Sei sulla pagina 1di 45

Introduzione

Lupo non vuole solo trattare le azioni dei partiti ma le ideologie e le strategie argomentative
utilizzate dagli uomini politici, dai giornalisti e da tutti gli adepti di un partito.
Questo perch il partito di massa ha una visione articolata in due versanti:
1) come strumento per gestire laccesso alla vita pubblica da parte dei profondi strati popolari;
2) Come potere oligarchico travestito con idee di libert, fulcro di un gioco truccato
mascherato di ideali di libert per legittimare il sistema.
Secondo Lupo, questi meccanismi sono partiti dalla fine della II Guerra Mondiale quando nacque la
nuova Italia contrapposta a quella vecchia e fascista.
I sei partiti esistenti si legittimarono reciprocamente nel CNL (Comitato di Liberazione Nazionale)
che simpegn nelle lotte partigiane.
Nel 1946 i tre partiti popolari pi forti erano il PCI, il PSIUP e la DC e la loro forza non era solo nel
numero degli iscritti ma nella loro ideologia e nel fatto che esistevano gi prima della Repubblica
(nel 46 la Repubblica non cera ancora). ( Il PCI aveva quasi due milioni di aderenti)
La prima assemblea del dopo-guerra si ebbe nel settembre del 1945, poi la Costituzione nel 48,
partendo da un principio di rappresentativit presunta, indotta dai partiti e confermata dalle elezioni
per lassemblea costituente, scelse la centralit del Parlamento e non il Presidenzialismo (come in
Francia) o il cancellierato (come in Germania). Soprattutto la Costituzione riconobbe il ruolo dei
partiti nellorientamento della volont popolare e dunque nel governo della nazione.
Si scelse il sistema elettorale proporzionale (veniva eletto chi, in percentuale, riceveva pi voti
allinterno dei partiti).
Dopo il 1947-48, si venne a creare fra i due partiti protagonisti (PCI e DC) un meccanismo di
contrapposizione (ancora oggi esistente) caratterizzato dal monopolio democristiano del potere con
esclusione del PCI, cui veniva negato il suo carattere democratico.
Secondo la teoria del doppio stato, vi era una separazione tra stato vero e reale, e quello
costituzionale, i condizionamenti esterni modificavano lassetto politico reale, in uno scontro di
civilt che trovava terreno fertile in Italia, dove era stato inventato il Fascismo.
La Destra nellet repubblicana aveva difficolt didentificazione, seppur era viva nellopinione
pubblica.
Vi era una differenza e squilibrio tra la rappresentativit sociale e quella modesta politica, che
provocava sentimenti eversivi, rifiuto della Repubblica, ostilit ai partiti, rifiuto dellintero sistema.
Furono adottati per indicare tali situazioni i termini esarchia e partitocrazia, rispettivamente da
Giannini e Marianini, in particolare la critica alla partitocrazia, elemento non soltanto di destra ma

presente in molti politici come Almirante e Lauro, scrittori come Guareschi e Montanelli, e anche
da reduci della Guerra. Vi era un doppio registro tra critica ai partiti e antifascismo.
In tale contesto si situa larea radicale laica, composta da Pannunzio e Rossi, in seguito poi con
Scalfari e Pannella.

Capitolo I La Repubblica dallantifascismo allanticomunismo


Par. 1 Solidariet nazionale atto primo
LItalia dei primi anni del 900 profondamente divisa and verso il fascismo cui toccava portare al
termine il compito di completare il riconoscimento di se quale unit e di nazione unita e forn la
base per un profondo nazionalismo.
Il fascismo non riusc ad adempiere a tale compito, ma nonostante tutto nel 1943 lItalia, con la
caduta del Fascismo lItalia era attraversata ancora da divisioni interne.
La prima divisione politica era fra coloro che appoggiarono la Repubblica di sal e gli antifascisti,
divisione che port a una sorta di guerra civile.
Pavone vedeva in entrambe le fazioni una spinta militante verso il riscatto, che occupava per intero
le coscienze nellambito dei neo-fascisti. I neo-fascisti della Repubblica di sal volevano riscattarsi
dagli errori che avevano condotto ad una guerra a fianco dei tedeschi e sul piano dei contenuti
intendevano coniugare lidea di nazione con quella di razza, a fronte della minaccia portata da
americani, ebrei e dagli stessi camerati tedeschi.
Lo stesso Mussolini si trov ad affermare che la vera rivoluzione fascista non era mai avvenuta a
causa del sabotaggio di chi possedeva il vero potere, cio la monarchia.
Gli anti-fascisti, dal canto loro, videro nell8 settembre lultima delle molte catastrofi in cui il
fascismo aveva trascinato la nazione.
Gli antifascisti dal loro conto, richiamandosi a Garibaldi (unificatore dellItalia) e alluso di un
lessico che era stato vietato dai fascisti (per es.. si inizi a riusare il termine nazionale, pi che
nazione o patria),strategie nazionali che i partiti usarono alleandosi nel CNL (Comitato di
Liberazione Nazionale), collaborando con gli alleati e con la stessa monarchia al Sud, promuovendo
la lotta armata al Nord fino al 25 aprile 1945 fino allepilogo di piazzale Loreto.
La vittoria venne coronata dalla Costituzione del governo guidato da Ferruccio Parri, governo della
Resistenza nel senso che Parri era un comandante partigiano e che il Partito dAzione, di cui era
membro, andava assumendo il ruolo del massimo interprete di quellepoca, tanto che Parri stesso si
disse: <<portavoce dei morti antifascisti>>.
I vecchi liberali come Benedetto Croce, Saverio Nitti e Orlando, scagliandosi sulle contraddizioni di
Parri, pensarono che il governo di Parri riportasse alla situazione politica dellantico
2

parlamentarismo che era precedente al Fascismo, considerando le affermazioni di Parri che dichiar
anti-democratico il regime antecedente al Fascismo, al motto di periscano i partiti, purch si
salvi il paese. Contraddizioni acuite dalla coscienza che su quel versante politico crescevano le
diffidenze nei confronti dei partiti, con lintroduzione da parte del liberale Lucifero del termine
partitocrazia riferendosi a una deformazione della democrazia che rendeva i partiti prepotenti
sugli uomini.
Lesperienza del governo Parri si concluse in pochi mesi proprio per iniziativa del partito Liberale
anche se i sostenitori di Parri parlarono di colpo di Stato mosso dai democristiani e dai due partiti
di sinistra (PCI e PSIUP) che, a loro avviso, non avevano compreso e appoggiato il governo della
Resistenza.
Il rovesciamento del governo Parri determina una questione interpretativa:
1) Esso fu dovuto a uninvoluzione reazionaria?
2) Dovuto al fatto che il partito di azione era ancorato a una mentalit elitaria, destinata a
terminare con la resistenza, con il futuro che invece stava nelle mani dei partiti di massa?
La Presidenza del Consiglio venne assunta nel 1945 da Alcide De Gasperi (DC) e la Democrazia
Cristiana risult il partito pi votato nelle prime elezioni amministrative del 1946 e nel referendum
del 2 giugno 46 (quello che scelse la Repubblica al posto della Monarchia), insieme alla DC i pi
votati furono: PSIUP e PCI.
Quindi, la guida del paese venne assunta dai partiti di massa che erano diversi tra di loro, ma che si
riconoscevano reciprocamente, capacit mancata allItalia Risorgimentale , e su un piano di
principio anche a quella liberale, per non parlare di quella fascista.
Alla base della nuova Italia , da questo momento, il concetto di compromesso, che viene
precisamente datato alla svolta di Salerno dellaprile del 1944 quando Palmiro Togliatti (capo del
PCI) aveva gi attuato una sorta di compromesso con la monarchia, contro il fascismo ed i tedeschi,
collocandosi in una prospettiva di solidariet nazionale.
Ed proprio Togliatti, parlando in Rinascita, che, in seguito al 2 giugno 46, parla di unit tra
i partiti poich tutti i rappresentanti delle masse popolari dovevano organizzare, disciplinare e
dirigere le istituzioni e inoltre, nessun partito, nella situazione allora attuale, sarebbe stato in grado
di reggere da solo le sorti del paese, definendo i comunisti come lAvanguardia di tutte le forze
nazionali.
In generale per, la DC era distante ideologicamente dal PCI e molti, fra cui Guido Gonella (che
sottolineava i rischi totalitari insiti nel partito di massa, a causa degli ideali massificanti) e Aldo
Moro (temeva gli eccessi della politica che rischiavano di portare in auge schemi totalitari)

temevano il rischio di una nuova dittatura, ritenendo il PCI fondato su uno stile militaresco (la
Russia di Stalin ne era lesempio).
Il giovane Moro riteneva che alla DC spettasse il compito di una restaurazione cristiana per
riprendere tutti quei valori che si erano persi e che si trovavano anche nei partiti opposti alla DC.
Durante i lavori della Costituzione, lavorando a stretto contatto con Togliatti, si rese conto che
bisognava creare una casa in cui abitare tutti insieme, sulla stessa base antifascista presente in
ogni partito e vide in Giuseppe Rossetti (uomo della Resistenza ed esponente del cattolicesimo
politico) lunificatore di ideali sia democristiani che di sinistra, esponente di una seconda
generazione di cattolicesimo laico e di sinistra.
De Gasperi, invece, non era completamente di questavviso, non legittimando la controparte
marxista, perch riteneva che cattolicesimo e comunismo ideologicamente non potevano essere
confusi e, comunque, con il comunismo si correva il rischio di cadere nel totalitarismo di matrice
marxista.
De Gasperi fu molto abile per ad usare nei suoi discorsi una terminologia che non fosse
chiaramente anticomunista, cosicch da non confondere la DC con un partito reazionario.
Egli, cos come Moro e altri, non vedeva di buon occhio coloro che volevano tornare allItalia prima
del fascismo, per fu abile a unificare il loro pensiero e le loro necessit con quelle democristiane,
riconoscendo forze diverse dalla DC provenienti dal passato e con cui doveva cercare laccordo
attraverso il governo.
Prese atto dellesistenza di un quarto partito, quello della grande industria il cui leader era
larmatore Armando Costa, presidente della Confindustria, con il quale inizi a intrecciare interessi
politici, imponendo il suo sigillo anche in quel versante.
Par. 2 Dissonanze
Togliatti pensava che dopo la dittatura e la sconfitta in guerra solo con la forza dei partiti e la loro
coesione lItalia avrebbe potuto essere unita. Linterpretazione comunista della linea di unit
nazionale, forn indirizzi legalitari alla mobilitazione, nel partito Comunista, infatti, erano confluiti
anche estremisti che non accettavano il discorso della moderazione, lo dimostr il viaggio di
Giorgio Amendola (giovane dirigente comunista) dal Nord al Sud dellItalia, che not dissonanze
nellidentit stessa del PCI, per loscillazione tra linea unitaria e radicalismo, ad esempio:
-

In Emilia Romagna nelle sedi di partito cerano elementi del CNL che storcevano il naso a
parole come: politica nazionale, collaborazione, solidariet ecc., che dimostravano
resistenze localistiche alle direttive del partito. Tocc a Togliatti e compagni spiegare come
concetti come identit comunista e solidariet potessero conciliarsi.

In Sicilia, al I Congresso regionale del PCI, quando si chiese di esporre davanti alle sedi del
partito il tricolore vicono alla bandiera rossa ci furono numerose proteste;

In alcune zone del Nord si respirava ancora aria di vendetta verso gli ex-fascisti e la recente
storiografia ha parlato di triangolo della morte (proprio in Emilia) riguardo a quella zona
dove cerano manifestazioni violente contro i reduci di Sal.

Nella primavera del 46, Togliatti parl di lentezza delleliminazione dei residui del
partigianesimo.
Unit o divisione, quindi?La liberazione non coincideva necessariamente con una prospettiva
unitaria, ma vi erano state privazioni di ricchezze simboliche, e molti altri sono gli esempi di
dissonanze in questItalia del dopoguerra.
La Chiesa Cattolica, sfruttava un ancoraggio alla tradizione religiosa, motivato dal bisogno di
autorit e raccoglimento, e avendo reso un grande servizio durante la guerra e avendo sofferto con
il popolo, traeva da ci una rinnovata autorit morale, ponendosi come protagonista che non poteva
essere ricondotta al mondo dei partiti, ma che fu decisiva per il partito cattolico. Essa per doveva
essere distinta da un movimento politico, secondo alcune azioni ambigue compiute dopo la guerra, e
che comunque cercava di proseguire un progetto di riconquista integrale della societ che in parte
contrastava con il progetto degasperiano, progetto per che non doveva necessariamente tenere
conto del sostegno a un partito che rappresentasse lunit dei cattolici. Forniva sostegno per il
partito cattolico anche dal punto di vista materiale con lapporto dellAzione Cattolica. Chiesa e
nuovi partiti legittimati che tentavano di riempire lo spazio lasciato dal vecchio stato, non riuscendo
a comprendere tutti gli individui della societ, e alcuni restarono ai margini dellesperienza
collettiva, tra cui:
-

I reduci di guerra o dei campi di concentramento che erano misti fra ex-fascisti e partigiani
e i primi formarono anche un"Armata italiana della libert che intendeva raccogliere i
partigiani affiliati al maresciallo Badoglio (quello che firm larmistizio con gli alleati) o
comunque anti-comunisti in nome dei valori della patria e delloccidente, riproponendo il
dialogo tra i neo-fascisti ed esponenti monarchici. Torn a delinearsi il tema unificante per la
destra politica e ideale, quello del nazionalismo, laddove.
-

Una parte dellopinione pubblica pretendeva potere sulle colonie, come se la guerra non
fosse mai stata perduta. Anche la Confindustria era daccordo perch affermava che quelle
terre erano state rese civili e coltivate dagli italiani; su questa posizione era anche il
democratico don Luigi Sturzo, che vedeva unumiliazione subita per la mancanza di
comprensione da Londra e Washington.

Gli italiani di frontiera che stavano vivendo una situazione drammatica perch si
trovavano al centro di una rivoluzione balcanica guidata dallo jugoslavo Tito che port alla
deportazione e alla morte nelle foibe, e alla fuga dallIstria di 300mila italiani e condusse al
contrasto per la citt di Trieste. Di questa situazione gli anti-comunisti ne approfittarono per
spaventare gli italiani dicendo che i comunisti erano tutti come Tito e furono fatti sabotaggi
contro le sedi di partito comuniste, criticando la minimizzazione dalla parte anti-fascista ed
esprimendo la linea nazionale del PCI come di facciata, che rischiava di inghiottire la civilt
italiana in nuove foibe.

Il gruppo dei neofascisti che si era riversato nellMSI (Movimento Sociale Italiano) costitu
anchesso un motivo di dissonanza nellItalia post-bellica. Addirittura un gruppo di neofascisti rub il cadavere di Mussolini (dal luogo segreto di sepoltura) che fu poi ritrovato,
simbolo ci di una mitologia nazionalista che tracciava una linea di divisione con il
moderatismo italiano, sotto la guida di Almirante.

La pi evidente delle dissonanze con la nuova democrazia era quella del Mezzogiorno
dItalia che non aveva conosciuto la Resistenza, ma aveva vissuto la sconfitta, lumiliazione
e la vergogna. Ne sono testimoni due libri famosi: La pelle di Curzio Malaparte che descrive
una Napoli affamata, in cui gli anglo-americani fanno razzia di donne e dominano
moralmente i cittadini, a simboleggiare una libert pagata a un prezzo eccessivamente alto;
Cristo si fermato ad Eboli di Carlo Levi, che parla di unItalia del Sud degli anni 30 e di
quella post-bellica rimasta agricola ed antiquata rispetto al resto dItalia, rimasta fuori dalla
lotta politica e che vedeva il brigantaggio come unica forma possibile di resistenza.

