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la Repubblica SABATO 18 APRILE 2015

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Intervista a Michel Serres: Bisogna


trasformare in conoscenza leccesso
dinformazione cui siamo sottoposti

Cari filosofi
fermate i danni
dellipertrofia
tecnologica
FABIO GAMBARO

N questo nostro mondo dominato dallipertrofia digitale, i filosofi

possono contribuire a trasformare leccesso dinformazione in conoscenza. Lo ricorda Michel Serres, il filosofo francese a cui oggi Riga la rivista diretta da Marco Belpoliti e Elio Grazioli dedica un
ricco numero a cura di Gaspare Polizzi e Mario Porro (Marcos y
Marcos), ricostruendo accuratamente il percorso transdisciplinare di uno
studioso che da oltre mezzo secolo si confronta con la complessit di una
realt in mutazione.
Quella che stiamo vivendo
una rivoluzione antropologica,
spiega Serres, il cui ultimo libro
tradotto in italiano Non un
mondo per vecchi (Bollati Boringhieri), dedicato allinedito
mondo dei nativi digitali. Oggi
sta nascendo un uomo nuovo, la
cui caratteristica principale la
quasi completa esternalizzazione nei computer, nei cellulari,
in rete della sua memoria, delle sue conoscenze e delle sue capacit di calcolo. lultima fase
di un processo che ha accompagnato la storia dellumanit. Allinizio gli uomini conoscevano
solo la trasmissione orale, che
utilizza il corpo e la voce come
supporto del messaggio. Con
linvenzione della scrittura,
luomo ha cominciato a utilizzare un supporto esterno: la pelle,
la pergamena, la carta. Questa
prima tappa dellesternalizzazione ha prodotto enormi cambiamenti, per esempio la nasci-

massa enorme dinformazioni.


Anche questultima fase sta producendo enormi conseguenze
sul piano sociale, economico e
politico. Si pensi per esempio alla quantit di posti di lavori distrutti dalla disintermediazione consentita dalla rete. Dopo
Platone e Montaigne, i nuovi
eroi sono i giovani nativi digitali, che io ho riassunto in un personaggio chiamato Pollicina, la
quale, grazie al suo smartphone, ha tutto a portata di pollice.
Pollicina ha accesso a unenorme quantit dinformazioni, immagini e programmi, ma spesso appare in balia
di una massa che non riesce a
controllare...
vero, ma stato cos anche
in passato. Leibniz, quando era
bibliotecario del duca di Hannover, scrisse che si trovava in presenza di unimpressionante
massa di libri di cui non aveva il
controllo. Si domandava se tutto

RACCOLTA

La rivista
Riga, diretta
da Marco
Belpoliti ed
Elio Grazioli
(marcos
y marcos)
pubblica
testi
di Serres,
interviste
e studi a lui
dedicati

gnitiva. Oggi sta avvenendo la


stessa cosa, dato che Pollicina
conosce in maniera nuova e diversa. Le sue modalit cognitive, tuttora in formazione, sono
pi intuitive e pragmatiche. Se
in passato il sapere stato dominato dallastrazione Platone
ha inventato lidea di cerchio
per dominare la totalit degli oggetti rotondi oggi dominato
dagli algoritmi. A poco a poco, si
afferma una cultura meno analitica, pi sintetica e concreta, il

che implica il superamento di


una certa filosofia tradizionale.
Le nuove tecnologie consentono
forme di conoscenza collaborativa, attraverso le quali possibile far evolvere il sapere comune con il concorso delle conoscenze individuali. Grazie alla
connessione degli uni agli altri,
il collettivo diventa cosciente
delle proprie conoscenze, diventa meno cieco a se stesso. Non
ancora lintelligenza collettiva,
ma un progresso in tale direzione.
Significa che la tradizionale
trasmissione del sapere dal
maestro allallievo rimessa
in discussione?
In passato, il maestro poteva
presupporre lincompetenza
dei suoi allievi. Oggi non pi cos, gli allievi possiedono moltissime informazioni. Dalla presunzione dincompetenza si
passati alla presunzione dinformazione. la fine di una certa pe-

