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DIRITTO
IC
UA^fiC
PENALE
TEORICO-PRATICO
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DELL' AVVOCATO
GIUSEPPE
PUCCIONI
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5309078380
FIRENZE
TIPOGRAFIA DI LUIGI NICCOLAI
1858.
L' autore intende valersi dei privilegi accordati dalle vigenti leggi
sulla propriet letteraria.
AVVERTENZA
INTRODUZIONE
Alcuni fra i buoni scrittori di diritto civile o penale, avanti di tener proposito delle teorie sulle quali l' uno o l' al
l' altro riposa, hanno adottata la lodevole consuetudine di
premettere una nozione storica delle vicende, che le relative
legislazioni hanno sofferte, dal punto culminante in cui giun
sero sotto la civilt romana fino ai tempi nostri. Noi voglia
mo seguire tale consuetudine, perch ci condurr a dimo
strare, non solo che l' ingegno umano soffocato e quasi di
strutto dalla plumbea mano della ignoranza e della barbarie,
riprende a poco a poco il suo slancio onde livellarsi al punto
al quale in precedenza erasi spinto, ma che di pi libero
da ogni pastoia giunge a migliorare e perfezionare ci che
per una troppo esagerata venerazione alle prische memorie si
stimava l'apice della sapienza.
Noi ci accingiamo adunque a porre sotto gli occhi dei
nostri lettori una rapida notizia dei cambiamenti, che la scien
za penale ha sofferto dal principio dell' era volgare alla fine
del secolo passato, e dello stato in cui oggi si trova. Divi
deremo cos lungo tratto di tempo in sei distinti periodi dai
quali attingeremo importanti insegnamenti, che ci convinceranno
ognor pi della verit delle nostre premesse, vogliam dire che
la face dell'umano intelletto non destinata a perire, per
ch dono essendo della Divina Provvidenza racchiuso nella
coscienza di tutti, e negli aurei precetti dell' Evangelo, dopo
le bufere suscitate dalla forza brutale, torna a rischiarare il
mondo pi bella, pi vivida di quello che era prima delle
patite lotte, e si fa sicura guida ai reggitori dei popoli con
le sue massime di giustizia, temperate dalla equit.
l
PRIMO PERIODO
Questo periodo comincia dall' Era volgare , e cessa
ai secoli V. e VI.
I Romani , popolo sul principio composto di gente rau
naticela , indomita e barbara , conquistarono poco a poco
con il valore e con il senno tutto il mondo allora conosciuto:
fino a che furono governati dai re; l' assoluta volont di que
sti dettava le leggi : passati a repubblica, conobbero la neces
sit di creare norme certe e determinate alle quali sottomet
tere le loro azioni a tutela e garanzia comune : ebbero ricorso
perci al paese in quel tempo il pi civile di Europa, alla
Grecia, e dal senno greco estrassero la legislazione decemvirale chiamata delle XII tavole. Con l' andar del tempo duopo
fu ampliarne le disposizioni, modificarne l'asperit e la roz
zezza e ci avvenne, durante la repubblica, mediante le leggi,
i senatusconsulti , i plebisciti e gli editti dei magistrati ; nato
lo impero, con i rescritti dei principi, e con i responsi dei
prudenti. In tal guisa composta pass la legislazione alle na
zioni conquistate non come segno di servit o di oppressione,
ma come un benefizio che i vinti ricevevano dai vincitori, be
nefizio accettato con gratitudine e riconoscenza: e ci che
pi degno di osservazione si che, estinto, per i vizi suoi propri
e per gli errori, la imbecillit e superbia dei governanti, il do
minio romano, la di lui legislazione passata nel patrimonio
di ogni popolo civile, come il parto del senno, della sapien
za e della esperienza di pi secoli, dal quale il filosofo, il
legislatore ed il giureconsulto attingono i lumi di che hanno
mestieri, per sodisfare al respettivo loro assunto.
Ci premesso, senza che noi esponiamo per esteso i pre
gi della legislazione romana rispetto ai delitti ed alle pene,
ci limiteremo a quei che sono i pi eminenti e che provano
a qual grado di sapere e di civilt era giunto quel popolo.
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Nel preparare i precetti che regolano la civile imputabilit
noi vediamo adottata la distinzione fra il pensiero e l'azio
ne, lasciato impunito il primo , repressa la seconda dietro i
gradi di intelligenza, volont e libert dell' agente: osservia
mo dottamente discussa la teoria del conato ; ottimamente
istituito il calcolo del debito contratto dai correi e dai com
plici; saviamente dettati i precetti sul modo di punire quei
che partecipano ai delitti altrui; prefinite egregiamente le teo
rie sulla prescrizione e sulla estinzione dell' azione penale.
Quanto alla natura ed indole della pena noi dobbiamo lodaparte le regole che ci insegna, e se non le ve; messe in atto, e se siamo tentati di giustamente
censurare, in specie nelle leggi imperiali, la disuguaglianza
delle punizioni di fronte alla social condizione dei delinquen
ti, la voracit del Fisco nell'impossessarsi dei patrimoni dei
colpevoli sotto pretesto di punirli ; almeno non abbiamo a
deplorare quelle atrocit, quelle sproporzioni fra il reato e
la pena di che riboccarono tutte le legislazioni europee fino
quasi al chiudersi del secolo decimottavo: meritano poi enco
mio le regole di naturale equit suggerite nella applicazione
delle pene, di fronte alla confessione giudiciale, all' esilio vo
lontario, al pentimento del reo, e alla moltitudine dei delin
quenti. Relativamente poi ai giudizii gode l' animo nel veder
disegnati gli obblighi che incombono all'imputato; represso
ogni abuso sulla carcere di custodia; richiesta la necessit
della difesa; proclamata la pubblicit dei procedimenti, e de
terminate le norme onde ottenere riparazione dai mal giu
dicati. Quanto ai delitti in specie con grata meraviglia ne
vediamo stabiliti gli estremi atti a costatarli con tal precisio
ne che la scienza moderna non vi ha trovato elemento di
censura. Dopo tuttoci facile il comprendere come lo studio
delle romane leggi racchiuda in s materiali preziosissimi dei
quali il secolo attuale ha fatto tesoro, per condurre a quella
maggior perfezione, alla quale dato agli uomini di giungere,
la scienza penale.
SECONDO PERIODO
Questo periodo che chiamasi germano-romano ha il suo prin
cipio nei secoli V. e VI. dalla invasione e conquista dei
popoli del Nord, che sotto diverse denominazioni si im
possessarono dell' Italia, e termina al secolo XI.
II periodo sopraccennato sorge dalla conquista, e noi lo chia
meremo di confusione. Sciami di barbari di una sola origine nordi
ca, ma di diverse favelle, consuetudini e costumi, invasero l'im
pero romano allora cadente. Nella nostra Italia prima i Goti, poi i
Visigoti e gli Unni, poscia i Longobardi ed i Franchi si im
padronirono delle provincie subalpine, giunsero al centro della
penisola, e ne occuparono quasi tutta la parte meridionale: il
resto tenne all' Impero Costantinopolitano, in specie dopo le
conquiste di Belisario e di Narsete: ma poscia caduto in sfa
celo il detto impero, nelle provincie da lui perdute succed
il Longobardo, quindi il Franco e l'Arabo, e infine gli avven
turieri di Normandia che tennero seggio nella Sicilia di qu
e di l dal Faro.
Quale era allora la legge che dominava sotto il governo
dei conquistatori? I rari ed imperfetti monumenti storici di
quel tempo ci fanno comprendere come, lo scopo della con
quista non essendo quello della distruzione dei vinti, ma l'al
tro della divisione del suolo, fosse ritenuto per teoria gene
rale che e vincitori evinti rimanessero legati ciascuno dalla legge
propria. Fin d'allora nacque il cos detto gius misto Germa
no-Romano, che aveva applicazione in tutte le contestazioni,
con la limitazione che quando i due diritti trovavansi in
conflitto per la diversa origine dei contendenti, quello del
convenuto doveva prescegliersi.
Ma in ci che concerneva il diritto penale, di cui sol
tanto noi siamo chiamati ad occuparci, la contemporanea esi
stenza delle due leggi non conduceva a tali effetti.
5
Nei primi anni della conquista prevalse il diritto germanico
puro, ed i conquistatori fecero comuni ai conquistati le loro
barbare consuetudini.
.
* i .
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Queste consuetudini, delle quali si intrattiene con la usata
energia di stile e di sapienza Tacito, restringevano il diritto di
punire alle sole azioni contrarie alla cosa pubblica : quelle
contro le persone e le propriet erano rilasciate alla giusti
zia privata che esercitavasi fra l' offeso e sua famiglia da un
Iato, e l'offensore e sua famiglia dall'altro. La idea di un po
tere che chiami a s la difesa degli interessi dei singoli, non
si trova che imperfetta nella infanzia delle societ.
Ma col progresso di tempo, resasi pi stabile la dominazio
ne, ben presto si vide il grave inconveniente di lasciare alla
forza privata un diritto che direttamente interessava l'ordine
pubblico, e che trascurato comprometteva la esistenza di un
governo qualunque; ma se vero ci che osserva Cicerone
(top. c. XXIII). Natura partes habet duas, tuitionem sui, el
ulciscendijus , doveva superarsi un grave ostacolo nel cuore
e nella mente di quei barbari, togliendo all' offeso il diritto
di chiedere ragione all'offensore. . ' .
Allora il potere dirigente la societ prudentemente inter
venne, prima regolando l'esercizio della giustizia privata, quin
di restringendolo; dipoi facendosi mediatore fra l'offensore
e l'offeso, infine togliendo affatto a quest'ultimo il diritto
alla vendetta, e assumendolo esso medesimo per il pubblico in
teresse: per giungere peraltro a quest' ultimo resultamento vi
volle, come fra poco vedremo, un non breve periodo di anni,
e completamente non si ottenne che nel terzo periodo.
La diminuzione del diritto di vendetta personale av
venne mediante la seguente gradazione : prima si imped
l'esercizio di esso nell'asilo domestico dell'offensore, poi nel
le chiese, nel fro , nei mercati, e durante alcuni tempi di
feste religiose : si permise quindi di redimere l' offesa me
diante una indennit pecuniaria, e il potere intervenne come
mediatore, allorquando le parti non convenivano sulla quanti
0
l : come pure per fare eseguire il pagamento della indennit,
sia convenuta, sia liquidata, e per minacciare la morte o la
schiavit all' offensore che ricusava la compensazione al de
litto da lui commesso : e se si giunse alla perfine ad abolire
del tutto la giustizia privata, rimase sempre al leso la facolt
di richiedere l'intervento della giustizia pubblica, senza di
che mancava a questa il diritto di agire.
misura che la pubblica rappresentanza andava gradata
mente acquistando il suo impero sulla giustizia individuale,
noi vediamo sorgere i pubblici giudizi usati in quei secoli:
la prova per mezzo di testimoni era indubitatamente ammessa,
ma la corruzione avendola screditata, fu duopo dare adito
ad altri mezzi che mostrano la barbarie di quei tempi: si am
mise la prova detta delle cauzioni, che consisteva nel giura
mento preso da persone di intatta fama le quali asserivano la
innocenza dell'accusato, o la veracit dell'accusatore; succede
remo i giudizii empiamente appellati di Dio, dalla chiesa
pur troppo nei loro primordii influenzati, poscia gravemente
da lei sottoposti a censura, che consistevano nelle prove
della croce, del fuoco, dell'acqua bollente: infine il duello
giudiciario fu chiamato a tener il luogo di tutti questi modi
ed a decidere tutte le cause criminali : questo duello era re
golato dall'autorit pubblica, e preceduto da ceremonie re
ligiose. ,
. ' .
Dal gi detto evidentemente resulta che in questo secondo
periodo, in onta delle modificazioni fatte al diritto di vendetta
privata ed individuale, il diritto medesimo esisteva come nor
male ed ordinario , l' intervento del potere rimanendo nella
posizione secondaria di un ufficio puramente accessorio.
TERZO PERIODO
Questo perodo che chiamasi feudale abbraccia V XI. e il XII.
secolo , ed dagli scrittori chiamato di transizione e di rin
novazione.
La istituzione dei feudi, una delle pi gravi calamit che
seco port la invasione nordica in Europa, fu potentissimo
ostacolo al risorgimento della civilt in Occidente: il potere
supremo ben lungi dal concentrarsi e fortificarsi si indebol
frazionandosi in piccole societ, in ristretti territorii. Una tal
divisione venne prodotta con uno dei seguenti modi:
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Questi radicali cambiamenti nella politica sovranit che
facevano di un solo stato o societ pi stati o riunioni di
uomini, cambiarono il primitivo andamento della giustizia pe
nale. Fu stabilito, che, salvo il caso di delitto flagrante, la
competenza a punire nasceva non dal luogo ove il delitto era
avvenuto , n dal domicilio dell' offeso , ma da quello del
reo. Poche sono le leggi penali che sorsero nel periodo in
esame, le consuetudini e gli usi locali prevalendo alle me
desime, basati secondo il numero e la influenza delle razze ora
sull'elemento germanico, ora sull'elemento romano.
Troviamo infatti che in . questo periodo il sistema prece
dente profondamente dominato dalla vendetta privata e per
sonale, gradatamente si modifica per dar luogo a quella che
chiamavasi giustizia signoriale. Vediamo i servi giudicati dai
loro padroni , i coloni dal proprietario del suolo che colti
vavano , gli uomini liberi dalla giustizia del comune di cui
facevano parte, i nobili dal signore da cui dipendevano, il
quale presiedeva un collegio composto ugualmente di nobili.
Vediamo altres dettata la pena di morte, e la privazione dei
diritti feudali per il delitto di tradimento ; repressi con la
pena capitale l'omicidio, la violenza carnale, il ratto, V in
cendio , il furto e la ricettazione dei malviventi : e tutte le
altre delinquenze minori punite d' ammenda distribuibile fra
il leso e la giustizia signoriale : ci non pertanto l' uso del
duello giudiciario , in onta alle opposizioni e alle censure
della chiesa, continua: la conversione in ammenda pecunia
ria della pena capitale consentita dall' offeso e dalla autorit,
rimane in vigore: e il diritto di querelare alla parte lesa
conservato, l' azione d' uffizio essendo in alcuni delitti per
messa nel solo caso in cui l'offeso si astenesse dal valersene.
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QUARTO PERIODO
Questo periodo segna un lento ma progressivo ritorno all' ordine
nel diritto penale, e comprende lo spazio di tempo percorso
dal XII. al XVI. secolo.
Noi troviamo all' esordire di questo periodo che il potere
supremo, il quale costituiva nel sistema feudale il compimento o
la corona dell' ediflzio sociale, intende ad attribuirsi mezzi di
dominio pi estesi : la supremazia che il sistema stesso a lui
lasciava comparivagli troppo ristretta, sicch per divenire pi
utile al corpo sociale cui sovrastava, faceva d' uopo porre
in sua bala tutti i mezzi, tutte le forze che ad una piena
rappresentanza convengono, costituire cio un elemento cen
trale atto a dare sviluppo ai bisogni generali, a tutelare l'or
dine pubblico, e a personificare la unit nazionale.
Per restringerci alla Italia nostra, dopo la estinzione del
regno Longobardo, noi vediamo sotto il regime franco risu
scitato per dir cos l' impero occidentale romano nella per
sona di Carlo Magno e dei suoi successori : e con l' impero
romano cos risorto, si incontrano i primi sforzi diretti ad in
debolire il sistema feudale, ed a creare una unit di comando
e di potere: molti comuni si sottraggono alla dipendenza dei
feudi, si pongono sotto la protezione imperiale e ne ricevono
facolt di regolarsi con speciali statuti : in molte provincie si
mandano legati imperiali per amministrare la giustizia ; ed
un'aura di civilt sembra che sorga a diradare la nebbia
dell'ignoranza e della barbarie. Il ritrovamento della colle
zione Giustinianea, la diffusione del decreto di Graziano, fe
cero ben presto conoscere la nullit dei capitolari di Carlo
Magno, e delle leggi longobarde ; e sebbene la lotta che sorse
fra il sacerdozio e l' impero ritardasse i benefizi del sorgente
viver civile, ci non pertanto la discussione dei diritti che le
parti contendenti respettivamente si attribuivano, fece strada
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al dirozzamene delle popolazioni, divise per tanto tempo in
due classi , di oppressori e di oppressi. Si comprese fino
d' allora che i delitti ledevano la sicurezza generale*, che
dovevano reprimersi per interesse comune, che alla idea fino
allora dominante di una giustizia privata, di una privata vendetta, doveva sostituirsi una giustizia ed una vendetta pub
blica, e che queste non potevano esercitarsi che da un po
tere forte e centrale, capace a sottrarsi a tutte quelle influenze
che nelle piccole localit, e nei poteri limitati e contestati si
incontrano.
Tenendo dietro alle memorie a noi rimaste di quei tempi,
noi vediamo a non poterne dubitare supplantata a poco a poco
la giustizia privata, ossia la vendetta individuale, dalla giusti
zia pubblica. Il duello giudiciario, rimasto come unico mezzo
di prova nei delitti, escluso nei casi seguenti : .
quando il delitto era flagrante o di pubblica notoriet;
quando la prova della colpabilit o della innocenza
poteva ottenersi con i testimoni ;
quando si trattava di delitti che portavano infamia al
colpevole, come per esempio il furto.
E vediamo di pi che al diritto di accusare rilasciato, per
regola generale, alla parte lesa, succede un'autorit a cui delegavasi l'esercizio della azione pubblica nei delitti; autorit che
facevasi attrice nei giudizi e che rappresentava la societ lesa;
questa istituzione alla quale in Francia si accordarono le bril
lanti e venerate attribuzioni di una magistratura, nella maggior
parte delle provincie della penisola italiana ebbe pi modesta
rappresentanza, mentre esercitavasi dai capi della forza civile;
ma checch fosse di questa differenza, eerto che per tale istitu
zione la tutela dell'interesse pubblico gravemente compromesso
nelle delinquenze affidata non pi a colui che era rimasto
leso, ma al potere sociale che agisce per conto comune.
Ma i gi riferiti non sono i soli miglioramenti che dalla na
scente civilt sorgevano; ve ne furono altri di gravissima im
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portanza, il concentramento cio iiella giustizia punitiva, e la
sopravvenienza delle leggi scritte.
Dicevamo poco sopra che il sistema feudale frazionando
i regni e le nazioni in minute parti, lasciava alla generale
rappresentanza una apparenza piuttostoch una realt di do
minio, sicch gli interessi di tutti trovavansi quasi estinti di
fronte a una moltitudine di tirannetti intenti .intieramente al
loro utile privato. Lo studio del diritto romano che cominciavasi a tenere in meritato onore, quello delle costituzioni
pontificie, l'uno e le altre direttamente intese a dare al potere
supremo forza ed unit, e pi di tutto la brama nei Re e
nelle Repubbliche di togliersi di mezzo gl'inciampi e gli osta
coli di un potere diviso, dettero vita talora a collegi ai quali
affldavasi la decisione di tutte le vertenze relative ai delitti avve
nuti in qualunque parte del regno o della repubblica ; talora ai
Tribunali di appello ai quali avevasi ricorso dalle resoluzioni
della giustizia locale; talora infine all'avocazione di taluni fra
i pi gravi misfatti alla giustizia regia o nazionale. Le repub
bliche poi assai pi sollecitamente si liberarono dalle feudali
pastoie, in special modo le democratiche, distruggendo le pic
cole signorie, incamerandone il territorio, e obbligando i ma
gnati o a esulare, o a rifugiarsi nelle citt, ed ivi ascriversi
nel numero dei popolani.
Una tale reazione, che era il primo colpo di grazia alla
feudalit, produceva necessariamente l' altro benefizio che ab
biamo sopra accenna-to, la creazione cio di leggi penali scritte,
le quali segnavano una nuova epoca. Alcune partivano dalla
autorit centrale, ed erano dirette a tutti i sudditi dell' intiero
territorio tanto dependenti direttamente dall' autorit medesi
ma, quanto sottoposti al regime feudale, altre erano comprese
negli statuti che le citt libere sl erano formati; or queste
leggi provvedevano ai due principali bisogni della giustizia
penale, a quello cio di regolare i giudizi, ed all'altro di minac
ciare le pene ai delinquenti; ma essendo create per lo pi da
speciali occorrenze, non comprendevano un corpo completo da
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servire di regola ad ogni eventualit; a tal che per le parti omesse
o non chiaramente determinate fu duopo avere ricorso ad un'al
tra sorgente ; ed a ci fu destinato il diritto romano che fin
da quei tempi fu universalmente riconosciuto come diruto co
mune. Il giure canonico ebbe una minore influenza, ma di ci
ebbe larghissimo compenso nella procedura, inquantoch ai
giudizi pubblici, al sistema accusatorio dei Romani, fu sosti
tuito il processo inquisitorio che delle sole prove scritte fa
ceva conto.
I miglioramenti, dei quali abbiamo finqu parlato, sebbene
assai importanti, dimostravano evidentemente che con il pro
gresso della civilt al gi fatto non poteva arrestarsi l'assetto
della giustizia penale: esistevano tuttora, sebbene affievoliti, i
resti del sistema feudale, perch il duello giudiciario non era
affatto sbandito, la vendetta privata trovavasi a contatto con
la vendetta pubblica, la giurisdizione suprema non regnava
per tutti i casi, le leggi scritte si referivano ad alcune spe
cialit, le leggi romane non erano bene intese, n bene inter
pretate, e sebbene la voce potente dei giureconsulti suonasse,
come la tromba del giudizio finale, per l' abolizione della
feudalit, non era giunta a tanto da estinguere tutte quelle
rimanenze he le consuetudini di pi secoli avevano introdotte
e sanzionate.
QUINTO PERIODO
Questo periodo comprende il secolo XVI l. e met,
del secolo XVIII.
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dipendente del tutto dal potere supremo: il duello giudiciario abolito; la vendetta privata ristretta a pochi insigni
ficanti delitti, e si riduce soltanto alla denunzia di essi la
sciando alla magistratura la giurisdizione a conoscerne. Le
pene non rappresentano pi lo interesse del privato leso, ma
quello della societ, le cui leggi sono state violate: in una
parola, la vendetta pubblica domina quasi totalmente la le
gislazione criminale nell'enunciato periodo: abbiamo detto quasi
totalmente, inquantoch due altri elementi concorrono con
quello gi enumerato, cio la vendetta divina, e il pubblico
esempio. Esaminiamo separatamente queste tre cause di re
pressione.
