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Ha detto
Dopo il lager
Primo Levi
era diventato
agnostico.
Io al contrario
non potevo
divorziare da Dio
Sono debitore
di Mauriac:
era un cristiano
tormentato
e voleva sapere
tutto quanto
sulla Shoah
Gli intellettuali
come Noam
Chomsky
mi disprezzano
perch amo
Israele
che loro odiano
otrei dilungarmi nel presentare ai lettori che cosa troveranno in Perch laico, un bel libro
apparso ora per i tipi delleditore Laterza (pagine 196, e 15) in cui Stefano Rodot ha raccolto contributi
doccasione e giornalistici.
Per lo studioso dei diritti, laicit e democrazia sono legate in modo biunivoco e indissolubile: e dunque in vari passaggi della
storia recente egli
sente una minaccia alla laicit
che, in forza del
sillogismo, diventa un pericolo per
la democrazia. Tesi classica, che
Stefano Rodot allaccia allutopia
scolastica di Gaetano Salvemini e
al sarcasmo di
Gioacchino Belli,
passando forse
troppo rapidamente su quellarticolo 7 della Costituzione che
non fu votato per
guadagnare meriti clericali, ma per
evitare che lItalia
rinascesse con le
tare che lavevano
resa fragile.
Tesi classica, dicevo: esposta dedicando solo qualche rapido excursus
al problema delle varianti interne al
modello, mentre resta fuori dal discorso il sacro esperimento della rivoluzione americana, dove separazione e
religiosit si coniugano in modo assai
diverso rispetto a quella laicit nata
per regolare le relazioni fra cattolici ed
ex cattolici in Francia.
Ampio spazio, invece, riservato allItalia di oggi e alle cronache di una
laicit difficile: che potrebbero essere
qui riprese evidenziando i punti nei
quali il ragionamento del giurista si fa
fine nel penetrare i rischi politici (appena pi piccoli di quelli teologici) di
unenfasi sul diritto naturale; oppure sottolineando i punti nei quali la
convinzione (ad esempio il modo in
cui una coppia ricorre allaborto terapeutico) rende la sua pagina forse troppo sbrigativa. Ma sarebbe far torto a un
discorso che ha nella foga dimpianto
un suo pregio.
Tuttavia c una piccola perla, alla pagina 83, che non si pu trascurare. Stefano Rodot, per lamentare la ideologizzazione della discussione italiana,
accenna a un formulario di testamento
Lautore
Nato
a Cosenza
nel 1933,
il giurista
Stefano Rodot
(nella foto
a fianco) stato
a lungo
parlamentare
della Sinistra
indipendente
e, dal 1997 al
2005, presidente
dellAutorit
garante
per la tutela
della privacy.
Ha dedicato
diversi saggi
ai problemi
delle libert e
dei diritti civili. In
alto, la cucitura
di una bandiera
italiana (foto
Luca Nizzoli /
Emblema)
Inediti Ritrovate dopo quarantanni due storie a fumetti create nel 1971 su testi di Mino Milani
Disegni
Una tavola
inedita che
ritrae Yanez
e, di profilo,
un Sandokan
molto orientale
( CONG SA)
nelle Tigri questa: Lunghi capelli gli cadono sugli omeri: una barba nerissima gli incornicia il volto leggermente abbronzato. E Pratt vi si attiene,
disegnando un Sandokan giovane, come giovane
era Yanez. Si tratta di due trentenni, che nello sceneggiato Rai del 1976 diventeranno ben pi maturi, osserva Castelli.
noto come Pratt amasse documentarsi a fondo. Scrive Salgari descrivendo Marianna Guillonk,
la Perla di Labuan: Era una fanciulla di sedici o
diciassette anni, ma snella ed elegante. Aveva una
testolina ammirabile con due occhi azzurri come
lacqua del mare. E nei disegni di Pratt Marianna
tale e quale Anna nella Jungla, un altro suo personaggio ricavato da Anne Frognier, la belga che Hugo conosce quindicenne e sposa cinque anni pi
tardi: una straniera cogli occhi azzurri, come lo
Marianna per Sandokan. Un amore internazionale,
una mescolanza culturale che Pratt pratic per tutta la vita. Era un uomo molto aperto, ricorda Castelli. A differenza di Salgari, Pratt viaggi moltissimo. Un sognatore praticante.
Alessandro Trevisani
inevitabile e pone fine alla mia esistenza terrena, ma tramite la fede credo
che mi apra il cammino alla vita che
non finisce, presso Dio. Per questo,
in caso di una situazione critica irrecuperabile, il firmatario chiede che
non mi si mantenga in vita per mezzo
di trattamenti sproporzionati o straordinari; che non mi si applichi leutanasia attiva, n che si prolunghi abusivamente e irrazionalmente il mio processo di morte; che mi si somministrino i
trattamenti adeguati per alleviare le
sofferenze cos da essere aiutato ad
assumere cristianamente e umanamente la morte in pace, con la compagnia dei miei cari e la consolazione della fede. Questo formulario (pi bello
di quello giustamente ricordato da Emma Fattorini in una lettera alla Repubblica) non vuole certo essere laico o
neutrale: anzi, fa appello alla fede. Non
pretende di essere oggettivo o naturale: prende per sanamente atto del fatto che fissare un confine, qualsiasi confine, esige che poi qualcuno abbia la responsabilit di dire quando viene superato. Non si limita ad un auspicio: ma
propone qualcosa di comprensibile e a
suo modo edificante per tutti.
Un approccio che torno al punto
dice cosa potrebbe chiedere la laicit alla Chiesa, se non si limitasse ad accontentarsi di una riduzione dei vocalizzi ecclesiastici (che spesso suscitano
pi fastidi dentro che fuori dal coro).
Nello spazio della laicit lesperienza
di fede ha trovato anche loccasione di
dare alla societ cose pregiate e molto
sue: in termini di salvaguardia dei legami sociali, di formazione delle coscienze, di interpretazione delle attese degli
ultimi, e perfino (lo mostr Riccardi
per De Gasperi e Pio XII) in termini di
laicit vissuta.
Cose che ovviamente non contano
per chi sogna di vincere il titolo da anni vacante di uomo della Provvidenza o per chi calcola di usare contro
Giorgio Napolitano linarcarsi del sopracciglio papale o di quello cattolico,
gi cos storto per la cittadinanza concessa al randello padano, verga del dio
Po; per tutti gli altri, laicamente, contano.