7,90
GRECIA E ROMA
I PROTAGONISTI
filippo il macedone e alessandro magno
In questo numero, tutte le avventure intorno al mondo: gli Antichi al di l delle Colonne dErcole, Colombo e il mistero della scoperta
dellAmerica e poi Magellano, Pigafetta, James Cook fino agli esploratori di spazio e abissi. Cosa li ha spinti ad andare oltre lignoto?
E inoltre: i segreti dei profumi, linvenzione del radar, i monaci del 200 scomunicati, la guerra di Vandea.
GRECIA E ROMA
I PROTAGONISTI
6 GRANDI
30 UNO
12 LALLODOLA
pag. 8
36 STRATEGA
NERA
42
48
LALTRA GRECIA
24 IL
PRIMO REPORTER
DI SE STESSO
pag. 30
20
BELLEZZA FATALE
ARALDO DE LUCA
pag. 42
GRECIA E ROMA
I PROTAGONISTI
54 INGEGNO
E POLITICA
104 NELLE
60 I
110 I
62
68
pag. 68
pag. 80
120 SANTO
DEI FARAONI
pag. 96
140 GLI
ALTRI
GRANDI ROMANI
90 LIMPERATORE
MONTANARO
CHE FOND
LIMPERO
146 SIAMO
ANCORA
GRECO-ROMANI?
DAMORE
DI
GALLA PERFIDIA
134 SOPRA
pag. 114
84 LUOMO
96 FOLLIE
128 LAMBIZIONE
PER FORZA
80 CESARE
REGINA RIBELLE
GIGANTI CONTRO
74 LULTIMA
NEMICI DI ROMA
114 LA
pag. 134
Il mensile per chi ama partire alla scoperta della natura, della geografia, del costume,
dellambiente e della storia dei popoli.
Un viaggio spettacolare per gli occhi e per la mente!
INTERVISTA
GRANDI IERI
venditore di legumi. Daltronde, per entrare nellassemblea del popolo, o Ecclesia, bastava essere cittadini ateniesi e aver
compiuto la maggiore et (e questo, seppur con lievi variazioni, valeva in tutte le
poleis greche). Peraltro, chiunque volesse emergere come leader politico doveva
trovare il supporto proprio di tale assemblea, e per far ci, oltre a una buona oratoria, era indispensabile ieri come oggi crearsi una rete di amicizie influenti. Quando per si esagerava con lambizione di potere, e con il relativo rischio
di tirannide, era dietro langolo lostracismo, ossia lesilio.
A Roma, dove vi era sia una rappresentanza dellaristocrazia (il Senato), sia della plebe (il Tribunato della plebe), diversamente che in Grecia non vi erano pregiudiziali etnico-razziali. Non a caso furono molti i non romani che salirono
al trono imperiale. Traiano (98-117),
per esempio, che, essendo di origine iberica, non era nemmeno italico. La porpora imperiale fu inoltre raggiunta anche da barbari come Massimino Trace
(235-238) e persino da un arabo: Filippo (244-249). In tali casi, pi delle origini era importante sentirsi parte del mondo romano ed essere valorosi combattenti. Dal III secolo la via pi facile per
accedere al trono fu infatti quella militare, e ogni grande comandante si affermava in modo naturale anche come leader politico.
Ben diverse dovevano essere le condizioni per lascesa delle donne...
Complessivamente le donne erano
svantaggiate, in Grecia in modo particolare. La societ greca era estremamen-
GRANDI OGGI
te maschilista e la vita politica era appannaggio maschile. Persino nel periodo doro di Atene abbiamo pochissimi
personaggi femminili di spicco, fatta eccezione per Aspasia, etera o concubina di
Pericle nonch donna dallo spirito libero
e regina del suo salotto, capace di tessere alleanze e condizionare la vita politica.
A Roma, pur rivestendo ruoli di subordine, le donne godevano di maggiore libert, e soprattutto in epoca imperiale alcune sono state in grado di acquisire un enorme potere. Tra queste, Livia,
moglie di Augusto che dett molte delle scelte del marito e che riusc con determinazione a non avere figli con lui. Il
motivo? Favorire quelli gi avuti in matrimoni precedenti, a partire da Tiberio,
prossimo a divenire imperatore. Non
meno carismatica fu Agrippina, la spietata madre dellimperatore Nerone. Infine a Roma cera unimportante istituzione in mano alle donne: le vestali, giovani
vergini che avevano il compito di tenere
sempre acceso il fuoco sacro alla dea Vesta, simbolo della vita eterna dellUrbe.
Come erano visti gli intellettuali e i
letterati in Grecia e a Roma?
Soprattutto ad Atene, erano tenuti in gran considerazione e rivestirono
un ruolo fondamentale nel formare la
coscienza dellepoca, non lesinando in
molti casi aspre critiche al potere. Aristofane, per esempio, scrisse varie commedie in cui attaccava in maniera feroce la politica ateniese, a suo parere degenerata in demagogia, e lo stesso Socrate
fu condannato a morte per la sua critica della societ, per il suo continuo contestare e insinuare dubbi. Il teatro rivest
una particolare importanza nelleducazione della comunit (Pericle favor laccesso agli spettacoli per tutti), fornendo
modelli positivi gli eroi e mettendo
in scena esemplari punizioni per i malvagi. Il clima di fervore culturale prosegu tra laltro in epoca ellenistica, quando con Tolomeo I (367283 a.C.) sorger ad Alessandria il Museion, un centro di studi e di ricerca frequentato dai
pi grandi scienziati del mondo di allora che gettarono le basi del nostro pensiero scientifico e della nostra letteratura.
In campo romano la situazione abbastanza diversa, poich la letteratura tende a essere meno universale e a fondersi con la politica. Giulio Cesare far per
esempio il letterato di se stesso scrivendo il De bello gallico, e complessivamente
possiamo affermare che a Roma la politica si auto-racconta e auto-celebra. Come avvenne anche con Virgilio e la sua
Eneide, poema nazionale incentrato sul
mito di Enea in cui si glorificavano le
origini di Roma. Non per questo mancavano autori pronti a fare critica. Iullo Antonio, figlio del triumviro Marco
Antonio, compose per esempio il poema epico Diomedea, in cui contestava la
propaganda augustea.
Perch il loro pensiero ancora cos attuale?
La modernit degli antichi, e in particolare degli autori greci, si spiega con
un banale ragionamento: il loro pensiero
ci appare cos attuale perch ci appartiene. Noi deriviamo da loro, ed quindi
naturale che il nostro sistema di pensiero risulti affine a quello dei grandi intellettuali del passato.
Bellezza
FATALE
AKG/MONDADORI PORTFOLIO
U
Elena di Troia
da secoli un mito
immortale: ecco
come la vedeva
il preraffaellita
Dante Gabriel
Rossetti
nel 1863.
NATA DA
UN UOVO
Il mito racconta
che Zeus si
trasform
in cigno per
sedurre Leda,
moglie del
re di Sparta.
Lei partor un
uovo dal quale
nacque Elena
(qui in una
statuetta del V
secolo a.C.).
L.RICCIARINI/LEEMAGE
PALLIDA
E BIONDA
Nobile e quindi destinata a una carriera da sacerdotessa, ma anche a diventare moglie e madre, la principessa sarebbe stata iniziata ai culti orgiastici legati
alla fertilit. Isolate per lunghi periodi tra i boschi e
sulle montagne, le adolescenti spartane entravano in
contatto con le divinit attraverso musica e danza,
mentre venivano istruite alluso di piante medicinali
come il papavero da oppio, che cresceva spontaneo
nel Peloponneso. Le donne della tarda Et del bronzo erano il tramite privilegiato con gli di. E il culto era tuttuno con gli affari terreni, spiega Hughes.
Influente e in et fertile, la ragazzina era un ottimo
partito. Cosparsa di unguenti a base di olio doliva,
con la pelle di tutto il corpo sbiancata da una passata di ossido di piombo e ricoperta di tatuaggi a colori sgargianti, gli occhi truccati pesantemente di nero e di rosso, il corpo avvolto da vari strati di lino indaco e porpora, carica di gioielli, ma a seni nudi, cos
si sarebbe presentata al suo promesso sposo. Il men
del banchetto nuziale? Minestra di lenticchie al cumino, focacce di farina di ceci, stufati con la frutta e
(solo per gli ospiti vip) arrosti di cinghiale e di cervo.
Ma quale rapimento! Le corti micenee del
XIII secolo a.C. ricevevano spesso inviati stranieri
e il troiano Paride, di cui parla Omero, poteva essere uno di questi. Le giovani aristocratiche erano
merce diplomatica, continua Hughes, e capitava che lospitalit comprendesse anche lo scambio
di donne. Ma c di pi. Secondo una tradizione
che risale alla poetessa Saffo (VII-VI secolo a.C.)
nellantica Sparta era diffusa la poliandria (il corrispondente femminile della poligamia), una pratica la cui origine si faceva risalire proprio alla fuga damore (e non al rapimento) di Elena e Paride.
Quel che certo, che scendere in guerra per
una donna, tre millenni fa, non era cos raro, come
provano anche molte testimonianze scritte. Sappiamo per esempio che verso il
1230 a.C. i regni di Ugarit e di Amurru (nellattuale Siria) rischiarono di
distruggersi a vicenda a causa della principessa di Amurru. Questa venne data in sposa al re di
Ugarit per rafforzare lalleanza tra le due citt-Stato, ma fu
rispedita al mittente, forse per
non aver voluto consumare il
matrimonio.
ARALDO DE LUCA
Brutta fama. Furono dunque i Greci dellVIIIVII secolo a.C. a montare lepisodio del rapimento. Secondo il mito, Elena (figlia di Zeus e di Leda,
e nata da un uovo) era gi stata rapita una prima
volta fra i 7 e i 10 anni dal cinquantenne Teseo, leggendario re di Atene che avrebbe abusato sessualmente di lei. Per i Greci classici, insomma, quella
donna era stata fin da bambina sinonimo di discordia. Perch? Per loro, ogni donna era una creatura pericolosa che sapeva soggiogare gli uomini, risponde Melotti. Se volevano evitare problemi come la guerra di Troia, i mariti avevano il diritto e
il dovere sociale di chiudere in casa le proprie spose. La civilt classica di Atene temeva e degradava il sesso femminile. Cos, la regina e sacerdotessa
che forse ispir Elena divenne una fedifraga corruttrice di eroi. Fu questa lepoca in cui ebbero origine le interpretazioni pi durature del suo mito,
che ne fecero nellIliade una cagna lasciva e una
LESSING/CONTRASTO
Aldo Carioli
C
BELLEZZA IDEALE
Il profilo di Elena di
Troia in una statua
di Antonio Canova
(1819, allErmitage).
Corrisponde
allimmagine di
bellezza ideale
tramandata
dallarte classica.
10
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CLUB ESCLUSIVO
12
NERA
Erotomane
CORRUTTRICE
di fanciulle o
genio e prima
femminista? La
VERIT sulla
poetessa pi famosa
della Grecia
13
AKG/MONDADORI PORTFOLIO
Lallodola
Mithymna
Antissa
reso
MA
RE
EG
Polichnitos
EO
ISOLA DI LESBO
BRIDGEMAN/ALINARI
Ho una bella
bambina,
che assomiglia
a fiori doro /
Cleide amatissima /
non la cambierei con
la Lidia intera.
Mitilene
PROFILO
CLASSICO
SIMEPHOTO
Guerra di clan. La Grecia arcaica era un mondo di radicali cambiamenti: con il tramonto della civilt micenea era entrato in crisi il potere dei re. Le
famiglie pi influenti stavano prendendo il comando e i sovrani furono sostituiti da governi oligarchici o tiranni. A Lesbo, la stirpe regale dei Pentilidi fu
deposta da un consiglio di aristocratici del quale facevano parte anche i parenti di Saffo. Quando per
un certo Mirsilio divent tiranno, alcune famiglie si
opposero: tra queste cerano anche il clan di Saffo e
quello del suo amico e poeta Alceo, che infiammava
gli animi con i suoi canti di guerra e ribellione. Ma
il complotto contro Mirsilio fall e i clan ribelli furono condannati allesilio a Pyrra, presso Mileto (oggi
in Turchia). Saffo era appena adolescente.
Tornati a Lesbo dopo la morte di Mirsilio, i clan
di Saffo e Alceo tramarono anche contro il nuovo tiranno, Pittaco, che Alceo defin grassone con i piedi piatti e ipocrita spaccone. Tra il 598 e il 590 a.C.
a Saffo e ai suoi tocc di nuovo lesilio, ma a condizioni pi dure: il patrimonio di famiglia fu confiscato. E Saffo dovette prendere il mare nuovamente.
Questa volta fugg in Sicilia, sembra a Siracusa,
ospite di parenti. A quel tempo si sarebbe sposata con Crchila, un ricco mercante dellisola di Andros, con il quale avrebbe avuto una figlia chiamata Cleide. Alcuni per negano che Saffo si fosse sposata e sostengono che la Cleide citata in alcuni versi
fosse in realt una delle sue amate ragazze. Non c
ragione di negare quel matrimonio, obietta Melotti. Il fatto che si circondasse di fanciulle non significa che fosse contraria alla vita coniugale. Anzi, per
lei, come per ogni donna della sua cerchia, le nozze
erano un punto darrivo irrinunciabile.
Sposata o no, verso il 585 a.C. Saffo torn a Lesbo
ricchissima. Con i suoi averi decise di fondare nella citt di Mitilene un tiaso femminile, una sorta di
club esclusivo per ragazze bene in et da marito:
era nato il Circolo delle Muse.
Emancipate. Le donne di Lesbo erano tra le greche pi ostinate e indipendenti. I padri pi progressisti, come Scamandrnimo, lasciavano persino che
le proprie figlie imparassero a leggere e a scrivere insieme ai fanciulli. Ma che cosa studiavano le seguaci di Saffo? Tutto quello che cera da sapere sul matrimonio, compresi gli aspetti pratici della sessuali-
TECNOLOGIA
E POESIA
Acquedotto romano a
Lesbo. Molti letterati
romani si ispirarono
allo stile poetico di
Saffo per creare i loro
componimenti.
L mi lasci, tra le lacrime / e mi disse: come terribile / Saffo, questa nostra sorte /
perch contro il mio volere che ti abbandono. / Io le rispondevo: / parti serena e ricordati di me
/ sai che noi ti amavamo [...] e su un letto morbido / [...] placavi il desiderio.
15
Foto di gruppo:
le primedonne
dellantichit
va le sue ex allieve con versi struggenti che suonavano proprio come dichiarazioni damore.
Scuola damore. La pedagogia greca pi arcaica
prevedeva che ladolescente fosse affidato alle cure di
un nobile adulto. Era questo il significato originario
della parola pederastia: lerasts era infatti ladulto
che istruiva lermenos (oggetto del desiderio). Anche il tiaso femminile si basava su rapporti affettivi e
sessuali tra donne adulte e fanciulle, analoghi a quelli alla base dei riti di passaggio maschili, dice Melotti. Lo scopo era simile: cementare la solidariet tra i
membri di uno stesso gruppo sociale, per mantenere unita la citt e la sua lite aristocratica. Queste forme di omosessualit erano probabilmente temporanee, limitate al periodo educativo e funzionali a preparare i giovani alla successiva fase eterosessuale della
vita matrimoniale. Con lentrata nella societ adulta
(cio con le nozze) la relazione terminava.
Il tiaso greco, per, era prima di tutto uno spazio dove celebrare riti, continua lesperto. In questo listruzione delle ragazze era diversa da quella dei
Appena ti guardo, non mi riesce pi di parlare / la lingua sinceppa, subito un fuoco sottile
corre sotto la pelle / gli occhi non vedono pi, le orecchie rombano / il sudore mi scorre, un
tremore / mi afferra tutta, sono pi verde / dellerba, mi vedo a un passo / dallessere morta.
16
10
11
12
13
BRIDGEMAN/ALINARI
la pederastia maschile
al suo eros, spiega la
studiosa tedesca Marion Giebel, autrice di
una dettagliata biografia. Per Saffo leros era
una forza primigenia
che riempie gran parte
della nostra esistenza
e d la vita. E non
cera nulla di male se le
giovani greche venivano iniziate al mistero
dellamore da una donna pi matura e con
pi esperienza di loro.
In fondo, facevano cos
anche gli uomini.
CORBIS
maschi, che con i loro riti iniziatici acquisivano anche competenze militari che dovevano prepararli a
divenire cittadini e guerrieri. Nel tiaso femminile invece si veneravano le nove Muse (dee dellarte e
della scienza) e le Criti (le Grazie dei Romani), divinit minori dispensatrici di bellezza. Ma soprattutto Afrodite, la divinit dellamore e della fertilit, di cui Saffo fu forse una sacerdotessa. La rosa infatti, simbolo della da, ricorre spesso nei suoi versi.
