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Il lavoro imprigionato
aspetti sociologici del lavoro penitenziario
Info: adciardelli@gmail.com
Indice
5. Il lavoro imprigionato..........................................................................31
Bibliografia................................................................................................35
Il lavoro imprigionato
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
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Andrea Douglas Ciardelli Il lavoro imprigionato
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
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Andrea Douglas Ciardelli Il lavoro imprigionato
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
1 Questo argomento stato discusso allinterno del progetto Help to Help, a cura del PRAP toscano,
nel quale si cercato di analizzare, attraverso lo studio di diagrammi di flusso, il percorso
comunicativo che va dallintercettazione del caso a rischio auto-eteroaggressivo o suicidario
allattivazione degli interventi specifici.
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
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Andrea Douglas Ciardelli Il lavoro imprigionato
2 Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 27 co. 3: Le pene non possono consistere in
trattamenti contrari al senso di umanit e devono tendere alla rieducazione del condannato.
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
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Andrea Douglas Ciardelli Il lavoro imprigionato
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
educatori
Totale 3993 9424 13417 18 26 44
Tabella 1 - Situazione detenuti-educatori negli istituti toscani. Anno 2005-2006.
Fonte: PRAP toscano
3 PRAP toscano, Lobbiettivo strategico del PRAP tra 2005 e 2006 e le pianificazioni trattamentali
distituto, Sollicciano, Firenze, 4 ottobre 2005.
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9424
10000
4000
26
2000
9424
10000
4000
44
2000
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
13417
14000
12000
10000 Flusso detenuti anno 2005
8000 Operatori area pedagogica
6000
4000
44
2000
0
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
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lavorano fuori dal carcere, dato questo che potrebbe far pensare ad un
DAP ad alto tasso filantropico, disposto, quindi a sborsare parte delle gi
esigue risorse per mantenere lavoratori che svolgono attivit per altri
enti. Non esattamente cos. Per attivit extramuraria si intende anche il
lavoro presso le locali sedi dellUEPE e nelle caserme della Polizia
Penitenziaria cosa che, specialmente visti gli ultimi sviluppi in materia di
inserimento della Polizia Penitenziaria allinterno dellesecuzione penale
esterna, non porta certamente la persona allesterno dellistituzione. Del
resto, una delle principali difficolt che si incontrano nel reperire
imprese private che assumano detenuti in Art.21 consiste nel fatto che,
mentre per la Pubblica Amministrazione previsto che il detenuto possa
svolgere la sua attivit senza ulteriori controlli, quando si tratta di
imprese private, il lavoro deve svolgersi sotto il diretto controllo della
direzione dellistituto a cui il detenuto o linternato assegnato, la quale
pu avvalersi a tal fine del personale dipendente e del servizio sociale5.
Non facile trovare datori di lavoro privati che siano disposti a
sottostare agli sguardi indiscreti della giustizia o di chi ne fa le veci.
Si tentato, successivamente, di ammorbidire limprenditoria
privata nei confronti del bacino dei lavoratori ristretti, provando a
stimolarne il lato economico. La legge Smuraglia 6 si intitola appunto
Norme per favorire lattivit lavorativa dei detenuti, ed ha lo scopo di
introdurre sgravi fiscali per le imprese che assumano detenuti. Tali sgravi
si sono concretizzati con il Decreto Interministeriale del 9 novembre
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Andrea Douglas Ciardelli Il lavoro imprigionato
7 Decreto Interministeriale 25 febbraio 2002, n87, Regolamento recante sgravi fiscali alle imprese
che assumono lavoratori detenuti.
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
DETENUTI PRESENTI
DETENUTI LAVORANTI ALLE DETENUTI LAVORANTI NON ALLE
DIPENDENZE DIPENDENZE TOTALE DETENUTI
DELL'AMMINISTRAZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE LAVORANTI
DATA PENITENZIARIA PENITENZIARIA
RILEVAZ.
