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STILE E RITMO IN TACITO

ARMANDO SALVATORE

STILE E RITMO IN TACITO


Precede

il

saggio Brevis

de Taciti Dialogo disputatio

cr^

LUIGI LOFFREDO EDITORE IN

NAPOLI

PROPRICTA LEnERARlA RISERVATA


Le copie non firmatR dall'autore

si

ritengono contraffatte

FRANCESCO ARNALDI

PREFAZIONE
Ora
diosi

finalmente mi concesso di presentare agli stu-

risultati

mie ricerche

delle

sullo stile e sul ritmo di

Tacito.

Non mi
anni

"

rincresce che

stagionare

stata tutt' altro

passato

nuovo
glio,

un

miei appunti siano rimasti otto

scrittoio.

La stagionatura

che inerte e tranquilla. Posso dire che non


giorno

ritocco, un

che dessi

senza

al

mio lavoro un

nuovo sviluppo o anche un nuovo

ta-

quando, ripensando e rileggendo, incontravo qualche

pagina

nuocere

non

linea

alla

si

qualcuno,

propostami

trover che

affidarsi

alla

si

"

propria

composizione del

facile

intuizione

ma non
non

anche

belle,

Sarebbe

o che potesse
libro.

esempi sono abbondanti

ottiene se

anche

intuizioni,

stano a convincere.

nella

gli

anche troppi

forse,

piena non

persuasione
prove. Le

tutto chiara e persuasiva,

del

Tuttavia

per

nello

si

importa. La

recano

geniali,

molte

non ba-

scrivevo altrove
secondarla,

senza

lo

sforzo paziente..., che una prova di disciplina interiore,


di correggere
sario, darle

tale

intuizione, infrenarla,

insomma una base concreta

quando

neces-

e positiva per im-


pedirle.

come purtroppo

vili

spesso avviene, di degenerare

un eccessivo ed arbitrario soggettivismo

Questo

valore

il

fermar nulla che non

Credo che
puri,

filologi

non
tali

dispiaccia,
dati

sia

gradito

torni

pertanto, a

af-

ai cos detti

tendenze,

d' altre

critici

che

vedranno raggruppati intorno ad un centro ideale

uno per uno.

Nelle ricerche stilistiche finora

non

luce, se

compiute
dello

erro, le caratteristiche

senza per metterle

in

rapporto con

Cos, per quanto riguarda

base

tabelle,

in

Tacito

non

prosa

non

esso troveranno molti dati concreti, e

in

e valutati, commentati quasi

tore.

della tlolosjid

adeguatamente documentato.

mio lavoro

il

che

profondo

in

alle quali

il

ritmo

di

la

son messe

si

storico aritmica, e che

di Tacito,

stile

si

son

essendosi notato che

Cicerone,

in

psicologia dell' au-

ritmo,

il

si

fatte delle

ritmo di

il

che

concluso

la

Tacito disdegna

il

a questa troppo facile e frettolosa affermazione

si

dello

ritmo.

Ma
ribella

la

stessa lingua latina, resa

melodica dalla sua evo-

luzione e dall' arte dei suoi maggiori scrittori

non poteva non

della quale Tacito

Se dunque uno
scrittore non

altro

ritmo,

il

scrittore

ha

il

suo

pazienza e lo stesso
in

Cicerone. Nello

soffermati, per

todo

si

gole del

ritmo

nel

ciceroniano, deve

acume con
della

cui

s'

avere

con

stessa

il

ritmo

prosa ciceroniana

lo pi, sulle clausole.

un

la

studiato

ci

si

Per Tacito, tale me-

rivela insufficiente. Tacito, storico,

numerus

melodicit

caso nostro un grande

ritmo, che va ricercato

studio

valersi.

non segue

le re-

col rigore di un oratore, qual' essen-

zialmente Cicerone.

IX

Ma

del ritmo

gua

non meno

Tacito,

per ottenerlo, sfrutta tutte

e,

latina

otre

gli

ha vivo

di Cicerone,

risorse

le

il

senso

che

la lin-

quantit, accento, suono, conforma-

-.

Eione e disposiHone dei vocaboli, ecc. Gli sono

che sconosciute
diretti

nei

clausole, che usa

le

quali

non solo

altro

tutt'

nei discorsi

ritmo assume, per ovvie ragioni, una

il

ma

maggiore evidenza e consapevolezza


parti della sua opera,

quando vuol

su di un motivo. La

clausola

anche

proiettare

assolve

in altre

maggior luce

Tacito una fun-

in

zione eminentemente espressiva.

Per meglio comprendere

bene soffermarsi un momento a chiarire cosa

zione, sar

intendiamo per

Lo

stile

esprime

stile

la

e per ritmo.

maniera caratteristica con cui

propri pensieri e sentimenti.

musicale dello

stile,

cui lo scrittore

sia,

cio quella particolare musicalit con

perch
per

il

spiegato, coefficiente

il

brano

stesso,

di

moduli

si-

il

ritmo

Ecco

espressivit.

me uno

spiraglio

specialmente nei capitoli sui

narrazioni, in

indiretti e sulle

cogliere alcuni

commenta

un determinato motivo o

ritmo di un brano stato per

illustrare

discorsi

di

comprende quindi come

spirituale. Si

senso

nel

lo scrittore

ritmo l'aspetto

Il

sottolinea, scandisce e quasi

multaneamente r espressione

momento

valore di questa afferma-

il

musicali,

m' parso di

cui

che costantemente

ritor-

nano, col ritornare dello stesso motivo psicologico.

Ho

creduto di poter meglio mettere

in

evidenza

caratteristica del ritmo considerato in funzione dello

inserendo

le

varie

prosa tacitiana
stile.

Cos, nel

in

osservazioni su
quegli

1'

stile,

aspetto ritmico della

stessi capitoli in

capitolo sui discorsi

tale

cui

indiretti,

il

esamino

lo

lettore tro-

vera trattato un aspetto del ritmo quale


aspetto diverso da quello che

es.

ad esempio,

parallelismo) che altrove erano

il

nelle

ove sono sviluppati alcuni elementi del ritmo

descrizioni,

{ad

manifesta

in essi si

rivela,

si

soltanto ac-

stati

cennati.

Alcune

una memoria dal

Accademia

di Arceologia

delle arti di Napoli, voi. .XXUl, Napoli 1949


1947), pp,
"

non

il

lo

definisce

194S, p,

et

le

"

dovuto soprattutto

Bardon

stesso riconosce

mrite de

auteur est

1'

beaucoup de science
S.

un

intresser:

auguro che

Ho

la

"

confortare

il

livre.

al

la

place

cui.

expos

1'

afferma

intressantes, pntrantes;

rel,

car ces problmes exigent

tact

E soggiunge

"

j'

possibilit d' tendre sa

Alors,

il

espre

dmon-

ne se contenter pas de

primo capitolo,

mio

sia stata

il

dispu tatto, che

spirito,

riletto

presentarlo

volta concepito.
in

la

Dialogo

gnamento. L'ho

un tempo

una

di spazio,

saura sans doute nous convaincre

il

premesso,

inopportuno

in

vrai dire,

speranza del Bardon non

Brevis de Taciti

per

de

et

aura bientt

stration sur tout

nous

dopo aver

mancanza

alla

remarques y sont

plusieurs

que M.

Bardon

il

116, in cui,

de ces questions de rvthme exige de


che

Lettere

estratto del

sufficiente chiarezza nell' esposizione di certi

concetti, difetto

come

article

Latomus VII

recensione su
la

(1'

105-35.

Important

notato

pubblicata

titolo /?//mo e stile in Tacito,

/Rendiconti della

nei

idee ebbi occasione di esporre in

queste

di

nella

saggio

in

scrissi

tempo

dura

fatica

attentamente: non
veste

nella

Non so quanto
specialmente

in

Mi

vana.
latino
fa

dell' inse-

m' sembrato

cui

fu

la

prima

piacere potr recar ci, in


giovani,

dovrebbero

sentir


viva

pi

gioia

la

di

XI

scrivere nella magnifica lingua dei

nostri padri.

La dedica
di

al

mio Maestro vuol

riconoscenza e di

devozione

essere un umile segno

verso

dato, seguendomi e illuminandomi, con

conoscenza

chi
la

molto mi ha
sua

profonda

di Tacito, in questi anni di lavoro.

Ringrazio di cuore

1'

amico Giuseppe Maggi, per

neroso aiuto prestatomi durante

la

il

ge-

correzione delle bozze.

Caserta, 29 agosto 1950.

ARMANDO SALVATORE

edizione critica del WiCK per il


V Ag.rcola e la Germania, appartenenti al " Corpus Scriptorum Latinorum Paravianum (Augustae Taurinorum 1935, 1936, 1937). Ho tenuto oresente, per le Histociae, la pregevole edizione del Giarratano, per yli Annales quella, altrettanto pregevole,
del Lenchantin De Gubernatis (Romae, 1939 e 1940). Della recente edizione
degli Annales, curata dal FucHS (Tacitus, Annales, Frauenieldae 1946 e 1949,
Voi. 1 e II) ho potuto prendere visione quando la stampa del presente vo*

Quanto

al

testo,

de oratodbus, su quella

lume

gi s'ra iniziata.

mi sono basato
dell'

sul!'

Annibaldi per

BREVIS DE TACITI DIALOGO DISPUTATIO

Quaestionem de Dialogi
qui de ocatoribus inscribitur
auctore multum varieque a grammaticis esse vexatam
nemo ignorai. Qua in re tractanda liceat nobis a communi et contrita paulum deflectere via novaque ad eam
illustrandam vestigia sequi. Omnibus fere de dicendi genere
disputationibus ad aliam partem operis nostri reiectis, quae
viri sentiant inter se colloquentes inquiramus, quaeque de
superioris aetatis oratoribus. praesertim de Cicerone, iudicia
proferant. Quod ad efficiendum, nonnullos oportet locos
consideremus, qui maximi sunt momenti, ut quid proprium

ac suum auctor induxerit inteiligamus.


Equidem puto plerorumque mentes, qui in Dialogum
studium operamque contulerunt, id obtudisse, quod Ciceronis vim in huius operis auctore maiorem exislimaverunt

quam

subtiliter

rem investigantibus apparet. Hoc

igitur

demonstrare conamur, complures Dialogi sententias cum


longe a Cicerone diierre, tum ad Tacitum proxime accedere. Illuni enim cap. 6 locum examinemus, ubi oratoriae
eloquentiae voluptates memorantur, cuius iucunditas, ut
auctoris verba referam, non uno aliquo momento, sed
omnibus prope diebus ac prope omnibus horis contingit.
Sed Taciti maxime animum atque orationem percipere
"
nobis videmur, ubi legimus
coire populum et... accipere
:

affectum

"

orator induerit

ad Ciceronem de oratore

pretes,

orator

quemcumque

et

eorum, qui audirenf,

ufi

sic

Ncque

A. Salvatore

fieri

potest...

Stile e

videbuniur

litmo in Tacito.

19,

Huius loci inter-

87^ vel

afficerentur animi,

...

"

uti

II

eos

45,

189

affici vellet


le*;ientes

revocant.

affcctum

Sed

Taciti sunt

"

accipere affectum

verba propria

et

"

et

peculiaria

induere
vide,

quaeso, An. IV 12 " senatus populusque habitum ac voces


dolentum simulatione magis quam libens induebat , etc.
Cicero quoque eloquentiae gaudio affectus est, sed numquam
quantum scio
secretum oratorum gaudium atque
curam trepidationemque iisdem verbis effinxit ac Tacitus.
Qui, vulgatis dicentium gaudiis praefermissis et imperitorum
quoque oculis expositis, secretiora iila et tantum ipsis oran"
tibus nota ita describit
Sive accuratam meditatamque
profert orationem, est quoddam... pondus et constantia
sive novam et recentem curam... attulerit, ipsa sollicitudo

commendat eventum
quidem, hoc loco,

lenocinatur

et

nobis

Taciti

voluptati

memoriam
"

tionis varietas', poeticus color*, usus verbi

praecipue

quaedam

mirabilis

randi et vel minima

et

sentiendi et

hominum
ad

ora-

lenocinandi ^
animos explo-

lucem

artis

Omnia

excitant

oratione

Aper ipsius Taciti vocem ac sonum


exprimere videtur. Nec non magni est momenti verba perpendere quae idem Aper refert ^ ut significet quam breve
"
poetis atque exiguum gaudium contingat
Et ut beatisproferendi facultas. Hic

simus recitationem eius eventus prosequatur, omnis


velut in Inerba

solidam

vel

pervenit

flore

praecepta, ad nullam

frugem,

nec

aut

illa iaus...

certam

amicitiam inde

et

refert

mansurum in animo cuiusquam beneficium, sed clamorem vagum et voces inanes et gaudium volucre . Exemplum habes mirum Taciteae, quae dicitur, brevitatis, qua

aut...

huius loci initium obscuritate

sermonis sonum

quadam

involvitur.

Sed

Taciti

quoque atque colorem deprehendere

vi-

V. infra p. 18.
Y. Cornelil Taciti Dialogus de oratoribus. Introduzione... a cura di F,
Arnaldi, Napoli 1944, p. 15 ubi Ov. am. Ili 9, 32 iaudafur.
^ Y. Germ. 43 " Populi fruces... ienocinantur .
* V. cap. 9.
'

'

demur,

in

his

dium volucre

maxime

verbis

"

clamorem vagum...

et

au-

Alia vero sunt nobis Apri verba diligenter expendenda,


videamus quantopere Dialogi auctor a Cicerone distet,
iudicia rationesque respicimus. Haec enim in
si litterarum
cap. 10 legimus: " Ego vero omnem eloquentiam omnesque
eius partes sacras et venerabiles puto . Si igitur recte Apri
ut

sententiam interpretamur, poesis quoque eloquentiae pars


est

iiabenda.

Hoc

testatur

Aprum

carminibus non omnino

Maternum poetam ad
credendum nos impellere potest. Magna est igitur Apri vis
et gravitas, qui, non minus quam Maternus aut Messalla,
de litteris atque eloquentia
efficit ut intellegamus quae
auctor Dialogi opinetur. Quod ad Ciceronem attinet, hunc
Aper affirmat
aequales superavisse " iudicio , ita ut
nova tempora quodammodo praenuntiaret, primumque, in
extremis praecipue orationibus, quasdam invenisse sententias,

adversari, sicut

eius oratio contra

cum

in

prioribus pauci sensus apte et

cum quodam lumine

Idem vero Aper paulo ante ^ dixerat


Severum
qui nova eloquentiae itinera quae-

terminarentur

*.

Cassium
sivit
ad aliud

se

Neminem

dicendi genus
latet

quae

tudine (iudicio... iudicio)

insit.

intellectu.

Eadem

igitur ratione,

Aper admiratur; quod,

vis in

vertisse

"

iudicio

hac verborum

et

simili-

qua Ciceronem, Cassium Severum


ni fallor, nemo grammaticorum

satis fortasse perspexit.

Itaque sententiarum

tamquam lucem

censet

Aper

in

Cicerone desiderar!, illam dico lucem quae iam in Dialogo,


multoque magis in Agricola et in Germania, tot locos locorumque conclusiones illuminat, ut quae ad singulos homines
referuntur, ad universum hominum genus tribui posse vide-

V. cap. 22.

'

Ibid.

'

Cap. 19.

Hoc

antur.

Taciti scriptoris

sunt etiam
dicit

"

quae de prioribus
excerpere.

nihil

opera praecipue

nihil

distinguit.

Ciceronis orationibus
possis

referre

Vera
Aper

His verbis,

Tacitum maxime intersint, acutissime deprehenduntur. Etenim qui, postquam Taciti opera
pervolutavit. ad Ciceronem legendum se convertit, aequabile quoddam in hoc et unum quasi sonum habens

quae

Ciceronem

inter

percipit

et

nulla est lux quae, ut in Tacito

explendescens,

Idem Aper

in

causa

audire sed etiam referre


velie

atque

domum

et provincias suas scribere,

brevi sententia
enituit
exigi,

effulsit.

temporum

iuvenes,

oratores sectareniur, non


aliquid illustre et

vicem tradere ac saepe

in

solet, subito

mentesque praestringat.

cap. 20 dixerat suorum

qui profectus sui

memoria

oculos

legentium

teri

"

in

solum

dignum
colonias

sive sensus aliquis arguta et

sive locus exquisito et poetico cultu

lam enim ab oratore poeticum etiam decorem


non Accii aut Pacuvii veterno inquinatum, sed ex
.

Horatii et Vergilii et Lucani

sacrario

prolatum.

quorum

obtemperantem, aequalium oratorum


et ornatiorem extitisse. Clarissime hic
pulchriorem
aetatem
probatur quae historiae vis Dialogo insit, cuius auctor
Ciceronem quidem Ciceronisque aetatem admiratur, ncque
tamen a suae aetatis virtutibus ac litterarum rationibus

auribus

et

iudiciis

animum omnino

abstrahit;

omnia

"

sine

ira

et

studio

examinat atque perpendit: quod futurum rerum scriptorem,


claris indiciis, nobis praenuntiat.

Apri vero verba optime, nisi fallor. declarant quomodo et quatenus Ciceronis a Tacito oratio distet. Nam
cum numquam ille superet quae inter sermonem et carmina
intersunt,

in

hoc autem poetarum verba

nem pervadunt

in

eamque

intluunt, ita ut

et

sensus oratio-

poetico

ilio

colore

Tacitum intercedant, opfime disseruerunf W.


Go:eborg 1923, pp. 7 sqq.; Courbaud
Les procdei d'art de Tacite dans les Histolres, Paris 191S, pp. 33 sqq.
'
Quae inter Lucanum
LUNDSTRM Tacitm poetiska

et

Kllor,

Taciti

sermo

sit

Ciceronem

maxime

et

repletus.

imitatur, poetico

Ipsam Dialogi orationem, etsi


tamen decore, quem a Vergilio

ab Horatio auctor

passim

iiaurit,

respersam

videmus.

Sed alia quidem Aper exponit


quae pretium est
operae referre, ut manifeste intelligamus quomodo quae
in Dialogo arte, ut ita dicam, viri Inter se colloquentes
profiteantur, in libris ad historiam pertinentibus Tacitus usu
,

effecerit.

Nam

persequens, quibus

virtutes

oportet orator, haec

Aper

velut rubigine infectum, nulli


in

praeditus

sit

nullum sit verbum


sensus tarda et inerti structura
profert

morem annalium componantur;

'

"

fugitet

foedam

et

insulsam

compositionem, nec omnes clausulas


uno et eodem modo determinet . Qui Tacitum perlegit,
nullam in eo tardam et inertem structuram inveniri novit.
Sed mentem advertamus ad verba "variet compositionem,,;
hic ipsum mihi videor Tacitum audire, qui ut copiose G.
Srbom demonstravit * sermonis variatione saepissime
utitur; multaque variationis exempla iam in Dialogo exstant ^
Quod autem sequentia verba " nec omnes clausulas...
determinet spectat, ad A. Gudeman sententiam accedo
qui scribit ^ Tacitum
ut ex aliis quoque locis erui potest, e.
clausularum doctrinam cognitam habuisse,
23, 1
g. 22, 6
quas in orationibus quadam ratione adhibere, atque in iis
quoque, quae in Dialogo sunt, unum et aequabilem nu-

scurrilit tem, variet

merum

effugisse.

V. cap. 22.
Y. Srbom Vanatlo sermonis Tacltel aliaeque
selectae, Upsaliae 1935.
^ V. infra, pp. 18 sqq.
^

P.

apud eundem

quaestiones

Cornelli Taciti Dialogus de oratoribus, mit proleg.omena... von


Leipzig 1914, p. 360.

Gudeman,

Alfred

Quae in extrema orationis suae parte Aper disputat,


maxima sunt dii^na consideratione. Messallam enim. Maternum et Sccundum laudat. cum perfecisse hos videat quae

Aper antiquorum
gravitati sensuum nitorem
atque causarum nccessitatibus

ut

de eloquentia ipse sentit; iiam


iaetissima quaeque imitantur.
ii

ait

cultum verborum miscent,


obsequentes. ubertatem aut brevitatemadhibcnt ac libertatem

et

temperant. Haec verba

"

brevitas, libertas

momenti ac ponderis. quod ad

Taciti

nonnihil habent

animum orationemque

'

pertinet.

quae supra exposui, lioc arbitror colligi posse,


Dialogo esse, quae futura Taciti opera illustrent,
maxime si dicendi genus animadvertimus, Etenim si quis
piane percipere vult, quibus causis Tacitus scribendi rationem magis magisque mutaverit, donec illum sermonem
consequeretur qui suus ac proprius est, Apri verba accurate

Ex

multa

iis

in

Severum contendit * a vetere


tlexisse et ad aliud dicendi genus
se transtulisse, cum vidisset formam quoque ac speciem
orationis " cum condicione temporum et diversitate aurium
esse mutandam.
qui Cassium
perpendat
atque directa dicendi via
,

cum in extrema
deus aliquis vitas ac tempora
disertissimorum hominum quae Dialogi sunt personae -repente mutasset, nec iis summam illam laudem et gloriam in
eloquentia neque priorum aetatum oratoribus modum et
temperamentum defutura fuisse. Sed, ut recte C. Keyssner
dicendi
mutatis temporibus
notat *, cum Aper novam
Ipse Maternus

Dialogi parte

eadem

profitetur

sentire videtur,

si

'
Magnam mihi rim, quod fulurum Tacili dicendi genus spectat. habere
videntur etiam verba Messailae (v. cap. 31): " Sunt apud quos adstrlctum et
co'lectum et singula statlm argumenta condudens dicendi genus plus fldei

meretur...

V. cap. 19.
^ V. cap. 41.

V. Betracftungen
zu Tacitus (Wiirzburger
p.

112.

Dialogus als Kunstwerk und Bedenntnis : Studien


Studien zur Altertumswissenschaft), Stuttgart 1936,

zum

formam exquirendam censeat, eloquentiae nullum iam esse


locum Maternus affirmat,
quae
Auctorem vero Dialogi magnam Apri verbis
vim tribuere hoc etiam comprobatur, quod
supra retuli

in

cap. 26

Apro

Messalla

initio

concedit,

novam

perfectissimo genere eloquentiae,

eligendam

esse,

atque minime

\ qui plures

asserit

saeculis

diversis

cum

eloquentiae formas
confessus

exstitisse

dicendi

ilio

et

formam

Apri repugnare

verbis

se

omisso

iisdem

erat, Messalla

tum
igitur,

Ciceronem vehementer admiretur, negandum tamen


non esse dicit ^ Cassium Severum, quem Aper solum
nominare ausus sii, posse oratorem vocari,
Sed quamquam Messalla Apri sententiam de mutando
genere dicendi non reicit, tamen explicat et novis rebus
argumentisque confirmat. Nam se malie ait ^ C, Gracchi
impetum aut L. Crassi maturitatem quam calamistros Maecenatis aut tinnitus Gallionis
"adeo melius est orationem
qui

ve! hirta toga induere


insignire

Messalla

Tacitus

quam

quidem

fucatis et

loqui

hic

meretriciis vestibus

videtur.

Praeterea

postquam lasciviam verborum, levitatem

sen-

tentiarum et licentiam compositionis, quibus plerique tunc


utebantur, acriter insecutus

est,

Cassium Severum varietale


virium robore

eruditionis et lepore urbanitatis et ipsarum

ceteros superavisse contendit.

Haud multum

Nam

apparet.
cere

"

censet
stetisse

nitorem

^
*
^

et

Messallam ab Apri abesse sententia

quoque

altitudinem

cum de Corvino

atque

"

sublimius

et

cultius di-

\ oratorum virtutes esse

non per ipsum

affirmat

quominus laetitiam nitoremque suorum temporum


aequo animo se indicare ostendit.

exprimeret, res

igitur

Messalla

Y. cap.
Y. cap.
Ibidem.
V. cap.
Y. cap.

25.
26.
21.

21

i.


commune

Itaque

quae.

omnes

videntur.

est

quiddam

pugnant,

verbis

etsi

Quod

si

re

in

cum Apri comparamus

verba

Messallae

mihi partes adsi^natis proferendi

sentimus

inter Dialogi

tamen eadem
*

personas,

fere
"

sentire

...etiam

si

medium quae omnes


^

"

vos vero,

viri

di-

opinionum discrepantia, quae a viris inter se colioquentibus exhibetur, eo


auctorem tendere ut artis tantum propositum assequatur,
eaque idcirco dissimiiitudine uti, quo maiorem doctrinae
vim vi^oremque iniciat. Interdum ipse auctor ludum atque
artitcium detegit
ut locis quidem accidit, quos supra
memoravi idem ex uniuscuiusque ore Tacitus loquitur.
Ex his quae dieta sunt, quaedam mihi lux tluere
videtur ad recte illum cap. 1 locum interpretandum, quem
varie litterarum studiosi emendare conati sunt, Scribit quidem Tacitus non ingenio sibi sed memoria et recordatione
opus esse, ut quae a praestantissimis viris et excogitata
nobis

iioc

sertissimi

persuademus,

subtiiiter

et

dieta

graviter

acceperit,

persequatur

"

cum

easdem sed probabiles causas afferrent ,


quam diversas (sed... haud probabiles, fortasse)

singuli diversas vel


Si quis

opiniones interpretes huius loci protulerint cognoscere

vult,

recentem M. Lenchantin De Gubernatis editionem inspiciat.


Obscura quidem verba apparent " diversas vel easdem .
Sed, ut

F.

Arnaldi

'

vidit,

nihil

mus,

cum quas de corrupta

salla

causas afferant, diversae

obstat

quominus

eloquentia Maternus
sint,

cogiteet

Mes-

Secundum tamen cuius,

ad alterutrius opinionem acHaec autem mihi posse adiungi videntur,


cum auctor verba " diversas vel easdem scriberet, legentes
quasi praemonere voluisse, diversas quidem singulorum
ut videtur ^ oratio intercidit

cedere potuisse,

'

V. cap. 28
Y. cap. 23.

Op.

V. quae

oratoire, in

in.

laud., p. 2.

Bardon

conlra disserif
Dialogue des orateurs et
latines 1941, p. 125.

Revue des tudes

-.

fnsfltuton

virorum causas esse sed easdem, quia in simulata opinionum


dissensione atque discordia, in unam tamen omnes eandemque sententiam convenire viderentur. Quae quisque in
Dialogo enuntiat, diversa sunt et eadem atque alius asomnia vero sunt probabilia. In Dialogo igitur
severat
;

loquentes inducuntur quae quisque sentit

viri

auctor
et

refellit

probabilis.

aut

reicit;

et vult

nihil

omnis oratio aliquid habet veri


in cap. 18, de iis qui varie

Quod Aper

Ciceronem iudicaverunt, disserit (" Si me interrogas, omnes


mihi videntur verum dixisse ), ipse de Dialogi personis

eorumque sententiis fateri auctor potest.


Sed ad Messallam nunc revertamur, qui severitatem
memorat* ac disciplinam maiorum de educandis formandisneque in auctoribus coevolvenda antiquitate neque in notitiam
vel hominum vel temporum consequendam satis operae
insumi ^ Itaque, cum Apri oratio praemonstret quo Tacitus
genere scribendi usurus sit, haec et alia verba Messallae
ut praesentiamus efficiunt quae sententiarum gravitas et
copia, quanta antiquitatis scientia, quae hominum animos
que

liberis

sua autem aetate

gnoscendis neque

et

rerum

"

in

causas investigandi vis

in Taciti scriptoris libris

quoque suum de Cicerone iudicium


eum iudicat atque Aper fecerat illum

futura sint. Messalla


profert, sed aliter

dialecticae subtilitatem, illum moralis partis utilitatem, illum

rerum motus causasque cognovisse affirmat ^ Aper autem,


qui Ciceronem primum excoluisse orationem, primum et
verbis dilectum et compositioni artem adhibuisse dixerat *,
in lucem protulerat quae Ciceronis cum suo litterarum iudicio
ac sensu maxime consentirent aut ab iis discreparent.

*
"*

Y. cap. 28 sqq.
Y. cap. 20 in.

4 " non modo casus eventusque


I
sed ratio etiam causaeque noscantur .

Cfr. Hlst.

fortuiti sunt,

Y. cap. 22.

rerum,

qui

plerumque


Idem quidem Tacitus
miratur

et

est,

10

Ciceronem

qui variis rationibus

laudat.

Itaque Messallae verba nobis doctrinae copiam atque


studia illustrant Taciti

quae.

quam magna

sint,

Jiistonarum

Annalium excursus optime demonstrant.


Quod
igitur supra breviter attigi, clarius nunc confirmatur, cum
in Dialogo tum in Taciti operibus, quae ad historiam attinent. non unum esse veritatis vuitum. sed ad eam auctorem
atque

'

pervenire diversis et inter se discrepantibus opinionibus

summa

hic totius Dialogi

I^ecte

quam

Ciceronis admirationem,

cogitat

continetur.

non omnibus partibus

Taciti iudicium

ut supra diximus, licet

magni Ciceronem

igitur

Bardon

Messalla ostendit,

exprimere

aestimet,

hic enim,

tamen a

novarum rerum studiosis in eloquentiae ac litterarum genere


omnino non abhorret. Quare Dialogus animum nobis testatur
auctoris in fluctuatione et dubio

viam

ingressurus.

In

quae

fluctuatione atque in ipsis

cum

versantis

hac quidem

inter
in

quam

vetera et

ipse

sit

recentia

Dialogo inveniuntur

sententiarum tum virorum inter se discordantiis, prae-

cipua

est

operis

totius

Quae omnia

in

ratione apparent,

ita

miram convenientiam

laus.

ipsa
ut

singularum personarum dicendi


recte dici possit

iam

in

Dialogo

consensum inesse inter sententias


quas quisque exponit et oratione, qua eas exprimit. Aper
enim sententiarum saepe lumina in sermone suo persequitur
et

atque dicendi brevitatem, quae, ut inter omnes constat,


Taciti est propria. Messalla quoque, qui Ciceronis concinnitatem atque aptam et quasi rotundam constructionem
imitatur, luminosis

Bardon

vidit

nonnumquam

quibus locis

centioris aetatis scriptoribus opponit,

piane

'

accipere

Atque
auctor Dialogi Ciceronem
utitur verbis.

cum Apri

ut
re-

sententiam

non videatur, dicendi tamen brevitatem,

Y. BoissiER Tacite, Paris 1903, pp. 10 sqq.


Op. laud., pp. 129-30.

11

orationis nitorem, audaces imagines ac translatus adhibet,

neque ad Ciceronem omnino se fingere et accommodare


magnum quidem exemplar, sed non fortasse perfec-

videtur,

Quod

tum.

confirmat

fluctuationem

quae,

ut supra

monuimus, Dialogum pulchritudinis plenum


atque

opus

ad-

efficit

gravitatis.

Praeterea

Messalla

magna admiratione permotus

quos pater vel propinqui


ad oratorem deducebant qui principem in civitate locum
obtineret; hunc ait sectari eos solitos esse, prosequi, huius
omnibus dictionibus interesse sive in iudiciis sive in contionibus, ita ut altercationes quoque exciperent. Haec verba
in memoriam meam reducunt quae de se auctor in cap. 2
scribit, Marcum Aprum et lulium Secundum memorans,
quos ipse in iudiciis non modo studiose audiret, sed domi
superioris aetalis iuvenes laudat \

quoque
et

et in

publico adsectaretur, mira studiorum cupiditate

quodam ardore

iuvenili,

ut

fabulas

quoque eorum

et

disputa tiones et arcana semotaedictionis penitus exciperet,

Utroque loco Tacitus similibus


ut

cum

iuvene

qui

ilio

fere verbis

apud maiores foro

idcirco
et

utitur,

eloquentiae

parabatur
mente et cogitatione se ipsum quodammodo
comparet. Ex quo probatur quantum suae vitae atque usus
Tacitus in verba
inter

se

iniciat

virorum,

quos

in

Dialogo

facit

colloquentes.

Maternus quoque ad praeterita tempora animum

cum

admiratione ac desiderio quodam convertii, ad eam vero


aetatem qua libertas vigebat, cum magnam nemo potentiam
sine aliqua eloquenza consequi posset, plurimumque "splen-

dor reorum
starent

'

*.

et

Mirum

V. cap. 34.
V. cap. 31.

magnitudo causarum
fortasse videatur

eloquentiae prae-

quod Maternus, omnino


oblitvis

quae vehementer

Aprum

12

divino

et

quodam

spiritu inilatus

poetarum et carminum sibi


velut patrocinium assumens. de eioqucntia mine copiose
loquitur, eodem ardore et impetu quo Aper eam defenderat*.
Praeterea ab aequaliiim eloquentia Maternus non refiigere
videtur. siquidem ad Messallam conversus '\ corruptae se
eloquentiae causas exquirere affirmat, quas tractare ilie
antea

'

in

disputaverat,

"

paulo ante piane mitior et


eloguentiae temponim nostrorum minus iratiis .
Sed, ut alterius sermonis Materni vis manifeste appareat,
"
verba referre iuvat quibus cap, 27 conciuditur
Perge
et cum de antiquis loquaris, utere antiqua
inquit Maternus
libertate. qua vel magis de^eneravimus quam ab eloquentia
Haec quidem verba extremam Dialoigi partem mihi
totam collustrare videntur
ncque longe a vero erramus
cogitantes, cum eloquentiam Aper per se ipsam defendat,
qui eius voluptates senserit atque perceperit, Maternum
eloquentiam cum libertate coniungere, atque non tantum
corruptam eloquentiam quantum libertatem amissam lamentare Hoc maestitia eius verba replet atque levi quadam
mihi videtur, ubi scriptum
ironia, quae ex eo spirare loco
est quo modo... minimum usum... ars medentis habeat in
iis
gentibus, quae firmissima valetudine ac saluberrimis
corporibus utantur, sic minorem esse oratorum honorem
obscurioremque gloriam Inter bonos mores et in obsequium
regentis paratos ^ Quid enim opus esse longis in senatu
sententiis, cum optimi cito consentiant ? quid multis apud
populum contionibus, cum de re publica non imperiti et
multi deliberent, sed sapientissimus et unus? Si ad An. I 9
solitum

se

esse

dixerat

...

'

V.


mentem convertimus

"

Igitur ut

quae

olim plebe valida...

Romana quam

verso statu ncque alia re

hoc

13

Dialogo

si

sic

con-

uniis imperite!

ac subtilis ironia
est, in Annalibus (praecipue in libris I-\7I) graviorem animi
dolorem factum esse. Nihil pergit Maternus voluntariis accusationibus opus esse, cum tam raro et tam parce
pecefficimus,

in

tenuis

cetur, nihil invidiosis et excedentibus

modum

defensionibus,

cum

clementia cognoscentis obviam periclitantibus eat. Ipsa

mihi

in

memoriam redeunt quae de Claudio

Annalium libro *
eandem clementiam .
in

XI

scribit Tacitus

"et secuta sunt Claudii verba

in

denique Maternus, magna animi commotione affectus,


"
Credite, optimi et in quantum opus
est disertissimi viri...
quae verba cum Apri comparari
"
possunt ^
Vos vero, disertissimi, ut potestis, ut facitis,
illustrate saeculum nostrum pulcherrimo dicendi genere .
Ita

sermonem concludi!

Quae igitur ironia ceteris potest supra allatis argumentis adiungi, quo Dialogum a Tacito scriptum esse
clarius comprobetur.

Cfr. in

Ag.r.

exemplum.
*

V. cap.

3.

^Y. cap. 23.

{tarde

mitescunt,

cito

proveniunt)

idem

variationis

PARTE PRIMA
GENESI E PRIMO STADIO EVOLUTIVO DELLO STILE DI TACITO

Capitolo

DE ORATORIBUS

IL

Dopo

LA YARIATIO

aver mostrato l' importanza e il significato del


in sede
nel quale abbiamo trovato esposte

de oratoribus,

teorica e critica

idee

che poi

tica dello stile di Tacito,

ci

realizzeranno nella pra-

si

proponiamo ora

di provare,

mediante esempi concreti, come gi nel de oratoribus compaia a tratti il nuovo stile, e si ha l'impressione di scoprire
pi d'una volta, nello sfondo apparentemente ciceroniano,
di Tacito. Crediamo, cos, di portare un conil vero volto
tributo in difesa

della

tacitianita

del Dialogo, battendoci

proprio sul terreno che sembrerebbe pi propizio per


sostenitori della sua non autenticit, voglio dire lo stile.

Non che quanto

di

dell'espressione

non

noi,

anche da

altri.

tacitiano

e'

dal

punto

sia stato sentito e intuito,

Cito, per

tutti,

il

BoissierS

il

di

vista

prima

di

quale trova

una certa affinit tra il de oratoribus e le altre opere di T,


"
dans la vigueur des espressions, dans l'clat des images,
dans la hardiesse crer des mots et des tours nouveaux.

Or

continua

ces qualits que

il

la

critico francese

c'est

prcisment par

genie personnel d'un crivain se rvle;

plutt affaire d'habitude et d'ducation

le reste est

An-

*
Cir. la Notce del Bornecque, premessa a Tacite, Dialogue des orateucs...
Texte tabll par Henry Goelzer, Paris 1923, p. 5.

A. Salvatore

Stile e

ritmo in Tacito.


che il Pichon
maniera in cui
'

hci

18

osservazioni interessanti,

riguardo alla

"

au contraire de
Cicron. Tacite les fait vivre, aijir et parler devant nous et
l'on saisit dja dans le Dialogue ce sens de la ralit. ce
don du pittoresque et de la vie frappants dans les tableaux
des nnales . Giuste osservazioni, ma che rimangono
ancora allo stato d' intuizione, se non sono dimostrate,
scendendo sul terreno positivo e concreto. Questo noi
cerchiamo di fare nelle pagine seguenti.
T.

presenta

persona^^^i:

Fermeremo la nostra attenzione sulla variatio, argomento, questo, che avr ampia trattazione nel corso del
nostro lavoro. In de
verenfiae

est,

in

or.

55

nam

scritto

qu e m nemo

in condiscipulis nifil profectus,

nisi

ti

in loco nifil re-

aeque imperitus

pueri...

intrat;

audiantur :

una causale siamo ricondotti col


cambio di costruzione, ad An. II 88 f., ove
Graecorum annalibus ignotus, qui
detto di Arminio
sua tantum mirantur, Romanis faud perinde Celebris, du m
prima una

relativa, poi

pensiero, per

il

...

veler extollimus recentium incuriosi. In de or. 6 troviamo:

Sive

accuratam meditaiamque

profer

orationem,

quoddam... siue novam e t recentem cu r a


sine aliqua trepidai ione animi a 1 1 u l e r i
est

m
l

non
ipsa

u d o commendai evenlum : qui alla variatio


riguardante l'uso dei tempi e delle congiunzioni copulative,
aggiunge quella riguardante l' uso diverso dei termini
si

so

1 1 i

i t

(orationem... curam... Irepidatione...

sollicitudo).

Persona e genere del verbo variano in de or. 1 ncque


enim ila appellamus nisi anliquos, tiorum autem tem-

po rum

diserti...

vocantur;

cfr.

ffisl.

sed ambitionem

averseris, obtreclalio et livor pronis


accipiunlur. Al cap. 23 io leggo, coi codici,

scriptoris facile

auribus

ea, quoliens

causa p o sci

mittitur,

brevitas; lo Spengel, e

uberlas,

Cfr. Histoire de la Littrafure latine, Paris

ea, quoliens

con

lui

pe

r-

molti editori,

1897, p. 680


anche moderni, eccetto
ristabiliscono

il

19

l'Arnaldi, scrivono permittit e cos

parallelismo con poscit; non credo che ci

perch esempi di variatio stiamo


scoprendo e continueremo a scoprire e poi, a guardar
bene le cose, il passivo permittit ur ha una funzione diversa
dall'attivo poscit, va letto in altro tono, pi dimesso
cfr.
decm. 10 Sipcofibuerunt, nulla de eadem. re in

sia necessario, anzitutto

eundem consultano

sin

permissum...^

trovano anche nell'uso delle


congiunzioni
e. 24
quanto non solum ingenio a e spiritu, sed etiam evuditione e t arte (cfr.
Germ. 9,7 Lamenta
a e laccimas cito, dolorem e t tristHiam tarde ponunt); duplice variatio questa del e. 31 de bonis a e malis>
de fio ne st o et turpi (Seneca, invece, epist. 95, 5S ha
bona et mala, fonesta et turpia, iusta et iniustd).
Confusione fra particelle copulative e disgiuntive troviamo in de or. 15 f. ...longius absit ab Aescfine et Demostfene Sacerdos iste Nicetes et si quis alius... quam Aper
a u t Africanus a u t vos ipsi a Cicerone a u t Asinio recessistis: cfr. An. IH 46
...miles correptis securibus et
dolabris ...credere tegmina et corpora ; quidam t rudi bus
a u t furiis... prosternere.
Chiari esempi di variatio

si

Esempi di variatio nell'uso di congiunzioni disgiuntive


troviamo in de or. 5 f. quo propugnare pariter et incessere ve l in iudicio s i ve in senatu si v e apud principem possis (seguo, con 1' Arnaldi, la lezione dei codici). *
Degni di considerazione sono
seguenti casi, nei quali la
i

variatio

si

manifesta

ScorretterHa

stilistica

sotto

trova

il

diversi

aspetti

Yalmagqi (commento

e.

al

38

in.

ita

de oratoribus,

Torino 1923, n. ad l.) nell'espressione del de oratoribus, e. 8 gucd non a


principe accepednt nec accipl possit; giusto il confronto con Germ. 18
Quae nurus accipiant nirsusque ad nepotes referantur.
' In Tacito troviamo la variatio
seti...
sive
cfr. Hist. I 14 seti propria
electlone sive... Lacone Instante-, An. I 36 seu ni6il militi sire omnia concedentur; IV 56 in.; sive... seu troviamo in Germ. 34 sive adiit Hercules, seu
:

Quidquid...

- 20

ut omnia in foro, omnia l eg ib u s


omnia
a pud praetores gececentuc (ctr. An. Ili 1:2 f. in
curia... in foro... a pud s e n a t u m ... a pud iudices...); e. 11 t]^o autem, sicut in causis agend i s efficerc ali^uid et eniti fortasse possum, ita r e e i fattone tragoediarum...; e. 12 in. Memora... tantam... adferunt voluptatem... quod non in strepi tu nec sedente ante ostium li t i g a t o ce nec i n t e r s o rd e
ac lacrimas... ; e. 13 Non me f re m i t u s s a l u t a nt i u m
nec an6elans libertus excitet ; e. Il in. Quae cum
dixisset Aper acrius... et intento ore, re mi s su s
et sub ri de ns Maternus... ; e. -29. in. lentus est in
principiis. longus in narrationibus, otiosus circa excessus ; e. 2S in. A^a/77 pridem suus cuique filius... non in
cellula emptae nutricis, sed g r e ni i o a e s i n u matris educabatur ; e. O in. nec in auctoribus co g nasce n d i s nec in evolvenda a nt i q u i t a t e nec
in n o t i t i a m vel rerum... satis operae insumitur ; e. 34
Scitis enim magnam illam... famam non minus in dive r s i s su b s e 1 1 i i s parari quam s u i s : cos codici.
L'Andresen premette, a suis, in: a torto; ctr. infatti e. 31 f.
incidunt enim causae... q u i b u s iuris notitia desideratur,
pleraeque autem, in qu i b u s fiaec quoque scientia requiritur : anche qui. al primo quibus, il Meiser premette
in, per eccessivo amore al parallelismo che Tacito, sin dal
de oratoribus, in molte parti mostra di sprezzare.
Altri casi in cui si cercato di normalizzare il testo,
troviamo in de or. 6 f. nam ingenio quoque, sicut in agro ;

tamcn

quasi

tutti

gli

editori scrivono in ingenio

correttore del Leidensis, che

preposizione

mente

si

liberiate,
tia

ci,

a,

laddove

tutti

in
i

27

f.

codici

attiene alia loro lezione

in

premette

il

aggiunta del
al relativo la

Gudeman

hanno

giusta-

utere antiqua

qua vel magis degeneravimus quam ab eloquenquantunque in Germ. 45 f. sia scritto non modo

liberiate

sed etiam a servitute degenerant

1'

autore del

21

de oratoribus si compiace non raramente, come proveremo


meglio in seguito, di simili improvvisi mutamenti di costrutto. Mi sembra che abbia ragione il Srbom di osservare

e,

(o,

noi recati

49, n.

p.
"

3),

riferendosi ai tre ultimi esempi

quominus fngenfo

da

quibus pr
dativis et qua pr ablativo separativo accipiamus .
Volendo continuare la serie di espressioni variate, nel
de oratoribus, si potrebbero ancora ricordare
seguenti
casi
e,
56 f. cum testimonia quoque in causis publicis
non ab se nt e s nec per t a b e 1 1 a m dare, sed e o:

nihil

obstat...

et

ram

praesentes

et

opinov,

Demosthenem o

dicere cogerentur
r

at i o ne s

e.

37

inlustrant...

Non

in.

nec Cice-

ronem magnum oratorem P. Qu i n ti u s de f ns u s


aut Licinius Arcfias faciunt: Catilina et Milo anc illi famam circumdederunt (cfr. Agr. 41 in. Causa periculi non
crimen ullum aut querela
virtutibus princeps);
licentiae...

e.

40

Comes seditionum,

b s e q u i o, s i ne
a rro g an

ine

temeraria,
35

parla

(si

laesi

est

dei

im p tenti a

cuiusquam,

magna

illa...

sed

infensus

alumna

eloquentia

et frenati populi incitamentum,


e

s...

ve

i t

a te,

co ntu m a

Cfr., circa la struttura,

Cauci) Si ne
e u p i d it a t e
quieti secretiqu e..., Hist.

x^

Germ.
s

ne

9 exer-

Hordeonium Flaccum spernebit, senecta ac debilitate


pedum inv al i du m, s ine constantia, sin e a uct o r i i a te
ne quieto quidem milite regimen. N vorrei
passar sotto silenzio
passo del e. 5 non fercule lorica
et gladius in a eie firmius munimentum quam reo et
pe rie l i fa n t i eloquentia : significativi sono confronti
con Agr. 33 nam ut superasse tantum itineris... pulcUrum
ac decorum in f ro nt e m
ita
fugientibus periculosissima..., Hist.
30 f. nec est plus, quod pr ca e de
principis quam quod innocenti bus datur, An.
64
citus...

il

ad

locus...

bricus.
s

a nt

Il

d u m instabilis, procede ntibus lug


agmen opportunum ad insidias, defen-

b us

r a

iniquum.

mancano esempi d'espressione


quanto rii^uarda
uso degli as^gettivi
e. 29
fi i s t ri
n a I i s favor et gladiatorum e q u o r ii m q u e
studia; cfr. An. XII 51 Sed coniiix... fugam ob metiim
Nel de oratoribus non

variata, per

fi

1'

il e

alla variatio,

nobis satis
versias

nnis

mariti
la

sit

tueri

breve

et

ce

e,

in

et

caritatem

tolecavit

disposizione chiastica di
t

lo

quod spatium

et

proximo

fructus nec in

qui,

ej/ (cfr.

o n g u

temporis...

f,

contro-

perquam

XI 20 unde te-

An.

fuit;

oltre

e m.\ e. 10

nostri saeculi

va

fi.

XII 35 cuncta nobis

importuna

et suis in m e l i u s); e. 34 i. frequens


consuetudo contionum, s a e p e cognitae populi
aures (cfr. An. XII 39 Crebra 6inc proelia et s a e p i u s

in oculis

modum

in

latrocinii ;

ali quando per

XIV

in,

facetias).

crebris

l'ultimo perio.io del e. 31, che

criminationibus,

potrebbe

si

gi

infine

citare

abbiamo avuto occa-

i b u s...
in
plerumque, che si pu tranquillamente lasciare, coi codici, contro pleraeque, che la maggior parte degli editori adotta, a causa di plurimae che

sione di ricordare a proposito della variatio q u

qu

b u s

ora c'interessa

il

precede.

trovano anche nell'uso dei gradi


degli aggettivi: e. 14... et Materni laeta... au de nt i o r
et poeta rum... similior oratio ; 37 f. Nam quo saepius
siete rit... tanto alt i o r et e xce l s io r et illis nobilitatus
discriminibus. Qui si aggiunge anche la variatio q u o...
tanto; cfr. anche e. 6 in. Ullam t a n t a... opum... volup-

Esempi

tas

qu

di

Anche

variatio

si

spedare...

nomi propri si riscontrano esempi


i s p a n i
quotus quisque, cum ex
ne quid de Gallis nostris ioquar... ; cfr.

nell'uso dei

di variatio: e.

vel Asia,

10

Agr. 15 quantulum... transiisse militum.

nume reni ?

6e rm a

si sese

Britan-

iugum, il
n
non
Po e n i
passo famoso di Germ. 37 non S amni s
non fii s p a n i a e 6a 1 1 i a e v e ne Partii quidem
i

Sic

excussisse
,


saepius admonuere e

Ma rs
come

Quod

/...

Hist.

25
Ili

59

Campania

procedimento,

in.

erectus

mn
et
A mostrare

Sa

pvaevenisset.

i s...

cui primi sintomi ci parso di


de ovatocibus, sia man mano condotto alle
estreme conseguenEC, non sar inopportuno ricordare Hist.
Ga.ll i ae nutantes, pecdo2 turbatum 1 1 1 y r i e u m
I
mita Br it a nni a et statim omissa : coortae in nos S a rmat a r u m a e Sueborum g.entes,
14 .atsibi
cobur peditum... consanguineos G e emano s , Gali i as
idem cupientes.
Gli esempi sinora recati ci consentono di concludere
che ci sono piij fili onde collegare, dal punto di vista dello
stile, il de ovatoribus alle opere di sicura attribuzione tacitiana, nelle quali, come vedremo, l'uso della variatio
frequentissimo. Ma ce di piJ. La filologia
da sola
non
basta a comprendere un fenomeno letterario ed artistico
nella sua interezza. La nostra ricerca non sarebbe del tutto
esauriente, se all'osservazione del fatto in s non aggiungessimo lo sforzo di penetrare
mofivi che han prodotto il
fatto stesso. Questo criterio ci piace di applicare anche
nell'esame di un fenomeno stilistico d'indubbia importanza,
qual' quello della variatio : a cominciare, appunto, dal
Dialogo. Sar costretto a ritornare su alcuni esempi gi
sopra riportati, per riesaminarli da un altro punto di vista.
Nel cap. 28 Messalla, iniziando il suo discorso sulle cause
che hanno prodotto il decadimento dell'eloquenza, ricorda
bei tempi antichi in cui suus cuique flius ex casta parente natus, non in cellula emptae nutricis, sed gtemio ac
sinu matris educabatuv;
non in cellula... sed
g rem io a e sinu: variatio, dunque. Cerchiamo di
vedere da che cosa essa determinata se, cio, fine a
se stessa o mezzo, del quale lo scrittore si serve perch
vuol prospettare le cose in modo diverso, esprimere un suo
sentimento se solo un fatto tecnico, o non deriva, invece, da un'esigenza spirituale. Io ritengo che lo scrittore
il

cogliere nel

24

abbia qui voluto presentar le cose su di un piano senticon mezi normamentale diverso: in cellula esprime
cosa materiale
tratta
di
si
in
luogo
lo stato
lissimi

"

non veniva allevato

zolata

porta

in

nella celletta

un' altra

una

di

gremio ac sinu

r espressione

maln's,

invece,

sentimenti

di idee e di

sfera

nutrice prez-

non

ci
il

luogo soltanto, determinato, preciso, ha voluto indicare lo


scrittore, ma qualcosa di ben pili inlimo, e si servito di
una costruzione, si direbbe quasi, affettiva. L'ablativo semplice racchiude in se una quantit di valori inesprimibili,
ha qualcosa di poetico penso a due passi del primo libro
deWnneide, v. 685 ut cum te gre mio accipiet laetissima
Dido e 71 s fiaec loto pectore Haeret et interdum g re m i o
fovet inscia Dido. La lingua e lo stile del Dialogo non
;

son privi d'influssi e suggestioni virgiliane.


In de or. 22 in, l'espressione c/rca e^-ce^uj molto pi
colorita rispetto a lentus... in principiis e longus in narrationibus : il circa allarga l'immagine ed esprime, quasi,

compiaciuto attardarsi dell'oratore nelle sue digressioni.


Ma, oltre agli esempi sinora ricordati, un'altra serie di
passi merita di essere considerata, nei quali si nota la vail

maniera
sembra che abbandoni,
riatio circa la

di costruire

ad un

il

periodo. Lo scrittore
1'

tratto.

ordine

iniziale e,

quasi sopraffatto da un'altra idea che vuole balzare alla


rompe la costruzione seguendo, inaspettatamente,
luce,
un'altra via.

Questo procedere per piani

diversi,

rotti, caratteristico del periodare tacitiano,

inter-

come dimo-

abbondantemente in seguito tracce di esso si


gi nel de oratoriin misura non piccola
trovano
bus. Si tratta, a volte, di una spezzatura leggera ma, ad

streremo

ogni

modo,

significativa. Si confronti, infatti, e.

quamquam

ingenio quoque, sicut in agro,

atque elaborentur,

t i

sponte nascuntur.
che tamen, dopo

il

quoque,

ra

i.

nam

alia diu serantur

me n

q uae

sua

Osserva l'Arnaldi (o. e. p. 16)


"

porta nel periodo una lieve


Spezzatura,

come ad

25

un cambiamento di tono,

indicare

diventato qui, quasi nell'assaporare la gioia, di una mage. 10 Nec excusatur offensa necessifudine
giore intimit
-,

offici i

aiit fide advocationis

foduitae

impetu : me d i t at u s v i d e
potentiam fregi : 6 o d i e si

quid

subitae

dictionis

eli Ego

autem...

et
;

in

n o b is n o titiae a e no mi ni s est...:\ codici non hanno,


dinanzi a fodie, Yet che primo il Lipsius aggiunse e con
per stabilire la corrisponlui tutti gli editori, che io sappia
ingredi
famam;
ma ha ragione il
denza col precedente et
Srbom (o. e, p. I2)di sostenere che l'/ inutile; c' una
pausa dopo fregi, s che fiodie va pronunziato con forza;
Vet che precede ingredi ha valore di etiam. La mancanza
di et, prima di 6odie, crea nel periodo una di quelle incrinature che frequentemente si trovano nei discorsi di
Materno: cfr. infatti e. 12 faec eloquentiae primordio,
faec penetraiia ; hoc primum habitu cuituque commoda

mortalibus in

casta

illa

et nullis

contacta

pectora

vitiis

a e u la loquebantur. Interessante
la struttura del periodo che precede immediatamente
tantam mi6i adferunt
(e. 12 in.): Memora vero et luci...
voluptatem, ut Inter praecipuos carminum fructus numesed secerem, Quod non in strepitu... componuntur,
dit animus in loca pura...: qui c' la spezzatura, dopo componuntur, e la ripresa {sed secedit animus) sembra portarci su di un tono diverso, che sottolinea
influxit

-.sic

e seconda

1'

idea

di

tranquillo

raccoglimento,

espresso

Un analogo mutamento di tono


ambito di uno stesso periodo, tro57 non quia tanti fuit rem publicam malos

dalle parole di Materno.

e di prospettiva,

viamo

nel e.

ferre cives,

nell'

oratores haberent,

ut...

sed... quaestio-

nem meminerimus, sciamusque...

{eh. Agr.

non quia intercedendum putem imaginibus... sed, ut


mo r hominum, ita simulacro v u It u s
talia s u nt .); e. 40 Non de otiosa... re loquimur et

46

vultus

sed est

magna

il la et
a a l u m n a l i ce n t i a e ;
Sam quo modo nobiles equos cursus et spatia probant,
sic est a l i Q u i s o ra t o r u m campus...; 41
Quo modo... minimum usus... ars medentis tiabet in iis

Quoe... mcdestia gaudcat,

n
39

a b il

est

o q u en

quae firmissima

gentibus,

nor

ra to
Inter
o

t i

valitudine...

sic mi-

utuntur,

m 6o n o r obscuriorque gloria
bonos m o r e s
E sempre Materno
u

che parla il suo interesse per l'idea espressa in quella


che abbiamo chiamato ripresa del periodo si tratta di
vere e proprie svolte pi o meno improvvise, che si fanno
notare da chi legge attentamente sembra che il filo iniziale
si
perda ad un tratto, e che il nuovo pensiero che s
:

presenta

neque ocatoris
est orato r,

vis...

finale del

omni

quaeslione...;

temperatus

volo...

quae... usibus suffciat,

21

f,

30
i

Ocatio

qua non eminent venae

est in

membra

a n g u is imp let
22 Ego autem oratorem...

e.

sed

angustis... terminis cluditur,

qui de

autem... ea demum puledra


nec ossa numerantur, sed

pellectile,

voglia

il

erompere
legami con quanto detto

scrittore

si spezzano quasi
ancora
caso
del periodo

isolatamente

prima.

dello

fantasia

alla

et

ae

bonus

exsurgit tori s...;

non ea solum instrui sused sit in appa-

Periodo
u s et a u r u
et g e m m a e
evidentemente spezzato anche questo del e, 32 Si testes

ra t u

desiderantur, quos potiores


nem... ? et

per

nominabo quam... Demosffie-

piani

l'

uno

verr chiarito meglio

periodare tacitiano

denza

Cicero 6is... verbisrefert:

cede sempre

come

il

all'

in

altro

si

sovrapposti.

pro-

Qui

seguito l'essenza del

de oratoribus rientra

in

questa ten-

stilistica.

Sotto questa luce vanno considerati anche alcuni pesi succedono, accavallandosi quasi,
diventa
contorta. Val la pena di
forma
in modo che
l'inizio del e. 19, chela
ricordare
a questo proposito

riodi, nei quali

pensieri

la

27

ritenendolo corrotto, ha cermaniere


e che invece, trascritto
cato di correggere
com' nei codici, rappresenta un'altra conferma a quanto
stiamo notando circa lo stile del de oraton'bus. dunque
leggere
Nam quatenus
ed anche metodico
prudente

maggior parte

degli editori,
in tutte le

antiquorum admiratores unc velul terminum antiquitatis


constltuere solent, qui usque ad Cassium, quem reum faciunt, quem primum adfrmant flexisse ab ista vetere atque
dlrecta dicendi via, non infirmitate ingenii nec inscitia litterarum trnstulisse se ad aliud dicendi genus contendo...
Tale periodo, come tanti altri precedentemente esaminati,
diviso in due parti la prima, da nam quatenus a via,
la seconda, da non infrmitate a contendo. Anche qui, abbiamo il sovrapporsi di un'idea a un'altra null'altro che
;

questo; l'autore sembra che

modo

si

dimentichi, via tacendo, del

ha iniziato il periodo, incalzato da un altro


pensiero, e lo esprime con immediatezEa, senza curarsi di
ben legarlo con quanto precede.
Che il periodare del de or. sia sempre simmetrico o, comunque, sempre rispondente ai canoni ciceroniani, soltanto
un pregiudizio, che va sfatato; e la costituzione del testo
non pu non tener conto dei criteri nuovi onde va guardato
in

cui

lo stile del

de oratoribus, spesso cos lontano dal cicero-

Credo opportuno confronto con seguenti passi, sui


15-16
Hist.
quali avremo motivo di ritornare pi innanzi
(parla Galba) ed Augustus in domo successorem quaesivit,
ego in re publica, non quia propinquos... non fabeam,
se d ncque i p s e i m p e ri u m ... a cce p i, et...;
ncque enim iic... certa dominorum domus... sed impera t u rus...; 29 (parla Pisone)... non quia... tristiorem
casum paveam...: p a t r is... v i ce m do leo ; 83 (parla
Otone) ncque ut adfectus vestros... accenderem... ncque ut
niano.

il

...

cofiortarer...,

sar bene,

il

sed veni postulaturus... A

motivo che determina

la

variatio

il

pen-

medesimo:


il

2S

voler porre, cio, un concetto

ad un altro.
La tendenza,

con scorci

rompere

seguenti

la

un'

nostro Dialogo, a

in.

con

lettore

tendenza,

la

fantasia e

la

inculcare

im-

trapassi

insomma,

un

meglio

usando una costruzione

diversa, provata dagli esempi

immagine

e,

taglienti,

il

monotona simmetria, a

pensiero, scuotendo
sintattica

mai^,jior risalto rispetto

rilevante, ormai, nel

variare l'espressione, a colpire


provvisi,

in

Magna

eloQuentia

...

materia alitar et

mctibus excitatur et urendo clarescit ; materia, motibus,


urendo : qui la van'atio d luogo ad una xXtia^ che
mi richiama alla mente un passo del 1. XV degli Annali
(e. 38). ove descritto l'incendio di Roma: Impetu pecvagatum incendium plana primum, deinde in edita assurgens
et cursus inferiora

Spesso

uno

periodo

stesso

populando...

tornando
si

al

de oratoribus

avvicendano pi

nell'ambito

particelle

di

(pronomi

o avverbi) dal suono diverso di questo improvviso, a volte


brusco mutamento di suono - esempi di variatio anch'essi
l'autore del Dialogo mostra di compiacersi. E non inopportuno aggiungere che tali passi appartengono, per lo
pi, ai discorsi di Apro e di Materno, caratterizzati, anche
in tal modo, nella loro maggior foga e impeto oratorio
ingentis clafi i n e
e. 10
Sentio Quid responderi possit
;

f.

mores,

ex is

adsensus,

6aec

in ipsis auditoriis... lau-

daci ; 12 Haec eloQuentiae primordia, fi a e e... fi oc...


sic oracula loquebantur; 23 sed vobis... versantur... isti,
Qui... Quibus... Qui; e pi innanzi: Nam et te, Messalla, video... et vos...
ita gravitati sensuum nitorem
...

miscetis,

ubertas,

e a
a...

electio inventionis,

brevitas,

tentiarum planitas

bectatem
Cir.

est,

temperatis,
Germ. 18

f.

is

ordo rerum,

e a...

sen-

sic exprimitis adfectus, sic

ut...^

Hoc

is

compositionis decor, e a

li-

(periodo interessante perch vi

iuncti boves...

fi

e...

fi

e...

Sic vivendum.


troviamo

ad espressioni
hanno l'impronta della

coesistenza, accanto

la

concinnitas, di altre che

29

come

nel

Bnttum non

ma

g n

l i

passo

i t

pliciter et ingenue
occupatus...

que mque
cipimus;
quisque

plus... poterai,

ne e invidia,

iadicium... detexisse;

della

avbitvoc

solum...

sed

m-

q.uibus

9.9

tanto

fa e

i I i

...

tanto

magi

principes gratiae, plus auctoritatis

apud plebem parabant^. Hi

patres, plus notitiae...


telis...

25

e.

animus q u a n tu ! u m loci... q u o t u m
invenies qui... q u o s alios... sevmones e x 36 quae singula... videbantur, quia quanto

plus apud

tanto

del

variatio:

ancor saldo,

variatio che s'innesta sul tronco,

la

concinnitas,

cui c'

in

redundabant,

fi

reverebantur,

fos...

s...

apud
clien-

colebant,

6 OS... videbantur... fi i ... erant... (nel periodo immediatamente precedente, troviamo, per: 6inc teges... finc... finc...
finc); cfr. Germ. 13 Haec apud illos toga, file primus
onos, ante 6 o e... reipublicae e, pii sotto, 6 a e e dignitas,
in. Ceterum... repetendum videtur,
vires..., Hist. I 4
fi a e
qualis status urbis, quae mens exercituum, quis fiabitus
provinciarum, quid... validum, quid aegrum fuerit...
Anche per quanto si riferisce alla collocazione delle
parole, l'autore del Dialogo tradisce una tendenza alla
variet; egli, che pur conosce perfettamente le regole della
concinnitas, ne sente anche la monotonia; si direbbe che
cerca di raggiungere un'armonia di suono, invertendo
disposizione simmetrica dei vocaboli. Si legga infatti

Ad

voluptatem...

non

uno...

momento sed

sic pereundum. Circa


20
ne

eloquentiae

cuius

transeo,

omnibus

d iebu

s et

Cfr.

pi s...

cobustioribus adsig.nantuc;
iam prldem probafls adgregantur.
Agr.

tanto

tanto

m ai o

in.

a e

rapporti, d' altro genere, fra de o. e Germ., cfr. de e.


Germ. 16
;

contcoversiae

ri b u

iucunditas

caemento et informis teg.ulis exfruimtur


caementocum quidem apud illos aut tegulacum usus
non rudi

f.

e.

la

r...

malore... plus; Yl 34

mai or...
tanto
f.

plus; Germ.

quanto...

gratiosior...

Germ. 13

An. Isi

f.

de

rob
20

lY IS

f.

o. 35
u sfio-

quanto

quanto


prope omnibus
mostra

fi

e r

un

possedere

di

50
i

conti ngit:

orecchio

l'autore

i.}u\

musicale finissimo:

voluptas eloquentiae sottolineata, provata e fatta

la

pro-

dolcezza del ritmo; e. 9 quanto... pulcfjrius...


suum g e n i u m propiti are, suam experi r i liberalitatem; e. 12 Nec ullis aut gloria
maior aut augustior honor (siamo al primo, ispirato divare attraverso

la

scorso di Materno);

13

in.

