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C. DAVINI
di
C. DAVINI
1 Introduzione
1.1 Generalita'
1.2 Esempi di analisi di stabilita'
1.3 Piano del corso
1 Introduzione
1.1 - Generalita'
i. Unicita';
ii. Estremalita' per l'energia potenzial~,
iii. Sensibilita' alle imperfezioni,
iv. Continuita' col dato.
di Fig. l.
(Analisi di unicita')
(l) mgh s ìn é ke
Fig. l
k
v= ghm
- *
Fig. 2
r
- 5 -
I I
I I
I I
I I
l I
I I
I I
I I
I I
I I
mc =-k I I
gh
I I
•
Fig. 3
m <: k/gh ,e
(2)
m > k/gh
(3) m
(Analisi energetica)
k - mgh cos e
e ' Vee < O , e V(O,m) e l un minimo locale del primo caso e non lo e'
nel secondo Il valore discriminante
( 5)
e /tg e < 1 e
(Analisi di imperfezione)
Fig. 4
(9) a k/lk-mghl
- 8 -
(la) m - k/gh
(Analisi dinamica)
l ..
mh 6 + k 6 - mgh sin 6 O
(11 )
6 (O) O ,e(O) f, O
(12) 1/2mh 2 e
2 + 1/2k6 2 + mgh cos 6 cost
Poniamo
- 9 -
...../V(.,.)
..,.,'
--;;~-------
I
I
Fig. 5
"Non e' difficile far vedere da (12) che anche la velocita' 6• deve
allora mantenersi piccola per E: piccoli.
Se invece
y(6) e' decrescente almeno fino alla. prima radice del termine a destra
nella (16). Moti della colonna fino a questo valore, almeno, sono
- 10 -
, I
- 11 -
2.1 - Generalita'
(1) F(~'l) O
dove
tl
x E X C/~ •••• variabiledi configurazione
Y E Y C ~P •••• parametro di carico (o parametro di controllo)
F:X x Y + mf~ ... equazione di equilibrio.
(3) E
(4) O
(5) x = O O per
(6) O
Teorema 1 (Dini).: Se
(8) det 3 F/3x F O
Il ruolo, dei due teoremi nella teoria della biforcazione e' quello
di garantire, rispettivamente, l'esistenza di rami di equilibrio e
l'effettiva convergenza in qualche intorno di ~ delle serie formali
che si usano per rappresentar li esplicitamente.
(lO) ~o e
y y y
x x x
L'idea originaria del metodo e' di Eulero. Esso e' stato usato
estensivamente in meccanica sotto varie ipotesi sul comportamento dei
materiali. Per un resoconto esauriente si veda TIMOSHENKO [6].
dove
(16) Bx
(19) r
e siano
e A
[~J
le relative partizioni di ~, B ed A. L'equazione di equilibrio diventa
r
;
- 17 -
(21)
B x' + _%_
_%1_ B x" = ~%l. + o( [x]» Iyl)
(22) x'
(21)'
rango rango(~l) .
