo
liabere, etsi
consuetudine permissum
in potestale
est, et filios
suos vel
sibi servaverit, et
et le-
peculium donare,
vel
etum serundnm nostrae constitutionis modum detincre, et omnia Tacere, vana lantummodo,
cundurn quod iam dicium est, obeervatione subiate.
Ved. 8. 6. Inst. h. I.
se-
(b)
Inst.
de hered. quae ab
I,.
Nov.
11.
8-
9- 11. 12.
cap. 2.
Digtized by
importanza, come
figlio
conservava
366
al patriziato, alla
il
suo peculio
il
(a);
il
proprio
ovvero
figlio,
parte del figlio e propriamente per morte, per la perdita della cittadinanza
vera un cambiamento
una
di potest, e per
re-
la
manus e
nuovo
CAPITOLO
III.
DELLA TUTELA
TT. Ins
l'ip.
XXII.
rapin.
lit.
I.
lib. III.
13-20.
c.
la
1830.
I.
I.
Pu avvenire che
133.
le leggi
riconoscano
le
sieno
quali
per altre circostanze, come per difetto di et, mancano di attitudine onde
provvedere ai proprii interessi. Unindipendenza assoluta, prima che per
legge e per natura non sia compito
il
pieno sviluppo
fisico
ed intellettivo
Ins
h.
t.
non
liberal.
cnim
militami!, rei
si
de
inf.
consti!-
suiti
ma
L.
5. C.
(10. 31.).
Digitized by
367
La
tutela vale a
questi intraprenda
(a).
compiere
qualunque
avr sempre
il
carattere di
un
fatto naturale,
il
atto
quale
addivenendo
il
amministrare
il
l'impubere ha lincapacit
atti civili,
figlio;
rata quale
munus publicum, e
La
tutela, creata in
favore speciale
imperfetta
queste sono
tutti,
vano
il
diritto
le quali,
il
pubes,
furiosi,
prodighi,
quali
d'imprendere di per s
ma sibbene
temevasi duna
amministrazione improvida e poco sicura, e per furon dati a costoro semplici amministratori; n era possibile dar loro un tutore, non essendovi
bisogno di compiere la personalit, che in dette persone la legge ammetteva perfetta. Questamministrazione data per legge detta curatio, cura,
e lammi nLstratore curator.
siste
La differenza adunque che corre tra tutela e cura , che la prima conmassimamente nellufficio dinterporre lautorit per compiere l'immentre alla cura non appartiene
(a)
L. 2. pr. g.
in rapite libero
civili
1.
de
ad tuendum rum, qui propter aelatein suoni spunte se defendere nequit, iure
data ac promissa. g. 1. Tutores autem sunt, qui cani vim ac potcstatem liabent, eique re
ipsa notnen repcrunt; itaque appcllantur tutores, quasi tuitorcs alque defensores, sicut aeditui
dicuntur, qui aedes tuentur. Vcd. g. 1. 2. Inst. de tutelis (1. 13.). Ved. Appendice Vili, alla
fine del presente rapitolo.
Digtzed by
ma
Yauctorilas,
per
368
loro che sono sottoposti alla tutela sono privi di qualunque valore giuridico
ed addivengono
quelli
fatti
legali
con
ma
fatti giuridici.
ANNOTAZIONE
Una
Schweppe
(b)
una polestas ciimpubere perde ogni sua indipendenza e viene assorbito dalla persona del tutore; ed essere per contrario la cura un istituto pretorio, da cui non nasce polestas, e perci n meno unit personale.
Se volessimo dare alla parola polestas un significalo volgare, non sarebbe difficile andare d accordo, poich dalla tutela in certo modo viene una maniera di subordinazione del pupillo al tutore, ed in questo significato sono da prendere le parole di Servio nel testo sopraccitato. Ma che i giureconsulti romani, od alcuno di
essi, abbiano mai avuto il pensiero di dare alla polestas del tutore il medesimo vadifferenza tra tutore e curatore. Egli afferma nascere dalla tutela
vile,
per cui
l'
qualora
si
esamini
la
manus
la tutela.
Mentre
la polestas nel
concetto fondamentale consiste in ci, che colui che vi sottoposto non ha,
che esercita
la
ma
tutto ci
lui,
quando
manus
suo
n pu
avvantaggia quello
il
vantag-
ma
Che
(b)
Digitized by
Googlc
Tutt altro poi della cura,
il
il
369
l'
amministrazione
ma
Ejvero che in molti punti le regole sono le medesime e nella tutela e cura,
quali finalmente convengono in ci che ambedue sono protezione, sostegno per
ritas.
le
coloro che han bisogno dellaiuto altrui per peculiari condizioni personali.
La distinzione si fa manifesta nelle leggi. Di fatti ogni tutore ha diritto d'inter* Pupillorum pupillarumque tutores et negotia gerunt et auctomulienim aulem tutores auctoritatem duntaxat interpo;
nunt (d). Il curatore al contrario non pu interporre autorit, e sebbene in qual1'
che luogo
assenso di lui chiamato auctorilas, questa una impropriet di linguaggio: poich quando si parla dottrinalmente messa debita distinzione tra anelorilas e consensus comesi scorge dalla iscrizione del titolo de auctoritate et consenso tutorum et curatomi) i(e). Cosi quando un impubere per eccezione abbia un
curatore, e avviene chegli abbia da operare da s stesso come a ino' desempio debba
adire una eredit, devessere assolutamente nominato un tutore, perch il curatore
non pu dare 1 autorit richiesta.
porre la sua autorit:
ritatem interponunt
li
II.
Della tutela.
A. Conferimento
134
Uno
dei
modi
di essa.
11.);
D. de
).
per
un
testa-
mento con
codicillo,
23. Ved.
(d)
Vip. XI.
(e)
L. 1. 8. 2- 3.
L. C. de adm.
Virilio
tut.
<1*
(
I..
romano.
18. pr. de
adm.
S. 37.
adm.
et per. tut.
26 7.
).
L.
I..
3. 6.
).
).
47
Digitized by
370
tempo, e sussidiariamente
sale
(c).
II.
requisiti, essa
zione,
tela,
se
figlio
il
quando
emancipato fosse
istituito
erede o diseredato
(d).
Similmente
la tutela
L. 3. pr. 21. h.
(a)
etiam eoa
t.
L.
3. pr. h. t.
rum permissum
XXV
L. 21.
1. pr. h.
!..
t.:
h.
I.
qui
g. 2. Inst.
crii,
ved. noi.
modo
si
in po-
(f).
quum
debemus
Vip. Testamento
).
XXV*
tor dari
non
L.
Africanae, vel
non
(d) L. 1. g. 1. h.
fuerit,
12-18 h.
t, g.
t.
!..
13.
Pomp.
t.
Sed
si
cnim
7. de contimi, tut.
215. 3. J.
niliil
valcbit.
iure utintur.
emancipato
(c) I..
rei tei
8. Inst. h.
Risi
llio
Ilermog. Naturali
(ilio,
L. 1. g. 1.
est, et a
liis,
I..
3. cod.
quibus oporlet,
vel nepotibus,
et
Moderi
id
mini
li-
quibus oportet,
et
quornodo oportet,
Digitized by
ha
stesso
371
nomina
scritto la propria
ma pu
scuse legittime
le
(k).
diicril:
tei
prccor
pater
flio
L.
lutorcs.
2. C. h.
L. 4. de test. tut.
26. 2.
t.
Quum autem
quam
L.
L.
).
aut
non conlirmalis dederit tulorem,
eum, quamvis
in codicillis
non disienti
si
te
. 2.
L.
(i)
26. 6.
L. 4.
).
i. C.
de conf.
5.
quem heredem
L.
instiluerit,
h.
tut.
de conf.
pr.
2.
si
tut.
26. 2.
).
).
Ae-
pelanl.
daodum
crii,
ipsum manti
essent, curatorem
lutorcs
alii
iure
rem salvam
Tore.
L.
4. qui
t.
(
26. 3.
).
Paul.
tulorem dederit,
sequendum
patronus
Si
et extra ea nihil in
impuberi
personam eius, quem tulorem esse voimpuberem item dilexit , ut eum heredem inslitueret. L. 15 .Papiri. Tulores a
patrono testamento datos iussit Praelor magistratus confirmare; hi caulionem quoque aeci-
male
esse, qui et
liter, noveri!, et
pere debucrunt, ncc voluntas eius, qui tutorem dare non poluit, negligenliam magistraluum
excusat. Praelor denique non ante decretum interponerc potesl,
quam
non fuerunt,
in id
quod
strarc eoniuncto eo
in
hi,
26. 7.
).
quaesitum
est, ex
testa-
quo
L.
1. C.
de
test.
tut.
(5.23.).
Dgitized by
372
il
tutor confirmandus
dal tutor teslamentarius; mentre in tutti gli altri casi non vha distinzione
135
T. Insl.
C.
1
che lo di-
il
che
al legato (1).
ite
quando mulier
legittimi,
(1. 13.);
de legitiroa
5. 35.
parcntum tutela
(1. 18.).
).
tutore, od
valore la massima, ubi successioni est emolumentum, ibi tutelae onus esse
debel, e per vengono chiamati alla tutela i pi prossimi parenti secondo
ordine di successione (a). Nelle antiche leggi era chiamato il pi prossimo agnato, essendo lagnazione fondamento e misura della successione
ab intestato; come ancora il diritto della tutela legittima era dato al parens
ed alleitmneus manumissor tutela fiduciaria ). Sendo, nel diritto posteriore chiamati i cognati alleredit ab intestato, sono quindi designati alla
tutela i parenti secondo 1 ultimo ordine di successione (b).
28
L.
(I)
de lestam.
pr.
tut.
modo
legata
si
L. 3. C. quando mul.
c.
14.
No.
(a)
Inst
Intestato
118
infln.
fitii
5. 35.
ab
(26. 2.
bis
non
).
Papiri.
).
quoque
11. h.
1. 17.
).
L.
6. h.
l.
sed et
summovendus
L. 32-33
erit,
honorem
de cxcus.
quac
iiliis
eius re-
palris
merucrunt.
27. 1.
).
No.
26. 4.
).
L.
6. de leg. tut.
26. 4.
89.
Paul.
).
fecit,
(ilio
t.
parente mortuo agnalis defertur tutela. Inlestatus autem videtur non tantum is,
git.
legatis
L.
5.
c.
(
impubere manente
ago. tut. (1. 15.
(b) No.
decesserit,
is,
nam
Idem dicimus,
tutela eius
si
ad agoatuin revcrtitur
g. 2. Inst.
adhuc
de
Ic-
).
quae
omnibus
similiter
cognalorum
ad luleiam vocandis quique et tuasculorum, quique etfemina-
Digitized
by
La
373
un munus
civile, e la
donna non
dre
(c).
II.
Teodosio
390
(d).
te-
ma-
I.
an.
e finalmente di Giustiniano
II.
il
per
Secondo
donne or-
(e).
le
come segue:
dinato
Solamente
a)
la
madre e
figli
hanno
madre ha preferenza
la
sull
ma
la tutela.
La madre e
lava
Velleiano.
Non essendovi
tutti
loro
beni.
4 ) La tutela della madre e dell' ava materna si estingue con la celebrazione del secondo matrimonio, e se prima di questo, chi di esse sia
rum
sint,
si
sibi
utan-
Mulieribus enim ctiam nos interdicimus tulelae subire ofScium, nisi mater aut avia fue-
tur.
rit.
si
inter ge-
enim servantes omnibus a laquoad tutelam praeponuntur, teslamentariis solis lutoribus praecedentibus eas;
et ciectonem praeponi volumus.
namque voluntatem
defuncti
(c)
srulorum
est, nisi a
(d) L. 2. C.
C.
).
L.
h.
l.
1. 2.
4. C.
Nov. 118.
munus ma-
quando muliar
8. 33.
(e)
de contrm.
Nov.
(f)
Nov. 94.
c.
1.
(g)
Nov. 94.
c.
2.
118.
tut.
c.
).
).
L.
8. 29.
Nov. 22.
c. 38. 40.
Nor.
).
L.
3.
94. praef. c.
8. ved. noi. b.
Digitized by
non ha dato
tutrice
374
conti,
anno
ma
suo
pene
applicano a
lei le
di lutto (h).
ANNOTAZIONI
giacch la
termine
coemlio e
liberi
controverso se
manumissoris
la tutela
sia cessata
l'exlraneus
la
la
manum;
conventio in
manumissor sullemancipato.
Ma
ult. Inst.
dellantico
la tutela
manu-
hanno
tut-
queste tutele fossero state assorbite nella legilirna cognalorum tutela della Novella
118 (i); cosicch dopo questa costituzione non si dovr pi fare distinzione, se fini-
si
si
mancher
da
molli recenti giuristi, che hanno in ci seguito lesempio del Thibaut. La ragione
,
gnalorum
la
agnatorum, e non poteva quindi toccare una tutela fondata sopra altri principi Le positive differenze delle due opinioni sono, che secondo
quella del Thibaut, il padre eli' emancipa, chiamato alla tutela prima degli altri
tutela allantica
la
madre secondo
fratelli,
renza coi
altra opinione,
Adunque mentre
pato.
fratelli dell
concorrerebbe con
con
la
madre e
tutti coloro,
non escluderebbe
collaterali,
ma
verrebbe in concor-
136.
quali
emancipato.
emanci-
26. 6.
).
5.
32.
):
qui dare
qui pciant
ubi pelanlur
5. 31.
).
La
Hudurff.
il
1832-34.
1.
|>ag.
243.
Digitized by
del magistrato
Affinch
tro.
una legge
di
il
375
uno anzich ad un
il
al-
tutor-,
questa fa-
nalmente fu concessa
fi-
il
magistrato nomina
il
un
tutore per
legit-
timo, e questi
o dopo
si tolse
il
nullo nel suo principio, come se a ino' d esempio fosse data ad una persona non idonea, non ha luogo in questo caso la tutela dativa, ma quella
legittima passa al susseguente parente
(c).
Quando un
tutore viene a
tori
manca,
d
si
passa sopra
sogna
(a
un
sostituire
pupillo, ed
Pr. Inst.
altro al tutore
mancato; quando
vi
lite
tra tutore e
il
Si cui nullus
t.
li.
omnno
Roma
praetore urbano, et ntaiore parte tribunorum plebi tutor ei lege Atilia, in provincia vero a
(b)
stamentarium devoluta
in locurn eicusati
si fuerit
(c)
26. 1.
).
L.
26. 2.
).
Vip. Et
3.
si
semel ad
te-
adhuc dicimus,
Idem dicimus,
et
tut.
26. 4.
nisi
ei,
L. 73.
).
quem
pr. g. 1.
de R. Iur.
quura moritur
1.
Nomo
Quo
potesl
habuil habiturusve
esset, si vixisset.
(d)
(e)
L. 11. g. 3. 4. de
mun
26. 2.
test. tut.
).
vcd.
Vip. Quod
si
not. (b).
tutor testamento datus decessero, ad legili-
Senalusconsullum cessat. g.
4.
Piane
si
res testamentarii, in locurn cius, qui dcccssil, vel in civitate esse desili, potcrit dari alius
tcrurn
g.
si
2. Inst.
de
I. 15.
sit,
L.
6.
de
luto*
;
ce*
).
Digitized
by
376
il
d'
trario ed
pupillo, ovvero
La madre
al con-
tela
137
tutela.
Similmente come nel diritto di successione si possono avere nella tudue specie d incapacit, quelle per le quali qualunque conferimento
non
pu
ma
primo caso il conferimento della tutela va alad essere chiamato, e che sarebbe stato
chiamato, se non si fosse trovato l'incapace; mentre nel secondo caso ha
luogo sempre un tutor dativus; nel primo caso si ha la incapacit assoluta, nel secondo si hanno le scuse necessarie.
1
si
I.
esercitare; nel
altro,
ma se
ferir loro
una
(f)
L.
test. tut.
L. 4. 0.
de
(6.
58
L. 37. de eicus.
3. 8.
della tutela
31.
).
L.
5. 36.
pu con-
).
27. 1.
).
L.
de curai.
L.
2. g. 28.
secundum
9. C.
qui pc-
).
1. 23.
).
2. pr. g. 1. 2.
26. 6.
L.
si
Inai,
in lucunt suspecti,
off.
21. g. 4.
hered.
peregrini:
(a);
tutor dari
(g) L. 9. g. 5.
si tratta
tutela dativa
L. Hi. p. de
(5.31.).
rem babenti
git.
diritto
legittima;
tant.
il
annum, onincm
).
L.
C. de
10.
pupilli
le-
mortui,
si
ab
impube* moritur, denegandoli esse.
(a) L. 16. pr. Gai. Tutela plerumque virile oflicium est.
L. 18. de tot. 26. 1. ). Aerai.
Fcminae tutore* dori non possunt, quia id munus masculorum est, nisi a Principe fillorini tuei
si
(26. 4.
).
!..
I..
1.
C.
quando mul.
eis, sire
5. 35.
confr. L.
10. pr.
de
leg. tut.
73. de R. J.
Digitized by
,,
2
3
vescovi e
monaci
377
(b);
il
siderato
se bisogna, in giudizio
gestorum
4
(c);
minorenni prima di Giustiniano non erano assolutamente incasolamente una scusa necessaria: perci la tutela poteva
ma avevano
paci,
un curatore
(d).
si
nominava un
conferita a
a quel
fino
tempo
furiosi,
inabili
muti,
sordi,
ciechi,
amministrazione, a questi
all'
si
una
chi viveva in
ni Nov.
legitimus
mor
sii,
(h)
questa suppo-
c. #.
(c
si
123.
neque
si
8. 31.
).
et testamento datus fuerit, ncc alio modo, etsi volueril, tutor vei ru-
venitur.
(d) L. 9. g. 1.
de eteus.
1. 28.
).
de
L.
opus
sii;
quum
aliis
vel
a nostra
autem constitulione
3. 30.
L. 8. C.
crai incivile, cos, qui alieno ausilio in rebus suis adminislrandis egere noscuntur, et sub
ved.
(e,
L. 8. C. de leg. lut.
(fj
5. 30.
].
not. antec.
. 2. Inst. qui dare tulores (1. 14.). Paul. Furio-
sus vel minor vigintiquinque annis tutor testamento datus, lune tutor
tis.
leg. tut.
crit,
ut in locum furiosi
L. 17. de
et
muli
lui.
(26.
1.
).
et sordi lutoris
alii
tutores dentur.
(20. 4.).
mutus
!..
40. de eteus.
27. 1.
).
L.
L.
Diritto
romano.
1. 23.).
Itcm
si
48
Dgitized by
378
sta
primo caso
il
il
il
perentorio delle
scuse, e, se dissimula
pena perde
contrario
il
la
scusa quando sar liquidato il debito; se egli tace di questa sua condizione
ed accetta la tutela, non liberato dal debito suo, n per pagamento, n
per altri modi di estinzione. Se il tutore diventa creditore durante la tutela, non la perde perci, ma gli si aggiunge un altro tutore o curatore (m);
d ) quando il padre e la madre nel testamento hanno escluso uno
dalla tutela (n);
e
rem
colui che
pater dederit, hoc ipsum praeslat ei eicnsationem; sicul per contrarium non eicusantur,
tendam eicusationem
eius, qui
hoc solo
utitur,
quas quis
quod ignotus
cum
patri
Non
esse
pupillorum
de cicus.
27. 1.
).
L. 8-10 de confr.
tut.
autem
acini
t-
divi fratres
sii,
capitaics fuerint, nec reconciliatio intervenit, a tutela vel cura solcnt cicusare.
26. 3.
L.
si
6. g. 17.
).
de eicus. (27. 1. ). AI odut. Oal remissionem lutelae et capitai inimicitia a creato Tacta adversus palrem pupillorum, nisi secundtim tcstamentum apparuerit datus
tutor, nisi postquam scriptum est tcstamentum, capitale certamen iis ad inviccm constitit, vel
L. 6. g. 17. pr.
(i)
nisi anliquior
quidem
ut supponatur debito, et negoliis; et hocci epistola Impcratoris Severi ostenditur. g.9. Inst.
de eicus.
(fc)
1.
28.
).
g. 12. Inst.
fi. 23.).
L.
Tacere
(
26. 2.
(l)
sed bona
fide; et
movet.quum
L. 27.
g. 1
de test.
tut.
).
quam cum
L. 16.
).
g. 4. Inst. h.
(1. 23.).
t.
nemo
se
est.
hunc neque
L. 21.
g. 6.
obnoiios
csste
si
cum esse
L.
un. C.
si
isl.
3. 47.
).
26. 3.
Sed et
promulgalunt
).
Alodest.
est.
Digitized
by
379
finalmente
(p);
il
tutela chicchessia,
lui si
pu ragione-
(q).
138 .
Doli' obbligo di
T. Inst. de cicusat.
-TT.
(5.62.).
tela,
l
Se
1.
23.
).
D.
li.
t.
(27. 1.
).
C. de excusat.
il
il
la qualificazione di
il
63-08.
quale ha
il
ava hanno
ncccUare
d accettarla.
Tuttavia
gi nominato
pu
il
diritto
per contrapposto a
son conosciuti
nome
Per
di scuse volontarie.
la
qual cosa
si
della tutela:
il congedo di buona condotta. Se essi furono
armi tutto il tempo stabilito pel servizio militare, cio 20 anni insono scusati per sempre, tranne dalla tutela di figli e figlie di soldati; se al contrario essi vengono congedati prima di finire il loro tempo,
se prima di cinque anni di servizio, non possono per nulla essere scusati, se dopo il quinto anno, sono scusati per un solo anno, se dopo lottavo per due anni, se dopo il dodicesimo per tre, e se dopo il sedicesimo
ebbero
soldati eh
sotto le
teri,
gli alti
(p) L. 2. C.
(q) L.
cius
sii, cl
de
(a);
3. g. 12.
de suspcct.
gencraliter, si
sari, reiicerc
eum
qua
(b);
iusla causa
26. 10.
).
Vip.
Si tutor
in ca tutela vcr-
debebit.
(a) L. 8. pr. g. 3. h.
t.
Modesl.
g. 3.
est,
non liahct
autem post odo, biennii, qui autem post duodecim, tricomi, qui autem post sexdccim, quadrienni!, qui autem post viginli, sicul sopra diiimus, continuo absolvetur.
ib) g. 3.
Inst. h.
t.
L. 6.
t.
Digitized
by
380
precedente
i
)
(d);
paragralo
il
(c);
giuristi
gli assenti
momento
del ritorno
devesi riprendere
f
l
coloro
imperatore
(e).
Una
quali
tempo
nel
officio di tutore
dell
dell assenza,
prima
hanno cura
pu
(f);
di quelli del-
(g);
g) grammatici, retori,
pratici. Tutti questi allora
patria, nel
tutela gi accettata
ma solamente
essere ricusata,
luogo
dell'
filosofi, cultori di
hanno
il
il
diritto di scusarsi,
Roma
origine o in
giurisprudenza
e medici
quando
nella loro
numero
stabilito (h).
che avevano un
erano
di figli e specialmente gli abitanti di Roma
cinscusati qualora avessero tre figli, quattro gli altri abitanti d Italia, e
numero determinato
que
provinciali.
venti e legittimi
battaglia; era
quoad in
pula Asiac, Bilhvniae, Cappadociae, tribali immunitatem a tutelis, hoc esl
praesidaiu sunt. . 16. Remittuntur a micia et cura magistratus civitatum.
Gcncralitcr sancimus, omnes viros reve(c) L. 52. C. de cpisc. et cleric. ( 1. 3.
rendissimos episcopos, ncc non presbyteros, scu diaconos, et subdiaconos, el praecipue monatesiamcntariae
chos, licei non sint clerici, immonUatcm ipso iure omnem haberc tuielac,sivc
sidattis,
non solum luielac eos esse expertes, sed ctiam curae, non solum
tutofuriosi, et muli, et surdi,et aliarum personarum, quibus
t.
Nov.123.
c. 5.
cipum assumtos optimi maximique Principes nostri conslituerunl excusandos, quoniam circa
L. 11. 2.
latus eorum agerent, et honor delatus finem certi temporis ac loci non haberct.
de minor, 4 4. ).
(e) g. 2. Inst. h. t. Itcm qui reipublicac causa absunt* a tutela vel cura excusantur. Sed
et si fuerunt lulores vel curatores, deinde reipublicac causa abesse coepcrunt, a tutela vel
cura
excusantur, quaienus reipublicae causa absunt; et interea curator loco eorum datur. Qui si
reversi fuerint, recipiunt onus tutelae, nec anni babent vacationem,ut Papinianus libro quinto
L. 10. pr. . 2. L.
responsorum scripsit; nam hoc spatium habent ad novas tutelas vocali.
45. pr. g. 1. h.
L. 2.C.
si tut.
(4.
6.).
(g) g.
Inst. h.
t.
1. Inst. h.
t.
L.
10. g. 2. b.
in
t. L.
1. C. si lui. vel
g. 1.
L.
fisci
L. 6.
adini-
41. pr. h. t.
sua id
g. 1-2. h. t.
Digitized by
381
di altri,
le tre tutele
dre.
Non
si
scusa per la
diritto di
figli
quanlo
numero
il
responsabile
dei pupilli,
ma
pa-
il
per
di-
il
come
una sola tutela. Pur nondimeno una sola tutela di grande importanza, un motivo di
scusa. Una tutela per che si fosse liberamente chiesta, o per cui non si
opposta una valida scusa non considerata nel numero (k);
k coloro che hanno sorpassata 1 et di 70 anni (1);
coloro che sono talmente poveri che hanno appena tempo di pensare al loro mantenimento (m);
viso di quattro o pi pupilli, consideralo
tutore di
gli
ma
ammalati;
non
provvisionale
(i)
L. 2. .
si
possono
un curatore
(n);
2-8.
L. 18. 36. g.
1. L.
37. h.
i. pr.
Inst. h. t.
enim
cipali. Si
cia qiiinque,
vel
curam
a tutela vcl
placuit
ameni propter
Romae
publicum munuscsse.
non prosunt.
Filii
ameni
superstiles
(ilio
Itcm
tria
non prosunt,
in
nani et tutelam
vcl curae
adoplioncm autem
(k) 8- 5. Inst. h.
numerum;
tantum ad tulelae
si in
eman-
!..
in per-
(S. 66.).
tutela vcl
curacorundem bonorum,
ve-
lini
rit, si tain
fratres, si
ratio administrationis
g.
(l)
nit.
13. Inst. h.
30. 6.
(m)
).
L.
g. 6. Inst.
t.
ved. noi.
t.
1. b.
(d).
(
L. 2.
3. 68.
pr.
L. 13. g. 11. h.
t. L.
si
3.
de iure iromu-
).
diti fratres,
!..
quam
7. 40. g.
t.
(n, g. 7. Inst. h. t.
propter
quam
L.
10. g. 8. L. 45. g. 4.
li.
t.
Digtized by
n
o
beni da
am-
(o);
come
dei muratori
magazzini
lsici
382
ministrarsi
navicularii
mensores frumentoni
il
pu-
degl ispettori de
) ,
(p).
Tutti questi motivi di scusa valgono per ogni specie di tutela (q).
Quantunque vero ed esistente uno di questi motivi, non pu farsene nessun uso, quando si fosse promesso al padre di accettare la tutela dei figliuoli (r);
quando
il
il
quando
(s);
l'
il
sue scuse
le
(t):
e finalmente
quando
mento
(u).
per
sibile
altri
ricusarla:
b
c
il
il
tutore che
ammesso
(0)
I..
40. g. 2. h.
L. 11. C. h.
Paul. Sed
t.
el
L. 46. pr. g.
1.
h.
I.
Hermag. Qui
t.
est.
L.
L. 24. C. b.
de legit
Sor. 118.
(r)
tut.
26. 4.
).
L. 1. C.
de
iis,
qui-
t.
2. g. 5. L. 30. g. 2. h.
t.
Imperalor Anlo-
est; idquc
t.
am-
Icgii iure
(v);
L. 9.
in
omni
C. qui dari
alio.
I,.
(8. 34.)
c. 8.
g.9. Inst. h.
t.
L. 18. g. 1. h.
t.
aliler
Val. g. 183.
(s)
(1)
2.
26. 2.
rum administraverunt,
).
8. 63.
).
(u) L. 8. g. 2.
et
eum
quam bona
pupillo-
j.
est.
Paul. Amitlcre
si
Fragr. Val.
id,
. 134.
ad excusalioncm.
(v)
L. 11. g. 2. de min.
(x)
L. 11. g. 2. eod.
(y)
L. 12 g. 1. h.
4. 4.
).
t.
Digitized by
continuare la tutela
dalla legge,
uno
far valere
computando
il
momento
dal
tutti
sua nomi-
sorgere
perentorio stabilito in
mento,
(z).
Chiunque voglia
Il
383
meno
e,
di
50 giorni
durante
in quattro mesi,
motivi di scusa,
(bb).
si rigetta,
il
processo
(aa). Il
domanda si
pu esser tenuto dei
In caso che la
tutore
(cc).
.
fl)
Dciramministrazionc in generale.
ti salva m forc
(46. 6.).
G. de tutore
(1. 24.).
Rem
non dedit
(5. 42.).
Vcd. not.
(in
(a).
(n).
Qui antem eicusarc se volimi, non nppeliant, sed intra dies quinqutginta continuos, ex quo cognoverunl, excusare se debent , cuiuscumque generis sunl : id est
(aa) g. 16. Inst. h.
t.
si
si
intra
et ainplius triginladierum.quod
quam quinquaginta
dies.
L. 13. g. 1. h.
sint
t.
(bb) L. 38. b. 1 . Paul, quinquaginta dierum spalium lanlummodo ad conteslandas excusationum causas perline!; pcragendo cairn negotio ex die nominalionis continui quatuor mense consliluti sunt.
!..
Tutor
17. g. 1. de appet.
t. (
3. 62.
L.
non
49.
1.
).
L.
3. G. 13.
li.
t. (
3. 62.
Nov. 72.
fecil,
c. 8.
quod vulgo
L. 7.
pr.
).
26. 7.
vel curalor, cuius ioiusta appellatiti pronunliata crii, cuiusvc excusatio recepla
non
).
Vip.
sit,
ex
erit obligatus.
de adm. et peric.
Digilized by
384
che
il
nomina
(b).
Se furono
eletti
pu
2) Entrato il tutore nell'amministrazione delle cose pupillari, egli devessere libero nellamministrazione cosi come nelle cose proprie; ma pure
il
tutore
factum non
tcm acstimalur.
ncm
quod
L.
24. C. de
sit. Si
pupilli interest;
factum
adm.
lata:
(e);
eum
tut. (8.
lui.
(8. 8t.).
L. 1. g.
(b)
1.
L. 8. . 10. L. 0. de adm. el princ. tut. (26. 7.). Vip. Ex quo innotuit tutor,
non utiquc
eum
testato
eum
unde
cunque cognovit, nulla dubilatio est, quin debeat periculum ad ipsum respicere
L. C. hoc
autem, quod cognovit tutor, pupiilus probarc debebit.
L. 8. C. de pr. tot. (8. 38 ).
(c) Pr. g. 1. Inst. h. t
Noni lutores testamento dati satisdare non coguntur, quia fides
eorum,
et diligentia
non oneranlur, quia idonei elecli sunt. g. l.Sed si ex testamento vel inquisitone duo pluresvc dati fuerint, polest unus ollerre satis de indemnitale pupilli vel adolescenti,
dati salisdatione
et contutori vel concuratori praeferri, ut solus adminislrel; vel ut contulor satis olTerens, prae-
ponatur
ei
con-
curalore suo, sed olferre dcbet, ut clectionem det contutori vel concuratori suo, ulrum velil
satis accipere,
ilio
nomo eorum
gerere dcbet;
quod
si
satis olferat, si
non
fucril
adsrriptum,
quem maior
pars elcge-
gerere dcbet, ut cdiclo Praetoris cavelur. Sin autem tutores dissenserint circa eligcn-
dum eum
vel eos, qui gerere debcnl, praetor partes suas inlcrponere dcbet.
est, id est, ut
Idem
et in pluri-
slratio ferel.
(d) L. 1. pr.
Calliilr.
de act.
lui.
27. 3.
(e)
adm.
et pr. tut.
26. 7.
).
26. 7.
).
lide
praebcrc debct.
Digitized by
Google
-
-a
hi se
il
c) se
il
18 :
denaro pupillare
ultimo
le
le
la
(g).
la
spese.
2)
amministrazione
Dell
in particolare.
no.
C.
la tu-
2.).
(5. 50.).
il
necessario;
ma
si
ex
il
magistrato
potr determinare
si
Quid ergo
si
est, si
gratinili.
graliose, sed
inilio
susceptac lineine,
el
si
per latnm culpnin luloris mimis idonea tempore luiclae esse cocpc-
dum
idonea fuoriui
damnum, quod
si
vel
manifesta negli-
de adm. (26.
7.).
L. 1. . 1. L. 2. g. 3.
li.
t.
Vip. Sed
enim inipulabiiur
(b) L. 1. g. 1.
ci,
si
,
quos heredes
lune
L. 2. g. 2. L. 3. 5. h.
id
t.
Digitized by
386
non
figliuolo,
il
quando
ella stessa
terminare egli la
somma per
gli alimenti,
t)
141 .
C. de auclorilale praestanda
8.);
(8. 89.).
Ufficio
Lautorit
affari
che imprende
il
pu-
pillo,
Il
tutore
m
(e)
N. 22.
38.
c.
(d) L. 2. C. h.
t.
de suspccl.
(5. 80.).
si
0
;a,
L. 6. h.
L.
1.
pr.
Sed
si
ille
eum
esse ad
Praefectum
I.
li
I.
- Digitized
by
di
un peculio a favore
momento
387
uno schiavo,
di
(b).
mezzo
come consenso.
petrarsi
il
pu
inter-
momento
n prima, n dopo dell affare conchiuso; altrimenti esso si considera conchiuso senza lautorit del tutore (d). Finalmente l interposizione
stesso,
Se
vi
sono molti
tutori, tutti
hanno
(e).
ma in
guisa che
sufficiente lautorit interposta da uno di essi, menocch non si trattasse
dellarrogazione dellimpubere, poich in questa emergenza richiesta
rit,
l'autorit di tutti
Sono
tutori.
un determinato
espressamente
(b)
L.
tutore, ed
consulente
al
1. . 1. 2.
il
4-8 de
tut. acl.
si
(f).
27. 3.
L. 1. g. 2.
(7;/.
eum; nani
ait, teneri
s cuti
donationem accomo-
ita
de adjn.
).
Vip
utrum malint
ut pr his, qui
fari
non possunt,
annum
Tutor
ita
ipsi
tameo,
autem
debet auclor
fieri, si
hoc pupillo
prudesse existimaverit. Post tempus vero sul per epistolam interposita auctoritas nihil agii.
(c)
fieri;
L. 8. h.
t.
cum
pupillo
fiat,
natn auctoritas non condiiionaliter, sed pure interponenda est, ut conditionalis contractus
conlirmelur.
non posse,
L.
7. h.
quidem
L.
t.
Vip.
Quod dicimus,
tilt.
C. h.
t.
ei
semel
in
dictum
personas acquiritur
est, nihil
ei
stipula-
prohibet auctoritas.
quam
testamentarii
vel per inquisilionem dati tutoris et unius auctoritas suffciebat, licei plures fucrant,
si
destinati, legilimi
autem
omnes consentire
lege vocali, sive a iudice vel inquisitione, sive simpliciler dati, et unius tutoris auctoritatem pr
omnibus (utoribus
tiae partibus. Ibi
sulficere, ubi
non divisa
cicnim neccsse est singulos pr suis partibus vel regionibus auctoritatem pu-
Digitized by
;188
A VAOTAZIONK
Per conoscere lino a che pun il pupillo potr essere obbligato in affari giurisenza autorit del tutore, oltre quanto fu osservato nella parte generale (. Iti.
bisogna aggiungere che:
a quando l inipubere 6 convinto di dolo, resta obbligato di per s in forza
dici
zione
quando
cosi
I'
ex re venit
obligatio
iure
senza che
civili,
(h).
Tutte
momento
l'
(i).
sura avere
il
lite:
un
rescritto di
lui
sicch tutte le
per quanto
carattere di obbligazioni
era arricchito
al
civili (k).
Era
conchiusi
dall'
Una di
(1).
modo;
Quod
(g)
46. de O. et A. (47. 7.
).
).
L. 23. de
et aliquid in
eum impendere,
dtindo obligabanlnr.
(i)
min.
t..
8.
4. 4.
L.
L.
gatur
6. g. 5.
Pii,
compensationem
si
14. 3.
L. 111.
pr.
venit,
Cundtim habeo
de R.
I.
nani iudicio
obligan-
rum
communi
bis,
diii-
de conCcss. (42. 2
de auct.
et cons.
L.
pr.
).
civili.
Inst.
de auel.
(1. 21.).
L.
rcscriplum Divi
).
1. g. 2.
de cunst.
).
(k) L. 8. pr.
g. 4.
(47. 2.
communem
in eo pupillus dederit;
13. 8.
damnum
clini si
pccun.
vel
Curi.
sii,
3. 3.
eius,
quod
8. g. 18.
gestii palilur.
ad SC. Veli.
).
in
id
quod Cactus
L. 3.
L.
16. 1.).
pr.
com.
1. g. 18.
si
noi. prec.
(13. 6.
).
L. 3.
negotia gesserit
est locupletior;
L. 10.
dep (16. 3.
).
post
agendo autem
de
inst. act.
Vip
Nani
communi autilio et pieno iure munitus sii, non debet ei tribui extraordinarium auiilium,
cum pupilla contractum est sine tutoria auctoritate, nec locupletior Cactus est.
utputa
;l)
g. 3. Inst. quib.
mud.
abl.
3.
29.
).
!..
12. 2.
).
I..
21. pr.
Digitized by
389
pupillus sine tutoria auctoritate stipulanti promiserit etsolverit, repelitio est, qui
de condict. ind. 12. 6). Le parole dell'altra sono: Pumutuanti pecuniam accipiendo ne quidem iure naturali obligatur .L. 59 de
pillus
L. 41
0. et A. (44. 7).
Tra
opinioni degli antichi giuristi ha ancora oggi una certa importanza quella
Martino ad leg. 25. de fleiuss. seguila dal Cujacio nel cemento alla
de V. 0. e recentemente dal Puchta, c quella di Accursio e di Donetlo (m).
giuristi recenti che lo seguono, si cerca di accordare i due
Secondo Martino ed
passi con quelli che ammettono un' obbligazione naturale, affermando che questi
suppongono un arricchimento del pupillo che giustifichi la naturalis obligalio, menle
del glossatore
log. 127.
tre
due
citati
tale arricchimento: e
(n).
Questa interpreta-
zione che a prima vista sembra sufficiente, considerata attentamente, senza alcun
obbligazione naturale
il
rescritto di
Accursio e Bonetto
al contrario
affari giuridici
(o),
1/ opinione
moderna
come
non fondano obbligazione naturale, ma da quelle delle altre persone come eredi
o fideiussori del medesimo indubiamente deriva la naturale obbligazione. Anche
questa interpretazione insufficiente, poich incopatibilc una obbligazione accessoria senza la esistenza di una obligalio principali.
Per conciliare le leggi tra loro, bisogna venir notando ci che segue:
Senza l'autorit del tutore il pupillo, non avendo il ius alicnandi, non potr
1
fare un pagamento; per conseguenza tutto quello che ha pagato potr ripetere con
la condictio indebiti (p). Questa regola temperata quando il pupillo si arricchito
pillo
ad
leg.
L.
Fole.
35. 2.
).
1.}.
!..
23. g. 1.
1. . 1.
de nov. (46.
mora
2.}.
ibi fieri,
quem
pupillus dedii ex
Comm.
istis
g. 2. 4.
ita iusta
).
dies
(o)
Ved.
36. 2.
).
XX.
c.
de solut.
46. 3.
).
Papinian. Naturalis
quod
vili-
22.
3. g. 4.
!..
93. g. 2. de solut.
I,.
obliga-
iur. civil.
quando
moram
L. 44. 93.
sor,
leg. (36.
Si idi uni
L.
quando dics
19. g.4. de don. (39. .}. L. 1. g. 13. de O. el A. (Il . 7.).- L. 127. de V. O. {43. 1.).
46. 3.
de negot. gesl.
3. 5.
).
L. 23.
. 1.
).
1.
b. t.Ulp. Pupillus
I.de R.C.
vendendo sine
(12.
tutoria auctoritate
non obligetur.
Digitized by
dalla obbligazioni*, poich allora si dava luogo all' exceptio doli; fuori di questo
caso adunque il pagamento fatto era indebito, e quindi possiamo dire con la legge
59 de 0. et A., che dall affare conchiuso non si origina neppure un' obbligazione
naturale. Pure se il pagamento fatto non dal pupillo, ma dal suo erede, il creditore
ha la soluti retenlio, poich 1 erede ha il ius disponendi.
monio
siasi
si
pu contro
avvantaggiato,
ma
il
di lui
resto
il
naturalmen-
ci, di cui
il
suo patrieccezioni
le altre
5):
Pupillus sane,
eius,
quod
gessit,
quod
palitur
ge-
si
Con
1'
il
in giudizio,
tore in giudizio,
eccezioni,
di
leggi-
Come
si
parlato di un negozio unilaterale conchiuso dal pupillo senza 1' automodo si ragioni di un negozio bilaterale senza autorit.
Giacch in un negozio
l'
intera obbligazione;
ili
nisi
(
pupillo
12.
non
vi
quanlum
.
).
Vip.
il
locum
per
obbligato, o
civilmente in quanto
!..
di simil fatta
il
tutta la obbligazione
!..
persona Incuoi
esse
9. g. 2. de aucl. tut.
faci! repetilioni
interdiclom
non ambigilur. Et
si qiiiilein
;2t>
ulpola
est, solverit;
8 ).
si
pu-
non
in
Digtized by
391
l'
obbligazione,
altro contraente
S- 112.
cl
eie. (26.7.);
de re-
bus eorum qui sub lalela vel cura sunt (27.9.); C. de adminsiralione lulorum
ralorum eie. (5.37.);
si
vel cu-
non gesserit (5.55.); de praediis cl aliis rebus minorum sino decreto non alienandis
vcl obligandis (5. 71.); quando decreto opus non est (5. 72.);
si quis ignorans, rcs
minore* esse
eie. (5.73.);
si
dare
amministrazione che
il
il
tutore
ha dei beni
del pupillo
pu riguar-
di questo patrimonio.
mantenimento del patrimonio pupillare obbligo principale del tutore di mantenere il patrimonio intatto qual era, quando egli
prese possesso dell'amministrazione. A questo scopo egli ha diritto e obbligo di prendere tutte le misure convenienti , specialmente: di vendere
1} Rispetto al
deteriorano,
si
vare, pu farlo
egli
ha lobbligo
volta gli
per
le
si
g. 21).
de acl. eml.
(11). 1.
(b,
L. 3. g. 9. L. 7. g. 1. h.
!..
9. g. 8-
t.
Inai,
de auct.
(e).
L. 13.
t.
(26. 7
).
e. I. g. 271).
officio
earum
re-
suo fungi.
(5. 37.).
L.13. h.
non
mantenimento
Vari croie, o.
il
V. anc. pr.
t.
minus idonei
non
quam non
foeneravit,
conveuitur.
(c)
(d)
I..
;r; I.
13. eod.
3.
ved.
0. ubi
nut. (b
2.).
!..
3. C. h. 1. (3.
Digitized
by
sempre rispondere, pure deve aver continua mira all'aumento del medesimo. Ma specialmente obbligo del tutore di comprare beni stabili dal
danaro del pupillo, se ci possibile, ovvero in modo sicuro metterlo ad
interesse quando l educazione del pupillo lo richiegga; altrimenti sufliciente che si depositi e si custodisca gelosamente (f). Secondo il diritto an
teriore nel caso che non si potessero comprare beni stabili, il danaro do-
non deve
3
il
(h).
Nellamministrazione va compresa
la facolt di alienare,
ma qui
medesimo
le
cose pupillari
pupillo, soltantoch
suo
quando
come
come
se fossero
lalienazione era
cimento.
La prima limitazione
dell E.
la
quale viet
ai tutori
195
e curati
l'a-
un
tazione autentica, e da
urbani ed a
mente
le
N. 72,
il
(h)
In
(i).
c. 6.
L. 21. 26. C. h.
nalionum
le inutili.
I..
rescritto di
t.
L. 1.
(3. 37.).
Vip.
Is
si
per eos
67. g. 3. de
rit.
nupt. (23. 2.
do*
(26. 7.).
dolo
L. 11. bo-
L. 1. de rebus
corum
1.
Quae Orati
in
Tertyllo et Clemente Css. Idibus luniis. g. 2. Et sunt verba cius huiusniodi: Praetcrea,patrcs
et
ulienum
tantum
ex rebus ccteris non possit exsolvi lune praetor urbanus vir clarissimus adeutur; tjui
destinici , quae possunt alienavi obligarive debeant manente pupillo actio
pr sua religione
Digitiz-ed*by
Googie
393
forza di queste disposizioni lalienazione non entra nei poteri dell'amministrazione della tutela.
Quando necessaria
unalienazione,
il
strato,
ovvero, se
Io
la vendita non si fosse mai fatta (1). In cos fatto giudizio il reo convenuto
pu allegare che egli acquistava le cose pupillari per mezzo del decreto;
mentre l'attore deve provare che questo non esiste, ovvero di nessun momento (m). Ma lalienazione pu esser tenuta come valida:
a quando 1 attore vuol propriamente arricchirei a spese del con)
venuto;
senza
(ni;
e
f
se
il
finalmente se
il
obreptum
agrum a parente
tur , nihil
novandum
(5.
censeo.
Ved.
L. 2. C.
L. 3. . 13. L. 7. . 3. L. 10.
de adiu.
h.Jt. (27.9.
L.
(n) L. 13. h.
L.
t.
27. 9.
).
L.
L.
. T.
nibil
conqueslus
relrnctari
est
eam
Ved. not.
maior. facius.
super
tali
(3.
8. C. h.
C.
si
(3.
t.
c.
3-7.
(3. 71.).
t.
(i).
(
74.). lustin
me
ad di -
L.
3.71.
....
3. C. b.
is,
t. (3.
8- 2. Inst.
).
qui
XXV
eam
fide
71.).
quib. alien,
Ideoque praecipimus,
idest post
bona
1. . 2. h. t. (27. 9.).
2. 3. C. si
(o).
(2. 8.).
2.).
si
communis
esse pruetori . Si
si
lic.
per quin-
annos connumerandos,
mini-
Quum autem
cum
de-
si
minor
vel post
veniam
aelatis
silcntio
transactum
sit
L.
L. 14. C. de rei vind. (3.32.). L. 3. de reb. alien. (4.51.). L. 14.C. de evicl.(8. 43.).
Diritto
romano.
80
Digitized
by
394
quando
il
padre permise
il
tutore
pu legalmente alienare
nell atto di
aliena-
un
zione, ovvero
il
narsi (p);
b
c
quando
cosi pure
alienazione
e
pillo
si
vengono alienale
cos se
le
(s);
(t).
di alienazione,
si
legge
il
al
tutore
non era
liberato dalla
il
pa-
rendite,
pi di
fp) L.
1. g. 2. L. ult. h. t.
Maxim. Praedium
rusticani vel
L.
1. 3. G.
suburbanum
a minore viginti
est.
(3. 72.
Dioclet. et
).
praesidis, nisi parentis voluntas seu leslatoris, ex cuius bonis ad ininorem pervenit, super alie-
An
iusta
enim praesidalis
vir claris-
pali s accedit.
(r)
L. 3. pr. b.
t.
sit
vel
(s)
si
si
est, ut
salvum
ei pupillo,
L. 1. g. 2. L. 3 g. 2. 3. L. 5. g. 4. 6. h.
fundus pctitus
sit,
alteri pupillo
fundus sii
emtus? Et magis
qui pupilli
fuit, et
sit
ius pignoris
is,
cuius
27. 9.
).
Vip.
Idcmquc
erit
diccndum, et
L. 2. C.
h.
t.
5.
72.
).
(t) L. 5. g. 3. h t. Vip. Si fundus pupillo pignoratus sit, an vendere tutores possunt, hunc
enim qnnsi dcbilorem, boc est, alienum, vendunt? Si lamen impetraverat pupillus, vel pater
eius,
pupillare. Idcmque, et
(u) L. 23. 27. C.
nente?
si
fuerit causa
de admin.
quemadmodum debent
damni
3. 37.
).
non posse
/uff. Conslitulionem,
quam nuper
fccimus, dispo-
rum
quantilnteni
minime
et
rcnlum solido -
excedente?.
Dgitized by
nendo a queste determinazioni avesse soddisfatto il suo debito direttamente al minore, non era sciolto ipso iure dall obbligazione; sicch se
dopo il tutore chiedeva novellamente il pagamento di quel debito, allora
poteva esserne liberato, quando ne provava la reale esistenza nel patrimonio del minore; in caso contrario poteva essere obbligato da capo al
pagamento.
143.
Non
ufficio,
tutti
tutori,
tutela,
interpositio auctoritatis,
ma
amministrazione
de'
beni
ancora.
si
il
diritto d interporre
autorit in quegli
atti,
che
all
le
omissioni e la mala
I tutori
scelti
ad inslruen-
dos contutores; essi hanno lobbligo di apprestare ai gerenti le notizie oc1 amministrazione.
Come tutori, essi hanno diritto d inter-
correnti per
porre
autorit,
ma con
le
medesime
amministrazione dipende
dall
(a).
ultima vo-
lont del testatore, e se questa manca, dal Pretore che col suo decreto di
quidam
. 139
),
affida a chi
sunl qui rei notitiae gratta daniur; suul, qui ad hoc dantur, ul gerani; et hoc vel paier adiicit
ul unus, pula, gerat, vel voluntale lulorum uni commiltilur gestus, el Praelor ila decernit.
non racle
iis
el si honorariis -
quum
nam
si
interdicla est,
lulor
sii,
nisi
prohibilum fuerit
ei solvi,
pulo libera-
lionem colingerc.
(b)
L. 3. g. 1. de
adm.
el per.
26. 7.
).
dcslinavcrit testamento, quia tulorum tulelam gerat, illum debere gerere Praelor putavit;... g.
Digitized by
divisa
ni
3!I6
amministrazione pu essere affidala a molti egualmente tutela indei medesimi be), sicch tutti hanno la totale amministrazione
(
Essi saranno
(c).
ritto nell
ma
ugualmente sindacabili;
tutti
ciascuno ha
di-
il
tu-
strare
(e).
hi
inus, nec quisquain pule!, ad ho* periculum nullum redundare; constai enim, hos
cussis prius facultalibus eius, qui gesserit, convenir! oportere; dati sunf
toret actus eius
(c)
custode; imputabiiurque
et
banl, suspectuni
eum non
L. 3. g. 8. L. 24. g. 1. de
pcrmissa est
quandoque,
cur, si
adm.
et per
26. 7.
).
Paul.
Si
est,
pere
quaesilum
in
est,
quatenus quisque
administralione tutelar,
tutela
gerenda
benigne accipienduni
est,
non possunt.
duobus simul
iis
fecerunt.
dati sunt,
et Tilius
tutelati! gessit, et
quaedam adminisiravit,
tertius
contili
et in
unus
si
pe-
quatii
eccepii, tenetur.
(e)
T. C. de dividenda
(fj
L. 2. C. de div.
lui.
lui.
5. 52.
5. 52.
).
).
Caria, et
Mumer.
res sivc curatorcs in eodcni loco seu provincia constitutos necduni fin, licentiam habet
lescens et
unum eorum
eligere et lotum
ado-
ci
dolum
atti
ununiqucmquc pr sua adniinistrapericulum invicem tutoribus seu curatoribus non sostiluenlibus, nisi per
alter corunt
eis,
sii, vel
vel tarde
solidum convenire,
iLa ut acliones,
est,
cia
de eicus.
).
quas adversus
L.
1.
alio* habet,
unum
ex bis in
ad eleclum transfera t.
L. 19.
27. 3.
).
;27.1.).
307
un tutore speciale per un affare, che non dev essere amministrato dalordinario (h); ovvero quando invece di quest ultimo dato un tutore
provvisionale per tutta 1 amministrazione de' beni.
l'
U4.
TT. D. de
de lideiussoribus
et
nominaloribua
de contraria tutelar et
olili
C.
et
de heredibus lutorum
curaloruni (3.34);
et
7.)*,
de contrario
La
somigliante al mandato; e
I.
ovvero
1
Tra molti
pupillo
al
dopo terminata
il
la tutela,
modo che:
tutori si origina
per con-
lintiero:
seguenza questazione pu essere prodotta indistintamente contro ciascuno, sempre che lamministrazione non divisa; o divisa solamente per
privata convenzione dei tutori medesimi, dato che tutti siano nello stato
di poter pagare (a). Sono per concessi dal diritto tre benefcii bencficium
:
excussionis et ordinis
actiomm.
a
Il
primo consiste
in ci,
che
il
dere che venga prima chiamato lautore del danno, purch egli stesso non
mato: cosi
il
(h) g. 3. Insl.
de aucl.
Ad prolcgendam causato
culo,
(ium
quum
12.
L.
mandata
ved. g.
de
in lite
143. not.
(e).
L.
fossero chiamati
tul.
3. 44.
).
Gallien.
Ycd.
1. g. 11.
12.
li.
tutti
dad.
peri-
nego-
c. 2.
1. 3. C.
gessisti, frustra
(a)
tut.
t.
L. 2. 3.
C.de
divid.
(27. 3.).
si
se
quod
cimi luteiam seu curam non administrasse dicitis; nain elioni ccssalionis ratio reddenda est.
Prius tanten propter actuin suum eos convcniendos esse, qui adrninislraverunt, saepe rescriplura est.
L.
3.