Ac ne fortunam quidem

comparare timuerim e u

m inquieta

torum

anche

tum

vita

inquieta... o.

...

Non me f re

libertus
praeparatio
et

i t

e.

variatio

steterit

vatum...

r a fortunam va-

19

a o

a n

t i

nh

nec a

an

lam vero longa principiorum

etnarrationis alte repetita

s e r

e s

argumentorum
Nam quo
e simmetria si disposano), 37
tamquam in ade quoque plures et intulerit

multarum diuisionum

saepius

la

pi innanzi, ancora Materno, dir:

v.;

excitet);

gradus (variet

ostentatio et mille

f,

ictus et exceperit;
"

noti

(si

et a n x

osserva l'Arnaldi

(o.

e, ac^

/.)

a proposito:

caratteristicamente tacitiano l'ordine delle parole

e cita

Agr. 33 inventa Britannia et subacta, 6erm. 2 aut incfioatur

luna aut impletur, Hist. I 47 omisisset offensas an distulisset,


An. II 38 sive indulserint largitionem sive abnuerint.
Ma ancora pi caratteristicamente e chiaramente tacitiana

la

struttura

del seguente periodo del

est in principiis... otiosus circa excessus; tarde

raro

incalescit;

lumine

pauci sensus opportune

terminantur: struttura

et

e.

22 lentus

commovetur,

cum quodam

trimembre, molto

vicina

questa di Agr. 12

solum praeter oleam... patiens frugum,

fecundum; tarde

mitescunt,

utriusque rei causa multus


alla

cito

proveniunt;

6umor terrarum

somiglianza di struttura c' anche,

tra

eademque

caelique; oltre

due

passi,

una

pi stretta somiglianza nell'uso della variatio {de o tarde...

raro; Agr., tarde...

cito).

meditazione del letcollocazione delle parole

Mi piace inoltre sottoporre alla

tore

in

riferimento, sempre, alla

51

suono che ne deriva


Sic Catoni seni comparatus

e all'armonia di
del

18

e.

politiov

Gcaccfo

uberiov, sic

et

et

seguente periodo

il

6racc6us plenioc

C.

ornatior

Crassus, sic

utroQue distinctior et urbanior et altior Cicero, Cicerone


mitior Corvinus et dulcioc et in verbis magis^ elabocatus.
in arte. E un passo
Il giudizio letterario si qui risolto

d una visione esatta della prosa


del de oratovibus. Ogni membro ha una struttura diversa
dal precedente un crescendo da sic Catoni a Cicero (si
noti il passaggio da due comparativi, ptenior et u., a

significativo, questo, e ci

dopo

che sta al culmine


con una nuova
della
disposizione degli aggettivi {Cicerone mitior Corvinus et

tre

distinctior et u.

et

a);

Cicero,

parabola, un abbassamento

di tono,

dulcior...).

La prosa del de
prosa tacitiana;

ma

ciceroniana, consiste

non ha ancora

o.

la

mettendo da parte

ormai assodato in una


stile,

chiaroscuri della

novit di quella prosa, rispetto alla


la variatio, fatto

dolccHEa, saporosit e densit di

che Cicerone non ha. Chi voglia controllare tale nostra


dopo aver meditato il de oratoribus,

affermazione, rilegga,
il

primo

de oratore

libro del

E potr

di Cicerone,

aver valore di simbolo, a penetrare la differenza tra


prose, il confronto che suggeriamo tra de oratore I
\

i5,

f.

due

6,

20,

Cicerone, nel secondo dei

fa dire a Crasso: Quamobrem si quis univerpropriam oratoris vim definire complectique vult,
orator erit mea sententia 6oc tam gravi dignus nomine,

passi

sam
is

64 Q de oratoribus 30

forse
le

qui,

citati,

et

quaecumque

res inciderit,

E un esempio

rotondo, armonico,

tipico

in cui

composite et
actionis etiam di-

prudenter

cum quadam

ornate et memoriter dicet


gnitate.

...

et

ciceroniano,

periodare

del

domina sovrana

la

legge della

concinnitas. L'autore del Dialogo, invece, cos fa esprimere


Messalla, ammiratore di Cicerone

omni quaestione
apte dicere

pulcfre

pr d i g

i t

et

a te

...

is

ornate et

est orator,

qui de

ad persuadendum

rerum, ad

t i l

it

ate m


temporum, cum
si

c'

f;

e.

la

dir

51

nesto

et

anche

up

audientium
ma

l'ottima clausola tinaie,

c'interessa

vo

32

che

ancora Messalla che nel


(adibus) de bonis ac malis, de 60-

de iusto

turpi,

pos-

variatio (

triplice

in q.uibus

c' anche

et iniusto

qui. lui ciceroniano,

la

dispiitatur,

rompendo

simmetria tanto rispettata da

Cicerone.

direbbe che

Si

critiche

(le

la

prosa ciceroniana un po' generica

mosse da Apro, in fondo, come ossersono giuste), come generico, astratto e


tipo di oratore che nella sua fantasia vagheg^^ia.
a

lui

vammo

altrove,

ideale

il

L'autore del Dialogo, invece


dire

Tacito

vivendo

in

un'

potremmo
epoca

tranquillamente

in cui

molte idealit

non contemvede gli oratori, che si succeepoche diverse e sono pi o meno fortunati, a

crollavano ed altre

al

loro posto sorgevano,

pla un ideale astratto-, egli

dono

in

seconda dei tempi. Nella realt Tacito fgge il suo occhio


acuto, ed anche la sua prosa, dico la prosa del de oratoribus, non generica e incolore, ma varia, come la
realt stessa, che mutevole. Questa dilerenza spirituale,
rispetto a Cicerone, che pure
suo modello, si concretizza nella grande variet della prosa del de oratoribus.
La variatio non soltanto un fatto di pura tecnica;
il

invece l'espressione,
spirituale. Alla

in

arte, di

un'esigenza di carattere

luce di queste considerazioni e dell'analisi

si pu ora meglio capire


Cicerone
Apro d su
(ce. 22 e 23) e, soprattutto, il significato profondo della sua affermazione
circa la dote che deve, tra le altre, possedere 1' oratore
variet compositionem (e. 22 f.).* E crediamo anche di aver
dimostrato
con prove sufficienti
quale valore abbia il
evoluzione
de oratoribus per comprendere e spiegarci

fatta
il

nel

corso

di

queste pagine,

giudizio che

l'

dello

stile

futuro di Tacito.

Cfr. qui innanzi,

p.

5.

JJ

Ma
ancora

Dialogo, se non ha

il

chiaroscuri,

come

diceva sopra

si

giochi sottilissimi di luce e d'ombra

proprii del Tacito maturo, ha pur esso un fascino nei passaggi, a volte improvvisi,

ad uno

vibrante,

dopo

legga,

rum

da un tono impetuoso, acceso,

dolce,

pij

finale del e.

il

calmo,

pij

38

(.,,

postquam longa tempo-

quies et continuum popult otium et assidua

maxima

tranquillitas et

parallelismo e

che

r inizio

pace
il

di pacifico e di riposato

del

59

e.

calma dei tempi,

e la

nam quo

salvo a risollevarsi,
si

ma

trovavano

tempi

nei

nuovi,

non piij la
cause che han prodotto

le

si

agita;

Poi di

quannuovo sembra che la voce

a res

velut in solitudine

fumilitatis putamus...

antichi oratori

gli

est...

pido mutar

di tono,

Non de

il la... e

Oratori autem cla-

Ed

appunto

che rientra l'esempio

in

questo ra-

di variatio gi

otiosa et quieta re loquimur... s e

lo

agitur).

qualia... antiquis oratoribus con-

tingebant, cum... cum... cum...

ricordato

insi-

ricordo della ben diversa situazione

al

more plausuque opus

magna

e'

solleva,

Quantum

detraxisse...

abbassi (da
cui

si

lungo

il

esprimono bene

dell'eloquenza stanno dinanzi agli occhi e alla

declino

tum virium

in

tono

il

fantasia di Materno:

si

del ritmo

la serenit

senatus

ipsam quoque

principis disciplina

eloquentiam sicut omnia depacaverat), ove


stente

quel

smorzato. Si

piij

que nt

alumna

l i

d est

cent iae...

Quel che prima poteva apparire soltanto un fenomeno


tecnico, ora s' illumina di una luce diversa.
Crediamo di aver trovate^ la via giusta per inserire,
anche da questo punto di vista, la variatio del de oratoribus

in

nima

stessa

un'esigenza che

A. Salvatore

emana

di Tacito,

Stile e

litmo in Tacito.

dalla psicologia e dall' a-

Capitolo

II

AG RICOL A

L'

li
de cratoribus non rimane isolato, nell'ambito della
produzione tacitiana. Molti atteggiamenti stilistici di questo
scritto sono stati da noi avvicinati ad altri, simili o quasi,

Ma

del Tacito maturo.

se finora

abbiamo cercato

dimo-

di

che la ciceronianit del de oratocibus spesso s' incrina, si rompe, e nuovi germi sbocciano e si elevano
dall' iumus ciceroniano, adesso vorremmo chiarire sino a
che punto, nelle opere successive, lo stile del de oratoribus
strare

si

fa

ancora avvertire, sino a che punto

e perch

In altre parole, pur rimanendo


che gi nel de o. in atto la ribeldi Cicerone, il che stato esaurientemente

Tacito se ne allontana.

sempre fermi
lione allo

provato,

nell'idea

stile
si

di

tratta

vedere, ora,

il

progressivo formarsi

ed evolversi dello stile di Tacito. Gi nel Dialogo Tacito


ha stampato, chiaramente e indelebilmente, la sua orma
;

non a torto, forse, abbiamo voluto trovare in quest'opera


un documento interessantissimo donde partire per com-

prendere
liamo.

e,

direi quasi, giustificare l'evoluEione di cui par-

Cercheremo

di contatto

oratoribus e
e nuovi

tra
i

1'

di

essere

Agricola

qui

punti in cui Tacito

orizzonti

si

mostrando
cominceremo

obiettivi,

di

punti
\\

de

prosegue per altra via,


opera
la sua

aprono ad illuminare

problema grosso, fondamentale, questo si nota,


il
distacco enorme che, dal punto di vista
dello stile, separa il de o. dal resto dell'opera di Tacito;
futura.

Il

generalmente,


ma, giustamente,

1'

35

autore di un antico lessico tacitiano,

il

che spesso a mala pena riconosciamo,


neir Agricola, lo stile degli Annales. E nessuno dubita che
r Agricola appartenga a Tacito. Ma l' Agricola rappresenta,
spiritualmente e stilisticamente, una tappa immediatamente
successiva al Dialogo. Cominciamo a vedere che cosa v'
di comune tra queste due opere. Tralasciando di notare
Boettlicher, affermava

le

somiglianEe

dovute

alcuni

di

al particolare significato

vocaboli, o a costruzioni sintattiche analoghe, o anche ad


identit

di

sostanza, di

sentimento e di pensiero

queste, indubbiamente importanti,


dalla nostra indagine

alcuni brani, in cui

ma

che

ci

cose,

distrarrebbero

soffermiamoci per ora a considerare


1'

arte

di foggiare

vicina a quella del de ocatoribus:

il

periodo molto
ponti che

son questi

uniscono 1' Agricola al Dialogo,


in un suo articolo sulla prosa metrica
Il Bornecque,
e il Dialogo degli oratori (in Revue de pMologie, XXIII,
pp. 334-42), ha confrontato le clausole metriche di quest'ultimo con quelle dell' Agricola e della Germania e, osservando che r autore del Dialogo e Tacito conoscevano le
leggi della prosa metrica, senza per applicarle, ha conil
de oratoribus appartiene all' autore delle due
monografie che sono, tra le opere dello storico, le pij vicine all' epoca di composizione del Dialogo. Agli esempi
recati dal filologo francese, altri se ne possono aggiungere.
L'inizio dell' i4gr., dal tono indubbiamente oratorio, ci ri-

cluso che

porta

periodare largo e spesso abbondante

del de o.:
Clarorum virorum facta moresque posteris tradere... ne nostris quidem temporibus... aetas omisit,
quotiens magna
al

Il
e. 4 interessante, oltre perch vi sono periodi dalla struttura clasanche per le abbondanze stilistiche: es. incensum ac flagrantem animum ;
sublime et erectum ingenlum ; palcfiritudinem ac speciem magnae excelsaegue
glorine; pi sopra bonam integramque naturam; sedem ac magistram studiorum. Osserva il Rabaud (nel!' o. e. del Goelzer, p. 88, n. 4) " dans le
prologue, dans les harangues, dans la proraison apparali un ressouvenir
de la priode cicronienne ,.
*

sica,

:>o

qUqiiq ac nobilis virtus

magnisQue
diam.
13

Si noti

anche

seguenti brani

altri

Igitur...

ac supecgressa est vitium pacvis


ignorantiam recti et invi-

vicit

civiiatibus comnnine.
la struttura
:

e.

Revectentem... cui destinarat

in.

25

tcadi disse;

perfettamente classica degli

Ceterum...

riodo lungo, ricco di parallelismi


modo...

modo

tinc...

compararentur

simili... simii! ; sua...

(pe-

suos;

Hinc e terminante con clausola eretico-

27 At Britanni non uirtute se

victos, sed occaex adrogantia remittere, quominus tuventutem armarent, coniuges ac liberos in loca tata
transferrent, coetibus... conspirationem civitatum sancirent;
44 f. Nam, siculi... exfausit; 45 praecipua... muniebat.

trocaica)

sione et arte ducis

Tu

amissus

vero...

rati,

est;

nifiil

4 Id

tliae

quoque uxorique prdeveneravi, ut omnia

memodam

cp<^nm, sic patris, sic mariti

facta dictaque eius secm rvlvant,

focmamque ac

figa-

ram animi magis quam

crpris cnplctntr, non quia


intercedendum putem imaginibus, quae macmore aut dece
fngntr, sed, ut vultus tominum, ita simulacra... mortalia
sunt, forma mentis detrn, quam tenere et exprimere non
per alienam materiam et arlem, sed tuis ipse mdbCis psss.
Questo stile ciceroniano, direi, d' un ciceroniano, quale

per
si

ha mostrato

T.

osserva

sunt)

la

di essere

lieve spezzatura

poi, la vaciatio

e,

[per alienam

moribus), bisogner concludere che


e
ci

stile

ciceroniano

dell'

Agr.

gi nel de o.

stile

materiam...

illuminano a vicenda

si

se

tuis...

ciceroniano del de

ha aiutato a comprendere e a valutare la


Nelle due opere, la stessa maniera

il

de

o.
o.

ciceronianit

di Tacito.

una propria impronta, pur nell'imitazione


modello:
prio

infatti,

[non quia... putem... sed...

la stessa

maniera, cio, di opporsi

quando sembra che

l'

un grande
modello pro-

imitazione sia perfetta. Qui

legame che unisce X Agricola


evidente

al

di lasciare

di

al

de oratoribus mi

il

sembra

'

* Interessanti sono le osservazioni dell' Arnaldi {Due capitoli su


Tacito,
Napoli 1945, pp. 65-64) sul finale dell' /l^r/co/a. Val la pena di trascriverle.


Ma
bativi,

57

sono altri punti


due opere.

ci

contatto, ugualmente pro-

di

tra le

Com'

trovano due discorsi dipronunciati l' uno da Calgaco, duce dei Britanni
retti,
(ce. 30-52), r altro da Agricola (ce. 35-54). Son discorsi di
una certa estensione. Tacito sente ancora la gioia dell' o noto,

ratoria, e sfoga

nel!'

Agricola

si

questa sua antica passione

brevi capitoli. S'intende che

in

cinque non

quanto a contenuto siamo

ben lontani da quello dei discorsi tenuti dai vari interlocutori del de o. Ma a noi qui interessa lo stile, anzi, un
elemento fondamentale dello stile, il ritmo. L' Ullmann ha
mostrato che la tendenza metrica a base eretico-trocaica
^

seguita, come sa
ha in questi

dai calcoli dello Zielinsbi ^ da Ci-

si

cerone

due

discorsi dell' Agr., e pi nel

de

oratoribus, un certo sopravvento sulla tendenza spondaicodattilica.

Dunque, anche

la

prevalenza di determinati

tipi

di clausole, nei cinque capitoli sopra citati, ci consente di

collegare V Agricola al de oratoribus. Del resto, basta co-

minciare

leggere

il

e.

50

per

convincersene. Cito, dai

ce. 30 e 31, le clausole finali dei periodi:


(30) classe

romana

-u y^

ignavis tutissima sunt


inviolatos

6abebamus

modestiam effugias

j_ _l

-^

ww

-i-

w-^-

^w

-^

O '^ w

-j-

perch vi prospettato, da un punto di vista ideale, il rapporto tra .4gr. e


de e, che noi stiamo esaminando da un punto di vista stilistico: "C'
nella chiusa dell' Agricola il tono dei discorsi di
Materno nel Dialogo,
pi sereno che lieto... Il richiamo tanto pi convincente, in quanto
l'ispiraaione ini2iale viene a questi due ultimi capitoli proprio dalle pagine...
di quel De Oratore (III 2) che costituisce indubbiamente il principale modello
del Dialogo. La sospetta oratoriet di quest' ultimo trova... la giustificazione. ..
nella persistenza dell' interesse per un libro di teoria retorica anche nell'opera
che segna ormai l' inizio della sua opera di storico .
^
Cfr. Les clausules dans les discoucs de Tacite: Symb. Osi., fase, supplet.
lY, Serta Rudbergiana, 1931.
Cfr. Das Clauselgesets in Clceros Reden, Leipzig 1904 e Der constructtve
Rfi:^t6mus In Ciceros Reden, Leipzig 1914.

3S

concupiscunt

-1.

^^

-i

pacem appellant

-2-w-!--^wOww
^ v^ ^
V^

(31) carissimos esse voluit

tospitum polluuntur

ccntumelias

-i

conteruntur
\^

pascit

cctidie

\^

^ V^

V_y

reservemur

exercenJis

suspedius

eo

-i- -i-

gloria carissima est

seposuerit

Ma
ad

l'eloquenza

parte

es.,

come
Messalla

di

tenuto presente

il

dati nel e. 53 del


sallustiana, forza
di spunti,
vitias,

come

Calcalo

di

dicevo, molto
:

pi

ritmo

diversa

clausole a

dall'eloquenza,

spezzata e nervosa. Tacito ha

discorso che Catilina pronuncia

ai sol-

b^llum Catilinae. C', in questa orazione


di pensiero, non senza qualche arditezza
li
dove Catilina dice memineritis vos di:

decus, glon'am, praeterea

Ubedatem atque patciam

in

punto culminante del


;
si nota
discorso di Catilina. Sallustio non va pi in l
nella frase la tendenza a mettere sullo stesso piano concreto
ma Sallustio non giunge al tacitiano Nos
e astratto
terrarum ac libectatis extremos recessus ipse ac sinus famae
in hunc diem defendit ; nunc terminus Britanniae patet,
atque omne ignotum pr magnifico est {Agr. 50). Le interpasso sono
critici hanno proposto per
pretazioni che
dextris vostris portare

questo

il

il

ed questa una prova della sua

varie,

dello

do

stile

di Tacito, denso, espressivo,

difficolt

che

si

difficolt

va coloran-

di poesia.

Tacito per ha tenuto presente Sallustio non soltanto nel


discorso di Calgaco, stato sostenuto che, come, nel de
o.,

Tacito ha imitato Cicerone, cos,

Sallustio.
scritto

Chi

legga

tacitiano risente in

sticamente e

ndV Agr., ha

imitato

attentamente l'Agricola, nota che lo

modo

chiaro e continuo, lingui-

stilisticamente, l'influenza

di

Sallustio

di

39

Livio. Ecco sorgere la necessit, per noi che stiamo studiando l'evoluHione stilistica di Tacito, di gettare per ora un
rapido, sintetico sguardo sull'opera sallustiana. per coglierne
alcuni aspetti stilistici che ci aiutino a comprendere tale

evoluzione.

problema dell' imitaEione sallustiana di Tacito stato


da pij d'uno studioso ma n lo Schnteld ', n
il
Wlfflin ^ n altri, che io sappia, hanno considerato lo
in funzione delstile di Sallustio
o alcuni aspetti di esso
l' evoluzione
stilistica di Tacito. Si potrebbe per andare
pi in l. Io penso che influenze
dal punto di vista dello
stile di Sallustio su T. non si possano escludere, a cominciare dal de ovatocibus. Si ha motivo di ritenere che
alcuni casi di vaviatio, da noi gi riscontrati nel de o.,
siano stati determinati anche dal fatto che l'autore del Dialogo aveva letto Sallustio. Ad es., la variatio qu ib u s...
in qu i b u s d de o. o\ f. richiama questa che troviamo
alla fine, quasi, del discorso di Cesare {Cai. 51) ...vidus
...maiov illis fuit... quam in nobis^. Anche il passaggio dal grado positivo al comparativo degli aggettivi
{de 0. 14; 37) richiama lug.. 49 pmdentes cum Imperitis...
ne p aucio re s cum p l u r ib u s. Cos il passaggio da
un aggettivo ad un avverbio, o viceversa {de o. 34 f.) fa
pensare a pcivatim... publica di lug. 32, e ad altri esempi
dello stesso tipo, che presto ricorderemo. La variatio di
Il

trattato

de

o.

cipem

ab
di

latere...

de

o.

lug. S5. Inoltre,

'

pu avvicinare a questa di
apud pcinf. risponde a
apud vos aut in senatu di
triplice mutamento di costruzione di

36 per tabellam... coram

lug. 14

De

neir Agr.,

5
il

procul

Taciti stadlls Sallustianis,


cfr.

R.

il

si

sive in senatu sive

Leipzig 1884.

Meister Lltecary reminlscences

Circa

modelli di Tacito,

In tde Ag.r.,

1921, pp. 53 ss.


Pnilologus 1867 (26), pp. 123 ss.
Un motivo in pi per conservare, nel passo del de

in

Trans,

and

Proceed...
2
'

codici.

o.,

la

lezione dei

40

Nam illa...piget dicere, ... giiam ludibrio fucriiis...


cfuam foede quamgue inulti. ..ut vobis animus ...corruptus
sit, si pu ben avvicinare ai numerosi, improvvisi trapassi,
nel de o., da un costrutto a un altro, da noi a suo tempo
notati '. Infine, lo stile spezzato che caratterizza tanti periodi del de o. (es. e, 13 tantum posse...; \7 \. ne dividatis;
25 m. adeo maesti...: parum est; 37 Catilina et Milo, etc.)
fa pensare a tanti brani di Sallustio, di cui caratteristico
V abruptum dicendi genus. Quando leggo in de o. 21 Pacuvium cede et Accium non solum tragoediis sed etiam
orationibus suis expressit : adeo d u r u s et s i e cu s
est, penso s ad Agr. I f. At mine narraturo mifii...: t am
saeva... virtutibus tempora, ma anche a /wg. 54
quo cuiusque animus feri eo discedunt... : ita se mo r e s
6 a b en t
Se. dunque, da una parte,
influenza ciceroniana sulr Agricola, come ha mostrato l'Arnaldi, ha il suo signififug. 31

l'

cato,

non meno

presenta, dall' altra,

interesse

Sallustio

de oratoribus.

stilistica

di

pure

forma un po' velata, presente

in

logo, che,
lo Steele

in

tal

sul

modo

finisce

l'

influenza

Sallustio era, sia

all'

contrariamente

autore del Diaa quanto pensa

con assumere una nuova funzione

nella

formazione e nello sviluppo dello stile di Tacito. Agricola


e se prima ci eras' illuminano a vicenda
vamo limitati a scoprire, nella monografia, legami che la

e de oratoribus

uniscono

qualche

al

Dialogo, ora

abbiamo

trovato, nel Dialogo,

che

Agricola

diventer diffuso ba-

scintilla

nell'

gliore di fiamma.

Passiamo ad esaminare

lo stile deW'Agr.,

cominciando

'
Anche 1' espressione In tantum, che troviamo in de o. 32 e, forse
codd. Vat. e Leid. hanno tantum
24, espressione che ritroveremo in Germ.
45, si pu spiegare pensando alle tante espressioni dello stesso tipo che si
trovano in Sallustio e anche nell' A^r. di Tacito cir. In immensum...
* Tte
autfiorsfiip of Dlalogus de oratoribus in Amer. Journ. of Pfiilol.
XVII, pp. 239 ss.
i

41

di normale esso presenta, prima di mettere


nuovo. L' interesse dell' Agricola appunto
in questo contrasto, in quest' ondeggiare tra il vecchio
e il nuovo stile. A volte, nuovo e antico si trovano
es., in
uniti, neir ambito di un solo periodo, come, ad
questo del e. 4 In fuius sinu indulgentiaque educatus per

da quel che

in rilievo

il

omnem fomstarum adium

cultum pueritiam adulescen-

Qui distinguiamo nettamente confini


nuovo la seconda parte, da per omnem a

timqu transgt.
antico e

fra

transegit,

quanto a

e risonanza di

lit

lingua, collocazione di vocaboli, a

qua-

clausola, appartiene alla lingua e allo

la prima parte, sino ad educatus, di


ciceroniano
chiaro stampo tacitiano. Cicerone aveva s scritto, in de
or. II 40... qua nos in liberos nostros indulgentia esse de-

stile

bemus;
sinu

ma non

arrivato a dire,

indulgentiague educatus.

aveva per

come

U autore

dire a Messalla,

fatto

e.

Tacito, in fuius

del de oratoribus

28 ...pridem ...suus

premio ac sinu matris educabatur. Ora si


comprende meglio quanto abbiamo osservato a proposito
di questo brano
non ci interessa pi il fatto, puramente
filologico, dell' in che
come s' visto nel capitolo precedente
codici non hanno, dinanzi a premio, e che i
recenti editori, in parte, arbitrariamente aggiungono. Possiamo ora dire: era il sentimento, l'umanit di Tacito che
cuique

flius

...

nel de o. lo

portava ad esprimersi cos, quello stesso sendirei quasi \ che ritorna nel brano del-

timento poetico,
l'

4gr/co /a.

Abbiamo

spiegato, cos,

il

nuovo

dell' /Igr. alla

premio ac sinu matris


educabatur, l in fuius sinu indulgentiaque educatus: un
passo innanzi, nella maniera di esprimere uno stesso sen-

luce di un brano del de o.

-.

qui

timento.

Riprendendo

Cfr. Verg.

Geo.

l'

II

esame

345

dei

brani

et exciperet caeli

improntati

Indulgentia

allo stile

terras.


oratorio,

notiamo che un

42

numero

gran

parallelismi

di

si

trova neir Agricola. Oltre a quelli contenuti nei due discorsi


diretti (e.

30

si

locuples

am-

avari, si paiiper,

fostis est,

Quos non Ociens, non Occidens


tributum... in frumentum; quotidie emit,

satiaverit

biticsi,

exurere coloniam, expugna re castra; in

Quotidie
!i

31

in

pascit;

non

berta te m,

in

agnoscent britanni
suam causam, recordabuntur Galli pciocem libertatem; 33
adversus fostes seu patientia...
tot... tot... seu fortitudine
adversus... rerum natucam..., ncque... ncque. ..; non fama nec
patientiam bellaturi

';

rumore, sed castris

et

32 nullae...

armis; 34

nulli;

vestra decova recensete,

in,

vestros oculos interrogate) altri se ne incontrano

e.

tum

mox

de Victoria certavere (al e. 26 T. scriver


securi pr salute, de gloria certabant, andando al di l di
Livio, elle in XXI 41 fa dire ai soldati, dal console Scipione:

de

salute,

6oc vobis et non pr salute esset


ab aemulatione adversus collegas, pro-

...utinam pr decore...

certamen)

9 procul

cul a contentione adversus procuratores et vincere inglorium

sordidum; 15 aeque discordiam... aeque concordiam.


Alterius... alterius. Nifiil... nifil... eripi domos, abstrati liet atteri

beros, iniungi dilectus; 39

in.

fronte laetus, pectore anxius;

40 noctu in urbem, noctu in Palati um; 41

absens absolutus

satus,

est;

amore

43 nobis luctuosus, amicis

livore;

in.

et fide...

tristis;

absens accu-

malignitate et

45 adsidere vale-

tudini, fovere deficientem, satiari vultu...

Passiamo ora

al

campo

imitazione
Qui s' innesta
remo dapprima gli esempi
1'

opposto, quello della variatio.


da Sallustio e Livio. Noi citedell' Agr.,

aggiungendo

quelli

un precedente
per Tacito, salvo poi a commentare qualcuno degli esempi
stessi pi significativi e che possono darci un' idea chiara
degli altri

'

E'

si

storici,

che possono

costituire

una correzione del KOCK e del Wlfflin, per

dei codici. L'

que,

due

tratta

Urlichs

1'

Annibaldi hanno

di espressioni ardite.

in

in poenitentiam tatari
poenitentiam bellaturi. Comun-


che

quel

di

stilistica,

di

nuovo

43

e'

in

T.,

della sua originalit

cio, rispetto ai suoi predecessori.

Agricola assume diversi aspetti


complementi in uno stesso periodo e. 6
vixeruntque mica concordia, per mutuam caritatem et invicem se anteponendo (triplice variatio) 9 Ne famam quidem... ostentanda viriate aut per artem quaesivit; 24 in
spem magis quam ob formidinem; 33 puichrum... in frontem, ita fugientibus periculosissima; 35 agmen in aequo,
ceteri per adclive iugum; 41 temeritate aut per ignaviam;
42 paratas simulatione, in adrogantiam compositus; 46 non
per alienam materiam et artem, sed tuis... moribus. Cfr.

La vacietas

I.

Mutano

nell'

quam pacem malesed omnes fama atque fortunis


expertes sumus; 4 poenam... sibi oneri, impunitatem perdundae rei publicae fore credebat ; lug. 7 ncque per vim
ncque insidiis; S faci tosi domi potentes apud socios; 23
Cat. 17 incerta pr certis, bellum

Sali.

bant; 33 plerique patriae

aut per vim aut dolis

parandi

iuris...

(cfr.

gratta...

invece 25 aut vi aut dolis); 31

vos pr liberiate; 86

ala per ambitionem; 89 cibus


sitim,

non

lubidine... erat;

108

alti inopia...

famem atque
magis Punica Me quam ob
illis

adversus

ea quae praedicabat; 112 non sua ignavia sed ob rem


publicam.
II. Ad un avverbio, in
un membro, corrisponde, nelr altro, un sostantivo Agr. 29 Quem casum ncque... ambiUose, ncque per lamicnta... tulit; 44 f. per intervalla... con:

tinuo; cfr. Sali. Cat. 51


et

per latrocinia potius

recte

quam

atque ordine; lug. 4 furtim

bonis artibus (triplice variatio);

14 6ostes ab latere, vos amici procul; 22 ncque recte

ncque

pr bono; 42 f. singulatim... pr magnitudine; 46 paulatim


temptando... multa pollicendo; S5 nec illos arte colam, me
opulenter; 87 quid boni... aut cantra esset; 92 forte quam

'

Alcuni codici hanno patria, lesione adottata da qualche editore.


turmatim

101

Consilio;

et...

44

non pr

equis; 105

contertis

ranis fiostibus, sed accurate ac liberaliter fabuit;


se brevitec et modice,
III.

Ad

de

un sostantivo o aggettivo

uno

in

dei

pr

due mem-

corrisponde, nell'altro, un' intera proposizione

bri,

1 1 1

pace... multis disseca it.

Agr. 9

6oc ipsius sermonibus, sed quia par videbatuc;


10 in. non in comparationem... referam, sed quia tum...
perdomita est; 45 securus iam odii et qui... dissimularet
gaudi um; cfr. Sali. Cat. 9 audacia in bello, ubi pax evenerat aequitate; oo in. nos arma ncque contro patn'am
cepisse ncque quo periculum aliis faceremus; 47 in. intecrogatus de itinere... postremo quid aut qua de causa confacti sui atque
sili fabuisset; lug. 29 locutus de invidia
nullis in

uti in

ac

deditionem

maxume

xume

acciperetur

quod...; 45

cum

50

gerebat...; 65 ut sellam

quod...

51

in.;

opes

factionis...

propter artis bonos tum maiuxta ponecet... tur-

ma m; 91 f. non ava ritta ncque scelere... sed quia locus...;


100 non tam diftdentia... quam uti... esset; 115 in. dolo
an vere cunctatus. Casi siffatti occorrono anche in Livio:
V 47 f. et apud Gallos, quia vulgatum erat... nuntios commeare, et apud Romanos ab nocturni periculi memoria;
IX incerti de fide sociorum et quod pudor praepediebat;
XXII 61 f. ncque ante consulis Romam adventum nec postquam

rediit.

is

Talvolta

la

proposizione

fa riscontro

Agr. 55 decus... bellanti, et auxilium


lug. 85

Liv.

ad un participio

pellerentur; cfr. Sali.

co dolore impeditus et quia... videbatuc; 97 et

in.

victis sibi

si

munimento foce

XXII 4

f.

sol,

et si vicissent nullo

seu de industcia

ita

impedimento;

locatis,

seu

quod

focte ita siete ce...


IV.

se ne

Ad

un aggettivo, o avverbio, di grado positivo,


di grado comparativo, e viceversa

accompagna uno

Agr. 4 vefementius... caute; 16 adcogantec... ducius; novus...


mitioc; 25

magno paca tu, maioce fama;

55 pcomptioc in

spem, firmus adversis*-; cfr.


cum imperitis, ne pauciores

Ad

V.

un

aggettivo,

si

45

Sali.

/ug. 49

in.

ut prudentes

cum plunbus.
accompagna un

ablativo di

qualit: A^r. 16 segnior et nullis castrorum expecimentis


cfr. Sali. lug^. 6 in. pollens vicibus, decora facie... ingenio

validus; 20 quietus...
tuens... ';

placido

28 patiens labocum,

acri

ingenio;

sceleratissumi, cruentis manibus...; 43 acri viro

46 intdum,

aequabili...;

me-

ingenio... oppovtunus...

ingenio mobili...

51

fomines

et...

fama...

avidum; 52

in.

opibus disparibus; 63 f. clarus... egcegiis factis ; 65


morbis confectus et... mente... imminuta; 81 Romanos iniustos, pvofunda avaritia; 89 inmunes, levi imperio et... fidelissumi; 95 evuditus, animo ingenti; 98 tevdtus... demisso
pares...

animo ^
VI,

modo

Ad

una

serie

d' infiniti storici,

segue un verbo di

Ac primo occultius quietem et otium


mox operam suam in adprobanda excusatione

finito

laudare,

Agr. 42

postremo non iam obscuri suadentes simul terrentesque pertraxere ad Domitianum. Su questo interessantissimo brano mi sono trattenuto altrove \ cercando di moofferre,

strare
la

come

l'azione concreta, materiale, violenta, trovi qui

sua adeguata espressione

nell'

uso del perfetto [perir-

nell' Ag.r., si estende anche


all' uso degli
avverbi
e. 3
aggettivo al com12 tarde... cito. Avverbio di grado positivo
parativo, si trova in Ag.r. 6 uti long.e a luxuria ita famae propor.
Per la tendenza ad unire un aggettivo con un participio, cir. lug.
11 ferox et... despiciens ; 15 i. avidus potentiae... occultans; 32 eique timido
6 1 f. .Kumidae persuadet, cum ing.enio infido, tum
et ex conscientia diffidenti
metaenti...
84 magnifica pr s et ills doientia ; 107 t. dubio atque fjaesitante
Jugart6a. A volte, in un membro, in luogo dell'aggettivo, si trova l'avverbio
lug. 93 non temere... sed temptans... et circumspiciens.
^ Qui, in luogo
dell' aggettivo
e' il participio. Si noli, in quasi lutti
gli esempi ricordati, la tendenza di Sali, a racchiudere 1' ablat. di qualit tra
due o pi aggettivi. In lag. 7 troviamo il seguente tipo di vaviatio : ut nostcls...
carus, S'umantinis maxamo terrori esset. All' aggettivo, risponde un genitivo
di qualit in fug. SS gloriosa... neque belli patrandi.
*
Cfr. Ritmo e stile in Tacito, in Rendiconti della Accademia di Archeologia, lettere e belle arti, N. S. Voi. .XXIII, Napoli 1949, pp. 22-23 dell' estr.
^

lente...

La

vaciatio,

cito;

"^

due precedenti infiniti descrittivi, esprimensognera, ipocrita. Casi di


genere troveremo abbondantissimi nelle
Annales; ritengo opportuno rimandare a

contro

di

.xere),

ai

un' azione

menti

variatio

di

46

tal

fiistoriae e negli

velata,

pi innanzi l'esame di questo aspetto dello

Qui vorrei

progresso

come

notare

far

quanto a facolt

Agr.

in

adoperato

cui

19; 20; 21; 27; 36.

di Tacito.

stile

questione segni un
stile,

sentimenti,

rispetto agli

l'infinito storico:

altri

passi

ce. 5;

molto

brani. Tacito

questi

In

in

di rendere, in

anche

psicologie, azioni diverse


dell'

brano

il

15;

vicino

suo modello Sallustio, il quale, come hanno osservato


Draeger
e il Constans * e come pu del resto constatare chiunque abbia familiarit con le due monografie
infinito storico con maggiore frequenza
sallustiane. usa
al

il

l'

di Tacito. Cfr. infatti


6;
in.

75

f.;

56; 5S;

f.;

83

f.;

si

lunghe serie di

tali

70

72

67; 69;

87; 91; 92; 94;

un uso,

tratta di

39; 41; 43; 47; 49; 50; 51

in.;

infiniti

l'infinito

rapidit

la

direi,

31; lug.

13; 14;

in.;

in.;

esprimere, generalmente,
zione;

f.;

12

66

esempi,

In questi

11;

84

59; 64;

76; 79; 82;

101.

f.;

f.;

12; 20; 23; 33; 36; 37

11;

7;

10

Cat.

f.;

96

f.;

73; 74;

in.;

98

in.

storico usato per

o simultaneit

meccanico.

In lug.

dell' a-

O due

sono separati da un imperfetto

(prospectabant): un respiro, quasi, un'interruzione della serie

che

altre volte

si

comincia

all'

esasperatamente monotona

(es.

72

f.;

94;

Tutto qui messo sullo stesso piano. In Caf. 21

96) ^

infinito

Mescolanza

con un imperfetto {increpabat);

laudare, per ritornare


di

defensabant... escendere...

Ma non mancano
storici

hanno, per

niamo all'uso

tacitiano

Ueber Sjntax und

Htude sur la langue de

Cfr.

Cat.

Stil

21.

Sallustio

dire,
;

f.

passa poi

imperfetto admonebat.

97 {capiebant...

in lug.

ire).

in

cos

'

anche

all'

tempi troviamo anche

si

cfr.

casi in cui g' infiniti

uno sbocco qui ci avviciCat. 6 At Romani... festinare,


:

dea Tacltus, Leipzig 18S2, p.


Tacite,

Paris 1893. p. 86.

13.

teiere. Post ubi pericula... propule-

parare

...

rant

auxilia portabant

...

scere...

Ex

fiortari

...

ire

...

vindicari ; post

47

10

f.

Haec primo paulatim

ubi... invasit, civitas

cre-

immutata...; 16

commoda re ;

fdem vilia 5abere : post ubi


maiora alia imperabat; 47 Volturcius interrogatus de itinere ... primo fingere alia, dissimulare...; post ubi. ..dicere iussus est, omnia ... aperit docetque... Si noti come, in questi quattro passi, la struttura
chiunque li legga, nota la differenza stilistica
sia identica
verbi di modo finito. Non mi
tra g' infiniti descrittivi e
sembra esatto quanto scrive, a proposito, il Perrochat S
che pure uno specialista in studi di tal genere, che, cio,
Sallustio oppone la torma infinitiva " souple et rapide
alla forma personale " plus massive et plus lente la prima
per esprimere il movimento " spontan, la vivacit ou activit la seconda " la lenteur, la paresse, l'inertie
chiunque pu constatare che imperabat, o aperit, non indicano
lentezza o inerzia. Dunque, quanto afferma il Perrochat,
non sempre vero per Sallustio, e, quel che a noi interessa ancora di pij, neanche per Tacito, come appare sin
dall' esempio ricordato di Ag.r. 42 Ac primo o e e u 1 1 i u s
illis

testi s

...

eorum famam...

attriverat,

l'

mox opera m suam...


cu r i suadentes simul

quietem... laudare,

non

traxere.

sopra

o bs

Siamo

citati

vicini all'ultimo dei quattro

{Cat. 47);

primo

fngere...

o-fferre,

postremo

terrentesque per-

esempi

sallustiani

dissimulare. ..post...

en latin, Paris 1932, pp. 60-65


A propos
de narration... in Revue des tades latines, 1935, pp. 263-64.
Lo SCHUSTER (^u den Tfeoren iiber die Enstefung. und das Wesen des scge'
nannten filstorlscfien Inflnltivs, Festschrift fr... P. Kretschmer, 1926, pp. 240-41)
vede neir impiego dell' infinito storico in Sallustio un arcaismo. Il Perrochat,
dopo aver premesso che, quando si parla di Sallustio, si abusa spesso del
termine " arcaismo , soggiunge (art. e, p. 236, n. l): " En ralit, 1' auteur
latin, dans son efforf
pour se constituer un style personnel, a vu tout le
parti tirer d' une construction qui pouvait produire des effets artistiques .
Per una breve, ma lucida esposizione e critica delle teorie affacciate da
anfichi e moderni circa l'uso dell'i, s., cfr. Meillet-Yendryes Traiti de
grammalre compare des langues c'assiques, Paris 1948, p. 627.
*

de V

Cfr. L' Inflnitlf de narration

inflnitlf

aperf.

Ma

pi lineare, pi scarno

stio pi netto,

ad

gere, dissimulare,

pone

deW Agr. c' qualcosa

passo

nel

4S

bianco

aperit, cos

come,

di pi. Sallu-

passa da

Ci^li

nei ritratti,

fin-

sovrap-

Tacito invece conosce l' arte di


graduare
passaggi: tra laudare, offerre e pertraxere, c'
di mezzo, a giustitcare quasi il passaggio, la variatio o cove chi ha senso di
c u I ti u s ... n o n iam o b scu r i
aggettivo pi forte ed espressivo delstile avverte che
e k ^o\ suadentes simul terrentesQue, coi ripel' avverbio
il

nero.

al

1'

tersi

delle

suono

col

s,

terrentesQue):

insistente delle e

{suadentes...

una parola, la preparazione


musicale al pertraxere; e qui il suono espressione di
psicologia. Ecco come Tacito, grande artista gi neW Agr..
si distacca dal suo maestro di stile, nello stesso tempo in
c',

in

cui lo imita.

Ma
prendere

quest' ultima osservazione ci apre la strada a


il

significato e

sia consentito

il

valore

com-

variatio in T.

della

(ci

anticipare qui alcune osservazioni su di un

argomento che verr adeguatamente

illustrato in seguito).

Al e. 22 deW Agr. lo scrittore dice che Agricola era ut


comis bonis, ita advecsus m a l o s iniucundus. Qui non
, direi quasi,
il semplice gusto di variare l'espressione.

il

senso

prospettiva

un' ideale

di

il

dat. bonis avvicina

queste persone buone ad Agricola, cos


lontana, respinge
spettiva,
tato,

nel

che

da

lui

c' in alcuni brani del

passo

che

il

come advecsus

al-

malos. Lo stesso senso della pro-

Srbom

de
cita

come

o.,

pi

senza per adeguatamente penetrarlo di

si

no-

d'una

volta,

liist.

15

i.

nox

a p u d b a rb a co s cantu aut clamore, n o s t r i s per


tram et minas ada.
E si osservi ancora come la differenza di stati d' animo
sia ben resa, attraverso la vadatio, nel passo di Agr. 15
plus impetus felicibus, maiorem constantiam pe ne

mi seros

esse.

promptior in

Agricola

pe m

et

ci

nel e. 35

vien presentato

frmus

a d ve

r s

Al

e.

\.

42 T.

49

Domiziano non diede ad Agricola il salacium


pcoconsulare, sive offensus non petitum, sive ex co nsci enti a ne... e soggiunge, dando peso alla seconda
ipotesi Proprium fiumani ingenii est odisse quem laeseds.
compone.
com' detto al e. 45
Lo stesso Domisiano

scrive che

morte di Agricola, il volto e


se cu r u s iam adii et qui fa e i l i u
g a u dium qu a m me tu m
per

la

il

a mestiEia,

gesto

dissimularet

V arte

del ritratto spirituale, lo studio

umana,

psicologia

poste

scoprire

intenzioni, di

dell'uomo;

nella coscienza

tuiscono

pregio e la

il

profondo

della

lo sforzo di trarre alla luce le pi


l'

oscuro

tutte

ri-

racchiuso

mistero

queste qualit, che costi-

novit della storiografia tacitiana,

artisticamente
Domiziano
immediato predecessore di
e spiritualmente
Tiberio. Tacito indagher nell' animo di Tiberio servendosi
gi

dei

si

trovano

mezzi di

servito

nell'

Agricola.

parlando

stile

l'

affinandoli,

ndV Agr. Non

naturalmente

ora ricordati, per provare


allontanati da Sallustio, per il quale

cativi di questi or

siamo

ci

di

cui

si

saprei trovare esempi pi signifi-.

l)

la

quanto
vaciatio

generalmente esteriore e meccanico 2) come


gradatamente, allontanandoci dal mondo ideale del de

un fatto

ove sono oratori che parlano, a voce alta, e


compare solo a tratti, ci avviciniamo
al vero volto di Tacito,
in parte gi una conquista
uomo pi maturo e profondo, artista capace di essere aloratoribus,

lo studio psicologico

l'

altezza della sua umanit.

Per approfondire meglio sino a che punto Tacito imita

a che punto se ne distacca, ed originale,


tengano presenti gli esempi che proponiamo, riferentisi

Sallustio, sino
si

a contenuto diverso. Nel e. 5 cos T. ci parla della giovinezza di Agricola


nec Agricola licenter more iuvenum
...neque segniter ... rettulit: sed noscere provinciam, nasci
:

exercitui, discere

4 - A. Salvatore

Stile e

peritis,

ritmo in Tacito.

sequi optimos... intentus ag'^re.

Doli

Pcrrochat

r inizio del
la

ijiustamente,

'.

bellum

del

e.

giovinezza di Massinissa.

primum

...

anche se

...).

non

Lo schema

se luxu

eguitare, iaculare,

est,

illius

esse

adolevit

ha confrontato tale brano con


lugurtinum, ove descritta

ma non

doti spirituali;
retfulit agli

Tacito

in

infiniti

si

1'

...

identico (qui ubi

...certare

gentis

omnibus... carus

...

attenzione rivolta pi alle

pu negare che

storici sia

mos

dedit, sed, ut

modellato

il

sull'

passaggio da
analogo pas-

da dedit a equitare, etc.


non c'entra pi, e c' gi tutto Tacito col suo stile, direi con la sua lingua e la sua profondit
sempre di
psicologica, nel capitolo seguente () ove

saggio, che

Sallustio troviamo,

in

Ma dove

Sallustio

Agricola, scritto Sors quaesturae provinciam Asiam, proconsuem Sahium Titianum dedit; quorum neutro conruptus

quamquam et provincia dives ac parata peccantibus et


proconsul in omnem aviditatem pronus quantalibet facilitate redempturus esset mutuam dissimulationem mali. S'af*

est,

faccia

insistente

alla

nostra

storico etico-psicologico,

novit del suo

stile.

Il

con

fantasia
la

l'

ombra

del

futuro

grandezza, l'audacia,

porre sullo stesso piano

la

la

provincia

e il proconsole, 1' espressione parata peccantibus, riferito a


provincia (messa, ancora una volta, sullo stesso piano del

omnem avidit tem pronus),


mutuam dissimulationem mali:

proconsul, in

redimere

profondamente

tacitiano,

ed ha

la

immagine del

questo
stessa risonanza vasta
tutto

suo satiatus (e. 59); nec


Domiti a ni vero natura praeceps
in tram et quo obscurior, eo inrevocabilior, moderatione
tamen prudentiaque Agricolae leniebatur, quia non contu-

di altre espressioni, quali secreto

erubuit beneflcii invidia

macia
libens

...

...

famam fatumque

fatum

excepisti,

provocabat

tamquam quo

(e.

virili

porione inno-

propos de /' inflnitlf... (art. e), p. 264.


Espressione densa: si legga ora Cic. ad Q. fr. l 1, 2 (praeclarum
spirituale e linguistica
deduxerit) per comprendere l'enorme distanza

est...

42); constans et

che divide

1'

un

dall' altro

scrittore.


centiam principi donares
aliquid oculi

vece

libro di psicologia

fui

51
et

...

(45).

novissima in luce desideraAgricola , soprattutto, un

L'

individuale,

come

sar libro di psico-

Germania.
passiamo oltre. Lo Schnfeld

logia collettiva la

Ma

ragione, la somiglianza tra

capitoli

ha sottolineato, a

ddV

Agr. (lO

ss.)

con-

tenenti r excursus sulla Britannia e quelli del bellum lugur-

tfinum (17-19), contenenti la digressione geografica sull'Africa.

Cerchiamo anche qui

a Tacito, al suo

stile,

di capire quel

chiaro, semplice, netto, al solito

cidente fretum nostri maris et Oceani,

vem

che appartiene

sua personalit. In Sallustio, tutto

alla

finis

6abet ab oc-

ab ortu

solis decli-

latitudinem... In Tacito, la descrizione della Britannia

nasce sotto

il

segno del vasto e

nalia eius, nullis centra

terris,

dell'

impreciso

vasto

septentrio-

atque aperto mari

pulsantur ; e, poco pii innanzi, sed immensum et enorme


spatium procurrentium ^ extremo iam litore terrarum velut

cuneum tenuatur ^ C', in questa descrizione tacitiana,


una maggiore animazione di immagini, una maggiore sug-

in

gestivit

data da questo senso

dell'

ignoto, del lontano; in

una parola, un senso di poesia che Sallustio non ha. Questa


la ragione dell' uso delle immagini, alcune delle quali
sono di una certa arditezza, come si pub vedere leggendo
la fine del e. 10 unum addiderim, nusquam latius dominari mare... nec litore tenus adcrescere aut resorberi, sed
influere penitus atque ambire, et iugis etiam ac montibus
inseri velut in suo. Questo mare che, come se fosse in suo
dominio, invade luoghi che non gli appartengono, penetra
dentro terra ed arriva persino alle cime dei monti, veramente qualcosa di vivo. Le ultime parole {inseri velut in
suo), quanto a facolt di attribuire a cose materiali senti'

O. e, pp. 47

Tale verbo ritorna al e.


Si noti r uso
poetico

^
il

composto.

ss.

1 1
,

procurrentibus in diversa

e frequente in T.

del

terris.

verbo semplice per

5i?

menti e qualit umane, mi fa pensare


libro delle Gergie fc (vv. SO

secondo
l'

passo famoso del

al

ss.),

ove

si

parla del-

pianta che miratur... novas frondes et non

innesto e della

sua poma. All'ambiente delle Georgiche


brano del e, 12 soliim praeter oleam

ci

riporta

patiens frugum,

calidioribus terns oriri sueta,

il

seguente

vitemgtie et celer

fecundum

un passo
del e. 17, dalla struttura quasi identica a questo, ora citato,
velox, patiens
dell' Agr., aveva scritto genus hominum...
laboruni; Tacito ha detto patiens frugum, riferito per alla
terra, personificata (cfr. Geo. 11 2'25 patientem vomecis).
Ma, oltre al x'^o e al poetico, c' un terzo elemento
tarde mitescunt,

che distingue

cito

proveniiint...

excursus

1'

tacitiano

Sallustio, in

da quello

di Sallustio

elemento psicologico-morale. Alla fine del


e. 12, dopo che si parlato dei prodotti della terra, si
esempi di
accenna, con un rapido ', breve passaggio
voglio dire

l'

breviloquenza

spesseggiano

neli'/4gf.

ai

prodotti

del

mare: Gignit et Cceanus margarita, sed subfusca et liventia.

Quidam artem

abesse legentibus arbitrantur;... ego facilius


crediderim naturam margaritis deesse quam nobis avaritiam. Un finale che preannunzia alcune conclusioni di cacos profonde, della Germania.

pitoli,

E veniamo,

ad

infine,

un

quella della battaglia {Agr. 35

altro

ss.).

tipo

di

descrizioni,

Avremo modo

di

porre

in luce nuovi elementi dell' arte e della psicologia di Tacito,

nel de oratoribus non


ovvio pensarlo
appaiono ancora tutti, ma che si svilupperanno pienamente
neir opera successiva dello storico. Anzitutto, l' armonia

elementi che

" Non
soltanto la terra, ma
iniaiti, bisogna sottintendere:
Oceano d suoi prodotti .
* Due proposizioni sono fuse in una sola in
Agr. 12 Scllicet extrema
plana teccarum fiumili umbra non erigunt tenebras (qui la densit si disposa
'

anche
et

Per capire,

l'

ad una

poetiC'i

18 Sed
novi nos
Decia, sulla traccia del Peter, ricorda An. 3

animaHione delle cose); 13 fgltur primw; omnium...;

ut in subitts consiliis naves deerant; 31


et vlles in excidium petimus:
(Tiberus) edlcto

monuit

ne...

il

Ac

slcut...

ludibrio

est... sic...


del periodo, derivante

d:>

collocazione

dalla

Qui penetriamo

dal loro suono.

uno

in

delle

dei

parole e

segreti dello

musicalit
e. 36 Ig.itur ut Baiavi
umbonibus, ora foedare S et... erigere
in colles aciem coepere, ceterae cotortes... proximos guosque
caedere : ac plerique semineces... reiinquebantur. Sembra di

sua

di Tacito, la

stile

miscere

leggere

ictus, ferire

uno

dei raccapriccianti brani delle liistoriae.

all'armonia iniziale {miscere...

ferire...

foedare),

si

Quanto

legga con-

temporaneamente il principio del e. 15 ... agitare inter se


mala servitutis, conferre iniurias et interpretando accendere,
e del

e,

38 Britanni palantes... trafere vulneratos, vocare

domos ac per tram

integros, deserere

ultra incendere, elicere

latebras et statim relinquere.

Come

dimostrer

nell'

ultimo capitolo,

l'

armonia

in

T.

qualcosa di esteriore: un mezzo per esprimere un


determinato stato d' animo. T. usa la stessa armonia e,
quindi, lo stesso ritmo (che alla base di quella), per esprimere un medesimo stato d' animo.

non

Il

assai

Perrochat

facile che,

ha notato

confronto del resto

il

nella descrizione della

battaglia. Tacito

ha tenuto presente Sallustio. Citiamo due brani: lug. 101 f.


Tum spectaculum orribile in campis patentibus : sequi,
fugere, cecidi, capi : equi atque viri afflicti, ac... ncque fugere posse ncque quietem pati, niti modo ac statim conoide re : postremo omnia... cons irata telis armis cadaveribus,
et inter ea fumus infecta sanguine ; ^ Agr. 37 Tum vero
patentibus locis grande et atrox spectaculum : sequi, vulnerare, capere atque eosdem oblatis aliis trucidare. lam fioi

stium... catervae, terga praestare,

'

Cos

codici

Gesner. Cerio

fodere, che alcuni editori

vivifie

inertes ultra ruere

accolgono, congettura del

composto perfodere,
(Hist.
79; lY 29; Y

fodere, invece del

fgere usato altre volte


^

quidam

nel significato di trans-

da T.
I
18; An. II 21).
Art. e, pp. 264-265.
" Peinture puissant,
mais toufe matrielle en quelque sort. Tacite la
en la copiant; il lui imprime son me, et toutes les qualits morales

de sa fouche,, (Dubois-Guchan Tacite

et

son siede, Paris 1861, Yol.

II,

p.

512).

54

ac se morti ofterre. Passim arma

corpora

et

cruenta fiumus; et aliqiiando etiam

et

Anche

qui

alla

sta

Sallustio

tine.

victis ira virtiisque.

La ditTerenza
conclude et inter ea tumus infecta
aliquando etiam victis ira victusque:

struttura pressoch

la

et laceri artiis,

identica.

sanguine; Tacito et
rapida, quasi sfu^^ente, come
cio, con una notazione
di carattere psicologico '. 11 pensiero
nel suo stile
attinto da Viri^ilio. Aen. II 567 quondam etiam victis redit
in praecordia virtus. Ma possiamo dire ciie nel brano di

Tacito presente tutto

secondo
trove

quale

come

descrizione permeata

la

modo

Virgilio, e in

libro dell' Eneide, nel

particolare

ho detto

osservazioni

di

il

al-

psi-

cologiche e pi che essere obiettiva, animata e intessuta

Dunque, a Sallustio,
mantovano ha portato

del sentimento, della pietas del poeta.

aggiunto

si

una

Virgilio

nuova

nota

di

il
poeta
umanit nell' alquanto
:

scrizione sallustiana. Si legga

e.

il

Et nox quidem predaque aeta victoribus:


vincitori

che interessano a

rapido accenno
l'

Agr., volge

si

suo sguardo

il

sione

del

vulneratos,

essi

ai

suo sentimento
vocare integros,
:

de-

ma non sono

questo

umanissimo

sin dal-

le

deserere

Virgilio

sofferenze

termini poetici

Britanni

dedica solo

vinti come

miserie e

le

abbondano

cui

in

ad

iniziale. Tacito, storico

sofferma a descriverne

lingua

T.;

fredda

58, soprattutto l'inizio:

palantes...

la

e
sua

esprestra fiere

domos ac per tram

ultro incendere, eligete latebras et statim relinquece; miscere


in

vicem Consilia, dein separare; aliquando frangi aspecta


saepius concitari ; satisque constabat

pignorum suorum,
saevisse

quosdam

in

coniuges ac liberos,

tamquam

d'animo d'incertezza

misere-

sgomento,
reso con impareggiabile immediatezza; una musica triste
le parole si corrispondono
ed esasperatamente uguale
rentur

lo stato

e di

'

Cfr., nel e.

37

{,,

Commento

al

un'altra frase rapida

libro

Finis sequendi

nox

et satietas fuit.

dQWEneide, Napoli 1947, Introduzione, pp. XLVl

ss.

suono e

00

metro {incendere... rellnqur ; separare...


cnctar). Tutto il periodo costituito di una serie di
dapprima, il parallelismo pi stretto e
frasi parallele
marcato, pi monotono, pi cadenzato {trafere... vacare...
muta il tempo, si dideserere...), poi si fa pi concitato
rebbe se si trattasse di composizione musicale {eligere...
statim; miscere... dein); la lunghezza delle frasi va gradatamente aumentando, quasi che il sospiro, col quale lo
nel

nel

segue

scrittore
il

momento

concitari)

la descrizione,

si

accentui,

e infine, l'ultima frase,

si

prolunghi

pi doloroso e pi tragico {aliquando frangi...

che con

la

maggiore sembra abbracciare e sintetizzare


lascia dietro di s un'eco di

sua ampiezza
le

commiserazione e

altre,

e che

di

racca-

priccio (satisque... misererentur).

Tacito continua
aperuit \

Ma

la

Proximus dies faciem victoriae latius


dimenticata, o meglio,

vittoria presto

suoi aspetti, quali li rappresenta l'umanit di T,


ecco
vastum ubique silentium, deserti colles, fumantia procul
teda: qui batte forte lo spirito di Virgilio; e non soltanto
Io spirito
ricordiamo la malinconica fine della prima
ecloga et iam summa procul villa rum culmina fumani...
Dunque, accanto all' imitazione sallustiana, merita di
essere sottolineata, per chi voglia comprendere compiutamente r evoluzione dello stile di Tacito, l' imitazione di
i

Virgilio.

Non

si

tratta soltanto d' imitazione formale. Tacito,

che gi nel de o. ammira Virgilio, facendone pronunciare


r elogio da Materno e da Apro e che a Virgilio l si ispira
per alcune costruzioni sintattiche e stilistiche, ndl'Agr. ha
modo di mettere in evidenza pi chiaramente ed ampia-

^
Circa la personificazione di dles, cfr. Agr. 22 in. (tertlus... annus
novas gentes aperuit), Hist. IV 29 f. {sic exfiausta nocte novam adem dles
aperuit)
62 (detexit ignominiam campus et dles). Si noti come in Agc. 5S e
negli ultimi due passi, ci troviamo sempre in situazioni difficili. Cfr. pure An.
I
49 quos slmul vescentls dies, simul quietos nox fiabuecat. Gi Livio aveva
scritto (XXVII 2) lux fugam lostium aperuit.
;

vomente il lungo studio che ha fatto del poeta di Mantova.


il opportuno fermare qualcuno di questi rapporti
Agr. 2 oriri sucta, Ver^;;. Aen. V 402 s u e t u s ferre
maniim; Agr. 13 f. et monstralus fatis Vespasianus, Aen. VI
So 9 o ste n de nt tecris fiunc tantum fa ta ; Agr. 24 Hibernia ... oallico ... mari opportuna, Aen. Vili 235 dirarum
n i d i s opportuna volucrum ; Agr. 26 Ultro quin etiam
erupere Aen. VII 485 mortua quin etiam iungebant
corpora vivis ; Agr. 29 et quibus cruda ac viddis senectus,
.Aen. VI 504 5ei cruda deo ^iridisque senectus;
:

Agr. 35 vota virtusque in aperto

vota

optastis

(spiega

gressos,

Aen. IX 597

sum

il

di T.)

fraude

Agr. 56 miscere ictus,

di miscere)

amorum

Aen.

279 quod v o

Agr. 54 furto
loci et

Aen.

noctis

25 (per

Agr. 45 securus iam odii, Aen.

il

t i

noctis ad-

oppres-

significato

550 securus

anche VII 504) \


V Agricola primo documento, dopo il de o., in cui
appaiono ben visibili due rivoli dell'oratoria e della poesia,
rivoli che confonderanno le loro acque come vedremo
(cfr.

il

al

culmine

listica

il

dell'

evoluzione

risultato

dell'

stilistica

evoluzione

di T. L'

evoluzione

spirituale.

sti-

L'allargarsi

dell'orizzonte stilistico conseguenza dell'allargarsi dell' orizzonte


stile

spirituale

ed

umano. Seguire l'evoluzione

di T., significa seguire

1'

evoluzione

dell'

dello

fumanitas di

Tacito.
L'

dia,
in

noi quasi un posto di guarha permesso, da una parte, di volgere di tanto


sguardo indietro, al mondo del de o., per mi-

Agricola stata per

che

ci

tanto lo

'
pi conArdita anche 1' immagine ergere In colles aclem {Agr. 36
cisamente, al e. 18, erexit aciem). L'Arnaldi (o. c, p. 57) ritiene ispirata a
Virgilio {Aen. Vili 556-57) l' espressione et praecesserat terror di Agr. 38.
Qui troviamo 1' unione di un concetto concreto (datae ad id vlres) con uno
astratto {ferrar). Espressione piena del vago, che proprio della poesia,
questa del e. 13 mare expectabant. Ardita anche la chiusa del e. 41 in ipsam
gloram praeceps agebatur: (Agricola) " precipitava nell'abisso della sua stessa
gloria . come traduce il Giussani.
-.


surare

il

cammino che

di respirare

Ma

1'

T.

57

andato compiendo,

dall'altra,

aria delle Histociae e degli Annales.

de oratoribus
ce ne convinciamo ancor pi,
ora che possiamo considerarlo un po' a distanza rimane
sempre, e non solo da un punto di vista teorico, la base
indispensabile per capire la prosa di Tacito solo partendo da quella base che si pu parlare di evoluzione.
il

Capitolo HI

LA GERMANIA
La Germania

anche

stilisticamente,

uno

scritto assai

mentre da un iato continua e conferma


alcune tendenze gi apparse r\Q\Y Agricola, dall'altro contiene alcuni elementi che pi diffusamente ritroveremo nelle
opere successive di Tacito, Quell' ondeggiare tra il vecchio
e il nuovo stile, che abbiamo messo in rilievo come una
interessante. Essa,

delle

si

mente,

in

la

dV Agricola,

caratteristiche pi notevoli

mania

accentua
questa

fonte nascosta,

sin nelle

sempre

monografia,

l'

nella Ger-

Fa capolino, non

pi.

rara-

autore del de oratoribus,

che non cessa

di versare

le

sue acque

estreme propaggini dell'opera tacitiana.

