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Il monaco che non

aveva un passato
di
Paolo Marrone

Titolo | Il monaco che non aveva un passato


Autore | Paolo Marrone
ISBN | 9781370201822
Revisione del testo: Barbara Bruni
Tutti i diritti riservati allAutore
Nessuna parte di questo libro pu essere riprodotta senza il preventivo assenso dellAutore.

Dedicato a tutti gli instancabili


ricercatori della verit

Indice

Il Viaggio
Il segreto della felicit
Ascolta quel fruscio
Non rammaricarti dei libri che non leggerai
Il libro bianco
Il risveglio

Il monaco che non


aveva un passato

Il Viaggio
Il viaggio una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realt come per penetrare in una realt
inesplorata che sembra un sogno.
- Guy de Maupassant

Era da molto tempo che sognavo di visitare New York. Ho sempre amato viaggiare, e nei
precedenti tour negli States avevo gi avuto modo di visitare diverse citt, come Los Angeles,
Miami, Tampa ma, a parte una breve sosta di transito nellaeroporto John F. Kennedy, New York era
ancora sulla mia lista delle citt da visitare.
Cos quellestate decisi di regalarmi un bel viaggio nella Grande Mela, nella citt che non dorme
mai... Non vedevo lora di perdermi tra le strade di Manhattan, fare shopping, ammirare la maestosit
dellEmpire State Building, cenare in uno dei caratteristici e suggestivi ristoranti con vista sul ponte
di Brooklyn.
Sarei partito da solo. Ero da poco uscito da una lunga convivenza durata ben dieci anni, e avevo
trascorso gli ultimi tre mesi a rimettere insieme i pezzi della mia vita. Adesso desideravo solo
perdermi in un viaggio che mi avrebbe aiutato a liberare la mente e a ricaricare le batterie per aprire
con rinnovato entusiasmo un nuovo capitolo della mia vita. Avevo bisogno di guardare la mia
esistenza da un altro punto di vista, e la lontananza dai luoghi a me familiari avrebbe sicuramente
creato quel distacco necessario per vedere tutta la storia con occhi nuovi.
Leggevo molto in quel periodo, e da qualche tempo avevo scoperto un nuovo punto di vista
attraverso il quale guardare gli avvenimenti della vita. Grazie alla lettura di diversi autori come
Napoleon Hill, Charles F. Haanel, Thomas Troward, stavo finalmente arrivando a comprendere che
ognuno di noi lunico e solo responsabile della propria realt.
Lidea che attraverso il pensiero ognuno di noi fosse in grado di determinare il proprio destino, da
un lato mi rendeva euforico, dallaltro mi incuteva non poco terrore, in considerazione del fatto che,
stando alle teorie di questi autori, gran parte dellinfluenza sulla realt viene esercitata a livello
inconscio, quindi totalmente al di fuori del nostro diretto controllo.
La cosa di cui mi rendevo sempre pi conto, era che per una strana legge dellUniverso le persone
che fanno parte della nostra vita rappresentano sempre e comunque il riflesso di qualche aspetto del
nostro essere. Se cambiamo al nostro interno, anche il mondo esterno deve necessariamente
cambiare. Ero assolutamente cosciente del fatto che la mia recente separazione lavevo creata io, e
che tutto questo stava accadendo in risposta a qualche tipo di trasformazione interna del mio essere,
ma questidea non mi confortava affatto, considerando che, in fin dei conti, era una situazione che
stavo subendo.
Rivedendo la fine della storia da questo punto di vista, era indubbio che il percorso di crescita
personale e spirituale che avevo intrapreso era stato la causa di tutto, e che ora stesse in qualche
modo demolendo il mio vecchio mondo per far posto a qualcosa di diverso che rispecchiasse il mio
nuovo stato interiore.

