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Corso di

Psicodinamica di Comunit
PROF. ANNA COSTANZA BALDRY
LUMSA
A.A. 2021/2013

2
Programma

Francescato, D. Tomai, M. (2005) Psicologia di comunit e mondi del lavoro,


Carocci, Roma.
Baldry, A.C. (2006). Focus Groups in azione. Carocci Faber.

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modalit3 desame
Orale
Realizzazione di un progetto in gruppo di 5

studenti; sar stilato come prodotto finale del


corso sar valutato per un massimo di 2
punti.
La frequenza altamente consigliata
Il progetto verr presentato in forma orale e
scritta.

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a.a. 2012/13

4 Comunit
Definizione di

Etimologia
communis = bene comune
cum moenia = mura comuni
cum munia = dovere comune
Tradizionalmente stata definita in
opposizione a societ [cfr. Tnnies, 1887]

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La comunit pu essere considerata come:


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luogo definito in termini spazio temporali


entit sociale globale in cui i membri sono legati da senso di
appartenenza radicato nelle tradizioni
entit sovra-individuale: depositaria di un bene comune che pu
garantire e tutelare il singolo
civitas dove vigono diritti e doveri comuni

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La Comunit come fatto
relazionale:

Relazioni nella
comunit
- fiducia reciproca,
- lealt generalizzata
- sentire comune

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Relazioni nella societ


-fondate su base
contrattuale
-temporanee e molto
fredde
-aggregato su basi
meccaniche

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La psicologia7 di comunit:
Definizioni e principi della
Psicologia di Comunit

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Murrell (1973)
studia le transazioni fra reti, popolazioni ed
individui; sviluppa e valuta metodi di intervento
che migliorano l'armonia fra persona e
ambiente; pianifica e valuta nuovi sistemi
sociali; da queste conoscenze e cambiamenti cerca
di aumentare le opportunit psicosociali
dell'individuo"

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Heller et al. (1984)


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orientamento che si sposta dal trattamento
verso la prevenzione, con unenfasi sul
rafforzamento delle competenze piuttosto
che sulla rimozione di deficit, e un focus
sullinterazione fra persone e ambiente
(approccio ecologico)

Ottica proattiva (prevenire disagio, insorgenza problemi e


promuovere benessere)

Ottica reattiva (intervenire quando le persone hanno gi


sviluppato una qualche forma di malessere psicologico)

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Orford (1982)
cerca di capire le persone nei loro mondi
sociali e di usare questa comprensione per
migliorare la qualit della vita.
Mira sia a capire che ad aiutare (ricerca e
professioni d'aiuto). Sta in una posizione ponte fra
la psiche e il sociale, il privato e il pubblico

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La psicodinamica
di comunit:

Si occupa degli aspetti clinici di disagio, di disturbo ove


la psicologia di comunit pu intervenire.
Area di ricerca e di intervento
si occupa di problemi umani e sociali
rivolta alla
interfaccia tra individuale e collettivo,
tra psicologico clinico e sociale

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Aree di 12interesse
1.
2.
3.
4.
5.
6.

persone nella comunit (effetti prodotti dallambiente)


(singoli e membri di organizzazioni sociali)
reazione delle persone al cambiamento pianificato
gestione dello stress (funzionamento personalit e
condizioni socioculturali)
effetti prodotti dalle organizzazioni sociali sullindividuo
cambiamento sociale attraverso la modificazione di
fattori motivazionali e di personalit
valutazione dei processi di cambiamento sociale

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Gli approcci teorici della psicologia di comunit:


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Approccio orientato alla prevenzione


Approccio orientato alla promozione della salute

Approccio Multidisciplinare delle esperienze


Approccio empirico dellintervento sociale

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Iniziamo a pensare in unottica sistemica:


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SISTEMA = Unit complessa e organizzata,

caratterizzata dallinterdipendenza delle


parti e in relazione con lambiente
I livelli:

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Individuale
Microsistema
Organizzazione di microsistemi
Comunit locale
Macrosistema

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necessario adottare
15 unottica sistemica
Un comportamento pu avere molte cause sottostanti
Causa 1: livello individuale

Comportamento
Maltrattamento
infantile

Causa 2: livello dei


microcontesti
Causa 3: livello locale
Causa 4: livello macro

Difficilmente c una sola causa alla base di un


comportamento, e spesso ci possono essere cause a
livello inconscio
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Da diverse cause pu originarsi uno stesso


comportamento
16
Causa 1
Causa 2

Comportamento

Causa 3

ma spesso le cose sono pi complesse


Causa 1

Comportamento 1

Causa 2

Comportamento 2

Causa 3

Comportamento 3

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Per riassumere, possiamo affermare che quasi


mai un comportamento legato ad una
sola causa

Cambiare un
comportamento
richiede spesso
tempo, fatica e
motivazione
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Ma perch? Di cosa
la conseguenza un
comportamento?

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Il principio fondamentale:

LA PERSONA NEL CONTESTO


La Psicologia di Comunit considera gli individui
allinterno del contesto e dei sistemi sociali di cui
fanno parte o che li influenzano

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I metodi di ricerca

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Lo psicologo20 di comunit
Partecipant conceptualizer (teorico

partecipante alla vita della comunit)


Con un approccio multidisciplinare, attraverso il
quale ricerca il contatto con altre professionalit
Predilige la ricerca applicata (es.: la ricerca
azione)

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Due metodi21a confronto


Ipotetico deduttivo
Formulazione di una
teoria
Ipotesi teorica da
verificare
Rilevazione dei dati
Scoperta di leggi
universali da applicare al
particolare
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Empirico induttivo
Osservazione sul
campo
Rilevazione di dati
Formulazione di un
nesso

Scoperta di leggi
particolari da ricondurre
al generale
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22

Gli strumenti di ricerca quantitativi e


qualitativi

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STRUMENTI DI RICERCA
23

QUANTITATIVI

QUALITATIVI

QUESTIONARI,
SONDAGGI

OSSERVAZIONI,
INTERVISTE

Nella ricerca, sempre auspicabile


lintegrazione dei due metodi
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I METODI QUANTITATIVI
24

I metodi quantitativi vengono utilizzati per


lo pi per verificare ipotesi e/o teorie,
rifacendosi al paradigma positivista

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I metodi quantitativi hanno


25 come presupposto:

la trasformazione delle variabili osservate in numeri


Il pensare che le variabili possano essere isolate e
controllate (metodo sperimentale e di laboratorio)
Il trattamento statistico delle variabili, per capire se gli
effetti osservati siano dovuti al caso o alleffettiva
covariazione delle variabili

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I Questionari

Domande da evitare:

La domanda di un

questionario deve
essere il pi possibile:

Focalizzata su un
argomento
Breve
Chiara

(Lavanco e Novara, pag. 151)

