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Indice
p. 5
1. PIANO CASA
p. 7
IL Dl 47/2014
E SE QUESTE MISURE NON BASTASSERO
2. SBLOCCA ITALIA
p. 9
CONCLUSIONE
p. 32
3. JOBS ACT
p. 15
4. BUONA SCUOLA
p. 20
5. RIFORMA COSTITUZIONALE
p. 24
IL PARLAMENTO
Funzioni delle camere
Composizione del Senato
IL POTERE LEGISLATIVO
Il procedimento legislativo
Iniziativa legislativa popolare
Leggi elettorali
Decretazione di urgenza
1. PIANO CASA
IL Dl 47/2014
Il Piano Casa del governo Renzi si colloca come un seguito naturale
delle politiche sulla questione casa che si sono succedute nel corso
degli ultimi anni: la legge 431 del 1998 in primis, che andava a regolare
i contratti di locazione, liberalizzando il mercato degli affitti,
permettendo ai proprietari di fissarne le condizioni; successivamente
arriva il Piano Casa del governo Berlusconi, risalente al 2009, che oltre
alle facilitazioni per costruttori e imprese, ha introdotto la vendita del
patrimonio di case popolari (ERP - Edilizia Residenziale Pubblica). Il Piano
Casa di Renzi poco si discosta da quello berlusconiano, e fa della
vendita del patrimonio pubblico uno dei punti centrali della riforma.
Nel contesto economico devastato dalla crisi, questa riforma si propone
di apportare misure urgenti (e qui ritorna il leitmotiv dell'urgenza) per
risolvere lemergenza abitativa e stimolare la ripresa del mercato delle
costruzioni che ha subito un arresto negli ultimi anni. Gli interventi dello
Stato sono rivolti, anche con questo decreto, a tamponare gli effetti
negativi della liberalizzazione dei contratti di locazione, cercando
anche di stroncare, con lart. 5 del decreto, i movimenti di
riappropriazione dal basso, autorganizzatisi per riconquistare il diritto
allabitare.
Nellambito delle politiche renziane dellaccentramento del potere,
della tutela di pochi e del disinteresse per i diritti dei molti, il Piano Casa
va a collocarsi perfettamente come triste esempio di scelte non
finalizzate alla soluzione dei problemi delle fasce di popolazione pi
deboli, ma all inefficace tamponamento dellemergenza abitativa
(nella relazione tecnica del decreto sono previsti 12mila alloggi, ma le
famiglie a cui spettano sono 650mila). Non vi un accenno al problema
degli sfratti (ad esempio, una proposta di moratoria), alla sistemazione e
requisizione delle centinaia di migliaia di case vuote; e dove prevista
una ristrutturazione o una costruzione ex novo di case popolari,
sempre coinvolta la parte privata nella gestione di un diritto che
dovrebbe essere pubblico e accessibile a tutti e tutte. Nella stessa
direzione vanno le riforme regionali delledilizia residenziale pubblica:
come in altre regioni controllate dal PD, anche in Lombardia e Veneto,
con la riforma approvata da Lega Nord e Centrodestra, si sta
procedendo nella direzione della privatizzazione delledilizia sociale,
riducendo il numero delle case popolari, mettendole in vendita,
2. SBLOCCA ITALIA
I processi di urbanizzazione deregolamentata e gestita prevalentemente da privati si consolidano a cavallo tra gli anni 70 e 80, con il
dilagare della cosiddetta urbanistica contrattata, lassunzione cio
degli interessi immobiliari come motori delle scelte sulluso del territorio.
Quindi non pi i Comuni, ma i proprietari, i palazzinari, i magnati del
cemento e delledilizia guadagnano potere decisionale. Lurbanistica
contrattata, come il Jobs Act con larticolo 18, come la riforma
costituzionale, sostituisce le regole date con un nuovo sistema di norme.