Vari furono i movimenti sudisti e fra questi il MIS (Movimento per lIndipendenza della Sicilia)
nel quale si raccolse una parte delle vecchie lites agrarie e politiche (nonch tutti i gruppi mafiosi).
Qui si giunse addirittura al ripudio dellunit nazionale ed al tentativo di trasformare in guerriglia il
banditismo che, come nel dopoguerra precedente, sconvolgeva lisola. Per esempio il bandito
Giuliano fu arruolato come colonnello nel misterioso esercito volontario per lindipendenza della
Sicilia.
La fase ascendente del MIS dur poco anche perch si form un altro gruppo del socialriformista
Enrico La Loggia (che si orientava verso la DC) che escogit la soluzione dellautonomia
speciale (la Sicilia oggi a statuto speciale), recepita nella costituzione.
Altro gruppo del Sud fu il Fronte dellUomo Qualunque, guidato dal commediografo Giannini, che
contest il monopolio del potere dei partiti confluiti nel CNL, dando voce alle preoccupazioni di
minacce totalitarie, definendo in maniera critica la figura di politico di professione, e con uno stile

colorito dimostrava la diffidenza di una parte dellopinione pubblica nei confonti di una vita
pubblica ridotta a compromessi tra apparati e chiusa nelle prigioni dei partiti di massa.
In conclusione, correnti poderose dellopinione pubblica italiana tendevano a delegittimare
lautonominata esarchia e la sua ipotesi di Repubblica, la quale a sua volta legittim se stessa nella
maniera giusta, attraverso un referendum istituzionale preteso dai conservatori e accettato da De
Gasperi. Il sud che contrappose una netta maggioranza di voti monarchici a quella repubblicana,
rendendo misero il voto per il Pci e Psi, preannunciando la stagione dei movimenti collettivi. Voto
monarchico che nel complesso favor comunque la Dc, inaugurando una stagione nella quale le
maggiori dissonanze del nuovo ethos repubblicano erano destinate a dissolversi o quantomeno a
smussarsi, attraverso la centralit democristiana.
Par. 3 Il fronte del 18 aprile
Nel gennaio del 47 il PSIUP si scisse in:
-

PSI = Partito Socialista Italiano, guidato da Pietro Nenni che manteneva ununit dazione
con i comunisti;

PSLI = Partito Social-Liberale Italiano, guidato da Saragat pi legato alla DC.

Al ritorno da un viaggio in USA, De Gasperi (capo del governo) diede le dimissioni, per poi
formare un nuovo governo con i soli tre partiti maggiori. Nel frattempo scomparve il partito
dAzione.
Un episodio violento in quel periodo colp lopinione pubblica: il 1 Maggio, mentre una folla di
contadini in Sicilia (a Portella della Ginestra) festeggiava la Festa del Lavoro, la banda (il
misterioso esercito citato prima) di Salvatore Giuliano spar sulla folla ed uccise dodici contadini
per protestare contro la vittoria del blocco social-comunista alle elezioni regionali di aprile.
Il gesto di matrice monarchico-separatista fu giustificato:
-

Dallo stesso Giuliano, che ammise di voler colpire la Pubblica Sicurezza (a suo avviso serva
dei comunisti) e non i Carabinieri (che prima proteggevano il re o i lavoratori);

Dal cardinale Ruffini (precedentemente monarchico) che afferm che questo attentato era
una risposta ai massacri che al Nord avevano visto morire tanti ex-fascisti e monarchici;

Dal ministro degli Interni Mario Scelba (siciliano) che non si interess a trovare i mandanti
della strage ma dichiar che il test elettorale siciliano e la risposta violenta dovevano far
ragionare la DC, sintomatico per lunit Nazionale del 47.

Rottura definitiva che and a consolidarsi anche per via della situazione internazionale, con i timori
del colpo di stato comunista in Cecoslovacchia. Cos, nello stesso maggio, De Gasperi ruppe con i
partiti di sinistra, con il plauso della Chiesa, degli americani, degli imprenditori e della destra.

Appoggiandosi a destra ebbe il consenso dei qualunquisti di Lauro, ribellatisi dallottica di Giannini
anti-Dc.
I comunisti, facendosi prendere la mano dal loro schema che prevedeva la diretta corrispondenza tra
classi sociali e partiti, si appellarono allora al fatto che ormai essi rappresentavano la classe operaia
e niente e nessuno avrebbe potuto allontanarli definitivamente dalla vita politica italiana.
Inoltre, i socialisti siciliani nonostante furono vittoriosi alle elezioni di aprile, trassero una certa
diffidenza per i nuovi meccanismi democratici, venendo incoraggiati a giocare sul tavolo
dellopposizione.
Il mezzogiorno che veniva rappresentato secondo unattestazione verso ideologie antipolitiche, e in
questa lotta in chiave anti-democristiana, venivano riproposti elementi del passato come la
ricostituzione di un governo del governo del blocco industriale-agrario risalente ai tempi di Giolitti,
ma con nulla a impedire che lintero mezzogiorno fosse schierato contro il governo De Gasperi.
Sicuramente, De Gasperi lavorava per cambiare la propria immagine di leader e la stessa immagine
della DC, che voleva si trasformasse in partito nazionale conquistando uno spazio libero dalle
influenze ecclesiastiche. La sinistra del partito lo segu in questo percorso anche se a malavoglia.
Poich dopo la rottura del patto di solidariet, toccava alla DC la difesa dei valori sociali e degli
interessi popolari, da questo momento in poi la Dc ed il PCI si accusarono delle peggiori
nefandezze in un crescendo retorico fragoroso, e la battaglia fra le due parti, a tratti vicina a
progetti insurrezionali, assunse il carattere dello scontro di civilt che si respirava nel contesto
internazionale con la guerra fredda.
La Dc si fece aiutare dalla Chiesa, che ebbe un ruolo principale nella battaglia attraverso lazione
cattolica, e che organizz anche "processioni politiche" con manifestazioni e militante nelle piazze,
dall'America, che diede pi aiuti all'Italia da ricostruire con il Piano Marshall e con la promessa di
libert e prosperit, usando lalleanza anticomunista per fare a meno dellalleanza liberalqualunquista, durante le elezioni del 18 aprile il partito conquist il 50% dei voti. De Gasperi che
rest per sulla linea del Fronte Nazionale, poich la guerra fredda non attenuava i contrasti.
Il 14 luglio del 1948 ci fu l'attentato a Palmiro Togliatti, criticato per il suo ammonimento ai circoli
reazionari, per mano di un simpatizzante dell'estrema destra e l'Italia di sinistra rispose con uno
sciopero generale che, in alcuni episodi, assunse caratteri insurrezionali. ma dopo poco lo stesso
Togliatti invit alla sinistra alla calma ed il suo monito fu ascoltato e le cose si assestarono , ma dc e
socialdemocratici abbandonarono la CGIL , accusata di subalternit ai social-comunisti. Lo scontro
si riaccese l'anno seguente, in occasione dell'adesione italiana al Patto Atlantico, tanto che il
governo dovette proibire per tre mesi ogni tipo di corteo o comizio, arrivando anche ad aprire il
fuoco contro i manifestanti.
8

I comunisti vennero considerati quasi dei fuorilegge e vennero mandati via dalla pubblica
amministrazione, nonostante essi reclamassero i loro diritti dietro la costituzione e furono pure
scomunicati dalla chiesa e dagli americani, che minacciavano rappresaglie. Il 25 Aprile assunse un
significato positivo solo dopo la vittoria contro i comunisti del 18 Aprile, come scriveva il Corriere
della Sera.
De Gasperi fece la faccia dura, nominando Scelba come Ministro degli Interni, che rievoc
dialettiche fasciste, mentre paura e sospetto attraversavano lItalia generando tendenze neoconservatrici, e il governo prese decisioni come:
- garantire l'indipendenza dei magistrati attraverso un organismo di autogoverno, creazione
istituzioni di garanzia come la corte costituzionale;
- rifiutare l'istituzione delle regioni a statuto ordinario (si evitava cos la decentralizzazione del
potere) per salvaguardare larticolazione della macchina statale, e impedire che i comunisti si
impadronissero del potere nelle zone rosse;
- furono conservate alcune leggi del periodo fascista, facendo ben poco in tema di tutela della
libert e delluguaglianza.
I temi dello scontro raggiungevano estremizzazioni polemiche, e denotavano lasprezza di tale
scontro che in entrambe le parti erodeva lo spirito di sopravvivenza specifica e non manc chi defin
il potere della DC come un totalitarismo.
Anche i leader della sinistra democristiana, Gronchi e Dossetti, temevano che il 18 aprile andasse a
rafforzare le linee neo-conservatrici in ogni campo e da cui la linea di opposizione che puntava sul
rafforzamento di identit, cio su una nuova organizzazione del partito che lo identificasse,
finalmente, ideologicamente, poich il liberismo dei tecnici, la guida carismatica di De Gasperi,
lintervento diretto dellAzione Cattolica, rischiavano di dissolvere lidentit del partito.
Nacque cos la prima delle correnti democristiane di <<Cronache sociali >> con all'interno
intellettuali e politici come: Moro, Fanfani, La Pira.
Ed alcuni di loro scoprivano intanto il keynesismo (cio l'economia liberale di Keynes) come
modello di un'economia mista, con interventi di aiuto dello Stato, a riequilibrare logiche privatiste.
In questo contesto lItalia entrava in logiche di integrazione europee, di cui De Gasperi fu uno dei
massimi artefici.
Ma era troppo presto per questo che l'Italia, infatti il liberismo prevalse nel discorso pubblico,
inquadrato nel discorso della Guerra Fredda, ma venne contraddetto da una serie di fatti, come
sottolinea Rolf Petri recentemente. LItalia suo malgrado, doveva affrontare ancora una difficile
situazione economica che solo lo "statalismo" poteva risolvere e fu cos che De Gasperi consent
che lIstituto di emissione si muovesse in totale libert in collaborazione con la Banca dItalia,
9

applicando il vecchio sistema Beneduce, che negli anni fascisti aveva consentito allo Stato la
creazione di istituti deputati a costruire le infrastrutture ed a dare crediti all'industria di base, in
modo tale da creare le condizioni di sviluppo.
L'unione IRI- Banca d'Italia si impegn a sostenere lo sviluppo di un paese povero di capitali, in cui
il grande capitalismo privato si divideva in due settori:
-

Le imprese saldamente in mano a gruppi familiari, come gli Agnelli o i Pirelli;

Le imprese caratterizzate da un gran numero di azionisti, come la Edison e la Montecatini.

Fu creato a sostegno delle imprese un istituto per il credito a breve termine: Mediobanca, grazie
allintervento di Mattioli e Cuccia, con capitali forniti dalle tre banche dellIRI commerciale,
Credito italiano e Banco di Roma. Inoltre venne difeso il settore dellindustria pubblica, nonostante
le ostilit dei liberisti e dellindustria privata, con una presenza dello stato nellindustria superiore
rispetto ad altri paesi. LAgip, sintomaticamente, in tale contesto venne affidata a Enrico Mattei.
Il sistema beneduce, evidentemente non era liberista, ma nemmeno keynesiano,ed era difficile
inquadrarlo ideologicamente anche per limbarazzante background fascista. Si basava su un nesso
tra stabilit monetaria e intervento dello stato.
Sempre in questo periodo emersero anche le idee del giovane Ugo La Malfa e le varie proposte per
una riforma agraria presentate dal democristiano sardo Antonio Segni.
La ricostruzione privilegi il Nord, ma anche uno straordinario intervento di Menichella segn
unattuazione della linea di pensiero dello stato che determinava le condizioni di sviluppo. La Malfa
puntava su una politica di unificazione Nazionale ed Europea, con una considerazione
dellinterventismo statale che si rifaceva al new Deal, predicando un allineamento con loccidente, e
in questottica era necessario un intervento al Sud, con la riforma agraria proposta da Segni, e
vennero varate le leggi fondiarie, nonostante le proteste dentro e fuori la DC, sottolineando la
necessit immediata della redistribuzione della propriet.

10

Par. 4- Il grande pedagogo.


Il 18 aprile vide, dunque, il trionfo di un vasto fronte nazionale incentrato sulla Dc ma
comprendente altri gruppi politici, tutti a matrice anticomunista.
Dall'altra parte c'era il blocco social-comunista formato da PSI e PCI. All'interno del PCI
confluivano la Cgil, l'Alleanza contadini, la Lega delle Cooperative, l'Unione Donne Italiane ecc.; e
tutti gli adepti abbracciavano l'ideologia fondata da Antonio Gramsci, evitando di perdersi in
contraddizioni interne.
Si partiva dal concetto che << lo Stato post-risorgimentale era definito "non nazionale" perch da
un lato non si era lasciato influenzare dai partiti, e dall'altro aveva lavorato a disgregarli ed a
corromperli, con il risultato di impedire che essi svolgessero la loro funzione di integrazione sociale
e di selezione della classe dirigente >>, elaborazione che forniva risposte ai ritardi della costruzione
nazionale, e lo stesso, secondo Togliatti, stava accadendo in questa Italia post-bellica. Il partito
comunista era lunico che si potesse permettere una politica culturale, che sapesse indirizzare gli
intellettuali verso pratiche politiche.
Nella battaglia contro il Patto Atlantico, i comunisti andarono al recupero di retoriche razionaliste
tuonando contro il governo servo dello straniero, con un leader come de Gasperi che fungeva da
"cancelliere". Ma nell'analisi storica che Togliatti svolge (per comprendere come si arrivati
all'attuale situazione politica) c' una sorta di rivalutazione di Giolitti: perch questi viene
richiamato come lanti-De Gasperi, come il rappresentante di un'Italia borghese che era stata capace
di guardare al socialismo, di "aprire" verso nuovi soggetti politici e sociali, l dove i democristiani
puntavano sull'esclusione permanente del movimento operaio.
Qui il leader comunista, senza dirlo esplicitamente, si allontanava non solo dal Gramsci
meridionalista ma anche da quello bolscevico, recuperando il social riformismo.
Togliatti ed i suoi cercarono, quindi, di recuperare nella tradizione storico culturale nazionale
personaggi, concetti e le parole che li salvassero da quei giudizi sul comunismo che erano venuti
dalle logiche della guerra fredda e che li vedevano schierati dalla parte sbagliata del blocco,
cercando di costruirne uno alternativo. Essi si battevano contro quella identit nazional-cattolica
risultata vincente nel 48, ma ricordavano l'isolamento culturale ed il disastro politico nel quale il
paese era stato buttato da un regime fascista cos ben visto sul versante cattolico.
Togliatti dovette faticare molto per scrollare dalle spalle del partito il giudizio di "rivoluzionari" e il
giudizio da parte della chiesa che li accusava di immoralit, per i suoi iscritti e, soprattutto, per
tenere a bada davvero le impazienza e dei militanti (soprattutto gli operai del Nord) che volevano
lottare solo con le armi per rivendicare i loro diritti. In questo si nota la doppiezza di Togliatti legato

11

forse alle sue esigenze tattiche di Democrazia progressiva, doppiezza che spiega in parte le
sconfitte della sinistra.
Emblematica la situazione alla Fiat di Torino, dove a partire dal 49 ci fu uno scontro furibondo tra i
dirigenti e gli operai di sinistra, che furono relegati "per punizione" in "reparti-confino" dove
sarebbero risultati innocui o addirittura licenziati.
La Cgil poco non si adoper in loro aiuto e questo indebol i favori nei riguardi del PCI, che perse
molti iscritti, e contribu molto alla perdita del suo ruolo originario, accusata di distaccarsi dai
problemi concreti. La fabbrica, luogo ideale dellelaborazione Gramsciana fu contrastata dalla
controffensiva padronale, implicando la necessit per il partito di accentuare il carattere nazionale,
ponendosi come partito del lavoro dipendente.
Il partito si rivolse allora alla situazione dei contadini del centro-sud cercandoli nuovi favori, e vi
riusc a partire dall'Emilia, Umbria e Toscana dove c'erano state molte lotte contro la creazione da
parte dello Stato del collocamento, che privava le organizzazioni popolari del loro tradizionale
strumento di controllo del mercato del lavoro.
In particolare, il vuoto politico che il dopoguerra aveva lasciato nel Mezzogiorno non scoraggi i
comunisti per la ricerca del consenso, che appariva un eccellente campo di applicazione per
liniziativa del centrosinistra, luogo ideale della questione sociale e oppressione di classe,
combattendo il latifondo per realizzare la soluzione millenaria della questione meridionale.

