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Nicola Palilla

via Arena I trav. 2


92010 Siculiana AG
nicolapalilla@gmail.com
Prof. Valerio Onida
c/o
Universit degli Studi di Milano
valerio.onida@unimi.it
Chiar.mo prof. Valerio Onida,
voglia scusarmi per codesta lettera, da me avvertita come una necessit, bench io sia
consapevole di quanto essa potr apparire fastidiosa e forse anche irritante alla Sua persona.
Mi esprimo in questi termini perch temo che possa sembrarLe inopportuno che io mi indirizzi a
Lei come ad un esimio collega per discettare della legge elettorale volgarmente denominata
Italicum. La prego, dunque, di scusarmi e di avere comprensione per la presunzione che
dimostro nel rivolgermi a Lei parlando di principi come se parlassi ad un mio pari, ma tipico degli
stolti non rendersi conto delle proprie azioni.
La buona educazione mi impone di non scrivere oltre senza prima essermi presentato. Mi chiamo
Nicola Palilla, ho 35 anni, vivo in Sicilia. Mi sono laureato alla facolt di scienze politiche di Palermo
e, bench nella mia vita non sia ancora riuscito a concludere nulla di buono tanto da rinnegare,
nei momenti di maggior sconforto, i miei studi universitari ho conservato il grande interesse e la
grande passione per la politologia che mi avevano indotto era il 2000 ad iscrivermi, per
l'appunto, alla facolt di scienze politiche. Non voglio andare oltre parlando di me, perch non
voglio tediarLa oltre misura, e concludo questa mia piccola presentazione citando appena
lepisodio che mi ha definitivamente dismesso dal sogno di intraprendere la carriera accademica,
ovvero lessere stato respinto allesame per lammissione al dottorato di ricerca.
Il motivo per cui le indirizzo codesta missiva perch vorrei che una personalit autorevole
denunciasse in modo credibile naturalmente, dopo averlo riconosciuto l'aspetto del nuovo
sistema elettorale che mi sembra nessuno abbia fin qui messo sufficientemente in rilievo.
Tralasciando la questione per la quale in Italia pare che i sistemi elettorali debbano consistere in
oscure formule da cui la sentita necessit di attribuire loro dei nomi in latino maccheronico
ignoro se, essendo lattenzione dei pi concentrata sulleffetto desiderato di ottenere stabili
maggioranze parlamentari dopo ogni elezione politica, venga posta adeguatamente attenzione

sugli effetti che lItalicum avr, cos come li ha avuti il Porcellum, sulla ripartizione dei seggi
circoscrizione per circoscrizione. Trovo, infatti, che il vero vulnus del Porcellum non sia stato a suo
tempo riconosciuto dalla Corte Costituzionale e che, a cagione di ci, esso si trovi riaffermato
nellItalicum. A mio parere, il fatto che la Corte Costituzionale potr non esprimersi per
lincostituzionalit dellItalicum non toglie che esso sia costitutivamente incostituzionale. Prover
nei miei poveri termini e nella semplicit delle mie osservazioni forse semplicistiche, ma io le
trovo ampiamente fondate e condivisibili ad illustrarLe il mio punto di vista.
Quando scrivo che, forse perch distratti dalla necessit di stabilire un sistema elettorale che
favorisca la formazione di una maggioranza parlamentare dopo ogni elezione, non si dedica la
giusta attenzione a come i seggi vengono effettivamente distribuiti circoscrizione per
circoscrizione, intendo dire che il vero vulnus dei sistemi elettorali a base proporzionale con
attribuzione di un premio di maggioranza come il Porcellum e lItalicum consiste nel fatto che a
ricevere il mandato parlamentare non siano sempre i partiti e i candidati maggiormente votati
nelle circoscrizioni, ma quelli che lo sono stati a livello nazionale e che, a cagione di ci, ottengono
pi seggi delle formazioni concorrenti anche nelle circoscrizioni in cui gli elettori hanno espresso il
loro gradimento a queste ultime, le quali, tuttavia, sono risultate sconfitte al livello nazionale. Non
so se sono riuscito ad esprimere in maniera semplice il fenomeno perch di fenomeno si tratta e
non di unastrazione dal quale discende inevitabilmente che gli elettori, chiamati ad eleggere i
propri rappresentanti, in realt sono convocati ad investire una leadership nazionale.
Dovrebbe essere chiaro che lelezione dei parlamentari ha sempre avuto lo scopo di limitare i
poteri del governo, tanto che la teoria e la pratica del governo parlamentare impongono al
governo di conciliarsi con il parlamento, che sul governo deve esercitare il controllo. Chiaramente,
questultima affermazione non pi vera se decidiamo di fondare le nostre istituzioni su nuovi ed
opposti paradigmi. Non mi pare che agli elettori sia stato chiesto, almeno apertamente, di
esprimersi a favore di un ribaltamento di questi paradigmi. Voglio, invece, augurarmi che il
legislatore della riforma sia stato in buona fede, ma ignorante dei principi fondamentali della
democrazia parlamentare. Parlando sempre sul piano della teoria e della coerenza tra limpianto
normativo con i modelli teorici ed i principi, linvestitura di una leadership nazionale dovrebbe
passare attraverso lunica via possibile: lelezione di una persona alla carica 1) di un presidente
della repubblica con poteri di governo oppure 2) a quella di presidente del consiglio/primo
ministro. Non , invece, possibile, alla luce dei paradigmi del governo parlamentare, trasfigurare il