Leggiamo un brano del cap. 30 Multum, ut Inter Germanos, rationis ac sollertiae : praepnre lcts, audlr
prdepsts, nasse rdlns, intellgre ccasns, dlffrre

mpts, dispnr dim, vallare

nctm, fortnam Inter

dbi, virt tem Inter certa numerare...:

la struttura

ana-

loga a quella che troviamo nel cap. 5 del de oratoribus:

Et ego enim... non pattar Maternum... defendi, sed ipsum...

arguam, quod natus ad eloquentiam virilem

qua parere simul

et ratrm,

et turi amictas, adscscr

ncesst-

dins, complecti provncas psslt, omittit studium,

aliud in civiiate nostra vel


digntatem mpls vel

ad

ad

quo non

utilitatem frctsis vel

urbis

famm

ad

plcBris... exc-

59

brani si ha prosa metrica ',


ptesi. In entrambi
che nel passo della Germania T. va ancora oltre: la
simmetria spinta a tal punto, che in corrispondenza di
disponere diem abbiamo vallare noctem, " fortificare la
notte (ossia rendere sicura la notte fortificando l'accamgitar

Direi

^ non meno di quella


"aspettavano il mare,,.
Un altro caso, abbastanza significativo, in cui audacia
di parole, di costruzione, e tendenza alla simmetria s' intrecciano (dandoci cos una visione precisa di che cosa
sia la Germania, quanto a stile), troviamo al cap. 46 Sed
beatius arbitrantur quam ingemere agris, inlaborare domibus : il dativo agris poetico (si pensa ad Orazio,
sulla sua analogia Tacito
Ep. V 51 ingemens laboribus)
ha scritto domibus.
casi di parallelismo sono assai frequenti nella Germania ; cfr, e. 5 in. Terra... aut silvis torrida aut palu-

pamento)

frase arditissima, tacitiana

dQV Agricola

-.

dibus foeda, fumidior qua Gallias, ventosior qua Noricum...

Equi non forma, non velocitate conspicui ; 7


Reges ex nobilitate, duces ex virtute sumunt ; 12 Proditores et transfugas... ignavos et imbelles^ ; 15 in pace
decus, in bello praesidium; 14 arare terram... expectare
annum ; 19 in. nullis spectaculorum inlecebris, nullis conviviorum inritationibus ; 20 tamquam et animum frmius et
domum latius teneant; 25 sine adparatu, sine blandimentis
25 non disciplina et severitate, sed impetu et ira ; 50 f. cito...
cito; 55 seu superbiae odio seu praedae dulcedine...; non
adspicit ; 6

in.

di prosa metrica nella Germania, secondo il Bornecque


cap. 2 {quis porro... si patria sit) ; 3 (ceterum... adfiuc exstare) ;
7 {ceterum... bellantlbus credunt) ; 59 [stato tempore... primordia).
^ Livio, IX 41, scrive
castra vallantem Fabium adorti sunt; in b. Alex.
27, 6 si trova parimenti 1' espressione castra Fallare, ben diversa da noctem
^

(art.

Altri

e,

p.

esempi

340)

vallare.
^ Tale coppia di sinonimi il Valmaggi (commento alla Germania, Torino
1942, nota ad l.) pensa che sia stata introdotta per simmetria con la precedente (p. et t.).


armis

telisQue... sed...

odiiim sui ;

obledationi oculisque; ...amor

arma modo

41

domos

castraque...

nostri...

villasque)

45 rude kgitiic, intorme perfertur.

Ma, superando

fatto

il

vorremmo penetrare

tecnico,

psicologia del parallelismo, vedere

nella

cio se di

esso

dar espressione a un qualche motivo o sentimento. Chi ha studiato attentamente la prosa


dello storico imperiale, sa che, in generale, sotto un fenomeno stilistico, si cela un fatto di carattere psicologicomorale. Leggiamo, nel e. 2, la descrizione della Germania:
si

serve

per

Tacito

Quis porco... ermaniam pelerei, informem


caelo,

tristem

un' atmosfera

adspectugue...

cultu

monotona

il

tecris,

asperam

parallelismo

crea

e grigia, fa risaltare l'asprezza del

clima e lo squallore di quella


che termina per in quel nisi

terra

una musica

triste,

si patria sii in cui il mutamento improvviso di suono (cfr. prima tristem cultu adspectuQue) solleva l'animo nostro. Tacito, che conosce bene
r arte dei suoni, sente, e fa sentire, tutta la dolcezza che

vibra nel patria.


Il

parallelismo

ricorre

spesso anche nei brani ove

si

Cum
dei costumi dei Germani
turpe principi virt te vinci, turpe comi tatui virtulem prin-

parla

cipis

venlum

non adacquare

(e.

inimicis et iungendis
pibus... in

tuunt,

errare

non possunt

tattico e strutturale, al

'

et
et

de reconciliandis...

tamquam

dum
(e.

tono che

aciem

adsciscendis princinullo magis tem-

cogitationes pateat

nclscat... deliberant,

dum

Sed

in.);

conviviis consullant,

pore aut ad simplices

magnas

14

adtinitalibus

in

animus aut ad

fngere nesciunt, consti-

22): dal parallelismo sinsi

andato via via

solle-

vando, sino a diventare classicamente oratorio, si ridiscende


in un altro parallelismo. Lo stile qui diventa strumento d'interpretazione, ci aiuta a penetrar meglio nello spirito della

Germania.
*
Si noti, nel parallelismo strutturale, 1' asimmetria dell'astratto [adf.) coordinato a due concreti (inimicis e princlplbus).

61

Sorvolando sul parallelismo qtiamvls fuvenior, quamvis robustiov onde Tacito, nel e. 24, umanamente segue
la sorte del vinto che voluntadam secvitutem adii, o sulr altro del e. 40 pax et quies fune tantum nota, fune

animo poeticatantum amata, attraverso il quale freme


mente commosso di Tacito, o sull' altro ancora del e. 46 in
cui, con stile rapido e spennato, sono efficacemente ritratti
volgiamo l'attenzione su alcuni punti
costumi dei Fenni
i
dei ce. 18 e 19, che sono da annoverarsi tra le pagine pij
1'

profonde non solo di Tacito, ma della letteratura


pagana. Tacito tratta un argomento delicatissimo,

latina
il

ma-

coniugale dei Germani lo tratta in


che testimonia la sua compartecistile
uno
con
tono,
un
quanto scrive. Tacito non scrita
paHione sentimentale

trimonio e

fedelt

la

tore freddo

scrittore umanissimo, che tutta la sua

uma-

continuamente attraverso le pieghe


della sua prosa. Sentiamone ora la voce in faec munera
uxor accipitur...: hoc maximum vinculum, faec arcana
sacra, 5os coniugales ds arbtrantr; il tono oratorio
continua:.,, ipsis incipientis matrimonii auspiciis admonetur
venire se laborum periculorumque sociam, idem in pace,
rivela e confessa

nit

idem in proelio passuram asrmqu foc iuncti boves,


Hoc paratus equus, 6oc data arma renuntiant. Sic vivendum, sic pereundum. Dopo questa serie di frasi taglienti, la
frase finale, che con la sua distensione sembra accompagnare il gesto solenne ed austero delle spose germaniche
accipere se quae liberis inviolata ac digna reddat, quae
:

nurus accipiant rursusque ad nepotes referantur.

Opera
critici

retorica stata giudicata la

Boissier

il

^ invece, sostiene

Germania da molti

che

se

si

eccettuano

tre frasi un po' manierate e brillanti ed alcune espresche paiono troppo poetiche per il soggetto, la reto-

due o
sioni
^

Fennls mira fedtas, foeda paupertas

vietai fierba,
'

Cfr.

vestitui pelles,

Tacite,

Paris

cubili burnus...

1908, p. 40.

non arma, non

equi,

non pena'es

afGermania. Il problema va chiada


altro
punto di vista. Che Tacito
rito e prospettato
un
nella sua monografa faccia della retorica, intendendo il
termine nel suo significato deteriore, da escludere. Tacito
non scrittore da usare parole o immagini false o vuote,
senza contenuto o sproporzionate ad esso. Leggendo la
Germania, non bisogna farsi ingannare dalie apparenze.
Nella monografia ci sono, s, ripetizioni, a breve distanza,
rica affatto assente dalla

di vocaboli simili, anafore, allitterazioni, ci sono, spesso,

Vogliamo chiamarla

questa?
Direi di no: di quei mezzi lo scrittore si serve per dar sfogo
a un suo sentimento, esprimere una propria maniera di vedere. Ritorniamo al e, 19 Ergo saepta pudicitia agunt,
nullis spectaculorum inlecebris, nullis conviviorum inrapidi, a scatti.

tratti

retorica,

enim pudicitiae nulla


opibus maritum
invenerit... sic unum accipiunt maritum quomodo unum corpus unamque vitam, ne u 1 1 a cogitatio ultra, ne l o ngior^ cupiditas, ne t a m q u a m maritum, sed tamQ u a m matrimonium ameni. Qui calore, vibrazione, inntationibus corruptae... Publicatae

venia

.-non

tensit di

forma,

non

aetate,

sentimento che Tacito

non

infonde

nell'

espressione.

Pensiamo
ritornando per un attimo al de oratoribus
ad alcuni punti culminanti dei discorsi, soprattutto, di Apro
e di Materno (e. 5 Et ego enim; 8 Nam sordidius; 13
quod... quod... quod; nec... nec... nec...; 36; 39; 40) e ci
persuaderemo che Tacito ricorre agli stessi mezzi stilistici
per martellare alcuni concetti, dar loro una fiamma di
vita,

punto in cui Tacito sembra ci sveli il


suo stile oratorio. Ho presente l' inizio
del e. 20, interessante perch qui il confronto col de oratoribus non soltanto ideale, ma anche sostanziale * In

motivo

qualche

di questo

'

Variatio

ultra...

Cfr. infatti

ribus allt)

con de

il

langlor.

secondo periodo

or.

29

in.

di

Germ. 20 {Sua quemque mater ube-

nudi atque sordidi

(io/770

0/77/7/

65

in

fi

corpoca quae micamur excrescunt


ce

fa

li

tesca

vedere, questi
qui,

come

quanto riguarda

tempo

di Tacito,

Germani,

tanti

in

altri

Questo

l'anafora

nella

casi,

artus,

in

(6os...

6a

e e

6aec)

loro statura gigan-

c'

il

sottinteso,

per

educazione dei Romani del

corrotta

la

il

significato

dell'

anafora.

L,

de oratoribus, la passione per la poesia e per 1' eloquenza, o la nostalgia per la perdita di quest'ultima; qui,
nella Germania, un sentimento di commossa religiosit, dinanzi alla seriet dei Germani. E il moto interiore dal quale
r autore agitato
che determina alcuni atteggiamenti
nel

espressivi,

scorgere

ancora

chiaramente
rapporti
che uniscono la Germania al Dialogo, subentra un altro
elemento che in genere si considera puramente tecnico, e
che invece anch'esso, in Tacito, assume una certa spiritualit
il
ritmo. Lo stesso Tacito, che nella Germania offre
molti esempi del suo stile breve, stringato, denso, non di
rado ama abbandonarsi al fascino dell' oratoria e costruisce
periodi che hanno struttura e sapore perfettamente classici,
farci

pii

ad es., questi
Ipse eorum opinionibus accedo, qui
Germaniae popuios nuUis aliis aliarum nationum conubiis
infectos propriam et sinceram et tantum sui similem gentem
xsttsse rbtrantr (e. 4 in.) ceterum ncque animadvertere,
ncque 7incirc, ncque verberare quidem nisi sacerdotibus
permissum, non quasi in poenam, nec ducis iussu, sed velut
quali,

deo imperante,

quem

adss bllntbs crcdnt

(e.

7):

si

parla di capi, di disciplina militare, in tono solenne, quasi

guerresco

1'

ottima clausola, qui

come

nell'

esempio pre-

cedente, assume un significato psicologico \

^
Altri periodi dalia struttura e clausola classica
e. 2 Ipsos Germano^.,
nvlbs ad tur; Ceterum... Germani vcrentc ; 3 Affectatur... intmsct ;
13 f. Nec solum... bella proflgant; 20 Quidam... ltii tnnt ; 28 in. Va:

lldiores...

potnti diviss.

64

questa nostra ricerca

In

sembra

sull'

evoluzione dello

poter fermare un punto

stile

di

un certo
interesse e rilievo. Tacito
si visto nell' Agricola, stiamo
ora vedendo nella Germania, avremo occasione di constatarlo nello studio delle opere maggiori
non dimentica
mai di essere stato oratore ma
oratoria mette a servizio
di un motivo ideale che ha diverse espressioni ora motivo
eroico, ora di ammirazione, compiacimento, commozione
Tacito, ci

di

d'

1'

e a volte stupore.

Ma

Germania, come accennavo all' inizio del


si notano parecchi altri fenomeni stilistici
che preludono a quelli che ritroveremo nelle opere stonella

presente capitolo,

Cito

riche.

alcuni

casi

variatio,

di

alcuni

dei

quali

influenza
mostrano come
da Sallustio su Tacito si estenda anche
alla seconda monografa *. Unione di un concetto concreto
con uno astratto troviamo proprio all'inizio della Germania:
mutuo metu aut montibus espressione densa e sugi^estiva,
come suggestiva in Tacito
soprattutto nella Germaogni descrizione geografica, o di contini. Come siamo
nia,

non

riscontrati nell' Agricola

stilistica

l'

esercitata

lontani
5o;

dall'

ivov

delle

espressione

tz-.^jtv

tucididea

; ;j|jinaxtav

donne che assistono

foctamina

(HI 2)

Alla fine del

e.

vxiTiaXov

7 scritto,

mariti nelle guerre, cibosque et

pugnantibus gestant, espressione non meno

ad matres,
ad coniuges vulnera ferunt. Sempre nel e, 7 leggiamo
non quasi in poenam nec ducis iussu, se d v e l u t d e o

ardita dell' altra, che troviamo un rigo sopra

'

Esempi di vadatlo
e.
i n e d i a m-,

atque

nella
5

e, 4 f. Sitlm aestumque... fri gora


adfectione animi, s e d quia...; e. 10
p r i r a t i ; e 15 a slngulls... p u b l i e e;
populatuc... Ignorantur; e. 18 non libi-

Gecm.

-.

nulla

m
temere ac fortuito ; publice...
16 remedium... Insclti;
dine, sed ob nobllltatem; 22 caede et vulneribus-, 27 lamenta ac
lacrimas... d o l o re
et tristitlam; 29 f. Levissimus... a u d a x ; 30
i. ve'ocitas iuxta formldlnem, cunctatio
p ro p i o r constantiae est ; 34 sive...
fierba... p e 1 1 e s
fiumus;
i e i l i i s
s e u ; 46 sermone cuttu, sede a e d o
ora... vultusque, corpora atque artus ; si noti per che l'amplificazione o. r.
usata per formar simmetria col bimembre seguente (Valmagoi, ad /.).

e.


imperante:^

65

vadatio. Clii ha senso di

triplice

av-

stile

verte per che l'ultima espressione {sed..) va letta in tono

pi elevato; qui

mutamento

il

della costruzione sintattica

ha

un motivo psicologico, oltre che stilistico, fa rilevare


scendo, prepara il tinaie risonante {quem adesse bellantibus
ccedunt), sul quale gi ci siamo sotfermati.
Un esempio, ancora pii interessante e chiaro, del valore dell' ablativo assoluto, coordinato a costruzioni di tipo
il

diverso,

ha nel

si

e.

Memodae

precum

cestitutas constantia

strat a co

mminu s

mediante

ut...

sioni parallele
stile,

40

p. et o. p.)

concetto
il
ha dato impor-

sviluppa

Tacito

gli

staccandolo dalle due espresche precedono.

un

fatto di

questo, che avr largo sviluppo nelle opere maggiori

di Tacito
e.

(e,

vadatio

la

acies...

pectorum et m o na te quam longe im-

espresso dall' ablativo assoluto; perci

tanza

quasdam

et obiectu

ca p t iv i t

adeo

patientius... timent,

pcodituc

cre-

si

Esempio

*.

vadatio anche questo del


quali non per obsequium,
rende
sunt
il pedcitando
tuti
:

di triplice

parla dei Langobardi,

sed proeliis ac pedclitando


bene il senso dell' avventuroso e
^

dell' ignoto \ Cos quando


leggiamo Quotiens bella non ineunt, non
multum venatibus, plus per o t i u m transigunt, si ha l'impressione che il per otium, nei confronti del semplice ablativo
(venatibus) allarghi il concetto di otium che acquista perci,
mediante il cambiamento di costruzione, un maggior risalto

in

Getm. 15

in.

magno

cum pcaedatoria manu, sed


Gecm. 8 f la vadatio (non adulaticne n e e
t a m qu a m
facerent d e a s) esprime il sarcasmo di T. Cfr., verso la
fine del e. 36, un'altra frase breve, pure sarcastica
C6attis victodbus fortuna
in sapientiam e e s s i t.
*

Xe

Gir. Sali. lug. 50

ci

Itaque non...

compacato.

In

-.

Cfr.,
*

dine aut
*

pi innansi,

il

capitolo dedicato alla

ostentando

Cfr.,

per

temnuntuc

5 - A. Salvatore

la

nec

praemia

triplice

sodi...

publicanus atterit.

Stile e

dtmo

vadatio.

mlttundo; 66 formi85 89 metu aut praemia ostentando.


asimmetria, anche e. 29 nam nec tdbutis ccn-

Cfr. Sali. /ug. 43 senatus auctodtate,

in Tacito.


rispetto a venatibus,

come

66

plus indica qualcosa di diverso

il

e di pi. rispetto a non miiUum.

Con
i

concetti

questi espedienti

Quando

'.

Tacito riesce a graduare

stilistici

Cotinos Gallica,

egli scrive, nel e. 43.

Osos Pannonica lingua coarguii non esse dermanos, et


e nel successivo, omQ u d tributa p a t i u n t u r
niuniQue fiarum gentium insigne rotunda scuta, breves gladii
et erga reges obsequium, alle notizie unisce tacitamente
suo giudizio: egli d estensione e importanza
maggiori al concetto tinaie, quello introdotto dai due et:
cio, questo interessante, d peso al concetto spirituale *.
Ma si ha la possibilit, sollevandoci un poco al di so,

il

pra di questi casi

suo senso
bracciare

in cui la

il

pi varie;

il

meglio uno

vaciatio stata considerata nel

la visione, in modo da abfenomeno nelle sue manifestazioni pi vaste e


che non soltanto ci consentir di penetrare

ristretto,

di

allargare

degli aspetti

fondamentali della prosa tacitiana,

come

illuminandoci sul suo formarsi; ma, poich,

mostrando, ogni
noi

tore,

fatto di stile

saremo

in

grado

umanit di Tacito e allo


mania.

air

volte, in

uno

emana

maggiormente

di avvicinarci

spirito

stiamo

dalla psiche dell'au-

che anima

la

sua Ger-

ad una frase, dir cos,


oppone nettamente una frase in tono

stesso capitolo,

tono maggiore, si
autore si riporta al tono iniziale.
minore subito dopo
Questa sensibilit tecnico-musicale si pu cogliere nei ce.
brani: Aleam...
24 e 51. Leggiamo, 1' un dopo l'altro,
temeperdendive
lucrandi
tanta
seria
exercent,
sobrii Inter
de
de
liberiate
ac
iactu
ritate, ut... extremo ac novissimo
in

l'

'

Si

tendano presenti anche questi

fractum m u r m
gibuS', 32

h'I

altri

esempi

e.

3 asperitas soni e

receptaculum f r u perseverant

16 suffugliim fiemis, et
u r
lusus infantium, taec iuvenum aemulatlo

parva nunc cififas, sed gloria in gens-, 46 fiuc redeunt


luvencs, fi o e se n u m receptaculum.
* Cfr. anche e. 30 Durio'-a genti corpora,
stcictl artus, minax vultus e t

senes; 37

ma

in.

animi vigor.

67

Dopo

periodo risonante, la frase


breve, in tono minore
Victus
voluntaviam servitutem
adit. Tacito partecipa sentimentalmente alla sorte del vinto
crpr

cntndant.

il

quamvis robustior... venire patitur. Ed


ora si ritorna al motivo iniziale Servos condicionis fiuius
per commercia tradunt, ut se quoque pudore victrae
xslvnt. Gli stessi passaggi troviamo nel brano del e. 51:
Super sanguinem et spolia revelant * frontem, seque tum
quamvls

iuvenior,

demum

pretta nascendi rettulisse dignosque patria ac pa-

rentbus frnt. Poi

manet squalor ;

il

tono

si

abbassa

ignavis et imbellibus

nuovo s'innalza: Fortissimus quisque

di

ferreum insuper anulum... velut vinculum gestat, donec se


caede fsts bslvt. E si noti come, nel e. 27, ad una
frase breve, se pur molto significativa, come questa
Sepulcrum caespes erigit, segua, immediatamente dopo, un'altra,
il cui
succedersi di suoni pesanti rende bene la pesantezza
:

laboriosa delle grandi costruzioni

monumentorum arduum

operosum honorem ut gravem defunctis aspernantur.


Questa
come dicevamo
variatio (intesa in senso lato)
cio modo di adeguare l'espressione alla realt, che varia.
Il e. 27 ha una grande importanza, per quanto riguarda
studio
della formazione dello stile tacitiano. Son tante
lo
piccole frasi, che si susseguono
una all' altra ognuna ha,
nella brevit, la sua forza, la sua suggestione. Sembrerebbe
di trovarci dinanzi ad un altro Tacito
tutto diverso da
et

1'

quello che sinora generalmente

apparso, nello studio

ci

Germania. In queste frasi rapide,


primono come un marchio nella mente

della

sare, c'

Sento

Georgicfe

Ignotas
*

Il

un' eco

(III

225

che

virgiliana,

ss.)

ov'

si

s'

im-

e invitano a pen-

profondit e quasi direi mistero di

di pensiero. Tacito,

che

incisive,

potenza

sintesi,

esaltato dinanzi al valore delle

in

questo

descritto

oras Multa gemens.


termine poetico, come, pi

il

victus...

loro

che

e penso

victus

al

passo delle
longeque

ablt

e.'culat

innanzi, canent, invece di

senescunt.


donne germaniche ed ha

6S

reso

in stile

suo sentimento

il

'

proximo pignora, u nd e feminarum ululatus audici,


u n d e vagitus infantium. Hi cuiQue sanctissimi testes, 6 i

et in

maximi laudatores: ad
(e. 7

t.)

mani

matres,

ad

coniuges vulnera ferunt

matrimonio dei Ger-

Tacito, che ha parlato del

tono caldo, commosso, elevato, come abbiamo visto,


ritrarre la semplicit degli usi funebri, lo ha fatto

in

dovendo

con semplicit

di

Siamo

stile.

ad uno

giunti

dei punti cul-

minanti della nostra ricerca. Tacito adegua

come

cose. La ridondanza oratoria,

animo

suo stato

d'

lacdmas

cito,

Funerum

dolorem

lugere fonestum

stile alle

(e.

il

Lamenta ac

ponunt. Feminis

tarde

meminisse

suo

brevit, esprime

la

nulla ambitio...

et tristitiam

viris

est,

il

Breve

27).

frase,

quest'ultima, eppure sconfinata, infinita nel suo significato,


11

esset

si

quam

quasi

bonae

alibi

come

queste,

In

di Tacito

'\

stile

In

leges.

in

epigrammatiche,

affermarsi dello

prio

ignotum;

valent

l'

faenus agitare et in usuras extenideoQue magis servatur quam si vetitum


pensa al finale del e. 19 plusque ibi boni mores

26 comincia cos

e.

dere

molte

altre

'

espressioni,

al

sorgere, al-

simili

non

assistiamo, se

sentenzioso, lapidario, che sar pro-

virtij

di

questo

stile,

tutta la

mono-

grafia si riempie di un profondo interesse e molte frasi si


spogliano quasi del loro valore contingente per assumere
'

Dalla stessa

scrittore a quel

tonte

compartecipazione dello
anche lo stile pittorico di
dell'adulterio che, commesso, prontamente pu-

sentimentale,

che narra,

si

pu

dire

ossia

dalla

scaturisca

19 si parla
sfugga il ritmo del periodare tacitiano, soprattutto la collocazione
delie parole
abscisis crlnibus, nudatam, coram propinquis expelllt domo maritus ac per omnem vlciim vertere agit; publicatae enim pudicitlae nulla venia ;
Tacito. Nel e.

nito

non

ci

non aetate, non opibus marit.um inveneri t. Tra gli esempi di


Satzmelodie il Much (cfr. Die Germania des Tacltus, Heidelberg 1937, p. 299)
annerer il seguente (e. 29) :... nlsi quod Ipso adluc tecrae suae solo et caelo
acrius animantur.
' Cfr., verso la fine del e. 20, fieredes tamen... et nullum testamentum...
nec ulta orbitatis pcetia.
^ Insieme con lo sfile breve, epigrammatico,
vanno segnalati anche casi,
assai frequenti, di asindeto, la cui efficacia, a volte, notevole; valga, per
non forma,
"

.,

Jutti,

r es. del

e.

30

f.

Omne

robur... constantiae est.

69

un significato universale. Cose ed uomini sono, un po', visti


\ che
:
sar tipico della storiografia
l' importanza
vera della Germania,
neir ambito della produzione tacitiana.
Siamo giunti ad una tappa decisiva nella storia dello
stile di Tacito. Il suo stile breve, e che colpisce immediatamente, nasce dalla profondit delle sue osservazioni e
dal bisogno intimo di sfogare un sentimento, in questo
caso, di avversione ai corrotti costumi dei Romani, Nello
stesso tempo in cui lo scrittore illumina un popolo, un altro
ne oscura; ma noi avvertiamo che il popolo oscurato
pili che mai presente al sentimento e alla fantasia di Tacito.
Se si vuole una prova di quanto affermo, si legga il finale
sub specie aeternitatis
di Tacito. Questa

del
la

e.

25 {Liberti non multum...), ove l'autore fa sentire chiara

sua voce di amarezza contro

Roma;

1'

dei liberti a

affermarsi

amarezza, come spesso accade

tale

in T., si

colora

d' ironia ^

dunque, che nasce da

Stile,

morale

un' esigenza di carattere

per questo diciamo che proprio, personale di

Tacito. Nessuna tendenza all'effetto,

come,

Seneca,

forse, in

abbia avuto influenza su quello della


Germania. Ma Seneca si ripete Tacito no questa la
profonda differenza fra i due.
La Germania, dunque, segna, rispetto aW Agricola, un
netto progresso per quanto si riferisce alla brevitas, di cui
si riscontrano
nell'opera che stiamo esaminando
esempi
pi abbondanti e significativi. Abbiamo fatto, cio, un passo
il

cui

stile

ritiene

si

avanti, nella

Tacito

cito.

nostra ricerca del formarsi dello


sta

trovando

il

suo

presenta una conquista spirituale,


Nella

o pi

stile.

insieme,

e,

stile

di Ta.

La Germania

rap-

stilistica.

Germania si riscontrano parecchi casi in cui due


sono fusi in uno solo; ne deriva
a volte

Cfr. anche, per

tinum quidem...

concetti

una sfumatura

d' ironia

il

finale del e.

44 ne

liber-


una certa
imbarazzo

affrontare

nell'

un

ribus, e

il

lettore

trova

si

un certo

in

traduzione dei brani

la

Bardon

il

nam

del Dialogo

f.

genere presenta anche

di tal

critico francese,

la frase del e. 7

sume

per cui

oscurit,

stione. Diftcolt

70

in

que-

de oratoha osservato che

'.

il

ingenio Quoque... rias-

confronto, che Quintiliano sviluppa pi volte, tra

il

prodotti della terra e l'eloquenza.

Tornando

alla (jermania, una frase del e. 23 ci permette


un confronto con Sallustio e notare come Tacito restringa, neir ambito di pochi termini, quel che il suo quasi
certo modello esprime con un giro pi lungo di parole. Accennando ai costumi dei Numidi, lo storico di Amiterno

di fare

KQ'^ scritto,

89

in lug.

carne vescebantuc

rina

f,

et

Numidae plerumque

lacte et fe-

neque salem neque

alia irrita-

menta gulae quaerebant: cibus illis advorsus famem atque


non lubidini neque luxuriae erat. Ecco come Tacito
Cibi simplices, agrestia poma, refonde, contaminando
sine apparatu, sine blanconcretum
cens fera aut lac

sitim,

famem

dimentis expellunt

chiama

mente

alla

-.

frase rapida, densa,

dell'inizio del e.

l'altra

che mi

ri-

19 nullis con-

viviorum inritationibus corruptae. Il confronto con Sallustio


perch esso ci fa cogliere, nel suo attuarsi,
un fenomeno che tanto peso ha nella formazione dello

interessante

di Tacito.

stile

Altri

esempi

in

cui assistiamo allo stesso,

cesso brachilogico, sono


transiffuntur

^
;

25

in.

seguenti

sedem, suos penaies regit

'

Art. e,

Per

come
come
*

28

quasi, pro-

22 crebrae...

non

rixae...

in

Igitur

inter

Hercjniam

p. 117.
crebrae sant rixae et transiguntur.
concetti sono due-, l) gli schiavi germani

familia,

dunque

servit,

quelli
in

'

e.

nostrum morem
utuntur'^- suam quisque

Ceteris servis

descriptis per familias ministeriis

romani

2)

servini

non formano una


non sono distribuiti fra la

una familia.

Significa

ogni

(o famiglia), e governa

schiavo ha

come

la

sua dimora

se fosse

padrone

(=

il

suo focolare domestico

regit).


RUenumque

silvam

tenuece;

Boli...

erant

29

et

71

Moenum amnes

Sed utrum Aravisci

in.

in

ulteriora

Helvetii,

Pannoniam... malaque

Omnium 6acum Pentium virtute praecipui


51 Omnium penes tos... nam ne in
;

datavi... colunt...

pace quidem vultu mitiore mansuescunt ".


Ma, oltre alla va riatto e alla brevifas, un

altro ele-

mento, caratteristico della prosa tacitiana, spesseggia nella


Germania, V elemento poetico. Cerchiamo di vederne le
varie manifestazioni.

Tacito

si

compiace spesso

indeterminate. Tale

tendenza

elemento essenziale

si

di usare espressioni
al

vago

vaghe,

che della poesia

realizza mediante l'uso, a volte

a breve distanza, di avverbi, quali, ad

es.,

otim ^

quondam^

o di espressioni avverbiali, dal valore generico \ Specialmente quando parla di mari, o, in genere, fa della geografa. Tacito ama avvolgere il suo stile in un alone d'impreciso
l'

cos riesce a darci

Mi

infinito.

riferisco a frasi

il

senso della lontananza, del-

come

seguenti:

le

e.

cetera

immensa spatia
complectens ; 17 Eligunt feras et... velamina spargunt maculis... beluarum, quas exterior Oceanus atque ignotum
Oceanus ambii,

latos sinus et insularum

premettere, a inter H. s., un quantum est (Bonelli, com1946, ad l.) oppure sottintendere, col YalMAGGI, un consedere (= si stanziarono e tennero tenure).
^ Per
O. ti. g. virtute praecipui datavi sunt, qui... colunt.
*

mento

bisogna

Germania, Bologna

alla

'^

Cfr.

Yalmaggi, ad

(=

l.

Altri

esempi

di irasi concise-, e.

ut in licentla

quotiens de vetustate agitur, concessa) ; 3 nec tam


7 et duces...
vocis ille quam vlrtutis concentus videtur ; 6 nudi aut sagulo leves
admiratione praesunt (= ... ita ut admirationem eftciant) 10 Si prodibuerunt
(= si surcull [oppure notae] p. rem de qua consultatio fit) ; 12 carpare infames; 19 saeculum vacatur {,= vivere secundum saeculum) 20 Sec virgines
festinantur {nec nuptiae virginibus festinantur) ; 21 monstrator fiospitil et Covetustatls

in llcentia,

29 nam nec trlbutis contemnuntur (= non ita contemnuntur, ut tributa


imponantur) 3S in. propriis... natlonlbus nominlbusque discreti (= p. n. d.,
quorum culque est proprlum nomen). Periodo dalla struttura artificiosa quello
finale del e. 44 Nec arma..., per il quale cfr. Yalmaggi, ad. l.
* cfr. e. 3
28 (due volte); 36; 41 f.
42.
Cfr. e. 29 in.
Cfr. e. 6 in i m m e n s u m vibrant.

mes

iis

^'

_
mare

gignit

?5

72

immensum terrarum spatium non

Tarn

tenent...

Poesia anche

animazione che Tacito d ad elecome al Danubio, nel primo capitolo


Daniiviiis molli et dementer edito montis... iugo
etfusus plures populos adit, donec in Ponticum mare sex
meati bus rmpt: lo vediamo, questo tume, etlfondersi dai
1'

menti materiali, naturali,


:

gioghi dal dolce declivio, accostarsi, quasi


sitarli

{adit),

nell'

atto di vi-

a pi popoli, impaziente di riposare nel

mare

sono tante sfumature poetiche che lettore deve cogliere, per non confondere queste descrizioni
tacitiane con altre simili. l'animazione conferita alle cose
dalla lingua, che Tacito ha appreso da Virgilio, soprattutto
dal grande Virgilio delle Georgicfe^. La descrizione, e
capitolo, si concludono con una frase smorzata, in tono
minore septimum os paludibus fjauritur.
Immediatamente prima del Danubio, Tacito parla del
Reno. Vale la pena di trascrivere
periodo per mostrare
come, anche nell'ambito delle descrizioni, questa prosa taci(donec...

erumpat)

il

-.

il

il

tiana sia varia e adegui persino

suoni alle cose descritte:

Raeticarum Alpium inaccesso ac praecipiti vertice


ortus, modico flexu in occidentem versus septentrionali
Oceano miscetur. Il periodo diviso in due parti: nella
prima, si ha la visione del fiume che
quasi improvvisamente, impetuosamente
balza dalla cima erta ed inacRfienus,

cessibile delle Alpi (ci sottolineato dall'

inaccesso ac praecipiti)

nella

stesso che, trovata la sua via,


il

suono

si

asprezza dei suoni

ci

ritratto

sembra placare

pi dolce {modico flexu).

fa

metricamente rmpt,

riferito al

la

il

fiume

corrente

miscetur risponde

Danubio,

L' analisi

non

forse, eccessiva.

stata,

valore poetico dell' avverbio.

Si

Ispirato alla lingua e al tono delle Georgicfe

del e. 26
et

seconda,

noti

il

anche i! seguente passo


ager ; nec enim cum ubertate
labore contendunt, ut pomaria conserant et prato separent

rva per annos mutant,

amplitudine

soli

et fiortos rigent...

et superest

(O

Da

questo e da

Germania

nella

senso

appare evidente come

esempi

pi che nelle opere precedenti, quel

colore a volte barocco, quella fantasia, vorrei

del

coloristica

dire,

altri

ci sia,

musicale

che

elementi

*
:

troveremo

opere future.
Le cose non cambiano se, dalla descrizione dei fiumi,
passiamo a quella dei monti e, 30 durarti siquidem coiles,
paulatim rarescunt, et C6atios suos saltus fferc'ynius prosequiiur simul iqu dpni: quanto affetto in quel suos!
quanta umanit di lingua e dolcezza di suono nella clauprosequiiur simul atqu deponi t!
sola eretico-trocaica
nelle

Anche qui la clausola classica ha un suo intimo


Animato anche l'Oceano che, come scritto

diamo

e.

11,

II

7 vulnera ferunt
insequitur)

come

non semper idem

14 illam

Ver. Aen.

illum che precede,

e g u

me n

ha pi

imperai

99

ardita);

(cfr,

spinis); 18 nuptiis

ambire);

conubiis

floribus est

tonor);

vo Ine re...
cruentam vidricemque frameam {illam,

(cfr.

gumen... spina consertum


t

34,

simul atque in Herculem inquiri.


parole o espressioni poetiche della Germ. ricor5 Ne armentis quidem suus fio no r (cfr. Hor.

le

Carm.

nel e.

in se

...obstitit...

Tra

significato.

Il

d'

529 infesto

un

Aen.

significato); 17 in. Te-

Ili

594

ambiuntur

consertum

(cfr.

Aen. VII 353


(cfr. Geo.

26 sola terrae seges imperatur

arvis

Y espressione di Tacito

27 Sepulcrum caespes erigit

(cfr.

Culex

ancora pi
v.

396

tu-

mulus formatum crevit in orbem; Aen. XI 102-03 corpora...


animazione e la vitumulo sineret succedere terrae : per
1'

vacit delle immagini); 34 Utraeque nationes... Rheno praetexuntur (cfr. Aen. VI 5-6 litora curvae p raete x uni

puppes);

37

35

in.

[Germania) in septentrionem...

redit

(cfr.

redit medium R6odope porrecta sub axem)-,


in.
Veterisque famae lata vestigia manent (cfr. Aen.
Q3 adgnosco veteris vestigia flammae); 39 in.

Geo.

Ili

351

Cfr. e. 45

Dirimit...

Suebiam

continuum m o nti u m

u g.u


siham

74

auguriis patrum... sacram

Aen. 597-98 luciis...


44 Nec velis ministrant
v e'(i codd. hanno ministrantur) (cfr. /Jen. VI 502 e X 218
lisQue ministrai); 45 f. mox [sucinum] ut in picem
religione

patrum

sa ce

late

(cfr.

v);

(cfr. Geo. Il 250 [terra] picis in molentescit). Come risulta dagli esempi riportati,
anche nella Germania il poeta presente alla fantasia di

resina mve lentescit


rem...

Tacito soprattutto Virgilio.

La prosa poetica di Tacito raggiunge, nella Germania,


culmine nei ce. 59 e 40. Nel e. 59, all' inizio, si parla di
un rito barbarico, celebrato dai Semnoni. Lo stile assume
il

un'andatura quasi mistica

patrum

riis

Stato tempore in

prisca

et

siham augu-

formidine sacram

un esametro) * omnes eiusdem sanguinis populi legationibus count caesoQue publice 6omine celebrant barbari
ritus ^orrenda primordio. Oratoria e poesia mescolano

ancora

le

loro acque nella descrizione del

Tacito

e, 40.

si

onore della dea Nerto


strano, lugubre rito, ch'egli ritrae in una prosa commossa,
che invita al raccoglimento Est in insula * Oceani castum
nemus, dicatumque in eo vehiculum, vste cntctm; adtingere uni sacerdti cncssm (la serie di lunghe sottotrova dinanzi

al

rito

funereo

in

linea

il

carattere

adesse penetrali

sacro e quasi

deam

intellegit

mistero

il

del

gesto).

Is

vectamque bubus feminis

multa cum veneratin prsquitr. Laeti lune dies, festa


loca, Quaecumque adventu fospitiqu dgnatr: la stessa
clausola di veste cntctm. Tacito, che si vorrebbe ritenere
ribelle al ritmo,
il

dico

al

ritmo tradizionale

valore musicale di queste

corresponsioni

r atmosfera ritmico-musicale del brano,

pronta particolarmente suggestiva

gli

classico,

sente

esse

creano

danno

un' im-

qui, mi

si

perdoni

il

e. 18
Altri due esametri, o pseudo-esametri, s'incontrano nella Germ.
bellomm casus putet, ipsis Indplentis e. 32 praecellunt ; nec malor apud
'

-.

Cfiattos
*

peditum

laus.

L'inizio ricorda Verg. Aen.

II

21

fst

In conspectu

Tenedos...


bisticcio, la

75

questa

poesia di

prosa.

Non

bella

innt,

non arma

smnt (anche qui c' parallelismo); clasum


mn fccm (tre parole piane, di cui le ultime due hanno
una figurazione metrica analoga) pax et quies fune tantum
nta, tunc tantum amata... (si noti il parallelismo, che
non bella ineunt, n. a. s. e, ancora,
fa eco al precedente
In questi accorgile due parole piane nota e amata).
menti, che abbiamo cercato di render palesi, riposta
l'armonia del brano. La chiusa del periodo {Arcanus 6inc
pu avvicinare
tecror...), cinta di un'ombra di mistero, si
al finale del e. 34 {Mox nemo temptavit, sandiusque ac
reverentius visum de actis deorum credere quam scire), in
cui si respira gi
mistero profondo che ricopre certe
espressioni del grande storico \
Anche nell' ambito delle descrizioni si manifesta
in
;

'

il

la tendenza a variare, che risponde


profonda dello spirito di Tacito, di quest' uomo che sente il bisogno costante di distinguere, presentare aspetti diversi, diffondere luce varia su uomini e
cose. Si legga l'inizio del e. 45 Trans Suiones aliud mare,
pgrum c prpe Inmtm *, quo cingi cludique terrarum orbem fiinc tdes, quod extremus cadentis iam solis fulgor in
ortum edurat adeo clarus, ut sidera fjebetet; sonum insuper
emergentis audiri formasque equorum et radios capitis

parte

ad

si

gi visto

un' esigenna

adspici persuasio adicit.

ad

Omero

{Od. XI 15

Dopo

ss.-,

questa descrizione, improntata

descrizione dei Cimmerii) ed a Vir-

ss.), una notazione rapida {Illuc usque, et


tantum natura), che lascia sospeso il lettore, e lo
fa pensare. Quanto maggior poesia in quest' indeterminatezza, che non in una delle solite frasi, ad antitesi e ad
effetto, di Seneca {Suas. 1, l): post omnia Oceanus, post

gilio

{Aen. VII 15

fama

vera,

Oceanum
'

nifil.

Caratteristica

nei combattimenti
'

Cfr.,

(e.

anche

la

43 cetenim

descrizione

della ferocia che

fiarii...).

per l'epiteto poetico, Agr. 10 Sed mare pigram...

anima

gli

Arii

Con il tantum natura termina la descrizione dopo di


che Tacito si riporta, con passaggio rapidissimo, allo stile
normale
Er^o iam dextro Suebici maris litore... * Ci
conferma la variet, in senso lato, dello stile di Tacito,
;

e giustitca,

monia

fondo,

in

il

tentativo di scoprire

l'

intima ar-

come quelli che abbiamo riportati

di quei brani

ispirazione poetica crea un ritmo diverso dal


determinando un solco sonoro che ogni orecchio
esercitato avverte. Abbiamo trovato un altro elemento che
nei quali

l'

solito,

sorregge

la

prosa di Tacito

la

poesia.

Non

poesia, l'aspirazione trepida del virgiliano

Concludendo,

bonda

di pi

struttura

cui

si

Agricola,

Neil'

meglio, sono

il

interi

sar forse

la

Materno?

periodare classico abcapitoli

volte

la

avvicina a quella del de ocatoribus. Nella

Germania, invece,

periodi

classici,

dalla struttura

armo-

buone clausole, ecc. sono dispersi qua e l


magari improvvisamente e, forse per questo, si
notano subito. indubbio che la Germania presenta una
maggiore variet di stile, nei confronti dell' Agricola. E,
oltre alla variet, anche lo stile spezzato, a tratti brevi,
rende la Germania diversa dall'Agricola: ci si accorge che
siamo a un altro stadio dell' evoluzione stilistica.
Ora, riflettiamo un po', non astrattamente, ma basandoci su prove di fatto. Se tra l'Agricola e la Germania,
opere composte nello stesso anno, c', innegabilmente,
differenza di stile e cio, se, nello stesso anno, lo stile
di Tacito ha subito un' evoluzione, e, come una corrente
che avanza a poco a poco, occupando il terreno dove
per sempre s' insedier, andato acquistando un' impronta sempre piij sua perch dovrebbe riuscir difficile,
o assurdo, immaginare che una simile evoluzione si sia attuata nel passaggio dal de oratoribus eXl' Agricola? Tanto
nica, dalle

affiorano

nel e. 45 notiamo il seguente periodo dalle ampie volute e


senso del colore e della poesia, pu avvicinarsi a quello iniziale,
sul quale ci siamo soffermati
Fecundiora igitur... litora exundant.
'

Ancora

che, per

il

-.

77

pi che, se vero che

il
de oratocibus stato scritto duregno di Domiziano, o anche prima, tra la sua
composHone e quella dt\Y Agricola pu esser trascorso un
periodo di tempo maggiore che non quello interposto tra
l'Agricola e la Germania. Il problema, come stato prospettato, ora soltanto in cui credo che
attraverso la noil processo evolutivo appaia chiaro, diventa,
stra ricerca
ormai, un puro fatto di logica. Chi vorr chiudere gli occhi
dinanzi alla logica pii elementare e pij semplice ?
Abbiamo detto sopra che lo stile oratorio, che nel-

rante

il

ricorreva con maggiore insistenza e continuit,

V Agricola

Germania con minor frequenza il blocco


compatto comincia a sfaldarsi, a frangersi in tante partima altrettanto vero che l'opposto accelle. Ci vero
cade riguardo alle espressioni poetiche e soprattutto al
ricorre

nella

sentimento poetico infuso nei brani.


zione poetica non ha mai

dunque,

quantitativo

mente

piij

l'

V ispira-

autore per

come

periodi,

interi

NeW Agricola

insistito e sorretto

qui,
dell'

in quelli esaminati della Germania.


un diminuire, inteso in senso numerico,
oratoria ma un arricchimento, decisa,

notevole, di poesia intesa nella sua accezione

pi vasta.
Variatio, bcevitas, color poeticus, le tre caratteristiche

tanto

celebrate

dello

stile

di

Tacito,

sono andate emer-

gendo ed affermandosi gradatamente, nella nostra ricerca;


ma non il fatto stilistico in se stesso possiamo dire che ci
abbia tanto interessato, quanto lo studio del motivo che lo
ha prodotto. Questo motivo, a cominciare si noti bene
dal de oratoribus,
abbiamo trovato nell' animo stesso di

1'

Tacito,

il

quale, trattando tre argomenti diversi, pur rima-

nendo sempre, fondamentalmente,

l'autore del de oratoribus,


ha saputo, trovandosi di fronte a realt diverse, diversamente atteggiare la sua espressione e, imitando e superando
altri modelli
dopo il ciceroniano
venuto in possesso


uno

78

che sembra molto lontano dall' antico, anche


con esso.
Ma il de oratodbus rimane sempre, mi si perdoni
l'immagine, la grande matrice di tutta l'opera di Tacito, 11 de oratodbus, quanto a stile
e si badi che stile
espressione di 6umanitas non atfatto opera impersonale, come opera impersonale non la Germania.
di

stile

se coesiste

PARTE SECONDA
LE HISTORIAE E GLI ANNALES

ESAMINATI NEI PRINCIPALI ASPETTI STILISTICI E RITMICI

Capitolo IY

LA VARIATIO COME MEZZO ESPRESSIVO


DELLA PROSA DI TACITO
Il

Srbom ha

una quindicina

pubblicato,

di anni or

sono, un volume nel quale ha studiato soprattutto


riatio nello stile di

fatto

che

il

Tacito

meccanismo

la

va-

L' interesse del libro consiste nel

*.

della prosa dello storico in esso

La tecnica tacitiana ne esce


notevolmente illuminata. Gi il Draeger,^ il Constans,^ il Nipmaggiori
per non citare che
avevan posto
perdev *
r attenzione su questa che da considerare una delle caratteristiche fondamentali dello stile di Tacito; il Srbom
ha allargato la sfera d' indagine, prospettando un' innumerevole serie di esempi, debitamente classificati. Il complesso
dell'opera tacitiana, dal de ovatoribus agli Annales, smonun' enumerazione di fatti pretato in tanti piccoli peszi
come si dice
sentati freddamente, scientificamente
senza
mai
un
accompagnati da
commento che li
che siano quasi
giustifichi e spieghi. Dopo la lettura del libro si constata che
Tacito ha scritto in quel determinato modo; ma se ci si
studiato nei minimi particolari.

domanda

il

perch,

la

domanda,

il

desiderio

rimangono

apud etindem

qiiaestiones se-

insoddisfatti.
^

Srbom Vadatio sermonls

Tacitei aliaeque

Upsaliae 1935.
* O. e, pp. 98 ss.
^ O. e, pp. 134 ss.
*
P. Cornelius Tacitus erhlart von
1904. Ulnleitung. p. 46 e passim.

lectae,

6 - A. Salvatore

Stile e

ritmo in Tacito.

Karl Nipperdey,

Ester Band, Berlin

82

Ora. che la tecnica costituisca un elemento necessario,


sia poeta che prosaanzi fondamentale, in un autore
tore
vero. Ma trattandosi di un artista psicologo, guai e
essenzialmente Tacito, un' indagine stilistica che si fermi
alla pura conoscenza della parte tecnica, non pu non

non

Tacito,

per ripetere
r

me

pu

si

1'

il

efficace

spectacles qu'

la

le

espressione del
style,

stile

tuttavia, chi

ha con esso lunga


stile

stile sia

di Tacito.

potesse

les

la

illustrare

pene-

familiarit, riesce a

confessato tutto se stesso.

s' detto,

parte fondamentale

intendere

Storico-psicologo stato
psicologia era

quel

con

personalissimo,

tacitiano, la chiave di volta per

giustamente definito
si

dont

di Tacito dev' essere studiato in relazione

nima e r arte
cui

Courbaud

ou condanne, qui a t remu par


et nous remue avec lui .

Tacito ha nel suo

stile

homme

dpeint

il

La vadatio, che, come


dello

tecnica di

1'

qui d'une phrase, d'un mot,

psicologia dell'autore: bench tale

trarlo.

la
"

ne croit pas pouvoir faire davantage, s'attendrit,

s'exalte, proteste

Lo

conosciuta

volta

dire di conoscere Tacito,

a passe dans

quand

Una

insufficiente.

rivelarsi

mondo

1'

di

unico

l'a-

questi

modo con

imperatori

che,

quanto pi si allontana da noi nel tempo, tanto pi par


che sussulti, a volte, della nostra stessa vita; quel mondo
in cui. abolite quasi del tutto bella externa et obitas pr
re publica mortes [An. XVI lo), tutto dipendeva dal cenno
di uno solo. Ciascuno sente qual senso di accorata mestizia,
animo del lettore, passi in queste parole
che pervade
dell' ultimo libro degli Annales: At nunc patientia servilis
tantumque sanguinis domi perditum fatigant animum et
l'

maestitia restringunt.

mezzo con

poteva attuare il suo programma di storico-psicologo, di storico, cio, quale tempi


richiedevano, era quello di servirsi d'una prosa capace di
L'unico

cui Tacito

'

O. e,

p.

165.


penetrare, oltre che
abissi piti nascosti

83

nell' intelligenza,

dell'

nel sentimento e negli

anima umana, per

scrutarvi qual-

cosa che bisognasse poi portare alla luce. Di qui, da questo


profondo bisogno di ricerca, da questo desiderio di togliere
un velo anche a ci che sembrerebbe inafferrabile, da questo
sforzo di dire o suggerire quel che prima era rimasto avprocedimenti
volto nel silenzio e nell' ombra, nascono
i

stilistici sui quali

fermeremo

di volta in volta la nostra at-

Tra questi ha un' importanza di prim' ordine


regina delle analisi psicologiche
la vaviatio.
tenzione.

Come

puramente tecnico, non certo una cosa


nuovo, invece, e da
nessun altro prima attribuitole se non, come vedremo, dal
divino Virgilio, il valore, la funzione eh' essa assume in
Tacito, Per virt sua la prosa di questo grande storico, la
pi complessa nella storia della letteratura latina, " ihre
zvv^eite Biute erlebte , secondo l'affermazione di Taddeo

nuova

fatto

nella storia della lingua latina;

Zielinsbi ^

Credo opportuno, prima

di

ogn' altra

alcuni principi fondamentali, senza dei quali

comprendere con esattezza

il

fenomeno

cosa,

non

si

chiarire

potrebbe
quale

stilistico del

discorriamo.

La vadatio ha luogo quando due o pi concetti della


stessa natura, coordinati

costruzione

sono

in

espressi

sit di costrutti

tra loro,

questo consiste

invece di ricevere uguale

la co/7c//7/7//aj

ciceroniana

mediante costruzioni diverse, A tale divercorrisponde, in Tacito, una diversa valuta-

zione dei concetti,

come

verr chiarito

in seguito,

derivante

dal carattere psicologico dell' arte tacitiana.

Srbom, invece, non mettendo in relazione la variatio


con la psicologia, definisce tale fenomeno stilistico " studium
Il

Cicero in Wandel der lafirfiunderie, Leipzig und Berlin 1908, p, 369.


Marchesi (Tacito Milano-Messina 1944, p. 289), della prosa di Tacito
E la prosa letteraria di Roma portata al massimo della sua potenza

Cfr.

Anche

il

"
scrive
espressiva e della sua libert
:


parvo

scriptoris

vede,

si

Non

di

rendersi

conto dei

fatto,

il

motivi

sempre,

quasi

Inoltre,

evitandi

meccanica

'.

della

espressione e colloca-

chiarita affatto

constatato

Si

concezione

termine, la stessa

stanza, lo stesso

zione di parole.
sfuJium.

una

farebbe di tutto per evitare, a breve di-

Tacito

rariatic.

idem verbuni, idem

intervallo

interiecto

eandem verborum coUocationem

eniis dicendi.

Come

S4

si

sono

la

causa

ma non

che

si

di

hanno

lo

considerate

le

questo

cercato

prodotto.
espressioni

isolatamente, avulse dal testo, senza lo sforzo di penetrarle,

per intenderle nel loro valore intimo;


gli

occhi

sul

perch

di

il

che avrebbe aperto

una costruzione variata. Uno studio

volto in questa direzione, renderebbe

piti scaltri nel

tradurre

Tacito.

convinto che, per chi abbia compreso il segreto del suo stile, Tacito sia autore pi facile a tradursi
che non Cicerone. Nel tradurre quest' ultimo, dobbiamo
Io son

svincolare

di

sforzarci

pensieri

espressione, prodotta dalla

questa

difficolt

le

da

certa

concinnitas.

contorsioni,

le

uniformit di

Tacito

spezzature

non offre
sono una

guida al lettore per insinuarsi negli angoli pi remoti del


suo pensiero e del suo sentimento. Lo studio della vadatio,
dunque, dev'essere, prima d'ogni altro, un avvio a intendere
e ben tradurre lo storico.
Tacito,

assai

spesso,

la

spiegazione

la

lascia

accorgimento stilistico che impiega. Dal che


eh' egli conscio dell' accorgimento stesso,
si argomenta
del quale si serve per ottenere un determinato effetto.
intuire

Un

dell'

principio di carattere generale, alla formulazione

accurato esame di un gran


numero di esempi, questo. Quando Tacito usa un mutamento di costruzione, intende, generalmente, concentrare la

del quale

siamo

giunti

dopo

1'

forza del pensiero sul secondo

'

o. e,

p.

2.

membro

della frase, espresso

S5

con una forma diversa da quella del primo pi vivace, pi


anche pi ardita, in modo da destar subito l'at:

colorita,

tenzione del lettore. Si potrebbe soggiungere che di queste

due

costruzioni,

una normale,

r inatteso e

l'

vuol colpire e scuotere chi legge.

insolito

Assai spesso,

mezzo

il

plasmata
che appunto mediante

l'altra affettiva,

cio dalla sensibilit dello scrittore,

da Tacito per ragal secondo con-

preferito

giungere l'intento di dar rilievo maggiore


cetto, la

preposizione

unita al sostantivo, nei

vari casi

Citeremo alcuni esempi, nei quali Tacito stesso


ci suggerisce la maniera d' intendere il mutamento di costruzione, rimanendo assodato che il principio da noi
esposto, per il suo carattere essenziale, pu estendersi ed
applicarsi anche ai casi in cui tale esplicita spiegazione
dell' autore manca. Ricordiamo alcune delle manifestazioni

da essa

retti.

pi significative di questo principio.

Alla
tratta

primo

fine del

vivamente

psicologia
tabant, nec

la

del volgo

collettiva. Scrive Tacito...

meta aut amove, sed ex

aggiunge, subito
mulatio...

libro delle Historiae

falsit

dopo

una

studiis

90), ri-

(e.

bella

pagina di

votisque cec-

libidine

sevvitii

ut in familiis privata cuique

cio, sviluppato

il

sti-

concetto contenuto nell'e-

spressione ex libidine, pi viva rispetto a

metu aut amore.


Grida Mnestere a Claudio {An. XI 36) Aliis largitione aut
"
spei magnitudine, sibi ex necessitate culpam
non
per corruzione... aveva egli commesso la colpa, ma per
necessit . Un successo di Silio, sarebbe stato da lui pagato con la vita: ricordasse, Claudio {reminisceretur vocis...,
posto prima), l' imposizione datagli di obbedire ad ogni
ordine di Messalina
credo che risulti illuminato il significato di ex necessitate. Il tribuno Longino malmenato e
disarmato dai soldati {Mist. 31) quia non ordine militiae,
sed e Galbae amici s. Il secondo concetto sviluppato subito dopo Longino era fedele a Galba e perci
:

-.

sospetto

in

modo

particolare ai rivoltosi.


Possiamo
variatio,

nella

oriebatur,

i t i

comprendere

ora

ad

di

es.,

tamQuam non

An.

sfumatura contenuta

la

XV

44

utilitate

t.

Unde... misecatio

publica, sed in s a e

unius absumerentur, o di An.

1 1

{.

Quae

cuncla...

perscripserat Augustus addideratque consilium coeccendi...

metu an per i n v i d i a m W. il sentisdegno dello storico, che vibra nel!' espressione


sae^itiam, qui una punta di malizia, nei riguardi di

imperii, incertum

mento
in

di

Augusto, poco simpatico a Tacito.

Vengono trasportati al mausoleo d'Augusto resti


Germanico triste giorno, avvolto di silenzio, risonante
i

di
di

vuol far sentire la lunga durata del


che esercita sempre un particolare fascino sul suo

pianti. Tacito sente e


silenzio,

animo, e scrive (An.


ti

um

vastus,

dono

air uftcio
s

pe

gli

di

'.

in.)

modo per silen-

Dies...

ploratibus inquies: c' un crescendo,

cupo

dal silenzio che rende


inquieto

Ili

modo

il

giorno, ai pianti che Io ren-

Aquilio Regolo, giovanissimo,

si

era dato

nec depellendi peciculi sed in


IV 42). Fiere parole pronunziano

accusatore

potentiae

ambasciatori

(Hist.
traci...

sin ut vidis servitium indiceretur,

modem

ferrum et... promptum libertati aut ad


animum [An. IV 46 f.) ad modem pi vivo ed espressivo che non libertati.
A volte, a dar peso al secondo concetto. Tacito usa
An. XIV 48 multo cum Sonore Caesaris
l'ablativo assoluto
et acerrime increpito A n t i s t i o, non quidquid nocens
reus pati mereretur, id... statuendum dissevuit (scil. Paetus

esse sibi

Tfirasea).

pitantur,

Tempesta

di

mare

quo leuarentur

in

An.

alvei

II

23

f.

equi... praeci-

manantes per

latera

et

fluctu superurgente.
L prosa di Tacito non mai monotona o stagnante;
sempre desta la fantasia del lettore per la variet delle

tien

'

Situazione diversa

in

An. IV 50 t ingruebat nox nimbo atrox, fostisvastum s i l e n 1 1 u m...: Tacito ci fa sen-

Que clamore turbido, modo per


tire la terribile paura che desta

il

silenzio.


che suscita

visioni

in

lui.

87

Come abbiamo

gi avvertito al-

bisogno di distinguere, prospettare


situazioni e cose su piani diversi ^ Ecco come, in An. XV
38, descritto da una parte l'indugio, dall'altra la precipitazione: pars mora, pars festinans. Stile vivo, che
trove, Tacito

sente

il

adegua alla realt, sembra fotografarla non lento


neve, neque p ro pe ra n s leggiamo in Hist. II 83 in.
si

iti-

Nel ritrarci

carattere dell'uomo, Tacito ottiene,

il

me-

An. IV
7 in,, dopo che ha parlato di alcuni provvedimenti presi
da Tiberio, soggiunge Quae cuncta, non... comi via, sed
diante

giochi del suo

significativi

stile,

In

effetti.

du

fio r ri

cmidat u s

plerumque f o

ac

retinebat...

.-

son due piani spirituali, mirabilmente rappresentati. In


An. VI 13 f., dello stesso Tiberio detto: silentium ipsius
accipiebatuc : in ennon civile,... sed in su p e vb i
trambi
casi r accento batte sulla parte negativa del carattere di Tiberio'. Prima di accompagnare la madre, Ne-

am

prolunga

rone

XIV 4
{An. IV

banchetto

modo

fingere

'

Cfr.
t

in

alils

24;

p.

consocia ret {An.

non

ultor...

ns ... alium

libro degli

oc-

vocari

Annali

(e.

l),

Roma o
ambiguus an urbem inde st i n ave ra t speciem

incerto se rientrare a

An. lY 51 His partae victodae spes et, si


extrema iam salus et a d si st e nt e s
illis
conluges earumque lamenta addunt animos. Nox

75;

insignitius flag.itium,

m at v e s

plersQue

"

quia contro

qui,

e re

sesto

proposito del ritorno

seu,

traret,

del

rappresentato

ci
il

sed crebro qu

iuvenili

familiavitate

quasi seria
temuto da Sciano

All'inizio

7).

Tiberio

dan

Druso

f.).

oda,

cultus

e e

il

cursus adductus,

et

a u dae

et

aliis

vulnera improvisa;

ad

formidinem

esempio

opportuna

incerti ictus,

tipico di periodare tacitiano

stile

mosso

ad una costruzione se ne oppone un'altra, cos come un'immagine incalzata da un'altra. Il lettore vede nettamente dinanzi a s la situazione, la
distingue, aiutato in ci dallo stile di Tacito. Significativo anche 1' ultimo
periodo di An. I 64 Deliguntur legiones, quinta dextro late ri, unetvicevicensimanus
primanl ducendum ad a g m e n
slma in l aev u m
,

advecsum secutucos.
^

Cfr.

ancora

civile rebantur...

si

quidam

parla

sempre

di Tiberio

ad saevitiam

An.

tcadebant.

Ili

22

f.

quod

alii


i7cntun s

mu

an

ss

Mediante

s.

(dall'

aggettivo incertus al

dato

rilievo al

il

mutamento

di costruzione

simulans) Tacito ha

participio

secondo concetto, preparato dal seu, quia..}


ci d modo di passare a con-

Quest' ultimo esempio

siderare una serie di casi, nei quali

il principio sopra espouna quasi costante e rigorosa applicazione. Si


scava sempre pi in profondit accorgimenti stilistici ben

sto

trova

pi

sottili

aftoreranno alla nostra indagine.

Nei brani che seguono, Tacito prospetta, di un fatto,

Ora, considerando il brano nel complesso del


capitolo, mettendolo in relazione con quel che vien prima
o dopo, si osserva che il peso cade quasi sempre sulla
seconda. Direi che del fatto si presenta allo scrittore, in
un primo momento, una spiegazione ovvia Tacito non ne
scruta
avvenimento pi in fondo. Ed ecco
soddisfatto
spiegazione
gli si presenta, di solito di caaltra
che un'
su questa
rattere morale, certo pi profonda della prima

due

ipotesi.

1'

seconda

ipotesi, frutto della

sua

ma-

riflessione, egli insiste,

forma diversa dalla precedente, appunto


per distinguerla da essa. E questo, se non sbaglio, il processo psicologico che d luogo ai diversi tipi di variatio
che siamo per citare.

nifestandola

in

An. XI 26

in.

lam

Messalina...

cum abrumpi

ad

incognitas libidines

dissimulationem

etiam Silius,
a n imminentium periculorum remedium ipsa pericula ratus, uvguebat. Che Tacito dia
valore alla seconda ipotesi dimostrato dal breve discorso
indiretto di Silio, che si legge immediatamente dopo, soInsontibus innoxia Consilia, flagitiis
prattutto dalle parole
profluebat

fatali vaecordia

sive

manifestis

concetto

'

subsidium ab
di audacia che

Cfr., del

capolavoro

di

audacia
Tacito

psicologia

petendum

insiste,

di

stile,

concetto

che

il

di

sul

con-

racconto della
i o r u

Petronio, l'espressione: Dein revolutus ad vitia, seu v 1 1


imitatlone... (An. XVI 18): la frase va tradotta, abbassando
mente il tono, " o era soltanto imitazione di vizi... .

morte

legger-

tenuto nel secondo

89

membro

(a/7...

ratus)

*;

Hist.

7 Fuece

Galbam mobilitate ingenti, an ne a l


scrutavetuc, quoque modo acta, quia mutavi non p te r ant compvobasse.

qui crederent...

tu

Anche
due

ipotesi

Ot6o),

due membri sono

nei casi in cui

sive (seu)... sive (seu),

si

tia

propende Tacito

inscitiam...

modo
:

di

tiist.

introdotti

da

vedere per quale delle


90 Mox... dissevuit (scil.

nulla Vitella mentione, sive

increpans,

ipsius ea moderatio, seu s cr ip toc o rat io ni s sibi


metuens contumeliis in Vitellium ab st i nu it quando... :
spiegata la seconda ipotesi
si noti 1' ellissi del verbo nel
membro
primo
{sive... modetatio)
An. 62 quod Tiberio
iaud ptobatum, seu cunei a Germanici in deterius trafenti,
sive exercitum imagine caesorum insepultorumque tardatum ad proelia et formidolosiorem 6ostium e re de b at :
questa volta, lascia intendere Tacito, un motivo concreto,
immediato che determina l' atteggiamento di Tiberio
lo
scrittore si sofferma sulla seconda ipotesi {sive... credebat)
,

Cfr. An.

Ili

44

f.

