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DE SCR I Z IONE
DELLA

FUNERAL

POMPA

CELEBRATA

DALL EMlNENTlSS [MO CARD] NALE

LUIGIRUFFO
~Dl CALABRL
"i'
"ARGIVEscovo DI NAPOL
NELLA

DELL'

MORTI

.AUGUSTO

PERDDWWUMDL
RE DEL REGNO DELLE DUE S/lCILIE
Nel d 22. del mesc di Gennajo dell'Anno 1825.

N A P O L I

MDCCCXXV.

vPRESSO OENXLIO, I GXUSEPPE DE ION!!

Samp ator Arcivescovili

,_ In 0mm' opere dedt confessionem Sqnctoz


Q *Eraclea . `
"`
'
'
_ ,ON :

(I
O

Eccli. 46., lo.

(.3)
(-

a*

' ..n

~E5senaa nel di 4.; del ma di Gennaro del corrente anno

1325. accaduta improvvisamente la morte del Re delle due


icile Ferdinando I. .Borbone , 1 EminenIi-mo Arcivescovo

di Napoli Luigi Raa di Calabria appena ricevuta 1a u*


nea novella, dopo aver Jato qualche sfogo a quel dolore,
che :Je/Zoin l'amore ;'xed il rigpetto 'verso di un Sovrano, di

cui avea present i tratti di ingolar benevolenza, pens su


bito a rendere i dovuti onori all-a di lui memmia, edimplo
fargli leterno riposo per-mezzo delle preci, ede sagriizj,

the sono dettati dalla nora gramma Religione. Quindi


.ypedito un ordine circolare _a .tutt'i Rettori delle Chiese Se
polari, e Regalini, di fare. i con veneimli funerali al deunto
Monarca, 'volle, che senza ritardo *voruno nella Chiesa Cat*
zedrale i fcerqexeguiti imili aizjaipieui con quella
:hag-auenza, che convenie alla Mae/fa' del Figlio di Carlo
III., ed alla luttuiua circoanza. Tutto u ademplo con

`ammo decoro seconaoe intenzioni dell'Eminentiimo Arci*


vecouo, e u Jqinato il giorno venteimosecondo'del :addet

to mese alla celebrazione del gran sagriizo ai propiziazione.

E' indicibile i] concorso. del popolo, che .s aoll alla

funebre pompa, non oante il rigo-e della agione, e la di


rotta piaggia, che non cess punto in tutto il corso della

giornata .

ll Tempio in tutte le sue parti corrispondeva all'og


getto. Al di fuori della C/zesz a ciaseun Arco delle tre
Parte u sovrappo/Io un medaglione ornato a bruno con
ben ideati intrecci di fregi, ed orletti bianchi elegantemente
frapposti.

Le arme Barbania/ze risplendevano sull' arco della

.Porta Maggiore. In ciascuno da tre Medagloni era lscritm

un invito al popolo, per aere alla Iugure funzione, o


far voli e preghiere a Dio, per implorar la pace perpetua

all'e into Monarca.

E_

( i
Entrandoi poi per la porta Maggiore nella Chiesa corn.
pnriva -la parte interiore tutta arricchita di panneggiabruno
con li e di lame di Oro, e di bianchi lidi talmente fronti

.ac/nati, che dearono l'ammirazione universale. Ogni arco


del Tempio presentava due gran tende una di color nero, e

laltra di color bianco diinte can vat-j fregi, ciascuna della


lunghezza di palmi 60. Nel mezZo di ee pendeva una lam
.Pada Egiziana. 1 Pilari erano parimenti coverti a nero
sfratto , e guernito di lie di oro, clte rendevano maejloso il
lutto. Nel mezzo di czascun Pilaro un Medagliane/ isCritto
indicava le virt, ed i pregi del Re defunto.
L'Altare Maggiore della Chiesa era abellito da una
elegante pannegia di drappi neri diinti da lame di oro ,
e li/le di orletti bianchi. Una Croce di [anta di oro nel
mezzo rendeva pompow il color bruno.
Nel mezzo della Cltiesa una Machina sontuoa all' al'
rezza di palmi 9|. era da tutti arnmirata. Ea poggiava
sopra un grande zoccolo a giua misura dal suolo. Dite'
ecale spaziose, una dirimpetto all' altare Haggiore, l altra
nella parte oppoa, ornate ambedue di Profumiere davano ld
calita alla parte superiore della Macchina. A' quattro lati
delle scale i vedevano altrettanti Tabelloni con iscrizioni

analoghe alla circo anza.


`
Sul prima piano della Machina una piccola colonna so-b
vrappoa ad una piramide soeneva un'urna, nella qualei
ngevano racchiuse le ceneri del morto Sovrano. A'lati della
piramide erano ituate daeatue, delle quali una rappre
sentava il Tempo, l altra la Religion.

. Nel secondo piano del Mausoleo sqenuto da quattro


colonne co rispettivi cornicioni, e termini, i elevava un sodo
all' altezza di palrni `cei, sopra cui/i vedeva un trofeo. Pen
deva sul trofeo il ritratto del Re Ferdinando I. a mezzo
rilievo dorato. Nel lato fuori delle colonne quattro profurniere,
e quattro _iatue facevano ornamento alla Mac/tina. Sopra il
piano poi delle colonne spiceavano altrettante _atue rappre
centanti le quattro vitt, cio, la Giuiizia, la Fartezza,
la Temperanza, la Benecenza. Quattro patti nalmente so
*~
enevano

(5)
enevano una gran croce dell altezza di palmi I7. Tutta la
Machina era illuminata da 900. torclzi di cera .
Can tale apparato l'Eminentimo Arcivescovo di Na
poli a/lito da' canonici della Cattedrale celebr la sollenne
Mea di Requie. Tutt'i Vescovi e Prelati inferiori, elle
in quel giorno i trovarono in que/ia Capitale, tutti' Capi

degli Ordini Religioi, un Porporato di S.Cl1iesa interven


nero alla luttuosa funzione, e fecero ornamento alla parte su
periore del Presbitero. I Mini/{ri Coniglieri Segretarii di

`S`tato,i `Mini/'iti Consiglieri di Stato, i Ministri Segretarii


di Stato,i Capi della Real Corte, gli Ambasciatori, iMi
niri delle Corti Straniere, iGenerali , ed i primi
ziali delle Truppe Auriache e Napoletane , i Consultori
di Stato, la Nobilta del _,libro di Oro, i Primi Magirati

resero pi illufire la mate/?dea pompa col loro luttuoso conte*


gno .

Una magnica Orete/?ra a pi ordinican armonioso _e


bile suono di lugubri infonie suscit una commozione gene
rale negli animi _tia pi giorni scoraggiti per la improvisa
fatale disavventur. Ilv rinomato Profebre D. Nicola Zin

garelli autore dell-:Mun tiscqe gli applaui universali per


queo nobile lavoro ."

Compiuto il Santo Sagrizio, il Canonico della Catte


drale D. Salvatore de Luca recit l' elogio del Re Ferdi
nando I. L'Oratore dopo aver rammentate le azioni gloriose

del Re defunto Specialmente quelle, che sono figlie della


Religione, dopo "aver rinnovata la rimembranza dellairrepa
rabile catairo,`rior i cuori avviliti per mezzo dell' an
nuncio della fauima esaltazione al Trono ereditaria del Re
gno delle due Sicilie nella persona di Francesco I. le di cui
prime, ed ultime cure sono la Religione, e la Giutizia .