Anche questa prassi di regolamentazione urbanistica passata
attraverso lattacco del sistema vigente (la pianificazione), ritenuto
inefficace e non abbastanza moderno: si chiedeva meno Stato e pi
I NUMERI
1 http://presidenza.governo/governoinforma/documenti/SbloccaItalia/
SbloccaItalia-cantieri.pdf
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LO SVILUPPO DELLASFALTO
Nel provvedimento si parla di un totale di 2000 km di nuove autostrade,
con costi che ricadranno sullo Stato. Un esempio la Orte-Mestre, che
prevede un costo di oltre 10 miliardi di euro e si assicura 2 miliardi di aiuti
pubblici grazie a una norma retroattiva per superare le obiezioni della
Corte dei Conti. Larticolo 5 permette ulteriori proroghe della scadenza
delle concessioni per realizzare nuove opere ed evitare cos la
concorrenza: questa misura gi stata chiesta da AutoCisa per
realizzare il Tibre Parma-Verona, da Autovie Venete per la terza corsia
Venezia-Trieste, e dallAsti-Cuneo, che deve investire 1,5 miliardi per il
completamento.
PROJECT FINANCING
Come agisce lo Sblocca Italia per recuperare i fondi necessari
alledificazione di un complesso cos vasto di infrastrutture? Facciamo
un esempio. Controllata dal gruppo Gavio e Intesa San Paolo, il
progetto dellautostrada BreBeMi (arteria parallela allA4 che collega
Brescia, Bergamo e Milano) si fonda sul project financing, unoperazione
di finanziamento a lungo termine che dovrebbe ripagare i costi di
realizzazione dellopera tramite la sua gestione. Dopo la costruzione di
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PROJECT BOND
Non sono solo i soldi pubblici a ingrassare le tasche delle lobby del
cemento e dei gruppi bancari; con larticolo 13 del provvedimento la
finanza entra nella gestione del patrimonio pubblico: si regalano sconti
fiscali (imposizione del 12,5% piuttosto che del 26%) sulle obbligazioni
emesse dal concessionario sullopera da eseguire, con lobiettivo di
trovare risorse nel campo finanziario. Larticolo amplia anche le
categorie di soggetti che possono emettere obbligazioni (non solo
investitori qualificati ma anche i soggetti giuridici controllati da questi
investitori). Si introducono cos project bond: finanziamenti privati a un
progetto raccolti con prestiti di lungo periodo tramite obbligazioni (titoli
di debito), che devono essere restituiti con interessi. Grazie allarticolo
10, si garantisce in questo processo un ruolo centrale alla Cassa depositi
e prestiti che, attraverso la Cdp Investimenti Sgr, diventa uno dei primi
investitori dei progetti infrastrutturali. Come? Vendendo parte del suo
patrimonio2.
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3. JOBS ACT
PRIMA DEL JOBS ACT: UNA PANORAMICA
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reintegro resta ora solo in rarissimi casi, mentre nella maggior parte
delle situazioni vigono forme di indennizzo (ridotte rispetto a quelle della
Fornero: il minimo scende a sole 4 mensilit).
Il reintegro per licenziamento inefficace, in quanto intimato per forma
orale, o discriminatorio (legato a motivi politici, religiosi, di orientamento
sessuale eccetera) resta in vigore. per evidente che nessun
licenziamento verr giustificato per tali motivi o con le suddette
modalit, e sar quindi difficile, per esempio, provarlo in un tribunale.
Vi un terzo caso in cui si pu far valere il reintegro, ovvero
linsussistenza del fatto materiale direttamente dimostrata in giudizio.
Con lutilizzo di fatto materiale al posto del pi generico fatto della
precedente legge Fornero, viene esclusa linterpretazione del giudice
sulla proporzionalit della sanzione rispetto alla colpa. Il giudice viene
quindi ridotto a mero sanzionatore e calcolatore di indennit, senza la
possibilit di esprimersi davvero sulla legittimit di un licenziamento.
Lonere della prova spetta cos al lavoratore licenziato (mentre prima
spettava al datore di lavoro), che deve dotarsi di una serie di prove
evidenti per dimostrare la propria estraneit a determinati fatti avvenuti
sul posto di lavoro: unimpresa per niente scontata e nella maggior
parte dei casi insostenibile.
E gli effetti, quali sono stati? Nel corso dellultimo anno, il governo Renzi
ha presentato dati sulloccupazione che avrebbero dimostrato il
successo della riforma, ma in realt il pochissimo aumento
delloccupazione stabile (statisticamente irrilevante) al massimo da
imputare alla legge di stabilit del 2014. Questa, infatti ha introdotto la
possibilit per le aziende che assumono col nuovo contratto a tempo
indeterminato di godere di sgravi contributivi fino a 24 mila euro a
lavoratore per i 3 anni successivi alla data di assunzione.
