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Capitolo 2

Materiali

(a cura di Rosario Palomba)

2. Il calcestruzzo
Il calcestruzzo un materiale composito costituito, per m, da :
- cemento (250-350 Kg/m);
- aggregati fini 0.4 m3;
- aggregati grossi 0.8 m3;
- acqua (rapporto acqua-cemento: 0.4-0.5);
- additivi

2.1 PROPRIET ALLO STATO FRESCO: LAVORABILIT:


La consistenza del calcestruzzo, ovvero il suo grado di lavorabilit, viene misurata con una prova
detta dello slump test attraverso lutilizzo del cono di Abrams.
Nel contenitore di forma tronco-conica di dimensione standardizzata, senza fondo, (Fig. 2.1), e
poggiato su una base metallica, viene inserito e costipato il calcestruzzo fresco, in pi fasi, secondo
una procedura codificata. Il cono viene quindi sollevato e rimosso e la misura dellabbassamento
del calcestruzzo (slump) da indicazioni sulla sua fluidit.

Figura 2.1. Cono di Abrams

In Tabella 2.1 sono riportate le classi di consistenza del CLS secondo la UNI EN 12350-2.
2.1

Tabella 2.1. Misura dellabbassamento al cono (slump test) secondo la norma UNI EN 12350-2

Figura 2.2. Classi di consistenza

2.2
PROPRIET
COMPRESSIONE

ALLO

STATO

INDURITO:RESISTENZA

Il calcestruzzo viene classificato sulla base della sua resistenza a compressione.


La relazione tra tensione e deformazione (-), ottenuta durante una prova di compressione, viene
definita legame costitutivo del calcestruzzo ed illustrato in Figura 2.3
In Italia la prova di compressione viene eseguita su provini cubici (15x15x15 cm) dopo 28 giorni
di maturazione del calcestruzzo, e la resistenza ottenuta viene definita Resistenza cubica a
compressione.
Il legame costitutivo del calcestruzzo caratterizzato da un primo breve tratto (per valori di
tensione dellordine del 30% della tensione di picco) che, a livello macroscopico, pu essere
considerato elastico lineare. Si verifica, quindi un comportamento non lineare, con riduzione di
rigidezza, fino al raggiungimento della tensione di picco. Al crescere dello spostamento, si
verificher un comportamento post-picco di tipo degradante, o con softening, ossia con riduzione
del carico al crescere della deformazione, fino al raggiungimento della rottura.

2.2

Figura 2.3. Legame costitutivo del calcestruzzi

Figura 2.4. Rottura bipiramidale


La prova di compressione pu essere eseguita anche su provini cilindrici, con rapporto altezzadiametro pari a 2 (in genere il diametro pari a 15 cm e laltezza pari a 30 cm), come avviene in
altri Paesi. In questo caso la prova a compressione fornisce una resistenza cilindrica fc.
I valori di resistenza di picco misurati per i campioni cubici sono maggiori rispetto a quelli ottenuti
da cilindri, a parit di calcestruzzo. Tale fenomeno legato principalmente alle forze di attrito che si
sviluppano tra le facce del provino e le piastre della macchina di prova. Nel caso cubico, dato il
rapporto unitario tra lato e altezza, tali azioni esercitano un confinamento del campione che si
propaga fino alla zona centrale. Nel caso del provino cilindrico, invece, visti i rapporti tra altezza e
diametro, leffetto di confinamento non si propaga alla zona centrale, che, quindi, non risulta
soggetta ad azioni taglianti.
La modalit di rottura dei due campioni chiarisce tali aspetti: il provino cubico raggiunger la
rottura con meccanismo di tipo bi-piramidale (indice della presenza di taglio), mentre il provino
cilindrico sar caratterizzato da fessure verticali.