12

Capitolo II
Partitocrazia
Par. 1 La problematica eredit del Fascismo
LItalia del centrismo non era disposta, tra le sue tensioni conservatrici e riformatrici a fare i conti
con il suo scomodo passato, il fascismo.
Dal 1949 furono pubblicati diversi testi o giornali di esponenti del regime e la Repubblica (fondata
sullantifascismo) non lo imped. In essi c'era la rivendicazione dei meriti del movimento che nel
1922 aveva salvato la patria dal bolscevismo, dal caos; ma in nessuno scritto era veramente spiegato
il fallimento del regime fascista.
Il fascismo venne descritto come una rivoluzione fallita tesa ad adeguare l'Italia al modello
moderno del capitalismo manageriale e tutti i quotidiani di "opinione" di centro-destra degli anni
50, per la continuit della professione e lindirizzo fornito dalla societ ,raccontavano il fascismo
con tono leggero di chi pretendeva che nulla di importante fosse successo e i fascisti venivano
rappresentati come gente un po' fanatica, in fin dei conti innocua, e cera chi come Starace venne
usato come capro espiatorio per sfuggire alle proprie responsabilit morali
Il giornalista Paolo Monelli, reduce del ventennio, tracciando una biografia del duce, punt
sull'immagine dell'uomo che qualcosa aveva sbagliato ma soprattutto alla fine della sua vita, quando
era stato travolto dai molti malanni fisici, e che comunque nella sua mediocrit rappresentava.
<< l'incarnazione dei difetti e delle caratteristiche >> del piccolo borghese e dell'italiano medio.
Sembra un passaggio dalla tragedia alla farsa che per serve a spiegare lo squilibrio tra l'influenza
della destra nella pubblica opinione dell'Italia degli anni 50 e la sua incapacit di organizzarsi in
partito.
Secondo Giuseppe Bottai (vecchio gerarca) ancora prima del 48 il pi intelligente tra i reduci del
Fascismo si rendeva conto della grande difficolt di una riorganizzazione politica della destra ed
indicava nei democristiani i possibili eredi del caduto regime, che pur non centrava nulla con i
manganelli.
Nei fatti reali tale eredit venne cementata dall'anticomunismo che il 18 aprile port verso la Dc
tanta parte dell'opinione di destra e gli esponenti degli apparati statali e imprenditoriali, secondo una
forma di continuit tra vecchio e nuovo regime.
Molti storici hanno sottolineato le diverse analogie fra il comportamento dei politici della Dc e dei
fascisti del 22:
-

I leader democristiani, cos come i fascisti all'epoca, tagliavano una gran quantit di nastri
per l'inaugurazione di case popolari, strade, dighe, di istituti per l'infanzia. Certo essi
rinunciarono alla scenografia militante dei predecessori fascisti, ma non all'immagine
13

dell'operoso cantiere su cui pure la propaganda del ventennio aveva puntato, pur non
celebrando nessun duce e naturalmente tutti gli eccessi del regime;
-

Come il fascismo il nuovo partito-Stato ostentava grande capacit di prendersi cura


dell'agricoltura e degli agricoltori moltiplicando enti di riforma agraria e consorzi di
bonifica. Ne esempio la Col diretti, un'associazione che comprendeva un terzo delle
aziende agricole sul territorio nazionale e della Federconsorzi. organismo che mostrava il
fondamentale intreccio tra pubblico e privato

In questo senso acquist importanza lindustria pubblica, vista come un luogo di incontro tra
il lavoro e le masse.

Linterventismo statale acquist un flusso di continuit e venne maggiormente apprezzato


poich privo di bacilli autoritari.

Insomma, dunque furono i pilastri su cui si costru l'immagine dell'Italia democristiana: sviluppo e
conservazione di un'immagine rassicurante della societ, del costume e delle relazioni umane e
lungo questa duplice direttiva andava ricostruito il legame con il passato, presente e futuro della
nazione, che vedeva la come una pluralit di istanze allinterno del regime, e sulla base
anticomunista si ricostitu il terreno della destra.
emblematica la polemica sull'attentato di via Rasella e la rappresaglia delle Fosse Ardeatine, in
cui si accusarono entrambe le parti di violenza (sia i partigiani che i tedeschi) e considerate allo
stesso deprecabile livello di motivazioni, costruendo una contro narrazione alternativa alla storia dei
vincitori.
Riviste come Candido di Guareschi e Borghese furono i luoghi tipici dell'attacco ai "miti" della
Resistenza e dell'antifascismo. Qui la guerra partigiana assumeva la veste delle foibe, delle volanti
rosse, o del triangolo della morte .
Va anche citato il fortunato romanzo di Guareschi in cui si narra delle vicende di Peppone e don
Camillo, rispettivamente il sindaco comunista e parroco anticomunista, ambientato negli anni 30 in
Romagna. I comunisti funzionavano come un esercito di partigiani, ma anche don Camillo aveva
nascosto un mitra in caso di "scioperi" eccessivi.
Ad impedire che la situazione degenerasse c'era la coscienza che veniva da un Cristo su una croce
che era in chiesa e parlava a don Camillo.
Oltre questo romanzo, Guareschi disegnava anche vignette satiriche contro i comunisti sovietici
come monito agli italiani, dipingendo il partito comunista come la miccia per fare saltare lItalia e
come lo strumento del nemico.
Secondo altri critici ed in particolare, lo storico Marianini, il fascismo fu solo la conseguenza della
disintegrazione del regime e dei il tentativo di rimediare con la dittatura alla totale carenza del
14

potere ed al venir meno dello Stato. Marianini, partendo dal punto di giunzione tra giornalismo e
mondo accademico, rappresentava il partito come uno stato nello stato, espressione usata per
delegittimare i socialisti. Per lui il termine partitocrazia connotava forti potenzialit ideologiche,
teso a stigmatizzare non le colpe delluno o dellaltro partito, quanto gli aspetti degenerativi del
sistema. A sinistra ci era visto come una mancanza di affezione per e istituzioni, qualunquismo,
con Giannini stesso che aveva definito esarchia i partiti del CLN, da allora i termini acquisirono
una connotazione dispregiativa, atta a stabilire un confine ideologico tra cui legittimava il potere dei
partiti e chi lo negava. Poneva la sua critica nel filone dellantiparlamentarismo, giudicando i criteri
per le elezioni delle assemblee meramente quantitativi e criticando gli scarsi progressi democratici
raggiunti dallo statuto albertino. Apprezzava il modello anglosassone ma proponeva una soluzione
maggioritaria. Queste affermazioni possono essere interpretate soprattutto ricordando che Maranini,
all'epoca del Fascismo e la sua militanza nei fasci di combattimento, riusc per intervento di
Mussolini stesso ad avere una cattedra all'universit di Perugia.
Altro massimo critico della partitocrazia fu don Luigi Sturzo che era contro qualsiasi forma di
corporativismo (sia di destra che di sinistra) e non si iscrisse mai nelle file della Dc. Sturzo ostent
diffidenza per linterventismo statale e la proliferazione di enti pubblici, e per la riforma agraria
(anticipo di comunismo). Dalla sua posizione di esterno cominci a polemizzare sulla partitocrazia,
intese a controllare lazione e le volont dei deputati. Il suo era un richiamo parlamentarista, per lui
bisognava che si evidenziasse maggiormente il rapporto tra parlamentare e nazioni.
In definitiva, la destra cerc di riaggregarsi in partito e di cercare adepti parlando poco del regime
precedente, rivendicando piuttosto il tentativo della Repubblica di Sal e di salvare l'onore
dell'ideologia fascista prima del tradimento "monarchico" e forse prima dell'alleanza con Hitler,
evidenziando non poche contraddizioni nelle ideologie neofasciste, soprattutto tra Nord e Sud.
Par. 2- Prove di destra.
Nel 1949, Guareschi scrisse sul Candido: << finch c' destra c' libert >> e Prospett un'unione
fra Movimento Sociale e monarchici, tale unione port ad un discreto numero di voti nelle elezioni
amministrative del 1951. Anche grazie ai segnali di instabilit che si moltiplicarono. Mentre il
Borghese parlava di complesso antifascista, facendo risuonare il termine rinunciatario a
stigmatizzare la vile democrazia.
Si inaspriva il dibattito allinterno della maggioranza, e dal canto suo, De Gasperi inaspriva sempre
di pi l'opposizione al sindacalismo ed ai comunisti, verso cui Gonella proponeva provvedimenti ad
Hoc, pur non volendo arrivare a metterli fuori legge, minacciando una legge restrittiva sulla stampa
15

per la necessit di una democrazia protetta mentre la Dc di sinistra si ribellava questa forma di
conservatorismo ed al legame troppo forte con l'America, con le critiche di Gronchi e Pacciardi, e le
traumatiche dimissioni di Dossetti.
Nel 1952, fu varata la legge Scelba con la quale s'impediva la ricostituzione del partito fascista e
che voleva, in realt, far aggregare alla Dc i moderati del MSI, perch ci nonostante non vi fu
nessun provvedimento, e fu cos che si ebbe una vera e propria trasformazione dei vecchi fascisti in
democristiani, facendo comunque scoppiare contraddizioni interne al Msi, avviando manovre per
unalleanza anticomunista allargata.
Ma la vera lotta non era contro i neofascisti ma contro il comunismo definito "l'anti-Italia" e contro
gli estremismi (sia di destra che di sinistra) che cercavano di indebolire la Dc., promossa anche
dallazione cattolica, e stoppata in parte da De Gasperi per evitare un laburismo cristiano pi
sistematico. Alle spinte contro la Dc da parte degli estremismi, la Dc rispondeva con una serie di
buoni risultati ottenuti, tra cui la riforma agraria, la cassa del mezzogiorno, a riforma fiscale,
accordi in sede Nato e Europee attraverso cui la Dc stava portando lItalia verso la rinascita.
La Dc si oppose alla destra, ma vi cerc anche soccorsi, simbolicamente ricordando labbraccio tra
il generale Graziani e Andreotti ma nonostante ci, non funzion lappello alla convergenza
anticomunista nelle elezioni del 1953, dalle quali il PCI ed il PSI uscirono rafforzati, ma anche la
destra ottenne voti in pi, soprattutto al sud, dove Achille Lauro aveva addirittura costituito un
partito monarchico in alleanza con i missini, riesumando larmamentario qualunquista a Napoli
contro il professionismo politico, e assumendo il ruolo di campioni del Sud contro gli interessi
nordisti. La Dc intanto aveva lavorato a un progetto di riforma elettorale che avvantaggiava i partiti
apparentati, nonostante le proteste alla Legge Truffa della sinistra, che denunciavano la replica
della legge Acerbo.
Le elezioni del 53 sono state le prime, nella storia d'Italia, in cui i cittadini abbiano messo in
minoranza il governo e del partito di maggioranza si trov nella condizione di doversi far aiutare da
monarchici/ missini. Gli insuccessi furono dovuti principalmente al comportamento elettorale nelle
grandi citt, quindi non dovuti alle riforme ma ai rapporti con la destra dopo i fallimenti dei governi
monocolore De Gasperi e Pella.
Nel 54 si form il fragile governo Scelba e De Gasperi pass alla guida della Dc e fu in questa veste
che ammon che era necessario un lealismo costituzionale, in particolare ricordando ai monarchici
che gli italiani del referendum del 46 avevano scelto la Repubblica ed ai missini che non era
ricordando il presunto "onore" di Sal che si combattevano le ideologie comuniste e nel frattempo
la destra subiva fratture interne sia allinterno del Msi che del Partito Monarchico.

16

Alcuni rimproveravano de Gasperi per il suo passato "anti-fascista" e altri come Guareschi lo
accusavano addirittura di richieste all'America, durante la guerra, di bombardamenti su citt
italiane. I monarchici invece che con Lauro appoggiarono il governo, furono ricompensati da
Scelba.
Sul fronte americano c'era stata l'elezione del presidente repubblicano Eisenhower che aveva
sconfitto Truman, accusato di propensioni politiche di sinistra e le debolezze post-centriste
portarono al piano Magnetize. Fu mandata in Italia l'ambasciatrice Clare Boothe Luce, che subito
cerc di favorire l'ammissione del governo della destra monarchica e condann l'inclusione di forze
di sinistra per pungolare lanticomunismo in Italia. Intanto, gli apparati di sicurezza NATO
formavano la << rete clandestina >> anticomunista Stay Behind (in Italia "Gladio del cui si
sosteneva facessero parte ex partigiani bianchi come Taviani e Mattei, ma senza il sostegno di
Montanelli e Sogno, che sostenevano trame eversive: il primo cerc di istituire unorganizzazione
terroristica segreta atta a scatenare la guerra civile in caso di una vittoria comunista denominata dei
centomila bastonatori, il secondo con la collaborazione di Scelba, che gli forn materiale
informativo e diffamatorio per attaccare i comunisti, cercando di costruire un vero e proprio
blocco).
Par. 3- Il modello del nemico.
La vicenda dell'abbandono della politica da parte di Dossetti (Dc), punto di snodo del rapporto tra
Dc e societ civile, importante perch egli era uno che credeva nel partito come veicolo di
rappresentanza di interessi popolari, ma anche come strumento per un'azione politica efficace basata
su un programma e non su mediazioni collaterali tra forze diverse.
In definitiva, egli attaccava il partito accusandolo di essersi trascinato dietro, per avere voti ed
adesioni, troppi elementi sia di destra che di sinistra, diffidando dalle logiche neo-conservatrici di
De Gasperi, ma concordava con lui su un progetto cristiano-sociale.
Diffidava, quindi, di de Gasperi e come vice-segretario della Dc voleva distinguere allinterno della
Dc tra direzione del partito, gruppo parlamentare e governo, sostenendo che il partito non pu
essere il megafono del governo. Si ritir dallattivit politica perch pensava che la sua proposta
fosse minoritaria.
La scelta della riforma della macchina partito dava ragione apparentemente a Dossetti e anche
sull'utilit di una svolta per cui la Dc potesse fare a meno dei favori dell'opinione di destra, potesse
pilotare le istituzioni rappresentative, potesse influenzare il governo e, contemporaneamente,
sottraendo la propria leadership ad un troppo stretto controllo ecclesiale.