risultato delle elezioni dei parlamentari al fine di ottenere unindiretta elezione del capo del
governo.
Completamente sbagliata anche qui bisogna capire se lerrore fatto per ignoranza o in mala
fede, confidando nellignoranza degli elettori (un pensiero che, tra laltro, offende anche il
principio della sovranit popolare) laffermazione per cui, parafrasando, allestero funziona
cos, giacch non risulta che, ad esempio, la sig.ra Merkel possa sapere quanti seggi avr nel caso
in cui vincesse le elezioni, non potendo la stessa prevedere nemmeno se potr costituire un
governo monopartitico (ipotesi fin qui irrealizzata in Germania) e chi sar il suo alleato di governo,
nel caso della formazione di un governo di coalizione. La stessa realt affrontata da tutti i leader
dei maggiori partiti europei, con la sola eccezione del caso francese e del caso britannico che, non
a caso, applicano l'uninominale (tralascio di considerare la possibilit del governo di coalizione nel
Regno Unito e i casi di coabitazione in Francia, i quali renderebbero lungo il discorso, bench
confermerebbero che in nessun paese dEuropa gli aspiranti capi di governo possano essere certi
di ottenere la maggioranza assoluta desiderata nei numeri, negli alleati e nelle persone).
LItalicum, quindi, un sistema elettorale che non ha simili in Europa e nel mondo democratico,
perch modifica lespressione di voto fornita dagli elettori affinch un partito minoritario diventi
maggioritario e sappia a priori quanti seggi ricever. E nemmeno leventuale turno di ballottaggio
pu servire a legittimare questa distorsione tra voti espressi e seggi assegnati.
Cercher adesso di illustrare laspetto che pi mi preme sottolineare e che, ripeto, considero il
vero vulnus della legge in commento, ossia il fatto che lItalicum finisca, esattamente come il
Porcellum, per permettere lelezione a rappresentante di un ritaglio territoriale (la circoscrizione),
popolato da una comunit politica con tratti identificativi e opinioni politiche distinte dalla totalit
nazionale, di candidati che non sono davvero rappresentativi degli elettori della circoscrizione.
Questo accade perch lattribuzione del premio di maggioranza produce leffetto per il quale, di
fatto, sono gli elettori delle altre circoscrizioni ossia, del resto dItalia a stabilire chi deve
risultare eletto in una circoscrizione. La reintroduzione del voto di preferenza pu solo fornire
limpressione che lelettore scelga chi eleggere, ma solo di impressione pu trattarsi, in quanto,
alla luce di quanto affermato in precedenza, gli eletti non sono tali grazie alla propria cifra
elettorale, bens grazie al risultato conseguito dal loro partito a livello nazionale. Cercher, infine,
anche di mostrare come leventuale turno di ballottaggio viene a rendere ancora pi grottesca la
situazione. Per potere meglio spiegare ci, dovr fare ricorso ad esempi pratici per aumentare il

