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IL CENTRO E IL CERCHIO.
CON V EGNO DA NTESCO
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N U O V A S E R I E A N N O XXXII GENNAIO-DICEMBRE 2011
SOMM A R IO
Programma del convegno
8Vgad6ccdc^, Attualit di Dante
Nota del curatore
Edizioni di riferimento e abbreviazioni
9
11
13
15
17
35
45
65
79
93
105
123
145
175
191
201
225
239
253
263
289
295
311
327
341
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Edizioni
Riscritture
Studi
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Venerd 30, ore 21.00 - Museo Diocesano, Sala del Refettorio, Via Gasparo da Sal 13 (Brescia)
<^jhZeeZ;jhVg^Universit Cattolica
La musica al tempo di Dante (lezione e concerto, con la partecipazione del Gruppo Gregoriano
KdXVaZ8dchdgi^jb)
Sabato 31, ore 9.30
Presiede 6cYgZV7Vii^hi^c^Universit di Bologna - Direzione Nazionale VY^)
AjXV8VgadGdhh^Universit di Bergamo
Un bilancio sui commenti antichi a Dante
AjXV6ooZiiVUniversit di Bergamo
Il Convivio e i suoi pi antichi lettori
AjX^Vcd<Vg\VcUniversit di Pavia
Dante e Giovanni del Virgilio : le Egloghe
<^VcEVdadBVgX]^Universit di Verona
Armis et equis . Dante e il mondo della cavalleria
<^dg\^dH^bdcZaa^Universit Cattolica
Dante e laudiovisivo (lezione e documenti)
Sabato 31, ore 15.00
Presiede :YdVgYd;jbV\Vaa^Universit di Friburgo
BVgXd8dggVY^c^Universit Cattolica
Marino e Dante
BVhh^bd8VhidaY^(Centro Nazionale Studi Manzoniani, Milano)
Un episodio del dantismo pascoliano, le Canzoni di re Enzio
8VgaVG^XXVgY^Universit di Pavia
Dante, Montale e la fossa fuia
EVdad8dgh^c^Universit di Parma
Il carcere di Farinata e di Gramsci
E^ZgK^cXZcodBZc\VaYdUniversit di Padova
Primo Levi e il viaggio di Ulisse
8Vgad6ccdc^ - E^ZgVcidc^d;gVgZ!Conclusioni
Comitato scientifico :
Carlo Annoni, Andrea Battistini, Cristina Cappelletti, Pierantonio Frare
:Y^o^dc^Y^g^[Zg^bZcid
Z citazioni delle opere dantesche, ove non sia richiesto diversamente dalla natura del contributo, sono desunte dalle edizioni correnti :
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Z il titolo di questo intervento riproduce almeno in parte quello del celebre saggio di Benedetto Croce, pubblicato nel 1921 come introduzione metodologica alla lettura della Commedia , non per trarre in inganno, generando
improprie attese. Ci di cui si vorrebbe fornire qui qualche riscontro, infatti, non
ovviamente la poesia di Dante, ma quella idea di poesia, allora postulata da
Croce come il proprio ed essenziale nellopera di Dante . 1
Che quel libro, bench rimasto per circa trentanni al centro delle discussioni
critiche, almeno in Italia, sia tra i pi infelici di Croce, per stanchezza e resa al
principio funesto del sistema immobile, il giudizio, fra gli altri, di Nicol Mineo,
il quale pure sottolinea che il filosofo, ogniqualvolta legge Dante, sembra velocemente deviare verso altri obiettivi : per esempio, il ruolo della poesia nei confronti
della storia, e cos della libert dazione delluomo nel tempo. 2 Il testo possiede in
effetti un piglio retorico, oratoriamente polemico, e una forza tranciante che discendono dalla sicurezza del suo autore, che impiega Dante come banco di prova
per la coerenza del proprio sistema. Come occasione per dimostrare la bont di
un impianto speculativo e metodologico pazientemente costruito. 3
A quasi mezzo secolo di distanza, e alla luce delle strade poi battute dalla letteratura dantesca, che cosa sopravvivesse dellipotesi di Croce, quale fosse il sostanziale
1 7ZcZYZiid8gdXZ, La poesia di Dante, Bari, Laterza, 1921.
2 C^XdaB^cZd, Prefazione a 8VgbZadIgVbdciVcV, La religione del confine. Benedetto Croce e
Giovanni Gentile lettori di Dante, Napoli, Liguori, 2004, p. 3. Ma al proposito giusto ricordare, per
la lucida tempestivit, anche (e almeno) 8ZhVgZ<VgWda^, Struttura e poesia nella critica dantesca
contemporanea, Societ , a. k^^^, 1952, pp. 20-44.
3 Cos 6aYd KVaadcZ, La critica dantesca nel Novecento, Firenze, Olschki, 1976, p. 17 : Da
questopera del Croce non nacque un accostamento al mondo poetico di Dante, visto nel suo
valore globale, non deriv una spinta ad una diretta e vasta interpretazione della Commedia, non
un invito alla lettura : segno, senza dubbio, che lopera era veramente nuova se Dante passava in
secondo ordine e il suo critico saliva agli onori dei primi piani ; ma segno anche che in Croce stesso
si vedeva un distacco da Dante, una troppo prepotente invadenza metodologica .
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valore del pur benefico influsso che al suo libro andava riconosciuto, in vista di una
pi completa intelligenza del poema, col concorso di gusto e ricerca, sullo sfondo
della temperie in cui esso matur, il problema che gi si erano posti, in coincidenza con laltro centenario, il 1965, da complementari prospettive, Carlo Dionisotti e Gianfranco Contini. E dalle loro considerazioni, dunque, converr ripartire.
Meriti e demeriti del libro di Croce sono stati accennati ripetutamente da Dionisotti, dimostrando come quel testo presupponesse un intreccio di questioni
politiche, storiche ed estetiche fuori del quale non si intendono le tesi l sostenute. 1 Da ministro dellistruzione del governo Giolitti, il 14 settembre 1920, Croce
aveva inaugurato lanno dantesco a Ravenna, proponendo qualche considerazione [] sulla relazione vera e salutare dei nostri spiriti con lo spirito di lui ,
che (in antitesi alla manipolatoria oleografia dellet risorgimentale) 2 riportasse
Dante alla sua reale misura, non di ispirato apostolo della nazionalit italiana o
maestro della vita morale e politica , ma di poeta. 3 E poi, nel suo libro (apparso
con la data 1921, ma a stampa gi nel novembre precedente) aveva argomentato,
con scandalo dei dantisti , che non tutto fosse oro nellopera di Dante, e che era
ormai tempo di sottoporla, come ogni opera umana, a esame critico. E fin qui il
taglio del filosofo poteva parere, e rimane, oltre che storicamente ineccepibile,
onesto e coraggioso.