.
-t
Il primo elemento, cio la vendetta pubblica, emerge dalla
soppressione della giustizia individuale e privata: emerge dal
vedere adottata la tortura come mezzo di scuoprire la veri
t, mezzo tolto pur troppo dal diritto romano che in prin
cipio lo usava contro i soli servi, e che la prepotenza im
periale estese a tutti i cittadini: in tal modo niun colpevole
scampava alla vendetta sociale: tutto si sacrificava a questo
ScOpO.
.
Il secondo elemento nacque dal principio messo in voga
da tutti i giureconsulti di quei tempi che fa e crea il Prin
cipe come mandatario della giustizia Divina, come rappre
sentante la Divinit nella terra, come incaricato da lei di go
vernare gli uomini e di giudicarli. Da questo principio na
scono tutte le usurpazioni che si permise il supremo potere
civile sulla giustizia di Dio: la giustizia sociale si attribu di
rettamente il diritto di giudicare i casi di coscienza, e di pu
nirli come altrettanti fatti lesivi dell'ordine pubblico. Da que
sto elemento che era basato sulla idea della espiazione, for
tificata dall'altra della vendetta pubblica nacquero certe pene,
la intensit delle quali sorpassava ogni limite.
Finalmente il terzo elemento, che aveva in mira il pub
blico esempio, si trova propugnato, con una convinzione da produr meraviglia, dai migliori e pi dotti giureconsulti di quella
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et, { quali seguivano l' insegnamento di Quintiliano Omnia
poena non tam perlinel ad delirium, quam ad exemplum. Lo
scopo della pena aveva in s un'idea di prevenzione, quella cio
di atterrire i cittadini con la punizione di colui che era au
tore del fatto infrattore della legge: si incontrano molti esem
pi di penalit applicate per gravissimi delitti agli alienati di
mente, ai figli innocenti del fallo paterno , e perfino pu
nizioni esercitate contro la memoria ed anche contro il ca
davere del defunto. Si vede dato potere ai privati cittadini
di impunemente uccidere quei che erano posti fuori della
legge, e anzi accordare un premio a coloro che in questa
caccia d'uomini come di fiere portavano all'autorit la testa
del malfattore: non si trattava di punire, ma di dar degli
esempi.
.
..
Tale il , carattere del diritto penale nel periodo che esa
miniamo : la influenza dei rammentati tre elementi nella pu
nizione dei delitti, necessariamente produceva il modo incom
posto ed atroce che tenevasi nella repressione, modo che of
fendeva non solo la umanit e la civilt, ma conculcava la
giustizia universale, col togliere ogni proporzione fra delitto
e pena, e col profondere ai giudici un effrenato arbitrio : e in
que' tempi fu costume render la pena capitale quasi minaccia
comprensiva di ogni delinquenza anche minima, esasperarla
con patimenti degni di barbari selvaggi, insultare i cadaveri dei
giustiziati, anche disumandoli, dividendoli a quarti e collocan
doli qual feroce spettacolo ad ogni trivio: moltiplicare le pene
afflittive portanti membra attanagliate o mutilate, perforamento
della lingua, flagellazioni luride ed indecenti.
N i notati vizi soltanto emergevano dal diritto penale
dell' epoca d4 cui facciam cenno : ne esistevano altri tre quasi
resto della feudalit non del tutto spenta, quasi testimonianza
di errori passati non peranche purgati dal battesimo della
civilt: e questi vizi consistevano:
nel diritto lasciato ai delinquenti di redimere la
pena afflittiva contro di essi pronunziata, transigendo col Fisco
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mediante una somma di denaro; abbiamo una luculenta te
stimonianza di .questa turpe transazione nell' articolo 47l della
legge del 30 Novembre 1786, che la riprova e l'abolisce;
2. nella confisca generale dei beni del condannato in
danno dei di lui eredi o legittimi o testamentari), e
3. nella differenza di punire di fronte alla condizione
sociale del reo.
.
. .
Questi vizi che mostrano nel Fisco una impudente voracit
delle fortune private e una diseguaglianza nel punire originata
da un privilegio di casta o di famiglia erano quasi la con
seguenza necessaria di quelli imperfetti ed erronei elementi di
civile imputabilit sopra enumerati.
' ; :.
SESTO ED ULTIMO PERIODO
Quesitiperiodo si parte dalla met del secolo XVIII. e si spinge
fino ai nostri giorni : periodo di creazione del diritto penale
posto a livello dei lumi diffusi dalla filosofia che spargeva il
suo' impero stili' Europa incivilita.
' ..
Il primo a declamare ed altamente contro la legislazione di
sangue che abbiamo di sopra in pochi tratti delineata fu Ce
sare Beccaria nella celebre sua opera dei delitti e delle pene:
ci che Montesquieu, Rousseau e Voltaire avevano preceden
temente avventurato in un modo indiretto e con stile satirico
ed epigrammatico, venne coraggiosamente esposto dall' illustre
milanese con dottrine che rivendicavano all' umanit i suoi
diritti, ed alla giustizia i cardini su cui si basa, come figlia
primogenita dell'Altissimo: a quei legislatori e a quei giu
dici che pubblicavano ed eseguivano leggi che non avevano
altro scopo che scannare, o torturare, o ridurre alla miseria
i loro simili, egli oppose le leggi della morale che sono la base
eterna della giustizia penale.
I principii che per una totale riforma delle leggi repres
sive predicava il Beccaria erano in poche parole i seguenti :
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1. Le leggi soltanto possono determinare la pena per
ciascun delitto, e il diritto di farle risiede nel- supremo impe
rante che rappresenta tutta la societ unita.
..
2. Il legislatore sottost al giogo della coscienza sociale,
la quale gli impone di misurare la pena in correspettivit del
bisogno in cui si trova di conservarsi.
.
3." Il giudice sottost al giogo della legge che gli imr
pone di arrestarsi l ove la sollecitudine, e la previdenza del
legislatore hanno creduto di fare alto, e se egli passa questi
confini, cade nella usurpazione mentre si attribuisce un potere
che non ha.
-- . . . .
4. I delinquenti a qualunque classe sociale apparten
gano debbono esser trattati, se non pi severamente, almeno
alla pari nel castigo, mentre a misura che la condizione del
colpevole si eleva sul livello comune, cresce la di lui civile
imputabilit, a causa dei maggiori ostacoli che ha dovuto su
perare nel commettere l'azione criminosa.
' ' . . 5. Il rigore nelle pene non previene i delitti, anzi de
sta non terrore, ma compassione a favore dei delinquenti ,
terrore e compassione che estinguono la efficacia della legge
repressiva, e che, come bene molti anni dopo predicava il ce
lebre Renazzi, conduce a Imbarbarire i costumi delle popola
zioni: ivi Civiutu animi co magis indurescunt, asperibusque moribus imbuuntur, quo acerbiores sunl leges, quibns obtemperant.
.,;..-..
6. Tutto ci che nelle pene urta la coscienza pubblica,
e fa onta alla umanit ed alla civilt deve scancellarsi come
contrario alle leggi della morale universale.
Ecco i principali precetti che in stile di fuoco influen
zato da giusta indignazione contro le leggi penali esistenti
dettava lo scrittore filosofo e civile cui tennero dietro altri
sommi e italiani, e altri scrittori d'oltre i monti e d'oltre i mari:
primo parto della nuova scuola fu la celebre legge Leopoldina
del 30 novembre 1786, a cui in breve correr di anni ten
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ner dietro altre legislazioni, e quindi i codici penali moderni
sorti fino dai primi tempi del secolo attuale.
Tutto ci premesso come proemio al nostro lavoro, divi
deremo questo in cinque libri: nel primo tratteremo dei de
litti in genere; nel secondo, delle pene in genere; nel terzo,
dei giudizi; nel quarto, dei delitti in specie; e nel quinto ed
ultimo, delle trasgressioni.
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LIBRO PRIMO
Del delitti In cenere.
TITOLO I.
Del diritto di punire.
SO
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TITOLO II.
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TITOLO III. . .
Della ermeneutica legale.
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..
"
Del delitto.
DEL DELITTO
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TITOLO V.
Dell' imputazione.
DELL' IMPUTAZIONE
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dell' imputazione
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dell'imputazione
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LIBRO PRIMO
TiT. V.
dell'imputazione
43I
conda ha origine da volont oscitante che trascura di far uso
della ragione per conscere le conseguenze funeste che
nascer possono dalla azione: chi agisce per dolo vuole cosa
contraria alla legge penale: chi agisce per colpa incorre con
tro sua voglia nella violazione della legge suddetta. Sarebbe
dunque errore gravissimo, o a meglio dire ingiustizia patente,
punire l'agente doloso alla pari dell'agente colposo anche nella
colpa contenuta nel massimo grado, non essendo ai delitti
applicabile, ma bens ai contratti o ai quasi contratti il pre
cetto d'UIpiano (leg. 1 2 ff. mandati) Culpa lata piane dolo
comparabilur
Infatti Giustiniano nelle su. istituzioni (Uh.
4 tit. 1 in princ.) pone le azioni colpose nella categoria non
dei delitti, ma dei quasi delitti e gli scrittori ed i legislatori
di tutti i tempi hanno dovuto concordare che modica deve
essere la pena da infliggersi i ftti colposi, e sempre propor
zionata alla gravit della colpa-. :-..'
,,
'
La terza ispezione si risolve in sequela dei gi premessi
principii: per regola generale, salve poche eccezioni, la sola
colpa lata merita repressione, la leve e la levissima potendo
essere bastantemente riparate con l'azione civile per la inden
nit dovuta al leso. Troviamo questa regola stabilita neUe leggi
romane (log. M ff. de incendio, ryina et nauf., leg. 28 ff. de
poenis, leg. 9 2 ff. de jur. et facti ignorant.) e la vediamo so
stenuta dai migliori scrittori di diritto penale per una duplice
ragione; prima perch la legge penale pu esigere dagli uomini la
diligenza ordinaria, non la media, n la massima, in assai mi
nor numero essendo quei che sono in grado di conoscerle e
porle in pratica: e in secondo luogo perch spingendo la re
pressione pi oltre, la- tenuit .della pena rimarrebbe mezzo
impotente ad istruire il delinquente, e si convertirebbe nella
opinione pubblica in compassione verso di lui.
. Le eccezioni delle quali abbiamo parlato trovansi nella
legge romana (leg. 31 ff. ad leg. Aquil.) e nella nostra pra
tica giurisprudenza anteriore al Codice penale nei delitti di
omicidio, e di lesione personale grave o gravissima; nel pri
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TITOLO VI.
Delle cause che tolgono o diminuiscono la imputazione
m .
quanto all'atto interno.
.
fc?ith ,Uf'i i
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LIBRO PRIMO
TIT. VI.
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... :
Come ognuno vede, la teoria di Capitone che faceva sulla
civile imputazione degli alti desl' impuberi altrettante que
stioni quanti erano i casi sottoposti alla giurisdizione dei giu
dici, fondavasi sulla esperienza giornaliera che ci prova che
la natura nello svolgimento del senso morale procede in un
modo non uniforme, e non corrispondente alla et: in alcuni
un tale svolgimento pi rapido, in altri pi lento, sicch
siamo testimoni che fanciulli o giovinetti della stessa et sono
tanto fra loro differenti nello stato della loro mente da rite
nerne uno dotato di coscienza del bene e del male, altro pa
rificarsi o di poco differire dall' infante : e questo fenomeno
di cui difficilmente si pu dare la spiegazione, ma che in
fatti innegabile, si incontra non solo nei coetanei, ma anche
in altri costituiti in et pi provetta, e che ci non pertanto
sono al di sotto nel senso morale ai molto pi giovani di loro.
L'altra opinione professata dal giureconsulto Labeone partivasi da un dato pi positivo, pi certo, da quello cio della
et: per evitare l'inconveniente di sottoporre al giudizio dei
tribunali, tutti i fanciulli o giovinetti che erano usciti dalla
infanzia , egli determinava i limiti del secondo stadio della
vita chiamato impubert nei maschi a dodici anni non com
piti, nelle femmine a quattordici ugualmente non compiti : in
questo periodo di et Labeone opinava non esistere civile im
putazione, perch se non in tutti gl'individui, nella maggior
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. ' -.
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LIBRO PRIMO TIT. VI.
altri debbono essere anzi severamente puniti, 'in specie quelli
che commettono il delitto per il solo genio di mal fare, o
come si esprimono i pratici ad asciyiam. Parrebbe a primo
intuito che costoro dovessero ritenersi come privi di senno:
ma la esperienza ci insegna che la malvagit umana consu
mata al delitto ben capace delle pi enormi iniquit senza
che causa alcuna ve . la spinga. Allora non si pu istituire
questione di alienazione mentale, ma bens di depravazione,
per cui l'agente da paragonarsi al cannibale, o alla fiera
che scanna.
Ritornando ai monomani, tutti, i buoni scrittori sono con
cordi neH' insegnare che la loro imputabilit deve verificarsi
seguendo le medesime regole che . si sono date per la demenza, generale: l'unica ispezione che propria del caso
ehe si esamina consiste nel. sapere se l' agente ha commesso
l'azione criminosa sotto la influenza della pazzia parziale:
difficile peraltro il pervenire allo scuoprimento del vero
di fronte a chi sano di mente sotto ogni altro rapporto,
e demente sopra un solo, e di fronte alla facilit di simu
lare che si presta a chi vuole imporre.
- Non dobbiamo peraltro omettere che, se la monomania
cade su questioni politiche o religiose, tanto potnti ad esal
tare la mente ed a fuorviarla, non somministra appoggio a
dirimere, o a diminuire la civile imputabilit. Tutti i tribu
nali di ogni nazione civile di Europa hanno adottata tale
limitazione di fronte a fatti che fanno onta alla pubblica mo
rale, e distruggono dai suoi fondamenti ogni' societ.
Dalla alienazione dr mente dobbiamo passare a quella non
meno grave malattia di cui sono vittime i sordo-muti, per
la quale sono privi dell'udito e della favella insieme, o dalla
loro nascita, o prima che abbiano acquistato l'uso della ra
gione: delle idee astratte del bene e del male, del giusto e
dell'ingiusto alle quali necessariamente si annette la facolt di
intendere non essendo essi capaci, duopo ritenere in genere
non potersi ad essi imputare la violazione della legge penale:
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, '
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fiO
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LIBRO PRIMO
TIT. VI.
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TITOLO VII.
Del conato di delinquere.
Nel tener proposito del delitto (tit. IV) abbiamo detto che
consta di due parti sostanziali: dell'atto interno e dell'atto
esterno, della coscienza cio di violare la legge penale, e della
di lei reale violazione: in una parola della risoluzione cri
minosa portata ad esecuzione. Ma spesso avviene che formata
la risoluzione di delinquere si dia opera ad atti esterni che
senza cominciare l' azione criminosa, mostrano la volont di
persistervi ; e spesso avviene del pari che cominciata la ese
cuzione dell'atto criminoso, questo non giunga al suo com
pimento , alla sua perfezione , sicch qualunque ne sia stata
la causa, l'atto stesso rimasto sospeso, troncato, imperfetto.
Da un atto di tal fatta possono sorgere quelle cause che di
rimono o diminuiscono la civile imputazione di fronte all'atto
esterno, che abbiamo accennate nel principio del titolo pre
cedente. Ora, dopo queste premesse , necessario conoscere
secondo i precetti della scienza se nei due casi sopra trac
ciati esista imputazione a carico dell' agente. Giungeremo a
farci una chiara idea della questione, esaminando l'azione
criminosa in tutte le sue fasi cominciando dall'atto interno
e progredendo fino alla consumazione del delitto.
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sostiene che l' atto criminoso in- via deve equipararsi all' atto
consumato. Alla opinione del Cuiacio ha fatto plauso il Co
dice penale francese. Esaminata peraltro la questione di
fronte ai principii della scienza, e alla pubblica opinione, poco
vi vuole a dimostrare la erroneit e la ingiustizia della mas
sima ritenuta da quel chiarissimo giureconsulto. , .
/?M- tentativo rimasto sospeso per circostanze fortuite in
dipendenti dalla volont del colpevole. Se Y ostacolo che si
frapposto non si verificava, siamo sicuri che il delitto sa
rebbe stato consumato? l'agente non poteva forse pentirsi?
chi pu escludere il contrario in un atto che intieramente di
pende dalla di lui volont? Fino a che restano atti da ese
guire, il pentimento possibile : la legge penale della possi
bilit di questo pentimento deve tener conto , minacciando
all'agente una pepa minore di quella dovuta al delitto con
sumato: oltre a ci da avvertirsi che se vero, come ab
biamo gi premesso [tu. \) e come a suo luogo dimostre
remo, che la pena deve misurarsi in ragione composta del
pravo animo dell' agente, e del danno o pericolo da lui con
il delitto arrecato, ragion vuole che nel tentativo, minore as
sai che nel delitto consumato trovandosi il danno e pericolo,
minore abbia ad essere la pena, anche per l' altra conside
razione che l' agente frastornato e impedito nella di lui azio
ne criminosa non ha dal delitto ottenuto quel profitto che
avrebbe . dovuto espiare con la pena. Infine la pubblica opi
nione altamente grida contro la teoria del Cuiacio , dacch
non sa persuadersi come un atto di per s stesso incompleto
debba essere represso come se fosse portato al suo termine.
Ritenuto dunque che il tentativo deve esser punito con
pena minore di quella dovuta al delitto consumato, resta a
sapersi se ogni tentativo meritevole della stessa repressio
ne , tanto che all'agente rimanessero molti atti per consu
mare il delitto , quanto che niente altro gli restasse a fare
per compirlo.
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..
E qui la scienza suole dividere il conato imputabile in
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LIBRO PRIMO TIT. VilI.
minosa , esclusivi cio di ogni dubbio , che a. detta azione ,
o piuttosto a qualunque altra lecita o indifferente appar
tengano;
3. che il preenunciato cominciamento abbia in s stesso
capacit di essere sospeso o interrotto, anche per volont del
l'autore del tentativo; e ..
4. che gli atti esecutivi costituenti il tentativo siano
mezzo idoneo alla consumazione del delitto, sicch, se non
fossero stati interrotti, la consumazione stessa si sarebbe im
mancabilmente verificata.
TITOLO VilI.
Del delitto mancalo.
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* '
Anche nei delitti pu intervenire il mandato, il quale si
verifica nella commissione che taluno d ad un altro di ese
guire un'azione criminosa per conto ed interesse dello stesso
mandante. .
. .
.
Due ispezioni principalissime occorrono su questa impor
tante materia, sulle quali d'uopo separatamente trattenersi.
La prima concerne la natura e la indole giuridica del man
dato, e la imputabilit che da esso nasce di fronte ai due
contraenti : la seconda si referisce alla responsabilit che in
diritto pesa sui medesimi, dato ed accettato il mandato.
Le parti che assumono il mandante ed il mandatario nei
delitti sono le seguenti. Il primo vuole il delitto: lo ha nella
sua mente meditato e risoluto: ma, sia sentendosi mancante
di forze fisiche o morali per eseguirlo, sia volendosi sottrarre
al pericolo di essere sorpresa e scoperto, sia per qualsivoglia
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LIBRO PRIMO TIT. X. '
'
Iorio. H nostro Codice, il quale, sebbene contempli la istiga
zione non accolta come delitto siti generis, non prevede il
caso in esame che essendo assai pi imputabile della istiga
zione non accolta, dovrebbe essere represso con pena pi
grave.
2. Se in onta della revoca data al mandatario dal
mandante in tempo debito, il primo avesse eseguito il delitto,
quale sar l imputabilit di ambeda?'
Il mandante, secondo i precetti della scienza, sar in
ogni caso tenuto del delitto svi generis di mandato a delin
quere, perch eseguito il delitto, a lui rimarr sempre la re
sponsabilit di averlo eccitato: il mandatario dovr sottostare
solo alla pena del delitto da lui commesso, del quale non
pu tenersi a calcolo il mandante che aveva ritirata la sua
commissione. Il nostro Codice penale all'articolo 52 per eso
nerare il mandante da ogni responsabilit esige che oltre la
revoca del mandato, esso abbia fatto di tutto per distogliere
il mandatario dal commettere il delitto , non comprendendo
fra le eseguite premure quella sola della denunzia all' autori
t : e questa sola esistendo sottopone il mandante alla carcere
o alla multa secondo i casi.
3. Il mandatario pentito del dato assenso si astiene dal
commettere il delitto. Qual sar la pena dovuta al mandante?
Poco vi vuole a rispondere, che questo dovr sottostare alla
pena minacciata al delitto sui generis di mandato a delin
quere, tanto pi che in qusto caso siamo in termini pi
gravi, perch all'astensione del mandatario egli non ha con
tribuito, mostrando cos di sempre persistere nella data com
missione: lo stesso deve dirsi quando il delitto stato impe
dito per qualsivoglia altra causa indipendente dalla volont
del mandante o del mandatario.
4. Il mandante ha revocato il mandato in un tempo
in -cui il di lui cangiamento di volont non giunto a otgnizione del mandatario: questo ha eseguito il mandato: quale
sar la responsabilit del mandante?
SOL,
'. '
Sono notorie le teorie di diritto civile che insegnano
che il mandato finisce con la revoca del mandante portata
a cognizione del mandatario: fino a che a questo la revoca
non nota, egli agendo obbliga il mandante; questa stessa
regola procede nei delitti: il mandante deve imputare a s
stesso se non ha fatto conoscere in tempo il cambiamento di
sua volont: il mandatario ha agito nella opinione che il
mandato continuasse: dunque il mandante correo deimandatario ed ambedue devono essere puniti. -' ' .' h- (:'.'';.
5. il mandatario nell'eseguire il mandato ha ecceduto,
ed ha cos commesso un pi grave delitto di quello del quale
era stato incaricato quale sar la responsabilit del mandante?
