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Vivaldi e il concerto italiano


Gran parte della vastissima produzione vivaldiana costituita da concerti;
essi possono essere raggruppati in varie classi, a seconda del loro organico
strumentale. La prima classe, comprendente i concerti con uno strumento solista,
orchestra d'archi e continuo, di gran lunga la pi consistente, poich riunisce
pi di trecento composizioni. Il secondo gruppo di lavori quello dei concerti
doppi (in tutto una quarantina); il terzo raccoglie circa trenta concerti
di gruppo (con pi di due strumenti solisti). Molto meno noti dei precedenti
sono i concerti da camera (il cui organico privo di orchestra d'archi),
quelli per orchestra d'archi e continuo e infine per due orchestre d'archi
e strumento solista. In Vivaldi la forma del concerto quasi sempre tripartita:
un tempo lento viene preceduto e seguito da movimenti dall'andamento ritmico
pi vivace. Il `prete rosso' eredit questo schema da Torelli e da Albinoni,
che avevano sviluppato la struttura delle composizioni orchestrali eseguite
a Roma e a Bologna nella seconda met del Seicento. Il concerto, con Vivaldi,
si presenta come un genere di composizione svincolato dai canoni della musica
ecclesiastica, la cui coerenza era assicurata da un costante ricorso al
contrappunto. I lavori vivaldiani fanno leva sull'incisivit dei ritornelli
orchestrali, che possono essere facilmente compresi e rammentati dagli
ascoltatori. Le frasi musicali del ripieno orche
strale e del solista si avviano ad assumere le caratteristiche del tema,
cio della melodia che si arricchisce di significato e mantiene il proprio
specifico carattere anche quando viene variata o leggermente alterata nel
suo profilo. Vivaldi, a differenza dei suoi predecessori, accentua nei concerti
il contrasto tra il materiale melodico del solista e quello dell'orchestra;
questa competizione, lungi dal risultare sterile, diede, nell'opera del
compositore, esiti brillanti. Vivaldi forn un impulso notevole alla crescita
della tecnica virtuosistica; seppe trarre il massimo, infatti, da ogni
strumento allora conosciuto. Al fagotto dedic ben trentanove concerti,
che si distinguono per l'arditezza della scrittura; uno di essi venne
dedicato dall'autore al virtuoso veneziano Gioseppino Biancardi, gli altri,
per, sembra che fossero destinati alle ospiti dell'Ospedale della Piet,
l'orfanotrofio femminile presso il quale Vivaldi prest servizio come maestro
dei concerti. I passaggi solistici dei concerti per fagotto anticipano
largamente le caratteristiche di brani virtuosistici scritti alcuni decenni
pi tardi. Le linee melodiche affidate da Vivaldi a questo strumento presentano
alcune affinit con quelle scritte per violoncello; naturalmente le parti
concepite per il fagotto contengono alcune brevi pause per consentire al
solista di respirare. Per il resto non sono rari i passaggi nei quali il
fagottista obbligato a effettuare degli intervalli molto ampi, come se
si trattasse di uno strumento ad arco. Nei tempi lenti il solista si produce
in melodie altamente espressive, simili a quelle impiegate nei recitativi
operistici. Il lirismo di questi passaggi contraddice il ruolo solitamente
giocoso affidato al fagotto dai compositori
barocchi: le linee melodiche dello strumento principale assumono allora le
movenze tipiche delle parti oboistiche e cessa il contrasto tra solista
e orchestra. L'arduo compito di catalogare le numerosissime composizioni
vivaldiane ha costituito una delle sfide per la musicologia del nostro secolo.
Sempre nell'ambito di quella corrente classificatoria che fece le sue prime
mosse con i lavori di Bach e di Handel, con la creazione di societ
internazionali dedite a quest'attivit e con l'esempio del catalogo tematico
Kchel per le composizioni di Mozart, si giunse al turno di quelle di Haydn
(Hoboken) e di Schubert (Deutsch). Quattro diverse personalit si sono rivolte
in maniera indipendente l'una dall'altra all'opera vivaldiana: Ryom, Farina,
Pincherle e Rinaldi. Le numerazioni dei brani recano rispettivamente le
lettere RV, F, P e R. Bisogna tener presente che quando Vivaldi era vivo
furono edite solo una ventina di raccolte di sonate e concerti del musicista
e poche tra esse vennero pubblicate sotto il suo diretto controllo. Il primo
studioso che si occup di rintracciare e catalogare con cura tutti i lavori
vivaldiani fu Marc Pincherle, seguito da Antonio Farina, che pubblic un
elenco di opere simile a quello realizzato da Hoboken per Haydn, concepito
per classi, ciascuna contraddistinta da un numero romano, con sottoclassi
quando necessario. Esemplificando, gli F.I sono concerti per violino; gli
F.II per viola; gli F.lli per violoncello; gli F.IV per due o pi strumenti