grado di concretezza e consistenza delle mie affermazioni, perch parlare di principi e di coerenza
dei modelli cosa bella e raffinata, ma poi dobbiamo essere in grado di calare i modelli nella realt
per fare in modo che essi non diventino mere categorie concettuali. Essendo siciliano, baser le
mie esemplificazioni sul risultato delle elezioni del 2013, con particolare riferimento al caso della
Sicilia.
La prima osservazione che faccio che, dovendo essere il parlamento rappresentativo della
volont degli elettori secondo un certo criterio che pu essere maggioritario o proporzionale
dovrebbe potersi agevolmente desumere tale volont dalla composizione del parlamento stesso.
Sulla base di questa elementare osservazione, un extraterrestre (ad esempio) che venisse a sapere
che nel 2013, considerandosi entrambe le circoscrizioni (Sicilia 1 e Sicilia 2), la coalizione di centrosinistra elesse 23 candidati su 52 eleggibili e che, di questi 23 eletti, ben 20 lo furono nelle liste del
PD, dovrebbe desumere che questa compagine super agevolmente il 40% dei suffragi,
aggiudicandosi nettamente il favore popolare. In verit, in quella elezione, il centro-sinistra
raccolse appena il 20% circa in entrambe le circoscrizioni e il PD si ferm a circa il 18%. La
coalizione di centro-sinistra, inoltre, fu la seconda pi votata dietro a quella di centro-destra, che,
pur totalizzando circa il 30% dei suffragi in entrambe le circoscrizioni, riusc a far eleggere appena
12 dei suoi candidati. La distorsione tra la volont degli elettori e l'attribuzione dei seggi , per,
ancora pi eclatante se si osserva il dato dei partiti. In quell'elezione, infatti, il partito pi votato in
Sicilia fu il Movimento 5 Stelle, il quale ottenne circa il 40% di voti in pi rispetto al PD in entrambe
le circoscrizioni, ma elesse soltanto 13 candidati, ossia il 35% dei seggi in meno. In altri termini, il
PD perse clamorosamente le elezioni sia come partito (fu il terzo) che come coalizione (fu
seconda), ma ottenne la maggioranza degli eletti in Sicilia perch aveva vinto nel resto d'Italia.
Specifico che i dati che sto utilizzando sono quelli ufficiali e sono tratti dal sito internet del
ministero degli affari interni. Questa enorme distorsione tra i voti espressi ed i seggi assegnati
dovuta al meccanismo di attribuzione del premio di maggioranza. Cosa discende da questo modo
di assegnare i seggi? Ne discende cosa ancora pi grave dell'impossibilit di esprimere
preferenze per i singoli candidati che i candidati del partito o della coalizione pi votata a livello
nazionale si impongono anche laddove gli elettori hanno chiaramente espresso la volont di farsi
rappresentare da candidati degli altri partiti e/o di altre coalizioni. I candidati cos eletti a deputati
e a rappresentanti, non sono realmente rappresentativi delle persone che sono andate a votare.
Per quanto il M5S possa essere biasimato, esso ha fornito ai siciliani troppo spesso e

superficialmente accusati di essere asserviti ai poteri mafiosi e omertosi la possibilit di rigettare


in blocco lo schema destra-sinistra e farsi rappresentare in parlamento da una nuova classe
politica. Ebbene, il voto dei siciliani stato stravolto dal meccanismo del Porcellum e a
rappresentare la volont gli elettori siciliani sono i partiti e i candidati per i quali gli elettori siciliani
non avevano votato.
Cosa sarebbe accaduto se, per assurdo, le elezioni del 2013 fossero state vinte dalla coalizione di
centro-destra? Regioni come l'Emilia-Romagna e la Toscana, notoriamente connotate da una forte
identit di centro-sinistra, si sarebbero sentite adeguatamente rappresentate da personalit di
centro-destra, oltretutto perdenti in quelle circoscrizioni?
Con numeri diversi, lo stesso discorso pu essere fatto per tutte le regioni in cui il Movimento 5
Stelle e la coalizione di centro-destra sono risultati rispettivamente il partito e la coalizione pi
votati (Liguria, Sardegna, Veneto, Lombardia, Campania, Calabria). Tornando al caso della Sicilia e
parlando in termini estremamente pratici, questo modo di attribuzione dei seggi ha concesso ai
politici di centro-sinistra di fare il bello ed i cattivo tempo nell'Isola, bench gli elettori siciliani
avessero manifestato, pi fortemente che nel resto d'Italia, la volont di farsi rappresentare dai
candidati del M5S. Addirittura, fra questi deputati figura il sig.Davide Faraone (il quale, mi sia
permesso, riuscito a conseguire la laurea in scienze politiche solo dopo essere stato eletto alla
Camera) che, in forza di questa sua insperata elezione alla Camera e del suo incarico a
sottosegretario, oramai si atteggia in Sicilia a giudice e fustigatore dello stesso governo regionale
con il medesimo atteggiamento da coatto del suo mentore fiorentino. In altri termini, a me
sembra che codesto sig.Faraone si comporti come chi ritiene di avere ricevuto una qualche
investitura per comportarsi come si comporta, e tuttavia Faraone uno dei tanti che
probabilmente non sarebbe stato eletto se i seggi fossero stati attribuiti al suo partito secondo la
volont degli elettori siciliani, piuttosto che secondo l'opinione degli elettori del resto d'Italia.
Temo che l'Italia sia piena di casi come quello del Faraone.
Sia che distribuisca i seggi gi al primo turno sia che lo faccia dopo l'eventuale ballottaggio,
prevedibilmente l'Italicum produrr lo stesso effetto del Porcellum, ossia quello di eleggere
rappresentanti non rappresentativi dell'elettorato della circoscrizione in cui vengono eletti. Anzi,
l'Italicum conduce a risultati ancora pi grotteschi. Innanzitutto perch con l'Italicum la distorsione
ancora pi marcata, in quanto i seggi della maggioranza saranno attribuiti tutti ad un solo partito
e non si distribuiranno tra i componenti della coalizione vincente; ma anche perch il ballottaggio