In questo caso non si pu far questione sulla impu
tabilit del mandatario , perch incontrastabile essere esso
tenuto di tutto ci che ha fatto, non di ci che doveva fare:
per qualunque causa l'eccesso sia avvenuto, egli ne respon
sabile. Qui si cerca della imputabilit del mandante in tale
eccesso. '
. '.. '. .
Gli scrittori moderni sono discordi fra loro nel risolvere
una tale questione. Alcuni ritengono la piena responsabilit
del mandante anehe nell'eccesso del mandato; altri la modi
ficano risalendo alla causa che ha prodotto l'eccesso mede
simo: i primi giustificano il loro giudizio con le seguenti
ragioni. Il mandante nella rea commissione che d al manda
tario agisce quasi sempre per dolo di proposito, il quale ren
de responsabile l'agente di tutte le sequele che dall'atto cri
minoso con mente calma e fredda deliberata sono derivate: Egli
ha collocata la sua fiducia nel mandatario perch eseguisca il
delitto; se questo ha male spesa una tal fiducia, deve a s stesso
il mandante imputare ci che di pi stato fatto, mentre
doveva scegliere persona che delle sue intenzioni non abu
sasse: oltre a ci, certo che se esso non delegava ad altri il
deliberato delitto, questo, e molto meno l'eccesso, non sarebbero
avvenuti: infine osservano essere per il mandante agevol cosa
il prevedere che il mandatario sorpasser la legge imposta
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'
gli , mentre l' uomo che ad atroce opera , senza causa sua
propria, si impegna, deve sempre ritenersi come uomo bru
tale e scellerato , capace di varcare , nell' eseguire l' altri
vendetta, ogni limite. Un som caso essi ammettono capace a
sottrarre il mandante alla imputabilit dell' eccesso , quando
cio questo consistesse in un delitto totalmente differente e
privo di qualunque connessione con quello commesso, o quan
do l'eccesso medesimo provenisse da cause intieramente per
sonali al mandatario, r, . .
..... i -. .' *
Altri scrittori nello sciogliere la questione si partono da due
diversi principii : alcuni ritengono che tutto ci che segue al
di l del mandato, non imputabile al mandante che per il
solo lato della colpa, perch avendo ad altri commessa la
violazione della legge penale, egli contrae una responsabilit
nell'eccesso per intenzione indiretta; si perch dava opera a
cosa illecita, s perch aveva scelto nella esecuzione del de
litto persona capace di eccedere i limiti del mandato. Ne
gano poi che sia luogo a tenere a calcolo il mandante di
dolo nell'eccesso medesimo per le seguenti ragioni: 4. per
ch non ha voluto il delitto in quel modo; 2. perch non
essendo dell'eccesso autore, di esso non imputabile; e 3'
perch il volerlo equiparare al mandatario si risolverebbe in
una pretta ingiustizia (Rossi droit penai iv. % chap. 36 p.
391). Altri poi credono doversi esaminare l'eccesso sotto i
quattro seguenti aspetti , cio se stato volontario, colposo,
necessario o casuale. Se stat volontario, commesso cio dal
mandatario per pravo suo animo o per ferocia e brutalit di
carattere, concludono dovere di esso, il mandante, rispndere
d colpa: se stato colposo, inquautoch l'eccesso sia nato
da imprudenza, da negligenza del mandatario, ne traggono la
stessa conseguenza che nel precedente; se stato necessario,
nquantoch il mandatario per il naturale andamento del
fatto non si era potuto disimpegnare dall'eccedere nel man
dato, ritengono essere il mandante dell' eccesso stesso soli
dale per colpa con il mandatario. Se poi l'eccesso derivato
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LIBRO PRIMO TIT. X.
consumato. L'uomo che oggi loda, approva, ratifica il delitto
da altri commesso jeri, o partecipa al lucro che dal medesimo
derivato, o aiuta il delinquente ad assicurare il criminoso
profitto, o ad eludere le investigazioni della giustizia, mari
ter la taccia di immorale ed iniquo, ma non potr dirsi che
abbia cooperato o partecipato ad un fatto avvenuto prima sen
za averne avuta scienza precedente. (Rossi Droil pnal liv. Il
cap. XL pag. 402).
Ma se il buon senso rifugge a ritenere che esista o cor
reit o complicit nei fatti sopra riferiti, non se ne deve
trarre la conseguenza che i fatti stessi debbano rilasciarsi alla
comune esecrazione senza pena. Il legislatore che non pu
ignorare quanto danno e pericolo in s stessi racchiudono,
deve creare dei medesimi altrettanti delitti sui generis minac
ciando ad essi pena corrispondente. Nelle antiche leggi penali
e nelle moderne legislazioni noi non troviamo sillaba che
comprenda i ratihabenti: troviamo poi nelle une e nelle altre
la menzione dei ricettatori di persone o di cose con lo sco
po di prestare aiuto al delinquente onde assicurare il crimi
noso profitto, o ad eludere le investigazioni della giustizia. Il
nostro Codice penale si occupa di costoro, come abbiamo gi
notato, all' art. 60. . .
Peraltro onde sottoporre a pena colali delinquenti duopo
che sieno costatati i seguenti estremi: l.che costoro ab
biano scienza del delitto, o dei di lui autori dopo, il delitto
avvenuto, e senza concerto anteriore al delitto medesimo,
2. che abbiano prestato aiuto al delinquente onde assicurargli
il criminoso profitto, o sottrarlo alle investigazioni della giu
stizia. Dal primo dei detti estremi emerge, che se il ricettatore
aveva notizia del delitto prima che questo avesse vita, ed
aveva promesso la di lui cooperazione posteriore, diviene un
correo, o un complice secondo la influenza che il di lui fatto
ha avuto nell'animo del delinquente principale: e dal secondo,
che se l'aiuto stato prestato dal congiunto, o dall'affine
del delinquente, senza che per parte di essi esistesse concerto
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LIBRO PRIMO
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Dei modi coi quali si estinguono gli obblighi nati dal delitto.
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LIBRO PRIMO TIT. XII.
di chi avrebbe potuto esercitare i suoi diritti: o la punizione
ben meritata da costui che con una lunga e continuata ne
gligenza ha dimostrato che di essi a lui non caleva. Di qui
nata la prescrizione che un rimedio giuridico, mediante
il quale vietato di far valere tu giustizia, scorso un determi
nato tempo, i diritti che ad ogni cittadino possono competere.
Alle enunciate ragioni se ne aggiunge un'altra tutta po
litica: quella cio d' impedire che le contestazioni che insor
ger possono fra gli uomini abbiano un lungo periodo, onde
togliere il fomento agli odii ed alle discordie che da esse na
scono, e levare ogni incertezza sui possessi, i diritti ed i dominii sulle cose.
Tutte le nazioni civili hanno adottato queste teorie tanto
negli affari civili che nei criminali: di fronte peraltro a que
sti ultimi, per ammettere la prescrizione, ricorrono ragioni di
maggiore importanza di quelle gi esposte.
La prima ragione nasce dal sociale interesse, che esige la
pena dover tener dietro il pi presto possibile al delitto onde
si raggiunga lo scopo che la legge si propone, quello di di
fendere la societ da danni ulteriori, col percuotere il delin
quente, e correggerlo, e avvertire contemporaneamente i cit
tadini a non seguirne l'esempio. A misura che la punizione
si allontana dal delitto, decresce, si estingue il detto scopo,
perch quando nella memoria dei cittadini il delitto estinto,
manca il danno politico a risarcire, e la punizione troppo
tardi inflitta produce o compassione o scandalo. Queste triste
sequele della negligenza e della inazione in individui dalla
legge chiamati a scuoprire i delitti ed i delinquenti, potente
mente refluiscono in pregiudizio della societ lesa.
La seconda ragione tutta di umanit. Risiede essa sullo
stato d'animo del delinquente dopo commesso il delito. Qual
pi atroce supplizio pu immaginarsi di quello che nasce dalla
crudele incertezza, dal grave timore in cui trovasi il delin
quente, e che a lui toglie la sicurezza di ogni giorno, il ri
poso di ogni notte, e gli d anni ed anni di angoscia? La
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legge penale, per severa che sia, deve essere umana, e perci
deve affrettare, non dilazionare, il tempo nel quale deve essere
applicata.
La terza ragione nasce dalla legge morale, la quale vuole
che la repressione dei delitti abbia un termine, e che perci
venga un tempo nel quale la spada della giustizia stia in, ri
poso. Il tempo gran moderatore delle cose umane impone
questa legge atta a sopire quel turbamento alla pace sociale
che nasce dalla repressione dei delitti.
La quarta ed ultima ragione si muove dagli effetti pi
ovvii e pi naturali del tempo. cosa notoria quali guasti
esso produce negli uomini e nelle, cose: le prove nei giudizi
criminali quasi tutte dipendono dal deposto dei testimoni: se
uri lungo tempo si frappone fra l'epoca nella quale i fatti al
delitto relativi si verificarono, e l'altra in cui debbono essere
referiti ai giudici perch gli apprezzino, pu avvenire (e so
vente avviene) che coloro che debbono deporne abbiano pa
gato il loro tributo alla natura, o almeno abbiano di essi
perduto ogni memoria : pu avvenire che le tracee del com
messo delitto siario perdute; ed allora quali mezzi restano al
Fisco per preparre l'accusa, quali al reo per porre in essere
la sua difesa?
Giustificata la necessit della prescrizione nei delitti, pas
siamo a parlare del tempo e del modo col quale si compie.
Le leggi romane avevano un solo periodo. Venti anni dal
giorn del commesso delitto, meno alcune eccezioni per certe
speciali delinquenze. I migliori scrittori di diritto penale hanno
giustamente censurata questa disposizione, osservando che il
lasso di tempo destinato a prescrivere non pu' essere uno in
tutti i delitti, ma deve misurarsi dalla loro politica impor
tanza, ed in ragione delle maggiori o minori impressioni che
hanno prodotto nell'animo dei cittadini, a cancellar le quali
sia d'uopo il corso di un maggiore o minor lasso di tempo:
sicch concludono che dovrebbe esser pi lungo nei delitti
gravissimi, meno lungo nei delitti gravi, breve nei minimi,
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LIBRO PRIMO TIT. XII.
stata proferita, ad eccezione del delitto di adulterio ed in al
cuni casi anche dell'altro di stupro, nei quali la quietanza
del querelante rompe anche la pena cominciata a subire.
La quietanza quell'atto, nel quale colui che ha presen
tata querela, dichiara o di avere ottenuta piena indennit dal
delinquente, o di desistere da ogni procedimento contro di lui.
La novazione, o la transazione avvengono nel modo se
guente: la novazione, quando fra il querelante e il querela
to, liquidata la indennit dovuta per il delitto, si crea per con
senso di ambedue un contratto che d al respettivo debito e
credito una causa, una origine, diversa da quella che vera
mente aveva.
i ' . . .
La transazione avviene allorquando fra il delinquente ed
il leso si fa uno stralcio sull' ammontare dei danni riducen
doli ad una data somma. L' uno e l'altro modo importano
per parte del querelante tacita renunzia alla azione penale, e
cos l'unico riservo dell'azione civile. I due notati modi ri
correvano sotto l'antica nostra giurisprudenza nei delitti di
truffa, di stellionato, di espilata eredit, e di fraudata ammi
nistrazione.
La compensazione avveniva sotto il nostro gius penale pre
cedente al Codice nei delitti d'ingiurie e di lievi offese, e verificavasi allorquando nello stesso contesto d' azione l' ingiu
riato e l'offeso avevano reagito contro l'ingiuriante e P offen
sore nello stesso modo e nei medesimi limiti. Dicono i pra
tici che colui il quale si fatto ragione da per s stesso non
ha diritto di ricorrere ai tribunali: in queste contingenze gli
imputati erano assoluti, ritenuta la loro condanna nelle spese.
Non dimentichiamo che per dar vita alla compensazione non
vi deve essere eccesso in chi respinse la ingiuria e la offesa.
La dissimulazione modo estintivo della azione penale
nei soli delitti d'ingiuria, e si verifica (ved. leg. ti $ 1 ff.
de injur.), quando lo ingiuriato, dopo ricevuta ingiuria, conti
nua a praticare con lo ingiuriane lo stesso contegno che te
neva per lo avanti, conservando verso di lui i medesimi
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LIBRO SECONDO
- .
TITOLO I.
Indole giuridica della pena.
' .
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LIBRO SECONDO
TIT. I.
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LIBRO SECONDO TIT. I.
che il condannato resti durante la pena nel potere delta so
ciet, la quale unitamente al male che la pena .stessa di per
s medesima produce, e che rammenta al delinquente il de
litto che ha commesso, possa migliorarlo con il lavoro, cor
reggerlo delle di lui cattive abitudini mediante la istruzione
religiosa e civile, onde vincere, le tenebre della ignoranza o
la foga delle passioni smoderate, cagione principale di quasi
tuttj i delitti. Un tal nobile scopo non si ottiene con le pe
ne subite in pubblico, perch imprimono nell' animo del
condannato quella impudenza che Io fa gloriare del delitto,
e che un potente ostacolo a migliorarlo: non si ottiene con
le pene dei confini e degli esilii, perch in esse il condan
nato lasciasi in bala di s stesso, e si pone in continue oc
casioni di recidivare: non si ottiene finalmente con la pena
della carcere semplice, quale usavasi nelle precedenti legisla
zioni, perch l racchiuso il condannato in compagnia di es
seri corrotti, e costretto a stare in ozio durante la pena, ri
tornava in societ peggiore assai di quello che era avanti che
egli fosse punito.
, ,
Dal gi detto emerge spontanea la conseguenza, che il
magistero penale basato sulla correzione del delinquente non
pu, n deve consistere che in una sola pena, in quella cio
del carcere, entro il quale sia obbligato al lavoro e sia re
ligiosamente e civilmente istruito. Ma un sistema penale, che
tutto si basa su una sola pena, non pu essere perfetto, inquantoch dovendo esso servire alla repressione di pi de
litti di maggiore o minor gravit, non potrebbe ottenersi quella
giusta proporzione che esister deve ffa il fallo e la pena, la
quale non pu ottenersi nella differenza soltanto della durata
della punizione. Il buon senso suggerisce che colui che ha
commesso un grave fallo deva essere pi gravemente punito
dell'altro che autore di un fallo minore, e se di una sola
e medesima pena sono puniti ambedue, avremo perduto e Io
scopo che vuole la correzione, e l'altro che esige il pubbli
co esempio.
.
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142
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145
U6
LIBRO SECONDO
TIT. I,.-.*
U7
1 48
LIBRO SECONDO TU. I.
ricolo farebbe sottostare a quella anche coloro che non hanno
coscienza dei loro atti e libert di elezione, oppure darebbe
alla legge penale i tristi ed odiosi caratteri di una cieca ed
atroce vendetta che reprime alla pari a torto o a traverso e
quei che hanno agito per dolo di proposito, e gli altri che
sono stati al delitto spinti dalla foga di passioni improvvise-,
e quelli finalmente che la imprudenza o la imprevidenza
ha fatti rei. Senza pi su questa materia trattenerci inviamo
i nostri lettori a quanto noi osservavamo nel tit. I del li
bro I, sul diritto di punire.
Sullo scopo che la pena deve proporsi di correggere il
delinquente, mediante gli efficaci aiuti del lavoro, del silenzio,
della istruzione civile e religiosa, ci siamo poco sopra lunga
mente trattenuti, e ci dispensiamo perci dal ritornarvi.
Sull' altro scopo di avvertire gli altri, onde si astengano
dal delitto, non luogo a trattenersi, inquantoch esso tende
a tutelare la societ dalle successive violazioni della legge
penale.
. , ...
TITOLO II.
Delle diverse specie delle pene.
.. . . '
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'
"
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LIBRO TERZO
JDel giudizi.
TITOLO I.
Dfii diversi procedimenti nei giudizi criminali.
174
..,
175
fi
LIBRO TERZO TIT. t,
te eseguirsi in pubblico, avanti i giudici, l'imputato, e la
difesa e chi rappresenta il fisco o la societ. Questa pubbli
cit remuove ogni sospetto di artificii maneggi, favori, po
nendo i giudici sotto il freno della opinione pubblica, che
pronunzia imparziale il suo voto avanti che i Magistrati ab
biano emesso il loro.
. i .
. . ..
Finalmente il quarto fondamento che sottopone il pre
sente reo al giudizio dei suoi pari ravvisasi come tutela do
vuta ad uomini liberi, non dipendenti che dalla legge, e che
pregiano quanto la vita la loro individuale libert, e la loro
reputazione. Gli zelanti difensori del processo accusatorio
puro osservano, che i Magistrati dal potere esecutivo investiti
delle loro funzioni, hanno in s stessi un sospetto di esser
parziali a sostenere l' addebito dato ad un cittadino da altri
Magistrati dallo stesso potere nominati , e maggiormente in
quei delitti nei quali pu essere in causa il governo che di
verrebbe nello stesso tempo attore e giudiee, se la pronunzia
fosse demandata a quei che hanno ricevuto giurisdizione dal
governo medesimo : soggiungono che la esperienza insegna
che il diritto di giudicare sui delitti rilasciato ai Magi
strati, ingenera in essi una abitudine che a poco a poco gli
conduce a condannare dietro lievissime prove. Da questi in
convenienti esente il giudizio dei giurati, i quali estratti a
sorte dalla massa dei cittadini probi e illuminati, sono pie
namente indipendenti dal potere esecutivo, destano fiducia
nei giudicabili, e perch rappresentano la societ di uomini
liberi, e perch sono estranei a qualunque abitudine che fac
cia velo alla loro imparzialit. E perch maggior confidenza
l'imputato risenta nel giudizio dei suoi pari, a lui le leggi
accordano un pieno diritto di recusarne, alcuni fra essi, a con
dizione peraltro che non ne abusi.
Passiamo adesso a dare la promessa notizia storica del pro
cesso accusatorio inglese che il tipo del processo accusatorio
puro.
;
Secondo la legislazione inglese, quasi tutti i delitti sono
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. .
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. .
5
Del processo misto:
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.'
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' . . \ .'
185
te ricorre la procedura segreta , perch si fanno nel gabinetto del giudice assistito dal suo cancelliere. Terminato il
procedimento , l'affare portato , sentito il pubblico accusa
tore, e avvisatone l'imputato, al Tribunale adunato in camera
di consiglio, il quale ha l'incarieo di dichiarare se si sono
raccolti indizi sufficienti per inviare l' imputato al pubblico
giudizio: se risponde di no, questo dimesso dall'accusa: se
affermativamente, duopo che si dica qual sia il Tribunale com
petente a giudicarlo: se pronunzia essere della competenza mag
giore, la causa cade sotto l'esame della camera delle accuse
della Corte Regia, la quale ha le stesse ed identiche incumbenze della camera di consiglio ; tutto ci si fa in segreto,
fuori della presenza del suppsto reo e del suo difensore, ai
quali la compilala procedura non peranche comunicata.
Dichiarato l'invio al giudizio, ed eseguitigli atti preparatorii,
allora soltanto si comunica il processo all'incolpato e suo di
fensore, e quindi ha vita la discussione nei modi voluti e
prescritti nel sistema accusatorio, fino alla decisione inclu
sive, salve alcune restrizioni delle quali ora discorreremo.
Ma il sistema misto che sopprime la pubblicit degli atti
processali e del giudizio di accusa, in alcuni paesi, come nel
nostro, restringe anche le larghezze del processo accusatorio
di fronte a quei che sono chiamati a giudicare sul merito.
Infatti, invece di rilasciate il giudizio del fatto al voto dei
giurati, cio di cittadini estratti a sorte, come si usa in
Francia, nel Belgio, ed in altre regioni, si raccomanda que
sto a giudici legali- nominati dal Governo, chiamati peraltro
a dare il loro giudizio colla convinzione morale , e non
sulla convinzione legale: essi stanno in luogo dei giurati , e
credesi che il loro voto debba essere pi ponderato, pi retto,
pi purgato di quello che proviene da individui ai quali le
legali disciplin sono per lo pi estranee affatto; si creduto
riparare alle conseguenze, che pur troppo nascono negli animi
degli uomini mediante l'abitudine a pronunziare sui delitti e sui
delinquenti, creando numerosi collegi nei quali si faccia un'
24
186
DELLA COMPETENZA
: . .
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: TITOLO II,,
Della competenza.
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DELLA COMPETENZA
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DELLA COMPETENZA
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TITOLO HI.
' ' '
Della istruzione preliminare.
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TITOLO IV.
Dell'azione penale.
dell'azione penale
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dell'azione penale
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20 1
TITOLO- V.
Dei modi con i quali si estngue l'azione, penale.
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LIBRO TERZO
TIT. V.
"
204
LIBRO TERZO TIT. VI.
cui spetta il promuovere l'azione penale dirige a lui le carte
relative, richiedendolo che proceda alle verificazioni regolari.
-Le di lui incombenze sono lungamente enumerate dal Re
golamento sulle procedure criminali del 22 Novembre 1849
dall'art. 69 all'art. 96 inclusive. Noi qui le ristringeremo
in brevi cenni, mentre l'andar pi oltre non gioverebbe
alla semplicit delle nozioni elementari alle quali dobbiamo
servire.
. .
Prima cura dei giudici istruttori quella di esaminare le
carte comunicategli insieme con la requisitoria con la quale
spiegasi l'azione penale: se a loro pare che non sia luogo ad
intraprendere la procedura, ne referiscono alla camera di Con
siglio del Tribunale mediante rapporto: essa decide: se or
dina l'assunzione degli atti, il Giudice d'istruzione deve ese
guirla: se dichiara che non debbasi procedere, l'affare pu
denunziarsi, qualora sia di azione pubblica, come abbiamo
gi detto, dal Pubblico Ministero alla Corte Suprema.