L' elogio merito gentile accoglimento dalla nobile, e dotta


Udienza .
Dop-o` terminata la orazione funebre, l'Eminentissirno
Arcivescovo inieme can quattro Conanici della Cattedrale in

torno al Mancaleo dtedeto le colite preci aolutorie per lo


deunto Monarca .-

""

( 7 >

Is c r i z'i o ni
Del Canonico Franccsco Rossi
"-B-

Supra majorem Templi portam

FERDINANDO . I
VTRlVSQVE . SlClLIAE . REG!
P. F. A.
PARENTALlA

_Supra _portato` minore.;` hnc, inde

SACRA . PlACVLARIA
PRO. FERDINANDO , 1, REGE _. PIENTLSSIMO
CIVIS . HOSPESVE . FVAT
_ADI-:STO (MENTE . PVRA

QVIBVS . IVS . _PASQVE . ADESSE . SACRlS


m . VOTA . ET . pacca-nost
PRO . FERDMANDL , 1, SOSPITATE SEMPITERNA
NE . CESSANTO

x8)

In parte Tumuli temporarii antica derirorsum


FERDlNANDO . I
CAROLI . m. CATHOUC! . REGs . emo
PHILIPPI . v. NEPOTI

LVDOVlCI . MAGNl . REGIS . cumsrhmssmt . ABN EPOTI


VTRLVSQVE . SIClLlAE . REG( .
HLSPANIARVM . INFANTI
PARMAE . PLACENTIAE . ET . CASTRI . DVCl
MAGNO . HETRVRLAE . mmc
HDE . GRAVITATE . cous-mmm
ET . ADMIRANDA . m . RERVM . HVMANARVM
couvzasmmsvs
ANIMl . AEQVABILITATE
OMNIVM . PRAECONHS . MEMORANDO
vxxrr . ANNOS . LXX. M. xx. D. xxm
REGNAVIT . ANNOS . P. M. va
03m* . emo. NON. [ANVARIAS . AN. s. MDCCCXXV
PRINCIPI . OPTIMO
DEQVE .SE . BENE MERENTtssmo
ALOYSIVS . RVFFO . 01-: . CALABRLA
i
HOSTHS `. MAXIMIS
PARENTAT

(9)

In parte Tumuli antica einistrortum


FERDlNANDO . I
P. F. AVG.

QVOD
AVITAM .GLORIAM . AEMVLATVS
PROFVGA . SAPlENTIA . IN . PATRIAM . REVOCATA':
EPHEBEA . GYMNASIA . SCHOLAS
ADOLESCENTIBVS . AD . HVMANITATEM . INFORMANDts
ANNVO . CENSV . CONTRLBVTO
[NSTKTVERIT.
REGlVM .* NEAP. ARCHIGYMNASLVM
OMNLGENA . LlTTERARlA . GAZA
ET . APPARATISSlMA . BlBLIOTHECA . INSTRVXERIT
MARMORA . PLCTVRAS [SIGNA
Ex . HERCVLANENSIBVS . POTISSIME . ET .e POMPEIANXS
CONFLAGRATIONIBVS
EFFOSSA
IN . MVSARVM . DOMlCILIO
Hosprno . EXCEPERIT . SPLENDIDISSIMO
ADOLESCENTES . IN . OPTlMARVM . ARTIVM
ET . SEVERIORVM . DlSClPLlNARVM . STVDIVM
PROPOSlTIS . VIRTVTI . PRAEMus
SEXClTAVERIT
- NEAPOLlTANl . CIVES
OPTlMl . PRINCIPlS . PROVlDENTlAM
ADMIRz-_x'rt

(lo)

In _parte Tumuli poetica &iniettorsum


AVlTAM . RELlclONEM _
A.MAIOR\BVS . SlBl . VELVTl . PER . MANVS.TRADITAM

FERDINANDUS . I
SARTAM . TECTAMQVE . SEMPER . SERVAVlT
BT . SACERDOTII . ATQVE . [MPI-:RH . concoaom
CVM . P10 . vu. . PONTlFICE . MAXMO . FIRMATA

'

TEMPLlS . ATQVE . ALTARIBVS


VEL . A . 301.0 . EXTRVCTIS
VEL . m . INTEGRVM . RESTITVTIS
ET . AMPLtORt .CENSV . LOCVPLETRTIS
REI . PRLVATORVM . ECCLESMSTICAE
PROSPEXIT . ET . PVBLlCAE
QVO . VlRTVTIBVS . SENSLME'. [LLATlS
3117M . EXVLARENT_. SINE . VOCE . PRAECONIS

(H )
Ad pilas Templi
l

PROH . QVANTVLA _. EST . MORTALlVM . PONTENTIA


QVEM . REGES . SVSPEXERE . VlRIQVE . PRINCLPES,
QVEM . VlVAX . GLORIA . MODO . AD . CAELOS
EXTVUT
CV[VS . ET . OB . OS . POPVLI . ORA .. OBVERTEBANT
SVA
FERNANDVS . EHEV . PARVVLA . VRNA . CLAVDlTVR
PROH . QVANTVLA . EST . MORTALIVM . POTENTIA

PROCVL . HlNC . QVERELAE . LVCTIBVS . ET . MODVS


SIET
NON . OMNIS . OBllT . FERNANDVS . RELLIGlO . FIDES
CONSTANTlA . AEQVANlMITAS . ET RECT! . TENOR
PAMAM . NOMENQVE . ILLlVS . lN . AEVVM . PROFERENT
d

3
'VlX . REGIO . LOCATVS . IN . FASTIGIO
FORT|S . PORTVNAE . DESPECTAVT . [MPETVS
VNISQVE . SAT . BEATVS . REX . VIRTVTIBVS
ZEN . lNTER . ASTRA . SlDVS . EMlCAT . NOVVM

QVIS . INDOLERE . QVlVERIT . AV'l . IRASCIER


FERNANDVS . HlNC . QVOD . INOPINATO . EXCESSERIT
QVI . FILlVM . NOBIS . BENEMERENTlSSXMVM
REGEM . RELIQVRT . SCILICET . PAVSTSSIMVM
DELIC1VM . POPVLORVM . OPTLMVMQVE . PRlNClPEM

Il'

(13)
Iscrizion

Del Canonico Nicola Campt


REX . PRVDENTISSIMVS
NIHIL . ANTlQVIORl . SIBl . CVRAE . HABVLT
QVAM . VT . EMENDATLS . LEGlBVS
lVDlCXORVMQVE . ORDINE . OPTlME . CONSTITVTO
IVRlS . DlCVNDl . RATlO . FORET . EXPEDITA
ET . NVLLA . CALVMNlAE . LATEBRA
NVLLVMQVE . VERSVTIAE . EFFVGIVM
IN . POSTERVM ."RELKNQVERETVR

FERDlNANDUS . I
BONO . POPVLORVM . NATVS
NE . PROVlNClALES . AB . EXERCENDIS
VLTRO . CITROQVE . COMMERCllS
ITINERVM . DIFFICVLTAS . PROHlBERET
vms; DETERRtMAS . [NVIASQVE . MVNIENDAS
NOVASQVE. MONTIBVS . EXCIS[S.AEQVATIS. VALLIBVS
v, ET . PONTIBVS . EXTRVCTIS .APERIENDAS

AD . VLTIMOSQVE . DlTlONIS . SVAE . TERMINOS


REGM . SANE . MVNIFICENTIA
PERDVCENDAS . CVRAVIT

(1+)
FERDINAND! .- I. PRDVDENTIA
CLASSIS . PULCHERRMA
AEDIFLCATA . ET . ORNATA
COPIAEQVE . OMNl . REI.. BELLlCAE . vsv
PERSTVDISE . EXERCKTATAE
?ET . DVPLEX . EPHEBEVM . CONSTITVTVM
VBI . MlLl'IlAM . NAVALEM . ARTEMQVE . NAVTCAM
EDOCERENTVR . ADOLESCENTES
MILlTAREM . NOMINIS . NEAPOLITANI mom-m
APVD . MARIS . POTENTES . NATLONEs
AMPLIFlCAVERVNT
REX - FERDNANDVS
COLONIAE . SAN_LEVC\ENS[