(24)
°
come asserito dal lemma l'
Bx ~:t
(26)
°
La risposta alla questione dell'esistenza e del numero di piccole
soluzioni di (26) e' data da un teorema di WEIERSTRASS (Teorema di
preparazione) in teoria della dii",sibili ta'. Esso asserisce che; a meno
di un fattore analitico e f °
'in (0,0), la (26) puo' essere scritta
come un polinomio in ~ di grado m
(27)
(28) m
(29) ..... ,
- 20 -
con O<e:<e:' < •••• , e nel determinare gli esponenti e: e le costanti ~e: in
modo che la (26) riduca ad un'identita'. Sostituendo (29) in (26) si
trova
Indicato con
"
•
m )(
Fig. 7
(33) O
(35) e: r/s
Si ponga
(36) ~ = n!X]r e À
'\-jK"-
Scritta la (26) nella forma
L
- 22 -
dove la serie si estende alle coppie (k,~) che non stanno sul segmento
considerato, e dopo la sostituzione di (36), si ottiene
(37) ~ = o
(38)
per tutti i termini che compaiono nella serie in (37). E' cosi'
possibile ottenere una forma equivalente della (37) dividendo per
x k4 r+", S
(37) v(n,x)
Dette allora n1, n2' .... ns~ le radici del polinomio in parentesi, la
(37) , diventa
(39) V (n,x) o
Allora, per i l teorema del Dini,3 !n= Tla (x) definita implicitamente
dalla (39) e, in piu', essa e' analitica per il Teorema 2 di §2.2
- 23 -
(41) n ~ xi
'la + ~aui
i=1
(42)
a. (Punto limite)
Fig. 8
di equilibrio
Consideriamo il sistema di Fig. 8. La sua equazione
et
estremo della G(x) son o pun t ~ critici. Indichiamo con (+x + ) le loro
O
coordinate. - c ,_Yc
Fig. 9
(45) O
- 26 -
dove
Il coefficiente
e I ~ O (in particolare < O) per essere a> Xc > O e a < 11/2. Cosi' siamo
nel caso
(48)
.,
\.1-
"
Fig. 10
+ ~ O
(49)
k >2
l'.
- 27 -
o, equivalentemente
(49) ,
\:--
Secondo la teoria le-soluzioni di (49)' sono allora
(50) n o = 1,2
Essendo Fz <O, questi sono reali solo per la scelta del segno nella
radice, i. e., per À" ..:i<)2 in (48) • Segue in particolare che le curve
sono definite solo per \ '\.J~
(52) (y - Y )
c
< O
(53) o.
da cui si trova
F(x,y) kx - yl sin x o
k - yl cos x o
da cui
yc k/l o
Non ci sono punti critici per y <. k/l e' in questa regione non ci
sono punti di equilibrio x l'O. Lè curve di equilibrio sono quelle in
figura, se ci limitiamo all' intervallo (-11, 11 ).
k
T
x
Fig. 11
critico
(56) t (f;, A)
O
dove
(57)
,A - (y-k/l) e f;=x.
Esplicitamente
Fko
per k pari e> 2
(58)
per \I = 1 e k dispari
2 J(
Fig. 12
k 3z k 3
+ 1/(k-l)! F )n - -
k-2,1
Segue
(62) Il
con
Poiche'
r
I
- 31 -
-k e k
le radici Ila sono reali solo per la scelta del segno sotto radice,
cioe' per À = Z2 e i due rami biforcati hanno equazioni parametriche
2
À Z
Fig. 13
- 32 -
r
La discussione delle curve di equilibrio si puo' fare per ispezione
°
diretta della (66): x = e' una curva di equilibrio per ogni y;
l'unica altra curva di equilibrio e' data da
(68) y kl cosx
Ve -kl
,
~
/
I
I
I
I
n x
2
Fig. 14
d. (Biforcazione asimmetrica)
(71 )
°.
Si potrebbe mostrare che non esistono altri punti critici.
r - 33 -
!Y !Y
'" "
'"'" "',"
I
,
/
I
I
l/
I
I
I
,I
+ Ix +
Fig. 15
Fu -3k1 2/4 V
(73) F0 1
° li
,/
Fu -l
r
,
- 34 -
I
Da
~ nz
(75)
À z
1 1 co 1
"') ~ F nk-ì..k- I
(76) ( '2 F.20n + :2"1 1 Z + .l.J k ! ko ~ +
k.3
l/(k+l)! F n k- è
I
o
kl
da cui
con
À z
(78)
n~ + ~ a. zi+l
i. 1 01
r - 35 -
Esso corrisponde ad una curva À = 1(~) che taglia l'asse delle ordinate
con una pendenza:
dÀ/dz
(79) dÀ/dC - 3kl/4
Iz=o dC/dz
.............