Ma, aggiunge Dionisotti, speculare su poesia e non poesia di Dante, attizzando
unaspra polemica contro la tradizione accademica italiana e contro studiosi della
statura di Parodi e Barbi, fu allora, da parte di Croce, un duplice errore : critico
e politico. Allora : e cio lanno prima della marcia su Roma, lanno del Notturno
di DAnnunzio e dei Sei personaggi di Pirandello, del Rub di Borgese e della Storia
di Cristo di Papini, quando lItalia, uscita vittoriosa ma dissanguata dalla guerra,
si dibatteva in una crisi senza precedenti. Anzich riconoscere la minaccia che si
addensava sulla scena civile e culturale della nazione, e di conseguenza agire, Cro1 8Vgad 9^dc^hdii^, Varia fortuna di Dante (1966), in >YZb, Geografia e storia della letteratura
italiana, Torino, Einaudi, 1971, pp. 288-303. Sull impossibilit di ricondurre lesercizio critico , e
storiografico, di Dionisotti a modi non solo crociani, ma pre-crociani, risorgimentali : BVgo^V"
cd<j\a^Zab^cZii^, Per una nuova storia della letteratura italiana : Carlo Dionisotti, Rivista storica
italiana , vol. 111, 1999, pp. 932-946 : 943. Ma poi, circa questo fondamentale nesso, cfr. BVg^d
Edoo^, Ricordo di Carlo Dionisotti, Giornale storico della letteratura italiana , a. 177, 2000, pp. 1458, e K^cXZcod;ZgV, Tra la scuola storica e la lezione di Croce : Dionisotti e la letteratura umanistica,
in Carlo Dionisotti. Geografia e storia di uno studioso, a cura di Edoardo Fumagalli, Roma, Storia e
Letteratura, 2001, pp. 25-46.
2 Cfr. :gb^c^V>gVXZ, Itale glorie, Bologna, Il Mulino, 2003, pp. 142-164, e HiZ[Vcd?dhhV, LItalia
letteraria, Bologna, Il Mulino, 2006.
3 7ZcZYZiid8gdXZ, Il sesto centenario dantesco e il carattere della poesia di Dante. Discorso letto
nella Sala Dantesca di Ravenna, Firenze, Sansoni, [1970], pp. 6-7, dove pure a p. 9 era questa osservazione generale, posta come chiave di volta di un atteggiamento che finiva, magari suo malgrado, per espungere lirriducibilit della materia (anche personale) implicata e presupposta da
ogni realizzazione artistica : Nella poesia noi ci risentiamo veramente uomini e fratelli, e, divisi
come pur siamo dalle tendenze politiche e sociali, cozzanti tra loro violentemente, ci riuniamo
in essa come in un tempio e riacquistiamo la coscienza che, volendo in apparenza cose diverse ed
opposte, in sostanza tutti sentiamo le stesse cose, vogliamo tutti lo stesso, noi creature mortali, e
tutti lavoriamo allo stesso fine .
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Misurare con simili categorie, se pure con assai diversi esiti, la poesia di Dante,
ovvero alla luce delle conseguenze e dei risultati di essa dentro una tradizione,
proprio ci che lo stesso Dionisotti non ha mancato di fare sempre. Per cui nel suo
breve ma esemplare saggio Dante e il Rinascimento, del 1965, gli effetti dellopera
dantesca erano sintetizzati cos :
Anzitutto vediamo, in perfetto accordo coi nostri predecessori, dal Foscolo in poi, che
in tanto una lingua e letteratura italiana esistita, in quanto esistito Dante. Su questo
punto la nostra persuasione anche pi chiara e ferma che prima non fosse. Perch
caduta ogni illusione che sia esistita mai una importante letteratura popolare in Italia
prima di Dante, e daltra parte, e insieme, sono cadute le illusioni che nel secolo scorso
e un poco anche nel nostro portarono alla moda dello stilnovismo prima, del primitivismo poi. 1
resistente anchessa, come la comune tradizione latina, allusura dello spazio e del
tempo. 2 Secondo dato :
La Commedia impose allItalia, e conseguentemente allEuropa, una partecipazione attiva
della letteratura e della poesia in ispecie, nelleducazione intellettuale e morale degli uomini, quale non sera mai pi avuta dopo la fine del mondo antico.
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).
renze, il poeta dei bottegai, bench il contrario si sia a lungo sostenuto per gusto
della provocazione e della polemica, allora la trasformazione operata in Italia
dalla poesia di Dante premessa indispensabile dellUmanesimo : delle preoccupazioni linguistiche, storiche e morali di quellet, e della glorificazione delluomo e della poesia che lUmanesimo promosse. Allora la poesia di Dante eccede i
paradigmi della tradizione medioevale dentro cui pure nasce, e lipotesi come
scrive Dionisotti in Dante nel Quattrocento che il rapporto tra le due rivoluzioni [tra il Medioevo di Dante e lUmanesimo di Petrarca e Ariosto] sia stato
anche cronologicamente tanto pi stretto e per tanto pi complicato di quel che
un tempo si credesse . 1
In altra accezione, come si accennava, il problema della lettura dantesca di Croce stato sollevato da Gianfranco Contini. 2 E risulta palesemente che il nome di
Croce svetti solitario e bene in vista nelle prime pagine di entrambi i grandi saggi
danteschi proposti da Contini nel 1965, Uninterpretazione di Dante e Filologia ed
esegesi dantesca, dittico di un sincero esame di coscienza sono le rinomate parole dellautore di uno a cui stata attribuita qualche responsabilit, o magari
custodia, di cose dantesche . 3 Un breve cenno a La poesia di Dante, in vero, compariva gi nellIntroduzione alle Rime scritta da Contini nel 38, dove per erano pi
1 8Vgad9^dc^hdii^, Dante nel Quattrocento (1965), in >YZb, Scritti di storia, cit., p. 183. Si toccato qui di sfuggita (e cio solo nella prospettiva dantesca) uno dei nodi centrali nel lavoro storiografico di Dionisotti, per cui si veda almeno la testimonianza riportata in 8aVjY^VK^aaV, Ricordo
di Carlo Dionisotti, Belfagor , a. a^k, 1999, p. 64.
2 Il rapporto fra i due stato sondato da Pier Vincenzo Mengaldo in fondamentali contributi,
cui si rimanda per linquadramento (specie metodologico) e lapprofondimento della vicenda :
Preliminari al dopo Contini, in >YZb, La tradizione del Novecento. Terza serie, Torino, Einaudi, 1991, pp.
159-173 ; La critica militante di Gianfranco Contini, Strumenti critici , a. mk^^, 2002, pp. 191-206 ; Tra
Contini e Croce, Strumenti critici , a. mm, 2005, pp. 435-445. Si ricordano inoltre i saggi raccolti nel
volume Riuscire postcrociani senza essere anticrociani. Gianfranco Contini e gli studi letterari del secondo
Novecento, a cura di Angelo R. Pupino, Firenze, Edizioni del Galluzzo, 2004 : ;gVcXd8dcidgW^V,
Eusebio, Trabucco e lombra di Croce (pp. 49-68) ; ;Vjhid8jg^, Croce, Serra, Contini (pp. 69-89) ; <^d"
kVcc^9VEdood, Struttura e sistema : storia dei termini in Croce e Contini (pp. 91-112) ; 9VciZ
9ZaaVIZgoV, Contini e Croce (pp. 113-124) ; <^jhZeeZ<VaVhhd, Il sistema di Croce e la lettura di
Contini (pp. 139-156). Ma la materia toccata anche da <j^YdAjXX]^c^, Croce in Contini, in Due
seminari di filologia, a cura di Simone Albonico, Alessandria, Edizioni dellOrso, 1999, pp. 213-257,
e da I^idEZga^c^, Benedetto Croce nellorizzonte storico-critico-letterario di Gianfranco Contini, Humanitas , a. ak^! 2001, pp. 692-715. Prezioso, da ultimo, il vol. di 6cYgZVEda^, Fede sperimentale.