Il Giudice d'istruzione nel compilare la procedura scritta
deve avere un solo scopo, quello cio di rintracciare la ve
rit, e di rintracciarla cou i mezzi dalla legge permessi: tutto
ci che a questo scopo si oppone, o da esso si diparte co
stituisce una deviazione gravissima dai suoi doveri, mentre
compromette la intrinseca essenza della giustizia pubblica. Egli
deve essere freddo ed imparziale, avere un contegno modera
tamente grave, ma nello stesso tempo benevolo verso coloro
che, o come testimoni, o come periti, o come imputati avanti
di lui compariscono: fa duopo che egli sia paziente con tutti,
in specie verso le persone del volgo alla cui intelligenza con
viene che si abbassi per schiarirle, metterle in via, illumi
narle onde replichino' assennatamente e per la verit alle sue
interrogazioni: fa duopo infine che egli non si lasci sopraffare
dall' altrui accortezza o mala fede, n dimentichi giammai che
debito suo imprescindibile di essere imparziale fra l'accu
satore e l'accusato, a talch ci. che giova o nuoce all'uno
ed all'altro formi subietto delle sue accurate indagini; in una
205
206
zione del procosso, il Giudice d'istruzione tenuto a prestarvisi, come tenuto di eseguire quegli atti che ad intuito di
scuoprire 1l vero gli vengono richiesti : se peraltro al Giu
dice stesso non sembrasse opportuno di annuire, ne deve re
ferire al Tribunale adunato in camera di consiglio onde de
cida. D'altro lato il regio Procuratore obbligato a procu
rare la esecuzione degli ordini del Giudice d'istruzione, ri
chiedendo le respettive autorit , o gli agenti della pubblica
forza perch vi si prestino.
permesso al Giudice d' istruzione di richiedere medianti
lettere rogatorie ai Pretori criminali del suo circondario, o
al Giudice d' istruzione di altro circondario, la esecuzione degli
esami o altri atti di verificazione, esclusi g' interrogatorii degli
imputati. I Pretori delegati e il Giudice d' istruzione richiesti
debbono eseguire tali incombenze assistiti dai loro cancellieri.
Compilata la procedura, deve il Giudice di istruzione di
chiarare all' imputato o imputati in qual giorno comunicher
la medesima al regio Procuratore, e richiamarlo a dire se
ha altre verificazioni a richiedere; nel caso negativo, comu
nica il processo al citato regio Procuratore, il quale deve ri
metterlo sollecitamente con le sue conclusioni sui resultati di
esso; il Giudice d'istruzione deve mediante rapporto darne conto
al Tribunale adunato in camera di consiglio. Qui finiscono le
incumbenze del Giudice d'istruzione i cui atti sono sempre
compilati, nel segreto del suo gabinetto; peraltro se la Camera
di consiglio o delle accuse, prima di pronunziare il loro voto
richiedessero al Giudice d' istruzione una ampliazione di atti,
egli tenuto a prestarvisi.
La indicazione del giorno nel quale terminata la proce
dura deve questa passarsi, come abbiamo di sopra detto, al
regio Procuratore tutta a favore dell'imputato, inquantoch
a lui permesso di presentare memorie alla Camera di consi
glio e alla Camera delle accuse.
' , ..'
207
TITOLO VU. .
. " -
Delle prove.
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BELLE PROVE
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, .
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LIBRO TERZO TIT. VII.
1. Che hanno dei difetti inerenti, alla loro persona re
DELLE PROVE
211
212
LIBRO TERZO TIT. VH.
ottenere degli schiarimenti o degli indizi costituenti la prova
semipiena, o almeno conducenti a rintracciare la verit, unico
scopo che si propone la legge.
Tutto ci premesso, nel processo inquisitorio due o pi
testimoni di vista idonei conducvano alla prova legale, dap
poich la legge riteneva che nel detto di due o pi ineccezionabili risiedesse la verit morale o storica del fatto con
troverso : al contrario, se questo fatto resultasse dal detto di
un testimone ivwco o singolare, la prova passava allo stato
di semipiena o indiziaria.
Testimone unico quello che solo ha deposto sul fatto
criminoso: testimone singolare quello che nel concorso di
pi fidefacienti rimane solo deporre su di una circostanza al
fatto stesso relativa, uniformandosi nel rimanente agli altri.
Duopo peraltro che noi non omettiamo di far cono
scere, una distinzione dai pratici ritenuta sul rammentato
testimone singolare : alcuni di questi sono singolari per sin
golarit ostativa : altri per singolarit diversificativa : altri
infine per singolarit amminicolaliva. Nella prima categoria
stanno quei che ad- un dato fatto attribuiscono circostanze
diametralmente contrarie al deposto degli altri : al detto di
questi testimoni sar prestata fede l dove concordano con
gli altri, nel resto alcuna: nella seconda sono collocati quei
che diversamente dagli altri, senza che si trovino con essi in
conflitto, narrano il fatto : i giudici dovranno prestar fede al
loro detto l dove concorda con i contesti, non l dove , di
versifica: finalmente nella terza sono compresi quei testimoni,
ognuno dei quali solo a far fede di un fatto, ma presi in
complesso i loro deposti, formano tal catena da non poter
dubitare, dell' insieme della prova, che da quegli stessi fatti
resulta : a modo d' esempio, fingiamo che trattandosi di un
omicidio, un solo testimone sostenga aver veduto in ora pros
sima al delitto entrare l' imputato nella casa dell' ucciso ; un
altro che abbia sentito in detta casa contendere l'ucciso con il
presunto uccisorejun terzo che affermi aver veduto quest'ultimo
DELLE PROVE
213
ai 4
DELLE PROVE
215
l
diare, fa duopo che vi intervenga la confessione dell' impu
tato; la perizia dei calligrafi e il deposto dei testimoni, e
qualunque altro fatto che confermi la verit della confessione:
0 il documento non contiene di per s stesso delitto, ma un
argomento di reit, a maggiore ragione non pu collocarsi fra
1 mezzi atti ad ottenere prova piena, mentre soggetto come
deve essere alla recognizione di chi Io ha scritto o sottoscritto,
e alle necessarie verificazioni, in fin dei conti non sar che
un indizio, una prova semipiena ed artificiale, tale essendo
la natura sua giuridica.
Queste osservazioni ricorrono tanto che i documenti sieno
privati che pubblici; anzi in questi ultimi, oltre la recognizione dell'imputato, esiste la necessit dell'esame dei testi
moni presenti all'atto, e del notaro rogante, i quali possono
assumere la veste di correi, se il documento di per s stesso
costituisce nel suo tenore delitto.
, ., - '
. Resta a dire degli indisi, materia confusa, lunga, difficile,
versatile, della quale ci sbrigheremo in poche parole.
La parola indisio viene da indicare , designare cio dei
fatti pi o meno referibili al delitto, o al suo presunto au
tore. Onde distinguere questi fatti da quelli che possono con
durre alla prova piena, inartificiale, occorre che i medesimi
riguardino circostanze estrinseche al delitto , sicch abbiso
gnino di raziocinio, affinch al delitto medesimo si colle
ghino.
Gl'indizi per la loro maggiore o minore referibilit al de
litto o suo autore sono divisi in necessari e contingenti: i pri
mi sono cos chiamati quando i fatti a cui si riferiscono
hanno un rapporto necessario ed indispensabile con il de
litto: per lo pi ir tali indizi riguardano la prova in genere,
di rado percuotono il presunto autore, e questo caso ve
rificandosi , a parere dei buoni scrittori , formano prova
piena: i secondi per la loro relativa importanza si dividono
in prossimi e remoti: questi hanno una lontana relazione con
il delitto e con il supposto delinquente: quelli si dividono in
216
217
21S
LIBRO TERZO TIT. VUI.
menti che sono stati ordinati, sentendo, secondo il bisogno, pe
riti testimoni. Questo processo verbale assume il carattere
di documento autentico faeiente prova di per s stesso su tutto
ci che interessa il materiale del delitto anche nei pubblici
dibattimenti, a condizione peraltro che sieno state osservate nel
compilarlo e nel redigerlo le forme sostanziali prescritte dalla
legge, di cui abbiamo parlato in addietro al titolo dell'istru
zione preliminare.
II. Le perquisizioni possono cadere sulla persona so
spetta di un delitto, rome nel' di lui domicilio, o anche
nella dimora di un terzo, tostoch si abbiano in ogni caso
gravi sospetti che sulla delta persona o nell' indicato domicilio
o dimora esistano oggetti relativi al delitto, o al di lui presunto
autore (1). La perquisizione sulla persona pu essere eseguita
da qualunque agente della forza pubblica per mandato della
legge nei casi di flagranza o quasi, o per ordine del magi
strato competente. In tale circostanza si fa ricerca se nella
persona o negli abiti del perquisito esiste cosa al delitto ap
partenente ; se viene reperita, si assicura avanti due testimoni
istrumentali, e si imprime su di essa un sigilllo a cera Iacea,
sigillo che vien consegnato ad uno dei detti testimoni. Tutte
queste forme sono necessarie per conservarne la identit, e
debbono poi essere esaurite mediante l' esame dei detti testi
moni, il confronto del sigillo con la impronta, e la recogni.zione dei testimoni stessi della cosa assicurata. La perquisi
zione eseguita a domicilio deve ricorrere in caso di flagran
za o quasi, ed eseguirsi da un ufficiale di polizia giudiciaria
assistito dal suo cancelliere o da due testimoni, in caso che
il perqirente non sia provvisto di attuario ; o dal Giudice
d' istruzione, o da un Pretore da esso delegato quando non
ricorresse il caso di delitto flagrante o quasi. Neil' evento del
reperimento la identit della cosa reperita si ottiene me
li) Gli ufficiali di polizia giudiciaria debbono essere ben cauti Del
l' ordinarle, perch con le medesime si lede la inviolabilit personale,
1' asilo domestico, e la reputazione dei cittadini.
2-20
LIBRO TERZO TIT. VilI.
si rilevi, diviene imputato, e di tale addebito deve decidersi
insieme con la causa ove la falsa testimonianza caduta. Nei
pubblici giudizi spetta a chi presiede di inviare il testimone
sospetto di falsit al Giudice d'istruzione, perch proceda con
tro di lui, accompagnandolo a un processo verbale da cui re
sulti ci che ha oralmente deposto, e ci che altri contradi
cendolo hanno affermato. . .
, '.'
Il deposto del testimone deve tanto negli atti d' istru
zione preliminare, quanto negli altri d'istruzione regolare esse
re redatto in scritto, e letto al deponente che deve ratificarlo,
salvo il correggerlo o l' ampliarlo; e quindi munirlo della
sua firma qualora egli sappia firmare. Quando l' esame cade
nei pubblici giudizi, del deposto del testimone si fa somma
riamente menzione nel processo verbale di udienza o. diret
tamente o per relazione alla procedura scritta [ari. 484 delle
Dichiarazioni e Istruzioni del 9 Novembre 1838).
IV. L' esame dei periti procede nello stesso modo e con
le medesime regole che guidano l'esame dei testimoni. Essi
infatti non sono che testimoni qualificati. Peraltro i periti
possono dare il loro parere oralmente, p per mezzo di rela
zione o rapporto scritto : nel primo caso le loro repliche ai
quesiti diretti loro dal giudice si redigono come gli esami
dei testimoni: nel secondo caso esibiscono il loro rapporto
che ratificano e confermano previa lettura: all'esame dei pe
riti debbono sottoporsi tutti gli oggetti o documenti perve
nuti in potere della giustizia, che possono interessare lo scio
glimento dei quesiti loro diretti. debito di chi dalla legge
incaricato di consultarli, di sceglierli fra le persone che hanno
pbblica opinione di maggior capacit e probit.
V. Le recognizioni giudiciali tendono a somministrre la
certezza dell'identit di una cosa o di una persona. Sono
quindi altre reali, altre personali. Le prime hanno luogo allor
quando si traita di constatare che le cose arrestate o depositate
come oggetti di convinzione, sono quelle stesse sulle quali
avvenuto l'arresto o il deposito, o allorch si' vuol provare la
221
242
223
224
LIBRO TEHZO
TIT. Vili.
225
- ,
L'interrogatorio o costituto obiettivo succede al piano o
semplice: se questo versa sulle generali, quello si limita a con
testare all'interrogato ad una ad una tutte le prove, e gli
argomenti a di lui pregiudizio ottenuti. Ci avviene quando
l'imputato Negativo: quando confesso, non resta al Giudice
d'istruzione altra incombenza che quella di fare ad esso svol
gere i fatti che alla confessione si riferiscano, e di verificare
la emessa confessione. Lo stesso Giudice in debito di udire
tutti quei testimoni che l'imputato nomina a sua difesa, e di
contestare ad esso il resultato dei loro esami.
. ;
Abbiamo gi detto ci che resta a farsi, compilata
la procedura, onde non crediamo necessario di qui 1 ripe
terlo. TITOLO IX. #
Del suggesto.
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LIBRO TERZO
TIT. X.
i
Della difesa dei rei.
' ' .
'
..
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232
.*
-TITOLjO XH.
' ,. .
I pubblici giudizi si aprono avanti le tre giurisdizioni criminan, gi <fa noi altre volte indicate, nelle sale di udienza
di ciascun Tribunale. Nei giudizi pretoriali il Pretore, unico
giudice, assistito dal suo cancelliere ; le parti del pubblico
Ministero sono affidate al Delegato di governo o suo coa
diutore : nei giudizi avanti i Tribunali di prima istanza i
giudici sono in numero di tre, ugualmente assistiti dal can
celliere : il regio Procuratore o il suo sostituto esercitano le
funzioni di attore : avanti le Corti Regie i giudici sono sei
-del pari assistiti dal cancelliere: le funzioni del pubblico
Ministero sono assunte dal regio Procurator generale , o dai
suoi avvocati generali o sostituti. A ciascuno dei detti giu
dizi interviene, citata, la parte civile, qualora vi sia, la quale
deve essere assistita, da un difensore legale: se non si pre
senta, il giudizio si instaura in di lei assenza.
La presenza dell' imputato o accusato necessaria nei
giudizi criminali di ogni giurisdizione: non sono ammessi
mandatari a rappresentarlo : se egli manca alla ricevuta cita
zione, si ritiene come contumace: se l'imputato o accusato
in libert, situalo accanto al suo difensore : se sotto
custodia, condotto all' udienza dalla gendarmeria libero e
sciolto, ma da essa sorvegliato, ed situato nel luogo a ci
destinato.
' ." . . .
Abbiamo gi detto che nei giudizi avanti i. Tribunali di
prima istanza, e avanti le Cotti Regie la difesa necessaria;
avanti "i Pretori volontaria. Qualora manchi il difensore di
presentarsi alla pubblica udienza nei primi due casi, il Pre
sidente, se la dilazione recasse danno, pu destinarne altro
che immediatamente assuma il suo ufficio ; la giustizia per
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I
DEI l'UBCLICI GrUDIZI
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!, LIBRO TERZO
TIT. XII|.
247
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' '
'
. :. .
249
250
>
2. Violazione della legge o falsa applicazione o inter
pretazione di essa.
3. Falso supposto di fatto intuitivamente dimostrato
e per mezzo di prova documentale posto in essere.
4. Coartata difesa, e
5. Denegata giustizia.
Tratteniamoci brevemente sopra ognuno di detti motivi.
Il primo motivo di cassazione comprende, non solo quelle
forme la cui inesecuzione per espresso disposto della legge
porta la nullit dell'atto, ma anche quelle che senza essere
accompagnate a tale irritativa condizione, hanno in s stesse
tale importanza da dimostrare la imprescindibile necessit
della loro esecuzione: per esempio, la legge vuole che i te
stimoni sieno esaminati, non simultaneamente, ma uno sepa
ratamente dall'altro, che giurino secondo la formula prescritta;
ora la inosservanza di tali forme non dalla legge comminata
251
'252
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, 259
giudizio deve essere accompagnato : discussa solennemente lacausa, il Tribunale ordinario pronunzia la sua sentenza.
Nei pochissimi casi che si sono in proposito verificati in
Toscana davasi al Principe notizia degli elementi capaci ad
autorizzare il giudizio di revisione: se esso con apposito re
scritto lo ammetteva, nominava contemporaneamente un col
legio di magistrati per esaurirlo. Adesso che il Motuproprio
del 2 Agosto 1838 ha abolito negli affari giudiciari ogni de
legazione, la cognizione della causa dal Principe autorizzata,
si devolver a quei magistrati ai quali nell'ordine dei giudizi
spetta il conoscerne.
" - Rispetto alle forme che devono accompagnare un tal giu
dizio, nel silenzio della legge, si terr dietro a quelle che. i
rammentati Codici nel caso in esame prescrivono.
TITOLO XVIII.
. .
i,
Dei contumaci.
260
.
Le Dichiarazioni ed Istruzioni del 9 Novembre 1838 han
no in parte, e con molta saviezza, voluto distinguere i diversi
stadi i di giudizio nei quali la contumacia si pu verificare.
Questi stadii sono due: contumacia alla procedura, contuma
cia al pubblico giudizio.
La prima avviene nelle cause della maggior competenza,
e nelle altre di competenza media, nelle quali stata Sosti
tuita una istruzione regolare. Colui che non comparso dopo
il mandato di arresto o di accompagnatura, o non stato
interrogato, o, essendolo stato, non ha ricevuto la contesta
zione delle risultanze processali, contumace alla procedura:
contumace al giudizio colui che dopo essere stato inter
rogato, ed avere ricevuto il costituto obiettivo non si presenta,
sebbene citato, al pubblico giudizio, o si rende latitante dopo
la notificazione fattagli del decreto d' invio al giudizio respettivamente pronunziato dalla Camera di consiglio, e dalla Ca
mera delle accuse: come pure contumace al giudizio quello
che fuori del caso della esistenza di una procedura scritta,
citato legalmente a presentarsi avanti il Tribunale non com
parisce alla pubblica udienza ( V. art. 505, 506 e 507 delle
dette Dichiarazioni ed Istruzioni).
Verificata la contumacia alla procedura, i decreti d' invio
al giudizio proferiti dalle Camere di consiglio e respettivamente delle accuse, devono essere notificati all' imputato o ac
cusato all'ultimo suo domicilio, nella parte deliberativa sol
tanto : se non avesse domicilio conosciuto, saranno affissi alla
porta del pretorio del Tribunale istruente : questa notificazione
;" '
dei contumaci
261
282
LIBRO QUARTO
Del delitti In specK
. - ni ..:'i. jBf$U.'$ i:
264
266
LIBRO QUARTO
TIT. I.
267
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275
276
LIBtO QUARTO
TIT. I.
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280
282
284
286
288
....
, .
La parola sortilegio indica la stolta pretesa che ha l'uo
mo di indovinare le cose occulte o future per mezzo di
sorti: l' altra magia che, tolta dalla lingua persiana, equi
vale a sapienza, dalla umana cecit ed ignoranza sta ad espri
mere gli sforzi inani, che sotto la invocazione dello spirito
maligno si fanno per operare contro le leggi eterne stabilite
dal Creatore. Coloro che professavano l' una e l' altra dottrina
chiamavansi auguri, aruspici) arioli, maghi, sicofanti, strego
ni, cerretani c. I Romani sotto la repubblica formavano del
sortilegio uno stromento di Governo, dando potere agli auguri
di vaticinare sui danni o le glorie della nazione: nei primi
tempi dell'Impero punivnsi peraltro come perdulli quei che
facevano vaticinii sulla salute del Principe, o fomentavano
l'ambizione dei privati : per giungere al seggio dei "Cesari,
[Paolo sent. lib.. 5 cap. 20). Degli stregoni i Romani facevansi
beffe condannandoli al ridicolo (Orazio Sat. 8 Uh, .1). Quando
poi la religione cristiana fu dagli Imperatori abbracciata, i
magi ed,i sortileghi verniero condannati alle fiamme, e si
spinse a tale eccesso la mania di' punire, che 'vennero posti
nel numero di quegli impostori, quei- che coltivavano le scien
ze esatte, come pu riscontrarsi nella l'eg. 14 Cod. de episco
pali audientia: nei. tempi posteriori una tale insania continu
senza interruzione, e possono citarsi degli esempi avvenuti fino
alla met del secolo XVIII di streghe condannate ad essere
pubblicamente arse vive..
'
V apostasia, nome greco che equivale a; diserzione ad ab
bandono, sta a denotare il fatto di coloro che essendo nati
nella religione di Ges Cristo, quella abbandonano passando
ad altro culto. Nei primi secoli della Chiesa frequenti erano
tali apostasie in coloro, che duranti le persecuzioni dei Cri
stiani ritornavano al culto degl' idoli sfuggendo il martirio :
costoro chiamavansi libdlalici dall'avere avanti il Magistrato
mediante una scritta- dichiarazione fatta abiura del Cristia
37
290
'
292
-, ;
294
.296 .
297
298
Del proselitismo.
,
.
'
DEL PROSELITISMO
299
300
LIBRO QUARTO TIT. II.
trine contrarie alla religione cattolica professata, come abbia
mo veduto, dai buoni scrittori di diritto penate, e dalla le
gislazione precedente, imperocch, rispetto alle pubbliche al
locuzioni o alle scritture a mano o stampate, o alle rappre
sentazioni figurative portate a notizia comune, ne crea due
classi; quella che mossa dal. pravo scopo di propagare
empie dottrine o di separare dalla Chiesa persone che le ap
partenevano; e l'altra che percuote quei che hanno avuto
per scopo la sola onta alla religione cattolica; i primi sono
minacciati della casa di forza, i secondi della carcere (art.
137 5 1): fin qui siamo nei limiti tracciati dalla scienza: ma
questi limiti sono dal Codice assai allargati ( 2 di detto art.),
allorquando dispone, dover soggiacere alla casa di forza, al
quanto moderata nel tempo , chiunque per lo scopo di pro
pagare empie dottrine, o separare dalla Chiesa i suoi figli ha
fatto uso di- insegnamento privato o di seduzione; qui l'estre
mo della pubblicit non si esige; opiniamo peraltro che in
sua vece debba esistere pubblico scandalo ; mentre il pene
trare nelle mura, domestiche o nel segreto dell'amicizia per
trarre dal mistero azioni generalmente ignorate, reca maggiore
scandalo che il disprezzarle, e la loro punizione mancherebbe
di scopo in deficienza del danno politico. Affatto inutile sar
l' avvertire che la legge penale in questo delitto, comunque
commesso, investe l' agente nello scopo che egli si propone
di fronte ad altri , non di fronte a s stesso, mentre, come
abbiamo gi detto e ripetuto di sopra, l'abbandono che egli
fa della religione cattolica per passare ad altra, ed anche senza
adottarne alcuna, non delitto, perch la legge penale non
costringe la coscienza di alcuno, e non reprime se non che
quando esistono o danno o pericolo pubblico.
