Quando il Suono
diventa Gesto
Un laboratorio su Pierino e il lupo
di Sergej Prokofev
con CDRom allegato
Copyright MMIX
ARACNE editrice S.r.l.
www.aracneeditrice.it
info@aracneeditrice.it
via Raffaele Garofalo, 133 A/B
00173 Roma
(06) 93781065
ISBN
9788854828278
Indice
Ringraziamenti
Indice
Indice
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Presentazione
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Capitolo I
Musica, gestualit e movimento nella didattica della musica
1.1. A mo di premessa, 13 1.2. Lesperienza didattica di mile Jaques
Dalcroze, 14 1.3. Lesperienza didattica dellOrffSchulwerk, 19 1.4.
La situazione attuale, 24 1.5. Laspetto ludico e motorio nelleducazione
musicale nella scuola dellinfanzia e primaria, 30
39
Capitolo II
Lascolto musicale
2.1. Premessa. La funzione dellascolto consapevole, 39 2.2. Scelta del
repertorio, 44
47
Capitolo III
Il laboratorio su Pierino e il lupo quando il suono
diventa gesto
3.1. Premessa. Questioni di metodo, 47 3.2. Fondamenti e obiettivi del
laboratorio, 53 3.3. Pierino e il lupo di Sergej Prokofev, 55 3.4. Il
percorso didattico, 59 3.5. I brani analizzati, 62 3.5.1. Tema di Pierino,
63 3.5.2. Tema dellUccellino, 65 3.5.3. Tema dellAnatra, 66 3.5.4.
Tema del Gatto, 67 3.5.5. Tema del Nonno, 69 3.5.6. Tema di Pierino
variazione I, 71 3.5.7. Tema del Nonno ripresa e conclusione, 72
3.5.8. Tema del Lupo, 73 3.5.9. Balzi del Lupo, 75 3.5.10. Tema dei
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Bibliografia
Presentazione
Questo volume rivolto ai docenti della scuola dellinfanzia e primaria e propone un itinerario didattico dascolto e movimento. Illustra
un laboratorio realizzato in contesti didattici e scolastici bolognesi sulla base di aggiornati e innovativi presupposti teorici e metodologici.
Il lavoro poggia su unidea di fondo: il movimento corporeo traduce con immediatezza le caratteristiche costruttive della musica che si
ascolta e permette a sua volta daffinare la comprensione di quella
musica.
Lascolto guidato dal docente consente ai bambini di cogliere gli
elementi del discorso musicale: il movimento sorigina dallascolto attento del brano, dallindividuazione dei suoi elementi costitutivi ed
dunque funzionale alla comprensione musicale.
Lattivit esposta passo passo. Gli esempi musicali, le foto, il CD
coi temi musicali dei personaggi della fiaba arricchiscono il volume e
consentono al lettore di realizzarlo autonomamente.
Lauspicio, perci, che a partire da questa proposta, gli insegnanti
ne realizzino poi molte altre, proprie e personali.
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Capitolo I
Musica, gestualit e movimento
nella didattica della musica
1.1. A mo di premessa
Il legame tra la musica e la corporeit nei suoi aspetti molteplici ricorre con frequenza nella riflessione psicopedagogica degli ultimi
decenni e talora ne al centro: limpiego del movimento e della gestualit in relazione allascolto musicale rappresenta infatti una risorsa
irrinunciabile nella didattica rivolta allet della scuola dellinfanzia e
primaria.
Il panorama formativo odierno, nella scuola dinfanzia e dellobbligo, prevede percorsi didattici assai diversificati; quasi sempre essi
sono incentrati su unesperienza della musica essenzialmente pratica e
fisica. Tale esperienza si fonda spesso sul fare musica: abbia essa un
carattere di maggiore o minore improvvisazione, impieghi o no strumenti musicali, si fondi o meno sulluso di partiture o altri supporti,
costituisce spesso unattivit mediata dalla fisicit. Nel nostro percorso cercheremo di superare alcuni dei limiti insiti in tale impostazione e
cercheremo di conferire centralit ad un aspetto sovente trascurato:
lascolto. Nella nostra prospettiva, la corporeit costituisce un medium
per lascolto. Prima di descriverlo e di indicare i presupposti e gli aspetti innovativi, ci sembra opportuno ricordare come si configurato
il panorama didattico attuale, allinterno del quale la presente proposta
si inserisce.