AB .SE . m . AMOENVM. COLLEM . DEDVCTAE


EA . SAI-[ENNA, ET . HVMANITATE

TEMPERATAS . LEGES . DESCRIPSIT


QVAE . COLONIS . FELICITATEM . PEPERERE
suzr . LAPlDEM . IMMORTALEM
MERlTOQVE . .rvrr . CVM . CLAR[SS[M[S
OMNIS . AEV! . LEGVM . LATORIBVS

COMPARATV'S

PLERAQVE . oPERVM . PVBLCORVM

QVAE . CAROLVS . AVGVSTVS


MAGNlTVDlNIS . ROMANAE AEMVLATOR
AD . REGENDVM . HISPANIARVM . [MPERIVM
IVRE . EVOCATVS
VEL . AFFECTA . VEL . PROFLIGATA . RELlQVERAT

FERD-NANDVS
AD - PARENTlS . GLORlAM . REGNIQVE . DECVS
EADEM . MAGNIFXCENTA
ABSOLVENDA . MANDAVLT

f 15 )
FERDINANDVS
IN . POPVLlS . REGVNDIS . SAPIENTISSIMVS
CLEMENTIAM . ET . SEVERITATEM
OPTIMAS . lMPERll . CVSTODES
SlBl . SOClAS. . REGNKQVE . MlNlSTRAS . ADSClVIT '
QVO . VBI . RATlO . FLAGITARET
VEHEMENTLVS ..AD'. VlRTVTEM . EXCITARET . BONOS
lMPROBOS . A o FLAGITHS . ABSTERRERET

PRINCIPIS . BENEFlCENTISSXMl
MENS . zo . FVIT . SEMPER INTENTA
VT . DDMtctLtA
EXCIPlENDIS . PVERlS . ET . PVELLts
QVIBVS . NVLLAM . oms . SPEM . RELlQVAM
FORTVNA . FECERAT . COMPARATA
SANCTlSSlME . ADMlNlSTRARENTVR
VT . VICTV . VESTITVQVE .AFFATLM . PRAEBlTO
AD . PXETATEM . ET . OPIFlClA . PRO . svo
QV[SQVE . lNGENlO . EXCVLTI
_
POSTI-IA . GNAVl . lNDVSTRIIQVE . SlBl . PROSPICERENT
NEQVE.. mona . IN . SCELERA . RVENTES
IN . PERNlClEM . EVADERENT . CIVLTATIS
\

('16)
QVO . LIBERALES . OMNE . GENVS . ARTES
lN . HOC . REGNO . BEATISSIMO
LAETIVS . FLORESCERENT

FERDINANDVS
MVSEVM . REGIVM
tNCREDIBtLt . ANTlQVITATVM . GAZA*
AD . EXTERORVM . lNVlDlAM
REFERTISSlMVM
IVVENTVTl . NEAPOLLTANAE . PATERE . [vssrr

vm . DEFIXO . [N . TOT . ClMELIA . OBTVTV


ACVERETVR . IN . Du-:s . [NGENIVM
ET . PROPosts . SlNGVLOS . IN . ANNOS . PRAEMHS
IMITANDL . STVDIVM
ExchARETVR

REGlS . PIENTISSlMl
PROLtXA . FVtT . [N . PAVPERES

MtSt-:thORDtA
MENSTRVAQVE . vwvzs . ET . vmcmtsvs
LOCO . NATIS . HONESTISSIMO
STKPE . SVPPEDITATA
EARVM . EGESTA'II
., cONSVvaT . SlMVL.
ET . PVDORI

( 17) `
FERDlNANDI . Recrs'
PATERNVS . IN . CALAMITATOS . ANIMVS
TVM . MAXIME . ELVXIT
~
QVVM . AVRIBVS . LINGVA . ET . OCVLIS
CAPTIS . PVERIS
PER . PRAECEPTORES . SOLERTISSIMOS
LINGVAM . QVASI . AVRESQVE . REDDITAS
OBNITENTE . NEQVIDQVAM . NATVRA
DEMIRATI - SVMVS
CAECIQVE . ARTES . EDOCTI . VARIAS
NON . MEDIOCRE . NACTI . SVNT . VITAE
ADIVMENTVM . ET . SOLATIVM

FERDINANDI . GLORIAE
POMPEI( . MIRIFICE . OBSEQVVTI
TOT . OPES . VESVVINA . QVIDEM . CIADE
OBRVTAS . ET . SEPVLTAS

AT . REGNI . SPLENDORI . SERVATAS


E . smv . EFFVDERVNT
V'r . IMPERATORES . REGES . VIROSQVE . PRINCIPES
VISENDI . STVDIO . INCENSOS
INTRA . MOENIA .SVA . DIVERSARI
.VIDERIT . LAETA . NEAPOLIS.

(aer
mNVMERrs . sr . NOMINBVS
FERDINANDO . AVGVSTO
NON . ESSES . onsrarcra . NEAPOUS
VEL' . [1.1.0 . CERTE . [MMENSVM . QVIDDAM . DEBES
-

QVOD

FRANCSCVM . REGEM - TIBl

:ET . ELlSABETHAM . REGlNAM


srtmmmssmo. OMNIVM . vmrv-rvu . cnonaoto
ORNATOS . RELlQVERlT
\

GRande, ed immortale Iddio! quali terribil'vert pre


enta amane

alla mia meme laugua ,

e divina tua.

Religione! Alla di lei luce io leggo in quee lugubri pompe


la meta erema della grandezza e della debolezza umana ,
che mi addta eervi un Giudice eterno , ed ineorabile ,

che regna opra de Re: che egli il olo Re de' Regi ,


il Signor de Signori, che dal centro della ua immensir
.enza cangar e eo, il tutto cangia, e ad un girar di
ciglio d e toglie la potenza ai Grandi, e loro non lacia ,

che la propria lor debolezza: che nel d egnato ne uoi


terni conigli toglie lo pirito a quei uomini, che poe al

governo delle nazioni; e hamatli app del uo trono , da


ei richiede a qual' uo rivolscro la potenza, la forza, e
lautorit, che loro concede (-1) a difendere la virt, a

dilatare le vie del Cielo, a. oenere la Religione; e se co


ntandarono gli uomini, anch ubbdto ossc nelle sue leg'
.gl immutabli , Colui, che intima a

Reggitor de po

poli , che un durmo giudizio lattende (b) . Allora una


_eterna , ed .inappellable entenza o di una gloria immor
tale , o di una diperazione enza limiti decider per
empre la loro orte. Allora ogni nqut rmaa confua
tender mutola la ua bocca (c); e Lebben Icloqucnza adula

,
(a) Ad hoc 'enim poteas dominorum meorum pietati
melita: data, : itper-.onmes hominec, ut qui bona appetunt,
adjuventur; ut cwlorum via largius pateat; ut terre/ire

regnum caelei regno fa'muletur. Greg. lib. 2.


Maur. Aug.
(c) Psal. 106.
(b) Sap. 6. 3. Qt.

62. ad

(216))

trice, che pereguita i Grandi per sin nello squallor de Se:


polcri, tenti di nacondere i vizj col prodigar encomj dovuti
alla ola virt; Un raggio di quell' eterna lucje, che svela le
iniquit tenebroe , e ~trae a-chiaro 'giorno l'ombra iea.

della morte, (a) dipando il folle vaneggiar de' uperbi ,


l gi negli abii dell'oblivione travolger i gli della
fortuna auerrati , e perduti: laddove benecenza religione,
.adempimento de' proprj doveri, alicurando a Principi giu

i la venerazione di tutLi ecoli, ` criveranno le glorioe


~_loro gea nel volume prezioiimo della vita.