C de
Digitized
by
pr
purch
rata,
398
ed
il
chiamato
strato, ciascuno
loro
il
(e).
L actio tutelae
testatore
gli eredi,
e su ci bi-
tutore, e questi
muore dopo
Quando
il
del tutore
mossa contro
lazione gi
(f).
Quando
il
in giudizio;
litis
ma
contestatio,
essi
suoi eredi
c) Quando lerede
si
minciato dal suo antecessore, deve rispondere del proprio dolo e della
propria colpa
(c)
I..
1.
(h).
8- II, 12. h.
Vip. Et
t.
quidem omnes
est,
omnes
sot-
quisque solvendo
si
erit, dividi
et si
poterunt conveniri.
L.
2. C.
li-
si
non ges-
b.
t. (
27. 3.
Non tantum
Vip. g 18.
).
eliam post rundemnalionem desiderare tutor potest, ntandari sibi arliones adrersus conluio-
!..
(f)
L. 8. g. 1. in
Intuii.
non
est.
(e)
fin.
de fideinss.
tut.
g.
.43.
noi. (e).
Heredes tutoria ob ncgligeuliam, quae non laute culpae comparar! possil, condemnari
oportet,
si
39. g. 6. de
(b)
Ved.
I..
adm.
4. pr.
de her.
lui. 8.
84
lis
damno
1..4.
pupilli
lucrum captatimi
L.
de fideiuss. et bered.
F.l
si
post
morlem
negolia pupilli gererc persevcraverit, aut in arca tutoris pupilli pccuniam inveneril, et con-
),
399
3) Finalmente se il tutore ancora figlio di famiglia, pu esser chiamato in giudizio ed obbligato come un paterfamilias nel caso che avesse
da disporre; se chiamalo dopo lemancipazione, pu esser condannato
in id quod debilor facete potest ( . 96. ) qualora il padre si sia immischiato nell'amministrazione del figlio pu essere tenuto in solidum; se no,
dovr risponderne solamente secondo le regole generali sugli obblighi
;
Se* il tutore e
ma
aclio
'
ex
(i).
non sono
suoi eredi
1
stipulatu,
il
solventi,
i
pupillo
il
pu
rivol-
sono chiamati
quali, se
pri-
uso del beneficium divisionis, purch fossero fideiussori di molti tutori; poich non concesso quel beneficio, se sono garanti di un solo tufar
tore
e ci anche quando il contratto di garentia fossq stato conchiuso
per mezzo di stipulazione (k). Quando neppure fideiussori sieno nel caso
;
un risarcimento
di poter dare
loro,
proposero
(postulatoresj
al pupillo, questi
tutela,
altri
secondo
le
Se
(1).
un homo
tutore
il
regole generali
alieni iuris,
il
padre tenuto,
(.
di
eam
suinserit, ve!
nam quuin
suo nomine;
eum
(n).
L.
4.
(k) L. 3. 4.
fi.
3.
!..
3. 0. 7.
37.
de adm. et per.
2.
fi.
(si ita
et
nom.
27. 7.
).
L. 21. de lui.
Alexand. Eligerc
Nam
cum
in
debes,
solidum et
eum
reo et
L. 2.
qui sditeci,
(.1.
de fideiussor.
rum
teneri
8.).
ulrum rum
eum
87.).
(m)
4.
fi.
quum
Nov. 4.
!..
a lraelore
1.
3. (in. de fideius.
).
Vip.
Eadem causa
videtur aflirmatorum,
c. 1.
L.
ult.
rem pup.
L. i. C.
cum
sit, si
duntaxal de peculio.
minino
27. 7.
C. quod
datus
attigit tutelalo.
iis
praesidium
Digitized by
400
il
al pupillo, e solamente in un sol caso pu competere al tutore contro
magistrato, quando cio vi sono altri tutori ed il magistrato da uno ha
(o).
tutto ci
questa azione per qualsivoglia obbligo del tutore: cosi in caso di lurto,
egli
dell actio
furd
(p).
Di rincontro a questa azione sta laedo tutelae contraria che comil pupillo o eredi; essa tende al rim-
il
lo,
furti; e
gli
eredi
(r).
satisdari
quam
responsi,,
non dedit
L.
2. 8.
ad mun.
(50. 1.
L.
1.
eorum citcnditur.
L.
1. 8.
(5. 42.).
a mogistralibus
(o) L. 2. 3. de mag. conv. (27. 8.). Vip. Proponebatur, duos lulores
municipalibus dalos cautione non ciacla, quorum allerum inopcm decessisse, alierum in soli-
iste
cipalern babere possit atiquam aclionera, qtiura scirei, a contutore suo, satis
Dicebam,
quum
factum
sit,
non
esse
ciaclum.
neque lutorcm, quum nunquain tutor adversus raagistralus babeat aclionem. Senalus enini
consullum pupillo subvenit, praesertim quum sit, quod tutori iraputelur, quod satis a contutore non esegit, vel suspeclum non fecit, si scit, ut proponitur, raagistratibus cura non cavisse. L. 3. Iulion. Quodsi tutor ab hac parte culpa vacci, non erit iniquurn, adversus magislratus aclionem ei dari.
L. 9 g. ult. h. t. Vip. Ccterae actiones praeter tutclae adversus tulorcm competimi,
(p)
et si
(q) L. 1. 8- 3(r)
L.
mo lenelur, nisi
fecit,
L. 3. de contr.
1. 8- >9- ss.
I,.
2. 8- 4.
furti,
damni
iniuriae, condiclio.
t.
(27. 3.).
rem
et altera alterato
non
lollct.
Dgitized by
animo
Sed
et
401
. 145.
Termino della
F.
TT.
Inst.
C.
tutela.
I).
do suspeclil
de
(5. 43.):
La
tutela finisce in
vani modi:
quando
maxima
'a'.
e media,
e per la
)
il
le
la
f
sospetto: e
testa-
tutore nominato
si
come
allor-
si
ammettono
colei che
stata prodotta
pi interesse
officio
egli gerente
ovvero onorario; se
il
tutore
(e).
quam
timi,
tollitur
simplo
(a)
rei
si
Pr. g. 1. 3. 4. Inst. h.
t.
t.
(d)
L. 3. g. 1. 4.
Ved.
g.
quod
lac-
fuerit abla-
duplum
il, in
80.
(1. 22.).
No?. 94. 2.
Sed et usque
g. 2. 5. Inst. h.
processo,
(I. 22.}.
c.
si
il
(b) g. 3. 4.
(c)
niliil
muore durante
g. 5.
sii tosta
L.
I. g. 6. 7. h.
I.
suspectos postulare, et sciendum est, quasi publiram esse hanc actionem, hoc est, omnibus
pelerc. g. 7. Quin imo et muliercs admitiuniur, sed hae solae, quao pinate nccessiludinis durtac od hoc procedura, ulputa maler, nutrii
(e)
L. li. h.
t.
. 8. Inst. h.
t.
Sed
si
quoque
et avia possint.
Diritto
romano.
51
Digitized by
402
il
pupillo, qualora
il
tutore neglesse
il
patri-
non fece innon potr mai essere cagione di simile accusa (f); rimosso il tutore per dolo, addiviene infame, anche la colpa lata
gi per s un motivo di rimozione, ma non produce infamia (g).
Per tutto il tempo che pende il giudizio di rimozione fa d uopo con-
un
ferire
altro tutore
( dalivusj.
si
il
dolo
(h).
ANNOTAZIONE
Grande
minutis
difficolt
(4. 5.)
trovarono
testamento
tur. Igitur
de capite
iti?,
deferun-
dati, vel
ditates exinde legitimae, quia agnatis deferuntur, qui desinunt esse familia
tati . 11
de
poich
la
qua
alla
et liere-
mu-
legge
si
estin -
gu e per capitis deminutionem minimam la tutela che conferita ad un ftliusfamitias; mentre l ultima legge citata dice espressamente che la tutela conferita ad un
famiglia non cade per emancipazione.
figlio di
Il Mhlenbntch vorrebbe circoscrivere il principio di Paolo allo dado inadoptionem; sicch la capitis deminutio minima scioglierebbe la tutela, quando il filiusfu-
maggioranza degli
(f,
ft.
vel
(i).
imperciocch
la
fa
parola di
Suspcclum ecim cuin putamus, qui minibus talis est, ut suspectus sii;
curator, quomvis paupcr est, fidclis tamcn et diligcns, removendus non est
13. Idsi. h.
enimvero tutor
scrittori:
t.
quasi suspectus.
(g)
I..
4. . 1. 2. h.
t.
(26. 10.'.
(h) g. 2. Insl. h.
suspccti
(ieri
I.
L. 7. 0.
si
h. t. (3. 43.).
possunt. Et quidem
Adhuc idem
erit
S. SS.
).
-W Uhtrnbrvcli
romp.
8.
S87.
Digitized
by
ma
403
di capitis
con pi ragione hanno creduto che Paolo con quelle parole accenni alla
tutela legittima delle XII tavole; e per avere chiaro il senso avvisarono di alterare
il testo; cosi vediamo molti seguire Gotofredo, il quale in vece di iure alieno, legge
iure antiquo (k); altri seguire ledizione Aloandrina, la quale legge non deferuntur
Altri
di defurentur (I). Sembra per che, stando agli scoliasti delle Basiliche, non
sarebbe necessaria questa modificazione del testo; di fatti essi spiegano le parole
hoc est qui
controverse
rei* iix/jnlrzir* vTrtZzvtr la* pixpi tw tow *zrpU nXirrs
remanserunt in potestate usque ad mortem patris ); il che vuol dire quella tutela
invece
termina con
wi m
deminutio,
la
140
(.
II.
I).
la capitis
tela,
eletto,
sappia
o no che la tutela non gli spetta; se poi questo supposto tutore interpone la sua autorit, chiamato falsus tutor. Egli si trova nei medesimi
egli
come
pr
actio
il
sua amministrazione e a risarcire il pupillo dei danni, come un tutore davvero (a). Nel modo stesso il protutore avr per s l'azione protutelae contrario per essere rivaluto dei danni (b); la sola differenza che vi esiste tra
la protutelae e 1' actio tutelae , che pu essere prodotta anche durante
1*
amministrazione
D altra parte
Golhofr.
(I)
(tu
o. c.
I.
(a)
Savigny.
(c).
il
come vero
tutore,
Rudorff Dritto di
,
in Ollonis
77. not. p.
tut. III.
pag.
thesaurus
Htuehkc,
238.
L. 1. pr.
4.
de eo, qui pr
re administravcrittutclam, idcirco in
sii,
(b)
grado
II. p. 170.).
museo renano
VII. 108.
1. Vanjerou,
L. 5.
L.
h. t.
1. 8- 3.
qu
s tutor,
(c)
patrimo-
g. 288.
non
il
in egual
est,
3.Cum
Digitized
by
mane
menomamente
il
Pretore
e dall af-
gli
quale, sapendo di
il
il
un vero pregiudizio,
mento
il
non conosceva
legato; soltantoch se
fare conchiuso ha
nome; se
rit
401
pupillo non
Il
(e).
111.
Della cura.
117 -
A.
Inai.
de curatoribus (1.23.).
Cura
del minori.
romano cape-
Rudorff
pag.91.
o. c. 1.
ss.
il
il
curatore proposto
In
(a).
(b).
Il
da un testamento. idoneo alla cura colui eh dichiarato idoneo alla tutela, soltantoch il marito non pu essere curatore della moglie minore, n
(d) L. I.g. 9. eod.
non
quae non
lulor
t
non
lulor
gessit, leneatur. Et
fuil,
bactenus lenebitur,
gessi!, tenehitur,
quod verius
si alius
gessit,
si
cognito,
quod
non
necessarios pupilli
est.
(e)
(a)
h. t.
an vero in
aitigli tutelati),
Quodsi quaedam
tum
fuil.
qnod
id,
viri
Mini, ut sua negolia lueri non possint. g. 2. Iiem inviti adoloscentes curatores non accipiunl,
L.
(b) g. 2. Inst. h.
(I. 4.).
L.
L.
qui pe-
2. g. 4. 5.
t. vcd.
noi.
5. g. 5. L. 33. g. 1.
prec. L.
de adem.
1.
L. 7.
g. 2.
de min.
dbyGooole
Digitize
vi
pu esser obbligo
d'
gi esercitata la tutela
In quanto
giudiziale,
all
si
(c).
405
accettare la cura di
minori soggetti
al
130. 142. ).
( .
curatore possono senza l'intervento di questo ef-
tutela
lutamente necessario
il
di
concede
minore
il
il
decreto giudiziale. Se
si
(d:.
let
stanze, gli si
il
ANNOTAZIONE
La facolt che ha il minore di obbligarsi senza il consenso del curatore, anche
quando abbia domandato un perenne curatore, chiarissimamente provata dalla
legge 101. de V. 0. (45. 1.). Puberes sine curatoribxis suis possunt ex slipulatu obligari. Con tuttoci se ne manifesta ancora il dubbio, e la quistione su ci non manca
di essere
obbligare sopra
persona,
la
ma non
sopra
(piali
il
il
minore
si
potr
il
stieri
pos-
siffatta differenza
intenderanno
gli
contrarre senza
tali
che cadono
sul patrimonio;
ma
in
questo
modo
obbligalorii.
Checch ne
la facolt di
obbligarsi senza
sia,
ci
secondo
il
il
ovvero
minore pu
non
fonti
si
pu
quantunque
poi
men gravemente
obligar-,
ed
altri
il
tesi a
testo.
Di
fatti
vediamo
il
toninus
miscat.
(d) L. 101.
L.
3. g. 2.
(e) (Vocili,
de V. 0. (15.
1.).
L.
13. de
6.).
L.
et A. (11. 7.).
L. 2. g.
1.
et transactionibus e. 20,
vari 7>uwe,
de
ved.
annoi.
ad hanc. leg.
Digitized
by
.,
logge
la
come
lialmente
interpetrano
polest pateriamilias
auctoritate
paterfamilias
Obligari
(45. 1.)
in potestate est,
proinde
hunc conlraclum
e nella
si
(f).
medesimo
ripetizione del
ac
i quali non hanno curatore; lile parole della legge nel senso, che non sia necessaria
Quanto valore abbiano queste opinioni si mostra dalla
altri
la
XXV
si cita la
legge 3. C. de in
servari non oportet; qutun non absimilis ei habealur minor curalorem habens, cui a praetore curatore dato bonis interdictum est Si vero sine
needum tempora
In questa legge
il
equiparato perfettamente
obbligare
il
il
pupillo potesse alienare validamente; eppure da Settimo Severo gli fu limitata la fa-
colt in
se per
B. Della
T.
1).
de curaloribus furioso
cura
cl aids
la
la
gli fu tolta di
mano
148.
di altre peritone.
(27.
10.).
C. de curia lori*
furiosi,
prodighi,
sordi
ciechi.
nis
i4. ad Inst.
(f)
Kinm'o, de paci,
(g)
Ved. noi.
(a)
Vtpinni. Fi agni. XII. 2. Lei duodeniti labularuin luriosum, ilemqac prudigum cui ho ;
interdictum
c-
III.
20
. V.
(d).
est, in
Digitized by
si
ebbe come
pe
40"
ma
alle volte
secondo
al furioso,
il
magistrato ne
il
dovea
e per vantaggio
le circostanze de casi,
te-
, a voler
(b), era sancita pure nelle leggi delle
XI 1 Tavole. Questa tutela come la precedente era legittima, in quanto che
era deferita agli agnati, ma veniva limitata ai soli beni che il prodigo
avea ereditato ab
beni
strato
il
(c).
Per
il
diritto posteriore
que-
(d).
che per
il
prodigo interdetta
la libera
per.l aliena-
1'
muni
duo addiviene
di
terdici tur
bonorum suorum
L.
administralio;
1. p. h. t. Vip. Lege XII labularum prodigo inquod moribus quidem ab inilio iniroductum est
tei Pracsides, si lalcin hominem invcnerint, qui neque lem pus, nccxpensarum habet, sed bona sua dilacerando et dissipando profumili, curalorein ei
dare esemplo furiosi; el landiu erunt ambo in curatone, quandiu vcl furiosus sanilatcm, vel
que
ille
I..
linoni
linis prodigis,
confr.
sit
Yed. noi.
(e)
!..
li.
non poterai,
quem
patri: liberlinus
cum
2.
si
patri beres
intestato, sed ex te
fieri
possit, qui
nec
(b).
I.
Paul. Sed
et aliis
filmili
quoque
patri
curatorcm dure.
Digitized by
cipalmente
1
ditori
408
II.
si
possono annoverare
le
seguenti cure:
(f);
in
un conco rso
di cre-
(g);
la curtt
figliuolo
(h);
si
muove
lite
sullo stato al
APPENDICE
La
tutela qual
si
Vili.
l'
ultimo risultalo di un
le accidentalit solo,
ma
lo stesso
principio informatore.
Era proprio del popolo romano il concetto che gl individui, clieran fuori della
poteslas, della manus, o del mancipium, non avessero perfetta la personalit, ma
abbisognassero di una defendo, ossia fosse d' uopo che si pensasse di supplire lauctoritas che mancava su loro. Chi imbelle non pu difendersi da s, non tur,
non persona perfetta, e come non pu difendere s e i suoi diritti, ha bisogno
della defensio, della tutela. In generale sono due le classi di persone reputate per
loro condizione imbelli, l' impubere, ossia l' individuo che non ha peranco pigliata
la
imjniberum e
la tutela
mulierum. Lasciare
diritto
il
loro
romano
stabilisce la
tutela
prii
il
patrimonio
diritto dei
(f)
L.
3.
de curai,
tur.
curaior
datar.
L. 2. de curai, bon. dant. [42. 7.). l'Ip. De curatore constilucodo hoc iure utimur, ui
(g)
Praelor adeatur; isque curatorem curatoresque conslituat ex consensu maioris partis credito-
rum,
L. 8. h.
t.
Vip.
bona distrahenda
Bonorum
ventris
in provincia sunt.
!..
1. 8-
[37. 9.).
(i)
pus
sit in
ail lu-
lianus libro vircsimoquarto Digestorum, curatorem constitui debere, qui omnia curel, actiones
axerceat.
6 in fin. de tut. (26.1.). Vip. Ei, cuius pater in hoslium poteslale est tutorem dari non posse palam est. Sed si datus sit, an in pendenti
sit datio quaeri potest. Et non puto dalionem valere. Sic enim post patris regressum recidit in
(k;
potestatcru, atque
si
nunquam
!..
Digitized
by
,.
409
Chi adunque avea il diritto di successione, ed era perci immediatamente chiamato alla eredit del pupillo, quegli aveva il diritto di difendere la persona di lui, ed
amministrarne i Leni.
La tutela adunque nel suo carattere primitivo un diritto di patrocinio che in
tal qual modo supplisce alla potestas che manca sull impuhere; ed istituita nell' interesse non del pupillo direttamente, ma del tutore prossimo congiunto di lui.
Di questa tutela la prima forma senza dubbio la legittima.
Secondo le leggi delle XII tavole era chiamato alla tutela il pi prossimo erede
1' agnato (a), purch fosse capace
e rimanesse sempre tale, onde una capitis demitrito
minima
pu esser
ma
Ma al
(b).
pari
come
il
diritto di
il
suc-
diritto
trasferito
chiamato
re, era
alla tutela
che
sto,
si
si
come
fosse
all'eredit legittima
il
patrono:
ma
era necessa-
avesse avuto sullo schiavo la propriet quintana; giacch nel caso oppo-
rio
il
impe-
rocch essendo considerato servi loco colui che trovavasi in causa mancipii, ed essendo manumesso con le medesime forme che lo schiavo (e), era naturale, che il
diritto di eredit concesso al patrono dalle leggi delle XII tavole si estendesse ancora al manumissore di un caput Uberum, e da ci emergeva pure il diritto della
tutela. Cosi un figlio di famiglia allo scopo di emancipazione era con la mancipatio
mancipio
fatto
gittimi discendenti
sull
manomettente
la
quale po-
(duodecim labularum) ab intestato vocat ad Lulelani agnatos, non hanc habet significationem, si omnino non feeeril lestancnlum is, qui poterai lutores dare, sed si, qnantum ad tulelam pcrtinel, intestatus deeesserit;
(*) g. 1. 2.
Ins de
Gai.
Ins
(b) g-
non
II.
1-
5.
leg.
sgn. tut.
(1. 18.).
is
lei
g. 186-157.
(1. 16.).
L. 7. pr.
quae
de capii, min.
(4. 5.).
Tutelas etiam
deferunlur,
V.
148 ann. ). Igitur testamento dati, vel ex lege, rei ex Senalusconsulto, erunt nihilominus tutore*. Sed legitimae tulclae, ex XII Tabulis interverluntur eadem ratione, qua et hercdilates
g.
exinde legitimae, quia agnatis deferuntur. qui desinunt esse familia mutati.
g. 138-163.
(c) Vip. Fragm. XI. 6. li. Legitimi lutores
Itisi.
I.
mento
g. 23.
Non
tarnen
Gai.
alii
Inst.
Gai.
(d)
Gai. Inst.
I.
illis
tutela
bonis mea, a
ita
me quidem
solo
sii Ialina,
non etiam
si
. .
te
ab
Ante manuinissionem
manumissa
latina Beri
Gai. Inst.
Diritto
1.
123. 138.
romano.
III.
114.
82
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410
tale che aveva acquimanumittetur, come al padre stesso, al parens manumissor che avea fatto suo figlio mancipio altrui col patto ut remanciparetur, ed
avea poscia manumesso il figlio dopo la remancipatio in mancanza del padre la tutela passava agli agnati discendenti secondo il grado della parentela civile (f).
Finch dur questo carattere della tutela l' amministrazione del tutore sopra
beni del pupillo fu perfettamente libera, e solamente le donazioni furono proibite in
ogni tempo; bisogna quindi percorrere lutto lo svolgimento di questo diritto per
trovare le prime disposizioni che restringono la libera amministrazione; giacch,
come sopra si detto, solo ai tempi di Settimio Severo furono proibite al tutore alcune alienazioni.
Questo diritto della tutela derivante da quello di successione rest lungamente
di stretto diritto civile; imperocch quantunque il Pretore avesse cambiato l'ordine
di successione, misurandolo dai legami di cognizione, pure non avendo avuto quest ordine novello per lungo tempo nessun effetto sulla delazione delleredit, la tu-
stato
mancipium
il
all'
col patto ut
sempre un
tela rest
Una
tino a quel
testamento; stando
tiva
S- 13.
Con
).
tutto ci
il
diritto pretorio
l'
che metteva per condizione necessaria di cosi fatta tutela la patria potestas del padre, si che questi non poteva nominare il tutore per un figlio emancipato; ma posteriormente con la conferma del testamento paterno potevasi legalizzare la tutela
data fuori di quella condizione.
si
pillo
come
l'
sottoposti
sem-
tela,
si
ma
Tolto via
mancipium, pi non
si
ebbe
la tutela fiduciaria;
e terminata la
manus,
ed acquistando la donna indipendenza e dignit, fin egualmente la tutela delle donne. Finalmente Giustiniano, cambiando totalmente il diritto di successione, dette
alla tutela novella
Non
forma e regola.
pi gli agnati
ma
all
eredit, e
(f)
1.
g.
Ut.
siiti
eflcitur,
II.
coemplionatore
Cai.
122.
Dgitized by
111
durante tutta la vita. Il principio che inforil medesimo che per l' impubere; era
statuita affinch si conbeni nell' interesse del pi prossimo congiunto della donna,
il
quale ne assumeva appunto la tutela: sia che fosse il pi prossimo
agnato, sia che
fosse il manumissore di una schiava, ovvero 1 estraneo manumissore
di una donna
mava
colesta tutela
servassero intatti
tenuta in
mancipium
(g).
La
La donna poteva
1
tor optivus.
La
Vip. XI.
la
quando
la
limiti (k).
(h)
3. 5. 27.
Gai. Inst.
I.
168. 172. 101. 193. Agnalis, qui leghimi tulores suol, ilem mantimissn-
Gai.
Inst.
animi levitalem
I.
in tutela esse.
in
manu
est,
tutoris optio, id est, ut liccat ei pernotter, quein veli l ipsa, tutorem sibi optare, hoc
Titiae uxori
meae
Quo casu
licei
mori
vel in
omnes
res, vcl in
aut duss optare. 131. Celeriim aut piena optio dalur, aut angusta. 132. Piena
proiima ac supra diximus; angusta ita dari solet: Titiae uxori meae dunlaxal
ila
modo:
unam
forte
dari solet, ul
tutoris optionem
semel do, aut dumlaxal bis do. 133. Quae optiones plurimum inler se difTernnt; nani quae
plenam optionem habet, polest semel et bis et ter, et saepius tutorem optare; quae vero angustani habet optionem, si duntaxat semel data est optio, amplius quam semel optare non potest; si tantum bis, amplius quam bis optandi facilitateci non habet. 134. Vocantur autem Ili,
qui nominalitn testamento tulores dantur, dativi; qui ex optionc sumunlur, optivi.
Digitized
by
4)
dava
falla
tutori speciali,
quando
il
tutore legit-
timo fosse impedito di operare, cos per costituire la dote, do Ics comluendae causa
lege Julia et Papia; cosi quando il tutore legittimo era minore, ovvero dato ad
ex
adeundam heredilalem
(ni).
restando
il
agnati per
le
donne
fu abolita
ma
il
(l)
Cicer. Pro
Murena
I.
e. 12.
quam
est,
inabten-
longe aberil
is tu-
174. Sed eicipitur ne in absenlis patroni locum liccal liberlac tulorem pctere. 173.
tor
habemus
eliaro
parentem qui
autem
tutelarti
liberi
oanctus
sibi
est.
Huius quidem
in patroni
absentis locum.
tulorem peiere,
adeundam.
(n)
Gai.
(o)
Frag. Val.
I.
. .
veluti ad hereditatem
in.
fi.
323.
Digitized by
LIBRO
in.
Diritli Reali.
CAPITOLO
I.
DEL POSSESSO.
T.
1).
linenda possessione
gerstrom
De Savigny,
(7. 32.).
I.a tornar/idei
ponetelo e
il
Il
2.);
C.
1836.
Tit-
Puchta
149
1.
tiene sopra
mus,
cio,
1
Cos definito,
il
possesso
al
si
dichiara per
uno
coll
stato di fatto,
ani-
che
ri-
(a)
quia
L. 1. p. h.
I.
esercizio d
t.
Labeo
lit, a
culi
est, ut et
si
(c) g. 4. tosi,
licei
si-
manu ponat
(2. 9.).
Digitized by
Googte
Ili
protetto come qualunque svolgimento della personalit, che non sia evidentemente ingiusto.
altri preferito,
finch
non pruovi
per s un
producendo un
il
diritto.
titolo migliore,
In materia di possesso ci
o provando addirittura
il
non provata
finch
la propriet, se
si fa
diritto di
ne lascia e se ne tutela
1'
pro-
possesso;
il
ma
esercizio a
il possesso tal fatto che fa nascere presunzione di propriet, solo possibile dove la propriet possibile, e non
dove questa non pu aver luogo; il che tanto chiaro che alcuna volta
Da questo
sessioni.?, cio
diritto di poter
sedere
( ius
possidenti
certe condizioni
pu
il
potesse appartenere ad
un
altro:
si
distingue
civile,
civile,
pos-
il
ius possessioefficiente
diritto stabilito e
cono-
(e).
)
Ma perch
il
effetti
buire a s
il
diritto di propriet;
al
mento
un
il
come causa
proprio
il
diritto di
ed ancora sotto
sciuto
il
la
si
semplice detenzione
Romani esprimevano
il
il
materiale fonda-
il
cario;
il
(il) I,.
insomma nec
vi,
(f).
de inlerd.
(c
g. 3-0. Inst.
ff)
L. 6. pr. g. 1. L. 7.
li.
(4. 13.).
I..
L. 41. pr. b.
I.
I.
Dipitized by
415
ANNOTAZIONE
Sulla nomenclatura e propriamente sul significato delle parole possessi*) civili
c naturalis, avvi forte controversia. Dagli effetti del possesso
lutti
casi in cui
almeno
il
pu
si
che in
stabilire
ammessi
interdetti possessorii, si
Egualmente
civiliter
civile,
significato,
ovvero anche
la
giuristi
moderni
|h).
il
possesso
tripar-
si
stretto.
Volendo attingnere dai fonti la vera divisione del possesso, si vedr quel che sopra abbiamo esposto, che cio se la detentio congiunta coll' aniimis domini, ani-
mus rem
ritto civile
(i).
diritto civile;
accordo se
gli effetti
ma questo
meramente
che d
significato,
storico, e
saremmo
di
trattasse sapere, degli effetti del possesso quali abbiano origine civile
si
e quali pretoria. Ora non gi questo il punto della questione; poich la parola civile in dottrina vuol dire tuttoci eh' emerge dall' individualit del diritto romano,
g.
150 ann.
che, dando
il
),
manca
in tutto
1'
le
espressioni gi adottate.
civilis possessio,
gl
speciali
Da ci
risulta
interdetti
anche
al
possessore
naturale, sar raffermata la nostra divisione, ossia che dato nel possessore lantmws
(g)
XX.
Thibaul ardi,
pag.
ih)
civile
178. Sintenii,
vili, Lipsiae
(i) !..
1839.
1. g.
li.
g.
I.
ss.
7. Tohn, Museo
Haimbergtr.
Puchla de possessione
diritto
g.
ci
182.
rouiano
li. $.
181.
Digitized by
rem
416
sar naturale.
La testimonianza
civile,
dei fonti, se
S- 1-
mente
niano
alla
usucapio pr
la
massima suddetta
secondo
il
si
rapportasse sola-
diritto anteriore
a Giusti-
il
Ora
1'
potest,
nell'
ran-
nodava. Oltre che non potendo accettare s grande negligenza dei compilatori, abbiamo motivo di credere che tale massima non era solamente applicabile alla usucapio pr herede, ma anche alla possessio proprielatis, e per questa rimasta; tanto
pi che in varii modi, e positivamente e negativamente, la troviamo adoperata ed
applicata anche nella legislazione giustinianea
Sciendum
civililer,
est,
(4. 63.).
g.
(k).
L.
1.
L.
g.
2. pr don.
[41.
4.).
L.
sibi
).
L. S.
6. g. 3.
mutare
dominum
!..
C. h.
L. 10.
t.
t.
[7. 32.).
fin. si
L.
Da questo
L. 2.
(8. 4.)
is
qui
liceret, vel is
qui
dominum
rem
Nam
el si id
et inci-
Digitized by
passo
scorge
si
l'
417
chiamano
giuristi
il
in
si
provassero
d' in-
non come conseguenza o esempio della frase antecela teoria del Savigny potrebbe giovarsi di questo
frammento. Imperocch non sarebbe un grande argomento quello di voler conchiudere, che solo il possesso civile meni all'usucapione da ci, che il creditore pignoratario, sebbene abbia tutti gli effetti giuridici del possesso tranne l'usucapione,
tcrpelrare la parola denique
direbbe, essere
si
sieno concessi
leggesse
nelle quali
nomine
il
il
pignoratario credi-
gl'
come esempii
alieno.
Grave difficolt si presenta dal Savigny e dai suoi seguaci con un argomento
preso da due leggi, una delle quali (L. 1. $. 9. 10. de vi (43. 16.) ) cosi dice: Deii
citur
is,
Denique
eaque deiecta
uxor. (24.
tionis
sit,
1.) ):
Si
eum, qui
causa dare, et
is
l'
altra
possessionem iussu
nam
et naturalis
eam rem
uxori
meae dona-
quia,
li-
cet illa iure civili possidere non intclligatur, certe tamen venditor, nihil habet,
quod tradat >; in queste leggi adunque mentre si nega il possesso civile alla donna
donataria del marito, pure considerata come possessora ed ha gl interdetti (I).
Con queste
leggi
si
non
moglie, ma
alla
tei detto,
al
si
seguaci
ma
che
al
l'
sia espresso
il
suoi
si fa
lui,
ma
tmde
vi si
concede anche
nome
possie-
ec. (m).
civile (n);
ma egli
come
non
potest
(o).
altrui,
altri
questo caso
(I)
(ni)
il
ha
L. 16. h.
I.;
L. 1. 8' 2.
nota massima
Veli. L. 1. g, 4.
la
che
fin-
gl'
pr donato (41. 6
},
Kierulf, teoria del diritto civile comune, pag. 319.N.5. Thibaut, Archivio civile XXIII,
pag. 188.
(n) L. 20. de don. int. vir. et uior. (24. 1.).
(o) L. 1. g 4. L. 16. h. t .Paul. Si vir mori cedat possessionem donalionis causa, plerique
putant, possidere eam, quoniam res facti infirmari inre civili non potest; et quid attinet dicere,
non possidere mnlierem, quum maritus, ubi noluit possidere, prolinus amisit possessionem ?
!..
1. 8- 2.
Diritto
romano.
83
Dgitized by
418
chi sarebbe quegli che potrebbe usare degl' interdetti ? Fino a questo segno
tesi,
casi diversi,
come
che anche
sostenere la
filiamolo e simili,
il
si pu<>
(p).
. 150.
II.
Del subbietto e
dell'
fatto del
che
il
sia
che la schiavit venga per nascita o per prigionia, ovvero derivi dalla
deminudo maxima
cajjitis
(a);
nemmeno
ultimo idoneo
ritto
al
possesso.
Pure, quand anche alcune persone non sieno capaci di volont legaconcedendo ad esse la legge la capacit di aver propriet, non si pu
loro negare n anche il possesso; e per tal modo l infante, il furioso, e
le,
le
re idonee
al
possesso
Affinch
si
finge la volont ed
I..
eaque deiecta
vel
sii, polcrit
il
proposito di attribuirsi
interdiclo uli;
non tamen,
(p)
il
(b).
una persona
L. 1. g. 6. L. 23. g. 1.
I..
21. 30. g. 3.
I..
si
si
la
pro-
Vantjtruw.
19. g.
1. h.
1. g.
t.
190.
luiol. L. 23. g.
1. In liis,
qui
rerum suarum singularc ius est, eorpotamen possessionem amittunl; neque enim possunl tideri aliquid possidere, quum ipsi
ab alio possideantur: seguitar ergo, ut reversis his nova possessione opus sit, etiamsi nemo mein liosiium potestalcm pcrvenerunt, in rctincndo iura
raliter
1.
!..
de U.
1.
Forum aulem,
et possidere et
iis et
per servum,
Digitized by
priet, cio
419
proprietario,
il
econ l'animo
di esserlo
impossibile,
enBteuta; d
all
cio:
)
al
al
le quali
creditore pignoratario;
sequestratane, e
medesimo
effetto del
lanimus domini
al superficiario; c
tane e chi riceve la cosa in precario non hanno l 'animus domini, n possono averlo, possedendo alieno nomine; ma essi riconoscono gli effetti
giuridici del possesso dalla volont del possessore precedente; per la
(c).
ha sulla cosa soggetta al possesso esclusivo, n si pu insieme e collettivamente concedere ad altri sopra la stessa
totalit della cosa; onde la massima: plures candem rem in solidum possidere nonpossunt (d). Ma solo nei due casi seguenti possibile che molli
abbiano il possesso nello stesso tempo della medesima cosa: quando l'uno
3
abbia
Il
giusto,
il
altro
si
il
naturale e
l'
altro
il
sa;
La regola
ma
anzidetta vieta
il
possesso di pi sulla
totalit,
ma
in
modo che
il
questa la compossessio. Se
animus
ad
(c)
(d)
L.
3.
sunt. Contra
8 5. h. t.. raul. Ex contrario plures eardem rom in solidui possidere non posnaturam quippe est, ut quum ego aiiquid tencam, tu quoque id tenere videaris.
scribit, eum, qui precario dederit, et ipsum possidere, et cum, qui precario
Idem Trcbalius probabat existimans posse alitilo iuste, alium iniuste possidere,
duos iuste non posse; quelli Labeo reprehendil, quoniam in summa posses-
Sabinus lamen
acceperit.
duos
iniuste, vel
multum
interest, iuste quis an iniuste possideat; quod est crius, non magis cninr
apud duos esse potesl, quam ut tu stare \ idearii. conf. L.4. pr.L.5. 8-13. h. t.
(e) I.. 26. h. t. Pomp. Locus certus ex fundo et possideri, et per longam possessionem
rapi potesl, et certa pars pr indiviso, quae inlroducilur vel ex emtione, vel ex donatione, vel
sione, non
eadem
possessio
qualibel alia ex causa, incerta autem pars nec tradi. nec capi polest, teluli
tum
e<(;
nam
si ila tibi
id,
tradam:
quod
incer-
est, potasi.
Digtzed by
se
una
ciascuna parte della cosa possa slare da s sola, o dal possesso abbia
avuta esistenza divisa.
Quanto
II.
all'
le
le
la
qual
cose incor-
non si pu
un libero creduto schiavo
uomo
possedere un
abbia
libero;
sebbene jl possesso
le
di
(f).
ANNOTAZIONE
La controversia
naturalis
si
riproduce tra
gi stabilito nel paragrafo precedente essere possesso civile quando si possiede animo rem sibi habendi, e naturale quando si possiede nomine alieno. Ora essendo il primo possesso quello solo dal quale nasce il diritto degli interdetti, non
si unanimi nel dar ragine, perch il creditore pignoratario, l'enfiteuta, il superficiario, il sequesiratario, e il possessore del precario abbiano diritto anchessi di produrre gl'interdetti sopracitati.
Il
Savigny ragiona
come
di questi casi
non accettano come necessaria condizione del carattere giuridico del posl' animus domini, che per essi troppo ristretto ed esclusivo. Questi scrittori
cambio di ci, mettono per fondamento del possesso giuridico un animus di nacomprenda anche i casi di possesso citati, che pel Savigny c
dei (piali
sesso
in
si
opinano
sesso
sesso
pongono
in
(li)
un punto
di
che solamente
l'
dall'altra parte
(f)
t.
il
creditore pignoratario
si
contemnamus
venga
30. g. l.eod.
reli fi in
or in
et pr privato
Sed et per
L.
(2. 9.).
ed
(gl
(h)
WomkOnig,
g. 9. 23-25.
Kicrul/f,
teor.
I.
353.
Docking. Inst.
I.
g.
123
altri.
(i)
Schmitt giornale
,
di Gicsscn. g. 253.
Barici
s.
cod. V. 177.
Digitized by
come un possessor
almeno questo detto espressamente
qualificato nei fonti
1:21
mentre
nomine;
gli si
ac-
nione del Savigny e della maggior parte dei moderni giuristi (I).
In quanto poi ai casi e al valore del possesso derivato non vi concordanza di
parere. A noi sembra che le I ggi lo diano in cinque casi e propriamente:
1
al
II
creditore,
cui s' impegna una cosa, affinch la serbi per sicurezza del suo credito, non pu avere certamente lanii/ms domini, poich, quantunque possessore,riconosce in altri
il diritto di propriet; e la sua volont intende alla cosa per uno scopo parziale, la
sicurezza del credito. Questa necessit che avea prodotto il possesso del creditore
sulla cosa, fece estendere a lui gl'interdetti, come mezzo di tutelare la garanti a
il possesso della cosa. Sebbene dipoi questi interdetti
non fossero
pi indispensabili, avendo il creditore pignoratario un' azione reale, l aolio (piasi
gli rimasero, perch compatibili con quella azione: avendoli
Semema, nondimeno
anche
il
Dando
il
temente
al
ni, c che
il
la rei
(n)
conseguen-
ma
regola che, pur considerando trasmesso il possesso del debitore, questi nondimeno continua a possedere per l'usucapione; il clic vuol dire che, alienando il possesso, non perde insieme 'animus domil
sempre
creditore possiede
si
in
nome
nomine alieno
di lui, cio
(o).
creditore ipotecario,
al
qualora sia messo nel possesso della cosa; ma errore, giacch in questo caso il
creditore ipotecario non ha che la sola detenzione; ed in verit questa missio in posscssionem, quantunque avvenisse pel cosi detto pegno pretorio, pure, permettendosi
solo per assicurare la vendita, non d che la semplice detenzione (p).
2) Un altro caso di possesso derivato viene ancora daHenfiteusi; ma su questo
punto i giuristi non sono unanimi. E di vero v ha chi nega avere 1' enfteula una
(k)
I,.
(l)
pag. 327.
(m)
!..
36. 40. h.
41. 2.J.
Istit. g.
ad.
L. 16. de usurp.
227.
(13. 7.)
23.
2.
truch, 8. 233.
una
ma
questi
).
critici di
tradii, ital.
L.
I.
677.
Nap. 183
),
ss.
ed
Michlc-
altri.
est,
eihihendum rum creditore, non cum debitore agendum est, quia qui pignori dedit, ad usucapionem tantum possidet; quod ad reliquas omnes causas pertinet, qui aecepit, possidet; adco et
adiici possit et possessio eius, qui pignori dedit.
(n)
Savigny,
(o)
L. 1. g. 15. L. 3. 23. h.
o. c. g. 24.
(p) L. 3. g. 23. L.
t. L.
10. g. 1. h.
t.
Vip
Est
Ved.
not. prce.
est
enim
possidere, longe aliud in possessione esse; denique rei servandae causa, legstorum, damili infecti,
procedi!
(q)
in possessione
si
factum
est,
ulruntque
nuova
).
Dgitized by
non avrebbe
1'
enfiteuta la ulilis
per
ramente
al
si
corpus predii
mentre
(r);
si
hanno
p. e. dall'
usu-
fruttuario,
Ma
all'altro
estre-
altro
le
gnoratario.
logia che questo istituto ha con la servit, e pel fatto di qualche rilievo, che al sunon compete l' interdetto comune liti possidetis, ma un altro interdetto,
essendo f ut possiiletis ritenuto dal dominus superficiei ; il che si pu solo spiegare
accordando al superficiario la sola turis posscssio, altrimenti si contraddirebbe alla
massima: plures eandem rem in sotidum possidera non possimi (t). Quantunque
questo argomento meriti considerazione, pure crediamo esser pi fondata l'opinione
porfciario
sembra perfetta con enfiteusi; in enti-ambe ha luogo una ulilis corporis vindicalio, c una ulilis aclio confessoria c negatoria (u). La sola difficolt , che presso il
possessore rimane Yinlerdictum uli possidetis, ed al superficiario si d un altro in1'
terdetto speciale;
sere che
il
ma
deve
rillettersi
che
il
vero possessore
dell' edificio
non pu es-
possessore del suolo, e per l'altro non si pu far parola che di una quasi
Onde sebbene per speciali condizioni dov attribuirsi il possesso
corporis posscssio.
nondimeno concedere
L. t. 8-
il
al superficia-
ma
(v).
Qui
in
perpe-
competere
nicipcs. L. 23- g.
1.
de usur. (22.
1.)
1.).
vcd.
Badici, disamiti,
II.
233
679. L. 3.
7.
de
Rudorff,
rei vind.
(6. 1.).
L.
BUchcl.
3. g. 3. de oper. nov.
leor. delle
disam. N. 3. pag. 65 ed
num.
(39. 1.).
preser.pag.2i6 Schriilcr,
altri.
Digitized by
S' inlenile
che
in
quanto
alla
4 >3
usucapione c
agl' interdetti
deve osservarsi
la re-
gola precedente.
11 possesso derivato per il sequestratario da tutti accettato. Generalmen4
sequestro non d che la sola detentio con la custodia rei; ma se fatto all'uopo
)
te
il
d' interrompere il possesso di una delle parti litiganti, allora il sequestro d luogo
ad un possesso derivato. Per l usucapione poi ovvi la regola messa da Giuliano; che
non pn darsi n continuazione di possesso per una delle parti litiganti, n acces-
la lite (x).
si
il
stabilisca
contrario
fy)
garla.
la
possesso
all
il
precario,
si
far luogo ad
cme un
ponio,
il
errore, che
creditore pignoratario.
D' altra parte esaminando questa teorica da
sione di possesso
(i)
L. 39. b.
t-
si
vede impossibile.
di
vero
il
lulian. Interesse pulo, qua mente apud sequestrino dcponilur res; nani si
et
si
L.t.g.
eandem
()
si
L.
L. 13. g.
liceat, sancisci
lum
est;
eum hominem,
diseesseril
animo pos-
sessione.
(aa)
L.
13. g. 7. h.
Vip. Si
is,
t.
si
Digitized by
424
sempre ninnine
rogans, non
si
Bisogna credere dunque che Ulpiano qui parli dell'accfssio leinporis non rispetto
usucapione
ma sibbene all" interdictum utrubi di cui si far parola a suo
te.
all
luogo
(oc).
151 .
menti
sono
gli stessi
ele-
detenzione e 1 animus di tenere la cosa in propossesso non pu acquistarsi se non con lautorit
acquirente sulla cosa, ed insieme col proposito di tenerla
costitutivi, cio la
materiale
dell'
il
per s; n uno di questi due falli sufficiente, ma sono necessarii entrambi unitamente; n eque per se animo, ncque per se corpore.
Essendo per noi il possesso la manifestazione esterna della propriet,
tale autorit si
ra; quindi
l'
immobili;
ma
nel mettersi
il
le
nario,
d uopo per distinguere 1 acquisto del possesso per modo origio per derivato. Nel primo caso fa bisogno unazione materiale isoquale mostri la potest dell acquirente sulla cosa, occupalio: cos
lata, la
il
potere, n altrimenti
si
seduti da noi,
(ccj
quantunque
Vangeroic,
I. c.
quando
lo si
ha effettivamente
posseder, quantunque
gli
feriti,
si
nel
proprio
g. 108.
cumambulet; sed
ita
sufficit,
aneipiendum
fundum
possidere velit,
omnes glebas
cir-
et cogitalione
bar
dum mente
sii, uti
dum.
(41. 1.):
deri, donec
sum
fieri
est,
t.
ila
L. 5. g.
vulnerata
1.
sit,
de acquir. rer.
ut capi possit,
occupantis... Plerique
h.
non
si
desierimus
alitcr
eam persequi, desinere nostram esse! et ruream nostram esse, quam si eam ccperi-
pulaveruni
terius est.
L.
3. g. 3. b. 1.:
Digitized by
Ma
modo
nella tradizione, eh
425
il
tradente
il
compie col
mostrare da vicino o da lontano la cosa immobile, promettendo di trasferirne il possesso ( Iraditio longa manu ) (c). Ed anche sulle cose mobili si
acquister il possesso non solo quando le cose si tengono con mano, ma
ancora quando sono messo dinnanzi agli occhi, quando si consegnano le
pacit di esercitar
il
trasferita:
il
che
si
chiavi dove sono riposte, con la consegna dei documenti, ovvero con lop-
(d).
il
pu esservi
lautorit di fatto
acquister
si
aggiunge, e
si
questo caso la
la nostra volont; in
Come ancora
il
possesso con la
si ha,
linaiuolo,
1 animo
di possedere per s iraditio brevi manu ); Io stesso avviene per tradizione condizionata; poich pendente condilione lacquirente
dipende
et Proculus, solo
si
il
et
animo, appena
in
fundo
meo positum
quod
fundum
fundo
in
esse,
si
scinm, continuo
non anlecedat
me
non
est
possidere,
animus im-
nescit,
non pos-
fundum possidcat; seti elsi sciai, non capiet longa possessione, quia
Quidam putant, Sabini scnicntiam veriorem esse, nec alias cum, qui sd,
motus sii, quia non sii sub custodia nostra, quibus consensio.
(c) L. 1. g. 21. eod.: Paul. Si iusserim venditorem procuratori rem tradere, quum ea in
praesenlia sii, videri inibi traditani Priscus ait, idemque esse, si numos debilorem iusserim
sidet thesauruin, quamvis
scit,
alienum
possidere, nisi
alii
dare;
non
et aflectu; et
esse.
si
loco
est
videri,
cum
enim corpore
et taclu nccesse
sunt, ut columnas.
Nam
rcs,
in
mea domo
nemo dum
altigerit; aul
vacuamque
si
L.
18. g. 2. h.
t.:
iusserim, possidere
me cerlum
est,
2.
(d) L.
rum
si in re
Cel. Si vendi-
quamquam
id
inlulissem.
est.
1.
1.).
pedem fnibus
tradita
eiistimanda
6.).
rei
si
Papin. Clavibus
traditis ita
mercium
in hor re is condita-
rem apud
si
claves
2. 1.
).
L.
(8.
9. g. 1.
de public. act.
6. 2.
Vip.
(2. 1.).
Si
quia
tradita erit
Digitized by
Richiedendo
il
1'
426
sere impossibile
come per
il
non per
ne segue es-
altri,
150 }; pure in lor favore fu provveduto, che potessero ancora possedere durante l' infanzia, o la demenza
per mezzo del tutore o del curatore (f); la quale eccezione alla regola generale
. 19.
indirizzata ad
o ideale
non pu essere
diretta nel
medesimo tempo
alla parte.
ANROTAZIOSE
La regola che la volont
tempo alla parte, quantunque
diretta al tutto
fosse
sca da entrambe
possedere
il
un
il
tutto?
Savigny stabilisce questi principi Chi possiede il tutto non possiede nel medesimo tempo le parti che lo compongono; cosi: chi acquista il possesso di un carro,
non ne possiede nel medesimo tempo le ruote come parti distinte: se il carro rubato e non le ruote, non potendosi acquistare per usucapione la propriet del carro,
non si pu acquistare neppure quella delle ruote, poich queste non sono possedute
11
il
carro,
Da questo
prin-
cipio nasce, che se per usucapione si acquista la propriet del tutto, si acquista di
ogni sua parte, di guisa che se le parti si staccano dopo 1 usucapione, la propriet
non perduta; se si staccano prima, vi bisogno di un nuovo possesso sulle parti
separate: per la insta causa possessioni
il
do
l'edificio
sulledificio
ed
teriali
il
estendono an-
Fanno
non produce
principio, che
si
proprietario
erano compresi
I.
1'
usucapione;
il
suoi
ma-
utilitatis
lus conscnsus est infanta accipienti possessione in. Pupillus tainen eliam sine tutoria auctoritale possessione!!! nancisri polest; ilem infans peculiari
possiilerc polest.
Digitized by
427
Quanto alla perdita il Savigny insegna che il possesso di una cosa non si perde
quando essa con un'altra addiviene parte di un tutto. La sua opinione accettala da
molti giuristi, quantunque nelle conseguenze in parte se ne allontanino (e).
Il Thibaut stabilisce la stessa regola quanto all'acquisto, ma quanto alla perdita
quando si congiunge una cosa mobile con un'altra mobile,
primo possesso non perduto: il contrario se una cosa mobile si congiunge ad una
immobile: poich sarebbero dati ancora dieci giorni per la prescrizione dell'immoindipendentemente a questa unione (f).
continuando
il
possesso
bile,
Da queste due opinioni si allontana manifestamente 1 Unterholzner, il quale fa
in ogni caso distinzione tra cose mobili ed immobili. Una cosa immobile possedu-
fa le seguenti distinzioni:
il
sempre come tutto, e mai nelle sue parli; di guisa che se la parte si stacca dal
anche compila la usucapione dell'intiero, evvi bisogno di un nuovo possesso
per usucapirla; cosicch quello che il Savigny ritiene come eccezione in rapporto
ai materiali di un edificio, pone questo giurista come regola generale per tutte le
parti componenti una cosa immobile. Egualmente , quando una cosa mobile, che
si possiede, si unisce ad una immobile, nella unione s interrompe il possesso della
ta
tutto,
prima. Tutt' al contrario se si tratta di mobili; poich se una cosa mobile si unisce
ad un altra mobile, il possesso prosegue sempre indipendentemente dalla unione
avvenuta; come ancora possedendosi una cosa mobile, se ne possedono nel medesi-
mo
il
tutto nella
combinazione delle
sul tutto
rende impossibile
il
come
parti, naturale,
che
il
concetto del
singole cose, e di
Questo principio viene espresso in rapporto agli edificii chiaramente abbastanza per non ammettere dubbio alcuno (li).
Stando a questo principio di valore positivo dobbiamo assolutamente ammettere
la conseguenza che appena staccala una delle parti, che compongono il tutto, devesi incominciare un nuovo possesso; volendo applicare questa massima alla teoria
dell' usucapione si avr, che se la usucapione non compiuta sul tutto, e durante il
tempo che corre, si stacca una pal le, devesi sempre cominciare una nuova usucastinte.
22. Binding,
ie)
Savigny,
o. c. g.
(f)
Thibaut,
(g)
Unterliolzner
(h)
Archivio
- L.
8.
I.
quod
civile,
si
XXVII. 216.
Braun, quesl.
p.
1'
usuca-
302.
g. 40. 50.
vi (43. 24.).
1 tnul
Ceterum per
so
non possidentur, sed curo universitalc acdifcii; nec ad rcs perline!, alliae suoi,
an
untuni positae. L. 30. pr h. t. Paul. Qui universas aedes possidcl, singulas
res,quac in aedi-
tegiilae
ficio
Digitized by
428
pione del tulio, dcvesi riconoscere l'acquisto della propriet anche sulla parte; conon necessaria una seconda usucapione. La contraddizione apparente che
sicch
vi ,
scendosi
il
de unitamente
col tutto,
ciascuna parte.