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coordinazione corporea, elementi fondanti leducazione musicale infantile, ma anche, e soprattutto, come esperienza motoria consapevole,
finalizzata alla comprensione del linguaggio musicale: la pulsazione
ritmica, i parametri musicali fondamentali altezza, intensit, timbro, durata le pause, gli accenti, i tempi, le misure, il fraseggio, la
struttura formale sono sperimentati fattivamente e assimilati a livello
sensoriale e cognitivo.
Secondo lautore, la musica, in quanto arte temporale per eccellenza, costituita da suono e movimento; il movimento parte costitutiva
sia del ritmo, sia del suono:
Il suono una forma di movimento di natura secondaria. Il ritmo una forma
di movimento primaria. Gli studi musicali devono, di conseguenza, iniziare
con esperienze motorie. Tutte le membra prima separatamente, poi simultaneamente ed infine il corpo intero dovranno essere messe ritmicamente
in movimento, impegnandosi ad osservare ed a regolare le forme del movimento e cio i rapporti tra energia, spazio e tempo3.
Ivi, p. 37.
Si considera il termine nellaccezione latina (rhythmus) e greca (rhytms, risalente alla
radice rh, scorrere).
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ad ascoltare ed a rappresentarsi mentalmente le melodie ed il loro contrappunto in tutte le tonalit ed in tutte le combinazioni armoniche, a leggerle a
prima vista, ad improvvisarle vocalmente, ad annotarle e a comporle5.
Limprovvisazione pianistica segna il punto di arrivo della metodologia dalcroziana. Essa rappresenta la sintesi delle nozioni di ritmica e
solfeggio applicate allo studio del pianoforte e la loro esteriorizzazione musicale attraverso il tocco6.
Limprovvisazione risveglia il senso tattilomotorio ed insegna
agli allievi ad interpretare al pianoforte il pensiero musicale di natura
melodica, armonica e ritmica7.
Alla base della ritmica vi uno studio accurato del gesto e del movimento in relazione allascolto musicale: il perfezionamento dei mezzi fisici determina la chiarezza della percezione e favorisce la comprensione e linteriorizzazione di tutti gli elementi che compongono il
linguaggio musicale8. In questottica, il movimento rappresenta
5
Ivi, p. 56. Per una trattazione dettagliata del percorso didattico, si rimanda il lettore a .
JAQUESDALCROZE, op. cit., cap. V La ritmica, il solfeggio e limprovvisazione, pp. 5272.
6
Il percorso didattico dellimprovvisazione pianistica si articola in due fasi. La prima
caratterizzata dallapplicazione degli esercizi di ritmica allo studio del pianoforte. Tali esercizi hanno lo scopo di creare il senso muscolare (in questo caso, si pu parlare di vero e proprio senso della tastiera) funzionale allesecuzione pianistica. Come spiega Louisa Di SegniJaff nellIntroduzione agli scritti di JaquesDalcroze, la percezione fisica e sensoriale
dello strumento sviluppata attraverso lo studio degli intervalli; una volta assimilati, gli intervalli diventano oggetto di un impiego consapevole e mirato nelle improvvisazioni al pianoforte. La tecnica pianistica viene esercitata con esercizi mirati, ad esempio lesecuzione di sequenze melodiche per le cinque dita eseguite da una mano e ripetute dallaltra per moto contrario, poi per moto parallelo (limpiego del moto contrario consente allallievo di impiegare
le cinque dita delle due mani nello stesso ordine). Seguono esercizi sulla dissociazione delle
mani (ogni mano adotta ritmi, dinamiche, misure, frasi e tocchi diversi). In seguito si passa allo studio della letteratura pianistica vera a propria: il Mikrokosmos di Bla Bartk costituisce
un ottimo punto di partenza (L. DI SEGNIJAFF, Introduzione al volume di . JAQUES
DALCROZE, op. cit., par. Metodologia didattica, ed. 1986, cit., pp. 2324).
7
Per una trattazione dettagliata del percorso didattico, si rimanda il lettore a . JAQUES
DALCROZE, op. cit., cap. V La ritmica, il solfeggio e limprovvisazione, pp. 6772.