Pur troppo egli vero, che la natura ea ,_la cui


'voce riuona nell' amica , ed univerale coumnza delle

'Nazioni tutte, ne inegna, che il rammenta'r le lodi degli


`.Eroi trapaati una incera confeione di animo grato e
.riconoscente, che scorgendoli povero ed inerte alla ricomi
pena, loro oerisce l'umil tributo delle lodi: non [ice

~per confondere la grandezza della dignit con quella delle


azioni, n mendicar dall'arte luro, e splendcre a mensob
gniere virt. Non penate per tanto , o Signori, che io
Miniro di un Dio di verit, io per l'uzio malagevole z
_fui on chiamato, divenuto interprete del comun cordoglio ,
,m un Tempio, ove il dovere, la piet, la riconocenza
raccolse quanto vi ha di pi illure in quea Capitale , io
dico, poe in obblio le grandi verit pocanzi annunziate '
voglia interrompere il Sacro Rito di epiazione per verat
con prodiga mano ulla memoriadelleinto noro Monaten
mentire lodi, ed eloquenti menogne. Quee are sacroante,
quee nereggianti pareti, ed i lamentocanti, e le mee

preci, e le pallide faci, ed i vori volti, tutto mi rinfac


cerebbe altamente i miei traditi doveri . Non satrenda ci
da me: io trarr l elogio dell'Auguo Monarca dallo eo
uo Cuore, che lunica sede dellav virt: nel `cuore uo ,

che come il Santo Re Giosia conervi) fedele al uo Dio 3


(a) fab. r:. 22.

'

(ai)
in quel cuore pio, beheco, invitto io 'discupro gli .argo
menti di una lode immortale , perch fondata ulle immote
lzal della Religione. lo dico dunque che Ferdinando I. ebbe
nn cuore pio, un cuore beneco, un cuore invitto: ed ecco

l tre pregi ngolari, che formeranno la triplice partizione


el mio ragionamento . Cuore pio , per cui compi con
eatta fedelt i anti doveri di Religione: cuore beneco,
.per cui .promoe con generoa liberalit i vantaggi de'po
poli :_ .cuore invitto per cui con una intrepideaza la pi ma*

gnantma trionfo di se co ne~casi avversi.

_
1. Se egli vero, che la Sovrana Maet, per cui il

Principe innalZato su tutto ci che opra la terra, sia una


comunicazione del divin potere; e quell aoluta, ed indi
pendente autorit, che ne piega la pompa, e ne dionde
lo plendore, gli venga adata dallo fieo Dio, come un
depoito da geloamente cutodire; ne siegue, che degna
mente oiene il Fincipato colui, che -vi i conduce come
`minitro e luogotenente di Dio , ed in cui l'immagine della
antit di Dio altamente riplenda, Uopo dunque , che non
laciandoi abbacinar-e- dallo plendore della gloria , di cui ri

fulge, non s'inuperbica della Sovranit: ma oenendo il


carattere auguo di Sovrano innanzi a' uoi udditi , cone
ervi la modeia di uddito innanzi al Re de'Re;e ogget
tando la ragione alla ede, oggetti i entimenti alla ragio
ne; .e nel regno dell anima componendo i tumulti delle pas
sioni, in bella pace comandi a se eo.0r qnea appunto,
Signori, u l'immagine, che a se propoe
r tracriverne
in e eo tutt'i lineamenti; queo' il mode lo, 'in cui o
lo guardo ritenne per conormarvi 'i *uoi penieri, i uoi
aetti, le ue azioni,la ua vita lottimo Re Ferdinando [a

Iddio che avevalo deinato ad eere un giorno con di*


gnit di Sovrano l' immagine di ua Divinit , gli don un
anima veramente buona, perch docile alla ragione, piena
di candore,inchinevole alia virt ;un' anima a dovizia fornita,

,d'indole generoa e vivace,dingegno penetrante e ublime ,


di pronta e tenace reminice nza.Quee doti per di natura
non men che di grazia, oh quante vol-te otto dorati tetti',
tra'

('21)
tra. gli'agj,e mrbidezze, i fanno eniire a dar pi libero

sfogo alle nacenti, e non contradette pallioni di un cuore',

che ove non abbia la Religione per guida , diviene il


t-r astullo de uoi folli penieri, e delle conigliate ue paliio*
ni .Lungi. per da noi s fatti timori, ove si tratta di Fer
dinando . Gli Augui suoi Genitori , Carlo [Il. e Maria

.Amalia Walburga,oh dolci nomi di cara empre, ed eterna


ricordanza ! modelli di rara, ed- illure piet , tutto il pen

sier si tolero , ed ogni cura adoprarono per tenacemente


colpire nel tenero di Lul animo que pii, e religiosi enti
menti, onde eran'Essi altamente penetrati . Weervafe in
ottimo terreno alla riva di un fontearbocello da eperta
mano piantato,e con indefessa cura coltivato,in breve tempo

'alto , e robuo crecere , e colle frondi, e co' rami l'aria


incombrare, e colla vaghezZa de 'ori , e colla uavit de

frutti lieto ormai' rendere , e pago lindure Celano? In tal


guia , e non altrimenti addivenne del noro Monarca.
Lome Egli avidamente bevve da" uoi Genitori le nobili
idee della Crifiiana Religione ,>"e nel docile suo cuore le
accolse; cos merc i di *loro luminOsi esempj , accompagnati
dagli avvisi ,ed insegnamenti di peronaggi per auiera e 10mma
probit , per or di enno, ederezza nel maneggio de pub
blici aari illuri, e fedelissimi, and a nntrirle, e confer

marle nellanimo uo,che in poco tempo tutta Egli ne compre*


se la forza ed il valore,ed i Genitori,e lo Stato ne riporta

;ono i sospirati frutti . Ed ecco di fatti giunto a quellet


adegnosa gi di pi premere le orme dall'altrumanoegnate,
.che tosco fece brillar dal Trono quell'aetto s tenero per
la Critiana Religione,che siccome fu-la pi Singolar gloria

del nome Borbonico, Cos ato il pi nobile ornamento,


che freggiae la di Lui ,Corona . Tanto egli -vero , che
da anime grandi grandi anime si creano . Quindi in Lui
quel guo s decio, che entiva per la -lettura de'libri di

~criiiana piet, che non pago di formarne il uo olido, e


cotidiano cibo, s'adopr a propagarne la lettura colla tradu
zione, e la ampa a vantaggio deuoi amati udditi.Quindi
iQuello zelo s divampante per dipar'empre quelle dene
nubi

(zz)
nubi di tenebrof libercoli, ingiuriosi alla Religione, e orn
vertitori del buon coume, che a corno del noro ecolo

formano l'ammirazione

egli ignoranti, e la delizia decor

rotti. Quindi quel celee fuoco per la di lei cuodia , e di

fea, volendo, che ne uoi Regj Studj si ergee una catte


dra, che ne piegae i caratteri, la necet, l eccellenza,
e la veracit contro i oismi del libertinaggio. E nonsi deve

ascrivere altressi alla religiosa di-Lui piet l' iituzione di


quell'insgne Ordine otto la protezione di S.Ferdinando,di
cui gloriavasi portare il nome,ch' Egli ad imitazione del uo
gran Genitore , crcar volle ad incoraggiar la virt, a ro;~
muovere la piet,e premiare la fedelt de' uoi nobili va alli
A queo ineauo fonte -diogni-sapere attine Egli al
tres-Si quella gran massima ,chela vera piet consie nell' eatto
adempimento de peronali doveri ; e quindi Ottimo Padre
di famiglia qual era , a format lo pirito , e lgettare nel
cuore de uoi gliuoli i primi emi di Religioe non me
no, che letterarie e principeche virt , tracelse uomini

per oda piet , e per apere inigni. N di ci contento .5


mentre Egli e'o iillava ne loro petti quei entimenti
magnanirni di elevazione degna della loro nacita , aprt:
va, direi cos, una beata cuola di Religione, che u. ma!
empre l' anima de uoi aetti, l' oggetto nale de' uor ra
gionamenti , e delle eemplari ue operazioni.