Ed
sesso distinto e
una
infatti,
mezzo
e la propriet ne consegue
si
stacca
come
una parte,
due
proprietarii, poich
medesimo tempo la parte. La ragione evidente: come in questo proposito si tratta di due propriet, sarebbe indispensabile un possesso separato della parte, che appartiene ad un altro
proprietario. Questa la conseguenza che troviamo nelle leggi, soltantoch noi non
siamo di accordo col Savigny, nel considerare questa applicazione come una singolarit delle leggi che deriva dal principio delle XII tavole sui tigna iuncta; poich
nella legge 7, H. deactptir. rer. dotti. (41. 1.) il principio non dato come eccezione: causa dubitationis est, an eo ipso, quod universitas aedifteii lotigo tempore
capta est, singulae quoque res, ex qttibus constabat, captac essent? quod non piaci lit, e la legge 23. $ 7. de rei viti d. (0. 1 .) cosi si esprime: ncc etiim singula coemenla usucapiuntur, si domusper temjtors spalium nostra fiat . Entrambe certamente parlano del caso quando il costruttore ha adoperato materiali di un altro:
si
In rapporto
posseduto
allaltra
unisce con
un
questione, cio se
altro,
il
(i).
possesso
si
sono applicabili
i principii sulla perdita del possesso, c propriamente egli d' uopo convenire che il possesso non va perduto quoad
corpus; imperocch, come si veduto innanzi, la potest di fatto non incompatibile
su ciascuna parte non ostante la unione; molto meno si pu dire che il possesso vada
si
perduto animo; imperocch non caso di perdila se l'annm/s alla parte non possa
non che l'annnus pi non vi sia,
che sopravvenga un animus contrarius, il che non si ha dal solo fatto dell'unirsi
ma
di tal natura, che la cosa posseduta, unendosi, sparisca neHobbietto nuovo, allora
inconcepibile la continuazione del possesso; poich il potere di fatto assolutamente impossibile, quando pi non esiste la cosa che si stava possedendo.
A
di
Pomponio
e nel
beo
. I.
libris
epistolarum
decem
rum, si acdificium possedisset. Quid ergo in his, quae non quidem implicantur rebus soli, sed mobilia permauent, ut in anulo gemma? in quo vcrum est, etaurum
et gemmam possideri et usucap, quum utrumque mancai integrum .
dies superessent, in
() L. 23. g. 7. 10.
cit.
Da
se
questa legge
si
429
si rileva
si
possedesse
la
al-
l'edificio;
decem
della
dics supcretsent
Una
obbiezione alquanto seria nel primo aspetto pu esser fatta alla nostra opi-
nione: le colonne e
le
tegole
messe
in
un
edificio altrui
come tigna aedibus iuncta (k) e per secondo un antico principio delle XII tavole
non si potrebbero rivendicare; ora ammettere la usucapione per coteste cose sarebbe contraddire alla nota massima, agere non valenti non currit praescriplio. Ma
,
valga
il
come
lo delle
(1).
152.
B. Orli' acquisto per
possesso
Il
si
procumtwre.
fatto altrui,
ma
allora as-
il
pro-
una potest; cosicch colui che esercita la patria potest, acquista per mezzo di chi vi sottoposto onde il figlio di famiglia acquistava
sempre il possesso per suo padre, e l'acquista ancora rispetto al peculio
profettizio; lo schiavo per simile forma acquista pel padrone (a);
1
(k)
(S. 2 ).
L. 41. g. 1.0. de legai. (30.). I.. 21. g. 2. 3. de
Paul. Colomois aedium vel Ugnis per fideicomissum reliclis ta tantummodo am-
legai. (32.).
plissime* ordo praestari voluit nulla aeslimationis facla mcnsione, quae sino
Vangerow,
o. c. I.
Wndschcin, annali di
(a)
g.204. Savijny,
Seti.
I.
pass. g.
22.
AI aitai, areb.
eiv.
XXV.
p. 313.
300.
2. g. 1.
Digitized
by
il
430
il
di questo
possesso ad
altri,
per
ma deve
s;
giacch, se
il
diverrebbe
mandatario acquista
il
deve esservi
dell
si
effettivo possessore.
Se non che,
s, egli stesso
all'
il
il
possesso a
lui e,
non
mandatario
al
(d).
Il
di tenerlo per
il
principale,
so a quest ultimo,
ma
gi entrato in possesso
momento contro
il
(e).
in
L. 1. g. 5. 6. h.
poiesiue
est; et
t.
iis
(b) L. 21.
1. g. 19.
si
possidere, et
non
is
Quum aulem
et in-
tuum
pecuiiari-
etiam ignorantcs situi Sabino, et Cassio, et luliano piaruit, quia nostra voluntate
quirere,
posses-
il
proponimento di
dell' effettivo
ci solo acquista,
ter tenent,
sufficiente
1'
;
volont
la
non
o senza ancora
ut
obbietto la
procuratore
vimi
il
(c).
il
nam
si
quae de
iubcas ser-
libi,
L. 7.
g. 8.
ad eshib. (10.
4.).
L.
22. g.
1.
L. 2. b.
t.
L.
muni meo
1. g. 9. 10. h.
et Titii
rem
I. L.13- de don.
tradidit, servus
quasi
mihi et socio; quaerebalur, quid agere? Et placet, quamvis servus ac mente acceperit, ut solo
meo,
vel
mihi
et socio arquirst,
L. 42. h.
ille
nam
elsi procuratori
nihil agii in
sua persona
Savigny, g. 20.
t.
dom.
quas pers.
(2. 9.)....
Et hoc est, quod dicilur, per eitraneam personali! nihil acquiri po$sil;eicep(o eo, quod per libc-
ram personam,
veluli per
et
ignorantibus ac-
quiri possessionem secundum Divi Severi constilutionem, et per hanc possessionem etiam dominium, si dominus fuit, qui tradidit, aut usucapione! vel lungi temporis praescriplioneni, si
dominus non sii.
Digitized by
quali acquistano
il
431
propria volont.
a
1 figli
merc
costoro volont
(fi;
quelli sottoposti
il
possesso
al
il
padre e
al
all
autorit
quali
lio (g).
il
(i).
il
appena
l'altro
il
naturale;
atto,
nome
il
possesso
altrui:
si
acquista
non
nome
un
interviene
autorizzato di tenere
col
il
possessore e
di constilutum
lo
prende in
possessorium
fitto;
(k).
I.
1. ?. 5. I.. 4. 24. h. t. Vip. Quidquid Alias peculiari nomine apprehenderit, id stapater eius possidet, qaamris ignoret in sua polcstale filmili. Amplius, elisili si filius ab
tanquam scrvus possideatur, idem erit probandum. L. 31. 8- 3- de usurp. (41. 3.).
(f )
tini
alio
(g)
1. . 5. h.
I..
t.
ved. nota
(a).
rer.
dom.
(41. 1.;.
L. 20.
t.
L. 2.
eod. ved.
noi. (b).
L. 13.
g.
de acq.
9.). I- 49.
g. 2. h. t. Papinan. Elsi possessio per procuratorem ignoranti quaeritur, usucapio vero scienti competit, lamen evictionis actio domino
centra venditorem invito procuratore non datur, sed per adionem mandati ea cedere cogitur.
(i)
L.
8- 5. Inst. per
1. C.
quas per.
(2.
quiratur,
retinere,
non
fucril,
1.).
in
L. 28. 33.
dotem dando
C. de don.
vel
facta traditio
(8. 54.).
Honor.
et
usumfructum
Digitized by
432
A. In generale.
Come
il
possesso
si
mo
non
atti
perde
si
il
pi non durino
bene quando
ponesi in contrario
1
Il
Cos
essi.
vi sono,
ma
in contrario
mi
sull
et
o anche quansup-
di custodia lanimo
(a).
qualora la cosa
si
si
perde adunque:
si
trasfor-
sfuggano
e, se mansuefatti,
()
qualora
si
il
possesso, qualora
smarriscano, se domestici:
L. 153. de R.
in contrarino! actis
t.
ulrumque
in
contrarium actum.
est,
translatum
est, reluli
t.
Gai.
vi
surrepla
sinl,
quod possidebam,
I.
est,
t.
aliam speciem
in
Paul. Nerva
nam
sii,
filius, rcs
est,
quatenus,
si
velimus, na-
L. 8. h.
si
haclenus possideri, id
atque
modis adquirimus,
animo et corpore
nisi
Ved.
L. 15. h.
litcr
quibus-
Patii. Fere,
I.
hisdem
derit, ut
sebbene
(f).
cumque
(c)
ita
cici-
sit, et
tantum cessat
dominium me
diversum
(f)
quos
quum
at in lapidibus
est.
in piscinas
t.
sint,
aul feras,
Digitized by
433
lo tollera. 11
il
possesso, sol
usuca-
non sinterrompe, perch altri simpossessa dellogda noi posseduto; ma se riusciamo a rimetterci in possessione, l'antico non si considera mai cessato. Se invece il possessore, che vuol rimettersi in possesso respinto (vi deectus), ha timore, o per timore abbandona il possesso, questo sar per lui senzaltro perduto (g).
Per la qual cosa il possesso delle cose immobili si pu mantenere
solo animo; e di qui nasce che coloro che non hanno idoneit di volont,
come glinfanti e mentecatti, non possono perdere il possesso, non potendo essi mutar proposito (h).
Si perde il possesso delle cose immobili ancora quando un fiume occupa tutto il fondo posseduto (i).
Il caso principale della perdita del possesso per mezzo della volont
la rinuncia, che manifesta la volont contraria; neanche per questa via
linfante ed il mentecatto possono perdere il possesso. Oltre a ci si perpione; perocch essa
getto
de, trasmettendo
il
quae
abbandonando
fi.
13. Avcs
g. 10.
!..
3. g. 7. 8.
cet.
L. 6
il
naturale (con-
(k).
et
incili sas
Quidam
noi. prcced
1.
el
secundum ronsuetudinem
3. g.2.I..4. l..5.pr.
L- 7. 23. g. 2. L. 46. h.
0. 8- 1.
1'alsum
recte putant,
confr.
I,.
occupatam,
cosa
in silvia
la
tamen possides.
de acq.rcr.dom.
Paul. Sed
t.
8. 8. Si
neniinem reliqucrit,
eum
elsi
quis nunliel
culli
el,
animo
domum
re-
(41.1.).
solo possi-
a latronibus
possessionem pla-
duin
illc
a nundinis
de
vi (43. 16.).
Savigny
(h) L.29.L.27.h.l.(/(p.
ciani possideri,
g. 31.
animo possessionem
L. 30.
sinimus, aul
(k) L.
est
enim
vi (43.16.).
18. L. 33. h.
Virilio
velit
8. 3. h. t.
si is,
t.
romano.
Celi.
possideo,
possum
alieno
nomine possidere;
33
Digitized
by
434
S- 1^4.
B. Della perdila per procaralore.
come
possesso,
Il
sore principale
Il
altrui fa
(b).
proponimento
da un
senza
fatto esteriore:
qual fatto
il
il
titolo di
possesso
meno che
il
perduto, se
il
al
possessore principale. Ma
al
contrario
la
sua mala
possesso non
il
(c).
ncc enim
meo
rio
mifai cau
idem
facio; ree
il
possessore principale
et
(d).
t.
li.
lerdictum unde
non
deiecerit
deiecti
vi (43. 16.).
Non
Vip.
me
confr. L. 20. h.
44. g. 2. h. t. L. 1. g. 22.de
vi (43. 16.
Vip.
el corpore et
si
si
sibi
ei,
Quod
vi dciecerit,
meos
ipsi deiici
de possessione videlur,
dubium
quem possidebam,
est.
neminem
quam
quis ine
t.
veleres,
est, si
(c)
autem,
alii
non posse
non sant.
(b. L.
L. 1. g. 45. de
>i
t.
velil.
L.
2.).
I.
ved, annoi.
Digitized by
435
ANNOTAZIONE
ultimo punto, cio quando il procuratore dolosamente, senza voler acquipossesso per s stesso, cessa di esser possessore, eravi quistione tra i giuriromani; e mentre da una parte Proculo nella legge 31 de dolo (4. 3. ), Paolo
Sull
stare
sti
il
nella legge 3. 8. h. t. e Papiniano nella legge 44 . 2. h. t. ammettono la continuazione del possesso pel possessore principale; Pomponio ed Africano dall altra
.
sia giustificata la sua lezione diversa, bisogna ritenere quelle parole, e quindi
fatto della controversia
giuristi, ossia
che
Roma
il
il
1 1
altri
il
il
il
(e(.
(f).
In questo
punto
il
Savigny
fa
cil. si
riferisca
Il
la difficolt,
che con-
tro la sua opinione naturalmente viene dalle parole alii prodiderit della legge 12.
cit.
unendole con
le altre:
un doloso ed
unilaterale
si
se
l'
C.
cit., di
(e)
stri
non
mezzo
testi dell'opinione
compilatori,
perfettamente oppo-
):
quem
nactam pos-
scssionem cuiuscunque rei dereliquerit vel ali(,prodiderit, desidia forte vel dolo, ut locus aperiatur, alii eandem possessionem detinere: nibil penilus domino praeiudicii gcncretur, ne ei
aliena malignilate alienum
damnum
omni
emerga!, sed
et ipsc, si
iactura ab eo restiluenda
domino
quem
ne-
creditorem
tum ad usucapionem
desinere usucapere,
commodata,
rem
dat, usucapii,
ab
eo, qui
commodatum
Digitized
by
436
senza neppure uno della opinione die sarebbe poi stala acroi Li nella decisione
per conseguenza pi giusto di ammettere la perdita del possesso
sta,
giustinianea.
(g).
155
possesso,
Il
sopra
citarsi
come
si
diritti;
dall
uso e
dall'
intenzione
il diritto di servit; la qual forma di possesso denominata quasi possesso nel diritto romano.
Gli elementi che costituiscono il quasi possesso sono egualmente due
l esercizio del diritto e l intenzione, non di avere la cosa per s, poich
di esercitare per s
modi
di acquisto
per
il
suo esercizio
seivit personale
Ma
la
e di esercitare
condo
il
sono
identici,
perocch
diritto di
(b).
la
il
non
la
il
primo
ele-
quasi possesso comincia con lavere sotto la propria materiale potest questa parte del fondo altrui, sia per mezzo di occupazione, sia per tradizio(g)
Vangerow
op. c. g. 209.
(a,
Sintei,
).
ilaimberger
diritto civ. p.
il
diritto
rom.
priv. c
puro . 192.
quominus
co iure
mi
cavendum
sunt. L.
ilufe-
Miihlenbruch, g. 237.
feri,
vacua
cario possedisse.
(b) L. 3. pr.
L.
de usofr.
3. g. 17.
L.
4. g. 27.
de usurp (41.
3.).
(7. !)
Digitized
by
ne; nelle
onde
vicino;
il
437
diritto,
il
pu fare azioni
speciali sul
fondo
quasi
il
edificio;
diritto,
il
detenzione delloggetto,
Onde
il
perde
si
allora che riesce impossibile o di tenere quella determinata parte del fon-
do
proprio potere, o di esercitare quell azione che costituiservilus faciendi: e nelle servit negative si perde poi il quasi pos-
altrui sotto
sce le
il
sesso,
ficio (d).
CAPITOLO
IL
DELLA PROPRIET.
de remiti divisione (2.
g. 11-17, D. de aequirendo rer. dominio
Geslerdin y, esposizione dettagliata del diritto di propriet e dei diritti
T. Insl.
(41. 1.).
ni.
1.).
alTi-
Greisswald 1817.
I.
di propriet.
. 150 .
il.
diritti In
essa contenuti.
(8. 2.)
L. 8. g.
un
.7.
lato positivo e
si
un
altro ne-
de
1..7.
itin.
fandum laum nec vi, nec ciani, nec precario commeavit alitanqaam id suo inre Tacerci, sed, si prohiberclur, non Tacturus, inutile est ei
inlerdictum de itinere acluque;nam ut hoc interdictum compctal, ius fundi possedisse oporlet.
actoqne
(8. 2.).
L. 23. pr. de V. S. (80. 16.). Paul. Rccte dicimus euin fumimi) totum nostrum esse.
Digiiized by
gativo;
la
primo quella
il
438
cosa
sua potest illimitatamente, anche distruggendola; l altro consiste nelqualunque altra persona sulla cosa medesima.
lescludere l'azione di
2)
mente:
a)
diritto di propriet
II
il
di trasmutarla,
b
c
il
altri,
e special-
disponendi )
di percepirne
ne comprende in s molti
di possederlo
finalmente
il
frutti
( ius
possidendi );
diritto di rivendicarlo
$ 157.
B Limitazioni del
Per regola generale
ma, come
lo
diritto di propriet,
proprietario ha
il
il
il
Iiliero
svolgimento della
personalit, ne nasce che questa illimitata potest dev' essere dal diritto
tutelata, finch
agli altri.
Per
la
qual cosa
si
de-
nell
obbligare
il
(a).
eliam
quum
et iter;
usufruclus aliemis
rat,
meum
esse, cuius
non potest
sit,
ut via
hoc et
de ber. pel,
Ved.
(b) L. 9.
quibus non
L.
(5. 3.).
Confr. con
24. 8- 12. de
damn
la
capitoli sequenti.
de
serv.
1. 8- 12. L. 21.
de aqua
).
Vip.
Cum
L. 21.
8- alt. L. 26.
de damn.
L.
Digitized by
cagionare
43
o danno
(c):
perocch
il
vicino obbligato a
come
Da
a
fumo
il
necessairi
Il
si fa
permesso
l'
sull' altrui
fondo,
il
il
(d).
Se
al
sporge
della propriet.
gliar
uso che
all
diritto di
il
linter-
(e).
frutti di
danno
cimo
al
il
si
(g).
tali
presso
L. 1. g. 12. L. 2. S- 9. de tq. et aq. pi. (39. 3.). Vip. Denique Marcella! scribi!
(c)
curo co, qui io suo fodicos ricini fonie in averli!, nibil posse agi, nec de dolo aclionem; el sane
si
id fecil.
Nov. 03.
(d)
L.
1.
g.
6. 9.
illi
adimendi facullas;
non
(e) L. 1. g. 1.
si
lu
eam
arbore
adimere
liceat,
vim
fieri veto.
le stai
quominue
illiue
ti per le elat, quo minue pender quindecim a terra eam altiue e oerceae, lune quoilli ila eoercere, lignaque i ibi habere liceo!, vim fieri velo. g. 8. Quod ai! Praelor, el
duodecim Tabularmi! clficere voluil, ul quindecim pedes allius rami arboris circumdaniur;
boc idcirco eDecium esl, ne umbra arboris vicino praedio nocerel. g. 9. Differentia duorum
impendei,
minue
lei
el
esl; si
succidi
eam
praecipilur,
si
luum
di
(g)
vim fieri
illiue
agro in
veto. g. 1.
Glan-
qui per
privatorum loca saiorum renam laboriosi! eflbssionibus perscquunlur, decimas Osco, decimai
ctiem domino repraesenlent, celer
(h)
modo
esl, fruclus
quii vicinum
suum
velcbal,
ita
).
luelinian.
Quum aulem
suam naturam
apertissimi iuris
Digitized by
Non
demolisca;
si
turpate da ruine
f
il
materiali, n venderla
le citt
danno
quali venisse
le
al
al
corso
AI danneggiato data
affinch
viene, che
il
Ma
(i).
acqua, c per
dell
440
acciocch poi
il
il corso dell acqua sia cambiato per mezzo di una opus manu factum;
e finalmente che produca, ovvero fortemente da temere, un danno po(1). Alcune volte per 1 azione non pu essere prodotta: cosi:
che
sitivo
tus iussu,
)
opera esiste da
gine
(o)
Quest azione
et palese et
non
diretta
huiusmodi aedificatione
inferro ex
vetito,
quum secundum
aream,
idoneum ventuno
et suflicienlem
frucluum inulililatem
damn.
L. 48. de
inferto
in
riorem, ne slitcr
31).
aquam
mittal,
quam
suum agrum
filiere
si
ut
aquam esclude-
si
tollerc.
competere, ne
13.
aquam,
L.
fecit,
vicini noceat,
vini per
modo verdomino
et inutilem
).
agrum
fariat.
(i)
quae nalura
ori-
siluro regioni*, et
(k)
(l)
rei,
et
oinnem locum
sori, ut
quando
lanti anni,
. 73.).
!..
2. 3- 0. li.
23. g. 1. 2. eod.
(m) L. 1. g.
(n) L. 23.
3. b.
t.
ved.
noi. preced.
pr. L. 2. g. 3. eod.
bis,
qui
primi agros consiituerunl, opus factum fucril, in boc iudicium non venit.
(o)
esse ea,
qua opera aquae mitlendae causa puaquae pluviae arcendae actionem non venire, in eadcmque causa
quorum memoria
si
vetustas eccedil.
Digtzed by
ra,
ma contro
441
il
da
tutti
danni della
ob-
egli stesso
litis contestatio;
se lopera fu fatta da altri senza la saputa del proprietario, questi sar te-
l'attore
il
(q);
si
al
suo
(p).
e deve permettere
pas-
il
(r).
Egli deve permettere, cadendo cose altrui nel suo fondo, che il padrone vada a raccoglierle: e pu avere il diritto di ritenzione solo quando
le cose nel caliere, abbiano arrecato danno alla sua propriet (s).
Non pu finalmente imprendere veruna opera presso il fondo altrui,
all'
altrui edificio
Limitazioni rispetto
Uno
sponcndi
).
(t).
158.
all'
alienazione.
C. de rebus alienando
Sonde, de prohibiui
rer..
et
alienandv,
ma
pure pu essergli
il
ius di-
tolto
niente per legge, o per via giudiziale, ovvero per private disposizioni
(p)
L. 3. s. 3. L. 4. g. 2. L. 6. g. 6. 7.
me non
tibi
!..
11. g. 6. L. 12. h.
tollere
Sed
si
t.
(q) L. 14. g. 1.
amissa
quem.
serv. amit.
est, vicinus
8. 6.
).
lavolen.
Quum
is,
cui beres
si
quid alius,
is, cui
sum,
fecit,
hoc
impe-
(r)
(s)
L. 7. g. 1. 2. L. U. g. 2. de
(11.
si
heres som, hoc fecit, servum quidem noiae dedere debeo; quod autem
est cius
(a).
me cogendum;
).
damno
Sciendum est, in actione fnium regundorum illud obserquod ad eicmplum quodammodo eius legis scriptum est, quam Athenis Solonem, dicitur, tulisse; nam illic ita est: Si quis sepem ad alienum praedium fiterit infoderitque.
lerminum ne eicedito; si maceriam, pedem relinquito ; si vero domum, pedes duos, si sepolcrum aut scrobem foderit, quantum profundilatis habuerint, tantum spstium relinquito; si
puteum, passus latiludinem; at vero oleam aut ficum ab alieno ad novem pedes piantato, cete(t)
vandum
L. 13.
fin.
esse,
L. 9.
L.
24. g. 12.
Diritto romano.
L.
7. C. h.
t.
56
Digitized
by
442
Quando il divieto d alienare viene direttamente dalla legge, od anche da un decreto giudiziale, ogni alienazione, quand anche eseguita,
assolutamente nulla; e per non si trasmette ad altrui il diritto di propriet;
v.
1.
pag. 395
),
Se
al
il
contrario
142
il
),
e simigliane
di qualunque
una cosa litigiosa
. 121
), il
fondo dotale,
(b).
fatta
mano
divieto di alienare
il
il
1'
alienazione
avr in conto di un
si
il
divieto
re,
b quando
)
un
quegli che ha
e.
oggetto;
cosa altrui,
si
fa pro-
suo
il
finalmente quando
oggetto
si fa
il
nisi in his
lanmmmodo
modo
el scrvilu-
casibos, in quibus
conslittitionum auclorilas, vel lestaloris volunlas, vel paclionum lenor, qui alienationem interdilli, aliquid tale (ieri permiseril. couf.
(b)
I..
L. 4. C. de
idque
verus et Antoninus rescripserunl, eos qui testamento volani quid alicnari, nec causam evpri-
est,
nullius esse
liberis,
reliquerint, quia
talem
suum
de pactis
(2. 14.).
Pompon.
Nemo
morluum
liceal,
aliene t.
Digtized by
compete
de,
l
la rei vindicatio
443
cio
..
si
pu avere contro
id quod interest
l'
vi s'inten-
(e).
ANNOTAZIONE
Quando
(1)
in forza di
lalienazione nulla,
non deve
in-
tendersi in modo che Tatto giuridico che fece alienare come la vendita, la donazione
e simili, fosse sempre di nessuna validit; ma qualora si chiarisca che il successore
singolare ignorava quel divieto, Tatto valido, non perch si possa richiedere la tradizione dell'oggetto, ma perch pu esser promossa lazione di risarcimento (f)
E controverso;
dono
di no,
se colui che alienava l'oggetto, possa rivendicarlo. Molti risponperch nessuno pu contraddire al fatto proprio; eccetto solo quando il
divieto stabilito dalla legge in favore di colui che alienava, p. e. del pupillo.
st
ma
piuttosto
da ragionare
cosi: lalienazione di
Quenessun
effetto, e quindi, chi era proprietario, rimane tale anche dopo, e, come proprietario,
non gli si pu negare il diritto di rivendicare l'oggetto illegalmente alienalo; vero
che essendo stato egli stesso il venditore, nel rivendicarlo incontra Y exceptio rei
venditae et traditae, poich l'atto di vendila in s non nullo. Ma tale eccezione
giuridiche,
nam
etsi tradiderit
possessionem,
avvenuta
(h).
13#. g. 3. de
(e) L.
de conir. emt.
tibi
V- 0.
1.). L.
(43.
3. C.
(18. 1.)
vendidero, ut nulli
ali!
nomine ex vendilo
est, si alii
vendideris.
(f)
1.).
Pompon. Et
si
liberi
hominis, et
ab ignorante emitur
L. 6. pr.
I..
qui ha-
eod. >1 oditi. Qui nesciens loca sacra, vel religiosa, vel pnblira pr privatis comparavit, licei
emtio non tcneat, ei cimo tamen adversus vendilorcm eiperietur, ut ennsequatur, quod inter-
L. 39. g.
L.
(g) L. 1. 8.
de eicept.
Pompon. Ilcm
(16. 1.).
si
re
facla
emta
sii.
rei
de evict. (21. 2.
(
5.
71.
).
L.
L. 5.
de
8- 5.
lilig. (8.
confr.
Nov.
7. C. 8.
mulier creditori
viro referret, et
).
4. C.
aut
ti
Et hoc procedi!, sive ipse creditor emerit, sive interposuerit aliuin, quo mulier ca ra-
3.
de praed. min.
#. C-
Vangcrow,
Idem
est, etsi
non
rem suam
tradidit.
g. 299.
Digitiz ed
by
444
. 159.
C. Diverse specie di propriet
La partizione pi importante della propriet era, nel diritto anteriore a Giustiniano, in propriet quintana e in bonis; partizione che oggi
ha solo importanza storica, essendo stata tolta nei codici giustinianei (a).
1
2 ) Il diritto di propriet consistendo nell' illimitato ed esclusivo potere di una persona sopra una cosa, non pu nel tempo stesso appartenere
a pi; onde: duorum in solidum dominium esse nonpotest. Ma a questa
massima non osta che un oggetto potesse appartenere in propriet a molti,
purch ognuno avesse il proprio diritto ristretto sopra una parte ideale
dell'oggetto medesimo; questa specie di propriet
(pars pr indiviso
persone sopra parti materiali e determinate (pariespro diviso) (b). Affinch ciascuno potesse prendere disposizioni sulla sua parte ideale o macosa comune conviene che concorra la volont di
teriale della
tutti.
Da
non
altri,
si
il
consenso di
la
tutti, di
dissenso di un solo pi forte della volont consenziente deSe al contrario una disposizione fosse necessaria per conser-
il
il
diritto di
conservare
la
sua propriet,
non pu essere impedito dagli altri, anzi potr pretendere la rivaluta delle
fatte alla cosa comune. Nel caso che si trattasse di restauri necessarii ad una casa in condominio, colui che gli eseguiva, avea diritto alle
usure centesime durante quattro mesi, dopo dei quali poteva avere la propriet della porzione del condomino contumace (d). Dall'altra parte ognuno
spese
(a)
(b) L. 5. . 18.
eommod.
(13. 6.).
L.
8.
de
L. 28.
pr diviso nostrum
sit,
g. 1.
significari;
de V. S.
nam quod
id non parlcm, sed totum esse. Servius, non ineleganter parlis appella-
L. 11.
te,
si
serv. vind.
8. 8.
).
L. 8. 27.
g. 1.
8. 2. ).
L.
28.
comm. div. ( 10. 3. ). Papiri. Sabinns, in re communi neminem dominorum iure Tacere quidquam invilo altero posse, linde manifestum est, probibendi ius esse; io re enim pari potiorem
causam
(d)
L. 4. g. 3.
(8. 10.).
comm.
L. 82.
g. 10.
pr socio (17.
2.).
L.
4.
C. de aedif.
Philip. Si, ut proponis, socius aedificii ad refeclionem eios sumlus conferrc detreelat,
quominus
id fieret,
cum
cenlesimis
nummus
Klemm
si
Digitized by
zioni senza
pu
ai frutti, alla
3)
in
445
rapporto alla sua porzione prendere quelle disposiintervento degli altri, che non influiscano punto sulla cosa
dei condomini
l'
uno
rivendicazione ecc.; e se
dei
(e).
irrevocabile.
revocabile quan-
do, senza bisogno della volont del proprietario presente, ritorna per
precedente proprietario
(f).
illimitatum.
ANNOTAZIONE
Oltre di queste distinzioni
si
diretta,
ed
una
utile; utile era quella che a sua tutela avea solo un utilis actio. Seguitavano
ancora a suddistinguere due forme di propriet utile, l'una che comprendeva una
si
ie)
L. 88. pr socio
17. 2.
).
Nemo ei
comm. div.
Gai.
13. C.
bonorum possessionem,
minus piena, se-
L.
1. C.
de
eommun.
etsi loto-
rer. alienai.
(4. 52.).
(f)
L. 4. 8- 3. de in diem add.
18. 2.
).
L.
3. quib.
mod. pign.
(20. 6.).
Cip. Si ree
et forte emtor,
quinto digestorum
ait, finiri
pignus,
si
quamquam
non putet.
Digtzed by
condo
446
si
accordava
|g).
Pi tardi si fece uso ancora del nome adoperato dai Glossatori, ma si dette al
dominio utile un altro significato. Avendo accettata la divisione de' diritti contenuti nella propriet, in diritti appartenenti alla propriet e diritti di uso, quale il
ius utendi fmendi; fu detto dominio utile quello che conteneva alcuni defi diritti
di propriet, come il ius disponendi il vindicandi, e tutti quelli di uso; e dominio
diretto quello che avesse tutti
dei Glossatori,
si
chiam
nione di attribuire
guente idea:
il
all*
onde, dimenticala
diritti di propriet;
utile
dominio
il
la distinzione
un dominio procedeva
enfiteuta ed al superficiario
dalla se-
fmendi
contengono alcuni
si
de-
Prima di tutto la
non ha oggi nessuna impor-
somigliare quasi
al proprietario,
gli
ma
non ha
tutti
manca specialmente
veramente
n mai potrebbe avere l'insieme
diritti
che corrispondono
al
vero
il
t;
dai diritti
mentre rimane
enfiteuta, e, se
giunge
ammettiamo un semplice
ius in re aliena.
160
dominio (41.
dom.
rer.
1.).
Gai.
Inst. II. g.
1-97. Vip.
lit.
(2. 1.).
diritto di propriet si
subbietto, ed
fg)
L.
un
Ved. Gioita ad L.
L.
1. C.
(41. 3.).
D- de acquir.
Haenel de acquir.
XIX.
de
L.
2. in
f.
3.).
L. 18.
de superi. (43.
Aia ali
comm. ad
g. 16.
18.).
tit.
L.
Leg. 17.
Dgitized by
Goosle
cit subbiettiva ogni
447
i figli
erano in-
Quanto
al
secondo requisito
tutte le
modus acquirendi;
modus acquirendi il ius
il ti-
ed
il
il
il
titolo
in re;
;
Romani distinguevano
furono aboliti
come
come
la iure
la tra-
(a).
cazione e
1'
la tradizione.
soli,
ma
molti
altri
ve ne sono,
quali
non possono comprendersi nella teoria della propriet: sono di questa natura T acquisto che il condomino fa, in certe condizioni, della parte del1' altro
condomino contumace (. 160): tutti i casi del dominio revocabile
rx nunc o ex lune, l'acquisto per decrelum D. Marcii a cagione della violenza usata dal vero proprietario (. 77): l'acquisto per aggiudicazione
ed
altrettali.
A. Acquisto originario.
.
f
L occupazione
mento
l'
161.
Della occupazione.
impossessamento di una res nullius col proponi perci strettamente richiesto che l'oggetto sia
di appropriarsela.
(a)
(a) g.
1.).
L.
3, pr.
de acq.
utrum
in
si is
Gai.
Quod
et
Digitized
by
448
Dna
eserciti nel
bens impedire
cacciatore
al
nell altrui;
pos-
il
il
d ingiuria;
ma
il
possessi e
1'
acquisto della
caccia resta
La
priet di
caccia
re,
cacciati (c).
un parco.
non labbiamo sotto la nostra potest: cos ancora se lanimale da noi preso sfugge dalla nostra custodia, si involato dalla nostra
o riesce impossibile inseguirlo; per acquistarlo vi bisogno di una
seconda occupazione (d).
stato fino a che
vista,
la
pesca e luccellagione
(e).
II.
occupano
le
si
non
non pu
si
(c)
3. S- 1.
si
le cose smarrite,
2.).
custodiam nostram,
lia,
quae
tini illius
(f)
fil.
et in
L. 3. g.
12. Insl. h.
esse incipiunt;
de acquir.
rei
am.
t.
(21. 1.).
Item
et
rursus
lapilli et
gemmae
Qua
et celer
quae
inre-
in litore
eum dominum
rero evaserit
(g)
quum
L.
quas inclusas
3. g. 4. 3. h. t.
t.
L.
(e) g.
mare
de acq. rer. dom. (41. 1.). Gai. Quidquid autem eorum coepe-
(d) L. 3. g. 2. L. 3. pr.
occupaci
gittate a
(b)
habemus, aut
farsi
(g).
).
citici.
rem
Proderelicto au-
L.
9. g. 8. h.
I.
(41. 1.
Digitized
by
).
449
Romani ancora perdono la propriet delle loro cose per loccupazione che
ne faccia il nemico; ma se le cose stesse sono poscia riprese in guerra da
un altro Romano, il primo proprietario, in virt del ius postliminii ammesso anche per le cose, potr rivendicarle; cos se i nemici vengono
scacciati dagli stabili, questi ritornano al primo proprietario, e cos dei
cavalli e delle navi
da trasporto
(i).
162
Hanno nome
quali non
un
si
Gai. Alia causa est earum rerum, quae io tempestale maris levandae navis causa eiiciuutur;
hae enim dominorum permanerli, quia non eo animo eiiciuntur, quod qois cas habere non vult;
sed quod raagis
cum
qua de causa
si
pulsas vel etiam in ipso mari nactus lucrandi animo abstulerit, furtum commini!.
(bj
ati
!..
5. g. 7.
!..
81. g. 1. h.
l.
41. 1.
J.
g.
fiunt,
17. lnst. h.
I.
(2. l.J.
adeo quidem, ut et
!..
de captiv.
49. 15.
).
liberi
et
homines in servit-
Pomp. Verum
est eipulsjs
bostibus ei agris, quos ceperint, dominia eorum ad priores dominos redire, nec autem publicari, aut
(a)
ille
sit.
L. 31. g. 1. de adqu.rer.
sit;
alioquin
si
etiam furtum
tuito iovenerit,
Virilio
At
si
idemque
romano.
dimidium
aut re-
flt.
inventoris,
soli concessit: et
convenienter
statuii: rui
si
quis
conveniens
87
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450
scoperto per caso fortuito, o cercato appositamente; nel primo caso spetta
met a
colui
citt se
il
il
al
163
.
)> )
Romano
dell'
in tutto appartenente
1
Essa un altro
nuova, n, come
tale,
al.
mal.
fecit.
Meykow,
Marb. 1829.
la teoria
Chiamasi specificazione
alla
tesoro
il
(c).
proprietario, al fisco
al
ad
altri
modo
in
parte
altri,
sarebbe distrutto, e per, non essendo mai uscito di propriet, s'apparterebbe sempre ed in qualunque modo al suo antico padrone (a).
La
quando
il
nuovo
mala fede sulla parte appartenente ad un altro; la sola differenza che produce la buona e mala fede in rapporto al rifacimento del danno che
mala fede obbligato a rifare ogni danno, quello di buo:
lo specificante di
L.
L
(c)
risarcire
fiscali intenerii,
g.
ipsius esse,
dimidium
fisci
dimidium
vfI el-
3.
il
L.
ani in tnn-
dom.
1.)
L. un. C. h.
I.
(10. 15.).
L. 07.
de
(41. 1.).
Quum
et alieoa materia
qui fecerit, an
rum
et
illc
eum
potius
eum
in leilgi
dominum esse,
dominum, qui fecerit.
videri
et aliena speciem aliquam fecerit quis, velati ex suo vino et alieno mette
mentum
fecerit,
lum operam
dubitandum non
sitato dedit,
est,
hoc casu
eum
esse
mulsum
miscuerit,
dominum, qui
fecerit.
quum non
so-
Digtized by
in
quanto
si
accrebbe
la
451
curri al-
confusio quando pi masse liquide appartenenti a diversi proprietarii si mescolano insieme cos da non potersi pi discernere.
Avviene
II.
la
L acquisto
1
Se
la
tutti
proprietarii, nasce
un condominio (c).
2 Se la confusione di tale natura che sia possibile una separazione, ognuno de' proprietarii pu rivendicare la sua parte (d).
fra loro
}
la
Ma quando
pi
masse liquide della medesima o diversa natura appartenenti a diversi proprietarii si confondano per caso o per fatto degli altri, in modo che non
possonq essere separate, nasce anche una compropriet per tutti in proporzione della parte di ciascuno
Se poi
III.
(e).
le
ciascuno
(f).
(b) L. 206.
(e) g.
27
de R.
I.
80. 17.).
de rer. div. Si duorum maleriae ex voluntate dominorum eonfusae sinl, (ilquod ei confusione tit, utriusque commune est, voluti si qui vini sua confnn-
Inst.
luni id corpus,
derint, aut
nam
et eo casu
mulsum, aut
pro-
si fortuito et
tale dominorum confusae fuerint vel diversae materiae, rei quae ausile rii generis sunt, idem
iuris esse placuil.
;d; L. 12. g. 1.
1.).
L.
5. g. 1.
de
Vip.
Sed si piomboso cum argento mixtom sit, quia diduci possit, nec communicabitur. nec communi dividundo agetur, quia separar! potest, agetur autem in rem aclio.
(e) L. 3. g. 2. de rei vind. (6. 1.). Vip. Pomponius scribit, si quid, qood eiusdem naturae
est, ita confusum est atque commistum, ut diduci et separari non possint, non totum, sed pr
parte esse vindicandum; ut pula meum et tuumargenlum in massam redactum est, erit nobis
commune, et unus quisque pr rata ponderis.quod in massa habemus, vindicabimus, etsi iucertum sit, quantum quisque ponderis in massa habet L. 7. g. 8. 0. de acq. rer. dom. (41. 1.).
(f) L. 6. de R.V. (6. 1.). vcd. noi. (d). g. 28. fnst. de r. dir. (2. 1.): Quod si frumentoni "Titii frumento tuo miitum fuerit, si quidem ei voluntate vostra, commune erit, quia sin-
gula corpora, id est singola grana, quae cuiusque propria fuerunt, ex consensu vestro coni-
si
casu id miitum fuerit, vel Titius id miscuerit sine tua voluntate, non
Digilized by
'
452
acquisto.
t
ANNOTAZIONE
Circa la specificazione tre opinioni seguivano gli antichi giuristi di Roma. 1 Proculiani ammettevano un acquisto di propriet per occupazione, affermando che pel
cambiamento della forma l' antico oggetto del lutto si distruggeva, nascendone un
altro affatto nuovo; i Sabiniani per contrario sostenevano un acquisto per accessione
a favore del proprietario della materia, giudicando la nuova forma come un accessorio aggiunto alla materia. Tra queste due opinioni eravi una media, la quale proponeva di esaminare se la materia lavorata potesse novellamente ripigliare lantica
forma; e solo quando non poteva, approvava lacquisto di propriet per specifica
zione
(g).
Questa disparit non ha oramai molta importanza, essendo che l'ultima opinione
il caso, quando colui, che fa il nuovo lavo-
mente se
la
ammettono
lacqui-
forma, argomentando dalle ultime parole del S-25 delle Instituta, con le quali
Giustiniano senza distinzione gli assegna la propriet (h). Questo principio non solo
lantica
vero
di
il
pu riprendere
la
la
rocch in
ma.
rer.
tutti
che
11
dom.
si
un
onde
togliere la propriet
la
le
all'
(41. 1.)
esista;
senza causa.
ma
)i).
5.
ancora controverso se
sia
necessaria
al
12. S. 1.
produttore la buona
ne
si
(g)
Ved. L. 7. 8. 7. L. 12.
(6. 1.).
(h) V.
Wentnj,
(i)
8. 135.
Ved. not.
Unenti,
corpora
in
V.
videtur
actio pr
25;
nell' antica
id
si
frumentum
islis
casibus
rem quidem
V. L. 78. salut.
8- 1. L. 24-
(46. 3.).
1.).
L. 5.
8- 1. de R.
(a) (d).
o. c. 8- 22.
Bacov, ad 8. 25.
Miihlenbruch, 8.248.
Thibaut, 8. 7jff.
8. 129.
Gio, ad 8- 25.
Inst.
//otom
Tinn. ad . 25.
Puchta
8- 136. N. 6.
.irnfdi.
ann. 3.
Digitized by
manca
433
medesima opinione
(k);
ma
generalmente si tiene che la mala fede non nuoce a siffatto acquisto di propriet (!)
L'argomento che si adduce contro , che si d la condictio furtiva al domimi*
materiae contro il produttore di mala fede (m). Quest'argomento di picciolo peso;
imperocch in quanto alla condictio furtiva, in un altro passo Ulpiano ci addita fino
a qual punto essa pu spettare al domimis rei: donec, dice, domisi facto dominium
eius rei ab eo recedat (n). Un altro argomento di importanza maggiore , che aldoiiinus materiae concessa l'actio ad exhibendum. Paolo ne apporta questa ragione
leg. 12. S- 3. ad exhib. (10. 4.) ); Quia quod ex re nostra fit, wstruin esse verus
est. Queste parole citate invalidano l' argomento: imperocch o in questa legge si
riproduce la dottrina dei Sabiniani, ed appunto perci bisogna rigettarla: ovvero
non devesi intendere che parli di diritto di propriet; il testo vorrebbe solamente
(
ha,
si
non propriamente un
diritto di propriet,
ma
in ge-
ma
di coloro che
164.
\an
ri
lenti
Dell'
Crommtlin de
H'inketvoort
si
Uomini
et bo-
p. 1-73.
I.
il
acquistata da quello della cosa principale. Questo acquisto detto per ac-
cessione
I
do
(I)
Seti, saggi
I.
de
p. 194.
MUhlenbruch,
g. 248.
Islit. g.
g. 3.
anche Haenet,
25. l'uterhoUner, prescriz.
Thibaut, g. 743. Mevkow, 167. Scliweppe, comp.
v.
g.
242. mdtt,
g. 155.
annoi.
4.
1. ecc.
3.)
g. 70.
g. 341.
L. 52. g. 14.
(a) L. 26. g. 2.
de acquir,
rer.
I.J.
dom.
41. 1.
).
L. 23.
g. 2.
de R. V.
6. 1.
).
Paul. Si
quis
rei soae alienam rem ita adiecerit, ni pars eius fieret, veluti si quis slatnae suae brachinm
ani pedein alienum adiecerit, aut scypho ansam ve! fundum, vel candelabro sigiltum
aut
,
mensae
pedoni,
dominum
g.
cfliri,
Digitized
by
454
lui
gli rilascia
il
danno,
il
si
il
danno perii
regole sulle
le
fatto dell'accessione
non sia
anche per opera sua in buona fede, gli si dar un actio in factum, e secondo le circostanze V actio ad exhibendum; al proprietario di buona fede
compete 1* elezione di risarcire il danno o cedere la cosa, facendosi pagare il prezzo della sua propriet (b).
Nel fatto dellaccessione possono darsi tre combinazioni: si possono
unire immobili con immobili, mobili con immobili, e finalmente mobili
con mobili.
I. Le specie della prima combinazione sono:
'alluvio, 'avuls:io,
al-
altrui
mano a mano ed
insensibil-
(c).
sio.
Il
non
3)
ma
mettano radici
vi
il
immedesimi
(d).
Il
masto
al
Ietto,
questo
ri-
propriet-
Per fare la partizione si mena una linea pel mezzo dell' alveo, e ciascuna met sar data al prossimo confinante. Se avviene che
l'acqua riprenda lantico corso, il letto torner cosa publica; n il seconrii confinanti.
di) L. 23. S. 4. 5.
de R. V.
rem
6. I.
trahit.
qnod
eibibendum agere
de ferruminalione
dum, ncque
in
(c) L. 7.
).
meamque
cfficit, si
accesserit, dare. 8- 8.
qnod Cassia*
quibus ncque ad cxbiben-
rem locum
. .
Ideoque
in
omnibus
bis casibns, in
g. i. 2. de acqu. rer.
dom. (41.
nostro (lumen adiicit, iure gentium nobis acquiritur: per alluvionein auteni id vidctur adiici,
quod
ila
momento
tempori;,
attulerit.palam est,
do acquisita
(d)
esse.
Conf.
mcum fundum
L. 12. pr. h.
L. 9.
g. 2.
meo
fun-
t.
de damn.
Digitized by
Ancora
le stesse regole
153
all'
ma sar
antico proprietario,
valgono quando
il
simil-
uscendo
ma non sono
isole na-
te, n per sono soggette a queste leggi quei pezzi di terra trasportati
dalla corrente del fiume, e chiamati giustamente isole galleggianti ; giac-
nullius, e
appartengono
primo occu-
al
(f).
Similmente quando
si
il
di questo lo acquister per accessione, non appena lalbero gitt le radici (h).
(c)
g. 23. Insl.
de
modo
pru
veus eius
scilicet latitudini
Quod
L. 7. g. 3. 6. eod. Idem.
rer. dir
alveuseorum
est, qui
si
prope
riparti
ipsum flumen,
praedia possident,
sii;
novus autem
eorum
aliquot tempori ad priorem alveum rerersnm fuerit flumen, rursus novus alvcus
incipit, qui
al-
esse
prope ripam eius praedia possident. Cuius lamen totum agrum novus alveus occu-
alveum reversum
in eo alveo
non tamen
fuerit flumen.
illc
cuius
is,
is
ager fuerat,
amissa propria forma, et quia vicinum praedium nullum babet, non potest ratione vicinilalis
utlam p irtem in eo alveo habere; sed vii est, ut id oblincat. g. 6. Aiiud sane est, si cuius ager
tolus inundalus fuerit,
L.
1. g. 7.
fuit.
qunm
g. i.
g. 22. de
1.).
rer. dir.
2. 1.
).
nata,
Insula, quae
est, quod raro accidit, occupantis fit, nnllius enim esse creditur. At
quod frequenter accidit, si quidern medium partem Ouminis tenel, communi
mari nata
in
recesseril
de acquir. rer.
sit;
quod
si alteri parti
proiimior
modo
sii,
in
Rumine
est
eorum,
latitudini cuiusque
eorum
est
tantum, qui
ah ea parte prope ripam praedia possident. Quodsi aliqua parte divisum flumen, deinde infra
unitum agrum alien in formam insulae redegerit, eiusdem permane! is ager, cuius et fuerat.
(g) g. 30. luti,
aedifteaverit, illius
de
fit
rer. div.
2. 1.
):
Et diverso
si
quis
in alieno solo
sua materia
domum
dontus, cuius et solum est. Sed hoc casu malcriae dominus proprietalem
si, in
sit
eum per eiceplionem doli mali repelli; utinam scienti, alienum solum esse, potest obiici
que
si
culpa,
bonae
ftdei
quod temere
;b) g. 31.lnst.
aedificaverit in eo solo,
quod
intelligeret
alienum
esse.
eod.Si Tilius aiienam plautam in solo suo posuerit, ipsius crii; et et diverso
Dgitized by
Similmente quando
si
45H
seminato
nell altrui
fondo, si perde la
propriet della semenza, che viene acquistata dal proprietario del fondo
per accessione, non appena che essa si attaccata al terreno (i).
III. Finalmente appartengono alla terza combinazione: la scriplura,
la pictura,
I
il
Per
la pittura
za
per conseguen-
il
Il
la carta,
ma
Giustiniano decise
il
ma
deve
utile
per rivendicare
la tavola,
pagando
forma una
ma
sola,
dar
primo
a quest'ultimo unazione
la sua opera (j).
modo che
Le specie
al
se ne
di questa
Y adplumbatura
la
la inclusio ecc.
si
Titius
citer;
suam planlam
in
egerit, eius
Mao
ii
pianta erit,
si
radices
(j)
fundum
bor posila,
acq. rer.
eflci
si vicini
arbor
arborem dicamus;
ratio
(41. 1.).
L. 2.
tcrram
enim non
si etiara in vicini
dom.
ila
Tilii
presser, ut
permitlil, ut aile-
L. 7.g.l3. L.20. g.
2. jie
L. 9. pr. de acq
rer.
dom.
solvere paratus sia, poter se Titius defendere per eiceplionem doli mali, ulique
si
bona
fide
earum charlarum membranaruinve possessionem nactus est. $.34. Si quis in aliena tabula piover, quidam putsnt tabulam picturae cedere, aliis videtur picturam, quaiiscunque sii, ta buine cedere.
Sed nobis videtur melius esse, tabulam picturae cedere. Ridiculum est enim, pictu-
ram Apellis rei Parrbasii in accessionem vilissimae tabulae cedere. L'nde si a domino tabular
maginem possidente is, qui pinxit, cam pelai, nec solvat prctium tabulae, poter pereiceptionem
detur,
consequens
do-
enim palam
labularum
furti
est,
qnod, sive
actio. !.. 9. g.
is,
1- 2.
de acq.
r.
domino
Digitized
by
457
dopo
la
Finalmente
il
la
dallaltra,
(k).
come accessione
nell usufrutto,
impe-
schiava.
ANNOTAZIONE
Il
le radici, offre
qualche
difficolt
re
il
luogo dove
1'
per alcune leggi, che molti giuristi credono in conde acq. rer. dom. (41. 1. ). (. 31. Inst. de
7. S- 13.
47. 7.
sembra che tutto stia nel sapere in qual luogo ebbe origine la pianta.
A nostro avviso non pare che tra due passi vi fosse contraddizione; imperocch
chiaro che, se un albero nasce nel mio fondo, la propriet me ne appartiene, e mi
resta, anche se l albero sporga le radici nel fondo del mio vicino; questi lia bens
facolt di muovere unazione negatoria, non mai avr il diritto di propriet. E questo dice la legge 6 citata. Se poi la pianta trapiantata nel mio fondo, allora io non
acquister il diritto di propriet prima che non mettesse radici; e bisogna dire che
quando attiro a poco a poco 1 albero del vicino nel mio fondo, la propriet allora
acquistata, quando la pianta ha gettato le sue radici c salimenta solo nel mio teral contrario
reno (L.
7. $. 13.
(I).
|
165
fruttifera,
per
un nuovo oggetto
lui
di propriet.
prietario;
enfiteuta,
avendo
egli la
il
diritti del
vero pro-
tico (a);
(k)
(l)
Ved. Vonjerote, o.
(i)
romano.
e. .
Ved. noi.
(d).
L. 6. 7. .
1. 2.
ed
324.
1.}.
93
Digitized
by
b
2
Gli altri
possono acquistare
ponimento
un
un
458
il
(b);
i
frutti della
imprendano
col pro-
ANNOTAZIONE
Non
buona
lutti
l'
fede.
Il Savigny vorrebbe che questi non avesse altro diritto sopra i frutti che quello
che ha sulla cosa principale, ossia una bonae fidei possessio ; il solo vantaggio per
lui il tempo molto pi breve per usucapirli, cio tre anni, e il non dover restituire
i frutti consumati (d).
L Unterholzner al contrario fa distinzione tra frutti naturali ed industriali; su
questi acquista il possessore di buona fede una irrevocabile propriet; mentre sui
primi non avrebbe che una bonae fidei possessio (e).
Il Marezoll senza questa distinzione opina che il possessore di buona fede immediatamente acquisti il diritto di propriet ma la durata ne sarebbe dipendente
dallo stato della buona fede: giacch non appena questa finisca, si estingue ipso iure
;
frutti
non siano
sibilit dell
stati
consumati.
usucapione, e
Finalmente
il
Da
il
exstante
purch, s'intende,
il
Marezoll
la pos-
(f).
Questa
sponde
pu dire f opinione della pi parte dei moderni giuristi (h), la quale rinatura delle cose ed ai principii fondamentali del diritto, ed rafforzata
si
alla
Il
possessore di buona fede in forza del suo giusto titolo riguardato dalle
1.
diritto antico:
fidei
(c) g.
(d)
L.
L. 16. de praescript. verb.
il
proprietario in bonis
posscssor in percipiendibas
L. 61. g. 8. de
g. 3. Itisi,
(19. 8.;.
de rcr.div. (2.1.).
Savigny, del possesso g. 22. 6 a edizione. Windzeheid, giornale di Gieasen; nuora se-
Miihlenlruch, comp.
g. 280.
.Irritili, g.
ISO. ed
240.
altri.
Digitized by
acquistava sui
perch
si
cosa non
frutti della
erano concessi a
confermato dalle
leggi.
lui tutti
Bonae
459
la
propriet bonitaria,
ma
la quiritaria;
diritti
giusto
che
Il
in percipiendis
nasce ex
officio iudicis;
il
ma questa obbligazione
si
per il possessore
adempisca a questa obbligazione, e
che
il
oggetto
non potr
(n);
in
a questo corrispondono
le parole della
secondo lui, bisogna concedere al proprietario della cosa la rivendicazione dei frutti
da ogni terzo possessore. contrario altres all' opinione del Marezoll, il quale,
quantunque dia il diritto di propriet al possessore di buona fede, pure affermandone la perdita ipso iure appena egli addiviene di mala fede, deve concedere al proprietario la rivendicazione dei fruiti.