Troppo lunghe
Troppo complicate

che indagano pi aspetti


troppo dirette
che esprimono giudizi o
pensieri
pensate per mettere in
imbarazzo
che contengano negazioni o
doppie negazioni

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Le scale di atteggiamenti

Indagano latteggiamento di una persona nei

confronti di un determinato oggetto sociale


Latteggiamento composto da 3 componenti:
Affettiva
Cognitiva
Comportamentale

Scale

Likert
Scale Thurnstone
Scale Guttman
Differenziale semantico
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I METODI QUALITATIVI
28

I metodi qualitativi vengono utilizzati per


generare nuove ipotesi, o per scoprire
nuove possibilit interpretative. Si rifanno
al paradigma costruttivista

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29

I metodi qualitativi nascono dallinsoddisfazione


verso i metodi quantitativi, che talvolta riducono
eccessivamente la complessit degli avvenimenti,
eliminando o attenuando leffetto di molte
variabili
I metodi qualitativi studiano inoltre argomenti che
non si potrebbero studiare con ladozione di
metodi quantitativi (es.: lo studio dei casi)
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Loggetto di studio nella ricerca qualitativa


30

visto nella sua particolarit e unicit,

partendo dallo studio dei casi singoli


visto nella sua globalit e complessit,
non escludendo a priori variabili ritenute
irrilevanti
studiato nel suo contesto naturale, e non
in una situazione artificiale
Assume il significato che gli danno i
partecipanti alla ricerca
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Le interviste
31

Sono classificate in base alla strutturazione

predefinita dellintervista
Richiede che lintervistatore sia preparato e
adeguatamente formato
Vi sono diversi tipi di interviste (Lavanco e Novara

2002, pag. 146)

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I Focus group
32

Il Focus group una intervista discussione di

gruppo, che mira ad indagare le opinioni personali


rispetto ad un determinato oggetto, stimolare la
discussione rispetto ad esso, condividere una visione
di gruppo e proporre (eventualmente) soluzioni ad
un problema, o visioni alternative

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I Focus group
33

Il focus group una tecnica di rilevazione per la

ricerca sociale:

basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone


avviene in presenza di uno o pi moderatori
focalizzata su un argomento che si vuole indagare in
profondit (Corrao, 2000)

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I Focus group
34

Tecnica strumentale
inserito nella fase
preliminare della
ricerca standard,
diventa strumentale
alla costruzione di un
questionario

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Tecnica indipendente
come strumento che
non solleva
soltanto domande
di ricerca ma che
anche in grado di
rispondere a molte
domande

a.a. 2012/13

I Focus group
35

I FG possono differenziarsi in base a :


Composizione dei gruppi
Grado di strutturazione
Ruolo del moderatore

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I Focus group
36

Composizione dei gruppi


Estraneit dei partecipanti vs. Precedente
conoscenza dei partecipanti
Omogeneit interna del gruppo vs. Eterogeneit
interna del gruppo
Mini group (4-5 persone) vs. Full group (8-10
persone)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

I Focus group
37

Grado di strutturazione dei gruppi


Gruppi autogestiti
Focus group con guida dintervista
Focus group semistrutturati:
Domande di apertura
Domande di introduzione
Domande di transizione
Domande chiave
Domande finali
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a.a. 2012/13

I Focus group
38

Ruolo del moderatore


Molto marginale:

il moderatore propone il tema e le regole di interazione


lasciando che i partecipanti discutano tra loro

Limitato:

il moderatore interviene per agevolare landamento


della discussione

Ampio:

il moderatore esercita un notevole controllo sul


contenuto della discussione

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a.a. 2012/13

I Focus group
39

Livelli di elaborazione ed analisi delle informazioni


Semplici descrizioni narrative
Complesse analisi delle trascrizioni delle
registrazioni
a. individuare le posizioni principali emerse
b. sviluppare un sistema di categorizzazione
c.
selezionare segmenti rappresentativi delle
posizioni espresse
d. fornire interpretazioni
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

I Focus group
40

Vantaggi dei FG
interazione tra i
partecipanti
risultati in breve tempo
e a basso costo (?)
possibilit di esplorare
un fenomeno in
profondit

Prof. A. C. Baldry

Svantaggi dei FG
Problemi organizzativi
e logistici
Svolgimento e
conduzione
Elaborazione ed
analisi dei dati
complessa e talvolta
onerosa
a.a. 2012/13

41 group
I Focus

Quando usare i FG
Si interessati ad un
fenomeno nuovo
Si vuole conoscere la
prospettiva di un
determinato target
Si studiano problemi
sociali complessi

Prof. A. C. Baldry

Quando NON usare i FG


Lambiente
emozionalmente
carico
Si interessati a
atteggiamenti/opinion
i individuali
Il tema oggetto
dindagine relativo
alla sfera della privacy
a.a. 2012/13

42 group
I Focus

Alcuni esempi dalla Psicologia di Comunit


Comprensione delle cause e individuazione dei
rimedi allabbandono scolastico (Francescato et al.
1996)
Le difficolt quotidiane degli anziani (Rogers et al.
1998)

La sicurezza in citt (Albanesi et al. 2001)


La ricognizione sociale (Martini, 2002)

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a.a. 2012/13

Criteri per la ricerca


43

Rispetto al fine/obiettivo:
Ricerca descrittiva
Ricerca indirizzata a scoprire nessi e modelli interpretativi

ricerca correlazionale, ricerca sperimentale, ricerca quasi


sperimentale, ricerca valutativa)

Ricerca di base o pura


Ricerca applicata

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Criteri per la ricerca


44

Rispetto agli strumenti usati, alla metodologia per

la raccolta di informazioni

Ricerca qualitativa
Ricerca quantitativa
Ricerca darchivio
Ricerca etologica o naturalistica

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Criteri per la ricerca


45

Rispetto al quando si misura:


ricerca trasversale (cross sectional)
ricerca longitudinale

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Criteri per la ricerca


46

Rispetto al grado di

collaborazione/coinvolgimento dei partecipanti

basso - dati darchivio (nessun rapporto col ricercatore)


medio - i soggetti hanno rapporto diretto col ricercatore,
ma il loro ruolo si limita a rispondere a questionari,
domande, a reagire a stimoli sperimentali
elevato - (osservazione partecipante, action research,
PAR)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

47

La ricerca azione
(o ricerca intervento)
(o action research)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

48
Relazione tra ricerca
e intervento

Spesso
le ricerche conoscitive servono per decidere su quali
problemi/obiettivi orientare gli interventi
le ricerche sui fattori eziologici /causali di un disturbo
orientano la progettazione di interventi di prevenzione
i modelli che connettono le conoscenze agli atteggiamenti
e ai comportamenti forniscono il punto di partenza per
decidere quali attivit realizzare in un intervento
Le ricerche sullefficacia di un intervento possono
confermare o meno la teoria alla base dellintervento
stesso..
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