8
Scrive JaquesDalcroze: La coscienza del ritmo la facolt di rappresentarci ogni successione ed ogni combinazione delle frazioni del tempo in tutte le loro sfumature di velocit e
di intensit. Questa coscienza si forma mediante la ripetizione di contrazioni e rilassamento
dei muscoli in tutti i gradi di forza e di tempo (ivi, pp. 3031). Allo stesso modo, la coscienza del suono la facolt della mente e dellessere intero di immaginare, anche senza
laiuto della voce o di uno strumento, qualsiasi successione e combinazione di suoni e di riconoscere qualsiasi melodia o armonia [] Questa coscienza si forma per mezzo di esperienze
ripetute, al fine di educare sia lorecchio sia la voce (ivi, cap. III Liniziazione al ritmo, p.
17
lintermediario tra i suoni, le strutture e gli elementi fondanti il discorso musicale e il nostro pensiero. La ritmica mira dunque allo sviluppo
del senso ritmico e musicale del bambino non solo tramite il ricorso
alla ripetizione di movimenti regolari e simmetrici9; essa mira da un
lato a creare automatismi e ad assicurare lequilibrio del funzionamento muscolare, dallaltro a stabilire connessioni rapide tra la mente, che
comprende elabora analizza velocemente, e il corpo, favorendo la capacit di reagire con prontezza a sollecitazioni di vario tipo10. Una delle caratteristiche della metodologia dalcroziana infatti quella di abituare i bambini ad una rapida reazione a sollecitazioni sonore. Questa
reazione pu essere motoria (nella ritmica), vocale (nel solfeggio) o
strumentale (nellimprovvisazione pianistica) e viene indotta da elementi musicali contrastanti (alternarsi di suoni e silenzi, di durate di
diverso valore, di cambiamenti improvvisi di intensit, timbro, altezza), oppure da elementi musicali gradualmente diversi (cambiamenti
progressivi di velocit, intensit, dinamica, ecc.).
Un altro genere di sollecitazione interessa gli esercizi fondati sul
comando vocale dellinsegnante. Nella pratica dalcroziana, tale segnale corrisponde allesclamazione hop. Gli esercizi scanditi dal segnale di comando pronunciato dallinsegnante inducono un cambiamento
nella gestualit e nel modo di eseguire lesercizio, secondo direttive
30). Il concetto di coscienza del suono stato ripreso da Edwin E. Gordon come punto nodale della Music Learning Theory e sintetizzato nel termine audiation: Laudiation si realizza quando si sente e si comprende mentalmente una musica il cui suono non mai stato prodotto o non pi fisicamente presente; al contrario, la percezione uditiva si verifica quando si
ascolta della musica il cui suono fisicamente presente (E.E. GORDON, Lapprendimento
musicale del bambino dalla nascita allet prescolare, Curci, Milano 2003, cap. III Audiation e music learning theory: Audiation, p. 29). In sostanza, la audiation labilit di sentire e
comprendere nella propria mente la musica (A. Apostoli, E.E. GORDON, Ascolta con lui, canta
per lui. Guida pratica allo sviluppo della musicalit del bambino (da 0 a 5 anni) secondo la
Music Learning Theory di E.E. Gordon, Curci, Milano 2005, p. 14).
9
Scrive JaquesDalcroze: La marcia regolare la scomposizione naturale dei battiti in
parti uguali ed il modello di ci che definiamo pulsazione o tempo. Laccentuazione di un
passo su due, di un passo su tre o su quattro crea laccentuazione metrica; se in una serie di
passi uguali, un movimento della mano accentua ora un passo, ora un altro, ecco che il gesto
crea laccentuazione ritmicodinamica (. JAQUESDALCROZE, op. cit., cap. III Un tentativo
di riforma dellinsegnamento musicale nelle scuole, p. 26). In ultima analisi, Jaques
Dalcroze attua una distinzione molto netta tra ritmo, che si identifica col fraseggio musicale, il metro, ovvero il tempo, e la pulsazione.
10
Ivi, cap. V La ritmica, il solfeggio e limprovvisazione, p. 54.
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precise; dunque, essi hanno lo scopo di sollecitare lallievo ad una risposta psicomotoria immediata e creano inoltre i presupposti per un
ascolto riflessivo mediato da un uso consapevole della corporeit. Ecco
un esempio, tratto dagli esercizi di divisione e accentuazione metrica:
Il bambino impara a distinguere le varie misure camminando i tempi e accentuando, con un colpo del piede in terra, il primo tempo di ogni misura. I gesti
delle braccia accompagnano ogni passo e accentuano con forza il primo tempo per mezzo di una contrazione muscolare completa. Sui tempi deboli i passi
e i gesti devono essere eseguiti con il minimo sforzo muscolare. Poi, seguendo dei comandi improvvisi, alla parola hop il bambino deve poter impedire
repentinamente ad un braccio di contrarsi o ad un piede di battere per terra.