17

Tale svolta si concretizz dopo la sconfitta elettorale del 53 che port nel 54 alla segreteria
Amintore Fanfani, uomo del partito macchina e ideologico , applicava la tecnica di Dossetti,
allontanandosi dagli ideali che lo avevano ispirato.
Egli partiva da una concezione neo-corporativa:
-

Ricostruire il partito puntando sulla massima forza ideologica ed elettorale attraverso azioni
convergenti.

Era d'accordo con la destra sul pericolo comunista, seppure allinterno operava in una sorta
di imitazione degli strumenti dellarci-nemico.

Si mostrava fiducioso nella naturale predisposizione all'ordine dei soggetti base della
collettivit.

Era per una Dc pi autonoma dalla Chiesa, ma fino a un certo punto, poich essa garantiva il
riferimento etico della societ locale, luogo di offerta di servizi, e fonte di personale
parlamentare.

Non escludeva correnti di sinistra all'interno del partito (per paura di eventuali scissioni),
coprendo un vario spazio politico e arrivando a raggiungere il milione e mezzo di aderenti,
superando il Pci, mostrandosi nel territorio pi presente in maniera equilibrata-.

Favoriva il sindacato Cisl che riusc ad entrare in vari stati impiegatizi. La Cisl, partita dalla
contrattazione periferica, poteva arrivare in parlamento e a ruoli direttivi nel partito di
maggioranza, ad esempio si form in esperienze sindacaliste Donat-Cattin.

Pluralit di interessi da rappresentare, pubblici e privati.

Nonostante questi sforzi purificatori per, la sinistra democristiana restava un arcipelago vasto non
riducibile al fanfanismo alimentando toni radicali nelle correnti a sinistra; Fanfani ed il suo partito,
comunque, ottennero grandi successi al sud, grazie all'indebolimento della destra e, negli anni 50,
per la prima volta nella storia d'Italia, il reddito pro capite nel sud cominci a crescere pi di quello
del nord-ovest, grazie agli interventi della Cassa del Mezzogiorno, che triplicarono la superficie
irrigua.
Alle spalle di questo successo c'erano per delle situazioni scomode, come l'inserimento della mafia
nelle risorse della Cassa del Mezzogiorno (cassa da cui gli imprenditori del sud potevano attingere
per le loro nuove imprese atte a risanare il sud, configurandosi come strumento di potere per la
gestione faziosa delle terre) e questo caus molte critiche nei confronti della "partitocrazia", cio di
coloro che facevano i politici di professione. I principali critici furono proprio gli esponenti di
destra, fra cui Bottai e Maranini. Il primo portandosi dietro tutte le contraddizioni del fascismo,
ammonendo le somiglianze con il vecchio regime , il secondo attestandosi in posizioni pi
temperate, evidenziando il tratto oligarchico assunto attraverso la competizione con il Pci.
18

Par. 4- Pubblico e privato.


E il capitalismo e gli industriali come reagivano a questo spostamento della Dc a sinistra?
Lo scrittore Indro Montanelli (di destra) accusava i liberali di passivit politica che aveva accusato,
a suo avviso, quel successo economico nel sud a scapito dell'imprenditoria del Nord, riuscendo per
a portare solo Cicogna dalla sua nel progetto dei centomila bastonatori
In effetti per, gli imprenditori avevano delle linee di pensiero conservatrici basate sul modello del
liberalismo ottocentesco e con l'avvento di Fanfani, secondo lo storico Maranini (destra), anche
l'imprenditoria soprattutto milanese si sent come una minoranza esclusa dal potere reale (come
diceva Montanelli) di Roma. Seppur avevano sicurezze attraverso lancoraggio al potere
democristiano, che gli permetteva di essere presenti nelle legislature, ma preoccupati giacch il peso
dei voti allinterno del partito era dato dalla quantit.
Cos come la destra, gli industriali si stavano rendendo conto degli effetti negativi (per loro)
dell'avvicinamento della Dc alla sinistra (cripto comunismo) e fu in questo quadro politico ed ideale
che la Confindustria cerc di passare da una "alleanza necessaria" con la Dc ad una "alleanza
negoziata" (da cui sfruttare benefici).
Il quarto partito era esasperato dallidea di un socialismo cristiano non migliore di quello marxista.
L'imprenditore Costa Prospett l'idea di un partito guidato dalla classe imprenditoriale e vide nel
PLI di Malagodi un possibile alleato, ma prese in considerazione anche alleanze con
Confcommercio e Confagricoltura, nel tentativo di richiamare la classe imprenditoriale al governo
del paese.
Si venne cos a creare la Confintesa, gruppo di pressione politico-elettorale che chiamava a
raccoltala borghesia intorno concetti come: l'iniziativa industriale, diritto di propriet e libert dei
traffici (liberalismo economico).
A tale scopo, la Confintesa selezion candidati da appoggiare nella Dc, ma non rinunci al rapporto
privilegiato con i liberali, rischiando di cadere nel rischio di essere delegittimata dalla destra,
rischiando di passare per soggetto che faceva pressioni attraverso modelli lobbistici, soprattutto
dalla destra ideale.
I social-comunisti guardarono con disprezzo Confintesa e ne l'esempio il libro di Ernesto Rossi
Padroni del vapore e fascismo, nel quale si evidenziano le complicit degli industriali con il regime
e l'attuale ricatto che gli imprenditori facevano governo per ottenere favori minacciando la
disoccupazione con licenziamenti e pretendendo misure protezionistiche .
Sicuramente la distanza tra industriali e Dc stava aumentando. La sinistra (sia della Dc che del PCI)
voleva che lo Stato intervenisse degli affari imprenditoriali e fu favorito il successo dell'Eni (Ente
Nazionale Idrocarburi), guidato da Enrico Mattei. Il potenziamento dellindustria pubblica aumento
19

ancora la distanza tra industriali e Dc. Vanoni giustific le leggi a favore dellEni poich un
monopolio pubblico era superiore a uno privato. Si era comunque creato un mix tra produttivismo e
interventismo sociale. LEni si era posto contro gli imprenditori privati dell'Agip che gestivano il
controllo del gas e del petrolio e Mattei era diventato comodo per lo Stato, ma scomodo per i
capitalisti imprenditori. Egli aveva saputo giocare le sue carte e oltre ad essere un imprenditore di
successo era anche "funzionario dello Stato" come diceva Montanelli ,che stigmatizzando lo
accusava con il denaro accumulato finanziava la Dc e imbavagliava la stampa d'opinione. Il
crescere dellimpresa pubblica provoc critiche feroci da parte dellimprenditoria , in particolare
anche da Sturzo , che definiva Mattei il demonio , insistendo sul rischio di preservare lindustria
pubblica dalle influenze dei partiti, che comunque sin da De Gasperi erano abbastanza defilati nella
gestione, e la regolamentazione, attraverso la costituzione dellIntersind, costitu ulteriore
argomento di contestazione dellimpresa privata. Significativo anche il caso della siderurgica IRIFinsinder guidata da Sinigaglia, che avvi un progetto di ammodernamento produttivo, cedendo
metallo a buon mercato alla metallica, e provocando le reazioni delle industrie siderurgiche private
Enrico Mattei seppe passare da de Gasperi a Fanfani collaborando in sintonia in maniera esemplare,
tanto da essere poi definito << ambiguo alleato delle sinistre italiane >>in modo da comportare un
presunto paradosso con la sua presunta presenza in Gladio , poich si pose come partner affidabile
per le societ angloamericane
Gli americani (che da sempre avevano interessi economici nelle industrie petrolifere) erano
ossessionati da Mattei e lo vedevano come: lindustrialotto di umili origini, da partigiano fattosi
manager, teorizzava la superiorit dellimpresa pubblica, sfidando i potenti che cercavano di
manovrare i governi.
Mattei diceva che gli italiani dovevano raggiungere l'indipendenza economica in modo da togliersi
di dosso il complesso di inferiorit che gli era stato affibbiato ,anche a causa della mancanza di
organizzazione industriale
Par. 5- Terza forza.
In questo paragrafo si tratta di come dell'Italia, fra il '55 ed il '60, si cercasse di formare una Terza
forza politica da opporre ad Dc e PCI.
Tale esigenza fu inizialmente espressa del settimanale Il Mondo di Mario Pannunzio, giornalista di
aria liberal-democratica che condusse una battaglia su due fronti, secondo una linea di sinistra
liberale contro la Dc che definiva oscurantista e contro il totalitarismo comunista e a favore di una
campagna a radical-liberalista che non ammetteva l'esistenza di monopoli e suggestioni keynesiane
e laburiste. Le idee di Pannunzio erano le stesse di un Ugo La Malfa. Di Ernesto Rossi. Di
Salvemini e di Scalfari e tutti si scagliarono prima di tutto contro le restrizioni del mercato imposte
20

dai monopoli e cartelli, e anche contro i comunisti, sottolineando i caratteri totalizzati, non solo
quelli attuali ma anche contro quelli dell'epoca fascista che non erano stati in grado di opporsi
all'avvento di Mussolini, e in queste critiche troviamo quella di Angelo Tasca che criticava la
leadership di Togliatti ; ma essi si scagliarono con uguale forza, contro la partitocrazia criticando la
gestione istituzionale e clientelare della Dc e gli abusi del potere democristiano e non potendo
formare una terza via in un contesto di subalternit per la Dc, costruirono una terza forza derivante
dallunificazione tra repubblicani socialdemocratici e la sinistra liberale. Si fond anche il terreno
per una convergenza tra laici e socialisti contro la Dc, e linfluenza crebbe grazie alla nascita della
rivista nord e sud e lEspresso in seguito.
Fu fondato nel 1955 il Partito Radicale, derivante dallunificazione tra repubblicani
socialdemocratici, e la sinistra liberale, generando un progetto di cultura politica estremamente
vivace, e che condivideva con la destra la critica alla partitocrazia e il disprezzo per la misurazione
del consenso. Il partito Radicale, in quanto un partito moderno (come il loro) doveva essere:
-

Come una forza che elabora i problemi e certa soluzioni (Scalari), organismo propulsivo che
criticava le logiche propagandistiche dei partiti tradizionali, alimentando un qualunquismo
generale e non doveva essere luogo di fenomeni degenerativi, alla luce dei concetti di
burocratizzazione e oligarchia.

Su questo piano si allarg la frattura con la Dc tanto che Scelba defin i radicali << culturame >>
usando, quindi, un'arroganza particolare, ma che esprimeva anche la sua debolezza nei confronti
delle sollecitazioni e le proteste, collocandosi in una posizione di nemico della modernit e della
ragione.
Siamo nell'epoca in cui c'era anche una forte censura moralista verso un film, libri, giornali, nella
quale opera si distinse Giulio Andreotti, in considerazione del suo stretto rapporto con il Vaticano,
quella stessa censura che faceva imprigionare le donne per adulterio o arrestare scrittor, come ad
esempio Aristarco e Renzi, oppure Ernesto Rossi che considerava il vaticano come pericolo per la
democrazia.
Par. 6- Forze di sinistra.
Negli anni 50, la sinistra italiana cerc di darsi un nuovo volto sperando di essere riammessa nel
contesto politico in maniera "degna" (cio senza essere giudicata "russa") poich era stata negata
loro ingiustamente la legittimit politica, dimenticando la resistenza, epurati insieme alle forze
popolari dallItalia ufficiale.
In questa prospettiva, gli uomini di sinistra non legarono con i Terza-forzisti che cercavano di
accusarli di moderatismo negli ideali di antifascismo. Togliatti intervenne in questa polemica
cercando di spiegare le reali posizioni della sinistra ma attaccando contemporaneamente la Dc
21

"destrista", criticando lincontrastato monopolio politico delle forze clericali, pur mantenendosi
lontani dai laicismi, non pensando mai di escludere le masse cattoliche.
Egli prospettava, infatti, un ritorno di unione fra masse cattoliche e masse social-comuniste,
altrimenti le prime avrebbero garantito la vittoria delle forze reazionarie di borghesia e sembr che
l'elezione del nuovo presidente Gronchi realizzasse il suo progetto sperando in un allargamento
della democrazia, con la convergenza dei partiti di massa, e fu lo stesso Gronchi ad aprire la
stagione del cosiddetto disgelo costituzionale, quando fu insediata la Corte Costituzionale.
A sinistra in generale vi erano toni pi radicali, e fu riproposta lequazione banditismo=povert,
secondo lasse che partiva dalle masse escluse e ignorate, fattori nascosti che operavano sul frenare
del progresso, e proprio su questo fronte polemico si pose la questione meridionale, con gli attacchi
alla Dc destrista di collusione con mafia e brigantaggio, perch i tanti assassinii di uomini di sinistra
al sud erano rimasti impuniti (da ricordare l'episodio del bandito Salvatore Giuliano).
Si raffigurava leterno ritorno del trasformismo nella Dc , che vinceva la competizione per il
governo, ma perdeva simbolicamente per via della societ che si prefigurava infingarda e corrotta, e
su ci paradossalmente si bas il cavallo di battaglia per lopposizione di sinistra.
Ma queste forme di lotta non elevavano ancora il PCI a reale partito, bisognava che esso si liberasse
dal legame con il mondo russo ed i crimini di Stalin.
Cerano molte spinte tematiche a risanare lidentit del Pci, anche se la fedelt al leninismo era un
macigno che ostruiva la strada . Nonostante tutto prevalevano atteggiamenti reticenti verso la
politica sovietica, che isol il Pci in Italia dopo linvasione dellUngheria, causando ulteriori
spaccamenti. Nonostante tutto , ci fu una sorpresa per la tenuta del Pci, dovuta a un atteggiamento
sapiente del gruppo dirigente, e per i sostegni economici capillari da parte del partito sovietico.

22

Capitolo III
LItalia tra centro e sinistra
Par.1 Bisogno di svolta
Nel corso della campagna elettorale del 1958 la Dc propose se stessa per la terza volta come grande
argine contro il comunismo e chiese agli elettori di riportarla, come nel 48, in una posizione di
maggioranza assoluta:
-

il PCI, oltre ai temi di sempre, proponeva la polemica contro la NATO ed il MEC ( Mercato
Comune Europeo) che venivano visti come strumenti dei grandi Monopoli; e l'unit della
sinistra contro le tentazioni Terza forziste per i socialisti;

Il PSI proponeva un'alternativa democratica imperniata sullattuazione della costituzione,


contrapponendosi alla degenerazione democratica del socialismo doltre cortina.

Il PRI ed i radicali si presentavano uniti alle elezioni e proponeva un'alleanza laica ed una
rifondazione della sinistra autonoma dal PCI, secondo la linea di La Malfa, criticando la sua
incapacit di dare sbocco allazione politica.

Il PLI si schier contro il regionalismo (cio la proposta di dare pi potere alle regioni
perch questo sarebbe andato sicuramente contro la loro idea di liberalismo economico) il
matteismo e il sottogoverno

Ai partiti monarchici ed il MSI cercarono di fare concorrenza alla Dc mostrandosi pi


clericali e pi difensori della nazione dal comunismo, ma al loro interno non erano uniti e,
quindi, incapaci di fondare una vera forza di destra, presentandosi infatti divisi.