49
La Ricerca azione
di Kurt Lewin

Teoria e pratica sono strettamente


collegate, in un rapporto di circolarit a
livelli di complessit sempre maggiori.
Nasce dallesigenza di conoscere e trasformare la realt
(Lewin 1946)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

50
La Ricerca azione
di Kurt Lewin

Rompe la dicotomia fra ricerca e azione, fra ricerca e

cambiamento
D rilievo allambiente, studia i problemi
sociali
nel loro contesto
Annulla la separazione fra ricercatore e soggetti
della ricerca.
Produce una conoscenza intersoggettiva, co-costruita

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

51
La Ricerca-azione

La ricerca azione si chiama cos perch dopo la

fase di ricerca c necessariamente una fase di


azione, di intervento orientata al cambiamento
Insita nella sua natura c quindi la volont di applicare
subito le conoscenze acquisite, per evitare che i report
di ricerca ammuffiscano in un cassetto
Fornisce un modello operativo basato sulluso di
risorse interne della comunit.

fa affidamento, mobilita e arricchisce le risorse della comunit,


la quale in questo modo, accresce le sue competenze.

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

52

Ricerca di base
Finalit:

Ricerca-azione
Finalit:

Conoscere la realt oggettiva

per ottimizzare gli interventi


Scoprire/validare ipotesi
interpretative della stessa

Strategie:

Strategie:

Separazione tra i vari soggetti


Gestione univoca delle

decisioni da parte dei


committenti

Prof. A. C. Baldry

Stimolare processi di
autopromozione della
comunit

Far emergere i problemi


sentiti per collegare le diverse
parti (le risorse ai problemi)
Gestione dei processi decisori
da parte dei gruppi e del
collettivo
a.a. 2012/13

53
La Ricerca-azione

Prerequisiti:
Senso di responsabilit
Competenza
Potere

Si sviluppano grazie a:

Partecipazione

Coinvolgimento
Connessione fra attori sociali
Si sviluppano grazie a:
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

ACTION RESEARCH (AR)

Processo ciclico a 5 tappe


54

DIAGNOSI

Definizione del problema,


delle ipotesi e degli
obiettivi

NUOVO CICLO

FASE VALUTATIVA
Raccolta dati dopo
lintervento

FASE CONOSCITIVA
Raccolta dati prima
dellintervento

FASE DELLINTERVENTO
Fonte: Zani, Palmonari 1996

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

ACTION RESEARCH (AR) Processo ciclico a 5

tappe
.....Susman (1983)

55

1.Diagnosi
Identificazione problema
e raccolta informazioni
5.Specifici apprendi2.Pianificazione
menti
dopo aver considerato
riflettendo sui risultati
collettivamente
ottenuti dalla valutazione
differenti soluzioni
4.Valutazione
Studiare le conseguenze
dellazione
Prof. A. C. Baldry

3.Implementazione
delle azioni
a.a. 2012/13

ACTION RESEARCH (AR) Processo ciclico a tre


56
tappe
V
A
L
U
T
A
Z
I
O
N
E

A
P
P
R
E
N
D
I
M
E
N
T

Prof. A. C. Baldry

Azioni per
conoscere

Azioni per
conoscere

Azioni per
progettare

Azioni per
progettare

Azioni per
cambiare

Azioni per
cambiare

a.a. 2012/13

ACTION RESEARCH (AR) Processo ciclico a tre


57
tappe
V
A
L
U
T
A
Z
I
O
N
E

Definizione obiettivi
A
e oggetto della
P
ricerca
P
R
E
N Progettazione disegno
D
di ricerca
I
M
E
Raccolta-elaborazione
N
T informazioni/presentazione
discussione
I

Prof. A. C. Baldry

Elaborazione inf
per risolvere il problema

Percorso da attuare
per la soluzione
nel contesto della comunit

Realizzazione
del progetto

a.a. 2012/13

Elementi di novit 58
della ricerca - azione
I dati di ricerca vanno ad impattare sulla teoria,

indirizzando lavori successivi (ottica costruttivista)


In ogni fase del processo, si auspica la
partecipazione pi ampia possibile di tutti i
soggetti interessati, anche se non sono tecnici o
esperti della materia

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

59
In sintesi, la ricerca
azione:

Obiettivi e funzioni:
Conoscenza (fase di ricerca)
Apprendimento (processo)
Cambiamento (fase di azione)
Tutti interdipendenti luno dallaltro

Integra Ricerca, Formazione, Intervento in


una serie di azioni finalizzate al
cambiamento
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Elementi di novit 60
della ricerca - azione
Il cambiamento e facilitato se si crea un gap fra

situazione attuale e situazione desiderata e se c la


consapevolezza di questo gap
Quindi a livello di sistema sociale necessario
favorire la consapevolezza della differenza attivando
processi interni al sistema, con laiuto di un agente
esterno

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

I requisiti minimi per una ricerca-azione


61
(Kaneklin,
2007):
Attivare pi interlocutori, portatori di punti di

vista diversi (anche minoritari) per promuovere


una conoscenza sul campo di problemi complessi
Il ricercatore non pu mantenersi esterno, deve
accettare i paradigmi della relativit e
parzialit:

la conoscenza si genera per contagio, dentro le relazioni con


persone e gruppi; si tratta di conoscenza locale e situata

Gli esiti non sono prefissati, si generano durante il

percorso, caratterizzato da una dimensione di


apertura e di scoperta.
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Interrogativi da farsi per capire una ricerca azione


62

Da chi stata concepita


Chi prende le decisioni
A chi rendono conto i ricercatori del lavoro

svolto
Chi impara nel processo
Se un processo trasparente
Come distribuito il potere fra i vari attori
Chi ha deciso loggetto della ricerca
Chi utilizza i risultati
Chi ne trae beneficio
Coerenza fra aspetti teorici e pratici
Chi esercita il controllo sul processo

Prof. A. C. Baldry

Se, ad esempio, le
risposte a queste
domande
riconducono ad
una stessa
persona (o ente),
evidente che
NON si tratta di
ricerca - azione

a.a. 2012/13

Lerrore pi comune in una ricerca - azione


63

Affermare che si vuole fare una ricerca azione, e

poi definire a priori nel dettaglio tutte le fasi.