Rivoluzione poetica. Il talento artistico di Saffo fu enorme. Ma la prima poetessa della Storia ebbe
anche la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Gli Eoli da cui discendevano gli abitanti di Lesbo, originari della Grecia continentale,
avevano colonizzato lisola verso il 1100 a.C. ed erano considerati tra i popoli pi sensibili alle arti. Uno
di loro, il poeta e musicista Terpandro, si diceva avesse inventato la lira a 7 corde vincendo nel 675 a.C.
a Sparta una gara musicale in onore del dio Apollo.
Forse per questo proprio a Lesbo, con Saffo e Alceo,
nacque una nuova forma poetica ormai lontana dai
17
BRIDGEMAN/ALINARI
INNAMORATA DI UN LUI
18
SIMEPHOTO
La costa di Lesbo.
Lisola, che pass dai
Greci ai Romani e ai
Bizantini, ad appena
15 chilometri
dalla Turchia.
Karin Krempel-Haglund
(ha collaborato Aldo Carioli)
Per AMORE
E grazie alla sua autorit riusc a preservare i Massageti dal dominio persiano.
La sua storia ebbe inizio nel 529 a.C. Ciro, dopo
aver unificato sotto il suo regno le trib iraniche,
aver conquistato Babilonia (540 a.C.) e prima ancora la Media (550 a.C.) e la Lidia (546 a.C.), rientr in Iran come Re dellUniverso, investito di
tutti i titoli della Mesopotamia e dellAsia Minore. Il suo obiettivo, ora, era occupare il territorio
dei Massageti, per procedere nel suo progetto universalistico: fondare un grande Impero persiano. Il
Gran Re, racconta Erodoto, marci contro di loro,
certo di portare a casa una facile vittoria. Come un
eroe al culmine del successo, con unalta considerazione di s e convinto di essere qualcosa pi che
un uomo, era sicuro che questo bastasse a renderlo irresistibile. Non solo in guerra.
Per prima cosa, cerc di risolvere diplomaticamente la questione con i Massageti proponendo a
Tomiride di diventare sua sposa. Ma la regina, rifiutando di barattare lamore con il potere, respinse lofferta.
Ciro allora pass al contrattacco: dichiar guerra
a lei e al suo popolo iniziando, con un inequivocabile segnale offensivo, a costruire un ponte lungo il
fiume Arasse, che separava i due regni. Per indurlo a desistere dallimpresa, sempre secondo Erodoto, Tomiride gli invi un araldo con un messaggio spavaldo: Desisti, regna sui tuoi territori e lascia che noi regniamo sui nostri sudditi. Ma so gi che
non vorrai accettare e anzi tutto vorrai fuorch startene in pace. Quindi proponeva: Perci, se davvero aspiri tanto a misurarti con i Massageti, lascia perdere il ponte sul fiume che ti costa tanta fatica; passa pure nel nostro territorio, le nostre truppe si ritireranno a tre giorni di cammino dal fiume. Se invece
NEL NOME
DEL FIGLIO
La vendetta di
Tomiride in un
dipinto di Antonio
Zanchi (1631-1722):
fa immergere la
testa di Ciro il
Grande in un vaso
pieno di sangue.
Per VENDETTA
20
MONDADORI PORTFOLIO
ce di gesti estremi, folli. Sentendosi tradita, constatato che Ciro non era stato leale, la regina raccolse le truppe rimaste e attacc lesercito nemico.
Lo scontro dur a lungo, fino a che le milizie persiane, a colpi di frecce, lance e asce (i Massageti, in
gran parte arcieri, combattevano soprattutto a cavallo), furono completamente distrutte. In battaglia cadde lo stesso Ciro. La regina cerc sul campo il suo cadavere, fece riempire un vaso del sangue
dei nemici e, immergendovi la testa del Gran Re,
bevve dal suo teschio infierendo su di lui e gridando la sua vendetta.
Donna disperata. Il gesto, interpretato da alcuni storici come un rito barbarico, stato considerato da altri, soprattutto scrittori e artisti, lespressione estrema di una donna disperata. Non
a caso ha acceso nei secoli limmaginario di molti
pittori, tra cui Rubens e Moreau, che lhanno rappresentata in due celebri dipinti. E di Shakespeare,
che lha citata come esempio di passionalit femminile nel suo Enrico VI.
Ridurre il gesto della regina a unusanza rozza e
incivile sarebbe riduttivo. I Massageti non furono
solo una popolazione barbara, nomade e bellicosa. Non si pu escludere che abbiano avuto scam-
IL PI
ODIATO
Sotto a sinistra,
un ritratto
dellimperatore
di Persia Ciro II,
lacerrimo nemico
della regina Tomiride.
GETTY IMAGES
Massageti popolarono
i territori a nord-est del
fiume che lo storiografo
greco Erodoto chiamava
Arasse. Si tratterebbe
dellodierno Amu-Darya,
tra Turkmenistan e Uzbekistan. Appartenevano
allantico gruppo degli
Sciti (quelli orientali, chiamati Saka), nomadi
che abitarono tra il Mar
Nero e la Siberia.
Cannibali. Le informazioni di Erodoto non
sono sempre verificabili
archeologicamente,
spiega Bruno Genito,
docente di Archeologia
e storia dellarte iranica
allUniversit LOrientale
di Napoli. verosimile
per che, come diceva lo
storico greco, praticassero
sacrifici umani, prosegue
lesperto.
REGINA
ARMATA
Tomiride in un
affresco su tela
di Andrea del
Castagno (14211457): lancia e
armatura non
nascondono la
femminilit del
personaggio.
Giuliana Rotondi
Lammiraglia Artemisia
speronata da una trireme greca, Artemisia affond una vicina nave
alleata, disorientando
il comandante dellimbarcazione avversaria,
che cos vir verso un
altro obiettivo. Serse,
nella confusione dello
scontro, credette che
Artemisia avesse
affondato una nave
nemica e al termine
della battaglia (persa)
la copr di onori, dicendo: Cos le donne mi
diventano uomini e gli
uomini donne!.
La leggenda vuole che
anni dopo lo scontro
di Salamina, soffrendo
per un amore non corrisposto, Artemisia si
tolse la vita buttandosi
dalla rupe di Leucade,
nel mar Egeo.
ALINARI
eno leale di
Tomiride.
Sicuramente
pi lucida e astuta.
Artemisia I, la regina
della Caria (nellattuale
Turchia) che dopo la
morte del marito ne
prese il posto come
tiranno di Alicarnasso,
ricordata soprattutto
per aver partecipato
alla battaglia navale
di Salamina (480 a.C.).
Ma dalla parte dei Persiani. Alleata di Serse,
nipote di Ciro il Grande, fu lunica donna
dellantichit che ebbe
lonore di comandare
una flotta.
Spregiudicata. Il greco
Erodoto, nelle Storie,
racconta che durante i combattimenti,
rischiando di essere
23
Il primo
REPORTER
24
VIAGGIATORE
Un presunto busto
di Erodoto, copia
romana da un
originale greco
realizzato nel IV
secolo a.C., centanni
dopo la morte dello
scrittore.
MERAVIGLIE
BPK/SCALA
ROGER-VIOLLET
GIARDINI
DA SOGNO
I giardini pensili
di Babilonia in
una stampa del
1592 ispirata alla
descrizione che ne
fece Erodoto nelle
sue Storie.
GRANGER COLLECTION/ALINARI
da una parte le citt-Stato greche, dallaltra lImpero persiano con le sue satrapie, cio le province.
E gran parte dellopera di Erodoto era rivolta proprio alla descrizione delle terre persiane. Dubito
che qualcuno, visto letnocentrismo greco, possa
avergli commissionato un lavoro del genere.
Se non viaggiava per conto dei potenti, e quindi
non poteva contare sul loro denaro, come si manteneva Erodoto? La tradizione narra che leggeva
pubblicamente le sue opere ed probabile che il
compenso fosse piuttosto buono. Almeno stando
a quello che riferisce lo scrittore Plutarco (I secolo d.C.). Sembra che in occasione delle Panatenee,
la festa religiosa pi importante dellantica Atene,
lo storico di Alicarnasso avesse intascato dieci talenti (circa 170 euro di oggi) per una sola lettura.
Il fatto che la recitazione fosse il modo principale per diffondere notizie e idee, visto che Johann
Gutenberg sarebbe venuto duemila anni pi tardi
e i papiri erano costosissimi, certamente influ sullo stile di Erodoto che, tra laltro, visse nellepo-
ANIMALI
Sotto, un coccodrillo
del Nilo in una
stampa del 600.
Erodoto descrisse
per primo la fauna
dellEgitto. Accanto,
un ippopotamo
(detto un tempo
cavallo dacqua) in
una stampa del 600.
Erodoto lo descrisse
con la criniera.
Androfagi
PA
EURO
Agatirsi
Celti
Istro
EUROP
A
Massageti
Sciti
ubio)
(Dan
Geti
Liguri
Traci
Iberi
LEcumene, ovvero
il mondo secondo
Erodoto.
Iperborei
ano
Oce
Sarmati
Ponto Eu
si
no
Mar Caspio
Aras (Volga)
Egeo
Battriani
te
Eufra
Tigri
l vasto mondo
descritto da Erodoto
(lEcumene, la terra
abitata) rifletteva
una geografia rimasta
immutata fino alle
esplorazioni del XV
secolo. Comprendeva
lEuropa Occidentale
con i Celti che avevano
colonizzato parte della
Spagna, come pure il
bacino del Danubio
(che chiamava Istro).
Steppe. A Nord giungeva fino al mare (il
Baltico) da dove arrivava lambra venduta nel
Mediterraneo.
Pi a est cerano gli
Sciti (tra Ucraina e Asia
Centrale) di cui scrisse:
Gli Sciti affermano che
LIBIA
ASIA
Persiani
Indo
Indiani
Nilo
Etiopi
Oce
ano
Ocean
27
ALAMY
ESSERI
FANTASTICI
Sopra, la nascita da
un uovo descritta da
Erodoto, eco dei miti.
Sotto, a sinistra,
la Torre di Babele,
ovvero la ziggurat di
Babilonia, descritta
e forse visitata da
Erodoto. Sotto a
destra: secondo
Erodoto gli Sciapodi
erano leggendari
abitanti dellAfrica
che si facevano ombra
con gli enormi piedi
(qui in una stampa
medioevale).
BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO
MARY EVANS/ALINARI
28
Uno che la
GENIO
CERTIFICATO
CREDITO
ALAMY
Le rovine di Delfi,
dovera loracolo che
defin il filosofo
il pi sapiente.
A sinistra,
Socrate nella tipica
posa del pensatore.
SAPEVA lunga
31
LAIF/CONTRASTO
La vita di Socrate
469
459
Giovanissimo, entra
a far parte del circolo
di Pericle, un gruppo scelto di
uomini colti. Viene cos a conoscenza delle idee di filosofi
come Anassagora e Anassimandro. Durante la Guerra
del Peloponneso tra Atene e
Sparta (431-404 a.C.) partecipa
alle operazioni, distinguendosi
per coraggio ed eroismo.
424
richiamato sotto le
armi nella Battaglia di
Delio, in cui le truppe ateniesi,
comandate da Ippocrate, sono
battute dai Beoti guidati da
Pagonda. Nel 422 partecipa al
tentativo di riconquista di Anfipoli, colonia ateniese occupata
dal generale spartano Brasida,
ma Atene nuovamente
battuta.
421
LEEMAGE/MONDADORI PORTFOLIO
IL VIZIO E
LA VIRT
Sotto, Socrate
scopre il giovane
Alcibiade a casa
di unetra, cio
una cortigiana
dellepoca, in un
quadro di Henryk
Siemiradzki (1875).
406
404
399
denunciato per
vilipendio dal giovane
poeta Meleto, dietro cui si nascondono due politici ateniesi.
Viene riconosciuto colpevole
e condannato a morte da una
giuria popolare.
AKG/MONDADORI PORTFOLIO
Santippe rovescia
una brocca dacqua
sulla testa di Socrate
(la tela del 600).
A lui si attribuisce la
frase, riferita a questo
episodio, Tanto
tuon, che piovve.
Ma tu muori
INNOCENTE,
disse piagnucolando
la MOGLIE.
E Socrate le rispose:
E tu volevi
che io morissi
COLPEVOLE?
34
MOR TRA I
SUOI DISCEPOLI
Sotto, la morte di
Socrate, decretata
da una giuria
popolare per
somministrazione di
cicuta, in un celebre
quadro di JacquesLouis David (1787).
A sinistra, una statua
ottocentesca che
rappresenta
Socrate moribondo;
dello scultore
Mark Antokolski.
AKG/MONDADORI PORTFOLIO
STRATEGA
ROGER-VIOLLET/ALINARI
IN LOTTA TRA
BENE E MALE
Alcibiade prelevato da
Socrate dalla casa delle
cortigiane nel dipinto
settecentesco di
Jean-Charles-Nicaise
Perrin: lo stratega
frequent Socrate
durante la giovinezza,
diventandone,
si dice, lamante.
36
di se stesso
Fu lultima SPERANZA di Atene
nella GUERRA del Peloponneso.
Grande ORATORE, trad
la sua citt, ma da molti
fu trattato come un EROE
ello e seducente. Impulsivo e ambizioso. Nobile e ricco. Alloccorrenza gentile. Ma, se necessario, spregiudicato al limite dellirriverenza. Un Gianni Agnelli dellantica Grecia, come ha detto qualcuno. Le
donne impazzivano per la sua eleganza e la sua erre moscia. Gli uomini erano sedotti dalle sue doti strategiche e dalla sua appassionata arte oratoria
capace di lanciare il cuore oltre lostacolo e far
sognare un ritorno agli antichi splendori proprio
mentre lAtene del V secolo a.C. viveva una crisi
profonda di valori e prospettive, accresciuta dalla
logorante Guerra del Peloponneso.
Esponente dellala democratica della citt, pose
sempre la sua ambizione al di sopra del senso dello Stato e della patria. Addirittura al di sopra degli
di. Gli Ateniesi lo amarono (e lo odiarono) pazzamente. Come gli Spartani, con cui ebbe una breve
liaison, e i nemici Persiani, di cui cerc la benevolenza. Ma chi fu davvero Alcibiade (450-404 a.C.)?
Un uomo per tutte le stagioni pronto a cambiar casacca pur di vincere e rimanere a galla, o piuttosto
un figlio del suo tempo, relativista e arguto, capace
di muoversi con furbizia nei corridoi del potere e di
parlare alla pancia della gente, esponendosi cos
alla volubilit del giudizio popolare?
La giovinezza. Sicuramente fu un abile stratega.
Figlio di una cugina di Pericle, crebbe frequentando la casa del politico ateniese che tuttavia, a quanto risulta, si disinteress di lui. Forse perch, come
osserva Chiara Pecorella Longo, autrice di Alcibiade, una storia ateniese (Giunti Marzocco), aveva ritenuto inutile lottare contro una natura ingovernabile. Il clima intellettualmente frizzante dellAtene di quegli anni fece il resto: allievo di Socrate (v.
riquadro alle pagine seguenti), frequent anche i circoli dei sofisti dove impar le migliori tecniche di
arte oratoria, dibattendo i temi caldi del momento.
Alcibiade rese la massima dei sofisti (la giustizia
lutile del pi forte) sua filosofia di vita. Sostenere
che giusto che il pi forte comandi era da un lato
la premessa dellimperialismo ateniese giustificava
il potere dei pi ricchi sulla citt e sulle colonie ma
dallaltro lato era anche alla base di quel relativismo
etico secondo cui non esiste unidea di bene assoluto. Labilit nellindividuo sta piuttosto nel persuadere gli altri con le argomentazioni pi convincenti
(che non necessariamente sono anche le pi giuste).
La capacit di persuasione ad Alcibiade non mancava. A dieci anni dallo scoppio della Guerra del Peloponneso, a quasi 30 anni (let necessaria ad Atene per ottenere incarichi politici), contava gi un
certo numero di fedelissimi e si era distinto nella
commissione incaricata di rivedere, aumentandolo, il tributo degli alleati per la prosecuzione della guerra, schierandosi apertamente sul fronte interventista. Con spregiudicatezza aveva per aperto anche ai pacifisti, proponendosi agli Spartani
come interlocutore unico per firmare uneventuale tregua, diventata possibile dopo la morte dei co37
MONDADORI PORTFOLIO
A SCUOLA
DI VITA
Alcibiade e Socrate
discettano di
filosofia con Aspasia,
concubina di
Pericle e coltissima
etra, in un dipinto
del 700.
ILLIRIA
ITALIA
Napoli
Taranto
EPIRO
CORF
TESSAGLIA
Mantinea
418 a.C.
PELOPONNESO
Sparta
Pilo
425 a.C.