2.3

Figura 2.5. Prova di compressione su provino cilindrico


Il rapporto tra la resistenza cilindrica e cubica dipende dalla classe di resistenza del calcestruzzo e
varia tra 0.8 e 0.85. Per calcestruzzi di classe ordinaria si utilizza (NTC08) convenzionalmente il
valore pari a 0.83.
fc=0.83 Rc
2.2.1. Valori caratteristici della Resistenza a compressione

Frequenza n/ntot

I valori di resistenza del calcestruzzo, data la natura disomogenea del materiale e la difficolt di
controllare il processo di produzione, forniscono spesso delle forti dispersioni.
Si immagini, quindi di disporre su un istogramma di frequenza i risultati sperimentali di resistenza
di picco ottenuti su diversi campioni di uno stesso getto. In particolare si riportano sullasse delle
ascisse le classi di resistenza prefissate e sullasse delle ordinate il numero di volte che si ottenuto
detto risultato.
Come evidenziato in Figura 2.6 il grafico si presenta con una tipica forma a campana. Il limite di
detta curva la curva densit di probabilit che pu essere assimilato ad una Gaussiana
caratterizzata da un picco pari al valore medio, ossia con probabilit di superamento pari al 50%
(Figura 2.7).

Parametro misurato
Figura 2.6. Istogramma di frequenza

2.4

Figura 2.7. Distribuzione Gaussiana


Lavorare con i valori medi, per le caratteristiche meccaniche dei materiali, ed in particolare del
calcestruzzo, non per ragionevole, in quanto non si terrebbe conto della dispersione.
Si introduce, allora, il concetto di frattile.
Nella pratica tecnica si assume una resistenza caratteristica a compressione (indicata con il pedice k)
con frattile pari al 5%, che indica una probabilit massima del 5% che la resistenza sia inferiore di
quella considerata (Fig. 2.8). Ad esempio, per definire una resistenza caratteristica pari a 30 MPa su
cento campioni, solo al massimo 5 possono presentare resistenza inferiore ai 30 MPa.

Figura 2.8. Definizione frattile 5%

2.3. MODULO ELASTICO


Il modulo elastico allorigine Ec dipende dalla resistenza di picco del calcestruzzo. La normativa
(DM08. Cap.11) fornisce una semplice formulazione per la sua determinazione:
f
Ec = 22000 cm
10

0 .3

[MPa]

con fcm resistenza cilindrica media del calcestruzzo, che pu essere valutata, a partire dalla
resistenza cilindrica caratteristica (fck) come (DM08, Cap. 11):
fcm = fck + 8

[MPa]

2.5

2.4. COMPORTAMENTO DEL CALCESTRUZZO NEL TEMPO


.
2.4.1. Ritiro

Il ritiro una diminuzione di volume della massa di calcestruzzo, dovuta essenzialmente alla lenta
evaporazione dellacqua in eccesso rispetto al minimo richiesto dallidratazione del cemento e
rimasta intrappolata nei micropori della pasta cementizia. Per questo motivo lumidit relativa
dellambie nte circostante ed il rapporto tra la superficie ed il volume dellelemento hanno notevole
influenza sul fenomeno. Lentit del ritiro inoltre influenzato dalla composizione del calcestruzzo
ossia dal rapporto acqua-cemento, dalla percentuale di aggregato fine, e dal quantitativo totale di
cemento. Incrementando tali quantit si amplifica il fenomeno.
Il ritiro particolarmente rilevante nelle prime settimane di stagionatura, ma continua, pi
lentamente nel tempo.
Le deformazioni da ritiro, se ostacolate da vincoli interni od esterni, possono generare degli stati di
coazione di trazione che possono superare la modesta resistenza del materiale e provocare il
formarsi di lesioni. Per evitare che lampiezza di tali fessure sia dannosa per la durabilit strutturale
si pu ricorrere ad alcuni accorgimenti, quali evitare un eccessivo contenuto dacqua nellimpasto, o
eseguire una maturazione in acqua (ove possibile), o bagnando e proteggendo gli elementi fino alla
maturazione, evitare getti di dimensioni molto elevate (attraverso lintroduzione di giunti termici),
disporre un certo quantitativo di armatura idonea ad assorbire le sollecitazioni di trazione indotte dal
ritiro.
Laccorciamento unitario indotto dal ritiro pu variare dallo 0.2 allo 0.4 (Tabella 2.2).
Tabella 2.2 Entit delle deformazioni da ritiro (DM08)