Tanto inpensius in securtatem compositus... ut solltum

altitudine animi, an conpecerat modica esse et vulgatls levlora (la prima ipotesi, favorevole a Tiberio, rimane
quasi nell'ombra) ; An. Ili 30 f. idque et Maecenati acciderat, fato potentiae
raro sempiternae, a n s a t i a s capii aut illos... aut tos. Osserva il ConSTANS (o. e, p. 90) che an indica l'indecisione dell'autore tra le due opinioni
ammissibili. Il Wlfflin, Pf^llolcgus 1866 (25), pp. 92 ss., afferma che Tacito,
in questi casi, d prima l' opinione pi probabile, se si considera,
da un
punto di vista generale, la natura umana, in secondo luogo quella che risulta
dall' esame delle circostanne particolari e che , generalmente, pessimista.
* Significativo il caso di Hist. I 28
Is
(scil. lullus
Martlalis) magnitudine subiti sceleris, a n corrupta latlus castra et, si contra tenderei, exitium
etuens, praebuit pledsque susplcionem conscientiae : che la seconda ipotesi
abbia, nell' intensione dello scrittore, un peso maggiore, dimostrato
da quel che segue subito dopo-. Anteposuere ceteri quoque tribuni... praesentia
dubiis et fonestis (cfr. sopra si contra tenderei). L'episodio di Giulio Marziale, il suo atteggiamento dinanzi all'attentato perpetrato ai danni di Galba,
va diventando gradatamente fatto generale. Tacito ci fa sentire attraverso
gli atteggiamenti del suo stile
Isque Habitus animorum fuit, ut pessimum fa-

pec

lllos

dies egit {sci\.

Tlberus),

patere

plures x^ellent, o
nes
ntur. Cfr. anche
An. XIV 7 fgitur longum utriusque silentium (si tratta di Burro e Seneca), ne
a n eo descensum
irriti suaderent,
ut. nisi praetreniretur Agrippina, pereundnm Neronl esset. Quel che segue, sviluppa la seconda ipotesi.
cinus auderent paucl,

credebant

90

quando soggiunge: ncque imperatorem

XV

debuisse\' An.

Scaevinus)

net, (scil.

tdum,

se u n

e s e

Postremo... idque... Milicfum

si ve

gnarum

i II

In Hist.

et infensus

ita V

54 Tacito spiega

campo:

al

Tito

ut iuvenis

ragioni per cui Pisone


recenti favori

quia erat se u quia irati


soggiunge et facilius de odio cre-

42 quod seu

le

magno nomine,

Vinio, seu

e b a n t^

ditur; Hist.

coniiirationis et fiuc

sequentibus. Nam...

mandato

mo-

usque
et t u n e p r i mu m a r re p ut plecique tcadidere de con-

suspicionibus,

tis

adtceclare fecalia

54

tnxit

(scil.

Vinius)

formidine

seu conscientiam coniurationis co n f e s s us


6uc potius

est,

sceleris

famaque

eius vita

inclinai ut e o

n se

fuerit*.

'
Cfr. /4n. Il 21 ...inprompto iam Arminio ob continua pencula, si ve
illum recens acceptum vulnus tardaverat; XI Y 4 f. Iam pluribus sermonlbus...
Nero... prosequltur abeuntem (scil. Agripplnam), actlus oculis et pectod fiaerens,
atris
sive explenda simulatione, seu periturae
a -

mv

supremus

m m

a ni
l s
fe ru
u
retinebat: forse Tacito ha
u s Q u a
visto per un attimo accendersi un lampo di umanit nel cuore di Nerone,
delinquente si, ma " fatto di emozioni e di passioni, trascinato dagl' impeti
della tenerezza, dell'odio, del terrore (cfr. Marchesi Seneca, Milano-Messina
44 in.
1944. p. 127). Cfr. ancora Hist.
s

e e

pavore belli seu fastidio


a e d e d e e u s a p e rt i o re In
d i e s fama noscebantur; li 99 Accedebat fuc Caeclnae ambltlo
vetus... seu perfidiam meditanti Infcingere exercitus virtutem
Inter a r t e s
erat (cfr. e. 101 Caeclna... centudonum... animos... variis arti bus sub*

Cfr.,

anche

utriusque princlpis,

Misi.

II

37

quorum

Invenio...

in.

fi a g

1 1 i

ruebat).
"

14 (Plsonem... accersirl iubet, seu propria electione si ve, ut


L a e o n e instante) h pi verosimile la seconda ipotesi
qui lo storico ha scello la possibilit meno favorevole a Galba, che neppure
nel momento decisivo si mostra sicuro, ma si lascia trascinare ora a destra
In

quidam

ora a

Hist.

credidere,

sinistra.

Anche

indipendentemente dalle ipotesi prospettale. Tacito mostra di


dar peso all'ultima parte della frase An. XI 19 Corbulo semina rebellionis praebebat, ut laeta apud plerosque, Ita a p u d q u o s d a m sinistra fama.
Cur 6ostem conciret ?...; Hlst. I 27 f. Totldem ferme milites in Itinere adgregantur, alti conscientla, plerque miraculo, pars clamore et gladlis, pars
silentio, animum ex eventu sumptud : Tacito d valore al silenzio, che,
a volte, pi efficace e pauroso delle grida o dei gesti (cfr. p. 86 e n.).
*

91

Son

frequentissimi

casi

in

cui Tacito

risalto

ad

un concetto, presentandolo con un giro di frase piij ampio,


spesso opponendo ad un sostantivo (nei vari casi) un' intera proposizione verbale. Son brani interessanti per approfondire non solo lo stile, ma anche il pensiero dell'auesame stilistico guida non
tore. Si pu dire che qui
fallace all'approfondimento psicologico.
Di Galba che, in una giornata di gennaio " sporca
1'

da fulmini e tuoni, si reca al campo


dei pretoriani per proclamare Pisone suo successore, scrive
Tacito [Hist. I 18) non teccuit Galbam quo minus in castra
pergeret, contemplo rem talium ut fortuitorum, se u qu a e
fato ma ne n t quamvis signitcata, non v it a n t u r.
Tacito per la seconda ipotesi, alla quale ci ha preparati
con l'impressionante inizio del capitolo {Quattum idus lanuarias, foedum imbcibus diem... observatum id antiquitus...
non teccuit Galbam...). Cfr. ancora An. VI 38 Quae ab ecedi pioggia

turbata

dibus occultata eccitaci Tibecius


et

iussit,

patientiam... ostentans

contemptoc suae infamiae, a n scelecum Seiani dia ne-

quoquo modo dieta vulgaci ma l e b at vecigna cu s feci (la forza cade su mox quoquo modo... ma le bai); XIII 12 f. {Meco)... uxoce ab Octavia, nobilis quidem et pcobitatis spectatae, fato quodam,

mo X

scius,

tatisque...

saltem

a n quia pcaevalent i n l i ci t a abfoccebat ; metuebatucque ne in stupca feminacum inlustcium pcocumpecet, si Illa libidine pcofibecetuc\

di

maniera diversa
ma anche qui c' la spiegazione
Tacito
son prospettate le cause di un fatto negli
In

le ipotesi sono tre, espresse mediante sive... seu... an. Cfr. An.
Sed Plaufum ea non movere, sive nitllam opem pcovldebat... seu taedio
ambiguae spei, a n amore e o n i u g i s et libecocum, quibus pla^

XIY 59

Talora
in.

cablllorem fore princlpem rebatur, nulla sollicitudine turbatum. Tacito, softermandosi pi a lungo sulla terza ipotesi, ha messo in maggior rilievo raffetlo
del padre per la moglie ed
figli, discoprendo
un lato delia sua umanit.
i

QO

esempi

seguenti

Hist.

quae natura pavocis


sentia

maxime

tellius)

citm

mobilitate ing.enii

me

omnia

u e nt

displicerent, in Palatiiim regreditur

XV

An.

Dein

84

Ili

est,

36 Maec atque taia

e/

pcae-

(scil.

Vi-

provvedimenti di

(i

Nerone) plebi valentia fuere, voluptatum cupidine et, quae


praecipua cura est, rei frumentaciae angustias, si abesset,
e t u e n t i
due metuenti, coordinati prima a mobilitate,

poi a cupidine, esprimono


insistere.
si

il

concetto

diceva, anche

la

come

spiegazione psicologica di esse, An.

45 Germanico alienatio patrui

et

quale Tacito vuole

sul

Qui, oltre alla gradazione delle cause, c',

quia

amorem apud ceteros

claritudine materni generis a

nt

ib a

II

auxeraf,
t

avum

M. Antonium, avunculum Augustum ferens. Contea Druso


proavus eques Romanus... d e d e ce re videbatur.
mutamento di costruzione fa risaltare talora
11
passaggio da cause di carattere spirituale ad altre di carattere
materiale An. XIV 5 Nec dissolutio navigli sequebatur, turbatls omnibus, et qu o d p l e r i q u e ignari etlam consclos impediebant. Visum deflnc... submergere. Sed ncil

que

Ipsls

promptus... consensus, et

alll

facultatem lenlorls In mare lactus

defendere

audebat, crebrls

alll palam faces


voclferabantur,
lussu.

slve

a e

ut

cantra nltentes dedere

XV

e b a

f.

Nec qulsquam

et quia
atque esse slbl auctorem

multorum

raptus

38

mlnls...,

llcentlus

exercerent,

slve

'

Oltre che una proposizione causale, troviamo spesso,


nella

seconda parte, ampliata rispetto alla prima, un'intercondizionale (II), o una rela(I), o una
una finale (IV). Continueremo a citare casi,
(111), o

rogativa indiretta
tiva

appartenenti a ciascuna delle categorie ora ricordate, nei


quali

il

mutamento

di

costruzione determinato da motivi

di psicologia e di contenuto,

prendere
*

Cfr.

come

Tacito stesso lascia

anche An. XVI 23

in.

At Baream... omiserat.

com-

IV 5

Hist.

I.

diaque

eius

(si

in.

95

Res pascere

parla

fortuna

vitam stu~

ut

videtur...

Elvidio

di

et

Prisco),

quali

paucis repetam : dal contesto ris it u s u s


che sull'argomento della fortuna di Elvidio Prisco lo
scrittore si sofferma pi a lungo nei capitoli seguenti '; An.
,

sulta

63

II

Exstat

qua magnitudinem

oratio,

violentiam

viri,

a m propinquus 1 1 asuaque
in
destruendo
eo Consilia extulit ;
i
s
5o st
l i a e
la terza frase distinta dalle altre, con essa Tiberio fa ben
risaltare il suo merito ^ An. Ili 10 Naud fallebat Tiberium
moles cognitionis q u a qu e i p se fama distraleretur: poc'anzi Tacito aveva scritto: cantra Tiberium
spernendis rumoribus validum et conscientiae matris innexum esse; An. XIII 54 (si parla di Verrito e Malorige, capi dei
Frisi, venuti a Roma) Illic per otium... dum cansessum caubi se n a veae, discrimina ordinum, qui s e q ues

subiedarum

ei

qu

gentium, et
,

percontantur, advertere

quosdam

cultu externo in se-

dibus senatarum; l'interrogativa indiretta


il

gesto

dei

due, la cui

cavalieri e sui senatori

citque questus...:

si

sua

et

q ua

curiosit

XV

^
;

i t

si

dum

51

ci fa

quasi vedere

appunta

merita erga

m cecidissent

parla

Volusio

di

proprio

Neranem

aperit

Proculo,

sui

del

adi-

quale

poche

righe innanzi Tacito aveva scritto accidendae matris


Neronis Inter ministras, non ex magnitudine sceleris provectus ; XVI O [Servilia) non... aliud consultaverat quam

de incolumitate damus,

Esempio

et a n

dello stesso tipo

ut de pdncipiis iucls

et

qu

b u

il

p la ca b

i l i

Nero,

seguente {An. Ili 25 i.) Ha res admonet


o d i s ad fanc multltadinem inflnitam

ac vacietatem leg.um pecventum s i t


altius dlsseram.
* Gir. An. Ili
52 f. Sed Tiberius saepe apud se pensltato, an coerced
tam pcofusae cupldines possent, num...,
indecorum adtrectare
quod non obtineret vel retentum... : Tacito svilupper guest' idea nel corso dei
due capitoli seguenti (cfr. specialmente la fine del e. 54 quas cum graues...
deprecar); cfr. ancora
esempi riferiti sempre a Tiberio
An. IV 51
51.
' Si noti il valore
psicologico della varatio nel seguente esempio di
An. I 67 (Caecina) q u a e domi cara, qu a e in e a s t ri s ti o n e s t a
jnemorat ; reticuit de adversis.
,

quam

94

Ti
cog n i t i sena tu s ni6il atrox ad ferrei:
apprensione precipua dell' eroica giovanetta resa in
forma drammatica
Tacito continua
Igitur accita est in
sena tu m...

l'

Quando

II.

dei vinti,
st'ultimo

Tacito prospetta

giro della frase

il

si

motivo dei

il

Nell'esempio che riportiamo,

'.

vincitori e

esprimere que-

allarga per

variatio

la

riceve

An. Xll 20... modicam victoribus


laudem, a e m ut t u m i n f a mi a e
si p e 1 1 e v e ntur (cfr. dopo: cui inopi quanto longiorem vitam, tanto
plus s u p p l i ci i foce); XII 66 Tum Agrippina... de genere veneni consultavit, ne repentino et praecipiti facinus
luce

da

un'altra

variatio

l e nt u m
et t a b i d u m de l e g i s s et,
ne admotus supremis Claudius et dolo intellecto ad amorem fila rediret : periodo interessantissimo l'ipotesi si lentum... ha
suo peso, se vero che nel capitolo seguente
Agrippina ci presentata exterrita perch, non apparendo
manifesto l'effetto del veleno, parve che Claudio potesse

proderetur; si

il

salvarsi.
Hist.

III.

Paolino)

II

25 cunctator natura

cui

et

cauta potius

parla di Svetonio

pia ce re nt

victoriam ratus, ubi provisum

poi:... satis cito incipi

(cfr.

(si

Consilia...

An.
10 Addidit laudem de Augusto Tiberiumque
ipsum victoriarum suarum q u a e q u e in toga per tot
annos egregie fecisset admonuit. Il brano va inquadrato in quel che precede e segue: Asinio Gallo, con la
foret...)

domanda,

sua

rivolta

parte del potere

Tiberio, quale

che gli fosse data, si accorge di aver suscitato


dell' imperatore e, per rimediare, quasi, si soffer-

volesse
r ira

ma

almeno

nello

ideo tram eius

'

Cfr. An.

victoriae spes
victores aut,

et,

si

67

stile

lenivit

Quod

si

di Tacito

An. XIII 16

ug

e r e

t...

cedant, Inslgnitlus
terga d a r e n t flagitli
si

tesserne

le

lodi:

Nec

Trepdatur a circum-

lY 51 Hls
VI 34 plus
atque penculi laturos.
victoribus

flagitium

partae
decors

95

sedentibus, diffugiunt impcudentes: a

int e

II

ectu s

resistunt defixi et

q u ib u

Neronem

intuentes:

1 1 i

brano

profonda psicologia.
IV. An. XIII 44 in. Pec idem tempus Odavius Sagitla...
Pontiae muUecis nuptae amore vaecors, ... adulterium e t
mo x^ ut o m i 1 1 e re t m a r itu m emercatur, suum
matrimonium promittens ac nuptias eius pactus. Sed ubi
miilier vacua fuit... repertaque spe ditioris coniugis... Si
noti come la gradanione del pensiero, l' importanza dell'azione (l'abbandono del marito) sia mirabilmente espressa.
Quel che vien dopo {suum matrimonium promittens...)
sviluppo di ut omittecet maritum.
Lo stesso gioco di prospettiva, la stessa facolt di
di sottile,

penetrare

in

alcuni aspetti

delicati e complessi

degli uomini col miracolo dello


1.

cap. 46

XIII, al

in.

Ot6o

mam elegantiamque
accenderet ac, si

sive

stile,

amore

della vita

troviamo, nello stesso


incautus, laudare for-

sive ut
eadem femina potirentur, id quoque
vinculum pot nti am ei aJ/ce re/. Alla seconda
ipotesi dato ampiamente peso subito dopo
Olone, scrive
apud

uxoris

principem,

Tacito,

si

mensa

ud spesso, alzandosi dalla

nunziare che correva da

lei

(Poppea)...

di Cesare, an-

trattava di ec-

non rimasero a lungo

citamenti, che

sterili : His atque falonga cunctatio interponitur...


inai p i s amore... Ecco perch

irritamentis non

libus

mo X

acri

Tacito ha detto sive ut accenderet, che

intendendo con intelligenza


per...

"si

il

testo,

si

"o

potrebbe tradurre,
motivo vero era

il

Siamo, quanto a penetrazione psicologica ed a modo


di esprimerla in stile, al culmine dell' arte di Tacito; son fili
sottilissimi, quasi invisibili, che s'intrecciano. ormai chiarissima l'efficacia espressiva che mediante il mutamento di
costruzione Tacito ottiene. An. XI 26 Segniter eae voces
'

Per

il

max,

cfr.

l'esempio gi citalo di An. VI 38.

90

man'tum,
se d ne S i ! i u s
re t a d u It e r a m (era questa
summa adeptus spe
vera preoccupazione di Messalina), scelusque Inter
la

amore

non

acceptae,

in

me

probatum ven's mox pretiis aestimaret.


mutamento della costruzione, Tacito ottiene un effetto ironico: An. Xlll S in. Sed apiid senatum
omnia in maius celebrata sunt sententiis eonim qui sup-

ancipitia

volte, col

o Van

u rb e

triump6alem.

principi

western

et

plicationes...

re

q u e

passa dall' ablativo ad una proposidetermina cos un brusco mutamento


inutile ripetere che la luce si concentra sulla prodi tono
posizione principale: An. XV 15 in. Interim flumini Arsaniae... pontem imposuit (scil. Paetus), specie sibi illud iter
expedientis, sed P a r t 6 i quasi documentum victoriae
namque...; An. Ili 20 in. Eodem anno Taci u s s e r ant
In

molti casi

zione principale;

si

si

va^is

farinas... bellum... renovat,

dein vicos excindere...

pcimum

postremo...

populationibus...

co6ortem Roma-

nam circumsedit\
Lo stesso avviene se, invece di semplici ablativi, si
hanno, sempre nella prima parte, ablativi assoluti Hist.
dubitatum, Otfione per litteras flaII 59 f. Ibi de proelio
militibus... pascenti bus :
gitante...,
p l e r i q u e copias...
:

acci ri

postulabant.

Degni
di

di

sono

considerazione

casi,

variatio causata dall'unione di un

con una
fatto d

serie d'infiniti
il

Srbom

bat scriptor et

'

Cir. Hist.

ili

criminls armamento,
Vitelli..-

storici.

Ecco

e, p. 103):
laborabat, ne aures
(o.

10 Ira militum

in

sed iam pridem

clamitabant.

la
"

assai frequenti,

verbo

al

id

finito

tantum contende-

eorum

Tampium Flavlanum
invisus...

modo

spiegazione che del


qui legerent,

incubuit,

poscebatur:

nullo

propinquum

97

spiegazione
longa similium formarum serie fatigaret
alquanto superficiale, coerente, del resto, con V idea che
:

lo studioso ha, in

genere, della

vatiatio.

Il

Srbom non

ha pensato che la vatatio, anche nel caso in esame, potesse avere una funzione espressiva, come nei casi sino ad
ora osservati.
in un nuovo articolo \ seguito all' altro
facemmo cenno nel capitolo suir/49nco/a, si mo-

Perrochat,

Il

del quale

ancora convinto che

stra

contrasto tra

il

e gl'intniti descrittivi sia

la

contrasto tra

il

forma personale
"

la

l'inertie,

pa-

calme d'une part e " la vivacit, l'activit d'autre


part , Cita An. II 55 f, Nec Plancina..., An. Ili 46 Pauum
morae..., etc. Il Perrochat osserva che la frequenza delle

resse, le

lunghe serie

d' infiniti storici diminuisce sensibilmente dal-

V Agricola alle Histotoe agli Annales. Si

nota

storici

francese,

critico

il

"c'est le dsir

cher Tacite

Lo

la

de

ragione

la variet,

questa

luce,

comprende bene,

dell'

uso degli

infiniti

principe de plus en plus

spiega un certo

numero

ha fermato
attenzione sugli
anche quando li ha posti in
relazione col verbo al modo finito, non mi sembra abbia
colto completamente nel segno. La sua spiegazione, da
noi riportata pii sopra, pu esser vera per un certo numero di casi; non si rivela pi tale per molti altri.
Tralasceremo di considerare esempi come Hist. IV 29;
An. VI 35
XIII 35, etc..., nei quali, mediante g' infiniti
storici, sottolineata
la rapidit o contemporaneit delesempi.

di

infiniti

studioso

descrittivi in

s,

1'

ed

l'azione.

Sono

timmo*,

, stilisticamente,

casi in cui Tacito,


piij

come

gi altrove avver-

vicino al suo modello Sallu-

Ci softermeremo invece su altri, che esprimono, a


nostro avviso, qualcosa di ben piij profondo, nei quali l'ostio.

latines,
*

Cfr. L'volution d'un

procede de style

193. p. 45.
Cfr. qui, p. 4.

7- A. Salvatore

Stile e

ritmo in Tacito.

cfex

Tacite in

Revue des

e'tudes

_
Tacito

riginalit di

dovuta

per

in

OS

rivela a note chiare. Tale originalit

si

parte a chi stato mediatore tra Sal-

lustio e Tacito, vocjiio dire Viri^ilio.

messo un

materia che Sallustio

Sono convinto che

alcuni dei casi di va-

offriva a Tacito,

riatio sinora esaminati,

nuova
tra

Mantovano ha im-

il

soffio di spiritualit nella

ed

luce, se proiettati

che esamineremo, ricevano


sullo sfondo ampio dei rapporti
altri

Virgilio e Tacito.

stato notato

"

'
:

Dazu

bommt

der

in

nachblass.

Prosa der Rintluss der Dichtung hinzu. die seit den Augusteern immer mehr die Variation als Stilmittel handhabt ,

Val

pena

la

di

meglio determinare, scendendo a qualche

particolare, l'autorevole affermazione,

rimanendo nell'am-

bito dei rapporti tra Virgilio e Tacito. Nostro intento di

mostrare quanto

il

grande poeta

Mantova abbia

di

influito,

per quel che riguarda alcune manifestazioni della variatio,


sulla formazione dello stile di Tacito. Potremo cos vedere,
luce dei

alla

1'

fatti,

evoluzione,

in

senso spirituale, di un

aspetto della prosa latina, nel passaggio da Sallustio a Tacito.

La variatio ricorre frequentemente


stretta

pili

nelle

opere

di Vir-

soprattutto neWErieide. Citer alcuni esempi che

gilio,

hanno

relazione con quelli di Tacito.

Nel secondo libro (vv. 32-34), a proposito del cavallo


di legno, scrive Virgilio

mura

...primusque T6ymoetes Duci infra

se u ia

fortatur et arce locavi, Sive dolo

m Tco

sic fata f e re b a nt.


Enea che parla e ce,

nelle sue parole, nel

lore profondo,

fatalit

il

senso della

che

sorabile su Troia. Virgilio ha prospettato

due

dando maggior

luce

le

alla

seconda. La nota

ipotesi,

altre volte, nel


V. 257...

'

fa

t i

triste

Q ue

Stolz-Schmalz

(v.

ae

suo do-

pesa ormai inesotto

differente

rilievo stilistico e ritmico

del fato

corso del libro

54

deum defensus

Lateiniscfie Grammatik...,

si

anche

far sentire

et si

fata

iniquis,

etc...).

Munchen 1928,

deum...

Se

p.

ritor-

838.


niamo a meditare,

99

primo libro delle


quae fato manent... non

ora, sull'espressione del

Nisforiae, riferita a Galba,

seu

comprendiamo ancor pi la suggestione che Virha esercitato su Tacito,


Venendo ora all'uso degli infiniti descrittivi, ritengo opportuno ricordare, per cercare d' individuare le sfumature
che essi contengono, Aen. II 685 ss. Nos pavidi trepivitantur,

gilio

dare

At pater Anchises oculos ad sideca laetus


palmas cum voce tetendit; III 66668 Nos procul inde fu^am trepidi ce I e r a re, recepto Supplice sic merito, tacitique incidere funem.
Ve r r i m u s et proni certantibus aequora remis : dopo un
brivido di trepidazione, dopo un silenzio pieno di ansia, il
sospiro di sollievo, la visione ampia delle navi che corrono
finalmente sul mare, in una gara faticosa di uomini e di remi.
In uno dei passi pi belli e profondi del quinto libro,
ci sono presentate le donne troiane che guardano il mare
profondo e piangono, sperdute come in una solitudine
misteriosa ...Heu tot vada fessis Et tantum supe resse
maris... Urbem o ra nt... (vv. 615-17), La visione delle navi,
sempre pronte a salpare, aggrava l'ombra della paura nel
loro animo At matres primo ancipites ocuisque malignis
Ambiguae spedare rates... Tum vero attonitae mon-

metu...

l i t

et caelo

actaeque

stris

furore

Co nel am ant

focis penetralibus ignem, Pars

ac virgulta facesque
brano di psicologia

po

Co ni ci u n

rapiuntque

a nt aras, frondem
(vv. 654 ss.): stupendo

l i

meravigliosamente ripassaggio dal sentimento indistinto e confuso all'azione concreta, energica {ambiguae spedare... conclamant
tratto

collettiva, ov'

il

rapiuntque).
L'infinito descrittivo

dunque esprime

qualcosa che confusamente

si

spesso, in Virgilio,

agita nell'animo dell'uomo,

e inoltre il senso del turbamento, della paura, come appare


chiaramente da Aen. VI 490 ss. Ut videre virum... Ingenti
trepidare metu... e IX 538 ss. Turbati trepidare

100

maorum Velie fugam. Dum se glomerant...


tum pendere fum's Proc u b u i t subito et caelum tonai
intus frustraque

omne fragore:

ultimo, a denotare la fine di ci che,

in

pi che essere cosa reale, brivido,


il

verbo

al

modo

finito,

sensazione nascosta,
che porta una tonalit nuova'.

protondamente

Tacito, tiglio spirituale di Virgilio, ha

che esprimeva la musicalit intima di tale passaggio, e r ha trasfusa nella sua prosa. Sento idealmente
assai vicini ai brani di Virgilio ora ricordati, questi di
Tacito
Hist. II 29 Igitur torpere cuncti, circumspectare

sentito quel

quod nemo

Inter se attoniti et id ipsum,

regeret, paventes

postremo p r e ci b u s
mis venia m quaerebant; IV 84 in.

silentio patientia,

lacciQui... modo
ae

numen pavescere, modo minis adversantis populi terre ci


sa e p e do n i s promissisque... flectebatur.
:

ha insegnato a Tacito 1' arte di rendere, mediante


suoni diversi, sentimenti ed impressioni diverse.
Virgilio

Il

verso di Virgilio,

tale musicalit la

come

in

Si legga

ha

musicalissimo,

prosa di Tacito

ma

improntato di

musica,

in

Virgilio

Tacito, espressione

di sentimenti, di suggestioni.

ancora An.

quotiens

25

////

oculos

ad

multi-

tudinem rettulerant, vocibus truculentis strepere, rursum


viso Coesa re trepidare; murmur incertum, atrox clamor et
d i ve rs i s a n i mo r u m motibus
repente quies :
pavebant terrebantque: l' ondeggiamento della
folla, il clamore assordante e I' improvviso silenzio, son
resi stupendamente attraverso
giochi dello stile e del
ritmo. Una scena ben diversa, ma ritratta con non minore
efficacia rappresentativa, troviamo in An. XI 31 At Messalina... simulacrum vindemiae... celebrabat. Urgeri prela,
fluere lacus ;
et f e mi n ae p e 1 1 i b u s a e ci n et a e
adsultabant...; An. 28 igitur aeris sono... strepei

'

mento

Per
del

altri
I

casi di vadatio in

libro

deW

Virgilio,

cfr.

Eneide, Napoli 1947, pp.

la

mia introduzione

LXYI

ss.

al

com-

laetari aut

re...

maerere

101

et

postquam...

sua facinora

de o s lamentantur.

a ve rs a ri

Nessun prosatore latino, al pari di Tacito, ha sentito le


molteplici vibrazioni che alcuni vocaboli, con un loro suono

Son tutti brani di psicologia


protonda, questi che abbiamo riportati. I vari momenti
psicologici, il passaggio da uno stato d'animo ad un altro,
sono stati resi musicalmente. Anche sotto questa luce va
particolare, potessero destare.

spiegato

modo

passaggio

il

dagli

infiniti

descrittivi ai verbi di

La variatio quindi ha,. in questi casi, la sua


fonte nella musicalit profonda di Tacito, cio nella sua
spiritualit, di cui la musica proiezione esteriore.
Ma r infinito descrittivo esprime in Tacito anche aHione falsa, ipocrita, velata (come gi avvertimmo a proposito di un passo famoso dQ\\'Ag.ricold), alla quale segue
finito.

1'

l'azione aperta, decisa, a volte rude, violenta, espressa col

verbo

al

modo

E Tacito
penetrare
in.

il

finito,

anche

stesso che,

qui, ci

vero dell'uso

significato

Pisone caduto sotto

la

chiave

dell'infinito

per

Hist.

45

colpi degli sbirri di Olone, che

ne esamina con occhi insaziati la testa


erompe 1' entusiasmo per Olone. Scrive Tacito, in uno dei suoi famosi
inizi di capitoli, che sembrano grandiose aperture di oriz;

Honti

cundi

Alium crederes senatum, alium populum


in castra,

rentibus

increpare

Galbam,

Othonis

manum

exosculari

falsa erant qua


re... ;

proximos, certare

anteire

An. IV 68

strueret

laudare militum

Inter

Igitur

primum sermones, mox laudare

ipsos

Latiaris

iudicium,

ag

face-

Latta ris

ut

tacere

constantiam...

mere

praecur-

qu a n to gu e m
fiebant, tanto plura
;

Compositum

do lu

cum

fortuitos

simul So-

nora de Germanico... disserebat.


Si tengano ora presenti
seguenti esempi
Hist. I SI
in. Erat Ottieni celebre convivium primoribus feminis virisque ; qui trepidi... modo constantiam simulare, modo
i

formidine

Olfonis

ad suspicionem

evenit inclinatis

me b a

simul

detegi,

102

intucri

voltimi

utque

mentibus. ciun timeret Otfo,

u r (si noti, una volta per tutte, come da>^li i. s. si


passi igradatamente alla forma personale, come, cio, questa,
abbia una sua preparazione: qui. utque evenit... timebatuc,
f i

$i citato, ut sunt mobiles ad superstitionem...


lamentantur : questa la tecnica stilistico-musiAn. XII 47 in. Ac primo Radamistus in amcale di Tacito)
plexus eius etfusus simulare obsequium, socerum ac parentem appellare ; adicit ius iurandum...; XII
S lam primum Agrippina, v e l u t dolore v i e t a et
sclacia conquirens. tenere amplexu Britannicum, veram
va ri is a rtib us
paterni oris effigiem appellare ac
in .-In.

i2S.

mentes...

demo

rari... Antoniam quoque ... a tt i n u i t ; Xlll


Poppaea primum per blandimenta et a rtes valescere... imparem cupidini se... s i m u l a n s

4...

XIV

in.

Nero

Igitur

vitare secretos eius

Postremo,

congressus... laudare...

praegravem

tur,

Come
timenti

zione

si

pi

dell'

(scil.

ubicumque dabere-

interficere constituit.^

ratus.

vede, un passaggio lento, jJraduale. da sen-

o meno

azione

velati

questo

all'
il

azione,

significato,

alla
il

determina-

valore espres-

sivo della variatio. Nel capitolo in cui studieremo

dimenti

Agrippinae)

stilistici

e ritmici che Tacito usa

mostreremo come

nella

prosa dello

come

nelle

proce-

narrazioni,

storico ci siano dei

es., nelle opere di


un determinato motivo
sentimentale. Tale fenomeno si manifesta anche nell'analisi
che stiamo compiendo un motivo stilistico riaffiora col rialpresentarsi di analoghe situazioni spirituali. Con che
largando un concetto gi esposto nel capitolo sulla Ger-

Leitmotive che, proprio

Wagner,

avviene, ad

riaffiorano col ritornare di

Cir. ancora An. XII 15 in. At .yiitddates-.. conclre naflones, inlicere


perfugas ; postremo exercitu ccacto regem... e x t u rb a t impedoque
p o 1 1 1 u r ; XII 51 Iile (scil. Rfadamlstus) primo amplecti, adlevare, adfioctari... Postremo violentia amoHs... destringi t acinacem... trafilt... tradii...
'

105

conferma come

debba riconferma
esempio di An.
e conclusione delle nostre osservacioni,
v e r si s a rt ibu s per b l a nXIII 1 5 Tum Agrippina
dimenta iuvenem adgredi, suum... sinum offerve...

mania

si

di

un

fatto stilistico

cercarsi la sorgente nello spirito di Tacito. Valga, a


l'

Qu in

et

cologia di

che

sivi

f a te b a

u r.
addentrandoci ancor pi nella psiTacito mediante la valutanione dei mezi espresil
tatto che la figura di Agrippina
rendono

significativo

la

caratterizzata nella sua qualit di

sia

donna maligna,

falsa

*.

movimentata irrequietezza, nei suoi fremiti m.uappunto mediante gli infiniti descrittivi che, in tal
modo, si possono meglio valutare nel loro intimo significato
An. XIII 15 in. Sed Agrippina Ubertam aemulam,
nurum ancillam...^ muliebritev fremere; neque... oppecid

nella sua
liebri.

...acdus

accendere...

14

Praeceps...

Agrippina ruere ad

terrorem et minas, neque... abstinere... Simul intendere ma-

manes

nus, aggeveve probra,...

ira nulla munifcentia leniri,

invocare...

sed amplecti Octaviam,

cum amicis secreta

bra

fab ere

comiter excipere, nomina... in fonore

Abbiamo dunque
il

mezzo

preferito

troppo chiare,

ma

visto

18 At matris

come

1'

...

cre-

tribunos...

fiabere...

infinito descrittivo sia

da Tacito per esprimxcre situazioni non


che rimangono come in penombra, av-

volte di un velo di ambiguit.

Qualche volta, a descrivere tali situazioni. Tacito


sempre in contrasto con verbi di modo finito

serve
di

semplici

tare

sostantivi.

Vorrei

qui

dal punto di vista dei mezzi


Gir. qui, p. 69.

si

brevemente commenche vi troviamo

stilistici

i. Quae mutatio
il mutato atteggiamento di Agrippina,
espresso precedentemente mediante un' espressione variata
ut nimia nuper
coircendo flllo, ita rursum intemperanter demlssa
neque Seronem fefelUt, et
prcximi amicorum metuebant orabantque cavere insidias mulieris semper atro-

Gir. An. XIII 13

cis,

tum
^

II

et falsae.

parallelismo qui esprime

la

preoccupaHione

di .agrippina.

impiegati

quel capolavoro di psicologia che

d'amore

zetto

104

roman-

il

Ottavio Sagitta e Ponzia {An. Xlll 44),


cosiddetta arte del chiaroscuro raggiunge il culmine.

ove

la

Per

mezzo

di

di essa lo storico riesce a dir tutto, suggerire le

cose pi audaci, senza per mai turbarci, rimanendo semun esempio eloquente dell' espressivit ragpre classico
:

giunta dalla prosa latina, per virt di Tacito.

Dalla van'atio, con cui


et

mox

ut omitteret

mantum

agli infiniti descrittivi

Ponzia, agli

apre

si

il

capitolo

emercatur

sopra)

(v.

riferiti

tratta di

cose pi concrete

mano riscaldando
cambia

il

si

passa
a

ad Ottavio

*.

invece

andata

man

di decisioni che si prendono, ecco che


tono {Ac postquam spernebatur, noctem unam
,

ad solacium poscit...

mandai),
volta, di

l'atmosfera

si

riferiti

Quando

Fin qui sentimenti vaghi, proteste, minacce.


si

exuere)

(nectere... causari...

{concfuen... minitan)

altri

adulterium

salvo

sostantivi

Tum, ut adsolet

in

satisfactio et pars

tat (tu

poi a ritornare

nell'indeterminato
amore

nox

con
e

et

nel

et ira, iurgia preces,

tenebrarum

libidini

dramma

Pontia

l'uso, questa

generico

exprobraiio

seposita.

Infine,

la

ex qua quasi incensus


nifjil metuentem frro trnsvrbrt, et accurrentem ancillam vlnre abstrrt cubiculqu prrumpt. Non si potragica risoluzione

del

trebbe recare esempio pi significativo per mostrare come,


qui e nei casi citati sopra,

funzione ritmica, cio

come

la
il

variatio

ritmo

abbia

anche una

(chiaramente scandi-

elemento espressivo dello stile di Tacito.


capolavoro di psicologia e di stile il ritratto di Sabina Poppea, che troviamo nel capitolo immediatamente successivo e sul quale spenderemo qualche
parola, per mostrare sino a che punto Tacito superi il suo
modello Sallustio. Questi, nel capitolo 25 del bellum Cabile nel finale) sia

Un

altro

Anche qui

stam obtestans.

ricorre

il

parallelismo

famam

perditam, pecuniam

exfau-


dipinge

tilinae ci

tra le
nalit

105

la figura

di

Sempronia,

la

pi notevole

donne catilinarie. Dal ritratto di Sallustio, la persodi Sempronia esce nitida, netta. Dopo un' introdu-

zione di carattere generale [Haec mulier... luxuriae sunt),


in cui notevole quel multa alia, unito asindeticamente a

quanto precede e lasciato quasi sospeso, una serie di frasi


un susseguirsi di visi o di azioni sconce alle quali
d risalto il ritmo a cantilena di quattro verbi dalla stessa
terminasione, usati " per mettere in fila le... male asioni
ugualmente cattive S Sed ea saepe antefac Mem pro-

staccate

diderat, creditum abiuraverat, caedis conscia

xuria atque
quasi
stio

si

praeceps abierat

inopia

direbbe ingenua.

Un

dubbio

sol

fuerat: lu-

tecnica

semplice,

prospetta Sallu-

pecuniae an famae minus parceret, haud facile

cerneres.

dis-

non lo dice Tacito


Poppea
una suggestione che d il suo stile
tutto un 6aud facile discernetes. Quel velo, del quale
per
essa si compiaceva coprire a mezzo il suo volto
non saziarne gli occhi o perch le stava meglio , resta
perennemente calato su Poppea sul suo volto e sulla sua
anima. Qui Tacito dimostra un senso di finezza psicologica che in Sallustio non c'. Tacito riuscito, mediante
l'arte del chiaroscuro, a presentarci in Sabina Poppea una
Nel ritratto di Sabina

esplicitamente,

ma

''

donna che simula esteriormente

virt,

ma

la cui

intenzione

un sol tratto in cui lo stile e il ritmo ci


fanno luce, permettendoci di stringere saldamente qualcosa, di questa figura che sembra di volta in volta sfuggir"
ci
non fu schiava n del suo, n dell' altrui affetto dove
si presentava l'utilit, l convergeva
suoi capricci . Ecco
ncque adfectui suo aut alieno obnoxia,
il testo latino (e. 45)
unde utilitas ostenderefur, illuc libldlnm transfrbt. La
sonorit della clausola (dopo ncque... obnoxia), che ri-

perversa. C'

Cfr.

il

commento, adi.,

nell'edisione del

Marchesi, Milano 1939,

p. 37.

lO

prepara quel che


inventa ac
luxu et Quia 1 1 a g ra n t i s s i m u s in a m i e i t i a
Ne ro n i s 6abebatur: ecco Vutilitas messa prima
verso la quale Poppea libiin risalto mediante la van'atio
tutte
cose che il lettore attento ed
dinem trasferebat. Son
esperto delle sfumature stilistiche e ritmiche della prosa di

chiama

l'attenzione sulle ultime parole,

detto

dopo

Igifur...

eam...

Otfo

pellexit

Tacito avverte.
Sallustio

aggiunta

'^QVdi

giudicato

tamente Poppea

la

con una personale


Sempronia. Tacito non giudica diretmagia del suo stile ha lasciata al peesplicitamente

l'

renne giudizio dei posteri.

Dopo
cammino

gli

infiniti

descrittivi e

della nostra ricerca,

1'

sostantivi,

ellissi,

troviamo,

fenomeno

sul

stilistico

comprensione di Tacito uomo ed


due qualit, come si sta a mano a mano chiarendo, sono inseparabili, e l'una non pu seriamente approfondirsi, se non si approfondisce 1' altra) e che, come
precedenti, non mi sembra abbia avuto finora un'adeguata
valutazione da parte degli studiosi '. Crediamo opportuno
trattarne brevemente ora, perch un fenomeno che mentre,
da una parte, riceve luce da quanto stato sino a questo
interessantissimo per la

artista (le

momento

esposto,

dall' altra

pone un suggello

alla nostra maniera d'intendere

la

definitivo

variatio.

L nostra ricerca sulla variatio, ci ha portati a concludere che Tacito, mediante il mutamento della costruzione, ottiene

il

risultato di prospettare sotto

diversa luce

'
Per una scientifica trattazione dell' ellissi, nei vari autori latini, cfr.
LFSTEDT Ssntactica, Lund 1933, Voi. H, pp. 233-74 e ricca bibliografia ivi.
il
con intento diverso dal mio
Tacito si occupano
in
Dell' ellissi
Constans (o. c, pp. 117 ss.).
Draeger (o. c, p. 18), pi ampiamente
in SRBOM (o. c,
al solito, non vagliati
Esempi di ellissi del verbo essere

pp. 151

ss.).

il

due o pi
ali'

concetti,

ultimo. In fondo,

come

rientra

mostrando di dar valore,


anche
uso degli infiniti

in

mediante
r

poi. Tacito,

ora

ombra.

cio,

mutare delle forme espressive,


li
espone in piena luce, ora

il

perseguire questi

genere,

descrittivi

questa tendenza: sentimenti

vaghi prima, azione concreta


sentimenti

in

1'

visto

si

107

gradua,

pensieri e

li

lascia nel-

nel che consiste principal-

elmetti

ben
prosa di Tacito
si presta l'ellissi, per la facolt che ha l'autore, adoperandola,
di omettere il verbo nella parte che vuol lasciare, direi,
mente

la difficolt e l'originalit della

ombra, spostando

neir

Alcuni
detto:

esempi,

Hist.

34

tutto

vagus.

afficmabant;
gregarius m

il

seconda parte.
quanto abbiamo
incevtus rumor; mox...
adeundi locus
tvibunis...

peso

sulla

chiarimento
.

et

me

36

di

uh eh at ; III 49 Nec miles in


ducum, se d d u ce s militari violentia t ca6e
bantuv; III 67 Surdae ad fortia Consilia Vitellio aures
i l

e s

...

arbitrio

obruebatuv animus misecatione cu vaque ;


IV 29 Apud Germanos inconsulta iva
Ro manu s
miles p e ri culo ru m gnarus... sa x a non forte
ia eie b at
V 14
miles Romanus armis gravis et nandi
:

f...

ti

t ;

do

tfjis)

15

a r mo ru m... at tolGermani prosperis feroces, Ro ma no s p ua V e r at^ ; An. VI 34 Atque illis (scil. Parequite vis : Pha ra s ma ne s et p e d i te

G r ma no s lev ita s

pavidus,

f.

i t

sola in

V aleb a t:
motivi dell'inferiorit e della superiorit, della
debolezza e della forza, sia fisica che morale, il passaggio
i

dal
tati,

rumore vago a voci


assai bene mediante

pij
I'

distinte,

ellissi

da un

risaltano, nei casi cilato, l'uso del

verbo

dall' altro.

Anche

l'ellissi,

dunque, per Tacito un mezzo per

far

^
Segue, subito dopo, un' altra variatia : nox aput barbacos canta aut
clamore, nostcis per tram et
acta.
i n a s

ICS

della psicologia. Psicologia di massa, studiata nella sua caratteristica essenziale,


Hist.

stulta spe,

t i

con un senso

della verit

12 Paucis ludicium aut rei publicae

prout Quis amicus vel

ambiticnis nimrbs dstnbnt


pita dinanzi ai nostri occhi

cliens, func ve!

qui

che spaventa:

amor: miil-

la

folla

illum

vive e pal-

" eran

pochi quelli che mostravano nobilt di giudizio e interesse del pubblico bene
Tacito lascia quasi sospesa la frase, l'avvolge di silenzio
:

risalto ai
L' ellissi

teggiamento

rumores dei multi.


del verbo ci d quindi
di

si

di cogliere l'at-

problema del male. Tale


scopre anche altrove, sempre attra-

Tacito dinanzi

suo atteggiamento

modo

al

medesimo processo stilistico An. V 3


pauci quis
nulla ex inonesto spes (et p u b l i e a mala singulis in
verso

il

...

cccasionem graiiae traHuntur); XII 48 Paucis decus


publicum curae, p l u re s tuta d i s s e r u n t In Hist. I
76, parlando della maggiore o minore fedelt di province
e legioni ad Otone, lo storico scrive Nusquam fides aut
amor : m e t u a e necessitate 6 u e il l u e m u t a b a nt u r
Nella lotta tra il bene e il male, tra sentimenti veri e
leali e quelli falsi e deteriori, in Tacito
qui si ha modo
di cogliere la sua concezione pessimistica della vita
prevalgono quasi sempre
secondi questo dice lo stile, a chi
sa intenderlo e adeguatamente servirsene come valido stru.

mento

di penetrazione psicologica

'.

Per comprender meglio questi ed altri fenomeni della prosa tacitiana,


ed anche per dare uno sfondo pi ampio alla
nostra disamina, giora tener presenti le giuste osservazioni del Croce riguardo
all'espressione del Cellini
"Quando si dice senza intenzione... dispregiativa,
che uno scrittore ricco di pleonasmi o di ellissi, bisogna dunque ammettere
che quei pleonasmi o quelle ellissi siano appropriati al pensiero... Rispetto a
che quei modi sarebbero pleonasmi ed ellissi ? Forse, rispetto al modo di scrivere di un altro scrittore?... il Cellini avrebbe potuto trovare ellissi in quello
scrittore, che avesse notato in lui pleonasmi... Insomma,... si afferma... non
'

risoefto a quella ciceroniana,

ci
a
I

che uno scrittore


t

E,

rispondendo

ai

ma che uno scrittore non

Vossler,

il

quale aveva affermato che

il

un

Cellini, nel-

verbo ci dipinge vivamente il caun personaggio. Di Calpurnio Pisone Tacito scri-

volte,

rattere di

109

l'ellissi

del

ve {An. XV 4S) sed procul gravitas morum...: levitati i nd u l g e b a t. 11 mistero, che ha costantemente avvolto la
figura di Tiberio, sembra per un momento svanire nel giudizio che Tacito ne d in An. VI 51 i., ove, pi che vedere l'imperatore, vede l'uomo: Idem

bona malaque mixtus incolumi maire


a e

dedecora

tantum ingenio utebatur.


ritratto,

il

intestbilis saevitia,

postremo

in s ce l e ra
p ro r u p i t postquam... suo
Leggendo quest'ultima parte del

sed obtectis libidinibus, dum...;

simul

Tiberius] intec

[scil.

lettore tenuto quasi

sospeso e

ansia: egre-

in

famaque, quoad...; occultum ac subdolum... donec...; idem Inter bona...; intestabilis saevitia... dum; sono
si sente il
tutte espressioni che rimangono come soffocate
viene
lo
sbocco
st
sbocco.
E
bisogno di uno
p re m o...
p r r u p i t : siamo al momento culminante la maschera

gium

vita

tolta,

verbo

velo diradato

il

modo

al

finalmente giunta la luce, col

finito.

Oltre a Tiberio, Claudio


della sua arte,
sottile

suo

pi scaltrita e

Tacito sfoggia tutte

matura,

velo d'ironia quest' imperatore.

silenzio,

1'

per
11

le

risorse

cingere

contrasto tra

assenteismo di Vitellio da un

d'
il

un
suo

lato, e l'onni-

r esposisione logica uno scrittoraccio (ein StimperJ, nella plastica dell'espressione, un maestro, l' illustre critico si domanda come mai il Cellini possa

uno scrittoraccio in ci che non ha scritto, come mai possa egli


essere giudicato dal punto di vista in cui si giudica uno scrittore ragionatore
e loico, egli che effondeva ci che dentro dettava, senza nemmeno accorgersi della logica. Egli fu
ci che non fu punto. E conclude, il
Croce, affermando che il Cellini ci piace " perch, slogicando, fa uno

essero stato

male

stupendo autoritratto di quel suo fantasticare impetuoso che lo portava allo


" La forma
slogicare
letteraria non se non quella che si conviene a un
dato contenuto, concreto e non astratto e non si pu giudicare se non rispetto
a questo contenuto . (Cfr., in Problemi di estetica, Bari 1923, il capitolo "Di
.,

stilistica psicologiche del Grber


pp. 141 ss.).
voglio per affatto dire che Tacito
salvo che per il ritmo, che gli si
nega, perch non quello ciceroniano
sia stato, quale scrittore, giudicato

alcuni principi di sintassi e

Non

alla slessa

maniera del

Cellini.


presenta

del

Narcisso

liberto

con un mezzo

scolpito,

neir indimenticabile

no

stilistico

scena

faec silentium Claudii,

di

icasticamente

dall' altro,

che ormai

An. XI 55

Vitellius

ci

in.

familiare,

Mirum

Inter

omnia

ignaro propior :

liberto oboediebant.

Srbom

Il

fa rientrare nei casi di

questo fenomeno

variatio molte espres-

un fatto puguardar bene, si tratta di concetti differenti


logico quindi che la forma che li esprime sia
diversa. Ci si domanda come Tacito avrebbe potuto esprinelle quali

sioni

ramente

esteriore.

stilistico

non in quel modo la variatio risponde, cio, in


ad esigenze della sintassi e della lingua latina.
Fermiamoci a considerare
uso delle preposizioni. In
Nist. V 1 5
scritto nox a p u t barbaros cantu aut
clamore, n o s t r i s per tram et minas acta. Le due comersi, se

questi casi,

1'

struzioni

(aput barbaros e nostris) son diverse


ma e' ,
la variatio, come un allontanarsi e un avvici;

attraverso

narsi della prospettiva

diamo
cito

da

una parte,

avvicina a s

meno

sintattica

ed

ai

dell' ira

altro

nostri,

mediante

pesante. Variate sono anche

cantu aut clamore... per


esprime
sintatticamente
asciutta),

lettori,

barbari, che ve-

e sentiamo a distanza, dall' altra,

il

tram
1'

et

ablativo

la
le

che Ta-

costruzione
espressioni

minas: ma
semplice

altro

(notazione

per e Tace, che estende, quasi,

la

durata

minacciosa.

(Vitella... imagines, in castris


Belgarum e i v i t a t e s repositae)
altro in castris (luogo pi o meno circoscritto, limitato),
altro per proximas civitates, che ci d quasi la visione dei
soldati in movimento, in giro. Lo stesso potrebbe ripetersi

Cos

et

in

Hist.

per p ro

IV 37

mas

per An. XI 32 (Ceteris passim dilabentibus adfuere centun'ones

inditaque sunt

vincla

ut

quis

reperiebatur

p ub lic

per

aut

che non osserva

a te b ra s)/

Srbom

il

Ili

da

per silvas

Germanis...

ipsis,

diversa

la

sectantibus

atque

sfumatura data da

si

68

Ac

latebris tru-

da
da con-

noti bene,

per, illuminato

in

Hist.

turbotis rebus

anxii,

certa

ingenuo pensare che

pace

ipsis

in

in seguito,

da quella data dal

Mist.

consectantibus

statim immissa coforte Tfiracum depulsi et

cidati

ci

cui visione

la

diversa

88

f.

alacres

(multi...

per

et

in
in-

pace e per incerta si equivalgano nel


senso la seconda espressione molto pii colorita e viva
della prima
essa riceve luce da alacres e da turbatis
rebus : la vediamo questa gente, che nel disordine acquista
in

tutissitni)

coraggio, e

in

messo

La costruzione

all'

incertezsa

si

sente sicura.

col per cara a Tacito, che la ritiene

abbastanza espressiva, soprattutto quando si tratta di descrivere situazioni poco chiare ed oneste An. VI 7 Cum primores senatus inflmas etiam delationes exercerent, alti propalam,
multi per o ccu It u m. Ecco come, nello stesso capitolo, aveva descritto un personaggio. Cotta :...
nobilis
quidem, sed egens ob luxum, per flagitia infamis
:

si

direbbe

in

aderendo sostanzialmente

italiano,

al testo,

. la lunga serie, la lunga


che indica il per, ben piti colorito
rispetto air ob, che indica semplicemente la causa. Ci rimane vero, anche se in Hist. II 56 troviamo ob lucra et
Quaestus infamis, cio infamis costruito con ob. Tacito
"

passando

di delitto in delitto

storia delle scelleratezze

scrittore, direi,

lendo
verse,

impulsivo e visivo al massimo grado

Per latebcas

(illustrato

da

nel loro correre e disperdersi.


* Lo stesso ragionamento

in

do m

...per

vo-

due concetti, meglio, due sfumature diha creduto bene costruire differentemente lo stesso
esprimere

b u

demos

si

ceteris...

pu

dilabentibm)

ripetere per ///5^

quantunque in
semel occultabant, che seigue per a

abditi

in domibus,

ci

fa cogliere

III

31 va^i

Hist.

Ili

86

soldati

per
f.

v i a s,
troviamo

dilapsi ex urbe.

Ili}

Viene cos ulteriormente provato che nel caso


ha voluto essere pi efficace.
Alla fine del suo discorso ai soldati, dice Pisone (Hist.
30) sed perindif a nobis donativum o b fide m quam ab
diggettivo*.

di

An. VI

7 lo scrittore

pr faci no re

aliis

adoperando quest'ultima
non senza sarcasmo, l'atto.

aca/?/e//j;

costruzione, Pisone detesta,

come

interessante notare
variata, s'intrecci

il

nella frase citata,

aliis.

Non so se possono rientrare nei casi di vaciatio esprescome questa {Hist. IV 78): Tutor... et Civilis... ptignam

sioni

ciebant, Oallos pr liberiate,

ad

aeda

gloria, indica

Batavos pr gloria, oermanos


con liberiate e con

instigantes; pr, unito


line spirituale,

il

movimento, direzione
zione del mutamento
20

all'espressione

parallelismo a nobis... ab

(fine

ad praedam indica invece


Ovvia la spiega-

materiale).

di costrutto

che troviamo

necessitas in loco, spes in virt te, salus

f. ...

in

An.

II

ex Vic-

toria".

Quando

leggiamo,

in

An.

XV

ammalia maris

37 Volucres

oceano

feras

et

a b u

q u e
petiverat, non deve sfuggirci il sottile motivo artistico che
ha causato il mutamento di preposizione abusque ingrandisce la scena ^ "li aveva fatti venire sin dall' Oceano
abusque, insomma, ben pi forte del semplice e. Tacito
diversis e terris et

scrittore di estrema

qualit
di

occorrono anche

afferrare

come

finezza e sensibilit

perch

il

ormai

al critico, se

di

chiaro,

certi

anche

ma
'

Anche

in

.Non

il

Ci

zione

cfr.

si

tali

grado

stilistici

che,

hanno quasi sempre un profondo


s,

in

questo e

in altri

il

An.
caso

secati pr salute,

in

compiaciuta tendenza di Tacito a variare;


punto
non il semplice gusto che deter-

la

qui

vuole essere

accorgimenti

significato psicologico. Ci sar stata


casi,

linguistica

de

conf

30 ob Ubidlnes... (infamh) esprime solo la causa.


tornare a discutere sulla frase dell'/Igr/co/a (e. 26)
gloria certabant, a suo tempo esaminata.

XIII

al

di

carattere,

poco pi sopra

un po' sovrabbondante,

remlgesque... componebantur.

dell' intera

descri-

mina

variatlo.

la

115

Se mai,

dal

bisogno intimo di essere

rendere

espressivo,

sfumature del

tutte le

pensiero e del

tendenza cui si accennava sopra. Il


che molto diverso da quanto si pensato finora.
In An. I 10 son riportate le voci dei nemici di Auderiva

sentimento,

gusto; dicono,

essi, tra

Y ro,

contea rem p u

accepecit
(o.

la

e, p. 48) ragiona cosi:

in

armaque quae
b

l i

in

versa.

Antonium
\\

Srbom

44 l'esprese l'accusativo: Ta-

Agr. 13 e An.

II

arma costruita con in


avrebbe potuto benissimo usare tale costruzione nelr esempio degli Annali sopra ricordato. Ha usato, invece,
cantra : dunque, variatio. Qui si ferma. Non osserva che
cantra, in quel contesto, molto piti efficace che l' in, e
colorisce, almeno nell' intenzione di coloro che sparlano di
Augusto, il suo gesto rivolto contro lo Stato altro era
andar contro Antonio, altro rivolgere le forze armate contro
la res publica. La variatio
ma proprio il caso di chiamarla cos ?
ha qui una funzione sentimentale il cantra
sione vertere

cito

s'

perfettamente al carattere del discorso indiretto,

intona

sfavorevole ad Augusto \

Dunque, 1' uso variato delle preposizioni in Tacito


il
procedimento si pu estendere anche ad altre parti del
discorso
va ristudiato alla luce dei criteri che siam venuti esponendo. Non bisogna essere superficiali, limitandosi
a notare il fatto
anche una semplice preposizione pu
contenere una sfumatura, che non deve passare inavvertita.
Il Srbom
parla di variatio anche a proposito di sostantivi e non s' avvede della sfumatura diversa che e'
in ognuno di essi. Egli trova, ad es.. variatio nel fatto che
Tacito in A^r. 42 f. usa l'espressione mors (a m bit iosa morte

inclaruerunt)

Per

la

all'

inizio

del

f.

A. Salvatore

finis

vitae.

sentimentale di advecsus o adversum, rispetto ad ai,


In rem publicam, Consilia caedis
puniantur (qui la prospettiva mutata); n. lY 11 in
Insldiae

impera torem
extraneos... adversum unicum...
8

cap. seguente,

funsione

veda ^n. VI

si

e,

Stile e

ritmo in Tacito.

adversum

114

Ma. penetrando il valore intimo dei vocaboli, non dovrebbe


ctie, scrivendo morte, V autore ha voluto esprimere
semplicemente 1' attimo del morire,
trapasso, insomma, da

sfu!jire

il

questa vita

menti

finis

vitae, invece, ci dipin^^e

dell' esistenza

di

Agricola, che

fu

^li

estremi

mo-

extraneis etiam

ignotisQue non sine cura. E infatti si parla, immediatamente


dopo, del popolo che andava e riandava (vcntitavere)
poi
alla casa di Agricola, e non discorreva che di lui...
ritorna il termine mors, nel signitcato sopra notato (nec
QuisQuam audita morte Agricolae aut laetatus est...). La
stessa differenza di sfumatura tra
due termini penso che
ci sia in liist. II 49 f.
si parla di Otone. tgura che con la
sua morte eroica si acquista la simpatia di Tacito.
;

Misi.

In

Ili

70 r espressione fratris

penates uxon's, molto


poetica, cos

come

piij

in Hist.

domum

diversa

da

sentimentale, questa, e quasi direi

16

f.

(Alacvior

omnium

clamor,

ex longa pace p co e l i i cupido vel fessis


i s
amor) cupido diverso da amor (v. Porcellini)
l
il desiderio ardente, la brama di combattere,
aspirazione composta,
qui il desiderio pacato, sereno,
quis

ve!

pa

bello

l'

quasi direi

Ma

il

sospiro.

stata notata la

tendenza di Tacito

alla

imprecisione

*.

problema mi sembra che vada posto, anche questa


piano del sentimento. Sentimentalmente parlan-

il

volta, sul

do. Tacito scrittore straordinariamente preciso. E, forse,


la

modo

conclusione migliore del nostro

di considerare la

Se questa, come abbiamo dimostrato, ha origine


dallo studio psicologico dello scrittore, ci significa che
Tacito ha voluto essere preciso nell' illuminare tutte le pieghe dello spirito umano. Variet dunque significa, in Tarariatio.

cito, oltre

Valmaggi L'imprecisione
1908, pp. 372 ss.

Cfr.

classica,

che espressivit, precisione.

stilistica in

Tacito,

in

Rivista di Filologia

Credo

115

che, attraverso

ormai chiara

la

la

indagine,

nostra

scorga

si

personalit di Tacito scrittore, la sua ori-

ginalit rispetto ai suoi predecessori

successori.

Il

pro-

blema andrebbe studiato a fondo, e non soltanto per


quanto riguarda la variatio : si tratta di cogliere la personalit di un autore, seguendo la via tracciata dallo stile.
Noi l'abbiamo tatto, in buona parte, per Tacito il procedimento va esteso ad altri scrittori.^
Sallustio ha un' importanza enorme, come prosatore.
;

Nella

sua

tendenza a

del lettore, ha

caratterizzare,

creato una

prosa

rapida

colpire
netta

l'

animo

tagliente,
*

che vuole sorprendere con la novit stessa e la velocit


del costrutto. Egli ha sentito la necessit
e questo suo
merito grandissimo
di sfrondare, snellire il periodo latino, rinnovarlo, infondergli nuove linfe
e anche se la sua
mano ancor troppo pesante, e 1' accento un po' aspro
e duro, il suo tentativo va segnalato come una conquista
destinata ad avere conseguenze notevoli nella storia della
lingua latina. Si direbbe che Sallustio cerchi
asimmetria

1'

con l'entusiasmo e l'ardore del neotta: quasi per principio. E un ribelle, e come tale va riguardato, bench sia
lontano dal raggiungere
Livio

si

muove

tra

gli

effetti

Sallustio

chiaroscurali di Tacito.
e Cicerone. Risente an-

^ Giustamente
lo JAEGER (Demostene, Torino 1943, p. 245) osserva che la
scienEd avrebbe bisogno di una storia della prosa, che integri quella, pur fondamentale, del NORDEN, in cui ci si ferma " alla considerasione dei messi formali esteriori della prosa artistica . Tale nuova Kunstprosa dovrebbe descrivere " le individualit artistiche dei principali scrittori e Io sviluppo complessivo dello stile . Mi auguro che il presente lavoro, nel quale ho cercato di
mettere in relazione la forma con lo spirito dell' autore, valga a colmare la
lacuna, almeno per quanto si riferisce a Tacito. Lo stesso metodo d'indagine
ho seguito, per quel che riguarda 1' evoluzione della lingua e dello stile poe-

tico di
dell'

Virgilio, nella

Eneide.
* Quintiliano

mia gi

{fnst.

1,

citata

102)

Introduzione
esalta

al

commento

del

immortalem... Sallustii

primo

libro

velocitatem.


come

eh' eli.

au^ustea

ma

Tacito,

Ilo

influsso di Yirsjilio e della poesia

l'

suo color poeticus ben diverso da quello


tacitiano: pi supcrtciale, meno profondo; assimilazione
di forma pi che di spirito. La sostanza della prosa di
;

il

Tacito poetica, perch

fonde con quella

la

sua anima ha consonanze pro-

di Virgilio.

Certo, a voler

anche solo dalla

igiudicare

bisogna dire che anche Livio,


giunge

la spiritualit

come

Sallustio,

della prosa tacitiana

vadatio,

non rag-

'.

C" poi Seneca, che ha avuto indubbiamente

la

sua

importanza nella formazione dello stile di Tacito. Abbiamo


creduto opportuno farne un cenno brevissimo, ora che
ci son noti.
La prosa senechiana ha avuto un indagatore acuto e
preciso nel Castiglioni *
quale, integrando e correggendo
alcune affermazioni del Bourgerv^, ^ ha cercato di vedere
quali elmetti Seneca pensasse di ricavare dall' asimmetria del
"
costrutto. Egli scrive
La perpetua e studiata disugua-

alcuni segreti dell' espressione di Tacito

il

aumenta
il
massimo

glianza
lascia

vuole eh' esso

sia

la

vita

rilievo

propria di ciascun

particolare e

a ci appunto, a cui lo scrittore

attribuito...

Qui veramente cospicua

personalit di Seneca, nel coincidere felice di


colari

mente,

stilistici

e retorici, che

ma sono

la

siffatti

la

parti-

non intervengono accidentaldi una volont, e,

genuina espressione

quanto meno, di una tendenza . Parole meditate, che mettono a fuoco il problema dello stile senechiano.
Molto a proposito il Castiglioni parla di " volont .
in Seneca una coerenza quasi perfetta tra la volont
(oltre che tra il pensiero) e 1' espressione. Ma la volont,
come il pensiero, sono elementi razionali e infatti nello

'

Livio scriffore dedica pagine interessanti

il

Bornecque

1933, pp. 137 ss.