M. PATERNOSTRO
Siracusa
413 a.C.
Persiani
Altri popoli
Spedizioni ateniesi
Spedizioni spartane
Focolai di conflitto
Battaglie
ALINARI
DISFATTA
La battaglia al largo
di Siracusa durante la
spedizione voluta da
Alcibiade (415 a.C.) in
una stampa del XIX
secolo.
un boomerang: gli Ateniesi votarono favorevolmente e la disfatta a Siracusa fu un colpo dal quale la citt non si riebbe. Non solo. Alcibiade cadde
vittima di quella che oggi qualcuno chiamerebbe
giustizia a orologeria: accusato di aver mutilato
le erme (statue del dio Ermes poste presso i crocevia, numerose in Atene) e di avere organizzato parodie sacrileghe dei misteri eleusini, fu chiamato a
giudizio. La prima accusa era assurda, la seconda
verosimile, dice lesperta. Fatto sta che salpate le
100 navi dal Pireo, dopo i primi successi Alcibiade
fu prelevato dalla Sicilia per essere portato ad Atene; ma nello scalo di Turii lui e i suoi riuscirono a
fuggire. Latitante, fu condannato in contumacia,
i suoi beni vennero confiscati e il suo nome male-
Arginuse
406 a.C.
Delio
424 a.C.
Megara
SICILIA
410 a.C.
Cizico
Egospotami
405 a.C.
Potidea
Herakleia
Selinunte
Bisanzio
MACEDONIA
Il Mediterraneo
Orientale durante
la Guerra del
Peloponneso.
Segesta
TRACIA
Anfipoli
422 a.C.
Nozio
407 a.C.
ATTICA
Atene
IMPERO
PERSIANO
Efeso
Mileto
Thera
RODI
Cidonia
CRETA
MONDADORI PORTFOLIO
gli oligarchi trovarono terreno fertile per organizzare una rivolta e affidare il potere a un Consiglio
dei 400, assassinando alcuni capi dellopposizione.
Segu un colpo di Stato e un governo guidato da
un Consiglio dei 5.000 (oggi parleremmo di una
grande coalizione tra democratici e conservatori
per far fronte allemergenza nazionale).
Al progetto partecip anche Alcibiade, esule che
coltivava il sogno di tornare in patria. Trov gioco
facile e cavalc londa di protesta contro la democrazia che laveva messo sotto processo. Eletto stratego dalla flotta dellisola di Samo, condusse da qui
ATTENTATO
Lincendio della
casa di Alcibiade
ordinato dal capo
spartano Lisandro, in
un dipinto dell800:
lo stratega mor in
quella circostanza.
40
FINALE TEATRALE
SCALA
La morte di Alcibiade
(404 a.C.) colpito da una
freccia mentre insegue
il suo attentatore, in una
stampa tedesca del 1902.
ne macinava vittorie. Allapice del successo della citt, Alcibiade, eletto stratego (408-407 a.C.), rientr
effettivamente in patria. Laccoglienza non poteva essere pi entusiasta e lui, per non farsi mancare nulla, organizz anche una parata religiosa in occasione dei misteri eleusini, che anni prima aveva
oltraggiato, guidando la processione non per mare come si faceva ultimamente per paura di attacchi spartani ma via terra. Una mossa studiata nei minimi dettagli: il popolo secondo una fonte lo esort addirittura a farsi tiranno. E lui, saggiamente, rifiut.
GETTY IMAGES
E. OLAF (4)
Dallo IONIO
allHIMALAYA
IL VERO
VOLTO DEL RE
Rielaborazione 3D
di una raffigurazione
di Alessandro Magno
su un orologio
da tavolo russo
dell800. Questa e le
altre immagini del
servizio fanno parte
di un progetto per
ricostruire il vero
volto del condottiero,
vissuto tra il 356 e il
323 a.C.
i chiamava Alessandro III, re di Macedonia, ma entrato nella leggenda con un altro nome: Alessandro il Grande (in greco
Alxandros Mgas). Per motivi che vanno al di l di ogni immaginazione. Perch non
stato solo uno dei pi grandi condottieri della Storia, che in dodici anni di regno conquist
un enorme impero toccando i confini del mondo allora conosciuto: la sua vita straordinaria ha
assunto colorazioni leggendarie in Occidente e
in Oriente, narrata dalla letteratura araba (Corano, Libro dei Firdusi), persiana, armena, copta,
turca e occidentale. E, soprattutto, perch pi di
chiunque altro ha incarnato leroe morto prematuramente al culmine della sua gloria, ed al centro di enigmi tuttora irrisolti. Dove si trova la sua
tomba, venerata nellantichit e misteriosamente
scomparsa? Chi o che cosa lha ucciso, interrompendo bruscamente i suoi sogni di gloria?
Abbiamo chiesto di raccontarci la sua straordinaria vicenda a Valerio Massimo Manfredi, archeologo e grande narratore dellantichit, che al giovane re macedone ha dedicato studi personali e romanzi tradotti in tutto il mondo.
Nei suoi libri, lei parla spesso del fenomeno
imitatio Alexandri, il fascino dellinvincibile condottiero che ha conquistato i grandi
personaggi in tutte le epoche: da Scipione a
Cesare, da Caligola a Traiano e Caracalla, fino a MaomettoII e Napoleone. Quali sono
i motivi di tanta passione?
Non tutto nella Storia spiegabile. I mo-
43
impresa di Alessandro
Magno fu straordinaria
anche dal punto di vista
geografico: migliaia furono i
chilometri che il suo esercito,
portando con s la cultura
ellenistica, percorse da un capo
allaltro del mondo conosciuto.
Ecco le quindici tappe
principali del suo viaggio.
Verso oriente. Partito da
Pella 1 , la capitale dellantica
Pella
Troia
Gordio
14 Alessandria Escate
33 Fiume Granico
5
Isso
8
Gaugamela
12 Ecbatana
Tiro
10 Susa
Alessandria
Babilonia
15 Fiume Idaspe
11 Persepoli
Olimpia) dargli uneducazione greca, per completare la sua istruzione scelsero come maestro Aristotele, il pi grande pensatore dellepoca: oggi potrebbe equivalere a comprare tutta lUniversit di Harvard per il primogenito. Fu Aristotele a insegnargli
la scienza e larte, da cui deriv la sua versatilit di
interessi. Scrisse unedizione dellIliade appositamente per lui, firm un contratto di esclusiva dove simpegnava a non rivelare a nessun altro ci che
aveva insegnato ad Alessandro. E rest legato a lui
per tutta la vita, come amico e confidente.
Come furono invece i rapporti di Alessandro con
i suoi genitori? Su di lui pesa il sospetto di avere
preso parte, poco pi che adolescente, allassassinio di suo padre.
Secondo lo scrittore latino Plutarco, Alessandro,
pur non essendo direttamente coinvolto nella congiura ordita da una sua guardia personale, ne era a
ARGILLA
E METALLO
Elaborazione di un
volto maschile in
terracotta di epoca
ellenistica. In basso
a sinistra, nellaltra
pagina, una falera
(una decorazione
metallica).
Che cosa sarebbe successo se il suo sogno di gloria non si fosse bruscamente interrotto?
Lavere ammassato una grande flotta in Occidente fa pensare che sognasse Cartagine, che fosse
pronto a spingersi al di l delle Colonne dErcole.
probabile, a mio avviso, che si preparasse a una
monarchia universale e divina.
Il mito di Alessandro sopravvive ancora oggi.
Chi il suo erede naturale? vero che Fidel Castro tra i suoi maggiori ammiratori?
Confermo. Fidel Castro scelse addirittura il nome di battaglia Alejandro combattendo nella Sierra Maestra. Molti leader contemporanei sono rimasti affascinati da Alessandro. Il mausoleo della Piazza
Rossa, monumentale contenitore della mummia di
Lenin, in fondo una riedizione moderna del mausoleo di Alessandria. Ma non esiste un suo erede naturale. Dallalba dei tempi alla fine delluniverso non
esister mai qualcuno uguale a un altro, nemmeno
fosse clonato. E Alessandro Magno ebbe una vita favolosa. E un carisma davvero irripetibile.
Claudia Giammatteo
VALERIO MASSIMO
MANFREDI, classe
1943, scrittore,
archeologo,
topografo del
mondo antico. Ha
condotto spedizioni
archeologiche in
molte localit del
Mediterraneo. La
trilogia di Alxandros
tra le sue opere pi
famose.
Il mistero
dellultima
dimora
ue sfingi a
presidiare
lingresso, e
in cima al tumulo un
leone alto cinque metri.
Potrebbe essere questa
tomba ritrovata ad
Anfipoli, nel nord della
Grecia, a custodire i resti
di Alessandro il Grande,
secondo una notizia
recente.
In Egitto. Di sicuro
i luoghi candidati a
ultima dimora del
Macedone sono molti.
In pole position due
localit egiziane. La
prima Siwa, loasi a
ridosso del confine
libico dove Iskandar
el-Akbar (nome arabo
del re macedone) si
autoproclam figlio
di Amon, e quindi
semidio. La seconda,
e sua rivale principale,
la non lontana
Alessandria, la citt
fondata dallo stesso
Alessandro nel 332 a.C.
per simboleggiare la
sintesi tra la classicit
greca e lopulenza
orientale.
STORIA E ARTE
Volto ricostruito
a partire dal
frammento di un
carro del III secolo
a.C. Le elaborazioni
sono state realizzate
dallartista olandese
Erwin Olaf.
47
Sotto la GUIDA
del re Filippo II,
il piccolo Regno di
MACEDONIA
prese il controllo
di quasi tutta la
penisola greca. Ecco
COME ci riusc
COPPIA
TURBOLENTA
Statua di Filippo II
e (a destra, su
una moneta) la
moglie Olimpiade,
principessa dellEpiro.
DE AGOSTINI/GETTY IMAGES
ella Grecia antica, tutti hanno avuto il loro momento di gloria: Micene e Argo nel Peloponneso, Atene in
Attica, Sparta ancora nel Peloponneso, Tebe in Beozia. Proprio da Tebe part lascesa
dellaltra Grecia, il regno di Macedonia. Ma chi
erano questi parvenus che si affacciavano da neofiti sulla scena della Storia?
Nessuno sa da dove venissero i Macedoni. Nessuno lo sapeva allora, e poco se ne sa oggi. Forse erano Greci che si erano separati dai loro cugini in epoca remota, oppure, come sostenevano gli Elleni, Sciti (barbari originari delle steppe del Mar Nero) governati da una dinastia, gli
Argeadi, di provenienza peloponnesiaca, ovvero da Argo (nel sud del Peloponneso), che vantava una discendenza nientemeno che dalleroe mitologico Eracle. Non si conosce molto del periodo antecedente al primo re storicamente accertato, Perdicca I, che nella prima met del VII secolo
a.C. amministrava il piccolo regno dalla sua capitale, Ege (oggi Verghina). Ma si sa che, nonostante le sue modeste dimensioni, la Macedonia riusc a sopravvivere in forma indipendente durante
le guerre tra le superpotenze del tempo, la Grecia e
la Persia, barcamenandosi con un equilibrismo degno dei politici pi trasformisti. Alessandro I, per
esempio, si dichiar vassallo di Dario di Persia ma
ammicc ai Greci, tanto da guadagnarsi il soprannome di Filelleno, mentre suo figlio Perdicca II
evit di schierarsi nella rivalit tra Sparta e Atene,
durante la Guerra del Peloponneso. Era la fine del
V secolo a.C. Morto Perdicca (intorno al 413 a.C.),
la capitale fu trasferita a Pella (fondata da Archelao I) e dopo un interregno sal al trono Aminta
III, che si schier con decisione con Sparta. Ed eccoci cos tornati a Tebe, da dove part la svolta firmata Filippo.
Laltra
GRECIA
49
FALSE ORIGINI
DIVINE
Olimpiade e Zeus in
un affresco di Giulio
Romano (1499-1546) a
Mantova: dallunione,
per la leggenda, nacque
Alessandro Magno.
SCALA
ne, ma con pi profitto, espugnando Olinto e assumendo il pieno controllo della Penisola Calcidica.
Ci vollero otto anni, ma alla fine Filippo costrinse lavversario alla pace in Tracia. Il re obblig Atene a cedergli la parte meridionale della regione.
Inoltre il sovrano si fece nominare capo dellanfizionia delfica (la pi importante tra le leghe elleniche a carattere politico-religioso). Fu una mossa
preliminare alla realizzazione dei suoi progetti. E i
suoi erano progetti grandiosi.
A Filippo quel che di Filippo. Le idee che
molti attribuiscono a suo figlio, Alessandro Magno (vedi articolo nelle pagine seguenti), furono quasi tutte un parto della mente di Filippo: tra queste,
lintuizione di approfittare del declino persiano,
minato da guerre civili, spinte centrifughe e sovrani troppo deboli, ergendosi a campione della
grecit. Quasi un revival delle Guerre persiane del secolo precedente.
In realt, gli Elleni non avevano alcuna smania di vendetta nei confronti
dei Persiani; spesso si prestavano a
fare da mercenari per i pretendenti
al trono, e permettevano ai satrapi di
Filippi
Ege
SIGNORE
DEI BALCANI
TRACIA
(343-342 a.C.)
Olinto
348 a.C.
TESSAGLIA
(352 a.C.)
Campi di Croco
352 a.C.
MOLOSSIA
(342 a.C.) Ambracia
Termopili
Cheronea
338 a.C.
Olimpia
Bisanzio
Pella
MACEDONIA
Regno di Macedonia
Regno di Tessaglia
Territori neutrali
Impero persiano
Regno dei Molossi
Territori controllati
Membri della Lega di Corinto
Presidi macedoni
Battaglie principali
MAR
EGEO
Calcide
Eretria
Tebe
Atene
Corinto
ASIA MINORE
Smirne
Efeso
Mileto
Sparta
Rodi
Creta
51
Molti MERITI di Filippo II, primo fra tutti quello di essersi schierato
le reazioni dei Greci, nella speranza che la sua sola
discesa fosse sufficiente a indurli a pi miti propositi. Ma Demostene era sempre pi determinato a
resistergli, e fu capace di guadagnare anche Tebe
allalleanza con Atene. A quel punto, il re si ritrov la strada della Beozia sbarrata da unarmata congiunta di ateniesi e tebani.
Conquistatori. Le schermaglie iniziali tra le
due armate avevano visto prevalere i Greci, che si
galvanizzarono credendo di rinnovare i fasti di un
tempo, quando la democrazia ellenica era stata capace di sconfiggere la potenza di altri monarchi assoluti, gli Achemenidi di Persia, in ben due guerre.
In effetti, la cattiva stagione favoriva chi stava in
difesa, piuttosto che gli attaccanti. Cos, Filippo
non spinse davvero lacceleratore dellavanzata prima della primavera del 338 a.C., quando con uno
stratagemma riusc a entrare in Beozia e a costringere i Greci ad arretrare la loro linea a Cheronea.
In quella localit ebbe luogo una battaglia di importanza capitale, una di quelle in cui il testimone
della Storia passa da una mano a unaltra: la tanto
FALANGE
VINCENTE
J.SHUMATE
Andrea Frediani
FARETRA REGALE
La faretra dorata
di Filippo II, oggi al
Museo archeologico
di Salonicco. Sotto, lo
scrigno doro nel quale
furono raccolte le
ossa di Filippo II, dalla
tomba reale.
DEA/SCALA
La super-armata
di Filippo II
brillanti del genitore: di lui, infatti, aveva la capacit di usare la forza ma non quella di ricorrere alla
diplomazia quando ve nera bisogno. Ed entrambe
erano necessarie per trovare il bandolo della matassa in un ginepraio come quello ellenico.
Controstoria. Fu per proprio Alessandro a
suggellare la gloria dellaltra Grecia. Allo storico
rimane la curiosit di sapere come sarebbero andate le cose se fosse stato invece Filippo II il protagonista della pi grande campagna di conquista nella
storia dellumanit, quella che avrebbe costituito, se
pur per brevissimo tempo, un vastissimo impero che
andava dalla penisola ellenica fino al Pakistan. Probabilmente Filippo avrebbe prevalso sul declinante
Impero persiano con la stessa (relativa) facilit del figlio, e adesso parleremmo di Filippo Magno; ma altrettanto probabilmente si sarebbe fermato prima di
Alessandro, accontentandosi dellImpero achemenide che gi racchiudeva, e scusate se poco, lAsia
Minore, lIraq, lIran, lAfghanistan e lEgitto senza andare a cercar gloria (e guai) oltre lIndo.