Ma che dir poi di quel acro .e profondo ripetto di


cui era pieno ne' pubblici, e privati eercizj ,di queiti-Au'

gua Religione? Oh come bello era perci , o Signori, al


vederlo praticare,come Davidde innanzi all'A rca,]e ue ado
razioni! Voi chiamo in teimonio, o Sacro Altare ,o pinto
immagini, o pareti augue di queo tempio; voi ei che
mi acoltate, o Signori ,dite voi gli eempi 'luminoi dl viva

fede, e di carit non equiv oca da Eo qui appunto river


`berati ul folto uolo degli-avidi pettatori, o quando accom~
pagnava in embianZa di lido ervo il Signore recato per mano
Ponticale; oppure quando al Santuario .del Teoro i. recava
ad implorar il patrocinio- dellinclito notro Protettore: dite
voi e Veni'e diinto per la, ua nobile comitiva, Oszsro

(._ H'- ),
.guell'attenzione , e ripettoa .immobilit, ' che non gli
permetteva .neppur di alzare gli occhi? E 'voi,che tetimorr]`
_folle della 'privata ua vita, ditelo voi _, e non era di piet
,miniito eloquente il profondo oequio, e l'eemplar ,divo
zione, onde i ricava ogni giorno ad ailiere ginocchione al
tremendo divn Sacrizio;il ommo raccoglimento , ed il et"

wore, onde intertenetra in ,prolie preghiere nelle non mai


;interrotte .viite erotine all'Auguodivin Sacramento dell'Al
;tar'e. Narratq, deb narrate, le ~pur le lagtime vel _parmen
;ono, quel uo ripurgar peo lanima nella Sacramentale

Penitenza; il riorarla con pari aduit coll'Eucariiico ci;

bo; l'eatta ua oervanza di quei precetti, che a' uoi


_gliuoli impone la Chiea , mai non dipenandoi n da'di
(giuni , n dalle ainenze precritte da Ea,anzi aggiungern
clone altri non comuni in quei giorni,cbe la piet de'fedeli
;tiene a religioo .culto per la rimembranza de'crudi irazj, e
_della morte ignominioa dell'Uomo Dio. Dite voi ,la ete.,
;che entiva della divina parola,onde recava-s ben di ovente,

.e emprcch lo permettevano le gravi .cure dEl Trono, alle


Prediche Quaresimali, alle Iruzioni, ed agli Spirituali ..E
ercizj, che l tenevano nelle ue Regali Cappelle,

Rammenter i0 qu poi il tenetiimo liale aetto,cbe


,nutriva I"gli per la gran Madre di Dio, i particolari uoi
digiuni nelle di Lei .principali felivit, le frequenti viite
,che aceva ai i augui di Lei tempj, e la nobile Chic a
innalzata al cu to della Vergine delle Grazie l nella vetta del
~monte di S. Leucio? Parler- io qu del trattato concliiuo coli,
Santit di `Pio V11. di felice rimembranza,onde conpirando
amichevolmente il Sacerdozio e lImperio,.e dallapubjzica po.

,jte protettaoe la Religione,e dalla Religione, .come da


_ua pi ferma bae ,la tranquillit dello Stato t'olenuta ed a

curaEaPRicorder- io qu igravi dunni recati alla Chiea dalla


turbolenza de tempi , riparati _poidalla di Lui piet ; 'il termine

pollo al pianto e al duolo delle vedove Chiee _colla pruden


.tc _celta di Paori; i .Claulirali lituti rcituiti,e proteth

Pecriver io qu quell'atto d'ioaudita piet, col quale a


"mi" 1,9?! fa? PldV culto colla ingiurioa .demolizione

di i

lis)
di tanti luoghi sacri, volle Egli di perfna, e icoille ue pro
prie mani gettare la pietra angolare di quel tempio,che for
mer il monumento eterno della ua religione, e magni
cenza? Arrecher io qu..... Ma come poss' io tener dietro
alle traccie tutte della piet di un cuore, che tutto era po
netrato dalle verit di nora SS. Religione? Di qui Egli
traeva il ommo rispetto, che nutriva per gli Unti del Si'
gnore,e per chiunque facee eemplar proeione della vita
Claurale; di qu l attaccamento coante e fedeliimo al

centro'dell'Unit,ed al Supremo Gerarca;di qui quello zelo


indefeo per leatta oervanza del retto, e del giulio, che
oleva peo richiamare 'alla mente di quei del uo Con
glio, in rammentado loro quella terribile verit: che le de
ciioni de'Conigli deR ono oggette all'inalterabile revi
ione di Colui,che terribile ne uoi conigli su i gliuoli
degli uomini. Oh entenza veramente Divina ,degna di essere
colpita in aurei caratteri ulle oglie tutte delle ale de Con
gli de Re ! Qul maraviglia dunque se quel Dio, che dal
tempio inacceibile di ua Santit tiene locchio o ul giuo,
e su di colui, che diretto cuore ilcerca ,foe attento su del
religioeo , e pio R z e con una ammirabile protezione , quai con
uno cudo, lo copri'e da tutte le parti in tanti cimenti, im
barazzi, e perigl,a quali epoa fu la Augua ua perona.
E non do'vee voi talvolta inarcar le ciglia al veder in al*
cune sorprendenti circoanze,quando la coernazione regnava
nel cuore di tutti,come Iddio del 'pietoo Re regolae i pai,
reedee ai congli,garentisse le determinazioni? Come ad

eitofelice rivolgee gli oili diegniPCome in ne con ina


pettato, e prodigioso egno , che deSt il orprendimento
nieme ela gioja di tutti,quali col dito di ua onnipoente
mano indicar ci volee ul religioo R l' alta ua protezione?
Oh Dio che voi iete pur troppo condecendente , e be
neco con coloro, che vi temono, e di vero cuore vi cer
cano! E dubitar potremo, Uditori, che una si ammirabile

protezione del Cielo, che meritar eppe l' eroica ua piet,

non facee nel di Lui cuore le_ pi vive impreiioni di quella


Suprema Bont, che iccome per la perfezione del uo Ee
7

(36)
aereeTenzialmente racchiude ogni bene; cos per la ua pie
nezza i dionde ad eere il bene di tutte le coePEd ecco
che un si "nobile peniero o Signori, mi chiama ad inoltra:
nellatringo,e a rivolgere la mia orazione ai doveri grandis

simi , che adempi Egli come So'vranozeiccome nelladempi


mento eatto e fedele degli obblighi tutti di Religione vedete in Ferdinando I. un cuore veramente pi03nel conecrare

tutti i uoi aetti alla pubblica elicit,riconocerete un cuore


ampiamente beneco.
v

Il. Allorth Iddio form il cuore dell uomo volle, che

queo foe la ede principale della clemenza e della bont,


come il proprio carattere di quella divina natura, e come il

egno pi nobile di quella mano beneca di cui ucimmo. La


bont dunque dev" eere come il fondo del notro cuore, e
nello eo tempo, come il primo adecamento, onde gua

dagnare l animo denori imili. Che se di vantaggio vi i


aggiunga la grandezza, lungi ea dal reringerla, ed aie
volirla, le porge anzi comodo, e mezzo da. vieppi comu-'
nicari; appunto come una pubblica fonte, che ollevatafi,

diviene Pi atta ad ampiamente dionderi . Tale appunto",


Signori, u il cuore delleinto noro MonarcazEo a guia
di un ume macoo, e beneco port dolcemente ne' uoi
domini l'abbondanza, e la alute. lo qui far mi ento mag
gior di me eo, e la copia degl illuri monumenti di ua

benecenza, che presenta alla mia mente- l'ampiezza del te


nero di Lui cuore , tale, che a decriverli tutti mi man
cherebbe prima il giorno, 'e la lena . Prenderb dunque alla

rinfoa, giacch non ammette celta ed ordine il dolore, tra


limmeno pelago delle paterno nc benecenze, quel piccio

limo numero, che ridir potr nella precrittami brevit di


tempo. Pi volte le paterno cure di Ferdinando ottratti ave
vano a divere calamit gli amati uoi Sudditi: ma altri u
nei avvenimenti, da quali fummo ua merc liberati,quan
d-o i era a noi dai Siciliani uoi domini reituito, iccome

par che additaero eere la nora alute ripolia nella di Lui


vita; cos reero pi illure , e di eterna memoria degno

il uo ritorno.