Ma
meno
la
buona fede; ed anche che fosse da tutti accettalo per l' acquisto esservi bisogno
della buona fede del possessore al momento della separazione, non potremmo giammai dedurne perdersi per la mala fides superveniens la propriet, anche dei frutti
acquistati con buona fede. Inoltre la restituzione de frutti non pu essere ammessa
se non dopo la litis contestalio dal che ricaviamo che il proprietario fino a quel
punto non stato mai proprietario de' frutti ora come gli si pu concedere secondo i principii del diritto romano una propria azione per rivendicarli ?
La sola legge che il Marezoll ha potuto citare in pruova della sua dottrina la
la
L. 43. de evict.
(i)
(21. 2.), la
quale dice:
Vaccae emtor,
si vitulus,
qui postemtionein
L.
1. S. 2.
de
(m) L. 23. g. 1.
(7. 4.).
L.
dom.
1.).
L.
(41. 1.).
g.2. lnsl.deolBc.iud.(4.17.)
L.22
modis usaf.
C.derer.vind.(3.32.)
Digitized by
460
natus est, evincatur, agere ex duplae stipulatione non potest Questo passo non
appartiene alla materia: prima perch non detto n che il possessore sia stato di
buona fede, n che sia stato tale almeno nel momento della separazione. Dal con.
vede che
il
evizione del frutto non sia annullata la duplae stipula Ito; poich il vitulus come
corpus differente dall usufrutto come diritto; e per questa dimostrazione suppone
il
caso in cui un frutto venga evitto al compratore senza badare ai requisiti di una
Che poi vi siano casi, in cui si pu vindicare il frutto di una cosa frut-
tale evizione.
tifera dal
frutti extantes,
sumati
a)
la leg. 4. . 5.
de usurp.
(41. 3.). di
Paolo:
Fructus
et partus
Le
che
leggi
ancillarum et
non fueront, usucap possunt . Certo qui la possibilit dell usucapione sopra i frutti non pu mettersi in dubbio, ma per venire alla
conchiusione del Marezll bisogna supporre che il defunto fosse stato di buona fea
foetus pecoroni,
defuncti
si
de; quanto ci possa dedursi da questo passo e specialmente dalle parole:*! defuncti
non fverunt, ognuno vede. Ma pure secondo la sua stessa teoria, supponiamo il de-
funto possessore di buona fede; sarebbe stato certamente proprietario dei fruiti alfino alla durata della buona fedo; ora come si conciliano poi le parole, de-
meno
non fuerunt
functi
ai frutti,
ma alle
cose stesse
? (p);
ma
la leg. 43. . 5.
c non gi per
che un possesso
accessione,
il
di
buona
3. C.
Marezll.
1.
(q) L. 28. g. 1.
dominum
.
omnes
il
un
il
e.
figli
di essa
obbietto di usucapione
come
(q).
confr.L. 22.
g. 2.
7.).
L.
(4. 9.).
pag. 218.
de usar.
de rer. div.
(22. 1.).
proprietatis pertinel
g. 37. Inst.
de cond. ex leg.
(p)
fede; cos
hominum
(2. 1.).
L.
grati* conparaverit.
!..
ilaque ad
io fructu esse,
18. g. 3.0.
ile
furtis (17.
quum
2.).
Digitized
by
Onde
capione.
impossibile
1'
ed
ai requisiti dell
sono
vi
461
il
non va sottoposto
usucapione
usu-
mentre
(r).
separazione
almeno
ci detto
A.
(t).
usucapione ordinaria.
Dell
. 166.
1
Requisiti di
long,
(7.
35
).
(7. 3i.)
XX. annor.
quibus non
et
3.).
(7.
(7. 30.);
vel
33.
(7.
in
nec rei dominicae vel templorum vindicatio temporis praescript. submo de praescript. XXX. vel XL. annorum (7. 39.). Cai. Inst. S- 40.
14-31.;
V. c. 8.
recep, sent. V. 2.; Domili, comm. iur. civ.
disput.iur. tom.
50-80; Bave, principia universae doclrinae de prae-
109.
II.
Paul,
lib.
.Vaiarmi,
c.
II.
1799. Thibaut,
usucapionum
ueucapio del
l'
usucapione un
diritto
differcntiis contra
modo
pruova
(r)
L. 48. g.
iongum tempus
suus
tempo
il
facil.
il
tempo
L. 4. g.
mediante un pos-
giustificata,
(.
sono
il
1.
la
possesso qualificato, e
Beinhardl,
di acquistare la propriet
la propriet
la
romano;
is,
1. ).
Paul
Nec eontrarium
est,
rei,
quod
fructus
2.).
L. 23. g. 1. de a.
r.
d. Vip.
dom.
(41. 1.).
perciperet, cognovit,
spondi, bonae
(t)
L. 25. g. 2.
fundus non
(idei
fuerit;
et
nam
me
evictus
non
bona
lde
intelligi
anlequam fructus
Re-
faciat, quaeritur.
cmero, tandiu
ntihi ei re
mea, vel
fuerit.
Digitized
by
Tutte
I.
462
le
o per privilegio
sottratte all'usucapione
cune sono
di persona,
o per pro-
Sono
cose del
le
sottratte all
fisco;
gl
gli
pii (c);
(d);
le
(e).
ma
ritornano sotto
quelle cose, la cui propriet perduta dal padre per causa del
secondo matrimonio
a favore de
(. 115)
figliuoli del
primo
sono
letto;
dopo estinta la
clamava
(a)
quanto
in giudizio le cose
L. 9. Inst. b.
bonis vacantibus
usucapere posse, et
t.
I.
fsco
ila
(2. 6.
non
Res
).
dum
il
merc
lisci
la vindicalio
nostri usucap
non
l'
potesl.
aclio hypothecaria,
Sed rapinianus
emlorem traditam
rem ei
sibi
scripsil,
bonis
bis
L. 18.
24. h.
(41. 3.).
(b) L. 2. C. h.
I. (
7. 38.
Falene Thcod.
).
et
quae a colonis
sive emphjleuticariis dominicis, iuris reipublicac, vel iuris temploritin in qualibet provincia
venditae, vel ullo alio paclo alienatae sunt, ab his, qui perperam aut conira leges eas detinenl,
nulla longi tempori praesrripiione officiente,
111.
(d) L. 9. h.
c. 1.
6. C.
restitu, ita ut
de fund. patr.
ini-
(11. 61.).
131
Gai. Usucapionem
I.
rem.
L.
iubemus
Romani,
rccipiunl
maiime
L.
12. g. 2. de pubi, in
(e) L. 3. C.
2. C.
L.
1. C.
ved. g. 87.
7. 40.
).
.).
L.
un. C.
ad-
si
de boni, materni
de annali eccep.
L. 5.
(6. 60.).
lustinian.
L. 4, C. de bon.
L.
,
1. g.
quum
in
tempora eiceptionum currere dispositum crai, et quo saautem, quae minime acquiri possunt, hoc non lucrai spcconstitutum, apertissima definilionc sancimus, liliisfamilias in omnibus his casibus, in
liliisfamilias
quibus liabcnl re minime patribu sui acquisita, nullam lemporalom ciceptionem opponi,
quo actionem movere potuerint, id est poslquam manti paterna vel eius, in cuius pole-
nisi ei
sini crani consliluti, fuerint liberali. Qui cairn incnsare eos poieril.
quod,
(g)
Nov. 22.
c.
minime adimplere
si
24.
Digitized
by
463
siano queste cose mobili od immobili, estimate o non estimate, se non da!
tempo
eh essa fu idonea
d
Atinia
le
(i).
duzioni
le leggi delle
(k);
tolte allusucapione le
furtive,
pro-
le quali
il
di
sono reputati furtivi e per tolti all' usucapione, anche quando nascono presso il possessore di buona fede, purch la madre sia stata rubata gravida, o sia tale divenuta nelle mani del possessore di mala fede (1).
Il vizio di furto delle cose purgato ( v itium rei purgatur ), quando
ritornano in potest del loro proprietario (m). Se esse ritornano in potest del procuratore, non sono ancora purgate dal vizio, finch il proprietario non abbia avviso della presa di possesso; ma segli niente avea saputo del furto, non v' mestieri di avviso. Lo stesso si dica quando la
sottrazione fu fatta dallo stesso procuratore, e dopo un altra fiata questi
se ne impossessa pel mandante (n).
i figli
(h) L. 16.
(i)
g. 2. 3. Inst.
de usuo.
3.).
(2. 0.
ved.
(3. 12.).
g.
ncc
si
praedicto lungo tempore bona Ode possessae fucrint, usucap possunt; nani furtivarum rerum
lei duodecitn
tia.
!..
labularum,
(IO L. 4. g.
quaestionum
19.
!..
furis
quemadmodum
usucapionem,
vi
L. 213. de
V. S.
heredem
nac
poterai.
(I,
Gai.
usucap'
).
possessarum
parlum rei
emtorem peperisset, usucap
L. 4. g. 19. de usurp.
(41.3.).
Ceterum
L- 48. g. 3. de furt.
si
47. 2.
).
si
apud bo-
Vip. Ancilla
si
sur*
ripiatur pregnans, vel apud furem concepit, partus furtivus est, sive apud furem edatur, sive
apud bonae (idei possessorem; sed in hoc posteriore casu furti actio cessai; sed si concepit
apud bonae (idei possessorem, ibique peperit, eveniet, ut partus furtivus non sit, veruni eliam
usucap possit. Idem et in pecudihus servandum est, et in foelu eorum, quod in partu.
(m) g. 8.
Inst.
de usuc.
(2. 6.).
3.).
piamo nsi in potcslatem eius, cui surrepta est, revcrtatur, sic acceptum est, ut in domini polestalem debeat reverti, non in eius utique, cui surreptum est. Igilur creditori surrepta, et ei,
cui commodata est, io potestalem domini redire debet
L. 7. g. 37. pr emt. 41. 4.).
L. 84.
de
de usurp. (41.
3.).
ait
si
me surrepta sit me ignorante, deinde eam naclus sit, videri in potestalem meato rediisse; commodius dicitur, eliam si scier, rediisse eam io meam potestalem. Nec enim sufficit, si eam rem,
quam
perdidit, ignorante
nolui, tunc
eiigendum
me
est, ut
servus apprehendat,
si
modo
in peculio
eam
esse volai;
nem
sj
Digtized by
4G4
Purgandosi da! vizio le cose furtive quando ritornano nelle mani del
proprietario, ne segue che se questi avesse furate le stesse cose sue, per
esempio, al creditore pignoratario, all'usufruttuario, al possessore di buo-
na
fede,
cosa,
priet al possessore
anche
Plauzia
per
sono
le res vi
si
le rubate (v);
un
do, commette
gl
(t).
sottratte
(u). Il vizio
furto
immobili, quando
nuta
il
(x).
E secondo un ordine
proprietario
non ha
il
di Giustiniano
anche
(y);
(0) L. 20. $. 1.
detem debitor
de
L. 4. 8.
21- de usurp.
cam
clius dici.
L. 5. pr emt. (41.
L. 48. h.
(p)
t.
41. 3.
).
4.1.
id
et contra;
nam
si id,
meam
terli.
(q) L. 4. . 12.
(r)
venisse videtnr, et
(1)
3.).
()
ram
de usnrp. (41.
L. 4. 8-
reptam,
et litis
1.3.
si
Paul. ..... In
de usurp. (41.
aestimalionem accepero,
Paul. Sed et
3.).
nni.
Quod
vi
2.).
rem
furii-
Ved.
not.
(i).
L. 33.
L. 33. 2. de usurp.
possessum raptumve
sit,
41. 3.
antequam
in
g, 2.
).
mca
si
vindicavero
de usurp. (41.
L.
alt.
de
vi
3.).
bon. rapi.
47. 8.
).
Ve-
vum
(y)
Nov. 119.
c. 7.
Digitized by
fiooglc
465
qualunque
state per
il
o dopo avve-
ad un governatore di provincia
titolo date
zio purgato
i
cedervi
(aa).Il vi-
non avendo
dell cretto
confini di
due campi
vicini per
mezzo
accettata (oc).
nem
La nota massima
di diritto: alienation3 verbum etiam usucapionon videatur alienare, qui patitur usucap,
da conchiudersi assolutamente che quando proibita
non ha
tanto valore
(ee).
167.
Continuazione
)
pouruo
qualificato
).
secondo requisito dellusucapione il possesso qualificato, poich essa deve venire da un possesso con giusto titolo e buona fede.
1 ) Il possesso requisito essenziale dellusucapione, e chi non pu
II. Il
Ancora
(*)
il
'aa) L. 8. . 1.
de leg.
eius, a
quo profccla
irritas faci!,
(cc)
L. 0. C.
fin.
).
finali
dum
L.
18. pr.
Ved.
Theoi. Arcai,
rei
et
1.).
noi. prec.
ma-
et
habere.
Tryphon
nam
quae
vetal fun-
longum tempus
fit,
si,
anlequam constltueretur
dotali fundu,
lam
coeperat.
lee) L. 1. C.
IHrtto
rumano.
(7. 33.).
.19
Digilized by
mus domini,
proprietatis )
idoneo a trasmettere
un impedimento
ma
4 or
diritto di propriet,
il
esteriore;
per conseguenza
il
titolo dev
per
efficacia
essere idoneo,
no, per errore scusabile, si crede erede, e possiede le cose ereditarie (2).
b
to
il
Pro donato,
quando la cosa fu consegnata al possessore a tiuna donazione tra il padre ed il figlio di famiglia,
titolo pr donato non titolo giusto per 1 usuca-
cio
tolo di donazione. In
(b).
Lo
il
ma
varr come
povero
d
titolo
il
(c).
Pro
soluto, se
e) Pro transacto,
sazione
(e).
sufficit
tantum
ergo, et
si
(bj L. 1. pr. g. 1.
pr donato (41.
6.).
donatum
L. 3. pr donato (41.
6.).
et
fuit.
sii,
rem donaverit et divortium inlerccsserit cessare usucapionem, Cassius respondit quoniam non possit causato possessionis sibi ipsa mutare ; alias ait,
post divorliuin ila usucapturam, si eam maritus concessero, quasi nunc donasse inlelligilur.
L.23. 44. de don. ini. vir. et
Possidere aulem uiorem rem a viro donalam, lulianns pulsi.
si vir
uxori
de usurp.
41. 3.
).
Htrmog. Pro
solato usucapii
qui
rem de-
causa recipit: et non tantum quod debetur, sed et quodiibet pr debito solutum hoc Ululo
usucapi potest.
(e)
red. annotai.
(1).
Digitized by
467
Pro legalo, quando uno acquista per legato una cosa di un terzo,
ovvero una cosa propria del testatore, ed ignora che gli fu tolta novellamente in un codicillo (f). Ma se il legato non era per lui, ovvero segli
incapace di acquistarlo, il titolo pr legato non potr aver valore; eccetto
f
se vi fu sbaglio di
g
nome
(g).
Finalmente pr suo
distinto,
come
(h),
quando
titolo
il
una cosa
altrui.
3 ) Al titolo si deve aggiungere la buona fede, la quale la certa persuasione, chabbia il possessore, di aver acquistato loggetto in una maniera legittima, e di averne gi conseguita
nasce dallerrore,
ma
propriet. Per la
la
buona fede
una grave negligenza nellerrore di fatto, il possessore sar reputato di mala fede (i).
soltanto necessario che la buona fede siavi al principio dellacquisto, perocch la mala fides superveniens non impedisce lacquisto della
di diritto, o vi fosse
propriet
Se
do
il
(k).
possesso
si
sufficiente che la
me
il
buona fede fosse in colui che lacquista per l'altro: coex peculiari causa pel padre, nello schiavo per
il pupillo (1); si noti per altro che se il padre od
L. 4. 8. 8. pr legato
quidem
iusta causa,
quae
sufficit
(g) L. 2. 4. 7. eod.
(h) L. 5. 8- 4- pr
41.
.).
sit,
quum
sint
ned.
duo
Titii,
ut alter
dici, elsi in
eorum de
si res
aliena legata
se cogitatimi existimaverit.
not. prec.
<
quum suum
esse existimaret,
quia
in alieni facti
(i)
).
Pomp.
plurum; quod
quod
si
ita
verum
esse exislimo,
L.
alt.
L. 4. pr emtor.
rat;
est.
si
est, nihil
41. 4.
cum
(I)
in eo
L. un. C. de usuc.
lavai.
(li)
).
de osurp. (41.
3.
).
Paul. Si
emtam rem
mihi prorurator, ignorante me, meo nomine apprebenderit, quamris possideam, eam non usu-
in
est.
L.
2.
Digtzed by
468
padrone ne avessero conoscenza nel momento stesso dellacquislo, si richiederebbe benanche la loro buona fede: non cos se dopo (m). Quando
il
poi per lacquisto necessaria la volont del possessore principale, bisogna che questi solo sia di buona lede; la buona o mala fede del mandatario del tutto indifferente.
ANNOTAZIONI
controverso se un titolo putativo sia sufficiente fondamento per la usucapione. Egli certo che la esistenza di un titolo erroneo, non fa ostacolo all' usucapione (o); lo stesso vale quando vi esiste un titolo, e colui che acquista per usuca-
(t)
(p|.
Quanto agli altri casi alcuni scrittori affermano esserci stata su ci differenza
tra i giuristi romani, avendo gli uni escluso il titolo putativo, avendolo gli altri ammesso quando siavi un errore scusabile; Giustiniano aver poi decisa la questione
conforme ai primi. Ci non affatto vero. La regola generale certamente che il
solo titolo vero pu dare origine alla usucapione e non il putativo (q); con tutto ci
accettata la eccezione, che l'errore di fatto scusabile non nuoce alla usucapione,
per conseguenza non vi contraddizione nelle leggi (r); dato per altro che vi fosse
errore da parte del tradente, e dell' acquirente. Ci non ostante la questione
lungi dall'essere del tutto risoluta, riconoscendosi da alcuni moderni giuristi, p. e.
nel pagamento di un indebito o di una datio in solulum avvenuta in buona fede tra
debitore e creditore putativi, la esistenza di un titolo vero; imperocch, la insta
atto civile della solulio ,
causa traditionis, affermasi, non essere la obliijatio, ma
o della datio, e questo essersi pienamente avverato (s).
1'
(ni)
4.).
alienata,
si
lido
me non
quamquam
il;
bona
id
inilium cnim
lide fariat,
ego
capturum.
alieuam rem
(o) L. 48 - pr- de usur. (41. 3. ). Paul. Si eiistimans debere, Ubi tradam, ila demurn usucap sequilur, si tu pulas debitum esse. Aliud si putem, me ei causa vendili teneri, et ideo
causa io
ilio
est,
nisi
quod
ncque
me
putare,
tunm
esse,
interest,
quum
quunt
solvis; in
emtione autem et rontracttis tempus inspicitur, et quo solvitur; nec polcst pr cmtore usucapere, qui non emit, nec pr soluto, sicut in ceteris conlraelibus. L. 4. g. 2. pr suo (41. 10.).
4. de usurp. (41. 3.). Paul. Si defunctus emit, hcres autem pu(p! L. 31. g. 6- L. 41. g.
tat,
eum
Iulianus
ait.
usur. ( 41. 3. ). Vip. Celsus libro trigesimo quarto errare eos ait
(q) L. 27. de
slimarent, cuius rei quisque bona fides adeptus sit possessionem, pr suo usucapere
se; nihil referre, emerit,
sit,
nec ne,
si
modo emlunt
vet
donatum
qui exi-
eum
pos-
sibi existi-
maverit, quia ncque pr legato, neque pr donalo, ncque pr dote usucapio valeat, si nulla
donatio, nulla dos, milioni legatum sii. Item et in litis aestiniationem subierit, usucapere non
possit.
L.
L.
4. C.
1.
pr donato (41.
de usuc. pr her.
8.).
L. 8. pr derelicto
(7. 29.)
L. 11. pr emt.
(41. 4.).
ved.
(r)
(s)
(41.
7.). g. 11.
Inst.
de mure.
(2. 6.).
Digitized
p.
by
292.
469
Non
pare essere
ci
lus pr soluto
beat
(v).
In questi termini
indiscutibile riconoscersi
il
paga-
mento
un
di
indebito generalmente,
il
titolo
pr
si
soluto,
nione del Keller. Per quanto fosse vacillante il -linguaggio dei fonti a questo riguardo, pure non crediamo si potesse chiamare altrimenti; il titolo prende nome
dall atto giuridico che lo determina, se esso per errore si crede avvenuto, la caus^j
non cambia natura da diventare una diversa; altrimenti l' errore per se stesso sarebbe una causa legittima di tradizione, mentre esso opera una finzione, ammettendosi
come
similmente nes-
suno mette in dubbio la esistenza del titolo putativo nel caso della lcg. fi. riportata (y), eppure Africano appella una tale usucapione pr emtore. Dicemmo il linguaggio dei fonti essere alquanto vacillante a tale riguardo, e di fatti Pomponio, che
pure dal modo come ci presenta il caso ci vuole far notare un titolo putativo pel
fatto dell indebito pagamento, chiama la possessio, che mena allusucapione, pos-
ti)
(a) L.
(v)
L. 2-
pr. pr
emt. (41.
Quod vulgo
4.).
traditori) est,
eum, qui
listimi! se quid emisse, nec emerit, non posse pr emtore usuespere, hactenus veruni esse ait,
si nullam iuslam causam eius erroris emtor habeai; nani si torte servus vel procurator, cui
L, 8. $.
(i)
(y)
Ved. noi.
1.
L.
ita tradiderit,
magia
esse,
si
usuca-
(v).
Digitized by
470
(z)
ad efficiendum, ut
mihi
si sciissetn
(q).
Pitting,
tit.
usu eum non capiara, quia si nequam veram esse eiistimo, sufficit
nihit debere,
est,
pr mio pouideam,
pr soluto
nell'
Heidelberg, 1869.
II. fas. 1.
Miihlenbruch, comp.
g. 262.
VnterhoUner
I.
373.
L.
4. C.
civil.
pr hered.
(ee)
3.).
(7. 29.).
IX. n. 1.
(ff)
1838. g. 6.
20. Thibaht,
11.
pag.
sist. 8. ediz. g.
Digitized by
Il
471
che
una
dehered.
eam rem
consegui, ahpte
si
usticapta
non
pr herede
ponendo
il
il
del
predone
arbitrario,
non
2) Questo risultato si rileva chiaro abbastanza dalla L. 1. quor. bon. (43. 1 .),
secondo la quale il convenuto in giudizio con Vinterdictum quorum honorum obbligato a restituire
ni hil usucapium
esset;
rola possideretve
ch
si
possidet, possideretve, si
Pretore non parli in questo luogo che dell'improba usucapio, e non del bo-
il
nor. possessor. Lasciando stare che questa interpetrazione impossibile grammaticalmente, bisognerebbe supporre che i compilatori abbiano messe queste parole per
il che non si pu affermare senza bisogno e cos alla leggiera. Secondo
maniera di vedere adunque nella legislazione giustinianea sarebbe stabilito
che l 'usucapio pr herede non potrebbe valere contro Vinterdictum quorum honorum, n contro la hereditatis petitio.
3 In due leggi del Codice e propriamente nella L. 7. C. de pet. herd. (3. 31.)
L. 4. C. in quib. caus. cess. 1. 1. pretese. (7. 34.) detto chiaramente, che la longi
temporis praescriplio non pu essere efficace contro la hereditatis petitio. Ognuno
scorge quanto peso danno queste leggi, e come fondano una presunzione che anche
nella usucapio non sarebbe stato ammesso un differente principio.
4 A tutto questo si potrebbe obbiettare: se ci fosse non si potrebbe spiegare
come nel corp. iur. pu esser ancora ammessa una usucapio pr herede. Questa
obbiezione sparisce immediatamente, quando si considera che veramente nel sistema legislativo di Giustiniano non totalmente abolita la usucapio pr herede;
essa ha tutto il suo valore, eccetto contro il vero erede. Di fatti il possessore pr herede dopo il tempo determinato dalla usucapione pu intentare la rei vindicatio
contro ogni terzo possessore, c legalmente pu trasferirne il diritto di propriet.
inavvertenza,
la nostra
5 ) Si dato qualche peso ad alcune leggi, che in verit sono poco importanti,
perch le parole si negotium integrum della legge 2. C. quor. bon. (8. 2.) non si
rapportano alla usucapione, ma bens vogliono significare, se non vi res indicata,
ovvero se non stata intentata nessun altra azione, e nella legge 3. C. de edicto
D. Adr. (6. 33.) si fa solamente parola della prescrizione di 30 anni.
(3)
capione
molto
un
(hh).
Armiti, ardi.
civ.
XV1H.
p.
283.
Digtized by
Per veder chiaro
472
che dapprima
si
escludano
casi
La questione si riduce adunque al seguente caso; se valga la sentenza come tiquando qualcuno senza avere un titolo, ovvero ne ha uno, sul quale egli stesso
fida, intenta una rei vindicatio e ci riesce, sebbene in cuor suo non tenga s
proprietario, ma l altro. Coloro i quali non vogliono riconoscere ad una sentenza
la forza di un titolo, espongono la seguente ragione: per mezzo della sentenza non
si costituisce un nuovo diritto, siwero si dichiara il preesistente (ii); per ci la sentenza non un mezzo di acquisto della propriet, e chi ci crede, il suo errore un
errore di diritto, di cui secondo le regole generali non pu giovarsi lusucapione.
ima giusta massima che la sentenza del magistrato nienl altro afferma che il
diritto che precedentemente esiste: donde chiaro che chi non proprietario, non
deve avere in suo favore una sentenza di rivendicazione a cui non ha diritto. Ma non
men certo che le cose nella realt non sempre procedono secondo questo tenore;e
tolo,
non
devesi pel rispetto della giustizia stessa, piegare alquanto la severa assolutezza dei
principi!. Onde la materiale ingiustizia d' una sentenza la quale, secondo le apparenze legali, afferma un diritto che altri non avea, deve per umana necessit tenersi
ancora come legittima, ed il -vincitore della lite come giustamente tale. Nel caso
posto di sopra
rio
attore per
l'
mezzo
veramente proprieta-
(kit).
Quando
condannato fosse
il
proprietario, egli
si
ritrova nella
medesima
1'
il
convenuto
posizione,
come
se
oggetto medesimo.
Sintmii
ni.
I.
I.
contrarii
Vnterholtntr, praescr,
I.
pag.400. Puchta,
recitazio-
pag. 312.
(ii)
L. 8. g. 4.
L.
dus peiilus
sit,
Idemque
erit
dicendum, et si fun-
Digitized
by
473
. 108 .
b Continuazione
1)
tutto
Il
).
3.).
tempo
il
ei
Questo periodo varia secondo la quail possesso deve durare tre anni,
desima provincia
vincie differenti
inter abscnlcs
( 70.) (a).
2)
Il
al
Quanto
al
all
il
possesso
altro.
ed
in generale coloro die stanno per gli eredi possono aggiungere al loro
il
nellacondifio usucapiendi,
il
(c). Se poi l'antecessore non era in quella buona condizione, non solo non avr luogo laccessione del possesso, ma n
la propria buona fede giover al successore per cominciare un novello
possesso
(d).
L. 12. C. de pracscr.
(a)
busdam
si
33.).
I. t. (7.
Nov.
119. c. 8.
De ciccplione
vero absens
anni ad decennium
illi
fuit. Ilaec
futuris, et
illis
coniungi tempora divi Scverus et Antoninus rescripserunl. L. 2. g. 16. 20. pr emtor. (41.4.).
L.
11. C. de praescr.
(c)
g. 12. Inst.
cto, et heredi et
si
alle
1. t.
(7. 33.)
de usucap. h.
bonorum
t. (
L. un.
prodest.
yuod
continuentur.
C de usuc.
bonorum
quod
L.
Di riito romano.
L.
nonor.
2. g. 19. pr
emt. (41.
Vitia possessionuin a
4.).
60
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J)
Anche
il
474
ma
quello dell'antecessore;
per
lui
non corrono
le
al
proprio possesso
il
giusto titolo e la
il
buona fede
ed in secondo
(e);
luogo anche l 'auctor dev esser stato nella stessa condizione (f); la differenza rilevante che vi esiste in questo rapporto col successore universale
,
si
ma
manca
mala
in caso di
il
l'
usucapione.
sona che avesse posseduto; e qui ancora evvi unaltra differenza con il
successore universale; poich mentre a questi una vacua possessio, come
una hereditas iacens, non nuoce (g), nel singolare successore richiesto
che non vi sia neppure questa, ma assolutamente necessario che egli
succeda immediatamente allaucfor. Questa accessione fu introdotta daSevero ed Antonino
Oltracci
(h).
il
L. 11.
b.
I. (
44. 3.
).
L. 4. C. de usuc.
Paul.
L.
L. 15. 8- 1.
Si
!..
2. 8- 47.
non
aequum
alte-
eapiam usano.
(f)
rius dolano
non nocere,
ita
non
est
L. 8. de
I.
Ins de usuc.
bonae
(50. 17.
3.).
L. 6. 8. 3. pr emt. (41.
(idei cinturi
venditori sui
conf. L. 177. de H.
V. anc. L. 30.
de usurp. (41.
est,
dolum prodesse.
L. un. Cod. de
).
L. 40.
4.).
(b) 8- 13.
ceselo possessionis Gt
didit,
rum
possessio proderii, quia coniuncta non est, sicut nec ei, qui
(k) L. 13. g. 2.
tori redhibueril,
de acq. poss.
an accessione
41. 2.
).
uti possil et
aiii
Ved.
not. prec.
si
quis
hominem
vendi-
emlurem
venditori accessione
usurum,
et venditorent
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175
ANNOTAZIONE
La teorica
nea
questione
di
se, perch
no
dell accessit)
grande
rilievo,
non essendo
successore universale
il
si
moderni ancora
tra' giureconsulti
una
definito,
quali
si
le vif,
questa una
que-
come il Pardessus; chi nel lavoro de giuristi che 1 hanno addiritura inventata in odio alla feudalit, come il,
Troplovg; chi nel diritto germanico, ecc. Noi, come naturale, lasceremo quei valentuomini, e chi li segue, tranquilli nelle loro dotte ed erudite investigazioni, e,
se abbiamo ricordato questa controversia, stato per far rilevare che dopo questo
discettazioni si venuto da alcuni nella convinzione, che, se per diritto moderno
l erede continua incondizionatamente il possesso incominciato dall'antecessore, per
consuetudini di Parigi, chi nelle leggi de Franchi
romano invece, per aversi quest effetto, era necessario la presa in possesso
da parte dell erede ed tale un convincimento cotesto che non ci si mander
buona dai civilisti davcrlo messo in dubbio. I romanisti al contrario (almeno quelli,
che si trovano faccia a faccia col diritto romano, e non lo riguardano a traverso dei
diritto
antichi
sono
romano (1).
Altri luti
il
all
tempo
apprehensio dellere-
tempo
cens (m). Finalmente una terza opinione, conciliando le due prime, afferma non esservi bisogno delia presa in possesso dell erede, se il tempo fosse compiuto prima
dall'aditio hereditati; ma se vi resta ancora qualche altro tempo, lerede prima del-
apprehensio non
me
si
(n).
voler essere fedeli coi principii del diritto romano, ci pare essere pi confor-
al
vero
che regola
la
la
prima delle
universale successione
Imperocch
tre opinioni.
ne resta
la
indiscutibile
che
il
principio
da mettersi nelle stesse condizioni giuguisa che tra questi e quello vi una unitas personainvestito
s,
rum; quindi segue che, come nelle altre cose, lerede continua il possesso dellantecome se da principio avesse egli stesso incominciato a possedere (o). Cos si
cessore
cmloris; quod magis probandum puto. !.. 19. de usar. (11. 3.).
L.
6. $. 1.
de dir. lemp.
Ved.
Vunger ou>,
8-322.
Berol. 1842.
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by
476
mala fede dell'erede non nuoce all' usucapione (p) c ci non clic
la conferma della regola: non ostare all'usucapione la nuda fides su perveniens. Anzi illogico ci sembrerebbe il contrario; se fosse veramente necessaria
la presa in possesso da parte dellerede, il che tradotto in altre parole, equivarebbe a
questo: se fosse necessario che lerede acquistasse egli prima il possesso, e quindi congiunga al proprio quello dell'antecessore, non ci sapremmo sufficientemente spiegare, perch non debba nuocere la mala fede dell'erede; imperocch, non acquistandosi il possesso solo corpore, non si potrebbe prescindere dagli elementi subbiettivi
dellacquirente, ci che realmente avviene per il successore singolare, per cui inspiega perch
sotto altra
la
forma
dispensabile
l'
apprehevsio.
Almeno
limitazione
quam
licei
Ut
in
in re habuit,
ex
non interrumpalur ex
ea coopta est
titulo lucrativo
mente detto
nella legge 31
De
. 5.
usurp.
(q)
La seconda opinione
rosa conseguenza,
impedirebbe
fatto
si
la efficacia di quella
cmt. cosi
si
esprime
quod defuisset ad usucapionem, quavwis cum hominem lieres possidere non coe pisset, fiet tamen eius; sed ila hoc, si nomo eum possedisset (s| .
I testi che Unlcrholzner allega in sostegno della sua opinione la L. 13.
j. 4.
de acquir. posscss., c la L. 30. . 5. eod. La prima cosi si esprime: Quaesilum est
si heres prius non possederai, an testatoris possessio ci acceda!? Et quidein
in
emtoribus possessio interrumpitur, sed non idem in heredibus plerique
prohant,
quoniam plenius est ius successioni, quam emtionis; sed subtilius est, quod in
cmtorcm, et in heredem id quoque probari . Indipendentemente del modo income Uipiano afferma la interruzione del possesso, da fare attenzione alle
certo
leggi delle Pandette che parlano deir occessio possessioni; poich era questa
una
teoria che al tempo aureo della romana giureprudenza era applicata idl'ntcrrfictum
utrubi, nel quale colui vinceva
che avesse posseduto la maggior parte dell'anno
,
con facolt di congiungere al proprio il possesso dell'antecessore; alcuni frammenche s incontrano nelle Pandette a giudizio di quasi lutti i giuristi moderni
ti,
Paul
ut cadcm in heredibus, qui in usurapionrin succeduto, serranda sint; quia potienio defuncti quoti iuncla tlependit
ad heredem
(o)
et
plerumquc non
(p!
dum
(4. 0.).
Vcd.
not. (c).
(q)
(r)
lo possessa est.
(s)
I..
Ved. L. 31. S-
(7. 31.-
Vcd. not.
ila
(c).
heredi procedit,
si
medio tempore
a noi-
Digitized by
477
sono
relativi
i
aH'inlmlicfum anzidetto;
significato poco in
armonia
la loro accettazione
in
col principio
S. 12. Inai.
riportato nella nota (c) , in cui nel caso dell'erede universale si parla di continuazione di possesso, e nella legge frammento di Paolo. L. 31. S- 4. in cui per lo stesso
caso si parla di tempu s vacuimi, mentre non sapremmo vedere in che consista in
questo taso una interruzione di possesso ; mentre relativamente all inlerdictum
.nimbi chiaro abbastanza, quando si considera l'indole dellinterdetto nimbi, cli'
rclincndac possessioni*.
Non
crai) preoccupati
questo senso:
la
questione che
si
propone Ulpiano
, se l'erede
non possedesse
un altro si fosse messo in possesso della cosa posil primo, ossia se prima di lui
seduta dallantecessore, potrebbe egli giovarsi del possesso del defunto? Ora in questo senso spiegabile tutto ci che segue, ed ancora spiegabile la interruzione
per
vsucapietur, ijuod ante defimctus non possederai ? Mentre per noi il caso era l'inverso, cio se il defunto avesse incomincialo a possedere; il responso di Papiniano difficilmente sarebbe stato in questa supposizione secondo l'opinione di Unterholxner.
La opinione
conciliante del
risultato, la L.30.
de acquir. poss., che pare sia l'unico sostegno di quella opinione, concepita
Quod per colonum possideo, heres meus, nisi ipse nactus pos-
S. 5.
in questi termini:
in opposizione
si noti,
che
manifesta con
il
frammento
31. 5.
mena
lacquisto del possesso per via di rappresentante. inutile ricordare che oltre degli elementi subbiettivi cd obbiettivi del dominus e del rappresentante, vha biso-
gno
di
un
in nessun
esistente
modo determinato
non
relativamente
(l)
Vcd. Glos. ad
log. 13. 8- 4.
il
al
per,
5., in
muore, con
l'altro;
'aditio hacredilatis
il
possesso
trasmesso all'erede
il
de acq. poss.
Digtize
by
478
vincolo obbligatorio, ma
te sua
un
atto,
non il possesso; perch egli lo acquistasse vi bisogna da parper mezzo del quale ripristinasse quel rapporto giuridico tra lui ed il
il
169.
L
(
usurpatici
),
e per
a questa teoria
(.
te
la perdita del
possesso
153.) (a), se
il
possesso
si
cia
del
questa
(a)
(c).
Savigny, possesso
(a) L.
fi.
26.
L.
quisde possessione
eripit,
patene Uominus
sit
quum
qui usur-
lucra-
tiva causa.
(b) L. 13. $. 2. de usurp. (41. 3.J. Paul. Si quis bona Ode possidens, ante nsucapionem
amissa possessione, cognoteril, esse rem alienam, et itcrum naciscanlur posscssionem, non ca-
L. 2. g. 1. C. de ann. eie.
cum
labulariorum subscriplione,
7. 40.).
liceat ei
tei
/uifinian
omnem temporalem
est.
L. 7.
S- 4.
annorum
sit.
Digitized by
Si baili per altro a
con
sospensione
la
479
non confondere
l'
praescriplio quiescens
s.
dormiens
la
),
quale avviene
quando
2
pione
qualora
terruzione di
. 106.
la
);
all
usuca-
quando il vitium rei va congiunto con una inusucapione p. e. quando una cosa addiviene furtiva o vi
. 166.
),
eccetto
possesso;
usucapione straordinaria.
usucapione straordinaria
fede; per
il
si
il
buona fede
in-
il
(a).
non
come
che
la
civile
de
pr. g. 1. C.
(7. 39.).
hjpolhtiain eius praelendentes sibi acquisieril, postcaque formilo casa possesstonem eius
perdidcrit, posse euro cliom actionem ad
ginla
ei
anoorum eipulsus
esl,
si
mala
is,
qui supposilam
eam habebat,exceplione
eam rem
Iriginla tei
desierit
quadra-
si
fide
rei
quidem bona
eam adeplus
fide
ab
inilio
eam rem
fuit, vel
commodum
et
memorarne
quucunque tempore habuit, lune licentia sii priori domino rei creditori, qui nomine hj potheeae rem obligalam habuit , el beredibus eornm ab iniusio detentore eam rindicare, non obstante ei, quod prior possessor iriginla vel quadraginta annurum exceptlone eum
removerat, nisi ipse iniuslus possessor iriginla vel quadraginta anoorum, ex co tempore romputandurum, ei quo prior possessor, qui evicit, ea possessione ceridii, cxreplione munltus est.
ius in
eadem
re
Digitized by
480
le
non
come
le
si
pos-
cose dotali,
regolare.
L
1
azione rivendicatoria
usucapione ordinaria
ma
per
preso
il
si
vuole
la
tempo del-
possesso.
il
pii,
alla prescrizione di
40 anni; come
87 -).
B. Acquisto derivato.
.
171.
Della tradizione.
Per trasmettere la propriet ad altri con atto tra vivi, non sufficiensecondo i principii del diritto romano, la mutua dichiarazione di vo-
te,
ma
non
si
Affinch
si
si
la
richiede che:
1
il
ovvero ne sia legalmente incaricato dal proprietario (a), sia per mezzo di
un atto come il procuratore, o per autorizzazione legale come il tutore o
curatore; o sia
il
(a)
il
il
fisco,
proprietario che
de
non avendo
dotti inus
rum
altrui,
eam
si
ei negoliis
rem ven-
1.).
L. 2. C. de qualr.
Digtized by
481
Che
il
il
lo conseguisca
la
volont
propriet
mani
getto nelle
un
di
terzo,
il
ed in questo caso
di propriet,
manu
traditio brevi
(d);
se invece l'og-
all
acqui-
il
quando vera-
la propriet acquistata
vare che
la
il
in-
(f).
oggetto che si
all'
trasferisce (g).
la
una
di quelle
(c)
dam rum,
rem,
si
(dj
L.
de rer.
(e) L.
sia
9. 8. 3-
Aeque
L. 21.
si
8- 1.
non tradilum
8. 40.
iri.
de
I..
quam
cavcrit artor,
L.
9. 8- 3-
fiat,
nam
(g) L. 2. 8- 0.
absens, lune,
1.).
quum
sit
si
sit; s
possessionem eius
tra-
(f)
L.
21. 47. de rei vind. (6. 1.). Paul. Ilacc, si res praesens
cs.
1.).
praedo
(i).
debcam,et non
fuit, nisi
L.
4.).
55. de 0. et
id
potcst.
pr emtor (41.
4.).
ait,
Paul.
usu
Quum
L.65.
8- 4.
alia ex
Sed
si
quidem ex
L. 5. 3. 13. L. 36. pr. de poo. int. vir. et uxor. (24. 1.). Cip. Io donationibus autem
Diritto
consumla
romano.
sit,
donum ab
eo,
est, ut si
quidem
61
Digitized
by
482
si
diritto di propriet
il
. 52.
).
il
prezzo stabilito
il
le regole stabilite
una disposizione
di legge,
ANNOTAZIONE
Lerrore nella tradizione allora solamente impedisce
priet,
il
quan-
cos
do
vi
suam
amittit
(1),
(ni)
di una chiarezza incontrastabile pare che fosse in conmandati (17. 1.), la quale insegna: Et puto Titillai, quantneque si rem tradidisset, vin dicationem ei concedendam .L'interpretazione comune mena a negare la regola
generale, ammettendo che in questo caso l'errore non fa ostacolo al trasferimento
del diritto di propriet, e che solamente allora la tradizione dovrebbe essere ineffi-
cace,
cit.
quando
vi
un errore in corpore,
il
secondo
essi, della
legge 35.
il
suo
(n).
L.
1. g. 2.
pr do-
non
de div.
L.
didi,
(l)
oliter
L. 34. pr.
id,
2.).
L. 2. g. 6.
pr emt.
1.).
41. 4.
sii,
).
nomine
fa-
Paul.
ait,
usu
si
fundus cmlus
ainpliores fines possessi sint, totuin longo tempore capi,quoniam unirersilas cius possi-
suam, quasi
meam
ve
rer.
natio, quia
nemo
crrans
(n) Tliihaul,
rem snam
L. 15. g. 2.
Saggi
II.
amittit.
non
p.l 18.
recessit
Confr. L.
ab
3. g. 8.
meus
iis
doininium,
rem
1.).
Digitized
by
Googl
483
legge
3T>.
Per
et traditae.
si
perde
per
lui
qual cosa Marcello in questo passo non dice che dal procuratore
afferma solamente che a causa di un contratto
la
il
obbligatorio
(il
contratto di vendita)
ma
solamente
conchiuso
il
una
di
si fa
non
come quando
lo stesso proprietario
inefficace,
avesse
Se
Al
fatta tradizione,
quando
il
dipende
il
questa sar
tradente o l'acquirente hanno in mente un atto, pel quale non
la tradizione,
la propriet, p. e. uno ha in niente una donazione, l'altro un comodato. Se al contrario entrambi hanno in mente due atti differenti, ma che tutti e
due valgono a trasmettere ed acquistare la propriet, la tradizione avr effetto, quantunque entrambi fossero erronei, giusto perch da entrambe le parti vi Yanmus
domimi trantfercndi et acqui rendi; si comprende per altro che in questo caso si
pu ottenere la restituzione dell oggetto per mezzo di una condictio sine causa. A
questo proposito cosi si esprime Giuliano nella legge 36. de acq. rer. dom.: Nani
et si pecunia numerata libi tradam donandi gratia, tu cam quasi creditam accipies,
constai proprietatem ad te transire, nec impedimento esse, quod circa causam
possa acquistarsi
la
L. 18. de rcb. cred. (12. 1.), nella quale Ulpiano cosi si esprime: Si ego pecuniam
libi quasi donaturus dedero, tu quasi mutuas accipies, luliauus scribit, donationem
non esse sed an mutua sii, videndum. Et pulo nec mutuam esse, magisque numos
accipicntis non fieri, quum alia opinione acceperit. Quare si eos consumserit, licet
condictione tenealur, tamen doli esceptione uti poterit, quia secundum volunta tem dantis numi sunt consultiti Fino ad oggi qualunque tentativo per concordare questi due passi stato poco soddisfacente. Bisogna convenire con molti antichi e moderni giuristi, che questo caso fosse controverso presso gli antichi Romani (p). ammesso generalmente che la legge di Giuliano sarebbe da ritenersi in
presenza, non perch fosse stala una svista de' compilatori di accettare nelle Pandette il frammento di Ulpiano, ma perch la legge 36. cit. tratta in terminis di
questo caso, e fu messa appositamente nel titolo de acquirendo dominio; mentre la
legge 18. di Ulpiano esamina pi da vicino la questione sulla esistenza della dona
zione e del
(o)
mutuo
(q).
Htimbach,
c.
16.8-
6- Giphan,
ludita, recitazioni
cit. VII. p.
I.
lect.
Alldorpb. ad lcg.3S.cil.
pag. 440.
p.
102. Fucina,
33
Digitized
by
III.
484
la propriet.
I.
La
merc
cui
proprio, o in
Non
vocabile
C. h.
i.
(3. 32.).
il
nome
fa ostacolo
piena o
nome
il
E per
sessore.
1.).
altrui (a).
all
meno piena
1
;
esercizio
che tempo
(b).
nome
possiede in
possiede
altrui
pu liberarsene, nominando
cment.
et Leg. 18.
c. 7.
Derol. 1820.
dominium
rei
Sist.
vind. (6.
p.
138.
il
quale
nome
In alcuni casi
l'
azione
IV.
acquisivi!
(c).
chi
Savigny,
L. 23. de
(a)
iure civili
erit,
pag.
de R. C
(1)
Teitterbanlt, observ.
'angerov,
I.
g.
311.
l.j:
meam
case,
cam
solatii
rompiceli, quae lucum habet in interdicio uti possidetis, vcl ulrubi. Deniquc
quem
Ved. L.
1. g. 2. C.
L.
de ann. eicept.
(7. 40.).
ipse in loca, in quibus praediutn silum est, pervenicns, vel procuratorem mittens, acloris in-
tentiones escipiat.
Digilized by
Googl
condizione del proprietario
485
abbandona
il
difficile la
(d).
Se
(e).
);
volesse rivendicare
si
ad exhibendum (f).
non solo alla cosa
aclio
L azione diretta
frutti separati
prima della
il
lilis
lite
non
il
il
il
(g).
convenuto dolosamente
Iavulen. 0i
(5. 3.).
l coni. L. 13
(d)
liti
se obtulit,
modo non
est deceptus.
sieril possidere,
g. 13. L. 23. g.
possiderct,
condemnalur
eum non
30. 17.
nisi si
est.
t.
Vip. L. 1.
hanc outcni actionem non soluin singulae res vcndicabuntur, sed posse eliam gre-
indicari
nostrum esse,
Idem et de armento, et de
quae gregali! habentur, dicendum est. Sed enim gregem suflicicl ipsum
singola capita nostra non sinl; gres enim, non singula corpora vindicabun-
Pomponius
equilio cetcrisque
lur. L.
eviden-
possidere; quippe
).
(e)
g. 3. lcr
gei
L.
licei
et utrurn totani,
an parici, et
quotai pctat; appcllatio enim rei non genus sed speciem signiGcat.
(f)
gilluin
(g)
L. 23. g. 3. h.
t.
L.
6.
ad esbib. (10.
4.).
Paul.
Gemma
si-
t.
g.
(g> * (h)(b) g. 2.
Inst.
de
17.)
praesens non
ibi restitu,
ubi res
sii?
sit,
L. 10-12. h.
Et non
t.
L. 22. C.
rem
restitu;
t.
malum est, si
bonaefidei possessor
sii,
sit is,
ubi
cum
h.
si
cum
salisdalioue eavebitur.
Dgitized by
180
getto stesso,
non
ci
ai soldati
I)
al
per
1'
(i);
Se
con
la
principii
si
11
Il
possessore di buona e
il
lite,
il
che perisse;
Se
tio
il
ha ricevuto il prezzo ( lilis acstimada considerarsi come una vendita; eccetto quando il convenuto
Si
(idei sii
contestala est,
lis
(i)
I.
(k) L. 2.
golia adminislrat,
faci, lut-
mutua data
26. 0.
ei,
3. C.
de arb.
).
ad exhib.
nactus
sii,
idem statu
illic resti-
(10. 4.).
actio
!..
eam rem
iurisdictionem praebebit.
quando ex
lis
(l)
libi
eam
11. g. 1.
actionem inferenti
praedium
rem vindicandam,
in
cuius no-
uti-
vcl
(m) L. 31. g.
conventionem
lo;
L.
prima
ci
),
litis
3. L. 40.
restiluitur, si
de her.
quidem
pel.
5. 3.
).
!..
43. b.
a bonaeHdei possessore
t.
Vip. Si
bomo
sii
qui post
testa tam.
(n) L. 13.
1S. g. 3. L. 43. h-
t.
Vip.
Si
dcmurluum
sii
sine dolo malo et culpa possessoria, prctium non est praestandum plerique aiunt. Scd est verius, si forte distracturus erat petitor, si accepisset,
restituisset,
(13. 1.).
!..
Vip
moram
L. 7.
videtur.
L.
iute
si ei
de cond. furi.
Dgitized by
aia condannato quia
liti
rimane
in questo caso
attore
possessore
della
187
all
la facolt di
chiederne
il
prezzo
(p).
come
acquisto
dell
occupazione,
1'
accessione, la specificazione,
usu-
capione; se poi il suo acquisto derivato, il solo titolo non basta sempre
a provare la sua propriet; bisogna spesso che provi il diritto di propriet
del suo auctor, e secondo le circostanze dellantecessore di questultimo,
finch non giunge a provare coi suoi antecessori di esser stato l oggetto
posseduto pel tempo necessario alla usucapione (q).
pu
attore
interpellare
il
mente neghi, e
sarcito delle spese fatte, secondo leregole generali stabilite su ci. (. 37.).
1) Il convenuto per non ha diritto di essere rivaluto dall'attore del
compete che
prezzo
si
proemi
to)L. 1.3.
incipit possidere.
Patii. Si
compr
is,
L. 3.
(fi. 4.).
evizione contro
(s);
generalmente a
non
lui
il
il
lilis
aeslimalionem obtulit
pr cmlore
Vip. Litis acstimatio similis est emtioni 1,. 7. 46. 47. 60.70. h.
t.
loggetto rivendicato
azione per
vers a vantaggio
L. 13.
g.
L.
li. eit.
13. g. 14.
3. 3.
).
de hered. pel.
(5. 3.).
L. 93. g. 9. de solut.
46. 3.
).
Papinia n. Dolo
feristi,
si tu
(q)
(r) L.
non possidere;
sideri, transferat
(a)
alti
ita ut, si
ad se possessionem,
L. 3. 23. C. h.
ablalum,
1.).
alicui dicere, se
t.
Pioelet. et
rem aclionem
possil adeersarius
licei
suam
Maxim.
pati
Si
licei
adversario pos-
dominium solrendi
eod.
per furturn
pretii nulla
necessilas irropetur.
(t)
te
Maxim
Emlor autem,
si
pretium
modo
cum
potest.
Digilized by
2
1
488
et
al
convenuto, ed
traditae e simili: da
quando
contestatio negativa,
litis
il
diritto
altro
ovvero consiste nell estinzione del diritto di propriet dell attore provando il convenuto che il diritto di propriet sia stato a lui trasferito.
,
della quale
mezzo
il
dell attore,
smettere la propriet, che per diritto rigoroso non poteva essere trasmessa, e quindi non pu insorgere contro il l'atto proprio, sia perch deve l'at-
da un
altro.
Quando un non
ma
acquisto,
diritto rigoroso (u); o quando il proprietario sia poscia divenuto erede del venditore (v).
b ) Quando un vero proprietario ha venduto e trasmesso un oggetto
una condizione sospensiva, pendente condilione egli ancora propu essere invalidata per
sotto
mezzo
c
Quando
una cosa, ignorando affatto i suoi diritti di propriet, 1' azione che produce di poi annullata da questa eccezione, o quando taluno per mandato di un altro abbia alienato una cosa, che ignorava di
la vendita di
esser sua
(y).
Quando
il
(a)
1. pr.
num fundum
72. b.
t.
L.
L. 2. de except.
vendideris, et
vend. et trad.
rei
L.
21. 3.
).
oggetto per
si alic-
4. g. 32.
4.).
L.
L.
14. C. h. t.
(3. 32.).
(v)
ditori exislat,
(x)
(y)
idem
eril
dircndum.
L. 73. de
rei redirc
20. 8.
).
).
L. 7.
Paul. Et
si
L. 14. C. de
si is
ad venditorem non potest; tamen non est audiendum creditorem, qui fundum vendiL. 40. mandati (17. 1.).
eiusdem rei ex alia causa quacstionem movere.
dil, si velit
Digtized by
Googl
ma
altra via,
Quando
489
pienamente
quest' eccezione
eccezione
oggetto, gli
opporrebbe
(aa).
Finalmente
(z).
azione
l'
og-
getto (bb).
ANNOTAZIONI
|1)
L azione rivendicatoria,
come
il
si
possesso;
il
quanto che
il
auctoris piuttosto
un benetcio
il
(i) !.. 1.
tradita, sed
g. 5.
de eicep.
rei
possessione sine
aulem
lite;
muovere contro
rende responsabile,
si
lui la
nome
convenuto
rem
indicci;
l'effettivo
rivendicazione senza
o nell'altrui.
pos-
diritto di
rit
nome
convenuto
no
il
non autem
fueril ai
nam
exceptionem
uleltir.
