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di
Jader Spinelli
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Silvano Donati
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lnserto speciale
allegato al n. 1 -20A1
de "La Comunit di Pomarance"
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UN PEZZO DI STORIACHE SE NE VA
Dopo 79 anni dalla sua inaugurazione scomparuo uno dei manufatti che hanno segnato dawero la storia e un'epoca
in Val di Cecina. Una morte annunciata, per togliere quello che, senza interventi riparatori, era divenuto pericoloso per
i molti appassionati del fiume che vi passavano sotto.
stato demolito, infatti, il vecchio ponte sul Cecina conosciuto da tutti come "Ponte di Ferro", nome che deriva dal
suo predecessore, costruito nel 1834 interamente con tiranti e catene di ferro.
Sul posto, mercoled pomeriggio, sono arrivati anche molti curiosi che, a distanza di sictrezzahanno voluto partecipare a questo intervento per filmarne i momenti salienti.
Su ordinanza dell'ANAS il transito stato interrotto alle ore 15,00 sulla S.S. Sarzanese Valdera 439; iltrafflrco stato
deviato sulla strada comunale del Cerreto e bloccato in prossimit del bivio della strada per Berignone.
Tutto si svolto nella pi completa regolarit senza incidenti.
Sul posto delle operazioni volantini davano istruzioni per gli spettatori: "La zona pericolosa e nessuno deve awicinarsi a piedi o in auto".
Nel volantino si informavano, inolffe, dei segnali acustici che awebbero awertito e segnalato le modalita di brillamento
delle cariche: "Preallarme - serie di segnali brevi con tromba da stadio: mettersi al riparo perch nel giro di pochi
minuti brilleremo.
Allarme - segnale lungo - Esplosione.
Tre segnali lunghi - tutto finito".
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La sua chiusura definitiva al traffico, determinata anche a quel tempo dal cedimento dei piloni portanti e di una testa di
ponte, awenne il 13 Agosto 1971 mettendo in difficolt, come nei secoli passati, la vita economica dei Comuni di
Volterra, Pomarance e Castelnuovo V.C. provocando le proteste in massa di commercianti e lavoratori che chiesero
urgentemente all'ANAS, ente proprietario della Strada SS. 439, tramite gli Enti pubblici, la costruzione immediata di
un nuovo ponte, pi modemo. Nel notiziario de "La Comunit di Pomaranc e" del l97I, Edmondo Mazzinghi scriveva:
"Viva preoccupazione ha suscitato in tutta la Comunit d Pomarance, la notizia che I'AI{AS e gti organi tecnici di
controllo dei Comuni di Volterra e Pomarance in data l3 agosto I97I hanno sentenziato la chiusura al trffico leggero
e pesante della strada SS. 439 Sarzanese Valdera in corrispondenza del ponte delfiume Cecina (Km. 107 + 700).
Dopo le continue e pesanti richieste di tutta la popolazione dell'Alta Val di Cecina che avevano fatto si di vedere
sistemato il tratto di questa statale da Saline di Volterra a Larderello, rendendo il trffico abbastanza normale, in
questo momento viene a crearsi questo grave intralcio allo scorrimento degli automezzi, tanto p viva la preoccupazione perch ci avviciniamo al periodo delle piogge settembrine che ostacoleranno senz'altro il trffico a guado e
recheranno una grave crisi all'economia industriale della zona. "La Comunit di Pomarance" rivolge quindi un
appello alle autorit interessate e competenti ffinch intervengano a risolvere il problema viaro che intralcer
ancor pi la ridotta viabilit della zona verso centri maggiori della Provincia e della Regione".
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I'aperav'venuta
ponte
Cecina
sul
transito
del
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fiume
negli ultimi giorni di agosto. Si risolto cos in parte
uno dei gravi problemi della Statale 439 Sarzanese
Valdera, unica strada che collega, con il resto del mondo le nostre popolazioni.
La Comunit di Pomarance si congratulavivamente con
la stazione appaltante AI{AS di Firenze e la ditta
costruttrice SALES di Livorno per la magnifica opera
realizzata, che offre una maggiore capacit al trffico,
sia per la sua resistenza, sia per Ia pi ampia larghezza
della sua sezione stradale che per I'andamento
planimetrico di una dolce curvatura, rispetto a quella
preesistente, ormai abbandonata, utile oggi a sostegno
della tubazione dell'acquedotto consortile VolterraPomarance...".
Non pi ulllizzato ormai da venti anni, il " Vecchio
Panoramica dei due ponti sul Cecina
Ponte di Ferro" ha sfidato e resistito comunque ad altre
insidiose piene del fiume Cecina: chiusi gli ingressi, sia
sul versante di Pomarance che di Volterra con dei muraglioni, era rimasto l, inesorabilmente abbandonato al suo
destino, dimenticandoci dell'utilit ed importanzache questo manufatto aveva al'uto nel mantenere i collegamenti tra
la Comunit di Volterra e quella di Pomarance fin dagli anni venti, lungo la "Provinciale Maremmana", durante le
improwise piene del fiume che talvolta raggiungevano la sommit del piano stradale.
Wva soddisfazione in tutta la zona ha suscitato
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Costruzione del ponte in cemento armato, mae,\tlanze in unaJto ricordo durante lavori, 1922 (archivio Dominici M.)
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il versante di volterra'
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scardinato il basamento provocando'
le alnotevole distacco strutturale' Anche
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tre due luci del ponte cominciavano
soprattutto
dare segnali di cedimento,
quello d-efl'arcata centrale dove afftorache
vano i tondini di ferro delle armature
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potevano creare problemi
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di lire.