* Cir. tud'. intorno a Seneca prosatore e filosofo,
classica. 1924, pp. 350 ss.
" Cfr. SnQue prosateur, Paris 1922 (nel capitolo
di Seneca).
Live,

nei

suo

Tite-

Paris

in

Uivista di filologia

III

studiata

la

prosa

stile

di

senza volergli

Seneca

non poco

117

il

minimo

di cerebrale.

d'intellettualistico,

certo, a Sallustio; c'

fare

torto

Non

si

una maggiore cosciensa,

e'

ritorna,

nella lotta

E Seneca
virile,
ornamentitm
stesso che
concinnitas (nell'epistola precedente aveva scritto Quidam...
virilem putant et fortem [sci!, compositionem], quae aurem
bandita contro

concinnitas. Perch questa lotta?

la

ce lo dice (ep. 115)

Non

est

inaequalitate perca tiat).

essa

Dunque Seneca combatte la concinnitas, in quanto


non ovnamentum vivile.
Tacito mi sembra che vada guardato su di uno sfondo

non
un po' diverso. Egli - sia in teoria che in pratica
distrugge mai le leggi della concinnitas, perch son per lui
leggi dello spirito, prima ancora di essere leggi dello stile.
La variatio ha in Tacito la sua funzione, come la concinnitas ha la sua funzione. Mi pare che l'orizzonte di Tacito
sia pi aperto e che ci sia in lui
sin dal de oratoribus
una maggiore profondit ed umanit nella comprensione
e nel giudizio di certi fenomeni letterari.
Tacito non arrivato alla conquista del suo stile con

un'affermazione netta,

per cos

dire,

teorica,

biamo

1'

come

pita sino all'ultima


il

Il

In

Tacito non c' mai,

Dialogo, l'unica sua opera

come abquesto travaglio spirituale pal-

espressione di un travaglio spirituale,

gi fatto rilevare

ben visto

Seneca.

partito preso.

il

Norden

*
;

pagina degli Annali. Seneca, come ha


"
, sin da principio, anticiceroniano

Tacito no.
In fondo Tacito non si mai liberato completamente
da Cicerone e dallo stile oratorio, che nell'Arpinate ve^^A
avuto il suggello definitivo. La prosa di Tacito non ha

un'unica linea

ondeggia continuamente tra le due op1' ondeggiamento


del de oratoribus che
permane e impronta tutta 1' opera di Tacito.
si

poste tendenze.

Cfr. qui, p.

Cfr. Die Anti<ie Kunstprosa,

10.

Leipzig u. Berlin

1909. Voi,

I,

pp. 307-08.


Se

ci

vuoi fare un' idea abbastanza chiara dei con-

si

e anche delle divergenze, sul piano teorico, tra Tacito

tatti,

e Seneca,

da noi
di

US

confronti

si

inteso

con

de cratoribus

il

le

come

stato

interessantissime epistole 114 e 115

Coerenza in guest' ultimo,


volont ed espressione. In Tacito

Seneca.

siero,

cos
s'

e'

detto, tra pen-

qualcosa di pi

coerenza tra sentimento ed espressione


profonda e pi intima e, agli effetti
pi
che coerenza
dell'arte, molto pi ricca. R infatti, da Seneca a Tacito, la
prosa latina progredisce, quanto a ricchezza espressiva,
quanto a possibilit di rendere le pi delicate sfumature
soprattutto,

e' ,

psicologiche.
C', innegabilmente, nella prosa di Seneca, una certa
esteriorit.

perch

'

"

la

retorica elemento costitutivo del-

l'educazione e dell'esperienza intellettuale,,* del Cordovano;


una maggiore intimit e profondit invece in Tacito.
Tacito

pi ricco di

forse, intellettualmente pi
lui.

povero

di

Seneca;

per, di sensibilit artistica. Sulla base di

queste due caratteristiche spirituali diverse, si


ed ammirare l' espressione dei due grandi

pu giudicare
scrittori. E si

potr anche comprendere come e perch l'indagine rivolta


ad alcuni aspetti dello stile non consegua per nessun altro
cos meravigliosi,

effetti

Figlio anch' egli del

ben messi

in rilievo

superarne,

in

come

per Tacito.

suo tempo

dal Norden,

virt di

o.

(i

cui difetti

e. pp. 270

una personalit

ss.)

fortissima,

l'

sono stati
ha saputo
indirizzo.

per, ali'affermaHione, per quanto attenuata, del BOURche cio Seneca " tient moins peut-lre 1' opposition
des ides que des mots ; il aime surtoul le cliquetis des sons, et voil pourquoi les paronom.ises lui sont si ctires . Mi sembra esotto quanto scrive
Funaioli, circa lo stile di Seneca: " Nella sua frase c' un che d'insonne,
il
*

OERy

Non

arriverei,

e,

(o.

d' ansante, di

p.

142).

febbrile,

di antitetico,

di volitivo,

che tradisce

interiori disso-

entra anche certamente la bravura oratoria, ma insomma accento che risuona dalle fibre pi riposte d' un uomo e di un' et, voce arroventata da un forte imperativo morale, concentrazione tragica (Cfr. Studi di

nanae

e'

Letteratura antica, Bologna 1946. Voi. I, p. 96).


' Cfr. Martinazzoli Seneca. Studio mila morale ellenica nelV esperienza

romana, Firenze 1945,

p.

70.

119

dandogli un contenuto nuovo: qui il suo vero merito e


suo valore. Abbiamo cercato di provarlo, esaminando e

il

spiegando alcuni aspetti della sua prosa, nei cui meandri


che aveva piena coscienza dei mezzi stilistici
egli stesso
ci ha di volta in volta guidati.
che impiegava
abbia molta importanza, in questa racredo
che
Non
pida rassegna, la figura di Quintiliano. Se vero che Tail
che stato sostenuto da
cito stato suo discepolo
alcuni, da altri negato
ne viene notevolmente accresciuto il valore e l' interesse del de oratonbus, libro di
polemica
teorica e in atto
non solo, in parte, contro
Cicerone, ma anche contro chi del verbo ciceroniano era
il
banditore pii illustre e convinto ^
L' originalit di Tacito scrittore risalta ancor pii, se
lo confrontiamo con qualcuno dei suoi imitatori. Ci si
pone, per Tacito, lo stesso problema che per Virgilio.
Pensiamo ad uno scrittore come Giustino, le cui caratteristiche di stile sono state chiaramente analizzate dal Castiglioni *. Giustino ha imitato, tra gli altri. Tacito ^
esempi
di vadatio sono frequenti nella prosa dell'epitomatore *. Ma
qui si vede chiaramente come quello che in Tacito era un
fatto di stile, che riceveva per continuamente luce dalla
personalit dell'autore, diventa, nei suoi imitatori, un fatto
di pura tecnica.
Tacito rimane veramente isolato, nella storia della letteratura latina. La sua grandezza, a rifletter bene, consiste

nell'aver trasceso l'elemento tecnico, nell'averlo riscaldato


ai

raggi della sua umanit.

'
il

Per quanto riguarda Plinio

libro della

Guillemin

PUne

il

giovane e

soprattutto pp. 39 ss.


* Cfr. Studi Intorno alle "Storie filippicfe
3 Castiglioni. o. c, p. VI e passim.
*

Id.,

o.

e, pp. 109

ss.

le

et la vie Uttraire

sue tendense letterarie, cfr.


de son temps, Paris 1929.

di Giustino, Napoli 1925.

Capitolo

RITMO

STILE E

NEI DISCORSI INDIRETTI

discorsi indiretti hanno una grande importanza nel


complesso dell'opera storica di Tacito. In essi si riversa
gran parte dell' indagine psicologica dell' autore. In aderenza al fine che ci siamo proposti in questo nostro lavoro,
I

studieremo per rilevare come lo stile rispecchi tale approfondimento interiore. Non ho forse torto di dir cos,
giacche sono profondamente convinto, e vorrei che questa
fosse la conclusione del libro, che studiare lo stile significa
avvicinarsi all' anima di Tacito.
Questi ha sentito la responsabilit che a chi parla d
discorso diretto, mediante il quale ci si espone dinanzi
il
li

ad un uditorio pi o meno numeroso


un certo

avere

fascino

per

parole devono

le

penetrare

animo

nell'

di chi

insomma, che richiede


discorso indiretto,
r applicazione di determinate norme.
invece, nasce con esigenze piij modeste. Pili che parole,

ascolta.

il

parlare a voce

alta,

11

fremiti

vuole esprimere.- Agr.

27...

fremebant;
fremebant; An.

inveniendumque... britan-

niae terminum...

ambigue

Ili

gario milite; XI

sed aperte

28...

Hist.

45

IV 24 Neque enim

fremente...

fremere,

gre-

etc.

improvil discorso indiretto spunta


alcuna preparazione, portando nella narrazione
34 (Germanicus) adsistentem
tono di vivacit An.
Pi

d'

una volta,

viso, senza

un

contionem... discedere in manipulos iubet

a u d

i t

u ro

responsum; vexilla prae ferri...

sic
:

melius

tarde obtem-

121

peravere... Italiae inde consensum, Galliarum


lit ;

ni!

squ

m furbidum

a u

Mem

di se o

extol-

r s.

Si-

6aec vel murmuce modico audita sunt ; I 41 orant


re d i r et ma ne r e t.
In un suggestivo brano di Hist. Ili 15 il discorso in-

lentio

obsistunt,

diretto

Sed ubi

grida di

fama

totis castris in

sboccia

dal

silenzio

Hu e

ce

vasto

proditio... miles... proiectas Vi-

vastum primo silentium,

tella efflgies aspexit,

simul ecumpunt.

soldati

s s

e...

mox

cuncta

Altrove, invece, esso

la naturale conseguenza di qualcosa di cui si parla immediatamente prima come avviene, per es., in An. II 82
At Romae, postquam Germanici valitudo percrebuit... dolor
ira, et erumpebant questus : segue, preparato da quell' efficacissimo et erumpebant, che in contrasto stilistico coi
due termini precedenti, un discorso indiretto (Ideo nimi-

che

rum...)

come

lo

sviluppo,

la

concretizzazione

dei

lamenti.
In An. IV 41 si parla di Sciano, il quale non iam de
matrimonio, sed altius metuens. tacita suspicionum, vulgi
rumorem, ingruentem invidiam deprecatur : triplice variatio.

Da

che soltanto sospetto, tacito, vago, attraverso


vulgi rumorem, che stilisticamente comincia ad avere un
certo peso, si passa a ingruentem invidlam : un vero e
proprio pericolo che sovrasta. E interessante notare come
di un breve discorso indiretto che segue all' inizio citato,
il
periodo piiJ ricco di luce e piij conclusivo sia 1' ultimo,
in cui detto
et minui sibi i n v i di a m adempia salutantum turba, sublatisque inanibus veram potentiam augeri.
Queste preparazioni, questi richiami son quanto di pi sotci

tile

offre lo stile di Tacito, per chi sa intenderlo.

La funzione del discorso


storico
intimi,

si

serve per esprimere

appare evidente,

se

si

mezzo

indiretto,
le

confidenze ed

considera

il

di cui lo

sentimenti

cap. 40 del IV

che parla a Sciano, in discorso


periodo con la seguente espressione

libro degli Annali, Tiberio,


indiretto, inizia

un

Simp

l i

nae...;

adurum, de

l'imperatore

ossia,

inimicitiis

dice

"sinceramente, con

consiijliere

primum

Agrippi-

voler parlare col suo

di

franchezza

tutta

scorso indiretto continua e Tiberio

insiste sul

11

di-

concetto dei

pettegolezzi e delle inimicizie che un futuro matrimonio di

Sciano con Livia avrebbe suscitato 1' espressione aenwlationem teminarum ha un tono lievemente ironico.
Dal discorso indiretto si passa, dopo una pausa che se;

a coniugio,

jjue

discorso diretto,

al

Siamo alla
Tiberio non parla
verso.

cui tono

il

molto

di-

parte, per cos dire, storica del colloquio;

pi di intrighi femminili,

ma

di

magistratus

pdmores,
quali avrebbero tenuto bene aperti gli occhi
sul matrimonio. Le parole dell'imperatore, a questo punto,
pur conservando, all'inizio,
tono familiare, si vanno rivestendo d'una certa gravit: Ego ut sinam, credisne passucos... me quque ncsnt... Miruni fjeccule... negtils peret

il

Abbiamo

irli xts.

tra

Un' idea
dei

resa in

stile

la ditferenza

due diversi generi di discorsi*.


ancora pi chiara del valore e del

di psicologia

cato

colto cos
i

discorsi

e indiretti

diretti

uno e

si

ha, se

si

signifi-

riflette sul

imprimono, non solo a brani


o a capitoli, ma ai libri che
contengono.
Pi d' uno studioso ha creduto di scorgere
esistenza
di un parallelismo tra
primo e
secondo libro delle
Historiae : io penso che una sostanziale dilerenza di tono
carattere che

1'

1'

altro

li

1'

il

li

il

distingua.
Il

primo

libro

del tragico;

mostra evidenti

come un

segni del grandioso e

atrio in cui viene

immesso

il

let-

in tllst. HI 64 sono riportati, in disc, indir.,


sermonibui. In Hist. Y 16 Tacito chiarisce la
funzione del disc, indir, scrivendo
exfiortatio ducum non more contionis
aput universo^, sed ut Quosque suorum advefiebantur : segue un' oratio obliqua,
con cui Pelilio Cenale si rivolge ai soldati. Di questo importante personaggio,
si leggano, in Hist. IV 72 e 73-74. prima un
discorso indiretto, poi un discorso dire;to. col quale graviora metuentes (scil. milifes) composult erexitgue.
Sulle caralieristiche dei due diversi tipi di discorsi, ritorneremo nel prossimo
capitolo (pp. 149-50).
*

degli

Cfr.

anche

incitamenti

19;

Hist.

Ili

dati

secretis

-.

125

un vasto atrio spazioso, le cui pareti rigurgitano di


spaventose figure di guerrieri, dei quali par quasi di sentore,

terribile

tire,

e assordante,

il

fragore delle armi.

austeri e pensosi

sfondo, pi

sullo

degli

Dominano

altri,

tre

perso-

naggi. Parlano ai soldati, che rumorosi intorno a loro si


accalcano, nella vana speranza di frenare qualcosa che fatalmente irrompe. I volti della folla tradiscono un insaziabile desiderio di sangue, una brama di novit (volgus cuiuscumque motus novi cupidiim) : dappertutto un concucrere

ex tota urbe

Palatium ac fora. Le figure

in

di

Galba,

Pisone e Olone rimangono impresse nelle nostre menti


quattro discorsi da loro pronunciati danno all' intero libro
r intonazione grandiosa e tragica di cui abbiamo parlato.
;

In un ambiente in cui, al di sopra degli uomini che


agiscono e parlano, sentiamo continuamente alitare il soffio di una volont superiore, in cui lo storico stesso di-

chiara

che,

intenzioni

sulle

pesano

mortali

terribili

ed

degli

aspirazioni

ira et ultio

deorum,

esseri

difficilmente

avrebbe potuto trovar luogo il discorso indiretto, la piti


schietta espressione dell' anima umana che si apre e parla
a se stessa.

Non che

primo libro manchi completamente di


oratio obliqua; ma, quando vi adoperata, o, anche nella
struttura, s' intona perfettamente all' atmosfera drammatica
mi riferisco al monologo
che permea tutto il primo libro
il

Otone

o serve a determinare, quasi a in21)


dirizzare le azioni dello stesso Otone, di Galba e di Vitellio. Nel
secondo libro non ci sono piti grandi discorsi
pronunciati ad alta voce flagrantibus... militum animis, magari sotto un cielo squarciato da fulmini e tuoni, ma umili
discorsi
fremiti che fra loro si comunicano
soldati, palpiti che escono dai loro cuori, furori di gioia onde a tratti

di

(e,

son

presi.

Non a
da Otone

torto
{hist.

il

monologo pronunciato, anzi sussurrato


sembrato al Courbaud monologo

2l)

124

'.
Ci troviamo dinanzi ad una verosimiglianza
drammatica. Otone appare, sullo sfondo, un attore.

di tragedia

resa

La

primo discorso

caratteristica di questo

Otone

Storie consiste nel fatto che

coscienza

qualcosa

anzi, e'

ma

QUO magis concupisceret

parla,

di pi
la

indiretto delle

s.

ricchezza e

dei pensieri, delle riflessioni psicoloi^iche,

dit

propria

alla

tingebat et

coprono

discorso stesso di una veste di grandiosit, che

primo

dell' intero

dello

stile

11

questo un

libro.

metum

profon-

la

pregio

interessante

Tacito.

e dell' arte di

monologo, che preceduto e introdotto da

disposte

perfetto

in

parallelismo,

mente e ritmicamente,

due

in

Othonem posse

Occidi

il

veste

la

la

divide,

si

nettamente

parti

triste,

rapida

frasi

psicologicadistinte.

conclusione di

un ritmo risonante quasi


sempre con la stessa cadenza
Da proinde agendum
audendumque in poi, si ha come un risveglio la strutdi coraggio da parte
tura dei periodi muta
la ripresa
di Otone sottolineata anche attraverso la collocazione
e il suono delle parole (cfr. agendum audendumque; ... nocentem innocentemque). Non per nulla, all' inizio del cap. 22,
espresse

riflessioni pessimistiche,

in

'.

Tacito

dir

Non

e rat

Otfonis mollis

et

corpori

similis

animus...

Un

altro

monologo

riportato in

fiist.

II

74-75

in

esprime
'.
ci
troviamo
Per
dir
meglio,
ondeggiamento,
il
timore
r
... Vespasianus
dinanzi a due momenti spirituali diversi

iscena

Vespasiano,

di

cui

il

discorso

indiretto

modo
'

logo

in

O. e,
siffatto

spem

erectus,

aliquando adversa reputabat

BoissiER (o. e, p.
p. 220. Anche
non sarebbe dispiaciuto in un'opera
il

ai

che un monoosserva
cadenEate, fatte pi

87) afferma
teatrale.

Otone

francese (o. e, p. 88)


pronuncia delle frasi
per il pubblico che per lui.
* f^cco le clausole di
questa prima parte
xpctdndum, dstlnrtr,
ffirtm.
^ Cfr. l'inizio del cap. 76 His pavonbus nutantem [scil.
Vespasianum] ..
legati amicQue firmabant.

lo studioso

-.

125

quali corrisponde un ritmo diverso. La frase pi piana, pi


classica la prima, quella

quasi

riflette

cio che esprime

eroico ardore

1'

sexaginta aetatis annos et dtios

Quis

rlios

ille

la

dies

speranza

quo

foret,

iuvenes bllo prmt-

trt ?

discorso indiretto continua

11

sabtuc ante

oculos...)

in

tutto

il

cap. 75 (ver-

sono osservazioni pessimistiche

un' interrogazione (quid... profuturas cofortes...) ed un' a-

nafora

(sic...

rendono bene

sic)

scoraggiamento,

lo

lo

sconforto.

Concludendo
sia

baud

che

nonostante

loro protagonisti siano

me

sia

due monologhi,

dal Boissier e dal Cour-

stati

monologo

secondo
libro contenga minore esteriorit di quello del primo
Vespasiano figura meno teatrale e tragica di Otone.
Anche le sententiae eh' egli pronuncia sono pi aderenti
air ambiente ed alle circostanze, materiali e morali, in cui
avvicinati, a

pare che

il

del

si

trova

futuro imperatore Flavio;

il

non presenta pi quella

Il

linea

la struttura

dei perodi

grandiosa \

rapido esame dei due ultimi discorsi

indiretti, ci

per-

mette di precisare una caratteristica che rimarr costante

adegua

e fondamentale. Tacito
di

stile,

sia

detto una volta per

lo stile
tutte,

nel

concetto

includo anche quello

al motivo psicologico che vuole esprimere.


Questa sua facolt si nota specialmente quando si tratta

di ritmo

^ Interessanti sono
due discorsi indiretti riportati in Hlst. I 32 e 35 nel
primo si nota una serie di frasi parallele {manendum... cpponenda... firmandos...
non eundum... : daret malonim paenitentlae, daret honorum consensui spatium:
scelera... bona Consilia... : son consigli che Tito Vinio d a Galba
suggerimenti ad esser cauto, prudente. Tutta diversa l' intonazione del cap. 33
Festlnandum ceters videbatur...; un periodo di ampio respiro, come questo
(non expectandum... toleraturus) non si trova nel cap. precedente. Cfr. anche,
i

-.

-.

sempre

del

libro,

il

cap. 52

-.

esortazioni di Fabio Valente a Vitellio.


esprimere

di

\'-2

d'animo diversi, onde^^giamenti


Qui la sua tendenza alla

stati

d'individui e di masse.

trova

modo

di esplicarsi

in

variatio

pieno.

All'inizio del cap. 62 del

Mira

spirituali,

libro delle Historiae, Tacito

imperatoremque diversitas ;
instare miles, arma pascere, dum... etc. seguono delle frasi
riportate in discorso indiretto. La mira diversitas si ritlette
in pieno nei mezzi stilistici coi quali da una parte ritratta
la foga di combattere dei soldati, dall'altra reso quasi
scrive

exercitum

Inter

visivo

il

rilassamento di Vitellio: tocpebat^ Vitellius et

forlii-

nam, principatus inerti luxii ac prodigis epulis praesumebat.


non ha bisogno di commento: la magnitca posiIl brano
zione iniziale del verbo, che esprime

mento, da parte

supino

il

compiaciun

di Vitellio, di tuffarsi, sprofondarsi in

crasso torpore, l'elevata percentuale delle lunghe sulle brevi,

praesumebat che fa eco a torpebat, sono cose evidenti ^


4l) son riferite
In un breve discorso indiretto {Hist.
le varie dicerie circa Yextrema vox di Galba morente. Tra
ala suppliciter interrogasse quid mali meruisset, paucos
dies exsolvendo donativo deprecatum (parole che dovettero
essere pronunciate a voce bassa da Galba) e le parole con
1

cui Tacito riporta l'altra diceria (plures obtulisse ultra per-

cussoribus iugulum

agerent ac ferirent,

si ita

e re public

nota una diversit d'intonazione. Ci colpisce


l'eftkace balzo sintattico dall' infinito {deprecatum) al congiuntivo {agerent ac ferirent) il crescendo preparato da
vdrtr),

si

'

o.

e.

Per
p.

la

142;

collocazione del verbo

Gantrelle Grammaire

all'

inizio

et stsle

della

frase,

cfr.

torpebat una determinazione del carattere di Vitellio.


* Cfr. quanto stato
da noi osservato, a proposito di
Cfr.
la

anche

Hist.

65 e

II!

65,

condotta di Flavio Sabino.

ove sono
Si

Constans,

de Tacite, Garnier 18S2,

riportati

noti la differenza

due
tra

Hist.

p.

59;

32-33.

giudizi diversi, circa


il

suono aspro

delle

suspicionibus incesserent, colle quali introdotto il


giudizio sfavorevole, e la forma classica con cui viene riportato il giudizio
favorevole ; melior interpretatio, mitem vlrum abfiorrere a sanguine et caeparole... erant qui occultis

coque crebris cum


cionem armis aitare.
dibus,

Vitellio

sermonibus de pace ponendisque per condi-


ultro

la

127

clausola eretico-trocaica conferisce una certa so-

lennit al gesto.

An.

In

II

5 ci vien presentata la figura di

celerandae vidoriae intentior ;


Quae... tertium

iam annum

rievoca

egli

Germanico

dentro di s

belligeranti saeva vel prospera

evenissent. Le ritlessioni circa le difficolt che si presentano


a Germanico, son contenute nella prima parte del discorso
indiretto (da funi a iniquum). Cerchiamo di scoprire

con quali mezzi

Son

flessioni.

due verbi {funi e


{fessas e longum);
la

Tacito rende

stilistici

frasi

brevi,

la

tristezza delle

due aggettivi le iniziano


notano duri asindeti e termini, verso

iuvari), poi
si

lunghe

d'una certa estensione e ricchi di sillabe

tne,

ri-

Prima

disposte a parallelismo.

una variatio (opportunum a insiias, defensantibus


iniquum) *,
Nella seconda parte, invece, in cui si parla d' un
infine

piano d'azione abilmente elaborato, procedimenti stilistici


son del tutto mutati sono scomparsi
rigidi
parallelismi
i

(che quasi rendevano plasticamente l'inceppamento, la difficolt) e gli asindeti;

tura

At

si

mare

il

periodare assume un'altra anda-

intretur,

promptam

ipsis

possessionem et

ignotam; simul bellum maturius incipi legionesque


commeatus pariter ve6i ; integrum equitem equosque per

fostibus
et

ora et aheos fluminum meia


qui una prova chiarissima

in

Germania

della sensibilit

fr.

Abbiamo

stilistica

mica

di Tacito. All' inizio del

dir,

sempre di Germanico Igitur 6uc intenit... Lo


aveva preparati a questa conclusione.

capitolo

successivo

rit-

questi

scrit-

tore ci
Il

cap. 14 dello stesso libro ha un inizio sereno {Nox

Trascrivo tutlo il periodo


Funi Germanos ade et lustis locis, iuvari
paludibus, brevi aestate et praematura fieme ; suum militem fiaud perinde vulneribus quam spatiis itinerum, damno armocum adfici ; fessas Galllas
mlnistrandis equis ; longum impedlmentoram agmen opportunum ad insidias,
^

sllvis

defensantibus iniquum. Per la funzione espressiva del parallelismo


la prima parte dell' ultimo capitolo.

cfr. soprattutto

in

Tacito,

b28

eadem laetam Germanico quietem


una

di notte

lieta

visione; chiama

Germanico ha

tiilit...).

le

truppe a raccolta ed

espone loro
piano per lo scontro imminente. un continuo crescendo che ra^^iun^e addirittura
calore dell'epica nel tinaie che mi piace trascrivere
propiorem iam
Albini Quam R6enum, nequc bellum ultra, modo se, patris
patruigue vestigia prementem, isdem in tetris victrm sistrnt.
capitolo seguente comincia cosi: Orationem ducis
secutus militum ardor, signumque pugnoe datum.
La sensibilit stilistica di Tacito arriva al punto da
farci presentire e prevedere gli avvenimenti futuri, Son molti
casi in cui, al termine di discorsi indiretti terminanti con
ottime clausole (e la clausola qui condensa tutta la forza
del periodo). Tacito ci descrive 1' ardore che infiamma
soldati e li spinge a combattere, ovvero la calma che segue
ad un periodo di turbamento. uno stato d'animo, quindi,
che ha una sua preparazione stilistica.
C' tutta una serie di discorsi indiretti, nei quali troviamo espresso quel che altrove ho chiamato " motivo
eroico . Osserviamo come, col ritornare di questo motivo,
ritornino gli stessi mezsi espressivi: Hist. Ili 13 Muc cecidisse... traderent arma ?... quos...
isdem illis campis foil

il

Il

quem24 Igitur An-

deri nt strvrntqu... Jiaec singuli, fiaec universi, ut

que dolor imputerai, vociferantes... (e. 14);


tonius... Pannonicas legiones interrogabat illos esse campos,
in quibus abo'ere labem pdoris ignominiae, ubi reciperare
:

glrm pssnt

60

Vocatos

ad contionem

Antonius...

praemia et multo maximum decus, si incolumitatem senatui populoque /domano slne sanguine quaslssnt. His ac talibus mitigati animi ; IV 24 Neque enlm
quin potius interfecto prodifore
ambigue fremebant
fortunam virtutemque suam malo ornine xslvrnt. His

Malora

illis

Inter se voclbus

stero
spoliis

die...

instinclos

Stare in

exercituum

et

flammavere...

confnlo

72

Cerialis

po-

Germaniae integram sedem

ducum caedibs

vantm... Cerialis...


pressi! iras: et

paruere

129

16 Ex6octatio

ducum non more

contionis apud universos, sed ut quosque suocum advefebantur (segue un breve discorso indiretto).,. Propnos inde

admovebat

stimulos legionibus

due

appellans (seguono
n'pam, sua

Alacrior

domitores...

Cetialis],

discorso indiretto). Hinc

ad Gecmanicum exercitum manus

praevectus

suam

[scil.

frasi in

omnium

castra

sanguine fostim

clamor...

sperabatur ; 17 Nec

Civilis

praemiaque
silentem

tendebat, ut
rcprarnt.

et quies in

struxit

posterum

aciem, locum

pugnae testem virtutis ciens stare Gecmanos... R6enum et


Germaniae deos in aspectu ; quorum numine capesserent
pugnam, coniugum parentum patriae memores ; illum diem
:

aut gloriosissimum inter maiores aut ignominisum

put
adprobata
sunt dieta, saxis glandibusque...; An. II 15-16 Nec Arminius
aut ceteri... proceres omittebant suos quisque testari, Hos
sse Rmns... Meminissent modo avaritiae crudelitatis
superbiae : aliud sibi reliquum quam tenere libertatem aut
mori nte srvtim? (16) Sic accensos et proelium poscentes in campum... deducunt^
Mediante questi esempi si ha modo di constatare come
ritmo
costituito non dalla sola clausola, ma anche
il
pstrs fr. Ubi sono

armorum

tripudiisque...

dalla collocazione dei vocaboli, dal loro suono, ecc.

elemento espressivo dello stile, renda


che r autore vuole esprimere.

in

suono

sia

sentimenti

Qualche volta il motivo eroico si smorza in frasi di


tono minore e allora non si ha pili la solita ripresa. Si
tenga presente An. Ili 45 Ipse (Sacrovir)... adire, memo;

rare

veteres

ntlssnt

In

An.

Gal lo rum glorias quaeque Romanis adversa


decora victoribus Ubertas, quanto into-

quam

II

45 Arminio che equo conlustcans cuncta, ut quosque ad'

vectus erat... ostentabat... Meminissent

et

ad postremum

summa
la

belli fuent.

Si

noti

e e
1'

t i s

efficacia della

seconda espressione pi viva,

9 - A. Salvatore

Stile e

modo

ritmo in Tacito.

tot

R o m an i s

varatio

rispetto alla

quorum

proelionim.

etrentu

prcbafum, penes utros

satis

quorum

prima

(ctr.

eventu...

p.

65;

e.

86).

R.

leranfior servitus itecum

victis

abbassamento di tono
lerantior e la pausa dopo
r

l'

Non

inizio del e.

130

si

(I'

noti

ellissi
il

servitus).

duro

Lo

diu 6aec nec

del verbo denota


iato

quanto

info-

storico ai^giuns^e, al-

apud

laetos.

Tacito ha posto sulle Libbra dei popoli soggetti

al dominio di Roma, sotto forma di discorso indiretto, parole


vibranti di odio e attraverso le quali sentiamo fremere,

volte

disperato,

il

desiderio

della

sua

Nella

libert.

grande umanit
che dovrebbe esser meglio rilevata
ha sentito l' intensit di questa aspirazione e ha resa con
l'efficacia del suo stile. Si legga Hist. IV 14 Civilis primores
1'

genfis...

enumerat... Instare

avverte qui
storico*.

quo

a parena fratribus velut suprmm divdantr : si


la
nota sentimentale, la comprensione dello

tibus, fratres

Lo

dilectum,

stesso Civile, al cap. 17, dir,

cce tis se emoni bus

liberi

tra l'altro, se-

Libertatem natura etiam mutis animali-

bus datam...: proinde arriperent vacui occupatos, integri


fsss

'.

Molto vicino al primo discorso indiretto di Civile


pronunciato da Percennio ai soldati della Germania, in An.
\7 At ercule verbera et vulnera, duram
fiemem, exercitas aestates, bellum atrox aut sterilem pacm
sempitrna : e , prima di sempiterna, come
prima di
dividantur, una lunga pausa, che racchiude quasi un sospiro mesto. Si noti ancora il parallelismo (quanto a collocazione di vocaboli) duram pacem, exercitas aestates e
chiasmo bellum atrox... sterilem pacem \
quello

il

15 Tacilo scrive-. Magno ciim asensu auditus... untnota sentimenlale, cfr. Agr. 31 Uberoa cu'que... aufentntur.
' Cfr., pi sopra.
Ne Vindicis... rereque reputantibus Galliam suismet
vi ci bus cnci disse.
^ Per un analogo procedimento stilistico,
cfr. An. XII 10
(parlano in*

All'inizio del e.

versos adlgit. Per

la

lam fratres, iam propinguos... exfaustos


parvos, dum soccrs domi, belUs infaustus,
ignamam saevitia tegat. Degne di con-^iderazione sono anche le parole di
Romani pronunziano gli Ampsivarii {An. XIII 55-56 cfr.
odio che contro
soprattutto Sicuti caelum deis... pblics sse) e quelle di Budicca (An. XIV 35).
nanzi

al

Senato

adci conluges

legati dei

Parti):

gravidas, libecos

-.

151

volte si ha addirittura l' impressione di ascoltare,


voci separate, veri e propri cori, come avviene
che
pi
in An. I 31 Igitur audito fine Augusti vernacula multitudo...
implere ceterorum rudes animos... : venisse tempus quo veterani maturam missionem, iuvenes largiova stipendia, cuncti
modum miseriarum exposcerent saevitiamque centurionum
ulciscerentur. Lo scrittore ci avverte, subito dopo: Non unus
faec, ut... Percennius, nec aput trepidas militum aures... sed

multa seditionis ora vocesque: invero,


la

loro lunghezza, gi ci

avevano

trattava di un coro. In An. HI 40


di ribelli

gium resumendae
exercitibus nisi

In

il

coro: egre-

tempus,

si ipsi florentes,

urbana

plebes, nifiil

quod externum,

ora, distornando lo

quam

validum

in

cgtrent.

sguardo e le orecchie dai frevolgiamoci a considerare l'am-

ristretto della capitale.

piij

An.

nutrono

levarsi

inbellis

miti tumultuosi delle legioni,

biente

ed ecco

libertati

quam

Italia,

Ed

si

Igitur per conciliabula et coetus seditiosa disse-

rebant... et discordare militem...;

inops

suono delle parole,


immaginare che si
odono ancora voci

il

fatto

4 son

riportate

nei riguardi dell'

varie

le

impressioni

agonizzante Augusto.

che

una

si

gra-

dazione, dal pensiero dei pauci a quello dei plures, degli

pars multo

ala, della

maxima ;

V insistente succedersi degli

infiniti

descrittivi {disserere... pvescere... cuper) ci

che

tratta

da

si

cisa

Quando per si passa,


che sfiorano 1' aria, a qualcosa di pi
il
periodo assume un' andatura pi de-

fremiti fugaci,

concreto e
:

reale,

pars multo

maxima

inminentis dominos variis rumQuesta frase ci prepara ad ascoltare


rumores che sono espressi mediante
discorso indi-

rbus dffrbnt.
varii

avverte

sentimenti vaghi.

di

retto, sul

il

quale

servazioni.

ci

intratterremo

per alcune brevissime os-


Si discorre, tra

molti

dei

casse

indizi

altro, del carattere di Tiberio

crudelt

che,

quanto

per

Nerone,
cer-

si

tener sollfocati. venivano in luce (...nwltaqtte in-

di

Quamquam

dicia saevitiae,

sante

I'

di

152

periodo

il

finale,

premantur, erumper).

,\n\eves-

conclusione dei rumores

la

ser-

viendum feminae duobusque insuper adulescentibus, qui


rem publicam interim pvemant, quandoque distratant.
Quando Tacito, perci, adoperando una forma diversa.
pi conclusiva delle precedenti, vq'v scritto

pars multo

maxima... differebant, voleva quasi avvertirci e commentare


altro che sogni e fantasticherie dei pauci,

cassum disserere.
rumores
fermavano a considerare la

bertatis in

merosa

si

presentava

colori pi rosei,

nei

quali

della

bona

ii-

parte pi nu-

realt,

ma induceva

che non

si

a caute os-

servazioni pessimistiche.

La morte

di

Augusto solleva un coro

rate e contrastanti

lebatur arguebaturque [An.

zialmente a due

le

romano.

peratore

di voci dispa-

...apud prudentes vita eius varie extolI

9).

Lo storico riduce sostan-

interpretazioni

C'

1'

sulla

condotta

interpretazione

dell'

favorevole

im{Hi

piefate erga parentem...) e quella contraria (Dicebaturque

cantra:

e.

Nel primo

10):

quest'ultima, espressa

discorso

indiretto

(e.

9)

si

pi

dit^usamente.

avverte

un

tono

periodo iniziale, dall' andamento sereno,


classico, ritmato da un' ottima clausola. Un forte rilievo
ha la ripetizione di multa. La giustificazione, anzi l'esaltazione della politica di Augusto raggiunge il culmine in
questa espressione, che tutto un crescendo di termini
legiones provincias classes, cuncta Inter se conexa, dopo
di che abbiamo una serie di piccole frasi e, infine, una
benevolo,

sin dal

chiusa pacata,

quo

in

ceteris quies

tono minore: pauca

admodum

vi tractata,

esset.

Chiaramente diverso, s' gi osservato, il tono del


secondo discorso indiretto, in cui son registrate le voci di


che cercano

coloro

135

un'

di gettare

ombra

sulla figura di

Ottaviano.

sumpta)

L'inizio {pietatem erga paventem... obtentui


rivela subito

carattere polemico, rispetto ai laudatoces

il

un'aria di aperta avversione spira in ogni frase.


lelismo

di

ben

membri,

quattro

contribuisce a

principio,

coi

diffondere

11

verbi posti

un' atmosfera

paraltutti

al

sfavo-

revole al primo imperatore romano {concitos... veteranos,


paratum execcitum, cocruptas... legiones, simulatam... gra-

La ripetizione del sed {sed Pompeium... sed Lepidum)


con animo profondamente diverso da quello con
cui era stato ripetuto il multa nel precedente discorso indiretto. Un tono di indignazione vibra nell' elenco, fatto
per asindeto, delle famiglie mandate a morte a Roma
tiam).

fatta

efficace
(es,

Q.

l'

omissione

Teda

et

del

verbo,

sostituito

Vedi! PolUonis luxus)

sizione dei termini, nella frase

dal

accorta

sostantivo
la

dispo-

postremo Livia gravis

in

rem publicam mater, gravius domui Caesarum noverca.


Notiamo infine come
orgoglio e la brama di gloria di
1'

Ottaviano siano espressi dalla clausola sonora, che chiude


lungo discorso indiretto esaminato {ne Tiberium quidem...
comparatione deterrima sibi glram quesvlss) '.
Questo rapidissimo esame potr forse servire a spiegare
a quale delle due interpretazioni il nostro storico acceda^
il

ha r impressione che

indipendenfemente dalla lunghezza mateda parte di Tacito, un certo


ci sia,
gusto a sofTermarsi sui lati pi neri della politica e della vita di Augusto,
una tendenza a voler distruggere, o far distruggere, quanto di bene si detto
dell'imperatore. Ci avvertiamo in alcune riprese molto efficaci, quali, ad es.,
questa
pacem sine dubio post fiaec, verum criientam, etc... Scorgiamo ancora,
nel secondo discorso indiretto, la tendenza a riferire alcuni particolari piuttosto piccanti (abducta S'eroni uxoc et consulti per ludlbrium pontlflces, an
concepto necdum edito partii rite nuberet). Le lodi di Ottaviano erano state
fatte in un tono quasi generico; eran frasi, direi, sospese (es.: ius apud cives,
modestiam aput socios, etc.) ; qui invece le critiche sono espresse in frasi
pi colorile da cui non esula, forse, una punta di acredine
si ha l'impressione di scendere dal generico verso dettagli sempre pi realistici e crudi.
Considerando insomma lo stile nel suo complesso, mi sembra che lo storico
ponga l'accento sul secondo discorso.
* Alle mie stesse conclusioni giunto il Ciaceri (cfr. Tacito, Torino
1941,
'

riale,

Si

gi notata, dei

due

discorsi

p.

143).

154

Ma

ad esprimere

oltre

psicologia

la

per studiare l'individuo. Pensiamo


un alTollarsi

di discorsi

questo imperatore, quasi


versi,
I

diretti,

il

potente

di Tiberio

figura

intorno

per interrogarla

alla figura di

momenti

in

da vicino.
come mostreremo pi

cercare di mostrarcela
discorsi

alla

indiretti

massa,

della

un mezzo

discorso indiretto per Tacito anche

di-

piij

innanzi,

presentano di un

ci

personaggio un lato, un aspetto


essi
sono, pi che la voce dell' imperatore uomo, la voce di
Roma imperiale e perci un alone di dignit li avvolge
spesso,
principali almeno.
;

II

discorso indiretto invece, con

l'arma preferita

mi

l'assalto,

si

le

sue

da Tacito ogni qualvolta

perdoni l'espressione,

infinite risorse,

dar

tratta di

si

a questa

chiusa mi-

che l'animo umano.

steriosa fortezza

Spentasi appena l'eco dei funerali di Augusto,

la figura

con un discorso indiretto, al quale Tacito fa seguire un lungo giudizio Plus in


oratione tali dignit tis Quam fdei erat... Tiberio vtv detto,
tra l'altro
se in partem curarum ab ilio vocatum experiendo didicisse, quam arduum, quam subiectum fodunae
regendi cuncta onus, ed aveva concluso con una frase
di Tiberio ci viene presentata (e. Il)

terminante

in

un'ottima clausola

plures facilius

publicae sociatis laboribus xsctrs.

La

munia

maniera

rei

di-

gnitosa e insieme simulata ed accorta con cui Tiberio parla,

conferma
Il

verit del giudizio di Tacito.

discorso indiretto

doppio
lire

la

taglio di cui l'autore

ed offuscare

naggi,

costituisce

ma anche

se

per

luce di comprensione

pure

in

arma a
per demo-

terribile

serve non solo


suoi persobuona fede

si

riabilitarli
e,

una

forse, di

e ripresentarceli

simpatia.

In

An.

una

in
Ili

vulgi sermones sono nettamente sfavorevoli a Tiberio noi


da questa corrente di dilettori ci lasciamo trasportare
:

155

Ma

cerie e d'insinuanioni contrarie all'imperatore.

pitolo seguente Tiberio dice

ex maerore solacia

centi dolori luctum et

iam animum ad frmitudinem,


amissa unica

nel ca-

{Convenisse re;

sed referendum

quondam

ut

divus Augustus

ut

flia,

parole

belle

divus Julius

ereptis

nepotibus

abstruserint tristitiam) e conclude con questo elevatissimo

pensiero

Principes mortales, rem publicam aeternam esse.

La figura
scorso

ancora sollevata,

di Tiberio viene

indiretto {An.

in

69) in risposta a Cornelio

Ili

un diDola-

bella. L'imperatore ad un certo punto ha


queste parole
Ncque posse principem sua scientia cuncta complecti, ncque
expedire ut ambitione aliena trafatur... Satis onerum prin:

etiam potentiae.

cipibus, satis

Tacito

ci

fa

giudEo

Il

favorevole che

sentire attraverso questo brano, viene esplici-

tamente confermato dalle seguenti parole, in cui lo storico


fa una specie di bilancio degli aspetti contrastanti della
personalit di Tiberio

Quanto

rarior aput

pularitas, tanto tactioribus animis accepta.

dens moderandi,

illc

pru-

propria ira non impelleretur...

si

Qualche volta

commuovere
merso, o finge

Tiberium po-

Atque

le

parole di

Tiberio

riescono

perfino

caso di An. lY 8-9. Il Senato imdi esserlo, in un grave lutto per la morte
di Druso. vittima di Sciano
tale Senato effusum in lacrimas Tiberio orationc continua erexit. Di questo discorso
a

il

rilevo la seguente espressione


e

complexu

lasciati

se

publicae petivisse.

tamen fortiora solacia


Ai figli di Germanico,

venire quasi a sollievo dei presenti mali,

ora Tiberio
retto

rei

il

discorso

esclamando

indiretto

alla fine

sfocia

in

si

rivolge

discorso di-

Ita nati estis, ut

bona ma-

laque vestra ad rem publicam pertineant. Si pu discutere


sulla sincerit che Tacito attribuisce a questi due discorsi.
Riferiamo il giudizio dello storico (e. 9) Magno ea fletu et
:

mox

ac si modum orationi
posuisset, misericordia sui gloriaque animos audientium
precafionibus faustis audita;


implercrat

que

ad vana

136

et totiens inrisa revolutus... vero

quo-

et fionesto tdem dempsit.

Che cosa

vero e

di

Tiberio? La sua

gli

oneri e

le

imperatore, che

voce

varsi sullo sfondo, la

vano

onesto c'era stato nelle parole di

di

tii^ura di

un capo,

di

al

abbiamo

visto le-

quale non sfuggi-

responsabilit dell'impero. Di onesto e di

vero c'era ancora la calda eloquenza delle sue parole


raramente la figura di Tiberio, emersa dalla nebbia di
:

quale Tacito lo ha

mistero nella
vicina a noi

Hos...

rum precatusque

avvolto,

sentiamo cosi

orbatos parente tradidi

sum... ne secus

patcuo ipso-

quam suum sanguinem

cnfrmart. Erepto
Augusti pronepotes, clarissimis maioribus
genitos, suscipite regite, vestram memqu vcem xplte.
Lo stile, dunque, per chi sa intenderlo e penetrarlo, offre
la chiave di volta sicura
per comprendere determinate

foveret, attolleret, sibique et pste ri s


Druso... obtestor

situazioni psicologiche, determinati atteggiamenti dello spirito e dell'arte dello scrittore.

cap. 47 del primo libro degli Annali

Il

ci

mostra

Ti-

Sono
d'animo

berio sopra pensiero {Multa... et diversa angebant).


frasi

spezzate, nelle quali

si

bene

riflette

uno che guarda

lo stato

ed incerto sul
da prendere: validior per Germaniam exercitus,
propior aput Pannoniam ; ille Galliarum opibus subnixus,
hic Italiae imminens quos igitur ante ferrei ? Ac ne post-

concitato di

alla

realt

partito

positi

contumelia incenderentur

l'omissione, alla fine, del

par quasi che l'omverbo timendi di grande efficacia


bra del dubbio gravi pi pesante e pi nera sulla mente
:

di Tiberio.

Dopo una pausa che


egli

si

riprende;

segue

V at iniziale,

con

lungo incenderentur,

al

sua forza, sottolinea

la

opponevano
cambiamento
tono
Quod aliud subsia Germanico e a Druso, poco male
dium, si mprtrm sprvssnt. Qui a serie delle lunghe

il

di

fintantoch

ribelli si

esprime quasi

la

gravit dell'atto. Nel tono complessivo di

137

questo brano, nella luce stessa

in

studiato

imperatore,

dell'

rileva

si

1'

viene

cui

momento drammatico che

il

collocato e

attraversa

1'

animo

atteggiamento rispettoso,

direi

quasi la partecipazione trepida dello storico.

Abbiamo
persona

dimostrato,

tnora

come

Tiberio,

di

mezzi

indiretto e dei

per quanto

Tacito

serva

si

riguarda

la

discorso

del

eh' esso include, per far risal-

stilistici

o meno esplicitamente

consapevolmente, gli
il
suo favorevole giudizio di storico, il suo atteggiamento benevolo.
Faremo ora seguire alcuni brani per mostrare come Tacito usi il discorso indiretto anche per presentare il suo personaggio in una luce sinistra, per far sentire il suo atteggiamento di giudice, la sua voce di condanna,
risultati
pi

tare,

aspetti positivi dell'imperatore,

per insinuare

della sua inesorabile indagine di moralista psicologo.

tristi

qui

atteggiamento

suo

Tale

scopre attraverso

modo

cogliere

di

questo

chiaroscuri

pieno

in

noi

interessa

stile,

dei quali

dello
la

funzione

il

si

si

ha

valore

psicologico.

Siamo

nel

Tiberio esorta

26)

II

satis

magna

spera

UH

quae

venti et fluctus,

saev

et

dmna

prime due

Germanico.
Germania e
Ecco cosa gli

dei rapporti tra Tiberio e

valoroso duce a

Roma, ove

ritornare a

dice {An.

campo
il

1'

aspetta

lasciare la
il

trionfo.

iam eventuum, satis casuum. Pro:


eorum quoque meminisset,
nulla ducis culpa, gravia tamen et

proelia

intlssnt.

frasi {satis...

L'

omissione

prospera),

del

le lascia

in

verbo,

nelle

un'atmosfera

vaga indeterminatezza, per

cui alle imprese di Germadato rilievo


ben diverso il
respiro del periodo finale {eorum quoque meminisset...),
il
cui pensiero Tiberio voleva porre soprattutto in chiara
di

nico sembra che non

sia

luce.

Mi
solenne

piace

in

citare,
istretta

ultime parole con

le

per la struttura classica e il tono


corrispondenza col contenuto
le

quali

Tiberio

sollecita

Germanico a

1?S

Roma Simul adnedebat, si t'oret adne bellandum, relingueret matcriem Densi fratris gloriae, qui nullo
tum alio hoste non nisi aput Oermanias adsequi nomen
impera lori um et deportare Idiirm psse Tacito ha messo
sulla bocca di Tiberio parole risonanti, lasciando intuire
al lettore accorto quanto di astuto e di subdolo vi si cevenire a

t.

lasse.

ma

Anche

qui lo

mezzo

efficace

stile

di

diventa

per

un

l'autore

tacito,

commento.

volte l'atteggiamento avverso dello storico traspare

attraverso scorci di frasi


riesce

penetrare.

parla a Pisone

In

st

libi

favor, sed in occulto


tius

maerent,

quam

che solo un' attenta riflessione


An. Il 77 Comizio Celere che
Augustae conscientia, est Caesaris

et perisse

qui

mxime

Germanicum nulli iactanIdetntr. Non ci sfugga

l'amara punta di veleno che sottilmente lo storico insinua


in questa clausola cos sonora.

Non mancano casi in cui il discorso indiretto, nel quale


sentono voci contrarie a Tiberio, nasce da un complesso
di sentimenti
desolazione, spavento, orrore
che oltre
gli uomini sembrano pervadere anche la natura, le cose
si

allora

la

indiretto,

dicare se

si

ci

che

precede e prepara il discorso


riempie d'interiorit, s che sarebbe diffcile giutroviamo dinanzi a una descrizione o ad

descrizione,

un'analisi psicologica.

Ricordo An. IV 70. La vittima, non si sa se pi di


Sciano o di Tiberio, Sabino
Quo intendisset oculos,
quo verba acciderent, fuga vastitas, deseri itinera fora.
:

Et quidam regrediebantur ostentabantque se

ipsum paventes,
il

quod

rursum,

id

Segue immediatamente
sdegno contro Tiberio Quem

timuissent.

discorso indiretto, aspro di

enim diem vacuum poena, ubi Inter sacra et vota, quo


tempore verbis etiam profanis abstineri mos esset, vincla
et laqueus inducantur ? non inprudentem Tiberium...: quaesti um meditatumque, ne...

139

L'eco di Tiberio non ancora si spenta ed il suo


vien ricordato dalle parole di un epicureo morente-

nome

Per Valerio Asiatico sarebbe stato quasi un onore morire


tempo di Tiberio {cum se 6onestius calliditate Tiberii...

al

un ultimo

che
illumina la figura del misterioso imperatore e in questo
bagliore lo vediamo, per l'ultima volta, proiettato in una
lontananza immensa, cinto della sua astuzia sinistra.
Siamo ormai in un altro mondo, il mondo di Claudio,
figura anche questa complessa, ma che ad ogni modo
periturum

non

dixisset,

An. XI

avvolta di quella

3)

nube

stero che circonda Tiberio,

di

bagliore

oscuro e profondo mi-

Tacito

si

avvicinato a stu-

Claudio con un senso di grande umanit


ed il suo stile ha un colore, una pastosit, a volte sprazzi
di ironia che rendono, 1' undecimo, uno dei libri pij belli
diare

la

figura di

tempo pi complessi di tutti gli Annales.


dopo esame fatto della figura

e nello stesso

Non

sar inutile ora,

di Tiberio

ad

attraverso

insistere sui

1'

numerosi discorsi

indiretti,

tornare

giuochi molteplici di luci e di ombre, con

secondo che in lui lo storico


uomo che si lascia, con deplorevole
vede r imperatore, o
debolezza, dominare dalle mogli.
Esaminiamo rapidamente
passi nei quali Claudio
cui ci vien descritto Claudio,
1'

ci

presentato nella sua dignit

15 del
lui

1.

XI, in cui

provocato

in cui

il

in

si

imperatore.

Del cap.

parla di un decreto del Senato

da

favore degli aruspici, cito l'ultimo periodo


in un periodo dal
da una clausola eccellente Et laeta

pensiero profondo espresso

giro classico, chiuso

quidem

d'

omnia, sed benignitati deum gratiam


ne ritus sacrorum inter ambigua culti per

in praesens

referendam,

prspera blittrrntr.
Nel cap.

25 ricordato un

mento preso da Claudio per

saggio e mite provvedi-

espellere

dal

Senato degli

140

Fumosos probris Quonam modo senalu


repedam quain ex serationem adtibuit, monendo, secum quisque

elementi maKamati:

depelkret, anxius, mitem et recens

reniate prisca

de se consulta ret peteretque ius exuendi ordinis: facilem


veniam; et motos senatu excusatosque simul prpositurum, ut iudicium censorum ac pudor sponte cedentium permixta ignomnm mUcnt : qui stile ciceeius rei

roniano e
dolcito
rico.

stile

dal

Niente

tacitiano armonizzano.

tempo
di

e dalla

aspro,

maturit

un Cicerone adspirituale

nessuno sforzo

si

dello sto-

avverte;

ogni

termine posto nel suo luogo giusto, quasi naturalmente.

La

deli' atto di Claudio, la serenit del suo gesuo volto, la sua sia pure momentanea mitezza d'animo, che per un attimo ne innalza la figura.
splendono nella pacata compostezza e facilit del ritmo.
Si sente, insomma, ancora l' atmosfera
del grande

seriet

sto,

del

discorso

diretto,

riportato nel capitolo precedente, di cui

questo, indiretto,

pu considerarsi una propaggine, un'eco.

importa che, proprio alla tne del capitolo, quel


volto che abbiam visto per un istante sereno, ci appaia
rosso, infocato d' amore {...ut deinde arde scerei in
nuptias incestas) : le pagine dedicate a Claudio presentano assai spesso questi mutamenti, talora improvvisi, di
nulla

conseguentemente, di lingua e di stile.


in An. XII 11 ci troviamo ancora una volta di fronte
a colui che impersona la maest e l' impero di Roma.
Claudio risponde e d consigli a Meerdate, nipote di

psicologia

Addidit praecepta... ut non dominationem et secsed rectorem et cives cgtrt, clemeniiamque ac iusti-

Fraate
vos.

e,

quanto ignota barbaris, tanto laetira cpssct. Lo


stesso imperatore risponde con elevate parole ad Eunone,
che lo VQV precedentemente pregato di risparmiare a
Mitridate l'onta del trionfo e la pena di morte [An. XII 20):
His pecmotus scripsit l: uno ni me ri tu m quidem novissima
exempla Mitfjridatem, nec sibi vim ad exsequendm dss:
tiam,


verum

ita

141

maiodbus placUum, quanta pervicacia

tanta benefcentia advecsus spplces tndm

p6os de populis regnisque

integris acquir.

in hostem,

nam

triiim-

Ciascuno sente

tono tra questo discorso indiretto e quello


famosos probris.
del provvedimento contro
Consideriamo ora
passi nei quali la figura di Claudio solennemente svalutata. La nostra attenzione ridel tutto diversi da quelli
volta sempre ai mezzi stilistici
finora notati
che Tacito impiega per mostrarci il roveMessalina l' ha
scio della medaglia. Cap. 30 del 1. XI
fatta grossa a Claudio
s' unita in lieta tresca con Silio.
la differenza

di

dopo aver consigliato all'imperatore di profittare


occasione
dell'
e rompere 1' atto nuziale, passando dal discorso indiretto al diretto, esce in una frase espressiva e
felicissima nella sua voluta ambiguit
An discidium...
Narcisso,

tuum

E continua

nosti ?

Nam

matcimonium

Silii

vidit

populus et senatus et miles ; ac ni propece agis, tenet urbem maritus (altro che parole di Eunone 1).
Nel capitolo seguente. Claudio consulta gli amici. E
una scena spassosissima chiasso, grida, strepiti. Ci par di
veder Claudio, rimbambito dall' enorme frastuono, che non
capisce pili nulla
Quis fatentibus cedatim ceted circumstrepunt, irei in castra, trmaret praetodas co6odes, securitati ante quam vindictae consuleret. Satis constai eo pavere offusum Claudium, ut identidem interrogarci, an ipse
imperii potens, an Silius privatus esset.
Piace lasciare, per ora, la figura di Claudio in que:

st'

atteggiamento

di stordita

tato

incertezza e venire alla con-

una conferma

clusione, che costituisce

variatio,

che

abbiamo

illustrato

pi rappresentative, al centro
tolo,

di

nel capitolo precedente. In fondo,

in

cui lo

stile

posto continuamente
ciascuno di

essi

1'

il

in

il

quanto si nofenomeno della

attraverso

anche

ritmo dei discorsi


relazione con

tante

frasi

del presente capi-

la

indiretti stato

psicologia che

autore ha voluto esprimere.

in


Si

avuto

perci

142

modo

di osservare:

perfetta tra contenuto ed espressione

psicologici
3) la

hanno

una

corrispondenza

tra

medesima
il

2)

l'aderenza

l)

medesimi motivi

espressione

giudizio che

stilistica

Tacito d di un

maniera in cui lo presenta.


Chi ha pratica di stile tacitiano, dall' andatura di un
periodo prevede facilmente lo sviluppo della situazione,
immagina quel che lo scrittore dir dopo.
Viene cosi ribadito, con nuove prove, il concetto della
spiritualit della prosa tacitiana, la presenza continua dello

fatto, e la

storico a quel che narra e fa dire

o pensare

ai suoi per-

sonaggi.

La prosa
dell'

animo

di Tacito obbedisce, docile, duttile, ai moti

dello scrittore,

si

atteggia perfettamente su quelli.

Capitolo VI

RITMO

STILE E

Seguendo

NEI DISCORSI DIRETTI

un' antica tradizione che, iniziatasi

con Ero-

doto, fu cara agii storici posteriori, sia ^reci che romani,

opere maggiori parecchi dioggetto di differenti spiega-

anche Tacito

inserisce nelle sue

scorsi, la cui

presenza stata
dei critici. Alcuni hanno giustificato

da parte

zioni

la

loro

frequenza riportandosi alla carriera oratoria, di cui rimane


sempre vivo in Tacito il ricordo, altri li hanno riguardati

come
anche

"

pezzi obbligati

nostro, credeva di

il

Tucidide ha dato

corrispondente

al

alle

personaggi

le

ogni

quali

idee degli
;

caratteristiche dell'

in Tacito.

quindi

la

uno

un' intonazione

altri

Sallustio

discorso,

il

scrittore, e

dover fare onore \

suo pensiero

determinare, attraverso

scono

ai

si

sforzato di

personalit dei suoi


e dell' altro conflui-

Questi cerca di aderire alla realt,

al contendenze generalizzatrici di Livio,


quale non dimentica mai d' essere romano e d' un tono

tingente, e reagisce alle


il

di

romanit, di dignit, di universalit colorisce

nimenti

Nelle

gli

avve-

*.

Histon'ae

Per una chiara

sintesi

discorsi

sono pi numerosi ed ampi

dei discorsi diretti,

visti

nell'

ambito della storio-

Schnorr von Carolsfeld Ueber die Reden und Brlefe bei


1888, pp. i-S; 75-79; Piom f discorsi nelle Storie di mmiano

grafa antica, cfr.


^alltist,

Leipzig

Marcellino, Milano 1936. pp. 5


sioni, cfr.
*

Sui

discorsi

di T.

Circa

ss.

GlARRATANO Comelio

Tacito,

Livio, cfr.

Liviana, Milano 1943, pp. 129-47.

il

metodo che Tacito usa nelle oraRoma, 1941. pp. 129-35.

Edizioni

PlGHr

/ discarsi

nelle

Storie di Livio in


che ne^li Annales.

pu quindi

parlare di un'evoluzione,

storiografia di Tacito. Dal Dialogo, in cui

nella

l'Agricola, col

vivo

un' oratoria

di

Si

144

presente,

declinare

dell'

problema

giunge, attraverso

si

ideale arriso alla

dove

Tacito giovane, alle Storie,

il

mente del

discorso conserva una

il

ancora la maniera preferita


opera in cui l'approfondidiscorso inpsicologico maggiore, predomina

importanza

notevole, rimane

d'espressione.

mento

Negli Annali,

il

diretto.

stato osservato

differisce

del

da quello

che

'

de ora tori bus *.


Al ritmo, anzi, meglio,

tacitiani

lo stile dei discorsi di Tacito

delle narrazioni, e

si

avvicina allo

stile

alle clausole dei discorsi diretti

ha esclusivamente rivolto

le

sue indagini l'Ullmann

primo articolo intitolato Les clausules dans


de Salluste, Tite Live et Tacite"^, ha dimostrato che la tendenza metrica di Sallustio e di T. Livio
per le clausole affatto differente da quella di Cicerone
nei due storici si distingue nettamente una tendenza spondaico-dattilica, come nell' antica tradizione romana che

il

quale, in un

les

discours

-.

data da Ennio, mentre

il

sistema delle clausole di Cicerone

poggia su una base eretico-trocaica. Tacito non aderisce


direttamente n alla metrica di Cicerone n a quella degli
egli segue criteri propri e tiene,
storici suoi predecessori
tra le due tendenze, una via di mezzo.
L' impossibilit di fissare una preponderanza assoluta
Ullmann
dell' uno o dell' altro sistema metrico, ha indotto
:

1'

nuovo

a riprendere, in un

articolo

sole nei discorsi di Tacito.

'

Cfr. Spitta

t)e

Taciti

in

',

la

ricerca delle clau-

Lo studioso esamina quasi

componendis

1S66.
* Ci stato messo in rilievo da Fmil
torcis.WaWs, Saxonum 1873, p. 21.

eniintiatls catione, Diss.

tutti

Got-

tn^ae.

Symbolae

Cfr.

Les clausules

Serfa Rudbergiana,

Osloenses, fase. MI.

dam
1931.

les

Walter

in

Oslo 1925.
Ssmb.

discours de Tacite, in

De

Taciti studiis rfie-

Osi., fase,

suppiet. lY,

discorsi delle

145

opere storiche, compresi

rifacendo e completando la
di questa

seconda ricerca

brio assoluto esistente tra

lista

dell'
le

due deW Agricola,

delle clausole.

risultato

Il

Ullmann, conferma

due

1'

equili-

differenti specie di piedi,

che si trova sia per la totalit dei discorsi che


di essi, particolarmente preso S Siffatto equiciascuno
per
librio raggiunto gradatamente; cos, mentre nell' .4gr/co/a
le clausole ciceroniane hanno ancora una certa prevalenza

equilibrio

"

quelle

su

storiche

(30

le

prime. 26

le

seconde), corri-

spondenza perfetta si ha nei tre discorsi di Otone {30 e 30),


equilibrio si manDai due discorsi di Germanico in poi
tiene costante, con una leggera prevalenza delle clausole
1'

"

storiche

sulle altre

detta prevalenza raggiunge

il

cul-

Seneca e di Nerone in cui


semcalcoli dell' Ullmann
su un totale di 58
pre secondo
nella tendenza eretico-trocaica, 23 in
finali, 15 rientrano
mine

nelle orazioni di

quella spondaico-dattilica.

da domandarsi se questa
uno sforzo cosciente da parte di Tacito, ovvero sia fortuita. Una siffatta
uguale ripartizione delle due tendenze ritmiche si riscontra in un qualsiasi brano di prosa non ritmica, essendo essa
Ora, afferma

1'

Ullmann,

ripartizione delle clausole sia

insita
dell'

e'
il

risultato di

nel carattere stesso della lingua latina.

Ullmann che, riguardo

cito aritmica

La conclusione
prosa di Ta-

alle clausole, la

e lo per negligenza voluta, derivante

preoccupazioni stilistiche.
Giunti a questo punto, opportuno lasciare

da

tuff altre

le

tabelle

Ullmann e venire a nostre considerazioni. U Ullmann


pensa che si possa avere un' idea del ritmo nei discorsi

dell'

di Tacito, basandosi sulla semplice clausola. Ma cos ragionando, ne vengono fatalmente fuori degli aridi schemi;

Su un totale di 604 clausole, 2S7 (47,5 ^Iq) si basano sul sistema ciceroniano 317 (52,5 "/o) su l'altro, storico. In Sallustio, invece, il 31,5 O/o delle
clausole appartiene al primo sistema, il 6S,5 /o al secondo in Livio il 34,3 "/q
al primo, il 65,7 " o al secondo.
'

10

A. Salvatore

Stile e

ritmo in Tacito.


che con
non solo molto
r idea

Ullmann

L'

x'^a.
fa

astrattamente, in

consistere

la

del ritmo,

ma non

il

ma

in

non

conclusione, lo sbocco,
tutto

consideriamo

la

relazione a quanto precede;

quanto

ritmo, quindi, intendiamo

di

ritmo nella clausola. Per noi

ritmo. Noi

del

se,

clausola

ci si forma del ritmo


ma, come dimostreremo, sbagliata.

procedimenti

tali

clausola parte

la

146

Quando parliamo

ritmo.

il

oltre

riferirci,

la

parte culminante

la

che

alla clau-

struttura dell' intero periodo, alla sua andatura,

sola, alla

sua intonazione, che un prodotto di vari elementi

alla

collocazione delle parole,


que, inteso

in

suono, ecc.

loro

Ritmo, dun-

senso pi vasto, pi complesso. Ogni

frase,

se lo scrittore grande, ha un suo ritmo interiore, che di-

venta

pi scandibile alla

fine.

Fermarsi alla sola clausola

avere una concezione meccanica del ritmo, non

significa

penetrare

in

quella che

E assurdo

farsi un'

1'

anima

del periodo.

idea del ritmo

in Tacito,

su una serie di addizioni, di percentuali e di

non

tre,

studiare

ritmo un elemento dello

il

il

in qualsiasi

quindi un

stile.