(aa) L. 11. C. de evict. ( 8. 45. ). Alexand. Exceptione doli rene eum submovebis
queni
ab auctorc luo fideiussore eccepisti; si eius nomine controversia referl, quasi per uiorem
suam, aniequam tu emeres, compararmi, qui venditioni adco consensum dedit, ut se etiam pr
,
evictione obliga'crit.
(bb) L.
iradcrclur,
(cc)
tantum ei, cuius res tradita est, sed successoribus etiam eius, et emlori secundo,
non fucrit tradita, proderit; interest cnim cmtoris primi, secundo rem non evinci.
ratione venditoris etiam successoribus noccbil, sive in universum ius, sive in
rem
successerint.
L. 72.
h.
t.
L.
4. g. 32.
L. 32.
g. 2.
(ce)
romano.
noi.
(x).
accadem.
III.
. 1. Pari
4.).
confr.L. 1. g.
2. 3.
eod.
1.).
ved.
etsi res ei
eam duntaxat
in dirsert.
diss. 106.
62
Digitized
by
490
Una
re,
auctor
1'
naturale dover essere considerato come un fictus possessor, qui liti se obtulil e
per conseguenza dover essere condannato non alla restituzione dell'oggetto, ma al
valore dello stesso; di guisa che l'attore non sarebbe impedito di produrre la sua
azione cntro il vero possessore ( civile per conseguire l'oggetto. Tutta diversa
)
la
conseguenza secondo
giusto convenuto in
un
nostra dottrina:
la
il
cum omni
causu; ed
tuzione
dell
oggetto
l'oggetto,
secondo
le
occorrenze
autore di questultimo.
dell
Una
antica opinione, gi
com-
battuta nel medio evo e riprodotta negli ultimi tempi, nega che l'attore per lacquisto derivalo avesse obbligo di provare la propriet dell'antecessore; afferma invece
l'
che
ritto
il
1*
il
di-
amplius trasferre
traditio nihil
debet, vel potest ad eum, qui accipit,quam est apud eum.qui tradit. Si igitur quis
dominium
in
fundo habuit,
id
tradendo transfert,
si
(gg),
la
propriet dell'ouctor
diritto.
La
difficolt di risalire
finita di trasmissioni,
cendo
Il
gl interdetti .possessorii.
dell' attore;
(ff)
lattore
eod. X. 11.
Schemann,
cotnp.
civ. VI.
II. p.
ma
d' altra
la
difficile
46.
de Tiegentrom,
da aver meritalo
VII. 13.
De
il
Falckenttein,
bach, de domioii proba!, ex princ. iur. rom. quam. Sxion. Lips. 1827.
(gg) L. 20. de cq. rer.
dom.
(41. 1.).
49 i
nome
il
La
sto
difficolt
modo non
si
differenza che
rivendicazione
principii
il
Tliibaut giunge a porre fra le due azioni consiste in ci, che nella
dell' attore
anche
(4. 9.).
che naturalmente osta a questa teorica del Tliibaut , che in quepotrebbe distinguere Inetto Publiciana dalla rei vindicatio; lunica
il
da noi
conseguenza necessa-
princi-
pio di equit, non devono mai rendere difficile la condizione di alcuna parte: in caso contrario 1 equit che favorisce l' uno farebbe ingiustizia all altro o almeno
,
per
la teoria di
di provare
bolica
si
il
risparmia
all
attore
getta tutto sulle spalle del convenuto, onde per risultato la condizione del
convenuto
Le
si
rende immensamente pi
difficile di
ma
ottava
$ 566., e nell'
$.
'
707. la ritratt.
lantecessore
non
vvi ad applicare
sia
il
il
principio che
l'
ignoranza
mente
facti alieni
si
conseguenza, che quando l'attore fondasse la sua azione sopra un qualunque fatto non personale sarebbe liberalo dall' obbligo della pruova, e il convealla
rem
aclione (6.2.
rem
art. Coll.
in
rem
173.
H. Della Pnhliclann In
T. D. de Publiciana in
fatto; cosi
rem
netto.
Eckmbtrg, de Publiciana
in
rem
actione
1843.
Lazione Publiciana unazione reale data per analogia della rei vindicatio al possessore di
buona
fede, che
ha perduto
il
possesso, contro
Yed. Vangcrow,
oggetto
il
suo pos-
si
o. e. I. 8- 332.
Digitized
by
il
prietario
(a).
Circa
492
fnge che
all
azione perfettamente simile alla rei vindicatio (b). Una grande differenza vi in riguardo alle pruove ed alla persona del convenuto.
st
vare
Quanto
alla
pruova, mentre
il
nell
deve pro-
essa non pu essere prodotta contro colui che possiede a titolo migliore,
il proprietario, n contro colui il quale possiede a titolo eguale.
come
Generalmente per
a
L attore
il
possesso
dell
oggetto, e proprio
il
1'
tolo putativo
(f).
Solamente nel
titolo
pr emtore
lazione Publiciana
ha un certo van-
taggio sulla rei vindicatio, poich mentre per lusucapione, e quindi per
iusta
Paul. L.
Namque
(g).
et
causa rcs aiiqua tradita fucrit, voluti ex causa emtionis aut do-
si cui et iusta
nem
de Public,
i.
(4. 6.'.
il
eius rei dominus effeclus est; si eius rei possessiorem aclioncm ad eam perseqncndam, quippc ita
dominium suum vindicet. Scd quia sane durum erat,
needum
civili
acliones, ut quis
(b) L. 7. g. 4. 6. 8. h.
is,
t.
L. 7. g.
quoniam
6. h. t.
et in rei
vindicalione diiimus.
(c)
(d)
L. 1. pr. h.
!..
in serro fugitivo
(e)
L.
t,
9. g. S, h.
)
1. pr.
ved.
t.
not
(a).
L. 12. g. 4. eod.
L. 8-7. pr. g. 1-7. L. 13.
ved.
noi. (a).
h.
t.
(g) L. 8.
b.
t.
Gai. De pretio vero soluto nihil exprimilur; unde potcst conieclura capi,
sit,
Digitized by
Circa
mento
al
493
dell
quali si pu trasmettere
il
diritto di propriet
Circa al convenuto
In
tutti
ha anche
diritto allazione
il
si
somma
oggetto
dell'
domimi che
opponga
si
all
modo
azione publiciana
si
cx-
(h).
importanza.
ceptio
pu-
peggiore di
titolo
ed in questo
et traditae;
il
vero proprie-
(i).
b Similmente
efficacia
l'azione
il
possesso,
nell altro si
sunzione di
diritto, e
L. 12. g. 1. h.
(b)
t.
nanctus possessionem,
(i) I..
summoveres.Sed elei
utercris
(k)
L. 14. h.
L. 4. g.
I..
diritto
pieno ed
ionfr. L.
sia.
etsi ipse
venditor cani
rem
alii
l.
et libi traditila
vendideril et tradi-
a te pelerei, eiceplione
L.
domimi
eum
replicalione
0. g. 4. b-
t-
uti poaait;
quam
1. g. 2. L. 11. g. 2. h. t.
Si a Tilio
Nani
ulrum
is,
quod
si
sidenti,
effettivo.
Publiciana.
(14. 2.).
Is cui
dcrit;
non un
Paul.
uti potcst
si
confr.
Digitized by
494
174.
T. D.
ufi
Savigny
Rom.
I.
airubi
4. 313.
Albert
al
C.
).
sull*
228.
g.
come ancora
Hmns,del possesso g. 6.
la tutela de)
possesso civile
tutela del
39.
sono concessi
152.)
i.
ni, cio
de
Halle 1824.
J he ring , sul
ha
Io
et utrubi.
scopo
di
mantenere
il
possesso pre-
sente contro colui, che in qualunque maniera non lo riconosca, ossia serve
scopo
(a).
sibi
attore
possessore
il
convenuto
colui
il
(b).
infrascritte:
la
il
no-
stro possesso.
Non
si fa
(d): onde appena promossa la lite da una delle parti, sia qualunque, entrambe sono nella stessa condizione, essendo ad entrambe imposto 1 obbligo della stessa prova; tenere, cio, ancora il possesso civile,
duplex
L. 1.
g. 2. 5. h.
t.
dall altro
(43. 17.).
nec
vi,
quod separata esse debet possessio a proprielate; fieri etenim potest, ut alter possessor alt, dominus non Bit, alter dominus quidem sii, possessor vero non sit; fieri potest, ut et possessor
idem et dominus sit. g. 3. Inter litigatores ergo quoties est proprietatis controversia, aut convenil inter liligatores, uler possessor sit.uter petitor; aut non conventi. Si conrenil, absolulum
est, ille possessorio
commodo, quem
convenit possidere,
L. 33. de acq.
(4. 13.).
(c)
L.
1.
g. 9. L. 2. 3. h.
rei
quam
ille
L. 3. g. 1. b.
sunt.
Gai.
L. 2.
t.
g. 4. Itisi,
de
interd.
(b)
(d)
ilie
magis possidere
soli sit, in
la propriet.
ipso,
quod possessor
sit,
est, plus
et hi,
quibus competit,
et actores et
Digitized by
493
que provi
ci,
lite.
di possedere
sciuto
possesso, ed
il
nato a chi
sortire
1'
alle volte
il
quale applicavasi
al
ma
la
(e)
all'
uti
possideti
L. i.pr. . 9. L. 3. pr. g. 9. h.
t.
all
quidein ab
si
alio,
(i).
Vip. Quod
prosit ci possessio;
si
Praetor
ut, si
in interdicto:
quia possidel
Nec
vi,
vi,
ncc clam,
eum,
propter hoc, quod ab eo possidel, vincere. Uas cnim possessiones non debere proficcre, palam
est.
L.
(f,
L. 1. pr. h.
t.
Vip. h.
t.
permittam.
(g)
(h)
L.
scirem
(i
3.
vi in
Cai.
Itisi.
IV. 100-168.
Ait Praetor
l.
4.
de
primum experiundi
po-
Non videor
vi
g. 4. Inst.
vi,
de interd.
(4. 18.)
is
nec clam, nec precario ab adversario possidebat. Ilodie tamen aliter observa-
et in re soli, et in re mobili, qui possessionem nec vi, nec clam, nec precario
tis conteslallonli
tempore delinei.
L. 1. g.
1.
ab adversario
li-
Digilized by
II.
406
del precario, erano dati ancora appositi interdetti, che dalleffetto piglia-
tali
Ma
sono
inlerdiclum de vi,
nelle obbligazioni.
ANNOTAZIONI
Anche
Savigny uguaex maleficio. Di fatti egli insegna, che glinterdetti possessorii probabilmente furono introdotti per tutela della possessio dell' ager publicus, ed applicati pi tardi al possesso delle altre cose. Il loro carattere fondamentale clic sono
il
azioni
cio,
stenersi.
Pure
seguente maniera.
quando
2 ) quando
1
il
sia
rantito;
finalmente quando un
litigio sulla
dagini preventive del possesso, quantunque non vi sia stalo, e non vi sia da temere
un
medesimo.
I primi due casi sarebbero gli originarii pequali furono introdotti gl'interdetti,
essendo i soli die trovatisi menzionati nelle parole dell' editto: ncque pluris quatti
quanti res erit . agere permiltain: uti possidetis .... quominus ila possideatis,
vitti fieri veto; in questi due casi non si pu sconvenire che vi sia il fondamento di
.
Il terzo caso, non contenuto nelle parole delleditto, ma risi connette strettamente col secondo, poich
per ordinario anche qui sono da temere violenze; cosicch questo terzo caso dal
punto di vista teoretico non diverso dal secondo. I requisiti di questi interdetti
sarebbero, che si sia acquistato un possesso giuridico, che sia avvenuta una vio-
turbato
il
al
il
possesso non
il caso di un turbamento avvenuto, rifacimento dei danni: per il caso di un turbamento minacciato per l'avvenire, cautele per allontanare una illegale azione temu-
finalmente nel terzo caso: decisione della questione, chi delle due parti abbia
presentemente il possesso. Gl' interdetti retinendae possessioni sono dupUcia
donde ne nascono altre importanti conseguenze; ciascuna delle parli contendenti
pu muovere l azione; ciascuna deve avere nel giudizio eguali diritti; ciascuna pu
ta,
(k).
Digitized by
Gc
ile
Samgny
497
contraddetta da tutto
il
il
pelilor e chi
il
comprende da
si
possessor.
non sempre ad una domanda sul posdopo la decisione del possesso non vanno
s che
il
di possesso. In
questo
modo
la
base
il
mus rem
1'
sibi hubendi, come mai potevano essere introdotti per il possessore delager publicus che punto non aveva quell' animus ? Bisognerebbe dire che nel
corso del tempo, quando furono applicati al possesso delle altre cose, avessero per-
il
i nterdietum utrubi;
ed in verit Savigng obbligalo a presumere che
questo interdetto sia venuto molto pi tardi: opinione che avrebbe bisogno di una
pruova, eh forse impossibile.
dirsi dell
(a)
ma
ancora dallo
de proprietate alicuius
bus possidere
tis et
et
cum ab utraque
ex
comparata sunt
parte
litigatori-
liti
jwsstde-
Utrubi.
2 Le parole dell' editto pretorio danno lo stesso risultato (1). Il loro significato
il seguente: Chi di voi, che dice di possedere, veramente possiede, egli dev' essere
me come possessore. Questa decisione suppone naturalmente la dimanda: chi da riconoscersi come possessore? e le parole vim /ieri veto, piuttosto che
accennare ad una violenza minacciata sono una formolo pel riconoscimento del
j
considerato da
possesso.
Secondo
molestasse
contrarie
il
all'
il
Savigny
nostro possesso.
Il
chiunque
ammise, che
le
ultime conseguenze
nel caso, che degli importuni di notte entrassero in casa, gridassero, picchiassero,
forzassero le porte ecc. (m). Nei testi troviamo scritte queste parole
dictum
sufficit ei,
Hoc
inter
ed altrove. lnterdicto Uti possidetis de funi vel aedium possessione contenditur, Utrubi vero interdicto de rerum mobilium possessione (n) Ora in questi frammenti si fa sem
(l)
L.3.
civ.
j$,2. h. t.g. 4.
Jliritto
romano.
1. g. 3. uli possici.,
03
Digitized by
498
pre parola di una controversia sul possesso; laonde non qualunque iirq>orluno,
chi in lutto o in parte ci contende
il
possesso, pu essere
il
convenuto
titi
in
ma
questo
possidetis.
Ag-
giungasi, che, se dovesse essere questione di violenza e non semplicemente di possesso conteso, sarebbe difficile intendere, perch i testi traltono sempre di questione
non
di possesso e
negare
il
di maleficio;
diritto di possesso,
ma
licitalione vicit,
ed
pertinere
id est, uter
il
giudice
illud requirit,
il
|o) .
me-
differenza
si fa
tra le parli di attore e convenuto, e nei quali perfettamente indifferente chi dei
due abbia
fatto
prima uso
come
se l'attore o
il
possessore, e
il
come
3) che finalmente nei medesimi casi, nei quali una parte pu essere condannata,
perch acquistava il possesso vi, ciani, precario dall'altro, il convenuto stesso pu
esser condannato quando sottraesse il possesso all' attore vi, clam, precario ; ossia
non solo colui il quale era possessore al tempo, in cui si prodotto l'interdetto, pu
usarne con
ma
efficacia,
ancora colui,
Il
al
quale fu sottratto
il
possesso.
quanto
pruova di avviso, che colui sia da considerarsi come attore, che si presenta
pel primo innanzi al giudice; ed in rapporto allultimo punto egli riconosce bens che
alla
ciascuna delle parti contendenti pu produrre lazione, ina alla fine dei conti crede,
momento
l'
Nell' esposizione di
cit consiste in ci
Secondo
il
che non
giurista
romano
gl interdetti
il
e convenuto.
aller actor, alter reus est, e a questi appartengono gl'interdetti restitutoria et exhi-
Al contrario gl' interdetti duplicia sono glinterdetti Uti possidetis et Viraquia par utriusque litigatoris in his conditio est, nec quisquam praecipue reus
bitoria.
la,
eum
utroqne loquitur
(p).
Da queste ultime
noi.
Gai. IV.
Puclila,
(p)
Gai.
(43. 17.).
g.
Islit. g.
Inst.
- L.
160.
108. Vangerow,
g.
330. n. 3. in contr.
l'
sustinet, ipiippe
parole chiaro
interdetto.
Armiti, comp.
g.
172. an-
223.
IV. 157.
100. confi
g. 7. Inst.
de interd. ( 4 . 15.). L.
3. g. 1. uii poss.
Digitized by (
gle
Secondo
la teoria del
Savigny
499
la
questione sottoposta
al
giudice sarebbe
la
seguente: Possiede l'attore? e se possiede, questo possesso stato da parte sua acqui-
ehm, precario
sempre
parti
Ma
in lutti
testi
eorum vec
vi,
Simil-
? (q).
mente
riconosciuta
colui, qui
i
nec
vi,
iltfho possi neri s (r|. La sola obbiezione che potrebbesi fare , che in quericonosciuta sempre per l' attuale possessore fosse attore o
convenuto, purch il suo possesso non sia vizioso; ma in nessuno di questi passi
detto che il non possessore dev'essere vincitore, quando l'avversario avesse un possesso vizioso. A voler essere logici 1' obbiezione dovrebbe estendersi anche all at.tir fu ih
nare
l'attore
il
la duplicit di
in, ciani,
questo interdetto ?
il
solamente
sia
non possessore
il
affatto arbitrario.
Di
fatti
si
porrebbe superfluamente
che
l'
si
un
po' pi
importanza,
si
in
dile-
profondamente. Si
il
non pos-
sessore vinceva da atlore qualora provasse di aver posseduto la maggior parte delI'
anno. Risogna
uti possidetis e
scopo
tendere
10
d' altra
l'
l'
interdictum de
vi.
si
propone
il
deiezione sofferta
itis
dall'
sesso: ego
iuste) possidco, ed
il
iuste pos-
sidet.Lu nostra lesi non altera questi principii, imperocch quando alcuno acquista
11
un altro vi, ciani, precario, questi dirincontro all' ingiusto possessempre come un giusto, un vero possessore. Nelle conseguenze di essi sta
possesso da
sore vale
166. conf.
s) L. 3. pr.
mi
L*
1.
poss.
Digitized by
sempre
500
retmendae possessioni non cr caso di fondare una obsi ferma sul possessore; e cosi la
condanna non pu andare di l del possesso stesso delloggetto... neque pluris quam
la differenza:
ne'
quanti rei
erit,
agere permitlam.
sioni
il
contrario: anzi
rare al vi deiectus
mediatamente
ex maleficio.
il
(t); .
est, sic
summa
refer-
lui
arrecati
immediatamente o
una vera azione
. 175.
quando
nerale termina
modi
altri
speciali. In ge-
modi di estinzione.
Oltre a ci vi sono altri casi: come quando loggetto perisce o esce
fuori commercio: o quando derelitto, divenendo cosi res derelicta.
inutile aggiungere che quando la propriet si perde per volont
del proprietario, si richiede, secondo i principi! generali, lidoneit di
de
tutti
di acquisto
sono per
altra parte
alienare.
Con la perdita del possesso non si perde insieme la propriet; eccetto che degli animali selvatici, appena escono dalla nostra custodia, perdiamo possesso e propriet, e dei mansuefatti ancora, quando non hanno
la
consuetudine di ritornare
(a).
APPENDICE
La propriet nei
I.
principii di
Roma
pigli
IX.
l'altra.
La
coscienza che le cose immobili erano acquistate non dall'attivit delle sin-
gole persone,
ma
dava
romano) men a conside-
come
a s procacciava l'opera de' privati. Rispetto alle cose immobili adunque ogni cittadino di quella societ politica fu tenuto come semplice possessore, o vogliali dire
usufruttuario di
una parte
(t)
meum est
(<) R.
2. 1.
).
I,.
3. R- oli.
L. 8.
de acquir.
rer.
dom.
(41. 1.).
Digitized
by
di
cio la possessi
dell
le
che non
quando pi tardi venne applicala la vindicatio agl' immoduopo procedere come per le cose mobili, cio con la presenza di una zolla
nel luogo dove si amministrava la giustizia.
Accanto all elemento vero ed originario del popolo romano, al patriziato, sor geva il ceto della plebe, il quale, finch non fu ammesso alla romana cittadinanza
dov tenere un suo speciale istituto di propriet; ma quale sia stato nei tempi che
questo ceto era in certo modo diviso dallo Stato di Roma, inutile ed impossibile
saperlo; in generale si pu dire che le massime pi larghe di diritto universale, comuni alla coscienza di tutti i popoli e anteriori certamente a qualunque forma civile, abbiano regolate i loro rapporti. I plebei , non reputali cittadini romaui, non
potevano pretendere al godimento dell ager populi romani. Di pi, la propriet
pubiica degli immobili ripugnava e alla loro condizione rimpello allo Stato, e alla
massima di diritto universale (fondamento delle loro relazioni), che fa nascere il
pubiica, secondo perch,
bili, fu
almeno
sempre per
le
ma
vendite queslorie potevano convertire in privata quella proprieand a poco a poco perdendosi, fino a quando le leges agrariae
che avevano suscitate tante sommosse, fecero sparire l' ager publicus e con esso il
sistema di pubiica propriet; rimanendo cos la propriet privata distinta da quella
le
assegnazioni e
le
t pubiica, la quale
dello Stato.
dello Stato
persone che
nesse di diritto, sia che fosse loro concessa. I fondi perci situati fuori dItalia uscivano dal concetto della propriet privata ex iure Quiritium, meno che essi non fosun territorio di una citt, cui si era concesso il ius italicum ; cos an-
sero parti di
cora
La severa
si
fosse a
principii dalle antiche possessiones dei patrizii era nata la propriet fondiaria. Sta-
che un certo genere di cose e di persone fosse fuori del dominium ex iure
Quiritium, deve erto supporsi una diversa specie di propriet, merc cui quelle
bilito
persone potessero acquistare, e quelle cose essere acquistate; la quale, non altrimenti che quella antica dei plebei, si conformasse a quel diritto pi largo che veniva appalesato nel sentimento giuridico di tutti
I tempi storici in cui nasce la nuova specie di propriet ci permettono di determinarne almeno i tratti principali. N erano subbietti e peregrini e romani sulle
,
Digilized by
cose sottratte
modi
al iua
naturali.
il
e di conseguenza veniva
un
il
Erano queste
diritto di propriet.
le
naturale s aaiuisitiones,
alle quali si
dovea
il
aggiunga
quella, pigli
chiamossi col
nome di
nome antico
di jtossessio, e poscia
anche dominium
poteva essere
(a),
difesa con unazione reale innanzi al Pretore peregrino o al Pretore della provincia,
senza dubbio con la formola petituria, e con la intendo: si paret rem actoris esse.
In questi termini la propriet dei peregrini e delle cose provinciali formava un
sistema perfettamente distinto dal civile, di guisa che, finch ciascuno restasse nella
propria sfera, non poteva mai imbattersi nell'altro: avendo la propriet dei peregrini,
alle persone.
Ma
si
base pi larga,
la
sempre crescente
di Roma; e non and guari che un sistema medio tra il civile ed il naturale f nascere una vera opposizione di principii, che alla fine ricondusse all'unit il sistema
della propriet
la fine della
romana.
dominium ex
cetto del
iure Quiritium,
ma
le
le stesse
capaci di quesl'ultima propriet: da questo punto possiamo dire che sorigina un'opposizione nel sistema di propriet dei romani. L'un sistema pu essere appellato
quiritario, bonilario
Il
il
(b)
(c)
Gai. Inst.
II.
III. n.
inconcepibile
conf.
Mayer,
pag.
sul
giuristi
il
fu
carattere di propriet, c
Zimmcrn,
non
vi
quiritario c bonitario,
I.
2. ffunterAo/sner, Museo
34.
ma
Il-
diritto
del
il
nudum
iua
ma
Quiiifium e
I.
nel
Mu>eo
del
Reno.
iure.
Vili.
ammette che
un dominio
stato
merc
modo
comandante
234.
Islil. .
come alcuni
qualificato;
la
40.
priet bonitaria,
prigioni, e dal
107.
la
II.
41.
Vip. XXII. 8.
Pandette S- 293.
Digtized by
allora venditio sub corona.
Una
503
bottino di guerra
le
ma
astenendosi
l'altro di fare la
contrauindicatio,
il
pre-
3) Anche modo civile di acquisto era la mancipatio (e). Questatto seguiva alla
presenza di cinque testimoni, di maggiore et, ecitladini romani, ed innanzi ad una
sesta persona che aveva in mano la bilancia flibripensj; l' acquirente, dando di
piglio alle cose pronunciava le solenni parole della mancipalio, batteva con un pezzo di bronzo nella bilancia, dava questo al venditore come prezzo di compra. In
questa vendita bisogna fare la distinzione tra cose mobili e terre; le prime doveva-
i
terreni italici, gli schiavi, gli animali indigeni da tiro e da ca(qvatrupedes quae dorso coltone doma tur / ; le servitules praediorum rustie segnatamente l'iter, l'actus, e la eia, in alcune circostanze anche una universitas, specialmente nella formazione del testamento.
La mancipazione poi, oltre d'essere un modo di acquistare le cose, era in determinate istituzioni una condizione indispensabile per dare vita all'atto giuridico: cosi
rico,
corum
manus, e
della
simili.
silatem
manus, od
al
mancipium.
Possono essere anche modi di acquisto l'arfiudicafio, l'acquisto per uni ce rcome quando l'erede acquista le cose del defunto, e una disposizione diretta
della legge.
due se immobile, continualo c non interrotto, con giusto ticon buona fede secondo le regole gi innanzi esposte 1G7. ).
Tra i titoli atti a trasferire la propriet per usucapione da mentovare in que-
sto luogo
(il)
Gai. Inst.
(e)
Gai.
(f) Cic.
iL titolo
I.
It.
119.
Top.
9.
1. pr Cac. c. 19.
Digitized
by
504
Il (firitto
come
regole comuni,
gno, ed
il
Quando
lo
il
si allontanano dalle
precedente proprietario poteva
Stato vendeva
il
proprietario
conservazione, o in
anno, come se
la
una
stato soddisfatto,
non era
tale
titolo
titolo (k).
res
il
creditore
e perci lucrativa;
non mancava
di
per
ed assicurare
sti difettosi
la
propriet.
Il
titolo
me
ebbe
diritto di
di longi
si
propose di assodare
utili* vxndicatio ebbe natura di prescritempo avesse tenuto il possesso con giusto
contro una
affinch
incominciata.
L efficacia della longi temporis pracscriptio, dovette estendersi pi tardi;
si
hanno pruove in contrarie alla probabilit, che fosse stata anche concesso a colui che
reclamasse la propriet di un terreno provinciale, o facolt di fondare la sua azione
sul motivo dellalonj/i temporis possessio; c cosi questoistituto puramente di prescrizione estintiva in origine, acquist natura di usucapione: hoc enim, dice Giustiniano
a questo proposito, et veteres leges sanciebant,
si
(I).
Queste due specie distituzioni simili nei loro elementi costitutivi e nelle conseguenze, diverse in rapporto al tempo, e ai sistemi di propriet, addivennero perfettamente simili, quando in sul Unire del quarto periodo la differenza tra propriet
quirite e non quirite perd il vigore di diritto positivo. Giustiuano decret la fusione
della usucapione e della pracscriptio longi temporis, insieme all'abolizione della differenza tra fondi italici e provinciali, applicando a tutti la prescrizione di dieci inter
praesentes, e di venti anni inter absentes. Abolita fu egualmente la prescrizione an-
(g)
(h)
(i)
(k)
(t)
Gai.
II.
Gai.
Gai.
11.
11.
Idem
11.
61.).
61.
II.
99- 61.
L. 8. C. de prsescr.
XXX.
nn.
(7. 39.).
Digtized by
buona
tolo e
medesime
il
5o.*>
tempo
due anni;
fu allungato di
il
le condizioni
ti-
fede.
La propriet ex iure quiritium fu circoscritta ai fondi italici e alle cose moed alle persone capaci del ius commerci i, come il cittadino romano ed il Lati-
IV.
bili;
tranne
la
modi
ammesso per
di acquisto anzidelti,
la propriet
naturale in
analogia della urne apio. Verso la (ine della repubblica le forme determinate dal di-
con le pi ampie e
acquisto ebbero sulla co-
romano, ed
modi naturali
di
tenne sufficiente
si
la
tradizione per le res nec mancipi, e cosi la tradilio alcune volte poteva originare la
prima
ai
ma di
nemmeno la naturale, ma quel-
estesero anche alle cose capaci della propriet quintana e agli stessi romani;
nuova maniera
stemi
e per la quale
la
propriet quintana, e
di propriet,
i
de'si-
haberc.
La
propriet bonitaria ebbe esistenza giuridica per opera del Pretore, mentre
era vigente
a per
)
la
la tradizione di
(m);
per ogni
propriet quintana:
c) finalmente per quei mezzi di acquisto, i quali non furono veramente introdotti dal Pretore, ma per sua mediazione, dai senaticonsulti e costituzioni imperiali;
come per
priet bonitaria
che
le
diritti
comprendeva
medesime
cose, e le
fu
si
(o).
concessero
Ma come
ma
con
la tradizione di
al
pro-
la
pro-
facile
che
il
il
principio del
diritto di propriet;
il
ius quiritium
su quell'oggetto restava al tradente, di guisa che questi o,i suoi eredi potevano sempre produrre contro l'acquirente o qualunque altro possessore la rei vindicatio. Certamente, finch l'acquirente non venisse garentito da ogni pretensione del proprietario quiritario, la propriet bonitaria sarebbe stata
di senso; fu
il Pretore che dette a questa propriet unimportanza positiva. La guarentigia pi sicura pel proprietario in bonis era la possibilit di rendere civile la sua pro-
sempre
fili)
Vip. Fragni.
I.
de noia),
(
Pro
16. Gai.
35. L.
L. 2.
8-
de
L.
L. *
8-
fi-
8. *#
Diritto
rumano.
04
Digitized by
506
tempo merc lusucapio; in questo modo divenendo egli proprieuna cosa mobile dopo un anno, e di una immobile dopo due anni,
si riunivano in lui solo ambe le propriet, nulla avendo a temere da parte di terze
persone, ed era pienamente garentito con l'actio civilis in rem. Ma accadendo che al-
tario quiritario di
tri avesse la propriet quiritaria, altri la bonitaria, il patrocinio del Pretore si faceva
indispensabile, specialmente quando il proprietario quiritario, prima che l'altro
compisse l'usucapione, lo perseguiva con la rei vindicatio. Onde il Pretore diede
un'eccezione all'acquirente, che distruggeva l'azione dell'attore; tale eccezione, nota
generalmente col nome di exceptio doli, fu delta exceptio rei venditae et traditele
nel caso speciale della vendila, ed exceptio doli opposta alla rei vindicatio, qualun-
que
volta
un vincolo obbligatorio
stretto tra
il
proprietario quiritario e
il
possesso-
rendea
si
il
il
proprietario
necessario concedere
ma
non poteva essere concessa; questa si rendeva unicamente possiuna finzione, non ricavando lattore il suo diritto da un principio
a questo proposito
bile sulla base di
riconosciuto dal diritto civile. L'actio Publiciana fu l'azione concessa in quest'occasione, un'azione nella quale
si
finge che
il
una
il
diritto di
Ma que-
azione reale nel caso di sopra posto incontrava certamente da parte del proprie-
rentirla; e fu fatto.
come
venditae
et traditae.
modo
questo
la
preponderare
alla quiritaria,
ma
disuso completo delle forme antiche del diritto civile, che sole le davano valore e
specialit.
Anche
la
status civitalis.
Nel
.diritto
giustinianeo
come
adunque non
le
vi
le
Da questa pro-
una civilis in rem aedo; e l'actio Publibuona fede, per il quale fu probabilmente in-
il
possessore in
trodotta.
Digtized by
307
CAPITOLO
HI.
DELLA SERVIT.
Joan.d'veian,
de liberi
1820. jhuden.Ia
secondo
il
principiis
diritto
Elvere,
la teoria
romana
et
1836.
. 17C.
Katura
I.
di essa.
pi antico dei tura in re aliena, un diritto reale concesso ad un determinato soggetto, che gli d facolt di ser1
Il
diritto di servit,
il
La differenza tra
dove questi in grazia
hanno sembianza spiccata, di modo
che dal solo nome di enfiteusi, di superficie, di pegno si sa quali facolt
sono concesse a chi ha il diritto, quello non gi; imperocch molte e svariate facolt possono esser concesse a quel modo, e solo nei casi concreti
si pu determinare il contenuto di ciascuna servit (a).
virsi in
il
di propriet altrui.
che
il
diritto di servit
dato
un individuo, sia persona, sia cosa, esclusivamente designato; onde qualunque trasmissione da lui in altro giuridicamente im-
in vantaggio di
possibile.
vit sono:
il
fare
(b).
che ha
il
diritto di servit;
il
ma
proprieta-
non imprendere alcuna azione, che potrebbe come proprietario fare o non soffrire.
b ) Gemini res propria potest servire (c). Ci conseguenza del conrio della cosa servente possa obbligarsi a soffrire o a
ia)
Ved. L. 7.
(b) L.
comm.
quis, velati viridia tollal, aut amoeniorem prospectum praestet, aut in hoe, ut in suo piagai,
vitutis,
nulli
faeiat.
L.
(8. 2.).
Paul. In
re
iure ser-
ncque Tacere quidquam invito altero potest, neque prohibere qno minus alter
euim
faeiat;
Digilized by
508
una limitazione di
1' altra
conseguenza,
fondo servente acquistato dal proprietario del fondo dominante, la servit termina ipso facto.
c Servitus serritutis esse non potest (d). Questo principio nasce dal
carattere fondamentale delle servit; giacch costituire una servit sopra
una servit, cio fare l uso di essa oggetto d' un altro diritto di servit,
che quando
il
alla
prima servit:
il
che contrad-
dice affatto alla sua natura, che essendo, com detto innanzi,
di
un designato individuo,
gerebbe
1'
Il
diritto.
diritto di servit
condo
e ancora
l'
un vantag-
si
non
in
casi:
diritto
il
possono n
si
in parte
(f).
ANNOTAZIONI
non pu essere obbligato
ad una positiva azione cosi stabilito nelle leggi, che inconcepibile come alcuni
giuristi abbiano potuto negarne l'assoluta validit, ed altri dirlo una sottigliezza del
principio che
Il
(1)
il
romano |g). Sebbene oggi sia generalmente ammesso essere quel principio
connaturale tanto all'indole fondamentale del diritto di servit, che dovrebbe sup-
diritto
porsi,
stessi scrittori
sultati,
!..
1.
de usu et osufr.
non
de
(e)
actas,
itincris,
confr. L. 33. S- 1.
Ics snnt,
quia nihil
sistas; et ideo si
ai
potest.
(g)
do ci
libi
non esse
).
in
L.
libi
Rom. Rogiom.
Thibaut, Saggi
o. c. pag. 15.
servitibi
enn-
atque
ed
L. Falcid.
iur.
(h;
8. 1.
li.
I..
2. sez.
Abtgg. de servii,
in faeien-
1827.
I.
Uoffmann,
N.
2. Zaehariae, Magazzino
o. c. pag.
8 ,Ordollf,
a. c.
di
Hugo N.
13. ved.
Luden.
pag. 818.
Digitized
by
509
l'
impossibi-
che obbietto della servit possa essere un azione positiva del proprietario del
fondo servente, ma logicamente proverebbe ancora l' impossibilit delle servitulcs
lit
in non furiando; giacch per contratto il terzo non contraente o il singolare successore non pu essere obbligato n ad un' azione positiva, n in alcuna maniera
al pati, o al non facerc. Oltre a che la teoria del Tliibaut varrebbe solamente per
le servit stabilite per contralto, ma non per le servit che vengono da un testa-
mento,
siderare
re che l'obbligo del fondo spesso obbligo del proprietario, deve dirsi che la regola
posta dallo Zacliariac non esatta.
Il
vero che
la
massima
ma comune
tutti
diritti
in re aliena,
come
non essenzia-
modificazioni del
Certamente anche i diritti reali impongono un obbligo ad ogni terzo, ma come effetto generale di qualunque diritto, non come essenza loro c contenuto speciale.
Per la qual cosa sarebbe assurdo in questi diritti un obbligo positivo di un determinato terzo, come inconcepibile sarebbe in un'aedo in rem l intendo dare fa
cere oportere.
La
(2)
il
vantaggio del
Ei fundo,
existimo; voluti
servitus
A
si
possi!..
(i) !..
N. 3.
Digitized
by
510
suo ragionamento. Un diritto costituito non si perde, sol perch vi sieno tali conche duranti esse quel diritto non potrebbe avere esistenza; ma solamente quando i requisiti della sua esistenza si avverino in contrarium, nel senso
il
dizioni di fatto,
tradente,
ma piuttosto
Lo Hufeland
(1).
un elemento essenziale a
nessun momento, mancandovi linteresse .l'utiincremento vero del valore del fondo non sarebbe, secondo la legge 19, indispensabile per la costituzione di una servit (m).
La opinione pi fondata sembra essere quella, secondo cui la legge 19 non farebbe che applicare il noto principio che non sia ostacolo alle servit prediali, il
fatto che il presente possessore del fondo dominante per condizioni sue individuali
non ne ritragga nessun vantaggio al caso che la servit costituita per tali ragioni,
non sia di utilit attuale al costituente. Da ci si spiega perch il giurista accenni
solo a una servit riservata; poich fuori di questo caso pare diffcile che alcuno costituisse una servit che non gli sia attualmente di utilit (n).
generale
si
comprenderebbe solamente
interesse, che
che consiste
nell
H7.
II.
Le servit
si
o morale, e
costituite in vantaggio di
in personali e reali.
si
usufrutto,
1'
uso,
le
mali: oltre alle quali quattro specie di servit personali si possono costituire molti diritti in vantaggio di
diritti
quali generalmente
servit anomale.
(l)
Gatdke, an
et qtio
nlilis
ascendi itineris
,
servit, e percostituiti
(a),
come
cosi dette
eect. III.
pag. 20.
Konjeroi,
(a)
L. 1. de servii.
I.
g.
338
II. dissert. 2.
Puehta,
(8. 1.):
ss.
vcd.
anc. Ordoljf,
cit. p.
32. ss.
g. 178. noi. h.
pag. 88.
Istit. II. g.
et
urbanorum.
L. 32. de usufr.
L.
14. g.
(7. 1
).
L.
Digtized by
1.
I.).
Le
511
un determinato
il quale fino ad un certo punto si rappresenta come subbietto prae dium dominans ), dirincontro ad un altro fondo che si riguarda come obbietto praedium serriens )*
Le servit reali si sogliono suddividere in servit rustiche e servit
servit reali sono quelle costituite in vantaggio di
fondo,
il
lit
si
le
qua-
possono suddividere
in
Finalmente
le servit
il
pro-
non
ne luminibus officialur.
Questa divisione, sebbene non
tollendi,
se
il
il
dell altra in
servit po-
del proprietario del fondo servente; poich le servitutes habendi e faciendi sono positive, le prohibendi negative.
3 ) Le servit sono ancora continue, quando vengono esercitate mediante possesso continuo, o in ogni tempo; discontinue nel caso contrario
(c).
ANNOTAZIONE
La
tante, che si questiona ancora sul vero significato della distinzione in servit rustiche ed urbane. L opinione comune oggi che la qualit di servit rustica od ur-
ti))
Vanjerow,
1.
g. 339. no.
Il
.-Gaedke,
o. c. pag.
TSlcver,
t. c. I.
g.,8. 9.
(c) L. 14. de servii. (8. 1.). Paul. Servitutes praediorum rusticorum etiamsi corporibus accedunt, incorporale* tamen suoi, et ideo uau non capiuntar, vel ideo, qui* talea sunt servitutes,
ut non habenl certam conlinuamqne possessionem; nemo enim tara perpetuo, lam continenter
Digilized by
bana dipende dalla qualit del tondo dominante, secondoch questo un edificio,
ovvero un fondo vacuo (d). Altri invece fanno dipendere la distinzione dalla qualit
del fondo servente: e finalmente altri affermano che non si pu dare servit urbana
senza edificio, indipendentemente se ledificio il fondo dominante o il fondo servente: le servit praediorum ruvlicorum sarebbero quelle che possono essere costituite tra due fondi vacui (e).
Egli certo che in nessuna parte delle leggi trovasi la definizione delle servit
rustiche, ed urbane; e solo mediante la triplice distinzione da noi seguita, la quale
comprende tutte le servit reali, senza fare questione se il nome di rustico ed urbano debba dipendere dalla qualit del fondo dominante o del servente, si possono
cessare le controversie. E di vero noi definiamo servit rustiche le s ervilutex fucicndi, urbane le servi tutes habendi c prohibetidi. Occorre per altro particolarmente
esaminare
1
le
Pu mettersi
in
dubbio che
farcisi.
la servit
aquaeductus appartenga
alle servit
faciendi, in quanto che essa non considerata diversamente dalla servit oneri 8
rebbe, secondo
si
il
il
rivus,
ma
pi veramente
mezzo
non
si
ma
che
dominante
acqua nel suo fondo; e solo per
et aestiva. Tut-
il
l'
toci mena a conchiudere che la servit aquaeductus appartenga alle servit faciendi, e che si distingue essenzialmente dalle servit habendi.
Esaminandosi lintiera teoria delle servit la triplice distinzione si trova perfettamente giustificabile, quantunque fosse stata nominala strana dal Puchta (f) Con.
siderando specialmente
modo
possessorii, al
non
si
di estinzione
intorno
al
le varie servit,
essa
ru-
pienamente
per rustica,
si
no
(g).
Se
poi
si
iti)
per un edificio sia urbana, e sia perduta per mezzo della usu-
Unterholsner, prescrizione,
II.
pag. 120.
Liti-
ycnlhul, sulla distinzione nella servit rustiche ed urbane, Hcidclbergo 1844. pag. 0$.
(e)
(f;
Von den
(e).
I.
pag. 567
lloffmann,
I.
pag. 200.
Digtized
by
Googli
rapio
biliti
libertati.. e non pel non uso, si affermerebbe che la diversit deprincipii staper le servit rustiche ed urbane non fondata sopra le intime specialit delma sulla contingenza dei casi: il che non potr essere se-
riamente accettato. Queste inconvenienze cessano, quando si terr conto della triplice distinzione delle servit reali, come si vedr nei SS- seguenti (. 118. 119.).
Grande considerazione merita la difficolt, che secondo la nostra triplice dila medesima servil si possa considerare come ruci riconosciuto dalle leggi non solo per l'acquedotto,
ancora per la servitus itineris; e secondo un passo di Nerazio molte servit le
2
ma
quali sono
la
si
qualificano
come
rustiche (h).
urbanontm
praedio-
rum per traditionem constilulis,vel per patienliam, forte si per domum quis sttam
passus est aquaedudum transduci, item rusticorumetc. essa quindi si considera
ancora come urbana. Ma questo si spiega facilmente, perch la servit dell'acquedotto rispetto al fondo, dal quale possiamo condurre le acque servitus' faciendi, marispetto allaltro edificio per cui passa e sul quale poggia il nostro rivo, essa una ser
vitus Uabendi, ed probabile assai che la legge citata non parli che di questo caso;
per
la
l'altro
al
fondo urbano. Questa interpretazione non contraddice alla leg. 18. de serv.
si dice che una via la quale passa per pi fondi, desempre come una sola servit; da ci non sieguc che la medesima regola debba applicarsi anche all'acquedotto, la quale servit dai diversi fondi
per mezzo de quali passa, riceve una diversa qualit.
Lo stesso non pu dirsi della servitus itineris, ed perfettamente erroneo che
essa possa essere mai considerata come servitus urbana; dalla legge 7. S- 1. e li
comm. praed. cit. risulta che si [tossa avere il passaggio anche per edificio altrui,
ma punto non dello che tale servil debba allora qualificarsi per urbana.
Grande difficolt certamente la legge 2. de S. P. R.: Rusticorum praediomm
praed. rust.
(8. 3.),
nella quale
v essere considerala
l'
servitutes sunt: licere allius tollere et officcre praetorio vicini, vel cloaca babere
domimi,
e con-
vien confessare che niuno ha saputo dare giusta interpretazione a questa legge,
sulla quale tanto si parlato e scritto. Il Von den Pforten ed il Puchta interpretano la legge come se il proprietario si avesse costituita una servit per un edificio
ma
neppure sono perfettamente sicuri della >ro interpretazione; piutche il giurista avesse usato le parole nel significato puramente loche Yallius tollendi ecc.,
in questo frammento esponess
possono stabilirsi come servit anche nei praedia rustica; o forse nel suo contesto,
quel passo era seguilo dal principio: che tali servil in questo caso non divenivano
avvenire,
essi
tosto probabile
cale
(i),
rustiche; accettato nelle Pandette e disgiunto dal nesso, in cui era nell'opera di
razio, quel passo
essere
(li)
!..
2.
manca
come
si
voglia, sar
9) V.
iteri
Pfnrtrn,
birilli!
I.
romano.
Ne-
il
sta legge
L. 7.
. 1.
!..
11.
e. pnir.
comm.
praed.
(8. 1.).
(8. 3.).
17. Purhla.
Istit. J.
233. Hot. 3,
83
Digitized by
514
178.
3.).
D.
communia
de servitulibus et aqua
(8. 2.),
de servii,
(3. 34.).
quali
fondi, dei
si
chiama
al
tesse usufruttare
il
vantaggio di quel
diritto,
trebbe.
Da questo
seguenti principi
1
Il
diritto
il
(a).
2 1 fondi debbono stare in vicinanza (b): non che debbano necessariamente confinare, ma che stiano in una tale situazione da rendere pos)
vantaggio
dall
lontani,
uno
all
altro;
ed esser
per
fondi pos-
spe-
La
(a) !..
3.
g. 1. de serv. praed. rust. (8. 3.): Vip. Neralius libri* ex Plaulio ail, nec bau-
slum, perori* nec apputsum, nec cretae eiimendae calcisque coquendac ius posse
esse, oisi funduin vicinimi habeat; et hoc
maxime
cil, ul
quam quatenus
calcia
ad
aliam,
quam
pr. S- I.
(b)
Prorulum
posse
me
vicino
Sed ipsedi.
non
ulira posse,
sii. L. 24.eod.:
possil,
I.a-
in alieno
(8. 3.)
L. 24.
eod.
1.).
Dmii/cd bv
i,
gi innanzi
si
io
si
non sopra uno stagno, ovvero una servitus aquaehaustus sopra un pozzo
o una cisterna, la quale fosse riempita da acqua fluente o dalla pioggia, e
non dalla mano dell' uomo ecc. (c).
1
Finalmente la servit non si pu costituire n a termine n ad
)
il
che
ma
una condizione risolutiva o un dies ad quem. Questo principio davvero non ha pi pratica
importanza nel nuovo diritto, ed una condizione sia sospensiva sia risolutiva aggiunta pu essere tutelata per mezzo di una eccezione doli (d).
11 modo e il tempo e l ora in cui dev'essere esercitata la servit pu
di tutti
essere senza difficolt stabilito nel contratto di costituzione. Nel caso poi
che
Le servit
reali
sono
indivisibili
(f),
t)
lnus
(8. 2.):
Paul. Forameli
in
imo
quod esscl prolucndi pavimenti causa, id ncque flumen esse, neque tempore acquiri plaHoc ita veruni est, si in rum locum nihil et coelo aquae venia!, ncque cnim perpetuam causar habet, quod manu (il; at quod ei coelo cadit, et si non assidue !it, et naturali lamcn causa
Ut. et ideo perpetuo Aeri eiislimalur. Omnes autem servilules praediorum perpetuas causas
liabcre detieni, et ideo neque et laeu, neque et stagno concedi aquaeductus polest. Stillicidi
clini!
cuil.
8 * de
L. 1.
(d) L. 4.
de
et
fonte (43. 22
L. l.g. 5.
iure
si
valuti
t
quo genere
praed. urb
(f)
file
(8. 2.).
L. 8. g.
et
1.).
1.
Modum
L.
modum
non
4. g. I.
L. 8. g.
1.
Falcid.
- L.
!..
certum pen-
de
L. 20. g. 1.
72. de V. 0. (43.
1.).
de
1.).
quo stipulalo
possit.
33. 2.)
posse constai
vel ut
equo duntaiat,
adiici servilutibus
est,
Papinian.
Idque
L. 4. g. 1. 2. de servii. (8.
r. aestiva
de aqua quol.
).
- L.
13. g. 1.
L.
1. g. 9. L. 7.
de acccpt. 16.
si
id
factum
L. 3. 7. de
1.).
Digitized by
lf)
test
(g);
comune,
la costituzione
una servit
no
costituita
sul fondo in
;ipii
condomini avessero
atto tra vivi,
si
ma
per
apra
la
condomino.
Il
la servit
legato,
mente
riguardo
al
fondo
ma alla
parte
quando il proprietario si fa promettere la costituzioe prima della effettiva costituzione aliena parte del
fondo, tutto il contratto ineflicace (i). Quando il contratto fatto nel
medesimo tempo da tutt i condomini, nell' ultimo diritto pu avere efficacia, e ciascuno depi creditori pu reclamare il diritto in solidum, come
ancora ciascuno de' pi debitori pu essere egualmente convenuto; nella
ideale; similmente
ne della servit
non
si
pu acquistare
il
la
servit
fg;
L. il. de servii. (8. 1.). L. 18. cunini. de servii. (8. 4.). raul
(li)
nani
ccnduni
si
ila el
Ideniquc di-
si
est.
V. O. (43.
(k)
nem
!..
1.).
Pompon.
heredibus
relirtis, singuli
reliclis, a singulis
g. 3. 4.
1.
I.
ad
est; et
peluiit; el si
- L. 80. g.
Ilolfmunn,
(33. 3.).
g. 340.
si
solidam viam
L. 23.
est.
L.
ideo
si
- L.
2. g. 2.
L.
de V. 0. (43.
1.).
I..
4.
7. de servii, leg.
Vanitole,
I.
pag. 74.
Digitized by
guere
al
;l).
6)
che
517
contraddirebbe
in parte, e ci
servit
Il
congiunto
fondo dominante,
al
si
fondo
il
il
diritto di
quantunque
costituzione di essa
ci
(n).
ANNOTAZIONE
vi
si
liso,
medesimo. L'applicazione
di
nondimeno
questo principio
in
come servit
pu
rap-
il
diritto di servit;
ed ricono-
difficile in
concessa
Non
il
la facolt
diritti di propriet.
prediale indeterminatamente, e
il
alcuni casi,
il
diritto
quando
la ser-
un ius pascendi
prato non 6 sufficiente per
a qual punto debba essere
crtsi
se
preferito. Alcuni
te,
dit (o).
essere esercitalo,
bisogno del fondo dominante: onde colui in favore del quale costituita la servit
pu pretendere di menare al pascolo tante pecore, quante sieno bisognevoli al suo
L.
(1)
mum
. 3.
fi.
common,
praed.
(8. 4.).
L. 8.
lui
servitus rclineiur, licei ab inilio per parles aquiri non poteril. L. 140. g. 2. de V. 0.
nemo
4. pr.
L. 44.
qua,
L.
3.).
polesl.
(n)
sii,
opere faclo,
uisi
3. g. 3.
de
il.
iri
uon
19
L.
10.
L. 11.
de
servii.
subslrueudo
cornili,
L.
3. g. 16. L.
).
Stuftrt.
diss. II. p.
16. ss.
Digtzed by
518
fondo, senza riguardo se e quanto pascolo resti pel bestiame del proprietario del
fondo servente. La legge 13. l.cit. non pu essere addotta, come quella che non
parla propriamente di un diritto di servit, sivvero del caso che per consuetudine
sia
ammesso, poter chiunque, mediante pagamento di una certa somma al proprieuna cava di pietre: ed a questo proposito detto * ita lambii
postquam satisfaciat domino, ut neque usus necessarii laneque commodilas rei iure domino adimatur . N pu citarsi
legge 13. J. 1. de sere. praed.rust. secondo la quale quando legata una servi-
"
pidis intercludatur,
la
t# viae sine ulta determinadone, arbiter dandtis est, qui viatn determinare debet;
il
vit
2) Delle
$ 179 .
fondo dominante
no essere
costituite
1.*
diritti di
guenti
1
fondo
se
Le servit
L' iter
il
altrui
il
il
luoghi determinati
no naturalmente
(a),
l'esercizio
viae
al
(b),
ne
a ca-
il
diritto cio
de servitut.
(2. 3.).
gendi et ambutandi;
dae per
iter
habet, eoque uti potcst etiam sine iumento. Via est ius eundi, et a-
nam
fundum alienum.
et iter et
L.
actum
de servii.
Aquaeduclus
est ius
aquae ducen-
in se via continel.
L.
1. h.
t.
clt.
!..
7. pr.
I,.
12. h.
t.
(8. 3.).
LA.
(8. 1.).
Digitized
by
di
condurre
il
quando nulla
fu determinato, essa
l iter, cio non solamente quanto necessuo esercizio, ma ancora la facolt di andare pel fondo ad uno
scopo qualunque senza vehiculo et sine iumento: qui aclum habet et iter
habet eliam sine iumento (c): private disposizioni possono per sempre di-
sario pel
videre
il
(d).
c ) La servitus viae si distingue dall'tfer e dall'acfus, per che suppone essenzialmente una ben determinata strada che nella linea retta do-
(e).
il
con-
comprendono
tenuto, principalmente si
ma
eundi
diritto
et
assai
in essa le
meno
limitate:
(f).
