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Generazione di fenomeni, cantava Curreri con i suoi Stadio e sembra proprio che la definizione sia

cucita addosso all'annata femminile del 1996. Un gruppo che, sia a livello di club, che di nazionale,
ha saputo lasciare il segno, un segno indelebile, uno di quelli che non va pi via: stata scritta la
storia, giorno dopo giorno, giocata dopo giocata, una storia con cui chiunque verr dopo dovr
confrontarsi. Ecco perch, a parte le medaglie, i record e tutte le prestazioni maiuscole di queste
giocatrici, quest'annata merita di essere ricordata ed esaltata.
Ma partiamo dall'inizio di questa storia.
Tutto inizi nel giugno di quattro anni fa, in quel primo raduno in quel di Pesaro, in cui l'allora
nazionale U16 si radun per la prima volta. Quando tutto inizi, la consapevolezza che quel gruppo
avrebbe potuto fare bene, c'era eccome, perch tra tutti, spiccava certamente il nome di Cecilia
Zandalasini, nettamente, a quell'et e con quel fisico, una delle migliori giocatrici nel panorama
europeo e mondiale. Dopo quasi un mese di raduno, le ragazze si presentarono all'europeo di
Miskolc e giorno dopo gioco, partita dopo partita iniziarono a costruire un sogno, quello di una
medaglia europea. Il percordo dell'Italia di coach Riccardi fu praticamente netto, ad eccezione di
una sconfitta nella fase a gironi, fino al giorno della finale.
22 luglio 2012, Spagna Italia, per la seconda volta in quell'europeo, dopo che le azzurre le
avevano gi battute nei gironi. Purtroppo il risultato finale premi le iberiche, nonostante la
sontuosa gara di Zandalasini che confezion un match da 19 punti e 12 rimbalzi e fu incoronata
MVP del torneo.
A 16 anni, scrissero il primo atto, di questa gloriosa storia e si misero un argento al collo.
Lo stesso gruppo, dopo aver fatto, nel 2013 l'europeo insieme alle ragazze del 1995 ed essendosi
posizionato al sesto posto, si ritrova insieme nell'estate 2014.
Inevitabilmente, dopo la conquista di quell'argento, le pressioni su questa U18 sono enormi, tutti i
riflettori sono puntati sulle ragazze e gli addetti ai lavori, ma anche qualunque appassionato, si
aspetta un'altra grande prestazione e un'altra medaglia. Le ragazze per, volano a Matosinhos
sentendo questa pressione e non riescono ad esprimere al meglio il loro potenziale e il loro gioco.
Alla fine del torneo si classificheranno solo settime, un risultato secondo molti deludente, per quel
che era stato fatto negli anni precedenti.
Nell'estate del 2014 per, a livello di club, avvengono molti grandi salti e alcune ragazze
approdano in A1: Cecilia Zandalasini va a Schio, Marzia Tagliamento a Battipaglia e Alessia
Cabrini ad Umbertide. Altre invece, optano per essere protagoniste in squadre di A2 come Sofia
Vespignani e Annalisa Vitari con la Magika Castel San Pietro, Martina Kacerik con il suo Geas e
Ilenia Cordola nella Libertas Bologna. Tutte queste esperienze, in modi diversi, formeranno le
ragazze e le faranno diventare sempre pi adulte, anche cestisticamente.
L'europeo U20 del 2015, giocato di nuovo insieme alle 95 finisce purtroppo con un quinto posto e
tanto rammarico, perch probabilmente, con il talento che si aveva in questo gruppo, si sarebbe
potuti arrivare pi avanti.
Dopo l'europeo, anche Vespignani, Kacerik e Cordola volano in A1, rispettivamente a Vigarano,
Geas e Torino.
In primavera c' un cambio di guida a capo della nazionale U20 e si passa dalla gestione Molino,
alla nuova gestione di coach Massimo Riga.
Le ragazze, consapevoli del fatto che questo sarebbe stato il loro ultimo raduno ed europeo
giovanile, si apprestano a tornare in quel di Pesaro, per dare il meglio di loro e provare a rivivere
un'altra volta, per l'ultima volta, un sogno.
Il raduno non facile, cos come tutti gli altri, per questo ha forse un sapore diverso. Dopo alcune
settimane di allenamento, le azzurre giocano un torneo a Fougeres con alcune mancanze a causa
dell'esame di maturit e poi dopo un'altra settimana di allenamento, si preparano a volare in
Portogallo. Matosinhos, di nuovo.
L'europeo inizia con un po di difficolt con l'Italia che fa fatica ad ingranare e si affida al talento di
Zandalasini e Tagliamento nel primo match in cui esce vincitrice contro la Germania. Nella seconda
partita per, arriva al tegola pi grossa della spedizione azzurra: la rottura del legamento crociato
per la capitana, Marzia Tagliamento. Niente da fare, europeo finito e 6 mesi di stop. Un duro colpo