Resta a fare una osservazione su questo delitto, e questa
consiste nel non confonderlo con il fatto violento di coloro
che si impadroniscono di una persona, sia adulta, sia minore
di et, con lo scopo di fare ad essa cangiare di religione,
inquantoch il fatto stesso passa ad altro e ben diverso ti
DEL PROSELITISMO
301
Delia bestemmia.
La parola bestemmia proviene dalla lingua greca, ed equi
vale alle latine dedecus, convicium. Le leggi di Roma pagana
non facevano menzione di questo delitto, ed noto il detto
di Tiberio: Deorum i,njwriae Dis curae. Giustiniano, invaso
da zelo soverchio, minacci la pena capitale ai bestemmia
tori, pena la quale fino dopo la met del secolo XVIII ven
ne convertita o nel taglio della lingua, o nel perforamento
della medesima con un ferro candente, o con un freno posto
alla bocca del bestemmiatore ih modo da togliergli durante la
punizione l'uso della parola.
I canonisti e gli scrittori di gius penale distinguono la
bastemmia in immediata e mediata, in semplice ed ereticale,
in deonestativa ed imprecativa, infine in reale e verbale. La
immediata dirigesi alla divinit, cio a Dio uno e trino; la
mediata alla Vergine ed ai Santi ; la semplice spogliata da
ogni labe ereticale, mentre la ereticale contiene parole con
trarie ai dogmi e riti della Chiesa Cattolica: ia deonestativa
empiamente attribuisce alla Divinit, alla Vergine, ed ai Santi,
qualit contrarie alla loro essenza ; la imprecativa desidera,
0 impreca stoltamente all'una ed agli altri danno o pregiu
dizio: con la reale gli insulti, le profanazioni percuotono le
immagini di Dio, della Vergine, dei Santi; la verbale al con
trario si restringe a sole parole: la reale, a precetto di tutti
i buoni scrittori, si confonde con il sacrilegio.
La legge Leopoldina del 30 Novembre 1786, da noi pi
volte rammentata, puniva all'art. 61 il delitto di bestemmia
alla pari di quello del sacrilegio, ma voleva che concorres
sero in esso tre essenziali requisiti, cio, che la bestemmia
fosse ripetuta; circostanza che mostra la pervicacia e la im
302
DELLA BESTEMMIA
303
la nostra sorpresa nel vederle confuse, ci auguriamo che i
Tribunali vorranno ritenerne la differenza, usando del potere
che la- legge loro accorda nei larghi limiti assegnati alla pena.
304
305
300
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VIOLENZE PUBBLICHE
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S 2.
Manifestazioni sediziose.
MANIFESTAZIONI SEDIZIOSE
313
rezza interna dello Stato, altre nel titolo dei delitti control' ordine pubblico.
,
La prima contempla tutti quei che con allocuzioni,
grida o minacce pronunziate in luoghi pubblici o in pubbli
che riunioni, o con scritture a mano o stampate a di rappre
sentazioni figurative diffuse, affisse, esposte o in qualunque
modo portate a notizia comune, hanno eccitato a commettere
un attentato avente i caratteri giuridici della lesa maest :
costoro sono tenuti della pena degli istigatori, se il fatto
avvenuto, cori la carcere da, un anno a cinque, se non av
venuto (ari. 126).
La seconda contempla le altre manifestazioni sedi
ziose, che senza esser mosse dal pravo fine che sopra, ma da
quello di richiamare alla memoria cose passate , di manife
stare il desiderio di ordinamenti futuri , e di deprezziare lo
stato politico vigente, insinuando cos negli animi dei cit
tadini un elemento sovversivo che inceppa la libert del Go
verno, tende a scemarne la pubblica considerazione e pre
para turbolenze sovversive della pubblica tranquillil e del
l' ordine pubblico. Vuoisi che tali manifestazioni sieno fatte
in luogo pubblico, o abbiano prodotto pubblico scandalo : gli
autori di esse sono repressi 'con la carcere da un mese ad
un anno (irt. 129);
La terza tiene proposito delle radunate di dieci o pi
persone, fatta nelle strade, piazze o altro luogo pubblico, di
rette a manifestare con strepiti, clamori , o con qualunque
altro modo, disapprovazione, desiderii o domande : se queste
radunate, volgarmente chiamate dimostrazioni, sono dirette a
persona rivestita di pubblica autorit, o a un ministro estero
accreditato presso il Governo, sono punite con la carcere, da
tre mesi a due anni contro i promotori o direttori, da uno
a otto mesi contro i partecipanti. Se si fanno contro un pri
vato, sono represse eon la stessa pena, ma di minor durata,
ritenuta la distinzione che sopra. Lo spontaneo discioglimen
to, o l'altro cagionato dalla intimazione dell' autorit produ
io
314
ASSOCIAZIONI ILLECITE
315
316
LIBRO QUARTO TIT. IV.
con la fazione, altrimenti chiamata cospirazione: nell'altra ca
tegoria cadono quelle associazioni che si propongono per sco
po la discussione e la insinuazione di massime o principii
speculativi tendenti a screditare le leggi dello Stato, la forma
del Governo, spregiare il Principe, a insinuare odio contro del
medesimo, a diffondere la semenza di dottrine portanti a novit
politiche e a preparare cos senza violenza e senza sedizioni
un cambiamento o una modificazione nello Stato. Tali asso
ciazioni sono ritenute di per s stesse assai pericolose, e cos
meritevoli di grave repressione.
Onde costituire una associazione illecita , sia qualunque
la classe a cui appartiene, quanti debbono essere gl'individui
che la compongono? quando coloro che ne fanno parte sa
ranno tenuti alla pena? Le leggi romane a ci non provve
dono; gli interpreti di esse dicono, che a comporre la asso
ciazione bastano tre individui. Alcune fra le moderne legisla
zioni penali hanno portato a 20 il numero degli associati.
I1 nostro Codice nulla dice in proposito, sebben abbia desti
nato un capo apposito per esaurire questa materia. Dietro
tale silenzio noi siamo portati ad abbracciare la pi mite
opinione, quella cio che porta fino a 20 il numero degli
associati, o almeno a seguire il numero destinato dal nostro
Codice (art. 206) a formare le dimostrazioni. Rispetto alla
seconda questione i buoni scrittori sono tutti d'accordo nel
determinare, che non si pu parlare del delitto sui generis
della associazione illecita, fino a che la societ non costi
tuita: il che vuol dire fino a che non di comun consenso
stabilito lo scopo che si propone, formato lo Statuto su cui
si fonda, nominati i rappresentanti alle diverse ingerenze.
Cos prescrive anche il Codice nostro (art. 207), esigendo
che la associazione sia organizzala.
Il legislatote toscano ha proceduto in proposito con mol
ta semplicit: ha distinto le associazioni dal Governo non
autorizzate in due classi: in quelle non aventi vincolo di se
greto, dalle altre che hanno un tal vincolo, alle quali d il
ASSOCIAZIONI ILLECITE
317
S 5.
318
- -
. '. '
" '.
. '
'' ,
'
La scienza penale definisce il delitto di incendio Udanno dato dolosamente o colposamente per mezzo del fuoco.
Da questa definizione intuitivamente si scorge, che non deve
. .'
L' incendio colposo sottoposto alle medesime regole del
doloso in rapporto alla constatazione del danno in atto ed in
potenza, inutile il dire che esso sorge per la negligenza,
320
322
323
I
324
S25
Scopelismo. '
326
Lifena quarto tit. iv.
Facendo astrazione dal caso singolo dal ginreconsnlto ro
mano designato, commettono questo delitto tutti coloro che con
lettere anonime, con segrete denunzie o con qualunque segno
rappresentativo del pensiero minacciano pericoli, ferimenti, omi
cida, incendi, rovine, inondazioni , sommersioni, furti o altro
danno onde esercitare vendette, sodisfare di o qualnque- altro
pravo [me.
.' .
.
Perch questo- delitto si verifichi duopo e che l'autore di
esso non si manifesti, e che agisca nel mistero e nel segreto :
ch se si facesse conoscere, alloca il -di lui fatto prenderebbe
i giuridici caratteri del delitto sai generis, chiamato minacele,
di cui parleremo a suo luogo : duopo altres che Patto cri
minoso non sia portato ad esecuzione, mentre in caso con
trario lo scopelismo formerebbe circostanza aggravante di quel
lo che stato consumato.
I Romani reprimevano lo scopelismo con pena straordi
naria : prima della pubblicazione del nostro Codice vigeva la
legge del 15 Gennaio 1744 che lo puniva con la forca e
squarto, pena mitigata dalla legge Leopoldina e ridotta dalla
giurisprudenza pratica alla carcere o agli esilii : il Codice pe
nale toscano all'articolo 3(52 lo reprime con la carcere' fino
ad un anno, alla quale pu aggiungersi la sottoposizione alla
vigilanza della polizia. .
'
'* .'
. ,
."- sV
Sanit marittima. '
saitV marittima
,.
327
3'28
329
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331
332
333
33 \
DELL1 AMBITO
335
336
'
Del peculato.
DEL PECULATO
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DEL PECULATO
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. .
ABUSO DI AUTORITA'
341
3*2
ABUSO DI AUTORITA'
343
Baratteria.
...i.,
Questo delitto aveva nome presso i Romani repetundarum a repetundis pecuniis; nei bassi tempi assunse il barba
ro nome di baratteria che sia ad indicare il baratto del da
naro con le funzioni pubbliche: oggi chiamasi corruzione.
Questo delitto avviene allorquando formasi' un turpe con
tratto fra il pubblico ufficiale e un terzo, con il quale il pri
mo mediante denaro, regali, doni o dati o promessi fa, quello
che per giustizia deve fare, o omette ci che la giustizia stessa
esige, o cade in azioni dalla legge espressamente vietate, o con
trarie al suo dovere.
. .
Tutti i pubblici ufficiali di qualunque grado , di qualunque
attribuzione siano rivestiti , possono commettere questo de
litto. Il delinquente in ambedue violando i pi sacri doveri, non
, come nel furto o in altri delitti ad esso affini, represso
in ragione di quel pi o di quel meno che egli riceve, ma
sibbene in proporzione del maggiore o minor danno che ar
reca alla pubblica giustizia : le promesse sono equiparate al
344
BARATTERIA
345
346
BARATTERIA
.
347
lungo: e i giudici criminali che avessero per corruzione riso
luto una causa, ingiustamente condannando un innocente, sono
minacciati della casa di forza, la quale, essendo per l'uomo
ingiustamente condannato superiore iti tempo ai sette anni,
si converte in pena di taglione, salvo il caso di sentenza ca
pitale non eseguita, mentre allora rimane al giudice delin
quente l'ergastolo. ' . *''
'
I corruttri sono repressi con una multa, qualora la cor
ruzione siasi limitata a fare o omettere ci che, doveva farsi
o omettersi: con una multa pi forte nel caso contrario: ne
gli altri casi alla pari di qualunque istigatore [vedi art. 49): 7
H Codice stesso, inerendo ai principii della scienza sopra
discorsi, prevede il caso di una ricompensa data e ricevuta
dal pubblico ufficiale dopo terminato l'affare: e reprime que
sto con la multa e la interdizione; prescrive ancora, che tutto
ci che stato dato ad qn terzo per corrompere o premia
re il pubblico ufficiale con scienza e pazienza di questo, deve
ravvisarsi come dato o promesso direttamente all' ufficiale me
desimo: e fa cadere infine nel potere del Fisco tuttoci che
stato dato b promesso, o il valore corrispondente.
Concussione.,
" I
'
~ ' "
Questo delitto ha preso, secondo il parere degli scrittori di
scienza penale, la sua denominazione dalla parola latina conculere, che rappresenta l'atto che fa colui che scuote l'albero
per tarne cadere i frutti e raccoglierli. Il celebre Donello
(corti, jur. civ. lib. XV cap. 40 1) cos lo deGnisce incussione di timore proveniente da individuo avente realmente un pub
blico potere, o che simula d averlo, fatto con lo scopo di costrin
gere taluno a somministrare danaro, o altra cosa per liberarsi
dal timore stesso. Il nostro Codice penale (art. 131) motto
348
CONCUSSIONE
349
. '
S 6t
Prevaricazione.
350
PREVARICAZIONE
35 i
352
PREVARICAZIONI
< "
353
*5
354.
v
Quanto al primo degli indicati modi poco vi vuole a com
prendere, che appartiene per implicito necessario al delitto di
abuso di autorit o alla baratteria. Infatti quel pubblico uffi
ciale che dolosamente protegge o tollera- i rei conosciuti, sia
per odio, vendetta o altra simile causa, sia perch abbia ven
duto il suo silenzio o la sua inazione per denaro o altra uti
lit, a niente altro tende che a calpestare i doveri del suo
ufficio in onta della giustizia: da qui che noi senza pi
occuparcene rimanderemo i lettori a ci che abbiamo detto
ai 3, 4 e 6 di questo titolo.
L'altro modo consiste, come abbiamo premesso, nel col
pevole rifiuto, proveniente da un pubblico ufficiale, di eseguire
una richiesta lgale fattagli dalla autorit giudiciaria o ammi
nistrativa. Qui l disobbedienza ed il rifiuto costituiscono una
grave deviazione dal debito inerente al pubblico ufficiale, de
viazione che produce il danno di rendere frustranee le misu
re che il potere preventivo, o repressivo pu adottare per
impedire, o reprimere dei delitti o dei disordini. Commetto
no, secondo i principii della scienza, questo delitto tutti quei
pubblici ufficiali addetti alla pubblica forza di-qualunque gra
do siano. Il nostro Codice peraltro [art. 192) parla dei soli
agenti della forza suddetta, minacciando ai medesimi la pena
del carcere. Onde incorrere peraltro in tali sanzioni penali, fa
duopo provare che l'ordine che rimasto o disprezzato, o
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'
,'
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357
358
359
. ?
Quanto a ci che appartiene al quinto ed ultimo estre
mo diremo che si congiunge con il primo: infatti colui che
ignora la pubblica qualit di coloro ai quali si oppone, non
fa offesa alla legge, n alla pubblica giustizia, difende legit
timamente la sua persona, il proprio domicilio, gli averi
contro chi li attacca : ma raro il caso della ricorrenza di
questa ignoranza, perch gli agenti della pubblica forza por
tano le divise o i segni del loro ufficio , o manifestano la
loro qualit. Ma pu accadere che gli agenti della pubblica
forza eseguiscano operazioni dalla legge ad ssi vietate o non
permesse, che manchino del mandato in scritto della pubbli
ca autorit, o ricusino di farlo vedere, che omettano le for
me dalla legge volute per 'rendere legittima l'operazione a
cui si sono appresi, che finlmente abusino per tracotanza, per
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LIBRO QUARTO
TIT. V.
365
36 fi
Inosservanza di pena.
INOSSERVANZA DI PENA
367
..
' ',
Commette il delitto di inosservanza di pena il condannato
alla reprensione giudiciale, che non si presenta nel giorno de
signato a riceverla al Tribunale giudicante: il" Tribunale me
desimo lo condanna allora alla pena del carcere per giorni
tre, che sta in luogo e vece della detta reprensione: commette
pure il delitto d'inosservanza di pena quel pubblico ufficiale
a cui con sentenza passata in cosa giudicata sia stato inter
detto dal pubblico servizio, e che nonostante prosegua ad
esercitare l'ufficio [art. 153 e 154 del Codice). Esso re
presso con pena di carcere: e finalmente commette il delitto
stesso colui che esercita, dopo l sentenza di condanna por
tante interdizione di una professione in cui sia necessaria
una matricola, la professione stessa, avanti che decorra il
tempo dalla sentenza stessa designato; ed condannato {art.
164) ad una multa, e in caso di recidiva anche alla carcere.
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Dello spergiuro
DELLO SPERGIURO
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S 13.
Della calunnia.
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DELLA. CALUNNIA
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DELLA CALUNNIA
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381
Sono rei del delitto di carcere privato quei che, non aven
do giurisdizione o pubblica autorit, tengono racchiusa con
tro la di lei volont una persona con il pravo scopo di farsi
giustizia da per s stessi, sia sfogando odii o vendette, sia per
ottenere ci che loro dovuto, o credano in buona fede es
ser loro dovuto: chiamasi carcere privato vero la reclusione
di una persona in un locale a bella posta fabbricato a tale
scopo: chiamasi carcere privato per similitudine il ritenere
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DEL DUELLO
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Violenza privala.
VIOLENZA PRIVATA
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VENDITA DI FUMO
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LIBRO QUARTO TIT. V.
pria, o qualifica il delitto minacciandolo d'un aumento di
pena: meglio su ci ci spiegheremo quando terremo proposito
dei delitti sopra enunciati. Pu per una certa affinit riferirsi a
questo delitto il fatto di quei privati che aprono le lettere e i
plichi sigillati diretti alla pubblica autorit per conoscerne il
tenore : questo una tacita indebita assunzione di pubbliche
funzioni, che il nostro Codice (art. 148) reprime con il carcere.
TITOLO VI.
Dei delitti contro la pubblica continenza.
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S
.. .
Violenza carnale.
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VIOLENZA CARNALE
393
394
LIBRO QUARTO
TIT. VI.
395
3.
Del lenocinio.
La parola lenocinio nasce dal verbo latino lenire, che corrisponde ai nostri accarezzare, blandire, lusingare. Si- defini
sce nella scienza la prostituzione dell'altrui pudicizia, la quale
commettesi eccitando, favorendo, o agevolando la corruzione
altrui.
il buon costume riceve danni gravissimi da coloro che si
fanno mezzani di turpi amori, di vietati piaceri, inquantch
il loro contegno corrompe la giovent, prostituendola alle li
bidini. La legge penale ha debito di severamente punire que
sti esseri degradati che insultano il costume, rendendo inu
tili gli sforzi della educazione domestica e pubblica.
Dopo molte contese fra gli scrittori di diritto penale su
gli estremi atti a costituire questo delitto, stato finalmente
stabilito, e dalla nostra pratica giurisprudenza confermato,
doversi il medesimo considerare sotto due aspetti, semplice
cio e qualificato. semplice quando la mezzanit del lenone
cade su donna o maschio viziati o corrotti: quando manca
nel lenone abitualil al delitto: quando esercita l'infame suo
ufficio gratuitamente: quando la mezzanit si ristringe a atti
negativi. qualificato quando stata prostituita vergine, ve
dova o coniugata oneste, o maschio di illibata condotta; al
lorch il lenone ritrae lucro, quando gli atti, del lenocinio
sono positivi, quando la prostituzione sia caduta su congiunta
per parte di un congiunto, o su individui ai quali racco
mandata la vigilanza e la educazione della persona corrotta:
e se trattasi di ascendente, allora il lenocinio chiamasi nefario, e merita grave punizione. Se poi la prostituzione
accompagnata a violenza, il lenone diviene correo, e soggiace
alla pena della violenza carnale.
396
LIBRO QUARTO TIT. VI.
La legge del 1786, 30 Novembre articolo 101, puniva
1l lenocinlo semplice con l'esilio o il confino; il qualificato
con i pubblici lavori. Il Codice nostro minaccia per tal de
litto la carcere: la quale converte nella casa di forza quando
commesso dagli ascendenti, dai tutori, dai padri adottivi,
dai mariti, dai servitori o da individui, ai quali era affidata
la istruzione, la educazione, la vigilanza o la custodia delle
persone corrotte o prostituite.
TITOLO VII.
Dei delitti contro la pubblica fede.
397
S i.
Falsa moneta.
398
FALSA MONETA
399
400
LIBRO QUARTO
TIT. VII.
FALSA MONETA
40 I
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FALSA MONETA
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40 4
FALSA MONETA
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>
FALSA MONETA
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408
LIBRO QUARTO TIT. VII.
a favore di chi ad esse ricorre, pongono i loro capitali a
benefizio di ogni richiedente, e a far prosperare il commer
cio, l'industria, l'agricoltura: questo meraviglioso ritrovato
tende a un doppio scopo: 1. a rendere pi semplici, pi
generali, pi. celeri, pi agevoli gli effetti del credito ; 2. a
render pi raro che sia possibile l'uso della moneta, senza pe
raltro escluderla.
Ed infatti, colui che per i suoi affari ha bisogno di ri
correre al credito, mancando di moneta, presenta alla banca
pubblica un biglietto commerciale, e riceve invece una carta
per somma corrispondente a quella da lui chiesta: chi ha
gi in mano un titolo commerciale, non volendo porlo in
corso, si presenta a detta banca, e ne riceve altra carta come
sopra: tali carte pagabili a vista al portatore, per la fiducia
che ispirano, divengono commerciali servendo a molti e molti
passaggi, fino a che ritornano a volont dei possessori l do
ve erano partite, e ne ricevono pagamento in contante per es
sere nuovamente poste in corso, fino a che non sia necessario
di rinnuovarle per il ricevuto attrito. Ognuno in grado di
conoscere a colpo d' occhio qual superiorit hanno tali carte
sul contante effettivo e sulle lettere di cambio : quanto al
primo perch pi comode e pi facili in ciascun passaggio :
quanto alle seconde perch si basano sulla fiducia pubblica,
e dispensano da ogni ispezione sulla solventezza di coloro
che l'hanno firmate.
Di fronte a tali e tanti benefizi era duopo che le leggi
penali dassero conveniente tutela alle carte pubbliche di cre
dito, gravemente reprimendo coloro che le falsificassero o le
alterassero: incalcolabili sono per il commercio, l' industria,
l'agricoltura i danni che da tal reato possono resultare, as
sai maggiori di quelli che nascono dalla contraffazione o dalla
alterazione della pecunia. Infatti tutte le moderne legislazio
ni, e i recenti scrittori di diritto penale hanno equiparato
l'uno e l'altro fatto criminoso nella punizione. Lo slesso ha
FALSA MONETA
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410
FALSA MONETA
41 1
$ 2.
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414
LIBRO QUARTO TIT. VII.
che la falsificazione, alterazione o soppressione produr non
potevano alcun effetto in diritto o in fatto, non avremmo il
delitto di falsit, perch mancherebbe il danno in potenza.