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ad arco; gli F.V per mandolino; gli F.VI per flauto; gli FUI per oboe; gli
F.VIII per fagotto; gli F.IX per tromba; gli F.X per corno; gli F.XI per archi;
gli F.XII per diversi strumenti; gli F.XIII sono sonate per violino;
gli F.XIV per violoncello; gli F.XV per fiati e gli F.XVI per altri strumenti.
Il catalogo di Fanna, pur essendo realizzato con precisione, non pu vantare
l'autorevolezza e la completezza dello studio del danese Peter Ryom, che si
dedicato anche allo studio delle composizioni vocali di Vivaldi e si valso
di un metodo di ricerca davvero scientifico. I vari concerti e gli stessi
movimenti di una medesima composizione, pur molto simili tra loro, hanno
sempre qualche elemento caratteristico che li distingue: melodie cantabili,
progressioni armoniche, brevi dialoghi e frammenti fugati, il tutto sempre
cadenzato da un ritmo pulsante e incisivo. Sorprende in particolare il
trattamento riservato a ogni strumento, la sua audacia, il suo impeto e
anche la sua modernit. Pu essere che allora si fosse meno esigenti
nell'esecuzione, tuttavia non sembra logico che certe partiture fossero
state scritte sapendo gi in partenza che non avrebbero potuto essere ben
interpretate. pi logico pensare dunque che Vivaldi dedicasse i suoi
concerti a interpreti completi. Nello stesso modo in cui il flauto,
l'oboe o la tromba appaiono aver natura di strumenti pi adatti alla
scrittura di tipo virtuosistico e all'agile interpretazione, il fagotto
d l'impressione di poter fornire prove meno brillanti bench ci sia solo
apparenza, come provato da tutti i concerti che gli sono stati dedicati
da Vivaldi. Il fagotto, nonostante il suo timbro un poco nasale, che sembra
adatto per sviluppare melodie dai toni comici, in grado di proporre anche
melodie di grande lirismo. Di fronte alla scarsit di letteratura concertistica
per questo strumento, i concerti di Vivaldi continuano a essere, attraverso
gli anni, una miniera inesauribile; comunque certo che vi scarsa abbondanza
di virtuosi del fagotto e ancora pi rari sono gli interpreti che si esibiscono
in pubblico in qualit di solisti. Ordinato sacerdote nel 1703, Vivaldi fu
tuttavia dispensato dall'esercizio delle sue funzioni, a causa della sua debole
costituzione fisica. Risulta che la sua famiglia abitasse a Venezia dalla
seconda met del Seicento e il padre fosse violinista nella chiesa di S. Marco
mentre lo stesso Antonio Vivaldi fu direttore musicale di un'istituzione situata
nei pressi, prospiciente l'isola di S. Giorgio: l'Ospedale della Piet,
tuttora esistente. L venivano accolte le orfane alle quali si impartiva
un'educazione di buon livello nella quale spiccava quella musicale.
Tra di esse si trovavano eccellenti virtuose di violino, violoncello
o di strumenti a fiato. Vivaldi ebbe spesso l'opportunit di viaggiare
per dare concerti in altre citt, portando con s le allieve favorite,
il che gli valse pi di una maldicenza e interventi censori da parte dei
suoi superiori. Tra le ospiti dell'Ospedale della Piet vi erano anche fanciulle
con qualit canore eccellenti, in grado di eseguire le parti solistiche
di oratori, salmi e altre composizioni di musica sacra vivaldiana
(Salve Regina, Stabat Mater, Dixit Dominus). Bach amava in modo particolare
l'opera vivaldiana e trascrisse una dozzina di concerti, mutandone spesso
la tonalit e la strumentazione. Celebri sono le sue trascrizioni per
clavicembalo dei concerti di Vivaldi per violino, e tra essi quelli scritti
per quattro e per tre solisti. La versione in la minore per quattro clavicembali
del Concerto per quattro violini in si minore op.3 n.10 in realt un'altra
opera, per la grande differenza esistente tra la tecnica della ta
stiera, e ancor pi quella del clavicembalo, che si avvale di corde pizzicate,
sempre nel modo staccato, e quella del violino che pu realizzare la perfetta
esecuzione del legato. $ certo che Vivaldi conobbe con la posterit un destino
molto simile a quello di Bach. Figure musicali che nel proprio tempo godettero
di grande considerazione furono spiazzate dalla scomparsa dello stile polifonico
barocco che cedette il passo al cosiddetto `stile galante'. Son dovuti passare
secoli prima che la musica di Vivaldi fosse giustamente rivalutata. Per Bach
ci avvenne in pieno Romanticismo, grazie a Mendelssohn; Vivaldi, invece,
vide la sua rinascita successivamente e le prime registrazioni discografiche,
parziali e timide, delle sue opere fanno la loro comparsa solo negli anni
Trenta del nostro secolo.

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