BRIDGEMAN/ALINARI
manno, il re di Persia che poteva ritenere, uccidendo lui, di eliminare ogni minaccia al suo impero
(questa fu la versione ufficiale della corte argeade);
il partito antimacedone in Grecia; il figlio ambizioso Alessandro che, con il nuovo matrimonio del
padre e la nascita di un fratellastro, vedeva in pericolo la successione; la sua consorte ripudiata Olimpiade, amata madre di Alessandro, messa da parte in favore della nuova sposa Cleopatra Euridice.
Al di l del giallo della sua fine, Filippo merita
di essere annoverato tra i pi grandi uomini della
Storia per il solo fatto di essere stato il primo, e per
lungo tempo il solo, a riunire la Grecia. Se Alessandro Magno conquist il mondo antico fu anche grazie a ci che aveva appreso dal padre e dai
suoi insegnamenti. Senza una Grecia unita alle sue
spalle, quel ragazzo non si sarebbe mai azzardato
ad affrontare un impero sterminato, seppure decadente, come quello persiano; probabilmente, senza un padre come Filippo, avrebbe trascorso la sua
esistenza a cercare di imporre il proprio predominio sulla penisola ellenica, ma con risultati meno
53
Ingegno
e POLITICA
Vita, morte e scoperte del pi grande GENIO
matematico dellantichit. Un uomo che dedic
il suo TALENTO anche ai MONARCHI
della sua citt, SIRACUSA
54
no invece quasi del tutto avvolte nel mistero, tanto che lepisodio su cui si hanno pi notizie proprio la morte. Su di essa, per, gli storici continuano a indagare: secondo una tesi recente, non
fu causata dalleccessivo zelo di un soldato, ma il
frutto di un calcolo politico. E per capirne il motivo, occorre ripercorrere dal principio la vita del
genio di Siracusa. Come racconta egli stesso nel
suo libro Arenario, in base alla ricostruzione del filologo tedesco Friedrich Blass, Archimede era figlio darte: nacque nel 287 a.C. a Siracusa da un
astronomo di nome Fidia. Visse quindi nel secolo
di maggiore splendore dellellenismo, lepoca iniziata nel 323 a.C. con la morte di Alessandro Magno e terminata con la Battaglia di Azio del 31
a.C., quando Ottaviano Augusto sconfisse Antonio e Cleopatra inglobando lEgitto, lultimo Stato
erede del grande impero di lingua greca creato dal
condottiero macedone. Siracusa, fondata nel 734
a.C. da coloni di Corinto, era allora una monarchia: al tempo di Archimede era governata da Gerone II, salito al trono nel 270 a.C., prima da solo
e poi, dal 240, in compagnia del figlio Gelone II.
Della vita dello scienziato, che Plutarco ci dice
PER MANO DI
UN SOLDATO
La morte di
Archimede in un
dipinto del francese
Thomas Degeorge
(1786-1854):
durante il sacco di
Siracusa (212 a.C.)
un soldato romano
gli ordin di
seguirlo, ma lui
si rifiut. E il
soldato lo uccise.
REGER VIOLLET/ALINARI
il 212 a.C. e Siracusa, una delle pi ricche polis del Mediterraneo, messa a ferro e fuoco dai Romani comandati dal
console Marco Claudio Marcello. Gli ordini sono chiari: Marcello vuole avere a tutti i costi luomo pi illustre della citt, quel geniale Archimede che tanto lo ha fatto penare usandogli
contro diaboliche macchine da guerra. E lo vuole
vivo. A trovare lanziano matematico un soldato, che gli intima di seguirlo. Secondo la leggenda, lo studioso chino a riflettere sulle figure geometriche che ha tracciato nella polvere: Noli,
obsecro, istum disturbare, dice (Non rovinare, ti
prego, questo disegno). Il soldato, invece, perde
la pazienza e, contravvenendo agli ordini ricevuti,
lo trafigge con la spada. Finisce cos, tragicamente, la vita di Archimede di Siracusa, il pi grande e
moderno matematico dellantichit, i cui studi
sulle spirali, sugli specchi ustori e sulle leve per
fare solo qualche esempio sono ancora oggi fonte di ispirazione per gli scienziati e gli ingegneri di
tutto il mondo.
Figlio darte. Se le opere del genio di Siracusa sono immortali, le vicende della sua vita so-
55
ALINARI
Sopra, Archimede
mentre fa il bagno, in
una xilografia del XVI
secolo. Fu cos che,
secondo la leggenda,
scopr il celebre
principio che porta
il suo nome.
56
parente e consigliere dei suoi sovrani, abbiamo pochissime notizie certe, spiega Lorenzo Braccesi,
gi docente di Storia greca allUniversit di Padova.
Da Diodoro Siculo (uno storico del I secolo a.C.)
apprendiamo che si trasfer ad Alessandria dEgitto
intorno al 243 e che torn a Siracusa nel 240, quando Gerone non aveva pi lesclusiva del potere.
In trasferta. Fu proprio in Egitto che Archimede fu proiettato alla ribalta della scena intellettuale del Mediterraneo, direttamente dal privilegiato palcoscenico del Museion (limportante centro
di ricerca scientifica di Alessandria) e della Biblioteca fondata nel III secolo a.C. Verosimilmente lo
scienziato and ad Alessandria per motivi di studio, dice Braccesi. Ma forse vi ci si era trasferito in seguito a un raffreddamento dei rapporti con
Gerone, descritto dalle fonti come un despota.
Di certo il viaggio fu proficuo. Tutte le opere che
gli sono attribuite dagli studi su cerchio, spirali
e parabole, a quelle sulle sfere e sui poliedri Archimede le produsse, infatti, al suo rientro in patria. Qui visse gli ultimi trentanni della sua vita,
mantenendosi in contatto con gli amici conosciuti in Egitto, come il geografo Eratostene di Cirene e gli allievi del matematico Conone di Samo, la
Corona
ILLUSTRAZIONI G. ALBERTINI
Acqua
Volume dacqua
spostato: uguale al
volume dalla corona.
SPOSTAMENTO
DI VOLUMI
Il trucco usato da
Archimede per
determinare il volume,
e quindi la densit, della
corona. In tal modo scopr
che non era doro puro.
Archimede in
unincisione
ottocentesca.
Il siracusano
si occup di
matematica pura;
ma progett
anche macchine
per intrattenere
i suoi sovrani.
ALBUM / CONTRASTO
il principio della leva, alla base del funzionamento degli apriscatole e dei piedi di porco. Schematicamente, una leva composta da un fulcro (il
punto dappoggio) che la divide in due bracci. E
il principio afferma che, quanto pi lungo il braccio della leva su cui si esercita una forza, tanta pi
forza si riesce a esercitare sullaltro. Archimede dimostr pubblicamente il principio con una stupefacente esibizione: attraverso una leva composta,
riusc tra gli applausi a innalzare una nave carica
con la sola forza delle sue braccia. Stando al racconto di Ateneo, si sarebbe trattato della Siracusia, una delle imbarcazioni pi imponenti dellantichit (era lunga 55 metri) costruita, per volere di
Gerone, da Archia di Corinto con la supervisione
dello stesso Archimede.
Una parte importante dellattivit dello scienziato fu comunque dedicata al diletto dei regnanti.
Lesempio pi spettacolare fu un planetarium, una
sfera celeste che riproduceva i movimenti di Sole,
Luna e pianeti con tanta esattezza da mostrare perfino le eclissi. Un altro esempio laneddoto della
corona doro, in seguito al quale lo scienziato arriv a formulare il celebre principio passato alla Storia con il suo nome (v. riquadro qui sopra).
ARMI TERRIBILI
Archimede in unaltra
incisione ottocentesca.
Il matematico, legato
al tiranno siracusano
Gelone II, fu forse ucciso
perch ostile a Roma.
Amico del tiranno. Non si sa molto, in realt, dei rapporti tra Archimede e Gerone II, ma
lamicizia che lo leg a Gelone II appare indiscutibile. Lo testimonia il fatto che proprio a lui Archimede dedic lArenario, unopera sullo studio
dei grandi numeri e in particolare sul calcolo della quantit di granelli di sabbia necessari a riempire lUniverso (che secondo le conoscenze dellepoca era la sfera delle stelle fisse). La mancata citazione di Gerone in questopera non pu che essere
voluta, argomenta Braccesi, e denuncia una precisa scelta di campo tra due sovrani che non coltivavano gli stessi orientamenti politici: mentre Gerone era un fautore dellalleanza con Roma, Gelone era infatti palesemente filo-punico. La sua politica matrimoniale, in effetti, sembra un manifesto
di orgoglio ellenistico: nel 232 spos Nereide, principessa figlia di Pirro, acerrimo nemico di Roma e
discendente di Olimpiade, la madre di Alessandro
Magno. Secondo Braccesi, quindi, Archimede era
pi vicino alle posizioni di Gelone, schierato contro Roma, che a quelle di Gerone.
Mani metalliche. Gi allora, infatti, doveva essere evidente la minaccia rappresentata dai barbari Romani, che attesero il 218 per sfidare di nuo-
e intuizioni di Archimede
non smettono di ispirare
tecnici e scienziati, come
testimoniano due recenti applicazioni delle sue idee.
Turbine reali. La prima stata
inaugurata nel 2011 dalla
regina Elisabetta in persona. Si
tratta di due turbine idroelettriche a vite di Archimede,
approntate per alimentare il
Castello di Windsor, la principale residenza ufficiale dei
reali inglesi dopo Buckingham
palace, e altre 300 abitazioni
limitrofe. Le turbine, lunghe 12
metri e pesanti 40 tonnellate
ciascuna, funzionano in realt
al contrario rispetto a quanto
originariamente pensato da
Archimede (v. disegno a destra): sfruttando un dislivello
di 2 metri del Tamigi, ruotano
a 22 giri al minuto e sono
collegate a un generatore che
produce 300kWh di elettricit.
La seconda idea ha trovato
IDENTICO PRINCIPIO
conto che cos facendo lo avrebbe esasperato, condannandosi a morte. Ma le cose andarono davvero
cos? Secondo Braccesi, la realt unaltra: Nellora della resa dei conti tra Roma e Cartagine fu lo
stesso Archimede a consigliare al giovane e inesperto Geronimo, di cui era stato maestro, di ribaltare
le alleanze, schierandosi con Annibale. Marcello,
che non poteva ignorarlo, ne ordin cos la morte,
affidandosi al sicario di turno.
Dimenticato. Alleliminazione fisica, segu la
rimozione dalla memoria: meno di un secolo e
mezzo bast ai siracusani per dimenticarsi di Archimede, la cui tomba fin abbandonata fuori della
citt. A identificarla, nel 75 a.C., fu Cicerone, seguendo le indicazioni contenute in un documento dove si diceva che sulla sua sommit era scolpita
una sfera, inscritta in un cilindro. Il celebre oratore nato ad Arpino, nel Frusinate, non riusc a trattenere il disappunto: Cos la nobilissima cittadinanza della Grecia, una volta veramente molto dotta,
avrebbe ignorato il monumento del suo unico cittadino acutissimo, se non lo fosse venuto a sapere da un
uomo di Arpino. Cio da un discendente dei rozzi
Romani.
Federico Gurgone
59
Consoli romani,
imperatori
persiani, generali
macedoni.
Alcuni furono
acerrimi
avversari degli
Elleni, altri si
guadagnarono
il loro rispetto,
altri ancora
giunsero persino
a combattere al
loro fianco...
A cura di Andrea Frediani
60
CORBIS
CORBIS
DEI GRECI
I NEMICI
GLI ANTAGONISTI
Dario I
Serse I
Tissaferne
519-465 a.C.
ALINARI
Antpatro
Tito Quinzio
Flaminino
229-174 a.C.
229-160 a.C.
138-78 a.C.
61
Erano maestri
nellarte e
nellarchitettura,
precursori nella
scienza e nella
medicina. Grandi
strateghi militari,
inventarono la
democrazia e la
filosofia. Ecco gli
uomini e le donne
grazie ai quali la
cultura greca lasci
un contributo
inestimabile in
ogni campo delle
attivit umane.
A cura di Elena Ghidini
62
SCALA
SCALA
I GR ANDI
ELLENICI
Omero
Milziade
Leonida I
554-489 a.C.
VI secolo-480 a.C.
SCALA
SCALA
BRIDGEMAN/ALINARI
Aristide
Temistocle
530 ca.-460 a.C.
Eschilo
Pausania
63
SCALA
BRIDGEMAN/ALINARI
A. DE LUCA
Pericle
Fidia
Tucidide
Ippocrate
64
ALINARI
A. DE LUCA
CORBIS
Aristofane
Senofonte
Platone
Aristotele
65
CORBIS
A. DE LUCA
Demostene
Plutarco
Galeno
Ipazia
384-322 a.C.
66
GIGANTI
SCIPIONE
68
G. RAVA
CONTRO
SCONTRO
AL VERTICE
Annibale guida i
soldati allattacco.
In primo piano, a
sinistra, Scipione.
ANNIBALE
69
La BATTAGLIA di Zama,
nellattuale Libia, fu la
WATERLOO di Annibale
LAFRICANO
A CARTAGINE
A. DE LUCA
Scipione e
sullo sfondo
Cartagine. La
citt fu distrutta
nel 146 a.C.
CORBIS
hi si somiglia si piglia, ma qualche volta si accapiglia. E proprio questo capitato a Scipione e Annibale, generali abilissimi e strateghi eccelsi che uno scherzo della Storia mise su fronti avversari.
Annibale cartaginese, Scipione romano (soprannominato, a un certo punto della sua vita, lAfricano), entrambi cultori dellantica Grecia, andarono in rovina per colpa di una guerra che li vide rivali: Annibale perch fu sconfitto, Scipione perch
vinse troppo. Ma non fu solo questo ad accomunarli. Entrambi persero infatti in battaglia i propri cari: Scipione il padre e lo zio, ammazzati in
Spagna, Annibale due fratelli, uno caduto in Italia, laltro morto durante la traversata per tornare a
Cartagine, a causa delle ferite subite. Infine, li un
la Spagna che gioc un ruolo chiave nel destino di
entrambi: possederla era fondamentale per vincere. Dopo averla conquistata, Annibale mosse le sue
truppe contro Roma, passando per lItalia nella famosa traversata delle Alpi con gli elefanti; quando
invece fu Scipione a impadronirsi dellIberia, port poi la guerra sul suolo africano. I due si scontrarono direttamente solo nella battaglia finale, il 202
a.C. a Zama (in Libia). Prima di allora cercarono
solo di trasferire il conflitto nei reciproci territori.
Avversari alla pari. Iniziamente il ruolo di Publio Cornelio Scipione rimase defilato, mentre Annibale (il suo nome significava grazia di Baal, divi-
G. RAVA
AVANTI TUTTA!
Annibale varca
le Alpi (218 a.C.)
con gli elefanti
per impressionare
il nemico.
MARY EVANS/SCALA
CORBIS
no sulla cavalleria cartaginese, invertendo cos inesorabilmente le sorti e rendendo facile ai cavalieri di
Massinissa caricarla. Da parte loro i cittadini, usati
per la seconda linea, vennero presi dal panico e fuggirono, impedendo cos ai veterani di intervenire.
Lepilogo. Nonostante lagilit di manovra che Annibale dimostr in questa difficile situazione, Scipione ebbe la meglio, favorito dalla sua astuzia. I Romani e i loro alleati presero infatti la cavalleria cartaginese alle spalle e riuscirono a sferrare il colpo finale.
La sconfitta fu sonora: Annibale, che fino a quel
momento non aveva mai perso una battaglia, rientr a Cartagine con il proposito di rimettere in sesto
le finanze della citt. Scipione invece, che da quel
momento divenne lAfricano, dopo il trionfale ingresso a Roma nel 201, divent luomo politico pi
autorevole dellUrbe e fu eletto console.
Eppure entrambi, uno da sconfitto e laltro da
trionfatore, furono costretti ad abbandonare il potere. Le loro abilit politiche scatenarono le gelosie
degli avversari. Cos se Annibale lasci Cartagine e
si rifugi a Efeso, a Scipione fu impedito di partecipare ai combattimenti contro Antioco, re dei Siriani
(presso il quale si era rifugiato Annibale): i suoi avversari politici non volevano che Scipione sottomettesse anche lAsia, dopo lAfrica. Nel 183, Annibale si avvelen a Libyssa (Turchia) per non cadere in
mano ai Romani mentre lAfricano mor a Literno
(Napoli) dove si era ritirato. Avvenne cos che i due
nemici furono accomunati anche nel giorno finale
dalla stessa sorte: morire fuori dalla loro patria.
Alessandro Marzo Magno
IL GENERALE
Statua ritenuta
di Annibale, sullo
sfondo le rovine
di Canne dove il
generale ebbe la sua
gloriosa vittoria sui
Romani.
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CLEOPATRA - 69 A.C.
Lultima dei
Cleopatra sventa
un attentato
facendo assaggiare
il cibo avvelenato
a prigionieri, in un
quadro di Alexandre
Cabanel del 1887.