Poich il coefficiente di variazione termica per il calcestruzzo = 10-5 C, la deformazione da ritiro


equivale a quella da variazione termica negativa pari a -20, -40 C.
2.4.1. Viscosit

Il creep (o deformazione viscosa), rappresenta la deformazione che un materiale subisce, in


aggiunta a quella elastica, quando viene sottoposto permanentemente ad una sollecitazione.
Il creep determinato da vari e complessi meccanismi, tra i quali lo scivolamento degli strati
colloidali di gel di cemento a contatto con lacqua libera adsorbita, espulsione dellacqua libera
allinterno della pasta di cemento, sviluppo di microfessure locali coinvolgenti la rottura di legami
esistenti.

2.6

Figura 2.9. Fenomeno della viscosit


Le deformazioni viscose a tempo infinito possono essere rilevanti, raggiungendo valori pari a 2-3
volte la deformazione elastica (Fig.2.9)
Tra i fattori che influenzano il creep si ricordano:
- influenza dellumidit relativa: a parit di carico e per uno stesso calcestruzzo, il creep tanto pi
elevato quanto pi bassa lumidit relativa. Linfluenza di questa invece molto inferiore o
addirittura assente se il carico viene applicato dopo che il calcestruzzo ha raggiunto lequilibrio
igrometrico con lambiente. Ne segue che il creep di un calcestruzzo caricato dopo tempi
relativamente lunghi poco influenzato dallumidit dellambiente.
- influenza del carico applicato: molte prove hanno mostrato che esiste una proporzionalit diretta
tra creep e carico applicato, con la possibile eccezione dei campioni caricati a brevi stagionature (37 giorni). E noto che il calcestruzzo compresso inizia a subire microlesioni per carichi superiori al
40-60% della resistenza a compressione (cmax) e non sorprendente che, una volta iniziato tale
processo, si verifichino variazioni anche nel comportamento del creep. Sopra il limite di
proporzionalit (valutabile come 0.4-0.6 cmax) la velocit di creep aumenta in misura superiore
allaumento del carico ed esiste un determinato rapporto carico/resistenza oltre il quale si raggiunge
la crisi nel tempo a carico costante (creep terziario). Questo rapporto pari a circa 0.8-0.9 cmax. Il
creep aumenta infatti la deformazione totale fino al raggiungimento del limite a rottura del
materiale.
- influenza dellet del calcestruzzo allatto dellapplicazione del carico: pi il calcestruzzo
giovane, meno esso avr sviluppato la propria resistenza meccanica e dunque pi risentir del
fenomeno del creep.
- influenza della resistenza del conglomerato: il creep specifico finale, cio il creep per unit di
carico applicato, diminuisce al crescere della resistenza allatto dellapplicazione del carico.
- influenza degli aggregati: laggregato normale non ha creep apprezzabile, dunque si pu dire che
il creep del calcestruzzo si riduce allaumentare della frazione dellaggregato. Gli aggregati
svolgono unazione di vincolo nei confronti delle deformazioni.
- influenza delle dimensioni del getto: il creep, al pari del ritiro, diminuisce allaumentare delle
dimensioni del getto di calcestruzzo. Questo pu essere dovuto al fatto che il creep, nelle zone
prossime alla superficie, avviene nella fase dessiccamento ed pertanto maggiore che nelle zone
interne, che rimangono in condizioni prossime alla saturazione. Anche se con il passare del tempo
linterno perde umidit, esso avr certamente raggiunto un elevato grado didratazione ed
unelevata resistenza, con conseguente minore effetto del creep. Se la stagionatura avviene senza
scambio di umidit con lesterno, non si verifica alcuna dipendenza dalle dimensioni del getto.
- influenza della temperatura: il creep cresce al crescere della temperatura fino a circa 50C, poi
inizia a decrescere.
2.7

- influenza dei cicli di carico e scarico: il creep cresce a seguito dellapplicazione di carichi ciclici.
Generalmente i dati di laboratorio relativi al creep dei calcestruzzi sono stati ottenuti sotto un carico
permanente costante e dunque lutilizzazione diretta di tali risultati ,per il calcolo delle strutture
reali, pu portare a sottovalutare gli effetti di creep.
Nella comune prassi progettuale si tiene conto delle deformazioni viscose nelle verifiche di
esercizio relative alla deformazione. Come si vedr nel seguito, se ne tiene anche conto
convenzionalmente attraverso un valore convenzionale del coefficiente di omogenizzazione n =
Es/Ec.
Una specifica valutazione delle deformazioni viscose e, invece, indispensabile nel calcolo delle
strutture miste acciaio-calcestruzzo o nel calcolo di elementi precompressi.