Oppure, questo stesso hop lo obbligher a battere immediatamente il piede
per terra senza anticipare o ritardare il movimento [] o a sostituire ad un
movimento dei piedi quello del braccio. estremamente difficile isolare i
movimenti delle gambe da quelli delle braccia; solo con la ripetizione di questi esercizi si pu arrivare a creare automatismi distinti11.
11
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Luso di palline, elastici e altri materiali che, in virt delle loro qualit intrinseche, sono idonei a sottolineare elementi di volta in volta
ritmici (pulsazione, battuta, accento forte e accento debole, eccetera) o
fraseologici di un brano musicale, rappresenta un ulteriore segno distintivo della metodologia JaquesDalcroze. Nondimeno, limpiego
didattico di tali materiali non costituisce un banale pretesto per realizzazioni sonore o coreografiche collettive, n un espediente di semplice
sincronizzazione gestomusica. Mira anzi a sviluppare la comprensione musicale attraverso un ascolto cosciente, riflessivo e critico, mediato da una gestualit consapevole e controllata; a instaurare il sincronismo mentecorpo; a formare il senso muscolare, dunque a consolidare la coscienza musicale sulla base della percezione intenzionale13.
1.3. Lesperienza didattica dellOrffSchulwerk14
Anche la variegata esperienza didattica racchiusa nellOrff
Schulwerk15 pone laccento sul valore del movimento quale elemento
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Capitolo I
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intrinseco e insopprimibile della prassi musicale elementare. Attraverso il movimento il bambino scopre e sperimenta il proprio corpo, esplora lo spazio in cui si muove e stabilisce rapporti con le cose e le
persone che lo abitano con lui: in una parola apprende, cio sviluppa
la propria coscienza e conoscenza dellesterno16.
Diversamente dai didatti che lhanno preceduto JaquesDalcroze,
Kodly , il compositore e didatta bavarese Carl Orff (18951982) ha
affidato la stesura scritta della propria concezione didattica a due collaboratori: Fritz Reusch, autore di Grundlagen und Ziele des Orffs
Schulwerks17, e Wilhelm Keller, autore di Einfhrung in Musik fr
Kinder18, pubblicati in un volume unico dalla casa editrice Schott di
Magonza nel 1954.
Carl Orff esordisce come compositore19, direttore dorchestra e docente di composizione; nel 1924 inizia ad avvicinarsi ai problemi
delleducazione musicale: assieme alla moglie Dorothea Gnther,
fonda la celebre Gnther Schule, ispirata ai princpi di Jaques
Dalcroze e dedicata allinsegnamento della ginnastica ritmica, della
musica e della danza classica. Alcuni dei princpi sui quali si regge il
metodo JaquesDalcroze la ritmica, il movimento, limprovvisazione si ritrovano nellesperienza didattica che Orff mise a punto
attorno agli anni Quaranta del secolo scorso. Se la metodologia di Ja15
Unesperienza globale di fenomeni musicali semplici in s, praticabili in forme prototipe, e per questo rapidamente accessibili e comprensibili (G. PIAZZA, OrffSchulwerk. Musica per bambini. Manuale, ed. it. elaborata sulla base dellopera didattica di Carl Orff e Gunild Keetman, Suvini Zerboni, Milano 1979, Introduzione, p. X). Per una definizione dellOrffSchulwerk si veda in particolare W. Keller, Einfhrung in Musik fr Kinder. Methodik, Spieltechnik der Instrumente, Lehrpraxis, Schotts Shne, Mainz 1963, p. 5: Das Orff
Schulwerk ist ein musikalischer Beitrag zur Grundlegung einer zeitgemssen Allgemeinerziehung, setzt also weder besondere musikalische Begabung noch Vorbildung bei den Schlern
voraus; umgekehrt zwingt es nicht echte Talente zu unangemessener Beschrnkung, sondern
lsst durch die Vielfalt seiner Aufgaben auch ihnen Spielraum zur Erprobung und Bewhrung
ihrer Fhigkeiten, ohne das allen gemeinsame Fundament eines kinderthmlichen Klang und
Tonraumes preiszugeben. [] Das OrffSchulwerk ist keine Methode, sondern ein Wegweiser.
