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Ges di Nazaret (Betlemme, 7 a.C.-2 a.C.

[2] Gerusalemme, 26-36[3]) il fondatore e la figura


centrale del Cristianesimo,[4] religione che lo riconosce come il Cristo (Messia) atteso dalla
tradizione ebraica e Dio fatto uomo[5].
Durante gli ultimi anni della sua vita, Ges ha svolto la sua attivit di predicatore, guaritore ed
esorcista nella provincia romana della Giudea, la regione storica ebraica ribattezzata dai Romani col
nome di Palestina.[6][7]
Ges l'adattamento italiano del nome aramaico ( Yeshua), che significa "YHWH salvezza"
o "YHWH salva".[8][9] Secondo la tradizione cristiana, le principali fonti testuali relative a Ges sono
i quattro vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni). Per quanto concerne le ricerche
storiche sulla sua vita le principali fonti si trovano nel Nuovo Testamento, in particolare nelle
Lettere di Paolo e nei vangeli sinottici[10], fonti che hanno trovato alcuni interessanti riscontri in
ritrovamenti e studi archeologici.[11] Gli ultimi secoli hanno visto infatti lo sviluppo di ricerche volte
a valutare l'attendibilit storica dei vangeli, inclusi gli elementi soprannaturali e miracolosi,[12] sia a
ricostruire il profilo del Ges storico.
I vangeli narrano la nascita di Ges da Maria vergine, la predicazione focalizzata sull'annuncio del
Regno dei Cieli e sull'amore al prossimo e realizzata con discorsi e parabole accompagnati da
miracoli; narrano infine la sua passione, morte in croce, risurrezione e ascensione al cielo. I vangeli
e gli altri scritti del Nuovo Testamento identificano Ges con il Messia e il Figlio di Dio. Le
neotestamentarie lettere di Paolo esaltano il valore salvifico della sua morte e risurrezione. Per le
principali confessioni religiose cristiane la seconda persona della Trinit, assieme al Padre e allo
Spirito Santo e "vero Dio e vero uomo".[13]
Dai vangeli appare come la predicazione e l'operato di Ges abbiano riscosso nella societ ebraica
coeva un successo limitato e circoscritto territorialmente ma che ha, secondo le fonti canoniche,
raggiunto vari strati della societ. Il breve periodo della sua predicazione si concluse con la morte in
croce, richiesta, secondo i vangeli, dalle autorit ebraiche del Sinedrio, ma irrogata dall'autorit di
Roma (che riservava agli schiavi una tale sorte), su decisione finale del prefetto romano Ponzio
Pilato. Dopo la morte, i seguaci di Ges ne sostennero la risurrezione e diffusero il messaggio della
sua predicazione, facendone una delle figure che hanno esercitato maggiore influenza sulla cultura
occidentale.
Secondo il punto di vista ebraico, Ges stato un predicatore itinerante, ma non il Messia atteso;
non era Figlio di Dio, non ha compiuto miracoli e, dopo la morte in croce, non risorto n asceso al
cielo. La visione islamica della figura di Ges lo presenta come uno dei maggiori profeti venuti
prima di Maometto; nacque verginalmente, comp dei miracoli (per volere divino), non mor, ascese
al Cielo, deve tornare alla fine dei tempi quando sconfigger l'anticristo,[14] ma non era Dio che,
secondo la sura CXII, "non ha generato n fu generato".
Molti movimenti religiosi contemporanei hanno elaborato una propria interpretazione, anche
originale, su Ges.[15]

Indice
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1 Fonti testuali

2 Nome ed epiteti di Ges

3 Vita di Ges secondo i vangeli canonici


o 3.1 Annunciazione
o 3.2 Nascita
o 3.3 Adorazione dei pastori
o 3.4 Epifania
o 3.5 Infanzia
o 3.6 Vita prima del ministero

3.6.1 Luogo di residenza

3.6.2 Professione

3.6.3 Famiglia

3.6.4 Celibato

3.6.5 Formazione culturale e religiosa

o 3.7 Inizio del ministero


o 3.8 Ministero pubblico

3.8.1 Tempi e luoghi

3.8.2 Contenuti

3.8.3 Modalit di predicazione

3.8.4 Destinatari

o 3.9 Miracoli

3.9.1 Reazione degli storici

o 3.10 Ultimi giorni di vita


o 3.11 Trasfigurazione
o 3.12 Processo e morte
o 3.13 Risurrezione

4 Ges nella storiografia moderna

5 Ges tra ricerca e divulgazione

6 Ges secondo il cristianesimo


o 6.1 Cristologia
o 6.2 Dispute cristologiche
o 6.3 Concili ecumenici
o 6.4 Chiese cristiane conciliari
o 6.5 Chiese cristiane non conciliari
o 6.6 Liturgia
o 6.7 Reliquie