Essendo una forma partecipata e circolare, si possono


impostare le linee guida generali, ma non prevedere con
esattezza quali saranno i passi futuri da compiere

Es.: il progetto POLITICHE PER LA FAMIGLIA (Pozzobon, Michelon,


2007)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Dove pu essere64 applicata la AR


organizzazioni, network
valutazione di servizi
comunit in via di sviluppo,

gruppi emarginati o minoritari,


quartieri disagiati
comunit territoriali

ambito educativo
prevenzione e promozione
)
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

65
Esercitazione

Analizziamo una ricerca azione:


Proviamo a costruirne unipotesi di progetto

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

66

La Ricerca-azione partecipata
Participatory Action-Research
PAR

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

La PAR
67

E una forma di ricerca azione nella quale i ricercatori


sociali collaborano con i membri della
comunit/organizzazione, allo scopo di studiare e
trasformare le comunit/organizzazione stessa"
(Greenwood et al., 1993)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Caratteristiche PAR (Participatory action


68
research)
collaborazione massima in tutte le fasi
incorporazione di conoscenze locali
eclettismo e variet

orientamento al caso
centrata sui processi
collega ricerca scientifica e azione sociale

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Schema Cunningham (1976) Modello procedurale per PAR


SVILUPPO GRUPPO

69

RICERCA

INTERVENTO

Inizio/prcezione problema Formulazione ipotesi

Pianificazione/progett.
intervento

Costituzione del
gruppo

Preparazione ricerca

Organizzazione
intervento

Precisazione
mete del gruppo

Raccolta dati

Attuazione progetto

Training del
gruppo

Analisi dati
Presentazione rapporto
Ipotesi
intervento

VALUTAZIONE
passaggio a ricerca o
Ulteriore sviluppo gruppo
Prof. A. C. Baldry

VALUTAZIONE
passaggio ad intervento o
ulteriore ricerca

VALUTAZIONE

a.a. 2012/13

Caratteristiche PAR (Participatory action


70
research)
Il ruolo dellesperto
Facilita il coinvolgimento, il dialogo, lo scambio di
informazioni e competenze; sollecita unanalisi
riflessiva fra i partecipanti e fra i membri della
comunit /organizzazione
E in grado di leggere e di intervenire sui processi (di
piccolo e grande gruppo.) e di mediare i conflitti.

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Caratteristiche PAR (Participatory action


71
research)
Chi coinvolgere nel gruppo:
Servizi /associazioni /cooperative /gruppi di volontariato

che, a diverso titolo trattano/ sono coinvolti nella


situazione problematica;
chi ha potere di produrre cambiamenti;
chi vive il problema o ne coinvolto;
chi, pur non compreso nelle categorie precedenti, ha
conoscenza approfondita del problema;
chi pu essere disponibile ad attivare risorse per
affrontare il problema.

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Identificare gli attori sociali da coinvolgere:


72
A
minori

Si pone al centro di un sociogramma una


popolazione target (anziani, immigrati) e si
colloca nello spazio circostante i soggetti con cui la
popolazione interagisce o interessati/bili al
problema

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Identificare gli attori sociali da coinvolgere:


73
B

Abuso minori

Si pone al centro il problema e nello spazio intorno si


collocano i soggetti coinvolti dal problema

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Identificare gli attori sociali da coinvolgere:


74
C

Contesto familiare

Si identificano in un'area geografica tutti gli attori


sociali significativi. In questo caso lobiettivo in
genere quello di identificare i problemi prioritari e
poi intervenire su questi
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

75
Note sulla
PAR

Informatori-chiave
Per

promuovere un processo di PAR essenziale


includere nella sua evoluzione quelle parti che lo
possono ostacolare/influenzare o che ne sono
influenzate

La tecnica degli informatori-chiave utilizza la ruota


dellinformazione per cercare persone, leaders e
gruppi che influenzano il processo di interazione nella
comunit
Community-in (hanno molto potere)
Community-out (hanno poco potere)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

76
Note sulla
PAR

Domande

esempi

Chi prende le decisioni?


Chi rappresenta lopposizione?
Chi sono i leaders riconosciuti?
Chi controlla le risorse?
Chi influenzato dalle decisioni?
Chi vorrebbe prendere le
decisioni?
Chi di solito ha a che fare con il
problema?
Chi di solito ha a che fare con il
problema?

Politici-in
Politici-out
Parroco, farmacista
Consiglieri affari e commercio
Minoranze sociali
Politici-out

Prof. A. C. Baldry

Servizi sociali territoriali (scuole,


ASL, volontariato..)
Persone che danno aiuto in
modo informale ( vicinato
ecc.)
a.a. 2012/13

77
Note sulla
PAR per intervista:
Traccia

Obiettivi del colloquio con


persone che occupano
posizioni nella rete
Capire le percezioni del
problema/i
Raccogliere informazioni sugli
aggregati, leaders formali e
informali
Raccogliere la disponibilit ad
esere coinvolto nel processo di
PAR (con quale ruolo, in quale
fase, con quali garanzie)

Prof. A. C. Baldry

Che percezione ha del problema


La storia della comunit dal suo
punto di vista
La storia del problema
Quali sono i problemi pi
importanti della comunit (in
ordine di priorit)
Quali sono gli informatorichiave
Quali sono i primi sforzi per
risolvere il problema
Come potr essere risolto il
problema
a.a. 2012/13

Effetti della partecipazione nella comunit


78
territoriale
Sulle condizioni fisiche e sociali del quartiere
Effetto positivo di "controllo" e di stimolo

I processi partecipativi sono collegati a maggior soddisfazione e


maggiori aspettative verso il proprio quartiere e a maggior
senso di comunit.

Sulle relazioni interpersonali


Promuove la conoscenza, la fiducia, gli scambi
supportivi fra i residenti, stimolano e migliorano i
rapporti di vicinato.
Sulle persone che partecipano
favorisce il senso di s - ad es. la self efficacy personale
- e l'empowerment psicologico.
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

79

La progettazione e la valutazione di
interventi sociali

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Cos un80progetto?
Etimologia della parola progetto dal latino procere
gettare avanti
Progetto indica unazione (progettare) complessa e
variamente articolata, un piano di azione organico
per rispondere a uno o pi bisogni della realt in cui
si opera

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Bisogno

Valutazione di struttura
Progetti, azioni per soddisfare il bisogno

Valutazione di processo
Obiettivi

Outputs

Valutazione di efficacia e
di efficienza

Risultati
Outcomes
Prof. A. C. Baldry

81

a.a. 2012/13

82
Una premessa

Oggigiorno, gran parte delle attivit sociali anche quelle


istituzionali degli enti pubblici! sono finanziate sulla base
di progetti dintervento. Il finanziamento a pioggia
non quasi pi previsto.
(es.: i fondi ex-40% per la ricerca scientifica; la concessione di contributi
di enti pubblici e/o privati; i fondi europei; ecc.)