Anche se intuivo che era cos che doveva andare, la cosa non mi consolava, perch avrei preferito
che il mio subconscio mi avesse interpellato, prima di scombussolare la mia vita in quel modo cos
repentino. Era proprio quella sensazione di mancanza di controllo che mi spiazzava e, devo
ammetterlo, mi impauriva anche un po'.
Quel viaggio di due settimane quindi lo vedevo come un prezioso momento di riflessione, nel
quale avrei avuto la possibilit di azzerare il passato, almeno cos speravo, e cominciare un nuovo
percorso, totalmente rinnovato e senza pi ancore o freni emotivi.
La valigia era pronta, o quasi. Riguardai la lista delle cose da portare e, tranne alcuni prodotti per
la cura personale che avrei messo in borsa lindomani mattina, era davvero tutto pronto. Decisi di
portare con me anche un piccolo registratore portatile, di quelli che stanno in un taschino, per
prendere appunti vocali durante il viaggio. Non amo molto scrivere, pertanto pensai sarebbe stato pi
pratico e veloce registrare piccole note vocali per fissare qualsiasi idea o impressione mi fosse
venuta in mente durante il mio soggiorno a New York. Insomma, solo una notte mi separava da quello
splendido viaggio, e non vedevo lora di partire.
Avevo limbarco alle 9.50, cos impostai la sveglia per le 6.30 e mi misi a letto, eccitato come un
bambino che si addormenta la notte dellepifania pregustando i regali che trover al suo risveglio
___
un raggio di sole si infil tra le fessure della persiana, e mi colp sul viso, facendomi destare
dal mio sonno profondo. Aprii gli occhi stupito del fatto che la sveglia non avesse ancora suonato,
cos guardai lorologio sul comodino per vedere se potevo sonnecchiare ancora un po' prima di
alzarmi. Mio Dio! Scoprii con terrore che erano le 9.25! Per qualche stramaledetto motivo la sveglia
non aveva suonato.
Guardai per sicurezza altri orologi che avevo in casa, e tutti mi confermarono lamara verit. Era
drammaticamente chiaro che avevo perso laereo. Mi preparai in fretta e furia per andare in
aeroporto e verificare se cera la possibilit di prendere un altro volo. Non ricordo quanto tempo
impiegai per raggiungere laeroporto in macchina, ma son sicuro di aver battuto qualsiasi record
preesistente.
Ci misi un po' a trovare lufficio della compagnia del mio volo, ma appena lo individuai entrai
trafelato e mi rivolsi alla prima impiegata che vidi, senza preoccuparmi di verificare se fosse il mio
turno.
Dopo un rapido controllo al terminale, la signorina mi comunic lamara verit: Signore, mi
dispiace, ma la tipologia del suo biglietto non prevede il cambio di volo. Vero, avevo acquistato un
last minute a un prezzo stracciato, e ora mi rendevo conto che invece di risparmiare, avrei pagato
molto pi del previsto se avessi deciso di prendere un altro aereo con la stessa destinazione.
Mi scusi, ma non c un modo per avere un altro volo, magari pagando una piccola differenza?
chiesi, anzi supplicai, nella vana speranza di suscitare compassione, o almeno di risvegliare un po'
distinto materno nel cuore della giovane impiegata che avevo di fronte.

Mi dispiace signore, ma come le ho detto il suo biglietto non convertibile, n rimborsabile.


Lunica soluzione quella di acquistare un nuovo biglietto, se vuole. Non osavo immaginare il costo
del nuovo biglietto, considerando che in queste situazioni tu rappresenti la parte in difficolt, quindi
pi debole, pertanto la norma che ti spillano fino allultimo centesimo del prezzo di listino, che per
un volo del genere, in piena stagione estiva, pu tranquillamente superare il migliaio di euro. La
parola sconto non contemplata in questi casi. Provai a insistere, dicendo che non potevo rinunciare
al viaggio, dato che il mio periodo di ferie sarebbe altrimenti andato sprecato, non potendolo pi
modificare. La risposta, seppur pronunciata con un sorriso e con la massima gentilezza, fu purtroppo
sempre la stessa.
Rassegnato, stavo per tirar fuori la mia carta di credito per acconsentire al salasso e acquistare un
nuovo biglietto, quando dietro di me sentii una voce molto gentile che mi disse, con un velato accento
straniero: Se vuole, forse io ho la soluzione al suo problema. Mi voltai e vidi un signore molto
distinto, sulla sessantina, dai lineamenti orientali, che aveva assistito a tutta la scena tra me e
limpiegata della compagnia aerea.
Vede continu io ho un biglietto per il Tibet, il mio paese di origine, dove mi sarei dovuto
recare insieme a mia moglie per un soggiorno di una settimana in un monastero tibetano. Purtroppo
mia moglie alcuni giorni fa si rotta una gamba cadendo, e quindi siamo impossibilitati a partire. Io
ero qui per chiedere il rimborso dei biglietti, ma mi hanno appena detto che non possibile ottenerlo
cos a ridosso dalla partenza, mentre possibile trasferire il viaggio ad altre persone. So che si tratta
di una vacanza del tutto diversa, il Tibet non lAmerica, ma se desidera fare unesperienza davvero
nuova, le cedo volentieri tutto il pacchetto, soggiorno compreso. Non deve pagarmelo. Piuttosto che
buttarlo via, preferisco offrire questopportunit a unaltra persona, e lei, non so perch, mispira
simpatia. Io e la mia signora saremmo davvero lieti se lei volesse accettare.
Il Tibet? Un soggiorno in un monastero tibetano? Stavo per ringraziare e rifiutare lofferta, ma
qualcosa dentro di me mi trattenne dal farlo. Ricordai di aver letto in un articolo che il caso non
esiste, e che qualsiasi evento capita sempre e comunque per qualche valido motivo, anche se nel
momento non si riesce a vederlo.
Ragionai sul fatto che tutta una serie di episodi, apparentemente casuali, mi avevano portato a
ricevere quellofferta. La mia sveglia non aveva mai perso un colpo prima di allora, e la probabilit
di incontrare un signore allaeroporto che mi offrisse in regalo un biglietto per una vacanza in Tibet,
soggiorno compreso, era pressoch vicina allo zero, per non parlare della povera signora che si era
rotta una gamba proprio a pochi giorni dalla partenza. In effetti, qualche mese prima, vedendo un
documentario in tv, avevo espresso il desiderio di visitare un giorno il Tibet, ma mai mi sarei
aspettato che lUniverso mi prendesse cos in parola, e arrivasse ad architettare tutto quel trambusto
per costringermi a partire cos repentinamente per un viaggio che, in tutta sincerit, non so se avrei
mai deciso di intraprendere.
Una vocina mi diceva che accettare lofferta era lunica cosa sensata che avessi potuto fare in quel
momento. Non perch fosse gratuita, o perlomeno non solo. Sentii, infatti, che non era il caso di
continuare a contrastare le forze del destino che, a quanto pare, mi volevano portare a tutti i costi in
Tibet. Rabbrividii al pensiero di chiss quali altre peripezie avrei dovuto affrontare se avessi deciso