La filologia di Gianfranco Contini, Antella (Fi), Area Bianca, 2010.
3 I testi ebbero allorigine occasioni assai differenti, che determinarono, nelluno e nellaltro caso, il peculiare taglio della scrittura (pi o meno espositiva) e la differente destinazione editoriale
di essi : Filologia ed esegesi dantesca, infatti, venne predisposto per lAdunanza solenne del 18 giugno
1965 dellAccademia Nazionale dei Lincei (onorata dalla presenza del Presidente della Repubblica), e apparve per la prima volta negli Atti della medesima Accademia (a. XXXam^^, vol. k^^,
1965, pp. 18-37) ; mentre la prima redazione di Uninterpretazione di Dante fu resa nota nel 1965 alle
celebrazioni dantesche organizzate dallAcademia Scientiarum Hungaricae, e quindi, in versione
ampliata e con dedica ad Anna Banti, pubblicata in Paragone , a. mk^! 1965, n. 188, pp. 3-42. I due
pezzi vennero quindi affiancati prima in <^Vc[gVcXd 8dci^c^, Varianti e altra linguistica. Una
raccolta di saggi (1938-1968), Torino, Einaudi, 1970, pp. 369-405 (Uninterpretazione) e 407-432 (Filologia
ed esegesi), e poi (nel medesimo ordine) in >YZb, Unidea di Dante. Saggi danteschi, Torino, Einaudi,
1976, pp. 69-111 e 113-142 (di qui le citazioni che seguono).
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importanti riconoscimenti per interpreti di altro genere, fra cui soprattutto (di
nuovo) il Parodi, specialista acerrimo (tra laltro editore esemplare, nel 1922, del
Fiore e del Detto dAmore : condividendone, forse, il giovane Contini il sottile epicureismo rilevato da Pancrazi, quale forma di amore disinteressato per la poesia,
ma nutrito di erudizione storico-critica e filologica), 1 e il Neri, uno dei pi acuti
ordinatori ideali di esse, senzaltro il pi elegante : 2 ed in equilibrio fra questi
due che si avviava il commento, teso a esporre il fondo umano e storico della sapienza stilistica (della mistica verbale) di Dante. 3 Erano quelli, per Croce, gli anni
di due libri di calda filosofia : cio, La poesia : introduzione alla critica e storia della
poesia e della letteratura, pubblicato nel 36, e La storia come pensiero e come azione,
del 1938. 4 Ma erano anche gli anni doro del surrealismo, con la Tragedia dellinfanzia di Savinio (37), il Ricordo della Basca di Delfini (38), Il mar delle blatte e La pietra
lunare di Landolfi (39), nonch le Poesie di Gatto e i Campi elisi di Sinisgalli (39).
E si capisce che al giovane chiosatore delle Rime, in tale frangente, premesse di
marcare la propria originalit, con un lavoro in cui decisivamente si inaugurava
un modo nuovo di leggere Dante, al punto di incontro come ha scritto Dionisotti fra la pi esperta filologia universitaria e la corrente ermetica che era in
quel momento stesso allavanguardia della letteratura militante in Italia . 5
Il 1938 per Contini anche lanno del fondamentale articolo montaliano su
Letteratura , poi col titolo Dagli Ossi alle Occasioni negli Eserciz di lettura
dellanno seguente. 6 Di qui sia lecito estrarre solo tre brevi passi : La vera salute
(nellordine del concreto, e perci della lirica) della poesia montaliana , sempre
fuori da questo mondo, nel sospetto dun altro mondo, autentico e interno ; La
poesia, anche in Montale, non tollera ipotesi, ma solo levidenza dei miracoli ;
come in quegli apparenti appunti per una lirica che Dora Markus, appartenente
con particolare felicit a questo medesimo momento. Se qui poesia, che qui
la compagna veramente salvata, e da qualcosa di estremamente oggettivo e insieme intimo ; Fino lultima osservazione ci riporta alla struttura pi centrale e
1 6a[gZYdHX]^V[[^c^, Un maestro : Ernesto Giacomo Parodi (1957), in >YZb, Mercanti. Poeti. Un
maestro, Milano-Napoli, Ricciardi, 1969, pp. 165-166.
2 Sulleleganza di Ferdinando Neri, Contini gi si era soffermato nel di lui ritratto pubblicato nel
1933, col titolo Scriptor Rerum Francigenarum , Rivista Rosminiana , a. 27, 1933, pp. 289-295 (poi in
>YZb, Eserciz di lettura sopra autori contemporanei con unappendice su testi non contemporanei, Firenze, Parenti, 1939, nuova edizione : Torino, Einaudi, 1974, pp. 188-198). Quanto al contributo dantesco, si alludeva qui presumibilmente al pezzo del 1929, Il Petrarca e le Rime dantesche della Pietra,
poi in ;ZgY^cVcYdCZg^, Saggi, a cura di Remo Ceserani, Milano, Bompiani, 1964, pp. 155-173.
3 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Introduzione a 9VciZ6a^\]^Zg^, Rime, Torino, Einaudi, 1939, poi in
>YZb, Varianti e altra linguistica, cit., pp. 319-334, e >YZb, Unidea di Dante, cit., pp. 3-20 (alle pp. 5 e
19 i due frammenti citati). Al riguardo, cfr. 6aYdKVaadcZ, La critica dantesca nel Novecento, cit.,
p. 82.
4 La formulazione desunta da ;VjhidC^Xda^c^, Benedetto Croce, Torino, jiZi, 1962, p. 386.
5 8Vgad9^dc^hdii^, Varia fortuna di Dante, cit., p. 303.
6 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Eugenio Montale, Letteratura , a. ^^, vol. 4, 1938, pp. 103-117 ; poi, come
Dagli Ossi alle Occasioni, in >YZb, Eserciz di lettura, cit., pp. 76-97, e in >YZb, Una lunga fedelt. Scritti su Eugenio Montale, Torino, Einaudi, 1974, pp. 19-45 (da cui si cita). Riferisce al proposito KVaZci^"
cVBVgX]Zh^, Contini incontra Montale (1933-1940), Aevum , a. ammm^^, 2008, pp. 789-802.