i
Dolce

(x "7~ )-`-~
Dolce rammentarvi il giubilo , 'e 'la inondante gioia z
che i leggeva ul volto di ognuno, e le acclamazioni feo~
e, che d' ogni intorno levavano al Cielo i udditi'fedeli
mi, vedendo dopo tanti infelici avvenimenti ritornare `il lora
Principe fatto econdo il cuor di Dio, e delle pi eccele
virt adorno. Ma qual orribile moro dall'abbio acende a
funeare il uo ritorno di Ferdinando? Appena egli compa'
re,che il terrore ed il gomito i parge rapidamente ne' P0
poli, e loro arrea ul labbro i plaui , onde s lietamente
celebravano il nome dun adora-to Monarca. Mentre tutti
auguravano nn abbondante ricolta, quando la erilit' dell}
terra avendo fallite le comuni peranze, la fame era vicina
a rinnovar in queo orido Regno liea fatale cena di
quell' anno ahi! pur troppo infelice. A siatta sventura tenne
dietro too un mortalcontagio,che prendendo origine da una
delle pi oride, e popolate Citt della Puglia, minacciava.
la deolazione, e leccidio a qnea oridiima Capitale. E
*e ci avvenuto foe, qual arebbe ata allora la trie, e
lacrimevole nora orte? Oh Dio! Gi mi preenta alla
mente l'immagine di quella amenae ridente Citt,per lamagni

oenzadegliedicj ,per la moltitudine degli abitanti, per la


natura del clima la pi nobile e bella tra le Citt tutte della
vaga Italia, che cambiata di embiante, quallida , e paruta
s`attende lerema ua ruina. Mi parano innanzi le pub

bliche vie, ed i pi delizio e battuti paeggi per laddie


tro ridemi e lieti, divenuti deerti e muti. Mi embra di

vederejl mortal contagio dopo di. aver avvolte nel lutto e


-nella meizia le cae tutte, avvanzar faloo e trionfante

a mietere nelle piazze robui giovani non men che cadenti


vecchi. Mi embra vedere il padre col glio, il glio col
padre pallidi e vacillante il pao nel momento di porger
l'un l altro ajuto e occoro, lun ullaltro cader boccone,
e laciar la vita. Mi sembra vedere . . ..-- Ma coraggio, F01"
tunati Sudditi di Ferdinando: il cuore del migliore de'Re

gi commosso, gi tratto alla dolente mierabile cena.


A pre i teori,che la aggia di lui parimonia aveva raccolti,
e punto non teme di troppo allargar la mano, ove trattai
della

(18)
dellauienza, 'e della vita degli amati suoi Sudditi .Dall'a
riente e dal mezzogiorno i veggono ad un uo cenno veleg

giare vero inoiri lidi le turgide navi alvatrici di queio Re


gno:imendichi,appreliati loro in diveri rioni di queta Citt
opportuni riocillamenti, ua merc vengono riorati: forniti
gli Ospedali di pi occori, e mezzi opportuni al ricetto
dcgl'inermi , arreani i progrei del male: pediti ne luo

ghi del contagio uomini periti nell'arte medica, i mette


argine al erpeggiante morbo; e cos tutto cangia dapetto:
_la ame s'invola, il morta] contagio parice,la gioja ritorna

rie cuori di tutti merc le provide,ed amoroe cure di Fer


dinando. Allora u, o Signori, che la di lui grand'anima
'nata alla ensiblit tutta quella dolcezza ent, che i prova
nel tergere le lagrime della mieria.

,
Ma iccome la vera bont imile a quella di Dio al dir
di Agoliino (a) non nace dallindigenza e dalla mieria , ma
,dallabondanza , e dalla prousione del cuore; cos la bont
di Ferdinando non olamente non precrie alle ue liberalit
altro conne, che la non manchevole ua compalone; ma.

entendo la dolce neceit di bramare e produrre quanto i


- vpoteva la felicit dello Stato , avvicin all' ecceo. Ecceo?
s , e qual'ecceo direi pi auguo di quello , che nace

dall'entuiasmo del pubblico bene . Fu queta la ua nobile


passione ,deia fu,che lo pine a prendere a pr dello Stato
tante opere egregie ed immortali, che il muniico genio di
Lui tramanderanno alla rimota polierit. Se io volgo un ra

pido guardo, o Signori, a quea Real dominante, che


mai ci, che io ravvio? Veggo allombra glorioa di Fer

dinando migliorari le condizioni dellUniverit de'Rengtu


dj , che tanto di luro accrece al nome Napoleta o, au
mentari di nuove cattedre, ed arriCchirli di depoiti a di

vere facolt neceari: veggo otto gli aupicj di Lui,e direi


otto il medeimo uo Real tetto chiamate a oggiornarvi quelle

(a)

Benigni! umma, non :x indigenti-2, d :x :

ugcentia. Aug. 9. 8. ad Dulc.

(29)
arti' imitatrici,per cui l'indure Napoletano ingegno' a pi
chiara fama erge se eo, e gi sammira ampar orme di
vita suimarmi, suibronzi, ulle telezveggo otto la ua tu
tela, e con enibile dipendio del uo erario abilir nuovi
Collegi, ergeri diinti Licei, apriri pubbliche cuole,ond
prematuramente agiovani s'attenda a or marne il cuore , ad*
derarne l ingegno, educarne la ragione.
lo lacer di buon grado, che altri ram menti , altri eiol

la il provido genio di un Re , che eppe cosi egregiamente


ovviare anottarni diordini,vantaggiare la pubblica icurezza,
provvedere alla calamit degl'incendj, promuovere l'abbellii
mento, e la norma degli edicj ,rendere in ne amena eri
dente queta Capitale con delizioime amenit di Ville, che
rallegrano lo pirito con vaghe fontane, con dilettoi laghi,
con_ maraviglipi diviamenti di iatue,con colte,e alvatiche'
piante,che primavera ,'ed autunno perpetuo vi dipiegano. Ma

come port non celebrare altamente quella apientissima deter


minazione da Lui prea di compilare un vCodice di tutte le
leggi, dove, mettendoi in ordine chiaro e facile le ocure,e

complicate consuetudini, e leggi del Regno, e riecandoi


tutto ci, che per le vicende de' tempi, e coumi dive

nuto difettoo , inutile, e non adattabile alle circoanze pre


enti
dellaempre
Nazione,
i formae
un corpo di leggi, che
is
ae per
le deciioni
del magirato,ecludeiie
le ot
tili interpetrazioni del osra ,eabilie olidamente la quiete
de' cittadini? Come potr non rammentare la fondazione di
quella benavventurata Colonia, che a porger utili braccia
'al patrio [avorio diseta,e a dear'l'induria orgente di ogni
dovizia,abil l in S. Leucio;al cui regime e governo crie
di proprio pugno s agge, ed adattate leggi, che deata
avrebbe ro lammirazione de pi nobili legislatori, che vanta
l'antichit? Come potr non ricordare a nome della Reli
gione e dello Stato, co eni pi vividi gratitudine, il,aluti-'

ero divieto di rovinoi giuoghi,che di un ol colpo atterrb


lidra funeia di tanti vizjovvertitori dell'ordine e de'cou
mi,che s di frequente recavano lagrime deolatrici nel eno

di oneie, e ben agiate famiglie. .