Infatti non pu produrre effetto la falsificazione o alterazio
ne di un documento nullo perch, o vietato dalla legge, o non
accompagnato a quelle forme che la legge prescrive per la
di lui validit ed efficacia: non pu produrre danno neppur
possibile la soppressione di un documento fatto a pi esem
plari, o la cui copia autentica trovisi nel pubblico archivio,
o in qualunque altro luogo pubblico, sicch sia facile il rim
piazzare quello soppresso: non pu recar danno un docu
mento cos goffamente e meschinamente esarato da non in
gannare alcuno.
Finalmente la definizione che abbiamo sopra riportata dice
che la falsit in discorso deve cadere su gli scritti, cio in
ogni e qualunque foglio cartaceo o in pergamena, scritto da
mano d' uomini, e contenente dichiarazioni in favore o contro
chicchessia : chiamansi anche tali scritti documenti dal verbo
Ialino docere perch docent del loro contenuto. Non possiamo
peraltro omettere di avvertire, che per dar luogo alla azione
penale di falsit istrumentale, fa duopo che l'atto falsificato,
o alterato sia un documento, cio un atto di obbligazione o
di liberazione, mentre se tale non sar, e si verifichi che la
falsificazione o la alterazione hanno servito di mezzo o di via
a commettere un delitto di stellionato o di frode, come lo
chiama il nostro vigente Codice penale, ne nascer soltanto
l' azione penale per quest' ultimo delitto : pi a basso meglio
ci spiegheremo in proposito.
Esaurita l' analisi della definizione da noi prescelta, pas
siamo a parlare delle regole dalla scienza stabilite, onde con
statare quando la falsit si perfeziona e si consuma, o quando
rimane nei limiti di un semplice conato.
.
Tralasciata la opinione di quelli fra li scrittori di di
ritto penale, che non riconoscono gli elementi del delitto con
sumato, se non che quando il falsificatore ha ottenuto piena
415
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LIBRO QUARTO TIT. VII.
senza che due testimoni lo assicurino del vero suo nome, co
gnome o qualit, o a persona le cui qualit e denominazioni
false egli conosca [art. 254).
Le pene minacciate per i primi tre casi, e per la seconda
parte dell'ultimo, sono la carcere di maggiore o minor durata:
per la prima di questo, la multa.
Le falsit in attestati che il Codice contempla sono le
seguenti:
'.'.'.'
1. Il rilascio per parte di medici o chirurghi di falsi
attestati di malattia o altra personale imperfezione,' destinati
a far fede presso la pubblica autorit, emanato per favore o
per doni o promesse: l'articolo 257 sottopone i delinquenti
nel caso di favore alla multa, a cui ricorrendo la recidiva si
unisce l'interdizione dall'esercizio della professione: nel caso
di doni o promesse, alla carcere e alla detta interdizione : i
corruttori soggiacciono alla stessa pena: il prezzo dato o pro
messo cede al Fisco.
2. Il rilascio fatto da un pubblico ufficiale di un at
testato falso di buona condotta, d'indigenza o di altre circo
stanze dirette ad ottenere dalla persona nominata la benefi
cenza o la fiducia del Governo o dei particolari : il delin
quente represso con la multa [art. 257); e
.,
3. Finalmente il fatto doloso del privato che falsifica
o altera un attestato per adattarlo a persona diversa da quella
in esso nominata, represso con carcere, pena nella quale
incorre anche colui che scientemente ne fa uso.
Dobbiamo adesso tener proposito delle falsit reali.
Il Codice nostro agli articoli 259, 260, 261,, 262 e 265
tien proposito dei seguenti criminosi fatti:
1. Soppressione, cambiamento o supposizione di un
infante;
2. Presentazione di un documento pubblico , vero ,
alla pubblica autorit relativo ad altra persona, attribuendo
a se medesimo o ad un terzo le dichiarazioni in quello con
tenute;
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DELLA BANCAROTTA
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OMICIDIO PREMEDITATO
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II. Omicida qualificali da pravi modi.
Sono compresi in questa classe di omicidii il proditorio,
l'insidioso ed il veneficio; questi delitti sono stati a ragione
posti fra i qualificati, perch l'uccisore, onde ottenere il pravo
suo intento, pone maggior frode, maggior callidit, sceglie i
mezzi i pi sicuri ed i pi atti, che aumentano il pericolo
della vittima, e tolgpno a lui ogni mezzo di difesa.
L'omicidio proditorio avviene quando l' autore della strage
abusa della fede, dell' amicizia, della subiezione in danno
della vittima. La violazione della fede data, espressa, se cade
fra amici, fra amico e nemico, l'ultimo dei quali ha simu
lato riconciliazione: tacita quando intercede fra i compa
gni di viaggio, di mensa, di caccia, fra l'ospite e l'ospitato,
fra padrone e servo, fra superiore e inferiore. Vuoisi anche
che prodizione ricorra in colui,. che sotto pretesto di salutare
e onorare taluno, se gli accosti e l'uccida, inquantoch un
segno di affetto o di reverenza serve di mezzo ad atroce fat
to. Da tutto ci emerge che l'uccisore, per essere tenuto di
omicidio proditorio, deve trarre iniquamente partito dalla con
fidenza altrui per commettere il delitto. Se poi nata con
tesa e rissa fra l'amico e l'amico, fra il nemico e l'amico, fra i
compagni di giuoco, mensa, caccia e ospitalit, il servo e il
padrone, il superiore e l'inferiore, l'omicidio perde il carattere
di proditorio, perch manca dell'estremo del tradimento.
L'omicidio insidioso si commette da coloro che assalgono
all'impensata un uomo che nulla supponeva di sinistro a suo
danno: non lieve differenza passa fra la insidia e la prodizioue: nella prima l'autore della strage si nasconde e atten
de all'aguato la vittima designata che non aveva potuto pre
vedere il pericolo sovrastante: nella seconda fanno velo alla
strage l'amicizia, la fede, e qualunque altro onorato vincolo.
Contribuisce a far dichiarare iusidioso quell'omicidio nel quale
sono state scelte quelle armi che sono destinate principalmente
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LIBRO QUARTO TIT. VilI.
I Romani consideravano come rei di veneficio coloro che
avessero venduto sostanze venefiche, e anche coloro che ri
tenevano le materie stesse con animo di avvelenare. Cos le
leggi 1 e 3 ff. ad kg. Corn. de sicar. Tale esagerazione non
poteva essere dalla scienza abbracciata: provvido sar quel le
gislatore che permetter soltanto a certe determinate persone,
e sotto certe condizioni, la vendita e la ritenzione di materie
venefiche; ma il trasgredire questa misura puramente preven
tiva non pu, senza grave errore, confondersi o equipararsi al
veneficio.
. ,
Ora che abbiamo esaurito ci cie era necessario esporre
sugli omicidii qualificati da pravi modi, ci occuperemo delle
pene. Il diritto romano li puniva con la pena capitale; lesso
riguardava con orrore il veneficio perch lo credeva il resul
tato del sortilegio, o della magia (leg. 1, 3 ff. ad kg. fcorn.
de sicar., leg. Cod. de malef. et mathem.). La nostra ' lgge
penale precedente al Codice li comprendeva tutti e tre al
l'art. 13 sotto il nome di omicidii qualificati, e minacciava
gli autori della pena capitale. Noi abbiamo gi detto, che la
nostra giurisprudenza, aliena dall' ammettere il conato nei de
litti di sangue, aveva deviato da questa massima nel veneficio,
reprimendolo, quando fosse prossimo, con i pubblici lavori.
Cosa disponga il Codice nostro in rapporto ai tre omici
dii sopra discorsi, lo diremo quando avremo trattato di tutti
quelli che diconsi qualificati.
Non possiamo dispensarci dal tener proposito di una que
stione che tiene tuttora divisi i buoni scrittori di scienza pe
nale. Eccola: per incorrere nella pena agli omicidii proditorii,
insidiosi, e ai veneficii determinata dalla legge, duopo che
ognuno di essi sia accompagnato da premeditazione ?
Alcuni sostengono acremente che la prodizione, la insi
dia ed il veleno hanno in s medesimi per loro natura in
sito il dolo di proposito, e che il dolo d'impeto incom
patibile con la loro essenza; altri allegando molliplici esempi
in contrario, dicono e sostengono, che nell'impeto della pas
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LIBRO QUARTO TIT. Vili.
luogo frequentato ed abitato, agevolmente si scorge non es
sere stato in lui lo atroce divisamento di farlo perire , ma
l'altro bens di consegnarlo alla piet altrui. Ci non per
tanto, anche quest'ultimo fatto costituisce il delitto di espo
sizione, sebbene meritevole di lieve repressione, mentre la so
ciet avendo istituito, e tenendo aperti i luoghi opportuni
di ricovero per questi sciagurati esseri, l'abbandonarli, anche
con le dovute cautele, opera giustamente condannata, perch
pu bene, per remoto che sia, sorgere il pericolo di un danno
per la salute del neonato.
Le medesime osservazioni che abbiamo fatte sull' infanti
cidio sono comuni a questo delitto: quando di esso sono
autori i genitori dell' infante dominati da quelle cause delle
quali abbiamo replicatamente fatta menzione: costoro possono
avere avuto fra gli estranei o dei mandatari, o dei correi, o
dei complici, ed allora procederanno le massime da noi so
pra esposte sul parricidio; ma se gli estranei hanno agito per
loro moto proprio, saranno tenuti della esposizione e sue se
quele e trattati con maggiore rigore, perch mancando in essi
quella spinta che muove i genitori, non poteva essere in loro
che una perversa intenzione, dappoich una creatura inno
cente non pu dare scusabile causa al delitto.
Un' altra limitazione hanno le enunciate regole sulla et
dell' esposto: nel delitto in esame, a parere di tutti i buoni
scrittori di diritto, la parola infante si prende nel senso il
pi largo, cio da quel periodo di vita che comincia dalla
nascita e termina al settennio completo. In questo tratto di
tempo l' infante esposto si trova sempre sottoposto ad un pe
ricolo, da cui per la sua fragilit e debolezza non pu ordi
nariamente sottrarsi.
Passiamo alle pene : le leggi antiche dei Romani permet
tevano barbaramente la esposizione degli infanti sanguinolenti,
adhuc maire rubentes. La legge 8 Cod. ad leg. Com. de sicar.
corresse questo grave errore , e sottopose gli esponenti alla
pena dell' infanticidio, che era la capitale. La nostra legge del
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sia avvenuto l'aborto; il che vuol dire che uno di essi sta
ta causa unica della immatura nascita del feto: se il fatto
doloso dell'agente non ha corrisposto alla di lui prava in
tenzione, avremo tentativa del delitto io esame, tostoch sia
in fatto provato, che i mezzi adoprati potevano produrre l'a
borto: se erano incapaci, si tratter dell'altro ben diverso di
lesioni personali, qualora queste si sieno verificate.
La scienza esige nel delitto in esame, onde sottoporlo alla
pena degli omicidii deliberati, il concorso del dolo di propo
sito. Nel parlare del delitto di infanticidio abbiamo detto, che
la tutela del proprio onore, e il desiderio di sottrarsi a so
prastanti sevizie, possono indurre le donne illegittimamente
incinte a spengere il frutto delle loro viscere: le stesse cause
possono produrre il delitto di procurato aborto; e queste cause
escludono queir animo calmo e pacato che vuoisi neces
sario nel dolo di proposito. Negli estranei che per odio, per
passioni cupide si rendono rei di procurato aborto pu veri
ficarsi il dolo di proposito, come pu concorrere il dolo d'im
peto nato da ira o altra passione improvvisa, in specie quando
si verifica il concorso di mezzi meccanici: in quest' ultimo
caso, per rendere l'estraneo debitore del delitto in esame, fa
duopo provare, che esisteva in lui la scienza che la donna
era gravida: tale scienza pu essere diretta o presunta ; di
retta quando consti che il percussore era informato prece
dentemente della gravidanza della donna: presunta, quando
la gravidanza resulti dalla protuberanza del ventre: questa
prova esclusa, il delitto varia di titolo secondo le sequele che
ha prodotte, e diviene respettivamente o lesione personale
improvvisa, o omicidio doloso semplice.
Osserveremo inoltre che l dove avvenga, che la donna
che ha abortito passi all'altra vita in seguito del sofferto abor
to, l'autore di questo tenuto anche della morte della me
desima.
Le leggi romane punivano il procurato aborto alla pari
dell'omicidio doloso qualificato. La legge del 30 Novembre
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LIBRO QUARTO
TIT. Vili.
L'omicidio commesso per improvviso moto d'animo, che
i Francesi chiamano volontario, nasce da un repentino senso
che produce nell'animo una ingiuria avvenuta, o che si crede
avvenuta. La giornaliera esperienza ci insegna, che dalla ira
improvvisamente concitata pu sorgere la volont di ucci
dere, e quindi la strage: la giustizia, la importanza, la ingiu
stizia, o la meschinit della causa che ha svegliato il patema,
se possono influire sul calcolo della pena, non fanno cambiare
carattere al delitto: non importa se causa all'ira sia stata la
parola, lo scritto,- un gesto, un volger solo di occhi: serve
che fra la causa e l'effetto non siasi frapposto un tempo suf
ficiente a porre in calma l'animo, a fare riprendere alla ra
gione il suo impero. La legge del 30 Agosto 1795, art. 14,
confondeva questo omicidio con quello avvenuto in rissa, a
torto peraltro, come or'ora vedremo: la nostra giurisprudenza
aveva corretto l'errore, condannando sempre l'omicida per im
provviso moto d'animo alla pena di anni dieci di pubblici
lavori.
L'omicidio in rissa assai meno imputabile di quello su
cui sopra ci siamo trattenuti: i buoni scrittori della scienza
definiscono la rissa una improvvisa pugna fra due o pi per
sone, nata da una privata causa. La rissa adunque non cade
nelle contese a parole, perch, ben dice il ditterio forense, ictus
non jurgia faciunt rixarn. Ben affermavamo adunque quando
tenevamo per meno imputabile l'omicidio in rissa, mentre
nella colluttazione l'ira pu esaltarsi, divenir furore, ed ot
tenebrare sempre pi le facolt morali dell'uomo. Tutte le le
gislazioni hanno assai meno punito l'omicidio in rissa, del
l'altro nato da causa improvvisa.
A regolare la repressione nell'omicidio in rissa duopo
tener proposito dell'autore di essa, e del grado della provo
cazione.
'
Chiamasi autore della rissa colui, che il primo venne alle
mani, o che profer ingiuria atroce, o si rese debitore di una
grave via di fatto. Facile il comprendere che costui se ha
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umana fragilit, la quale vuole che tutte le volte che dubbio esi
ste, deva prevalere, non il rigore, ma la equit. La nostra giu
risprudenza infatti ha sempre puniti mitissimamente gli omi
cida di cui si tratta, e nei casi i pi miserandi ha ammesso
la difesa legittima, onde sottrarre l' agente alla severa e scru
polosa osservanza degli estremi richiesti al moderame della
incolpata tutela.
Dobbiamo adesso parlare dell'omicidio fuori o al di l del
la intenzione dell'agente. Gli antichi criminalisti confondevano
questo delitto con l'omicidio colposo, e cadevano perci in grave
errore. Infatti l'omicidio colposo nasce dalla negligenza.oscitanza,
imprevidenza o imperizia di chi dando opera ad una azione qua
lunque, non sa prevedere le conseguenze che dal suo operato
sono per nascere : egli debitore di una intenzione indiretta
negativa : non cosi avviene nel delitto in discorso : in questo
il fatto dell'uomo informato da dolo, da volont cio di
nuocere altrui, ma spogliato della intenzione di privar di vita
il suo simile : come avviene nelle ordinarie contingenze della
vita, l'esito va al di l della volont dell'agente, e cos co
lui che aveva disegnato di offendere soltanto o di ferire, deve
deplorare un omicidio a cui non aveva pensato : in tale azio
ne l'agente ha agito con dolo, ma ha limitato il suo operato
a certi dati confini : avvenuto che ha ucciso, e in ci ha
peccato per colpa, mentre non ha saputo prevedere che dal
suo fatto sarebbe avvenuta la morte. Ecco quale la natura
giuridica dell'omicidio fuori o al di l della intenzione, ed
ecco in che si distingue dall' omicidio colposo. Tizio, per esempio, con animo di nuocere d un urto a Sempronio : que
sti cade, e va con la testa ad incontrare un sasso che gli
fracassa il cranio : Paolo da dei pugni a Caio, e con uno di
essi lo stende al suolo e lo uccide : Antonio nel fervore di
una contesa scaglia un sasso contro Pietro: questo sasso in
veste parte nobile del corpo di quest'ultimo e per il colpo
muore. Ciascuno vede che in ognuno di detti casi la morte
avvenuta al di l delle ordinarie contingenze, e cos contro
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Dei delitti che attaccano la incolumit personale
dei cittadini.
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messe tali ingiurie, astringerebbe l'ingiuriato a trarne ven
detta da per s stesso.
Al contrario, quei che hanno abbracciata la opinione af
fermativa sostengono, che la eccezione dedotta dall' ingiuriante
sulla verit dei fatti costituenti la ingiuria possa esser talora
accolta, ma soltanto nei due seguenti casi: 1. Quando i fatti
suddivisati sieno stati denunziati alla pubblica giustizia, e non
sia stato peranche su dei medesimi pronunziato : allora il
giudizio sulle ingiurie sospeso fino a che non interve
nuta sentenza: se questa dichiara veri i fatti medesimi, l'ingiuriante rimane impunito: se li esclude, si riassume la causa
delle ingiurie; e 2. quando l'individuo passivo della ingiuria,
bramando di constatare la falsit dei fatti che la costituisco
no, richiede che il Tribunale proceda alle necessarie verifi
cazioni, ed in tal caso l' ingiuriante in debito di provare
la verit di ci che ha asserito, e se non riesce, l'azione
penale per le ingiurie prosegue, se conclude la detta prova,
assoluto.
Queste due limitazioni trovansi scritte in alcune fra le
moderne legislazioni penali; le nostre consuetudini giudiciali
non l'ammettevano: il nostro Codice non ne tien parola; ci
non pertanto a noi sembrano cos razionali, che non crede
remmo mal fatto se fossero dai nostri Tribunali ammesse.
Passiamo alle pene : la legge decemvirale presso i Roma
ni puniva le ingiurie con pena pecuniaria: in seguito di tem
po davasi all' ingiuriato una doppia azioue , la onoraria e
l' altra delle ingiurie : con la prima [Instit. lib. IV Ut. II de
injur. 7) si accordava al Giudice secondo il prudente di lui ar
bitrio la facolt di infliggere pena pecuniaria secondo la doman
da dell' attore, o in somma minore : con la seconda [Ing. 15
2, 3, 4 e leg. 29 ff. de injur.) sottoponevasi il reo, o ad
una multa, o ad una pena straordinaria. Le nostre leggi pe
nali precedenti al Codice davano pena pecuniaria che non
eccedeva le lire 200 : nella ingiuria atroce davano la carcere
nei minimi gradi.
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DELLO STUPRO
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DELLO STUPRO
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DELLO STUPRO
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DEL RATTO
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DEL RATTO
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DEL RATTO
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Dell' incesto.
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DELL' incesto
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. Dell'adulterio.
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dell'adulterio
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Della bigamia.
DELLA BIGAMIA
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Furto in genere.
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FURTO IN CENERE
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LIBRO QUARTO TIT. X.
stabilimento suddetto gli aveva dato, senza appropriarsi la cosa,
la quale rimane sempre nello stabilimento medesimo a fa
vore del proprietario. Il nostro Codice avendo tenuto su tal
proposito silenzio, deve trarsene la conseguenza, che la teoria
che sopra dovr essere dai Tribunali osservata.
La stessa regola applicabile al caso del furto della po
lizza del Presto commesso a danno del derubato: il valore del
tolto si misura da ci che rimane del prezzo della cosa im
pegnata , sodisfatto ci che deve rimborsarsi al pio stabili
mento.
Esiste furto fra le persone fra loro congiunte per vincolo
di sangue o di affinit? Ad una tal questione rispondono di
stinguendo quasi alla unanimit gli scrittori di diritto penale.
Tra padre e figlio, fra marito e moglie non si accorda azione
di furto, attesa la unit di persona : le leggi romane davano al
marito contro la moglie, e viceversa, l'azione civile rerum amotarum, ma non quella del furto: fra i consanguinei era negata
l'azione stessa fino al quarto grado: peraltro gli estranei che
avevano preso parte al furto, o avevano coadiuvato il ladro,
erano debitori di furto. La nostra pratica giurisprudenza, ri
tenuta la massima in ultimo indicata, nel tempo che negava
azione di furto fra padre e figlio e fra i coniugi, l'accordava
di fronte ai consanguinei che sopra, mitemente e straordina
riamente punendo l'autore del furto: il nostro Codice ( arti
colo 412 e 413 ) nega la detta azione nel furto fra i coniugi,
tra i consanguinei e affini, ascendenti e discendenti, tra pa
dre e figlio adottivo, tra zio e nipote, fratello e fratello vi
venti in comunione domestica; espressione che stata inter
pretata nel senso, non di coabitazione, ma di comunione di
interessi: l'accorda, ma a querela privata, eccettuati peraltro
i furti violenti e le estorsioni (articolo 414), fra fratello e
fratello, zio e nipote, che non vivano in comunione domestica,
e tra consanguinei o affini collaterali fino al quarto grado
civile inclusive. Dal gi esposto emerge che il Codice nostro
in proposito si posto in una via di maggior moderazione
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LIBRO QUARTO TIT. X.
che la trova perch smarrita o perduta dal padrone, ed invece
di restituirla, se ne serve per commettere il furto; oppure se a
lui consegnata da un servo infedele con il quale concerta l'a
blazione a danno del padrone: ritiene poi indebitamente la
chiave vera colui che, dopo la vendita del fondo, la cessa
zione dell'affitto, dell'uso o usufrutto, o del precario, ritiene
la chiave senza restituirla a chi per diritto spetta, e con essa
commette il furto. Ai gi spiegati esempi, ai quali potrebbero
aggiungersene altri consimili, e che noi tralasciamo per amore
di brevit, vogliamo aggiungere quello di colui che dal pro
prietario ha ricevuto la chiave vera in deposito vero e
proprio e che di essa fraudolentemente si serve per com
mettere il furto. Alle gi esposte regole dobbiamo unire
un'altra osservazione, cio che la effrazione, lo scalamento e
la chiave falsa qualificano il furto, allorch lo precedono: po
sti in essere quando consumato, sia per porre in sicuro la
persona del ladro, o le cose furate, non conducono a qua
lificarlo.