Nella sercitus viae determinata la strada, non cos nelle altre ser-
te]
L. 2.
quemadm.
(a).
servii, amiti
L.
1. eil. L.
7. 12. h.
L. 58.
(8. 6.).
t.
(8.
3.). L. 4. 8
de V. O. (45.
Vip. Qui
iter
1.
de
1.).
aclum sine
ilinere habet,
rum
in
I.
anfradum,
Intu. Lalitudo
eta lalitudo
(f)
non
adus
L. 7. pr. h.
I.
agere potesl
ei
ferri
debetur.
Paul. Qui
iter
quae demonstrala
L.
6 quemadm-
licere, quia
stoni rrferendi,
si
L. 13. 8-
modo
1- 2.
!..
13. 8 2.
nom
si di-
non agere
aclum habel,
duodecim tabula-
id est, ubi
esl.
id faceret, cl
dicitar;
et plaustruin
(g)
in
itinerisque ea est,
esl, legnini
clam
iumcntum vero
ducere
et
iumenta
et trahendi
quoque,
re-
modo
el rectarn ba-
Itiuol. Si lolus
Ved.
noi.
(ej.
acque per fondo servente nel dominante (li), indifferente il mocanali di pietra o per altri mezzi stabiliti; essa variamente
secondo le condizioni fissate nell atto della costituzione, cosi
ilurre le
do,
come per
qualificata
si
(i).
Come
.al
Pr. Inst. h.
(i)
5.
t.
ved. noi. (a).
L. I. g
de aqu. quod. et aest. (43. 20.
(h
|ir.
aquam
aesiivarn
ducere,
ita ut
aquam
dividi,
I. h. t.
.
Iulian.
Quum
intenda
senso
in altro
la
1. g. 3.
constet,
eod.
differenza tra
ma
is,
qui quo*
aqua quotidiana
cuti dicimus vestimento aestiva, sullus aestivus castra aestiva, quibus interdum etiam hiemr
plerumque autem arsiate utainur. Ego puto probandum ex proposito utenlis, et ex natura locorutn aqua aesliva a quotidiana discerni; nani si sii ea aqua, quac perpetuo duci possit, ego
laiiten acsiaie sola ea utar, dicendum est, hanc aquam esse aeslivoni. Rursu* si ea sit aqua,
quae non nisi aeslate duci possit, aesliva dicctur; sed et si ea sinl loca, quae calura non ad-
aquam
iu inaili
aeslate,
nisi
dicendum
me
altri
pretende,
il
che non
s'
la
la
si
si
aqua
Ved. anc. L- 2. 1. h. t.
t. Pompon. Quinlus Mucius scribi!, quum iter oquae.vel quotidianac, voi ae*
quae intervalla longiora habeat, per alienum fundum crii, licere lsiulam suam vel
vel cuiuslibel generis io rivo pouere, quae aquam lalius exprimerel; et quod velici, in
slivae, vel
liclilem,
dum
17. g. 1. de
duci posse,
Ut, qui
hoc
nisi
aquam
possunt,
(ni)
ita
L. 24.
di
mino
et
aqu. (39. 3
).
consliluenda comprehensum
oc
aqua
in servilulc
nihil sit
tamen, ut nullum
h.
t.
quatti ad
quam
servit* acquisita
Digitized by
521
altrui, e
non poteva essere costituita che sopra una fonte, pi tardi non si
tenne pi necessaria questa condizione, dato per altro che la servit avesservit
La servit
(o).
di aquedotto
fondi, e la stessa
diritto
il
b La
)
La
anteriormente
modo
il
servitus pecoris
di
camminare
di
ter,
come
Paul. Labro
t.
nam
nondum
re
non aeque
liceat,
alt,
si liceat
non
inventa aqua
dum
a edificato aedificio
eandem
aquam
quaerere, et
li-
Respondil, sicut
iter,
debeant.
uti
aclus, via pluribus cedi vel sfmul, vel separatim potest, ita aquaeducen-
si inter eos,
utile
L.
1. 8- 7. 8.
cod. L. 9. b. t.
non potest;
de aqua quot.
Ved. not-
preced.
et si quis
tantum baustum
slator
cesserit, nibil
eum
agere.
(r)
praedii fructus
maxime
in
aquam
appellendi, si
voluit,
Si
tamen
te-
praestabitur servitus.
(s)
pecoris ad
(t)
L.
aquam
1. 8- 1.
Diritto
L. 3. 8- 1. L. 5, 8- 1. L. 6. eod.
romano.
Ved.
not. preced.
66
Digilized by
522
180
Le servit urbane comprendono cos quelle che permettono al proun pezzo del fondo
( servitus habendi ), come quelle che abilitano il primo dimpedire
servente
al
particolare che
il
modi
muro, o
il
la
edi-
il
con
l interdetto
de itinere rendendo. Quest obbligo del proprietario del
fondo servente non strano, n fa eccezione alla massima: servitus in fae di respingere le opposizioni
le riparazioni necessarie,
dell altro
ciendo consistere nequit; imperocch sta nella natura stessa di questa ser-
che
vit,
il
sostenerlo, e
scurarlo in
sonale
priet (b).
b La servitus
)
ma
in ci, che
il
nessuna riparazione
(a) L.
(8. 3.).
nell altrui;
(c).
2.).
L. 6.
Vip. Elism de servitale, qaae oneris ferendi causa imposila erit, actio nobis competit,
me
Tacere prohiberel;
lem
una
nam
in
ila
eam modam,
omnibus servilutibus
refeclio ad
eum
servit.
linguere, scribit.
(b) L. 6. g. 2. in
Luden,
(e)
di pral. civ.
XIV. g. 32.
o. e. g. 20. SI.
Inst. b. t.
L.
6. 2. h.
t.
non
talia
tendi in tectum, vei areatn vicini ani non avertendi; ilem immiltendi tigna in parielem vicini,
et
islis
).
(8. 6.).
Digitized
by
La
1*
tario del
verso
523
altrui,
nel Tabbricare
un
il
(e).
e ) Oltre queste molte altre vi sono le quali non han bisogno di speciamenzione; come la servitus slillicidii, fluminis recipiendi, per lasciar
cadere sullaltrui fondo lacqua piovana sia a gocce, sia a torrente (f). In
le
questa servit
il
che ne impedisca la servit come non fabbricare fino alla origine dello
(g). Similmente il proprietario del fondo dominante non deve
rendere pi grave la servit; ed, essendo stato riconosciuto essere meno
to,
stillicidio
dallalto, lutente
non potr
rendere pi bassa la caduta delle acque piovane (h). da rammentare ancora la servitus cloacae, fumi, latrinae, consistenti nel poter dirigere il
fumo, gettare lacqua sporca, od aprire una fossa da letame nel fondo
vi-
cino
che
(i),
si
menomare
(d) L. 2. b.
(g)
(8. 2.).
t.
1. Inst.
de
t.
L. 2. ved.
Paul. Si servitus
noi.
(e).
imposila
slillicidii
(1).
(c).
L. 20. g. 3. h.
il
ved. not.
(e) L. 2. cit.
(f) g.
il
la luce o togliere
Bit,
non
licei
t.
domino
servientis
enim
levior
fit
g. 8. eod.
co facto servitus,
quum quod
fit
flumen.
L. 7. de servit. (8.
1.).
L.
40. h. t.
Ved.
L. 2. h.
t.
g.
de
1. Inst.
t.
babet, ne quid
ei officiatur
ad gratiorem prospectum
et
liberum,
quod
in
in prospectu plus
quis
offi-
cere.ne lumina cuiusquam obscnriora fiant; quodeunque igilur faciat ad luminis impedimentum
prnhiberi potest,
lumini noceat.
si
servitus debeatur;
g. 2. Inst.
de act.
opusque
ei
novum
nuntiari potesl,
si
modo
sic faciat,
ut
(4. 6.).
Digitized by
Finalmente
perci anche
le servit
altri diritti
524
menzionate nei
possono essere
testi
modo di servit,
costituiti
tanto
ANNOTAZIONE
(t)
luminum e come
legge 4. h.
una
t.,
si
ed
(n)
Questa controversia, che in fondo ha poco importanza positiva, definita dalla maggior parte dei giuristi in modo, che la servi-
luminum non
una
aprire
sia altro se
non
lo
muro comune o
finestra nel
il
diritto di
altrui jo).
altra: se la servitus
ne prospectui
h.
(4. 6.),
t.,
e servitus
officiatur,
t.
servit
(2)
come
(p).
Nei
da notare che
testi
contrario di
il
non
tollendi vi la servitus
l'altia
lumi-
avertendi la
stillicidi
stillicidi
sola vera.
indubitato che a primo aspetto questa T idea prima di chi senza presupche queste servit sembrano a bella posta
il
medesime parole aggiunto o tolto un semplice non: ut stillicidium vel (lumen recinon recipiat.... altius tollendi et officiendi luminibus vicini, aul
non extollendi, item stillicidium avertendi... aut non avertendi (q). A tutto ci si
Feuerbach, Saggi
(n) V.
semini. Ioni, et ne
op.
cit. g.
pag. 103.
Fanjeroie,
II.
.278
g.
278
o. c.
I.
Puchta, Sistem
(p) g. 2. Inst.
de serv. praed.
pr.
de act.
(q)
. 90. ecc
{4.
sulla servitus
III.
(8.
I.
contro
g. 0. scq.
il
professo-
Griesinger, de
g. 342. annoi. 1.
Mackeidey,
g.
289. Malblanc,
Griessinger, o. c. append.
(2. 3.).
3.
II.
(4. 6.).
31. IV.
(44.
1.
c. 1.
prine. ttiriirom.
II.
pag. 223.
L. 1. pr. L. 2. h. t. L. 2.
2.). confr. L. 21. b. t. L.20.
L. 26.
luminum
Muhlenbrucli, comp.
Hoffmann,
(o)
il
Reutl. 1819
lutti, off.
Fahne,
24.
Dabelow,
citili n. 1.
la
Digiiizod by
Got:
525
che tutte
le opinioni di Teofilo
1'
come compilatore
esperienza
delle Istituzioni
ha insegnato
ci
al
ma
un miglior
in questi ultimi
passato secolo,
altri testi
si
tempi
sono pro-
importanti
(s).
l'
che l'estinzione di un diritto di servit fa ritornare il fondo alla naturale liche non si concilia col concetto di servit , ossia di
,
limitazione. Bisogna ricordarsi per che nel diritto romano la costitu-
trario,
una novella
zione di una
servit
si
adunque che
il
proprie-
che pu dirsi
ora aliena, non suoner pi contraddittoria che la estinzione di una servit urbana
si rappresenti come l' acquisto di un diritto positivo, ovvero come la costituzione di
una servit contraria. Per conferma di ci appunto nelle servit urbane necessaria
l'
usucapio
libertatis,
il
il
servente potr sulla via della prescrizione acquisitiva riacquistare quella parte ideale
staccata dalla sua propriet e congiunta alla propriet dominante.
un argomento contrario
trovare
Pure
4. . 28.
deusucap.
si
voluto
all
usuca-
liber-
(41. 3.).
tatcm servitutum usucap posse, verius est, quia eam usucapionem sustulit lex
Scribonia, quae servitutem constituebat, non etiam eam, quae libertatem prac~
diritti,
ma a diversit
di
diritto l. pag.
Milhlenbruch
(r) g. 1.
(s)
(t)
MS.Mackedey,
g.
Inai
g. 289. noi. h. k.
v.
II.
pag. 175.
277
de
Theof. ad g.
L.
2. h.
t-
1. Inst. cit.
si
aedes possi-
desinar; qasre.si is, qui altius aedificatum habebat, ante stalatnm lempas aedes possidere desili,
is
aulem,qui postea easdem aedes possidere eoeperit; integro staenim eervitulum ea est, ut possidert non possint,
Digitized
by
prima quando
vare
526
il
(u).
Comunemente
s'
il
diritto di edificare pi
alto di quello eh
il
li-
beramente della sua cosa, concepibile come una servit legale altius non tollendunque per estinguere questa servit prescritta la costituzione di una servit contraria, perch non dorrebbe essere il medesimo per l'estinzione di una servit fissate da private disposizioni 1
Pi apparenza di vero ha 1* opinione che circoscrive il tua altius tollendi al solo
caso di una estinzione parziale di una servit, pel principio che la servit non si pu
acquistare n perdere in parte, una parziale estinzione sarebbe solamente possibile
con la costituzione di una servit contraria (x). Non si potrebbe contraddire con ragione ad una simile opinione; ma il principio che la giustifica, essere la servit urbana una parte ideale di propriet aggiunta al fondo dominante, giustifica benanche
la dottrina pi larga, che 1' estinzione parziale o totale di una servit urbana compiuta per mezzo della costituzione di una servit contraria (y).
di; se
2 ) Delle
servit personali.
. 181
a) Dell* usufruito.
T. lnst. de usufruclu
2. 4.
).
D.
de usarmela et
lem.
I.
Maiansii
Fragm.
quemadmodum
g. 41.
1788. Noodt, de
disqq. n.
sqq
quia utilur.
Galveanui, de
II.
minata persona
rio,
(u) g. 2. Iost.
(v)
de aet.
(4.
6.). Gai.
Inst. IV. 3.
Ups. 1829
Dirckttn, nel
(y)
{a)L.
1.
pr.g.3. L. 2. 15.
g 8.L.
17.b.
Digitized by
t.
pu essere
di usufrutto divisibile;
Il diritto
costituito
sopra una
pi an-
ha
il
diritto di
godere ampiamente della cosa, cio non limitato al solo godimento secondo la natura di essa, ma si estende a tutti i frutti s naturali che civili (b).
Secondo questi principii bisogna stabilire la natura e la estensione
dell
della percezione,
unica
si
lusufruttuario
t.
L.
(c)
L.
gestorum
teneatur,
domino
de di,
(d)
tum
fru tu
t.
etiam foetus
secundum
L. 9. g. 7. h.
t.
quoniam
Vip
ipse uti;
ad
modum enim
referendum
est,
L. 48. g. 1. b.
de V. S.
conf.
t.
immatura
letta,
sit,
in fructu esse
L. 30.
pr.
Diaitized
by
528
(f).
di usare oltre la
secondo la qualit
(g) (1). Similmente
qualunque cambia-
dall
il
suo
usare
non
come per esem-
avr
fiume
al
(i).
ma
rispettivo,
qualunque
tario ; e molto
meno potr
cosa medesima
(k).
terzo, sia
il
per
liberalit, sia
merc cor-
vero proprie-
Daltra parte
il
(t,
dell' usufruttuario
10. 11. h.
I,.
usufructuarium sumlurum
Paul. Sed
faciat. L. 11.
(g)
vilis,
si
Pompon. Ex
t.
L. 7. g. 3. L. 8. L. 13. g. 4. 8. h.
t.
quominus
silva
riun prohiberi,
(1).
reficiat,
aulem
quemadmodum
libro quarto
Membranarum
alt,
ci-
A-
quia nec arare prohiberi potest, aut colere; ncc solum ne-
cessarias refectiones facturum, sed ctiam voluptatis causa, ut tecloria, et pavimenta, et similia
farere, ncque
sit;
(b)
L. 18. g.
7.
L. 19. g. 1. h.
utile delrabere
posse.
L. 8.
t.
fundum
esse
usumfruclura ad fructuarium
enim
veluti
cuius ususfructus ad te non pertineat. Quae sententia non est sine ratione:
crcmenlum,
,
L. 2. C. h.
t.
Stver. et
67. h.
proprium fundum,
nam
ubi
iatitet in-
accedit.
Digitized by
529
ANNOTAZIONI
(l)
Grande
difficolt si
$ 4. e 5. della
si non offri partem necessariam huic rei occupatuest, ovvero si nihil agricidturae itoceli t ; mentre nella seconda parte del medesimo $. in contraddizione come sembra, detto che l'usufruttuario potr distruggere perfettamente un oliveto.un vigneto, e fare novelle piantagioni migliori, essendogli permesso di rendere pi proficua la propriet.
Il Noodt cerca risolvere la contraddizione, opinando che dalle parole et si forte
fino a poterit, siavi una non autentica interpolazione di un antico giurista, ci che
rus
congiungendo
in
una parola
et si,
si
quidem
certamente
ei
al testo si
trebbero spiegare
il
et
In questo
modo
Feuerbach
il
si
accettalo
perch
la
Madai confutando
non pu essere
testo offre
il
comunemente, ma non
si pu
dovrebbe ancora aggiungere dopo
letto
non
la dottrina del
ma
tutta la piantagione.
le parole: Si quidem ei
come un argomento di
un permesso espresso dato dal
Ulpiano per
la
proprietario
all'
sua decisione,
ma
la supposizione di
usufruttuario; cosicch
il
significato sarebbe
il
seguente: Lusufrut-
non ancora
quando poi gli stato espressamente dato il permesso proprielatem meegli potr cambiare un fondo gi coltivato in altra piantagione, che frutti
liorare
maggior rendita. Anche questa interpretazione insufficiente; imperocch, indipendentemente dalla impossibilit grammaticale, si verrebbe al curioso risultato,
che uno debba farsi espressamente permettere dal proprietario, ci che direttamente permesso dalle leggi, avendo per legge lusufruttuario il diritto di rendere miil fondo tenuto in usufrutto. vero che il Madai cerca cansare lo scoglio portando questa distinzione tra meliorare del contratto, e meliorem facere della legge
gliore
Quae
res
Diritto
romano.
I.
0. Basii. XV. 1.
L. 15.
8' 7.
t. 17. b.
t.
13.
67
Digitized by
l'altro
non
gi;
530
il
positiva, e
rio dimostrare.
cosa stessa
si
e portare modificazioni ad
un
si
voluto vedere
testo spiegabile
secondo
una
difficolt
non vera,
primamente che
oggetto, rimanendo
coltivazione.
sto caso,
giusto
onde l'usufruttuario con ci non sorpassa i limiti del suo diritto. Tutto ci
quando si d in usufrutto un podere in generale, e questo il primo caso;
l'usufrutto dato sopra una speciale coltivazione, come sopra una
ma non quando
vigna; qui, cangiando coltiv azione, si cangia la sostanza della cosa: questo
condo supposto
il
se-
dente.
leggi sem(2) Anche quanto alla disponibilit del diritto stesso di usufrutto due
brano in coniraddizione.Di un contratto, per mezzo del quale l'usufruttuario trasferisse altrui il diritto di usufrutto, il S. 3. Inst. h. t. secondo la regola generale sta Finitur usufructus, si domino proprietalis ab usufructuario cebilisce la nullit
datur; nam cedendo extraneo nihil agitar Al contrario Pomponio altrove detta,
:
non si trasmette l'usufrutto, ma segue una consoliquoniam diximus, usufruclum a usufructuario cedi non posse, nisi domino proprielatis, et, si extraneo cedatur, id est ei,qui proprietatem non habeat,
nihil ad eum transire scd ad dominum proprietalis revereurum usufruclum;
quidam ergo remedii loco etc. (n) Lungo sarebbe esaminare le tante opinioni
di questa cessione
dazione:....
per conciliare questi due passi (o). In fondo bisogna convenire che i testi sono tra
loro in una opposizione, che la storia rischiara. Nella legge OG. cit. di Pomponio si
di stretto diritto civile, della in iure cessio. Per essa nellantico diritto
tutte le
parte per
la
si
Que-
sta conseguenza rigorosa trov oppositori pi tardi e surse controversia: Gaio rap-
presenta
il
(n) L. 06.
(o)
studii
I.
altro pi
3.).
Butehke,
il
peg.240.not. 71
lib. Iti. c.
11. Amdts,
Gai. Inst.
11.
30.
XI.7.XIX. 14.
Gai. Inst.
III.
34.
Digitized
by
rigoroso.
so
tanto pi in quanto
una rubrica
il
dell' usufrutto,
dell'
T. D. L'sufruelus
principio
quandoch
il
frammento
di
Pomponio
Obblighi
il
531
pi mite di Gaio
182
stato
messo*
(r).
quemadmodum
caveat
[7. 9.).
Lusufruttuario deve usare della cosa con ogni riguardo, e col pro-
un buon padre
buono
di famiglia
(a)
I.
pag. 148.
Vangerovv,
I.
8- 344.
ann. 3.
8- 38. Inst. de rer dir. (2. 1.). Sed si gregis uaumlocnm demortuorum capitum ex foetu fractuarius submiitere debei,
demortuorum vel arborum locum alios debet substine-
in
bonus paterfamilias
uti debet.
(b) L. 12. 8- 1. L. 18. 8. 3. 4. de usufr. (7. 1.). Vip. Et generaliler Labeo ait, in omnibus
rebus mobilibus modum eura tenere debere, ne sua fcritte vel saevitia ea corrumbat;alioquin
ctiam lege Aquilia cum conveniri. 8-4. Et si vestimenlorum ususfructus legatus sit, non sicut
dicendum est, ita oli eum debere, ne abulatur; nec tamen lovir bonus ita non utetur. L. 9 8- 3. h. t .Vip. Si vestis ususfructus legatus sit,
Fomponius, quamquam beres stipulatus sit, finito usufructu vestem reddi, atlamen non
si cam sine dolo malo attritam reddiderit.
calurum, quia
scripsit
obligari,
(c)
quam impendi
L. 7. C. de
usufr. Gordian.
iuris est.
Proinde
si
quid ultra,
de rer. div.
(0 L. 27. 8-
3.
(2. 1.)
de usufr.
(7. 1.).
gregem snpplere,
Vip. Piane
id est in
si
sii
l.J.
ususfructus le-
ved. not.
(t.).
eod.
Digitized by
con
Terminato
tutti
capace solamente di
estinto
percepiti.
frutti civili,
usufrutto, essi
532
non ancora
frutti
vengono
Se
il
frutti civili
momento che
la
percepito
suoi eredi
zione
frutti naturali,
frutti civili
dopo che
spetteranno
all'
colono avesse
il
usufruttuario o ai
anno
della loca-
(h).
avr
11
diritto di esigere,
secondo
di famiglia arbitralu
(k).
t.
(7. 10.
Paul.
privato del-
il
proprietario
Sed
etsi
ab
initio
98. h.
I.
cenano
summam
est.
bus, qui in his agris naseuntur, mense Octobri colono sublatis, quaesilum
est,
utrum peosio
heredi fructuariae solvi deberet, quamvls fructuaria ante Kalendas Martias, quibus pensiones
inferri debeanl, decesserit
cepturum.
(i)
L. 1. g. 6. 7. h.
t.
L. 13.
g. 2. L. 15.
g.7. de usufr.
nam
Praelorem,
quum eompetat
Eadem
(k)
et fn usuario
est
praelerilis
nam
qui
autem
utiulianus
ait;
sieut quemlibet
actionem
fuit,
De
ciani,
bonum
agrum non
quibus
proscin-
non tenctur.
dicendo sunt.
L. 9. g. 1. L. 7. pr. h.
t.
legatus erit,
siculi
llaec
Digitized
by
CiOO
533
potr ritenersi la cosa, finch
laltro
gi consegnata, e in entrambi
casi
tempo determinato
Ognuno
la propriet (m).
di contratto (n).
. 183 .
8.).
Veld, le
minuuntur, WUriburg 1818.
tei
L usufrutto
senza di questo
diritto.
ait,
L. 7. pr. h.
plieandum
pr.
I.
Vip. Et
(a).
ai
posse heredem
erit.
de usufr.
(m) L.
(7. 1.).
1. g. 18.
L. 8. g. 2. b.
est.
ved. noi.
t.
pomponius
Vip. Piane
ait
re ususfructus
L.
13.
(k).
L.
8. g. 4. C.
ai ex
de bonis quae
ait,
ait,
ad
eum
pr-
L. 46- de pactis
2.
14.
).
L. 1. C. de usufr.
(3. 33.).
coofr. L. 6.
C. ut in posa,
tantum
L. 1. h.
in
t.
(7.
5.). g.
2.
Inst.
de usufr.
Nam
(2. 4.).
Constituilur
in servia, et
civili
reelpiunt
iia,
usum-
fruclum: quo numero sunt vinum, oleum, frumentum, vestimento: quibus proiima est pecunia numerata;
namque in
quodimmodo
causa senatus censuit, posse etiam earum rerum usumfruclum conatitui, ut lamen eo nomine
heredi otiliter caveatur. Itaque
fiat,
si
si
tur: eelerae
quoque res
ita
fianl;
sit, ita
ai
morietur aut capite minuctur, tanta pecunia restituatur, quanti hae fuerint aestimatae. Ergo
Digitized by
534
Per la natura di queste cose consumabili per uso non si pu determinare lo stesso principio del vero usufrutto, cio l uso solfa rerum
substantia; ma esse devono necessariamente essere trasferite nella propriet del quasi usufruttuario con obbligo, che finito il suo diritto, debba
1
usufruttario restituire la medesima qualit e quantit di cose fungibili.
La grande differenza quindi che intercede tra il quasi usufrutto e il
vero usufrutto , che in questo trasferito solamente il possesso naturale
quando per contrario nell altro passa addirittura il dominio
ed ogni pericolo nell usufruttuario; cosicch questi dovendo restituire
non la cosa stessa, ma la stessa qualit e quantit, non pu essere liberato
della cosa,
il
Il
crediti
servire
me
nominum ); perlocch
ususfructus
all
le
diritti di
come quasi
obbligazioni o ai
usufrutto
non
(c).
frutto ovvero
un quasi
vero usufrutto, se
all'
somme
il
184.
Dell' um>.
(7. 8.).
uso un
senza percepirne
(b) g. 2.
(e)
terli,
ei
frutti;
t.
L.
t.
(2. 4.).
3. h.
nominum? Serra
legari.
das
et
Ins de usutr.
L. 3. 4. b.
an
diritto reale,
Ved. not.
prec. L. 2. 4. 6. 7. 9-11. h.
t.
ipsi
usuras.
(d)
quibua pr gemmis
rei
argenteorum velerum,
Digitized by
Coogle
535
la
l uso a differenza delnon ne pu essere alienato ad altri 1' esercigodimento determinarsi secondo la natura della cosa,
esso quindi diverso secondo la diversit delle cose date in uso.
1 ) II godimento di una casa limitato solamente all' abitazione
l'usuario deve abitarla, ma non pu locarla, poich la mercede che percepirebbe sorpassa 1' uso, ed un frutto civile (b). La estensione maggiore
che si creduto di fare in questo caso che 1 usuario potr anche ricevere un inquilino (c).
1'
usufrutto indivisibile, e
Dovendo
zio (a).
il
Se furono
pi, ecc.,
il
lavoro de'cam-
utilit,
latte,
il
la lana, tutte
legato
uso
ad uno che
di cavalli
Egualmente
si
() 8-
InsL
nudum
h. t.
fa
mestiere
il
dell'
auriga,
1'
usuario
altro,
che
il
(e).
qui fundi
il
dell
Minus autem
usa,
quam
in asofroctu.
Namque
is,
quam ut oleribus, pomis, dousum quolidianum ulatur; in ooqae fundo hactenus ei moncque domino fundi moleslus sit, neque iis, per quos opera rustica fiunt, impedihabet usuai, nihil atlerius haberc intolligilur,
mento; nec
is,
Item
is,
qui aedium
usum
L. 11. h.
quum
t.
tantum habilet, nec hoc ius ad alium transferre potest, et vii receplum esse videtur, ut
hospilem ei recipere liceat; et cum more sua, liberisque suis, item libertis nec non aliis liberis personis, quibus non minus quam scrvis utilur, habitandi iusbabeat, et convenienter, si ad
ipse
ci
habitarc liceat.
Et ail Labeo
num
rum
sine eo ne bos
linum
dici,
12. 8- 2. 3. 4. h.
t.
Ved.
in fructu esse. 3. 3.
L. 8. h.
Vip. Sed
!..
3,
quidem habitarc posse. Procuius autem de inquilino notai, non belle inqulqui cum eo habitel. Secundum haec, et si pensionem percipial, dum ipse quoque
Sed
si
si
ait;
t.
boum armenti
usu9 relinquatur,
omnem usum
habebit
Digitized by
536
nella percezione de frutti, e il solo criterio, che in questa emergenza distinguerebbe l'uso dall'usufrutto, sta, che nel primo la percezione defrutti
limitata ai bisogni personali o della famiglia dell usuario (g).
medesimi principii
e in rapporto
dell usufrutto,
alla cauzione, e in quanto agli altri rapporti obbligatorii (h). I pesi che
gravitano sulla cosa, e le necessarie riparazioni in generale sono a carico
del proprietario,
dall uso, le
carico di entrambi
(i).
ANNOTAZIONE
Come
stituire
il
si
veduto
si
pu
il
frutto; si potr
la
ancora viva.
Bisogna stabilire
quando
si
costituito
espressamente
to
il
non
s'intende nel medesimo tempo
frutto
fosse legato
si
Per eccezioni
1
il
si
pu in
Quando a qualcuno
il
un
frutto
senza uso, e
costituito l'uso; e
quando
(k).
proprietario a s
il
frut-
altro
il
il
si
frutto,
sia dato
usus,
2 ) Quando si lega ad uno luso all'altro il fruito, l'uso si ritiene comune (m).
Questi due casi non sono veramente eccezioni alla regola; nel primo caso il proprietario, costituendo l'uso, se
ne de
frutti (n)
ne riserba quel tanto, che fa bisogno per la separazioe quel tanto di uso passa necessariamente al frultuario. contro-
Ved. L. 12. 8. 6. h.
(g) Ved. not. (a).
(f)
t.
L. 18. h.
(i)
sartis tectis
t.
Paul.
Si
domus usus
reDcere debeat;
si
vero
usuarii.
cogendus
Videamus tamen,
est;
quae
distinctio
communio
rationem habet.
8- 24.
L. 14. 8- 3. de usu.
(l)
(tn)
L. 12. eod.
L. 10. g. 4. L. 11. 12. pr. h. l.Vlp. Plenum autem usum debet habere,
si et villte, et
praetorii ei relictus est. Venire piane proprietariom ad
fructus percipiendos, magis dicendoti!
(n)
est, et
illic
posse,
admittendum
est.
Digtzed by
verso ancora, se, nel caso cho l'uso
si
537
si
que non
si
aggiunge
si
consolidi, ossia
Quantun-
al fruttuario?
si trovi
contrario
il
al fruttuario
dato l'uso.
dem
ex usufructu,
valere
sic tulerit
di
Si quis
quum possit
si
vero quasi
si fa
zione sulluso, se fa ci, perch crede che il solo uso sia nella obbligazione ((piasi
usm debito ), l'errore rende inefficace l'acceltilazione; se invece stima l'uso non essere che parte del promesso usufrutto (quasi ex usufructu ), lacccttilazione avr i
effetti quum possit usus siile fructu constitui . A primo aspetto sembra che
questa ragione non sia del caso, e si supporrebbe piuttosto il contrario: (piumpos -
suoi
sii
fructus siue usu constitui, tanto che Cuiacio preferisce questa lettura. Ma quando
si
medita
il
noto principio
ta o superflua (p).
il
motivo
is,
di Ulpiano,
Se adunque
l'acceltilazione valida,
rimane l'obbligazione
ri-
stretta allaltra parte dell'usufrutto, cio al solo frutto, e cosi indirettamente si sar
costituito
il
et si
si
pu in-
noci.*
. 185.
Dell habltatlo e
(2.
opera crvornm.
S.). D. h.
t.
(7. 8.).
(3. 33.).
Labitazione
un
diritto di servit
che d altrui
il
godimento
di
una
casa. Presso gli antichi era controverso se questa servit fosse usufrutto,
1'
lusufrutto (a).
(o)
et
Quum
utrumne usui
vcl usuifructui
est,eandem locare
responso
).
lustinian.
similis est,
omnem
si possit is,
si
quidem habilalionem
reliquerit,
ad
humaniorem declinare sententiam nobis risulti est, et dare legatario eliam locationis licrntiamQuid enim distai, sivc ipsc legatarius maneat, sire alii cedat, ut inercedem accipiat, et multo
magis, si habilalionis usumfructum reliquerit, quum et nimiac sublimati satisfactum videatur,
68
Diritto romano.
Digitized by
538
Oltre a ci
uso e
un equivalente
(b).
il
una
subbietto pi in
servi, ossia
il
diritto di trarre
romano lopera
dei
una servit personale. Questa servit cess col sorgere del cristianesimo, sicch essa appartiene perfettamente alla storia del diritto.
III.
A.
186.
Le servit possono essere acquistate per mezzo di private disposio per disposizioni contrattuali.
Affinch si potesse acquistare un diritto di servit per disposizione
servit in vantaggio di
ma
etiam nomine ususfruclus addito. In tantum etcnim valere habitationem volumus, ut non antecellat usumfrucium,nec dominium habitationis speret legatarius, nifi spccialiter cvidentissimis
probationibus ipse legatarius possil ostendere, et dominium eius domus esse reliclum; lune etenlm voluntati testatoris per omnia obediendum est. Quam decisionem locum habere censemus
in omnibus modis,quibus babitatio constimi potesl.
L. 10. g. 2. de usu et bab. (7. 8.).
(b) g. 8. Inai. h.
t.
(2. 8.).
Ved.
noi. preced.
Vip
Denique donare non poteri!, sed eas personas recipial, quas
et usuarius; ad beredem tamen nec ipsa transit, nec non utendo amiltilur.ncc capitis deminutionc.
L. 10. C. de cap. min. '4. 8.).
L. 2. pr. de op. scrv. (7. 7t).
(a) 8. 3. Inst. de servii. (2. 3.). Ideo autem hac scrvitutes praedionlm appellanlur, quoniam
sine praediis constimi non possunl. Nonio eniin potesl scrvitutcm acquirere urbani rei rustici
(c)
L. 10. pr. h.
t.
praedii, nisi qui babet praedium; nec quisquain debere, nisi qui habet praedium.
Digitized by
cato
il
si
539
(b).
2 ) Che il proprietario che vuol costituire un diritto di servit, essendo questo considerato come unalienazione, abbia il ius disponendi.
3
Secondo il principio della indivisibilit delle servit un compronon potr n acquistare n aggravare il fondo .comune senza il
prietario
consenso degli
comproprietarii
altri
(. 178.).
vit,
questa
(c).
proprio luogo.
ANNOTAZIONI
almeno
(b) L.
1.
g.
6. 9.
si
un
il
mag-
la
de saperf. (43.
18.].
a<ciio
de superfcie
36 37. de
quendam eius
credendum est. L. 1. pr. quib. mod. usuf. (7. 4.).
Marc. Gaurus Marcello: binas aedcs habeo,
alteras libi lego, beres aedes alteras allius tollit, et iuminibus tuia
officit;
quid
cum
agere
ilio
potes, et an interesse putes, suas aedes altius tollat, an heredilarias ? Et de ilio quaero, an per
quum
usnsfructus
loci
legante est, ad
quem locum
non potest
Mar-
dum
praestaretur.Sed
ita
est,
nitus lumen rerludatur, sed tantum relinquatur, quantum sufficit habitaniibus in usus diurni
moderatione. L. 15. g. 1. de servii, leg. (33. 1.).
(d) Savigny, Possesso g.43. Sistema II. pag. 289. Schmidlcin, de servitutibus per paclura
Michette
14. Haerlet, de
Schradcr,
servi-
giornale di
Digtzed by
540
le servitulcs praed. urb. si acquistavano per mezzo della in iure cessio, le servii, praed. mst. per mezzo della in iure
cessio e per mancipaziono, c nel .31. dice che le servit sui fondi provinciali si acquistavano per semplice contratto, pactionibus et stiptdationibus id efficerc potest (e). Questo principio che valeva nel diritto anteriore a Giustiniano pefondi pro)
vinciali fu esteso
le altre servit.
le
servit
si
possono costituire
il
posses-
(g).
Finalmente decisivo argomento la legge 14. C. de servilulibus, nella quale si questiona: se, in caso che si sia conchiuso un contratto che concede il passaggio sul fondo vicino una volta in cinque anni, tale servit vada perduta per non uso,
quando colui che ne aveva il diritto non labbia esercitato n nel primo n nel secondo quinquennio.
Dalla esposizione si scorge che la questione fu posta sopra testi positivi, e che
4
gli
Ma
dall altra
si
menti
fg),
ben considera principii del diritto romano sui contratti e loro consepu sembrare alquanto difficile l'origine della servit dal
semplice contratto. carattere fondamentale del contratto una promessa, un obbligo assunto, e l'azione che ne sorge diretta unicamente all'adempimento dell'obbligo a costringere l altro a fare la cosa promessa. Ora il contenuto della servit non
certamente quello di obbligare il vicino a fare qualche cosa, od anche ad obbligarle
ad un pati o ad un non facere, ma di avere un ius faciendi, habendi, prohibendi; vi
esiste certamente lobbligo dell'altro al pati e al non facere, ma come conseguenza
generale di qualunque diritto, non come contenuto del diritto speciale: Obligalio
num subslantia non in eo consisti!, ut aliquid corpus nostrum, auf servi Itti et n no stram faciat, sed ut aliud nobis adstringat ad dandum aliquid, vel faciendum, vel
praestandum (i) .Pcr la qual cosa le stesse ragioni, che dimostrano la propriet
1
chi
guenze e
sulle servit,
Tubinga
2.
1.
Mackeldcy,
307
recitazioni g.
Unsi
(c)
291. Puclita,
(f) g-
li.
g.
Qoschcn,
de usufr.
4. Inst.
(7. 1.).
de serv. praed.
L. 12.
(g) L. 3. g. 14.
de
(2. 3.).
g. 1. 3. 4. C.
vi (43. 16.).
Ulp.
g. 186.
Gaio,
Celerum
si
g.
1. Inst.
de aedif. priv.
liti
fru
quum
ex
de usufr.
(2. 4.)
3. pr. L. 23. g. 7.
(8. 10.).
autem prohibuissc
fundo
exiisset
is
videtur
qui
vi
deiecit
quis ab initio volente! incipere oli frui prohibuit, hoc inlerdictum locutn non
g. 23.
Ad.
(i)
Schmid I, annali
del diritto
com. germanico.
111.
9.(1839.).
Digitized
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di
541
anche
alle servit.
certamente
ra
un
diritto reale
pactum hypolhecarium
il
clic
gene-
da qualche
fatta
non
esse fingitur,
ma una tale
accettabile.
ma non
il
per tradizione.
Ma
se
si
ritenesse
come
rammentata anche
solutamente
la
moderno afferma,
che, se la tradizione ha qualche valore nell acquisto della servit, lo per giovarsi
lavente diritto dell'acfio Pubiiciana, onde, secondo questi autori, la tradizione sa-
rebbe
non necessaria
utile
(I).
guisa pure tanto di guadagnato; ma, poich l'azione medesima non sempre suppone necessariamente il possesso specialmente per quei diritti che si acquistano senza
tradizione ved.
que che
173,
tradizione (m)
plice contralto;
significa
che
il
diritto di servit
non
le servit
le servit;
si
si
una
volta adun-
chiede essenzialmente
la
il
Vobligatio
stipolari
ili)
(o),
'
frasi: uti
L.
via,
(l)
emeretur,
!..
1.
2.
suum
quihus
1. pr.
(lindi
L.
1.
de pub.
ist. ult.
in
rem.
L.
Nap. 1868.
ed.
fundum pariemve
fundum
praed. rust.
(8. 3.).
Ved.
not. prec
omnes
iter
ad
slipulentur, sive
Dgitized by
te
non
fieri
che n
altro,
egli
l'
(v);
generalizzare
il
tutti.
Da
ci si spiega
il
Ci pu provarsi col
. 4. Inst.
de
servii, confrontato
iis
con Gaio
potesl, ne,
si
II, 31,
con
la
legge
heredes reliqneril, ioutilis stipulano fiat. !.. 25. g. 9. tamil, ere. (10. 2
).
Vip.
Ao
ea stipula-
no, qua singuli heredes in solidum habent aclionem, veniat in hoc iudiciutn, dubitalur retali si is,
qui viam,
iter,
acumi stipulatus
erat, dccesseril
condcmnalionem
fieri
oportel.
L.
quia
si
talis stipulatio
non praestelur
via,
per legem
in iudiciuin
pr parte bereditaria
L.
de V.
i.).
L. 2. 8-
5. L. 4. 8- 1. L. 38. 8- 6.
Gai. Inst.
Gai. Inst.
de
II.
II.
29. e 30.
de servii.
Ved.
(s)
L. 20.
(I)
Fragni.
(8. 1.)
not. (e).
(u)
Ved. not.
(v)
L.
Vatic. 8- 45.
L. 3. 8- 2-
3. g. 2.
de
act.
1-).
1.}.
(I).
4.).
Vip.
refert,
ulrum
amilti capilis
ususfructus, an vero tuitione Praetoris. Proinde tradilus quoque ususfruclus, itern in fundo
redigali vel superficie non tare constitutus capitis minutione amittitur.
Frag. vat. g. 61.
L. 9. 8- 1- usufr.
ij
quemadm.
Digitized
by
543
1. pr. quib. mod. usufr. (1. 4.), e coi frammenti Vaticani $.61.1 testi dunque in cui
vengono rammentate le semplici stipulaliones e pactiones, per ci che riguarda la
forma delle costituzioni di servit, non hanno se non una storica importanza; ci si
rende massimamente manifesto per la legge 20. de servitutibus, nella quale evi*
dente il passaggio dall' antico nel nuovo diritto. Infine se si volesse dare a questi
servit
assomigliante a quelle.
Anche
ria,
il
pressappoco con
le
medesime ragioni
meno
in
generale egli,
degli altri,
sebbene sotto
altra forma. In
allo
svolgimento
storico del diritto di servit, essendo egli convinto, e forse pi di noi, che per tutta
una
romana non ha concepito un nuovo diritto di seraltrimenti, che per mezzo della quasi traditio, anche prima
et storica la giureprudenza
come
vit
diritto reale
si
un nuovo
mancassero
le condizioni formali di
mezzo
diritto
non poteva
di semplice stipulazione
stabilirsi,
che fondava un
gare
il
gono
la
opinione contraria.
diritto personale
non impedire
Come questo concetto di diritto reale delle servit, che pure il frutto di una
convinzione profonda di secoli, che si rileva in un modo concreto nel diritto pretorio, sia sparito
e di molti altri, avvenuto nel passaggio del diritto storico nella legislazione giustinianea; in cui la in iure cessio e la rnancipatio essendo sparite come forme positive,
non
sparito egualmente
modo
si
il
per costituire
la servit; di
forme positive
la
quasi tra-
ditio servitutis.
Questo ragionamento pi ingegnoso che vero, manifestato, forse con pi precisione, da Schmidlein, che fa subire una metamorfosi agliai) tj^hi modi civili di acquiad un passaggio cosi repentino, che non certamente frequente
anzi molto raro nella legislazione di Giustiniano. Anche per l'acquisto della propriet
sto, ci fa assistere
non
vi
tralto
ha pi traccia
come modo
anche un modo
di acquistare
il
La
il
semplice con-
tradizione, ci
si
dice, era
rest
<>
pactis transferuntur
ne per
come
necessaria la tradizio-
lOogle
544
tradizione,
1'
vit fu indispensabile la mancipatio e la in iure cessio tale riserva poteva aver luogo solamente nel caso che la cosa stessa fosse stata ad altri trasferita con questi medesimi atti solenni (y). Nel diritto Giustinianeo indubitato che anche nel caso di
perch come
(J)
Fragm. Val.
()
g. 47.
80. Gai.
1.
modo una
mancipatio e
per
alienazione
-L.
17. .
(8.
4.).
L. 17. g. 3. L. 34. 3o. de servii, praed. urb. (8. 2.). L.29. 30. de servii praed. ruat (8.3.).
I..
49.
quemadm.
servii, amiti.
Digitized
by
545
della cosa, era sufficiente per la servit riservata, senza bisogno di speciali forme
per essa; nulla di pi naturale che nel nuovo diritto la traditio della cosa, succedente alle antiche forme, sufficiente per la riserva [della servit. Quindi dal
Vangerow,
me
crede
di cui
dottrina,
non
si
ammette, co-
il
contratto. Finalmente
quasi tradizione,
si
ma ancora quando
di
due fondi se ne
uno
dizione
trasferisce
(a) Qualche giurista romano, come specialmente Pomponio, andava oltre ammettendo una servit costituita,
quando nel medesimo tempo due fondi erano trasferiti a due diverse persone, fissando una servit fra loro, il che non era poi accettato da altri come p. e. da Ulpiano; quia ncque adquirerc alienis aedibus servitutem, neque imponerc potest (b) .
187
usucapione presuppone
il
quam
onde le servit, consistendo in un diritto, in una cosa incorporasecondo lantico diritto non potevano essere possedute, n per conseguenza usocatte (a). Introdotto per le servit un quasi possesso in analogia della possessio proprietatis, fu benanche riconosciuto 1* acquisto per
spazio;
le,
lungo uso (ex diuturno usu, longa consuetudine) in analogia della usucapione per l'acquisto della propriet mediante l'uso di dieci anni tra preLe regole di questa specie di usucapione sono
La
L. 3.
servit dev esser usata nec vi, nec clam, nec precario
(c);
ma
(8. 3.).
(b) L. 6. 8.
(a)
L. 14. pr. de servii. (8. 1.). Paul. Servitates praediorum ruslicornm, etiamsi corpori-
bus accedunl, incorporales tamen snnt, et ideo usu non capiuntur; vel ideo , quia (aies sunt
scrviiuies, ul non babeant cerlam continuamque possessionem; nemo enim lam perpetuo, lam
conlinenter ire polest, ut nullo
vitutibus praediorum
momento
luti
se
non
vi,
sit,
non
(c)
Ved.
in ser-
de
V. 5. g. 7.
Idem etiam
urbanorum observatur.
ius
quo aqua
1. g.ult.
L. 1. 2. C.
iure,
de aqua
de servii.
et
usum
(3. 34.).
Diruto romano.
eum
qui aediflcium
69
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by
non
richiesto
buona
solo la
Il
come per
546
il
ma
giusto titolo,
fede.
ritto di servit
deve avere
animus
il
il
di-
proposito di ac-
(d).
Il
usucapione pu
essere interrotto:
1
(e);
specialmente riguardo
all
accessio temporis.
. 188.
c.
I.
(a);
ovvero
per decreto del magistrato, che dichiari come costituita una servit per la
contumacia di chi avea lobbligo di costituirla: ovvero che faccia rivivere
col
usufrutto legale:
libi
per iudlcemeiercere non probiberis. la qui iudeieril, lungi temporis consuctudinem viceni
modo
si
is,
uliliter
competil.
L. 7.
de
L. 2. C.
in fin.
de ann. except.
(7. 40.).
(f) L. 2. C. de serv. (3. 34.). Si aquam per possessionem Manialis eo sciente duxisti, scrvituiem exemplo rerum immobilium tempore quaesiisti. Quod si ante id spatium eius usus libi
interdictum
sumlus in ea re faclos praestari libi poslulas,quum in aliena possessiodominium, quoad in eadem causa manet, ad euro perline!, cuius est possessi.
est, frustra
ne operis facti
etiam,
iis,
Digitized
by
Il
547
figlio (. 121.)
Per
le
seconde nozze
(c).
il
la
Durante
donna
della
il
matrimonio
costituiti
mancanza
di figli,
avrebbe acquistato
il
diritto di propriet.
la servit.
189.
si
si servitili,
vindice-
rem aclio, vindicalio servitutis, pelitio, a riscontro della quale, per affermare la libert del proprio fondo contro una servit pretesa da altri, si
trova
l'
mente
il
Riguardo
alla
il
diritto, e special-
la servit indivisibile,
ciascuno pu essere
(c)
(a) L. 2. pr. si scrr. vind. (8- tt): Vip. De servitutibus in rem acliones compeiunt nobis
ad eiemplnm earum, quae ad usumfrucluni pertinent, tam confessoria, quam negatoria; con*
fessoria ei, qui servitutes sibi competere eontendit, negatoria domino, qui negai.
(b) L. 8.
pr.
si
usufr. pel. (7. 6.). Vip. Cli frui ius sibi esse solus potest intendere, qui
habet usumfructum; dominus antem fundi non potest, quia, qui habet proprielatem, utendi
fruendi ius separalum non habet. Nec enim potest
alieno iure
quemque agere
oportel.
ei
Quamquam enim
actio negativa
non
sit,
quamvis fructuarius
poliores, licei
nullum
ius
habeanl.
L.
quam
Quod
si
alieno,
quum
iure,
S- 1. L. 4. $. 3. L. 6. g. 3. 4.
sit,
ius atendi
si
ita et
Pomponius libro quadragesimo primo scribil; sed in aestimalionem id, quod interest, veniet,
quod eius interest, qui experielur. Ilaque de iure quidem ipso singoli eipcrienlur, et
victoria et aliis proderii, aestimatio autem ad quod eius interest, revocabilur, quamvis per
unum acquiri servitus non possit. conf. L. 16. de servii. (8. 1.). L. 0. de op. nov. nunc.
scilicet
(39. 1.).
Dgitized by
548
fondo da
di
L attore
diritto di
(e).
il
vente.
scopo
dell
ritto. di servit,
non ne impedisca
il
convenuto riconosca
esercizio, e presti
all
il
di-
attore la cau-
all'
attore si
nominatio auctoris
(c)
frutti: cos
(i).
1.).
fundum
utilem petilionem scrvilulis dori, siculi ipsius fundi utilis pctilio dsbitur.
nit et in eo,
ad
quem
Idem
servari conve-
(d) L. 3. g. 3. L. 9.
1.)
L.
rem acl. (6. 2.). Si de usufructu agalur tradito, Fubliciana datur; itemque servitutibos urbanorum praediorum per Iraditionem constitutis, vcl per patienliam, forte
si per domum quis suam passus est aquacduclum transduci; item ruslicorum, natn et hic iraditionem et patientiam tuendam constai.
de pubi,
11. g. 1.
(e)
L. 6. g. 1
(f)
L. 4. g.
omnibus
L. 8. g. 3.
5. L. 10. g.
si
L.
aqua oritur, vet per cuius fundum ducitur, veruni etiam cum
aquam non ducere impediunl, empio ccterarum servitulum.
quicunquc aquam ducere impediat, hac actione cum eo eiperiri poter.
in cuius agro
Et gcneraliter,
8. g. 8. 6.
(g)
I..
(h)
L. 6.
si
in
si
L. 60.
g. 1.
de usufr.
(7. 1.).
absolvetur; quod
si
liti
si desieril possi-
damnabitur.
L. 4 . g. 2. L. 6. g. 6. L. 7. L- 12.
si serv.
Digitized
by
549
gli
tenga
(k).
L azione negatoria
si
si
ha
diritto
d'
ANNOTAZIONE
Il
temente
comune, declinando
dal
non debba
l'
la
seguente teoria.
l'
actio confessoria
per la negatoria
Ma
il
per
ius aitius
non
toUendi.
rifiutata,
ed a confutarla
quae de servitole movetor, fruclus edam veniunt. Sed videamus, qui esse fructus servitutis
possunt? Et est verios, id demum froctoum nomine computandum, si quid sit, quod intersit
agentis, servitute non prohiberi. Sed et in negaroria actione, ut Labeo ait, fructus compulantur, quanti interest petitoris, non uti fondi sui itinere adversarium; et hanc senteutiam et Poraponius probat.
rem.
L.
inter
quelli
fiat,
3. g.
si
L.
8. C.
de serv.
(3. 34.).
L.
2. C. ubi in
me
de eicept.
44. 1.
).
libi
si
Fundum
African.
et le controversia est; et
tuum
ulilem
fore pittavi t, videlicet quod non aliter viam mihi deberi probalurus sito, quunt
prius probaverim,
(l)
fundum Titianum
meum
esse.
Wenny,
coiup. g. 131.
Ved.
Ghick,
Digitized
by
basta solamente leggere la leg. 2. pr.
550
si
tivi titoli delle Pandette. Quanto poi sia fondato l' argomento tratto da Teofdo, e
quanto questo giurista possa darci diritto ad esporre differentemente il carattere e
natura di queste azioni, si rileva d alle seguenti sue parole. Incorporalibus et
confessoric et negatone ( in rein agimus ). Con fessone quidem, cum dico, sipa rei usumfructum meum esse; negatone vero, cum id ius nego adversarium ha bere, dicens, si paret adversarium ius utendi fruendi fundo meo non habere.
Sic gitur in corporalibus non idem confessorie agii et negatorie, sed confessorie
quidem is, qui ius illud, de quo quaeritur, habere dicit, veluti usumfructum aut
la
servitutem in alterius proprietate. Negatorie vero agii ipse dominus fundi aut
affirmans adversarium usumfructum aut servitutem in fundo suo, aut
,
aedibus non habere . Per l argomento tratto dal $ 2. Inst. de act. 4. 6. ) ri-
aedium
mandiamo
lendi
tol-
(m).
(s. 180.)
una vera azione di propriet, tanto pi che essa non limitata a garantire questa solo da un preteso diritto diervit, reale o personale che
sia, ma si estende a guardarla da qualunque parziale violazione, che non sia pure
L azione negatoria
. 190.
B. Interdetti poasesaorll.
8- 48. 46.
le
non solo
l
nterdi-
nec precario
(b).
anche
le
de arb.
11. 14. 8- 1. si
LL. 8. 8-
rv. vind.
si
(8. 2.),
L.
come
6. 8- 2.
43. 17. ). Vip. In somma pulo dicendum , et ioter fruclu arios hoc in(a) L. 4. uti poss.
terdictum reddendum, etsi alter usumfructum, alter possessionem sibi dcfendal. Idem erit probandum, ctsi ososfroclus quis sibi defendal possessionem; et ita Pomponius scribit. Proinde et si
(
alter
usum,
(43. 16.).
alter
fructum
L. 60.
!b) L. 1.
pr.
de usufr.
1. h. t.
L.
3. 8- 13-16. de vi
(7. 1.).
43. 19.
).