2.5

Comportamento a trazione

La resistenza a trazione del calcestruzzo pu essere misurata con tre tipologie di prova, come di
seguito riportato, i cui risultati evidenziano valori piuttosto ridotti, dellordine di 1/10 fino a 1/20
rispetto alle resistenze a compressione. E inoltre evidenziato il comportamento elasto-fragile del
materiale a trazione, che pu essere rappresentato da un legame elastico lineare fino a rottura
(Fig. 2.10):
ct () = Ect
dove Ect il modulo elastico del calcestruzzo teso assunto pari al modulo elastico del calcestruzzo
in compressione

Figura 2.10 Legame costitutivo del calcestruzzo (compressione e trazione)

2.8

2.5.1. Prove di trazione diretta.


La prova di trazione diretta consiste nellapplicare una forza di trazione crescente alle estremit del
campione, fino alla sua rottura.
Per lipotesi di uniformit delle tensioni, il valore della resistenza si ottiene come rapporto tra la
forza e larea del provino.
A causa dei modesti valori di tale resistenza a trazione, lo sviluppo di tale prova per calcestruzzi
ordinari, non risulta molto agevole e si preferisce ricorrere a prove indirette quali la prova di
splitting (o brasiliana) e la prova di flessione.
2.5.2 Prove indirette
Prova brasiliana o splitting test
La prova brasiliana, o splitting test prevede una compressione longitudinale lungo due
generatrici diametralmente opposte di un provino cilindrico. In tal caso, si genera una trazione nel
piano diametrale (Fig. 2.11) La resistenza a trazione si calcola con la relazione:
tsp =

F
rl

La tensione cos ottenuta abbastanza simile a quella della prova di trazione diretta.
Cautelativamente si pu assumere che la resistenza a trazione sia pari all80-90% del valore
ottenuto dalla prova di splitting:
ax ~ 0.8-0.9 tsp

trazione indiretta per

, a:

Figura 2.11. Splitting test

2.9

Prova di flessione
La prova di flessione si applica ad un elemento di dimensioni standard (luce L = 600 mm, sezione
quadrata di lato pari a 15 cm, Fig. 2.12), caricato su quattro punti fino a rottura. Ipotizzando un
comportamento elastico lineare, la resistenza trazione pu essere valutata come.

Figura 2.12. Prova d flessione

tfl = M
W
M = FL ; W = modulo di resistenza (inerzia/distanza dallasse neutro rispetto al lembo dove si sta
calcolando la tensione) che in questo caso pari ad h/2

W = 2I
h
I = bh
12

=>

M = FL h
W
2I

=>

12 FLh
2bh

= 6 FL
bh

(tutta la sezione reagente)

In realt il valore di resistenza a trazione ricavato dalla formula dellelasticit sensibilmente


maggiore rispetto a quello ottenuto da una prova assiale (variazioni dal 50% al 70%).
Cautelativamente, quindi, si pu assumere che la resistenza assiale sia pari a circa la met di quella
ottenuta dalla prova di flessione:
ax ~ 0,5 tfl
In definitiva:
2.10

tsp =

2.6

F
rl

tax ~ 0,7-0,8 tsp

tax ~ 0,5 tfl

Acciaio da cemento armato

Lacciaio una lega ferro-carbonio e pu essere considerato un materiale abbastanza omogeneo con
una ottima resistenza a trazione. Lacciaio da cemento armato ordinario prodotto sottoforma di
barre o reti elettrosaldate. Le barre sono denominate ad aderenza migliorata per la presenza di
nervature sulla superficie, in modo da garantire laderenza tra lacciaio ed il calcestruzzo ed evitare
lo sfilamento della barra.
Tutti i prodotti devono essere prodotti con marchio da cui risulti il riferimento alla produzione, allo
stabilimento e al tipo di acciaio (Fig. 2.13)