Avendo avuto notizia dell'abbattimento
del "Ponte di Ferro" nei primi giorni di
aprile 2001, in una bellissima giornata Una piena del Jume Cecina, I966 ca. (Archivo Spinelli J.)
primaverile, decidemmo con Silvano
Donati di seguire e documentare tutte le fasi della sua distruzione fotografando il manufatto da diverse angolazioni.
Tra venerdi 13 e sabato 14 aprlle 2001 erano iniziati intanto i lavori per far saltare il ponte secondo quanto previsto dal
"Fochino", responsabile delle operazioni di caricamento e brillamento delle mine. Queste prevedevano la perforazione dei due pilastri del ponte "avendo come obiettivo la disarticolazione della struttura da demolirsi successivamente
con idonei mezzi meccanici".
Le prime perforazioni furono effettuate al di sopra della sommit della pila con l4 fori verticali della lunghezza dim.
3,20 cos come sulla spalla destra del ponte, sul versante di Pomarance.
Sul basamento delle due "pile" centrali dovevano essere effettuati una serie di fori verticali, orizzontali, obliqui,
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Gruppo di pomarancin alfiume Cecina in prossimit del "Ponte di Ferro", 1950 ca. (Archivio Manghetti-Baldeschi)
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interni ed esterni, del diametro di cm 3,5; inoltre, per la demolizrone dello zoccolo dei pilastri, erano previsti n. 18 fori
della lunghe zza dinmetro. In totale circa I24 fori dentro al quale dovevano essere caricati non meno di 150 Kg. di
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gelatina
collegati ad un detonatore avrebbero consentito il disgregarsi dei pilastri e fatto cadere sul letto del
fiume, f intera struttura del Ponte.
per evitare che i pilastri dell'altro ponte nuovo, costruito nel lgT3,potessero avere danni, furono creati in prossimit
due terrapieni; fu effettuato il posizionamento di reti di protezione lungo il parapetto per proteggere le tubazioni
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forazione del ponte; il rumore era assordante causato dai martelli pneumatici,
dagli scavatori e dalle ruspe; si notavano
movimenti frenetici di camions, le urla
degli operai, mentre una folla di spettatori, come noi, seguiva malinconicamente
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demmo con Silvano Donati, mio figlio Nicola, che aveva voluto
assistere all'evento "storico", di posizionarci a distanza di sicurezza sul luogo visionato giorni prima e che poteva permetterci
il podere S. Chiara.
L'attesa si era fatta pi lunga del previsto, le operazioni di
caricamento dei piloni con la gelatina erano iniziate alle ore 13,30
ed erano terminate verso le ore 16,30.
Tutti i fori venivano riempiti, uno ad uno, con candelotti di gelaI'esplosone
il ponte dopo
tina in profondit, detonatore a filo ed otturati con gesso bianco'
I1 sistema di innesco previsto, come ci aveva confermato il responsabile del brillamento delle cariche, alcune ore prima, era di
tipo NONEL "a fondo foro" e ad onda d'urto con detonatore HU (alta densit).
I collegamenti per provocare I'esplosione erano stati effettuati e, verso le ore 16,35, un cavo elethico era stato steso a
sul versante di Pomarance .
distanz di siuxezzidietro ad alcuni mezzimeccarici lungo la strada sterrata che costeggia il fiume
delle
Dall'alto con i binocoli, gli zoom delle nostre macchine fotografiche notavamo tutti i movimenti organizzativi
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forze dell'ordine. Il traffico sul ponte era gi stato intemotto alle ore 15,30 e, verso le ore I7,40 le forze di polizia s
stavano allontanando dalla zona cos come furono fatti allontanare alcuni spettatori che, ignari del pericolo, si eranr
messi nel campo sovrastante il "Ponte" e che furono fatti allontanare dai responsabili della sicurezza.
In prossimit delle operazioni volantini davano istruzioni per gli spettatori: "La zona pericolosa e nessuno devr
I'esplosione: un foftissimo scoppio e un boato; una deflagrazione che ha risuonato lungo tutta la valle del Cecina pe
alcuni secondi.
Si sentivano in quegli attimi, solo i clic delle nostre macchine fotografiche che cercavano di riprendere la fine de
ponte; improwisamente un tonfo sordo e 1o scricchiolio della struttura che cadeva sull'alveo del fiume al.volto da uni
gigantesca nuvola di polvere bianca.
Lentamente la nuvola bianca si spostava verso Berignone e appariva una devastazione completa, come se avessim<
assistito ad un film o ad una vera azione di guerra.
Nessuno di noi ha applaudito, nermeno quelli pi in basso; c' chi aveva le lacrime agli occhi mentre, lentamente, li
nuvola bianca di polvere lasciava intravedere le strutture del "Vecchio Ponte in cemento armato" adagialo, come i
relitto di una nave, sul letto del fiume Cecina.
Soltanto I'arcata che poggiava sulla spalletta del Comune di Volterra era rimasta inclinata; tutto era stato calcolatr
perch l'acqua del fiume potesse continuare a scoffere nel suo alveo naturale.
I responsabili del brillamento delle cariche, pochi minuti dopo, si recavano sul luogo constatando la buona riuscitr
delf intervento.Tutto era stato eseguito secondo le previsioni e nessun incidente era accaduto.
Il traffico sull'altro ponte riprendeva alle ore 17,30 mentre una folla di spettatori si recava a guard.are da vicino
stupita, attonita, quello che rimaneva del ponte, con un gran senso di nostalgia e di malinconia ricordando episodi c
aneddoti sulla vita di un tempo quando, tradizionalmente il luned, gruppi di giovani eragazzi, a piedi da Pomarance
si recavano a fare il bagno sotto il ponte cos come i temerari pomarancini che si awenturavano in equilibrio sopra lr
sue arcate o quelli pi coraggiosi che si tuffavano nella limpida acqua sottostante, dal piano stradale del "Ponte d
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