--
Fig. 16
- 36 -
I
I
I
Poto Elastica + En. Poto Carichi, non dipende esplicita~ente dal temp~
e la variabile di stato x non e' soggetta a vincoli, e ~l parametro d
carico si riduce ad uno scalare.
o bOl
Se, come ammetteremo, la Y e' differenz~a ~ e
quanto occorre, la
discussione della stabilita' per mezzo del criterio energetico diventa
allora un elementare studio degli estremi di una funzione.
(83) > O
dove a2 y (e) lax 2 ~ O. Come noto, sotto queste condizioni la propri eta ,
di minimo non puo' essere riconosciuta sulla base delle derivate
seconde e per discutere la stabilita' si deve ricorrere oa~leo de~iv~te
di ordine superiore. Quando vale la (83) lo stato di equ~l~br~o s~ d~ce
critico.
T
I - 37 -
I E' solo il caso di notare che la condizione (83) e' necessaria per
la stabilita'.
(84) det O
che e' una condizione necessaria per il verificarsi della (83). Per
vedere questo e' sufficiente osservare che il determinante di una
matrice"e' il prodotto dei suoi autovalori, ciascuno contato con la sua J\";'YY'IV1t.~
moltiplicita'. Segue che uno stato di equilibrio critico, nel senso del
presente paragrafo, lo e' anche nel senso della teoria delle
biforcazioni.
Ve
\
\
\
\
,,
...
x
Fig. 17
,,
,,
,,
,
x
Fig. 18
/
/
/
/
/
x
Fig. 19
y
x
Fig. 20
- 42 -
r
2.9 - I teoremi di Thompson
y
\
"
,,
,
'il" L-
0
~i-
'\
\
tJv '\
tJx > O \ tJv
\ tJx = O
Fig. 21
"
L
r - 43 -
'i ,
'\
... '\
... ,
..., .... tJv =0
tJx
x
Fig. 22
L
- 44 -
x
. F(!, t)
L
r
- 45 -
(3)
.
x
.
x
e ponendo
(4 )
(5) F (~' t)
(6) x( t.)
- 1 Y..
I
con ti E R ed y assegnato in qualche insieme Y C Rq di dati iniziali.
Le soluzioni di (6), se ci sono, sono le funzioni (moti)
(7) x x(t;y)
L
- 46 -
r
tratteggiata in Fig. 23}. Per un sistema autonomo invece la traiettoria
risulta semplicemente traslata secondo l'asse dei tempi
t _>t·l
A
se X ed x
rappresentano i moti che seguono dall'imposizione delle
condizioni iniziali ~ = ~ agli istanti ti e O, rispettivamente. Per
sistemi autonomi, allora, per ogni stato passa una ed una sola orbita,
se vale il teorema di unicita', e lo spazio delle fasi risulta
partizionato dalla famiglia delle orbite.
y~;Y)
- ",
\
"..... - ... -x(t;y)
",......
XI XI
( traiettorie) (orbite)
Fig. 23
(8) F(a} o
E' sempre possibile operare una traslazione dell'origine in modo che
~ O sia un punto di riposo.
r - 47 -
(IO) ~ exp(at}
(11 ) Aa a a
E' cosi' possibile una classificazione dei vari casi che possono
presentarsi secondo che gli autovalori di (Il) siano reali o complessi,
multipli o semplici.
(12) x(t}
Le orbite del moto sono quelle riportate nelle figure sotto, dove i
versi di percorrenza dipendono dal segno degli autovalori. I casi che
si possono presentare son rappresentati dalle Figg. 24 e 25: nel primo
caso il punto di equilibrio ~ O si dice un nodo, nel secondo un punto
di sella.