"

(3)
Oh amabili cure di un R, che da ogni ato mi oro
no ~monumenti perenni di pubbliche benecenzelQui in mez
20 all'utile lavoro odo unouolo d' innocenti anciulle intes

Sere inni di laude alla mano pietoa, che le raccolse , e dal


pericolo le ottrae . L ento un drappello illutre di agge
mattone, ,e di coumate danzelle, che benedicono il nome

auguo del loro inigne beneattore Ferdinando: dove folte

chiere di vaganti mendichi ua merc riorari nelle cotidiane


10:*0 indigenze di pirito non men che di corpo : dove a
miglie innumerabili di prodi campioni ottratto al diagio, e
Provvedute di abboodevoli perenni occori: Che pi? Un

olco uolo , oh ecceo di benecenza e di amore! di avvanzi


di uomini, di ciechi, mutoli , e ordi, che conacrano a lode

-del lor ritoratore l* uo di quelli tiel organi, che , a sdegno


direi cos della natura,loro incerta guia reitu Ferdinando,
'onde trar poreero una vita men trile e diagiata. ln om
ma,se innalza nuove fabbriche di manifatture a produrre que**
gli eccellenti lavori, che nell' eleganza gareggiano oggi coi
'pi ricercati delle pi culte nazioni; e ripara le rade per*
l interna circolazione delle merci; e deta chiari ingegni a
tentar la narura, a parger lumi, _a meditar ritrovati; tutto
a, tutto divia al grande oggetto di promuovere la comune

felicit. N penare, 0 Signori, che in quee opere bene


che avee parte o il faio della grandezza , .o la ete di plen
dida rinomanza . N; il cuore di Ferdinando ad altro colan

temente non aspil, che ad imitare la bont uprema ed in


nita, mentre ne uoi Sudditi non maialtro riconobbe,che

l'immagine del comun Fattore. E non erano que i entimenti del uo bell'animo,che peo udivanti dalla di Lui`
bocca? Da maime s nobili nacque in Lui quellarte cotanto

oave, che a, che l uomo s abbai enza punto decader


dal uo grado, e che si felicemente Unice, e lega la libert

col ripetto. Oh voi, che appi del uoTrono vi recae,


dovete voi unquemai tremare alla Maei del diadema? Un

facile acceo, un volto aabile, un vivo interee pei vori


infortunj, e per le upplich: volire, non vi airinero a riconocere, arei per dire, nel votro Mcmrca il miglior

'vostro

(3')
voro Amico? E quando mai fu egli veduto men lieto in
volto, men gentile ,- e meno acceiibile, i'ebbene gli aanni,
e le travere, che non ripettano neppure i Scettri, ed i

Troni, faceero crudo governo di quell'anima tenera e en*


sibiliiima? Ed ecco, o Signori, che quai enza avveder
mene on io condotto -a parlarvi di quella virt , che ree
il pio, e beneco cuore di Ferdinando triOnfatore della _for
tuna aWera, e di e eo.
Ill. Ne qu , o Signori, verr io rammentando lim
mena doglia, onde fu egli traitto all'acerba morte di teneri
pegni, de' quali arricchito l' aveva il santo nodo,che allau
guta Carolina lo trine. Nulla dir del fatale iante, in cui
i vide dal eno divelta talincomparabile conorte, degna di.
occupare tutto il uo cuore .p Nulla dir della vita laborio
siliima,che immero del continuo negli ardui aari de tempi
cotanti dicili, Egli condue mai empre in ino agli ultimi

prezioi uoi giorni. Quei aanni, o Signori, co quali il


Cielo prov _la coanza di Ferdinando, non erano, che o*

rieri di quelli, onde Ei diegnava di anare quella magna*


nimit, che iretta per dir cos tra i dometici conni, do
veva poi illuirarsi colle terribili vicende, che fecero tremare

i Europa, Iddio, che per la voce de' uoiminiri, come


un d al lraello per la voce de uoi Profeti, aveva per pi
luri intimato i uoi voleri impunemente oltraggiati, e le ue
terribili minacce ioltamente derie , vibr alline dallalto de'

Cieli quella pada_ , che fu veduta da Ezechiello aggirarsi


ulle prevaricatrici nazioni; e quella pada itibonda diangue

ulle dure cervici dicee , e gli altieri colli traie , e per ogni
dove laci mierande tracce del uo furore.
`
Atterrito il penier mio riugge dal rammentare l origine
di una guerra orta da inopinate cagioni , eguita da inauditi
uccei: guerra fatale, che' eco traendo ruinoa piena di mali
piomb ulla umanit infelice . Ad un s ero pettacolo che
far, uditori , il religioo Re P Vede l' Europa intera , che

atterrita, e penoa medita ripari, e difea: ente i vincoli


del angue: geme ulla orte di un congiunto Monarca i pavcma,

pel Trono, che parevagli allor, minacciato: geme ulladgrt


. 9

('31)
de' uoi popoli: ma opra tutto geme ulla Religione de' pa*
drinori, che aannoa, e dolente ulle rovine de tempj,
~e degli altari, ,ode con voce upplichevole chiedere a Lui
riparo e difea . Appronta numeroi e ben agguerriti eerci
ti: i accinge ad una giua eprudente difea . Ma quando
il Supremo Reggitore alcuno trasceglie ad irumento de' uoi
consigli ,nulla ne trattiene il coro: Egli incatena, accieca, e
doma tutto ci, che e' capace di resistenza; e otto il uo
braccio onnipotente la apienza umana confonde se lea,ele
paioni medeime ervono ai decreti del Dio forte,grande,
poente, il cui nome ilSignore degli eerciti , grande in
conigli,abbondante ne' mezzi da condurli a compimento (a).
,, Collegatevi, o popoli, grida Iddio dall'alto de' Cieli, col

,, legatevi, o popoli, e voi arete vinti: armatevi di corag


,, gio e arete vinti: fate i sforzi eremi,e arete vinti an*

,, cora. La prudenzadevori conigli ar confua: i vori


,, maneggi andranno diperi al vento (). ,, Cos, o Signori,

parla il R de Reggi,allorch`e vuole punire i regni, ed ai


nare colle aVverit-,siccome loro nel crociolo i] cuor de'Re

gnanti.Nelle provincie intanto,ed in quea Metropoli ea


i parge sul volto,e regna ne' cuori il terrore ,la coerna`~
zione, lo pavento. In s crudele ilante la pace il voto
comune. Ma qual iante.... e qual pace
`
Un Re,che non avee calcolato le ille di angue,cbe
coava ai uoi popoli uno sforzo etremo: un Re, che con
invitto cuore non avee adorato la mano Suprema, che il
percoteva , avrebbe, Uditori, ull' orlo della ua caduta mi
nacciato ancora con feroce sguardo il nemico, amando me

glio di morir confuo tra le rovine del regno, che di com


prare con umilianti acriicj la tranquillit e la calma. Ma
la Religione, che ne'Sudditi uoi veder acevagli i uci i

gliuoli, gi avvezzato lo aveva a preferire alla gloria di


verare il angue nemico, la gloria di conervare i popoli

(a)

er-em. 32. 19.

(b)

Isaia 18. 9. e: segg.