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*&
delicata di questa lirica : aspra ma decisiva vittoria della forma sulla psicologia . 1
Si delineava cos unidea o percezione del fatto poetico (e della fruizione di esso)
che sostiene anche lIntroduzione dantesca : non perch si supponga lanalogia fra
i due autori, ma poich, adeguando gli strumenti della ricerca (dellauscultazione) al caso in esame, losservatore rimane tuttavia fedele alla propria convinzione
(sulla natura euristica dellesperienza poetica, e sulla centralit in essa del fatto
verbale e stilistico come contenuto salvifico, o aspirante alla salvezza, proprio di
un esperimento vitale), espressa in questi termini nella lettera a Eugenio Montale
del 6 maggio 1939 : se la poesia una faccenda di lavoro, la poesia non pi la
Poesia, cio un valore-limite, ma la storia dei nostri rapporti con la Poesia. E []
il critico rif questa storia in termini logici . 2
Proprio il contrario aveva affermato Croce nei saggi composti intorno al 1920,
superando la problematicit dialettica con cui aveva fino ad allora trattato il sentimento poetico : la poesia di Dante, di Ariosto, di Goethe innanzi tutto Poesia,
identit di cui le diverse individuazioni rivelano lunico volto e la vera essenza,
accessibile in eterno alla comprensione umana nel presente. Il poeta, cio, crea
unopera (la poesia) che, liberandosi dalle pastoie empiriche del tempo esterno,
contiene il dono dellessere (la Poesia), la purezza dello spirito che si individua
mediante la risoluzione del sentimento in una forma (pura). 3
Ed in opposizione a questo canone che vengono da Contini fornite le ragioni
e scanditi i tempi logici del travaglio esplorativo, del furore desercizio di cui Dante
ordina e sigilla i documenti nelle Rime. Non il momento per un approfondimento di ci. Ci si limita a brevissime citazioni (di cui sarebbe poi possibile identificare
analoghi riverberi nei brani montaliani) : Non mai pace in lui, ma il tormento
della dialettica ; Il canzoniere non frammentario soltanto per il ricercatore di
fulgurazioni e dintuizioni pure, ma in quanto serie di tentativi (ed era gi per
lappunto lidea di Parodi, per cui le Rime meritavano di essere intese come una
serie dammirabili tentativi ) ; 4 In fondo, una seriet terribile ; La tecnica in
lui una cosa dellordine sacrale, la via del suo esercizio ascetico, indistinguibile
dallansia di perfezione ; Lispirazione oggettiva e assoluta, e perci [] lintera esperienza [] spersonalizzata, si trasferisce in un ordine universale : persa qualsiasi memoria delle occasioni, cristallizza immediatamente . 5 Sostantivi e
aggettivi, in questi lacerti, sono puntellati da una affezione al dato poetico (quale
tecnica, che procede per tentativi o approssimazioni) sotto i segni della tensione
e delleccedenza, della gratuit dun lavoro, come scandaglio della sostanza grammaticale e linguistica che, trascesa la circostanza di partenza (loccasione), accede,
quandanche rapsodicamente, a un ordine di verit superiore.
Nellottobre del 1938 Contini, ventiseienne, viene chiamato a Friburgo, sulla
1 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Dagli Ossi alle Occasioni, cit., pp. 19, 26, 45.
2 Eusebio e Trabucco. Carteggio di Eugenio Montale e Gianfranco Contini, a cura di Dante Isella, Milano, Adelphi, 1997, p. 43.
3 8VgbZadIgVbdciVcV, La religione del confine, cit., pp. 121-127.
4 6a[gZYdHX]^V[[^c^, Un maestro, cit., p. 172.
5 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Introduzione alle Rime di Dante, cit., pp. 4-10.
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cattedra di filologia romanza che era stata di Migliorini. 1 E in quello stesso mese
compare la prima edizione della Nuova filologia di Michele Barbi, dove era unindicazione di metodo chiarissima, ed elementare, ma evidentemente in simile
frangente non ovvia : la preparazione filologica essenziale per ogni genere
di critica letteraria , a cui prema, con ogni mezzo, di dar piena ragione del
testo . La critica argomentava Barbi non procede per modelli o sistemi, in
base a norme fisse applicabili ad ogni caso , ma (stante il dinamismo intrinseco
e lirriducibile, umana variet del fatto poetico) solo mediante esercitazioni su
casi concreti ; e presuppone, oltre che lo studio approfondito della tradizione,
una larga conoscenza dei tempi, della cultura, delluso linguistico degli autori
e delle loro et. Scorrendo il panorama delle opere di Dante, dal Convivio alla
Commedia, dalle Rime al De vulgari, si ribadiva la tesi che ogni edizione ben fatta un primo commento , qualora del testo si renda perfetto conto, sotto ogni
aspetto, come duna cosa viva. 2 Non si sottolineer mai sufficientemente limportanza di questo libro, e della sua lunga Introduzione, nel quadro della storia della
filologia e della critica novecentesche. Occorre per richiamarne, qui, anche il
passo in cui bersaglio implicito della diatriba era proprio una delle prime pagine
del saggio dantesco di Croce. Di ogni poeta aveva scritto Croce [] dato
compiere, oltre linterpretazione poetica , che di storia della poesia, unaltra
interpretazione, filosofica e pratica , che possiamo chiamare allotria , di altra
e varia storia. 3 Ma a ci obiettava appunto Barbi : Troppo oggi si parla di critica
allotria ; e invece, non tra critica allotria e critica estetica sarebbe da far distinzione, ma fra critica vana e critica buona, fra improvvisazioni dignoranti e ricerche
meditate e nuove quale che sia il loro genere . Certo toccava poi al Barbi di
ammettere ogni novit ha presa sulle generazioni nuove, e laureola di filosofo e di critico secondo i pi recenti principii di filosofia dellarte soddisfa pi di
quella di filologo . 4
E per, al cospetto di un medesimo problema, nei termini di Barbi lo studio
della genesi spirituale dellopera darte , la filologia, a differenza dellestetica, risponde a unesigenza, a un bisogno profondamente sentiti di rituffarsi nei fatti,
quale luogo e forma della verit. un modo diverso di comprendere la poesia :
per sentirla nella sua autentica natura e ricchezza, non con criteri astratti o per
limpressione che producono creazioni daltri tempi sulla psicologia di noi uomini
moderni , ma per forza di studio ordinato ed esauriente . La filologia, concludeva Barbi, non esclude la soggettivit del lavoro critico, ma storicizzando limita
larbitrio, ed esalta il volto episodico del fenomeno. Sono considerazioni da leg1 Cfr. GZ\jaV;Z^i`cZX]i!<^dkVcc^Edooi, Italiano e Italiani a Friburgo. Un episodio di storia
letteraria allestero, Fribourg Suisse, ditions Universitaires, 1991. Ma si veda anche la lettera inviata
in occasione della nomina al Rettore dellUniversit di Pavia, in BVg^V6cidc^ZiiV<g^\cVc^,
Gianfranco Contini e Pietro Ciapessoni. Un alunno deccezione, un rettore lungimirante, Filologia e critica , a. mk, 1990, pp. 179-184 : 184.
2 B^X]ZaZ7VgW^, Introduzione a >YZb, La nuova filologia e ledizione dei nostri scrittori da Dante a
Manzoni (1938), Firenze, Sansoni, 1973, pp. k^^"m^k.