-48- x.
x,
Fig. 24
Fig. 25
x,
Fig. 26
r,
- 49 -
I moti sono
(13 ) ~(t)
dove gli ~(i) sono in questo caso autovettori complessi. Poiche' A e'
reale, vale la relazione
(14)
(15)
Posto
b y Re CI , <5 Im c
x,
Fig. 27
(20) i 1,2
r - 51 -
X,
X,
Fig. 28
"a> O
Fig. 29
e si indichi con
(24) 8(r) {x
Sl'i r ~ [x]
(25)
r
{x :
-< R}
H(r) = {x I xl =r }
(26) F(Q) O
e che il problema
(27) ~(O)
\
S(rl
Fig. 30
Fig. 31
r - 55 -
m18 + (kl-2P) 8 O
8 (O)
Fig. 32
.
Fissato t, 8 (E) e 8 Ct) possono farsi arbitrariamente piccoli per 80 e
éo piccoli, ma p CD per 8 ,
CD
0
60 lo O.
- 56 -
r
OSSo Il riferimento alla norma Euclidea non mette in sufficiente
rilievo il carattere topologico della stabilita'.
(31)
.
z av/a~· d~/dt
Cosi'
.
V(x)
et una funzione di x che puo' essere calcolata direttamente
dall'equazione di evoluzione.
r - 57 -
z = VI!)
Fig. 33
Dim.
Fig. 34
Oim.
(35) l> O
(37) x A x + o( I~I )
con
(39) x r i
dove la matrice
(40) r
r - 61 -
e' formata con gli autovettori ~i) di ~ e. per il fatto che gli a(i)
sono linearmente indipendenti. risulta non degenere.
(41)
.
~
A r
Per il problema (36) nella forma (41) non e' difficile costruire
funzioni V = v( 1) con le proprieta' richieste dai teoremi del metodo
diretto. E' cosi' possibile discutere la stabilita' dinamica del punto
di equilibrio 1 = Q senza ricorrere all'integrazione dell'equazione
differenziale.
i=1 • • • • • • • q) •
Posto
(42) V( i ) 1/2 li 12 •
(43) Re (~ a. I ~.I 2 + o(
i-l I
Caso 2. (Re ai ~ O per 1 < i < m • e Re a. > O per m < i < q).
l
- 62 -
r
Posto
l-l q
(44) V( ..U 1/2 (- ~ I c.ll 2 + ~ Ic.1l 2
i-l i.ll
si trova immediatamente
l-l q
(45) V( C ) - ~ Re ai ICil 2 + ~ Re ai I Ci 1
2
+ o( I C I 2) •
i-l i ••
Quindi V( C ) > O per I C I sufficientemente piccoli e F O. Tenuto conto
. di (44), la V soddisfa le ipotesi del Teorema 3 e l'origine risulta
instabile.
~~~ ..
I. ·1· ./
Fig. 35
r
lI
- 63 -
(46) _ EA/(mI3 ) y 3
Ax + b
~(t)
y
o
ed yo essendo spostamento e velocita' iniziali. Il sistema si
allontana indefinitamente dalla configurazione di equilibrio per ~ F O
e l'origine! = O e' instabile.
(47) x
. con A f(O) O
_1~12 f(~)
-- .
Cosi' l'origine e' stabile, per il Teorema l,se f(x»O in un intorno
di ~ = Q. Se viceversa f(~) < O in un intorno dell' origine V(x) > O e si
ha l'instabilita'.
Fig. 36
- 65 -
(49)
dove
(50) M = mb2
1/ 2
1/31 e K(y) = ~ -k l
[ 4/3 1/2 - (-2k+yh) (k-Yh)J
(51 ) i = 1,2,3,4 ,
Fig. 37
- 66 -
1m "I
"1= "1(0)
)'=)' ( Va ) "I '" "I (Va) Rè)'
Fig. 38
L'analisi del § 3.7 evidenzia' che per Y1 < Y < Ya il sistema tende ad
abbondonare la configurazione verticale attraverso oscillazioni di
ampiezza crescente. Per questa ragione una perdita di stabilita' di
questo tipo e' indicata come instabilita' oscillatoria.