% SUI % SUI % SUI % SUI % SUI
LAVOR. PRESENTI LAVOR. PRESENTI PRESENTI
30/06/1990 31.680 10.790 84,48 34,06 1.982 15,52 6,26 12.772 40,32
31/12/1990 25.804 9.543 86,55 36,98 1.483 13,45 5,75 11.026 42,73
30/06/1991 31.053 9.594 89,66 30,90 1.106 10,34 3,56 10.700 34,46
31/12/1991 35.469 9.615 88,19 27,11 1.287 11,81 3,63 10.902 30,74
30/06/1992 44.424 10.698 91,21 24,08 1.031 8,79 2,32 11.729 26,40
31/12/1992 47.316 9.766 88,68 20,64 1.247 11,32 2,64 11.013 23,28
30/06/1993 51.937 9.861 88,34 18,99 1.301 11,66 2,50 11.162 21,49
31/12/1993 50.348 9.398 87,35 18,67 1.361 12,65 2,70 10.759 21,37
30/06/1994 54.616 9.995 86,98 18,30 1.496 13,02 2,74 11.491 21,04
31/12/1994 51.165 10.061 87,59 19,66 1.426 12,41 2,79 11.487 22,45
30/06/1995 51.973 9.979 83,83 19,20 1.925 16,17 3,70 11.904 22,90
31/12/1995 46.908 10.351 86,59 22,07 1.603 13,41 3,42 11.954 25,48
30/06/1996 48.694 9.989 85,11 20,51 1.747 14,89 3,59 11.736 24,10
31/12/1996 47.709 10.222 85,41 21,43 1.746 14,59 3,66 11.968 25,09
30/06/1997 49.554 10.156 84,45 20,49 1.870 15,55 3,77 12.026 24,27
31/12/1997 48.495 10.033 85,68 20,69 1.677 14,32 3,46 11.710 24,15
30/06/1998 50.578 10.691 86,55 21,14 1.661 13,45 3,28 12.352 24,42
31/12/1998 47.811 10.356 87,47 21,66 1.483 12,53 3,10 11.839 24,76
30/06/1999 50.856 10.253 85,66 20,16 1.717 14,34 3,38 11.970 23,54
31/12/1999 51.814 10.421 87,55 20,11 1.482 12,45 2,86 11.903 22,97
30/06/2000 53.537 10.978 87,19 20,51 1.613 12,81 3,01 12.591 23,52
31/12/2000 53.165 11.121 86,85 20,92 1.684 13,15 3,17 12.805 24,09
30/06/2001 55.393 11.784 85,30 21,27 2.031 14,70 3,67 13.815 24,94
31/12/2001 55.275 11.784 85,25 21,32 2.039 14,75 3,69 13.823 25,01
30/06/2002 56.277 12.110 84,36 21,52 2.245 15,64 3,99 14.355 25,51
31/12/2002 55.670 11.213 83,22 20,14 2.261 16,78 4,06 13.474 24,20
30/06/2003 56.403 11.198 82,16 19,85 2.432 17,84 4,31 13.630 24,17
31/12/2003 54.237 11.463 83,23 21,14 2.310 16,77 4,26 13.773 25,39
30/06/2004 56.532 11.951 84,08 21,14 2.263 15,92 4,00 14.214 25,14
31/12/2004 56.068 12.152 82,75 21,67 2.534 17,25 4,52 14.686 26,19
30/06/2005 59.125 11.824 81,01 20,00 2.771 18,99 4,69 14.595 24,68
31/12/2005 59.523 12.723 81,68 21,37 2.853 18,32 4,79 15.576 26,17
30/06/2006 61.264 12.591 81,23 20,55 2.910 18,77 4,75 15.501 25,30
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45,00
40,00
35,00
30,00
25,00
20,00
15,00
10,00
5,00
0,00
giu-91
giu-92
giu-94
giu-95
giu-97
giu-98
giu-99
giu-00
giu-01
giu-02
giu-03
giu-04
giu-05
giu-06
giu-90
giu-93
giu-96
Figura 4 - Andamento della percentuale lavoranti/presenti
Serie storica giugno 1990 - giugno 2006
Fonte: DAP
25
Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
25,00%
20,00%
5,00%
0,00%
2001 2002 2003 2004 2005 2006
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Andrea Douglas Ciardelli Il lavoro imprigionato
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Il lavoro imprigionato Andrea Douglas Ciardelli
garantire per le persone che hanno intenzione di far uscire dal carcere per
lavorare.
Si pu sostenere che il lavoro sia in continua tensione tra due scopi:
la necessit e la libert.
Necessit di lavorare per la sopravvivenza proprie e della propria
progenie. Abbagnano definisce il lavoro come l'attivit diretta a
utilizzare le cose naturali o modificare l'ambiente per l'appagamento dei
bisogni umani. Il concetto del lavoro implica perci: 1) la dipendenza
dell'uomo, quanto alla sua vita e ai suoi interessi, dalla natura: il che
costituisce il bisogno; 2) la reazione attiva a questa dipendenza,
costituita da operazioni pi o meno complesse dirette all'elaborazione o
all'utilizzazione degli elementi naturali; 3) il grado pi o meno elevato
di sforzo, di pena o fatica, che costituisce il costo umano del lavoro8
Pi orientato sul lavoro come progetto di vita il sociologo Gallino
che d del lavoro la seguente definizione: un'attivit intenzionalmente
diretta, mediante un certo dispendio di tempo e di energia, a modificare
in un determinato modo le propriet di una qualsiasi risorsa materiale
(un blocco di metallo, un appezzamento di terra) o simbolica (una serie
di cifre o di parole) [] - modo che rappresenta lo scopo del lavoro -
onde accrescerne l'utilit per s o per altri, col fine ultimo di trarre da
ci, in via mediata o immediata, dei mezzi di sussistenza9.
