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GIOVANNI PASTRONE
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1997
43
PEL
GLI ANNI D'ORO
DEL CINEMA A TORINO
acura di
Paolo Cherchi Usai
BIGangiete D'ANNuNzI0
DEL CINEMATOGRAFO CONSIDERATO
COME STRUMENTO DI LIBERAZIONE E COME ARTE
DI TRASFIGURAZIONE
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M testo che segue érprodoto,
er gentle concession dela Fondavione wll Vitoiale deg lta
Juan's Gardane River)
geesePina Menichell allepoca di I! fuoco (116),
1, La recente industria del cinematografo — che pretende rinnovellare +
Vrarteantica della Pantomima e potrebbe forse promuovere una novissima
‘estetica del movimento — deve essere considerata come un’ausiliaria
prowvidenziale di quegli artisti coraggiosi e severi che, nella ignobile deca-
denza del Teatro d’oggi, aspirano a distruggere per riedificare. Bisogna
in verita augurare che il gusto sempre pit vivo della follaper le rappresen- 2
tazioni cinematografiche determini la rovina del basso commercio teatrale
ond’é disonorata l'epoca nostra. Poiché abbiamo fino a oggi invocato in-
vano un Erosteato che incendii le veechie baracche pitio men dorate ove
i wraflicanti di dramaturgia vendono la lor merce abominevole, bisogna
sperare nella virtd serpentina della «pellicola»
To penso sorridendo a quella beffa di Leonardo da Vinci, quando egli
si piaceva di radunare e di congiungere insieme una gran quantita di bu-
deli di pecora e poi, avendo prima accolti nel suo studio i pia semplici
dei suoi amici, soffiava nascostamente con un manticetto nella massa di
‘quei budelli; i quali si gonfiavano tanto smisuratamente che in breve cre-
sciuti occupavano tutta la stanza, cosicché gli invitati eran costretti a rifu-
siarsi negli angolicinfine a fuggitsene sbigottii. Leonardo, che sidilettava
di profeaie edi allegoric, sembra offrtci una imagine buffonesca della sce:
na moderna liberata de’ suoi personaggi sciocchi dallo improvviso e smi:
surato sviluppo della «pelicola» girante. Ecco perché io stesso, col mio
manticetto, mi adopero a gonfiarla
Che i poeti seguano il mio esempio, attribuendo al Cinematografo una
vith di liberazione e di distruzione. L’arte del Teatro ha bisogno di essere
vendicata. Come ben dice il precursore Gordon Craig il primo passo ver
1 Edward Gordon Crag (18721966), teorico
ales. Le sve teorie sulla drammaturgia, benc inte osteggate,outennero ag
del Novecento larga eco negli ambient cul Si ricordano, fra le sue opere,
The Art ofthe Theatre (1903) € Toward a New Theatre (1915).
teatro, regista, scenograf,
pp50 il nuovo Teatro non dev'essere se non un passo verso una condizione
di liberta. La scena & come una femmina isterilita da cui noi aspettiamo
la nascita di qualche cosa. Noi ci ostiniamo a domandarle che generi qual-
‘che cosa di nuovo e di vivente. Ma lasciamola un poco in pace perché ella
possa ritrovare in sé stessa un moto di fecondita, Diamole il tempo di re-
spirare dopo venticinque secoli d'amarissima esperienza e dopo questi ul
timi anni di faticosissima prostituzione. Lasciamola rifugiarsi € riposarsi
laggii, su le colline! Qualche cosa ne nascera. E, se pure ella non sia per
ritornare piti mai, mandeta verso noi la sua figliuola oi suo figliuolo. «Un
figlio delicato ¢ forte» augura Gordon Craig
E difficile per ora indovinare i lineamenti di questo essere futuro,
ut, (Certo, v’é una crisi della «parola» nel teatro, e v'é un predominio
della musica sempre pit largo. I migliori spettacoli recenti— quelli in cui
si manifesta una qualche ricerca nuova — non sono se non azioni mimiche
accompagnate dalla sinfonia e talvolta dal coro, Assistiamo a una improv.
visa esaltazione del senso ritmico. Sembra che ritorni fra noi Vimagine di
quel Frinico il quale si vantava di aver nello spirito tante figure di danza
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