per tutto il gruppo, che per si compatter e riuscir a resistere a questa pesante avversit. Le
ragazze conquistano comunque la vittoria e il primo posto nel girone, galvanizzandosi con la
vittoria la fotofinish sulla Svezia, grazie alla tripla di Cabrini.
I quarti di finale ci mettono davanti la Bosnia, avversaria ostica, ma che riusciamo a superare grazie
ai punti di Zandalasini e Pan.
Dopo il giorno di riposo, Tagliamento torna a Roma per fare i primi accertamenti in vista
dell'intervento e l'Italia si trova davanti all'esame Lettonia. Le azzurre soffrono tremendamente e
vanno sotto anche di 16 punti, ma quanto tutto sembra finito, con una prestazione maiuscola, ci
pensa la leader del gruppo a tirare fuori dai guai l'Italia: Zandalasini tira fuori dal cilindro una gara
da 31 punti e 11 rimbalzi e le azzurre volano in semifinale.
Siamo tornate li, di nuovo, dove ci compete stare, per lottare, nuovamente, per una medaglia e a
questo punto, sognare pi che lecito.
Di fronte abbiamo di nuovo la Serbia, ma questa una semifinale e le cose sono nettamente diverse
rispetto ai gironi. Le azzurre infatti soffrono e lottano fino alla fine, ma per decidere chi andr in
finale serve anche un supplmentare. A condurre l'Italia in finale, sempre lei, Cecilia Zandalasini
con 27 punti e 6 rimbalzi, ma anche i preziosi 14 punti di Rachele Porcu.
L'Italia in finale.
17 lugio 2016, Spagna Italia, di nuovo. Sembra un dejav, uno di quelli che vorresti solo che
finissero diversamente da come gi era andato, 4 anni prima. Nessuno dava la minima speranza alle
azzurre, che nel primo tempo soffrono l'incredibile fisicit iberica e scivolano addirittura a -19, ma
guai a considerare l'Italia sconfitta, prima della sirena finale. Come riveler poi Zandalasini in
un'intervista post partita: Allintervallo della finale ci siamo guardate e ci siamo dette che non
avevamo pi nulla da perdere e che sarebbe stati gli ultimi 20 dellEuropeo insieme. Questo ci ha
fatto scendere in campo con grinta e determinazione clamorose. L'Italia infatti, al ritorno in campo,
sfodera una prestazione e un parziale che pochi si aspettano e mettono in seria difficolt la Spagna,
fino ad arriva alla parit a 18 dal termine. Quel che successo poi, storia recente e tutti la
sappiamo, due tiri liberi per le avversari e Spagna campione d'Europa, di nuovo.
Questa volta per diverso, questa volta, ci siamo messe la medaglia d'argento al collo, prima
pensando che per un po di sfortuna e qualche fischio dubbio, avremmo potuto metterne un'altra. Poi
per, dopo qualche minuto dalla fine, finite le lacrime, finito il dispiacere, ci siamo guardate il petto
e abbiamo visto l'argento puro che pendeva dal nostro collo e credo che, tutte le ragazze, si siano
rese conto dell'impresa fenomenale che abbiano fatto. Zandalasini come quattro anni fa, trionfa a
modo suo, come MVP del torneo, premio meritatissimo, per una giocatrice senza eguali in tutto il
panorama europeo. Nella foto di rito con la medaglia, la nostra capitana, seppur da Roma, sempre
presente, come durante tutti gli inni delle partite in cui non potuta scendere in campo,
rappresentata dalla sua maglia numero 8, tenuta in mano dalla grande amica Martina Kacerik.
Domenica sera, con la sirena finale, si chiuso anche tutto questo percorso giovanile. Ma cosa ci
rimarr di tutto questo?
Ci rimarranno le due medaglie d'argento conquistate in questi quattro anni, ricorderemo
l'interminabile dominio di Geas e le continue sfide contro la Reyer, ricorderemo gli scudetti della
Magika Castel San Pietro e della Libertas Bologna.
Ricorderemo le giocate piene di classe di Cecilia Zandalasini e Marzia Tagliamento, la difesa di
Martina Kacerik, le triple di Alessia Cabrini e Francesca Russo, le penetrazioni e il pressing di Sofia
Vespignani e i rimbalzi di Cordola, Reani e Vitari.
Ma oltre a tutto questo, ricorderemo e racconteremo sicuramente di un gruppo fantastico, di grandi
amicizie, di tantissime emozioni, molte giocate spettacolari e di un grande basket, quello che queste
ragazze, sin dai primi momenti che han calcato il campo, ci hanno fatto vedere.
Grazie generazione 96, grazie perch siete state e sarete una fonte d'ispirazione, credo per
tantissimo tempo e per tantissime persone.
Un famoso film, dice l'importante non quello che trovi alla fine della corsa, l'importante quello

che provi mentre corri e credo proprio che voi abbiate provato e ci abbiate fatto provare qualcosa
di unico.
Siete giocatrici, ma sopratutto ragazze d'oro, nonostante abbiate la medaglia d'argento al collo.

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