Le urne decretarono il successo della Dc, del PSI e del PCI ed una grande batosta per gli altri partiti,
con il fallimento dei progetti di creare una quarta forza, e si assistette al sorpasso del MSI, e a un
infantile invettiva dei radicali contro gli italiani. Gli italiani in vista della minaccia comunista
dovevano necessariamente affidarsi alla Dc, ma il buon risultato della Dc fu dovuto soprattutto alla
svolta fanfaniana , risultato frustrante per la destra incapace di costruirsi una forza parlamentare,
con i suo elettorato che era anche attratto dalle lusinghe di Fanfani, che affermava che ogni voto
tolto alla Dc era un voto per il Pci, come diceva Andreotti infatti, la Dc aveva dei voti congelati a
destra.
I risultati elettorali inaugurarono la lunghissima stagione dei piccoli spostamenti del consenso
popolare che poco influiva sulle scelte del governo.
Del sistema politico, in realt, si fece strada l'idea dell'apertura a sinistra con la formazione di un
governo di coalizione Dc-PSDI, guidato da Fanfani, che ostentava attenzioni per il Psi, (anche
ministro degli esteri), che conservava comunque la segreteria impegnandosi in una serie di
acrobazie terzo mondiste, condite di spirito autonomista nei confronti degli americani.
23

Nel frattempo, La Pira e Mattei lavoravano ad una sorta di politica estera distensiva aperta alla
Russia e agli arabi e questo non era previsto dagli americani, che descrivevano Mattei come un
grande capitano di ventura impegnato a << controllare tutte le fonti di energia in Italia >>.
Ma gli americani non vedevano di buon occhio neanche Fanfani e Gronchi che erano visti come
ente convinta dalla necessit di un pi forte intervento statale nelleconomia , disposte a stringere
pericolose alleanze con il Psi. Essi fortunatamente erano contrastati dalla mobilitazione degli
industriali del Nord (legati alle forze conservatrici della Dc di De Gasperi che come si ricorda si era
ben alleata all'economia americana) Nel frattempo lopposizione si stava inasprendo allinterno
della Dc.Il dissenso era guidato da Andreotti e Scelba Sturzo che criticavano il centralismo di
Fanfani, accusato di utilizzare strumenti simili a quelli comunisti e di favorire il dilagare della
corruzione, e sorprendentemente il conflitto ebbe la sua pi clamorosa manifestazione in Sicilia,
quando Fanfani cerc di imporre l il suo "luogotenente": Giuseppe La Loggia.
Infatti, in Sicilia un pezzo della Dc rivendicava poteri decisionali in nome della sua autonomia
regionale e La Loggia rappresentava un tentativo da parte di Roma di maggiore controllo dell'isola.
Contro La Loggia si poneva Silvio Milazzo (legato sia a Sturzo che Scelba) che era contro la
partitocrazia e a difesa delle regionalismo; quando questi fu eletto presidente della regione rigett la
disciplina di partito e costitu un governo parte, dove c'era la Dc dissidente ed il MSI con tutta la
destra.
Sturzo gli si volt contro accusandolo di uso inaccettabile di rivendicazioni autonomistiche poich
si rischiava di favorire cos la dominazione comunista, mentre non destava scalpore la
contaminazione del neo-fascismo. Il partito comunista, sotto la guida di Macaluso, gioc sulla
logica della solidariet autonomistica, costituendo lunione siciliana cristiana, e le dinamiche del
fanfanismo furono criticate da diversi versanti, in una forte protesta anti-partitocrazia, che vedeva il
tentativo di Fanfani di occupare tute le istituzioni.
La vicenda Milazzo fu vista come un laboratorio per la politica nazionale , vide un contrasto infatti
tra vecchio e nuovo, dalla trasformazione da partito dei notabili tradizionali, in partito macchina, a
contatto con le nuove opportunit di distribuzione delle risorse. Coglie il salto a livello nazionale
seppure fu riscontrabile una continuit di poteri personali, con linglobamento di numerosi gruppi
clientelari.
Macaluso ha visto lopzione Milazzo come espressione del potere della mafia che procedeva a pari
passo con la politica fanfaniana, ma la sua teoria per certi versi azzeccata, risente di intenti
apologetici, perch in questo dualismo fra fanfanismo e milazzismo, la mafia si pose il centro
aspettando l'evolversi della situazione per sfruttare al meglio le opportunit offerte dai gruppi
regionali.
24

La Dc post-degasperiana sembr, proprio in questa lotta, come un'oligarchia che non ammetteva
altre presenze politiche, per cui Fanfani fu costretto a dimettersi (febbraio 1959) e del governo fu
affidato a Segni con evidenti legami verso la destra sostenuto da liberali e missini, e Segni afferm
la necessit di un partito popolare e non di massa, e la Confindustria tentava di riavvicinarsi
chiedendo lallontanamento di Mattei.
La corrente fanfaniana si sciolse nel marzo del 59 e capo della segreteria Dc divenne Aldo Moro,
appoggiato dallo schieramento dei dorotei.
Ma il governo di Segni, attaccato sia da destra, accusato di aprire ai socialisti, che da sinistra, dur
poco e nell'aprile del 1960 si form un monocolore democristiano sotto la guida di Tambroni, molto
legato a Gronchi,e con cui i paradossi democristiani raggiunsero il culmine, infatti una volta eletto
cerc sostenitori a destra e non verso i socialisti, come Gronchi stesso gli aveva suggerito, trovando
allo stesso tempi il sostegno del Msi, e al contempo le reazioni nella direzione democristiana e dei
vecchi alleati del centrismo. Infatti in un partito che copriva uno spazio politico cos ampio, il
problema erano le alleanze esterne, destra o socialisti, che potevano modificare le identit del
partito. Lapertura a destra veniva vista fine a se stessa, e lo spazio lasciato libero a sinistra rischiava
di essere riempito da laici e comunisti. Cos socialdemocratici e Repubblicani passavano
allopposizione , in una logica di liquidazione della parte migliore della dirigenza democristiana.
Anche Tambroni fu costretto a dimettersi ma gli fu ridato l'incarico proprio da Gronchi,
sorprendentemente risucchiato a destra, sulla base di un voto inquinato dalla componente
neofascista. Infatti la logica dellanticomunismo era vista come esclusiva a creare il monopolio del
potere.
Fu in questa situazione che Moro si rivolse alla Dc riproponendo la centralit democristiana ma in
uno stile diverso, proponendo un meccanismo espansivo e on chiuso, aprendo ai socialisti, di cui
per si dovevano valutare le relazioni con il Pci e in definitiva rivestendo il partito di un nuovo
unificatore sia di destra che di sinistra e che potesse evitare la rigida contrapposizione che si era
avuta fino ad allora. Lunit della Dc era lunico strumento per coinvolgere le masse
La parola d'ordine unificatrice era "anti-fascismo", poich il blocco nazionale comprendente la
destra portava la sinistra a ricompattarsi sullantifascismo e a Genova nel giugno del 60 ci fu una
manifestazione antifascista contro il congresso del MSI,e fu vista come lennesima manifestazione
delle trame eversive del nemico, ma nonostante ci, era iniziata da parte della Dc l'apertura ai
socialisti, che si impose , poich gli eventi apparvero come espressione di unItalia nuova, poich la
Dc non poteva reggere aperture a destra, sul terreno delle idealit collettive.

25

Par. 2- Speranze e storture del centro-sinistra.


L'apertura ai socialisti si gioc fra Moro e Fanfani e fu proprio quest'ultimo ad iniziarla quando fu
eletto nel luglio del 60 come capo di governo. Il primo era pi determinato ad operare con nettezza
di scelte , il secondo attento alla mediazione. Fu denominato governo delle convergenze parallele.
Ma solo nel febbraio del '62 si form un governo tripartito, (presieduto sempre da Fanfani), basato
su un accordo preventivo sul programma con il Psi, per risolvere il problema delle identit di partito
pressando sulle riforme, i quali puntavano a mantenere un profilo identitario forte, per evitare la
fine dei precedenti alleati, e nel corso del 1962 fu varata la nazionalizzazione dell'industria elettrica
e questo perch il governo puntava alla realizzazione di un sistema economico il cui movente non
era solo il profitto, non potendo in quel caso identificarsi con la democrazia, secondo Donat Cattin,
ma il benessere per tutti, come aveva prospettato il sistema americano un po' di anni prima. Questa
svolta fu necessaria per spezzare un monopolio privato che era dostacolo allo sviluppo delle forze
produttive, e come rottura ai vincoli con la destra economica e politica per fare uscire lindustria
pubblica da una condizione subordinata. Fanfani accett la sfida per difendere la democrazia dagli
assalti dei gruppi politici, salutando il ritorno del conflitto sociale e lindustria pubblica assunse il
ruolo di interlocutore del movimento operaio attraverso lIntersind, che apr la strada per la
contrattazione sindacale.
Tra gli oppositori della svolta ci furono i soliti Scelba, Andreotti e Segni, ma Moro si pose come un
mediatore e favor anche l'elezione a Presidente della Repubblica proprio di Antonio Segni.
Opposizione che era dettata dal profilo aggressivo della grande riforma, che destava soprattutto le
preoccupazioni conservatrici di salto nel buio.
In questa svolta , un momento decisivo fu il tentativo di far approvare varie leggi come quella del
ministro Sullo, il quale proponeva di far acquistare allo Stato dei terreni edificabili per combattere
la speculazione edilizia, ma questo sembr troppo "bolscevico" perch sembrava che agli italiani
venisse tolto il diritto alla propriet privata ,provocando le preoccupazioni dei liberali , reagendo
duramente alla proposta di legge che difatti fu bocciata. Ci avveniva allalba delle elezioni , anche
vista la reazione della lobby del blocco edilizio in tutela della propriet privata. In questo contesto si
colloca anche la mossa di Carli , con la fusione di due importanti aziende e la nascita della
Montedison, e lutilizzo degli indennizzi dellENEL e delle societ espropriate , destinato a salvare
quanto restava del cosiddetto salotto buono , ma la misteriosa morte di Mattei contribu
successivamente alla diminuzione dellincidenza dellindustria pubblica.
Si arriv alle elezioni del 1963 che registrarono una chiara spinta a sinistra, mentre la Dc arretrava
del 4% punita dalla protesta dei liberali e la destra estrema non risultava pi determinante per la

26

costituzione dei governi. Ci mostrava la leadership di Moro a dispetto di quella di Fanfani, e in ci


il Pci veniva agevolato dal disimpegno della chiesa nella scena politica.
Fanfani giunse al capolinea ed il nuovo centro-sinistra fu guidato da Moro con il "consenso" anche
di una chiesa costretta ad abbassare un po' la testa. Aumentarono i nervosismi della destra , che era
contro la Dc , ma che interveniva contro Scelba affinch non si schierasse contro Moro.
I problemi giunsero subito quando ci fu un piccolo rallentamento dell'economia, provocando
polemiche interne che delegittimavano le riforme e siccome non si aspettava altro, Moro fu
costretto a dimettersi, anche se il presidente gli concesse dopo poco la fiducia per formare un nuovo
governo, dopo un mese di tensioni indecifrabili per lopinione pubblica.
Questo secondo governo Moro vide l'esclusione di tutti gli elementi pi invisi a destra come
Giolitti, mentre Segni fu sostituito da Saragate forse non se ne comprese subito il reale motivo di
tali cambiamenti, finch nel 1967 non si scopr che proprio nel 64 il Comandante dellArma dei
Carabinieri De Lorenzo ed ex capo del Sifar (servizi segreti) aveva fatto spiare uomini politici,
presidente della Repubblica e addirittura il Papa, in un elaborato piano denominato il piano Solo;
aveva mobilitato i carabinieri per l'arresto di uomini di sinistra e in definitiva forse aveva preparato
un colpo di Stato con l'appoggio di Segni. Il carattere legalitario era dubbio poich non venne
informato nessun esponente del governo.
De Lorenzo si giustific dicendo che aveva solo cercato di prevenire dei disordini di piazza che la
sinistra andava organizzando. Ma pu darsi che il piano (definito "Solo) fosse inteso a provocare
disordini, pi che a contrastarli, come lo stesso Moro afferm nel Memoriale scritto durante la
prigionia delle Brigate Rosse. Doveva essere una pesante interferenza volta a ridimensionare
lesperimento di centro sinistra di cui Segni era particolarmente contrario
Anche se si evitarono catastrofe politica, si pu comprendere come in quel periodo si temesse il
nuovo governo di centro-sinistra e come la destra cercasse di opporre resistenza, e che alla sua
debolezza sul piano politico , corrispondesse laumentare delle trame sotterranee.
Par. 3- Sistema politico in stallo?
Con il governo quadripartito pilotato da Moro dal '63 al '68, il centro-sinistra perse un po' della sua
volont riformatrice, infatti, non arrivarono in porto n il progetto per l'attuazione costituzionale
delle regioni e n la riforma urbanistica. Ci divergeva dalla retorica fanfaniana dellautosufficienza
della Dc, e andava fornendo una legittimazione al sistema dei partiti. Nenni in particolare
sottolineava la discontinuit della collaborazione con la Dc, in riferimento alla visione iperpolitica
secondo cui contava solo la formula, e quindi stare al governo, secondo una convinzione comune ai
comunisti e alla sinistra democristiana.