Vip Praetor
ait:
goo
Digitized by
ili-
Googlej
bisogno di essere
vit
rifatto: lattore
damni
( cautio
Per
a)
infecti
(c).
la seivit delle
L interdictum
di aquedotto
no,
551
de itinere rendendo
L interdictum
quando
purch
il
per sua natura sia perenne (aqua quotidiana }; ovqualora lesercizio ne sia ristretto in questa
la servit
estati,
nec
vi,
de rivis
L interdictum
(d).
d per fare
si
le necessarie riparazioni al
le
L interdictum
ad aquam appulsus
l'
de fonte tutela
alle
L interdictum
pecoris
cos per
il
diritto della
il
et
;
(f).
il
clam, precario
vi,
(g),
ma
nere acluque privalo, qua de re agitar, vel via, hoc anno nec vi, nec clam, nec precario ab
usui
ilio
ei,
quominui
ita ularit,
tim
interdictum prohibilorium
est, per-
L. 3. . 11. L. S. de
(c)
ilio.
tum
quo
m inut id iter
il
actumque, ut
advenario damni
infecti,
non
vi,
libi iui
cavea!.
(dj L. 1. . 4. 10. 11. 13. 14. 19. 20. 22. 29. 33. 36. L. 6.
quominut
de aquaquot. etacst.
(43. 20.].
anno aquam, qua de agilur, non vi, non clam non precario ab
ducai, vim fieri veto.
L. 1. 8- 29 eod. Deinde ait Praetor: Vii
ilio duxisli, quominut
,
ila
priore aeitale aquam, qua de agitar , nec vi, nec clam , nec precario ab
ita ducai,
vim
fieri velo.
scil, se
liceat
eum demum
et
te
illi,
dum
duxit,
ne
vim
ail: Rivo*,
vi,
ali ter
ilio
utui
L.
aquam
non
fieri veto.
quo de agitar
hoc anno
et,
g. 6.
alque uli hoc anno non vi, non clam, non precario ab
(g)
1.
ufi.
aqua nec
L.
nulium
ait:
ilio
dumne
Quominut
liceat,
illi
fieri
aliter ularit,
veto.
vim
fieri veto.
Damni
infe-
Digitized
by
552
del canale.
non
vi
sono in
diritto
possesso.
il
ANNOTAZIONE
Lultimo principio del testo oltremodo controverso. Quattro opinioni si dividono il campo. Alcuni, e forse la maggior parte, ammettono indistintamente per
tutte le servit i mezzi possessorii applicando 'interdictum uti possidetis, sul fonda-
mento della L. 20. de servit. (8. t.) (h) Questopinione modificala dal Puchta nel
senso di escluderne le servit rustiche per le quali sono determinati speciali interdetti (i). Dopo il Savigny divenuta quasi comune la seguente opinione: che
.
In tanta variet di opinioni bisogna meditare sul carattere giuridico dell interdictum uti possidetis da noi altra volta esaminato ( 174): e da questo esame risulta
meglio fondata f ultima opinione.
principale scopo deH'inferdtcfum ufi possidetis determinare le parti pel giulo scodizio petitorio, onde l'applicazione Alle servit non giustificabile mancando
po della futura questione petitoria. Oltre a ci, nelle servit, specialmente urbane,
domanda suscitata da questo interdetto: quis possessorie partes sustinet ? perfet-
la
tamente inutile, essendo patente il fatto del possesso in ogni caso concreto; cosi p. e.
colui che pretende avere un altius non tollendi, o un ius tigni immiltendi, addimostrato possessore unicamente quando
edificio altrui
non elevato pi
alto,
la quale jiosscssio
i proprii materiali s immettono nell altrui; per tutelare
quod
sono dati dal diritto altri mezzi come la operis novi nunciatio, c 1 interdictum
pu
vi aut ciani. L'applicazione dell interdictum uti possidetis alle servit urbane
delle
essere giustificato solamente, quando se gli assegna come scopo la rimozione
quando
molestie, ossia
eti,
rum
quod operis
quando
vitto
si
consideri
factum
sii,
come azione ex
cave ri iubebo.
Idem. L.
1. 8- 7- e .
refedio et purgalio ad publicam utililatem spedare videlur, idcirco placuil, non esse in
addendum: Quod non vi, non cium, non precario ab ilio usui, ut, edam si quis ta-
inlerdicto
letn
usum
(h)
(i)
(k)
(l)
Puchta, Pandette
(m) Rauschenplat
cir- I.
ili.
MUhlenbruoh, g.
293.
S- 139.
Mackeldey.
g. 294.
Schilling, Istitu.
II.
203.
XX. 24.
Ditjitized
by
553
rosa conseguenza linapplicabilit dellinterdetto alla quasi possessio delle servit ur-
bane (n).
Nessuna legge d'altra parte applica l'interdetto uti possidetis alle servit. L'opinione contraria argomenta per analogia dalle servit personali, ed in secondo luogo
dalla legge 20. de serri!. (8. 1.), che dice: ideoque et inlerdicta eduli possessoria
constituta su ut. Sul primo argomento da osservare, che l'intcrdictum uti possidetis alle servit personali non stalo applicalo per conseguenza di legge, ma per determinazione speciale dell'editto pretorio (o). Le parole poi della legge 20 hanno un
ampio, perch si possano riferire allinterdetto uti possidetis; esse
hanno mezzi di tutela rassomiglianti agl'interdetti pose pi propriamente accennano agl'interdetti speciali introdotti per le ser-
significato troppo
Pi importante l'argomento
quale pure vien
sed
meno leggendo
il
0.: le parole
et
velit
per difendere la propria azione sul proprio fondo vale tanto un actio confessoria
quanto Yinterdictum uti possidetis, e quest'ultimo nel caso che qualcuno volesse impedire un qualunque diritto di uso nascente dalla propriet: si quisprohibelur, qualiter velit, suo uti, poich secondo Ulpiano: videris mihi possessioni controversiam
facete qui prohibes me uti mea possessione (p). Finalmente un altro argomento
traggono dalle parole del Pretore: de cloacis hoc interdiclum non dabo ; le quali
escludendo l'interdello dalla servitus cloacae ricordano perci solo che sia ammesso
gli
quia
doacarum
rcfectio et punjatio
gli
molesta
il
ad publicant
. 5. uti possidetis:
dicatur,
; cio: perch in questo caso sul fatto, quis possessor proiesii, non vi pu essere controversia; epper inconveniente risulta luti possideche appuuto suppone simili indagini. Lasciala da parte l'alterazione fattavi dal
Cuiacio seguita da qualche moderno e generalmente rifiutata, che invece di inu
aedibus superficiem
ctionis
tis,
tile
si
messo un
il S. C. della medesima legge 3. Labeo quoque scribit: ex aedibus meis in aedes tuas proiectum habeo, inlcrdicis mecum, si cum locum possideamus, qui proie-
ci tegetur; an,
dico tccum; siculi nunc possidetis eas aedes, ex quibus proiectum est ?
re,
Da
ci si
quo
facilius
pag. 133.
tFanjerotc,
g. 388.
Diritto rumano.
1.).
70
Digitized by
messo
l'
primo
554
Non
(r).
comprende perch
si
ex maleficio; e
alla
domanda
si rifiuta
di
affermativamente, mentre dalle parole stesse di Ulpiano: Labeo quoque scribit non
si fa
diritto di servit.
. 191 .
di chi
Le
ha
massimamente
servit,
il
diritto.
L usufrutto
le personali, si
estinguono con
Quando un usufrutto
la
morte
ai soli primi,
morte del padre, o con quella del figlio. Giustiniano decise che morendo
il padre prima del figlio 1 usufrutto passasse a quest ultimo, morendo
prima questi restasse al padre, ossia che si estinguesse con 1 ultimo morente
(b).
Puchta Pand.
(r)
(a) g. 3.
Insl.
g. 139. not.
de usufr.
capitis deminutionibus,
(2. 4.).
maxima
et
datur
sierit,
(nam cedendo
si
rint, vel
usumfructum deberi.
L.
vitio
si
L.
12. pr. C.
de nsufr.
(3. 33.).
Ju-
sltman. Ambiguitalern antiqui iuris decidcntes sancimus , si ve quis uxori suac sivc alii cuicunque usumfructum reliquerit sub certo tempore, in quod vel filius eius vel quisquatu alius
pervenerit, stare usumfructum in annos, in quos testa tur statuii, sive persona, de cuius aetatc
compositum est, ad cam pervenerit, sive non. IS'eque enim ad vitam hominis respexit, sed ad
certa curricula, nisi ipse, cui ususfructus legalus sii,
ad posteriiaiem usumfructum
exstingui, iuris indubitati sii.
Iransinitii
L.
3. pr.
non
est possibile,
4.).
dubiiabatur,
fili*
magna
si
vel
media
vel
morte
vel
emancipatone,
vel servi
quacunque alienatione
vel morte
manumissione potest adbuc remanere. Et ideo sanciinus,in huiustnodi casibus, ncque si serin praefatos casus incideritjnterrumpi patri vel domino usumfructum,
qui
per eos acquisilus est, sed manere intactum; neque si pater magnani capitis deminutionem vel
mediam passus fuerit, vel morte ab hac luce fuerit excmtus, usumfructum perire, sed apud fi-
vel
lium remanere, etiamsi hercs a patre non relinquatur. Usumfructum enim per
filii,
quam
patris
usumfructum
eum acquisitum
plerumque verisimile
est, te-
ei reliquisse.
Digitized by
Googl
L' usufrutto costituito in
555
in analogia del pi
unirersitas personarum
non
si disciogliesse
prima
si
estingue
pur-
fisica,
(c).
Le servit personali si estinguono pure con la capilis deminulio maxima e media, eccetto la servit di abitazione che non si estingue per
queste cause
(d).
Le servit
reali,
fondo dominante
ma
rivivono
essendo
il
pracdium dominans
),
perendo questo,
estinguono;
si
il
non
ma una
parte,
questi,
(c)
Gaiut.
An
effettiva di propriet,
(lari
debeat,
pcriculum cnim esse vidcbatnr, ne perpetaus Aerei, quia ncque morie, nec fa-
quaesitum
est;
cile capitis
deininutione perituri est; qua rationc proprietas inulilis esset futura semper absce-
in eo usufruclu
(c)
L. 14.
quem. de
esse aclioncm.
municipcs
? Et placuit,
hominis
(d)
dandam
quem
est,
esse
quo-
muni-
(7. 4.).
bebatur, impelu fluminis occupatus esset, et intra tempus quod ad amitlendam servitutem
,
sufficit,
id
alluvione facta rcstitulus est, servitus quoque in pristinum statum restitailur. Quodsl
tempus
cam cogendus
(7. 1.).
(7. 1.).
Digitized
by
556
concorrere
all
acquisto
fondo.
dell' altro
192 .
non uso.
si
assenza
(g)
1..
(a).
servitutem detterei, ne
aitili! tollcrclur, et
rei, et
si
me
Pompon.
Si
domus
ut slillicidium aedifciorum
meorum
quod ad
non
liceal; si
non impediantur
recipere dette-
meum
slillicidium
mea
cadere iu ca
stillicidio
mea,
non
liccal
mod. serv. amiti. (8. 6.). Gai. Scrvitutes praediorum ronfundonlur, si ii(h) I..
confr. L. 18. de
dem utriusqnc praedii domimi! esse coeperit. g. 3. Inst. de usuf. (2. 4.).
L. 9. com.praed. (8.4.). Pompon. Si ei, cuius praedium mibi scrvicbat, hercs
servii. (8. 1.).
1. quib.
eititi
et eain
hcrcditalem
libi
id
agi-
L. 8. g.
1.
de
L. 30.
si
niuut. L. 27. de
(k)
quum
pr. g. 1.
Paulus. Si
(8.2.).
rursus vendere vull, nominatiti! imponendo servitus est, alioquin libcrae veserv. praed. rust. (8. 3.). ved. not. prec.
(7. 4.).
!..
0. C.
de osufr.
(3. 33.).
(l)
(a)
L. 13. do servii. (3. 34.): luifinian. Sicut usumfructum, qui non utendo per
Digitized
biennium
by
557
per conservare
sua
integrit; eccetto
per
la servit in tutta la
parti,
altri
non basta il solo non uso ad estinguere il diforme della prescrizione acquisitiva necessario che il
ma
con
le
proprietario del fondo servente riacquisti tuttoci che avea perduto della
il
come
la costituzione di
il
una ser-
Per
in soli
ma
(e),
il
nello stesso
tempo
si
metta in
rebus, per annale autcm tcmpus in mobilibus vel se morcntibns diminuebalur, non
suslinere compcndiosum inlcritum, sed et ei dccennii rei viginti anneobtinendum esse censuimus, ut omnes scrnon ulendo amittantur non biennio, quia tandummodo soli rebus annesse sunt, sed decennio contra praesentes vel viginti annorum spatio conira absentcs, ut sit in omnibus huiusmodi
L. 7. quemad. serv.
rebus causa similis, difterenliis explosis. L. li. C. de servii, (3. 34.).
amiti. ( 8 6 .).
si nec
(b) L. 12. g. 2. I.. 38-40 de usufr. (7. 1.). .Vare iati. Non utitur usufructuarius
passi
sumus huiusmodi
vitutcs
negotium eius
utatur, rideor
ligitur,
quam
nomine
eius alius.puta qui emit, vel qui condutit, vel cui donalus est, vel qui
gerii.
usumfruclum
si
Quod
si
intel-
L. 2. 8 g. 1.
.
quem.
serv. amiti.
8 6 .). Paul.
.
Is,
de usu et habit.
(7.
8 .). Ulpian.
(7. 4.).
Pomp.
Si habitalio legelur,
it,
totum ius
an perinde
sit
atque
nus conscnsil libro octavo decimo Quaestionum. Denique donare non poterli, sed eas personas
recipiet, quas et usuarius; ad heredem tamen nec ipsa transit, nec non ulendo amittilur, nec
L. 4. quem. serv. amiti. 18 6 .). Paul. Iter sepolcro debitutn non ulendo
capitis deminutione.
nunquam
amittitur.
L.
8.
2.).
Digitzed by
558
lui toltaper mezzo della costituzione della serviquandoch per la prescrizione del non uso senza bisogno di azioni positive o di quasi possesso da parte del proprietario del fondo servente
sufficiente 1' abbandono da parte del proprietario del fondo dominante.
Una grande differenza finalmente esiste nel modo di computare il termine;
imperocch pel non uso, trattandosi di prescrizione estintiva di un diritto, bisogna che passi tutto I ultimo giorno del termine stabilito dalle
t;
leggi; nell
sufficiente
CAPITOLO
*
I.
L enfiteusi
sulla cosa
un
193.
immobile
diritti
ed obblighi
altrui, pel
quale
al
si
dominus emphyteuseos, e
sioni
per eredit
proprietario
oppure
dell' rnflteutn.
soggezione di pagare
la
Della enfiteusi.
A.
con
IV.
ENFITEUSI E SUPERFICIE.
il
proprietario detto
la
vectigalis.
L enfiteuta ha il diritto di godere la cosa con tutte le sue accesampiamente come il vero proprietario, ed acquista la propriet dei
per mezzo della separazione (a). Egli pu disporre della
)
frutti naturali
ita
demoni
ios
meum
amino,
si
tu per hoc
(a)
est
tignum, obturaveris,
t.
(6. 3.):
et per
ita
demum amino
conslitutum tempus
ius
ita
si
altius su-
tigni immissi
meum, si
tu fora-
habueris; alioquin
meum permaner
alii
vocanlur, qui in perpeluum locanlur, vel est bac lege, ut tamdiu pr his vccligal pendatur,
quamdiu neque ipsis, qui conduxerint, neque his, qui in locura eorum successerunt, auferri
eos liceat. Non vccligales sunt.qui ita colendi dantur,ut privatim agros nostros colendos dare
solemus. g. 1. Qui in perpeluum fundum fruendum conduxerunt a municipibus, quainvis non
eflicianiur domini, tamen placuit competere iia in rem aclioncm adversus quemvis possessorcm;sed et adversus ipsos municipes. L. 2. ita tamen si vccligal solvet. 1..1.C h. t. (4. (Mi
)
g. 3. Insl.
da
toc. et
cond.
(3. 24.).
!..
1.
g. 1. h. t.
L.
1.).
Digitized by
Paul.
559
cosa nella forma e nella sostanza, a patto solo di non deteriorarla (b):
pu alienare il diritto stesso tanto per atti privati tra vivi, quanto martis
causa
Per tutelare
il
suo
il
diritto data
all'
titoria, la
per analogia data pure un 'aedo Publiciana, una udlis rei confessoria
e negatoria (. 189), tutte le azioni che competono al proprielario (d), ed
in fine per virt del possesso derivato
gl
vi fosse
suo
il
(e),
il
sulla cosa
non
diritto di enfiteusi
Il
ma
stessa,
diritto
enfiteuta
te-
la divisione,
non ha
(f).
vi gravitano.
5
(
obbligo precipuo
pensio, vecdgal
al
pagare
dell enfiteuta di
proprietario nel
manco
tempo
canone annuale
senza che potesse
il
stabilito,
di rendite, n
(idei
hoc in bonac
Quum
bent?
Iblei
quum
poaaessoribus recipieniium
fructuarii quideni
non
fiant,
est,
(g).
a quolibet aali,
quanto magia
tdei
autent
possessorem pertineanl, quoquo modo a solo separati fuerint, sicul eius, qui vcctigalem fun-
dum
Nov. 7.
(b)
e.
si
t.
quod
Ved. not.
1120. c. 6.
Sed et
Nov.
3. 8- 2
(a).
alii
L. 71.
fundum vcctigalem
in vcctigalibus fundis
No. 120.
8- 8. 6.
Icgaverit,
habetnus
2.).
L. 12.
1).
L. 28. 8-
si forte
bona
1..8. 8- 3.
quod
vi (43. 24.).
(e) L. 7.
gali agro.
comm.
L. 4.
rei
quae usu-
aliis praediis,
L.
16. de servii.
confr. L. 3. 8- 3. de op. nov. nunc. (39. 1.). L. 13. 8- 8. de damn. infcct. (39. 2.).
8. 14.
lem
vidert propriet
L.
(d) L. 1. 8. 1. L. 2. h.
(8.
non
c. 6.
L.
11.
Communi dividundo
iudiciunt
locum habet
et in vecli-
Vcdigalis ager an regionibus dividi possit, videndum; magis autem debcl iudex
confr. L.
9. 10.
fam.
(g) L. 2. C. h. t,
ved.
(2. 1.).
Nov.
7.
c.
3. g. 2.
Nov.
120. c. 8.
Digitized by
Se
560
ha obbligo
annundue
medesime condizioni ( diritto di prelazione ). Oltracci 1' alienazione non pu
seguire senza il consenso del proprietario, il quale veramente non pu
impedirla se non quando provi che la coltura sarebbe deteriorata in mano
del nuovo enfiteuta, o che questi non sia atto a pagare il canone; 1' eufiteuta che aliena inoltre obbligato a dare al proprietario la cinquantesima parte del prezzo convenuto ( laudemio ) (h).
L enfiteuta non tenuto a prestare cauzione, eccetto se si tratti
7
di un fondo appartenente allo Stato o al patrimonio dell' imperatore (i).
8 Finalmente per mezzo di disposizioni contrattuali i diritti e gli
obblighi dell enfiteuta si possono estendere o restringere (k).
6
1'
suo
il
diritto
di
mesi durante
quali quegli
alle
194.
Si disputava se
il
il
poich concedeva
all
enfiteuta diritti
molti simili alla propriet ed era esso stesso trasmissibile s per atto tra
(0 L. 7. C. h.
monialum
fuerit
t.
nnminis venerii,
is, si
damna,
(It)
si
g. 3. lnsl.
1.
c.
L.1.3. C.
b.
t.
patri-
suum pu-
ad
in se negligentiac
te r t u in sit constitutuin , ab ulritisque memoratorum conlracluum societate seu similitudine separatum, conceplioncm dclioitioncmque ballare propriam, et iustum esse validumque con trac n m in quo cuncta, quae intcr utrasque con*
trahentium parte* super omnibus, vcl etiam fortuiti* casibus, pactionibus scriptura interveniente habitis placucrint, firma illiba taque perpetua stabilitale modis
concepta,
si
damnum,
ei
quo non
Digitized
by
561
come
contratto
rem
vectigalis (a).
altre la scrittura
aggiunti
2)
almeno
iscritto; nelle
patti particolari
(b).
L enfiteusi si
di
pu anche
30 a 40 anni.
ANNOTAZIONI
molto
per lacquisto della propriet o con quelli per l acquisto della servit (c). Essa per
inapplicabile, prima perch le leggi non ne fanno parola, secondariamente perch non vi la quasi possessio, come delle servit, del diritto di enfiteusi, ma solo
cosa data in enfiteusi
la possesso della
(d).
Del resto bisogna sempre distinguere l'origine della enfiteusi dalla sua trasmis
primo caso puossi applicare solamente l'usucapione straordinaria: ma per
sione, nel
lacquisto di
una
tra usucapione
enfiteusi gi esistente
l'al-
(e)
conducilo, ut in quibusdatn causis quaeri soleal, utrum emtio et venditio eonlrahatur, an locatio et conductio. Ut ecce de praediis, quae perpetuo
quamdiu pensio
ipsi
id est
dederit, aliove
quoque modo
ut
eius, cuivc conductor heresve eius id praedium vendiderit, aut donaverit, aut dotis
nomine
(b)
Nov. 120.
(c)
(d)
c. 6. 8-
(e)
2.-L.
1. C. b.
Unterholmer, prescrizione.
Puchta,
I.
II.
c. -IrndU,
Diritto romano.
land. g.
t.
Puchta, Patid.
g. 177.
land. 8- 360.
71
Digiiized by
562
. 195.
come ogni
Lenfiteusi si estingue
ed in particolare
diritto reale,
come
ogni ius in re aliena, per confusione o per consolidazione, vai dire, quando l enfiteuta acquista la piena propriet del fondo, ovvero quando il diritto di enfiteusi si riunisce alla propriet , il quale secondo caso avviene
se spirato
l'
se
si
se
il
termine fino
il
enfiteuta
se
muore senza
al
qual fu costituito
il
diritto (a);
eredi;
L,estinzione di
lidandosi
il
le
Chiese
la enfiteusi
(c);
il
canone per
il
proprietario
non perde
il
due anni
diritto di devolvere
ricevuto
il
a s
canone, ec-
o abbia richiesto anche quello dellanno succescasi la tacita intenzione da parte sua di continuare
L. 3. C. h.
t. (4.
68.).
non
esib al proprietario le
(e).
L.
Paul. Idem
est, etsi
ad lompasba-
L. 3. C. h.
Ved. noi.
(1).
t.
L. 3. C. eod.
luitinian.
li
praestiteril.Sin
solverit,
si
solitala
si
quidem
oline
omnibus
aliis rapini-
pensionem
vel publica-
ne meliorationis vel eorum, quae emponemala dicnnlnr, vel pocna opponendo, sed omnimodo
dominus
neqne praetendente, quod non est super hac causa inquietatila, quum neminom oportet convenlioneni vel admonitionem cispectare, sed ultra sese afferro, et debitum spontanea voluntate persolvere, secundum quod et anteriore lege nostri numinis
generai iter cautum est. Ne autem ex bac causa dominio facullas oriatur cmpbyleulassuos repelco,
si
lere, et
volncrit, repellendo,
Digtized by
Se alien
di proposito
fondo
il
Se per colpa
563
il
al proprietario,
o se occult
(f);
dell enfiteuta
venne deteriorata
la sostanza del
(g).
Avvenuta
ma
retrato,
ritto ai
anche
ai
miglioramenti
Lenfiteusi
che ne ha
il
danni ed
fatti
come ogni
nel fondo
perdendo ogni
di-
(h).
diritto.
Finalmente
si
l'enfteuta nulla
Quando un
terzo contro
il
3
caria
dell
azione enfteuti-
(i).
. 196.
li.
T.
I).
de superGciebas
Della superficie.
(43. 18.).
In senso generico dicesi superficie, tutto quello che trovasi sul suolo altrui,
o che vi
si attiene,
in contrapposto di solum. In
un
cies
culum)
sulledificio altrui
E quindi
la superficies
ficie
iure
is,
ei
atti tra
vivi
cunias ofTerre, hisque obsignatis et secundum legem depositi!, minime deieclionis timore periculum.
(f)
L. 3. C. eod.
(g) L. 3. C. eod.
(h)
(i)
No. 7.
N. 120.
c. 8.
c. 3. g. 2.
Ved. g.
per
longum tempus
damn.
dominium
diccndum
est,
acquiri-
Digitized by
564
dominus soli
rius,
Dove non
il
(a).
vi
medesimi principii
Le
proprietario
il
che ha
dell' enfiteusi.
due
sono le seguenti:
1 ) L obbietto della enfiteusi per lo pi un fondo rustico e quello
della superficie essenzialmente un fondo urbano.
2 ) L enfiteusi generata da un contratto sui generis, contratto enfiprincipali differenze tra
istituti giuridici
teuticario, la superficie
dita, di locazione, di
Il
come
superficiario
come imporre
ma
servit:
rapporto
4
Finalmente
al superficiario
un apposito
In tutto
resto valgono
il
bligo di sopportare
ve
annuale non
mente, come
tutti i
ma
(e);
quanto
all'
ob-
al
canone
(f).
Egual-
l'enfiteuta,
di rei vindicatio
generale tutte
le azioni
(a)
L.
2. h.
L.
L.
3. g. 7. ali
t.
sitae sint, quartini propriclas, et civili et naturali iure eius est, cuins et
(b)
si
L.
1. g. 1. 3. h. t.
civili
nam
conduiit superliciem, ei conducto, si cmit, ei coito agere cimi domino soli potest. Etenim si
cum probibeat, quod interest, agendo consequetur, sin autem ab alio prohibealur, pre-
ipse
stare
actiones suas debel dominus, et cedere. Sed longe utile visoni est, quia et incertum
ei
erat, an
qoam
in
personam
eiperiri, hoc
L. 1. g. 6. 7. 9. h.
possit. L. 16.
et legari
fam.
de legai.
solarium
(f)
de
t.
do pign.
L.
13. g. 3.
de pign. (20.
1.).
L.
10.
Ved. noi.
(30.).
,
g. 2.
L. 16. qui
(d) L. 1. g- 1. 2. h.
(e) !..
t.
(b).
(
6. 1.
).
T L. 7. g. 2. de nsufr.
(7. 1.).
!..
39. g. 5.
Vip. Ucres cogitur legati praedii solvere vecligal praeteritum , vel tribulum, vel
aquae forma.
L. 9.
Confr. L. 2.
g. 17.
g. 4.
de damn.
L. 74.
(g) L. 1. g. 3. 4. h.
t.
Vip.
Is
autem,
in
qualem habet de
nane
si
Dgitized by
esercita
diritto
il
565
superficiario
I!
la soddisfazione del
CAPITOLO
V.
DIRITTO DI PEGNO.
XX.
D. Lib.
C. Vili. 14-36.
tom.
1.
pag. 353.
1.
lib.
pegno romano
di
Basilea 1847.
ctaluum de pignorib.
et hypnthecis, red.
XX. D.ln
Itecit.
quo-
Dcrnburg,
il
diritto
diritto di
il
et hypolhecis.
tnclmfen ,
tra-
Frane. 1586.
I.
. 197.
pegno un
II
Questo
Ogni
diritti, ai
molto dagli
non
cos
il
il
creditore per
come un
altri
iura in re aliena.
dominio
genera nessun diritto
totale e parziale
si
materiale che possa rientrare nella cerchia di quelli inerenti alla propriet.
Lo
ha
il
creditore,
dopoch
il
debitore non ha soddisfatto l'obbligazione, non tale da poter essere condicendnm est, exceplione utendum in factum data nam cui damus actionem, cidcm et
exceptionc competere multo magis qnis dixerit. g.5. Si soli possessori superficie* evincatur, aequissimnm erit, subveniri ei rei ex stipnlalu de CTictione, vel certe ex emto actione. L.73-75.
de rei vind. (6.1.). L. 12. g. 3. de Pubi. act. (6.2.). L. 3. g. 3. de oper. nor. nane. (39.1.).
L. 11. g. 14. quod ri (43. 24.). L. 1. g. 3.
L. 13. g. 8. L. 39. g. 1. de damn. inf. (39. 2.).
care,
de
vi (43. 16.).
(b)
L. Si g.
1.
Quum
derant, din non apparentibns, nec eius tempori? pensiones exsolvenlibus conductoribus, aperire,
et ea,
quae
Ved. Appendice
quorum
Digtzed by
siderato
come
566
come conseguenza
colt di alienare
il
gato allo stesso debitore, e quella facolt piuttosto fatta valere dal creditore come un procuratore del debitore. Da ci si spiegano molte conse-
guenze che altrimenti sarebbero singolarit; perci il creditore non obbligato verso il compratore alla garantia per evizione o per vizii occulti,
il tutore che aliena l oggetto impegnato al credito del minore non
ha bisogno del decreto del magistrato ecc. (a). 11 diritto di pegno si rappresenta adunque come un obligalio rei, cio la cosa non , come in ogni
diritto reale, sottoposta ad una pi o meno estesa dominazione del creditore pignoratario, ma dev' essere considerata come nella medesima relazione di un debitore rispetto al suo creditore. I testi esprimono questidea
con le frasi: obligalio, rem obligare, pignoris iure obligare, rem in obligacos
Questo
trasferito
il
possesso
dell'
ma
tanto
il
pegno quanto
quando a lui
quando il possesso
stretto,
la ipoteca, fuori
il
(b).
il
(c).
(a)
de V.
(b) L. 238. g. 2.
S. (SO. 16.
Proprie pignns dieimus, quod ad crcditorcm transit, hypothecam, quunt non transit nec posse ssio ad ereditorem.
(c)
L. 29. g. 3.
g. 7. Irsi,
de
muloam
quam idem
accepit, quutn in bonis eius facta sint, obligata creditori pignori esse
de pign. (20.
1.
).
dari posse
sciendum
est pr
quacunquc
obligalione, sive mutua pecunia datar, sire dos. sire emlio ve! vendilio eontrahalnr, vel otiam
locatio et conductio, Tel mandatimi, et sive pura est obligalio. Tei in diem, Tel sub condilione,
et sire in praesenti conlractu, sive eliam praecedal; sed et fulurae obligstionis
nomine dari
possunt; sed et non solvendae omnis pecuniae causa, veruni eliam de parie eius, et vel pr civili obligalione, vel bonoraria, vel tantum naturali; sed et in condilionali obligalione non alias
!..
10.
1. g. 1.
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ma sempre
zione
la
567
che un fideiussore
si
(e).
pegno
Il
indivisibile
zione
(2).
ANNOTAZIONI
E controverso
(t)
se
un pegno
il
costituito
ulti-
ci principio di diritto
romano che
contro
il
debitore
il
che a condizione se
il
(g).
zione che
si
oppone
all
a-
il
(e)
obligsla
sit
t.
(20.1.).
Marc.
Si
quum
nihil interim
dc-
sub conditione debiti conditio venerit, cursus agcrc poteri!. Sed si praesens sit
debilum, hypoilieca vero sub conditione, et agatur ante condilionem hypothecaria, veruni quidein est, pecuniatn solutam non esse, sed auferri bypothecam iniquum est; ideoque arbitrio iubeatur; sed
si
dicis cautiones inlerponendae sunt: si conditio exUlerit, ncc pecunia solvalur, restitu bypothe-
cam,
si
(f)
in
rerum natura
sit.
(g) L. 19.
qui pot. in pig. (20. 4.). Scaev. Mulier in dolem dedit marito praedium pignori
obligatum, et testamento maritum et liberos ex eo natos, item ex alio, heredes instiluit; creditur, quum posse! heredes convenire idoneos, ad fundum venit; quacro, an, si ei iustus possessor olTerat, compeliendus
lare
sii, ius
nomiois cedere? Respondi, posse videri non iniustum postu3.) L. 4. C. de usur. (4. 32.). L. 2. quae respiguor.
(20. 3.).
L. 9. g. 3. ad SC.
(h) L. 2.
quae
pothecam, aut pr
rcs pignori
20. 3.
filiofaniilias, cui
).
eadem datur
rem soam,
ad SC. Maced.
rem
conf. L. 9. g. 3.
cit.
Digtized by
568
Al contrario, se
(i).
si tratta di
vero
di
il
pegno importa solamente che senza obbligazione principale non potrebbe essere costituito. Ma una volta regolarmente
il suo pieno corso |k), anzi va pi oltre, in quanto che pu restar fenno
quand'anche la principale obbligazione siasi estinta per prescrizione I. voi. pag.
237 (1).
2) Indipendentemente della perfetta analogia con altri diritti accessorii, coin
specialmente col constitulum e con la fideiussione, in cui ha luogo lazione, quantunque accessorii di una obbligazione naturale, sono importanti molte leggi sul diritto
di pegno tra le quali molte citate in nota, che determinano un diritto di pegno anche per una obbligazione naturale, senza escludere punto l'azione; tanto pi quando
si considerino le parole della leg. 27. pr. de noxal. act. : nullum pignus est, cuius
persecutio negatur. Aggiungasi che la leg. 59. ad SC. Trebcll. (36. 1. determina
categoricamente che, sebbene un pegno avesse per fondamento una obbligazione naturale, pu darjuogo ad una persecutio pignoris (ni). Gli argomenti apparentemente
i
Il
fondato ha
di qualche importanza, e specialmente quello della legge 13. quib. niod. pigri. sole.
(20. 6.) che annunzia lestinzione del diritto di pegno, si debitor a iudice,quamvis
per iniuriam, absolutus sit etc. e quello della legge CO. de cond. indebiti 22. 6.
sono stati da noi esaminati in un altro luogo (n).
In rapporto alla cessione dell' azione si mancalo di osservare essere piuttosto
un benefcio che un diritto del terzo possessore del pegno (o).
(2) In alcuni casi l'indivisibilit del pegno pu generare difficolt. Se un credi(
tore pignoratario
sibilit la
muore
lui
rappresen-
tata (p), ognuno sulla obbligazione che ne forma la base. Quando gli eredi vengono
al giudizio di divisione la cosa impegnata dev'essere aggiudicata ad imo dei coeredi
dicendutn
(k)
ril,
crii,
14. 8.
).
Vip. Sed
Senatusconsulli eiceptionem
L. 13. S 4. de pignorib.
20. 1.
).
L. 7. C.
7. 39.
Ved. voi.
1.
).
12. 6.
),
Vanjeroio, lend.
g.
1.
364. Geitcrding,
diritto di
pegno 2.*
adii. p.
7. Miihten-
duodecim tabularum
dividi,
relictis
).
Digtized by
Se
569
il
ma
se
il
valore dubbio,
licitazione tra
dovuta
Ben
catario
diritto di propriet,
il
si
somma
comprende che
ma solamente
dendo
Avvenuta laggiudicazione
l'
non sari
eseguire
difficile
aggiudicazione la parte
tale licitazione
non d
all'
aggiudi-
stringere
il
si
l'aggiudicatario
altri
coeredi.
Su
pu co-
tale
que-
stione decide la legge 2'J. fam. ere. 10. 2. ) , la cui esposizione come segue: Paolo
propone la questione , se 1' aggiudicatario pu pretendere da' coeredi che diano
una cauzione di garantia nel caso che il debitore si negasse di rimborsargli le loro
1
quote.
l
Il
giurista
gare
il
debitore
Quali sieno
aitai
al
i
si
riconosce
che nella prima parte del testo il giurista nomini un' eccezione, nell ultima parte
ma non si concordi se Paolo parli di unoctio pignoraticio, contraria (r|
ovvero di un aclio, negot. gestonim (s), ovvero dell'originaria azione dell'obbligazione trasmessa allaggiudicatario per mezzo dellaggiudicazione (t).
In verit Paolo per mostrare che l' aggiudicatario sufficientemente garantito
da non aver bisogno di cauzione, suppone due casi, in entrambi i quali il debitore,
un'azione;
pronto a soddisfare
sborsato per
la
quote degli
le
altri coeredi.
In caso che il debitore dopo ci chieda al creditore la restituzione dell' obbielto, allora la sua pretensione respinta con Yexceptio doli; volendo riavere l'ogI
all'
aggiudicatario.
una parte delle cose impegnate per mezzo dellactio pignoraticia directa, questo
pu l'aggiudicatario non permettere, ma pretendere che il debitore chiedesse tutto
il pegno, e rimborsasse lui pienamente. Certamente si pu obbiettare che il creditore il quale per mezzo della compra simpossess di una parte del pegno, deve per-
di
mettere che
pria di lui e
il
alla
la
parte pro-
compra.Questa
(q) L. 7. g. 11.
(r)
Cuiac.
com.
div.
o|ip. VII. p.
10. 3.
546. seqq.
).
herc.
romano.
g.
447.
72
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570
obbiezione non monta, essendo la compra un fatto pienamente volontario, l'aggiudicazione imposta da' casi. Anzi l'aggiudicatario pu insistere affinch si riscattasse
tutto il pegno; avendo egli soddisfatto gli altri coeredi, agl nell interesse del debi-
come se fosse stato suo procuratore; onde ancora regola che il creditore pu
pretendere con un' azione diretta il rimborso del pagamento fatto. Solamente l'ag-
tore,
giudicatario
non potr
quando con
insistere su ci,
offerta
198 .
pegno.
T. D. Qute res pignori vel hypoth. datae obligari non possunt (20. 3.)
C. quae
res
Pu essere obbietto
in commercio, purch
pegno
di
1
tutto
alienazione
d che
non ne
obbietto di propriet ed
generale quindi tutto quello che pu essere soggetto ad alienazione. Specificatamente sono oggetti di pegno:
iu commercio (a), la propriet con tutte
(b), o una parte
medesima (c).
II. Le servit in due modi possonsi dare in pegno sia impegnandosi servit gi costituite, sia come servit a costituirsi.
Il pegno delle servit reali impossibile, non potendo leserrizio
1
I.
le
intellettuale della
Quanto
perch,
come
delle servit
reali,
esercizio
L. 3. 6. C. h.
fa)
t.
- L. 1.
8- 2. h.
t.
Paul. Si nada proprielas pignoris data sit, ususeadem causa est alluvionis.
Gai. lllud tenendum est, si quis communi
dederit hypothecae, divisione facta cum socio non aliqne eam partem
rei
partem pr indivisa
obligatam esse, qoae
creditori
ei obtingil,
L.
pl-o
indivisa
tuendum creditorem,
et stretti
Digitized by
cum
571
questa servit.
Quanto
per pegno
costituite
al costituirsi
fondo servente, fa
Colui eh esercita
(e).
ma
compratore
il
primo che
eserciti
il
diritto di servit.
mezzo
nell
il
In sulle prime la
creditore pignoratario
il
hypotecaria;
dell aclio
il
suo
diritto
consiste in ci, che la parte intellettuale della propriet del debitore im-
si
il
non
tuebitur, li
fructui pignori
tuebitur ?
non
inter crtditorem et
nam
tit;
Eadem
et
quam
mod. pign.
ita et
(20. 6.).
eilincla
hjpothecae
ut
eum Practor
sint.
urbanorum
L.
pi-
8. quib.
tbecave perit.
(e)
L- 12. eod.: Paul. Sed an viae, itineris, actus, aquaeductus pignoris conventio
admittenda
sit,
ved.
(f)
Ved. L. 11.
(g)
L. 13. g. 2. de pignor.
ptio,
quam
si
pactio
fiat,
locom
diem
et si intra
sit,
certuni pe-
est.
se placuerit,
g. 3.
not. (d).
20. 1.
).
Marcia.
Quum
pignori
rem pignoratalo
accipi pos-
quatenus utraque pecunia debetnr, pignus secando creditori tenetur, et tara eieeactio utilis ei
danda
si
est.
numquid
Quod
si
dominus
creditori
solverit
verum
est,
utilis actio
quod Pomponius
peri-
danda
libro septimo
ad
Edictum scribi!, si quidem pecuniam debet is, cuius nomen pignori datum est eiaeta ea creditorem secum pensaturum;si vero corpus is debuerit, et solverit, pignoris locum futurum apud
secundum creditorem.
L. 18. pr. de pign. not. (13. 7.;.
L. 13. g. 10. de re iud. (42. 1 .).
Digitized
by
572
Per garantire il pignus nominis conviene denunziarlo al debitor debitori e questi sar obbligato di pagare al creditore del suo creditore; al
contrario , s egli nulla conosce del pignus nominis, pu pagare ai suo di,
retto creditore, e
1
Il
darsi in pegno.
IV. Finalmente
pegno
il
pu estendere a
si
pegno speciale.
Le differenze notabili tra queste due specie di pegno sono
Nel pegno speciale soggiace al diritto del creditore unicamente la
1
cosa impegnata con tutte le sue accessioni ed i frutti ancora esistenti (h).
Impegnato un complesso di cose sar sottoposto al pegno il tutto, ma non
gi le parti singolari: se una di queste venisse separata, come un libro
dalla biblioteca, una pecora dalla greggia, non sar considerata come oggetto del pegno (i).
2 Al contrario nel pegno generale soggiace tutto intero il patrimonio del debitore, e specificatamente omnia quae habet, habiturusque est;
il che avviene sempre che si dia in pegno quanto si ha, quantunque non
cesi
si
enim,
(k).
bitrari
si
rainoris sii
lis
praedium,
inchoata
quam
quaesitum
est,
in
(8. 13.).
eam tabernam
utrum eo facto
que
nam de anlecedentibus
L.
sufficit.
L. 13. pr. L, 34. de pign. (20. 1.). Scaev. Quuin tabernam debitor creditori pignori dc-
(i)
derit,
sii,
dcbelur
si
nibil egeril,
intuierit, et decesscrit,
quum
et
an omnia, quae
mcrcium
ibi
Respondit: ea, quae mortis tempore debitoris in laberna inventa sunt, pignori obligata esse
vi-
dentur.
(k) L.9.
g.
L. ll.C.de remiss.
pign. (8. 26.). luti. Solita providentia nlimur etiam de pignoribus ve) hypothecis rerum, quae
a debitoribus
praebente, et
vendunlur
quodam
ve) alio
legilimo postea
sani, quibusdam dicentibus, ius pignori* creditori renovari propter verbum futurarum rerum,
quod in generalibus hypothecis poni solitum est, aliis, pcnitus exstingui. Nobis autem visum
eum, qui semel consensil alienationi hypothecae et hoc modo suum ius respuit, indignum
eandem rem, utpote ab inilio ei suppositam, vindicarc vel tencntem inquietare
L. 47.
est,
esse
pr.
de iure
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573
quelle che
il
come vestimen-
patrimonio
il
dell'
il
pegno fosse
costituito dal
testatore (m).
ANNOTAZIONI
comune
Contrariamente
si
sia
solamente
il
(n>.
l'
suo obbietto:
ma
questa secon-
da opinione nasce da un erronea valutazione del contratto di pegno. Anche la prima veramente sembra mal ferma , quando si attenda alle parole della legge, che
riguardano sempre il ridare a pegno una cosa gi impegnata per altre obbligazioni,
con le frasi: rem pignoratavi, eandem rem; id quod pignori obligatuin est, ecc. (o).
chiaro del resto che il creditore potr nei confini del suo diritto dare a pegno
la
cosa a
lui
no sottostare
agli eventi di
pegno quando
il
credito del
gnus, estinguendosi
l'
diritti del
obbligazione primitiva.
il
1.),
signi-
il
essere esso stesso obbietto di pegno, esso non garante al secondo creditore, che
fino a quando una delle due obbligazioni non venga estinta; a tutela dei suoi diritti
il
secondo creditore ha non solo una eccezione, ma ancora una ulilis actio ossia
personam contro il primo debitore ): appena il proprietario ha pagato, si
(
actio in
il
diritto di
(l)
turnsve
alt,
ea
babebit, ut certuni
ei necessariis, vel
sii,
est,
Ma
pegno.
rerum
quamquam
si
pu dubitare
se
specialiter
eum
L. 1. C. b.
t.
(m) L. 29. de pign. pr. (20. .).Paul. Paulus respondit, generale quidem conventionem,
sufficere ad obligationem pignoruin, sed ea, quae ei bonis defuncti non fuerunt, sed postea ab
herede eius ex
Ved- not.
(o)
(f).
L.
14. . 3.
3.).
L.
1. 2. C. Si pign. dot.
(8. 24.).
(p)
M ithlenbnich, 8. c.pag.
337. 5intnis,
(q)
civile,
Marburg, 1847
Digitized by
574
personam) conpoich che succederebbe, se dal secondo creditore fu esatta una res non fungibili ? In tutti i casi bisogna accostarsi
alla decisione di Pomponio; cio quando colui, la obbligazione del quale fu fatta oggetto del pegno, ha l' obbligo di dar danaro, e paga al secondo creditore, allora si
compensa, e per conseguenza il primo creditore non avr 1 aclio pignoratitia in
personam directa; se poi il primo debitore deve una cosa non fungibile, non avr,
esigendo questo, che il semplice diritto di pegno (ed in questo modo sar certamenal (primo) creditore sia data unazione utile fpignortitia directa in
tro
il
te fondata per
il
il
denaro esatto
la
legge si ricavano i seguenti due principii che nel subpignus si comprende sempre
un pignus nominis e che nell ultimo il creditore del creditore quando si tratta di
un corpus avr un vero diritto di pegno e non un semplice diritto di ritenzione (r).
II.
Acquisto del
.
Dell'
acquieto In generale;
diritto di
pegno.
199 .
dell
In particolare.
pegno necessario ).
pegno convenzionale suppone come ogni altro l' esistenza della
I.
cessariamente
il
diritto di propriet
il
ius dispo-
nendi; per conseguenza esso non pu essere costituito che dal vero proprietario ovvero
da un
terzo,
espressamente o tacitamente
che abbia da
(a).
lui
il
proprietario pu-
denti
Il
usufruttuario,
ma
pegno,
ult.
g.
L. 12. 18.
268.
3.
de
L.
in
Sinlenit op.
3- olt.
il
alt. C.
un
diritto.
non proprietario non ha efficacia senza il coneccetto quando questi tacque col proposito di nuo-
costituito dal
(a)
enfiteuta,
pegno
(8. 17.).
c.
(g).
L. 19. 20. de pign. act. (13. 7.). Paul. Aliena res pi.
si
ignorante eo data
L. 8. g.
sii,
et
L.
4. g.
2.).
de pign. (O.
1.).
Digitized by
cere
pu
al creditore (c).
Dn
575
diritto di
pegno
costituito dal
non proprietario
in seguito convalidarsi:
1
quando
il
tempo, secondo
momento
del contratto;
il
costituente addi-
pu
dell
acquisto
(d).
costituirsi
ma
il
pegno
una
res debita ;
sto,
pegno rimanga
il
nullo,
gno
(e),
II.
Dn secondo
buona fede
oggetto; per
Nondimeno
il
un
come ipoteca
(c)
di
ipoteca sufficiente
(f).
costituzione, distinguendosi
1'
pel
momento
non avviene
la tradizione,
il
(g).
L.
Anton.
Si pro-
baveris, praedia vel horlos, de quibus agebalur, tuos esse, inlelligis, obligari eos creditori ab
alio
non potuisse,
si
(d) L. 16. g. 7.
1.).
in
fraudcm
L. 7.
creditorie
g. 1. qui poi. in
ignorata dissimulasti,
pign. (20. 4.). Vip. Si Ubi, quae
tuoi
ra.
(e)
pignoraticia dabitur creditori. L. 3.pr. L. 1S. g. 1. de pign. (20.1.). L. 23. de prob. (22.3...
(f) L. 5. C. qui alien, res. 8. 16. L. 41. de pignor. act, (13. 7.): Paul. Rem alienam pignori dedisti, deinde dominus rei eius esse coepisti, datur utilis scilo pignoraticia creditori.
Non
tero;
idem dicendum, si ego Titio, qui rem meam obligaverit sine mea voiuntale, heres exlihoc enim modo pignor persecutio concedenda non est creditori, ncque ulique sufficit ad
est
corri petcndam
eundem
esse
moveatur.
(g) L. 2. 9.
trahitur
non sola
(20. 1.).
-L.
(8. 17.).
L. 1. pr.
de pign.
Pignus con-
g. 3.
de pign.
Digitized
by
576
momento che
gazione
il
momento
si
il
ANNOTAZIONE
Il
caso che
il
dato diversamente da due leggi; e propriamente Paolo nella leg. 41. d e pigri, act.
nega lazione di pegno al creditore; quandoch Modestino nella log. 22. de pign. con
non minore chiarezza la concede. N l'interpretazione, n la critica congetturalo
due passi. Per interpretazione alcuni antichi seguiti da
qualche moderno credono che nella leg. 22 si faccia parola di un'aclio pignoratitia
contraria, e nella leg. 41 di un actio hypothecaria (i) altri che nella leg. 22. si
parli del caso che il pegno sia avvenuto senza volont del proprietario, nella legge
41 al contrario del caso che il pegno fu costituito contro la volont del proprietario (k|
:
mente
il
(1).
cri-
tica congetturale altri fanno nella leg. 41 profonde alterazioni (m). La maggior
parte de' giuristi nondimeno riconosce contradditorie le due leggi, che secondo le
la leg.
41 sia da preferirsi
come la
all
decidendo
pi recente
(b) L. 12. g. 2.
(o)
!..
homo Eros pignori locatori csset, doncc merceeundem Erotem ali! ob pecuniali! ereditato pignori
hunc crcditorem petentom Erotem, locatorem Praelor lucri debehomo pignori datila csset, quo nondum quidquam
pr conduclione deherotur, quoniam tamen iam tunc in ea causa Eros esse coepisset, ut invito
loratorc ius pignoris in eo solvi non posse!, poliorem eius
(I)
(k)
(l)
242
iur. civ.
comm.
causam babendam.
Donrii. de pingn. c. 7.
Connun. comm.
c. 12.
Wetlphal , diritto di pegno g. 115. noi. 137.
Faber scmestralia libr. II. c. 18.
Voti, comm. ad Pand. XX. tit. 3.
Dalduin. de pignoribus
pag. 216.
Hutchke. Giorn.
di Giess.
XX. 6. Glek,
(n;
(o)
L.
1.
de ciccpt.
Miller.
Arch. di prat.
civ.
Vcd.
pag. 401.
Haimbcrger,
diritto
rom. puro
Digilized by
g.
577
200
8. 22.
):
Si io causa iud.
8. 23.
).
stabilito
per
2)
Il
il
debitore
si
rende contumace,
principio ad
facolt
(b).
per lesecuzione di una sentenza passata in giudicato (pignus in causa indicati captum) : e incomincia dal momento che le cose del debitore sono
state pignorate.
Pu
considerarsi
impegnata verso
()
si
L. 1. C.
un
come un pegno
comm. de
ha origine
il
ma pu
(c).
L. 26.
de pign.
196
).
Non
est mirati],
quum
te-
stamento quoque pignus constimi posse, Imperator noster curo patre saepissime reseripsit. g.
1. Sciendum est, ubi iussu magistratus pignus constituitur, non alias constimi, Disi ventum
fuerit in possessionem.
(b) L. 10. g. 1.
2.). Vip.
tentai dicere,
enim possidcre. longe aliud in possessione esse; denique rei servandae causa, legalorum, damai infecii, non poseident, sed sunt
in possessione custodiae causa; quod si factum est, utrumque procedi!.
L. 7. g. 1. quib. ex
autem longe dirersum;
caus. (42. 4.
).
L. 6.
L. 68. de re iud.
alimi est
42. 1.
).
14.). L.
Vip.
Si,
1. C. b.
quum
t.
L. 12.
(8. 22.)
pr.
0.).
L. 2. 3. C. qui pot.
8. 18. ).
73
Digitized
by
578
. 201 .
15 .).
(8.
Lauterbach de pignoro
C. h.
t.
tacito Inst.
mo. Lo stesso privilegio dato all imperatore e all imperatrice (c). Pei
crediti delle citt si ha la singolare determinazione, che se il debitore di
un Comune alieni i suoi beni e divenga poscia insolvibile, i possessori
delle cose alienate possono essere convenuti in giudizio (d);
2 a favore degli impuberi ed in generale dei minori sulle sostanze
dei loro tutori e curatori dal momento che questi ebbero obbligo di assu)
mere
La madre e
catti (f).
L. 46. g. 3. de iure
(a)
L. 2.
(b)
3. C.
de prtv.
3. g. 7.
I..
iure utimur
(c)
lava
quo
is
de
iur.
(d) L. 2. C.
(e) !..
t.
L. 1. C.
si
mente-
73.).
fis. (
49. 14.
).
adm.
bona,
si
Cip.
Augustae babere
de debit.
20. C. de
rindicare
2. C. b.
ai
lintero loro
L. 6. g. 1. de iure
et Caesaris ratio et
14.). L.
(49.
fisci
fise. (7.
questo favore
civil.
hoc idem
).
(
5. 37.
debitores eisistant,
Quodcunque
solcl.
11. 32.
;.
tanquam pignoris
officio
admlnislrationis tuto-
tilulo obligala,
miuores sibimet
minorum
non adminislraverit.
(f)
si
riosae in ultimo elogio heredibus institutis vel eiheredatis dederit, ubi et fideiussionem cessare
necessc est, paterno testimonio pr satisdatione sufficiente, ipse, qui dalus est, ad curalionem
perveniat,
ita lattico,
in prorincia attieni
tistite,
quam
omnia
se recte et
apud praesidem
eius, praesente
cum
Digitzed by
579
pegno investe
il
altres
(g);
3 ) a favore dei figli del primo matrimonio sulle sostanze del coniux
binubus per la propriet dei lucri nuziali. Questo pegno, per determinazione speciale di legge, incomincia non dalla celebrazione del secondo matrimonio,
ma
da quando
ma
ai figli
(h).