3 7ZcZYZiid8gdXZ, La poesia di Dante, cit., p. 10.
4 B^X]ZaZ7VgW^, Introduzione, cit., pp. mm^k"mmk^ (di qui anche le cit. seguenti).
aVedZh^VY^YVciZ#YVXgdXZVXdci^c^
*(
gere a specchio di quanto viceversa Croce aveva asserito, in aspra polemica coi
metodi della filologia, nel saggio su Shakespeare del 1918-1919 :
La poesia [] deve essere bens interpretata storicamente, ma con quella storia che le
intrinseca e propria, e non gi con una storia ad essa estranea e con la quale non ha
altro rapporto che quello che luomo ha con ci che trascura, allontana, e getta via, perch gli nuoce o non gli serve, o, ch lo stesso, perch se n gi servito tanto quanto gli
bastava. 1
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Quanto segue, tuttavia, giova a capire che la divisione, a cui egli allude, di genere e sostanza assai diversi da quella postulata da Croce :
Il Croce proclama benissimo che schema e poesia, romanzo teologico e lirica, non sono separabili nellopera di Dante , ma la stessa natura spaziale delle sue metafore che
importa, nella sua prassi e nelle interpretazioni successive, la tendenza a disgregare fisicamente parti poetiche e parti strutturali impoetiche, mirando a costituire una collezione finale di liriche. Ora conclude Contini una simile operazione non sempre eseguibile.
Poich a lui pare impossibile di credere, come voleva Croce, che il rapporto tra
struttura e poesia sia come quello tra una fabbrica e la rigogliosa vegetazione
che vi sinerpica, producendo una soluzione di continuit rispetto al romanzo
teologico .
1 Qualche spunto, al proposito, in <^dg\^dEZigdXX]^, Schema sulla struttura della Commedia,
in >YZb, Lultima dea, Roma, Bonacci, 1977, pp. 65-67, e >YZb, Unidea su Contini dantista, in >YZb,
Nella Selva del Protonotario, Napoli, Morano, 1988, pp. 235-243.
2 Di liberazione della poesia delle tre cantiche da una massiccia struttura , teologica e
moralistica, che, inglobandola, la soffoca, Croce gi aveva parlato nel Discorso di Ravenna del 1920,
auspicando cos la positiva riduzione del poema a meravigliosa sequela di liriche (op. cit., p. 10).
3 <^Vc;gVcXd;g^\d!<^jhZeeZKZaajXX^, Unit o dualit della Commedia. Il dibattito su Dante da Schelling ad Auerbach, Firenze, Olschki, 1994 (soprattutto pp. 86-93).
4 8VgbZadIgVbdciVcV, La religione del confine, cit., p. 129.
5 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Uninterpretazione di Dante, cit., p. 71 (di qui anche lestratto successivo).
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Solo unidea di poesia pigra e pacifica, aveva scritto a Montale nel 1939, consente
di credere a una distinzione spaziale di poesia e non-poesia . 1 Nei medesimi termini la prospettiva crociana ridiscussa affrontando il caso di Dante, per negare
la possibilit di convertire la Commedia, come aveva fatto il filosofo, in una collezione finale di liriche .
Nel saggio Lintuizione pura e il carattere lirico dellarte, letto da Croce a Heidelberg nel 1909, il concetto di liricit o lirismo (puro sentimento distallato in rappresentazione) era presentato come il carattere proprio dellintuizione artistica,
come il contenuto dellopera, scevro di ogni mediazione riflessiva. Ci che ci piace
e si cerca nellarte riferiva allora Croce , ci che ci fa balzare il cuore e ci rapisce
dammirazione, la vita, il movimento, la commozione, il calore, il sentimento
dellartista : quasi che la sincerit sentimentale fosse il documento primo della
poesia. 2 Il sentimento, cio listintivo e immediato sentire tipico della conoscenza
alogica, per Croce materia e sostanza dellarte, ricavandosene la storicit individuale e irripetibile di ogni creazione, inscritta nella forma dellintuizione lirica. 3
Cos nel contributo dantesco del 1921, mentre la poesia di Dante saliva al grado
della verit storica, la struttura (che poesia non ) era retrocessa al piano empirico
della storia della personalit di Dante, frutto accidentale (nel senso di non essenziale per la poesia) nella sfera pratico-etica della sua azione storica . 4 Il nesso fra
personalit storica e intuizione poetica si scioglieva quindi, per Croce, in mera
compresenza, e, in fondo, estraneit delluno allaltra.
Per Contini, invece, la poesia una questione non di incanto o di riuscita, di
commozione e rapimento, ma di tensione e rapporti, sporgentisi dal livello grammaticale a quello gnoseologico. E che la Commedia sia un organismo verbale vivente, una sintesi sperimentale di agire e sapere che porta in s la ragione della
propria esistenza, lipotesi di Schelling che egli avrebbe probabilmente condiviso. 5 Soprattutto Contini aggiunge in merito alla Commedia la distinzione non
necessariamente tra i due versi della scrittura, ma tra vicenda globale ed enunciato puntuale : tra la condizione del sistema e la qualit delle circostanze, che
presuppongono, per la loro concreta e complementare realizzazione, una scrittura variabile per qualit e forma. Se, diversamente da quanto teorizzato da Croce,
lopposizione, piuttosto che tra supporto e oggetto poetico, tra modo e modo
di leggere, alle metafore suscettibili dinterpretazione meramente spaziale sono
forse preferibili immagini matematiche ispirate alla continuit o discrezione e alla
1 Eusebio e Trabucco, cit., p. 43.
2 7ZcZYZiid8gdXZ, Lintuizione pura e il carattere lirico dellarte, in >YZb, Problemi di estetica,
Bari, Laterza, 1910, p. 18. Su questo 8VgbZadIgVbdciVcV, La religione del confine, cit., pp. 44-49.
3 K^iidg^dHiZaaV, Sentimento e poesia, in >YZb, La trasparenza del valore. Saggi su Benedetto Croce, Napoli, Bibliopolis, 1998, pp. 21-54. Lo spirito dantesco, lethos e il pathos, che vibra nella poesia
della Commedia , aveva osservato Croce nella commemorazione del 1920, un sentimento del
mondo, fondato su una ferma fede e un sicuro giudizio, e animato da una robusta volont (7Z"
cZYZiid8gdXZ, Il sesto centenario dantesco, cit., p. 11).
4 8VgbZadIgVbdciVcV, La religione del confine, cit., p. 99.
5 ;g^ZYg^X] L# ?# HX]Zaa^c\, Dante sotto laspetto filosofico (1803), in <^Vc ;gVcXd ;g^\d!
<^jhZeeZKZaajXX^, Unit o dualit della Commedia, cit., pp. 25-34.