27

Gli esiti della coalizione non soddisfavano il Psi che si scisse con la formazione del PsiUp
avviandosi alla strada che nel 66 lavrebbe portato alla unificazione con i socialdemocratici
Intanto, Moro, cercava di salvaguardare l'unica del partito prendendo, innanzitutto, le distanze dal
clericalismo, affermando cio che un partito cristiano poteva collaborar e con partiti di altre
ideologie senza rinunciare alla propria; collaborazione non intesa tra principi inconciliabili
:accreditava quindi lapertura ai socialisti come sistema, ma poteva essere intesa anche per i
comunisti, di cui per denunciava lambiguit; questo per opportunit politica e per la natura stessa
della democrazia in quanto potere di molti e per i suoi valori antifascisti. Lapertura a sinistra era
insita nella natura di partito di popolo, mentre quella verso destra tendeva a delegittimarla come
forza progressista. In moro si concretizzava lo spirito di apertura gradualista che mancava in De
Gasperi.
Certo Moro commise errori grossolani, attento a non mettere in discussione gli equilibri nella Dc,
come quello di non punire per paura di ritorsioni i colpevoli del Piano Solo, anzi De Lorenzo fu
favorito nella carriera e questo fatto fu denunciato dal giornalista Scalfari, sconcertato di come fatti
cos gravi potessero essere assorbiti ricordando che le prudenze socialiste avessero salvato il paese
da avventure autoritarie. Lesito del progetto Sullo evidenzi le prudenze di Moro, che non
intendeva allontanarsi da un luogo politico dove non potesse tenere sotto controllo lalta e media
borghesia, da un punto in cui si potessero frenare le tendenze reazionarie o fasciste, che si
alimentavano dal modello gollista francese. Lesperienza del centro-sinistra si sovrapponeva a
quella della gollismo francese, dove la scomparsa del partito cattolico era stata supplita da un partito
patriottico.
Queste sue incertezze ma, in effetti, tutta la sua politica di democristiano tendente a sinistra deve far
comprendere come molti gli si opponessero ,forze non solo politiche ma sociali. In particolare il
contributo di Chiaroni evidenzi tre filoni che in quel determinato contesto sostenevano un
gollismo allitaliana:
1) Quello dell'ex repubblicano Pacciardi (anche lui con l'uso con il Piano Solo)
2) Quello della destra democristiana (Sturzo, Scalfari Pella)
3) Quello dell'estrema destra del MSI di Almirante (disponibile a storicizzare la sua posizione
di fascista a patto della messa fuorilegge dei comunisti)
In Italia il ruolo di presidente si prefigurava come fattore di stabilit, che negli ultimi tempi aveva
acquisito potere a discapito dei partiti. Il gollismo era visto come rimedio allincapacit della
democrazia di delineare la volont dello stato. Ma il gollismo in Italia non poteva prendere piede a
causa della capacit di moro di salvaguardare lunit della Dc e la volont di non voler mettere in
discussione il parlamentarismo, anche perch secondo alcuni intellettuali del tempo il gollismo
28

stava prendendo pieghe autoritarie. Secondo la definizione di Galli inoltre, e per limpossibilit
dellalternanza, il sistema era definito bipolarismo imperfetto, entrambi i contendenti non
avevano interesse alla realizzazione di mutamenti e si limitavano a vivere nellossigeno di un
bipartitismo stabilizzatore, non recependo i concetti di democrazia moderna .Secondo Sartori invece
, i problemi del sistema erano dati dal sistema proporzionale, poco attento allefficienza , che
accentuava il radicalismo dei linguaggi, proponendo dal canto suo un sistema a colleggi
uninominali, per creare un fronte nazionale.
La destra non proponeva alternative , ma solo resistenze non legittimate sul piano elettorale , che
bloccavano lidea di politica come progetto, nel frattempo diminuiva la fiducia del e nel Psi, che
non poteva orientare il governo verso posizioni radicali, e lattitudine mediatrice di Moro che
rischiava di trasformarsi in un legaccio paralizzante.
Par. 4- Nuove dissonanze.
A cavallo tra gli anni 50 e i anni 60 l'Italia si rinnovava (furono fatte diverse riforme scolastiche), si
confrontava con l'emigrazione interna (sud verso nord) e si apriva ai Mass media (televisione),
cercando di frantumare oltre il circuito della povert, una serie di meccanismi di chiusura in ceti
sociali, luoghi e stili di vita.
Nel 1961 si celebr anche il primo centenario dell'unit d'Italia e si ripropose agli italiani la
relazione fra sviluppo e identit nazionale e forse per la prima volta ci si rese davvero contro che la
staticit politica di quegli anni non corrispondeva alla reale volont di crescita sia economica che
culturale del paese, secondo una definizione di Galli.
Lupo cita un contributo dato alla situazione di allora dallo storico liberale siciliano Rosario Romeo,
storico liberale siciliano. Questi articola il suo pensiero in due passaggi, impegnato a restituire un
senso positivo allunificazione in polemica con gli storici comunisti:
1) Mostra come l'unificazione avesse posto le basi per lo sviluppo, compresa la << questione
meridionale >> (condizione dolorosa ma necessaria per porre in relazione agricoltura di
industria);
2) Rivalutati industrialismo italiano in quanto tale ed il contributo da esso dato allo Stato,
rovesciando cos le tesi che circolavano in quegli anni che accusavano l'industrialismo di un
complotto protezionista tra affaristi e istituzioni.
L'Italia, secondo Romeo, era in ritardo rispetto agli altri paesi europei proprio per questo e
bisognava guardare allo sviluppo economico come la chiave della nuova identit nazionale. Una
valutazione comune era che la prosperit avrebbe smussato lantagonismo dei ceti popolari. Per
Scalfari si apriva una possibilit per una politica di sviluppo economico e giustizia sociale che on si

29

legasse a rinunce e pressioni fiscali, anche per timore che la modernit smorzasse lo spirito
rivoluzionario delle masse.
Carlo Levi, riflettendo sull'emigrazione, avanz una tesi sul rapporto tra sviluppo e l'azione opposta
a quella di Romeo, chiedendosi se l'emigrazione rappresentasse la fuga dal mondo contadino alle
fabbriche.
Il PCI tentava con tutte le sue forze di denigrare la corsa degli italiani verso il capitalismo, che
avrebbe necessariamente spento lo spirito rivoluzionario delle masse.
Ma anche la destra era contro il "miracolo economico" di quegli anni e contro la modernit.
Il caso per pi eclatante e fu quello della Dc perch, don Sturzo prima e De Gasperi poi, avevano
basato i loro successi sul consenso di figure sociali tipicamente pre-industriali (contadini, ceti medi
rurali, artigiani, piccoli imprenditori chiusa ) ora destinati a scomparire con l'industrialismo ed il
boom economico e cos la Dc rischiava di perdere la propria identit proprio per aver avuto
successo nella sua azione di governo.
La chiesa lamentava che la modernit coincidesse con la secolarizzazione e la perdita dei valori.
Tutte queste opinioni rimasero solamente tali e si fin solo con il consigliare agli italiani di essere
moderati e di non trascurare il buon costume e i saldi valori a cui la nazione era legata.
Dal punto di vista strettamente politico, siamo in un periodo di stallo in cui gli uomini di sinistra
non sono previsti come rivoluzionari, quelli di destra non sono fortemente anti-comunisti e la Dc
terreno fertile per tutti e Togliatti formul avance alla Dc , puntando sul comune carattere di massa,
ma anche sulla comune radice umanista. Lattenzione togliattiana era rivolta ai rapporti di forza ,
giustificando lapertura anche verso il Psi oltre al nuovo corso governativo, ma di certo non
denotava una propensione verso espliciti revisionismi, perpetuando la tradizione terzointernazionalista.
Da un lato la sinistra evidenziava il bisogno di dibattiti pi liberi, dallaltro Ingrao evidenziava una
visione politica distante dalla sommatoria dei gruppi che popolavano larena politica. Alla morte di
Togliatti, allinterno del Pci la guida pass a Luigi Longo, e si and a delineare una linea
sostanzialmente centrista, dove la direzione del Pci doveva vigilare contro potenziali deviazioni di
destra o di sinistra, nella capacit del gruppo dirigente di tenere insieme le ali del partito.
Par. 5- Radicalismo e modernit.
In questo periodo c'era, quindi, un sistema dei partiti che creava immobilismo e i toni radicali, che
ogni tanto si alzavano, sembravano solo coprire questo forte moderatismo (Galli) mentre Sartori
reputava il radicalismo pericoloso per il sistema.
Vi era unevidente sfasatura tra attese e realizzazioni perch le riforme cavalcate dal centro sinistra
erano dipinte cos brusche da confondersi con il concetto di rivoluzione. Vi fu il tentativo di mediare
30

tra societ civile vecchia e nuova, mentre la distanza tra paese reale e legale rischiava di produrre
semi di radicalismo che si sarebbero sviluppati fuori dai recinti.
C'era sicuramente una spinta verso sinistra, che accorciava le distanze tra governo e Pci, dove
allinterno continuava a consumarsi linsistente dialettica interna tra vertice e base, in una logica in
cui lespansione avrebbe favorito il capitalismo. Ed era questa la paura dei pi radicali uomini di
sinistra, i quali ritenevano che gli operai dovessero acquistare proprio quella coscienza di classe di
cui aveva parlato Marx e dovevano rendersi conto che le lusinghe del capitalismo stavano
oscurando i veri obiettivi da raggiungere, ragion per cui si cominci a parlare di Neo-Capitalismo,
riconoscendo il dinamismo del sistema che non era pi basato solo sullindustria.
Il PCI, secondo i radicali (assorti anche a partito grazie a Marco Pannella) stava ancora a parlare di
antifascismo rimanendo ancorato a vecchie ideologie; ma il presente e il futuro parlavano il
linguaggio di un conflitto di classe che non avrebbe cercato mediazioni nazionalista e ho
antifasciste. Lelaborazione del pensiero radicale era affidata ai quaderni rossi. La questione
meridionale era divenuta secondaria nei confronti del conflitto tra capitale e lavoro. La ripresa della
conflittualit era guidata dai lavoratori non qualificati.
Sempre, secondo Pannella, i PCI non era mai stato rivoluzionario perch da sempre coinvolto in
un'antica storia di compromessi con i cattolici conservatori. Ma Pannella era (ed ) contro la
partitocrazia che porta a situazioni stagnanti e di mediazioni vergognose.
Anche il movimento giovanile, che stava prendendo piede in quel periodo, da ritenersi
fondamentale nella volont di cambiamento, perch si richiedeva un rinnovamento culturale che era
di portata fosse pi che europea, battaglia per la libert dei costumi a lungo negata dal versante
cattolico.
Ne testimonianza anche il faticoso cammino della legge per il divorzio presentata al governo d
l'onorevole Loris Fortuna, contrastata dalla Dc e "lievemente" sostenuta dal PCI e dai laici, sempre
attenti a evitare "guerre di religione".
Con i suoi movimenti collettivi, con la scesa sulla ribalta di una generazione lontanissima dalla
politica che si faceva delle istituzioni, il '68 trov a diventare una nuova politica che nelle
universit, delle fabbriche e nelle piazze fosse adatta ai nuovi bisogni e ai nuovi tempi.

31

Capitolo IV
Crisi di sistema
Par. 1 Nuova politica
Siamo giunti al momento della nascita di una nuova politica rappresentata innanzitutto dal
movimento degli studenti. Esso non va ridotto a protesta << sindacale >> ma va visto come
attacco al principio di autoritarismo contro una generazione ormai ritenuta "vecchia" e che solo i
giovani potevano contrastare, dovendo partire dal sistema dellistruzione, fattosi di massa. Non era
espressamente legato a una vocazione antipartitica, ne posizionato a sinistra a identificare uno
spazio di collocamento tra i partiti.
Il movimento segn una ridefinizione della politica per la quale il "nuovo militante" non il
rivoluzionario di professione (sempre i margini del sistema sociale) ma un individuo inserito nel
"sistema" (studente, insegnante ecc.) che si riunisce in collettivi, assemblee, scioperi e
manifestazioni di piazza, allargando lo spazio politico con questi luoghi nei quali maturavano
domande e risposte, imperniate sul protagonismo collettivo, ed essendo l'informazione in mano al
nemico (tv e stampa), divulgavano le proprie idee attraverso opuscoli, ciclostilati, periodici,
volantini ecc.
I giovani che fino a quel momento erano stati abituati a "comportarsi come si doveva", ora volevano
sentirsi diversi dagli altri e simili tra loro, esibendo bandiere cartelli, marciando, lanciando
pomodori ai passanti e cantando slogan beffardi del tipo pagherete tutto.
Essi si opponevano al sistema ed anche a quel PCI che, a loro avviso, si era spento e si era tramutato
in pedagogo per cui anche esso era diventato "partito di potere" , secondo Pannella, che strizzava
locchio allestrema sinistra. Nessun partito, in verit, rappresentava questi giovani, nemmeno lo
schema troppo timido e pedagogico del Pci, poich quella degli studenti si configurava come una
spinta moderna, non disposta a subire nessuna pedagogia
Il movimento operaio parallelamente, richiedeva aumenti salariali per tutti, denunciava le qualifiche
e i relativi salari diversi, che venivano visti come strumento del "padrone" per frantumare la
solidariet di classe, prestava attenzione alla qualit del lavoro e alla qualit della vita, esso era
figlio della modernit, composto per lo pi da lavoratori non qualificati che spesso rifiutavano
anche la stessa mediazione sindacale.
Anche giovani lavoratori, come gli studenti delle universit che incontravano la mattina davanti alle
fabbriche o la sera delle riunioni dei collettivi studenti-operai, non volevano fare n ascoltare
prediche, ma vivere l'esperienza delle lotte, traducendo in domanda rivendicativa un interno filone
utopico e rivoluzionario.

32

Nell'autunno del 1968 si formarono a Milano sia l'Unione dei Comunisti che Avanguardia Operaia
ed uno dei loro leader Adriano Sofri che con il suo gruppo si recava delle fabbriche del nord, luoghi
nei quali era ritenuto si facesse la vera politica, per incontrarsi con la classe operaia a Torino, luogo
del conflitto.
Nel corso del 69, Sofri ed i suoi fondarono Lotta Continua (mentre altri collettivi fondarono Potere
Operaio) proprio insieme ad operai della Fiat, rovesciando gerarchie , innovando sistemi di
contrattazione, con assenteismo e sabotaggi che facevano da contorno alla manifestazione, e
partivano dalla fabbrica stessa con forme nuove come, per esempio: il corteo interno (un grande
serpentone di operai che battevano vicino ai macchinari, inneggiavano slogan e mostravano bare
che dovevano ospitare i "padroni" delle fabbriche). I vecchi comunisti e di manager industriali
vedevano come barbariche queste forme di lotta e si arriv a dire che questi operai altri non erano
che uomini arretrati del sud, trapiantati al nord ed incapaci di sentirsi partecipi allo sviluppo
economico sociale della nazione, necessit di entrambe le parti di portare il conflitto fuori dal
confine della modernit intesa come raziocinio.
). Lotta Continua disegnando un confine tra la propria linea (giusta) e quelle sbagliate (le altre)
secondo una logica puramente manichea, cercava un proprio spazio e si affidava a leader
carismatici, finendo per abbandonare lidea della centralit della fabbrica e risolvendosi in un
populismo anarchico.
Nelle grandi citt, la violenza politica dilag e ci si scontrava per il controllo del territorio,
l'universit, la piazza e perfino il bar, perch i gruppi seppur ispirate da grandi idee, come la guerra
del Vietnam o la rivoluzione in Cina, non riuscivano a comunicare fra loro n con l'opinione
pubblica e ne con la politica "ufficiale", prendendo le parti di specifiche enclaves sociali.
Par. 2- Recuperi, alternative, complotti.
Il Psiup si inser nel movimento, guardato con favore dal Psi che sperava di scavalcare la leadership
del Pci. I militanti comunisti, che non erano abituati a vedere qualcun altro alla propria sinistra, e
timorosi per le provocazioni reazionarie, evitarono brusche chiusure con i dimostranti, e per il
fascino delle posizioni radicali e per la decadenza della componente giovanile del PCI, era
necessario trovare una relazione positiva.
La destra, evidentemente, fu contro il '68 e critic apertamente la sinistra accusandola di non aver
saputo tenere a bada le proprie forme estremiste, anarchiche e infantilistiche. Mentre a sinistra si
formava una componente iperpolitica incentrata sul manifesto che criticava le tiepidezze del
partito , imponendo una prospettiva rivoluzionaria.
Nel novembre del 1969 ci fu la strage di piazza Fontana a Milano della quale fu accusata, a priori,
l'estrema sinistra che si difese parlando di "strage di Stato" libro di contro-informazione, trovando le
33

tracce di un complotto che portava ai servizi segreti guidati dall'estrema destra e che portavano a
specifiche strategie della tensione intesa a spaventare il paese e colpevolizzare la sinistra e preparare
esiti autoritari. Da l a un anno si ebbe la misteriosa irruzione nel ministero degli Interni di Junio
Valerio Borghese , alla guida di un gruppo di estremisti fascisti , irruzione conclusasi con una
misteriosa ritirata dei congiurati.
La direzione comunista invit a respingere le provocazioni e a mantenersi sul piano della legalit e
dellordine e unit di tutte le forze democratiche ; ma contemporaneamente i giovani rivoluzionari
si convinsero che bisognava aumentare le lotte contro lo Stato, chi lo rappresentava e gli americani
che lo proteggevano, aumentando lotte contro polizia e fascisti, ma la Dc e altre forze si
mobilitarono per contrastarli.
Il gruppo di Lotta Continua promossa una campagna di stampa contro il commissario di polizia
Luigi Calabresi, accusato di condurre male le indagini sulla strage di Milano (si disse che aveva
causato la morte di un indagato anarchico, Pinelli, caduto o spinto da una finestra) e queste accuse
contro il commissario in effetti erano contro la natura repressiva dello Stato, secondo Lotta
Continua, mentre Feltrinelli prov a costruire unorganizzazione segreta per contrastare le forze
liberticide di destra.
Queste forme estreme di "politica", che politica non era, fanno capire che i Militanti della nuova
sinistra non erano in grado di orientarsi nella politica ufficiale , e inoltre costruivano reticoli di
relazione chiusi , finendo per frequentarsi solo tra di loro. Ci anche evidenzia come in quegli anni
ci fosse, comunque, un cambiamento delle ideologie e, soprattutto, nei costumi e rifiuto della
politica stagnante dei governi di allora che non riusciva a dare risposte.
Eppure i governi dal '68 al '70, sotto la guida di Mariano Rumor cercarono il modo per dare
risposta alla domanda di mutamento proveniente dal paese, attuando un ciclo di riforme ancora pi
importante di quello del primo centro-sinistra e che prevedeva:
-

riforma delle pensioni

riforma tributaria

legge sul divorzio

legge sul referendum, attraverso la quale volevano avvalersi i cattolici per abrogare il
divorzio

riforme sulla tutela dei lavoratori, grazie al sostegno di Donat Cattin che var lo statuto dei
lavoratori.