tra i primi due partiti pi votati al livello nazionale torner in seguito sul fatto che al primo turno
l'oggetto del voto sono le liste di partito, mentre al secondo l'oggetto si trasforma magicamente
nel partito in quanto entit astratta, visto che non ci sono liste da votare e gli eletti non sono tratti
dall'organizzazione formale del partito, ma sempre e comunque dalle liste di cui al primo turno
potr comportare il paradosso per cui gli elettori di una circoscrizione potranno essere chiamati a
scegliere tra due opzioni che avevano scartato al primo turno. Faccio un esempio con una regione
del nord Italia. Poniamo che in questa regione i primi due partiti pi votati siano la Lega Nord e
Forza Italia e che nessuno di questi due partiti arrivi al ballottaggio. Gli elettori di questa
circoscrizione dovranno scegliere tra PD e M5S, bench avessero chiaramente rifiutato di farsi
rappresentare da questi due partiti.
Il ballottaggio dell'Italicum non va banalmente assimilato al secondo turno di un'elezione
presidenziale o di un sindaco. Prima di tutto perch, quando si elegge un presidente, si vota per
candidati persone fisiche sia al primo che al secondo turno all'interno di un collegio unico
nazionale; dopo, perch l'elezione presidenziale ha come scopo l'elezione di una carica
monocratica e non l'elezione di 630 persone diverse. Lo scopo dell'elezione presidenziale
eleggere una sola persona che possa andare bene per tutti gli elettori, perch uno ed uno solo pu
essere il capo dello stato. Le elezioni parlamentari, invece, vanno viste come tante piccole elezioni
che si tengono contemporaneamente, grazie alle quali ad ogni frazione della comunit politica
nazionale (possiamo cos definire una circoscrizione) dato scegliere liberamente un proprio o
diversi propri rappresentanti senza preoccuparsi di concordare i nomi delle persone da eleggere
con gli elettori del resto del paese. Anche nei paesi in cui si vota con l'uninominale non esiste alcun
meccanismo che riconduce gli eletti ad una fantomatica volont generale superiore, differente da
quella espressa dagli elettori nei singoli collegi.
Si pu, dunque, affermare che l'Italicum un sistema elettorale che non ha come scopo l'elezione
di un parlamento rappresentativo, bens di un parlamento di rappresentanti non rappresentativi
ma utili ad investire una leadership nazionale secondo due meccanismi differenti, di cui il secondo,
eventuale, funge da stampella del primo: il primo sistema quello di investire un leader
nazionale mediante la distorsione dell'attribuzione dei seggi sulla base di una clausola, quella del
raggiungimento del 40%, che comunque arbitraria; il secondo quello di investire il leader
mediante una votazione tra entit astratte i due partiti pi votati al primo turno la quale di
fatto maschera l'elezione indiretta del presidente del consiglio. Definisco i partiti del secondo
turno quali entit astratte, perch in questo turno di votazione in realt non si vota n per le