Noi abbiamo a ciascuno degli indicati mezzi di commet
tere il furto, cio lo scasso, lo scalamento e la falsa chiave,
poste delle limitazioni che escludono la ricorrenza della qua
lificazione: ora dobbiamo dire le ragioni alle quali tali limi
tazioni si appoggiano.
La legge penale in dovere di tutelare le altrui proprie
t, laddove sono state lese in onta delle diligenze adoperate
dal prudente e circospetto padre di famiglia, o allorquando
questo trovasi impossibilitato a difendersi dai ladri per la po
sizione nella quale egli trovasi. L'aumento della pena in tal
caso deve ravvisarsi come ostacolo sufficiente a reprimere
l'audacia dei ladri, e a garantire le altrui propriet: ma se al
contrario il derubato si cos negligentemente condotto da
abbandonare alla rapacit altrui le cose sue, o affatto indi
fese, o difese in un modo del tutto inefficace, sicch con la
semplice forza o agilit personale possano sottrarsi, in tal caso
la legge non deve n pu con mezzi straordinari soccorrerlo, e
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LIBRO QUARTO
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1. quando il ladro involava con destrezza ci che trovavasi sulla persona del derubato;
2. quando il medesimo involava sotto gli occhi del
derubato le cose ad esso spettanti, senza che egli se ne avve
desse; e
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private o agrarie sono quelle che sono costruite nel suolo pri
vato che conducono ai campi o alle case rurali. Il furto com
messo nelle prime quello che assume i caratteri di quali
ficato. Di due sorte questo furto: quello che commesso
senza violenza alla persona, e l'altro che avviene con vio
lenza o fisica o morale, e che assume lo speciale titolo di
crassazione, o grassazione, appellandosi i ladri crassatori, o
grassatori. Il primo, quello cio commesso senza violenza, con
siste nel rubare le cose dei viaggiatori, di quei che percorro
no la Via pubblica, situate in qualunque mezzo di trasporto,
sia durante il tragitto, sia nei luoghi ove si prenda riposo.
Questo furto ra considerato nella sua civile imputabilit alla
pari di quello commesso con scasso, con scalamento, o con
falsa chiave: a ci annuiva la nostra pratica giurisprudenza:
il secondo avviene ancor esso nella pubblica via, e commettesi con violenza o fisica o morale verso i proprietari; i cras
satori incedono ordinariamente armati, e talvolta anche col
volto o nascosto o alterato per non essere conosciuti, o per
incutere maggior terrore: non deve peraltro confondersi il
crassatore con il ladrone: il primo spoglia soltanto, il secon
do uccide per spogliare. Gli scrittori di diritto penale opi
nano doversi il crassatore pi gravemente punire di colui che
commette furto violento, per ragione del luogo ove il delitto
si eseguisce: la legge del 22 Giugno 1816 non ammetteva
questa distinzione: della pena da lei comminata al furto vio
lento abbiamo di sopra parlato.
Il Codice nostro non ha posto fra i furti qualificati il
furto commesso senza violenza nelle pubbliche vie: lo ha per
altro (art. 377 let. o) collocato fra i furti aggravati: quanto
alla crassazione, l'ha compresa nel furto violnto formando
della localit una circostanza aggravante che porta aumento
di pena entro i limiti legali [art. 391 let. b).
II furto commesso nelle chiese chiamasi nella scienza sa
cro o sacrilego. Quando si parla di chiese, si intende di quelle
che appartengono alla religione dominante, cio alla religio
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lata eredit fra i furti propri (art. 375 let. a): fa la medesi
ma delitto di azione pubblica e la sottopone alla stessa pena
dei furti suddetti. Ancor esso ritiene (art. 412) impune il
coniuge sopravvissuto, fino a che il vero erede non ha preso
possesso della eredit.
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Dei ricettatori e delle associazioni criminose dirette ai
furti propri o impropri.
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gern esse pulaverunt; porcos edam qmluor vel quinque abactos: equum, bovem vel unum abigeatus crimen facere. Dunque
per commettere abigeato duopo era, secondo le leggi romane,
involare un solo bove o un cavallo, quattro o cinque porci,
dieci pecore: un numero minore di queste due ultime qua
lit di bestie costituiva furto, il che corrisponde alla divisione
dai pratici fatta dei detti animali in maggiori, medii e mi
nimi.
Da tale teoria desunta dal romano Diritto i criminalisti
ne hanno tratto le seguenti massime :
1. Che agli animali maggiori dovevano aggiungersi i
muli, i cammelli ed anche gli asini, tostoch questi ultimi aves
sero, secondo il nostro gius penale, un valore che giungesse
a scudi dodici: che ai minimi si aggiungessero le capre: gli
altri animali che sogliono riunirsi in gregge, come oche, ana
tre, polli, non erano compresi nell'abigeato;
2.? Che sebbene il sesso degli animali suddivisalo non
costituisse differenza, ci non pertanto esigevasi che fossero
giunti a maturit, cio che fossero atti alla riproduzione della
specie o a quel servigio che l'uomo da essi ottiene: la sot
trazione degli altri non costituiva che furto.
Resta a parlare del terzo ed ultimo aspetto che si rife
risce alla parte intenzionale: non abigeo se non chi in
vola il gregge altrui con animo di farne lucro: dal che emerge
che colui che , o crede di essere, in buona fede padrone del
bestiame che ha preso, non commette abigeato; sar debitore
invece di ragion fattasi di propria autorit. Dobbiamo peral
tro osservare che la scienza e la giurisprudenza non hanno
seguitata come un carattere essenziale all'abigeato quella abi
tudine al delitto di cui parla la definizione da noi in principio
di questo riportata, e che sembra esigere nell'abigeo la con
suetudine al rubare, come se fosse l'esercizio di una profes
sione.
Le leggi romane condannavano gli abigei alla relegazione
o ai lavori delle miniere, e se eseguivano il delitto con ar
559
560
>
DELLE PROPRIE!
SEMOVENTI
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LIBRO QUINTO
Delle trasgressioni.
TITOLO CNICO.
572
LIBRO QUINTO TIT. UNICO
e propri. Il legislatore onde provvedere alla pubblica sicu
rezza e quiete, alla tutela degli interessi pubblici e privati, alla
pubblica felicit o prosperit, pu proibire, o comandare sotto
una certa e determinata pena alcune azioni indifferenti alla
legge della morale considerate in astratto come innocue , o
non assolutamente nocive alla societ o ai singoli che la com
pongono. Alcune di tali disposizioni, o sono dirette a prevenire
gravi disastri, o danni che dalle medesime restate impunite
potrebbero derivare, o a reprimerle ad esempio del rimanente
dei cittadini; ma con punizioni miti convenienti alla indole
delle azioni o eseguite o omesse, e corrispondenti a quel freno
moderato e paterno da cui possa sperarsi la obbedinza, o respettivamente la correzione.
Da quanto abbiamo detto emerge, che noi non intendiamo
parlare che di quei fatti ed omissioni represse con pena, e la
cui cognizione rilasciata alla giustizia punitiva, non di quelle
che sono per loro speciale natura spettanti al potere censo
rio, al quale sono rilasciate delle facolt straordinarie che non
hanno in s il carattere politico delle pene , ma rivestono
l'altro di misure di disciplina. Al contrario delle trasgressioni
si conosce con tutte le garanzie e solennit che sono ordinate
nei pubblici giudizi criminali alla pari che nei delitti veri e
propri.
Vero peraltro che nel calcolo delle prove stata intro
dotta una eccezione che trovasi contenuta . nell' art. 38 del
Regolamento per le procedure criminali del 22 Novembre 1849:
questo articolo dispone, che nelle trasgressioni doganali, ed in
tutte le altre colpite da pena semplicemente pecuniaria, i pro
cessi verbali delle Guardie di Finanza, e quelli della Gendar
meria fanno fede del loro contenuto fino a prova contraria:
esige peraltro la indicata legge [articolo 39 e 40) che a pro
durre tale effetto, alla compilazione dei processi verbali deb
bano concorrere una delle Guardie, o un individuo addetto
alla Gendarmeria con la presenza di due testimoni, o di due
Guardie o di due Gendarmi, con la presenza di un testimone
573
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LIBRO QUARTO
TIT. UNIcO
577
578
579
custodia che possa aver sofferto l' imputato. Sia essa indebita
o al di l dei limiti prolungata, luogo a computarla in sconto
di pena al trasgressore? Noi crediamo che s, e che in tali
eventualit sieno applicabili anche alle trasgressioni le dispo
sizioni del Codice penale agli articoli 69 e 70. Infatti il prein
dicato Regolamento all' articolo 4, come abbiamo gi sopra
premesso, rinvia al detto Codice in quei casi nei quali esso
non ha adottate speciali disposizioni.
Qui potrebbe darsi luogo ad una questione.
La carcere eccedente i due mesi della medesima indole di
quella prescritta dal Codice penale per i delitti veri e propri?
Sar essa carcere di separazione continua? Noi crediamo
che no: la natura giuridica della carcere, come pena correttoria, dal Codice penale definita per i delitti: parlando del
carcere come pena per le trasgressioni, il Regolamento non si
riportato al Codice medesimo; e siccome la carcere peniten
ziaria pi <;rave di quella che si soffre in comune, cos
opiniamo che trattandosi di infrazioni a leggi di mera politi
ca creazione, si debba preferire questa alla prima.
4.
Ricorrenza di pi trasgressori e di pi trasgressioni.
580
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585
586
LIBRO QUINTO TIT. UNICO
cu parsi degli atti riguardanti l'invio al pubblico giudizio, ha
voluto tener conto della sentenza definitiva di condanna, sia
contradittoria, sia contumaciale, ed ha perci stabilito, che se
dal giorno dell' introdotto procedimento non stata pronun
ziata la sentenza che sopra entro i sei mesi, l' azione penale
debba aversi come perenta ed estinta.
Tre eccezioni ha create il legislatore alla regola generale
sopra esposta.
La prima , che quando la trasgressione connessa ad un
delitto, la trasgressione medesima non si prescrive che insie
me con il delitto; il che vuol dire, che la trasgressione non
ritiene in quel caso la prescrizione sua propria , ma prende
quella assegnata al delitto a cui connessa. Questa eccezione
giustificata dal riflesso della necessit di maggior dispendio
di tempo nei delitti per assumere e compire le verificazioni,
gli atti preparatorii del giudizio, e il giudizio medesimo : e
siccome mediante la connessione che passa fra i due fatti,
l' uno riguardante il delitto, l' altro la trasgressione non pos
sono le due cause senza inconvenienti separarsi, cos duopo
che la seconda serva alle esigenze ed alle necessit che si in
contrano nella prima (art. 90 del Codice penale).
La seconda eccezione procede quando la sentenza condennatoria proferita contro il trasgressore annullata, sia dal
Tribunale di appello, sia dalla Corte Suprema di Cassazione:
seguendo le regole di diritto, se la sentenza condennatoria che
aveva troncato il corso alla prescrizione, pi non esiste, per
ch dal Tribunale superiore annullata, il corso suddetto ri
prende il suo vigore, come se giammai fosse intervenuta pro
nunzia: ma il citato Regolamento di polizia ritiene una mas
sima contraria, mentre stabilisce all'art. 19 2 che l'effetto
prodotto dalla sentenza condennatoria in rapporto alla pre
scrizione, dura anche nel caso che la sentenza stessa sia di
chiarata nulla. Cos dietro questa massima, che non ammette
limite alcuno di tempo alla pronunzia definitiva, la causa
potr rimaner sospesa per molti anni, e l' imputato dovr sot
FINE
INDICE
del libri, (Itoli e paragrafi dell'opera.
Introduzione
Pag1
Primo periodo
2
Secondo periodo
; . a
4
Terzo periodo
K
5
Quarto periodo
9
Quinto periodo
12
Sesto ed ultimo periodo
15
Dei delitti in genere
19
Libro Primo
I. Del diritto di punire .'.... ivi
Titolo
Titolo
II. Della legge penale
27
Titolo
III. Della ermeneutica legale .... 30
IV. Del delitto
85
Titolo
Titolo
V. Dell' imputazione
36
Titolo VI. Delle cause che tolgono o diminuiscono
l' imputazione quanto all' atto interno 45
1
. ivi
2 .
63
Titolo VII. Del conato di delinquere .... 72
Titolo Vili. Del delitto mancato. . . ... 84
Titolo
IX. Delle cause che aumentano la civile im
putazione
86
Titolo
X. Della correit e della complicit . 90
Titolo
XI. Degli obblighi che nascono dal delitto 118
Titolo XII. Dei modi con i quali si estinguono gli
obblighi nati dal delitto ... 121
590
Pag. 135
Delle pene in genere
Indole giuridica della pena . .
a ivi
Delle diverse specie delle pene .
148
Del modo di applicare le pene .
158
Delle cause d' estinzione o diminuzione
di pena
159
Libro Terzo Dei giudizi
173
Titolo
I. Dei diversi procedimenti nei giudizi cri
minali
ivi
1. Del processo accusatorio
174
2. Del processo inquisitorio
179
3. Del processo misto
184
187
II. Delle competenze. .... . .
Titolo
III. Della istruzione preliminare . .
193
Titolo
196
IV. Dell' azione penale
Titolo
V. Dei modi con i quali si estingue V azione
Titolo
penale
- 201
Titolo
VI. Dell' istruzione regolare . . . . 203
a 207
Titolo VII. Delle prove
Titolo Vili Dei modi con i quali si raccolgono le
prove nei giudizi criminali . . 217
Titolo
IX. Del suggesto. . . ... . . 223
X. Degli atti preparatorii dei giudizi pub
Titolo
blici
a 227
XI. Della difesa dei rei
228
Titolo
232
Titolo XII. Dei pubblici giudizi
Titolo XIII. Della deliberazione e della sentenza 243
248
Titolo XIV. Dei giudizi d'appello
Titolo XV. Dei giudizi di cassazione . . . 249
Titolo XVI. Delle domande fatte al Principe per
ottenere grazia, commutazione o dimi
nuzione di pena
256
Titolo XVII. Dei giudizi di revisione .... a 257
Titolo XVIII. Dei contumaci ...... 259
Libro Quarto Dei delitti in specie
263
Libro Secondo
Titolo
I.
Titolo
II.
Titolo
III.
Titolo
IV.
591
Titolo
Titolo
Titolo
Titolo
Titolo
1. Del sacrilegio
2. Del proselitismo
3. Della bestemmia
a
4. Dei delitti misti die interessano la
religione dello Stato . . .
IH. Dei delitti contro il gius delle genti
IV. Dei delitti contro la pubblica tranquil
lit e Cordine pubblico. . . .
1. Violenze pubbliche ....
2. Manifestazioni sediziose . .
3. Censure contro il Governo .
4. Associazioni illecite ....
5. Ritenzione illegale di armi e mu
nizioni . . . . . . .
6. Coalizioni di operai ec. . .
7. Incendio, sommersione, inondazio
ne, rovine ec
8. Scopelismo
9. Sanit marittima . . . . a
10. Strade ferrate e telegrafi elettrici
11. Matrimonio tumultuario . .
12. Violato sepolcro
2. Del peculato
3. Dell'abuso d'autorit . . .
4. Baratteria
. 5. Concussione
a
6. Prevaricazione . . . . .
7. Rifiuto di un servizio legalmente
dovuto ...
...
265
287
297
298
301
303
304
308
ivi
312
314
ivi
317
318
ivi
325
326
327
329
330
331
333
336
340
343
347
349
355
593
2. Delitti che attaccano la incolumit
personale dei cittadini . Pag. 475
3. Delitti contro la libert personale 482
4. Delitti che ledono il buon nome dei
cittadini
485
Titolo
IX. Dei delitti contro V ordine delle fami
glie
494
1. Dello stupro
ivi
' 2. Del ratto
502
3. Dell' incesto
507
4. Dell'adulterio
511
5. Della bigamia
514
Titolo
X. Dei delitti contro gli averi altrui, o per
cupidigia di guadagno, o per danneg
giarli e distruggerli
515
1. Furto in genere
517
2. Delle diverse specie di furti . 524
3. Dei furti improprii . . . . 543
4. Dei ricettatori e delle associazioni
criminose dirette ai furti proprii
ed improprii
553
5. Delitti che attaccano le propriet
semoventi
556
6. Dei delitti che ledono le propriet
immobili
561
7. Dei delitti contro gli averi altrui
per danneggiarli o distruggerli 568
Libro Quinto Delle trasgressioni
571
Titolo Ubico
1 . Nozioni generali sulle trasgressioni ivi
2. Della civile imputabilit nelle tra
sgressioni . , . . . . 573
3. Delle pene nelle trasgressioni . 577
4. Ricorrenza di pi trasgressioni e di
pi trasgressori .... 579
75
I
594
5. Velie trasgressioni continuate e della
recidiva . ., . . . . Pag. 581
6. Della responsabilit dei terzi nelle
trasgressioni . . ' . - . ... 582
7. Dell' azione penale nelle trasgres
sioni e dei modi con i quali si
estingue ..
....
584
INDICE
delle materie contenute nell'opera.
A
Abigeato, Pag. 556 Definizione ivi Precetti delia scienza ivi
Disposizioni del Codice penale 559 Pene ivi.
Aborto procurato 45 5 Definizione ed estremi ivi Modi atti
. a commetterlo 457.
Abuso di autorit 340 Chi lo commette 341, 342 Pe
ne 343.
Accessi giudiciali 217 Quando ricorrono 218 Come si con
statano, ivi.
Acqua pubblica e privata (indebito uso o abuso dell') 366
Pubblica ivi Privata ivi Pene ivi.
Adulterio Definizione 511 Estremi ivi Semplice ivi
Violento ivi Pene 513.
Ambito 333 Definizione ivi Estremi 334 Pene 335.
Ammenasioni 447.
Apostasia 289 Definizione ivi Divisione 290 Pene pres
so i Romani ivi.
Appello (giudizi di) quando ricorrano nelle cause criminali 248
Procedimento 249. ..
Armi 481 Divisione ivi Loro uso negli omicidii e feri
menti 466, 481.
Arresto dei rei 222 In caso di flagranza o quasi 223 Die
tro ordine del giudice d'istruzione ivi Della Camera delle
accuse ivi.
596
Associazione di malfattori 555 Pene ivi.
Atti impiidici violenti 392 Semplici ivi.
Assassinio 439 Definizione ivi Estremi 440.
Atti preparatorii del pubblico giudizio 227 In che consista
no 228 Citazione semplice 229 Decreto di Came
ra di consiglio ivi Decreto di Camera delle accuse ivi.
Alto di accusa 229 Cosa deve contenre ivi.
Ausiliatori 112 Come si distinguono dai correi 113 Re
gola per misurarne la imputabilit ivi.
Avvelenamento di comune pericolo 481 Senza intenzione di
uccidere, ma con animo di far lucro 482.
Azione criminosa 35 Sue fasi 72 Deliberazione ivi Pre
parazione ivi Cominciamento ivi Consumazione ivi
Relativa imputabilit ivi.
Azione penale 196 Definizione 197 Divisione ivi A chi
compete 198.
B
Bancarotta Definizione 425 ~ Dolosa 426 Colposa ivi
Casi previsti ivi Pene 427.
Baratteria Come si commette 343 Estremi 344 Cor
ruttori 345 Come si punisce la baratteria 346, 347.
Baratteria marittima 545 Pene 546,
Bestemmia. Definizione 301 Divisione ivi Estremi ivi
Pene ivi.
Bestialit 394 Pena ivi.
Bigamia Definizione 514 Estremi ivi Prescrizione
515 Pene ivi.
597
modi si commette 376 . In quanti aspetti pu pren
dersi 377 Pene 378.
Cambiamento d'infante 423.
Carcere privato 381 In che modo si commette ivi
Estremi 382 Pena 383.
Carcere come pena 140 Carcere cellulare 142 Carcere
auburniano ivi Carcere in comune 143 Sua gra
dazione 153.
Casa di forza 153 Come si eseguisce ivi Gradazione
ivi Effetti civili ivi Quando cessa ivi.
Cassazione (giudizi di) Quando hanno luogo 249 Giuri- '.
sdizione della Corte Suprema 250 Motivi di cassazio
ne 251 Procedimento avanti la detta Corte 252
Decisione di rigetto ivi Decisione che accoglie il ri
corso 253 Sequele ivi.
Cause che aumentano la imputazione 86 Disprezzo della
civile imputabilit 88 Disprezzo della pena ivi
Concorso di pi delitti 89 Causa determinante al de
litto 267, 286.
, .
Censure contro il Governo 314 Pene ivi.
Coalizioni d'operai ec. 318 Pene ivil "Circoncisione 477.
Coatti 64 Loro imputabilit nei delitti 65, 107.
Colpa Definizione 39 Divisioni 40 Imputabilit della
colpa ivi Misura di punizione 43.
.
Collegi o associazioni illecite 274, 314 Loro carattere e
differenze 316 Pene 317.
Colombicidio 559 Natura ed indole di questo delitto ivi
Disposizioni del Codice penale ivi Pene 564.
Comando 104 Responsabilit del comandante e del co
mandato ivi.
Compensazione 132 Quando estingue l'azione penale 132,
488.
Complicit Anteriore al delitto 113 Regole per misurar
ne la imputabilit ivi Complicit posteriore 114
598
Positiva 115 Negativa 117 Regole giuridiche ivi
V. Ausliatori e Favoreggiatori.
Competenze criminali 187 Intrinseche ed estrinseche ivi
Quando si verificano- ivi.
Conato di delinquere 72 ndole e natura giuridica 74
Cause che hanno impedita la esecuzione 75 Imputa
bilit ivi Misura della pena 78 Divisione del co
nato 80 Regole generali 83 Eccezione nel delitto
di lesa maest ivi.
Concorso di pi pene 165 Leggi romane ivi Opinione
dei dottori ivi Pratica antica 166 Disposizioni
del Codice 167 . Eccezioni ivi Modo di applicare
pi pene 168.
