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Gaetano Petrelli

Imposta di registro minima


per gli atti di cessione di azienda comprensivi di immobili
La riforma dellimposizione indiretta sugli immobili, operata
dallart. 10 del D. Lgs. 14 marzo 2011, n. 23, e successive
modificazioni e integrazioni, necessita di diversi chiarimenti. Tra gli
aspetti che hanno suscitato dubbi tra gli operatori, nella fase di prima
applicazione della nuova disciplina, vi la previsione del secondo
comma dellart. 10, a norma del quale con riferimento agli atti
indicati nel primo comma (in particolare, gli atti traslativi a titolo
oneroso della propriet di beni immobili in genere e atti traslativi o
costitutivi di diritti reali immobiliari di godimento) l'imposta di
registro comunque, non pu essere inferiore a 1.000 euro. Ci si
chiesto, tra laltro, come debba applicarsi tale disposizione agli atti di
cessione di aziende comprensive di beni immobili (con indicazione
separata dei corrispettivi riguardanti le diverse componenti
dellazienda, a norma dellart. 23 del D.P.R. 26 aprile 1986, n. 131);
tenendo conto anche della previsione dellart. 41, comma 2, del
medesimo decreto, a norma del quale l'ammontare dell'imposta
principale non pu essere in nessun caso inferiore alla misura fissa
indicata nell'articolo 11 della tariffa, parte prima (ossia allimporto di
euro 200, giusta la previsione dellart. 26, comma 2, del D.L. 12
settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8
novembre 2013, n. 128).
Va, innanzitutto chiarito che lapplicazione dellart. 1 della tariffa,
parte prima, allegata al d.p.r. n. 131/1986 (e degli ulteriori profili di
disciplina ad esso correlati, qual quello qui allesame) non richiede
che limmobile sia unico oggetto dellatto: pertanto, la relativa
disciplina trova applicazione anche con riferimento agli atti di
cessione di azienda che comprenda beni immobili (arg. ex art. 23,
comma 1, del d.p.r. n. 131/1986).
In secondo luogo, va decisamente escluso il cumulo tra le due
imposte minime: nellipotesi in cui un medesimo negozio giuridico
abbia ad oggetto pi beni, per ciascuno dei quali previsto un
determinato trattamento tributario, si applica ununica imposta di
registro minima.
Conferma di questa interpretazione si rinviene nella recente Circ.
Agenzia Entrate 29 maggio 2013, n. 18/E, 1.6, la quale ha chiarito
innanzitutto che nel caso di vendita di pi beni da un soggetto ad
altro soggetto, con unico corrispettivo e ripartizione dello stesso tra
detta pluralit di beni, si configura un atto contenente ununica
disposizione; precisando poi ulteriormente il trattamento tributario,
quanto allimposta minima di registro, dei seguenti due casi:
1) limposta proporzionale dovuta per ciascuna disposizione
inferiore allimporto minimo fissato dalla legge, mentre limporto
complessivamente dovuto (commisurato a tutte le disposizioni)
superiore a quello minimo (ad esempio: limposta proporzionale
dovuta per ciascuna disposizione di 100,00): in questo caso
limposta di registro da corrispondere pari alla somma degli importi
dovuti (nellesempio: 200,00);

2) limposta proporzionale dovuta per ciascuna disposizione


inferiore allimporto minimo di legge ed inferiore a detto valore
anche la somma degli importi dovuti per ciascuna disposizione (ad
esempio 50,00): in questo caso limposta di registro deve essere
corrisposta in misura fissa pari ad 168,00 (ora, 200,00: n.d.a.)
una sola volta.
In terzo luogo, a proposito del rapporto tra le due previsioni
relativa alla imposta minima di registro (art. 10, comma 2, del d.
lgs. n. 23/2011, e art. 26, comma 2, del d.l. n. 104/2013), la relazione
intercorre, rispettivamente, tra norma speciale e norma generale: la
prima quindi, in base ai princpi generali, prevale sulla seconda. La
stessa lettera della legge depone senza dubbio per tale soluzione,
nella parte in cui precisa che limposta di registro comunque, non
pu essere inferiore a 1.000 euro.
Con la conseguenza, quindi, che nel caso di vendita di azienda,
comprensiva di beni immobili, ove la somma degli importi dovuti (con
aliquote diverse, applicabili ai corrispettivi dei singoli cespiti,
distintamente dichiarati, e tenendo conto delle passivit a ciascuno di
essi imputabili, ex art. 23 t.u.) per tutte le disposizioni contenute
nellatto sia inferiore al minimo di euro 1.000, si applica ununica
imposta di registro dellimporto, appunto, di euro 1.000. Conclusione
che vale anche per lipotesi in cui uno degli importi dovuti (per
ipotesi, quello relativo ai cespiti diversi dagli immobili) sia inferiore
alla suddetta cifra. Con esclusione quindi, in ogni caso,
dellapplicazione aggiuntiva dellimposta minima di euro 200, in
aggiunta allimporto di euro 1.000.

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