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La querelle, irrigidita e resa opaca da Croce, diveniva per Getto nuovamente interessante, sul piano emotivo e su quello culturale : non pi per sfrondare le pagine del Paradiso dallingombro dottrinale del Dante teologo , ma, allopposto, per
definire criticamente la vera, la personale, la inconfondibile teologia dantesca,
ove essa emerge effettivamente, con la sua intima energia espressiva . 6
Posti simili riscontri circa la natura del fatto, Filologia ed esegesi dantesca giungeva a chiarire, fin dalle prime pagine, quale fosse per Contini il dilemma o laporia
del lettore di Dante :
1 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Uninterpretazione di Dante, cit., p. 72.
2 Dh^eBVcYZaiVb, Discorso su Dante, in >YZb, La quarta prosa, a cura di Angelo Maria Ripellino, Roma, Editori Riuniti, 1982, p. 139 (il passo che segue a p. 133).
3 :g^X]6jZgWVX], Dante als Dichter der irdischen Welt, Berlin-Leipzig, Verlag Walter de Gruyter
& Co., 1929 : traduzione italiana, Dante, poeta del mondo terreno, in >YZb, Studi su Dante, a cura di
Dante Della Terza, Milano, Feltrinelli, 1983, pp. 1-161.
4 8VgbZadIgVbdciVcV, La religione del confine, cit., p. 151.
5 <^dkVcc^<Ziid, Aspetti della poesia di Dante, Firenze, Sansoni, 1947, p. 125. Cfr. al riguardo
6aYdKVaadcZ, La critica dantesca nel Novecento, cit., p. 235, e poi anche :YdVgYdHVc\j^cZi^,
Getto lettore di Dante, Lettere italiane , a. ak, 2003, pp. 327-334. Per un pi completo inquadramento : BVg^VAj^hV9d\a^d, Giovanni Getto. Il suo stile critico, Alessandria, Edizioni dellOrso, 2009.
6 :YdVgYdHVc\j^cZi^, Getto lettore di Dante, cit., p. 329.
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Che laccertamento storico e tecnico del significato, desumibile dalla massa crescente delle annotazioni sul grande poema, sia una necessit preliminare a ogni
lettura, Contini non era disposto ad ammettere pacificamente ; rivendicando anzi
la possibilit, anche per Dante, oltre che per la moderna poesia detta oscura, dal
simbolismo in gi , di leggere e di godere prima di aver capito tutto . E per
ferma rimaneva ai suoi occhi la convinzione che fosse lesperienza stessa della
poesia (il godimento) ad alimentare il desiderio dellinterpretazione analitica ed
esatta, dello studio verbale, della puntuale parafrasi. Il rimando a Croce, in questo
frangente, passava per il richiamo della sua esortazione nellIntroduzione a La
poesia di Dante a leggere Dante, gettati via i commenti, da solo a solo , per
ritrovarsi in immediata relazione con la sua poesia . 2
Ma anche in questo caso sembra che Contini volutamente occultasse dietro il
rimando (e lomaggio) la propria novit o originalit. Si dica pure radicale differenza. Croce asseriva infatti che alla lettura estetica non di alcun profitto il dato
culturale, ossia linvestigazione filosofica, morale, politica del testo. Tra i due momenti, entrambi autonomamente plausibili, era postulata una intermittenza che
rende illegittimo il congiungimento. Come tra poesia e non-poesia. Nominare
cosa sia poesia nella Commedia, mediante lesercizio del giudizio, aveva per Croce
la funzione di far decantare dallorganismo concreto dellopera quella parte con
cui Dante aveva concorso alla storia dello spirito. Storia della poesia, cio di un
valore, e storia del critico che mediante loggetto storico riconosce se stesso come
parte di quella storia, si congiungono nel concetto che ogni storia sempre storia
contemporanea . 3
Allopposto Contini : Nel lettore di Dante, come di ogni altro autore, converr
riconoscere questa periodicit fra labbandono allincanto dellesecuzione e lacclaramento penetrante della lettera . Non discontinuit ma ciclico movimento,
non alternativa ma connessione e intreccio dialettico fra i due piani, luno risolto
in funzione dellaltro : affinch lesercitazione filologica e culturale sulla lettera
del testo sia non ridotta a mero precedente pratico , come detto da Croce, ma
assunta come conseguenza pi economica (perci inevitabile) al cospetto della
poesia, preliminarmente avvertibile solo per barbagli. Perch
indubbio che la pi moderna critica dantesca consista in un avvicinamento della linea
espressiva e, per cos dire, esecutiva e della linea esegetica e sistematica, interrompendo
la prima per stabilire connessioni del secondo ordine e ritornando alla lettura diretta con
questo sottofondo di esperienze. 4
1
2
3
4
<^Vc[gVcXd8dci^c^, Filologia ed esegesi dantesca, cit., p. 114 (di qui le cit. seguenti).
7ZcZYZiid8gdXZ, La poesia di Dante, cit., p. 26.
8VgbZadIgVbdciVcV, La religione del confine, cit., p. 113.
<^Vc[gVcXd8dci^c^, Filologia ed esegesi dantesca, cit., p. 116.
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Pena il fraintendimento del carattere autentico della poesia dantesca, il cui tratto
specifico, per Eliot, lesaustivit : loffrire essa la gamma completa che muove
dal negativo al positivo , dai sentimenti pi sensuali ai pi intellettuali e spirituali,
ovvero, larticolata formulazione della vita che opera delle menti umane . Tale
apertura Contini chiamava copia associativa di un poeta del genere sapiente
(dotato duna memoria prodigiosamente ritentiva ), tuffato in ogni vasca dello
scibile e spalancato a tutta la realt quotidiana, anche la pi labile e transeunte . 1 E viene a mente ci che lo stesso Contini gi scriveva a Montale il 14 luglio
del 1935, rilevando la funzione specifica degli elementi letterari e dotti presenti
nelle Occasioni : il modo di mettere in rerum natura, in fatti lestrema latitudine
della sensibilit ; tu sei poeta senza metodo ; o misterioso, associativo ; e perci difficile. [] Poeta dunaltra razza ? . 2
Apertura, copia associativa, fulminante ricchezza, oppure lidea di Mandelstam capienza : Dante trabocca dinesprimibile gratitudine per la ricchezza
che gli capitata tra le mani , ma il segreto della sua capienza sta nel fatto che
egli non aggiunge, di suo, una sola parola. Qualunque sia il suo movente, non
certo linventiva : Dante e la fantasticheria sono incompatibili. [] Dante scrive
sotto dettatura, un copista, un trascrittore . 3 Dante lo scriba, al di l delle cui
parole come ha notato Singleton c una realt, oggettiva e giusta, che resterebbe anche togliendo le parole. 4 Soccorre lanalogo giudizio registrato da Mara
Zambrano nei suoi due saggi danteschi, del 1966 e 1974 : Si ha limpressione che
una generosit immensa si sia impadronita di lui, che ne sia stato rapito e anche
posseduto. [] Poich forse il genio unimmensa generosit ;
Dante qualcuno a cui successo tutto questo, e sembra quasi che non intenda trasmettere alcuna parola come propria, bench per aggiustarle con tale precisione abbia dovuto
penare e studiare. [] Ricettacolo fragile di una grandiosa rivelazione, viaggiatore timido
e anche sorpreso dallevento, [] lui non ha cercato, stato trovato. 5
La ricchezza della poesia di Dante non dunque quella di chi vada in cerca di
qualcosa : , invece, linerme passivit allo stato umanamente pi puro, a cui tutta la realt, tutto lo scibile vanno incontro, non come qualcosa di appreso, bens
come qualcosa di vissuto, sentito, sperimentato. Potremmo dire chiosa Jos
Bergamn che in Dante tutto diventa questione personale. Proprio cos : lintero
universo diventa questione personale . 6
1 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Filologia ed esegesi dantesca, cit., p. 120.