Inol-

errore

ritmo, sia pure dei discorsi diretti, in se stesso, sen-

za inquadrarlo nello studio dello


considerati nel
I

come

tenuto conto che in Tacito,

si

scrittore,

basandosi

somme.

quadro

dell'

stile.

discorsi diretti

evoluzione

discorsi sono, per Tacito,

un

stilistica

modo

vanno

di Tacito.

di far della psi-

cologia*. La differenza di ritmo che c' tra un discorso e un


altro

dovuta

piegata

cienza e

la
la

all'

elemento psicologico cui obbedisce ed

tecnica
sterilit

stessa

del

nientemeno che ad uno

discorsi delle

del

metodo
scrittore

discorso. Di qui
dell'

come

opere maggiori sono

'

Cfr. le giuste osservazioni del

Terzaghi

Tiberio a Giustiniano, Milano 1941. p. 379).

insuffi-

Tacito.

stati scritti

r esperienza del de oratoribus, dell' Agricola e

da

l'

Ullmann, applicato

della

dopo
Ger-

{Storia della letteratura latina

147

mania, cio dopo che Tacito venuto formando il suo


primi tre capitoli.
stile, nel modo che abbiamo visto nei
Solermiamoci un po' sul discorso di Galba {Misi. I 15-16).
Si sente che tra 1' oratoria dei personaggi del Dialogo e
quella di Galba e' stato il travaglio stilistico, da noi messo
a suo
11

tempo

rilievo.

tono, specie

sibi fastigio

torio

in

le

all'

inizio {si te

pdvatus...

in

proximo

cnlcmt), altamente, maestosamente ora-

clausole sono, in grandissima parte,

Ma

le

classiche

trovano pure alcune caratteristiche di


stile che conosciamo ormai, in parte, sin dal de ocatocibus,
quali, ad es., la tendenza ad interrompere il filo regolare
del periodo, per il sopraggiungere di una nuova idea che
balza, cos, in primo piano (e, 15 non quia... sed neque
ipse; e, 16 neque enim 6ic... sed impevatuvus es...).^ Accanto
poi a costruzioni simmetriche {Augustus in domo... ego in
re publica... ; ea aetas tua... ea vita, etc.) troviamo pi
tradizionali ^

si

d'una espressione variata {adsciscere... adiecisse ; miseriae


tolecantur, felicitate covcumpimur ; eadem constantia... per
obsequium ; suadere principi... multi laboris, adsentatio...
sine affectu peragiiur).

questo discorso di Galba racchiuso, si pu dire,


il
processo evolutivo dello stile di Tacito, quale slam
venuti delineando nella prima parte del nostro lavoro.
In

tutto

Accanto
ziosa.

Il

sopra

si

alla frase ampia, solenne, la frase breve, sentennostro pensiero corre alla Germania. Ecco perch
diceva che i discorsi diretti vanno esaminati alla

luce anche dell' evoluzione

Nei discorsi
tradizione

stilistica

diretti Tacito,

di Tacito.

pur seguendo

letteraria di Sallustio e T. Livio,

la

medesima

lascia

chiara

Cf r. soprattutto le clausole de! e. 1 6 res pbllca tnctperet ; qum bprncpm ; fierdts fulms ; lgi caepims ; adpto nvenet ; aestimtur ; consns mnstrtr ; pbltcs dplrnt ; prnctpts xmplm ; qum*

nm
ms

Srgii erms

rttc; t bene lgt


Cfr. qui, pp.

nondm

quiscunt ; unum bictuc ; desi de rb! tur; desdeaut ndlueris ; lbrttem.


24 ss.
;

US

r impronta della sua oriijinalit,

non sono per

discorsi

qualcosa

dei pesci obblii?ati.

lui

staccato

di esteriore, di

non lo sono neanche quelli del de


dalla sua personalit
oratoribus. Quando abbiamo posto, come punto fermo,
:

che

discorsi di Tacito soii legati alla storia del suo

abbiamo voluto

dire

sua umanit, di cui


discorsi

deve

scrittore

sono parte

eh' essi
lo

stile

espressione.

servirci a penetrar

essi ci

meglio

esame dei

L'

psicologia dello

la

mondo

introducono nel

stile,

integrante della

delle sue idee e

dei suoi sentimenti.

Tacito ha prestato a Galba una voce ampia, solenne,

da un piedistallo di dignit, in un tono


Le parole di Galba. nelle quali racchiuso
parte del pensiero politico di Tacito, sembrano avere la
stessa gravit dtW immensum impecii corpus, cui si accenna
lo

ha

fatto parlare

serio, austero.

all'inizio del e,

lo.

discorso,

11

in

rappresenta

Tacito,

vertice dell' attivit, della capacit e nobilt

naggio.

Una splendida

luce

si

sulla

riflette

di

figura

infelice

di quel debole vecchio, che ci verr rappresentato,

ondeggiante

il

un perso-

poco

marosi della

folla
una
turbolenta. Pensiamo all' inizio del e. 40 {Agebatur fuc
illuc Galba vario turbae fluctuantis impulsa) e del e. 6
(Invalidum senem... destruebant), ove la vecchiaia di Galba

dopo,

lettiga

in

tra

pi

vista nella sua colpevolezza, per scorgere


mente la luce che batte sul suo discorso.
Tacito non scrittore che
sotto un' unica luce
tutte le sfumature,

nel

dovuto

rilievo,

un' unica

tutte le
in

ci

presenti una personalit

ombra.

Tutti

gli

contraddizioni son da

virtj

dei

chiara-

suoi

mezzi

aspetti,
lui

stilistici

posti
:

tra

sua importanza, la sua funzione.


quanti giochi di luci e d'omcontraddizioni,
Quante
Ebbene, anch'egli
bre nella vita dell' imperatore Claudio
pronunzia un discorso (An. XI 24) che ha, come quello

questi,

il

discorso ha

la

Galba, accenti elevati e dignitosi. Una differenza c'


per da rilevare, che riguarda lo studio che stiamo com-

di

149

Claudio osserva di meno


in una prosa pi libera
meno rigidamente oratoria, insomma. Ci non
e spigliata
come si potrebbe frettolosamente pensare
dovuto
vincoli oratori si sono allentati
al fatto che negli Annali
dimostreremo, nella seconda parte del capitolo, che affermare ci falso. Il motivo diverso. Tacito ha voluto
far risaltare, nel discorso di Claudio, il tono soprattutto
paterno, di bonaria affabilit ond' egli si rivolge ai senatori. Spira, nelle pur serie parole di Claudio, un' aria di
maggiore serenit, che si riflette nella struttura meno rigida
dei periodi, cui non aduggia queir ombra di tristezsa e
d' incubo, come avviene nel discorso di Galba ^
L'aver fatto parlare Claudio cos, significa che Tacito

piendo

sullo stile e sul ritmo

l'uso delle clausole \

esprimendosi

rimasto sostanzialmente
dell'imperatore, quale

ci

il

fedele

allo

spirito del discorso

conservato nelle tavole di Lione

significa, inoltre, eh' egli

Claudio, dei quale

penetrato nella

personalit

discorso rispecchia esattamente

cologia. Tacito, trovandosi di fronte al

documento

^
;

di

la psi-

storico,

ne ha conservato il tono fondamentale, ma lo ha elaborato dal punto di vista stilistico. Quest'elaborazione assume

tendenna di Sallustio ad usare procedimenti stilistici confacenti


quanto sulle orme dello Schnorr von Carolsfeld
(o. e, soprattutto pp. 8-15; 23 ss.) scrive il Bolaffi Sallustio e la sua fortuna
nel secoli, Roma 1949, pp. 123 ss. Tacito per conduce alle estreme conseguenze la tendenza che trova in Sallustio. Si sente l'influenza che su Tacito
ha esercitato
anche per quanto si riferisce i discorsi
oltre a Sallustio ed a
Livio, Cicerone
si ripensa all'autore del de oratorbus. Le possibilit stilistiche sono in Tacito molto maggiori, rispetto a Sallustio. Insomma,
discorsi
tacitiani
con le loro caratteristiche che andremo notando
stanno a quelli
di Sallustio, cos come 1' uso della vadatio in Tacito
con molteplici effetti
che questi ne ottiene
sta all' uso che dello stesso fenomeno stilistico troviamo nello storico di Amiterno.
* A proposito del discorso di Galba, il Fabia Les sources de Tacite dans
les Mhtolres et les Annales, Paris 1893, p. 26S, afferma che Tacito lo ha interamente inventalo. Dei discorsi tacitiani si occupa ampiamente il Cousbaud
(o. e, pp. 199-254).
^ Ho avuto presente Fontes furts Romani antejustiniani, Pars prima Leges
iferum edidif Salvator Riccobono, Florentiae 1941, pp. 281-85.
*

ai

Circa

singoli

la

oratori, cfr.

150

un' importanza notevole, per la nostra ricerca

comprendere

metodo

il

seafuito

da Tacito

nell'

ci

aiuta a

invertere

'

discorsi pronunziati dai suoi personagi^i.


11

cino

al

tono del discorso delle tavole di Lione molto vitono dei discorsi liviani. Tale orazione lo Hirscli-

avvicina a quella che Livio, IV 5-5,

feld

nuleio

',

Si

nota,

sin

dall' inizio,

un

{Eguidem primam... nstra ddct

tenere a Catono solenne


una tendenza alfa

certo

st),

{Idem de fvave... sse non


psst, etc.) ed alla collocazione elegante dei vocaboli
{...Quam colonia sua solidum civitatis Romanae benetcium
cnscta st... UH patri meo Druso Germaniam subigenti
tutam quiete sua securamque a tergo pacem prdesttrnt...
nimis magno experimnt cgnscms).
delle

l'uso

clausole

classiche

Tacito ha sfrondato, snellito, direi quasi, addolcito un


po' quella struttura.

voce

riscalda,

si

portanza

s'

solo un punto

innalza, e

dell' idea,

il

ritmo,

diventa oratorio

in cui

il

tono della

facendo risaltare l'imneque enim ignoro


:

Coruncanios Camerio, Porcios Tusculo (si noti


il
triplice parallelismo).., postremo ipsam ad Alpes promotam, ut non modo singuli viritim, sed terrae, gentes in
nomen nostrum clscrnt. Un'altra conferma dell' uso
sapiente che Tacito fa delle clausole, e del modo in cui
adegua il periodo, nel suo ritmo complessivo, al pensiero.
Si nota pi variet, insomma, nel discorso tacitiano
di Claudio. Qui appare chiara la differenza con Livio. In
Tacito non c' mai una luce uniforme che investa il dilulios Alba,

uso della variatio, mezzo


con cui distribuisce, nella sua prosa, luci ed ombre, conserva
scorso. Tacito, che maestro

nell'

(cfr. An. XV 63 f.)


altrove {Hist. Ili 39;
verba referam.
* Per
un confronto tra il discorso tacitiano di Claudio e quello delle
tavole di Lione, cfr. Arnaldi Corso di Letteratura latina, Napoli 1943,
Fabia- WuiLLEUMiER Tacite, l' fiamme et l'oeuvre, Paris
pp. XXIV-XXV;
1949, pp. 125 ss.
'

An.

Il

XIV

termine

di

Tacilo stesso

59) Io storico dice Ipsa...


questa

che lo

sua

caratteristica

151

anciie nei discorsi. Ci son frasi

scrittore di tanto in tanto sente

saltare sulle altre

ottiene ci

il

bisogno

di far

dando un'intonazione

ri-

parti-

colare al periodo.

Come

si

vede, siamo molto vicini alla caratteristica da

noi notata a proposito dei discorsi indiretti.

punto

sto

di vista,

scorsi diretti,

biamo

si

Anche da que-

rileva la personalit di Tacito nei di-

ricevono luce da quella che abcaratteristica fondamentale del suo stile e

quali, cos,

definito la

della sua anima.

problema del ritmo nei discorsi , dunque, molto pi


complesso di quel che non possa apparire da una
lettura o decifrazione di tabelle. Le tabelle, gli schemi, possono, a volte, riuscire utili
ma bisogna riconoscere che
sono assolutamente insufficienti a far comprendere un fenomeno letterario ed artistico nella sua interezza, un modo
di semplificare, porgendo agli occhi una serie di numeri
ma la sostanza va fatalmente perduta, perch numeri non
possono risolvere problemi che appartengono allo spirito.
Pisone, giovane triste, pronunzia il secondo discorso
che troviamo nelle Historiae (I 29-30), dopo quello di Galba,
Eppure e' , tra
due
quanto a tono
una differenza
non meno sensibile di quella avvertita a proposito dei discorsi di Galba e di Claudio. Il ritmo del discorso di Pisone, spezzato e nervoso, come si addice al tono polemico
che lo impronta, non ha la maest, la sonorit riscontrate
neir orazione di Galba ^ Pisone non parla, come Galba,
da un alto piedistallo di gravit Tacito lo fa discendere
Il

serio e

Le clausole, pur non mancando, sono meno appariscenti. Quanto allo


da notare una spessatura {non quia... dole), qualche caso di variatio (ob fidem... pr facinore). Si noti inoltre come nella frase iniziale (sextus
dies agitur... ex quo ignarus futuri, et sive optandum fioc nomen sive timendum erat), attraverso l' improvviso mutamento della costrusione, tutto il peso
del periodo si sposti sul motivo espresso dai due sit7e : motivo attuale. Il
e. 50 caratterizHato
da numerosi asindeti, che conferiscono un' impronta
particolare a questo discorso di Pisone.
'

stile,

e'


animo

152

Quel che si perde in graumanit Pisone tgura soprattutto


umana. Si pu dire che non ci sia nulla di risonante nel
suo discorso il tono oratorio romperebbe
incanto di
questa figura che. sin dalle prime parole, ci appare avvolta
pi vicino air

vit,

sjuadagna

si

dei soldati.

in

l'

in

ombra

un*

malinconico, tragico presagio.

di

dimesso, che risponde

naggio

paids

pieno

in

et senatus et ipsius imperi i

nobis aut perire fodie necesse

bonos miserum

Quanto
e lo

stato

buiscano,

circostanHe

animo

aiit,

vicem doleo,

si

q.uod aeque aput

spirituali,

momenti

psicologici

di chi parla e di chi ascolta contri-

Tacito, a dare

in

est,

occidece.

est,

le

d'

Un tono

alla psicologia del perso-

un

particolare aspetto al di-

impiego o sul tipo


s veramente diventano espressione culminante del tono che anima l' intero periodo,
stato da noi mostrato nel saggio Ritmo e stile in Tacito *.
Dove, esaminando
tre discorsi di Olone {Mist.
37-38
scorso diretto,

influendo perfino su

clausole, che

delle

l'

allora

83-84;

47) e

Il

siamo

scesi

della

clausola,

punti,

due

anche

di

abbiamo cercato
dell'

Un
inizio,

esame merita

nel

II

libro

delle

il

Il

71),

valore psicologico

di far rilevare, in alcuni

armonia che

al

giova

peri-

non

contesto

del

isolatamente,
libro

nel

come non manchi ad

Cfr. pp.

15

ss.

discorso di Muciano. che

fiisioriae (ce. 76-77).

un' intonazione oratoria.

discorso

42-45;

alla base del ritmo.

breve

troviamo
l'

accento, che conferisce

riodo una determinata armonia


peterlo

{An.

ai particolari, e, oltre al

valore ritmico

il

Germanico

ma

al-

Se consideriamo questo
relazione con tutto il
in

quale contenuto,

accorgiamo

ci

esso una certa struttura

'

e dignit di

note relative.

ad es., il perfetto parallelismo, la perfetta giustapposizione di termini nel penultimo periodo (e. 77) ...nec mlfii maiot in tua vigilantia parsimonia sapientla fiducia est quam in Viteilii torpore inscitia saevitia.
*

Cfr.,

155

forma, unita all'elevatezza del pensiero ^ Le clausole sono


in

gran parte buone

*,

e,

se

mettono a confronto con

si

monotone, dei capitoli precedenti o seguenti, giuappare la convinzione che Tacito abbia posto per
esse una certa cura.
Di Muciano lo storico aveva tracciato, all' inizio quasi
delle Nistoriae (I 10) un interessante, scultoreo ritratto, attraverso il quale aveva messo in luce soprattutto contrasti,
complessa psicologia del persole luci e le ombre della
naggio un misto (come di solito
personaggi tacitiani) di
quelle,

stificata

expedierat,

nimiae voluptates, cum vacaret; quotiens


magnae uirtutes. Possiamo dire che tutta la

descrizione

del ritratto sia

vizi e di virt

da

caratterizzata

frasi

rapide,

spezzate, giustapposte, che


la

ora illuminano, ora offuscano


figura di Muciano. Questi, nel discorso in esame, parla

da uomo energico, esperto, che conosce raggiri, sa esprimersi, insomma, ed unisce, alla dialettica,
audacia,
ai

1'

1'

stuzia.

discorso di Muciano, dunque, oggettiva e drammatizza il giudizio rapido, sintetico, precedentemente proferito
Il

da Tacito intorno a questo personaggio. Nel discorso l'arte


del chiaroscuro appena accennata
qui son le magnae
virtutes messe in primo piano, mentre le qualit deteriori
sono soltanto un sottinteso. Il ritmo della seconda parte e
:

del finale
posti,

(e.

quali

77) nervoso, spezzato

numerosi

contrap-

sembrano quasi un elemento connaturato

alla

psicologia della figura di cui discorriamo.

* Cfr. alcune
massime profonde e vere
(e. 76)
Satis clarus
tlmentem quisquis timetur ; (e. 77 {.) nam qui deliberant desclvenint.
:

est

aput

* Ci sono
eretici-trochei, ditrochei (clausola maioc e minor), dicretici,
una clausola didattilica (xprnt) e' e anche una clausola eroica che
per, se si tiene conto del piede precedente, si pu considerare come clausola malor del ditrocheo (cfr. Ceci // ritmo nelle orazioni di Cicerone, Roma
1905, p. 22). Riguardo alla tecnica delle clausole in T.. interessante osservare la tendenza dello storico a sviluppare ed ampliare il eretico della base
(che diventa, cos, molosso, epitrito, ionico, ecc.).
:

e'


Ma

e'

Historiae
sonalit

ora

qualcosa di

appare
di

notato

abile,

facondo,

di

al

lui.

invidia

piti.

li

Nel cap. 4 del IV libro delle


l'altro aspetto della per-

discorso diretto

lo ha
li

chiara luce

in

Muciano.

ce

154

presentato

giudEo, invece,

lo

abbiamo or

come uomo

di senno,

che Tacito pronunzia

termine di un breve discorso indiretto {...ceterum

[scil.

Muciani] in occulto, adulatio

in

aperto erant),

conferma in noi un' opinione che la lettura del discorso dinon era cio tutt' oro
retto ci aveva vagamente lasciata
in aperto) Muciano diquel che apertamente (cfr. sopra
ceva a Vespasiano; sotto le parole ci doveva essere qualcosa di non troppo chiaro. Quel che volevo dimostrare
che il gioco di chiaroscuro, latente ed appena percettibile
nel discorso diretto, balza evidente e sfocia in un aperto
giudizio di Tacito dopo un discorso indiretto. Ora s che
sono illuminate in pieno quelle epigrammatiche espressioni
-.

del ritratto sopra citato


e.

piij

secreta
11

ancora,

l'altra

...malis

palam

(le

bonisque artibus mixtus

sue azioni palesi) laudares,

male audiebant.
discorso diretto,

come

gi

abbiamo

avvertito, ci

un lato della psicologia del personaggio. Esso, dunque, ha


una sua funzione psicologica, oltre che stilistica e ritmica,
neir ambito della narrazione, dei discorsi indiretti, dei giudizi,

ecc.

Prendo spunto da questa riflessione per accennare a


due discorsi diretti di Antonio Primo {Hist. Ili 2 20) che
costituiscono, direi quasi, lo sbocco di due lunghi discorsi
indiretti *: questi si posson riguardare, quindi, come preparazione ad una eifusione pi libera e immediata dei sentimenti di queir acerrimus belli concitator. Chi legge, sia nel
;

'
Walter Emil (o. c, p. 30) sostiene che la tendenza a passare dal
discorso indiretto ai discorso diretto (cfr. anche An. Ili 12; lY 40) riveli l'amore di Tacito per la vadatio. L' affermazione ha qualcosa di vero ma va
completata alla luce di quanto si osservato. Anche qui, abbiamo cercato
di renderci conto dei motivi psicologici che determinano tale vadatio.
;


primo che

secondo caso

nel

155

il

ripetersi del fatto

base di verit alla nostra osservazione

dopo

il

d una

discorso diretto

son frasi staccate e numerose ellissi),


il
immediatamente
passaggio '. Il discorso diretto
avverte
non rivolto alla massa, ma ai singoli {mox conversus ad
singulos : e. 20) ed ha, quindi, altre esigense. Tacito ha
sentito ci, ed ha costruito tre periodi, due dei quali terminano con la clausola eretico-trocaica {ullde mns psl'indiretto (ove

Anche qui la clausola espresMuciano parla a ciascun soldato, sin-

snt e munimnt mrnts).


sione d'un motivo

*
:

golarmente preso, e
di persuasione

1'

oratoria per

lui

Veniamo ora a
degli Annali

libro

verta

expenderet,

Tiberio, della cui

eloquenza Tacito d

in

An.

famoso

del XIII

(e. 5)
Tiberius artem... callebat, qua
tum validus sensibus aut consulto am:

biguus, giudizio che richiama

leggiamo

unico strumento

interessantissimo giudizio in un passo

un

1'

1 1

Tiberio...

evidentemente

l'

suspensa semper

altro,

et

che

obscura

* Cfr., al e.
Duae tunc Panncnicae et
2, r inHo del
discorso diretto
Moestcae a'ae pcrrupere fostem : nunc sedecim alaram conluncta signa pulsa
sonituque et nube ipsa opedent ac superfundent oblitos proelionim equits
qusqu : c' un accavallarsi di termini, che produce un che di rumoroso.
^ Il terso periodo
(Quin pctins...) ha come clausola noblscum fermus :
il
tribraco finale, con la sua rapidit, rende bene il pensiero di Muciano.
:

rimanenti discorsi delle fiistodae sono: l) quello di Montano (lY 42),


notano parecchie clausole eccellenti (per lo pi eretico-trocheo, clausola malor del ditrocheo, dicretico, e inoltre due clausole eroiche
floret vgtqu, Vespsnum) ; 2) il lungo discorso di Vocula (IV 58): anche qui,
s' incontrano quasi sempre buone clausole ; Yocula parla con la disperaHione
nel cuore, e per dare maggior vivacit ai suoi detti, usa una serie d' incalHanti domande; 3) Il e. 64 dello stesso l. IV contiene i mandati dei Tenferi,
esposti da un ferocissimus e legatisi parole fierissime contro
Romani, che
richiamano alla memoria il discorso di Calcago (Agr. 50-32); nel e. 65 riportata la risposta degli Agrippinesi; 4) In ultimo v' il discorso di Petilio
Ceriale {Hist. IV 73-74), importantissimo: molte clausole ottime; soltanto una
clausula /^eroica.
^

in

cui

si


rerba

quando poi

156

trattava di nascondere

si

propri sen-

ambigiium magis implicabaniur.


importanza storica o
mio compito esaminare
tali at^ermazioni. Una cosa per certa che, condiscorsi in se stessi, senza partire da nessun
siderando
timenti, in incertum et

Non
meno di

l'

riconoscere ctie Tiberio pronunzia pa-

pregiudizio, bisogna

avran potuto
pronunziare. 11 che non esclude che ci possa essere uno
sfondo di verit, nei giudizi di Tacito sopra ricordati. per
questo che ho creduto opportuno studiare attentamente le
orazioni di Tiberio, dal punto di vista dello stile e del ritmo,
che possono dirci qualche cosa in proposito.
La prima di esse (An. II 58) una concisa, serrata
risposta alle invocazioni di soccorso levate da un senatore
role elevate, nobili, quali poc'altri imperatori

del famoso oratore Ortensio. Questi


con umilt, in un tono pacato, che non si riscalda mai. Le clausole non hanno nulla di risonante: semultima, che con la sua maggior lunplici, tranne, forse,

impoverito, nipote
parla

57)

(e.

1'

gezza

fa

ci

quasi sentire

Tiberio risponde

in

il

grido della disperazione.

un tono piuttosto aspro

il

ritmo,

con la sua durezza, fa risaltare l'importanza e la gravit dei


provvedimento da prendersi. Non e' nessuna clausola
che spicchi

sulle altre

tutto

esasperatamente eguale,

in

queste parole di Tiberio, La clausola avrebbe costituito lo

sbocco di un sentimento questo sbocco non e' . Tiberio


l'impressione di non
d - e non solo a noi lettori
aver risposto in modo soddisfacente. Le sue parole sono
accolte da silenzio e da mormorii sommessi. Tiberio se ne
accorge et cum paulum reticuisset, Mortalo se respondisse alt.
Eloquenza ambigua stata da Tacito giudicata l'eloquenza di Tiberio. Stiamo vedendo sino a che punto il
giudizio pu esser vero, sino a che punto cio Tacito ha
suoi discorsi coerentemente ai giudizi che ne
costruito
ha dato che una maniera di penetrare nella tecnica delle
orazioni, con la guida dello stesso autore. Si ripete un po',
:


su di un piano

diverso,

157

problema

il

presentatosi a pro-

posito della variatio, spiegata dall' autore stesso.

C' un discorso, pronunziato da Tiberio " con studiata


imparzialit , in cui la falsit e l'ipocrisia che si celano
sotto le parole, si concretizzano
almeno secondo Tacito

nei

mezzi

espressivi

tenuto in Senato nella

eh' egli

usa.

Si

tratta

del discorso

causa di Pisone,
che l'opinione popolare condannava, quale perfido uccisore di Germanico. Nonostante il meditato temperamento,
per quale dei due mostra Tiberio di nutrire simpatia ?
discussione della

almeno, e' qualche indizio su cui basarci per trarre una


conclusione? Leggendo e rileggendo il discorso {An. Ili 12),
ho r impressione che il punto culminante sia non il defleo

equidem flium meum semperque deflebo che, posto com'


due frasi
cui contenuto sfavorevole a Germanico,
mi sembra pronunziato con una certa fretta, per opportunit, ma piuttosto
si quos propinquus sanguis aut tdes
tra

il

sua patronos dedit [scil. Pisani], quantum quisque eloquentia et cura valet, iuvate peciclitantem.
, s. un gioco ora favorevole ora sfavorevole a Pi-

sone o a Germanico; ma
pili calda del discorso sia
dei

due periodi

fusamente ^
un' altra

ammirare

che

si

vede

appunto,

espande

della loro originalit

che gi abbiamo avuto

piij

la

dall'

parte

ultimo

liberamente e

ed intimit

modo

dif-

ed

il

gioco

di constatare

ed

nei discorsi indiretti, schiettamente tacitiani.

Dinanzi a questi problemi


si

mi sembra che

costituita,

Si ripete cio qui, nei discorsi diretti

prova

sottilissimo

citati,

alla tne

sottili di

limitarsi alle clausole in

chiaroscuro

quanto

tali,

come

consideran-

'
Quanto alle clausole di questo secondo discorso di Tiberio, noto ctie,
tranne una clausala feroica (cdptts), si tratta quasi sempre di eretici (o
molossi, o coriambi, o epitriti) uniti a trochei o a eretici ; eccone 1' elenco
pcncph lciscr ; solcis dficit ; iure suscnso ; semprque di flebo ; periclitantem ; accusatdrs fidrtr ; ius anquirtur ; modstia trctntc ; advrs
ftngntr.
:

15S

dole staccate dal contenuto, dal pensiero, per lo meno


ingenuo. La luce che dai discorsi indiretti si proietta sui
discorsi diretti, ci aiuta a penetrarli meglio.

mo

nessun

far

torto

Non

Ullmann ed agii altri benemeriti


diciamo soltanto che
nostro

all'

studiosi di questi problemi:

punto

intendia-

il

di vista diverso.

Tornando

discorso di Tiberio,

al

non possiamo non

ritenerlo interessantissimo. Esso rientra nei tentativi continui

che Tacito ta di penetrare nell'animo dell' imperatare. Dal


punto di vista psicologico, tra le orazioni pi importanti
che abbia scritto Tacito, il quale riuscito ad adeguare mirabilmente il giudizio che ha dato di Tiberio, alla realt del
discorso che

gli

ha

fatto pronunciare.

scorso di Galba e di Claudio,

si

Qui,

come

nel di-

rivelato psicologo per-

fetto.
Il

discorso di Tiberio, esaminato ultimamente, molto

diverso dal precedente

l,

un Tiberio chiuso, qui un

non pu non

berio che in qualche punto

sentimento e
Il

la

discorso

cui

umanit

rappresenta

nella ricerca dell'umanit di Tiberio.

Druso piange; tante malignit


Nessuno badi a tutto questo

mam

si
:

il

Ti-

suo

discopre meglio.

si

questione

in

tradire

una conquista,

mesto, l'imperatore;

fantasticano sul loro conto.

Memo

Drusi lacdmas,

nemo

nec si qua in nos advcs fnTiberio


ha terminato con un' ottima
Questa
volta
gntr.
clausola sembra che quel volto, generalmente cosi chiuso

maestitim

spdt,

e severo,

s'

illumini d'

una nuova

luce,

III contengono una


Senato per dimostrare
l'opportunit di soprassedere ai provvedimenti contro il
lusso, una esposizione chiara, seria, fatta da una permondo e scrive in un linguaggio
sona che conosce bene
meditato, in uno stile non esente da lavorio formale. Le
1

capitoli 55-54 dello stesso libro

lunga lettera

scritta

da Tiberio

al

il

clausole

(specie quelle del cap. 53)

non sono disprezza-

159

non manca qualche spunto d' ironia e, verso la fine,


un tono benevolo, quasi familiare.
Occasione di pronunziare un nobile discorso {An. IV
57-38) offrono a Tiberio gli abitanti della Spagna ulteriore,
i quali s'erano rivolti al Senato per ottenere il consenso d'innalzare un tempio all'imperatore. Questi parla con l'abituale seriet ed austerit.
bili

'

Dopo

alcuni periodi di introduzione, contenuti nel ca-

pitolo 37, leggiamo, nel capitolo

immediatamente succespensiero e
tono

profondissime, che per

parole
il
richiamano alla nostra memoria quelle del

sivo,

cola, L' espressione seguente

Haec

il

finale dell' Agri-

mifi in

animis

vestris

tempia, fae pulcterrimae effig.ies et mnsre, ricorda questa delle


est

Histonae

modicum

et

(II

sillabe finali, col loro

grave e

Ottoni sepulcfrum exstructum


in entrambe le frasi, le quattro

suono

eccitano

lenta,

Un tono

49)

mnscum

prolungato,

con

cui importanza

Proinde socios cives et deos ipsos pre-

cum laude

concessero,

famam

quietam...

ut...

mentem

et

vedova

enim, Seiane...)
r imperatore

si

gli

del figlio Druso.


si

avverte

rivolge al

non pu accettare

Le

aun

chiesto

Fin

la

dall' inizio

mano

di

{Falleris

tono a " tu per tu col quale


suo potente collaboratore, tono

ad

un'altra le ragioni per

sua richiesta e cerca di persua-

pbltc cnsem ; c velt dprndtem : imprs ssmSs ;


mnibus pcctr ; recdere dgrdir ; inanit spti ; npnds ; tabularmqu mircul ; trnsfecOntur (e. 53).

cito

prts sstne

ttns;

la

ha

il

familiare di persona che spiega

quandoque

all'ultimo discorso, col quale Tiberio risponde

negativamente a Sciano che

cui

duini, illos ut,

bonis recordationibus facta atque

nominls mi prsquantur.

Ed eccoci
Livilla,

luce e la

in

anche ritmicamente, con una

sottolinea

clausola risonante

5os

cadenza

oratorio facile scorgere nell'ultimo periodo,

quello che Tacito vuol porre maggiormente

cor,

la

riflessioni del lettore.

le


derla (es

Vis tu

Quidem istum

magistratus etc).

(Ili

leo

un

C*

intra

modo

locum
di

sed

esprimersi

pi

sistere

semplice di quello del discorso precedente, salvo in qualche punto in cui il tono si solleva ed acquista una certa
solennit

'.

Ciascuno avr osservato, anche attraverso questo rapido


esame, con quanta variet di accors^imenti ritmici Tacito
abbia fatto parlare Tiberio accorgimenti sempre adeguati
:

al

movente

del discorso e al fine cui esso tendeva.

Chiudo la serie dei discorsi pronunziati dagli imperaaccennando al discorso di Nerone, che segue immediatamente a quello di Seneca '. Questi parla, da filosofo,
un linguaggio concettoso, meditato, ^ cui non manca qual-

tori,

che spunto di elegante oratoria (es, e. 55 ...quorum alter


bellorum socius, alter Romae pluribus laboribus iadatus,
ampia quidem, sed pr ingentibus meritis, proemia accepernt). Ricorrono le solite clausole \ e alcuni finali di
esametro ^
A Seneca che gli ha chiesto licenza di ritirarsi, Nerone
2 ditrochei, 2 dispondei, 1 dile clausole noto
eretico-trocheo, 1 eretico-ditrocheo, l molosso-ditrocheo, 1 clausola
fjeroica e infine 1 clausola (tradere meditatus est) che non chiara ma che
non stona in un discorso, meglio, in una conversazione " in famiglia .
^ l
due discorsi sono contenuti in An. XIV 53-54 (Seneca); 55-56
'

Per quanto concerne

eretico,

-.

(Nerone).

Quod medltatae orationi tuae


cap. 55 Nerone dir
occurram. Da notare il tono elevalo all' inizio e specialmente nei periodo Abavu% tuus... prema ccpcnt, cui fa riscontro, ritmicamente, un
periodo del discorso di Nerone (e. 55): Abavus meus... praemiis xit.
* Dai
miei appunti risulta cne abbiamo, complessivamente, 3 dicretici
(proemia ccprnl ; civittis dnmrr ; fenre xaberdt); 2 dattili-eretici;
5 eretici-trochei (con le loro varie risoluzioni); 3 ditrochei; 3 dispondei; 2
dipodie trocaiche ipercatalettiche. Per le clausole eroiche, cfr. la nota seguente.
' Nel e. 54 se ne incontrano 3:
npidtam dugnt ; sbvnndum est;
in animm rvcbo.
"

statini

All' inHio del

-.

161

un discorso dignitoso, ricco

risponde, improvvisando

di

clausole che fus' incontrano


rono un tempo care a Cicerone ^
risultati delle mie ricerche, come si vede, sono ben
diversi da quelli dell' Ullmann. Questi, attenendosi esclusidiscorsi di Seneca
vamente al ritmo-clausola, considera
e di Nerone come il culmine della tendenza aritmica di
Tacito, lo penso che appunto il discorso di Nerone si
possa considerare come il punto di partenza dell'oratoria
discorsi dell' ultima parte degli Annali.
che caratterizza
Leggendo gli ultimi tre discorsi* ci chiediamo con mepensieri a volta profondi

come mai proprio

raviglia,

generalmente portati a scorgere


l'opposizione pi
niano,

decisa

un'opera

nei libri di

alla

in cui

si

massima stringatezza e

la

linearit

dello

stile

cicero-

incontrino periodi dalla struttura limpida e netta,

si

pervasi di

uno

sto di An.

XV

spirito

altamente oratorio come, ad es., queErgo adversus novam

20 (parla Peto Trasea)

pvovincialium superbiam dignum fide consfantiaque Romana


capiamus consilium, quo tutelae sociovum nifil derogetur
nobis opinio decedat, qualis quisque fabeatur, alibi

quam

clvim idlco esse. Se vero che lo stile 1' uomo,


questo periodo, nel suo ampio respiro, in quel non so che
di " togato e di austero, rispecchia in pieno l'anima fiera
e dignitosa di Peto Trasea.
in

Per

gno
del

1.

la struttura

regolare e per

la

clausola classica, de-

primo periodo del cap. 21 (sempre


XV) che credo interessante trascrivere Olim quidem

di

considerazione

il

non modo praetor aut

consul, sed privati etiam mittebantur,

qui provincias viserent, et quid de cuiusque obsequi vd-

*
Nel solo, breve cap. 55 ho incontralo 3 clausole del tipo esse videatuc:
expedire ddcist ; qualecumque tribuisst ; plr tnrnt. Le rimanenti clausole del discorso si riducono a 1 dicretico, 1 molosso-spondeo, 1 epitrito-cretico, 5 difrocliei, 1 dispondeo, 2 dipodie trocaiche ipercatalettiche e infine un

peonio 4-coriambo {csibus dbndx


*

/4n.

XV

A. Salvatore

2 (Vologese); 20-21

Stile e

snt).

(Peto Trasea);

ritmo in Tacito.

XVI 22

(CossuzJano).

162

rCtr rfcrrcnt; trepidabanQue genfes de existimatione sn-

glnm. At nunc colimus exlernos et adulamur; et quomodo


ad nutum alicuius grates, ita promptius accust dScSrntr.
Oratoria la ripresa: Decernaturque, et maneat provinciased laus falsa
libus potentiam siiam tali modo ostentandi
et precibus expressa perinde cofiibeatur quam malitia,
qum crdltas. Ci troviamo dinanzi ad un fatto che
merita di essere studiato e chiarito meglio di come si sia
'

'

',

fatto sinora

Prima di Seneca e Nerone aveva parlato {An. XIY


43-44) Cassio Longino, rivolgendosi ai patres conscripti in
un tono indubbiamente elevato. Trascrivo il primo periodo,
Saepenumero, patres conscripti, in 6oc
finali
scandendo
i

rdine ntrft,

cum

contea

instituta

et

leges

maiorum

nova senatus decreta pstlrntr; ncque sum adversatus,


non quia dubitarem super omnibus negotiis melius atque
rectius ohm provisum et, quae converterentur, in deteds
mutavi, sed ne nimio amore antiqui moris studium meum
extllr vdrr. Simul quidquid fjoc in nobis auctoritatis
est, crebris contradictinbs dstrendm non xstimabam
(si

noti la

serie

di

eretici,

che sfocia

nel

ditrocheo), ut

quando rs pQblic cnslis gsst.


maneret integrum,
questo un esametro o pseudo esametro, al quale due
spondei iniziali danno una certa gravit e pesantezza
si

enniana
sterit

'

Stil

la

cesura che cade nel centro,

e solennit. Invero,

si

parla

Per l'uso del gerundio genitivo, qui e

des

Tacltus in

APAriIA

(scritti

in

di

in altri

onore

di

gli

conferisce au-

auctoritas, di

casi, cir.

res

Lfstedt jlum

Martin P. Nilsson, Lund 1939,

pp. 297-308).
*

Riporto

clausole del discorso di An.

le

XVI 22:

cirltas ISquitr

lasci-

rts si ne fnre ; p ri nei pi s sprnlt ; dolrlbus non svlam xprbrint


Tfirs non fcrlt ; dux et aUctr; nttr ; non turare; abroga t lgs
mina gnSit Uberttm praefrnt ; dgredintuc; aemls pssrSs s THras scripsrs ; sena tu m n bis riinqu.
;


publica, e queste

163

quali Tacito

idee, delle

si

sentiva fiero,

maniera dignitosa, in un ritmo che sta ai


confini tra il prosastico ed il poetico, anni diviene, nei
momenti culminanti, alta e maestosa poesia.
non isolato. Mi sia consentito di richiamar
Il caso
r attenzione sul finale di un breve discorso indiretto, riferito in An. XIII 56. Avito, riecheggiando un concetto gi
espresso da Petilio Ceriate {Hist. IV 73-74), cos risponde
agli Ampsivarii ribelli: patienda meliorum imperia ; ita dis,
quos inploravent, placitum, ut arbitdum penes Romanos
maneret quid darent, quid adimecent, neque alios iudices
quam se ipss pirentr. Anche qui il tono si solleva dal-

sono espresse

in

l'ordinario, per assurgere quasi ai fastigi dell'epica.

basandosi sulle clausole poetiche che si inne prendono spunto per escludere nello
storico r esistenEa di clausole metriche. Molte atermaEioni
fatte sul ritmo andrebbero rivedute. Bisogna essere meno
superficiali e meccanici, penetrare nell' intima vita della paI

filologi,

contrano

in Tacito,

domandarsi e cercar di comprendere perch il genio dello scrittore ha creduto di esprimersi in una
determinata forma, e soprattutto non fidar troppo nei
segni, perch
segni, altro non essendo che lo scheletro,
non ci lasciano scorgere le molteplici forme che lo rivestono. Altrimenti si rischia di cadere in errori grossolani
e banali, tanto pii insopportabili, in quanto tradizionali e
destinati, se non si ha il coraggio di estirparli, ad inveterasceve chi sa per quanto altro tempo ancora \
rola, della frase,

Ricordo

discorsi degli Annales che ho scanditi, come tuiti gli altri,


non ho creduto opportuno fermarmi, per non appesantire troppo
l'analisi: 1) Discorso di Segeste (An.
58); 2) di Cremu2io Cordo {An. lY
34-5): fiero discorso, pieno di forza e di slancio; 3) di Marco Terensio [An.
VI 8) discorso coraggioso il periodare pi volte spezzato per dar mag*

ma

sui quali

giore energia e calore alle parole ; si notano delle anafore {timm .. tui... tua).
A volte dal tono solenne, sottolineato dall' ottima clausola finale, traspare
evidente il sarcasmo (es. ...tibl [scil. Tiberio] summum rerum iudicium di dedere, nobis obsequii gda relcta est. Si notino le frequenti spezzature del
ritmo che danno al discorso una certa vivezza, e, inoltre, nel periodo Illius
:

In

Tacito

le

chiuse

cac,

si

14
dice abbondano

clausulae

le

esamctriche che, ammesse

in

teoria

fieroi-

da Ci-

cerone {Octor 4. 1217) sono dallo stesso, nella pratica,


evitate. Ora io mi domando se, rimanendo nel campo di
Tacito, non possano le clausole poetiche, spesso adoperate
dall' insigne storico, avere la stessa importanza, la stessa
efficacia, lo stesso valore che pub avere, ad esempio, un
tinaie

eretico-trocheo, di cui tanto

in

pinate e che lo stesso Tacito, pi d'

mente

che

la

l'Ar-

dit^erenza fondamentale tra Cicerone e Ta-

cito sia precisamente questa,


:

compiaceva

usa.

Direi

sole

si

una volta, opportuna-

nel primo, esse

quanto

hanno un

fine

all'

impiego

delle clau-

essenzialmente acusti-

co-musicale. Cicerone ha un orecchio musicale finissimo


armonia del periodo, che sgorga spontanea, per lui
l'
;

anche un

appagamento

quella musica.
riet

Ma

dello

spirito,

cullato,

quasi,

da

una musica continua, anche nella va-

clausole che teoricamente prescrive e attua in

delle

pratica.
Tacito, invece, distingue, cerne.

non

deve carezzare solo

qualcosa. Tacito

fa

un

l'

orecchio

La clausola, per lui,


ma deve esprimere
;

uso saggio delle clausole

si

di-

rebbe che non abbia intenzione di sciuparle, seminarle nella


sua prosa, senza un criterio. La clausola, insomma, in Tacito, sia detto a conclusione della nostra ricerca, assolve

una funzione psicologica. Se Tacito

riesce

ad ottenere que-

cantra qulbus infenms es^et, metu ac sordlbus conflictabantur, la


;
clausola pesante che esprime amarezza ; confictabantur, termine lungo e
sonoro, forma omoteieuto con augebantur ; 4) Discorso di Carataco (An.
propinqui...

quella di Arminio. Questo barbaro, come,


pronunzia dinanzi a Claudio fiere parole che gli
Discorso di Agrippina
5)
ottengono il perdono da parte dell' imperatore
{An. XIll 21) che si difende energicamente dalle accuse lanciatele: il discorso
la trasfigura quasi dinanzi ai nostri occhi, la nobilita, secondo la nota tecnica
dei discorsi tacitiani. Non vorrei tralasciare poche parole, ma piene di audacia,
pronunziate da Mitridate al cospetto di Claudio (4n. XII 21). Qui la baldanza
messa in sommo rilievo da due efficaci asindeti.

molto

XI! 37), figura

del resto,

tutti

simile a

barbari,

165

non tia importanza vedere se il mezzo che


conformi o meno a quanto suggerisce Cicerone
la clausola, o meglio il ritmo dell' anima di Tacito.
Tacito, che ha potenziato la lingua latina, portandola al culmine delle sue capacit espressive. Tacito, che
sto risultato,

adopera

si

ricorre a

seguire

tutti

tale

gli

espedienti di sintassi e di

espressivit, sente

il

bisogno

stile

per con-

di allargare an-

contini delle clausole. Il problema del ritmo poetico


che
va esaminato alla luce della lingua poetica di Tacito.
Questi ha cercato di trovare nuovi moduli, per esprimere la sua fumanitas, cos come, in ogni epoca, han
grandi musicisti
fatto
per cui Mozart diverso da
Bach, Beethoven diverso da Mozart: e ciascuno ha un suo
particolare modo di esprimere il proprio mondo interiore,
la propria visione della vita. Cos del ritmo di Tacito,
i

visto alla luce del ritmo di

Cicerone.

Credo di aver chiarito, sulla base dei fatti, quel che


poteva sembrare una semplice affermazione. Tacito, cio,
ha un suo ritmo, che va ricercato e spiegato, sulla linea
della sua umanit. Il che si potr osservare con maggiore
evidenza nel capitolo seguente.
Non bisogna quindi
basandosi sulla concezione del
numevus ciceroniano
dire che la prosa di Tacito senza
ritmo bisognerebbe invece affermare che il ritmo, nel passaggio da Cicerone a Tacito si andato spogliando di
quel che di esteriore aveva, per acquistare una sua interiorit. Penso che questo concetto abbia avuto sufficiente
dimostrazione nell' analisi compiuta sui discorsi diretti. In
un passo del libro XI degli Annali (e. 6), in cui si parla
di oratori che misero in luce le loro doti di facondia, la

clausola pi classica e ciceroniana {eloquentae cgtvissnt), V

optima

la

tra le clausole,

adoperata

con

lo stesso

abbiamo visto adoperata


clausula 6eroica nei brani sopra citati.
Ritmo " poetico , quando la poesia s'impone e ritmo

spirito, la stessa

funzione con cui


"

oratorio

,..

quando l'argomento

lo

richiede,

Tacito due cose separate e inconciliabili

non sono

in

come potrebbero

ma si fondono in un' armonia supeAnzi che di contrasto, si dovrebbe parlare di arricchimento di umanit e di mezzi stilistici, di puriticazione
ed elevazione dello stile.
In Tacito
dilferentemente da Cicerone in alcuni
momenti
eloquenza riveste torme poetiche. Tacito maturo
esserlo in Cicerone
riore.

1'

riuscito a realizzare
in

fondo, racchiude

sione

sogni del Tacito giovane.

Che

cosa,

accalorata ed appassionata discus-

Materno, se

di

quenza

1'

purifichi le sue

non l'ardente desiderio che l'eloacque in quelle fresche ed armo-

niose della poesia ?

E se volessimo risolvere, applicato a Tacito, il dilemma


uno studioso di letteratura italiana s posto per il
Manzoni: poeta an orafor?^ potremmo rispondere press' a poco cos
Tacito ha un' educazione oratoria, ma un
temperamento squisitamente poetico. Le sue opere, dal de

che

oratoribus agli Annales, rivelano lo sforzo tenace di dare


allo

stile

foggiatosi
la

un' intonazione

perfezione

che

si

sempre

pij

poetica

il

suo

stile,

attraverso questo travaglio interiore, raggiunge

riflette

negli

perch qui
che il sospirato

ultimi libri degli Annali,

compendia

lo sforzo, qui

equilibrio stato raggiunto.


Il

ritorno

all'

antico, che

si

voluto scorgere negli ul-

deve intendersi

nel senso che Tacito


suo antico sogno. solo da questo punto di
vista che ci si pu riportare al de oraforibas: ritorno ideale'
dunque, se mai.
Ma pi che di ritorno all' antico, parlerei di potenziamento dell' antico. Il Tacito dei libri di pi tarda composizione riuscito a compiere il miracolo di fondere in mi-

timi libri degli

realizza

'

Annali

*,

il

l'articolo del Russo in Romana 1942, pp. 217


Su questo argomento ritorneremo nella Conclusione.

Cfr.

ss.

167

nuovo. La forma tradizionale,


peclassica, riveste un contenuto profondo. Sentiamo che
riodi or ora citati sono strutturalmente perfetti, eppure
contengono una forza di sentimento e di pathos che ci
commuove. Non Cicerone che scrive Tacito, con la
ricchezza, anzi 1' esuberanza della sua umanit.
rabile

armonia

1'

antico e

il

Ho

presenti

XV 20-21)

discorsi di Peto Trasea {An.

otte-

breve discorso di Seneca (XV 63), il cui ritmo


stato riconuto mediante 1' uso delle clausole classiche
il

nosciuto anche dal Norden \

Parole pervase di profondo ed accorato sentimento


pronunzia, dinanzi allo spietato accusatore, Servilia, in un
discorso

{An.

diretto

Qui

XVI

31)

che

ci

riempie di ammira-

dolore della coraggiosa ed eroica giovinetta


Nullos... impios deos, nlls dvtsi effonde nel ritmo
ns, me aliud infelicibus pcecibus invocavi, quam ut 6unc
zione.

il

optimum pattern

tu,

Caesar, vos, patrs, srvactis

inc-

lmm. Sic gemmas et vestes et dignit tis


quomodo si sngunem et vtam ppsctssnt. Attraverso
insignia dedi,

le

ampie, lunghe,

clausole

generosit

fettuosa

dell'

si

sente

il

respiro mesto,

innocente fanciulla.

1'

chiude con una frase {Mescit tamen misevrimus pater;

crimen

1'

eccellenza della clausola avvolgono di luce

vedere, pi bello e pi

fan

si

et si

sla deliqui), in cui la forza dell' accento che

est,

batte suir o e
e ci

af-

discorso

Il

fiero,

vinetta. Alla dignit delle espressioni,

il

ben

volto della gio-

adegua

si

la

so-

lennit austera del ritmo.

La

di Trasea

figura

che volge

al

tramonto e

ritorna,
la

cui

come un

scomparsa

raggio di sole
ci

addolora ed

proprio nell' estrema pagina degli Annales


parole che egli pronunzia son piene di uma(e. 35). Le
sembra quasi di ascoltare la voce solenne e grave
nit
agghiaccia

di chi voglia iniziare

'

O. e,

voi.

1,

p.

332.

un altro ad un mistero

Libamus...


lovi

lbi^ rotri.

fibCnt.

lS

Speda, iuvenis ;

et

cnien quidem

ligioso e vasto

silenzio.

Poi

il

ritmo

si

quista una certa vita, un certo calore

fa

pr-

dl

Parole che dovettero scandire, lentamente,

il

re-

pi ampio, ac-

la tigura di Trasea
un ultimo, eterno bagliore
ceterum in ea tempora natus es, quibus firmare animum expeJiat constanti bus xmps.
Abbiamo dunque cercato di spiegare la persistente

brilla di

classicit del ritmo dei discorsi diretti nell' ultima parte degli

Annali, basandoci

sulla

nostro saggio, che, cio,


il

ritmo un elemento

Dal discorso

cammino
sati

in

Tacito,

nasce

che
1'

informa tutto

espressione

di

il

cui

dalla psicologia.

Galba a quello

di Peto Trasea,

molto

stato percorso. Tanti discorsi diretti sono pas-

attraverso

ciascuno

di

concezione

ci

il

nostro esame,

siamo proposti

1'

uno diverso dall' altro. In


un motivo umano,

di cogliere

che giustificasse, quasi, o per lo meno ci aiutasse a capire


motivo per cui il personaggio si esprimeva in quella
il
particolare maniera. Dall' analisi emerso chiaramente il
carattere

d' interiorit

dei

discorsi diretti tacitiani.

si

la forma classica delle ultime orazioni si adegua perfettamente all' indole del personaggio, ai concetti
che esprime, al momento storico ed umano in cui parla.
Tacito rappresenta con arte, ma anche con una certa

concluso che

fedelt storica,

le

sue figure. Tacito storico

si

illumina del

molto pi di quanto non si creda. L' arte


diventa, in Tacito, elemento di verit. Qui ci sarebbe tanto
da discutere. Ma non nostra intenzione uscire dai limiti
propostici. Abbiamo voluto soltanto riferire una delle conclusioni alle quali ci ha condotto il nostro studio sullo
Tacito

stile

artista

e sul ritmo dei discorsi diretti.

Capitolo VII

STILE E RITMO NELLE DESCRIZIONI


MUSICALIT DELLA PROSA DI TACITO

Abbiamo rimandato
mento

la

trattazione

considerare, da un punto di vista

di

perch

lavoro,

quasi, del

alla fine,

pi

questo

argo-

qui possiamo

quanto

elevato,

stato finora oggetto della nostra indagine.


In

fondo,

si

son

alcuni atteggiamenti

stilistici,

ci

aiutano a scoprire

si

manifesta.

la

sino a

rilevare,

fatti

questo

che col loro costante

psicologia dell'autore che

punto,
ripetersi
in

essi

Lo studio della variatio ci ha portati alla conclusione


che Tacito d, di solito, peso alla forma variata, ponendola in luce nei vari modi che si sono mostrati. Esaminando discorsi indiretti, abbiamo posto 1' attenzione su
alcuni ritorni costanti di determinati schemi stilistici e ritmici, col ripresentarsi del medesimo motivo psicologico.
i

Anche
lascia

nei

discorsi

impronta

un'

l'uso delle clausole

quindi,

anche

al

diretti,

netta

ritmo

il

come

della

s'

sua

osservato,

personalit

concetto della variatio

si

Tacito
e varia
estende,

a seconda del personaggio che

parla, ecc.

insomma,

rebbe ritenere
solo legge

formali
trante.

interiore,

quali

in

ribelle

questa prosa di Tacito, che

ad ogni norma, una

ma

si

esplica

non sfuggono ad

in

legge,

certi

si

vor-

che non

atteggiamenti

un'analisi attenta e pene-

170

Vorremmo

ora procedere oltre; arrivare, cio, a sconorme che regolano la prosa di Tafermandoci, sostanzialmente, alla parte che riguarda

prire e fissare alcune


cito,
le

descrizioni. Cosa, questa, sinora intentata, anzitutto per-

ch

si

nostro storico
positive

creduto

falsamente

non

sia

pu

si

aritmica,

a priori che la prosa del


poi perch a conclusioni

non

arrivare se

forniti, oltre che,

si

pazienza e di teCicerone non difficile il periodo ciceroniano si pu facilmente scomporre e ricomporre. dilicile invece cogliere l'essenza di un fenomeno
che cela le sue origini nell' anima dello scrittore, qual'
appunto il caso di Tacito,
Dal punto di vista tecnico, diciamo subito che uno
degli elementi fondamentali del ritmo in Tacito il paral-

s'

intende, dell' indispensabile intuito, di

nacia. Scoprire

il

ritmo

in

lelismo. Tacito, l'autore vario per eccellenza, usa

quanto non

lelismo molto pi spesso di


riferisco soltanto
e'

quando

Ma
non

cio
la

mai

di

Quando

delle sillabe.

la

collocazione

alla

corrispondenza

quantit,

vuole,

simmetria

tecnica, in Tacito
fine

a se stessa

di

dei

creda.

si

il

paral-

Non mi

vocaboli. Spesso

accento, di

numero

Tacito sa essere simmetrico:


serve ad esprimere qualcosa.

abbiamo gi avvertito
mezzo col quale
autore

lo

1'

cerca di raggiungere un effetto psicologico. Coerentemente


alla

concezione che

perci

risaliti

dalla

ritorno degli stessi

ispira

tecnica

elementi

tutto
alla

il

nostro lavoro, siamo

psicologia.

tecnici,

Nel regolare

abbiamo

visto affio-

medesimi motivi sentimentali.


Qui si scorge chiaramente la caratteristica e l' impostazione della nostra ricerca. Si parte sempre dall'osservazione diretta di un fatto stilistico o ritmico si penetra nel
contenuto, nel significato spirituale ed umano del brano
rare

il

ripetersi

di

quel

fatto

stilistico

o ritmico

circostanze spirituali, costituisce una legge, che

nelle
ci

stesse

consente


penetrare

di

nell'

anima

171

Studio della forma,

Tacito.

di

dunque, e studio dello spirito procedono di pari passo.


Tacito, che costante nell' uso di alcuni procedimenti
tale non meno nell' uso di
stilistici (ad es., la variatio),
alcuni procedimenti pi propriamente ritmici.
Nel corso della nostra ricerca, avremo spesso occasione di servirci di termini

tolti

insisteremo sulla musicalit

della

una

che

al

musicale

linguaggio

prosa di Tacito.

Non

si

possa aggiungere a quella

del Fabia, circa la fonte unica,

o a quella del Courbaud,

tssazione, la nostra,

quadro.
Un insigne studioso di Tacito, il
Marchesi, scrive* che "nella rappresentazione artistica
qualunque sia il mezzo tecnico che la esprima
la vita
data da tutti gli elementi sensibili dell' immagine e dell' armonia
per cui nella parola ci sono
colori e nella
pittura le sonorit e da per tutto e' la musica, quando
riguardo

al

l'arte

ci sia

Non

una fissazione, dicevo: una realt. Cercher

di provarlo.

Ho premesso

poc'anzi che uno degli elementi del ritmo

parallelismo. Tacito se ne serve, a volte, per esprimere

il

il

succedersi rapido,

la

simultaneit delle azioni

Nist.

40

diseda plebe, pvoculcato senatu, kuces acmis, rapidi equis;


II

29

in,

ipsum invadunt, saxa

iaciunt,

fugienfem sequun-

tur ; 22 subcuit muros, instruit aggerem, moli tur portas^;


III

33 abdita scrutari,

defossa eruere

6oc gentium ductores circumire


Cos pensa

Marchesi

An. XII 34 in. Ad


firmare animos

tortari,

c, p. 307). a proposito dei libri del Fabia


giustamente il Marchesi riconosce che il
Courbaud " quello che fin ora ha esaminato con pi profondit, finezza,
intelligenza, lo stile di Tacito ; che ha saputo meglio analizzarlo nei suoi
elementi grammaticali e stilistici, e ripresentarlo in una totalit di arte e di
spirito (o. e, p. 308).
^ Cfr. o. e, p. 274.
^ Per r insistente ripetizione del verbo, all' inizio dei singoli membri della
frase, cfr. V utile studio dell' Andresen De vocabulorum apiid Tacitum col^

(o.

e) e

del

il

Courbaud

locatione, Berlin

(o.

c).

1874, pp. 2-3.

(o.

Ma

172

minuendo metu, accendendo spe

XV

liquas legiones pr ripa Hupratis locai,

vincialium
tercipit

manum
signa

interrisat,

armai,

Corbiilo]

[scii,

fiostiles

An.

69

tempus in suspicionem, causa


in tumultum evoluii.
Talora
Misi.

11

'2i>

manus.
Sono,

Ma

temptet

maniptilos
Misi.

80

in ccimen, affectatio quietis

parallelismo rende

il

in.

ingressus praesidiis in-

(Agrippina)

lacgitionem

adeat,

Atque interim retumultuariam pco-

la

visione

piij

compatta:

densum legionum ogmen, sparso auxiliorum

questi, direi,

casi pi semplici di

Tacito se ne serve, assai

per

spesso,

parallelismo.

ottenere

effetti

ben pi profondi, per esprimere la musica della


sua anima.
L'abbattimento, la demoralizzazione dei vinti, la situazione critica in cui si trova l'individuo o la massa, il dospirituali

lore, la tragedia dei singoli


spirituali

sono

parallelismo.

tocco che

E
di

stati

ritratti

tanto

calit

della

prosa

tutti

dall' arte di

tanto

in

risuona

questi

triste,

nell'

uno

opera

ammira maggiormente

si

tacitiana.

momenti

Tacito mediante

voce, insistente,

la stessa

storico. In questi brani

o dei pi

Tale musicalit

il

la

il

stesso

dello

musi-

risultato

che esamineremo.
A volte, Tacito raggiunge corrispondenze quasi perfette
di quantit e di accento
An. I 65 f. Ncque is miseriarum
finis : strundm valium, p e i e n d s a g g r
amissa magna ex parte per quae g ri t r humus aut
e X ci d t r e ~e s p s ; non t n io ri a ma ni p li s
non fomenta saucs : infectos coeno aut cruore cibos
dividentes, funestas tenebras et tot fominum milibus unum
iam reliquum diem lamentabontur : dopo le frasi brevi,
spezzate, dalla cadenza monotona, la frase lunga che col
suono prolungato delle a riassume, quasi, tutto lo sconforto espresso precedentemente.
Per il valore ritmico dell' accento, giova ricordare
di diversi elementi,


anche

Hist.

Ili

173

maestum inermium agmen deiedis

31

in

tercam oculis sequebatur. Ciccumstitecant vidores et primo


ingerbnt protra, intentbnt idus. Da notare qui la gra-

dazione del suono {ingerebant... intentabant) e, inoltre, il


duro iato maestum inermium agmen che si pub avvicinare
a questo di Nist. IV 62 silens agmen et velut longae exela circostanza spirituale
quiae, notato dal Courbaud
*

identica.

Parallelismo,
Ili

28

f.

Integri

variatio,

cum

chiasmo s'intrecciano

sauciis,

semineces

cum

in

Hist.

expirantibus

omni imagine mor-

volvuntur, varia pereuntium forma et

64 t cunda pariter Romanis adversa : locus


tium e An.
uligine profunda, idem ad gradum instabilis, procedentibus
lubricus ; corpora gravia lorids.
I

altro del parallelismo, o


Talora, tra un membro e
due o pi coppie di frasi parallele. Tacito interpone
82 Poster
una breve frase, una notazione rapida: Hist.
l'

tra

da u sae

die velut capta urbe

populus,

maest

e b s^;

do mu s

rarus per vias

99 Longe alia profidscnts

ex Urbe Germnici xrdts species (l'armonia


data dal succedersi dei eretici^): non vigor

iniziale

corpo-

O. e, p. 283.
Segue deiec'i In tercam militum voltus ac plus trstltiae qtiam paenitent'.ae : da notare il valore e 1' efficacia dell' ellissi.
* Una suggestiva atmosfera musicale creano
eretici anche nel commovente brano di Hist. Ili 67 ferebatr lcttcu'. pcvls flis velut in fnebcm pmpm. Cretici uniti a spondei troviamo in Hist. lY 2 lngs ddttdrum rdo saeptus rmatis per rbem incsstt, nemo spplici vlt, sed tristes
et truces et adversum plausus ac lasclviam insultantis volg.i immobiles. In An. I
40 :. l'armonia data dall'eco delle vocali: fncedebat muliebre et miserbile a g m e n, protuga ducis uxor, parvulum sinu f i l i u m gerens,
lamcntantes circum amicnrum coniuges, quae simul trafebantur ; nec mlnus
tristes qui manebant. Penso ad Aen. II 453 ss., brano bellissimo e commovente, nel quale si nota, oltre che il valore umano e la sfumatura sentimentale
^

della

variatio

relicti

a tergo

linguistica
:

c'

brano animarsi),

la

(IJmen... fores... pervius

usus

un continuo, meraviglioso crescendo

tectorum...
:

postesque

questi luoghi

sem-

musicalit prodotta dal ripetersi dello stesso suono, inin-

terrottamente, alla fine di tre versi: manebat... solebat... trafiebat. Anche qui
pu vedere rinfluenza musicale che Virgilio ha esercitato su Tacito. A mostrare gli effetti che T. ottiene mediante la corrispondenza dei suoni, si potreb-

si

174

ci b u s
non arder a n i m i s ; lentum e! rarum agmen, fluxa arma, segnes equi... Accedebat 6uc
Caecinae a m b i t i o u e t u s
tarpar r ec e n s
Una frase ininiale, un parallelismo, una frase tinaie
troviamo in Nist. II 12 Nan Italia adiri nec loca sedesque
patriae videbantur : tamquam extema litara... urere vasta re capere ...Pieni agri, apectae domus;occursantes domini... circumueniebantur. C' una corrispondenza musicale videbantur... circumveniebantur. Il suono
pesante dell'a caro a Tacito, che ad esso affida, in genere,
l'espressione di qualcosa di doloroso
un accordo grave,
che di tanto in tanto si fa sentire ',
II
parallelismo, nell'esempio sopra citato, quasi un
ponte di passaggio cfr. Hist. II 70 f. Valgus quoque militum... recognoscere, a g g e re m a r ma r u m
strues
corporum intueri mirari; et erant quos varia sors rerum
lacrimaeque et misericordia subirei : brano ispirato linguisticamente a Virgilio {Sunt lacrimae rerum... Aen. 462), Si direbbe che a Tacito interessino soprattutto questi ultimi [et
erant quos...) che, con uno dei suoi soliti finali, distacca quasi
,

Poco pii sopra, nello stesso capitolo, cos ci


descritto
faedum atque atrox spectaculum del campo di Bedriaco intra quadragensimum pugnae diem lacera
carper, trunci artus, putres virarum equorumque formae,
dagli

altri

'.

aveva

il

infecta

tabo

fumus, protritis

arboribus ac frugibus dira

bero recare innumerevoli esempi


vieti vietare sqtxe...
cfr.
Hist. II 45 Tum
misera laetiti detestantes ; 87 (Vitellius) gravi urbem a g m i n e petebat;
Atl 161 Medio campi a l b e nt l a ossa etc. Circa la sensibilit dell'orecchio
latino " l'alternance et la proportion des lments vocaliques et consonantiques cir. Marouzeau Tralt de StsUstique latine, Paris 1946, p. 20: si legga
tutta la prima parte, dedicata ai suoni (pp. 1-86).
'
Cfr., esempio molto significativo, An. VI 35 lamque et Albani HiberQue prensare detrudere, ancipitem pugnam fiostibus tacere, quos super eques
:

proploribus vulnerlbus pedites adflictabant.