(53)
oggetti. Or quali genero acricj non idovevano apettare
da un cuore, cui pi peavano i mali de'Sudditi, che non

i uoi mali medeimiPOh notte eternamente memorabile! Oh


notte degna di non eer mai cancellata dagli annali di Na
poliIOh norte,cbe nel tuo ilenzio avvolgesti la dipartenza
generosa di un Monarca,il quale dallavvera fortuna pere

guitato eppe regnare ulle paioni,che regnano ne i Re, e


procacciari, cedendo,una vittoria tanto maggiore di ogni al
tra, quanto a dir del Savio pi glorioo il signoreggiare il

uo cuore ,che il conquiare Citt, il oggiogare Nazioni (a).


Chi dunque non ammirer la ommilione, con cui il
magnanimo Re adorando i profondi conigli di colui che cos
dipone per annullare la uperbia della gloria terrena,chin
come Giobbe la fronte otto lonnipot ente mano di Dio ,
ed al furore dell'avvero deino oppone ndo la coanza invin
cibile della Religione,fece conocere, che se non aveva po
tuto vincerne la violenza, pi nobilmente oener ne sapea
l urto gagliardo P Come robua quercia , che da procel

losi aquiloni aalita , e percoa immota si a ul gran tron


co, quasi asidare a'nuovi aalti il feroce elemento; tale
l'intrepido e generoo cuore di Ferdinando, che avvolto nel
ero turbine di traverse, punto non vacilla, non trema;
che anzi dopo nuove vicende ,quale auguo pettacolo non
il vederlo opportare gli oltraggi della fortuna con tutta fer
mezza di un' animo uguale empre a se eo .Difatti coro

era appena un luro , da che aveva colla ua preenza re


ituita a queo Regno la gioia , la tranquillit, la pace';
quando di repente orto un nero novello turbine ,cui l'alte

rezza ed il fao aggiunto avevano eca e fomento , coringe


Ferdinando ad abbandonar nuovamente queo Regno , e por
tari nelTrinacrio uolo anche al uo dominio oggetto. Mign
c allora al uo coraggio la forza? coa rimae la coanza

del uo cuorePAh! Uditori,Egli aveva ben appreo non gi


(a) Melor { patiens vira forti, et quidominatur am
mo ua, cxpugnaror: urium. Prov. 16- 57-l

(3+)
per una fermeZZa Stoica , inpirata dall'orgoglio , ina per
una raegnazione umile, e Critiana a non cangiar se leo
in ogni incontro d'inimica fortuna . Ma quegli, che tiene
dal pi alto de' Cieli le redini di tutti glimperi,e ne' uoi
eterni consigli egnati tiene i tempi, e numerate le genera
zioni di coloro , che deina all' eecuzione de' uoi decreti ,

volle alla Perine dopo due luiri che Egli facee glorioo ri
torno nel uol natio.Ma coa credete voi , che linalterabile

fermezza del di Lui cuore opponee ai neri aguati dei Se


mei inultatori, e de' rubelli Naballi? Un ampio , generoo
ed univerale perdono : un giurato ed eterno oblio de passati
falli, favori , benicenza! Uh auguo pettacolo! oh prodigio
di inaudita clemenza l oh termezza di un cuore veramente
invitto!
p

Per cotal guia, o Signori, volle ddio ana! ulla


,cole delle tribulazioni il cuore di Ferdinando, in cui la
celeiale ua grazia ordiva il gran diegno didiporlo all'ac
quio di un Regno eterno ed immortale. Avvegnacth sic
come il Crilrianesimo ebbe la ua nacita dalla Croce, cos

le diavventure ono quelle, che :lo forticano, e lo rendono


'i puro ed illutre. Quee inducono la creaturaariconocere
al proprio nulla; e togliendole ogni ducia in se medesima ,
le fanno entire pi vivamente la ua dipendenza da Dio ;.
Con queie i cancellano i propri delitti , con queie di
vengon rette le intenzioni, con quelle i propri desideri dalla

terra al Cielo s'innalzano; e perdendot il guo , che al


mondo ed alle di lui pompoe follie ci liga, s'incomincia ad
apirare a. quei beni, che Iddio prepar a coloro che pian
gano,ed abbracciano dibuon grado la Croce.0h quanto per
ci il reero capiente nella scienza del Vangelo i siniiri ac
cidenti I Quanto mal bene conobbe Fgli la Religione , e la virt
della Croce,allorch uni il Crijlanesiino cogli infortunilQuindi
i vide dopo tali diavventure cotruiri nel boco di Capodi

monte quel sacro Eremo ,ove peo correva Egli per guiarvi
un' umile ripoo, e per trovarvi il Carmelo di Elia , il de

erto diGiovar-ni, ed il monte si ovente teimonio de ge


Lniti dechdentore . Quindi .Sl vide il medesirto nellamarezza

35; )
dello pirito peorichiamare al peniero gli anni trascorsi,ed
ineorabile nell accuare eeeo prevenire il evero,e rigido
Sindacato di quel Giudice ,il quale delle bu one non meno,che
delle malvage azioni decide(a).Quindi umiliato otto la mano

di Dio i vide rendergli grazie di averlo cos avvertito;


multiplicar le ue limoine empre abbondanti; raddoppiar le
ue divozioni empre aidue, rinnovar l ardore di ua fede ,
e di ua carit. Nel fervoroso eercizio di tali virt, la ua

piet eccitandoi empre pi da se medeima, e prendendo


nella ua propria forza nuovo aumento, la morte , non pot
forprenderlo , ancorch venuta foe a guia di notturno
masnadiere
ed Egli
vivoin nelle
braccia faneo!
s vide
enza averla, quai
mirata
voltoi di lei
O giorno
O giorno orrendo! ove rimbob d'improvio a guia di tuono
quello spaventevole annunzio: Ferdinando morto, morto
Ferdinando.

Cos ebbe ine, o Signori, la vita laborioa e tribolata

di un Re pio, beneco, invitto, perch fedele a

uel Dio,

a cui tenne rivolti i teneri aetti del uo cuore. Ma tra


idolci argomenti,che la religioa ua vita mi porge, ahi me!
che io ento intonarmi all' orecchio , che coa terribile

cadere nelle mani di Dio vivente. E chi otr icuro pre


entari a Lui, che giudica le giuizie? Almo Porporato
Pontece del Dio di pace arettatevi a compiere i riti do

lenti. Le ebili preci, onde pregate alla grand' anima alute


e ripoo, acendano al trono dell'Eterno , ed il angue della
Vittima di propiziazione terga tuttoci, che pu die rirle
il poeo del Regno, ove nulla entra, o oggiorna, che
mondo e puro non ia. E tu, o mio Dio, Dio di virt
per cui egnano i Re, colle lagrime , che versiamo ulle
ceneri del Padre deh! accogli pietoo i fervidi voti, che la.
Chiea, e lo Stato levano a Te da ogni parte pel di Lui
Figlio Auguo, in cui siccome ammiriamo la dolce memoria,
e la virt del Padre, cos forma ora la nora peranza, ed

(a) Eccles. ta. 14-.

(36)
uer pur dirlo, il noro amore . Rivolgi Tu s -di Lui il
tuo piacevole sguardo;avvalora\i diegni di un Principe,che
in Te amando i uoi popoli, gi loro mor con memorand
esempli ,- che olo apira alla gloria di eerne il benefattore
ed il Padre. Paano le ue Criiiane,e Reali virt confondere
il libertinagglo, far vieppi riiorire il coume, e la piet;
,aicurare l abbondanza, la gioia , e la pubblica felicit!
Allora in un olo noi riuniremo tutt'i voti nori. Conervarci,
~o Signore, allor grideremo, un' immagine vivente della Tua

Sovrana bont: conervaci il Re Franceco l.

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