Saper progettare diventata quindi una competenza


indispensabile per poter reperire risorse

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

83
Le tappe logiche della
progettazione

1)
2)
3)

4)

5)

Ideazione
Attivazione (creazione di alleanze)
Progettazione (stesura):
1)
Premessa
2)
Finalit e obiettivi
3)
Target
4)
Metodologie e attivit
5)
Tempi di realizzazione
6)
Budget
Realizzazione
Valutazione

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

84
Nello scrivere un progetto,
attenzione a:

Finalit (o scopi, o obiettivi generali): sono

astratte, generiche e indicano lideale a cui si vuole


tendere
Es.: sensibilizzare la comunit allaccettazione della diversit e alla
integrazione delle persone disabili

Obiettivi (o obiettivi specifici): sono concreti,

pratici
Es: eliminare le barriere architettoniche per persone in carrozzina
nella sede municipale, in modo che possano accedere agli uffici
senza disagi
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

85

Gli obiettivi devono essere sempre realistici,

realizzabili in un tempo ragionevole


Il linguaggio deve essere semplice, diretto, senza giri
di parole o troppe parafrasi
Le affermazioni fatte devono essere sempre
dimostrabili, soprattutto per quel che riguarda i
bisogni di partenza.
Se si citano dei dati (es.: il 30% dei decessi in Italia
dovuto a malattie cardiocircolatorie) bisogna citare la
fonte

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Project Cycle Management: le fasi


86
Programmazione
strategia operativa

Valutazione

Ideazione

Realizzazione
azioni

Formulazione
Finanziamento
reperimento risorse

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

I modelli o approcci
87
alla progettazione
1) sinottico-razionale
pre
strutturazione
2) concertativo

partecipazione
3) euristico

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

1) Modello
sinottico-razionale (s-r)
88

ASSUME CHE

Ambiente predeterminato, fisso


Problema chiaro, non ambiguo
Obiettivi trasparenti,
desiderabili da tutti
Semplificazione realt
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello
sinottico-razionale
(s-r)
89
CARATTERISTICHE

Importanza tappa progettazione, spesso delegata


ad esperti

Programmi strutturati, strumenti predefiniti,


alternative predeterminate, poca o nulla importanza
alle caratteristiche specifiche di quel contesto

Distanza fra chi progetta


e chi esegue

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello
sinottico-razionale
(s-r)
90
CARATTERISTICHE

Si cercano alleanze solo a livello


alto

Non considera soggettivit, valori

No partecipazione reale per


operatori
e destinatari

Prof. A. C. Baldry

In genere valutazione efficacia


delegata a valutatori esterni
a.a. 2012/13

Le tappe del progetto


nel modello
sinottico-razionale

Prof. A. C. Baldry

91

a.a. 2012/13

Ideazione
92

Attivazione

Progettazione
Realizzazione
Verifica

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello
sinottico-razionale (s-r)
93

cosa fare
cosa valutare

Esperto/i

decide

A volte si
occupa anche di
formazione
o supervisione

stende
il progetto

Gli operatori realizzano le attivit

Prof. A. C. Baldry

Gli
partecipano
Gliutenti/beneficiari
utenti/beneficiari partecipano
alle
possonodecidere
decidere
alleattivit
attivit o possono
a.a.
2012/13
separtecipare
partecipare oo meno
attivit
se
menoalle
alle
attivit

MA
94

Spesso gli interventi falliscono non perch


il progetto non era adeguato, ma per
cause altre (demotivazione , obiettivi
conflittuali non riconosciuti,
boicottaggio, valori non condivisi,
insufficiente conoscenza contesto)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

MA
95

La progettazione in campo sociale non


pu essere altro che un percorso
accidentato inevitabilmente orientato
da alcuni riferimenti cardinali, ma
continuamente interrotto da soste,
inerzie, ambivalenze e contrasti

(Olivetti Manoukian)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

2) Modello concertativo
96

Esistono sempre pi letture dei bisogni


e pi ipotesi interpretative; ogni attore
portatore di valori, aspettative,
presupposti cognitivi, posizioni di potere
diverse ed ha ampi margini di
autodeterminazione e negoziazione
Necessit di negoziare, decidere
Insieme, co-costruire
Sintesi di diversi approcci,
ottica costruttivista
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello concertativo
CARATTERISTICHE
97

Considera i punti di vista


e il potere
Per arrivare alla stesura del

progetto necessaria
negoziazione, concertazione fra
servizi, operatori e (a volte)
destinatari (non viene negata
conflittualit)

Linterazione fra i diversi attori prosegue in


tutte le tappe
Possibilit modifiche durante
implementazione, valutaz. processo
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

98

Le tappe del progetto


nel modello concertativo

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Ideazione
99

attivazione

progettazione

Realizzazione

Verifica
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello
concertativo
100

insieme operatori e, a volte,


esperti e/o rappresentanti dei
beneficiari stendono
il progetto, decidono cosa
e come valutare

Gli operatori poi realizzano


le attivit

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

3) Caratteristiche
modello euristico
101
Persegue sempre due finalit

a) affrontare un particolare
problema o i problemi
percepiti come pi rilevanti
in una comunit /organizzazione,
o da una categoria sociale
(famiglie, giovani, anziani)

b) aumentare
la partecipazione, la collaborazione
lempowerment, attivare risorse,
creare connessioni
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Caratteristiche
102 euristico
modello
Si passa dal deficit model
allempowerment model:
i cittadini, gli utenti, i beneficiari non sono visti
solo come portatori

di problemi, ma
come persone con risorse con cui
collaborare

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Caratteristiche modello euristico


103

No obiettivi specifici predeterminati a

monte da operatori e/o progettisti


Rilevanza al processo, al come
Utilizzo metodi partecipativi (action
research,.)
Sono principalmente coloro che sono coinvolti
nel problema a decidere gli obiettivi e le
attivit da realizzare. Gli esperti si
assumono il ruolo di facilitatori del processo

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

104

Le tappe del progetto


nel modello euristico
Progettazione
Ideazione

attivazione
Progettazione

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello
euristico
105

insieme operatori,
attori significativi
della comunit e cittadini
decidono cosa realizzare
e come valutare

le attivit vengono poi realizzate


da operatori e cittadini

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello sinottico-razionale
Vantaggi
106
Modello forte, d sicurezza

Permette tempi pi rapidi


Chi progetta in genere esperto, cerca modello
intervento teoricamente migliore, basato su evidenze
Importanza aspetti logico-razionali

Importanza valutazione esiti


Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello sinottico-razionale
107
Svantaggi
Rigido, no cambiamenti
Inadeguato se contesto complesso,
imprevedibile
Inadeguato tanto pi progettisti distanti da
operatori
Considera operatori meri

esecutori (limitata crescita, difficolt


motivazione..)