tecnologie veicolano molta cultura anglosassone, sta a noi europei cercare di bilanciare questa invasione strisciante. Nellaccesso alle informazioni consentito dalle nuove tecnologie,
al di l della dimensione pratica,
c una dimensione universale
che per me quasi unutopia culturale. Pollicina infatti tiene in
mano tutti i luoghi, tutte le informazioni e tutte le persone. In
passato questa era la condizione
dei potenti, di Augusto o di Luigi XIV. Oggi la condizione di
milioni di persone.
Ma affidando la memoria e la
conoscenza a un supporto
esterno, non si corrono grandi rischi?
Effettivamente lesternalizzazione implica anche una debolezza, perch il supporto
esterno pu andare perso o distrutto. Come pure si rischia la
dipendenza da chi ne controlla
le procedure, per non parlare

Stiamo perdendo la memoria, ma loblio


una facolt cognitiva molto importante

Anche Leibniz si trov in presenza di una


massa di libri di cui non aveva il controllo

ta della moneta, della legge


scritta o delle religioni monoteistiche. Socrate, che vuole solo
parlare, sostituito da Platone
che scrive.
Qual stata la tappa successiva?
Linvenzione della stampa,
che ha moltiplicato le potenzialit dellesternalizzazione, producendo altre trasformazioni,
dal protestantesimo alla nascita
della democrazia. Leroe Montaigne, seguito dagli umanisti.
Oggi per stiamo vivendo una
nuova fase, dato che il supporto
digitale consente unesternalizzazione della memoria e delle conoscenze senza precedenti. Le
nuove tecnologie, che sono diventate unestensione delle nostre facolt, consentono un accesso facile e permanente a una

dagogia unidirezionale. Naturalmente, ci non significa che si


possa fare a meno dei maestri,
perch linformazione non la
conoscenza. Il maestro, ma anche il filosofo, colui che aiuta a
trasformare linformazione in
conoscenza. Pollicina ha ancora
bisogno di qualcuno che laiuti a
operare questo passaggio.
Un certo pragmatismo anglosassone riconduce tutto alla
coppia soluzione/problema,
alimentando lideologia del
soluzionismo tipica dei giganti della Silicon Valley. Che
ne pensa?
vero, alcune aziende sono
ossessionate dal processo che risolve un problema. Ma la cultura non solo trovare soluzioni a
problemi pratici, anche conoscenza e spirito critico. Le nuove

quellaccumulo di parole scritte


avrebbe favorito la barbarie o la
cultura. Luomo ha sempre cercato di gestire la massa crescente delle informazioni: in passato
ha imparato a ordinare e classificare, oggi inventa i motori di ricerca. Tuttavia, pi che dominare loceano della cultura, noi possiamo solo provare a navigarlo
cercando di orientarci tra le sue
correnti. Dobbiamo accettare
lidea che le nuove tecnologie ci
mettono a disposizione un immenso mare di cultura in cui
dobbiamo tuffarci senza per illuderci di controllarlo.
Questa massa dinformazioni
cambia la nostra relazione
con la conoscenza e il sapere?
Quando la scrittura ha sostituito la comunicazione orale, si
verificata una rivoluzione co-

delle questioni legate alla propriet. Insomma, i problemi da


risolvere sono molti. Senza dimenticare che, affidando la memoria e le conoscenze agli oggetti tecnologici, a poco a poco si
perdono alcune funzioni intellettuali. Tuttavia, ogni volta che
si perde qualcosa, il vuoto viene
riempito da qualcosaltro. La
perdita ci fa paura, ma portatrice di una potenzialit che per
ora non possiamo neanche immaginare. Stiamo perdendo la
memoria, ma loblio una facolt cognitiva molto importante. In fondo, Galileo ha potuto interessarsi allesperienza perch
ha dimenticato Aristotele.
per questo che resto ottimista,
anche se ogni tanto me lo rimproverano.
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