74
CORBIS
FARAONI
ESTETISTA
A. DE LUCA
DEA/SCALA
Lo fece con capacit, lungimiranza e totale autonomia, pur legandosi ai personaggi politici pi influenti del tempo, e si comport da mecenate accogliendo alla sua corte medici e scienziati.
Bruttina ma colta. Le mancava per la folgorante bellezza che tanto avrebbero celebrato i posteri (nel Rinascimento la immaginarono persino
bionda come una svedese).
Plutarco, che fra gli storici antichi la fonte pi
attendibile su Cleopatra, non ne elogia laspetto,
ma lintelligenza e la simpatia. Caratteristiche che
di solito vengono attribuite a una donna per sopperire ad altre mancanze. Certo non le donava lacconciatura con cui si fece ritrarre sulle monete, con
i capelli (bruni) raccolti in una crocchia che metteva in evidenza profilo marcato e naso aquilino.
In compenso, quanto a cultura non aveva rivali. La regina era cresciuta a pane e poemi, tragedie
e commedie greche. Aveva appreso larte della re-
ARIE DA SNOB
Cleopatra sullisola di
File, lungo il Nilo, in
un dipinto del 1896.
Con Antonio, fond
un esclusivo Club dei
viventi inimitabili.
A. DE LUCA
Il precedente di Hatshepsut
rima di uccidersi,
Cleopatra chiese
solo una cosa: di
essere sepolta accanto
a Marco Antonio. Si dice
che Ottaviano labbia
accontentata.
Scavi in corso. Novit potrebbero arrivare dal famoso egittologo Zahi Hawass, che ha annunciato
di essere vicino a una
grande scoperta: avrebbe individuato la tomba
della regina a Taposiris
Magna, antico porto
greco a 45 chilometri da
Alessandria, sotto i resti
di un tempio tolemaico.
Dopo il ritrovamento
di un torso di statua di
Tolomeo IV, Hawass si
COMPAGNI
DI MORTE
Antonio morente
condotto da
Cleopatra, barricata
nel suo mausoleo, in
un dipinto tedesco del
1863. Il condottiero
si sarebbe ucciso
credendola morta.
A sinistra, il profilo di
Cleopatra abbellito
su una moneta doro.
SERPE IN SENO
Cleopatra uccisa
dallaspide. Ma il
serpente era un altro:
un echide carenato.
ALAMY
Se Giulio Cesare
fosse scampato alla
CONGIURA
nel 44 a.C.
avrebbe forse
REGNATO
da Alessandria
dEgitto, SPOSO
di Cleopatra.
E l EREDE
Ottaviano...
LAGGUATO
Sopra, in un
dipinto neoclassico
di Vincenzo
Camuccini,
lassassinio di
Cesare sotto la
statua di Pompeo,
come descritta
dalle fonti antiche.
A sinistra, la statua
di Cesare al Louvre,
in unopera del
1696 di Nicolas
Coustou.
SCALA
MORIRE
82
AKG/MONDADORI PORTFOLIO
SCONTRO
EVITABILE
La Battaglia di
Azio del 31 a.C.,
che oppose Marco
Antonio e Cleopatra
a Ottaviano. Senza
la morte di Cesare,
Antonio non sarebbe
diventato lamante
della regina egizia
e Ottaviano non
avrebbe potuto
legittimarsi come
erede del dittatore
assassinato.
mani di un governatore troppo audace e intraprendente, divenisse focolaio di rivolta. Aveva preferito
affidarlo a una figura politicamente debole nel suo
Paese, comera allora (e come sarebbe potuta essere anche dopo) Cleopatra.
Cambio di eredit. E Marco Antonio? Con Cesare vivo e sempre pi potente, difficilmente Cleopatra avrebbe posato gli occhi sulleterno secondo. Antonio, da tutti tranne che da Cesare ritenuto erede politico del dictator, sarebbe comunque,
prima o poi, entrato in rotta di collisione con Ottaviano, erede designato per testamento, precisa lo
storico. Cesare, dicono le malelingue, aveva avuto
modo di apprezzare il pronipote sotto ogni punto
di vista e pare che proprio per ricompensarlo della sua versatilit avesse deciso di adottarlo. Ma se il
dittatore fosse morto di vecchiaia o in guerra, siamo sicuri che Ottaviano sarebbe diventato imperatore anche senza la scusa di voler vendicare il padre
della patria? E se poi, ormai vecchio e malato, Cesare avesse dovuto assistere dal letto alla battaglia
tra Antonio e Ottaviano? Allora avrebbe rimpianto amaramente la salvezza ottenuta quel 15 marzo
del 44 a.C. Una scena che si sarebbe risparmiato se
controstoria per controstoria mentre ritraeva il
pugnale dalla gola di Bruto, Cesare avesse perso lequilibrio e avesse battuto la testa sullo spigolo della
statua di Pompeo, morendo sul colpo.
AUGUSTO - 63 A.C.
LIMPERO
A
veva timore anche delle ombre, scrive di lui Cicerone (Iste qui umbras timet). Era cagionevole di salute, basso
di statura, esile. Il contrario, si direbbe,
del fascinoso capo carismatico. Eppure il sanguigno Mussolini, rifondatore dellimpero e del mito
di Roma caput mundi, ne fece il proprio idolo delezione, fino a desiderare di essere sepolto nel suo
mausoleo romano, a Campo Marzio.
Ad Augusto e alla sua politica Mussolini si ispir non solo per la marcia su Roma Ottaviano ne
aveva fatte addirittura due , ma anche e soprattutto nella strategia del consenso, nelle manifestazioni propagandistiche: dalla grandeur urbanistica alle
bonifiche, al culto delle tradizioni, alle adunate giovanili paramilitari. Eppure difficile immaginare
due dittatori pi distanti per indole e atteggiamenti.
Calcolatore. Gaio Ottavio, detto Ottaviano,
lasciava pochissimo al caso. Era un calcolatore, un
concentrato di astuzia, prudenza e riservatezza. Poco brillante come stratega e non molto portato a
guerreggiare anche a causa della salute malferma,
che tuttavia non gli avrebbe impedito di raggiungere lallora veneranda et di 77 anni il princeps era
molto meno robusto di come fu effigiato. Diafano,
esile e freddoloso, era tuttavia molto bello. Biondo,
fronte alta, naso importante, occhi cui non si poteva restare indifferenti: Straordinariamente limpidi
e penetranti e acuti Pi azzurri che grigi, anche se
facevano pensare alla luce, non al colore, li descriver nel Novecento laccademico e romanziere John
Edward Williams nel suo Augustus. Possedeva doti
comunicative, non solo diplomatiche.
84
IL PRINCIPE
DELLURBE
Ispirandosi ad
Alessandro Magno,
introdusse a Roma
lidea del sovrano
divinizzato.
Facendo di se stesso
un mito
gi in vita
La lunga vita
di Ottaviano
63 a.C. Ottaviano nasce a
Roma, da Gaio Ottavio e
Azia, nipote di Cesare.
Augusto e la denominazione
di imperator.
un riconoscimento onorario,
senza effetti giuridici.
A. DE LUCA
LEGIONARIO
DELLIMPERO
A destra, particolare
della statua di
Augusto con la
corazza imperiale,
trovata a casa della
moglie Livia Drusilla.
86
ART RESOURCE/SCALA
BPK/SCALA
RMN/ALINARI
Quando
nacque si
verificarono
fenomeni
ritenuti
beneauguranti
dagli indovini
dellepoca
A. DE LUCA
on un padre adottivo
considerato dio, il
Divo Giulio, Augusto
brillava di luce divina riflessa.
Poi divenne divus in proprio.
Mentre Giulio Cesare era
associato a Enea e Venere,
Augusto veniva imparentato
da Virgilio nellEneide e da
Ovidio nei Fasti con altre
divinit esportate dai troiani:
Vesta, dea protettrice del
focolare domestico, e altri di
equivalenti ai nostri penati,
protettori di Roma e del
popolo romano. Il suo tempio
delezione era quello dedicato
a Vesta: un luogo in cui i culti
privati della sua famiglia trascoloravano in culti pubblici.
Ricorrenze. Per di pi, nel 2
a.C. il princeps venne insignito
del titolo di pater patriae, il
che aliment il suo culto. A
Cuma (in Campania), si immolava una vittima ogni anno nel
giorno del suo compleanno.
In varie localit si celebrava
il giorno in cui aveva assunto la toga virile, la data (16
gennaio) in cui gli era stato
conferito il titolo di Augusto e
altre tappe della sua carriera.
Ogni giorno, infine, in colonie
e municipi si ricordava il
giuramento di fedelt con cui
aveva trascinato le popolazioni italiche alla guerra contro
Antonio e lEgitto.
Amici e nemici
RMN/ALINARI
ALBUM/CONTRASTO
4 Marco Antonio
(82 ca.-30 a.C.), politico
e generale, fu al fianco
di Cesare. Alla morte di
questi entr in conflitto
con Ottaviano per la
successione, instaur
con lui e Lepido un
triumvirato, poi fu
sconfitto ad Azio.
5 Marco Giunio Bruto
(85-42 a.C.), cesaricida, si
uccise dopo la disfatta a
Filippi.
87
Sanc che
gli uomini
sotto i 60
anni dovevano
sposarsi.
E le donne
dovevano stare
a casa
er rinverdire i fasti
romani, Mussolini saccheggi a piene mani il
repertorio autocelebrativo
di Augusto. Il princeps aveva
trasportato a Roma un obelisco sottratto a Eliopoli? Il
duce fascista ne fece erigere
uno nei Fori. Limperatore
aveva voluto il Pantheon
e lAra Pacis, restaurato 82
templi arcaici, sistemato la
Via Flaminia? Mussolini si
impegn nellammodernare
il volto dellUrbe: dai Fori
allEur, a Cinecitt.
Maestro. Il modello augusteo
fu clonato soprattutto nel
settore delleducazione. Le
adunate dei balilla si richiamavano esplicitamente ai
collegia iuvenum e ai campi
augusti, in cui i giovani tra i 9
e i 17 anni venivano temprati
alla vita militare. I Littoriali
della cultura e dello sport riecheggiavano invece lo spirito
del Ludus Troiae, le parate
con cui i giovani aristocratici
raggiungevano il Circo per
esibirsi in prove di abilit
e di forza. Le esercitazioni
ginnico-militari erano, ha sottolineato lo storico Antonio
Spinosa, uno dei capisaldi
della politica augustea in difesa della razza romana. Idem
per il dittatore fascista.
A. DE LUCA
88
NATIONAL GEOGRAPHIC
Ottaviano, continuando
la politica augustea.
A. DE LUCA
COMANDANTE
BIONDO
A sinistra, busto di
Augusto: il princeps
era biondo con naso
pronunciato e la
fronte alta.
Dario Biagi
4
3
LESSING/CONTRASTO
SCALA
GETTY IMAGES
VESPASIANO - 9 D.C.
Limperatore
MONTANARO
Sal al TRONO a 60 anni
e il suo nome celebrato
dai BAGNI pubblici.
Ma Vespasiano fu il vero
FONDATORE dellimpero
Il trionfo di
Vespasiano e
del figlio Tito
dopo la campagna
militare in Giudea,
in un dipinto
del 1537.
importanti: la stessa che leg il suo nome allAnfiteatro Flavio, alias Colosseo. Ma quella non fu lunica grande opera firmata dai Flavi.
Magnificenza. Il Colosseo solo la pi famosa, sottolinea Angelo Bottini, per anni soprintendente archeologo di Roma. Allo stesso periodo risalgono anche il Campidoglio, il Tempio della Pace, uno stadio (oggi piazza Navona) e unimmensa
reggia, costruita sul Palatino e perci detta Palatium, parola poi adottata ovunque quasi immutata
(palazzo, palace, palais) come sinonimo di edificio
importante. Davanti a un tale Rinascimento, il
poeta Marziale applaud: Roma tornata se stessa.
Va detto per che i Flavi ebbero gioco facile, perch prima di loro limpero era caduto cos in basso
che le cose potevano solo migliorare. Alla dinastia
Giulio-Claudia, estintasi con Nerone, era subentrato un vuoto di potere diventato subito caos: il Senato era ridotto a una finzione, lerario a una voragine;
91
LESSING/CONTRASTO
PADRE E
FIGLIO
Spirito da caserma
URBANISTI
Allinterno
del Tempio
della Pace
fu esposta,
allinizio del
III secolo, una
mappa in
pietra
di Roma, la
celebre
Forma Urbis.
econdo il biografo
latino Svetonio,
Vespasiano fu
molto spiritoso, bench
un po scurrile. Rilette
oggi, alcune sue uscite
sembrano in realt
autentiche battute da
caserma. Una volta, parlando di un uomo dagli
attributi maschili molto
sviluppati, disse che
camminava brandendo
una lancia dalla lunga
ombra.
Meno greve e pi
simpatica fu lironia che
limperatore us con
se stesso. Durante il
trionfo al ritorno dalla
Giudea, annoiato per
la lentezza del corteo,
mormor: Sono giustamente punito perch
sono stato cos folle
da voler trionfare da
vecchio.
Nota spese. Unaltra
volta, avendo pagato
una prostituta, al segretario che gli chiedeva
come motivare la spesa
nella contabilit ufficiale, rispose: Per lamore
che Vespasiano ispira.
E quando gli proposero
di farsi erigere un grande monumento, ribatt
indicando il palmo
della mano: Certo, ecco
la base!. Il suo humor
non venne meno neanche in fin di vita; infatti,
sentendosi morire,
Vespasiano comment:
Credo che io stia per
diventare un dio. Poi si
alz dal letto, dicendo:
Un imperatore deve
morire in piedi. E spir.
UOMO RUDE
Sotto, un busto
in porfido
dellimperatore,
nato in una valle
appenninica
dellAlto Lazio.
R. MENEGHINI/INKLINK (2)
LESSING/CONTRASTO
Sopra, ricostruzione
del Tempio della Pace,
a Roma, inaugurato
da Vespasiano nel 75 e
ampliato e modificato
in epoche successive.
Funzion: il tesoretto ricavato san i bilanci e bast per avviare un piano di edilizia pubblica che rimise in moto tutta leconomia.
Plebeo. Ma chi era luomo che normalizz Roma a suon di ganci, cantieri e pip-tax? Antichi scultori ci hanno lasciato varie statue, che per sono cos diverse fra loro da far pensare talvolta ad abbellimenti agiografici. Il busto ritenuto pi attendibile
in Danimarca, alla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen. Raffigura un Vespasiano lontano dalla ieratica maest di Augusto e dal fascino torvo di Nerone: ha collo taurino, volto squadrato, testa calva,
occhi troppo vicini per apparire intelligenti; pi che
un imperatore, sembra un omone pi bravo a lavorare con le mani che con la testa.
Perch stupirsi, in fondo? A differenza dei predecessori (tutti nobili), lideatore del Colosseo non
vantava certo un pedigree di sangue blu. Suo padre
Flavio Sabino aveva fatto lesattore in Asia, poi lusuraio in Svizzera. E suo nonno Tito Flavio Petrone era stato prima centurione di Pompeo (sconfitto da Giulio Cesare) poi cassiere di una casa daste
e caporale di braccianti. Insomma, la gens Flavia
era una normale famiglia dellordine equestre (il ceto medio dei Romani) senzaltro oscura e priva di avi
di rilievo, secondo il solito Svetonio.
Lalbero genealogico non cambiava granch sul
LESSING
mania e poi in Britannia, dove il 33enne Vespasiano conquist 20 citt pi Vectis, lattuale Wight,
nel canale della Manica: la stessa isola che 19 secoli
dopo, allepoca degli hippies, divenne la sede di leggendari raduni rock.
Nellimmediato il futuro imperatore non ricav
granch dai suoi successi: lonore del trionfo sui Britanni and a Claudio, giunto in zona a operazioni
quasi concluse. La fama di buon soldato guadagnata oltre Manica gli torn per utile un quarto di secolo dopo, quando regnava Nerone e Roma era invischiata in una grana: il Vicino Oriente, infiammato dalla setta ebraica degli Zeloti, era in rivolta.
Nel caso di Vespasiano, la vita cominci davvero
a 60 anni: Nerone, narra Giuseppe Flavio, storico
ebreo romanizzato, lo invit ad assumere il comando
delle forze in Siria dopo molti complimenti e attestazioni
di stima, dettati dalla necessit di quel momento critico.
In Giudea. Nerone prendeva due piccioni con
una fava: liberava la corte da un corpo estraneo
RASO AL SUOLO
Modello del
Secondo Tempio
di Gerusalemme
(ricostruzione del
Tempio di Salomone)
nel 20 circa: 50 anni
dopo fu distrutto
dal figlio di
Vespasiano, Tito.