I dati riguardanti le assunzioni a tempo indeterminato a fine 2015 (ultimo
mese per godere degli sgravi pieni) sono elevati, ma contestualmente
crescono i licenziamenti nei primi mesi del 2016: in pratica, si finanziato
il turnover delle aziende con soldi pubblici. Anzi, in molti casi abbiamo
assistito addirittura ad aziende che hanno strumentalmente fatto
licenziare dei dipendenti per riassumerli poi col nuovo contratto e
godere degli incentivi statali.
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4. BUONA SCUOLA
UNA RIFORMA CONTESTATA
Tra le riforme approvate nel 2015, la Buona Scuola stata senza
dubbio quella che ha suscitato il movimento di opposizione pi intenso
e duraturo dellera Renzi. Le proteste sono infatti riuscite a bucare lo
schermo continuativamente da marzo a luglio, mettendo non poco in
difficolt lesecutivo e quel senso dellottimismo su cui esso ha fondato il
proprio discorso politico.
Nonostante la sua ampiezza, la mobilitazione non riuscita a bloccare
liter parlamentare della riforma. In primo luogo, ci avvenuto
perch il Governo ha intelligentemente sfruttato ogni cavillo
procedurale pur di evitare che essa fosse discussa non tanto e non solo
nel paese e nelle scuole, ma persino in Parlamento: la Buona scuola
stata infatti redatta in un solo articolo, 212 commi e una caterva di
sotto-commi e sotto-sotto-commi, pur di evitare la discussione degli
emendamenti al Senato. Il risultato stato non solo quello di renderla
illeggibile, ma anche di bypassare le normali procedure istituzionali,
anticipando de facto la riforma costituzionale che si vorrebbe
approvare.
Daltro canto, importante sottolineare che lopposizione rimasta
confinata in ambito scolastico, senza toccare il resto della societ,
anche perch la riforma stata presentata come un modo per liberarsi
dai soliti docenti fannulloni, e come un tentativo di rendere veramente
efficiente e al passo coi tempi il settore educativo, spingendo cos
fasce consistenti della popolazione a guardare con indifferenza e con
sospetto ai tanti docenti e ai tantissimi studenti e studentesse che sono
scesi in piazza a contestarla.
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LAUTONOMIA
Per autonomia si intende il processo di progressiva autonomizzazione
non solo didattica, organizzativa e amministrativa, ma anche
contabile e di gestione del personale, aperto dalla legge Bassanini
nel 1997, introdotto da Luigi Berlinguer allinterno dellordinamento della
sua riforma (1999) e passato indenne attraverso governi di centrodestra, di centro-sinistra e governi tecnici.
Si tratta in pratica di un vero e proprio ritiro dello Stato dalle scuole,
lasciate libere di differenziare la propria offerta formativa e di
attuare forme di finanziamento misto, costrette cio a cercare altrove
i finanziamenti che lo Stato non garantisce pi come prima. Applicata
negli anni Novanta come un dogma incontestabile, lautonomia ha
abbandonato la scuola italiana ad uno stato di pericolosa
segregazione, per cui le scuole in grado di attrarre investimenti e inserite
in contesti istituzionali ed economici favorevoli vivono meglio, molto
meglio, delle altre. Si cos amplificata la differenza non solo tra scuole
appartenenti a territori (o a quartieri e circondari) differenti, ma anche
allinterno dello stesso ordinamento scolastico, tra tipologie
privilegiate e indirizzi in stato di abbandono (ad esempio, i
professionali ), come purtroppo dimostrato irrevocabilmente dalle
indagini comparative internazionali.
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5. RIFORMA COSTITUZIONALE
Approvata in via definitiva alla Camera dei deputati, prima che si
possa considerare compiuta e quindi promulgata, la legge di revisione
costituzionale Renzi-Boschi dovr essere sottoposta allapprovazione
diretta dei cittadini, tramite un referendum confermativo (come previsto
dall art. 138 della Costituzione). Per la conferma definitiva della legge
di riforma baster la maggioranza di voti favorevoli, non essendo
previsto nessun quorum. La data del voto sar il 4 dicembre.
Quali sono le modifiche previste dalla riforma?