Figura 2.13. Lettura marchio su barra


I diametri commerciali a disposizione sono dei multipli di due a partire da 8, sino ad un massimo
di 30 (mm).
Lacciaio presenta uguale resistenza a trazione e compressione, ma la prova di caratterizzazione del
legame costitutivo di trazione pura (essendoci problemi di instabilit per la prova di
compressione). In particolare la barra sar posizionata tra le mordacchie di una macchina di trazione
e sar eseguita una prova in controllo di carico o spostamento. La relazione tra tensione e
deformazione fornir il legame costitutivo - del materiale, come riportato in Figura 2.14.
possibile notare un primo tratto elastico, fino al raggiungimento di una soglia plastica definita di
snervamento (o yielding). Segue un plateau plastico, caratterizzato da elevate deformazioni a carico
costante, seguito da un ramo crescente (con rigidezza ridotta rispetto a quella iniziale) definito di
incrudimento (o hardening). La tensione cresce fino ad un punto di massimo, cui corrisponde una
deformazione su, assunta come valore ultimo della deformazione della barra. In realt superato tale
valore possono aversi ulteriori incrementi di deformazione con riduzione di carico e pu verificarsi
una significativa riduzione di sezione definita strizione.
La caratterizzazione del legame avviene attraverso la definizione del punto di primo snervamento
(o yielding) e del punto di rottura

2.11

650
600
550

fu

Tensione [MPa]

500
450

fy

400
350
300
250
200
150
100
50
0
0

10

12

14

16

18

20

Deformazione [%]

Figura 2.14. Legame costitutivo acciaio a trazione


Se si sta utilizzando un legame elastico-perfettamente plastico, la tensione di snervamento, fy
coincide con tensione ultima (fu), mentre se il legame elastico-incrudente fy minore di fu.
(Fig.2.15)
Il modulo elastico iniziale (Es) costante per tutte le tipologie di acciaio (da cemento armato
ordinario, da precompresso e da carpenteria metallica) ed pari a costante per ogni tipo di acciaio:
Es = 2-2.1x105 MPa). La deformazione di snervamento y, quindi valutata semplicemente come
rapporto tra la tensione di snervamento ed il modulo elastico: y = fy/Es utilizzando il modulo
elastico dellacciaio Es.

2.7 Duttilit dei materiali


Una importante caratteristica dellacciaio la sua duttilit (), definita come rapporto tra la
deformazione ultima su e deformazione di snervamento sy. (Fig. 2.16)
duttilit ( ) = u ;
y

Figura 2.15 Schematizzazione del legame costitutivo dellacciaio

2.12

Figura 2.16. Duttilit dellacciaio


Appare utile evidenziare che per acciai tipici da cemento armato la duttilit reale (ossia
considerando la deformazione ultima del materiale anche superiore 10%) pu raggiungere valori
pari a 50-90.
Il comportamento post-picco del calcestruzzo (in genere degradante) pu essere migliorato, sia in
termini di resistenza, ma soprattutto di duttilit, dalla presenza del confinamento esercitato dalle
staffe (Fig. 2.17).

Figura 2.17. Calcestruzzo confinato

2.13

Figura 2.18. Calcestruzzo confinato


Appare utile ricordare, che, anche nellipotesi ottimale di comportamento di tipo parabolorettangolo, la duttilit del materiale appare limitata dellordine di 2, essendo la deformazione di
picco dellordine dello 0.2% e quella ultima dellordine dello 0.35-0.4% (Fig. 2.18).