7 Ges in altre tradizioni religiose


o 7.1 Ebraismo
o 7.2 Religioni classiche
o 7.3 Islam
o 7.4 Buddhismo
o 7.5 Induismo
o 7.6 Bahaismo

8 Ges nell'arte

9 Note

10 Bibliografia

11 Voci correlate

12 Altri progetti

13 Collegamenti esterni

Fonti testuali

Il papiro P52, scritto in greco e paleograficamente datato attorno all'anno 125, attualmente
riconosciuto come il pi antico documento riguardante Ges che ci sia pervenuto.[16] Contiene
frammentariamente Giovanni 18,31-33 nel recto (la presente immagine) e Giovanni 18,37-38 nel
verso
Le fonti testuali relative a Ges possono essere raggruppate in quattro tipologie:

le lettere paoline incluse nel Nuovo Testamento: scritte approssimativamente tra il 51 e il


63[17] da Paolo di Tarso, che non conobbe direttamente Ges, rappresentano i documenti noti
pi antichi, ma contengono pochi dati biografici sulla figura storica di Ges. Le lettere non
sono infatti finalizzate a fornire un resoconto completo di atti o insegnamenti, ma
costituiscono tuttavia una testimonianza rilevante di come venisse tramandata e percepita
l'esperienza gesuana nelle pi antiche comunit cristiane;

i quattro vangeli canonici (Matteo, Marco, Luca e Giovanni). I primi tre, i cosiddetti
sinottici, scritti nella seconda met del I secolo sono stati preceduti da una tradizione orale e
da appunti scritti.[18] Il testo di Giovanni ha invece una datazione pi avanzata, tra la fine del
I e l'inizio del II secolo. I quattro vangeli raccontano dettagliatamente la vita pubblica di
Ges, cio il periodo della predicazione negli ultimi anni della sua vita, mentre sulla sua vita
privata precedente forniscono informazioni piuttosto scarne. Rappresentano i principali, ma
non gli unici, documenti sui quali converge il lavoro ermeneutico degli storici. In epoca
moderna si sono sviluppate differenti correnti di pensiero sull'attendibilit dei vangeli come
resoconti storici e sulle metodologie da utilizzare per la loro analisi;

i vangeli apocrifi. La maggior parte di essi non considerata dagli studiosi una
testimonianza del Ges storico[19] (data la composizione tarda, a partire dalla met del II
secolo, sono al pi utili per ricostruire l'ambiente religioso dei secoli successivi a Ges),[20]
anche per il genere letterario favolistico-leggendario che contraddistingue gran parte delle
loro narrazioni[21]. Di particolare interesse per gli storici si comunque rivelato il
ritrovamento del Vangelo di Tommaso. La testimonianza degli apocrifi variegata:

o i cosiddetti vangeli dell'infanzia (quali il Vangelo dell'infanzia di Tommaso, da non


confondersi con il testo gnostico attribuito all'apostolo, e il Vangelo dello pseudoMatteo) presentano un carattere abbondantemente e gratuitamente miracolistico che
sfocia spesso nel magico-fiabesco. Ges appare come un bimbo prodigio, talvolta
capriccioso e vendicativo;
o i vangeli gnostici (tra i quali il Libro segreto di Giacomo, il Vangelo secondo Filippo
e il Vangelo di Tommaso), contenenti prevalentemente rivelazioni private e inedite
espresse in raccolte di loghia (detti), descrivono Ges come una particella di divino
intrappolata nella carne: il suo insegnamento mira ad abbandonare la materialit per
raggiungere la salvezza;[22]
o i cosiddetti vangeli della passione (ad esempio il Vangelo di Pietro e il Vangelo di
Nicodemo) non aggiungono molto alle descrizioni della passione contenute nei
vangeli canonici, caratterizzandosi per con l'intento di discolpare Ponzio Pilato e far
ricadere la colpa della morte di Ges sulle autorit religiose e sul popolo ebreo;

fonti storiche non cristiane su Ges. In alcune opere di autori antichi non cristiani (Tacito,
Flavio Giuseppe, Plinio il Giovane, Luciano di Samosata) si trovano accenni a Ges o ai
suoi seguaci. Uno dei documenti pi antichi il cosiddetto Testimonium Flavianum, che
diversi storici[23] ritengono per oggetto di interpolazioni tardive di copisti cristiani.

Uno dei pi antichi artefatti archeologici correlabili a Ges la cosiddetta Iscrizione di Nazareth.
Scavi condotti negli ultimi due secoli hanno inoltre fornito riscontri archeologici relativi a Ponzio
Pilato e ad altri personaggi citati nei vangeli (Caifa, Simone di Cirene), nonch a luoghi quali, ad
esempio, la Piscina di Siloe e la Piscina di Betzaeta. inoltre documentata la pratica della
crocifissione nella Gerusalemme del I secolo.[24]

Fonte wikipedia

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