Dn
tale
pegno garantisce
il
diritto
ai figli, dal
(i);
4 ) a favore della moglie ortodossa sopra i beni del marito per garanlia delia dote (k), fin da quando costituita per legge, ossia dalla celebrazione del matrimonio; dei beni parafernali che consistono in crediti affidati nelle mani del marito, fin da quando questi ne cominci lamministrazione
(1);
)
promessa (m);
a favore del marito per sicurezza della dote promessagli sulle so-
(n);
rum omni
quando mulier
(3.
subbillate pu-
et adulti
c.
caralorum.
1. L.
6. C. h.
t. (8.
18.).
Thtoi. et
Valenl. Si niater, legilima libcrorum tutela auacepta, ad accundas contra sacramentum praesti-
tum
adapiraverit nuptiaa, antequam eia totorem alium fecerit ordinari, eiaque,quod debetur
ex ratione tutelae geatae,peraolverit, mariti quoque eiua praeteritae tutelae ratiociniis bona iure
Nov. 98.
(k) L.
de accundia nupt.
(3. 9.).
c. 1.
g. 29. Inatit.
de act.
(4. 6.).
ligentiam maritus circa eaa praestare debet, qualem et circa suas rea habere invenitur, ne ex
eiua malignitele vel desidia aliqua mulieri acceda! iactura.
Quod
si
evenerit, ipse
candem de
(8.
12.). L. 12.
Haec au-
tem tantum ad dotem sancimus, non Bd ante nuptiaa donationem, quam suo tempori servire
disponimus et habere inter creditores sui temporis ordinem. Non enim pr lucro rovemus muNov. 109. c. 1.
lieres, sed ne damnum patiantur auisque rebus defraudentur, curamus?
(n)
L. un
g. 1.
de
3. 13.
).
Digitized by
disposto
nuove nozze:
7
580
si
acquista
il
legato (o);
petuo o per tempo pi o meno lungo ( illaia et invecta). Queste cose restano impegnate per le sole obbligazioni derivanti dal contratto di locazione e conduzione, e che perci possono essere tutelate da un aclio lo-
momento che
intende solamente
un aia
edificio
conduttore ha traspor-
(r);
conduttore o subconduttore
ma
il
in
a favore
di chi
(s);
momento che
tutore, sia
(o)
iali,
Marciali.
(p)
20. 1.
L.
).
2. 4. 7. in qnib. causis.
quum
t.
numero habenda
L. 7. b.
t.
(20. 2.).
differunt.
L. 24. S.
1. L.
L. 1. b.
t.
aedilicii
est,
dii,
fi-
(t)
et si deteriorem ha-
cnm
obligaU.
L. 4. 8- 1. h.
d toruin ea
scribit;
(r)
8. contro
c. 3. 8- 2.
lata erunl
Marc-
No*. 7.
alteri
pupillo fundus sii comparato!, isque pupillo ve! minori traditi, an pignori! obligatiooem possit
babere
dum
est
is,
fundus. L-
6. C.
7. 8.
ei
sit ius
pignori! secon-
comparati
}.
Digitized by
ra facolt di rivendicare
581
cose con la
le
173
pag. 295);
5) a favore dei legatali ffidecommissarii sulle sostanze ereditate
dallerede gravato, e di molti gravati contro ciascuno pr rata (v) a comin-
202
T.
cum
qui pot. in pigo. tei hypoih. habcanl de bis, qui in priorura creditorum lo-
1).
C.
de
bis,
di
mente
(a).
offerendi,
ha trasmissione
il
d ipoteca
al creditore
pignoratario di
grado di
(v)
(a)
lui (c).
che lo primeggia
Questo
L. 1. C. coni, de leg.
il
diritto
(6.
c. 2.
(b) L. 3. pr.
4.).
ri prodesl emlori.
3.).
L.
accepit;
12. g. 8. L. 1. C. b.
nam
t.
beneficium vendito-
Sever. et Anton.
Non
omni modo
locum hypolhecarii creditorie hi, quorum pecunia ad creditorem transit. Hoc enim tunc obsertalur, quum is, qui pecuniam postea dal, sub boc paclo credat, ut
succeduti! in
idem pignus
sit
ei ubligetur, et in
tutionis nostrae
(c)
te
II.
gnus
eccepisti,
Vanger ow
debitum
Ved.
Scrii mann,
offerre,
Zimmern.
g.
377. Thon,
L. 22.
sed
),
Quod quum
in tua
il
creditor compelli
si
tu
illi
non potesl
libi,
Gior. di Giessen.
de success, credit, in
,
cio succeda!.
13. g. 8.
quidem
firmabitur.
locum
I.
N.
1.
tivil. XI.
3.
il
diritto
Bomano,
Heidelberg 1863.
Digitized
by
quel creditore
al
quale
il
nelVasagche
cogl interessi;
582
si offriva la
pagamento
il
il
Questo
(d).
Condi-
venisse rifiu-
la offerta
diritto
il
il
debitore per
il
il
chirografario
quando
prietario, e ci
il
onde
offerta,
iure.
stesso pro-
ha
facolt di produrre
sono
seguenti:
riconosciuto
come
creditore pignoratario
il
compratore
una
di
me
pignoratarii
Se
qoi pot.
(8. 18.).-^-L.
un
diritto di
priorem creditore!,
de
et
qui ab co emil.
1.
2 C. h. t. L. 12.
(f)
L.
g. 7. h.
t.
Marciati. Si simpliciter
aoferre poltrii, practer
20.).
I,.
2. 3. g. 1
L. 8.
iis ofterlur,
quamvis emlionis
titolo ca tendere.
Alixand.
Si
L. 20. b. l. L.
. 4.
Ved. not.
ita
(d).
Quum autem
tibi
la
L. ult. C. h. t.
Paul. Eum.qoia debitore suo praedium obligatum compararli, ealenus
prctio pecunia perveniet. L. 3.C.b. t.
confr.
(8. 18.).
L. 17. h.
t.
eam
C. qui pot.
pegno acquista
(h).
g. 1.
altri creditori
(g).
debitum
si,
quem
cadem
si aliis
est, oblnleris.
Digitizdd by
Go
583
Delle relazioni giuridiche conseguenti al pegno.
III.
A.
203
non posse
torem
evict.
(8. 29.);
seiect. Lipsiae
(8.
(8.
si
distr.
in
1707. n. 1.
Il
ha ancora
il
diritto di
non soddisfaccia
scadenza di essa
2
ti)
tum
la
il
vendere
(d);
denunzia
al debitore dal
vernm
venditio vaici,
incipit
emlor dominimi)
rei
ne distraberetur, creditor,
denunUatum, ut soivat,
(b) L. 4. h. t. Papinian
fuerit
tur, ne prius
(e)
si
si dislraieril,
habere. Sed et
si
modo non
convenit, ne
funi obligatur,
li-
nisi ei ter
et cessaverit.
Quum
convenisse vide-
L. 6. C. h.
t.
(8. 28.).
eam conseculus
sit,
distrahendi
amiltit facul-
tatem.
(d)
I..
8. g. 3.
de pignorai, act. (13. 7.). Pomp. Si annua, bina, trina die triginta stipu-
eam mihi
licerei, placet,
dere, qtlia
iis
verbis
lutam pecuniam, anlequam omnes dies venirenl; sed omnibus pensionibus praelerilis, etiamsi
una portio soluta non sit, pignus polest venire. Sed si ita scriptum sit: ai qua pecunia tua die
toluta
non
crii, statini
compelit
ei
pacti conventio.
Digilized by
584
devono correre ancora due anni perch possa seguire la vendita. Il patto di non procedere alla vendita del pegno da parte
del debitore, sebbene inefficace, ha pure questa conseguenza nel diritto
delle Pandette, che fa necessaria tre volte la denunzia e trascorsi anche i
stituzione di Giustiniano,
due anni,
di alienare
il
il
pegno
Non
il
proposito
(e).
il
cre-
il
fisco;
seguire publicamente,
riormente tassato
4
far
il
(f).
Nella vendita
il
(g).
non cosi se
il
credi-
tore operasse di mala fede, nascendo in questo caso solo un'azione di ri-
il
d'
compratore
debi-
il
(h).
(i).
inr.
est. Sin autem nulla pactio interccsserit, licentia dabilur (Generatori ex denunlialione rei ex
sententia iudiciali post biennium, ex quo attestatio missa est, vel sententia prolata est, numerandum, eam rendere. L. 4. C. debit. rend. pign. (8. 29.). L. 4. 3. de pignor. act. (13. 7.).
Ved. not. (b).
(f) L. 3. C. de inr. dom. impetr. (8. 34.).
V. MaL. 16. C. de rescind. rend. (4. 44.).
moU, Magai, di Lohr, IV. pag. 376.
(g) L. 4. 8. C. de distr. pign. (8. 28.). Dioelitian. et Haximian. Quae specialiter robis
obligata sudi, debiloribus detrectanlibus solutionem, bona fide debetis et solemniter rendere;
ila enim apparebit, an ex pretio pignoris debito sstisfieri possit. Quodsi quid deerit, non probi-
dum
1.). Calliitr.
si
L. 5. C.
si
res exigat;
si
quam
quia non possinl esplicare peconiam, dilterant solutionem, pignoribus captis conipellendi sunt
ad satisfaeiendum ex forma, quam Cassio Proconsoli Diras Pias in haec rerba rescripsit: Hit,
qui fattbunlur debere, aut ex re iudicala nerette habebunt reddere, tempi tt ad tolvendum detur, quod tufficere pr facultate cuiutque videbitur; eorum, qui intra die
m vel
lum, vel ex ea cauta poitea prorogatimi libi non reddiderint, pignora capi
duot mente non eoiverint, vendantur; ti quid ex pretiie tupenit, reddatur
vendita erant.
L. 2. C.
si in
ab initio da-
eaque,
ei,
ti
intra
cuiut pignora
Digitized
by
Quando
585
oltre
essere alienato
Avvenuta
Il
la
creditore
non ha
(k).
II.
il
supero
il
suo credito
al debitore, o al credito-
(1).
debitore,
Quando
un creditore successivo, o ad un
fideiussore (m).
diritto di
il
(k)
(l)
L. 8. b.
t.
L. 9. C. h. L
Ved. not.
debitorie,
ma
cre-
(g).
t.(8.
28.) L.24.
(13.7.)
si antiqu. cred. (8. 20.). Diocl. et Maxim. Obligala pignori iure creditore recte distrahco le, post debilor, emtori prelium oSerens, vel creditori qood debuit, evincere non potest.
L. 13. pr. de pign. act. (13. 7.). L. 2. 8. g. 1. L. 6.
t L.
7. pr. 8- 1. b.
(n) L. 13. h. t.
(o)
L. 9. 8-
1-
L. 89.
eod.
L. 13. de dislr. pign. Paul. Credilor,qni iure ano pignus distraili!, ius
suum cedere
de-
eod.
in
tur
si
emt
(19. 1.).
non lene-
nec ad prelium restituendum ei emto aclione creditor, boc enim multis eonslitutionibus
eflectum est.
Dolum piane
non
repromiseril, sciens tamcn sibi non obligatam, vel non esse eius, qui sibi obligavit, vendiderit,
74
Digilized by
586
ditoris,
za le forme legali
(r);
gno
(s);
ne d formale promessa
quando
che
il
Al contrario
(t).
prezzo possa da
il
lui essere
204
la
cosa
(u).
8. 34.
).
ossia
l'
un modo
interamente
il
il
credito
L- 1. C. crcd. cvict.
(r)
eodem
8. 46.
mene
).
Alexand.
non
quando vendcbal,
Quum
vendidit, cvictio
(a).
non debere
al creditore in
gior valore, n
a privato fucrit. Si
et privaltis cre-
tamen
iusta fisci
fiscus in
sive quia
L.
(s)
ctionis
(t)
quum
venundedit.
Nam
non adstringit,
L. 8. g.
(u) !..
1.
ita
si
prndensqne
sciret
quum
vel,
ossei,
Gordian.
ditrice iure pignoris Cundos pater tuus comparaveral, evictis praediis ita
rem
Si a cre-
dcinum petitionem
sine vitio
non
esse,
eam
sicuti genus huiusmodi contraclus inscium creditorem r inculo evioum, qui fraudem admisit vel decepit, non eicusat.
Confr. L. 89. g. 3. mandat. (17. 1.).
21. 2.
).
Papiri.
Quum
solverit, ecd
venditori cavcrit,
L.
(a) L. 3. C. si in
3. g. 2. C. h.
nuntiatio ei scilicet post biennium mittatur, sive abfuerit, provinciale tribunal creditor pelai.
Digitized by
2
a
587
Deve
il
al
il
pagamento
al
debitore
il tri-
debitore sta
quello che
all'
il
Se
vende
in questo
come
fatto
tempo adunque
egli
pignoratario
(e).
valore
dell
un condominio
oggetto nasce
tuendo, ut
fiat
tra
il
creditore ed
sopravanzo
all
il
altro,
il
debitore,
al cre-
(f).
eom
ille
si fuerit
requisicrit, certo
bilum
il
(b) L. 3. g. 2. 3. C. h.
t.
ved.
not. prcced.
Sinautem nullatenus
intra
quod
ofTerrc nolucrit, lune creditor adcat culrnen principale, et prccibus porrectis iure
dominii ha-
bere eandem rem eipetat, habeatque ei divino oraculo eam in suo dominio. Et postquam
hoc
fuerit subsecntum, pictatis inluitu babeat debitor intra biennii tcmpus in suam
rem humanum
el
damnis
t.
(e) L. 3. g. 5. C. h.
ved.
t.
quorum quanlitatem
cre-
not. prec.
ei, creditori,
suum pignns
ei
hoc facere,
si
possideal, ven-
Sin autem dubilatio esorta fuerit pr venditione, utpole viliore pretio facla, sacramenti religioncro creditor praeslare compel latur, quod nulla marbinationc vel circumscriptionc usus
est,
sed tanti vendidit rem, quanti potuerit venire; et hoc tanlummodo reddi, quod ex iuramento
superfluum fuerit visum. Sin autem ex iureiurando etiam minus habuissc creditor inveniatur,
in residuo habeat integrum actionem.
(f)
L. 3. g. 4. C. h.
tur, in hoc,
t.
si quidem minus in pignorc, plus in debito inveniasit creditori omnis ratio integra. Sin autem ex utraque
omni duhitalione tolarn rem anlea pignoratam rctineat.
lushniati. Sed
Digitzed by
588
Il
lex commissoria
mento
Il
creditore pignoratario
tore
medesimo
c
pu accettare
la
(i).
b Non va compreso
)
pegno
al credi-
(k).
valido
il
omnia
non snppositum,
aiiis
nicatione
fiat
lane
qaod debitam
quidem foenerttoris
in boe,
comma-
fiat,
cum
competente cautela in
eum eiponenda
o (Terre.
C. eod.
(h) L. 3. C.
de pactis pign.
et leg.
comm-
(8. 33.).
Coiut.
Quoniam
tali
in
posterum
L. 24.
5.).
pr.
de pign.
(l)
si intra
sii
ila fieri
rem
bilum
(
non
si
Divus Se-
praedia T Respondit,
ita
eum
quum mutuos
non ut
in
si solverit creditori,
Digitized by
589
. 205.
meno
come
la vendita inefficace,
pegno
(a): inoltre la
furto,
del
(e).
Il
(a)
sii; et
an pactio nulla
sit talis,
il
liceal,
quasi con-
stelur.
(b) L. 19. g. 6. L. 66. pr.
sii,
de
furtum
facit, sive
(e)
eam
Si is, qui
rem
de pign. (20.
L.
1.).
eodem crimine
7.).
(d) L. 11. g. 1.
Paul.
si
quis
alii
si
quis
ampia
est, et
ad modicum
me
pi-
de hoc cer-
gnorata, dici debebit, cessare non solum stellionatus crimen, sed etiam pignoraticiam et de dolo
sit,
Digitized
by
Googte
590
un possesso derivato, ne ha anche nella ipoteca la detenzione. Finalmente appena sciolta 1 obbligazione il debitore ha diritto
alla restituzione della cosa, se il creditore non allega per altri obblighi il
creditore se non
diritto di ritenzione
(f).
La cosa
stessa
creditori in diverso
mo-
do, e propriamente:
Impegnata a molti nel senso che ognuno tenga soggetta una parte
della cosa. In tale rapporto ciascun creditore sulla propria parte pu ado1
perare
tutti
si
e contro gli
terzi,
communi dividundo (a). Questa relazione di dubbia interpretazione quando molti creditori avessero nel medesimo tempo preso il pegno sopra la stessa cosa, di guisa che la divisione pi che alle parti dellis
actio
oggetto
ditori. In
sone
si riferisca al
le
3
guere
(f)
(a)
autem
Per regolare
seguenti casi:
(c).
actnm
fuerit, ut
L. 7. 8- 6. 12.
comm.
L.
10. in fio.
div. (10.
quam dimidiam
pactis possessionem
que
in
com
magia
est, ut
Vip
Si
sit ?
et
quemadmodum, ulrnm de
possessore agat,
1.).
apprehendant singuli.
30.
si
de pign. (20.
uopo distin-
(8. 27.).
que,
(b).
cos
tutti,
Quod
illi, si
erit
dicendum,
hoc actum
est,
si
eodem
datum
si
est
minus,
unusquisque pr parte.
(c)
L. 10.
cit.
autem
si
in
ita, ut
utriqoe in
luce eteeptio:
ti
ut
eodem
ree
Digitized
by
diritto sul
pegno secondo
limitano a vicenda
b)
avendo
tutti
tore
tal
la
quale ognuno ha
si
vantaggio
c
nell' esercizio
contrapposizione di
il
la
591
diritti,
il
ha
tutto
(d).
debba essere
all'
il
modo che
un
credi-
caso pi ordinario. In
un
essere preferito ad
o prior
po-
steriori
.
ma
207
altri
sono:
circa queste
il
privilegio
il
tichi (a);
2
tata
di,
da Giustiniano in poi
il
pegno generale legale della donna mari(b). Tale pegno non compete ai suoi ere-
tranne
(<1)
ai figli del
L. 10.
cit.
primo
letto (c);
(i) L. 1. C. si
4. 46.
).
cessationcm ladani revocar! non oporlet, ncque priore domino prelium offerente, ncque creditore cius iura hypothecae sire pignori praelendenle. Potior est
cum
61.
L. 28. de iure
sciendum
est, in re po-
et eonsiitutum est,
Inst.
de act.
(4. 6.).
Nov.
c. 1. in fin.
(c)
quod
et alias
Ad beec omnia
respicientes, et reminiseentes,
tacitato
quam
tali privilegio
eistent, sed
quocunque modo
iura conira
unum
Quum enim
omnes habere
in persooalibus
non
in
tae
fisci
fisco conlraierit,
licei res
consumine
sint, si
tamen
re ipsa fue-
daiae? Quis enim earum non misereatnr propter obsequia, quae mariti prae-
Dgitized by
592
3 ) In terzo luogo ob versionem in rem, cio il pegno per una obbligazione contratta per mantenere, ricostruire o riavere una cosa, in quanto
il
b
c
venne
d
(d).
pegno dei pupilli riguardo alle cose comprate col loro danaro;
il pegno di chi mutu danaro per restaurare edificii cadenti (e);
il pegno di chi mutu danaro per la compra di una milizia e consopr essa il diritto di pegno (f);
il pegno di chi mutu danaro per l acquisto o conservazione jdi
a)
il
Uberorum procrealionem, pr qua multa nostris legibus inventa suoi privilegia ? Et ideo quod antiquitas quidcm dare incepit, ad effectam aulem
non pertolit, nos pieno legia articolo consuramavimus, et, sire liberos habeat mulier, sire ab
initio non habuit, sive progenitos amisit, boc ei privlegium indulgemus. Eiceptia ridelicet conira novercas anterioris matrimoni! iiliis; quibus pr dote matris suae iam quidem dedimus hjpothecam contra paternas res rei eius credilores, in praesenti autem similem praerogativam
servami, ne, quod posteriori datum est uxori, boc anteriori denegetur, sed sic maneat eis ius
incorruptum, quasi adbuc vivente maire eorum; duabus enim dolibus ab eadem substantia debitis, ex tempore praerogativam manere volumus.
stani, propter partus pericolimi et ipsam
utpula
re,
fuit
si
in
est,
quod sequens
obligau, et ad armandam eam rem vel reficiendam ego credidero; L. 6. huius enim pecu-
bus
Nov. 97.
illis
c. 3.
...
numis comparata
:
est.
alind quid
emi
eam
curaverit. lo bis
enim omnibus
a lega-
fabricaverit, vel
domum
posteriores credilores,
quorum
cut ante dictum est, servatur, et deinde prioribus creditoribus praevalere velit, veniat
alias etism creditor, qui, licei posterior sit,
esse
navem,
vel
domum,
vel
agrum,
et convenire, ut in
illis
autem
vel acquisitasi
sii dictum privilegium habeat, utrum dolcm etiam bis praeponere oporteat, an vero reliquia
quidem creditoribus, qui talia non opponunt, praevalere, bis vero cedere debeat, quis ex ipso-
rum
Quum
igitur
multum de
bis deliberassemus,
non invernarne
licet
quis alte-
praedium renovasse videatur, talia prlTilegia mulieribus opponi nequeant; sai enim infirmitatem mnlicribus nalurae novimus, et
quam
facile illae
(f)
N. 97.
vel
circumscribantur.
c. 4.
Digtzed by
593
una cosa tanto mobile che immobile e si riserv un diritto di pegno (g).
Quando nel medesimo tempo concorrono pi pegni privilegiati da
stabilire il principio che tutti sono eguali, e che decide la priorit della
data. Pure vi sono pegni privilegiati assoluti, i quali sono preferiti a tutti
gli altri, come del fisco per le imposte, e di chi per una comprata milizia
pattu il pegno privilegiato con atto sottoscritto da testimoni (h).
Se si trovano molti pegni privilegiati publici o quasi publici per
mantenere o ricostituire una cosa, la precedenza si decide per quello che
,
conserv
pegni precedenti
il
pi recente; perocch
(ij.
ANNOTAZIONE
comune opinione
I.a
privilegiato
non
vi
anche innanzi
essendo che
posposto
al
riconosce
il
ai
il
pegni ob versionem in
primo. Introdotto
il
pegno sopra
le altre
ipoteche
rimanendo
lo stesso il rapporto con gli altri pegni priil privilegio per la restituzione della
pegni privilegiati pi recenti, e la questione decisa
dalla Nov. 97. c. 3. in favore della dote. Ora dalla decisione di Giustiniano non nasce certamente che il pegno privilegiato per la restituzione della dote debba essere
Pi tardi
vilegiati.
si
ventil la questione se
altri
anche ai pegni propter versionem in rem. L'argomentazione che comuneper sostenere questa conseguenza erronea. Il pegno della donna marecente dei pegni propter versionem in rem, ma
essendo il pi recente di questi pegni preferito al pi antico, ne segue che quello
della donna maritata debba essere anche preferito al pi antico de' pegni ob versionem in rem. Lerrore si manifesta maggiormente, quando si consideri che la prefe-
preferito
mente
si fa
renza del pi recente dei pegni ob versionem in rem ha luogo esclusivamente verso
gli altri pegni di egual natura. Leggendosi i passi nel loro insieme, si vede chiara-
mente che il privilegio del fisco rimase anche dopo Giustiniano assolutamente privicome nell' antico diritto, e che il privilegio della donna maritata non ebbe
non relativamente alle altre semplici ipoteche (I).
legiato
(g)
(h)
(i)
Ved. noi.
N. 87.
(d).
c. 4.
12 C. qui poi.
(8.
(k) L.
Wtuphal,
gmlrOm,
diritto di
llaimbtrgtr,
Ved. not.
(d).
3. Yed.not. (c)
Diritto romano.
c.
(e)
GlUek, XlX.p.
342.
diritto di
Ti-
ed
g. 2(12.
Puchta, Pand. g.
211.
73
Digitized
by
594
. 208.
Quando
fra
e sono applicabili
il
privilegio, preferito
tempo
zione di Leone,
il
il
pi antico,
(a).
uopo attenersi
il
alla costitu-
nascono
1
le seguenti regole:
Di due pegni, provati luno per documenti publici, laltro con
ma ugualmente abili, nessuno ha preferenza, ed
entrambi
laltro
per do-
3 11 pegno privilegiato privato sempre preferito al pegno semplice, quand anche addimostrato per atti publici, non essendo questione di
)
2
(a)
Si
fra
fundum
pignori accepisti,
lior es iure.
Noy. 91.
4.).
L. 4. 8. 12.
cietalis
lieri,
e. 1.
secrcie
(. 207.).
inlervenientibus amicis, necne, iransigendi vel paciscendi seu foenerandi vel so*
aliis
sive non, licei condilionalcs sinl, quos vulgo labularios appeilant, sive non, quasi publice scriptas, si personali! aclio exercealur, snum robur hahere decernimus. Sin autem ius pignoris vel
hypolbecae ex buiusmodi instrumentis vindicare quis sibi contendevi!, eum. qui instrumcniis
is conlinealur, nisi forte probalae atque integrae opinionis trium vel amplius virorum subscriptiones eisdem idiochiris conlineantur; lune enim quasi publice confccla accipiuntur.
Ved. Vango rovo, g. 387.
Coteiterding, diritto di pegno pag. 292.
(c)
tt.).
Marciati.
Quum
Digitized
by
Rclarlonr
595
209
Ira' creditori di
diverso grado.
11
pignoratario.
Il
pu
ha pur egli un
creditore posteriore
diritto effettivo di
ma contro
pegno, che
creditore
il
pecunia
in
locum eius
L. S. g. 5. ut
suceesserit, venditioncm
L.
ambo
(a) L.
(7. 72.).
in
sit, et
de damno
L.
alius
mini
desiderct; nani
miuctur
in
ait
si
cum
alius
L.
damai
10. pr. C.
ulilis est: ti
non convenif,
ei polerit
sit, et
possessionem poslerior.
Vip. Si plu-
non speclabimns
ob pecuniom solutam
15. g. 15.
omnes mini
cum
L.
modum
eo agendo auferat
ei
supra
et adiudicari
rem.
L.
1. 3. C. si ant.
cred.
(8. 20.).
(c)
Vcd.
si
debitam pecuniam
priori creditori
eam
noi. (a).
quum
obtu-
L. 9.
L. 1. C.
cred.
evict. (8.
3.
L.
de pign. (20.
1.
de
1.).
Digtized by
nondimeno
tore anteriore
cedente, sia
ferendo
pretendere
diritto di
(f):
ha inoltre
il
prezzo o secondo
il
596
il
il
credito
(g),
pre-
sia of-
vendita
diritto di regolare la
il
(i).
pegno.
210 .
Adone
il
reale.
(a'.
e,
rei v indica-
lo, compete al creditore contro qualunque possessore della cosa impegnatagli, fosse
si
succedere; sed
si
come
lo stesso
di rivindica
(f)
anche
il
fictus
possessor
(b);
l'azione
secondo
le
1.). .tfarcian.
aliis
eum
pecnniam eipensam
(a)
(h) L. 8. pr.
(i)
confr.
L. 2. C. de pign.
7.
Insl.
(8. 14.).
de act.
8.).
(4. 6.):
Hem
(lt).
vocatur, ei ipsius praetoris iurisdictione substantiam capiunt. Serviana aulem eipcritur quis
convenerit, ut
tia est:
nam
sit
pignoris appellatione
tur creditori,
masime
si
mobilis
cam
sit;
aliis dilfcren-
rem comineri dicimns, quae simul etiam (radieam, quae sine traditione nulla convcntione tenetur,
proprie
at
de pign.
20.
is,
1. ).
Marcian.
si
nam
vero possideat
si
non possideat
et aul
an rem.
peeuniam solvat
aut
Digitized
rem
by
re-
circostanze
come
cacia,
bliciana
si
pu produrre
597
il
pu produrre
ed
effi-
azione pu-
(c).
scopo dell azione ipotecaria la restituzione della cosa, e come nelazione di propriet, il rimborso dei danni e gl interessi ; certamente
questo scopo confinato dall obbligazione cui il pegno garantisce. L azione si estende anche ai frutti, ma in quanto sono esistenti, ed in quanto
il
si
pu pretendere
possesso delloggetto
il
Con
ai terzi
sene offrendo
(e).
(f).
Per la pruova mestieri distinguere se convenuto sia lo stesso debiuna te iva persona o un creditore che ha pegno sulla cosa stessa: nel
primo caso sufficiente la costituzione del pegno; nel secondo caso, purch il terzo non avesse acquistato l'oggetto direttamente dal debitore, conviene non solo provare il pegno, ma ancora che la cosa a quel tempo era
nella propriet del debitore; nel terzo finalmente deve provarsi il pegno
tore,
il
diritto della
preferenza
siitaat,
velil restituere,
nec possi t
ai
Torte
(g).
vero ncutrum
horum
faciat,
ai
possit
queretur ?
L. 18. eod. Paul. Si ab eo, qui Tubliciana uti poluit, quia
(c)
erit
possessore!;
me
quemadmodum debitorem
nam
alitar
pi-
per Pubiicianam.
(d) L. 16. $ 3. 4.
sessorem
lis
adversus pos-
adversus quemvis
et
(e) L. 14. pr. de pign. (20. 1.). Vip. Quaesilum est, si non dum dies pensionis venit, an et
medio tempore persequi pignora permitlendum sit? Et puto, dandam pignoris persecutionem,
quia interest
(f)
mea
(g) L. 12. g. 1.
(20. 1.).
et
de
distr.
L. 23. de prob-
L. 18.
rem
g. 1.
sit;
sed et
si
1.
de pign.
inter
agentem
L. 16. g. 3. L. 21. g-
plere debet,
1.).
est,
quod
sii.
L. 12.
Digitized
by
5D8
convenuto potr adoperare in suo favore alcune eccezioni come nel giudizio di propriet, e distruggere in tutto o in parte
D altra parte
azione pignoratizia
effetto dell'
1
con
il
lofferta del
(h):
stia
il
attore alla
convenuto, che
cessione dello
pegno (i);
2 per mezzo di due beneficii, ossia;
a nel diritto anteriore alle Novelle era data al creditore la scelta di
rivolgersi o contro il debitore con l'azione personale, ovvero contro il possessore della cosa oppignorata con lazione reale, secondo il nuovissimo
stesso diritto di
)
diritto;
b ) con Vexceplio excussionis personalis, chiedendo il terzo possessosi dirigga prima al suo debitore ed al fideiussore (k);
re che lattore
prima
al
trambi
(1).
rum
iure pignoris;
sed bona fide possessore: non aliter cogendos creditoribus aedificium restituere,
quam sumtus
soli
(i)
No. 4.
(k)
Muchi,
2. confr.
L.
in
4.).
(4.
tor urger!
(l)
e.
mod.
(8. 14.).
non poiest.
L. 2. C. de pign.
(8. 44.).
Sever. el Anton.
Quamvis
constet, speciaiitcr
quaedam
et uni-
versa bona generaliter adversarium tuutn pignori accepisse, et acquaie ius in omnibus habere,
iurisdictio
lamen temperando
est.
Ideoquc
si
cerlum
est,
posse
eum
pignori obligata sunt, universum redigere debitum, ca, quae postea ei esdem bonis pignori
eccepisti,
9. C.
de distr. pign.
(n)
Nov. 112.
(o) L. 12.
cenfr.
L.
(8. 29.).
(m) Nov. 4. e. 1.
2.
c. 1.
L. 7. g. 1. 2.
(7. S9.(.
Digitized
by
599
. 211 .
t
Per
il
medesimo
per le invecta
et illata
1'
nome
interdiclum Salvianum
pu pretender
tore
il
dopo che
(a),
il
loca-
suo
diritto.
Un
anche
quando non
fu pi
indispensabile.
comunemente circoscritta ai
casi per i quali ebbe origine, e non si accetta un interdictum quasi Salvianum in analogia dellacfto quasi Serviana quantunque la scuola avesse
per analogia esteso linterdetto medesimo ad ogni creditore ipotecario (b).
La
-,
212
fondasi sopra
il
concetto che
il
come
se,
il
secondo
diritto antichissimo,
il
il
a)
dellazione di furto
()
avesse
c)
danni
infecti
(e)-,
e)
(c);
nel
(b) V.
seri.
(d); d)
1'
Vunger w, Pand.
I.
(a)
(b)
L. 4. g. 9. ad.
fin.
390. Zimmern,
Ist. II. g.
231
regund. (10.
usumfrudum
1.).
giorn. di tiess.
I.
p.
84. Thibaut,
eod. Dia-
ecc.
dominum
propriet! vicini
occiderit,
bonaefidei possessori, ve) ci, qui pignori eccepii, in factum adrne tenebitur.
(d) L. 87.
de
furti in
summam
pignoris,
non debiti
summam
pecuniae
L. 11. de
damno
Digitized by
600
caso di pegno propriamente detto degl interdicta retinendae e recuperandae possessioni (f), come 'interdictum de vi aut clam e X inlerdicium
de precario.
213.
II
di estinzione
vel
6.).
diritto di
comuni
agli altri di
questa natura
(a).
ai
modi
quando
si
uniscono nella
medesima persona il diritto di pegno e la propriet della cosa impegnata (1>). Pur non pertanto nella teoria del pegno vi sono eccezioni a questa
regola, in quanto si pu far valere un diritto di pegno sulla cosa propria.
11 diritto di pegno sottosta pure a modi generali di estinzione, quindi
cessa
quanto
gale
tutto
se
il
cumento
il
creditore restituisce
al
(f)
le-
(c).
L. 33. .
(e);
de pign. (et. (13. 7.). Florent. Fignns manente proprietale debitoria solum
L.
(a)
L. 6. g.
ult.
me dominus beredem
1.
C. de remiss. pign.
hypothecaeve
(8.
26.)
L. 30.
L. 43. de R.
).
L. 8. g. 1. 3. 4. h.
fide
instituerit,
t.
I.
in fio.
de except.
(30. 17.).
paetns fuerit
ei
coi restitnat hereditatem ex Senatoconsulto Trebeiliano. L. 8.pr. ad SC. Velleian. (16. 1.).
L. 4. C. de remiss. pign.
(d) L. 2. g. 1. L. 3.
(8.
26
).
de pactis
(2. 14.).
Paul. Et ideo
si
debitori
L. 7.
(e)
C. de
rem. pign.
(8. 26.).
eum
legatum, habereqne
cuniam
tis
solvai; sic
aulem
si res
Digitized by
curezza
601
il
si-
(f);
se
il
prima impegnatagli: il che non solo rinuncia della preferenancora rinuncia del pegno, salvo che non si provi la contraria in-
sulla cosa
za,
ma
pegno
il
(h).
creditore
(i);
tempo
le
40 anni; contro
terzi,
quali
si
il
il
prescrive
si
ditore pignoratario di grado inferiore nel tempo della vita del debitoresi
(0 L. 9. g.
mine
3.
7.).
modum
non
sii
solutum; sive
atiis
recedal, sive fldeiussoribus, sive reo dato, sive prelio aliqno, vel
ei
3. b.
satisfaclum,
t.
L.
1.
(g) L. 9. g.
de nov.
suum pignori
ius
sit.
(h) L.
rem. pign.
(i)
1
consentienlein,
remisisse videri
quum
debitor
eandem rem
4. g. 1. 2. L. 8. g. 6. 7. 11-19. b.
(8. 26.).
k) L. 6. pr. h.
est.
Sed
(44. 3.).
T. C.
L.6.
g. 1.
in
locum eius
successisse, et ideo
si
L. 4. g. 1. h. t
satisfaclum
2.
6.).
L. B.g.
(8. 42.).
si,
ult. C.
erit,
si
L. 8.
t.
t.
- L.
138. de R.
I.
(30.
17.;.- L.
L. 2. C.
si
2. 11. C.
de
Vip. Item iiberatur pignus, sive solutum est debitum, sive eo nomine
et si
vel si
qua ratione
sit.
lurido romano.
!..
L.
3.
1. g. 2.
de pign. (20.
1.).
Ved.
-
I,.
g.
170. noi.
(a
. confr.
76
Digitized
by
602
bisogna distinguere se
lui,
cre-
il
sua esistenza, ossia appena l'obbligazione, in sostegno della quale fu costituito, si estingue in tutta la totalit del suo obbietto; cessa assolutamente il pegno, quando anche l'obbligazione si fosse estinta ope exceptionis (n). Ci non ostante per regola dell editto pretorio l acito hyjyothecacome lazione de constituta pecunia, allora cessa quando il creditore
pienamente soddisfatto, o quando non soddisfatto per sua volont (o);
ma lazione ipotecaria, e per conseguenza il pegno, resta qualora lobbliria,
gazione principale
creditore
si
(p).
APPENDICE
di
Il diritto
istituzione
zione.
libri giustinianei
ma che
romano,
diritto
X.
troviamo nei
lo
Il diritto
che di costringere
al creditore
(m) L. 7. 8- 1 2- de prescr.
(n) L. 6. pr. h.
L. 3. de
luil.
t.
L. 11.
il
non pu dare
altro potere
g. 2. S.
1.}.
14.). L. 5. pr. L.
de pad. (2.
13. h. t. Trypon. Si deferente creditore inravit debitor,
se dare non oportere, pignus liberatur, quia perinde habetur, atque si indicio absolutus esact;
8. 2.
nani et
(o)
si
naluraliter
si
L. 49.
numerata
idem
8- 1.
de solnt. (46.
ei,
eril.
nomine bypothcca
g. 1.
in
L. 38.
g. 6.
suam obligaiionem
tenearis, nihilominus
atque
ita
deiussom
heredem
sit,
si
iussu eins
alii
L.
1.).
si soluta sit
quoque solutionem
si
proficiet ei soiulio.
liberatur.
sit,
quod
Ved. L. 30.
(p)
tamen pignus
Tutori quoque
stipulationis
sit debitor,
3.).
Sed et
sit creditori.
ad
leg.
L.
Aquil.
(9. 2.).
- L. 27.
de pign. (20.
2.
de soiut. (46.
3.).
L.
1.).
L.
3. 7. C.
de
te
eum quoque,
De pign.
libr.
L. 13. g.
1.
ad SC. Yellei
(16. 1.).
V. g. 2. 3.
Digitized
by
questo principio l'antichissimo
la
603
diritto di
Roma non
manomessa
il
laltrui propriet:
suo
diritto.
A questo stato si rapporta il celebre frammento delle XII. Tavole: Heris conrebusgue iure iudicalis t rigin la dics iusti sunto; chi confessava in diritto era
equiparato al condannato, aveva trenta giorni di dilazione, dopo questo tempo si
dava contro di lui la manvs iniectio (a): Post deinde manus inieclio esto, in i tu dicita; e se non pagava o non presentava un vindex, il creditore avea diritto di mettere le mani su di lui, e menarlo legato in prigione, potendo solo essere obbligato a
I.
fessi
al
Una
al
segno
il
di
(li).
limitazione a questo diritto fu dettata dalla legge Petelia (428.) che proibi
multa e
il
lo
la
somma
il
del credito.
un
magistrato vincere
la
il
renitente, e
la cat-
avevano un doppio carattere: erano mezzi per il cominciamento di un giudizio, se il reo metteva in dubbio la giustezza del reclamo; erano
esecuzioni della sentenza, quando per giudizio criminale qualcuno era condannato
ad ima somma di danaro. Questo primo passo dellistituto di pegno aveva questa forma, che il Pretore mandava i questori a prendere possesso de beni del debitore
/bona possessore, come se fossero propriet dello Stalo, erano venduti al maggiore
tura. Questi mezzi coercitivi
offerente
( bona
proscriptaf.
II. Il Pretore Rutilio estese a favore deprediti privati la esecuzione sui beni (c);
a richiesta del creditore il Pretore lo immetteva nei beni del debitore ( missio in
possessionem rei servnndae causar Riconosciuta la possibilit che il creditore po-
tesse soddisfarsi sui beni del suo debitore, fu agevole concepire, e costituire effetti-
vamente
si
la
quale il creditore acquistava il dominio della cosa, e poteva, in caso che non si pagail debito, vendere f oggetto; era daltra parte data un azione al debitore di ricuperare per remancipationem l'oggetto dopo soddisfatto il creditore. La limitazione
va
al
conlraiere, ed
()
Ved.
I.
voi.
(b)
od.
(c)
(d)
Gai.
11.
60.
pag. 289.
111.
201..
Digitized by
iure
non
esclusi
proprii figliuoli
modo essendo
In questo
dominio
sui quali
il
creditore acquistava
la facolt di alienare
data
al
creditore
il
nancipium.
come
effetto del
me
in lui trasferito
dominio furono evitale le sconfinanti conseguenze di questo spediente. Cosi costituito il pegno, si dava piena sicurezza al creditore il quale
addiveniva proprietario per virt dei mezzi che tutelano la propriet riusciva giuridicamente impossibile la sottrazione dell'oggcllo da parte del debitore, e non poteva
supporsi il pegno sulla stessa cosa a pi creditori, perch in questo caso vi sarebbe
stala la propriet di molti sul medesimo oggetto in solidum, il che impossibile.
Ma la necessit che della cosa impegnata si facesse proprietario il creditore era
pure inconveniente, in quanto clic il debitore per dare sicurezza del debito dovea
con
la revocabilit del
privarsi totalmente di
una parte
il
il
cansarla
si offriva
un
lasciarsi al debitore
altro
il
pos-
rei vindicatio.
Il diritto del creditore, per conseguenza della propriet, era di vendere il pegno, in caso che non venisse soddisfallo alla scadenza; prima di questo tempo gli^
mancava
liberare
il
il
pegno
col
pagamento,
la
zo della vendita, e poteva solamente esercitarsi per luttoci che avanzava dalla soddisfazione del creditore. Potevasi ancora convenire che giunto
il
tempo
del paga-
il pegno entrasse irrevocabilmente in propriet del creditore, il quale lo riteneva in soddisfazione del suo credito: tale convenzione avveniva per la legge commissoria, la quale fu vietala posteriormente da Costantino per ogni specie di pegno.
mento
Quando in tempi pi recenti il diritto pretorio si contrappose al diritto cie con nuove massime cre rimpetto a questo un novello sistema; il pegno si
si consegui l' effetto di
III.
vile,
non alterare la sicurezza del credito, e di non spropriare della cosa il debitore.
Questa forma sebbene pi recente della fiducia, occorre ancora nei tempi pi
un altro carattere. il mezzo coercitivo per l'esecuzione della sentenza,
antichi con
la
pulitici,
annoverata tra
sottraevano
materie
civili
ai pesi
per esecu-
zione nelle extraordinariac cognitiones, e finalmente per esecuzione di ogni sentenza giudiziale /pignus in causa iudicali captumj. senza dubbio una specie di pela ni issio in possessione!, per mezzo della quale il magistrato immette a posse-
gno
il pegno pretorio.
pegno che segui alla fiducia si costituiva per contratto tra le parti. Il debitoun contratto pignoratizio dava sicurt al creditore col trasmettergli
il possesso di una cosa sua propria.
La differenza di questo pegno con la fiducia rilevante, in quanto che in questa si trasferiva il dominio al creditore, nel pegno il semplice possesso; il contratto
di pegno iuris gentium, e il diritto del creditore nasce per semplice tradizione
dere
11
re per mezzo di
senza
atti
solenni.
di pegno fu avvalorata con lintroduzione dei mezzi di
due imperfezioni vi si notano.
Questa forma
possesso: pure
Il
tutela del
possesso del creditore impediva lalienazione delle cose mobili, non delle im-
Digitized by
mobili, che poteano alienarsi anche dal
era incerta, e
il
cosa
al
005
fde precario ).
Laltra imperfezione riguardava
ritto di
la vendita del pegno, per la quale, poich il divendere nel creditore non derivava che dal patto de distrahendo pignore,
al
compratore
la
conditio tisucapiendi.
rezza
al
credito, ed
attuabilit
all'
istituto
Coi precedenti sistemi della fiducia e del pegno era impossibile impegnare successi-
vamente la stessa cosa, onde la propriet col primo pegno cessava di essere utile al
impegnare una totalit di beni con nome collettivo, dovendo procedere per singole cose: era finalmente impossibile di dare il pegno sulle cose future.Qucsti sconci si dileguarono togliendo dal pegno la trasmissione della propossesso,
priet, e del
e riducendolo ad un tua in re aliena, cio ad un'ipoteca.
In sulle prime il Pretore nel suo editto dichiar che il fittaiuolo potesse dare in
pegno al proprietario per sicurezza del fitto tutto ci che portava nel fondo ( illata
et invectaj. Per assicurare il pegno il Pretore diede due mezzi: un interdetto adipiscendae possessioni s conosciuto col nome d interdictum Salvianum, ed un'azione
reale che fu detta odio Serviana. Poscia il diritto di pegno in generale ebbe il medesimo carattere e l'azione Serviatw. fu estesa a tutti i creditori pignoralarii col nocredito: era impossibile
me
di actio
quasi Serviana.
diritto.
Digitized
by
Digitized by
PREFAZIONE
PREFAZIONE
alla
seconda edizione
Ili
alla
prima edizione.
p*g.
PARTE
I.
introduzioni.
i.
romano
Codici giustinianei
g. 3.
Fonti per
g. 4.
Bibliografia
la
LIBRO
i,i
I.
PARTE GENERALE.
CAPITOLO
DEI. DISITI 0 IN
I.
g. 8.
LL
A.
8-
B.
g. 7.
B.
I.
SENSO 011IITTITO.
6.
g. 8.
non
l civili.
scritto
111,
g. 9.
W-
g-
V.
g. 11.
Del
VI.
g. 12.
10.
Dell' interpretazione.
diritto in rapporto al
Appendice
al
suo carattere
~ ed estensione
~
tempo
21
Ivi
22
211
21
32
a.
ili
,
.
39
Digilized by
608
CAPITOLO
II.
DILLE PERSONE.
g. 13.
>13
Persone fisiche.
I.
A.
14.
g. 1S.
B.
g.
16.
2)
nomo
o della esistenza di
g. 17.
g. 18.
46
48
Dellet
g. 19.
g. 20.
8j
g. 21.
Della religione
6)
g. 22.
7}
g. 23.
8)
g. 24.
>63
>65
>66
>72
>74
>75
>77
>80
Del sesso
3)
Del domicilio
Della parentela ed affinit.
Della pubblica stima
II.
A.
g. 25.
...
>86
B.
g. 26.
....
>88
g. 27.
1)
g. 28.
Del
2)
S- 29.
2)
>
4)
1)
fisica
44
fatto.
C.
1)
>
93
>
ivi
C.
fisco
>94
>95
.......>
I.
Appendice
II.
Manomissione
II.
Appendice
III.
Cittadinanza.
III.
CAPITOLO
97
>99
III.
DILLI COSI.
I.
g. 30.
>101
II.
......
102
103
A.
g. 31.
B.
g.
C.
g. 33.
> 105
S- 34.
>
D.
32.
Delle cose in
106
107
g. 35.
1)
g. 36.
Delle pertinenze
> 109
2J
g. 37.
Delle spese
3)
g.
38.
Dei fratti
>111
4)
g-
39.
Delle usare
>
5)
g. 40.
>117
F..
F.
Digitized by
110
113
609
CAPITOLO
>
IV.
. 41.
Concetto generale
4
SUZIONE
I.
I.
. 42.
II.
A.
g. 43.
D ell
B.
g. 44.
Dell' errore.
C.
g. 4.
Dell frode.
III.
S- 46.
IV.
g. 47.
V.
g. 48.
Della ralihahilia.
ri pi en i,
....
.
jjjj
isq
i>
13fl
iai
<3:t
SUZIONE
Dei negozii
I.
g. 4.
II.
g. 50.
Parti essenziali
il.
civili.
civili.
o 131
III.
Delle condizioni.
A.
1)
g.
51.
2)
g.
52.
Dell'
adempimento
Ili
g. 53.
C.
g. 54.
Del
IV.
g. 55.
152
V.
g. 56.
alili
B.
143
modo
SUZIONE
Fatti
I.
g. 57.
II.
g. 58.
Della colp.
A.
g. 59.
B.
g. 60.
I.
Concetto e divisione de
Idea-deLfaiti
III.
illeciti.
iileciti.
153
jjyj
Ila prestazione della colpa.
...
isj
a 160
DEI DIRITTI.
II.
A.
61.
diritti
161
Dell'acquisto.
Diritto romano,
JJ
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610
ingenerale
162
1)
g. 62.
Doli acquisto
2)
. 63.
a 163
a)
g. 61.
Delia donazione
161
b)
g. 63.
c)
g. 66.
d;
g. 67.
0.
Della estinzione de
1)
3)
g. 68.
2)
g. 69.
Delia rinuncia.
g. 70.
71.
108
172
173
176
178
C.
1)
diritti.
diritti.
179
183
2)
g.
3)
g. 72.
a 190
1)
g. 73.
g. 71.
III.
g. 73.
Appendice
tempo
Dei mezzi
in
a 196
a 197
V
CAPITOLO
g. 76.
193
199
200
VI.
TUTELARE
PROPRI! DIRITTI.
generale
SEZIONE
I.
g. 77.
ivi
II.
g. 78.
Diritto di ritenzione
202
SEZIONE
II.
Delle azioni.
1.
g. 79.
Concetto generale
IL
201
1)
g. 80.
2)
g. 81.
Aetionet directae
3)
g. 82.
1)
g. 83.
Actiones arhitrariae
et utilei,
vulgares
et
in factum, in iut
cepiti;
5)
6)
g. 81.
g. 83.
a 203
et in
factum con210
212
220
Degli interdetti
221
m ixtae
221
g. 87.
223
229
g. 88.
238
HI-
1)
g.
2)
IV.
86.
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611
SIDONE
III.
Delle ecceiioni.
I.
II.
g. 90.
239
240
III.
g. 91.
Replicazione e duplicatone
242
89.
SIIIONE
Ani
I.
li.
8- 92.
Litis contestano
8- 93.
Delle pruove
A.
1)
2)
II.
Meni
'
IV.
del processo.
243
di pruova in particolare.
s- 94.
8- 95.
Del giuramento
249
252
8- 96.
Della scatenio
255
SIDONE
v.
1.
li.
1)
2)
3)
g. 97.
g. 98.
8' 99.
Della et
266
267
268
270
272
275
280
8. 100. Dell'assenza
8- 101. Della violenza del dolo e dell' errore
III.
IV.
g. 103.
I.
II.
HI.
Eccezioni
281
294
295
PARTE
II.
LIBRO IL
DIRITTI DI FAMIGLIA.
CAPITOLO
I.
DEL MATIIMONIO.
I.
II.
8 104.
g.
299
III.
8- 106.
IV.
g.
30 j
V.
Degli
A.
Della dote.
effetti
302
304
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612
1)
A. 108.
2)
3)
4)
dopo
la
...
donna su
la
durante
il
matrimonio.
dote
308
312
311
322
320
328
330
331
ivi
C.
D.
g.
E.
g.
Vi.
g.
H.
.lo:;
Appendice VII
CAPITOLO
li.
II.
g. 118.
A.
1)
2)
3)
B.
riguardo
figli
g.
g.
padre c del
figlio
333
334
riguardo
336
337
339
ai terzi.
>313
311
1)
g.
2)
3)
g.
4)
g.
III.
patrimonio
al
Dei peculii.
g. 119. Del peculio profettizio
316
3tg
319
332
333
356
360
363
rem verso
IV.
1)
g.
2)
3)
g.
A.
g.
B.
IV.
363
CAPITOLO
III.
DELLA TUTELA.
I.
Conferimento
A.
1)
di essa.
2)
3)
g. 136.
1)
g.
2)
g.
g.
C.
1)
369
372
374
B.
2)
366
Della tutela.
II.
Dell'
Dell'
la tutela e
376
379
383
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613
laA
386
g.
b)
g.
HI.
e)
g.
.Ifll
.19.1
a)
g.
E.
g.
397
F.
g.
401
G.
g-
403
D.
Della curatela.
III.
A.
404
B.
g.
406
408
Appendice Vili
LIBRO
III.
DIRITTI REALI.
CAPITOLO
I.
DSL POSSESSO.
ita
I.
g.
IL
S-
g.
41B
424
429
III.
A.
g.
A.
g.
133. In generale
432
B.
g.
434
V.
436
B.
IV.
CAPITOLO
IL
USILA PROPRIET.
Carattere giuridico del diritto di propriet.
I.
A.
g.
B.
g.
g.
a)
C.
ara
441
IL
137
445
Acquisto originario.
A.
1)
g. 161. Della
a)
g.
b)
g.
occupazione
447
hq
2)
g.
3)
133
457
A.
1)
g.
167. Continuazione
possesso qualificalo
).
161
483
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614
b)
2)
B.
>68. Continuazione
473
<78
<79
*80
Acquisto derivato.
C.
g.
Meni
III.
A.
B.
C.
IV.
494
500
Appendice IX.
Ivi
807
rem
getto.
*91
CAPITOLO
III.
DELLA SERVITO'.
!
l.
SIO
A.
g. 182.
b)
g.
Obblighi
dell'
SU
5)8
522
B29
831
8.73
.
opero ttrvorum
834
537
IV.
838
943
816
547
550
.....
le servit.
B.
C.
B.
A.
III.
d.
aa)
B.
2)
d)
praediorum rusticorvm
g. 180.
e)
g. 179. Servitutet
b)
A.
1)
a)
g
g
CAPITOLO
551
555
IV.
I.
A.
B.
g.
C.
g.
II.
g.
363
358
360
363
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C15
CAPITOLO
DIRITTO
V.
PIGSO.
DI
I-
11
2j
8-
8- 200. Del
8- 201. Del
LL
<70
871
B77
570
581
8- 203.
Ire.
pegno
IL
D-
Del i ut diitrahtndi
xno.
una
889
*)
c)
8-
V'
1;
2)
3,
\
il
.
i
jgg
.
Altre azioni che competono al creditore pignoratario.
8. 212.
Appendice
891
395
pegno.
8- 210.
8-
890
891
pegno.
gyg
.
jT
600
,,802
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