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Jaume Navarro Garca: Nel tempo, lasso, de la notte, quando

Nel tempo, lasso, de la notte, quando...


Francesco Petrarca

Jaume Navarro Garca: Nel tempo, lasso, de la notte, quando

Jaume Navarro Garca

Letteratura e cultura in lingua italiana I

Nel tempo, lasso, de la notte, quando

Jaume Navarro Garca: Nel tempo, lasso, de la notte, quando

prendon riposo i miseri mortali


de le fatiche loro, e gli animali
similemente tutti riposando,
io misero mi sento1, lacrimando, 5
con pi pensieri e raddoppiarsi i mali,
e duolme2 pi ch son meco immortali3,
sempre pi lieta vita pi sperando4.
E pur cos da l'uno a l'altro sole5,
credendomi fornir6 l'aspro viaggio, 10
sen7 fugge il tempo, ed io corro a la morte.
Quanti dolci anni, lasso, perduto aggio8,
quanto desio per infelice sorte!
E questo 'l rimembrar che pi mi dole.

Nel /tem/po,/ las/so/, de /la /not/te,/ quan/do

11 A

pren/don/ ri/po/so i/ mi/se/ri/ mor/ta/li

11 B

de/ le/ fa/ti/che/ lo/ro, e/ gli a/ni/ma/li

11 B

si/mi/le/men/te /tut/ti/ ri/po/san/do,

11 A

io /mi/se/ro/ mi/ sen/to/ la/cri/man/do

11 A

con /pi/ pen/sie/ri e/ rad/dop/piar/si i/ ma/li,

11 B

e/ duol/me/ pi/ che/ son/ me/co im/mor/ta/li,

11 B

Jaume Navarro Garca: Nel tempo, lasso, de la notte, quando

sem/pre/ pi/ lie/ta/ vi/ta/ pi/ spe/ran/do.

11 A

E/ pur/ co/s/ da/ l'u/no a/ l'al/tro/ so/le,

11 C

cre/den/do/mi/ for/nir/ l'as/pro/ vi/ag/gio,

11 D

sen/ fug/ge il/ tem/po, ed/ io/ cor/ro a/ la/ mor/te.

11 E

Quan/ti/ dol/ci an/ni,/ las/so,/ per/du/to ag/gio,

11 D

quan/to/ de/si/o /per/ in/fe/li/ce/ sor/te!

11 E

E/ ques/to 'l/ ri/mem/brar/ che/ pi/ mi/ do/le./

11 C

Introduzione al lavoro1
In questo piccolo lavoro ci proponiamo analizzare e commentare un sonetto di Francesco
Petrarca, metterlo nella sua produzione poetica e anche dire le caracteristiche principali.
Anche abbiamo preso in considerazione parlare un po della vita e lopera del nostro autore e
caratterizare quello che pu essere di pi importanza per capire il senso di questo poema,
inoltre caratterizare quello piu importante e rilevante nella vita e nella produzione del nostro
autore.

Vita e opera di Francesco Petrarca

1 La bibliograffia che abbiamo usato per la vita e opera di Petrarca :


http://www.letteraturaitaliana.net/autori/francesco_petrarca.html,
http://www.storiadellaletteratura.it/main.php?cap=4 e
Gonzlez Miguel, J. G. (1998): Historia de la literatura italiana. Cceres: Universidad de
Extremadura.

