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16/2/2014

Treccani, il portale del sapere

Musivarius
Enciclopedia dell' Arte Antica - stampa
di I. Calabi Limentani
MUSIVARIUS. - Il nome m., o musearius, museiarius per indicare l'artefice dei mosaici
fu usato in Roma relativamente tardi e sempre raramente; in un'iscrizione del I-II sec. d.
C., che non solo la pi antica, ma anche l'unica rimasta (C.I.L., vi, 9647), nell'Edictum de
pretiis di Diocleziano e nella costituzione di Costantino sull'esenzione degli artifices artium
dai munera municipali (musivarii nel Cod. Theod., xiii, 4, 2, distinti dai tessellarii e
musarii, senza i tessellarii, nel Cod. Iust., x, 66, 1), da Firmico Materno (Math., iii, 3, 23),
da Cassiodoro (Var., vii, 5). Per l'uso del sostantivo museum, per altro di non chiaro
significato, v. Plinio (Nat. hist., xxxvi, 21 [42] e le iscrizioni, non databili, dell'Africa, C.I.L.,
viii, 993, 2657, e di Benevento, C.I.L., ix, 6281).
Quello che noi intendiamo per lavoro a mosaico veniva chiamato a seconda delle diverse
tecniche opus tessellatum; opus sectile; opus vermiculatum, come l'artefice, raramente
menzionato, era detto pavimentarius, tessellarius o tesserarius forse anche emplastrator
(cfr. D. Levi, Antioch Mosaic Pavements, p. 10, n. 48, s. v. impaestator). Con le parole
lithstrota e pavimenta si designavano le superfici a mosaico, con la parola emblemata i
singoli riquadri figurati. Il musivarius doveva essere l'esecutore materiale del mosaico da
cartoni preparati a loro volta da altri disegnatori specializzati. L'impiego del predicato
verbale pingere in alcune firme di mosaici (Inventaire des mosaques de la Gaule et de
l'Afrique, i, 688 = C.I.L., xiii, 987, ibid., iii, 133, Ann. pigr., 1961, n. 202) pu voler dire che
i Romani consideravano il mosaico una particolare tecnica pittorica, ma puo anche far
dubitare, che, in analogia a quanto si us nel Rinascimento, soprattutto per le incisioni, le
firme si riferissero non all'esecutore del mosaico, ma all'ideatore della figurazione
riprodotta col mosaico. Pictura (de) musivo la tecnica del mosaico in Sant'Agostino (De
Civ. Dei, xvi, 8, 1), e nell'Historia Augusta (Pesc. Nigr., vi, 8; Treb., Trig. Tyr., xxv, 4).
Alcuni studiosi hanno interpretato il termine m. come originariamente limitato al
decoratore di pareti musive. Ma tale interpretazione non sufficientemente sostenuta
dall'uso del verbo pingere.
stato suggerito che i m. fossero gli artefici degli emblemata (v. emblema) e i tessellari
delle riquadrature con un bordo a motivi decorativi, di fattura pi semplice (v. mosaico).
I mosaici hanno qualche volta inserite delle iscrizioni: i nomi delle figure rappresentate,
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delle frasi augurali, il nome del committente, il nome del proprietario, la firma del
mosaicista, rarissimamente la data (cfr. C.I.L., xiii, 5121). Vi furono poi superfici a mosaico
delle quali il solo soggetto era l'iscrizione funeraria o l'iscrizione commemorativa di opera
pubblica.
Le firme dei mosaicisti, spesso in posizione preminente in riquadri o in cartigli, nel centro
della composizione, in testa o sulla soglia delle porte, quando si tratta di pavimenti,
assumono qualche volta un'importanza di elemento decorativo. Il nome quasi sempre di
un elemento, per lo pi il cognomen; nessuna firma ha l'attributo musivarius. Esse sono
cos formate: solo nome del mosaicista al nominativo: in latino: S. Reinach, Rp. Peint., 40,
4; 278, 6; A. Garca y Bellido, art. cit. in bibl., n. xiv; Anne pigraphique, '935, 145. Nome
al genitivo: in latino: Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique, ii, 381 (?), 421,
932; in greco, ibid., 163; A. Merlin, Inscriptions latines de la Tunisie, 188. Nome seguito da
, , : Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique, i, 341; S.