IL PARLAMENTO
Funzioni delle camere
Nel disegno della riforma, il Parlamento continua a essere composto da
due camere: Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, ma
ognuna di esse ha funzioni diverse. specificato che solo i membri della
Camera rappresentano la nazione e, di conseguenza, soltanto la
Camera titolare del rapporto fiduciario con il governo e solamente
essa conserva il potere di indirizzo politico e di controllo (che si esercita
tramite la mozione di sfiducia). La Camera resta lunica ad esercitare la
funzione legislativa.
Il Senato, invece, rappresenta le istituzioni territoriali ed esercita una
funzione di raccordo fra lo Stato, gli altri enti costitutivi della Repubblica
(Regioni, Comuni, Citt metropolitane) e lUnione Europea; il Senato
concorre allesercizio della funzione legislativa, per alcune materie e
con modalit specifiche, che vedremo in seguito.
Questa modifica pu sembrare innocua, ad una prima lettura, ma va
inquadrata nel complessivo disegno di accentramento dei poteri nelle
mani del governo; cos quello che fanno passare per semplificazione e
risparmio pura propaganda: da un lato la semplificazione non c,
basta guardare le miriadi di eccezioni presenti nel procedimento
legislativo, dallaltro il risparmio, che si sarebbe potuto ottenere in altro
modo, non pu essere mai considerato un giusto prezzo della
democrazia! Velocizzare liter legislativo, saltando lapprovazione del
Senato, e demandare il controllo sul Governo alla sola Camera dei
deputati, un modo per svincolare il governo dalle istanze popolari, un
modo per blindare le decisioni che vengono dallalto e da pochi,
contro la volont di tutti gli altri, del popolo.
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IL POTERE LEGISLATIVO
Il procedimento legislativo
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Leggi elettorali
Le leggi che disciplinano lelezione dei membri della Camera e del
Senato (leggi elettorali) possono essere sottoposte al vaglio preventivo
della Corte Costituzionale se 1/4 dei componenti della camera o 1/3 del
Senato ne fanno richiesta entro 10 giorni dallapprovazione della legge.
Questa disposizione sembra fatta ad hoc per evitare ci che successo
con il Porcellum, e assicurarsi che la Corte Costituzionale, come organo
di garanzia, abbia un limitato margine di manovra, condizionando il
giudizio di costituzionalit delle leggi elettorali alla richiesta del
Parlamento (lo stesso che le ha votate!) ed eludendo il meccanismo
orizzontale del sollevamento della questione di costituzionalit, che
finora stato sempre successivo e mai soggetto a termine. Il giudizio
preventivo di costituzionalit sulle leggi elettorali rischia di politicizzare la
Corte il cui giudizio, non poggiandosi su un fatto specifico, non potr
che essere di natura generale e astratta. La riforma non specifica se le
leggi elettorali potranno essere sottoposte anche al vaglio successivo:
se cos non fosse, la situazione risulterebbe ancora pi grave.
Decretazione di urgenza
Il governo deve presentare il decreto legge, per la sua conversione in
legge, solo alla Camera dei deputati, anche per le materie in cui la
funzione legislativa esercitata dalle due Camere.
Il governo non pu emanare decreti legge nelle materie elencate
nellart. 72 comma 5; pu farlo per la materia elettorale (disciplina
dellorganizzazione del procedimento elettorale e dello svolgimento
delle elezioni).
Negli ultimi 30 anni il decreto legge stato lo strumento pi abusato per
ovviare alle lungaggini delliter parlamentare e lasciare al governo la
prerogativa, che normalmente non gli spetta, di decidere scavalcando
la sovranit popolare. I limiti per materia che la riforma sembra
introdurre in realt gi sussistevano nel nostro ordinamento, perch
recepiti tramite sentenze della Coste Costituzionale; tali limiti, in ogni
caso, sono compensati dal nuovo potere attribuito al governo di
imporre lordine del giorno sulla discussione di leggi ordinarie: ne segue
una compressione dellautonomia della Camera e un aumento del
potere del governo in parlamento. Bisogna aggiungere che la riforma
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Corte costituzionale
I 5 membri della Corte Costituzionale, che oggi sono eletti dal
Parlamento in seduta comune, con la riforma saranno eletti nel numero
di 3 dalla Camera e 2 dal Senato.
A fronte del fatto che i senatori sono solo 100, il loro potere di incidere
sulla scelta dei membri di un organo di garanzia quale la Suprema
Corte diventa spropositato.