Considera beneficiari solo portatori problemi


Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello concertativo
Vantaggi
108
Progetto occasione di
scambio e conoscenza

Progetto come occasione formativa per


operatori, per valorizzare esperienza
Pi utile se situazione mutevole,

o se coinvolti servizi/operatori
con culture e valori diversi

Possibilit aggiustamenti e cambiamenti in itinere


Importanza valutazione di processo
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Modello concertativo
109
Svantaggi
Tempi lunghi per attivazione
e stesura progetto
Molte energie per coordinamento, lavoro di rete
In alcuni casi partecipazione

di facciata

Rischio che operatori e servizi trascurino


apporti recenti (teorie ed evidenze di
efficacia)
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Vantaggi modello
euristico
110

Attiva iniziative dal basso

Scopre e valorizza risorse sopite


Favorisce lo sviluppo di competenze
locali, le relazioni fra i partecipanti,
il senso di comunit, responsabilit
sociale
Evita di realizzare progetti percepiti
come non rilevanti dalla comunit

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Vantaggi modello
111
euristico
Innesta processi virtuosi, che
non si esauriscono al termine
del progetto, quindi favorisce
la sostenibilit

Pi utile se distanza culturale e


valoriale molto ampia fra chi
propone il progetto e i beneficiari

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Svantaggi modello
euristico
Tempi lunghi

112

Si pu utilizzare solo per problemi considerati


rilevanti dalla comunit

Non sempre accettato


dal committente
Attivit e obiettivi specifici non prevedibile a priori
Difficile valutare efficacia con metodologie classiche
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

113

Chi pensa/ scrive/ collabora


ad un progetto dovrebbe essere
consapevole dei valori,
degli interessi, dei punti di vista
e delle alleanze che ruotano
intorno ad esso.

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Alcune domande
stimolo (da porsi
nella tappa di
114
attivazione)

Chi e perch ha deciso


di intervenire su quel problema?
Chi percepisce il problema?
Chi coinvolto?
I valori dei beneficiari quali sono? E
quelli degli operatori, dei servizi, dei
finanziatori?
Chi condivide gli obiettivi
del progetto?
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Alcune domande
stimolo (da porsi nella tappa di
115
attivazione)
Qual il proprio potere? E quello degli altri
attori in gioco?
Qual il proprio ruolo? Di quali
valori, interessi si portatori?
Chi, in quale momento e come coinvolgere?
Ci sono alleanze e di che tipo?

Chi pu essere contrario, ostile al progetto?


Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

116

I progetti

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Progetto
117
Momento di transizione

fra sogno, desiderio


e azione trasformativa

Impegno a termine
assunto per realizzare un prodotto o servizio
irripetibile
(PMI, 2000)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

118
Progetto

In ambito sociale

Prof. A. C. Baldry

insieme di attivit,
connesse fra loro, finalizzate
a raggiungere un obiettivo
in un tempo stabilito

a.a. 2012/13

Servizio
119

Organizzazione stabile, espressa in


termini di titolarit, gestione, risorse e
regole di funzionamento, finalizzata
allerogazione di interventi e prestazioni
sociali o sanitarie che hanno come
destinatari beneficiari singoli o collettivi
(in genere un servizio si occupa di
unarea definita)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

RITORNANDO AI PROGETTI:
120

Aumentare conoscenze
progetto di ricerca

Produrre cambiamenti

progetto di intervento

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Aumentare conoscenze
e produrre cambiamenti
con coinvolgimento e
partecipazione destinatari

Progetto di action research


o ricerca
intervento partecipante

122

Il cambiamento pu riguardare
caratteristiche persone e/ o
sistemi
o relazioni fra persone e/ o
fra sistemi

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Il cambiamento pu riguardare
123

Caratteristiche dei singoli


individui:
conoscenze, competenze, - -atteggiamenti, comportamenti, stati
affettivi, percezioni e sensazioni
soggettive, livello soddisfazione,
concetto di s, variabili
biofisiologiche, disponibilit beni
materiali..
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Il cambiamento pu riguardare
124

relazioni fra persone e/ o


fra sistemi

quantit/qualit relazioni

amicali, relazione genitori-figli,


docente-discente
grado / modalit / qualit
relazioni fra due o pi
organizzazioni o sistemi
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Il cambiamento pu riguardare
125

Caratteristiche (della struttura,

del funzionamento, cultura,


clima) di servizi, gruppi,
organizzazioni produttive,
comunit..

Se il cambiamento riguarda pi livelli

intervento multilivello
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Livelli di analisi della psicologia di comunit


(livelli ecologici)
126

macrosistema
localit
organizzazioni
Microsistemi
Individui

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

127

I progetti rappresentano
strumenti privilegiati di unorganizzazione
flessibile

permettono di verificare

se si raggiungono gli obiettivi


e di riprogettare in un
processo a spirale

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

128

I progetti possono essere pi o


meno ampi
Possono coinvolgere
direttamente:
pi o meno beneficiari
pi o meno organizzazioni
pi o meno operatori
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Le tappe 129
di un progetto
1
ideazione

2
attivazione

3
progettazione

4
realizzazione

5
verifica

Valutazione ex-ante

Prof. A. C. Baldry

In itinere

Ex-post

a.a. 2012/13

Ideazione
130

Lidea pu nascere
da precedenti esperienze,
da una lettura dei bisogni
(es. lettura di comunit),
da possibilit
di finanziamenti

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Ideazione
Solo le idee giudicate:
131

rilevanti

utili

realizzabili
finanziabili

intorno alle quali


possibile ottenere
collaborazione,
consenso

Prof. A. C. Baldry

si possono
tradurre/
dovrebbero
tradursi
in progetti
a.a. 2012/13

Attivazione
Attivit finalizzate a

132

acquisire conoscenze
sul problema, sul contesto
e su interventi
simili gi realizzati
individuare ed attivare possibili
risorse

sviluppare
alleanze e consenso
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Progettazione
(stesura
progetto)
133
Si descrive il

problema

si identificano gli

obiettivi
target

la popolazione

e le
attivit
che verranno svolte
anche in merito alla valutazione.
Si determinano le risorse
necessarie e il finanziamento
richiesto
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Realizzazione
134

Se progetto finanziato
/approvato

inizio realizzazione

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Realizzazione
attivit
135
preliminari: acquisizione risorse,
formazione, contatto popolazione
centrali: direttamente connesse
al cambiamento, agli obiettivi

di valutazione,
in itinere, finale
di coordinamento,
gestione, supervisione
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Verifica
Alla fine del progetto136
si pu valutare

efficacia
impatto
sostenibilit
efficienza
Trasferibilit

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

137

Verifica
Per valutare lefficacia
(se il progetto ha raggiunto
gli obiettivi) in genere bisogna aver gi misurato
gli indicatori prima delle attivit del progetto

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

138
I risultati ottenuti
(output)

Quali sono i principali risultati ottenuti? Come e chi

li ha misurati?

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

139
Efficacia

Efficacia: capacit di un progetto di raggiungere i

risultati attesi

Confronto fra risultati sperati e ottenuti


Valutata da chi ha portato avanti lintervento
Valutata dal target di riferimento
Attenzione! Sul libro di Dallago et al. (2004) a pag. 43, il termine
impatto usato erroneamente come sinonimo di efficacia, ma
sbagliato!