Reinach, op. cit., 320, 14; M. P. Gauckler, Note sur les mosastes, cit., p. 190. Nome
seguito da fecit (perfecit): C.I.L., vi, 29825, 29826; x, 8146; xiv, 4755; xiii, 3225, 3577,
3710, 5122, 5222; Anne pigraphique, 1929, 68; A. Garcia y Bellido, art. cit., nn. xiii, xix.
Nome seguito da pingebat (pinxit): C.I.L., XIII, 927; Inventaire des mosaques de la
Gaule et de l'Afrique, iii, 133. Nome con gli appellativi di architectus: Inventaire des
mosaques de la Gaule et de l'Afrique, i, 137; di autor: R. Cagnat, Inscriptions latines
d'Afrique, 144; di tesserarius: Not. Scavi, 1925, 133; di pavimentarius: C.I.L., xi, 6730, 3;
ex officina, col nome del mosaicista al genitivo: R. Cagnat, Inscriptions latines d'Afrique,
289; C.I.L., viii, 11133; xiii, 3062; A. Garca y Bellido, art. cit., n. xviii, xx; Inventaire des
mosaques de la Gaule et de l'Afrique, i, 932. I nomi seguiti da tessellavit, tessella stravit,
restituit e molto spesso anche fecit sono sempre di committenti.
Anche i nomi dei mosaicisti greci raramente portano il patronimico e anche pi raramente
l'etnico, come invece hanno le firme degli scultori, cos che molto difficile capirne l'origine.
Appaiono per lo pi nomi greci e nomi italici, ma anche alcuni tipicamente provinciali che
mostrano l'esistenza di un artigianato locale.
Non abbiamo alcuna documentazione scritta sull'organizzazione di un eventuale commercio
di mosaici prefabbricati, n sul commercio dei cartoni e dei materiali (tessere di marmo e
di vetro). Qualche cenno sulla vita di alcuni mosaicisti dato dalle iscrizioni.
Un mosaico della Gallia firmato da T. Sennius Felix Pu(teolanus) cittadino romano
dunque, e dal suo allievo Amor, forse cittadino cartaginese (?) o Kaletanus (trib della
Gallia ?) (C.I.L., xiii, 3225).
Un'iscrizione funeraria greca di Perinto celebra l'attivit "in tutte le citt" di Proclus; il
figlio, autore dell'iscrizione, era anch'egli mosaicista (C.I.G., 2025). Un altro Proclus,
divenuto cittadino romano col nome di P. Aelius Harpocration ricordato da un'altra
iscrizione di Perinto come l'autore di un tempio alla Tyche (C.I.G., 2024) cui per
riconoscenza gli Alessandrini di Perinto avrebbero elevato una statua. L'ipotesi che si sia
trattato della medesima persona stata fatta gi dal Boeckh, editore del G.I.G. (loc. cit.), e
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comunemente accolta anche dagli archeologi (cfr. H. Brunn, op. cit., p. 211; J. M. C.
Toynbee, op. cit., p. 43-4): ma veramente Proclus era un nome comunissimo, e sarebbe
l'unico caso, e veramente straordinario, di una statua elevata al mosaicista di un tempio,
oppure di un mosaicista che abbia pagato la costruzione di un tempio.
Un'iscrizione metrica di un mosaicista di 21 anni, Hermes figlio di Carpo, schiavo pubblico,
che mentre lavorava su un'alta impalcatura, cadde e mor: Dum varias cupit species
museo figere in alto, decidit (C.I.L., ix, 6281) ci illumina sulle attivit e gli affetti di una
famiglia di Benevento di condizione servile; un'iscrizione sepolcrale di un liberto imperiale
(C.I.L., vi, 9647), per quanto sia un unicum, informa sull'esistenza di mosaicisti facenti
parte della domus dell'imperatore e addetti perci esclusivamente alle costruzioni di
iniziativa imperiale. Corporazioni di mosaicisti sono testimoniate nelle province orientali
dell'Impero, sia di psephothtai () cio musivarii, sia di kybeuti (),
cio tessellar. Il seguente elenco comprende i nomi dei mosaicisti che si trovano nelle
firme, in pochissime iscrizioni di altro genere e nella letteratura.
Musivarii. - Abbreviazioni: lib. = liberto s. = schiavo, iscr. fun. iscrizione funeraria. Il punto
interrogativo che precede alcuni nomi indica incertezza non sulla lettura del nome, ma sulla
sua attribuzione a un mosaicista (si veda negli indici l'elenco dei m. che hanno esponente
proprio nella presente opera):
Acomena (el-Gem, in Africa, A. Blanchet, La Mosaque, cit., p. 56).