Il movimento operaio proponeva tensioni difficilmente rappresentabili nellambito delle istituzioni


per via delle metodologie radicali, apparentemente escludendo le confederazioni dei sindacati, che
invece seppero cavalcare londa , venendo incontro alle domande di democrazia interna ,
34

sostituendo le commissioni interne con consigli di delegati capaci di gestire il flusso di domande. La
forza fu data dalla spinta sessantottesca che non trovava spazio in forma partitica che si
trasformasse in sindacalizzazione. Si ridussero cos le distanze tra Cgil, Cisl,Uil, sancendo
lincompatibilit a ricoprire cariche politiche. Essi si definirono Corporative e questo non piaceva
gli estremisti di sinistra perch sembrava un richiamo al passato fascista; ma questo termine stava
significare "gruppo", con riferimento che in passato era usato con accezione negativa, ma che
andava a sottolineare il ruolo che i sindacati cominciavano ad assumere, di interlocutori principali
con i partiti per le scelte di politica economica, che secondo Giugni rischiava di fare imboccare una
spirale negativa al paese dove i sindacati legittimavano i governi, a cercare di compensare
limmobilismo dei partiti. Invece adesso ci, fornendo sbocchi ai movimenti , scaricava sulle spalle
dei sindacati spinte che rischiavano di non poter reggere, infatti la dialettica della Cisl and oltre al
limite.
E parlando di gruppi si deve citarlo sviluppo in quegli anni di Comunione e Liberazione (CL),
dovuto al rischio del cattolicesimo di perdere il suo nucleo ideale, e guidato da don Luigi Giussani,
confluirono allinterno moltissimi giovani cattolici stanchi di essere legati all'ideale della Dc,
proponendo un ideale di cattolicesimo in grado di affrontare lestrema sinistra, proponendo ideali di
integralismo e antimodernit.
Questo gruppo rappresentava, comunque, un rifiuto agli accessi della politicizzazione dei gruppi
estremisti di destra e sinistra e un rifiuto velato alla partitocrazia, costituiva una struttura collaterale
al partito di maggioranza, consentendo al cattolicesimo di tornare a fare politica, costruendo un
impero anche economico di opere assistenziali. (Giussani ribadiva il carattere ecclesiale negando
quello politico)
Par. 3- Ancora la destra.
La sinistra, in questi anni, era convinta che le stragi ed i progetti di colpo di Stato da parte della
destra potessero minacciare la democrazia. Ma la destra dimostrava estraneit alla volont del
popolo e i suoi tempi erano scarsamente frequentati nel dibattitto pubblico, politicamente era
sempre messa in minoranza e gli intellettuali di destra infatti,si sentivano fieramente relegati in
unarea estremista e minoritaria, e studiosi come Gentile o Spirito, vedevano la spinta che la societ
subiva verso lantipolitica, dovuta ai difetti del parlamentarismo , alimentando un discorso di destra
nella pubblica opinione.
Il problema della destra era di non avere un vero e proprio partito e uno spazio politico sicch
l'unico spiraglio, per potersi far sentire, dopo i fallimenti dei liberali e dei socialdemocratici, fu il
MSI a cui capo fu posto del 68 Giorgio Almirante, abile uomo politico che voleva, da un lato,
perseguire il progetto antico della grande destra e della conciliazione post-fascista e dall'altro
35

doveva tener conto dei gruppi estremisti che lo accusavano di aver preso accordi con la borghesia e
di aver tradito il fascismo "vero"; cos egli promise che ad ogni azione di piazza del Pci, i giovani
missini avrebbero risposto adeguatamente (gruppi nazisteggianti)
E l'occasione per dimostrarlo furono gli scontri a Reggio Calabria nel 1970-72, quando la citt si
ribell ad una delle riforme Rumor che sceglieva i nuovi capoluoghi. Infatti, in Calabria fu scelta a
Catanzaro e a Cosenza fu progettata la sede universitaria, cos Reggio Calabria si sent messa da
parte ed i giovani iniziarono a protestare (alla maniera del 68) con armi ed esplosivi, in una delle
pi gravi manifestazioni di crisi dellordine pubblico.
Tutto fu poi rimesso sotto controllo ma, secondo studi recenti, fu proprio in questi anni di disordine
che si infiltr la mafia nelle file della politica reggina. Non era una lotta per il riscatto del
Mezzogiorno, ma dettata da ragioni di prestigio e clientela, stesso carattere antipartitico fu presente
in altre rivolte meridionali. Venivano considerati momenti esaltanti di democrazia diretta, che si
allontanavano anche dalla vera destra. Vi fu stupore quando alle manifestazioni dei sindacati a
favore di Reggio, i servizi dordine si videro salutare con il saluto romano.
Vi erano difficolt a far quadrare il cerchio nellItalia politica , cos nel 1972 ci furono le elezioni
politiche che videro:
-

Nuova flessione socialista

Minimo incremento comunista

Dispersione di pi di un milione di voti di sinistra slegati dal PCI e suddivide in da quattro


partiti che non ottennero il quorum per avere rappresentato in parlamento

Tenuta dei democristiani

Rilevante successo del MSI (+ 8,7%).

La Dc form, con Andreotti, un governo di centro-destra insieme anche ai liberali, con lo stesso che
sembrava destinato ad assumere il ruolo di leader alla pari di Moro e Fanfani
Intanto, Almirante, con il quale Andreotti sperava di dialogare, continu le proprie polemiche
insieme a Spirito, Gentile e Pacciardi contro la partitocrazia che, a loro avviso, stava raggiungendo
il peggio di s con contenuti tipici delle polemiche antiparlamentari protofasciste, mentre Pacciardi
parlava ancora di progetti gollisti per porre rimedio alla partitocrazia.
Nel novembre del 72 il governo di centro-destra inizi a crollare e il nuovo segretario della Dc,
Arnaldo Forlani, denunci i gravi pericoli per la democrazia italiana provenienti dall'estrema destra,
mentre si evidenziavano responsabilit neofasciste nello stragismo(Milano, Ciccio Franco ecc.)
Nel 1973, Andreotti si dimise e Rumor torn a guidare un governo quadripartito con uomini di
centro-sinistra tra cui Donat-Cattin, Giolitti , Moro;

36

Intanto il segretario del PCI, Luigi Berlinguer, formul la proposta di un accordo di vasta portata, il
COMPROMESSO STORICO tra Dc e PCI; Il Pci per ragione tattica nutriva propensioni
conservatrici a questi temi, ma Berlinguer trov i giusti accenti progressisti nella battaglia contro i
moralizzatori. Ma questa proposta arriv in un brutto momento perch la Chiesa promosse
referendum per abolire il divorzio e cos fu inevitabile contrasto fra i due partiti, in un momento in
cui il conflitto frontale era inevitabile. Anche la destra appoggi la Dc nella battaglia nel tentativo di
mettere i comunisti in minoranza, e la chiesa e lo stesso Fanfani, in contraddizione con se stesso,
trascinarono la Dc nel contrasto. Galli vide Fanfani impegnato in una campagna divisa tra toni
demagogici e allarmi per la decadenza dei costumi.
I referendum vide la vittoria dei divorzisti e cos la Dc comprese che bisognava evitare confronti di
questo tipo, dove la sinistra post-sessantottesca poteva trionfare (anche se nell81 si fece
coinvolgere nel referendum per l'aborto).
Moro prese in mano il governo e la destra (perdente nel referendum) inizi a tuonare contro il
sistema e Indro Montanelli fond Il Giornale nuovo, nel quale affermava che la destra doveva
uscire dalla subalternit culturale a fronte del gorgo attrattivo del 68, criticando che il solo terreno
di comunicazione tra la Dc e la Pci era lantifascismo, elemento propagandistico che spinse dalla
sua parte De Felice e i soliti Pacciardi e Spirito. Montanelli definiva la Dc il male minore e premeva
a non uscire dalla legalit ,interessato a non fare pagare agli italiani il prezzo di una nuova
polarizzazione, e difatti successivamente si distacc da Sogno che sembrava immischiato in losche
trame golpiste, infatti riuniva ufficiali, pronto a preparare un complotto contro i comunisti , con la
volont di fondare una seconda repubblica presidenziale.
Intanto, scoppiarono nuove bombe a Brescia e Bologna ad opera di estrema destra.
Par. 4- Patto dei produttori.
In questo periodo l'economia nel nostro paese veniva coinvolta anch'essa, come quella degli altri
paesi occidentali, in un'era di difficolt economica, in particolare nella spirale di stagflazione.
LItalia era differente da quella degli anni 50 e 60 . Lintervento al Sud, snaturato dalla pressione
clientelistica, aveva perso ogni funzione economica, in contemporanea alle funzioni assunte dalle
regioni.
Le strutture economiche pi innovative che il sistema dell'economia mista aveva creato nel nostro
paese non riuscirono a sopravvivere allattacco del potere politico, industriale e internazionale.
Morto Mattei il sistema delle risorse energetiche sembrava vicino a crollare e Agnelli, con la Fiat ,
rappresentava il nuovo modello economico da seguire., mentre la Montedison era controllata in
parte da Iri ed Eni. Ma a capo della Montedison arriv Cefis, il quale si propose come l'uomo

37

grande del capitalismo italiano entrando in urto con la Fiat. L'Italia si spacc in due e una parte
sostenne Cefis, sostenuto da Fanfani e l'altra Agnelli sostenuto da Andreotti.
Fu proprio in questo scontro che emerse la figura di Michele Sindona, un abile uomo d'affari che
acquis e fond capitali in tutto il mondo per poi andare all'attacco del capitalismo monopolistico
italiano, in particolare attaccando le due casseforti del capitalismo italiano, cio la Centrale e la
Bastogi, finanziando anche partiti, con la speranza di essere sorretto nel gioco. La sua scalata venne
fermata da Cefis, stavolta appoggiato da Andreotti, la cosiddetta Finanza laica , e anche la banca
dItalia fu accusata di passivit nei confronti delle acrobazie sindoniane, mentre La Malfa affermava
che mezza Italia voleva salvare sindone in virt dei finanziamenti ai partiti, mentre la finanza
laica lo ferm per odio al partito.
Sindona aveva rapporti molto stretti anche con il Vaticano per il quale gestiva gli affari del Banco
Ambrosiano e insieme al suo presidente Roberto Calvi effettu delle spericolate avventure illecite
per cui il denaro di questa banca fu utilizzato per corrompere uomini d'affari e politici.
Dopo varie situazioni sia Sindona che Calvi morirono di morte violenta (il primo fu avvelenato in
carcere e il secondo fu trovato impiccato sotto un ponte di Londra). Sindona perseguitato dalla
giustizia italiana e da Ambrosoli, vedeva in Andreotti un amico sincero. Lopinione pubblica venne
a conoscenza solo pi avanti del ruolo della p2, in legame con linvoluzione della Dc che non
riusciva a garantire la stabilit dellopinione pubblica. Andreotti e Fanfani cercano di interrompere
questo trend, mentre immobilismo e corruzione si mostravano come le due facce della stessa
medaglia.
La vicenda di Sindona fa capire come in questo periodo ci fosse un'Italia corrotta e pronta a farsi
corrompere, mostrando la faccia criminale del capitalismo, e si sent la necessit di cambiare
direzione, tant' che Agnelli fu eletto presidente della Confindustria, in quanto fu considerato abile
imprenditore e capace di dare lavoro nella logica di rappresentare lItalia onesta, e nella stessa
logica di unalleanza tra imprenditori e lavoratori. Lobiettivo del patto tra produttori poteva essere
raggiunto solo con ulteriori aperture a sinistra, quantomeno sindacale. Con Agnelli a capo della
Confindustria, si ebbe una svolta trentennale, per via della Fiat, sempre orientata verso destra e
distante dai sindacati. Si giunse allaccordo di contingenza del 1975 , che la Dc critic poich
soffiava sul vento dellinflazione. Lidea del patto dei produttori era difficilmente applicabile in
Italia, perch in ritardo rispetto alle precedenti esperienze socialdemocratiche europee, e per via del
continuo schieramento degli imprenditori a destra, in contrapposizione al movimento operaio
imperniato sulle logiche sessantottine anticapitalistiche e comuniste. Lidea del compromesso
storico in questo contesto era quindi condizionata, in una situazione dove dopo le elezioni del 75
dove il Pci era sempre pi vicino alla Dc come consenso ed erano necessarie revisioni
38

dellideologia comunista se si voleva realizzare una convergenza, resa difficile oltre che sul piano
pratico, anche su quello dei valori, poich i partiti rappresentavano interessi sociali, implicando la
necessit di un compromesso pi che moderato , sebbene le retoriche del compromesso storico e
quelle del patto dei produttori non coincidevano, anche perch il compromesso storico non andava
stipulato da gruppi sociali, bens da partiti.
Par. 5- Solidariet nazionale atto secondo: passato e presente.
Superato lo scoglio referendum, Berlinguer ritorn a proporre il compromesso storico.
Il segretario comunista spiegava ai suoi che non per forza democristiani rappresentanti delle masse
popolari, dovessero schierarsi con la reazione e, contemporaneamente, invitava la Dc a rinunciare ai
pregiudizi anti-comunisti e che non per forza ci dovessero essere due partiti in opposizione, perch
questo a lungo andare, senza un dialogo costruttivo avrebbe portato alla scissione del paese.
Allopposizione vi era unarea in espansione, mentre il governo era fragile. La Dc poteva respingere
le soluzioni pi avanzate, ma pagando con limmobilismo, come con il Psi. Queste logiche
mettevano la Dc in difficolt, finch non fosse maturato laccordo. La Dc era perfettamente
consapevole della forza del fattore K. In quella situazione, diceva Berlinguer, che un accordo di
fondo sarebbe sempre stato necessario perch anche se uno dei due partiti avesse ottenuto il 51%
avrebbe dovuto richiedere sempre l'accordo dell'altro per governare un paese come l'Italia.
Lalternativa doveva essere democratica, e non di sinistra.
La destra ammon la Dc a non credere al " lupo" comunista, che prima o poi avrebbe mostrato il suo
vero volto.
Romeo lanciava allarmi sul pericolo del mantenimento della democrazia , e erosione del concetto di
dialettica tra maggioranza e opposizione. La leadership del Pci si allontanava dagli avvenimenti
sovietici ma seguendo ritmi lentissimi, e per Rodano era necessario attuare la rivoluzione nella
democrazia. Per Tat lUnione Sovietica era lunico esempio di rottura storia, e toccava ai
comunisti occidentali riportala al necessario rispetto delle garanzie democratiche, criticando le
socialdemocrazie e in particolare il capitalismo, poich erodevano la democrazia e trasformava le
richieste collettive in tendenze degenerative.
Il tono tradizionale del Pci si arricchiva di elementi del 68 , per esigenze tattiche, mostrando
comunque la capacit disciplinante del sommovimento sociale, frenare londa su cui si sosteneva ,
per puntare a una proposta di governo. Ci dimostrava la capacit del Pci di intercettare voti alla sua
sinistra, dove vi era un fermento dovuto a BR e provocazioni reazionarie. La sinistra
extraparlamentare, che era s una risorsa, rischiava comunque di arginare. Vi era la necessit
dellidentit comunista per mantenere un canale di comunicazione con la variegata area di opinione,
antimoderata e anti-Dc.
39