2.8

Aderenza Acciaio-Calcestruzzo

La collaborazione tra acciaio e calcestruzzo garantita delladerenza che si sviluppa allinterfaccia


tra barra e calcestruzzo, che assicura una trasmissione degli sforzi di scorrimento (tensioni
tangenziali) tra i due materiali.

traversa
mordacchia
LVDT
provino
trasduttore a filo
gabbia di
contrasto

Figura 2.19. Prova di pull-out

2.14

Il legame costitutivo daderenza pu essere definito attraverso la prova di pull-out (Figura 2.19):
supponendo che le tensioni tangenziali siano uniformemente distribuite su tutto il tratto della barra,
di lunghezza l, immerso nel calcestruzzo. Nota la forza F, dallequazione di equilibrio alla
traslazione orizzontale, possibile valutare la tensione tangenziale di aderenza:
F
=
p l
dove p il perimetro della barra dacciaio.
La prova registra anche lo scorrimento terminale (s) della barra.
Mettendo in relazione le due grandezze si costruisce la curva -s che descrive il legame daderenza
(Figura 2.20).

Figura 2.20: Legame costitutivo daderenza, plain bar-barra liscia, deformed bar barra
nervata (Tassios, 1979)
Nella curva tensione tangenziale-scorrimento si riconoscono quattro diverse fasi (Figura 2.20):
- Fase I (calcestruzzo non fessurato): per modesti valori di tensioni daderenza, 1=(0.2-0.8)ft,
(essendo ft la resistenza a trazione del calcestruzzo) lancoraggio assicurato principalmente
dalladesione chimica che si instaura durante il getto di calcestruzzo. Ladesione chimica
accompagnata dallinterazione meccanica associata allirregolarit della superficie della barra;
tuttavia queste tipologie daderenza giocano un ruolo molto modesto, come confermato dal
comportamento di una barra liscia (Stage IV/a). Per queste ultime anche basse sollecitazioni
tangenziali sono sufficienti a rompere rapidamente ladesione tra barra e calcestruzzo, determinando
limmediata crisi del sistema resistente. Una tensione tangenziale residua da ricercare
nelladerenza per attrito che si manifesta durante lo scorrimento in presenza di pressioni che
agiscono trasversalmente alle armature in acciaio. Tali pressioni trasversali possono essere
provocate da sforzi di compressione in direzione trasversale causati dai carichi o dal ritiro o dal
rigonfiamento del calcestruzzo.
- Fase II (fessurazione del calcestruzzo): per valori di tensione tangenziale maggiori di 1 (1),
ladesione chimica distrutta. Nelle barre ad aderenza migliorata, la presenza delle nervature,
genera una componente radiale di compressione in direzione perpendicolare alla nervatura
(Fig. 2.21a-b). A questa componente radiale il calcestruzzo, per equilibrio, oppone tensioni di
trazione. Le limitate caratteristiche del conglomerato in tali condizioni determinano la lesione dello
stesso, evidenziando delle microfessure trasversali che si estendono dallestremit dogni nervatura
2.15

(Fig. 2.21 c), in corrispondenza delle quali si ha sfilamento locale della barra rispetto al
calcestruzzo: lapertura delle microfessure permette un reale scorrimento della barra dacciaio. La
modesta entit delle tensioni circonferenziali, determinata principalmente dalla favorevole
geometria dei risalti, che mostrano un angolo elevato, confina le microfessure, e quindi lo
scorrimento, a valori trascurabili.

