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PAPA HA RAGIONE

Il capitolo inizia con la descrizione di una evidente giornata di sole dove la luce
illumina ogni cosa: le case, le strade, i negozi, la natura ecc. Ma una luce che si
sprigiona anche dai cuori gioiosi della gente e che si diffonde dappertutto. Questa
luce, tuttavia, illumina tutto il paesaggio tranne4 una piccola casa avvolta e nascosta
nel buio e nellombra, come se si vergognasse di mostrarsi agli occhi degli altri. Pi
che una casa per sembra una topaia vecchia e trascurata. Lunico essere umano che
vi appare allinterno una piantina di garofani ben tenuta e curata collocata sul
davanzale di una finestra.
Il desco familiare modesto poich non vi una grande esibizione di cibi nella
cucina, se non un pranzo costituito da 3 anguille (tipica cucina napoletana) per 3
persone. Uniche abitanti della casa sono: Rosa, la cuoca brutta e sciatta; Ernesta, una
fanciulla pallida e magra non molto in salute e dallapparenza priva di vitalit, e la
signorina Geltrude. In quel giorno di Natale molte persone si erano recate da Geltrude
per impegnare le poche cose che avevano, cos da festeggiare degnamente il Santo
Natale.
Apparentemente non si direbbe mai che gli ori e i diamanti della signorina Geltrude
sono il risultato del suo lavoro con cui si specula sulla miseria della povera gente.
Un tale lavoro non dignitoso sia per chi lo svolge, sia per chi costretto a ricorrervi,
pertanto, la vera miseria non del povero che conserva intatta la propria dignit, ma
del ricco che usa ogni mezzo per arrivare al denaro. Terminato il lavoro, Geltrude si
siede a discorrere damore con Ernesta la quale sembra alquanto scossa e
malinconica. Geltrude non fa mistero della sua concezione dellamore basata sul
matrimonio di interesse e i vanta di aver dato il benservito a molti uomini, cosa che
dovrebbe fare Ernesta con il suo attuale spasimante ce sembra non essere degno di
lei. Ma Ernesta non vuole dare il benservito al suo spasimante sia perch ne
innamorata, sia perch non vuole ferirlo proprio il giorno di Natale.

Dopo qualche minuto arriva il suddetto spasimante e insieme ad Ernesta, si recano in


una camera a discutere, mentre Geltrude resta di guardia fuori alla porta. D
improvviso i giovani sono costretti a interrompere i loro discorsi a causa dellarrivo
del padre della signorina Ernesta, il quale viene paragonato ad un orco cattivo. Si
tratta di un uomo robusto dalle spalle larghe, i cui vestiti e gioielli fanno s che egli
incuta un terrore ed un potere dato dal denaro che viene esaltato mediante lesibizione
della catena doro che porta al collo. Il padrone di casa era accompagnato da un altro
uomo, di figura esile, vestito di stracci e dallaria timida e riservata.
Passando accanto alle due donne, che intanto erano tornate ad accomodarsi e a
riprendere i discorsi abbandonati, poco prima, quelluomo aveva suscitato la curiosit
di Geltrude che volle conoscere la sua storia. Oronzio Sferri era sempre stato povero
ma, nonostante mancassero i mezzi, si era voluto comunque sposare con una donna
altrettanto povera. Avevano avuto dei bambini, ma non potevano mantenerli perch
lui non aveva una posizione. Si accontentava, infatti, dei pochi soldi che provenivano
da un certo commercio di mercerie; ma alla fine, i debiti erano diventati pi ingenti
dello stesso profitto e il suo negozio aveva finito per fallire. Fu cos, che il padre di
Ernesta cominci ad aiutare economicamente Oronzio mediante una serie di prestiti
in denaro. Il debito, per, era diventato cos oneroso che il padre di Ernesta non era
pi disposto a far credito al suo amico.
Attraverso questo racconto, Ernesta ripensa al suo spasimante squattrinato:
nonostante lo abbia lasciato perch privo di una buona posizione economica, ancora
innamorata di lui e si rammarica per averlo lasciato in circostanze simili, conto che la
rottura era necessaria: in quattro anni di fidanzamento, infatti, il giovane non era
riuscito a farsi una posizione e lei non poteva pi aspettare. Intanto il colloquio fra
lorco giallo e Oronzio era terminato, Geltrude era tornata a casa e padre e figlia si
erano messi a tavola per gustare il pranzo di Natale. Tra una portata e laltra luomo
non faceva altro che parlare del suo lavoro. Pur di guadagnare era disposto a tutto,
anche alle fatiche pi assurde; non mollava mai ed insisteva finch laltro non
cedeva.

Si vantava ed illudeva di avere la coscienza a pulita poich a suo avviso, ci che


faceva non era altro che prendere ci che gli spettava di diritto. gli si mostra come
langelo custode dei pi deboli, quando in realt, vuole solo speculare sulle disgrazie
altrui e per giustificare la sua condotta, afferma che tutti questi sforzi sono compiuti
per il bene di sua figlia, per farla vivere nel migliore dei modi, con tutte le comodit
che si addicono ad una signorina del suo rango. Stando a contatto con il padre,
Ernesta ha acquistato la sua stessa mentalit in fatto di soldi e guadagni, per questo sa
bene di non sposare il suo giovane studente squattrinato. E, nello sfarzo del luculliano
pranzo di natalizio, appare evidente che la famiglia di Ernesta festegger il Natale nel
migliore dei modi, dato che ha i soldi per farlo. Ma, paradossalmente, la vera
ricchezza quella della povera famiglia di Oronzio Sferri, dove per ricchezza non
sintende quella economica, ma quella dellanimo, fatta di sentimenti sinceri, affetto e
purezza interiore.

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