A tal punto utile analizzare i significati intrinsechi dellespressione compromesso storico:


Compromesso ,da un lato, indicava una soluzione rispettosa nei confronti della Dc, unalternativa a
se stesso. Storico, dallaltro, indicava la svolta epocale, era necessario un supporto identitario a cui
lavorarono anche gli storici.
Si cerc, quindi, in seno alla sinistra una nuovo modo di fare "sinistra" e del 72 nacque il Pdup
(Partito di unit proletaria per il comunismo), che non metteva da parte il comunismo storico ma
che rigettava le proposte riformatrici provenienti dal PCI.
Nacque proprio da qui l'importanza che la storia e vede la costruzione della retorica del
compromesso e di ruolo assegnato gli storici:
-

I comunisti erano ossessionati dal bisogno di coerenza tra il presente e il passato e da qui lo
sviluppo di vari lavori di recupero storico effettuati da giornali e studiosi di matrice
comunista;

Gli oppositori, anch'essi bisognosi di legami tra passato e presente, che recriminavano ai
comunisti il fatto di non aver considerato la crescita economica "causata" dalla Dc e di
essere rimasti antiquati nelle condotte politiche.

40

Par. 6- Il dilemma delle tre tradizioni.


Alla sconfitta nel referendum, la Dc reagisce come dopo il '68, cio mostrando di voler socchiudere
la porta ai comunisti. Il governo Moro, sostenuto da La Malfa, con timidezze e ritrosie, comincia a
porsi su questa linea.
Moro chiede innanzitutto che il partito rimanga unito su una linea popolare ed antifascista, chiede
che si guardino meglio: le aspettative del mondo del lavoro e di quello giovanile e le sinistre.
Secondo lui, una leadership responsabile non deve temere il mutamento sociale che il vero
protagonista della storia, ma deve prendere atto che le strutture psicologiche, morali, sociali e
politiche dell'epoca dello sviluppo industriale sostituiscono quelle proprie di una societ agricola; e
che il laicismo diventa dominante e crescente dello stesso mondo cattolico, comprendendo che i
risultati del Referendum si collocavano nellonda del 68
Quindi, per Moro, la svolta e socio-culturale quanto istituzionale, infatti, emergono soggetti nuovi
come: regioni, sindacati, movimenti, muta il loro ruolo del parlamento e la politica riveste un potere
diffuso e disperso (pluralismo), in virt dellimportanza assunta dalla corte costituzionale e dalla
magistratura, ma scaturiva il rischio della paralisi,
Moro si incentrava sul concetto di secolarizzazione, ma anche di bisogno di rinnovamento
ponendosi apparentemente un passo avanti rispetto a Berlinguer, il quale parlava solo di continuit.
I due leader erano accomunati, invece, sull'idea della politica come rappresentanza di forze sociali
pi che come programma e una necessit di legittimazione reciproca. Inoltre Moro era al presente
del rapporto problematico tra partito e societ civile, mentre Berlinguer sosteneva la centralit del
partito.
I democristiani esclusero di poter sperimentare il compromesso storico fino in fondo, ma si resero
conto che le argomentazioni di Berlinguer offrivano loro unancora di salvataggio ed un piano di
dialogo con la cultura generale da sempre in mano alla sinistra.
Dagli storici dell'epoca vennero fuori diversi punti di vista, e citando Scoppola, Moro si richiam
alla figura di De Gasperi, non quello caro alla destra, ma quello capace di "addomesticare le forze
profonde ostili alla democrazia", proponendo strumenti di dialogo adatti al momento storico, e ne
usc rivitalizzata la linea di emancipazione dalla destra, puntando al rinnovamento incentrato sul
confronto con il Pci.
Su questa linea, Moro si posizion pi decisamente dopo la nuova sconfitta nelle elezioni
amministrative del 75, liquidando Fanfani e portando alla guida del partito Benigno Zaccagnini,
persona onesta e uomo della Dc di sinistra, interprete di una rinnovamento che voleva essere
riscoperta della politica come servizio e non solo come esercizio del potere e il primo segnale fu
lelezione diretta del segretario.
41

Sul fronte opposto, i gruppi extraparlamentari di sinistra erano incerti sul ruolo che avrebbe rivestito
il PCI e questo parve a loro come un suicidio la linea filo-cattolica dopo la vittoria del Referendum.
Ma anche i socialisti erano preoccupati per il ruolo di terza-forzisti che avrebbero assunto in una
eventuale compromesso, che avrebbe portati pi ad essere satelliti in un sistema politico bipolare,
evidenziando la necessit di proporre non compromessi , ma chiare alternative.
Molte voci socialiste si alzarono e da una parte ci si rendeva conto che bisognava comunque
rimanere sulla scena politica, posizionandosi dove trovavano spazio, come nel 68, e dall'altra si
comprendeva che il PSI era sempre stato un ibrido, che non era mai stato in grado di competere sul
piano dell'organizzazione partitica con i suoi due concorrenti. Bisognava creare meccanismi
istituzionali per sostenersi sulla scena politica. Restava lalternativa di prefigurarsi come partito di
opinione, puntando sui contenuti e unideologia trasversale.
Per cui, il PSI sarebbe rimasto partito d'opinione della terza forza, sfuggendo all'identit di partito e
alle logiche di schieramento.
Par. 7- Lo storico compromesso alla prova.
Alle elezioni anticipate del giugno 1976, Moro si accaparr i voti anticomunisti, inserendo nelle
proprie liste il sindacalista Donat-Cattin e l'industriale Agnelli. Ma grande fu anche il successo del
PCI e si era ormai convinti che i democristiani non potessero fare a meno dei comunisti, che
cumulava voti sia dalla sinistra estrema che moderata.
Ma il PSI, giunto al fondo, con un colpo di tacco si risollev quando i giovani del partito tolsero la
direzione al segretario De Martino per affidarla a Bettino Craxi, mentre il Pci era sicuro che la Dc
non avrebbe potuto fare a meno del suo sostegno.
Cos il partito riusc ad intromettersi in questo nuovo ibrido di centro-sinistra, simile al Fanfani 6163, con un governo monocolore. Con lesperimento di solidariet nazionale si tent di aprire spazi
per le spinte dalla societ civile, allo stesso tempo il fenomeno fu tradotto con un riposizionamento
della politica, nel tentativo di cancellare un campo unico e bipolare, e la pressione dei movimenti
venne dislocata nelle stanze del potere , moltiplicate in modo da trovare sbocchi alla crisi del
sistema, sottraendo potenziali leve al movimento, in un crescendo incontrollato della spesa
pubblica.
Moro per assicurare per anche la destra, volle che alla guida del governo andasse Andreotti e
questo sembr un vero e proprio paradosso, ma era chiara la sua posizione di mediatore tra forze
opposte, per il raggiungimento dei suoi fini, mentre i comunisti rigettavano paragoni con il centro
sinistra, considerandola unoperazione dal profilo pi elevato, pagando caro il prezzo sia dal punto
di vista del programma, sia della rappresentanza al governo.

42

Andreotti raggiunse buoni risultati sul fronte del risanamento finanziario e della lotta all'inflazione
ed in questo periodo, e gli fu attribuito il ruolo di pompiere, inoltre ci fu un calo di "potere" da
parte dei sindacati Cgil, Cisl e UIl accusati di non fare i reali interessi dei lavoratori, ma di
perseguire riforme inutili, pagando la necessit di sacrifici per leconomia del paese e la necessit di
pause per le richieste salariali.
Proliferarono le nascite di Cobas (Comitati di base), sindacati autonomi che si opponevano ai grandi
sindacati, basandosi sulla rappresentanza di gruppi e piccole lobby, negando lesistenza di un unico
interesse del lavoro.
Per quanto riguarda il potere, Moro affid ai comunisti la rappresentanza di molte istituzioni (per
esempio: la presidenza della camera dei deputati), ma questo sembr pi un contentino per la loro
esclusione dal governo , e venne realizzata la prospettiva di una democrazia imperniata
sullaumento del ruolo delle assemblee.
Ma i comunisti occuparono posti di rilievo nelle regioni e nei comuni, anche se questo signific che
la loro politica era comunque dipendente dal potere centrale di Roma, orizzontalmente si verific
una forte integrazione su base regionale.
"L'ambiguit era nelle cose", sostiene Lupo e del compromesso agli occhi dell'opinione pubblica
sembrava un modo di coprire le magagne dei partiti, tra cui la legge per il finanziamento dei partiti.
La legittimazione nel governo dei comunisti provocava cedevolezza sui contenuti. Le acrobazie
erano giustificate dal superamento della discriminazione.
Par. 8- I dissenzienti.
Il 1976-77 vide la scomparsa dei gruppi maggiori dell'estrema sinistra: Pdup, Avanguardia Operaia,
Lotta Continua.
1) tutto si svilupp dal movimento femminista che port sulla ribalta italiana che mi nuovi:
- la questione dell'aborto
- la ridefinizione della famiglia
Il conflitto tra uomini e donne spaccava i partiti, che grava conflitti tra il neo-femminismo e i PCI o
lUDI (Unione Donne Italiane) e soprattutto metteva in crisi i gruppi di estrema sinistra che poco
accettavano le idee separatiste delle donne (separatismo = Le donne consce della loro differenza
rispetto gli uomini volevano organizzarsi autonomamente).
Si venne addirittura allo scontro fisico in una manifestazione nel dicembre del 1975.
In breve tempo Lotta Continua che spingeva agli scontri, fu costretta a sciogliersi e questi
cambiamenti portarono ad una ridefinizione della sinistra, collegata alla precedente con fili di
continuit, idee e persone, ma caratterizzata da un passaggio generazionale ed ideologico.

43

2)Essa voleva rappresentare i bisogni del nuovo proletariato giovanile, che con episodi anche
violenti voleva imporsi (uso di droghe, espropri proletari ecc.); si formarono dal 77 in poi numerosi
collettivi (come nel 68) legati ad Autonomia Operaia e pi forte si fece l'attacco delle Brigate Rosse.
3) I comunisti al governo non riconobbe ideologicamente questi gruppi e videro il pericolo di una
degenerazione anche perch questi si allontanavano sicuramente da qualsiasi pedagogia partitica.
Ma fra i dissenzienti del PCI non bisognava solo elencare quelli dei gruppi estremisti, perch
all'interno del partito di erano oppositori al compromesso storico, fra questi Leonardo Sciascia che
ruppe con il PCI addirittura tracciando la nuova tendenza di sinistra come "fascismo che si sarebbe
chiamato antifascismo".
Ci vuol dire che nell'Italia del periodo, come sostenne lo studioso Asor Rosa: "I partiti non
sapevano essere pedagoghi perch non c'era pi spazio per la pedagogia, ma solo per la lotta contro
uno stato, che di qualsiasi colore fosse era oppressivo contro le nuove ideologie".
logico che in questo quadro, il compromesso storico risultasse negativo.
4) Altri dissenzienti erano i membri del PSI e i radicali guidati da Pannella e quest'ultimo ebbe a
dire che l'alleanza fra Dc e PCI rappresentava "un fascio destinato a portare il paese allo sfascio.
Pannella si trov spesso in sintonia con una liberale, Enrico Bettiza che elabor il termine
"politichese", con il quale indicava la modalit oscura con cui parlavano gli uomini politici del
compromesso per non farsi intendere dal popolo.
5)Anche la destra era fra i dissenzienti e per comprendere come essa gioc il suo ruolo bisogna
guardare la vicenda della Loggia P2, creata da Licio Gelli, una societ segreta formata da numerosi
imprenditori, come Berlusconi e Rizzoli, uomini politici, giornalisti (come Costanzo), generali
come: Giudice e Lo prete che erano stati coinvolti in un contrabbando di petroli che dal 1980
aveva truffato lo Stato per 2 mila miliardi di Lire.
Lo scopo della P2 era di porre in contrasto alcuni membri dellestablishment (potere) con gli
interessi particolari degli affiliati.
Gli stessi Sindona e Calvi ne facevano parte e cos quel Sogno che in passato aveva organizzato il
colpo di Stato .
Il Ministero degli Interni e l'antiterrorismo guidato da Santillo gi dal 1976 aveva avvisato la
magistratura dell'attivit della P2 e individuato Gelli come abile uomo d'affari legato ad azioni
finanziarie anche illecite.
Questi aveva scritto anche un documento propagandistico anti-marxista, fatto circolare in ambienti
massonici in prossimit di elezioni (Piano di rinascita democratica) e in esso si affermava che:
-

La crisi italiana era da attribuire alle eccessive pretese sindacali

I partiti erano incapaci di comprendere la societ


44

I partiti erano corrotti e cercavano, a loro volta, di corrompere singoli e gruppi per
conseguire sette maggiori di potere

Per cui gli strateghi della P2 portarono al ritorno di valori morali, quali famiglia e nazione,
ammonendo che situazioni analoghe di crisi e identit politica avevano condotto ai totalitarismi.
L'ideale politico era per loro formato da due forze: una liberal-moderata e l'altra social-laburista,
difficile da realizzare subito e, quindi, n l'imminenza ci doveva essere un'unione fra: PLI-Psdi-PRIDc-PSi.
Con la possibile aggiunta di una neo-formazione di destra che accogliesse i voti presi dal MSI.
Certo, per loro, la situazione della Dc era grave e bisognava rifondare il partito e i cambiamenti
erano necessari in tutto lo stato, dove bisognava sostituire l'80% dei dirigenti, puntando su ideologie
di libero mercato con il sostegno dei ceti medi; creando una nuova struttura basata sulla formazione
di clubs territoriali e settoriali, che lentamente, avrebbero modificato e miglioratola struttura di tutta
la nazione.
Si capisce da questi progetti come la P2 voleva lentamente impadronirsi di tutto: giornali, TV,
industria ecc..
Moro si rese conto che tutto ci era stato favorito da un vuoto politico dal 68 in poi, ma Lupo pensa
che Gelli non fosse quel burattinaio cos potente e Craxi, leggendo le liste degli affiliati alla P2 not
il grande numero di andreottiani e ne trasse le conseguenze.

45

Potrebbero piacerti anche