Figura 2.21. Cunei di conglomerato a monte della nervatura (Tepfer, 1979) (a), spinte radiali da essi
esercitate (b) e fessure trasversali e longitudinali da splitting (Gabarova e Karako, 1982) (c)
- Fase III: per valori di tensione tangenziale ancor maggiori, dalle microfessure si originano le
fessure longitudinali da spacco (splitting cracks). Ci si deve essenzialmente al disgregamento del
calcestruzzo che preme contro ogni risalto. A causa del deterioramento, il conglomerato si comporta
come una sorta di cuneo, determinando un cospicuo incremento delle tensioni circonferenziali. La
contemporanea presenza della propagazione delle fessure e del fenomeno dei cunei di calcestruzzo,
implica che tutti i fattori in relazione con il confinamento abbiano un importante impatto
sulladerenza. Il calcestruzzo non fessurato esercita unazione di confinamento sulla barra mediante
una sorta di puntellamento attraverso lo strato di conglomerato fessurato circostante la barra
dacciaio. Nel caso di nulla o scarsa presenza di un rinforzo trasversale si arriva alla crisi, con
sfilamento della barra, non appena le fessure raggiungono la superficie esterna del provino (Stage
IVb, splitting failure). Nel caso di considerevole staffatura o notevole ricoprimento, lazione di
confinamento tanto elevata da prevenire il diffondersi delle fratture longitudinali che rimangono
relegate intorno la barra dacciaio (Stage IVc, pull-out failure).
-Fase IVa (barre lisce): questo stadio segue immediatamente la rottura delladerenza per adesione
chimica; il trasferimento delle tensioni tangenziali fortemente condizionato da azioni trasversali; il
ritiro del calcestruzzo e la scabrezza dellarmatura favoriscono lattrito, mentre il deterioramento
della superficie in movimento riduce le compressioni radiali fino al completo sfilamento della barra.
- Fase IVb (barre ad aderenza migliorata): allaumentare dello scorrimento, la tensione daderenza
raggiunge un massimo per poi decrescere pi o meno rapidamente in funzione dellazione di
confinamento: nel caso di minima armatura trasversale, le splitting cracks interessano lintero
copriferro con conseguente, improvvisa, perdita daderenza. Daltra parte, una sufficiente staffatura
pu assicurare una modesta efficienza a dispetto dello scorrimento. Per scorrimenti ancor maggiori
prevale unaderenza dattrito: le mensole di calcestruzzo tra le nervature si disgregano o sono
tranciate e la barra scorre senza lapprezzabile contributo dellazione dei cunei di conglomerato.

2.16

- Fase IVc (barre ad aderenza migliorata): nel caso di armatura trasversale notevole, lazione di
confinamento impedisce lo scorrimento per splitting: la crisi avviene per tranciamento delle
mensole di calcestruzzo. Schematizzando, quindi, la perdita daderenza, che generalmente dipende
dallefficacia del confinamento offerto sia dal copriferro che dalle armature trasversali, si pu
manifestare per:
- Crisi per pull-out senza (o minima) fessurazione longitudinale: confinamento efficace e/o ingente
copri ferro (molto superiore ai valori normalmente utilizzati), tranciamento del calcestruzzo;
- Crisi per pull-out accompagnata da una moderata fenditura longitudinale: confinamento modesto
e/o copriferro limitato, tranciamento del calcestruzzo associato a scorrimento per splitting;
- Crisi per splitting indotta dalla completa perdita del ricoprimento per insufficiente confinamento
e/o copriferro: lo scorrimento avviene con minimo danneggiamento dei risalti interposti tra le
nervature.

2.8.1 Lunghezza dancoraggio


Per garantire il trasferimento della forza dallacciaio al calcestruzzo, ed evitare lo sfilamento della
barra, bisogna garantire che questa sia immersa nel calcestruzzo per una certa lunghezza, detta
lunghezza di ancoraggio.
Tale caratteristica pu essere calcolata per semplice equilibrio alla traslazione della barra immersa
nel calcestruzzo e sollecitata da una forza di trazione F e dalle tensioni tangenziali daderenza,
ipotizzate con andamento costante lungo la barra.

Figura 2.22 Lunghezza dancoraggio


In tal caso si ottiene:
F = sAacciaio = adLanc s = adLanc
4

Lanc = s
4ad
La tensione tangenziale di aderenza dipende dalla classe di calcestruzzo e dalla tipologia della barra
(liscia o ad aderenza migliorata).

2.17

2.8.2 Fattori che influenzano laderenza:

2.18

la barra ha una inclinazione sull'orizzontale maggiore o uguale a 45 verso la direzione del


getto
la barra ha una inclinazione compresa tra 0 e 45 e sono:
o poste in elementi la cui profondit nella direzione del getto non maggiore di 250
mm.
o inglobate in elementi con una profondit maggiore di 250 mm e che, a getto
completato, sono nella met inferiore dell'elemento o ad almeno 300 mm dalla
superficie superiore dell'elemento.

La figura a e b rappresentano condizioni di buona aderenza. Nelle figure c e d le aree tratteggiate


rappresentano zone con condizioni di aderenza mediocre.

2.19

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