(53 )
( 54) (y~+~(y»~ O
y=O
'v-v.I
y= O
Fig. 39
(55) ~(y )~ O
I
I
h
10
(60) T =- 2
~ a rs (~) qrqs '
r,s-l
con
i.l
e Q sono le componenti lagrangiane dei carichi (forze generalizzate)
(62) T
(63) v V(g)
attraverso la
(64) - av/aq
·r
sommando su r si ottiene
h
(65) - ~ (a v/a qr )qr
r~l
dove si e' tenuto conto che T e' omogena di grado 2 nelle q ed e'
indipendente da t. Segue allora l'integrale primo del moto
(66) d(T+V)/dt o
che esprime il teorema di conservazione dell'energia totale del sistema
H ::T+V.
Dim.
H(q*,O) O e
(67)
H(q,q) > O
- 72 -
Poiche' lungo i moti e' H = o, cf. (66), segue che H e' una
funzione di Liapunov e il punto di equilibrio e' stabile.
per !l'§.
(68) d(T+V)/dt
- 73 -
4.1 - Generalita'
- 74 -
p (O) O
(2)
p (u) > O per u " O
Nei vari casi la scelta delle misure da adottare e' suggerita dal
contesto fisico. E' infatti il tipo di applicazioni che si vogliono
considerare ad indicare quali propri eta , o aspetti della soluzione sono
rilevanti in un dato problema e quale. nozione di stabilita' deve essere
adottata nell'analisi. Come criterio generale, poiche' ogni analisi di
stabilita' e' basata sul confronto di funzioni, e' abbastanza naturale
ambientare il problema in spazi funzionali di proprieta' note e
scegliere per p le relative norme.
- 75 -
uniforme:
(3' )
lIu Il., CD ( ~ lI oau
lal~.
l :," + lIu Il:," ) 1/2 , e
(4' ) Il u Il ., 2 = ( ~lIrPull: 2 + Illi Il: ,2 ) 1/2 ,
lal~. '
dove Da denota la derivata parziale
interi non negativi (ol'····'on) e 101
aet l . , . ~n , con ° una n-upla di
= toi.
i.l
Gli esempi seguenti illustrano come in uno stesso problema la
stabi~ita' di una configurazione di equilibrio puo' essere influenzata
dalia scelta 'della misura
- 76 -
(5) u u(r,t)
dove c >0 e' una costante materiale che rappresenta la velocita' del
suono nel materiale. Come e' facile verificare, la (7) ammette
soluzioni classiche del tipo
(9) fJr)
per r E.~,(1+2f,)a),
o e che
(10) p(~ (o ,O) < kc ,
(11 )
Segue che
(14) p( u )
si ha immediatamente che
(16)
- 78 -
(17) p(u(',t))
(19) p(u)
- 79 -
:E p [EV]I E=O
(21) 2
d
p O"[V,W] P [EV+yW]
dEdy E=y=O
O (condizione di equilibrio), e
(22)
(24)
(27)
(28)
La (28) prova che il segno del termine a sinistra e' sempre deciso dal
resto o( "uIl 2) nel!' espansione di Taylor. Di qui la necessita' della
(23).
secondo.
Riferimenti bibliografici
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bridge (Mass.) 1978.
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- 84 -
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Errata corrige
__r(k
2k Yh
- )
e ~(y) ~
(52) 2
Y1 , 2 ,Y~ , ~ (3/7mh 2 ) «5yh-18k) +
-
1 ( 5yh-18k) 2 -28k 2 ) .
pago 66, riga 3 (a) :
y< (18- 128) k/5h - v.
pago 66, riga 5 (a) :
y> (18+ ,!28)k/5h - Y2
~ag. 69, formula (58):
(58 )
.
q f O ~(i):f O (per qualche i)
pago 74, riga 11 (a): .•... per ogni e:>O, 3 <5 tale che .....