Concussione 347 Definizione ivi Estremi 349 Co
me si distingue dall'abuso di autorit ivi.
Confessione del reo 170 Quando causa diminuente la
pena 171 Come mezzo di prova 213 Requisiti le
gali perch abbia valore 215.
Confisca degli oggetti determinali dalla legge 157 . Suoi
effetti ivi.
.
Conflitto Di giurisdizione 254 Di giudicati ivi Fra
diverse autorit ivi Conflitto negativo ivi.
Congiura Ved. Fazione.
Consiglio a delinquere 105 Generale, speciale ivi Im
putabilit del consigliante e del consigliato 106.
Consumazione della pena 122
Correit 90, 111 Fisica o morale 91, 110 Correit
per causa determinante ivi. .
Contumaci 259 Contumaci alla procedura 260 Al giu
dizio ivi Come si procede contro i primi 261 Come
contro i secondi ivi.
Corruttori 345 Pene 346.
Cospirazione Ved. Fazione.
Custodia dei rei 225 Custodia preventiva legale 223
Illegale ivi.
599
D
Danno (riparazione del) 171 . Quando causa diminuente
la pena 171.
Danno dato per fine di lucro 563 Pene 564 Danno
dato per ingiuria 663, 568 Definizione ivi' Dispo
sizioni del Codice penale 569 Pene ivi.
Decreti Di Camera di consiglio 227 Della Camera delle
accuse 229.
Delitto 34 Definizione 35 Analisi ivi Atto interno
36 Atto esterno ivi Delitti commessi nelle pubbli
che udienze dei Tribunali, come si procede 241.
Delitti in specie 263 Divisione dei medesimi in catego
rie 264 Contro la sicurezza interna ed esterna dello
Stato ivi Contro la religione dello Stato 287 Loro
carattere politico 291 Definizione 294 Estremi 295
Delitti misti 303 pene 304 Contro il diritto delle
genti 264 In quanti modi si commettano 304 Pene
307 Contro l' ordine pubblico e la tranquillit pub
blica 308 Contro la giustizia pubblica 331 Contro
la pubblica continenza 390 Contro la pubblica fede
96 Contro la propriet personale 427 Contro la li
bert individuale 482 Contro la estimazione 485
Contro l'ordine delle famiglie 494 Contro la propriet
reale 515 Osservazioni ivi Contro la propriet
mobile ivi Semovente 556 Immobile 561. - :
Delitto mancato 84 -r Come si distingue dal conato 85 . Im
putabilit ivi Regole generali 86.
Deliberazione in Camera di consiglio 242 Come si proce
de 243.
-,
Deturpazione 477.
Diffamazione Secondo la scienza 484 Secondo il Codice
penale 493 Pene ivi.
Difesa dei rei 230 Difesa necessria 231 ' Volontaria ivi
600
Difensore di fiducia ivi Difensore d' ufficio ivi ~
Difesa scritta ivi Difesa orale ivi.
Diritto di punire 19 Vendetta privata ivi Vendetta pub
blica ivi Sistema di Rousseau 20 Sistema di Ben
tham 21 Sistema di Kant 22 Sistema di Romagnosi 23.
Dissimulazione 1 32 Quando estingue l'azione penale 1 32, 488.
Diuturnit del carcere 160 Quando produce diminuzione
di pena 161 Quando n 163.
Documenti (prova per mezzo d) Qual valore giuridico
abbia 215.
Doni o promesse 109 Come si distinguono ivi . Impu
tabilit del donante o promittente o del donatario ivi.
Dolo 37 Definizione ivi Divisione ivi Di proposito 38
D'impeto ivi Il dolo ha gradi? ivi.
Dolosa assunzione di un 'pubblico ufficio 389 Come e da chi
si commette Pene 390.
Domande in grazia al Principe 256 Quando sospendono
l'esecuzione della sentenza 267 Quando devono farsi
per debito d' ufficio ivi.
Duello 383 Definizione ivi Estremi 384 Cosa sono i
padrini o secondi ivi Quando tentato ivi Quando
consumato 385 Pene ivi Eccitatori ivi.
E
Ebriet 57 Volontaria 58 Involontaria ivi Giuliva ivi
Furiosa ivi Letargica ivi Imputabilit delle azioni
dell'ubriaco secondo la scienza 59 Secondo la pratica ivi.
Eccesso di difesa 68 Quando ricorre ivi Imputabilit 69.
Eresia 290 Definizione ivi Pene presso i Romani ivi.
Ergastolo 152 In che consiste 153 Suoi effetti ci
vili ivi Quando cessa ivi.
Ermeneutica legale 30 Definizione 31 Divisione ivi
Natura giuridica di ciascuna 32 Teorie 33.
Esimizione 361 Carattere giuridico secondo il Codice pe
nale 362 Pene ivi.
601
Esilio 154 In che consista ivi Gradazione 155
A chi si infligge ivi Inosservanza di detta pena ivi
Inobhedienza alla medesima ivi Esilio generale In che
differisce dal locale 157 Saa gradazione ivi Inos
servanza ivi Esilio lungo e volontario 168 Come
diminuisce la pena 169.
Espilata eredit 252 Definizione ivi Da chi si com
mette ivi Pene ivi.
Esposizione del parto 453 Estremi ivi Pene ivi.
Et dell' uomo 45 Infanzia 46 Gli infanti non sono impu
tabili ivi Impubert .ivi Opinione dei giureconsulti
su gli impuberi 47 Minorit ivi Imputabilit dei
minori 48 Maggiorit 50 Vecchiezza 51 Im
putabilit ivi Regole stabilite dal Codice nostro in detti
stadii di et 50, 51.
s
F
Fallimento Ved. Bancarotta.
Falsa moneta 397 Definizione 398 Estremi ivi
Moneta nazionale o estera 400 Contraffazione 398
Alterazione ivi Espansione ivi Falsa moneta buo
na 402 Segni di giuoco spesi come moneta 403
Imputabilit di fronte al fabbricatore 405 A chi tenta
spenderla 405, 407 A chi la spende 405 Intro
duttori di falsa moneta 406 Pene 409 Falsifica
zione di moneta estera non spendibile, come punita 411.
Falsa testimonianza Come si commette 270 Estremi ivi
Subornatori 372 Pene 374.
False cedole di credito 407 Come avviene tal delitto
ivi Come si punisce 409.
Falsit Come si divide 411 Falsit reale In che con
siste ivi Falsit personale, sua giuridica natura 412
Falsit verbale, quali delitti abbraccia ivi Falsit in
scrittura ivi In atti pubblici 418 In atti privati ivi
76
602
Definizione 4)2 Estremi 412, 417 Quando questo
delitto tentato, quando consumato 415 Falsit in
scrittura congiunta ad altro delitto 416 Pene H8
Falsit istrumentali improprie 421 Falsit in passa
porti, o carte di via, o attestati ivi Pene 422
Presentazione di un documento vero ad altri spettante ap
propriandolo a s medesimo ivi Falsit o doloso uso
di impronte della pubblica autorit 423 Possesso in
debito di esse ivi Uso doloso di falsi pesi o misu
re ivi.
Falsila d un passaporto. Uso doloso di esso, assunzione di
falsi nomi nel medesimo, rilascio di un passaporto a per
sona sconosciuta 422.
Favoreggiatori 115 Loro imputabilit ivi.
Fazione Quando avviene 272 A che deve tendere 273
Cme si distingue dal . collegio illecito ivi Quando
cospirazione ivi Quando congiura ivi.
Ferimenti 475 Divisione" 476.
Forestieri Se sono soggetti alle leggi penali 29.
Frodata amministrazione 546 Quando si pu procedere
ivi Pene, ivi.
Frode 546 Definizione 547 Estremi ivi Pene ivi.
Fuga dal carcere 363 Come e da chi si commette ivi
Semplice 364 Qualificata 365 Pene ivi.
Furto Avvenuto nelle pubbliche strade 535 Furto sacro
536 Furti qualificati in rapporto al tempo 537
Furto famulato 539 Disposizioni del Codice penale su
tutti i detti furti 541 Pene 542 Furti aggrava
ti ivi Furti impropri i 543 Loro indole e natu
ra ivi Pene ivi Furto di cose trovate 551
Furto in genere 516 Definizione ivi Analisi ivi
Modo di calcolare il valore delle cose rubate 520.
Furto fra congiunti .522 Restituzione del tolto o in
dennit 523 Quando tentato o consumato 524
Diverse specie dei furti 525 Furti qualificati 526
603
Violenza ivi Male arti ivi Luoghi ove avvengono
534 Furto sacro ivi.
G
Giudice d' istruzione Sue incombenze 194, 203.
Giuramento da deferirsi ai testimoni 219 Rito ivi.
Giudizi criminali 173 Definizione 174 Giudizii pubblici
232 Avanti il Pretore ivi Avanti i Tribunali d
prima istanza ivi Avanti le Corti. Regie ivi Forme
dei medesimi ivi Avanti la Corte Suprema 249 Di
revisione 257 Quando ricorrano ivi Forme ivi.
I
Ignoranza ed errore 60 Divisione ivi Imputabilit 6 1 .
Impeto degli affetti 70 Quando ricorre nei delitti 71
Regole per distinguerlo dal dolo di proposito ivi Re
quisiti necessarii 72.
Imputazione 36 Definizione e analisi 37 Morale ivi
Politica o civile ivi Regole per conoscere della im
putazione 44 Cause che tolgono o diminuiscono l'im
putazione 45 Cause fisiche ivi Morali ivi.
Incesto Definizione 507 Estremi 508 Semplice 509
Qualificato ivi Pene 510.
Incendio Definizione 319 Divisione ivi Pene 321.
Indennit 134 Come il debito della indennit si estingue ivi.
Indizi (prova per mezzo di) Cosa sia l'indizio 215 Di
visione 216.
Indulgenza del Principe 126.
Infanticidio 448 Estremi 449.
Ingiuria Definizione 485 Estremi 486 Divisione ivi
Semplice ivi Atroce 487 Imputabilit 489
Ingiurie reali 48P.
Inondazione 324 Pene ivi.
604
Inosservanza di pena 366 Come si commette 367 Come
vien punita ivi.
Intenzione 38 Perfetta ivi - Imperfetta ivi Diretta
ivi Indiretta Ivi.
Interdizione Dal pubblico servizio 156 Interdizione di
professione che richiede matricola ivi In che consi
sta ivi Gradazione di dette pene ivi.
Interpretazione Ved. Ermeneutica.
Interrogatorio dei rei 221 Quando ha luogo ivi Come
si eseguisce ivi : Interrogatorio piano 224 Obiettivo
225 Dell'accusato avanti la Corte Regia 230.
Invio al giudizio pubblico Come avviene 229 Nei giu
dizi pretoriali ivi Nei giudizi avanti i Tribunali di
prima istanza ivi Alle Corti Regie ivi.
Inviti 63 Loro imputabilit nelle azioni criminose ivi.
Istruzione preliminare 193 In che consiste ivi Quali
persone ne sono incaricate 194.
Istruzione regolare 203 Come si comincia ivi Quando
ha luogo ivi Chi la eseguisce 204 Come deve com
pilarsi ivi.
Ilem Mela (legge) 461 Casi nei quali si applica nell'omi
cidio 462 Nei ferimenti o offese 480.
L
Legge penale 26 Definizione ivi Analisi della defini
zione 27 Quando pu retroagire 29 Quando abbliga i forestieri ivi.
Legislazione penale 1 Romana -2 Germano-Romana 4
Feudale 7 Regia 9 Regolare 12 Moderna
15 Teorie generali 16<
Lenocinlo 395 Definizione ivi Semplice ivi Quali
ficato 396 Pene ivi.
605
Lesa maest (delitto di) 264 Proprio e improprio 260
Definizione del primo ivi Analisi ivi Sicurezza in
terna 271 Sicurezza esterna ivi Se si verifica con
tro la moglie del Principe o l'erede presuntivo 278
Se contro il Reggente lo State-, ivi Se contro i Mini
stri 279 ^- Pene per le leggi romane e antiche ivi
Per il Codice penale 280 Lesa maest impropria 281
Come si commette ivi Pene 284.
Lesioni personali 480 Divisione ivi Premeditate ivi
improvvise ivi In rissa ivi Regole di imputabilit
quanto a quest' ultime ivi Commesse su di un ascenden
te 481 Con armi proprie ivi Come sono le lesioni
personali punite secondo il Codice penale 479.
Libello famoso Definizione 491 Estremi ivi Pena 493.
M
Macchinazioni o artificii 109 In che consistano ivi Im
putabilit ivi.
Magistero penale 135 Fondato sul pubblico esempio 136
Sulla correzione del delinquente 137 Modo di at
tuare quest'ultimo 138 Magistero adottato dal Codi
ce 145.
Malattie mentali 52 Perpetue 53 Temperane ivi Ge
nerali ivi Parziali ivi Quando tolgono o diminui
scono la imputazione ivi Monomani 54.
Mandati di comparsa 221 Di accompagnatura ivi Di
arresto ivi Come si rilasciano ed eseguiscono 222.
Mandato a delinquere 92 Modo di porlo in essere 93
Diversit di maudati ivi Parte respettiva dei contraenti
nel delitto ivi Mandato condizionale 9 4 Relativa
imputabilit del mandante e mandatario ivi A man
dato non eseguito ivi Eseguito ivi Intervento di un
terzo 95 Mandato revocato 99 Eccesso nel man
dato 101.
606
Manifestazioni sediziose 312 Come si commette questo de
litto ivi Pene 313.
Matrimonio tumultuario 329 Come accade 330 Pene ivi.
Mendicit finta 551 In che consiste ivi
Minacce 107 Responsabilit del minacciante . Delitto sui
generis 108.
Moderame dell'incolpala tutela 68 Estremi necessarii a con
statarlo ivi Analisi di ciascuno di essi ivi Imputabi
lit 69.
Moltitudine d delinquenti 169 Quando causa dirimente
o diminuente la pena ivi.
Morte (pena di) Come si eseguisce 151 Effetti civili di
essa ivi.
Morte del reo 122 Suoi effetti quanto alla pena ivi.
Multa (pena di) Gradazione 155.
Mutilazioni 476.
H
Nota dei testimoni nei pubblici giudizi Ved. Atti preparatorii.
Novazione 132 Quando estingue l'azione penale ivi.
o
m
Obblighi che nascono dal delitto 118 Subire la pena 119
Indennizzare il leso ivi Modo di regolare la indenni
t 120 Come si estinguono 121.
Offese 477 Divisione ivi.
Omicidio 428 Definizione ivi Analisi ivi Divisione
429 Omicidi qualificati ivi Premeditato 430 Preme
ditazione semplice 432 Condizionata ivi Accompa
gnato a pravi modi 433 Insidioso ivi Proditorio
ivi Veneficio 436 Nato da prave cause 437
Latrocinio ivi Assassinio 439 Qualificato per
violazione del vincolo di sangue 442 Parricidio
607
443 Infanticidio 448 Esposizione del parto 453
Procurato aborto 455 Omicidio doloso semplice
459 Per improvviso moto d'animo ivi In rissa 450
Per giusto dolore 463 Per eccesso di difesa 464
Fuori della intenzione 465 Colposo 467 Legit
timo 468 Legale ivi Casuale 469 Disposizioni
del Codice penale su gli omicidii 470.
Opposizione (giudizio di) Quando ricorre 262 Forme
ivi.
Ordine Ved. Comando*
P
Padrini o secondi nel duello Ved. Duello.
Parricidio 443 Proprio ivi Estremi 444 Improprio
447.
' .
Peculato Delnizione 336 Estremi ivi Proprio 337
Improprio ivi Pene dell'uno e dell'altro 339.
Pena 135 Indole giuridica ivi Definizione ivi, 146
Analisi ivi Diversa specie delle pene 148 Pene
comuni 155 Pene proprie ivi Quali sono 156
Pene accessorie ivi Quali sono ivi Pene assoluta
mente determinate 157 Pene relativamente determi
nate ivi Pene restrittive 158 Modo di applicare le
pene ivi Regole in proposito 159 Cause di dimi
nuzione di pena 160 Cause intrinseche ivi Cause
estrinseche ivi.
Periti Modo di sentirli 220 Come si ricevono le loro
relazioni ivi.
Perquisizioni 218 Come si eseguiscono ivi Modo di
constatarne i resultati ivi.
Pirateria 305 Pene 306.
Plagio Definizione 281, 482 Divisione ivi Pene 281,
484.
Prescrizione 127 Come avviene 128 Quando comin
608
eia e quando si compie 130 Suoi effetti ivi Pre
scrizione della pena 131.
Prevenzione 132 Quando l'azione civile pregiudica la pe
nale 133.
Prevaricazione 349 Natura giuridica di questo delitto
350 Patto quotalizio 351 Abbandono doloso del
l'accusa o della difesa 352 Difesa di ambi i litiganti
353 Pene 351, 352, 353.
Privilegio Sua natura giuridica 28 Privilegio del fro 191.
Processo accusatorio 174 Natura ed indole 175 Pro
cesso inquisitorio 179 Natura ed indole 180 Pro
cesso misto 184 In che differisce dai primi due 185.
Prodizione o Fellonia Come si commette 272.
Proselitismo Definizione 298 Estremi 299 Pene 300.
Prove nei giudizi criminali 207 Definizione ivi . Divi
sione 208 Qual valore hanno nei giudizi accusatorii
o misti 216 Come le prove si raccolgono 217
Prove privilegiate presso i Romani del delitto di lesa
maest 275 Abolite oggi 277.
Provocazione 460 Gradi della medesima 461.
Q
Querela pubblica 197 Querela privata ivi Differenza fra
la querela e il referto 198 Differenza fra il querelante
privato e la parte civile 199 Come si presenta la que
rela 200 Ratifica ivi Querela privata, come si estin
gue 201 Querela pubblica ivi . Giudizio sulla ammis
sibilit o rigetto della querela 200.
Qietanza 131 In quali delitti efficace ivi.
R
Ragion fattasi di propria autorit 379 Estremi 380 Sem
plice ivi Con violenza ivi Pene 381.
609
Ratto Definizione 502 Estremi 503 Pene per il gius
romano 505 Per il Codice 506.
Recognizioni giudiciali 221 Reali ivi Personali ivi
Modo di eseguirle ivi.
Remozione di confini 561 Definizione ivi Estremi 562
Pene ivi Casi di aumento di esse ivi.
Resistenza o ribellione 355 Definizione ivi Canoni per
determinarne la pena 356 Circostanze aggravanti e di
minuenti 357 Estremi 358 Pene 362.
Retensione illegale di armi e munizioni 317 Pene 318.
Retrangolo Ved. Scrocchio.
Ricettatori dolosi di persone e di cose 553 Come differiscono
dai favoreggiatori ivi Come il delitto di ricettazione si
commette ivi Pene 554.
Ricorso in Cassazione 250 Chi pu ricorrere 25 f Ri
corsi per interesse della legge 255 Termini per inter
porre ricorso 252, 256.
Rifiuto di un servizio legalmente dovuto 354 Come si
commette ivi Pene ivi.
Riprensione giudiciale 153 Come si eseguisce ivi.
Rissa Definizione 450.
Rivelazione di segreti di Stato 281 Come si punisce ivi.
Rovine 324 Pene ivi.
i
s
Sacrilegio 297 Definizione ivi Divisione 298 Pe
ne ivi.
Sanit marittima (delitto contro la) 326 Quando ha luo
go 327 Pene ivi.
Scisma 290 Divisione 291 Pene ivi.
Scopelismo Carattere giuridico 325 Estremi 326 Pe
ne ivi.
Scrocchio 549 Definizione 550 Pene ivi Scrocchio
con retrangolo ivi.
77
611
T
Telegrafi elettrici 329 Danneggiamento doloso ivi Col
poso ivi.
Tesoro (dolosa appropriazione del) 552 Come si commet
te ivi Come punita ivi.
Testimoni (prova per mezzo dei) Cosa il testimone 209
Divisione ivi Testimonf idonei ivi Inidonei ivi
In quanti. .modi si contrae inidoneit 211 Testimoni
che non possono udirsi ivi Testimone' unico 212
Testimone singolare ivi Calcolo di questa prova ivi
Modo di esaminarli 219 Testimoni che non compari
scono ai pubblici giudizi 233 Quali misure si pren
dono ivi : Esenti dal comparire ai giudizi suddetti
238 Come si sentono ivi.
Timore 66 Divisione ivi Regole per conoscere della
imputabilit del timore nei delitti 67.
Transazione 132 Quando efficace ivi.
Trasgressioni 574 Osservazioni ivi Nozioni generali
ivi . Civile imputabilit 573 Pene 577 Ricor
renza di pi trasgressioni o di pi trasgressori 579
Trasgressioni continuate 581 Recidiva nelle trasgres
sioni ivi Responsabilit dei terzi 582 Come si pro
pone e si estingue l'azione penale 584 Eccezioni 586.
Tratta dei negri 307 Pene 308.
.
Tribadismo 394 Pene ivi.
Truffa 543 DeGnizione ivi
Divisione 544 Pene ivi.
Tumulto Quando ricorre 273 Quando ha i caratteri
della lesa maest 274.
Turbato possesso 561 Definizione ivi Estremi 562
Pene ivi Aumento delle medesime ivi.
612
u
Unico contesto nei giudizi pubblici 240.
Usura prava 548 Definizione 5 49 Divisione ivi .
Fatta a danno di minori ivi.
V
Vendila di furilo 387 In che consistei vi Chi la com
mette ivi -r- Pene 388.
Veneficio 437 Estremi 4 38.
Venere mostruosa 393 Definizione ivi Delitti che ad
essa si riferiscono ivi Pene 394.
Venere solitaria 394 Pene ivi.
Violenza 63 Fisica ivi Morale ivi.
Violenza carnale 391 Come si commette ivi ' Fisica,
morale, presunta 392 Pene 393.
Violenza privata 386 Come si commette ivi Pene 387.
Violenze pubbliche 309 Quando ricorrevano secondo le
leggi romane 310 Quando si verificano per il Codice
penate 311 Pene 312.
Vuoto i cassa Ved. Peculato improprio.
:s,