* Tacito fa anche notare la diversit tra 1' atteggiamento dei soldati, dinanzi ai cumuli di cadaveri, e quello di Vitellio: At non Vitelllus flextt oculos
nec tot mllla insepultorum civium exfiorruit : laetus ultra et tam propinquae
sortls ignarus instaurabat sacrum dis loci.
et

175

Questo brano, quanto all'uso dei meEzi


pensare
un po' ad Agv. 37.
fa
Anzitutto, ci colpisce l'unione di termini che

tecnici,

vastitas.
ci

si

corri^

spondono nel numero delle sillabe {lacera corpora, tranci


dopo questo stretto parallelismo iniziale c' come
avtus)
;

un

un allargarsi dei rapporti tra aggettivi e soche si ritorna all'uso di parole aventi lo stesso

distendersi,

stantivi, sin

suono

frugibus)

{arbonbus...

finale

{fcgbs

vastitas). Qui

dica

quantit

l'arte dello scrittore

eccelle principalmente per la maniera in cui


la

stessa

la

sensazione di qualcosa di vasto e d'

ha saputo darci
mediante

infinito,

omissione del verbo. Sentiamo,


che
e' nel brano qualcosa d'invoce
completo, di sospeso, di vago, e perci d' infinito.
Agli esempi ricordati, si pu aggiungere quest' altro,

due

r eco dei

eretici e

nella lettura a

riguardante
pi

1'

alta,

la fine di Vitellio {Hist.

commoventid

Ili

84).

tra

brani

Terrei solitudo et tacentes

elle Historiae:

v acu i s ;
fessusQue misero errore et pudenda latebra semet occultans
loci

temptat

ci a u sa

fi

o r re se

i t

ab lulio Placido... prtr5itr. La stessa conformazione ritmica (parallelismo racchiuso entro due frasi) ritorna immediatamente dopo: Vinctae pone tergum manus ; laniata
veste...

multi s increpantibus, nullo

ducebatur,

inlacrimante:
lerat.

lismo

Qui appare chiara la funzione musicale del paralle un accordo pi basso, che stacca la visione e
:

prepara

il

finale.

Lo schema

lo stesso,

lismo diverso, in

obtruncant
dentes

equis

Interim

'

deformitas exitus misericordiam abstu-

ma
SO

il

f.

significato

Resistentem...

del paralle-

tribunum...

rapta arma, nudati

g l a d i i ; insiurbem ac Palatium petunt; An. VI 34 in.

Oroden...

iato,

Hist.

Parasmanes...

fra l'aggettivo e

il

incessere

sostantivo. Cfr.

altri

adacqui-

esempi pi

su, p. 173.

n
.

tare

e a s

176

infensare pabulo;

ac saepe

cingebat.

come

mostrare

Tacito

ami creare,

per

cos dire,

tono minore, significativi sono gli


Hist. IV 62 Revolsae imperatorum imagines...
fulgentibus fiinc inde Gallorum vexillis; s i l e n s ag me
et ve ! u t lo n g a e e xe qui a e ; dux Claudius Sanctus...
25 //// quotiens
ingenio debilior\ e, ancor pi, di An.
oculos ad multitudinem rettulerant, vocibus truculentis strepere, rursum viso Caesare trepidare ; mu r m u r i n ce rtum, atrox clamor'* et repente quies; diversis animorum motibus pauebant terrebantque.
Caratteristico il brano di An. XI 31, gi da noi ricordato altrove, ma che ora c'interessa per la sua struttura
At Messalina... simulacrum vindemiae... celebrabat. U rf l u e re l a e u s ; et feminae pellibus
g eri p ra ela

zone
esempi di

delle

di silenzio, in

accinctae adsultabant.
Diversi

di

tipi

costruzioni

parallele

si

queste esprimano sempre un motivo doloroso


in

Hist.

II

12

...sed

f.

come

noti

ricorrono

primo impetu coesi disiectique mon-

collectis,
non castra, non
ncque in Victoria de e u s
um An. VI 19 lacuit
esset ncque in fuga f ag
inmensa stroges, omnis sexus, omnis a e a s
non cremare... non continger e^; XVI 13 in.

quibus temere

ut

tani,

d u ce

noscitantibus

i t i

Tot facincribus
vis pestilentiae

1'

Ancora una

...

foedum annum... omne mortalium genus


co rr... Sed do m u s

depopulabatu
volta,

il

motivo

deli' inferiorit

bene espresso attraverso

ellissi.

chiasmo ottenuto mediante la colIocaEione dell'aggettivo, cfr. Ane, p. 21.


^ La descrizione va letta
interamente, per notare la compartecipazione
sentimentale di Tacito a quanto descrive. Anche qui non manca il solito verbo
'

Per

DRESEN

dal

il

O.

suono pesante (adsectabantur) e


commercium

derai sortii fumanae


miseratio arcebatur.

la riflessione finale

vi

metuf,

dello scrittore

guantumque

-.

Interci-

saevitla gliscecet,


poribus
pi e

m
Non

Kan

b a n tu r.

Itinera

se X US,

dum ad s ide nt

vacua...

dum

cremabantuc

depopulabatur... comple-

cara a Tacito, gli accordi tristi, che non


Hist.
nelle ultime pagine degli Annali ^
;

trepidi milites,

bus

Huc

segnis...

q u a e

pr (Te

v e

pre,

ci

circumagi,

illuc...
t

ne mo

mancano anche
Ili

75 ex diverso

non lingua, non aur -

competere; ncque alienis consiliis

pedire.

re

dux

conosciamo,

che gi

la musica,

f u ne rib u s coma e fa s' perfculo


detieni, saepe

non

cremabantuv.

eodem rogo
bantur...

177

qua e
b

qui;

regi,

se

ncque sua
r

mox...

postremo...

ex-

v e ta-

mn

fugam

e s
et

fallendi artes circmspctbnt.


In

rischi
An. XII 20 vengono prospettati a Claudio
incontro con un' azione di guerra
si andrebbe
i

quali

ai

sed disserebatur centra suscipi bellum

avio itinere,

inportuoso mari; ad

hoc reges feroces, vagos populos, solum frugum egenum, t a e d i u m ex mora,


periculaex p r o p e r a nt i a... Tiberio ci rappresentato in preda a molte e varie preoccupazioni, in An.
I 47
Multa... et diversa angebant: validior per Germaniam
exercitus, propior aput Pannoniam ; ille Galliarum opibus
subnixus,

Italiae

file

Analoghe

imminens^.

situazioni

dunque,

spirituali,

mezzi espressivi. Ecco

stessi

come

rese

Tacito descrive,

con
in

gli

due

'
Oltre al motivo rilmico-musicale, anche
vocaboli si ripetono. Cfr. ancora An. I51 Non sexus, non aetas miserationem attulit.
* Una serie di parallelismi, usati
con lo stesso significato che stiamo
notando, troviamo in Hist. I 68 in. ////... in periculo pavidi... non
nascere, non o e d i n e s s e q u i non In
consulere.
xi 1 1 o s u m... p r o e 1 1 u m, intuta o b si d i o... fi i n e C a e e l n a...
inde R aet i e ae aloe e III 30 in. Ac cursus nova labocum facies:
ardua urbis
o e ni a, saxeae turres, ferrati p o rt a ru
o b i e e s,
i

arma

unum

m
quod defensorlbus auxiu m o b multitudlnem, obpugnantibus incitamentum
o b p r a e d a m ecat.
vibrans

tela

miles, fcequens...

poputus...

l i

"

Cfr.

il

commento

moria Ritmo e

12

A. Salvatore

stile in

Stile e

stilistico

e ritmico

Tacito, pp. 28-29.

ritmo in Tacito.

di

questo brano

nella

mia me-

178

luosjhi diversi, atti di libidine e di crudelt

Non dignitas, non aetas


stupra caedibus, caedes

Hist.

Ili

53

in.

protegebat quo miniis


s t u p r i s miscerentur ;

83 Saeva ac deformis urbe tota facies ( il solito tocco


iniziale
poi comincia la strana, lugubre cantilena, con cui
lo scrittore manifesta il suo ripugnante disgusto), alibi
proelia et volnera, alibi balineae popinaeque ; simul cruor
et strues corporum, iuxta scorta et scortis similes ; quantum in l u X u r i o so olio l i b i d i n u m quid;

quid

captivitate

in acerbissima

ce

e r u m...

lascivia e l'infingardaggine di capi e di soldati

ritratte

con

miles...

non principia no s ce re

stessi

gli

schemi

ritmici

Nist.

in
,

95

II

in.

son

Sed

non servare

g i l i a s ...: per inlecebras urbis... animum libidinibus


imminuebant... e III 76 Praeerat... Apollinaris remigibus,
V

Non v g
m firmare:

lascivia socordiaque... similes.

non
fluxi...

cortei diversi,

IV 62

quale
arbitrio

in

i l i

agere
dieque

noctu

un'analoga situazione

i II u d
iter? qu i s d u x v i a e?
eorum, quos... dominos fecissent ; An.

facies...^

ncque

bili s so n u

s ?

omnia

et
I

41

Non

in

flo-

suis in castris, set velut in urbe vieta

Progrediuntur

centurionem

critica:

transgredi iubetur...

Legio sexta decuma...

in.

rentis Caesaris

ad

de bello tantum Inter convivia loquebantur.

Due
Misi.

moe n

nt u t a

contuberniis

quis

il le

fle-

quod tam triste ? feminas inlustres, non


Pergere
ad tutelam, non m i l i te m
...

Trevi ros et externae fdei^.

noti r armonia di questa frase, ottenuta mediante il lungo ripetersi


termine di quattro parole e il corrispondersi del numero delle sillabe
brani, le ellissi (et omnia...;
in velut, urbe e vieta. Efficacissime poi, in entrambi
feminas...), che lasciano le frasi in una sospensione che fa pensare.
* A questo brano han rivolto particolari cure
filologi. Essi hanno trovalo strano il quod, sostituendovi quid (v. l'apparato critico nell'edizione del
Lenchantin); altri ha sentito la necessit di aggiungere qualcosa a triste, Em.
Jacob iter, il Novak, seguito dal Fuchs {Tacitus, /Inna/e?, Frauenfeldae 1946,
Voi. I, p. 23), agmen. Io penso che triste pu ben avere lo stesso valore
sostantivale di An. XV 34 in. e che quindi l' espressione Quod tam triste
'

Si

di is a!

179

Ritmo, dunque, e musica dell'anima S


Abbiamo sin qui passato in rassegna, e sobriamente
commentati, alcuni brani, nei quali si son visti impiegati gli stessi

mezzi espressivi, per

come

varii

lo scrittore

uso di

1'

ritrarre situazioni, sentimenti

Gioia da un
sentire in

An.

rappresentazione di

mezzi espressivi, per

tali

diversi

lato, tristezza dall'altro

65

la

Ora vogliamo mostrare

situazioni psicologiche analoghe.

Nox per

in,

vuol Tacito farci

diversa inquies,

cum

bar-

aut truci sonore subieda


vallium ac resultantis saltus complerent (si noti il succe'
termini pieni di suoni chiari che si distendono
dersi di
bari festis eputis, laeto

prolungatamente

J^

interruptae

vo

cantu

ce s

vallo, oberrarent tentoriis,

nella

Romanos invalidi ignes,

aput

atque ipsi passim adiacerent


insomnes magis quam pervigtiles;

seconda parte del periodo,


esempi precedenti,

si

rientra

nel solco

mu-

sicale degli

pu

lasciando il vago che nel testo, " quale s grande triAltro scandalo ha suscitato et externae fidei ; e' chi ha aggiunto, tra externae e fidei. trad; lo Halm pone et tra parentesi uncinate;
FUCHS completa l'espressione con l'aggiunta di committi. Il Nipperdev comil
menta: " d. h. Hu Leuten von auslandischer Treue . SostanHialmente, questa
la spiegazione pi esatta; ma bisognerebbe aggiungere
per meglio far comprendere come non sia proprio il caso di modificare la lesione dei codici
che ci troviamo qui dinanzi ad un fatto stilistico tipicamente tacitiano, qual'
la coordinazione di un concetto astratto ad
un nome di popolo. anche
questa un' espressione densa di significato, volutamente lasciata da Tacito vaga,
indefinita: qui la brevit diventata poesia.

si

steHsa

tradurre,

^
L'espressione mi stata cortesemente suggerita dal prof. Gino Funaioli, al quale ho avuto la fortuna di leggere qualcuno di questi esempi,
quand' erano ancora sotto forma di appunti, e che pubblicamente ringrazio per
il
gentile assentimento dato a questa e ad altre idee contenute nel presente

saggio.

Degne di meditazione sono le parole del Diderot (Ceuvres. XIV, 429


natura del ritmo: " Qu' est-ce donc que le rhytme ?...
est 1' image
mme de 1' me. Le sentiment se plie de lui-mroe 1' intnie varit du rhvtme.
Ce n' est pas 1' oreille seulement, e' est 1' me, d' oi elle est mane. que
la vritable harmonie s' adresse (cfr. Croce La poes'a, Bari 1946,
p. 545).
Croce stesso aveva gi osservato (o. e, p. 102) che " Platone e Agostino,
II
Erodoto e Tacito, Giordano Bruno e Montaigne non sono a rigore traducibili, perch
nessun altro linguaggio pu rendere il colorilo e 1' armonia, il
suono e il ritmo dei linguaggi loro propri .
'^

sulla

Cfr.

Ritmo e

stile

in

Tacito, p. 32 e nota

ivi.


Anche

della sonorit

un

fine psicolos^jico.

IH

IS

Ad

in.

ISO

delle parole Tacito

Lo stesso fenomeno si
Quarhim a Cremona lapidcm

si

serve per

ripete in Hist.

fulscce

legio-

num

signj I^apacis aiqne Italicae, laeto inter initia equitum suoriim proelio Ulne iisQue provecta (frase che si le^j^e

un fiato, sen^a intoppi


ritmo cambia subito
Sed ubi fortuna contea fuit, non l a x a re o rd i n e s, non re e i pe re t u rb at o s, non o b v i a m
ire... Un contrasto netto tra
motivo dei vincitori e
quello dei vinti, si nota anche in Hist. Ili 84 Eo intentutto

d*

il

dopo).

il

tius victores... cuncta... admovent, testudinem tormenta


aggeres facesQue, Quidquid tot proeliis laboris ac periculi

opere

fausissent,
Vitelliani...

ce

ilio

consummari

clamitantes...

domos arasque cruore foedare suprema

Cantra

inquietare vieto riam, mora ri

a-

viclis so-

amplectebantur^

lacia

Tacito distinc[ue nettamente


diante un espediente

dai vinti me-

vincitori

ci siamo sofLa sua attensione rivolta a questi ultimi:


Hist. Ili 82 f. Pro Flavia nis fortuna et parta totiens Victoria
Vitelliani despera ti one sola ruebant et, quamquam pulsi, rursus in urbe congregabantur: c'
una significativa corrispondenza di suono col finale di Hist.
II
44 f. His cogitationibus truces aut pavidi extrema d e speratione ad tram saepius... stimulabantur.
Tacito conserva questa sua capacit di distinguere,

fermati

sul

stilistico

quale gi

l'ellissi'.

con
di

sua prosa, situazioni diverse, anche nelle descrizioni

la

cose naturali, qual' quella della tempesta

Inizio sereno, suoni dolci, termini poetici

cidum aequor
pelli

'

Cfr. An.

palud
*

poi

la

navium remis

mille

tonalit

67 Quod

si

fugerent,

l
;

u r

s i

va

An.

II

aut velis

strepere

improvvisamente cambia:

^aevitiam fiostium superesse


Cfr. qui, pp. 106 ss.
e

in

Ac primo

mox

25.

plain-

atto

profundas..

at vlctodbus decus glorlam.

ISl

nubium globo effusa grande, simul vadis undique procellis...^


ptospectum a d i m e re regi me n inpedi r e ... Ritorna poco dopo
sentimento poetico
,

il

espresso in lingua

Omne

caelum

defiinc

tornano

le difficolt,

non

tatis...

e,

et

con

un ritmo musicalissimo
in austrum cessit*. Ri-

esso,

mare omne

ritorna

parallelismo

il

Quibus... vi-

non exfaurire

a d fi a e re re ancoris,

inrumpentis undas poterant^.


parallelismo

Il

ancora

un'altra descrizione di tempesta

tica

che

si

leige

in

An.

ed evidente

stretto

piti

pi pesante,

70:

Et

in

meno poe-

opplebantur

incerta
ab so lidi s, brevi a a profundis. Sternuntur
f lue ti bus, iauriuntur g u r g it i b u s
Permiscentur... manipuli, modo pectore, modo o re tenus extantes... nifil strenuus ab ignavo, sapiens
ab inprudenti, Consilia a casu differre cuncta
terrae

eadem... facies, neque discerni poterant

...

pari violnta invlvbntr*. Tutta


entro

questo

cerchio musicale

-.

la

descrEone chiusa

et opplebantur... involve-

bantur.
Il

parallelismo, ani,

una

lunga

serie

di

parallelismi

danno un tono concitato all' ampia visione con cui si


aprono le ffistoriae (e. 2): Opus adgredior opimum
ca s ib u s a t ro X p ro e l i i s d is co rs se d it i o ni bus... prosperae in Oriente, a d ve rs a e in
Occidente res... P oli ut ae caerimoniae, magna a d u 1 1 e r i a ; plenum e x i l i i s mare, i nfedi e ae d ib u s scopuli... Corrupti in d o mi no s
,

Si

noti,

in

quest' inizio della descrizione, la tendenza a far uso di iper-

navium remis... atro nubium globo... variis undique procellis e, pi


innanzi, immenso nubium tractu), che inorandiscono la visione.
* In Hist. II! S3 cedo riferito a spolia
in An.
1 ad arma.
Anche
finale (equi... praecipitantur, quo levarentuc alvei
manantes
per latera...) ispirato a Virgilio, Aen. 122 ...la.xis latecum compag.ibus omnes Accipiunt inimicum imbcem rimisque faHscunt.
* La serie
dei parallelismi continua pi innanzi
Pemoctavere si n e
ut e n si li b US, si ne igni; poetica la chiusa
Lux ceddidit terram.
bati {mille

il

'


servi, in p a tro n o
Son

pressionante.

tanti

IS!

liberti. E una

quadri

che

visione

presentano,

si

l'

im-

uno

dopo l'altro. Poi. d'un tratto, lo spirito di Tacito sembra per


un momento placarsi. Egli, serenamente, oggettivamente,
et che
guarda quel che di virtuoso e di buono olifre
1'

da

ammirazione per

storico indaga. La sua

la

virt

vibra

andatura vertiginosa ha un
attimo di sosta: il momento della contemplazione (e. 5):
Non tamen adeo vidutum sterile saeculum, ut non et bona
exempla prodiderit. Co mi t at ae p ro fu g o s l ibe r o s
m a t r e s s e e u t a e m a r i t o s in e x i l i a co n i u dolcezza del periodo

nella

1'

propinqui audentes, constantes generi... supremae


g es
clarorum virorum necessitates, ipsa necessitas fortiter tolerata et laudatis antiquorum moctibus pares exitus. 11 ritmo
;

si

allargato

e'

come un

stato

respiro. Poi, di

nuovo,

Tacito sembra riportarsi allo stato d' animo iniziale, quando


descrive i prodigi che sconvolsero il mondo, e le stragi

numerose, per cui adprobatum

est

non

esse curae deis se-

curitatem nostram, esse ultionem.

La dolcezza che assume

la

prosa

di Tacito, nella de-

scrizione della virt e del bene, scopre un lato interessantis-

simo

della sua

umanit ^ Abbiamo trovato un'altra conferma


che cio Tacito ha una musica in-

alla nostra atfermazione,

espressione dei suoi sentimenti.


con cui atteggia
Sarebbe poco chiamarlo ritmo, questo musicalit,

teriore

1'

che cosa pi

questo

alta:
sia

ma

il

ritmo ne

costituisce la base.

detto una volta per tutte

il

ritmo di

Siam messi.
Tacito commenta musicalmente quel che sente e che
pensa. Ecco come la scoperta della musicalit della prosa
Tacito, alla cui ricerca ci

di Tacito ci
l'

aiuta a intendere

meglio

la

spiritualit

del-

autore ^

Cfr. pi innanzi, p. 207 e n. 1.


Questa conscia distribuzione di note musicali, per esprimere sentimenti e
visioni differenti, proprio dei grandi artisti, di quelli pi dotati di umanit
'


sia

Sarebbe assurdo pensare che tutta 1' opera di Tacito


pervasa sempre da guest' onda musicale. Sono
brani
i

Non

e di pathos.

tore

185

italiano,

sar inopportuno citare alcuni brani di un illustre prosaManzoni, che ha, non meno di Tacito, il senso del valore

il

Il
cap. 28 dei Promessi sposi, in cui si descrivono le
conseguente della peste, sembra echeggiare, in moltissimi tratti, il ritmo
mesto di tante descrisioni tacitiane. Si legga soprattutto il brano " Domati
dalla fame, non gareggiando con gli altri che di preghiere, spauriti,
incantati, si trascinavano per le strade che avevano per tanto tempo
passeggiate a testa alta, con isguardo sospettoso e feroce, vestiti di livree
ricche e bissarre, con gran penne, guarniti di ricche armi, attillati, profumati : qui, come in Tacito ttist. II 89, III 18, An. I 65 in., etc, c' una
musicalit diversa, per esprimere stati d' animo diversi. Il Manzoni ha vivamente sentito anche l' efficacia espressiva dell' omissione del verbo centrale ;
" Vestiti diversamente ... e diversi anche nell' aspetto
cfr. pi innanzi
facce
dilavate... ma tutte affilate e stravolte... . Anche il Manzoni
racchiude un
membro della frase, pi breve, pi rapido, tra due, o pi ancora, di esten"
sione maggiore. Cfr., sempre nel e. 28
E appena si vedeva una mano
pietosa avvicinarsi alla mano d' un infelice, nasceva all' mtorno una gara
coloro a cui rimaneva pi vigore, si facevano avanti a chied' aitri infelici
der con pi istanza; gli estenuati,
vecchi,
fanciulli, alzavano le mani scarne; le madri alzavano e facevan veder da
lontano
bambini piangenti... . Quello frase centrale, in cui termini s' incalzano, il tocco pi doloroso di tutta la scena
la visione di quelle " mani
scarne vince ogni altra visione. In questo passo del e. 36
membri centrali, nei quali pi si addensa il pathos della descrizione, son due, racchiusi
"
da due altre frasi, all' inizio e alla fine
Ed ecco arrivare il padre Felice,
scalzo, con quella corda al collo, con quella lunga e pesante croce alzata
pallido e scarno il viso...; a passo lento, ma risoluto...; e in tutto come un uomo a cui un di pi di fatiche e di disagi
desse la forza di sostenere tanti necessari e inseparabili da quel suo incarico .

espressivo dei suoni.


tristi

-.

-.

Dalla tristezza degli uomini, alla tristezza della natura, delle cose. Non
c'. tra r una e l'altra, nel Manzoni come in Tacito, soluzione di continuit.
Entrambi vedono, nella natura, lo sfondo ai sentimenti degli uomini. Si leg-

gano le prime, bellissime pagine del e. 35 " L' aria stessa e il cielo accrescevano... r orrore di quelle viste. La nebbia s' era a poco a poco addensata...
se non che... traspariva... la spera del sole, pallida, che spargeva intorno a s
-.

sfumato, e pioveva un calore morto e pesfugge il valore del parallelismo della corresponsione
" Ma
musicale. Cfr. pi avanti
in quel luogo destinato per s al patire... s
vedeva l'uomo gi alle prese col male... si
centinaia e
centinaia peggiorar precipitosamente... e, nel e. 34, " Cessato per tutto ogni
rumor di botteghe, ogni strepito di carrozze, ogni grido di venditori, ogni
chiacohiero di passeggieri, era ben raro che quel silenzio di morte fosse
rotto da altro che da rumor di carri funebri, da lamenti di poveri, da rammaricho d' infermi, da urli di frenetici, da grida di monatti . Anche la prosa
del Manzoni, dunque, ha una sua armonia, " tragica
a volte, per ripetere
l'espressione del Russo (commento a f promessi sposi, Firenze 1938, p. 536. n.).
" Ogni
qual' quella che avvertiamo in un passo, ancora, del e. 28
t mto
un barlume

fioco

sante. A nessuno

vedevan


pi profondamente umani,

cui

in

ma^^iore. e pi vibrante
si

184

la

l'

intensit dei

commocione. Allora Tacito

come

aftda al lins^uag^io della musica, cos

qui unit
pieno lo abbiamo
diretti

l'

dello

sentimento

spirito

tacitiano

nei discorsi

coglie

in

momenti

di

si

visto ricorrere, in alcuni

alta ispirazione, al ritmo poetico.


Si tratta

di

descrivere

l'andatura che assume


primo periodo [Per eos

la

miracoli di Vespasiano?

prosa di Tacito

(///5/,

IV

Ecco

81).

11

menses... ostenderetur) ha una strut-

tura regolare; poi comincia il tono di miracolo: E plbe


Alexandrina quidam oculrum tabe ntus genua eius advohltur, remedium caecitatis exposcens gemitu... pcecabatrque principem (ritorna la stessa cadenza dell' inizio) ut
genas et oculrum rbes dignaretilr rspergre rs xccmnt. lius manum aeger... ut pede ac vestigio Caesans
calca re tur, orabat. Vespasianus primo inridere, aspe mari ;

modo famam

atq.ue...

vanitatis metuere,

modo... induci:

postremo... iubet... Medici varie disserere...


tnito descrittivo).

da un

ritorna all'in-

Segue un discorso indiretto, caratterizzato


denique patrati remedii gloriam penes
ludi bri um penes miseros fore. Vespasiano

parallelismo:...

Caesarem.

inriti

vedeva, anche di giorno, giacere o sdraiarsi...


qualche velia
vedeva uno cader come un cencio all'improvviso,
rimaner cadavere sul selciato,. Dalla fosca vicenda ael

ci si

si
e

(si

-.

"

cielo e della terra... calata

gravemente
mi riferisco

sull'

animo e

il

corpo

degli

uomini

descrizione, sopra riportata, in


parte, del e. 35), alla descrizione della pioggia che sorprende Renzo appena
passata la soglia del lazzeretto (e. 37). Siamo in un' atmosfera di serenit ;
la mus ca della descrizione profondamente cambiata: " Renzo, invece d'inquietarsene, ci sguazzava dentro, se la godeva in quella rinfrescata, in quel
susuri>, in quel brulichio dell'erbe e delle foglie, tremolanti, gocciolanti,

(Russo, o. e,

rinverdite, lustre

mento

665

p.

n.

metteva

della natura sentiva

certi

alla

larghi e pieni ; e in quel risolvipi liberamente e pi vivamente quello che


Quanto diverso il ritmo di questo brano

respironi

come

suo destino .
...andava Renzo verso casa sua... n^^n incontrando, dopo lunghi
tratti
di tristissima solitudine, se non qualche ombra vagante... o cadaveri
portiti alla fossa, senza onor d'esequie, senza canto, senza accompagnamento . Siamo ricondotti col pensiero a Tacito, alle tante anafore dei
non, dei sine, a quelle insistenti, martellanti ripetizioni che rendono, in suono,
i
momenti tristi della vita d&gli uomini.
s'

era

fatto nei

del e. 33

'


esegue

il

mandato

caeco reluxit

1S5

Statim conversa

ad iisum manus, ac

dies.

Nel capitolo seguente (82)

si

narra che Vespasiano

reca nel tempio del nume, per consultarlo

sull'

si

impresa im-

periale.

Anche qui, inizio normale Altior inde... consuleret. la solita notazione. Poi comincia la frase musicale:
l'

tmpio

arcr

spondei

cuncts

ibt

(si

noti la lunga

serie degli

spira nelle parole un' aria grave di mistero). At-

que ingressus intentusque numini respexit pone tergum e


pcimocibus Aegyptiorum nomine Basiliden, quem procul
Alexandria plurium dierum itinere et aegro corpore deti-

Percunctatur sacerdotes,
percunctatur obvios, num...

6aud

neri

ignorabat.

num...
opportuno ricordare anche

l'inizio del cap.

13 del

Evenerant prodigia, quae ncque


6ostiis ncque votis piare fas fiabet gens superstitioni obnoxia, religionibus adversa. Questo periodo e' introduce nelV atmosiera incantata, che avvolge la descrizione, che segue subito dopo /isae per caelum concurrere acies, r ut i l a nt i a
arma et subito nubium igne conlucere templum. Sono visioni diverse, presentate mediante suoni diversi
ad ogni visione appropriato il suono che la rende
il suono
dell' e, che inizia e chiude il periodo, esprime il
suoni pi gravi
rapido balenar della fiamma al centro,
dell' a {rutilantia arma : si noti 1' assonanza) e dell' u {subito
nubium). L' eco musicale continua Apertae repente delubri
fores et audita maior fiumana vox^ excedere deos; simul
ingens motus excedentium: questo stile e ritmo di mistero.
Dinanzi al divino, l'animo di Tacito si commuove ^ Si
libro delle Historiae

*
Cfr. Hist. IV 83 in. (anche qui si parla di una visione miracolosa)
oblatum per quietem decore eximio et malore quam fiumana specie iuvenem...

"

Egli (cio

vidui e di folle,

Vico
1921,

(cir.

p.

4).

la

ama

Tacito)

potenHa

Arnaldi Le

ricercare e descrivere nello

dell' ignoto,

idee

po'.iticfje,

spirito

con una vivezza che


morali e religiose

di

d' indi-

lo avvicina ai

Tacito,

Roma

IS

capitoli della Germania '. Deve aver avuto


profondo e vivo
senso del divino, del mistero della divinit, chi ha saputo renderlo in forma cos suggestiva e,
dirci, ammaliatrice. Non sono descrizioni comuni, queste
ma rivelano un carattere profondamente psicologico.
In An. .XIV 10 Tacito ci descrive
rimorsi che tormentano r animo di Nerone e lo rendono inquieto, dopo il

pensi a certi

il

matricidio

modo per

noctis

Reliq.uo

silntm dfixs,

saepius pavre xsrgns et mentis inops, lucem oppecie-

batur

tamquam

exitium allaturam.

parla poi

Si

dtW

adulatio dei centurioni e dei tribuni:

Amici definc adire tempia, et... laetitiam testaci. Ipse diversa simulatione maestus et quasi incolumitati suae infensus ac morti parnts illcrmans. Simulazione di uomini, ritratta coi soliti mezzi dello stile di Tacito. Ma la
voce terribile della natura che non d tregua al turbamento di Nerone. Le parole di Tacito hanno qui una collocazione e un suono particolari. Suoni ampi, prolungati:
obversabaturque maris illius et litorum gravis aspectus (et
^
erant qui crederent sonitum tubae e o II i b u s e i re u m
editis planctusque tumulo matris audirij...
queste descrizioni psicologiche vibra soprattutto

In

poetico di Tacito

sentimento
incanta

1'

animo

liana, che Tacito

prosa.

del lettore.
ci

Qui l'impronta

Cfr.

pp. 74

il

tono quasi di

il

senso della vastit virgi-

tiaba, e

d, col mistero e col fascino della sua

Nella descrizione
*

il

di Virgilio piti

morti

delle

che altrove

oltraggiose,

sensibile.

inflitte

da

ss.

40 f. lamentantes circum amicircum ha un sottile valore sentimentale e poetico, come, a'd es., il late che Virgilio usa tante volte nei suoi versi,
il
che osserva pi volte, con procingendoli cos di un alone d' indefinito
fonda finezza di critico-poeta, il Leopardi nel suo Zibaldone. Circa la tendenza ad allargare la visione, mediante la collocazione dell' avverbio tra il
'

Cfr.

il

\>\h

ccrum coniuges

citato
in

esempio

entrambi

di

casi,

fiist.

il

sostantivo e l'aggettivo, cfr. /iist. II! 13 vastitm primo slentium {qu\ c"e anche
r eco dei due um : in Agr. 38 scritto vastum ubique silentium, in An. IV
50 modo per trastum silentium); 64 maestis undique nuntils. in fiist. II 8

troviamo

Inde late terror.

187

Nerone ai cristiani, ci sembra di avvertire la compartecipaEione dello storico


Et peveuntibus addita ludibria, ut
fecarum trgis co n t et i lanitu e a n u m interirent, aut crucibus affixi aut flammandi
atque, ubi de:

feci s set dies,

XY

{An.

Non

in

usum noctuvni

luminis

urecentuc

44).

prosa

comune,

questa,

ma

ritmata, nella sug-

gestione dei suoni e delle assonanne, sul sentimento dello


scrittore.

voce del cuore, insomma, che

la

meno

pi e

altrove,

si

in

una parte

fa sentire.

Anche nelle descrizioni di battaglie in Tacito si scorgono vari momenti psicologici, ciascuno dei quali distinto da un suo motivo ritmico-musicale. Cito, per tutti.
l'esempio di Hist. IH 17: (T em) Nullum in illa tcepidatione Antonius
omisit.

(2"

voce

Occucsace

paventibus,

plucimus laboc, unde

cedentes, ubi

manu

ducis aut fortis militis officium

constantis

tema)

s ig.

(ritorno al 1 tema)

aliq.ua

'

Flammandi

fa sentire la

n e re
s

est,

ut

mox raptum

Antonio solleva cos

vertlt.

pericolo dei suoi uomini,

ci

t i

i s
h o s t i conspicuus
o postremo ardoris provectus

vexillarium fugientem tasta transverberaret ;

vexillum in fiostem

re

spes, Consilio

le sorti

in

quali tirmati inter se densis or-

lezione dei codici ed termine che con potehte efficacia


sorte di quei miseri, destinati a diventare fiamma; la

triste

visione della vampata che si leva, si ofire ai nostri occhi. Il testo, a causa
appunto del flammandi che forse
termine pi vivo e poetico della descrizione
stato variamente emendato. Non mi persuade, tra le altre, l'inlegrarione del FuCHS (ctr. anche Vigiliae Cnristianae, 1950, pp. 91-92): ut
fecarum ... aut crucibus affixi et flammandi <C alimenta ignium induerent
atcfue... urerentur.
bar ci, significa togliere ogni suggestione al brano, non
penetrando quella che si celebra come una delle caratteristiche pi importanti dello stile di Tacito, la rapidit: flammandi il primo, rapido, generico tocco: " destinati ad ardere ; poi viene una maggiore determinazione:
" a bruciare, quando il
giorno, la luce del giorno fosse venuta meno, quali
il

>

lorce notturne


Cxcpnt

dinibiis

cnstcrnntiir

vios

simili

arma

ut

celeri,

nuovo

di

instare

cm): Antcniiis

\'-2

temere

Vitcllianos

Antonio

'.

18S

ciiique

eq.uosq.ue abripece. Intine.

azione

in

(si

ingeniiim, spoliare

dopo

il

illi

ritorna

sterne re

perculsis,

ob-

capere,

rapido succedersi

delle operazioni, espresso dalla serie degli

un propagarsi

atque

effusos,

infiniti descrittivi,

un prolungato confondersi
ritmo diventa pi ampio ed come un
nella vittoria
coronamento musicale all' azione intensa di tutto
capitolo: Et exciti prospero clamore, qui modo per agros fuga
palabantur, victrae se miscbnt. Qui appare evidente,
dunque, come, nell' ambito di un brano, si possano individuare diversi temi ritmico-musicali. Ci dimostra la varia
musicalit del periodare tacitiano *.
;

di grida festose,

il

il

A
cito,

mostrare, oltre alla musicalit

diante quella

si

prosa

della

di

Ta-

che meesprime, alimentandola e corroborandola,

sentimento che vibra

il

al di sotto di essa e

giova un confronto con un brano del bellum Gallicum di


Cesare (li 20). Siamo in un momento interessante della
Nervi
Caesari omnia uno tempore erant
agenda: vexillum proponendum, ...signum tuba dandum, ab
battaglia contro

giles...
*

vadatio nell' uso del genere del verbo,


n rup e re
telis
obruuntur.
Diversi momenti musicali, sempre in aderensa
Per

la

mox

zioni spirituali diverse,

Hbt.

cfr.

Il

5 Coesi vi-

notiamo

al

nella descrizione di Hist.

succedersi di situaIl 28 ss. Do le linee

Igitur nuntic odiato... iubet. il Quod ubi auditum volgotumque,


maerere scbii. fremere leglones. Orbari se... Ili (e. 29) Naec feroclter ioctondo...
ipsum [scil. Volentem] invadunt, saxa iociunt, fugientem sequuntur...; si ritorna
ad I Tum Alfenus Varu%... addii consilium... ; si ritorna a II Igltuc torpere

essenziali

cuncti, clrcumspectare Inter se ottoniti et id ipsum,

quod nemo

regeret, paventes...

Ut vero deformls... pcocessit, gaudium miseratio favor: versi in laetitlom...


laudantes gratantesque circumdatum aquills slgnisque in tribunal ferunt (si noti
come la laetitia sia qui resa in suono: cfr. anche sopra, p. 180). Segue una
chiusa in tono minore. Nel e. 30 ritornano ancora una volta gli stessi temi
I
Munientibus castra... de adversa Caecinae pugna adlatum...; Il notte requiem, non
expectare ducem, anteire slgna, urguere signlferos; infine, l'azione rapida: rapido
agmine Caecinae iunguntur. C'. dunque, una trama ritmico-musicale, caratteristica d Tacito.
Ci conferma ancora una volta la musicalit della sua
prosa. Interessante anche la descrizione di An. lY 49.
:

189

opere revocandi milites, qui paulo longius aggeris pefendi


causa processevant, arcessendi, acies instruenda, milites cofortandi, signum dandum. una serie di operazioni da
compiersi, che vengono elencate mediante il succedersi dei
gerundivi,

An.

65

vano

ci

Abbiamo

uguali.

tutti

descriva

Romani

le

gi visto

dittcolt,

'

come

miseriae

le

in

struendum valium, petendus

Tacito in

cui

si

tro-

agger... in-

fectos caeno aut cruore cibos dividentes, funestas tenebras


et tot

fiominum milibus unum iam reliquum diem lamen-

tabantur.

Qui si ha modo di constatare in maniera evidente l'enorme distanza tra la serena, olimpica, almeno apparentemente gelida prosa cesariana e quella tacitiana, nella quale
scrittore sempre presente e vibra poil sentimento dello
tentemente. In Tacito, nell'esempio citato, sentiamo che tutto
prepara
lamentabantur finale
parallelismi, con le loro
cadenze e il monotono battere degli accenti, hanno una
loro funzione psicologica. E una scena commovente che da
infectos in poi si apre allo sguardo
qui che il periodo,
dopo il procedere a singhiozzi dell' inizio, trova
suo
sbocco e liberamente si disnoda.
il

il

Prosa, questa
musicale,

pij

ma

di
in

Tacito,
cui,

immensamente pi

come

gi

si

colorita,

osserv a propo-

un brano doW Agricola'^ colore e musica, armonia


non sono qualcosa di esteriore e di decorativo, ma denotano uno stato d' animo. Per questo T. rimane uno scrit-

sito di

tore classico,

come

classico Beethoven,

la

cui

tecnica

esprime, almeno nelle composizioni pi geniali, un pathos

protondo

grande prosa
La prosa di Cesare
una prosa a tinte uniformi, che ha indubbiamente una sua musicalit uguale e monotona, d' una mo-

pur essa

e intenso.

notonia a volte esasperante.

'

Gir. p. 172.
Cfr. qui, p. 53.


Cesare e

Tra

Penso

ai

primi

190

imperiale

lo storico

meravii^liosi

con espressioni che

capitoli

e'

del

stato Livio

IX,

1.

ov'

'.

de-

una volta fan pensare a


Tacito, lo stupore dell'esercito romano che deve subire l'ignominia delle forche Caudine (ce. 5-6) :... Redinte^ravit luclum
in casfris consulum advenius... Alii alios intueri ; contemplari
arma mcx tradenda et inermes futuras dextras obnoxiaque
ccrpora fiosti... Haec frementibus fiora fatalis ignominiae
advenit... Primi consules prope seminudi sub iug.um missi...
Circumstabanl armati hostes, exprobrantes eludentesQue... Ita
traduca sub iugum et, quod paene gravius eral, per oculos
fostium cum e saltu evasissent, etsi velut ab inferis extracti
tum primum lucem aspicere visi sunt, tamen ipsa lux ita
deforme intuentibus agmen omni morte tristior fuit. L' interesse di queste pagine liviane consiste nella maniera miscritto,

rabile in cui lo storico dipinge

presso

sul

volto dei soldati

gradum sme
velut

torpor

alii alios,

ullius imperio,

quidam

cum

d'

piij

il

(cfr.

sentimento di stupore im-

anche

stuporque

membra

insolitus

e.

Sistunt inde

omnium animos ac
tenet,

intuentesque

alterum quisque conpotem magis mentis ac

consilii ducerent,

diu inmobiles

sileni...).

sente qui un certo sforzo di penetrazione psicoloche allontana un po' queste pagine da quella famosa
del bellum Gallicum (1 59) nella quale Cesare, con la solita impassibilit, descrive la costernazione che pervade le
Si

gica,

truppe

alla notizia diffusasi del

corporatura dei Germani

coraggio, della ferocia, della

Dum

paucos dies ad Vesontio-

omnem exercitum occupava, ut non mediocri ter omnium mentes animosque


perturbarci... Hi ncque vullum fingere ncque interdum lacrimas tenere poterant : abditi in tabernaculis aut suum
nem... moratur... tantus subito timor

'
Anche per quanto riguarda le descrizioni di battaglie. Tacito ha dinanzi
a se una grande tradizione stilistica, eh' egli per " rinnova e rinvigorisce

(Arnaldi Due capitoli su Tacito


che abbiamo notato a proposito

[o. e], p. 51).

la stessa

posizione, insomma,
147-48).

dei discorsi diretti (cfr. pp.

191

fatum quecebantuc aut cum familiaribus suis commune


periculum miserabantur. Vulgo fotis castds testamenta obsignabantur. tiorum vocibus ac timore... pedurbabantur.
Qui se ex 6is miniis timidos existimad volebant... timere
dicebant. Non nulli etiam... signa laturosK

Come
piano

appare chiaramente, tutto posto qui sullo stesso


una certa monotonia, nel suono stesso dei voca-

c'

boli {querebantur... miserabantur... obsignabantur... pertur-

babantur); nessuna luce concentrata su un particolare stato


d'

animo che

vece

si

Tacito

in

Vitellius...

voglia fare spiccare sugli

brano

il

di Hist.

II

87

altri.

Dum

Leggiamo

fcee. ..

in-

geruntur,

gravi urbem agmine petebat... Sexaginta milia ar~

matorum sequebantur

licentia corrupta... Onerabant multitudinem obvii ex urbe senatores equitesque, quidam metu,
multi per adulationem, celeri ac paulatim omnes, ne... ipsi
remanerent : la triplice variatio {metu... per adulationem...
tre stati d'animo
maggiore ricchezza espres-

remanerent) illumina di luce diversa

ne...

distinti.

Qui appare evidente

siva della lingua e dello

la

stile

di Tacito.

non ha ancora questa capacit di Tacito


descrive, narra, non fa risaltare nulla, non commenta nulla.
Continuando
esame di brani nei quali ritratto lo
stupore, non posso fare a meno di ricordare
inizio del
e. 40 del
libro delle Historie : Agebatur fuc illuc Galba
Cesare

1'

l'

vario turbae fluctuantis impulsu, completis undique basilicis


ac templis, lugubri prospectu. Ncque populi aut plebis ulta
vox, sed attoniti voltus et conversae ad omnia aures ; non
quies, quale magni metus et magnae trae
Chi ha un certo senso di stile si accorge subito che qui siamo usciti fuori dall' atmosfera cesariana e
liviana *. Se Cesare aveva obiettivamente descritto lo stu-

tumultus, non

silentium

Cesare

Cfr.

est.

1'

analisi

scrittore,

in

stilistica

e psicologica che di questo brano fa

il

Perrotta

Maia 1948, pp. 24-25.

Sulla tendenza di Tacito a


dell'originalit e della

"
dramatiser ses rcits
che una prova
inventiva dello storico, insiste, in pagine sia
Bacha Le genie de Tacite, Bruxelles 1906, pp. 911 ss.

potenza

pure un po' paradossali,

il

192

pore. rimanendo quasi estraneo ad esso, se Livio tale stu-

pore ce

lo

aveva

dipinto

con un caldo pennello. Tacilo

provare. Livio, per quanto vivo ed

fa sentire e

ce lo

eiti-

rimane sempre sereno parla alla nostra


intelligenza, alla nostra immaginazione, se mai: Tacito parla
al secondo
al cuore. 11 primo pi copioso, pi tluido
bastano pochi tratti, nei quali concentra la luce, per scolcace possa

essere,

una scena.
Elemento essenziale della descrizione tacitiana che
ogni visione ha un risalto particolare. Bench si sia tanto
soprattutto da parte del Courbaud la facolt
esaltata
pittorica di Tacito, io penso che caratteristicamente tacitiana
sia la potenza del rilievo scultoreo. Ci connaturato con
pire

le

sue doti

intima

di

Gi esaminando alcuni aspetti stilistici


abbiamo fatto risaltare questa sua esigenza

stilistiche.

del de oratoribus

mutare continuamente

il

prospetto delle cose.

L'arte dello stacco, netto, incisivo; questa Tacito possiede in

grado. Eppure le visioni, che in un primo momento


appaiono distinte, separate 1' una dall'altra, si ricompongono poi, quasi per incanto, nell' animo del lettore, s che

sommo

questi,

dopo aver

variet delle

ripensato entro di s alla

ed a fonderle tutte. Qui


immagini, riesce ad
miracolo, vorrei dire, dello stile tacitiano, miracolo dovuto
al fatto che c' sempre, invisibile, un filo che unisce le visioni staccate, cio il sentimento e lo studio psicologico
unitcarle

il

dello scrittore.

voler

pi a fondo

penetrare

nell'

arte

brano

del

ripetere osservazioni gi

dover
tono
diciamo che, anche qui,
pauroso
patetico, suggestivo, quel che c' di misterioso, di
ad eccezione del magnifico
dato anzitutto dall'omissione
di un verbo centrale. Poi, le parole da
agebatur iniziale
agebatur a impulsa son disposte in un ritmo tale da farci
anche a costo

citato,
fatte,

in

di

parte, innanzi,

il

sentire

1'

ondeggiare della

soluto {completis... templis)

ablativo asGalba
apre immediatamente un vasto

lettiga

di

1'


scenario allo sguardo

1'
;

193

altro ablativo {lugubri prospectu),

unito ancora con asindeto al precedente, fa risaltare la


stezza
aures,

avverte

si

soffocato

omnia

seconda

visione. Nella

della

nella

il

frase,

distacco tra ulla vox, che rimane


voltus

lettura, e attoniti

et

tri-

da neque ad

come

conversae ad

aures, posti su un piano stilistico diverso. Infine, ra-

ramente il silenzio, la paura, 1' orrore del silenzio hanno


avuto un' espressione cos icastica, come nella frase da
non tumultus a silentium est\ Questa la novit della
prosa tacitiana.

Ancora una
si

differenza tra Livio e Tacito, per

riferisce alle descrizioni,

si

pu

cogliere se

quanto

confronta

si

seconda parte del cap. 51 del 1. XXII delle Storie lidie...) con Tacito {Hist. II 70) ^
A Livio si pu dire non interessi lo sfondo, che rimane muto, non si anima, come nella pagina tacitiana
ricordata.
nel brano di Livio qualcosa di impressionante nel suo crudo realismo
manca la suggestiva
corrispondenza fra sfondo e uomini
non e' lo sfondo
che rende pii cupa e profonda la tristezza degli uomini.
Questa una prova della maggiore umanit di Tacito,
umanit animatrice delle cose insensibili, che ha il suo
grande precedente nelle Georgiche di Virgilio.
la

viane {Postero

Quando

Livio, al termine del cap. 46 dello stesso libro,

de industria ita locatis. seu quod forte ita steperopportune utrique parti obliquus erat, Romanis in
meridiem, Poenis in septemtrionem versish una semplice, materiale notazione la sua, che non ha la suggestione, non
dico dell' ultimo periodo di An.
16, o di I 28 (in.), XIV 5

scrive: Sol, seu


tere,

(in.),

XVI 54

(in.),

ma nemmeno

naverat fortuna, donec adulta


deret

13

acies

falleretque.

valore del silenzio

'

Per

Questo passo

Com'

il

A. Salvatore

diverso

Stile e

stato
dall'

di Hist.

Ili

25 {Neutro

nocfe luna

incli-

surgtens osten-

Sed Flavianis aequior^ a tergo;


in

Tacito, cfr. qui pp. 86 e n.


in parte, a pp.

da noi esaminato,

obliquus di Livio

ritmo in Tacito.

-,

90

174-75.

(n.

4).

194

maiores equorum virorumque umbrae, et falso, ut in


ostium citta cadebant : Vitelliani odverso lumine conlucentes velut ex occulto iaculantibus in-

fiinc

corpora, ictu tela

cauti offerebantur) ove sentiamo che

protagonista

celeste

la

benigna, agli

della

la

luna veramente

battaglia, e agii uni rifulge

causa di rovina: incauti offerebantur

altri

che colpisce
Vitelliani '.
E interessante questa fatale corrispondenza tra sfondo
e personaggi che Tacito (come spesso Virgilio) coglie e rileva senz' altro commento che il silenzio. E questo silenzio,
ci

questo

senso della

il

triste

fatalit

e chiuso silenzio che lo scrittore riesce a farci

sentire attraverso

atteggiamenti

vari

r espressione

forse

triste

pij

fedele,

piti

della

sua prosa,

eloquente, pi

tipica

dello stato d'animo di Tacito di fronte al male e al dolore.

Tutto questo

Livio

in

non

prova

c'. Un'altra

mag-

della

giore maturit e profondit di Tacito storico e artista

'^

di Livio , da questo punto di vista, ancora


prosa di Cesare e di Cicerone. E Tacito che
immette decisamente nella prosa 1' elemento suggestivo (inteso in senso profondo), di cui cos piena la poesia di

La prosa

vicina

alla

Virgilio.

opportuno approfondire ancor


che

ci

porter a fermare

stilistiche,

la

pena

che

si

1.

in

in

concreto

le

differenze

(e

Roma.

Rivolgiamo
del

fondo

per questo anzi vai


due grandi
diterenze spirituali, tra

risolvono

studiarle)

storici di

modo

in

quest' indagine

piij

IX delle

a due eserciti

di

nuovo

Storie

il

liviane.

che deve

pensiero

Lo

storico

rappresentarci

capitoli

ai

si

in

iniziali

trova dinanzi

due

stati

d' a-

'
Scrive il Terzaghi (o. c. p. 37S): " un vario distendersi di effetti di
luna e d'ombra, qualche cosa di inquietante, di fantasmagorico: un motivo degno... di qualche stranamente e cupamente accesa fantasia fiamminga, che ami
netto e deciso e nel contrasto incomponibiie di luce e d'ombre
il chiaroscuro
fissi per r eternit il vero ed universale contrasto della vita e della morie .
* Circa le descrizioni liviane, cfr. Terzaghi L'anima e l'arte di Tito Livio,
Milano 1943, pp. 49 ss.


nimo

195

da un

vinti,
lato
Romani,
Ebbene, anche qui Livio
ritrae la diversa situazione dei due eserciti, s che noi apprendiamo prima quel che avviene in campo romano, poi
quel che avviene presso
Sanniti. Lo stile si mantiene
sempre uguale, uniforme. Anche la descriEione dell' ingresso
in Roma dell' esercito sfortunato conserva la sua classica

diversi, anzi contrari

dall' altro

vincitori,

Sanniti,

linea stilistica

Quam

animorum

concitationem

ventus execcitus etiam iratis miserabilis.


in

patriam

rum

revectentes ex insperato incolumes, sed caplo-

fabitu vultuque ingressi sero in

quisque

fregit ad-

Non enim tamquam


uvbem

ita se in suis

atque insequentibus
diebus nemo eorum forum aut publicum aspicere vellet
(e. 7), Una descrizione, come tante altre, che non ha nessun
tectis

abdiderunt, ut postero

rilievo stilistico speciale.

Chi invece ha

letto e riletto Tacito, sa

sto storico, a volte nell'


sentire

ambito

di

un

sol

bene come queperiodo, sa farci

due momenti psicologici diversi. Insomma, la stessa


che troviamo nella maniera in cui Livio e Tacito

ditTferenEa

rappresentano i personaggi, stilizzati e quasi dello stesso


colore il primo, varli il secondo, riscontriamo anche nelle
ci

due

Mi astengo dal citare il periodo


esaminato nella mia memoria
Ritmo e stile in Tacito (pp. 52-55) e richiamo 1' attenzione
del lettore sui capp. 1-17 del XV libro degli Annali: descrizione della campagna militare compiuta dai Romani contro
gli Armeni e
Parti, Qui, pii che mai, nella piena maturit
dell' opera tacitiana, la descrizione della battaglia in se
descrizioni dei
di

iniziale

An.

storici.

65,

gi

stessa ridotta

sono

ai

narrazione,

essere

minimi termini.
si

risolve

in

Quella

che dovrebbe

contrasto di psicologia

uomini

che interessano a Tacito ed essi,


loro
sentimenti, balzano in primo piano.
Nel corso dell'intera descrizione si distinguono due
gli

motivi

fondamentali, quello della superiorit e della infe-

riorit degli eserciti e dei duci.

noi interessa vedere

come

due motivi trovino la loro espressione artistica. Nel


storico, con un cambiamento di scena che ha
qualcosa di drammatico, ci descrive da una parte Voloquesti
e.

13 lo

che tenacemente incalza, senza tregua, dall' altra la


marcia forzata degli aiuti di Corbulone. Leggiamo Eoque
intentius Vologaeses premere obsessos, modo valium legiogese

num, modo caslellum, quo

inbellis aetas

quam mas

defendebatur, ad-

si ea temeproelum elcere t. Ed ora cambia tono


At ll vx cntbrnlis xtract, nec aliud quam munimenta
propugnabant, pars iussu ducis, et alii propria ignavia, aut
Corbulonem opperientes... L'omissione del verbo esse dopo
extracti, che rimane come sospeso, spezzato, incompiuto,
ha un immenso valore, in questo mutamento di psicologia.

pugnare, propius incedens


fostem

citate

Passiamo

in

al e. 15:

Namque

Armeni], antequam

[scil.

Parlfiis,

et

munimenta

agmen Romanum

ingressi sunt

excederet, et

circumstetere vias, captiva olim mancipio aut iumenta ad-

abstrafjentesque

gnoscentes

arma,

pavido milite

proelii

causa

sorum

aggeratis,

existeret.

raptae

et

etiam

vcstes,

concedente,

retenta

ne qua

Vologaeses armis et corporibus cae-

quo cladem nostram

visu fu-

testaretur,

gientium legionum abstinuit.


L' ablativo assoluto un

mezzo caro a Tacito per


motivo dell'inferiorit, ritrarre alcuni atteggiamenti smorzati, in tono minore '. A conferma, basta voltar

esprimere

il

interessflnfe

considerare

altri casi in

un particolare signifcato ed esprime

cui

1'

uso

dell' ablativo

assoluto ha

situazioni spirituali quasi analoghe

oc prox.morum diffu^ia,

Hist.

a n g u e ntlbus omnium studiis, qui primo... animum atentax^erant; An. IV 2


Necfue senatorio ambltu abstinebat [icW. Seianu^\ cUentes suos... ornandi... facili Tiberio atque ita prono, ut socium laborum... celebraret:
la figura di Sciano che domina la scena; I' abl. ass. denota come un' abbassamento di tono, qui come in XI 2 fpsa [scil. Messalina] ad perniciem Poppaeae festinat, subditis qui... propellerent, a d e o ignaro C a e s a ce , ut...
percontaretur... (In Hist.
39 scritto Agitasse Loco ignaro Galba de
I

39

et turbavere cons'lium trepidi nuntli

occiiendo Tito l/inio dicifuc e in il 81 Mox... excitus... Agrippa, ignaro


a d 6 u e V 1 1 el l i o ... p'-operaverat). Anche dell'ablativo assoluto, dunque,
si serve Tacilo, per ottenere effetti chiaroscurali. Nel e. 17 del I. XY leggiamo.

pagina e leggere,

la

miae composita,

al

e.

sic reliqua

die Quadraginta

197

16

Quae

non

in

ut

augendae

infa-

obscuro fabentur. una

milium spatium emensum esse Paetum,


s a u e i i s , ncque minus deformem

de se r t i s passim

illam fugientium tcepidationem,

quam

si

terga in

ade

vet-

Segue la descrizione dell' esercito abbattuto Maesti


manipuli ac vicem commilitonum miserantes ne lacrimis
quidem temperare ; vix prae fletu usurpata consalutatio ^
Ritorna qui il solito motivo triste dei vinti, e, con esso, il
tisscnt.

accompagnamento musicale. Frasi dal ritmo come


questo ne abbiamo gi lette ed esaminate ma vorrei far
notare come l'arte dello storico, negli Annali, sia, rispetto

solito

La luce, a volte eccessiva,


delle Historiae, si negli Annales attenuata. Due elementi
soprattutto s' impongono alla nostra riflessione e creano
l'atmosfera suggestiva del brano: l'infinito storico temperare e. ancora una volta, l'omissione del verbo ejje dopo
usurpata, omissione che fa risaltare l'idea espressa dal vix.
Questa la brevit tacitiana, dico meglio, questo il
significato spirituale pi profondo della brevit tacitiana.
Sarebbe inutile mostrare questo ed altri fenomeni stilistici
a quella delle Storie,

piti

sobria.

Ducum inter se brevis sermo secutus est, fi o e conquerente


inritum laborem... il le Integra utrlque cuncta cespondit: converte cent
aquilas et iuncti Invaderent Armeniam... Qui ritratta con efficacia la diversa
psicologia dei due condottieri rivali, 1' uno avvilito e abbattuto (ed ecco 1' abl.

air inizio

ass.

conquerente),

foc

V altro invece superiore moralmente e materialmente


respondit, che va letto in un altro tono). Cfr. ancora Hist. Ili
pullo amictu Palatio degre diiur [scW. Vitellius]
fa-

(ed ecco

67

...

mi

l i

ille...

maest clrcum

a.
Il

burgen

Martin (Zur Quellenfrage


Studien

sta

in

den Annalen und Historien,

Altertumsimssenscfiaft, Stuttgard

in

Wrs-

1936, 9 HefI, pp. 47-50)


avendo notato, in questo periodo e nei precedente (Corbulo... xprSbrrt),
V uso delle clausole, afferma che nel brano in esame e' una maggiore
fedelt alla fonte (= pseudo-Corbulone) di quella che verso la stessa mostri
Dione Cassio. Ma chi ha approfondito lo studio dello stile e del ritmo in
Tacito, avverte che qui 1' espressione cos tipicamente e profondamente
tacitiana, e la musicalit cos genuina emanasione dell' anima del nostro
storico, che pensare ad una fonte ch'egli avrebbe tenuto presente e per la
quale avrebbe scritto in questo modo, mi sembra discutibile.


eli

les-

Tacito senza rendersi conto del perche lo storico ne fa

uso e quali sono

$li effetti che con essi persegue. Il capiconclude con un pensiero che tra pi profondi
e (perch no?) pi cristiani di Tacito Dccesserat cectamen
virtutis et ambitio g.hdae. felicium iominum affedus : sola
misericordia valebat, et apud minores magis ; una sententia, come tante altre, nel nostro storico, fatta senza parere di farla, cos bene si salda con la narrazione precedente, portandola su un piano di umanit ancora pi ele-

tolo

si

vato.

Qui assistiamo

descrizione

al confluire,

nell' analisi

tipicamente tacitiano, della

psicologica.

l'una e l'altra: l'innesto avviene in

naturalezza

fetta

La conclusione che
nella

distacco

un'atmosfera

tra

di per-

'.

si

pu

parte del capitolo, costituisce


concluso

Nessun

prima.

trarre da questa seconda


una conferma di quanto si

abbiamo scoperto

dei motivi

che servivano a mettere in risalto un particolare


animo, qui abbiamo notato il ripetersi di alcuni
atteggiamenti pi propriamente stilistici adoperati sempre
per esprimere un fatto spirituale.
Espressivit, dunque, del ritmo ed espressivit dello
motivi, che sono alla base del nostro lavoro,
stile. I due
ritmici,

stato

d'

si

illuminano a vicenda.

Le descrizioni tacitiane recano tutte l'impronta dell'anima dell' autore. Esse, non meno dei discorsi indiretti, dei
discorsi diretti, ci han fatto segnare un passo avanti nella
ricerca dell' fumanitas di Tacito, nei vari momenti in cui
questa, attraverso la variet dei mezzi espressivi,

Come, studiando alcune


notare

il

r analisi

espressioni variate,

si

rivela.

facemmo

pessimismo di Tacito che da esse traspare*, cos


or ora compiuta ci consente di affermare che

'
La sententia che nelle Storie sembra incastrata nel discorso, per cercare gli applausi, negli Annali, scompare... (cfr. Arnaldi Le idee politicfie
morali e religiose di Tacito [o. c-l, p. 4l).

'

Cfr. p.

103.


l'arte di

lato

triste

Tacito
della

rifulge

vita

199

soprattutto

degli

tratto a considerare specialmente

zioni

si

nella

descrizione del

uomini. L' animo di Tacito

coglie, pi che altrove,

la

il

dolore e

in tali descri-

nota del suo cuore.

Da

punto di vista, mi sia lecito avvicinare il nostro


ad un poeta, Virgilio, e ad un musicista, Beethoven.
Tre grandi geni, che servendosi di mezzi diversi han ritratto,
con accenti eterni, 1' umana sventura.
questo

storico

CONCLUSIONE
rapporto

Il

stretto

psicologia e

tra

che stato

stile,

costantemente notato nelle Historiae e negli nnales,

mina e avvalora

l'indagine

presente saggio,
sione

cui

in

tacitiana e

si

svolta nella prima

studiata la genesi

progressivo

il

suo

gere e

al

delinearsi

di

avuto notevoli sviluppi

E non senza
mente dimostrato

fenomeni

sempre

in

assistito al sor-

si

stilistici

che avrebbero

successiva opera

nella

parte del
dell'espres-

evolversi,

relazione con la psiche dell'autore, e

illu-

ragione

storica di

il che fu del
resto copiosapens che il de oratoribus potesse
rientrare in questo processo evolutivo dello stile tacitiano.
Ma ora, basandoci sul principio ispiratore del nostro

Tacito.

'

vorremmo

lavoro,

per

si

cercare di sfruttare

risoluzione di un

la

presenti l'opera del nostro storico,

Stilentwic/clung

problema che

tacitiana;

il

che

il

dati sin qui raccolti,

tra

pi vivi che

problema, cio, della

significa

proiettare

quei

uno sfondo pi vasto e dar loro una consistenza


maggiore. Ogni ricerca particolare non deve mai essere
fine a se stessa, ma costituire un mezzo indispensabile ed
dati su

utile

a chiarire questioni di pi vasta portata e d'interesse

pi largo.
Il

problema, dunque,

dell'

stato studiato da eminenti

evoluzione
filologi,

conclusioni quasi del tutto opposte.


'

Cfr.

pp. 17

ss.

stilistica di

quali

Tacito

son giunti a

sciLfstedt. che nel

li

secondo volume

della

sua opera

fondamentale ha dedicato a Tacito pagine molto sicjnie le sue conclusioni sono state acficative, ha sostenuto
*
che nella secettate dal Devoto e da altri noti studiosi
conda parte degli Annali, specialmente dal libro XIII in poi,
"
normaleren, mehr blassischen
ci sarebbe il ritorno ad una
l'evoluzione stilistica di
che
Ausdrucbsweise . Di modo
"
lsst sich... nicht. wie man im allgemeinen annimt,
Tacito
'

durch eine ununterbrochen steigende Linie veranschaulichen,


sondern vielmehr durch eine Kurve, deren Hhepunht im

Cfr. Syntacttca (o. e). PP-

275

ss.

Alla

ricerca

della

Stilentvjicklun^

dedicate anche le pp. 264 ss. del I voi. OsservaHioni sulla


lingua e lo stile di Tacito si trovano qua e l nell' altro capolavoro di ricerca linguistica del Lfstedt, il P/5ilologisc6er Kommentar s.uc Peregrinatio

tacitiana

son

Aetfienae, Uppsala 1911, soprattutto pp. 253 ss., 252 ss.