GALBA
OTONE
VITELLIO
SCALA (4)
NERONE
ANARCHIA
imbarazzante e affidava il Vicino Oriente a un castigamatti di provata capacit. Lincarico era invece
ad alto rischio per chi lo riceveva: i rivoltosi avevano
gi massacrato la guarnigione di Gerusalemme, risparmiandone il comandante solo a patto che si facesse circoncidere.
Vespasiano, giunto alla fine della carriera militare, non aveva molto da perdere: cos part con suo
figlio Tito, 5 legioni e una miriade di muli del nato Appennino; invase Galilea e Giudea e prese varie citt, ricambiando con linteresse la ferocia degli
Zeloti, senza fare troppi distinguo fra ribelli e civili.
Un paio di anni dopo Gerusalemme era accerchiata.
La tradizione ebraica ricorda quella spedizione come un incubo, superato solo dalle stragi dei crociati e
dei nazisti. Proverbiale rimasta la conquista di Giaffa, di cui Giuseppe Flavio parla cos: Caduti i combattenti, tutti gli altri furono trucidati allaperto o nelle case, giovani e vecchi senza distinzione; nessun maschio fu risparmiato salvo i bambini, ridotti in schiavit con le madri. Fu allora che gli ebrei superstiti
cominciarono a migrare dalla Palestina, disperdendosi nel mondo e dando vita alla cosiddetta diaspora.
u un ottimo
amministratore, disposto a
cavare denaro anche
dalle pietre pur di
salvare limpero dalla
crisi economica. Il
lusinghiero giudizio
su Vespasiano dello
storico Filippo Coarelli, studioso dellet
dei Flavi. Ma pi che
dalle pietre, limperatore ricav soldi
da altre due fonti:
gli ebrei e i fullones
(tintori-lavandai). Ai
primi, dopo la caduta
di Gerusalemme,
fu imposto il fiscus
iudaicus, una tassa
sul culto. Sui secondi
grav invece una
singolare pip-tax,
applicata ai gabinetti
pubblici.
Non olet. Spiegazione: allepoca i fullones
erano soliti raccogliere gratis lurina dalle
latrine per ricavarne
ammoniaca. Ma Ve-
Riscatto. A fine campagna (70 d.C.) Gerusalemme cadde, il Tempio di Salomone fu distrutto e
il suo mitico tesoro fin a Roma per essere poi esposto nel sedicente Tempio della Pace. Ma quellepilogo ebbe come protagonista solo Tito, perch gi
dallanno prima Vespasiano era tornato in Italia a
riscuotere il trionfo: morto Nerone, infatti, le sue
truppe lavevano acclamato imperatore, in antitesi a Vitellio. Inizialmente resto, aveva accettato dopo aver saputo che il rivale aveva ucciso suo fratello. Inizi cos lultimo decennio di quellimperatore per caso, che nella terza et riscatt con grande
senso dello Stato gli anni precedenti, intrisi di rudezza provinciale e crimini di guerra.
Monarchia. Oltre a realizzare opere pubbliche
e risanare lerario, il primo dei Flavi fu mecenate di
artisti, poeti e insegnanti (ai quali assegn una pensione). Ma pi di tutto, a caratterizzare il suo regno
fu una legge detta De Imperio Vespasiani: una sorta
di Costituzione, incisa su due tavole di bronzo collocate in Campidoglio. Cosa cera scritto?
In dettaglio non si sa, risponde Filippo Coarelli. O meglio, si sa solo a met, perch una tavola
si salvata ma laltra no. Possiamo comunque dire
che il De Imperio fissava i poteri dei vari organi dello
Stato. Durante la precedente dinastia Giulio-Claudia, Roma si era basata sulla finzione che la repubblica fosse ancora viva e che limperatore fosse solo
un magistrato straordinario, il principe di un Senato che restava formalmente detentore del potere.
Da Vespasiano in poi non fu pi cos. Infatti, messa
da parte ogni ipocrisia, col De Imperio Roma divent ufficialmente una monarchia ereditaria.
A me succederanno i miei figli, o nessuno, amava
ripetere Vespasiano. E fu cos: dopo di lui and al
potere Tito, poi laltro figlio Domiziano. Non era
solo un mutamento dinastico: Lavvento al potere dei Flavi comport la sostituzione dellaristocrazia senatoria con esponenti di lites italiche esterne a Roma, osserva Bottini. Soltanto con il nono
imperatore, dunque, era nato davvero limpero.
Nino Gorio
95
ADRIANO - 76 D.C.
FOLLIE
damore
A
La statua di Antinoo
(110-130 d.C.),
il giovane amante
dellimperatore
Adriano, conservata
al Museo del Prado
di Madrid.
96
AL VERTICE
DELLIMPERO
A. DE LUCA
Busto di Adriano
(76-138 d.C.)
conservato ai Musei
Capitolini. Limperatore
guid Roma nel suo
periodo doro. Ma
quando mor il suo
amante, Antinoo, perse
la testa: lo divinizz,
perseguit la moglie e
ordin uno sterminio
di Ebrei.
A. DE LUCA
SGUARDO A ORIENTE
BRIDGEMAN/ALINARI
SCALA
MURO A NORD
Il Vallo di Adriano, in
Gran Bretagna. Una
difesa contro Pitti,
Briganti e Caledoni.
LIMPERO AL TOP
al suolo Gerusalemme e
la sostituirono con una
citt di stile ellenistico, Elia
Capitolina. Bar Kokhba
fu catturato e presumibilmente ucciso. Dopo il
fallimento della rivolta,
il messia fu impietosamente ribattezzato Simon
Bar Koseba (Figlio della
Menzogna).
99
SCALA
Stella), auto-dichiaratosi
messia.
Strage. La reazione imperiale arriv 3 anni dopo e
fu spietata: 80 mila soldati
calarono sulla Giudea,
fecero 580mila morti,
distrussero 985 villaggi e
50 fortezze (i dati sono desunti dalla Storia romana
di Dione Cassio). Poi rasero
Cariatidi nel
canopo di
Villa Adriana a
Tivoli, un bacino
dacqua ispirato
allomonima
localit nei pressi
di Alessandria
dEgitto. Villa
Adriana ricca
di richiami alla
cultura ellenistica
e a quella orientale.
rarsi a nuove guerre. Per giunta altri confini barcollavano, dalla Britannia a nord alla Mauritania a sud.
Ebbene: in Mauritania Adriano us il pugno di
ferro, ma sulle altre frontiere cerc soluzioni diverse.
In Britannia costru una grande muraglia (il famoso Vallo di Adriano), opera solo difensiva, che sanciva la rinuncia a invadere la Caledonia (Scozia). E
in Oriente abbandon gran parte delle conquiste di
Traiano: restitu lindipendenza allArmenia, si ritir dalla Mesopotamia, inaugur relazioni coi Parti,
nemici storici. Poi prese a viaggiare per tutto limpero, per conoscere e farsi conoscere.
Cos fin per macinare migliaia di chilometri, pi
in stile da saccopelista che da sovrano. Narra Dione Cassio: Si spostava sempre a piedi o a cavallo, non
saliva mai su un carro. Che piovesse o picchiasse il
sole, non si copriva mai il capo. E una volta in Grecia semin la scorta e spar tra la folla. Uno stile cos informale gli guadagn simpatie: Sparziano scrive che anche i re della Battriana (oggi Afghanistan,
ndr) gli inviarono unambasciata chiedendo di stabilire buone relazioni.
Sposato, ma... Oltre a quelle simpatie afghane, i
viaggi fruttarono ad Adriano almeno altre tre cose:
una cultura sterminata, ignota ai predecessori, che
spesso erano stati solo grezzi soldatacci; una sintonia profonda con il modo di vivere e di sentire del
mondo ellenizzato; infine una grande storia damore. Che per aveva un dettaglio anomalo: loggetto
del desiderio non era una donna, ma un altro maschio, un bellissimo ragazzo conosciuto in Cilicia.
Cio quellAntinoo del busto esposto al Prado.
Flash-back per chi ama il gossip: in giovent Adriano aveva sposato una bis-nipote del suo tutore Traiano, tale Vibia Sabina; ma il matrimonio, celebrato
per ragioni politiche, non era stato dei pi felici, probabilmente anche perch il futuro imperatore non
aveva mai nascosto la sua tendenza gay, o almeno bisex. Elio Sparziano parla maliziosamente di giovanet-
SCALA
Q
100
PROSPERIT
Unaltra immagine
di Adriano, questa
volta di profilo.
Il suo impero fu
caratterizzato
da pace, efficienza
e fioritura di arti
e cultura.
A. DE LUCA
ti tanto cari allimperatore, di fanciulli sedotti a corte, di rapporti con uomini adulti e dulcis in fundo anche di adultri commessi con donne sposate.
Le molte corna bipartisan di cui Vibia fu gratificata, devastanti per la coppia, ebbero per effetti positivi sulla Storia dellarte, perch Adriano, come ogni
marito che deve farsi perdonare qualcosa, us verso la moglie una generosit esagerata. Infatti le don uno dei monumenti pi sontuosi dellimpero, la
Villa Adriana di Tivoli, che dal 1999 lUnesco tutela come patrimonio dellumanit, giudicandola
un capolavoro che riunisce in maniera unica le forme
pi alte di espressione delle culture materiali dellantico mondo mediterraneo.
Il mondo in una villa. Il giudizio non eccessivo. A Tivoli, cio a 28 km dalla capitale, Adriano
cre uno specchio della sua cultura eclettica, copiando tutto ci che lo aveva colpito di pi durante i suoi
viaggi: dalle cariatidi dellEretteo di Atene al Canopo, un porto vicino ad Alessandria; dalle Amazzoni
del Tempio di Efeso a un coccodrillo di marmo cipollino, clone del dio egizio Sobek. Quel pot-pourri,
dove la lupa di Romolo e Remo conviveva con una
sfinge egizia e con statue simil-greche, doveva essere choccante per un romano medio. Ma limperatore che aveva ideato la villa ci teneva a lasciare tracce
di s pi nella Storia dellarte che in quella militare;
quindi il pot-pourri di Tivoli divent un paradigma
trendy, perch era davvero a misura di Adriano. Il
quale, curioso per indole e sprovincializzato per scelta, era attratto da tutto ci che profumava di esotico.
E soprattutto dalla cultura greca, tanto che fu tra i
pochi romani iniziati ai misteri eleusini, i riti esoterici legati al culto di Demetra, dea delle messi, che
si tenevano due volte lanno a Eleusi, presso Atene.
Nello sterminato complesso di Tivoli, che copriva
unarea di 120 ettari, fra le cose che avevano colpito di pi Adriano, ovviamente non poteva mancare Antinoo: anche perch in fondo quella love story
Si innamor di un giovane,
ANTINOO, che mor in
circostanze MISTERIOSE.
Disperato, lo divinizz
SCALA
Il Pantheon di Roma.
Distrutto da un
incendio nell80, fu
ricostruito da Adriano.
FORZA MILITARE
102
LESSING/CONTRASTO
IL TEMPIO DI
TUTTI GLI DI
LAMANTE
DIVINIZZATO
Statua di Antinoo
rinvenuta a
Villa Adriana
e conservata a
Monaco di Baviera.
Qui lamante
di Adriano
raffigurato come il
dio egizio Osiride.
DA TOMBA
A CASTELLO
Il Mausoleo di Adriano,
in seguito modificato
e diventato Castel
SantAngelo (a Roma).
Il povero Antinoo divent cos una vittima volontaria per allungare la vita del sovrano. Vero o no? Nessuno lo sa. Certo che limperatore fu sconvolto dalla morte del giovane: Lo pianse come una donnetta, dice Sparziano.
Da quel momento Adriano non fu pi lo stesso e precipit in una spirale ossessiva, vicina al delirio. Prima fece deificare il ragazzo perduto; poi riemp di sue statue limpero, tanto che Antinoo divent luomo pi effigiato della storia romana dopo Augusto; quindi gli dedic una citt in Egitto e
disse di aver visto una nuova stella, che era lo spirito del defunto amante asceso in cielo; infine massacr gli Ebrei e prese a maltrattare lincolpevole Vibia Sabina. Tanto che la donna, narra Aurelio Vittore, fu spinta a morte volontaria.
Disperazione e poesia. Poi lora del destino
scocc anche per Adriano. Che negli ultimi tempi,
afflitto da un male invalidante, tent tre volte il suicidio, ma invano. E dopo aver scritto unautobiografia, purtroppo andata perduta, prese a comporre
malinconiche poesie in stile ellenizzante, una delle
quali iniziava cos: Animula vagula blandula / hospes comesque corporis / quae nunc abibis in loca / pallidula rigida nudula... (Animella smarrita e leggera, / ospite e compagna del corpo, / che ora partirai
verso luoghi / sbiaditi, gelidi e spogli).
Lanimula di Adriano se ne and il 10 luglio 138.
Il corpo di cui era stata compagna per 62 anni fu sepolto in riva al Tevere, in un mausoleo colossale che
fu poi trasformato in una fortezza: lattuale Castel
SantAngelo.
Nino Gorio
Nelle mani
del
RAS
I
LALTRA SPONDA
TIPS IMAGES
Sopra, il teatro e le
rovine romane di
Leptis Magna (Libia)
oggi tutelate
dallUnesco ma a
rischio per la guerra
civile in corso nel
Paese. A sinistra, un
busto di Settimio
Severo, imperatore
dal 193 d.C.
gliari; in Nord Africa infine furono perseguitati i cristiani. Ci accadde soprattutto ad Alessandria, precis un secolo pi tardi il teologo Eusebio di Cesarea.
Posta e annona. Eppure Settimio non port solo
sangue. In Libia rivolt come un calzino la sua citt
natale (Lpqy, alias Leptis Magna) e ne fece una sontuosa metropoli. In Egitto concesse ad Alessandria
di avere un senato autonomo. In Oriente e in Britannia rafforz i confini, combattendo Parti e Caledoni. A Roma fond un servizio postale gratuito e
ristruttur lannona (il sistema di rifornimento degli
alimentari), rendendola cos efficiente che nel 210 la
citt aveva grano per 7 anni. Ovunque, infine, inaugur un nuovo stile artistico, ricco di spunti esotici.
Altre novit ci furono in politica. Infatti dopo il
193 a Roma mutarono tutti gli equilibri: il senato
perse potere a favore dei militari, gli italiani a favore dei popoli delle province, che si videro aprire carriere prima precluse. Esempio: il corpo dei pretoriani, le guardie scelte di corte, da sempre riservato ai
romani de Roma, fu sciolto e sostituito da soldati
africani e illirici (leggi dalmati e albanesi). Era una rivoluzione: come se oggi in Vaticano le guardie svizzere fossero licenziate e sostituite con hezbollah libanesi o beduini cammellati.
Nuovo corso. Quella rivoluzione sal fino allOlimpo, dove Settimio introdusse una nuova divinit
esotica: se stesso, autonominato in vita dominus ac
MONDADORI PORTFOLIO/AKG
Sopra, da destra,
Settimio con i figli
Geta (al centro)
e Caracalla:
questultimo
nel 212 fece
assassinare
il fratello coimperatore.
106
l8 di aprile; che da ragazzo il suo hobby preferito era giocare al giudice in finti processi ai coetanei; che suo padre (Geta) e sua madre (Fulvia Pia),
bench residenti in Africa, venivano da famiglie con
cittadinanza romana di lunga data; che lui comunque studi latino e greco solo a scuola, come si fa
con le lingue straniere; infine che la sua giovent
fu piena di passioni, talvolta di veri e propri delitti.
Ma anche i precedenti penali contano poco se si hanno santi in paradiso. Settimio ne aveva solo uno, per potente: uno zio che era stato console e che lo present nientemeno che
allimperatore Marco Aurelio. Il quale lo prese in simpatia e lo avvi a una carriera-lampo
nella pubblica amministrazione.
Cos Settimio a 25 anni divenne senatore e questore, poi fu governatore della Betica (oggi Andalusia) e della Sardegna, quindi proconsole in Africa, pretore e console a Roma, infine dux militare in
Germania e Pannonia (oggi Ungheria).
Fu proprio mentre era in Pannonia che decise di
imperatore-controfigura.
Tollerante. Questo aneddoto su Settimio Severo
riferito, come tutte le
notizie precedenti, dalla
Storia augusta, testo
latino che a volte scende
al livello del puro gossip.
Un esempio: riferisce
che la seconda moglie
dellimperatore, la siriana
Giulia Domna, era famosa per i suoi adulteri, ma
lui non la ripudi.
Busto di Giulia
Domna, moglie
di Settimio.
M. MEROLA
SPONSOR
S
SCALA
TESORI
QUOTIDIANI
RIMOSSO
GETTY IMAGES
A ROMA
LArco di Settimio
Severo nel Foro
Romano, eretto
nel 203 in onore
dellimperatore.