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SINTESI CONCLUSIVA
1) La riforma, nella sua prima parte, sancisce la fine del bicameralismo
paritario: solo la Camera dei deputati accorda e revoca la fiducia al
governo e solo la camera rappresenta la nazione, ha la funzione
legislativa e la funzione di indirizzo politico e di controllo sul governo.
Al Senato viene attribuito un ruolo confuso rappresenta istituzioni
territoriali, partecipa al procedimento legislativo, ha la funzione di
raccordo tra stato ed Enti territoriali e, anche per la sua
composizione, appare immediatamente pi rappresentativo delle
lobbies territoriali e dei poteri forti (non trascuriamo la scelta dei
senatori da parte del Presidente della Repubblica) che dellinteresse
dei cittadini; ne dimostrazione il fatto che lintervento del Senato,
annullato o depotenziato nella fase legislativa, ritorna forte, incisivo in
maniera sproporzionata rispetto alla Camera, nellelezione del
Presidente della Repubblica e dei membri della Corte Costituzionale,
ossia dei due maggiori organi di garanzia costituzionale posti a difesa
dei principi fondamentali dello Stato democratico.
2) Questo progetto di riforma privilegia la governabilit sulla
rappresentativit, eliminando i contro-poteri esterni alla Camera
senza compensarli con contropoteri interni; riduce poi il potere
diniziativa legislativa del Parlamento a vantaggio di quella del
Governo, prevedendo almeno sette tipi diversi di votazione delle
leggi ordinarie con conseguenze pregiudizievoli per la funzionalit
delle Camere; nega lelettivit diretta del Senato, bench gli si
ribadisca contraddittoriamente la spettanza della funzione legislativa
e di revisione costituzionale; sottodimensiona irrazionalmente la
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CONCLUSIONE
In questo contesto che caratterizza ormai lo scenario europeo, ogni
forma di resistenza rappresenta un ostacolo insopportabile per questo
tipo di comando. Le scelte politiche devono essere imposte
velocemente. I margini di mediazione si sono notevolmente ristretti ma
per quel che ancora esistono dobbiamo essere capaci e pronti ad
entrarvi e ad utilizzarli: senza remore e con tanto coraggio dobbiamo
saper cogliere ogni momento e strumento che abbiamo a disposizione,
ogni spazio politico che ancora aperto, e non solo i luoghi della
democrazia reale e dal basso (i posti di lavoro, le assemblee orizzontali, i
comitati di quartiere) ma anche, dove e quando possibile, i luoghi della
democrazia rappresentativa. Non esistono luoghi apriori invalicabili per il
conflitto, esistono scelte tattiche che ne fanno privilegiare alcuni
piuttosto che altri.
L'offensiva a cui siamo sottoposti imponente: e lo si vede bene
quando si difende la scuola pubblica, o ci si batte contro la
delocalizzazione di un'azienda o ancora ci si oppone ad un'opera
dannosa per la salute e l'ambiente. Ogni volta constatiamo la svolta
autoritaria e le politiche repressive che investono chi osa opporsi.
Questo un elemento che deve preoccupare, ma dallaltro lato
conferma che c' ancora tanta voglia e soprattutto possibilit di
organizzarsi.
Opporsi a questa svolta autoritaria non corrisponde alla difesa a spada
tratta degli assetti giuridici attuali, non la democrazia rappresentativa
che va elevata a modello politico perfetto, ma questa l'occasione
per rilanciare l'idea di una democrazia radicale dove la popolazione
assuma un ruolo da protagonista proprio nei confronti di chi vorrebbe
toglierla dalla scena. Tocca a noi saper usare le vie migliori, cominciare
ad organizzarci dal basso e ad innescare processi di controllo popolare,
fare in modo che a decidere dei territori siano gli abitanti che li vivono,
che i lavoratori siano protagonisti e non merci da sacrificare sull'altare
dei profitti. un'idea dirompente, che permette di ribaltare la logica del
potere senza mettersi nell'angolo di chi animato da una nostalgia per
un passato che non c' pi.
Per questo oggi per noi ha senso assumere con energia la battaglia
referendaria solo per il pericolo che rappresenterebbe una vittoria del
SI, ma pensiamo che si debba soprattutto fare perch una vittoria del
NO pu aprire una nuova fase politica. Questo dato confermato dalla
rincorsa forsennata del governo a costruire la loro campagna
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i lavoratori
dicono
clashcityworkers.org