2 Eusebio e Trabucco, cit., pp. 29-30.
3 Dh^eBVcYZaiVb, Discorso su Dante, cit., p. 153.
4 8]VgaZhH#H^c\aZidc, La poesia della Divina Commedia, traduzione di Gaetano Prampolini, Bologna, Il Mulino, 1978, pp. 88-89 e 112.
5 BVgVOVbWgVcd, Dante specchio umano, a cura di Elena Laurenzi, Troina (En), Citt Aperta,
2007, pp. 73 e 115.
6 ?dh 7Zg\Vbc, Frontiere infernali della poesia (1959), traduzione di Leonardo Cammarano,
Firenze, Vallecchi, 1963, p. 45 (ma cfr. anche >YZb, Dante e la Hispanidad, in Maestro Dante, a cura
di Vittorio Vettori, Milano, Marzorati, 1962, p. 113).
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Non sono noti ampi ed espliciti giudizi di Contini su Eliot, ma nella lettera a
Montale del 13 maggio 1939 egli lo collocava, per intensit e rappresentativit, ai
vertici della cultura poetica europea di quegli anni ; 1 e valeva forse per entrambi
lapprezzamento (pur a tratti guardingo) di Eugenio Montale, formulato in tre
articoli apparsi tra il 47 e il 48 (lultimo in occasione del conferimento del premio
Nobel). 2 Non sembra dunque improprio sospettare un minimo abbarbicamento
dei due saggi danteschi di Contini del 65 fra le pagine del Dante di Eliot, pubblicato per la prima volta nel 1929 (vista la citazione del testo eliotiano, apparso in
traduzione solo nel 1942, che gi compariva nellintroduzione alla Rime del 38). 3
Due materie, in particolare, consentono un confronto.
La prima riguarda latteggiamento o metodo pi corretto per assaporare e interpretare la poesia di Dante. Di Contini, al proposito, si detto. E il suo giudizio
non discorda da quello formulato da Eliot in questo modo : meglio sentirsi
spronati a darsi una preparazione culturale perch si gusta la poesia, piuttosto che
credere di gustare la poesia come conseguenza dellacquisizione di una preparazione culturale . Ovvero : non necessario comprendere subito il significato per
gustare la poesia, ma il gusto della poesia che ci fa desiderare di comprendere il
significato . 4 Il punto in comune ai due il desiderio di gustare la poesia di Dante , facendosi stimolare da quella osservava al suo modo Contini per recuperarla, tornandovi, in territori meno frequentati . 5 Perch anche lo studio positivo
e tecnico ha bisogno di ispirazione.
So di essere un lettore edonistico , affermava Borges nella conferenza dantesca del 1977, e quando apro la Commedia mi lascio sempre prendere dalla musica
del testo, posponendo critiche e commenti. Poich i versi di Dante, e tutti i versi,
sono molto pi di ci che significano : sono, tra le molte altre cose, unintonazione, un accento spesso intraducibile . Oltretutto [la Commedia] non una
lettura difficile. difficile ci che sta dietro la lettura : le opinioni, le discussioni ;
ma il libro in s un libro cristallino . 6 Esiste quindi, notava Eliot, un complesso
1 Eusebio e Trabucco, cit., p. 45.
2 :j\Zc^dBdciVaZ, Eliot e noi, LImmagine , nn. 11/12, 1947 ; >YZb, Buon viaggio, Mr. Eliot,
Corriere della Sera , 28 dicembre 1947 ; >YZb, Il poeta T. S. Eliot premio Nobel 1948, Corriere della
Sera , 5 novembre 1948 ; i tre pezzi poi in >YZb, Il secondo mestiere. Prose 1920-1979, a cura di Giorgio
Zampa, Milano, Mondadori, 1996, vol. ^, pp. 713-719, 719-722, 764-766. Sintomatiche specialmente
per il punto ora in esame risultano queste parole, dal primo dei tre interventi : Eliot, come Valry prima di lui, hanno contribuito, almeno da noi, a quella presa di contatto con lalta tradizione
europea che da molti anni era andata perduta. Hanno richiamato i lettori italiani a una conoscenza meno superficiale del loro patrimonio poetico, a un senso pi intimo del loro classicismo. []
Loriginalit buona, ci ha ammonito Eliot, non quella di chi non somiglia ad alcuno ; ci che
resta irriducibile alle somiglianze e ch da esse garantito e condizionato (pp. 717-718).
3 I]dbVhHiZVgch:a^di, Dante, London, Faber & Faber, 1929 (poi in Selected Essays, London,
Faber & Faber, 1932). Si utilizza qui la traduzione italiana in I]dbVhHiZVgch:a^di, Opere, cit.,
pp. 826-866. Circa i legami tra Montale, Contini e Eliot, preziose indicazioni gi in 8aVjY^dHXVg"
eVi^, Sulla cultura di Montale, Milano, Vita e Pensiero, 1997, pp. 33-84.
4 I]dbVhHiZVgch:a^di, Opere, cit., p. 847.
5 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Filologia ed esegesi dantesca, cit., p. 121.
6 ?dg\ZAj^h7dg\Zh, La Divina Commedia (1977), in >YZb, Nove saggi danteschi, a cura di Tommaso Scarano, Milano, Adelphi, 2001, pp. 109-111 e 131. Ogni pagina dantesca di Borges come
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bagaglio di conoscenze storiche e biografiche, che se imposto come propedeutico alla lettura diventa una barriera ; e di esso, invece, si percepiranno il desiderio, la necessit, come di un bene sempre pi appagante, una volta sperimentato
lo shock, il piacere intenso del testo. Perch la prima conclusione di Eliot
la poesia autentica pu comunicare prima di farsi capire , ma la sua impressione
pu essere verificata solo quando la conoscenza viene approfondita. 1 Si tratter
dunque, in simile prospettiva, se non di smentire, di integrare dialetticamente la
lezione di Singleton, che, come noto, aveva con secchezza teorizzato lopposto : e
cio, limpossibilit di vedere la poesia di Dante fuori di quel mondo pi grande
che gli stava intorno al momento della nascita . 2 Non sar essa scriveva Singleton nel 1978, in chiave espressamente anticrociana a percorrere tutta la distanza
che la separa da noi : siamo noi a dover tornare l, a dover esserne anche spiritualmente allaltezza (recuperando con lo studio e limmaginazione il modo o
schema di osservazione proprio della cultura che lopera presuppone). 3 Il lettore
ingenuo o moderno non ha per Singleton altra via : chi desidera comprendere
unopera in s, dovr parlare cos spesso di cose che sembrano al di fuori e al di
l di essa. [] Il problema dellinterpretazione, quale noi lo vediamo, altro non
che un problema di rilevanza, sperimentato e verificato allinterno dellopera . 4
E a ci si potrebbe connettere linsistere tipico di Bruno Nardi sullantefatto della
poesia, come indispensabile alla risoluzione critica di essa. 5
La seconda tematica quella della memorabilit (o citabilit ) della poesia di
Dante, e, nelle parole di Contini, della contraddizione vitale tra la sua lontananza e la sua vicinanza. 6 Quella poesia, inclusiva e universalistica, esauriente ed enciclopedica, si imprime infatti in modo irresistibile, e spesso, per, solo a blocchi
stato riconosciuto interroga the mechanics of the creative process , e in essa implicitamente
si riflette his conviction that supreme poetic expression requires abandonment of the falsehood
that accompanies rhetorical language when used for its own sake (=jbWZgidCZo";VgVXd,
Borges and Dante. Echoes of a Literary Friendship, Oxford-Bern, P. Lang, 2006, p. 42). Sulle molteplici
implicazioni del dantismo borgesiano, inoltre, si consideri G^XXVgYdG^XXZg^, Dante e il dantismo
immanente nellopera di Jorge Luis Borges, Milano, Prometheus, 2006 (ma gi il tema era stato toccato da <^dg\^dEZigdXX]^, Filigrane di Borges, in >YZb, La Selva del Protonotario, cit., pp. 229-233).