2 Cfr
Devoto Storia della lingua di Roma, Bologna 1944, p. 264;
CousiN volution et structure de la langue latine, Paris 1944. pp. 197-98.
Ha cercato di convalidare le affermaHioni del Lfstedt un suo discepolo.
.^

r EriksSOnn (ctr. Studien s.u den Annalen des Tacitus. Lund 1934) sulle cui
conclusioni fa delle riserve il Marouzeau in Revue des tudes latines. 1934,
pp. 452-55. Dei recenti studiosi di Tacito il Paratore (cfr. Tacito in Mala
1949, pp. 93-120) scrive: " Il libro lY ... il pi tipico specimen d quell'ullegamenti pi contorti (quelli attraverso ablativi e
timo stile tacitiano in cui
altre costruzioni
participiali) danno il senso dell' affannoso vorticare dello
spirito attraverso le spire soffocanti della frode o del crimine, per strappare
alla tenebra il suo segreto, per proiettare un raggio di luce nel caos immondo; e dominano sovrane l'ellissi e la vaciatio. Qui sono gli esemoi pi
clamorosi dell'uno e dell'altro fenomeno (art. e. p. 104). Una rapida sintesi circa r evoluzione dello stile di Tacito, dal de ocatorbns agli Annales, ha
tracciato il Paratore stesso in un articolo su La prosa di Apuleio (in Mala
1948, pp. 33 ss.), ove scritto (p. 55) che "le Metamorfosi rappresentano,
per la piena maturazione dello stile apuleiano, quello che gli Annales rappresentano per la piena maturasione dello stile tacitiano . Giacche ci si trova
a parlare di Apuleio, penso che ad illuminare ancor pi il problema della tai

de oratorbus (sempre sotto 1' aspetto stilistico) giovi non poco


l'indagine dei numerosi passi in cui la struttura ciceroniana, che caratterisHa
i'^po/ogf'a (cfr. Bernhard Der Stil des Apuleius von Madaura, Stuttgart 1927.
citianit del

Metamorfosi. D'altra
di periodi costruiti im stile Ciceros, come lo stesso Bernhard ha mostrato (o.
pp. 37 ss.). Estendendo ancora il campo di osservazione, si potrebbero studiare, o ristudiare, da questo punto di vista, le Epistulae ad Caesarem, nelle
quali la personalit stilistica (soprattutto per quanto si riferisce alla rariatlo)
dello scrittore di Amiterno presente, spesso, in modo chiarissimo. Su questi
problemi ritorner altrove.
pp. 304
parte,

ss.)

anche

rotta e gi
qui,

come

si

preannunzia

lo scrittore delle

negli Annali di Tacito,

non mancano esempi

202

Annalen crreicht ist iind die sich dann wieK insiste, poco pii innanzi, nell' afder etwas senbt...'
fermare che negli ultimi libri degli Annali Tacito ritornato, almeno in certi punti, alla l'orma normale, classica.
Ad una conclusione analoga era giunto, nel suo ponderoso
Gudeman *. osservando che
commento al de oraforibus.
non di rado Tacito, nella seconda parte degli Annali, d
ersten Teil der

...

il

suo primitivo uso

r impressione di ritornare al
Il

non molto convinto

Lfstedt per

todo

cui

linguistico.

della bont del

me-

attiene lo studioso tedesco.

si

D'altra parte

Wlfflin,

il

cui studi sullo stile di Tacito

rimangono tuttora un modello di ricerca filologica ^ aveva sostenuto che Tacito,


suo stile persocon arte sempre pi cosciente, plasma
nale e individuale e nella sua ultima opera, gli Annali, d

e degli

altri

grandi

storici latini

il

sua espressione l' impronta pij tacitiana {" so dass er


seinem letzten Werb. den Annalen, am meisten ae|iv)<;,
am meisten 'taciteisch' schreibt,,). Inoltre il WlflTin ha rialla
in

tendenza di Tacito " nach dem Ungewhnlichen


vom Agricola an bis zu den letzten Buchern der Annalen .
Su questo punto il Lfstedt dissente e pronunzia, riguardo
levato

la

parte degli Annali,

dell'ultima

all'espressione

il

giudizio

che abbiamo sopra riportato.


Le indagini,

sia del

Wlfflin che del Lfstedt,

volte soprattutto alla lingua. Le conclusioni,

come

sono

ri-

s' visto,

dati recati abbastanza precisi.


sono ben diverse;
metodo seguito dai due
Tuttavia mi sembra che
i

il

signi studiosi

simo

di

sia

'

quali peraltro

aver dato un tono

un po'

Lfstedt,

esteriore.

o.

la

hanno

il

merito

di seriet a studi di tal

parola, a volte

la

in-

grandis-

genere

particella

c, p. 2S3.

" Im 2. Teil der Annalen, der auch sonsf manche


2
Eigenlumlichbeiten aufweist, scheint Tacitus nicht selfen zu seinem frheren
Sprachgebrauch zuruchgebehrt zu sein .
^ Cfr. Pfilolcgus 1867 (25). pp. 92-134; 1867 (26). pp. 92-166; 1868 (27),

pp.

O. e.

113-49.

p.

24

n.

opportuno

ripeterlo

sua psicologia ed ogni

sulla linea della


la

di Tacito

stile

suo uso puramente o prevalentemente

vista in se stessa, nel

meccanico.

Lo

205

dalla

parola, la frase

psicologia,

ricerca

fatalmente

forma
che isoli
si

rivela

si

che essem usato


invece di focem
nei libri degli Annali che vanno da XIII a XVI, con la
stessa, o quasi, frequenza che si riscontra nei tre scritti

manchevole.

Il

fatto

minori \ non pu e non deve farci dimenticare che proprio


nel XIII libro degli Annali - come ha dimostrato il nostro
studio sulla variatio-

e di

si

notano tante tnesze

e Tacito mostra una maturit di

stile

di psicologia

uomo

e di ar-

quale prima non s'era ancora rivelata.

tista,

problema va dunque prospettato da un altro punto


di vista. Non tanto la parola in se stessa va presa in considerazione, quanto la vita che vi si cela, il mondo spirituale ch'essa riesce ad esprimere. Ci non mi sembra che
emerga dalle precise e indubbiamente interessanti
nel
Il

loro limite

indagini

del Lfstedt,

Esaminando il problema dal punto di vista dello stile


non mi sembra
come gi avvertii nella parte

e del ritmo,

"
che si possa parlare
forme di espressione. Tasenso del periodo classico. Il gusto
troppo connaturato in lui perch

finale del capitolo sui discorsi diretti

di ritorno di Tacito alle antiche

ha avuto sempre

cito

il

del ritmo oratorio era

potesse perderlo, salvo, poi. a ritrovarlo. Tacito sa scrivere


periodi dall'ampio respiro,

Histonae

'

Ctr.

(ce. 57;

NUTTiNG

1923. pp. 209

87

Tfie

Cir. pp.

Cito

il

use

liviani,

nel

^ ad esempio,

of

forem

in

secondo

come

Tacltus, in

nel

libro delle

XVI

libro

Classical PfHolcsy.

ss.

Cfr. soprattutto pp.


^

in.)

166

95-96: 102-06.

ss.

primo brano

Invenio aput

quorum

quosdam

auctoces,

pavere

belli

seu

ac dedecus apertiore in dies fama


noscebantur, dubitasse exercitus, num posito certamine uel ipsi in medium consultarent, vel senatui permltterent legere Imperatorem, atque eo duces Otfiofastidio utriusQue principis,

fcgitia


Annales

degli

(e. 14),

204

Legi^iamo quest'ultimo brano:

C.

Sue-

tonio Luccio Teksino consti li bus Antistius Sosianus, factita-

Neronem carminibus probrosis exilio, ut dixi, multatus,


postquam iJ fjonods inJicibus tamque promptum ad caedes pn'ncipem accepit, inquies animo et occasionum fiaud
segnis Pammenem. eiusdem loci exulem et Cfjaldaeorum arte
tis

in

famosum, coque multocum


fcrtunae

innexum, similitudine

amicitiis

sibi conciliat.

Alla luce di questo

periodare piano, sereno,

si

com-

prende bene la regolarit classica dei discorsi di Cassio


Longino o di Peto Trasea ', In fondo, il problema lo
opera
stesso. C', tra le varie parti in cui pu dividersi
di Tacito, un rapporto assai stretto, perch in ciascuna di
esse la psicologia che determina
espressione.
Mi sembra un po' ingenuo pensare, trovandosi di
fronte a forme regolari o a periodi regolari, che Tacito
ritorni all' antico. E questo il punto che va combattuto.
l'

1'

Prendiamo

in

mano

gli

ultimi libri degli Annali, a co-

minciare dal XIll che segnerebbe, secondo uno studioso ^


r inizio di una nuova parte di quest' opera. Periodi normali

consulturum; 6 Igitur... deCn. Domitio patri


et consularia insignia Asconio Labeoni, quo tutore usus
erat. petivit a senatu ; sibique statuas argento vel auro solidas adversus offerentis proibuit. Et quamquam censuissent patres, ut principium anni inciperet mense Decembri,

quelli dei capitoli 4 Ceterum...

ligeret; 10

quo ortus

Eodem anno Caesar efdgiem

erat Nero, veterem religionem

riarum incfoando

anno

retinuit.

Non

kalendarum lanuasi potrebbe imma-

mancs spatium ac mocas suasisse, praecipua spe Paulinl, quod vetustisslmus


consularum et militia clarus gloriam nomengue lirtannicis expeditlonibus meniisset.
'

Cfr.

pp.

161

ss.

Bretschneider. in una sua dissertazione {Quo ordine edldert 7"acitus slngulas Annalium partes, Strassburg 1905), ha sostenuto la lesi che Tacito
ha composto gli Annali in Triaden. Cfr., intorno a questo argomento, Fabia
*

(o.

Il

e, p. 441).

205

ginare una disposizione di parole

sta

discoprendo

indagine;

alla nostra

cum

consulibus

L. Antistio

piij

da quello che

quindi, un po' diverso

in

semplice: un Tacito,
soliti pensare,

si

11

si

Claudio Nerone

ada principum

iurarent

ma-

gistratus, in sua acta collegam Antistium iurare pro6ibuit


[scil. Mero], magnis patrum laudibus, ut iuvenilis animus

levium quoque rerum gloria sublatus maiores continuaret...


Sin qui, Tacito ha parlato della saggia politica di Nerone,
della sua clemenza, ecc., e queste doti positive ha fatto

mediante la semplicit dell' espressione, mediante


anche una certa dolcezza di forma, derivante dalla partirisaltare

colare collocazione dei vocaboli.

si

La situazione comincia ad incrinarsi, dal


la passione di Nerone per Acte.

delinea

narrativo

s'

interrompe

deve esprimere

il

il

periodare

nuovo momento

si

fa

e.
Il

12 in poi

dolce

stile

pi complesso

psicologico. Affiorano

non
aveva sentito il bisogno di usare. Non piJ azioni palesi,
che si compiono alla luce del sole, dinanzi ad altri uomini,
egli riferisce
passa a studiare il cuore umano, che
oscuro, e cela sempre un mistero. Tacito cerca di scavare
in questo mistero. Ed ecco la sua prosa variegarsi, inmezzi

di

stile

quali, nei

capitoli

precedenti, Tacito

cresparsi.

Risaliamo

cos

alla

sorgente degli atteggiamenti

stili-

cercando di renderci conto perch l'espressione assume un nuovo aspetto, da un brano all' altro. Qui
si vede chiaramente il rapporto tra lo stile e la psicologia,
che costituisce la base del nostro capitolo sulla variatio
e, possiamo dire, di tutto il nostro lavoro. vero il Tacito che scrive periodi semplici, normali (il Tacito " classico , per cos dire); ma vero e grande anche l'altro
Tacito, che usa nuovi espedienti di stile, dei quali maestro. Giacch
questo
punto
sia
uno che l'altro
aspetto dell' espressione derivano dal suo studio psicologico, dalla tendenza a fare aderire la forma a ci che
stici

di Tacito,

il

1'


Siamo

sua

della

osgs^etto

106

descrizione. Antico e

nuovo, dunque.

ricondotti col pensiero alle opere minori, in cui tale

caratteristica

dello

cercammo per la prima


Da allora, molta strada
esperienza, umana ed artistica, intacitiano

stile

volta di cogliere e far palese


stata

compiuta, tanta

*.

ma la tendenza fondamentale rimasta la stessa.


La forma in Tacito Io specchio fedele della posizione
che lo storico assume dinanzi agli avvenimenti e agli uomini. E un modo di commentare ci che narra
che
un modo, in fondo, di rivelare se stesso.
tercorsa

Anche

regolarit, quindi, di alcune

la

forme espressive,

dev' essere guardata entro questo cerchio psicologico che

cinge r opera di Tacito.

Ho
hanno

scritto innanzi'
in

una

Tacito

giungere che

la

che

la variatio,

loro

come

la

concinnitas,

Possiamo ora ag-

funzione.

semplicit del periodo, la sua eleganza,

la

adattano bene ad esprimere il mondo esteriore, gli avvenimenti che serenamente si svolgono, senza
turbamenti o complicazioni spirituali \ Quando subentra,
invece, il mondo dell' anima, della passione, quella forma
sua classicit

di

si

non basta

espressione

pi, e Tacito costretto a fare

appello a nuovi mezzi espressivi. qui

problema di TaLo stile nervoso, complicato, spezzato un


completamento di quello pi lineare, pi piano, insomma
pi ciceroniano o liviano.
Alla luce di queste considerazioni, comprendiamo meil

cito scrittore.

di tanti finali di discorsi

glio la classicit

come mettemmo

cit persistente,

comprende anche meglio

pp.

'

Cf.

'

Cfr. p.

40

la

in

rilievo)

e diretti

^
;

si

SS.

117.

Cfr. pp.

funzione del parallelismo, ecc.

*
Cfr. quanto osservammo circa la maniera
provvedimenti di Claudio (pp. 139-41).
Cfr. pp. 128 ss.
-

indiretti (classi-

161

ss.

in

cui son descritti

saggi

;.

207

Questo fenomeno si osserva non solo nei libri XIII-XVI,


ma anche nella prima esade. Anche qui lo spirito di Tacito, di solito cos teso ed eccitato per gli avvenimenti
che narra, si acquieta, quasi, e sembra riposarsi, dinanzi
alle azioni buone, o per lo meno non malvage, dei suoi
personaggi, anche se questi si chiamano Tiberio *.
interessante leggere cap. 6 del IV libro degli Annali.
il

Tacito dice di voler esporre


altre parti dello Stato, sino

criteri ai quali

all'

si

ispirarono

anno che segn

l'

le

inizio del

malgoverno di Tiberio: lam primum publica negotia et privatorum maxima aput palces tcadabantur, dabaturque pcimoribus disserece et in adalationem lapsos co6ibebat ipse
mandabatque 6onores, nobilitatem maiorum, clantudinem
militiae, inlustres domi artes spedando, ut satis constaret
non alios potioces fuisse. Sua consulibus, sua praetoribus
spedes; minorum quoque magistratuum exercita potestas;
legesque, si maiestatis quaestio eximecetur, bono in usu.
At /rumenta et pecuniae vedigales, ceteva publicorum fructuum sodetatibus equitum Romanorum agitabantuc. Res
suas Caesar spedatissimo cuique, quibusdam ignotis ex
fama mandabat, semelque adsumpti tenebantur prorsus
sine modo, cum plecique isdem negotiis insenescerent...
Ed ora si veda e. 7 in. Quae cunda non... comi via,

sed

fi

terum

animi
volutus,

r r

du

ae

...

nullo

Tiberius...

formidaius, retinebat; S Cean ut fivmitudinem

metu

o s t e n t a re t ; 9 ad vana et totiens invisa


de reddenda re publica u tqu e co n s u I e s

regimen susciperent;
voces dolentum
duebat.

simulatione

Giudizio,

12

in.

magis

Ceterum...

qu a m

penetrazione psicologica,

re.

senatus...

li b e

in-

simulazione,

'
Scrive il Yannucci {Studi storici e morali sulla letteratura latina, Torino
1871, p, 467) che Tacito "con affetto ricerca la virt, e con affetto la celebra
appena si mostra . Ora, sino a che punto questo affetto si effonda nella dolcezza espressiva si nota qui e altrove
cfr., per
quanto riguarda Tiberio,
pp. 134 ss.; cfr. inoltre pp. 33; 182.
-.


mcnzos^na,
plesso

finzione.

Siamo

un altro mondo, piij comil bisogno


di ricorrere

in

per esprimerlo. Tacito sente

che abbiamo

agli espedienti di stile

primi

i20S

sei

libri

degli Annali

si

indicati.

Lo

dei

stile

svolge tutto su questa linea.

Ma. ora che abbiamo prospettato sotto questa luce


problema del Klassistismus di Tacito sia nelle Historiae che
nella prima e nell' ultima parte degli Annales, cerchiamo
il

l) in che modo Y fiumanitas di Tacito diventi


complessa e pi ricca, proprio in questi ultimi libri
2) come tale piij profonda maturit spirituale si rifletta nelr espressione. Allora s che si potr parlare di un' evoluzione stilistica di Tacito, esaminata alla luce della sua evo-

vedere:

di

piij

luzione spirituale.
libri degli Annali che vanno da XI a XVI segnano
un notevole passo innanzi nella scoperta che Tacito fa
dell' uomo. Nei primi sei libri, Tiberio ci rappresentato
soprattutto come un uomo politico che risolve, con metra questi, occupa il primo posto
todi alquanto duri
un problema politico. Si direbbe che
simulazione
la
I

in quel mondo non ci fosse posto per le donne: e noi


pensiamo che la mancanza di un tenero alifetto muliebre
anima di
abbia non poco influito a rendere pi cupa
l'

regno di Tiberio,
le donne... non potendosi accusare
osserva il Vannucci \
ed
di voler occupare lo stato, si accusavano di lagrime
una madre fu morta per aver pianto il figliuolo che le
senza

quell'imperatore

sorriso.

Sotto

il

"

avevano ucciso

elemento femminile entra invece in pieno nei libri


Xl-XVI, portando con s una serie d'interessi e di problemi
che nella prima esade avevano
amore, passione, lusso
avuto scarsa importanza. La visione si allarga. Sul problema politico, prevale quello psicologico, anche se questo
L'

in

'

funzione della politica. Le ombre,

O. e.

p.

457.

le

grandi

ombre

ri-

sfondo del quadro ma accanto ad


mai viste per l' innanzi.
Ed ora passiamo ad esaminare come tale psicologia pi

mangono sempre,
esse

209

aprono

si

sullo

luci

delicata, abbia la sua espressione linguistica e stilistica. Nel

brano che
anche

la

appartenente

citer,

diatamente

ai passi

sopra

che,

lingua

al e.

riportati,

che segue imme-

12,

apparir evidente

come affermava

come

Leopardi',

il

elemento inseparabile dallo stile sia da Tacito chiamata


a rendere le nuove sfumature di cui ho parlato Cekcum
infracta paulatim potentia matcis de l a p s o Nerone in
amorem libedae, ... simul assumptis in conscie ntiam
M. Otione et Claudio Senecione... Ignara maire, dein fru:

inrepserat per luxum et ambigua


ne senioribus quidem... adversantibus, muliercula...
cupidines principis explente, quando uxore ab Octavia, noobnitente, penitus

stra

secreta,

quidem

bili

praevalent

et probitatis spectatae, fato


inlicita,

quodam, an quia
ne... Lungo

abfiorrebat metuebaturque,

periodo, che tiene continuamente sospeso


della lunga serie degli ablativi

assoluti.

il

lettore,

a causa

Sembra che non

voglia mai fermarsi,

Tacito, nel suo desiderio di scavare


fondo
ne nasce, cos, come un' interrotta
catena di frasi, un intreccio di pensieri. Al periodo ritmico
di Cicerone si sostituito, qui, il periodo psicologico. Man-

sempre

pij

cano

nessi

delle idee

in

grammaticali e

sintattici;

restano

legami

Prosa invertebrata, ma oscura mai. Anzi, Tacito riesce


a portare un raggio di luce in un mondo pieno di oscue di mistero. Ci

rit

siamo imbattuti

in

termini

o espres-

Flora), Milano 1937-3S, Voi. II, p. 162.


ese) parla di " costiparsi e quasi... affollarsi di
frasi corte-... E ogni irase un' idea
le frasi clie si urtano sono idee che si
urtano e la mente del lettore portata per una serie rapida di pensieri
successivi o contrari . Circa la tendenza di Tacito ad usare frasi lunghe e
disarticolate, cfr., oltre che Courbaud (o. c, pp. 244 ss.: ampia e chiara
trftt'azione). Marouzeau (TraltJ... [o. e], pp. 240 ss.). Per esempi di lunghe serie
'

Gir. ^.baldorie di pensieri (ed.

Il

Marchesi

(o,

c,

p.

di ablativi a?solu;i

in

Tacito, cfr.

Draeger

pp. 8 ss).

14

A. Slraiore

Stile e :itrr.o in

Tacito.

(o.

p.

90),

Andresen

(o.

c,


sioni poetiche.

mento
il

Anche

di espressivit.

prosa

ritmo della

lingua e al ritmo

memmo,

210

poesia

la

Quando

non

diventa

bastano,
Tale

poesia.

della

Tacito

attraverso

le

opere maggiori

la

aW Agricola,

Gli stessi procedimenti

le

espri-

visione

si

Germania,

alla

Tacito, al culmine della sua

evoluzione, mostra di sentire pi profondo


poesia, di sfruttarne meglio

ricorre alla

pensiero gi

nel capitolo sui discorsi diretti

ora, allargata. Dal de oratoribus,

Tacito stru-

in

della prosa

lingua

la

valore della

il

molteplici possibilit.

stilistici

si

ripetono

An. XIII

in

confermano la verit di quanto siamo venuti


sin qui esponendo: Eodem anno crebris populi flagitaiionibus immodestiam publicanoriim argiientis, dubitavit Nero, an
50 e .XIV

cuncfa vectigalia omitti tuberei idq.ue pulcferrimum domini generi mortaiiim darei (.XIll 50). Lo stile piano, scor-

denota l' entusiasmo col quale Nerone vorrebbe


prendere il provvedimento ^
Le cose cambiano, passando al secondo brano. Si
entra in un altro mondo si profila la triste sorte di Agriprevole,

Poppea usa

pina.

le

sue

-.

mondo

il

mondo,
Ed ecco come Tacito

l'amore, della passione


dell'anima.

arti

il

dell'intrigo, del-

anzi, meglio,

atteggia

la

il

mistero

sua espres-

Qaio Vipstano C. Fonteio consulibiis din mediianon ultra Nero disiulit, vetustaie imperii coaaudacia et flagrantior in dies amore Poppaeae, quae...

sione

tum

scelus

lita

'

Cfr.

pp. 162

SS.

Si noli la soltile

sfumatura

contenuta

(scrivo alcuni esempi presi dai brani

nella

disposizione

dei

termini

a senatu;
et quamquam censuissent patres; quo octus erat Mero; cum... iurarent mag[stratus... turare profiibuit; dubitavit Mero (cfr. invece, pi avanti, diu meJitatum scelus non ultra Mero dstulit). Sarebbe interessante, magari sfruttando il
materiale raccolto dall' Andresen (o. c, pp. 13 ss.), una ricerca intesa a cogliere, attraverso la particolare collocazione dei nomi propri, o de^jli aggettivi
derivanti da nomi propri, lo sl.ito d' animo di Tacito riguardo ad un determinato personaogio, in un determinato momento. Nei libri degli Annali 1-YI
significativo il gioco molteplice di termini che si rif.'riscono a Tiberio, che
ora visto come Tib-^riu^ (spesso con intenzione dispregiativ;i, come risulta
di mij indagini personali) ora invece nella luce del Caesar, dell' imperator, etc.
citati):

cofiibebat ipsj

petivit

211

aliquando per facetias incusare principem et puplllum


vacare, qui... non modo imperli sed libertatis etiam indignerei (aftorano

espedienti

noti

tustate... et flagrantior,

stilitici

la

vaciatio

ve-

l'uso dell' infinito storico, col signi-

abbiamo scoperto

ficato che, in tanti altri luoghi,

in esso)

'.

Segue un discorso indiretto, nel quale si distinguono vari


momenti
Cur enim... An fecunditatem...
pensieri incalzano sempre di piij il tono di Poppea sembra farsi pi
grave (Timeri, ne uxor... superbiam avaritiamque matris
aperiat) ; si giunge al punto culminante, conclusivo (Quod
I

si

nurum...

ituram quoquo terrarum,

contumelias imperatoris

quam

del che ci avverte la struttura stessa

da un'ottima
per

Non

clausola.

capitoli successivi,

dell'autore

si

nei

ubi audiret potius

viseret periculis is nmxt):

il

del

caso

quali

periodo, chiuso

di continuare l'esame

lo

studio

manifesta mediante accorgimenti

psicologico
stilistici

gi

messi in rilievo altrove, e che ora, alla luce di queste nostre


considerazioni,

assumono un nuovo

valore.

pensar bene, lo stesso motivo per cui il discorso


di Pisene diverso da quello di Galba ^ che lo precede
di pochi capitoli, e l' intonazione di tanti brani, in cui son
presentate

le

figure di Tiberio e di Claudio, diversa

quella di tanti

in cui gli ste5^i

altri,

dall'attento studio di Tacito in

momenti

e circostanze di-

tono dei capitoli ove si narrano


Vespasiano si distingue dagli altri, che prece-

verse ^ e per
miracoli di

da

imperatori sono colti

cui

il

\ qqq. Si ha quindi modo di abbraccon un colpo d' occhio, quello che per me vero,
profondo e nobile significato della variatio in Tacito fatto
spirituale che ha la sua estrinsecazione, la sua proiezione
esteriore nello stile. Tutta 1' opera di Tacito segnata da

dono o che seguono


ciare,

il

'

^
^
*

Cfr. soprattutto pp.


Cff. pp. 151-52.
Cfr.

Cfr.

pp. 173
pp. 1S5

?s.;

55.

10

ss

141-4-:.

o\q

questa esigenza, dal Je cratoribus agli


trae la sua intima unit
L' allargarsi

dell'

orizzonte

mente, artistico di Tacito

a bianco e nero, secondo


cito traccia di

in

tra

il

ritratto

tecnica sallustiana

la

fiist.

e quanto

15

altri

ancora

che Ta-

dello stesso

4 (Otfo sive amore inbrano gi da noi esaminato nel capitolo sulla

personaggio
cautus...)

Otone

ciui

conseguente-

spirituale e,

pu osservare anche da

si

C' una dit^erenza profonda

fatti.

Annales.

opera del nostro storico \

1'

ranatio^.

scrive in An.

Nel

ritratto

Xlli

delle

Historae,

e'

ancora qual-

cosa di troppo pesante, anche dal punto di vista della


lingua (eoQue Poppjeam Sabinani, principale s e o rt II

l i

deposuerat, dome

m...
r e

r ).

on

mancano

Octaviam uxorem a momotivi umani, ad es,

certo

quello della cordialit e dell'eleganza,

ai quali

cialmente a quest'ultimo, dato risalto


riportato degli Annali.

qui,

per, spe-

brano sopra
una maggiore fusione ed
nel

anche una luce pi chiara, che emana dall'accresciuto inumana.


Punto di vista interessantissimo, per valutare
atteggiamento di Tacito, uomo e artista, dinanzi agli stessi avveteresse di Tacito per certi aspetti della psicologia
1'

e alle stesse figure, nel passaggio

nimenti

Annales

agli

Cfr. pp. 23

tutto

il

dalle Historiae

'\

ss.

(de oratoribus)

48

ss.

(Agricola);

64

ss.

(Germania);

cap. lY e passim.
Cfr. p. 95.

Reitzenstein

(cfr. Tacitus und sein


Werk, Neue Wege xur Antike,
1926, p. iS) pensa che il carattere psicologico del lilratto
di Otone, negli Annali, sia dovuto a una fonte diversa da quella donde
Tacit
attinse per li ritratto dello stesso personaggio, nel primo libro delle
Historiae. 11 R. non ha per osservato che la rappresentazione di Olone in
An. XVI non un fatto isolato
Claudio, Nerone, Petronio sono oggetto,
da parte di Tacito, di uno studio psicologico non meno delicato e protondo.
Quella rappresentazione si intona perfiltamente all' atmosfera ?pirituoie delesade. Sarebbe assurdo
l' uHirna
indipendentemente a ogni Quellenfrage
'

Il

Leiprig-Berlin

concepire un simile ritratto nel primo


I-VI degli Annales. La rappresentazione

libro delie Historiae


di

Otone

in

o anche

non

ritratto di

altrove,

Otone.

deve ricercarsi

la

fonte del

libri

esame, dunque, va conside-

anima di
complesso

rata nell'ambito dell'evoluzione spirituale e stilistica di Tacito. Neil'

Tacito,

nei

secondo,

pi

215

La scoperta deW/umanilas ci aiuta, oltre che a comprendere meglio Tacito artista, a meglio penetrare il segreto
della sua storiografa. Tacito

si

sforza

di

anime, senza entrar mai nei pettegolezzi.

avvicinarsi alle

Ma

mentre il TaHistonae ancora troppo aspro, duro, ancora

cito delle

troppo predicatore, insomma,


e' , nelle Storie, pi deconim che fiumanitas
il
Tacito degli Annales unisce al
decorum un senso di umana comprensione.
Per vedere come ci si realizzi in arte, basta rileggere
passo di An. XIII 46 e soffermarsi, dopo magari avere
il

scorso

ritratto di

il

tronio

XVI

(.4/7.

Vinio

{liisi.

sul

48),

di Pe-

ritratto

18-19)', Tacito ci descrive questo perso-

naggio con una certa compiacenza


non parla pi^i di
grandi vizi e di grandi virtij
li
sottintende, li sorvola
lascia che il lettore comprenda e giudichi. C' in Petronio
qualcosa di delicato, di fine Tacito ci fa sentire attraverso
molteplici giochi della sintassi e dello stile ... fabebaturque non ganeo et profligator... sed erudito l u X u : espressione, quest'ultima, pi lieve, rispetto alla pre;

cedente, realistica e cruda.

Tutto

nezze

ritratto

il

di

Petronio

e chiaroscurali.

stilistiche

intessuto

immaginare avvolto in un manto di stoica


diamo qui - tutto preso da interesse umano
a studiare

la

con simpatia

di queste

Quel Tacito che

si

fi-

soliti

austerit, ve-

discendere

un epicureo morente, rappresentarci


di quest'uomo che sa conservare, fino
stile di semplicit che ha caratteriz-

figura di
la

fine

agli ultimi istanti, lo

sua vita. Tacito ammira questa semplicit; a volte


lascia balenare un sorriso di compiacimento, attraverso la

zato

la

collocazione dei vocaboli e il ritmo della frase Dein revolutus ad vitia, seu vitionim imitatione ^ intec paucos
familiaviuni Neroni adsumptus est, elegantiae arbiter, dum
:

Bull' arte

Dacoromana,
2

Cfr.

p.

dei

ritratti

Roma
SS, n.

tacitiani,

1.

Pippidi Tacite et Tibre, in


pp. 24S ss.

cfr.

1938, Voi. Vili,

Epnemeds


amoenum

nlhil

Pe

ni u

molle

et

214

adfluentia

pataf,

nisi

giioJ ei

dprbvisst.

La figura di Petronio, che nel e. 18 ci stala mostrata


quasi da lontano, circonfusa d' una dolce atmosfera di semplicit, illuminata in pieno nel capitolo seguente, che ce
ne descrive la morte spregiudicata, L' inizio ha un facile
tono di racconto, quasi di fiaba Forte illis diebiis Campaniam petiverat Caesar, et Cumas usque progressus Petronius illic attinebatur : la musica del periodo tacitiano,
che siamo abituati a sentire. Petronio trascorre gli ultimi
momenti, prima di morire, conversando con gli amici non
per seda aut qulbus glrm cnstante ptrt, ascoltando
loro discorsi, che non vertevano sull'immortalit dell'anima, n eran massime filosofiche niM de inmortalitate
animae et sapientium placitis \ sed lv carmina et fcls
:

muore

versus. In un'atmosfera di perfetta naturalezza

come

nio,

Petro-

Valerio Asiatico, un altro epicureo, del quale Ta-

cito fa risaltare

pensiero semplice, affettuoso e quasi pre-

il

muroso per le cose inanimate ed insensibili vnas xslmt,


viso tamen ante rogo iussoque transferri partem in aliam,
ne opacitas arborum vapore ignis minueretur: questi alberi
:

vivono

nella nostra fantasia,

come

tante creature [An. XI

Valerio Asiatico, Otone, Petronio

comprensione umana

della

esprimerla
Il

siamo

di Tacito e della

3).

culmine

al

capacit di

arte.

in

Tacito dei

libri

l-VI

degli Annali scrittore

gran-

dissimo, di una penetrazione e di un' acutezza psicologica

che a volte
storia

'

p.

g'

turba e quasi spaventa.


circoscritti.

Ma

limiti

che

la

L' allargarsi dell' o-

Ronconi {Da Lucrezio a Tacito, Messina - Firenze 1950,


"un luogo comune della storiografia retorica stoicizEante, ma rove-

Osserva

194):

ci

impone sono pi

il

sciato e rivestito di sottile

giochi di ritmo pieno

ironia

tutto

il

Si

ritratto

noli

il

contrasto

ritmico

di

questi

gldrm cnstante petret;


brano un fono d'ironica solennit;

sapintlm plclts (le clausole danno al


non sfugga neanche la poetica gravit del

tra

placitis) e levl carmina...


dovuto anche

nuovi

ai

psicologica

l'indagine

tragedia cupa,

commedia

ingenuo non riconoscerlo


che si presentano
dello storico. Da un'atmosfera
imperatori

al-

di

passa ad un'atmosfera, spesso, di tragi-

si

Comunque,

sarebbe

umano

rirzonte

215

a Tacito spetta

il

merito altissimo

di aver saputo penetrare lo spirito di avvenimenti e figure

diverse e d'aver saputo trovare

esprimere questo diverso

La
tratti,

stessa

evoluzione

passa a quello

si

mondo
si

mezEi

stilistici

osserva

se,

dal canpo dei

descrizioni. Si legga,

delle

ad

adatti

psicologico.
ri-

dopo

(inIli 33 (saccheggio di Cremona) e soprattutto 71


cendio del Campidoglio), An. XV 38, la descrizione, cio,
dell' incendio di Roma.
Di ben altro aveva parlato Tacito nel capitolo immediatamente precedente, che vai la pena di trascrivere per
osservare, da un altro punto di vista, la larghezza di oriz-

Nist.

zonte

parte della sua opera. Si de-

di Tacito, neir ultima

bagordi di Nerone
Igitur in stagno Agn'ppae
fabiicatus est ratem [scil. Tigellinus], cui superpositum
convivium navitim aliarum tradii movevetur^. Naves auro
et ebore distinctae; remigesque exoleti per aetates et scientiam libidinum componebantur. Volucres et feras diversis
e terris et ammalia maris Oceano abusque petiveraf. Crepidinibus stagni lupanaria astabant illustribus feminis completa, et contra scorta visebantur nudis corporibus. lam
scrivono

gestus motusque obsceni

quantum
et

et

postquam tenebrae incedebant,

iuxta nemoris et circumiecta teda consonare cantu

lumini bus e la re scere.

Siamo

entrati

in

pieno

nel

mondo

della poesia

ci

"
'
Le rgne de Ticre. tei que Tacite 1' a racont, e' est une admirabie
Irag Jie, pleine d' horreur et d' loquence (Fabia, o. c, p. 450). Su 1' arte
grande con cui Tacito ha dipinto Tiberio, cir. Henriot Tacite, in Hommes et

Mondes 1948, pp. 426


*

La

reiasione

ss.

primo e il secondo periodo di questo brano


da Clarence W. Mendell in Latin sentence connection.

tra

il

chiaramente

illustrata

New Haven

1917, pp. 21-22.

216

troviamo dinanzi ad una lingua animatrice delle cose


Qui, pili che altrove, possiamo apprezzare

in-

sensibili.

le

grandi qualit di Tacito nelle descrizioni.

Ed ora ritorniamo a Nerone Ipse... ni6i!


quo corruptior ageret, nisi paucos post
contaminatorum greche ... in m o d ii m

flagitli reli-

dies uni ex

querat,

'

ilio

1 1

m coniugiorum denupsisset.

i II

che lo stile di Tacito rapido, breve. Giusto ma


bisognerebbe aggiungere che Tacito sa essere abbondante,
e adoperare espressioni di una certa estensione, d'un certo
peso, quando vuole esprimere qualcosa di osceno, di grotSi dice

che desta un riso di disprezzo, come qui, e, per


un altro esempio, in An. XI 27 Haud sum ignarus
fabulosum risii m iri... consulem designa tuni ciim uxore
principis...
ve lui s u se i p i e n d o r u m l i b e v q e u m
tesco,

citare

causa

convenisse ^

Anche questo aspetto della sensibilit e dell' arte di


Tacito va dunque considerato, questa sua capacit di caricare

una

di

tinte

le

commentare

scena, che una sua maniera di

Qui

fatto descritto.

il

nasconde

si

l'

ironia di

Tacito.

Negli

tanto

Un
luogo
si

d'

degli

libri

soprattutto nel

brano,

1.

XI

Annales

Pensiamo

1'

in

sorriso dello storico.

il

dil^icilmente

nelle Historiae.

85, ov' ritratto

di tanto

affiora

come questo che abbiamo

degli Annales,

libro

Ili

ultimi

al

letto,

del

XV

avrebbe potuto trovar


brano famoso di Hist.

aspetto ripugnante della

citt, in

cui

mescolano tristemente combattimenti, ferite e lordure


ogni genere saeva ac deformis urbe tota facies...^
Mi sembra che ci sia, tra due brani, la stessa distanza
:

da noi notata

tra

le

rappresentazioni diverse che di

fa Tacito, nelle Historiae e nel XIII

Carm.
37, 9.
quanto osservammo a

'

Cfr. Hor.

Cfr.

Cfr. p.

178.

p.

112 e

ivi,

Otone

libro degli Annales.

n.

3.

217

Chi volesse disegnare rapidamente un' ideale biografia


di Tacito, dovrebbe tener presente questa graduale conquista di serenit, che conquista anche di poesia e di suggestivit. Nel lungo cammino, Tacito si andato spogliando

una certa veste di moralista ed divenuto uomo che


comprende di pii^i, penetra di pi. Ora. questa sua ascesa
spirituale si esprime, artisticamente, nella maniera che si
di

cercato di mostrare.
Il

esce

problema dell' evoluzione stilistica del nostro storico


dunque illuminato dalla visione, che abbiamo deli-

neata, di Tacito

uomo

e artista.

APPENDICE

PROSPETTO DELLE CLAUSOLE DEL DIALOGO


DELL' AGRICOLA E DELLA GERMANIA''
Clausole complessive del

345
515
della Germania: 329

dell'

I.

CRBTICO

t:

TROCHEO

Dialogo
Agricola

-.

II.

DICRETICO

HI.

DITROCHEO

IV.

DIPODIA TROCAICA IPl:RCATALr:TTICA

F,

CLAU^ULA H5R01CA

INDICE DEI PASSI DI TACITO CITATI


AGRICOLA

DE ORATORIBUS
C.

pp.

C.

18.

8;

5;

2 p. 11.

12; 19; 21; 39; 58; 62.


8 pp. 1; 5; 18; 20; 22; 24; 29.
7 p. 70.

5 pp.

9
10
11
Ce.
C. 12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22

pp. 19 (n.); 62.


pp. 2; 30.
pp. 3; 22; 25; 28.
ss.

9 pp. 36; 42; 43; 44.


10 pp. 44; 51; 75 (n.).
(n.);
12 pp. 13
30; 45
52;

12.

p.

20 p. 46.
21 p. 46.
22 pp. 48;

26;
5;

40.
9;

20;

24; 26; 30;

23 pp. 5; 8; 13; 18; 28; 32; 40.


24 p. 40.
25 pp. 7; 29.
26 p. 7.
27 pp. 12; 20.
28 pp. 8; 20; 23; 41.
Ce. 28 ss. p. 9.
C. 29 pp. 22; 29; 62 (n.).
30 pp. 20; 26; 31.
31 pp. 6 (n.); 11; 19; 20; 22;

32;

15

32
34
35
36
37
38
39
40
41

39.

pp. 26; 40.


pp. 11; 20; 22; 39.

pp.
pp.
pp.
pp.
pp.
pp.
pp.

18;

29

(n.).

21; 28; 29; 39; 62.

21;

22;

19;

33.

25;

40.

62.

26;

33;

21;

25; 62.

6;

30;

26.

A. Salvatore

Stile e

46;

48;

53.

45.
(n.).

55

(n.).

24 pp. 24; 56.


25 pp. 36: 44.

32.

42;

pp. 39; 40.


pp. 9; 31.
pp. 3; 6; 26; 30.
pp. 4; 9; 29 (n.).
3;

(n.);

13 pp. 36; 52; 56; 113.

18 pp. 52; 56
19 p. 46.

19.

7;

43;

56.

15 pp. 22;
16 pp. 44;

p. 22.

pp.
pp.

(n.);

pp. 20; 25; 28; 30.


pp. 20; 30; 40; 62.
pp. 22; 39.
p.

pp. 20; 25.

1 pp. 35; 40.


3 p. 45 (n.).
4 pp. 35; 41; 44.
5 pp. 42; 46; 49.
6 pp. 12 (n.); 29
45 (n.); 50.

ritmo in Tacito.

26 pp. 42; 56; 112


27 pp. 36; 46; 120.

(n.).

29 pp. 43; 56.


30 pp. 37; 38; 42.
Ce. 30-32 pp. 37; 155 (n.).
C. 31 pp. 38; 42; 52 (n.); 130 (n.).
32 p. 42.
33 pp. 21; 30; 42; 43; 56.
Ce. 33-34 p. 37.
C. 34 pp. 42; 56.
35 pp. 43; 44; 48.
Ce. 35 ss. p. 52.
C. 36 pp. 46; 53; 56 e n.
37 p. 53.
38 pp. 53; 54; 55 (n.); 56 (n.),
39 pp. 42; 50.
40 p. 42.
41 Dp. 21; 42; 43; 56 (n.).
42 pp. 43; 45; 47; 49; 50; 113.
43 pp. 42; 44; 49; 56; 113.
44 pp. 36; 43.
45 pp. 36; 42; 51.
46 pp. 25; 36; 43.


GERMANIA
C.

>

>

>

1 pp.
2 pp.
71
3 pp.
71
4 pp.
5 pp.

*
*
.-

>
*

>

*
*
..

;.

7>

60;

(n.);

(n.);

(n.);

74; 75;

60;

64,

66

(n.).

63;

(n.).

59

63 (n

(n.);

HISTORIAE

66 (n);

);

(n.).

63;

Libro

I.

59;

29; 29

59;

64
29

C.
64;

(n.).

71

(n.);

59; 71

(n.).

59; 63

(n.);

60;

19
(n.);

59;

(n.).

61;

6 p. 48.

7 p.

14
15
16
18
21

64

66

(n.).

(n.);

61;

(n.);

28

74

68

(n.);

29.

89.

pp. 19 (n.); 90 (n.).


pp. 27; 147.
pp. 27; 147; 148.
p.

91.

p. 123.

22 p. 124.
9U (n.).
28 p. 89 (n.).
29 pp. 27; 151.
30 pp. 21; 112; 151.
j
31 p. 85.

(n.).

62;

n.;

70; 71 (n.).
20 pp. 29 (n.); 59; 62 (n.);
63 (n.); 68 (n.); 71 (n.).
21 p. 71 (n.).
22 pp. 60; 64 (n.). 70.
23 pp. 59; 70.
24 pp. 61; 66.
25 pp. 59; 69; 70.
26 pp. 68; 72 (n.); 73.
27 pp. 19; 64 (n.); 67; 68; 73.
28 pp. 63 (n.); 70; 71 (n.).
29 pp. 64 (n.); 65 (n.); 68 (n.);
(n.).

27 p.

.>

7>

:!.

,.>

30 pp. 58; 59; 64 (n.); 66 (n.);


68 (n.); 73.
31 pp. 66; 67; 71.
32 pp. 66 (n.); 74 (n.).
S3 p. 59.
34 pp. 19 (n.); 64 (n.); 73; 75.
35 pp. 21; 72; 73.
36 pp. 65 (n.); 71 (n.).
37 pp. 22; 66 (n.); 73.
i8 p. 71 (n.).
39 pp. 59 (n.); 73; 74.
40 pp. 61; 65; 74.
41 pp. 60; 71

^
65.

(n.);

73;

4 pp. 9

9 p. 21.
10 p. 153.

73.

(n.);
(n.);

2 pp. 23; 81.

(n.).

71, 73.

71; 71

76 (n.).
46 pp. 59; 61

72.

59

8 pp. 65, 65
10 pp. 19, 64

pp.
pp.
pp.
pp.
16 pp.
17 pp.
18 pp.
64
> 19 pp.
f

30;

C. 45 pp. 20; 40

64 (n.).
64 (n.); 73.
6 pp. 59; 71 (n.).
7 pp. 59; 59
(n.);
63;
71 (n.); 73.

12
13
i.
14
> 15

71:

64;

226

(n.).

42 p. 71 (n.).
43 pp. 66; 73 (n.); 75, (n.).
44 pp. 69 (n.); 71 (n.); 74.

r>

,>

32
33
34
36
37
39
40
41
42
44
47
50
52
62
66
68
76
79
80
81
82
83
84
88
90

pp. 125 (n.);


pp. 125 (n.);
pp. 90; 107.

126
126

(n.).
(n.).

pp. 107; 152.


p.

152.

p.

196

(n.).

pp. 148; 171; 186


126.

p.

p. 90.
p.

90

(n.).

p. 30.
p.

151

(n.).

p.

125

(n.).

p.

126.

126 (n.).
pp. Ili; 177 (n.).
p.

p.

108.

p.

53

pp.
p.

172;
101.

p.

173.

(n.).

pp. 27;
p.

152.

p.

111.

175.

152.

pp. 85; 89

(n.).

(n.);

191.


Libro
C.

22 pp. 171; 172.


25 p. 94.
28 p. 188 (n.).
29 pp. 100; 171.
37 pp. 90 (n.); 203 (n.).
39 p. 96.
44 p. ISO.
45 D. 174 (n.).
47 p. 152.
49 p. 114.
56 p. 111.
70 pp. 174; 19:
74 p. 124.
75 pp, 124; 125.
76 pp 124 (n.); 152; 153
77 pp, 152; 152 (n.); 153
81 p. 196.
93 p. 87.
87 p. 191.
89 D. 183 (n.).
93 R. 178.
99 pp 90 (n.); 173.
101 p 90 (n.).
.

2
10
13
14
17
18
19

20
23
24
28
30
31
33
39
49
59
60
61
64
65

154;

pp
p.

96

p.

128.

p.

187.

180;

pp
p.

122
154

p.

193.

p.

128.

p.

III.

155.

(n.).

121;

pp

128;

186

183

(n.).

(n.).

(n.).

173.

p.

177
pp. Ili

p.

(n.).

(n.);

pp. 171; 178.


.

p. 156

(n.).

p.

107.

p.

23.

p.

128.

p.

107.

pp

122 (n.);
126 (n.).

p.

173.

67 pp. 173

II.

8 p. 186 (n.).
12 pp. 174; 176.
15 p. 188 (n.).

Libro

227

(n.).

(n.).

(n.).

(n.);

197


11 p.

>

C.

134.

12 p. 108.
> 17 p. 130.
> 25 pp. 100;

228

6 p. 135.
10 p. 93.

12 pp. 20; 154

176.

>

28 pp. 100: 102.

20
22
25
30
40
44
45
46
48
52
54
69

31 p.

131.

34 pp. 90; 120.


36 p. 19 (n.).
40 p. 173 (n.).
41 pp. 121; 178.
Ce. 42-43 p. 152.
C. 45 p. 101.
47 pp. 136; 177.
49 p. 155 (n.).
51 p. 177 (n.).
58 p. 163 (n.).
> 61 p. 174 (n.).
62 p. 89.
> 64 pp. 21; 87 (n.); 173.
^ 65 pp. 172; 179 (n.); 193
IRQ
189 /'ni
(n.).
67 pp. 93 (n.); 94 (n.); 180
> 69 p. 172.
70 p. 181.
81 p. 29 (n.).
>

>

j-

i>

Libro
C. 5 pp. 21; 127.
Ce. 15-16 p. 129.
C. 20 p. 112.
21 pp. 53 (n.).
> 23 pp. 86; 180
> 26 p. 137.
35 p. 97.
> 38 pp. 30; 156.
41 p. 127.
> 43 p. 92.
44 p. 113.
^ 45 p. 129 (n.).
49 p. 159.
55 p. 97.
* 63 p. 93.
71 p. 152.
77 p. 138.
82 p 121.
88 p. 18.

C.

4 p. 86.

5 p. 134.

(n.).

96.

87
93
p. 89
p.

(n.).

p.

(n.).
(n.).

p.

131.

p.

89

(n.).

pp. 120; 129.


pp. 19; 130.
p. 97.

p.
p.

93
93

(n.).
(n.).

p. 135.

Libro IV.
C.
(n.
(n.);

(n),

2 p.

p.

196

(n.).

207.

7 pp. 87; 207.


8 p. 207.
Ce. 8-9 p. 135.
C. 9 p. 207.
11 p. 113 (n.).
12 pp. 2; 207; 209.
18 p. 29 (n.).
21 p. 90 (n.).
31 p. 93 (n.).
Ce. 34-35 p. 163 (n.).
j.
37-38 p. 159.
C. 40 pp. 121; 154 (n.).
41 p. 121.
46 p. 86.
49 p. 188 (n.).
50 pp. 86 (n.); 186 (n.).
51 pp. 87 (n.); 93 (n.); 94
56 p. 19 (n.).
63 p. 101.
70 p. 138.
^

II.

(n.).

'

Libro V.
C.

3 p. 108.

C.

Libro VI.

;.

Libro

p.

III.

7 pp.

8
13
19
33

p. 87.

Ili;

pp. 113
p.

87.

p.

176.

p.

175.

112.
(n.);

163

(n.).

(n.).

229
29 (n.); S'*
35 p. 174 (n.).
38 pp. 91; 95 (n.).
51 p. 109.

C. 34 pp.

Libro XI.
C.
>.

;>

;.

;,

>

2 p. 196 (n.).
3 pp. 13; 139; 214.

6
15
19
20
24
25
26
27
30
31
32
35
36

p.

90

p.

22.

p.

148.

pp. 88: 95.


pp. 120; 216.
141.

pp. 100; 141; 176.


p.

110.

p.

110.

p.

(n.).

102 (n.).
pp. 94; 140; 177.
p. 164 (n.).
pp. 22: 171.
p. 164 (n.).
p.

22.

p.

102.

pp. 22;

102.

->

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102.

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>
>

Xm.

204.

92.

pp. 112; 215; 216.


pp. 28; 87; 92.
pp. 86; 187.
p.

109.

p.

93.

54 p. 90.
63 pp. 150

(n.);

162.

p. 96.
p.

Libro XVI.

204.

11 p. 204.

C. 13 D. 176.

12 p. 91.
13 pp. 103; 103
14 p. 103.

16
18
21
30
35
44

S7
38
44
48
51

p. 155.
p. 204.
p.

:>

.36 p.

p. 94.

Libro
3
4
6
8
10

Ce. 1-17 p. 195.


C. 2 p. 161 (n.).

3 p. 172.
13 p. 196.
15 pp. 96; 196.
16 p. 197.
17 p. 196.
20 p. 161.
Ce. 20-21 p. 167.
C. 21 p. 161.
34 p. 178 (n.).
.;

p. 108.

p.

(n.).

Libro XV.

p. 140.

C.

:>
35 p. 130 (n.).
Ce. 43-44 p. 162.
C. 48 p. 86.
Ce. 53-54 p. 160.
C. 54 p. 150 (n.).
Ce. 55-56 p. 160 (n.).
C. 59 pp. 91 (n.); 150

p. 85.

>.

(n.).

p. 139.

p.

1 pp. 22; 210.


3 p. 102.

4 pp. 87; 90
5 p. 92.

7 p. 89 (n.).
10 p. 186.

(n.).

(n.).

Libro XIV.
C.

139.

.>

54 p. 93.
Ce. 55-56 p. 130
C. 56 p. 163.

p. 165.

Libro XII.

.>

C. 45 p. 105.
* 46 pp. 95; 102; 212.

p.

C. 10 p. 130

11
13
20
21
33
37
39
v 47
>
48
>
51
>
86
>
68

p.

94.

p.

103.

164
pp. 112
p.

p.

pp.

(n.).

(n.);

97.
95;

104.

14 p. 204.
16 p. 82.
18 p. 88.
Ce. 18-19 p. 213.
C. 22 pp. 161 (n.);
23 p. 92 (n.).
30 p. 93.
31 p. 162.
35 p. 162.

(n.).

210.

162

(n.).

INDICE-SOMMARIO
DEI PRINCIPALI ARGOMENTI TRATTATI.
Ablativo assoluto

-.

peso dato ad un concetto mediante

passaggio
funzione espressiva
Accento

1'

a.

prop. principale

alla

a.

dall' a.

pp. 64

65

86.

p. 96.

-.

pp. 196 e

a.:

dell' a.

a.

197.

1;

n.

importansa

elemento del ritmo:

quale

dell' a.

152;

pp.

170-,

175-

184; 187.

AGRICOLA:

rapporti
antico e

e ritmici col de.

nuovo

nell'

importanza

influenza
originalit
arte del
spirituali

Asindeto

de

o.

nuovo

al

stile

di T.

di

rispetto a Sallustio

T.,

spirituale

poetici
:

pp.

stilistica

-.

nell'

55

p.

di

T.

pp. 38; 42
pp. 47; 49

pp. 54; 35;

56-.

57.

ss.

ss.

49.

51.

p.

influenze di Virgilio, linguistiche,

nell' A.;

54

A.

-.

stilistiche,

56.

espressivo

dell' a.

pp. 62; 63 e passim.

-.

effetti

Clausola

36.

valore

p.

dal

Sallustio nell' A.

di

descrizione animata

elementi
Anafora

o.

passaggio

nell'evoluzione

dell' /.

stilistica

ritratto

A.

41.

p.

stilistici

artistici

ottenuti

mediante

I'

a.

pp. 68

n.

3;

i93.

funzione espressiva della clausola,


67; 74;

104;

105; 122;

l'io;

elemento del ritmo-,

pp. 61; 63;

127; 128; 129; 130; 131; 153; 134; 136;

1?7;

1?S;

il

il

Galba; nobilifasione del personaggio mediante

disc, di

pp. 147

Claudio, studiato

disc, di

malinconia
disc, di

diretti,

dir.

reiasione al disc, delle tavole di Lione;

in

dinanzi

di T.

documento

al

nel disc, di Risone

del disc. dir.

storico: pp. 150-51.

sua intonazione diversa da quella del

nel

quadro

della narrazione, dei discorsi in-

154-55.

ecc.: pp.

pronunziati da Tiberio: pp. 155

disc. dir.

recano per

eh' essi

personaggio: pp. 156

la

scoperta

ss.

fumanitas

dell'

ultimi

in T.

ritorno di T. all'antico? p.

arte,

T.,

Discorsi indiretti

strumento

di

questo

ss.

oratoria e poesia negli


discorsi degli Annali:
clausole poetiche, espressione del sentimento poetico
funzione psicologica delle clausole
164.
in

disc.

Galba: pp. 151-52.

contributi
i

il

ss.

comportamento

funzione

233

di

pp. 161
di T.

ss.

pp, 163 ss-

p.

166.
168.

verit: p.

loro importanza e funzione nell'opera T. pp. 120


monologhi Olone e Vespasiano: pp. 123-25.
facolt T. espressa nei
ind.
adeguare
di

ss.

di

di

di

disc.

tenuto psicologico e sentimentale: pp. 125

sensibilit

di T. nel farci

disc, ind., espressione di

duale (pp. 134

prevalenza

in

173

(n.

ritmo

maggiore approfon

144.

il

di
il

dell' e.:

trattazione speciale a pp. 106


1;

178

(n.

l);

180; 192;

ss.;

196;

inoltre:

197.

T.

pp. 74

problema

di T.

p.

175; 176 e n.

2);

(n.

Evoluzione stilistica

Fonti

il

psicologia collettiva (pp. 128-33) e indivi-

dei disc. ind. negli Annales, indice di

funzione espressiva

ESAiMETRI

lo stile e

ss.

pp.

attraverso

pp. 128

con-

141-42.

ss.).

dimento psicologico:
Ellissi

prevedere

sviluppo degli avvenimenti:

lo

lo stile al

ss.;

pp.

Tacito

1);

(n.).

dell' e. s.

2C0

162; 224

studiato in relazione

con

1'

evoluzione spirituale

ss.

loro studio non dev'essere disgiunto da un' adeguata

penetrazione


delle caratteristiche

9t2

GERMASIA

(n.

stile

la

oratorio nella G.

retorica

umano
di T.

della

pp. 61

brevit

197

pp.

(n.

l);

G.,

pp. 53; 59; 6C; 61.

in

funnione

un

di

contenuto

sentimentale e

ss.

e stile lapidario; importanza della G. nell' evoluzione

stilistica

pp. 67; 68; 69; 70; 71 e noie relative.

influenze virgiliane nella G.; confermarsi ed accrescersi dell'elemento

poetico nell'espressione di T.

pi
umanit

pp. 67

(n.

concentrato, rispetto a Sallustio

stile

e dell'anima di T.

stile

3).

dello

i234

di lingua

nelle descrizioni

70.

p.

aria di mistero; suggestivit del ritmo e dello

della

G.

73.

l);

72.

p.

-.

negli ultimi capitoli

stile

pp. 74; 75.

-.

HU>fA,s-ITAS:

Allargarsi

dell'

Iato

umano

orizzonte

della lingua e dello stile

-.

e conseguente

T.

di

pp. 208

arricchimento

ss.

che ne conseguono-,

artistici

effetti

17 3; 175 e n.

pp.

1.

Infiniti descrittivi-.

considerati

relazione col verbo

in

contengono:

46; 47; 43; 49; 5C; 53; 54; 174 e n.

188 e

Iperbato

175;

anche: pp.

ss.),

v.

177

(n.

176;

2);

4 5;

184; 187;

18C;

181

pp. 181

(n.

186 e

l);

n.

196

(n.

l).

animatrice

delle

e n.

4;

cose

materiali:

13f;

187 e

n.

51;

pp.
1;

52

(n.

2);

55 e

n.

l;

72;

215.

sfumature sentimentali: pp. 209; 210.

Miracoli, Mistero
sfile
riti

1;

sfumatura ch'essi

finito;

L NOL'A poetica

modo

2.

n.

effetto artistico dell'i.:

al

oltre alla trattazione speciale (pp. 96

e ritmo da m.; gravit della prosa tacitiana nelle


religiosi:

v.

Germania e

inoltre pp.

184;

185; 186;

descrizioni di
187.

senso dell'infinito e suggestivit di espressione: pp. 51; 186 e

n.

1.

235

Musicalit

e pathos:

m. diversa per esprimere situazioni


179

ISO e

Parallelismo

pp. 54; 55; 193; 194.

n.

sua funzione espressiva

103 e

Pessimismo

le

V.

anche: pp. 29; 42;

124; 125

l);

(n. 2);

180

127

(n. l);

(n.

l);

58;

59;

60; 61;

130 e

e n. 1;

n. 1;

206.

stile:

p.

lOS.

vadatio; sfumatura racchiusa nelle p.

la

114 e note

pp. 110; ili; 112;

relative.

arte di T. nei

SENTESTIA

r.

109; 212; 213.

Agricola e inoltre pp.

v.

naturale
Suoni

(n.

espresso attraverso Io

p.

113;

Ritratti

104

3:

ss.),

di T.,

Preposizioni

n.

trattasione particolare del p., nei

oltre alla

136. 147; 15C; 152

133;

pp. 67; 176;

diverse:

.-

suoi vari aspetti (pp. 171


75;

spirituali

196.

inserirsi della

nella descrizione: p.

s.

19S e

n.

1.

armonia
(n.

3);

suono
pp.

data alla prosa di T. dalla corrispondenza

178 e

n.

dell' a,

174

172;

gradazione

1;

caro a

T.,

(n.

1);

176

p.

173.

di

s.

p.

75.

dei

s.

pp. 173

187.

185;

nelle descrizioni, soprattutto, di scene


(n.

3);

tristi

177; 181 e passim.

Tacito

e
e

e Cicerone

50

Omero

Tucidide:

(n.

64;

142.

Y. Agrcola, de oratorbus,

84; 119; 144;

2);

Cesare

p.

pp.

188

Germania

-,

inoltre

pp. 3

164; 167; 206; 209.

ss.

e Sallustio: Y. Agrcola, de oratorbus e Germania', inoltre: pp. 104'

105; 106;

115; 142;

144; 147; 149 (n.

l);

201

(n.

2).

Germania;

e Virgilio: Y. Agricola, de oratoribus


55; 56 C n.

54-,

Ilo;

256

173

(il.

150;

n.

ISl

174;

5);

Orazio: pp.

e Livio:

72 e

1;

73;

2;

(n.

136 e

3);

59;

73;

216

pp. 42; 44; 55

(n.

l);

4;

5;

193

190; 192;

(n.

59

(differenza tra

n.

1;

descrittivi);

(infiniti

193;

194;

199.

l).

(n.
i

inoltre: pp. 24; 52;

93-100

S3;

75;

2);

115; 116;

142;

due per quanto

si

144;

147;

riferisce

alla

rappresentaHione dello sfondo); 194; 195; 206.

e Ovidio

2 n. 2.

p.

e Seneca

p.

e Seneca

f.

p.

Lucano

75.

p.

pp.

e
e

Quintiliano:

p.

Giustino

119.

Apuleio

-e

e
Testo

p.
p.

Manzoni:

(n. 2).

p.

108

(n.

166; 132

pp.

113.

117;

1.

119.

201

Benv. Cellini

116;

19;

4 n.

l).

(n.

l).

quanto
T.

conoscenza

un'approfondita

giovi allo studio

della

27; 39 (n. 3); 40 (n.

l);

critica

delle caratteristiche dello stile di

del

t.

41; 42 (n. l);

pp. 8; 18; 19; 20; 22; 25;

53

(n.

l);

178

(n. 2);

187.

VARIATIO'.

trattazione
(pp.

81

n.

64 e

1;

speciale delle varie manifestazioni


inoltre:

ss.);

n.

65 e note

1;

della

pp. 31; 43; 44; 45 e n.


ivi;

1;

v.

in

T. al e.

lY

46; 47; 48; 62 e

66 e note; 67; 121; 147; 151

(n.

l);

191; 211.

la

vadatio intesa

come

fatto spirituale,

24; 33; 48; 66; 102-03; 150;

motivi

spirituali

oltre

che

stilistico

che determinano l'uso della variatlo

in

206; 207; 210.

vaciatio

o pseudo/aratio

? pp.

pp. 23;

151; 211; 212.

110;

ili;

112;

113;

114.

T.

pp. 205;

INDICE GENERALE

............

Prefazione

vii

Brevis de Taciti dialogo disputatio

PARTE PRIMA
GENESI E PRIMO STADIO EVOLUTIVO DELLO STILE DI TACITO
Captolo

II

III

Il

de oratodbus e

Agrcola
La Germania
L'

la

variatio

........

17

34
58

PARTE SECONDA
LE HISTORIAE E GLI ASKALES
ESAMINATI NEI PRINCIPALI ASPETTI STILISTICI E RITMICI

La

Capitolo IY

variatio

come mezzo

espressivo della

prosa di
SI

Tacito

VI
VII

Stile

e ritmo nei discorsi indiretti

Stile e ritmo nei discorsi diretti


Stile e ritmo nelle descrizioni. Musicalit
.

della

120

143

prosa
169

di Tacito

Conclusione
Appendice

...........
.......
....

Indice dei passi di Tacito

citati

Indice dei principali argomenti

trattati

200
221

225
231

CORRIGE

ERRATA
5,

D.

n.

"

Populi truces...

noc.naniur
8,

r.

"

vos

le-

"

Ceterum
nantur

vero,

viri

di-

'

Harii...

feritali...

vos vero, <[viri]>

disertissimi...

sertissimi...

17, pen.
1

2,

uil.

r.
r.

genie

la

Si

ad An.

..

18,

r.

29

,.

70,

r.

74,

r.

..

82,

r.

28

.,

SS,

r.

112,

r.

..

178, n.

2.

r.

191, n.

2,

r.

3 pp. 911.

.,

201, n.

2,

r.

4 I'Erikssonn

ffist.

e.

Aen.

dall'

597-98

ad An. IV 33

f.

Aen. Vili 597-93


degli Annales

aggettivo incertus

possono
4

genie

e.

t.

degli Annales

le

S-

liht.

dall'

Novak
ss.

(e.

16).

aggeUivo ambiguus

possano

Novak

pp. 211

lenoci-

ss.

I'Eriksson

FINITO DI STAMPARE IL 15 - 10 - 1950


NAPOLI NELLE OFFICINK GRAFICHE
R. PIRONTI E FIGLI

IN

University of Toronto

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