? P. Aelius Harpocration (Perinto, C.I.G., 2024).
Amitaion (Baalbek, in Siria, firma in greco, Fasti Arch., ii, 1947, 1788).
Q. Amiteius (architectus, Luc, in Gallia, firma ?, Inventaire des mosaques de la Gaule et
de l'Afrique, i, 137).
Amor (s., Lillebonne, in Gallia, firma, Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique,
i, 1051 = C.I.L., xiii, 3225).
Annius Ponnius o Anniponius (ex officina, Spagna, A. Garca y Bellido, art. cit., n. xx, p.
13).
Anthiocus (elogiato da Simmaco, Epist., viii, 41).
Anthus (Emerita, in Spagna, firma con Seleucus [v.], A. Garca y Bellido, art. cit., n. xiv-xv,
p. 11).
Aristo (Roma, firma, S. Reinach, Rp. Peint., 186, 6 = C.I.L., vi, 29825).
Asklepiades di Arados (Delo, firma in greco, A. Blanchet, op. cit., p. 55).
Aspasius (Lambaesis, in Africa Proc., firma, S. Reinach, op. cit., 40, 4).
Attillus (Ober-Weningen, in Germania Sup., firma, Inventaire des mosaques de la Gaule
et de l'Afrique, i, 1454 = G.I.L., xiii, 5222).
Aurelius (pavimentarius, firma e indirizzo, C.I.L., xi, 6730, 3).
? Benenatus (Seriana, in Africa Proc. [tessellavit], A. Blanchet, op. cit., p. 56).
Blastus (Laurium, firma in greco, A. Blanchet, op. cit., p. 55).
? Bodenus (Thruxton, in Britannia, firma?, C.I.L., vii, 3; J. M. C. Toynbee, op. cit., p. 45).
Cecilianus (Gerunda, in Spagna, firma, A. Garca y Bellido, op. cit., n. xix, p. 13 = C.I.L., ii,
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L. Ceius (Aquileia, firma, G. Brusin, Aquileia, n. 47, p. 246).
Conculcanus (St. Romain in Gallia, firma, Inventaire des mosaques de la Gaule et de
l'Afrique, i, 688 = C.I.L., xiii, 927).
Dioskourides di Samo (Pompei, firma, S. Reinach, Rp. Peint., 313, 2).
Eutyches (Siria, firma in greco, M. P. Gauckler, Note sur les mosastes, cit., p. 190).
Felix (tesserarius, Falterona, firma, Not. Scavi, 1925, 133). Felix (ex officina, Spagna, A.
Garca y Bellido, op. cit., n. xviii, p. 12).
Felix (Pompei, firma, C.I.L., x, 8146).
Felix (Roma, firma, Anne pigraphique, 1935, 145).
Ferronius (ex oficina, Mienne, Inventaire des mosaques d6 la Gaule et de l'Afrique, i, 932
= C.I.L., xiii, 3062).
T. Flavius (Roma, firma, et di Adriano, C.I.L., vi, 29826).
? Fortunatus (Galicia Flavia, firma, Arch. Espaol Arqueloga, 1943, p. 227; A. Garca y
Bellido, art. cit., p. 13).
? Fuscus (Smirne, firma, A. Blanchet, op. cit., p. 55). Heraklitos (Roma, firma in greco, S.
Reinach, op. cit., 320, 14).
? Industrius (Uthina, in Africa Proc., firme, Inventaire des mosaques de la Gaule et de
l'Afrique, ii, 421 = C.I.L., viii, 24021 a, b).
Ti. Iulius Nicephor (lib. imperiale, Roma, iscr. fun., C.I.L., vi, 9647).
Laurus (oficina, Africa, C.I.L., viii, 11133).
Macarius (Sousse, firma, A. Merlin, Inscriptions latines de la Tunisie, 188).
? Manicos (Nmes, firma in greco, Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique, i,
285).
Marcianus (Italica, Spagna, firma con Mascel [v.], A. Garca y Bellido, op. cit., n. xvii, p.
12).
Mascel (Italica, in Spagna, firma con Marcianus [v.], A. Garca y Bellido, art. cit., n. xvi, p.
12).
Masurus (Africa Proc., firma, Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique, ii, 381
= C.I.L., viii, 24019).
