L'immigrazione uno dei fenomeni pi antichi dell'umanit, ma anche uno dei pi attuali, che
prevede il trasferimento permanente o temporaneo di singoli individui o di gruppi di persone in un
paese o luogo diverso da quello di origine. Ricordiamo ad esempio i migliaia di italiani che migrarono, dopo la seconda guerra mondiale, in cerca di lavoro, nelle Americhe. Questo fenomeno per sempre stato affiancato da un sentimento di xenofobia, cio paura del diverso. Ancora oggi, a fronte delle migliaia di persone che vengono alle nostre porte per chiedere aiuto, ci sono persone che hanno comportamenti xenofobici. Il corriere della sera, ad esempio (Corriere della Sera, 28 maggio 2008), attraverso dei dati statistici riporta come gli stranieri contribuiscano ad aumentare il tasso di criminalit nel nostro paese. Noi per ricordiamo bene di quell'uomo di origine ucraina, di trentotto anni, che perse la vita davanti alla sua bambina per aver sventato una rapina, e di quanto poco se ne sia parlato. Questo perch pi facile per una societ come la nostra odiare il diverso e non cercare di capirlo ed aiutarlo. Infatti il documento prima citato parla del 39% degli stranieri che compiono violenza sessuale, mentre non parla anche del restante 63% che sono italiani; afferma che gli stranieri sono nocivi per la societ e non parla anche di quanto lo siano le associazioni mafiose; dice che il 94% degli stranieri non ha il permesso di soggiorno e non parla anche di quanto siano inefficaci i controlli che permettono ci. Ha ragione quindi Kapuscinski (R.Kapuscinski, L'altro, Feltrinelli, Milano 2007) quando afferma che tutte le civilt tendono al narcisismo che induce le civilt al conflitto, suscita arroganza e desiderio di dominio e si associa sempre al disprezzo per gli altri. Bisognerebbe invece imparare a vedere l'altro non come una persona estranea ma come una diversa, dove per diverso intendiamo qualcuno da cui imparare attraverso il confronto. Lo stesso Ben Jeloun (T. Ben Jeloun, il razzismo spiegato a mia figlia, trad.it., Bompiani, Milano 1998) afferma che la differenza una cosa bella. una buona occasione per l'umanit e che il miscuglio un arricchimento reciproco. Dobbiamo ricordarci che lo straniero prima di tutto una persona, con dei sentimenti come noi, e per questo va rispettata. Solo perch a volte sono costretti a viaggiare come delle bestie non significa che lo siano veramente. Solo perch una piccola parte diventa criminale, non detto che si debbano trattare tutti come tali. Ci sono molti stranieri che danno un grande contributo per risollevare l'economia dell'Italia che ricevono da essa solo colpi negativi. Quindi gli immigrati possono rappresentare una grande risorsa per l'Italia se solo quest'ultima, come dice Todd (e. Todd, quando il pregiudizio travolge la ragione, da Diario della Repubblica, Le parole del 2007, La repubblica, Roma 2007), non li trattasimo come dei nemici o un caprio espiatorio ideale. Claudia Trano