1 I]dbVhHiZVgch:a^di, Opere, cit., pp. 826 e 839-840.
2 8]VgaZhH#H^c\aZidc, La poesia della Divina Commedia, cit., p. 9.
3 Ivi, p. 23 : Croce fa ci che troppo spesso tentato di fare il lettore moderno : imputare a
Dante la propria incapacit o il proprio rifiuto di abituare gli occhi a quella luce ; Lestetica di
Croce mostra una decisa riluttanza ad ammettere che lallegoria possa essere parte organica della
poesia e pertanto ignora completamente la vera natura dellallegoria di Dante. Come al solito
lo studioso di estetica non conduce i propri passi verso lopera, ma pretende che sia lopera a venire da lui, per farsi giudicare in base alle sue categorie .
4 Ivi, p. 10. E per i rischi connessi a tale abito, in sede esegetica, gi erano stati segnalati dallo
stesso Contini (che ne aveva smontato la pretesa polemica verso Croce), nella recensione a 8]Vg"
aZhH#H^c\aZidc, Dante Studies, vol. ^! Commedia : Elements of Structure, Cambridge Mass., Harvard University Press, 1954, apparsa in Romance Philology , a. 9, 1956, pp. 463-467, poi, col titolo
Un libro americano su Dante, in >YZb, Unidea di Dante, cit., pp. 217-224.
5 Si veda per ci 7gjcdCVgY^, Filosofia e teologia ai tempi di Dante in rapporto al pensiero del poeta, in >YZb, Saggi e note di critica dantesca, Milano-Napoli, Ricciardi, 1966, pp. 3-109.
6 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Uninterpretazione di Dante, cit., pp. 110-111.
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o frammenti, in menti vergini per la sua novit e acuit originaria. Perch la lingua di Dante, spregiudicato poeta della realt e della sperimentazione continua,
arriva pi in qua della sua cultura ; egli linguisticamente , e gi vuole essere,
un profeta e un classico , e come tale produttore di auctoritates . 1 Sicch la forza
della sua poesia avrebbe scritto Enzo No Girardi superiore a quella del suo
messaggio religioso o politico. 2 Si tratta duna impressione che gi Eliot rubricava constatando la tensione del testo, la sua parola lucida e trasparente, e limpegno
richiesto perci al lettore : ci a cui siamo tenuti scriveva Eliot cercare di capire sempre di pi. [] Non dobbiamo confondere Dante con San Tommaso. []
Non necessario aver letto la Summa per comprendere Dante. Ma necessario
leggere i passi filosofici di Dante con lumilt di chi visita un mondo nuovo, convinto che ogni sua parte essenziale al tutto . 3 Di qui la ripulsa di entrambi (Eliot
e Contini) per una interpretazione di Beatrice come quella proposta da Rossetti,
allinsegna della grazia dei pre-raffaelliti. Di qui anche, e soprattutto, il richiamo a
un senso pratico del reale , e della poesia, di tipo anti-romantico .
La generosa memoria dei fruitori, come indicato da Girardi, indispensabile
per capire la logica del tutto e la bellezza di ogni parte, per non sacrificare, al modo di Croce, lunit del poema sullaltare dellestetica della espressione pura . 4
Contini concludeva Uninterpretazione di Dante menzionando lanacronismo o
intempestivit del poeta, uomo di cultura conclusa la cui parola, tuttavia, musica perenne : non un tenace e ben conservato sopravvissuto , ma qualcuno arrivato prima di noi, 5 cos da sul Corriere della Sera del 30 luglio 1965 lanciare
agganci in tutte le direzioni . 6 Colui che gli ha fatto eco nel 2006 lo scrittore albanese Ismail Kadar al giorno doggi si spinto pi lontano : nato per tutti
( per lumanit intera ) e tutti hanno ancora bisogno di lui. Da lui, il poeta della
coscienza , i lettori si aspettano ancora e sempre qualcosa. Perch Dante e la Commedia, come ammette questo autore, figlio (e testimone) di una terra attraversata
dalle esperienze pi deliranti e feroci di guerra e tirannia, incarnano loggetto delle nostre aspirazioni e delle nostre speranze : sono, per chi si trova nellepoca del
crimine e del peccato, il nostro vangelo , il nostro tabernacolo . 7 Ribadendo
per Contini che la totalit di Dante appartiene al suo fare e pu essere ricostruita con fedelt storiografica e con freddezza dintelletto, ma non vitalmente riproducibile e accettabile fuori della sua cultura . 8 Ogni lettura dunque insieme
una scelta e uno sviluppo. E perci sono le ultime battute di Filologia ed esegesi
1 Ivi, pp. 76-77.
2 :codCd<^gVgY^, Dante oggi (1982), in >YZb, Nuovi studi su Dante, Milano, Edizioni di teoria
e storia letteraria, 1987, p. 151.
3 I]dbVhHiZVgch:a^di, Opere, cit., p. 847 (lestratto che segue a p. 864).
4 :codCd<^gVgY^, Il criterio contestuale nella lettura di Dante (1978), in >YZb, Studi su Dante,
Brescia, Edizioni del Moretto, 1980, pp. 15-17.
5 <^Vc[gVcXd 8dci^c^, Uninterpretazione di Dante, cit., p. 111.
6 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Dante oggi, in >YZb, Unidea di Dante, cit., p. 68.
7 >hbV^a@VYVg, Dante, linevitabile o Breve storia dellAlbania con Dante Alighieri, traduzione di
Francesca Spinelli, Roma, Fandango, 2008, pp. 5-30.
8 <^Vc[gVcXd8dci^c^, Uninterpretazione di Dante, cit., p. 109.
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