16
Ibidem.
17
Fondamenti e finalit dellopera didattica di Orff.
18
Introduzione a Musica per bambini. Musik fr Kinder il titolo dato ai cinque fascicoli fondamentali dello Schulwerk.
19
Carl Orff ottenne il successo nel 1937 con i celeberrimi Carmina burana, per soli, coro
e orchestra, su testi goliardici latini, francesi e tedeschi tratti dal codice di Beuren (secolo
XIII).
21
Si tratta dello Strumentario Orff, strumenti dal suono determinato e indeterminato, raccolti o ideati da Orff e prodotti da ditte tedesche su indicazione del didatta bavarese. Tra questi, gli strumenti a lamina (strumenti a percussione dal suono determinato) incarnano laspetto
pi innovativo e originale dellOrffSchulwerk da un punto di vista timbrico e rappresentano
il cardine della pratica didattica orffiana. Per una trattazione esaustiva sullorigine, le caratteristiche morfologiche e timbriche e limpiego didattico dello strumentario, si rimanda il lettore
a W. KELLER, op. cit., p. 7 ss., e al volume di G. Piazza OrffSchulwerk. Musica per bambini,
cit., pp. 205224.
Capitolo I
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Punto di partenza della metodologia didattica Orff la realizzazione di pattern ritmici, desunti da filastrocche infantili o dialettali: allinizio di ogni esercizio musicale, sia melodico, sia ritmico, c sempre
un esercizio linguistico. Dal patrimonio popolare, Orff trae semplici
formule ritmiche e un modello delle prime creazioni melodiche; dalle
frasi parlate nascono sequenze puramente ritmiche, che in seguito
vengono ampliate sino a diventare sequenze ritmicomelodiche. La
scansione verbale viene tradotta dapprima col battito delle mani e dei
piedi e tramite gestisuono, in seguito con lausilio di strumenti musicali non appartenenti alla tradizione colta, dal suono netto, chiaro, privo di armonici, orientati preferibilmente al ritmo, relativamente facili
dapprendimento, primitivi, vicini al corpo22, in accordo con i principi pedagogici e ideologici dellautonomia del far musica e della
sperimentazionecreazione autonoma. Da tali premesse si sviluppa la
proposta didattica oggetto dei cinque volumi di Musik fr Kinder23. In
sintesi, la proposta orffiana sviluppa leducazione al ritmo in senso autonomo, attraverso una pratica essenzialmente vocale e strumentale
nello specifico24.
21
Ampi stralci della trad. it. dello scritto di Fritz Reusch, qui riportati, si leggono in R.
ALLORTO, V. DAGOSTINO SCHNIRLIN, La moderna didattica delleducazione musicale in Europa, Ricordi, Milano 1967, rist. 1995, pp. 7477.
22
G. PIAZZA, OrffSchulwerk, cit., par. Lo strumentario e la sua funzione, p. XII.
23
C. ORFF, Das Schulwerk. Rckblick und Ausblick, in OrffInstitut Jahrbuch 1963, B.
Schotts Shne, Mainz 1964, p. 14. Assieme a Gunild Keetman, Orff ha riunito nei cinque volumi lintero corpus di composizioni prodotte a scopo didattico, senza tuttavia procedere
allenunciazione dei principi teorici e pedagogici. Pi in dettaglio, i cinque volumi di Musik
fr Kinder contengono alcuni esercizi e, in numero maggiore, pezzi (Stcke) e danze, raramente per strumento solo. Nei primi quattro volumi, gli strumenti a percussione e a lamina
sono impiegati a partire da una scansione ritmica desunta da un testo. Gli strumenti servono
alla realizzazione di disegni ritmici di base, piccoli canoni ritmici, improvvisazioni (ad esempio, data una proposta, si improvvisa una risposta), accompagnamenti ritmici ai canti. Il quinto volume segna il punto pi alto della metodologia didattica Orff e raccoglie esercizi ritmici
complessi, composizioni per diversi esecutori e brani destinati ad ensemble di voci e strumenti a percussione.
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In merito ai brani contenuti nei cinque volumi, Orff precisa: Purtroppo gli Esercizi
ritmicomelodici, che vogliono solo offrire materia prima, vennero spesso malintesi e utilizzati come libro di testo, da cui prendere un pezzo dopo laltro per studiarlo ed eseguirlo. Ci