? Maximus (Bmplitz, Blanchet, La Mosaque, p. 16).
Methyllos (Nmes, firma in greco, Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique, i,
285).
Modicus (Bavai, in Belgio, firma, Inventaire des mosaques de la Gaule, i, 1162 = G.I.L.,
xiii, 3577).
Monnus (Treviri, firma, Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique, i, 1231 =
G.I.L., xiii, 3710).
Neilodorus (firma, S. Reinach, op. cit., 278, 6).
? Nicadius (Rs el-Gebel, firma, Inventaire des mosaiques de la Gaule et de l'Afrique, ii,
932).
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Nicentius (ex oficina, Africa, R. Cagnat, Inscriptions latines d'Afrique, 289).


Perissoterus alias Alexander (Italica, in Spagna, firma, A. Garca y Bellido, art. cit., n. xii,
p. 10).
Pervincus (Francoforte, firma, S. Reinach, op. cit., 37, 8).
? Polystefanus (Ells, in Africa, firma?, Anne pigraphique, 1942, 56).
Proclus (Ostia, firma in latino e in greco, C.I.L., xiv, 4755).
Proclus (Perinto, iscr. fun. greca, G.I.G., 2025).
Prostatius (Avenches, in Gallia [Svizzera], firma, Inventaire des mosaques de la Gaule et
de l'Afrique, i, 1390 = C.I.L., xiii, 5122).
Pythis (La Mas Foulc, firma in greco, Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique,
i, 341).
Salamanius (Madaba, cfr. D. Levi, Antioch Mosaic Pavements, p. 8, n. 38).
Seleucus (Emerita, in Spagna, firma con Anthus [v.], A. Garca y Bellido, art. cit., n. xiv-xv,
p. 11).
Selius (Timgad, firma, Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique, iii, 133).
Sempronius (Egitto, firma ?, P. M. Gauckler, Note sur les mosastes, n. 20 = C.I.L., III,
6614).
T. Sennius Felix (Lillebonne, in Gallia, firma, Inventaire des mosaques de la Gaule et de
l'Afrique, i, 1051 = C.I.L., xiii, 3225).
Sosus di Pergamo (Plin., Nat. hist., xxxvi, 184).
? Ter(entius) (Bignor, Inghilterra, firma, J. M. C. Toynbee, op. cit., p. 45, n. 13).
Thebanus K(artaginensis)? (Tunisia, firma, P. M. Gauckler, Note sur les mosastes, n. 22).
Theodoudos (Sousse, firma, Inventaire des mosaques de la Gaule et de l'Afrique, ii, 163).
Valerius (Cabra, in Spagna, firma, C.I.L., ii, 1624).
Xenofonta (autor, Africa, firma, R. Cagnat, Inscriptions latines d'Afrique, 144).
Bibl.: H. Blmner, Tecnologie und Terminologie der Gewerbe und Knste bei Griechen
und Rmern, Lipsia 1887, III, p. 323 ss.; H. Brunn, Geschichte der Griechischen Knstler,
Stoccarda 1889, II, p. 209 ss.; M. P. Gauckler, Note sur les mosastes antiques, in
Memoire de la Soc. Nat. des Antiquaires de France, VII, 1904, p. 188 ss.; M. P. Gauckler,
in Dict. Ant., III, 2, 1904, p. 2088 (spec. pp. 2108-9), s. v. Musivum opus; Inventaire des
mosaques de la Gaule et de l'Afrique, I, II, III, Parigi 1909-1911; S. Reinach, Rp. Peint.,
Parigi 1922; A. Blanchet, La mosaque, Parigi 1928 (spec. pp. 55-56); A. Ippel,
Mosaikstudien, in Rm. Mitt., XLV, 1930, p. 80 ss.; D. Levi, Antioch Mosaic Pavements,
I-II, Princeton, 1947, pp. 7-10; J. M. C. Toynbee, Some Notes on Artists in the Roman
World, Bruxelles 1951, p. 43 ss.; A. Garca y Bellido, Nombre de artists en la Espaa
romana, in Archivo Espaol de Arqueologa, XXVIII, 1955, p. 3 ss.; D. Gioseffi, La
terminologia dei sistemi di pavimentazione marmorea e una pagina della Naturalis
Historia, in Rend. Acc. Lincei, X, 11-12, 1955, p. 572 ss.
(I. Calabi Limentani)

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