Qui, in un quadro
di Luigi Bazzani
(1836-1927).
Nino Gorio
109
110
BRIDGEMAN/ALINARI
AKG/MONDADORI PORTFOLIO
ALAMY
DI ROM A
I NEMICI
GLI ANTAGONISTI
Porsenna
Brenno
Pirro II
GETTY IMAGES
AKG/MONDADORI PORTFOLIO
MONDADORI PORTFOLIO/AISA
Viriato
Giugurta
Mitridate VI
Spartaco
111
CORBIS
ALINARI
CORBIS
Vercingetorige
Arminio
Budicca
Decebalo
80 ca.-46 a.C.
112
I secolo-106 d.C.
SCALA
GETTY IMAGES
SCALA
SCALA
Sapore I
Alarico
Attila
Genserico
113
La regina
RIBELLE
Lultimo sguardo
della regina Zenobia
su Palmira (opera
di Herbert Schmalz,
1856-1935).
In basso a destra,
il Tempio di Baal
a Palmira. La citt
(oggi in Siria) era il
centro politico del
territorio governato
dalla regina.
on c donna che non abusi del potere che riuscita a ottenere, scrisse
nel 700 Pierre Choderlos de Laclos nel romanzo Le relazioni pericolose. E Zenobia non fece eccezione, anche se dai
libertini francesi la separavano 15 secoli.
Non possiamo sapere se furono le passeggiate
lungo la grandiosa via colonnata, tra le statue dei
potenti della citt di Palmira, a suggerirle i primi
sogni di gloria. Fatto sta che su una di quelle colonne, nel 271 d.C., fu scritto il suo nome, accompagnato dal titolo di basilissa. La regina di Palmira
diceva di discendere da Cleopatra, da Didone e da
Semiramide. E come erede di tutte le grandi donne dOriente si comport, percorrendo con determinazione la strada difficile e, a posteriori, poco
proficua, che aveva scelto per s, per il figlio e per
il proprio regno. Come Cleopatra offr al proprio
Paese un ultimo momento di gloria. E come lei fece una brutta fine, osando troppo contro Roma.
Senza volto. Su di lei le notizie storiche scarseggiano e le poche fonti spesso contrastano, per eccesso o difetto di zelo. Di certo c che Zenobia era
diventata regina nel 267, alla morte di suo marito Settimio Odenato, come reggente del figlio Vaballato. Alcuni dicevano che fosse figlia di un commerciante di Palmira, ma diversi storici moderni
sostengono che suo padre fosse Iulius Aurelius Zenobios, un personaggio politico cui i palmireni dedicarono una statua intorno al 240-242, gli anni in
cui probabile sia nata la futura regina. Bet-Zabbai, il nome in aramaico di Zenobia, significherebbe tra laltro figlia di Zabbai, un suo antenato.
Per gli antichi questa donna era una leggenda,
ma nessuno ne ha mai descritto laspetto: bellezza
senza volto, gli autori della Historia Augusta la de-
finirono straordinariamente avvenente, casta, carismatica e generosa. Possedeva inoltre quelle doti
virili richieste a una regina: partecipava infatti alle battaglie, a cavallo o sul carro da guerra, e la sua
prestanza le permetteva di percorrere a piedi anche tre o quattro miglia. Era inoltre appassionata
di caccia e di vino, al punto da riuscire a mantenersi sobria anche quando gli altri avevano ormai
ceduto allebbrezza. Zenobia era colta, dotata in
campo politico e poliglotta: conosceva, oltre allaramaico, la sua lingua madre, anche legiziano, il
greco e un po di latino. Esempio di virt, era amata dai suoi sudditi e manteneva una corte fastosa,
frequentata da intellettuali e filosofi. Tutto vero?
limmagine retorica e altamente idealizzata di
una sovrana di cultura ellenistica-orientale, forte
e illuminata, spiega Eugenia Equini Schneider,
docente di Archeologia delle province romane
CORBIS
LADDIO
A PALMIRA
115
allUniversit La Sapienza di Roma, nel suo saggio sulla regina. E le suggestioni che la associano
a Cleopatra sono fortissime. Eppure nellantichit
non mancavano le voci discordi: tra gli storiografi a lei ostili, il greco Zosimo, autore della Histora
na, diceva che era superba. Lo confermavano gli
ebrei, che raccontarono delle sue maniere sprezzanti nei confronti di due rabbini venuti a chiederle la liberazione di un correligionario imprigionato in Galilea. Pare che Zenobia avesse troncato la
discussione cos: Viene insegnato che il vostro creatore adopera miracoli per coloro che si dedicano al
suo servizio.
Voglia di libert. In realt, Zenobia trattava con tolleranza gli ebrei e favoriva lintegrazione e la convivenza di culture e religioni diverse: Palmira era infatti un importante centro carovaniero sul fiume Eufrate, nel deserto siriano.
La vivace citt sorgeva in una vasta e lussureggiante oasi ed era quindi un punto di incontro
di mondi diversi: quelli dei mercanti dOriente e dOccidente. La sua posizione laveva favorita anche nei rapporti con lImpero romano, permettendole di conservare una certa autonomia.
Per i Romani era importante tenersi buona la regi-
ALAMY/IPA
DEA/GETTY IMAGES
NELLARTE
A destra, rilievo
raffigurante Ishtar
e Tyche con le
sembianze della
regina Zenobia e della
sua ancella (III sec.).
In basso a sinistra,
arringa di Zenobia ai
suoi soldati (dipinto
di Giovanni Battista
Tiepolo, 1730).
Mar Nero
REGNO
DI
PALMIRA
GRECIA
PALMIRA
Mar Mediterraneo
SIRIA
EGITTO
I territori controllati da
Palmira nel periodo di
massima espansione, in
seguito alle conquiste di
Zenobia.
a regina di Palmira
era gi nellantichit
una leggenda, ma furono Petrarca e Boccaccio
a creare la sua moderna
fama letteraria. Il parallelo tra Zenobia e le grandi
regine dOriente, come
Semiramide e Cleopatra,
colp infatti limmaginazione dei letterati e
117
QUI SI INCONTRARONO
Arco monumentale
dingresso.
CORBIS
Il tetrapilo, composto da
4 gruppi di 4 colonne in granito
rosa proveniente dallEgitto.
Terme di
Diocleziano.
UNA MERAVIGLIA
NEL DESERTO
119
L. TARLAZZI
ORIENTE E OCCIDENTE
AKG/MONDADORI PORTFOLIO
SANTO
per forza
Si attribu il merito di aver LEGALIZZATO il culto cristiano
120
DONAZIONE
SCALA
Testa colossale di
Costantino I, del 330
circa. A fianco, affresco
nella Basilica dei Santi
Quattro Coronati a
Roma (XIII secolo) con
limperatore che dona
a papa Silvestro I la
tiara del potere: latto
di donazione un falso
dellVIII secolo.
GRANDE
COSTRUTTORE
Mosaico di Santa
Sofia (Istanbul), con
Costantino (a destra)
che dona la citt da lui
fondata alla Vergine. A
sinistra, limperatore
Giustiniano (VI secolo)
offre la Basilica di
Santa Sofia.
La sua donazione?
Fuori tempo massimo
SCALA (2)
LESSING/CONTRASTO
hi Costantin,
di quanto
mal fu matre
/ non la tua conversion
ma quella dote / che
da te prese il primo
ricco patre!. I tre versi
sono tratti dal Canto
XIX dellInferno, nel
quale Dante accusa
Costantino di essere
responsabile del
potere temporale
della Chiesa e dei guai
derivati. Linvettiva nasceva dalla credenza,
nel Medioevo molto
accreditata, secondo
cui limperatore aveva
lasciato in eredit i
suoi beni e i suoi poteri temporali al papa
dellepoca, Silvestro I.
Falso storico. A
presunta prova della
donazione si citava un
testamento, detto
Constitutum Constan-
PONTE FATALE
Sopra, i tetrarchi,
gruppo in porfido
oggi a Venezia e
prelevato dai crociati
a Bisanzio nel 1204.
A destra, bassorilievo
romano che inneggia
alla Battaglia di Ponte
Milvio del 312.
si limit a confermare e applicare disposizioni altrui. Laffermazione sorprendente: su cosa si basa? Rivediamo tutto, partendo da zero.
I tetrarchi. Quando Costantino aveva ventanni limpero era retto dalla cosiddetta tetrarchia,
unarchitettura politica inventata nel 286 da Diocleziano. Lo Stato era diviso tra 4 imperatori: due
di rango superiore (augusti) e due vice (cesari).
Roma restava solo un punto di riferimento ideale: il potere vero era altrove. Infatti anche le capitali erano quattro: Milano e Nicomedia (oggi Izmit,
in Turchia) per gli augusti; Sirmio (oggi Sremska
Mitrovica, in Serbia) e Augusta Treverorum (oggi
Treviri, in Germania) per i cesari.
Quellacrobazia istituzionale, che lottizzava il
mondo conosciuto fra i vari partiti militari che si
contendevano il potere, garant la pace interna per
pi di un decennio. Ma nel 305 Diocleziano, augusto dOriente, e Massimiano, suo collega dOccidente, abdicarono. E la lotta per la successione gener una serie di guerre civili che continu fino al
123
SCALA
Limpero
al suo tempo
286 d.C. Diocleziano
divide lImpero romano in
quattro settori, affidati a
tetrarchi.
293 Costantino viene
nominato cesare
dallimperatore
Massimiano.
306 Le legioni di Britannia
acclamano augusto
Costantino, figlio di Cloro.
312 Il 28 ottobre, a Roma,
Costantino sconfigge il
rivale Massenzio.
313 Limpero diviso in
due: lOccidente sotto
Costantino, lOriente
sotto Licinio.
324 Costantino batte
Licinio ad Adrianopoli e
Crisopoli, lo cattura e lo fa
uccidere.
330 Da imperatore unico,
fonda Costantinopoli sul
luogo dellantica Bisanzio.
336 Fonda SantIrene,
prima chiesa cristiana a
Costantinopoli, e Santa
Sofia.
337 Il 22 maggio
Costantino muore,
ricevendo il battesimo in
punto di morte.
VENERABILE
BIZANTINO
Sopra, Costantino in
un monastero della
Cappadocia (Turchia):
per gli ortodossi
santo.
BPK/SCALA
RIVALE
SCONFITTO
Il dio orientale
Mitra: il mitraismo
era il culto pi
diffuso nellimpero
prima del
cristianesimo.
A sinistra, una
moneta emessa
durante il regno di
Costantino.
risultato lo ottenne, ma
a volte per troppo zelo
prese delle cantonate,
come quando credette
di identificare il Monte
Sinai di Mos nel Jebel
Moussa o Gebel Musa
(Egitto), dove fond un
monastero che esiste
tuttora. Visse dal 248
circa al 329 e non ebbe
una vita privata felice:
Costanzo Cloro nel 293
la abbandon per sposare, per motivi politici,
una figliastra dellimperatore Massimiano,
Teodora.
SCALA (2)
ra cristiana, ma
per ventanni visse
more uxorio con
Costanzo Cloro, futuro
imperatore, formando
con lui una coppia di
fatto che la morale cattolica di oggi condannerebbe. Era nata forse
in Bitinia (Turchia) ma
divent romana, anzi la
donna pi autorevole
del mondo romano,
capace di influenzare le
scelte del suo potentissimo figlio, Costantino.
Venerata come santa
dalla Chiesa (nella
foto), fu probabilmente
lei leminenza grigia
che ispir la svolta
pro-cristiani del 313. E
senza il probabilmente fu linventrice dellarcheologia
religiosa.
Pellegrina. Nel
327-28 infatti
viaggi in Medio
Oriente, cercando
di individuare luoghi e reliquie della vita
di Ges e dellAntico
Testamento. Qualche
Miti da sfatare. Va precisato anzitutto che la famosa battaglia non avvenne al Ponte Milvio (anche
famoso per la moda dei lucchetti dellamore). In
realt, precisa Guiducci, lo scontro ebbe luogo a
Saxa Rubra, sulla via Flaminia, dove oggi si trova il
centro di produzione della Rai. Ponte Milvio centra solo perch l mor Massenzio in fuga. In secondo luogo va detto che non tutti gli autori antichi sono pronti a giurare sullapparizione della croce in cielo. Lattanzio, scrittore afro-latino dellepoca, cristiano, sostiene che luso di croci sulle insegne fu deciso
dopo un semplice sogno. Lo stesso Eusebio ha dubbi sulla versione da lui riferita. E un contemporaneo
dei due, Zosimo, bizantino pagano, parla a sua volta di un segno premonitore, ma di natura molto pi
terrena: prima della battaglia un numero sterminato
di civette vol a raccogliersi sulle mura. In terzo luogo
occorre osservare che la marcia trionfale della croce
fu cristiana pi di nome che di fatto. Infatti Costantino vittorioso non applic certamente la legge del
125
SCALA
MALATO
IMMAGINARIO
Un altro episodio
agiografico della
vita di Costantino:
lebbroso (ma poi
guarito da papa
Silvestro con il
battesimo)
conforta le donne.
SCALA
A ORIENTE
E A OCCIDENTE
LArco di Costantino
a Roma, eretto per
celebrare la vittoria
contro Massenzio.
Nino Gorio
127
O
I
Z
N
I
B
E
M
GA
LL
A
128
IA
SCALA (2)
DI
LA
D
I
PE R F
MADRE DI RE
A sinistra, medaglione
del III secolo che si
vuole raffiguri Galla
Placidia (a destra) e i
suoi figli, Valentiniano
III e Giusta Grata
Onoria. Il ritratto
incastonato nella
Croce di Desiderio
(Brescia, Museo di
Santa Giulia).
Sotto, i Visigoti di
Alarico saccheggiano
Roma nel 410, in
unincisione del
XIX secolo.
INTERPHOTO/ALINARI
130
zantino Zosimo, non sospettabile di piaggeria perch era paganissimo, quindi avversario dellimperatrice. Che fosse nobile di stirpe pure fuor di
dubbio: anzi, se allepoca fosse esistito il Guinness
dei primati, le sarebbe stato assegnato il record del
sangue blu di tutti i tempi, e non solo per via dei
titoli nobilissima e augusta. Infatti, sfogliando
il suo albero genealogico, tra i parenti stretti si possono contare ben 10 imperatori: il padre (Teodosio I), il nonno materno (Valentiniano I), due zii
(Graziano e Valentiniano II), due fratellastri (Arcadio e Onorio), un marito (Costanzo III), un figlio (Valentiniano III) e due nipoti (Teodosio II e
Elia Pulcheria).
Cattolica convinta. In questa parata di teste
coronate, il personaggio pi importante fu senzaltro Teodosio I (347-395), detto da alcuni il Grande per due motivi. Primo: il pap di Galla Placidia
fu lultimo sovrano che riusc a tenere unito lImpe-
PRIGIONIERA
MONDADORI PORTFOLIO/AGK
AUTOREVOLE
Testa marmorea di
donna del IV-V secolo:
probabilmente
limperatrice romana.
ro romano, destinato alla sua morte a dividersi definitivamente in due settori, lOccidente e lOriente, retti dai suoi figli Onorio e Arcadio. Secondo:
con Teodosio i culti pagani finirono fuorilegge e il
cristianesimo, nella sua versione nicena (cio cattolica), divent religione di Stato. Una svolta epocale.
Placidia, nata a Costantinopoli, conobbe solo di sfuggita suo padre, che visse a lungo lontano
da casa, causa guerre continue, e che mor a Milano quando lei aveva tre anni o poco pi. Ma fin da
bambina la futura imperatrice respir a pieni polmoni latmosfera politico-culturale che Teodosio
aveva ispirato. Cos da adulta fu poi una strenua
sostenitrice dellunit dellimpero e uninterprete intransigente del cattolicesimo pi integralista,
che non tollerava la presenza di pagani nellapparato statale e si dava da fare per cacciarli.
Quanto la figlia di Teodosio fosse cattolica lo dicono le lodi che le tribut lallora vescovo di Ravenna, Pietro Crisologo, autore di una raccolta di
176 Sermones. Al sermone 130 Placidia citata co-
375 a soli 4 anni). Cristiana ariana, quindi eretica, questa Giustina era stata nemica-amica di
santAmbrogio. Si era, infatti,
scontrata col vescovo di Milano
per questioni religiose, ma poi
aveva fatto causa comune con
lui contro un usurpatore della
corona, Magno Massimo.
131
dallinfanzia, risponde Sirago, deve aver provato un preciso rifiuto per quanto si tramava sotto i
suoi occhi da parte di una cugina adulta che mirava con chiarezza a rinsaldare le radici del suo casato ai danni degli eredi diretti di Teodosio. Ma lerede diretta, cio Placidia, era destinata a vincere la
gara, anche se per vie tortuosissime.