Sul fronte della funzione liberante del lavoro riteniamo importante
segnalare il rifiuto, da parte soprattutto di Hannah Arendt, della
concezione del lavoro come attivit umanizzante e liberatoria dato che
solo al di l della necessit inizierebbe la sfera della libera attivit.
8 Nicola Abbagnano, voce Lavoro, in Dizionario di filosofia, terza edizione aggiornata e ampliata
da Giovanni Fornero, Torino, UTET, 1998, p. 626
9 Luciano Gallino, voce Lavoro, in Dizionario di sociologia, Torino, ed UTET, 1983, p. 407
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10 Cfr. Guido Neri, prefazione a Hannah Arendt, Lavoro, opera, azione, Verona, Ombre Corte, 1997,
p. 17
11 Hannah Arendt, Lavoro, opera, azione, cit. pp.43-44
12 Pierpaolo Donati, Il lavoro che emerge, Torino, Bollati Boringhieri, 2001, p.27.
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Andrea Douglas Ciardelli Il lavoro imprigionato
5. Il lavoro imprigionato
Alla luce di queste ultime considerazioni si capisce ci che pu aver
spinto ad introdurre la dimensione del lavoro allinterno delle funzioni
del trattamento penitenziario. Tuttavia, lincontro tra la teoria, enunciata
e legiferata, e la prassi, denunciata talvolta dagli stessi operatori ed
evidenziata dallenorme mole di ordini di servizio che, di fatto,
costituiscono il reale corpus normativo allinterno di un istituto, pare
essersi realizzato soltanto in parte.
Sovraffollamento, numero eccessivo di detenuti in attesa di giudizio
- privi di trattamento, riservato ai definitivi-, carenza di risorse e di
personale dellarea pedagogica sono le condizioni standard di
carcerazione nel nostro paese che, di fatto, vanificano le buone
intenzioni di cui sono lastricate la Costituzione e le leggi successive in
materia penale.
A dire il vero, in carcere si lavora ma, per la cronica incapacit
dellistituzione penitenziaria di offrire opportunit serie per migliorare le
possibilit di inserimento lavorativo dei detenuti cui si unisce la
situazione esterna in cui il carcere provoca diffidenza, paura, chiusura, si
17 Donati, Il lavoro che emerge, cit., p.47
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nel mondo del lavoro rappresenta, per chi proviene dal circuito penale,
un vero e proprio handicap sia nella forma sociale basti pensare ai
pregiudizi di fronte ad una persona con precedenti penali , sia
sostanziale: in carcere ci si ammala, ci si disabitua allazione, ai tempi ed
ai ritmi della vita esterna. Ecco che, per correre ai ripari, si equiparato
il detenuto al soggetto svantaggiato per cui forgiato un corpus
normativo che ha la particolare caratteristica di tentare di fornire
strumenti di uguaglianza sociale a partire da un diritto diseguale19.
In particolare, la Legge 381 dell8 novembre 1991, Disciplina
delle cooperative sociali specifica come facenti parte delle categorie
svantaggiate e, quindi, in difficolt con laccesso al mondo del lavoro,
anche i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione
previste dagli articoli 47, 47-bis, 47-ter e 48 20 della Legge 26 luglio
1975, n354, come modificati dalla legge 10 ottobre 1986, n663. Nove
anni dopo, la gi citata Legge Smuraglia, estende la definizione di
persona svantaggiata a tutte le persone detenute o internate negli
istituti penitenziari, i condannati e gli internati ammessi alle misure
alternative alla detenzione e al lavoro esterno21.
Una volta in possesso del titolo di svantaggiato il detenuto, sia
esso sottoposto a misure penali detentive o extradetentive, pu usufruire
dellinserimento, laddove possibile, nelle cosiddette cooperative sociali
di tipo B, che la legge stabilisce debbano essere quelle cooperative
sociali che hanno lo scopo di perseguire linteresse generale della
comunit alla promozione umana e allintegrazione sociale dei cittadini
19 Cfr.Maria Vittoria Ballestrero, Gian Guido Balandi (a cura di), I lavoratori svantaggiati tra
eguaglianza e diritto diseguale, Bologna, Il Mulino, 2005
20 Si tratta degli articoli dellordinamento penitenziario che riguardano laffidamento in prova al
servizio sociale, la detenzione domiciliare e la semilibert.
21 Art.1,comma 1 L. 22 giugno 2000, n193, Norme per favorire lattivit lavorativa dei detenuti
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