Jaume Navarro Garca: Nel tempo, lasso, de la notte, quando

Nasce a Arezzo nel 1304, dove erano i suoi genitori perche sono stati esiliati di Firenze per la
sua ideologia politica, guelfi di parte bianca. Cominci presto gli studi alla citt di Avignone,
dove c'era una gran fiorazione socioculturale per essere la citt dove stava il papa in quello
momento, e qui studia e si nutrisce di la storia antica e anche studia ai classici. Petrarca un
ecellente studiante del latino e dei autori classici, cosa che si vede anche nella sua produzione
letteraria in latino, che veramente estesa (tra la che comprendono il poema epico di
Scipione, Africa, trattati filosofici, e il Secretum, dove c una conversazione tra SantAgostino,
tra altri).
Nel 1316 studi nell'universitt di Montpellier e quattro anni dopo si and nell'universitt di
Bologna dove studia dritto ma la sua vera passione il latino. Nel 1326 ritorn ad Avigone
per la morte di suo padre. Un anno dopo, nel 1327, conobbe a Laura, chi segner la sua
produzione poetica per essere quella perfezzione e quella representazzione del amore nella
sua opera. Tre anni dopo, nel 1330, decide essere ecclesiastico ma mai diventer rettore.
In relazione agli autori che abbiamo studiato, nella sua epoca un autore atipico, perche in
raporto a tutti sui contemporanei, non si affidanza a una citt, cosa che vedremo nella sua
opera. un autor cosmopolita che viaggi per Europa nutriendosi di cultura e lasciando la
citta di Avignone perche si fece corrotta per tutto il potere che aveva per essere la citt papale.
Molto importante nella sua produzione l'influenza di la letteratura clsica e il suo lavoro
per farla piu estesa e le sue scoperte, facendo la funzione di filologo clasico, analizando,
commentando e correggendo e soprendo una grandissima quantit di testi significativi della
letteratura latina. Nel 1341 fu incoronato come poeta laureati a Roma.
Poi, nel 1348, la morte di Laura uno dei punti pi importante della sua opera perche fu la
causa di componere il suo Canzionere (Rerum Vulgarum Fragmenta). La caratteristica pi
destacabile il suo malcontento con il tempo in cui ha di vivere e la idealizacin di la cultura
classica. In raporto alla sua opera, Petrarca offerte una vera situazione di malcontento, perche
non diventa mai affidanzato a nessuna citt, cosa che anche vedremo nella sua opera.

Metro e rime
Questo poema di Francesco Petrarca un poema composto di due quartine e due terzine. La
rima del poema ABBA ABBA CDE DEC e, come un sonetto, tutti i versi hanno 11 silabe,
vale a dire, tutti i versi di questo poema sono endecasillabi. La rima A corrisponde alla
terminazione ando; la B alla terminazion ali; la C alla termiazione ole; la D alla
terminazione aggio e per finire, la rima E corrisponde alla terminazione orte.

Struttura
Nella struttura interna del poema possiame vedere due parti: abbiamo due quartine e dopo
abbiamo due terzine, diversificate e divise chiaramente. Nelle due quartine anche possiamo
vedere una diferenzazione tra la prima e la seconda, diversificate per una piccola pausa, che e

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marcata per una coma, e anche per una differenza del senso e dei contenuti. Poi, le due
terzine hanno senso per se stesse e anche le due sono divise per i segni di punteggiatura.

Contenuti del poema


La prima quartina ci serve per contestualizzare il poema e anche per vedere dove ci vuole
sittuare il poeta. La prima righa ci mette nella notte, con il predicativo lasso, che modifica alla
notte. Questa prima righa non ha senso per se stessa perche finisce con quando, che ci rimette
alla seconda righa e ci parla della notte e dei miseri mortali e di la cosa che fanno questi
mortali, che prendere riposo delle fatiche loro, dunque dobbiamo andare alla terza righa dove
anche ci parla degli animali. Qui possiamo vedere una similitudine in confronto a i miseri
mortali: confronta gli animali con i miseri mortali che prendono riposo delle fatiche loro, vale a dire,
i miseri mortali sono tutti quelli che lavorano con le mani, tutti quelli che non sono impegnati
nella letteratura.
Nella seconda quartina possiamo vedere unaltra confrontazione tra gli animali ed i miseri
mortali e, in secondo luogo, possiamo trovare il io poetico. veramente una confrontazione tra
io e tutto il resto. In questa quinta righa vediamo i sentimienti del io poetico, quindi, vediamo
i sentimenti del poeta ma qui non vediamo perch il poeta si sente cos. Qui possiamo vedere
che il poeta si sente misero e sta lacrimando, ci , sente una proffonda tristezza. Nella righa
sei si vede una possibile causa delle cose che fanno che il poeta si senta misero perche ci dice
che ha molti pensieri e si moltiplicano i mali per questi pensieri che lui ha.
Gi nel verso sette possiamo trovare una causa di questi sentimienti perche ci dice che quello
che piu li addolora che quelli sentimenti stanno con lui sempre, senza interruzione, che ci
rimette nelultima righa di questa seconda quartina e ci dice che non ha piu speranza di una
vita felice e gioiosa per colpa di tutti quelli pensieri.
Nellanalisi delle terzine dobbiamo, prima, introdurre che qui il tempo e la morte hanno una
presenza considerabile e il nostro poema si centra in questi due concetti.
Nella prima righa vediamo gi il trascorrere del tempo, giorno dopo giorno e nella seconda
ci lascia vedere una aprossimazione alla fine della vita, che per il poeta un aspro viaggio e
alla fine, nella terza righa ci dice sen fugge il tempo, che la prova piu chiara di questa
preocupazione che li fa al poeta avere le preocupazioni delle due quartine. Ma, nonostante
questo trascurrere del tempo, il poeta assume il suo destino con dimissioni, come qualcosa
contro cui non si pu combattere. Questa terzina ha senso per se stessa e la puntuazione ci
aiuta a capire il senso che il poeta vuole dare al poema.
Nella seconda terzina anche abbiamo altra idea proprio interessante: il lamento per quelli
anni di vita che il poeta ha perso. Anche vediamo il termino lasso, che ha gi usato nel primo
verso dil poema rifirendosi al tempo, ma adesso si riferisce al io poetico, vale a dire, al poeta.
Per finire, si lamenta di avere perso tutti quelli anni dolci che ha perso nella sua vitta, e anche
ci mette, nella seconda righa di questa seconda terzina, uninfelice sorte cha ha avuto. Per

