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Cadenze;
Movimento delle parti;
Errori di parallelismo;
Accordo di settima di dominante;
Risoluzione accordo di settima di dominante;
Rivolti dell'accordo di settima di dominante;
Risoluzione dei rivolti dell'accordo di settima di dominante;
Armonizzazione e risoluzione basso numerato di primo tipo*;
*primo tipo: indichiamo, fra di noi, un basso contenente tutti i tipi di cadenza
con accordi in stato fondamentale, accordi in stato di rivolto, accordi di settima
di dominante, accordi di settima di dominante in stato di rivolto.
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CADENZA
Per cadenza in Armonia e nel sistema tonale si intende la successione di due o
pi accordi che nella loro concatenazione esprimono una variazione nell'area
tonale.
Sotto riportati i tipi di cadenza in alcuni esempi. La presenza di una cadenza nel
corso di una successione di accordi non limita la presenza di una o pi altre.
ERRORI DI PARALLELISMO
Con errore di parallelismo si indica un movimento specifico VIETATO
nell'armonia tradizionale. Tramite questa regola si vieta infatti il passaggio da un
qualsiasi intervallo ad un intervallo di quinta giusta, ottava od unisono attraverso
il moto parallelo. Per ovviare a questo problema si tende dunque ad utilizzare gli
altri movimenti disponibili.
A tal proposito si consiglia un metodo efficace da utilizzare in un primo momento
al fine da facilitare l'automazione dei concetti espressi sopra.
Il metodo ovviamente da applicare alla concatenazione di due accordi per
volta e si articola in 4 punti:
1. Controllare il primo accordo verificando la presenza di eventuali intervalli
incriminati. (N.B. la verifica deve essere effettuata su tutte le combinazioni
intervallari possibili dal basso verso l'alto [BT- BC-BS/TC-TS/CS].) e metterli in
evidenza;
2. Controllare il secondo accordo verificando la presenza di eventuali intervalli
incriminati (esattamente come nel primo punto) e metterli in evidenza;
3. Verificare il movimento attraverso il quale gli intervalli incriminati sono
connessi tenendo conto che la verifica deve essere effettuata alle stesse voci dei
due accordi. (se, per esempio, trovassi una quinta giusta nel secondo accordo
tra basso e contralto dovrei controllare in che modo quell'intervallo connesso
all'intervallo descritto tra basso e contralto nel primo accordo);
4. Correggere eventuali errori riscontrati.
Il primo punto descritto essenzialmente superfluo al controllo degli errori ma
lo si indica in lista al fine di facilitare l'abitudine al controllo corretto degli
intervalli.
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