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

140
Efficienza

Efficienza: rapporto fra costi e benefici


I risultati ottenuti, si potevano ottenere con una spesa
inferiore?
La spesa sostenibile nel futuro o legata a circostanze
contingenti favorevoli (es.: finanziamento difficilmente
ripetibile)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Limpatto141(outcome)
Rappresenta il come i risultati ottenuti dal progetto

hanno ridotto il bisogno di partenza


Il bisogno di partenza rimasto uguale o si modificato?
In alcuni casi, lo scopo di un progetto potrebbe essere quello di aumentare il
bisogno di partenza, come nei casi dei progetti di sensibilizzazione ad un
problema non troppo sentito (es.: tutti i progetti di comunicazione del
rischio sanitario)

Si pu valutare limpatto o molto difficile farlo? (es.:


quante vite ha salvato lintroduzione del casco
obbligatorio?)
Pu essere a breve, medio o lungo termine

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

142

La Valutazione

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Verifica e 143
Valutazione
VERIFICARE: controllare, certificare lesattezza e/o

la regolarit di qualcosa

VALUTARE: confrontare, giudicare con

apprezzamento

la valutazione un processo dinamico attraverso il quale un

soggetto (CHI) esprime giudizi di valore, qualitativi e/o


quantitativi, nei confronti di un oggetto (COSA) in base a
criteri determinati, facendo riferimento a standard e
utilizzando metodi e strumenti appropriati (COME).

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

144 deve essere:


La valutazione

Utile
Fattibile

Accurata
Appropriata

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

145
Le 3 tipologie essenziali
di valutazione

Valutazione ex ante
Riguarda la valutazione fatta preliminarmente alla stesura di un
progetto dintervento; comprende la valutazione di contesto e di
struttura

Valutazione in itinere
Anche detta monitoraggio, valuta se il progetto si sta svolgendo
come programmato

Valutazione ex post
E la valutazione dei risultati; comprende la valutazione di efficacia,
efficienza, output e outcome

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

146
Ex ante: valutazione
di contesto

Tramite la valutazione di contesto si viene a conoscere la


realt sociale, politica ed economica allinterno della quale
inserito il progetto. In questo tipo di analisi, ricoprono
particolare importanza le risorse e le carenze della
comunit che potrebbero facilitare (o ostacolare) il progetto
stesso, oltre che i bisogni del territorio. utile pertanto
identificare i servizi, le istituzioni, le associazioni che
potrebbero essere interessate allo sviluppo dellintervento,
prendere contatto con i leader di comunit (formali e
informali) e prevedere momenti di incontro.

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

147

Da valutare anche la legittimit dellintervento,

ovvero:

il progetto si sovrappone a qualche altra realt gi esistente?


Se si, come sono i rapporti con essa, e come si prevede possano
cambiare?
Ci sono istituzioni pubbliche pronte a riconoscere lintervento?

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

148
Molti progetti falliscono
perch.

Non stata fatta la valutazione di contesto o stata fatta

male, pertanto:
Si pianificato un intervento dove non ce nera bisogno
Non si tenuto conto di alcuni fattori collegati (es.: un
consultorio aperto in orari non comodi)
Non si creata a priori una rete di collaborazione
Non si indagato a priori le risorse gi esistenti, e si
duplicato un intervento gi presente

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Ragioniamo sulla valutazione di contesto..


149

1) Aprireste (e se si, dove) una gelateria nella vostra citt/

paese?
2) Aprireste (e se si, dove) uno studio di psicoterapia?
3) Doveste programmare un intervento per ridurre la
disoccupazione nel vostro territorio, quali informazioni
andreste a ricercare?
4) Quali sono le condizioni favorenti e ostacolanti per un
programma a favore della promozione della domiciliariet
di una persona anziana?

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

150
In itinere: la valutazione
di processo

Quali le componenti critiche (in positivo e in

negativo) del progetto?


Come queste si legano agli obiettivi e risultati attesi
del progetto? Quali facilitano e quali ostacolano?
Come si pu modificare il progetto per far s che i
principali ostacoli possano essere superati e/o
aggirati?

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

151

Secondo Rossi e Freeman (1993), valutare il processo


significa verificare la corrispondenza fra quanto
teorizzato e quanto realizzato, prendendo in
considerazione anche le risorse impiegate e il target
di popolazione raggiunto.

(si veda tab. 2 pag. 38 Dallago, Santinello, Vieno 2004)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Ragioniamo sulla valutazione di processo


152

Pensate al vostro percorso scolastico fino ad ora:

Pensate agli imprevisti: cosa vi ha accelerato e cosa vi ha


rallentato?
Quali sono le materie che studiate meglio e quali quelle
che studiate meno volentieri?
Avete trovato un vostro metodo di studio?
Come affrontate le prove intermedie (esami,
interrogazioni )?
Avete portato dei correttivi al vostro studio nel corso del
tempo?
Come pensate di proseguire dora in avanti?

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Ex post: la valutazione di risultato


(o di esito)
153

la valutazione comunemente intesa, e mira a

indagare quali risultati siano stati raggiunti


Si valutano 4 aspetti fondamentali:

Risultati ottenuti (output)


Efficacia
Efficienza
Impatto (outcome)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

Come 154
si valuta?
Fissando a priori:
Criteri
Indicatori (ovvero, le variabili che saranno valutate)
Standard (il livello della variabile valutata che risulta
discriminante per il giudizio di valore).

Standard di derivazione storica

Standard di derivazione scientifica

Standard di derivazione normativa

(.e se manca?)

Metodi e Strumenti
Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

155
Alcuni esempi di valutazione
fuorviante

Il farmaco XYZ si dimostrato molto efficace nella

riduzione della pressione arteriosa. Testato su


10.000 persone, e paragonato ad un concorrente, ha
ottenuto risultati migliori con p<0.001
La riduzione in termini assoluti per era poco meno di 1 mm, quindi del
tutto irrilevante dal punto di vista clinico

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Alcuni esempi di valutazione fuorviante (2)


156

Il progetto ABC per la raccolta di generi alimentari

da donare a persone bisognose ha avuto un ottimo


esito: grazie alla sensibilizzazione nelle parrocchie, in
un anno sono stati raccolti 170 quintali di cibo.
Lanno precedente, senza lazione di sensibilizzazione, ne erano stati
raccolti 167 quintali, e lazione costata 5000 .

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Alcuni esempi di valutazione fuorviante (3)


157

Un politico alla conclusione del suo mandato, dice:

durante la mia gestione, sono state costruite nuove


strade, con un incremento del 17% rispetto a prima.

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Alcuni esempi di valutazione fuorviante (4)


158

Il Centro Servizi per il Volontariato di Roma ha

aumentato di molto e in un anno gli accessi delle


associazioni di volontariato presso i propri uffici: nel
2004 sono stati 2.000, nel 2005 sono stati invece
10.000. A met 2004 cambiato il direttore.
Si, per vero che fra fine 2004 e inizio 2005 sono state cambiate le
sedi dove dare ospitalit alle associazioni: se prima si contava su 110
mq di uffici, ora sono 650 mq!