liste n per il presidente del consiglio. Quindi, non si vota realmente per nessuno, tanto pi che
neanche la struttura direttiva del partito vincente viene eletta al parlamento, se non mediante
l'inclusione nelle liste e la successiva elezione all'interno delle circoscrizioni dei singoli membri di
detta struttura.
Riepilogando e sintetizzando, con questa lettera ho voluto esprimere il mio timore che l'Italicum
produrr, similmente come gi fatto dal Porcellum, un parlamento di rappresentanti non
rappresentativi che fattualmente avr come conseguenza l'elezione di candidati non realmente
voluti dagli elettori delle circoscrizioni in cui i deputati saranno eletti. Deve essere evidente come
la questione delle preferenze del tutto marginale e secondaria, a mio parere, perch il sistema
elettorale dovrebbe assicurare che i mandati siano dati ai partiti o alle coalizioni pi votate e, al
loro interno, ai candidati con pi preferenze. L'Italicum, invece, attribuisce i seggi ai candidati con
pi preferenze del partito che non detto sia stato il pi votato nella circoscrizione. un chiaro
passo avanti rispetto al Porcellum, ma ci manteniamo sempre a grande distanza da un vero
principio rappresentativo. Sono, dunque, preoccupato per gli effetti che seguiranno dalla
combinazione tra questa legge e la riforma costituzionale. E' altrettanto ovvio che la riforma
figlia dell'Italicum e non del lungo dibattito sulla riforma della Costituzione, perch, se la riforma
costituzionale dovesse non superare la prova del referendum popolare, bisognerebbe rimettere
mano alla legge elettorale, dato che essa si applica solo alla Camera dei Deputati. L'Italicum non
pu vivere di vita propria.
Concludo questa mia lettera esponendo la mia opinione sulle caratteristiche che un sistema
elettorale dovrebbe avere. In primo luogo, penso che i partiti politici italiani dovrebbero accogliere
un principio, tra quello proporzionale e quello maggioritario, e mettersi l'anima in pace. Le
combinazioni tra proporzionale e maggioritario sono dei guazzabugli complicati sia per gli elettori
che per gli scrutatori. I sistemi elettorali dovrebbero essere semplici in modo che l'elettore possa
facilmente capire chi sar eletto e chi no, e non gi chi avr la maggioranza e chi non ce l'avr. Se
proprio, tuttavia, si deve optare per un proporzionale corretto con un premio di maggioranza, io
sostengo che bisognerebbe distinguere un circuito delle circoscrizioni per l'elezione diretta dei
parlamentari ed un collegio unico nazionale da cui trarre i seggi del premio di maggioranza. Per
esempio, posto che sono da eleggere 630 deputati, si potrebbero eleggere direttamente 500
deputati nelle circoscrizioni mediante una qualche formula proporzionale ed eleggere gli altri 130

deputati da liste uniche nazionali (bloccate) di partito o di coalizione. Va da s che, per avere la
maggioranza assoluta dei seggi, il partito o la coalizione di maggioranza relativa dovrebbe
raggiungere almeno il 37,2% dei suffragi in quanto: (37.2*500)/100= 186 e 186+130= 316. A tal
proposito sostengo che il legislatore della riforma costituzionale avrebbe dovuto preoccuparsi di
inserire nel testo costituzionale dei meccanismi atti a consentire la formazione di governi di
minoranza (si poteva prevedere, ad esempio, l'elezione diretta del Presidente della Repubblica al
solo scopo di legittimare l'istituto della fiducia presunta ed evitare cos la trappola del voto di
fiducia al governo) oppure l'elezione diretta del presidente del consiglio. Quest'ultima opzione,
bench mai tentata (tranne una breve parentesi abortita in Israele sul finire degli anni '90) avrebbe
meglio, a mio parere, reso l'intento dell'attuale capo del governo di replicare a livello nazionale il
pacificamente condiviso modello dei comuni.
Sono davvero giunto alla fine di questa mia lettera e spero che Lei abbia potuto apprezzarla e
condividerne il contenuto, magari anche solo in parte. Nuovamente Le chiedo di perdonarmi se
sono stato scortese, avendo osato rivolgermi a Lei maneggiando disinvoltamente degli argomenti
che, data la mia condizione, forse dovrei usare solo per essere il tipico politologo da taverna.
Nel ringraziarLa per l'attenzione, mi auguro di ricevere una qualche risposta da parte Sua, ma,
soprattutto, il Suo impegno affinch, se le mie osservazioni sull'Italicum le appariranno fondate,
possa Lei, che uomo autorevole e di scienza, intraprendere delle opportune iniziative. In questo
caso, potr fare affidamento su di me.
Siculiana, 14/11/2016

Nicola Palilla

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