A dare una prima svolta alla vita della futura imperatrice fu un golpe militare, che nel 408 depose
e poi port al patibolo Stilicone, accusato di essere troppo tenero coi Visigoti che scorrazzavano per
lEuropa. Da allora gli eventi precipitarono: dopo
Stilicone fu ucciso suo figlio Eucherio; Alarico approfitt del caos che segu e cal su Roma; il Senato
accus Serena di averlo chiamato e la process per
tradimento. Ed ecco un colpo di scena, il primo di
molti: Placidia, chiamata nel collegio giudicante,
vot la condanna a morte di sua cugina.
Perch una scelta cos dura e ingrata? Forse per
dare spazio a Onorio, che regnava solo sulle zanzare delle paludi. O forse per una rivincita covata da tempo su una tutrice soffocante. O solo perch Placidia fa rima con perfidia, cio per uninnata tendenza alla cattiveria della nostra eroina. In
ogni caso, la giustiziera di Serena non ricav vantaggi dal suo tradimento. Infatti Alarico attacc tre
volte Roma, la terza la saccheggi (410) e quando
se ne and, diretto in Sicilia, nel suo bottino cera anche Placidia prigioniera. E quello fu il secondo colpo di scena.
Salva per amore. In Sicilia per Alarico non arriv mai: mor in Calabria, fu sepolto l (v. riquadro qui sotto) e lasci la corona a un cognato alto e
biondo, Ataulfo. Che risal lItalia, punt sulla Gallia e strada facendo terzo colpo di scena si innamor della bella prigioniera. Lei ricambi. Finale della favola: nel 413, giunti in Provenza, i due
si sposarono e lui le regal cento vassoi di oro e di
SCALA
LO ZIO
IMPERATORE
132
MONDADORI PORTFOLIO/AGK
gloria Gallae.
Nino Gorio
133
INTERPHOTO/ALINARI
MATRIMONIO
MISTO
pareva avviarsi alla normalit, ma non fu cos: Costanzo, che Placidia non amava, mor dopo 5 anni di matrimonio e dopo solo 7 mesi di governo in
tandem con Onorio.
Era di nuovo sola: anzi, sempre pi sola perch
nel 423 Onorio, convinto che la sorella tramasse
contro di lui, la esili dallItalia. Lei prese i figli, si
imbarc e si rifugi presso i parenti di Bisanzio. Ma
lesilio dur poco, perch (nuovo colpo di scena)
limperatore delle zanzare mor di idropisia pochi
mesi dopo e il Senato di Roma elesse suo successore uno dei pi stimati notai della citt, Giovanni Primicerio. Subito, dal lontano Bosforo, Galla
Placidia rivendic la corona per suo figlio Valentiniano e giur vendetta contro lusurpatore.
Lex orfanella era giunta allultima tappa della lunga strada verso il potere assoluto. Torn in Italia alla testa di un
esercito, piazz il suo quartier generale ad Aquileia e invi a Ravenna un ufficiale, Aspare, per catturare Giovanni vivo. Poi, narra legiziano Olimpiodoro, tagli al rivale
la mano destra, lo leg su un asino,
lo fece sfilare cos per le vie della ca-
Sopra di lui
SOLO DIO
N
FLORIDO E
LONGEVO
LESSING/CONTRASTO
A sinistra, mosaico
dellimperatore
Giustiniano nella
Basilica di San Vitale a
Ravenna (VI secolo).
A destra, moneta
doro imperiale.
mido. Ci non toglie che fosse un autocrate, spietato e vendicativo, capace di feroci repressioni. Riformatore compulsivo, fece e disfece in tutti i campi, dal diritto alle campagne militari, alla teologia,
al fisco, alledilizia. Tutti concordano nel dire che
fu uno degli ultimi grandi interpreti della grandeur
romana: un capo ambiziosissimo, che os laddove
nessuno dei predecessori aveva osato, talvolta con
lungimiranza.
Flavio Pietro Sabbazio Giustiniano era nato nel
482 (o nel 483) da una povera famiglia di
contadini dellIllirico, a Tauresium, in
una regione che allora si chiamava Dardania e oggi Macedonia.
Di lui si prese cura lo zio Giustino, alto ufficiale dellesercito e poi imperatore dal 518.
Giustino, che non aveva eredi, punt tutto sul nipote. Ne
segu unadeguata formazione
intellettuale, la carriera militare, lapprendistato a Costantinopoli, metropoli multietnica. Il giovane campagnolo ne fu talmente affascinato, che praticamente non si mosse
pi di l, dal palazzo di Hormisdas e poi dal Gran
Palazzo, al contrario della futura consorte, linquieta Teodora, che fin da giovane aveva girato il mondo con animo da avventuriera.
Teologo e giurista. Non sappiamo con certezza
quali siano stati i suoi studi, ma luniversit e la biblioteca di Bisanzio erano gi molto quotate a quei
tempi e possiamo dedurre, dalla passione che Giustiniano mostr per tutta la vita per le discussioni
giuridiche e dottrinarie, che si sia formato in ambito giuridico e teologico. Sua arena e palestra, ha
scritto lo storico Giorgio Ravegnani, furono i testi
135
di
obar
Long
gi
Turin
RICONQUISTE
Franchi
Bavari
Burgundi
Avari
Bulgari
Gepidi
ti
go
tro
Os
Visigoti
Vandali
Nella cartina,
le riconquiste di
Giustiniano (fra
parentesi le date in
cui avvennero) che
hanno ridisegnato i
confini dellimpero
(sottolineati dalla
linea rossa).
Ponto
Illirico
Asiana
Vandali
ILLUS. M. PATERNOSTRO
Egitto
LESSING/CONTRASTO
izantinismo
oggi sinonimo
di cavillosit,
di ragionamento
fumoso e ozioso.
Ma, se c qualcosa
che davvero non
possiamo rimproverare alloperazione giustinianea
di riscrittura del
diritto e, in generale, alla mentalit
imperiale tardoantica, lindulgere ai
cosiddetti bizantinismi, specie quelli
giuridici. un luogo
comune da sfatare,
una falsa credenza
che ha due matrici,
spiega Silvia Ronchey. Da un lato
nasce dalle maldicenze del papato e
del mondo cattolico
medievale, in polemica con lo Stato bi-
136
e oggi la lingua
liturgica dei
cristiani ortodossi il greco e non
il latino, si deve in
parte a Eraclio I (575641). Di cultura greca,
figlio di un generale
CENSURATO
Sotto, il palazzo
di Teodorico
nella Basilica di
SantApollinare in
Classe (Ravenna):
Giustiniano fece
coprire con i tendaggi
i personaggi della
corte ostrogota.
Restano alcuni
particolari sfuggiti
alla censura (nel
tondo).
e generale a sua
volta, prese il potere
nel 610 dopo aver
assediato Costantinopoli, sostenuto dalla
popolazione contro il
rivale Foca. Avvi una
riforma dello Stato
imponendo il greco
come lingua ufficiale:
da allora limperator
e Augustus assunse
il titolo di basileus,
impiegato prima
dai Persiani, che lui
sconfisse.
138
sopravvisse il diritto
romano, che altrimenti
sarebbe decaduto. E che
invece fu utilizzato per
amministrare una sorta
di commonwealth ante
litteram sviluppatosi
proprio attorno al
diritto romano. Persino
lImpero ottomano lo
manterr, come diritto
consuetudinario.
alle terre riconquistate la religione cristiana liquidando ogni forma di dissenso. Coerente con lobiettivo di riunificare limpero nel nome del cristianesimo, Giustiniano rielabor e razionalizz i codici del
diritto romano (una giungla di leggi) con una riforma in due tempi. Fu la pi epocale delle sue riforme
(v. riquadro in basso a sinistra). Allunit nel diritto
doveva corrispondere quella della fede e Giustiniano persegu lobiettivo con le buone e, pi ancora,
con le cattive. Perseguit pagani, ebrei ed eretici, ricorrendo alla pulizia etnica. Si mostr pi tollerante solo con i monofisiti, i seguaci della dottrina secondo cui Cristo ha una sola natura, quella divina;
ma solo perch li proteggeva sua moglie.
Pratic alla fine una sorta di realpolitik di coppia,
favorita da un amore coniugale che non venne mai
meno (Teodora lo precedette di molto nella morte
e lui la pianse e onor sino alla fine). Nel contempo si impegn a sacralizzare la sua figura, moltiplicando le immagini in cui si assimilava a Cristo, assumendo il titolo di philochristos (Amico di Cristo) e rendendo opulento e solenne il cerimoniale di corte. Ma la sua megalomania e il culto della
personalit si espressero al massimo nelledilizia.
Architetto. Giustiniano fece edificare 96 chiese, prima fra tutte la nuova Basilica di Santa Sofia,
sopra le macerie lasciate dalla rivolta popolare del
532, che distrusse lintera citt. Esempio insuperato di magnificenza, aveva i soffitti rivestiti doro zecchino e la sua cupola considerata la madre di tutte le cupole, linizio di un nuovo stile architettonico. Ma le spese di realizzazione, unite ai costi delle
campagne belliche, dissanguarono limpero. Bisanzio si sven per sottrarre lAfrica ai Vandali, riconquistare la Spagna ai Visigoti e riprendersi lItalia
MARITTIMI
Lingresso del
porto di Classe,
fin dal tempo
di Augusto il
pi importante
sullAdriatico,
nei mosaici di
Ravenna.
Sotto tortura
iustiniano
disciplin anche
torture e menomazioni nel suo Corpus
legislativo. I prigionieri
di guerra si potevano
torturare con labbacinamento (le vittime,
private delle palpebre,
erano esposte al sole
pieno fino ad accecarle). Basilio II (imperato-
re bizantino a cavallo
di fine millennio)
sottopose a questo
trattamento 10mila
bulgari! Gli stessi
imperatori potevano
subire la stessa sorte:
succedeva che, se
venivano deposti, per
escluderne il ritorno
venissero mutilati di
occhi, naso, lingua.
LESSING/CONTRASTO
ostrogota. Sbilanciato sul fronte occidentale, limpero si espose agli attacchi dei Bulgari e soprattutto
dei Persiani. Solo il genio e la pervicacia di condottieri come Belisario e Narsete evitarono allimperatore cocenti disfatte.
In bancarotta. N le numerose riforme amministrative, n la finanza creativa del geniale ministro
Giovanni di Cappadocia bastarono a compensare
laumento delle spese e il calo delle entrate dovute a
clientelismi, privilegi e corruzione. I cataclismi naturali, le carestie, le epidemie di peste che flagellarono Costantinopoli e i territori balcanici in quei decenni incrinarono definitivamente limmagine sacra
dellAugusto. Erano interpretati come segni di avversit celeste dalle superstiziose popolazioni dellepoca. E contribuirono alla sollevazione del 532 che
port alla distruzione di Bisanzio. In quel momento
Giustiniano pens di darsela a gambe: fu Teodora a
richiamarlo a un comportamento pi consono alla
dignit imperiale. Ma la sua figura, tra luci e ombre,
resta associata a un progetto fragile, destinato a dissolversi in fretta, come difatti avvenne dopo di lui.
Dario Biagi
139
Generali valorosi,
intellettuali,
politici illuminati
(e non), ma
soprattutto
cittadini. Civis
romanus sum era
la frase ripetuta
con orgoglio, per
dichiarare uno
status sociale, ma
anche il senso di
appartenenza a
quella civilt che
avrebbe saputo
conquistare il
mondo intero.
A cura di Andrea Frediani
140
ALAMY
ALAMY
I GR ANDI
ROMANI
Menenio Agrippa
Catone il Censore
234-149 a.C.
ALINARI
ALINARI
ALINARI
Gaio Mario
Pompeo Magno
Cicerone
Mecenate
157-86 a.C.
106-48 a.C.
106-43 a.C.
141
ALINARI
SCALA
SCALA
Seneca
Agrippina Minore
Traiano
Aureliano
142
15-59 d.C.
53-117 d.C
214-275 d.C.
LETTURE
ll mito di Elena.
Immagini e racconti
dalla Grecia a oggi
Maurizio Bettini
e CarloBrillante
(Einaudi)
Digressione attorno alla figura di Elena, regina
spartana di straordinaria bellezza
il cui rapimento fu allorigine della Guerra di Troia narrata nellIliade. Elena tra i
personaggi pi celebri di tutta la letteratura classica, tanto da ispirare nel corso dei
secoli numerosi racconti e
leggende.
Saffo (SE)
Il libro raccoglie lopera della poetessa greca del VI secolo
a.C. Saffo di Lesbo, le cui struggenti liriche alcune delle quali tradotte da Salvatore Quasimodo erano imperniate sulla
passione amorosa e la cui produzione andata purtroppo in
gran parte dispersa.
Storie
Erodoto (Mondadori)
In due volumi, lopera presenta il lavoro storiografico con cui
Erodoto considerato il padre
della Storia poich fu il primo
ad analizzare i fatti di per s,
sottraendoli a ogni visione mitica celebr nel V secolo a.C.
la resistenza opposta dai Greci
ai Persiani.
Socrate
Alcibiade. Un
avventuriero in una
democrazia in crisi
Filippo il Macedone
Alessandro Magno
Il grande Archimede
Annibale
Scipione e Annibale. La
guerra per salvare Roma
Giulio Cesare
Cleopatra. La regina
che ingann se stessa
Antonio Spinosa
(Mondadori)
Il volume analizza la breve
ma intensa vita
dellultima
regina dellEgitto tolemaico, donna scaltra e seducente.
Temutissima da Roma, Cleopatra nel I secolo a.C. si serv del
proprio fascino a fini politici intessendo torbide relazioni con
i romani Giulio Cesare e Marco
Antonio.
Augusto e il potere
delle immagini
Augusto
Augusto Fraschetti
(Laterza)
Storia dellascesa
al potere del primo imperatore
romano, il quale,
pur non stravolgendo le vecchie strutture repubblicane
e fornendo ai cittadini una
progressiva stabilit economica e politica, defin una
nuova vita civile e nuovi culti fino a imporsi quale unica
auctoritas.
Adriano
LETTURE
Le monete di Roma.
Settimio Severo
Leptis Magna
Costantino il Grande:
un falso mito?
Massimiliano Nuti
(Mattioli 1885)
Volume che analizza le molte ambiguit del primo imperatore cristiano di Roma,
personaggio tra i pi controversi della Storia che, a
seconda delle fonti, appare come esempio di moralit oppure come criminale senza scrupoli, pronto ad
abbracciare il cristianesimo
al solo fine di espiare le proprie colpe.
Galla Placidia
144
Giustiniano
Tiberio o la spirale
del potere
Cicerone
Le grandi battaglie
dellantica Grecia
Andrea Frediani
(Newton Compton)
Celebre per i suoi
artisti, intellettuali e filosofi, lantica Grecia fu senza
dubbio la culla della civilt occidentale, ma in questo volume scopriamo anche leredit lasciata
dalle poleis greche nellarte della guerra, ripercorrendo una fitta cronaca militare costellata
da cruente battaglie.
Philip Matyszak
(Newton Compton)
Incontro con i personaggi che, in nome della libert
o per il gusto della sfida, da eroi o
da assassini, osarono sfidare
il potere di Roma: da Giugurta e Vercingetorige, catturati ed
esibiti in trionfo, ad Annibale
e Cleopatra, che finirono i loro
giorni suicidi.
Il guerriero, loplita,
il legionario. Gli eserciti
nel mondo classico
La battaglia delle
Termopili. La vera storia
dei 300 guerrieri diventati
leggenda
Raffaele DAmato
(Newton Compton)
Ricostruzione della celebre battaglia
delle Termopili, dove nel 480 a.C. i soldati greci si opposero al mastodontico esercito
persiano (composto da migliaia
di uomini) riuscendo a
frenarlo grazie anche al co-
GRECIA E ROMA
La Persia antica
Socrate
Ipazia dAlessandria
La tragedia greca.
Forma, gioco
scenico, tecniche
drammatiche
Massimo Di Marco
(Carocci)
Volume che
ci guida alla
scoperta dei
segreti tecnici e teorici
di quel grande genere
che fu la tragedia. Creazione originale dei Greci, raggiunse la sua perfezione con le produzioni
di Eschilo, Sofocle ed Euripide, i cui drammi costituirono un modello
per molte generazioni di
drammaturghi.
Akropolis. La grande
epopea di Atene
I PERSONAGGI
Gruner+Jahr/Mondadori S.p.A. - via Battistotti Sassi, 11/a - 20133 Milano
Codice ISSN:
2280-1456
OGGI E DOMANI
Siamo ancora
GRECO-ROMANI?
I
ICONE
MODERNE
John Kennedy,
Albert Einstein,
Gandhi: anche la
nostra epoca ha
prodotto grandi
personalit.
146
3,50
www.abbonamenti.it/wild