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finire il poema, come conclussione, ci dice che questo il pensiero che piu li addolora, ci ,
avere perso il tempo e gil anni.

Sintassi del poema


Per quanto riguarda a la sintassi del poema, dobbiamo dire che ha una sintassi un po
irregolare, ma non abbastanza difficile come per non capire il testo. Quello che pi difficolt
ci da la prima quartina perche non ha un ordine normale e anche, nella prima righa, c
quando, che fa che le tre righe seguente siano subordinate a nel tempo de la notte, frase che
entrambi, subordinata delorazione principale del poema io misero mi sento, ci , la prima
quartina subordinata alla seconda quartina.
Poi, le due terzine hanno una sintassi semplice che non presenta problemi.
Per quanto riguarda alla coordinazione delle frasi, si vede una acumulazione di idee fata con
luso del elemento connetore e/ed

Figure retoriche
Nel poema abbiamo trovato diverse figure retoriche che usa il poeta. Nella prima righa
abbiamo una cesura, che la parola lasso, che interrompe il sintagma nel tempo de la notte.
Abbiamo trovato anche un enjembement perche quando remette alla seconda righa, dove
abbiamo anche un iperbole: prendon riposo i miseri mortali quando lordine normale di questa
orazione i miseri mortali prendon riposo. Poi anche abbiamo trovato una repetizione, con
riposo della seconda righa e riposando in questa quarta righa. Anche nel quinto verso c un
iperbato: io misero mi sento per io mi sento misero. Nella seguente righa, abbiamo trovato
unaliterazione piu pensiere e reddoppiarsi i mali, con una repetizione delle consonanti p e s, che
ripetuta nella righa otto, sempre pi lieta vita pi sperando, in cui anche possiamo trovare la
consonanti t.
Poi, nel primo verso della prima terzina abbiamo una metonimia perche si usa il sole per il
giorno, nella seconda righa abbiamo unanastrofe, perche il poeta ha scritto aspro viaggio, e
lordine normale del sintagma viaggio aspro. Anche abbiamo visto un chiasmo nel verso 11:
sen fugge il tempo, ed io corro a la morte; questo chiasmo allegato con ed.
Nella seconda terzina, abbiamo anche un altro essempio di cesura, come nella prima righa e
con la stessa parola, ma riferendosi a un altro soggetto.

Interpretazione
Linterpretazione che io ho fatto sul poema credo che quella che molti hanno fatto di questo
sonetto. La prima stanza ci serve come una introduzione e anche ci serve per sapere il
contesto in cui il poeta ha scritto questo poema. la notte quando lui sta scribendo e tutti gli
altri sono a riposo, senza fare niente. Non c piu nella notte che il poetta stesso.

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La seconda quartina ha un carattere di spresare una proffonda tristezza per avere tutti i
pensieri che il poeta ha e per sapere che quelli pensieri e quella tristezza le acompaarn
hasta el final de sus dias.
Poi, nella prima terzina, ho interprettato una ressegnazione e una accettazione del destino
che la morte per tutti e, in speziale, per lui stesso. E per finire, lultima terzina ha una
connotazione di lamento per avere perso tutti i anni che ha perso, che , in realit, quello che
piu li addolora al poeta.
Uno dei topici letterari che pi si vede in questo poema il tempus fugit di Virgilio, cosa che
dimostra il grado di cultura che aveva Petrarca. Questo topico si ve in tutto il poema ma
nella righa 11 dove si vede con pi certezza perche dice: sen fugge il tempo, cosa che anche fa
che possiamo devere in questo poema il memento mori, unaltro topico lettererario
pertinente alla morte.
Per finire, anche possiamo dire che questo sonetto uno di quelli che pi ci lasciano vedere
quella situazione di Petrarca di malcontento, e anche si vede gi un uomo maturo, che ha gi
passato i 40 anni e si vede incaminato alla morte.

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