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Alcuni esempi di valutazione fuorviante (5)


159

In Italia, nel periodo 2001 2006 i laureati sono

aumentati di molto
Si, per c stata listituzione della laurea triennale, che ha risparmiato
2 anni di studio a moltissimi studenti prima di essere laureati!

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Alcuni esempi di valutazione fuorviante (6)


160

In un convegno nel 2001, una ricercatrice afferm

che un progetto di educazione civica in una scuola


superiore per lutilizzo del casco aveva avuto un
grande successo: nel questionario pre a inizio marzo,
solo il 20% dichiarava di usarlo, nel questionario
post a fine aprile, ben il 90%!
La ricercatrice per si era dimenticata di dire che il 16 marzo 2001 il
casco era diventato obbligatorio per legge

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161

Attenzione a non confondere mai correlazione e


causalit: ad esempio, una gravidanza legata
causalmente con un rapporto sessuale, ma
difficilmente risulteranno correlati con uno studio
statistico

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162
I risultati ottenuti
(output)

Quali sono i principali risultati ottenuti? Come e chi

li ha misurati?

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Ragioniamo sulla valutazione dei risultati


163

Quali risultati vorreste conoscere per valutare un

progetto di riduzione del tasso di disoccupazione?


Sono utili le campagne di promozione del dono del

sangue nelle scuole medie?

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Diversi livelli, diversi risultati: la prospettiva


ecologica
164

Iniziamo a pensare in unottica sistemica


SISTEMA = Unit complessa e organizzata,
caratterizzata dallinterdipendenza delle
parti e in relazione con lambiente
I livelli: Individuale
Microsistema
Organizzazione di microsistemi
Comunit locale
Macrosistema

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165

Un comportamento pu avere molte cause sottostanti


Causa 1

Comportamento

Causa 2
Causa 3

Causa

Difficilmente c una sola causa alla base di un


comportamento, e spesso ci possono essere cause a
livello inconscio
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a.a. 2012/13

Da diverse cause pu originarsi uno stesso


comportamento
166
Causa 1
Causa 2

Comportamento

Causa 3

ma spesso le cose sono pi complesse


Causa 1

Comportamento 1

Causa 2

Comportamento 2

Causa 3

Comportamento 3

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167
Livello individuale

Aspetti di personalit
Risorse/ carenze personali
Capacit di relazionarsi con lambiente

Capacit e strategie di coping


Auto-stima e auto-efficacia
.

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168
Livello di microsistema

Tutti gli ambienti con cui lindividuo ha contatto


diretto e significativo
Le relazioni delle persone allinterno del
microsistema
I ruoli, gli status, le norme, la leadership

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169
Livello di organizzazioni

Insieme di vari microsistemi organizzati


Funzionamento delle organizzazioni
Strutture di potere e/o gerarchiche
Capacit e volont di cambiamento

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170
Livello della comunit
locale

Comprende lesame di una comunit locale


Si propone di integrare gruppi minoritari e/o in
difficolt (es.: immigrati, disabili, anziani con
patologie, disagio giovanile, ecc.)
Particolare importanza va data allindividuazione del
target di intervento, non potendo spesso agire
sullintera comunit

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171
Livello di macrosistema

il livello pi generale, comprende


La cultura
Le leggi
Le tradizioni
Un esempio di intervento a livello di macrosistema sono, ad esempio, le
manifestazioni sindacali in piazza

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Le 10 domande sulla valutazione di Green e


Kreuter (1999)
1)

Perch valutare? I punti di vista dei differenti stakeholders

2)

La valutazione realmente necessaria?

3)

Cos la valutazione, realmente? (definirla in modo preciso e indicarne interessi,


obiettivi)

4)

Quali sono gli standards di accettabilit?

5)

Perch la valutazione cos minacciosa? (perch proprio io?)

6)

Quali tipi di outcomes sono appropriati e sufficienti per indicare il successo?

7)

Di quanta precisione e controllo hai bisogno?

8)

Quale tipo di disegno valutativo pi indicato per i tuoi scopi?

9)

Quanto abbastanza? (pianificare tutto in anticipo per ridurre i rischi di una


valutazione distruttiva..)

10) Come possono essere calcolati e presentati i risultati della valutazione di processo, di
Prof. A.
C. Baldrye di outcome?
172
a.a. 2012/13
impatto

Gli ostacoli della valutazione


Secondo Modolo et al. (1993), valutare (in educazione sanitaria) difficile perch:
a)

I fenomeni che si intende valutare sono complessi

b) Molti fattori sono co responsabili dei fenomeni


c)

Passa molto tempo fra azione ed effetto

d) Gli strumenti per valutare sono presi da altre discipline

quindi, a volte lunica valutazione plausibile quella di processo,


per garantire che sia stato fatto tutto con la massima seriet possibile

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173

a.a. 2012/13

Crea le condizioni per il successo


valuta il Processo! (Nutbeam 1998)
Il programma raggiunge tutta la popolazione target?
Outcome

Il programma accettato dalla popolazione target?


Il programma viene implementato come era stato
pianificato?

Processo
T0

T1

la valutazione degli outcomes deve seguire la valutazione di processo, altrimenti si


rischia di commettere un errore di tipo 3 (Basch et al 1985), ovvero di valutare
programmi che non esistono!
(Pirie 1999)

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a.a. 2012/13

Alcune considerazioni
Per aumentare la validit e attendibilit della valutazione, si pu ricorrere alla
TRIANGOLAZIONE, ovvero allapproccio multi - metodo:
Triangolazione di fonti di dati;
Triangolazione di metodi di ricerca;
Triangolazione di ricercatori

(Gifford 1996)

<<In futuro, sar importante incoraggiare e sviluppare disegni di valutazione flessibili,


che combinino differenti metodologie di ricerca, sia quantitative sia qualitative.>>
(Nutbeam 1998, pag. 41)
Tenere principalmente in considerazione 4 aspetti:

1. Usare le evidenze empiriche delle ricerche precedenti nella pianificazione


delle attivit
2. Definire nel dettaglio la definizione e il metodo di misurazione degli
outcomes
3. Adotta unadeguata intensit di valutazione
Prof. A. C. Baldry

4. Adotta disegni di ricerca appropriati


175

a.a. 2012/13

Chi ha paura del lupo mannaro?


(ovvero, perch la valutazione fa tanta paura?)
176

Ci sono due modi di intendere la valutazione:


Valutazione sommativa (summative): per capire
se un progetto deve essere rifinanziato, o modificato,
o annullato

Valutazione costruttiva (formative): per capire


cosa e come migliorare nel futuro
(Scriven 1991)

Prof. A. C. Baldry

a.a. 2012/13

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