di continuare il mio viaggio verso New York. Accettai allora la proposta di quel signore,
ringraziandolo per la generosa offerta. New York, in fin dei conti, poteva aspettare.
La partenza era prevista di l a sette giorni, giusto il tempo necessario per richiedere il visto
dingresso per la Cina. La mia vacanza sarebbe stata di una sola settimana invece delle due
programmate, ma non aveva importanza, pensai, anche questo evidentemente rientrava nei piani che il
destino aveva predisposto nei miei confronti. A pensarci bene, poi, due intere settimane di austera
vita monacale sarebbero state davvero troppe per un irrecuperabile, pigro e abitudinario cittadino
del mondo occidentale.
Lanziano signore mi spieg, mentre attendevamo il nostro turno per cambiare lintestazione sui
documenti di viaggio, che il soggiorno prevedeva una settimana a stretto contatto con uno dei pi
anziani e saggi monaci del monastero, i cui insegnamenti si basavano su antichissime conoscenze
tramandate nei secoli allinterno di alcuni monasteri, e rivelate solo ad una ristretta cerchia di
monaci eletti. Tali insegnamenti, assicur, mi avrebbero avviato alla comprensione della vera natura
del mio essere. Mi disse anche che non mi sarei dovuto preoccupare per la lingua, perch da diversi
anni alcuni dei monaci, tra cui il mio futuro maestro, avevano intrapreso lo studio delle lingue
occidentali, per cui avrei potuto comunicare in inglese senza problemi.
Lo ascoltavo interessato, ma anche un po' dubbioso, perch non mi era chiaro per quale strano
motivo insegnamenti cos riservati venissero rivelati con tale facilit al primo turista straniero che
capitava da quelle parti. Mi sembrava per scortese contraddire la sua tesi, pertanto annuii facendo
finta di credere senza riserve a tutto quello che mi stava dicendo. Per me era pi che sufficiente
sapere che mi sarei riposato, forse pi che a New York, e che avrei quindi avuto la possibilit di
dedicare del tempo alle mie riflessioni personali.
Sbrigate le pratiche dellagenzia, gli porsi la mano per ringraziarlo e congedarmi da lui. Nel
darmi la sua mano, per, serr la mia in modo molto energico e, guardandomi negli occhi con fare
serio, mi disse che doveva comunicarmi alcune informazioni molto importanti sul mio viaggio,
pertanto chiese di potermi parlare in un luogo appartato. Il tutto mentre continuava a tenere ben stretta
la mia mano. Devo dire che rimasi di stucco, anche un po preoccupato per quel gesto improvviso,
ma sentendomi in qualche modo in debito nei suoi confronti per il dono ricevuto, acconsentii
proponendogli di sederci a prendere un caff nel bar di fronte allagenzia. In fondo non mi sembrava
cos pericoloso, e comunque mi sentivo tranquillo, trovandomi allinterno di un aeroporto
affollatissimo, dato il periodo estivo.
Appena seduti, non mi diede il tempo di chiedergli cosa avesse da rivelarmi di cos importante,
che esord dicendo:
Esiste unantica profezia, le cui origini si perdono nella notte dei tempi, secondo la quale
sarebbe arrivata lepoca in cui le antiche conoscenze custodite in alcuni monasteri tibetani sarebbero
state divulgate a tutto il mondo occidentale, al fine di agevolare il percorso di risveglio dellintera
umanit.
Secondo la profezia continu un potente esercito straniero avrebbe invaso il Tibet causando

una massiccia devastazione dei suoi monasteri e la fuga di migliaia di monaci. Quello avrebbe
segnato, senza alcun dubbio, linizio del processo di divulgazione della conoscenza. Fu cos che,
alcuni anni dopo linvasione del Tibet da parte dellesercito cinese, io e mia moglie fummo tra i
primi ad essere scelti, insieme a pochi altri, per frequentare i monasteri risparmiati dalla
devastazione, nei quali quelle conoscenze erano state conservate. Da oltre ventanni ci rechiamo
periodicamente in Tibet per ricevere gli insegnamenti da un anziano monaco custode di quellantico
sapere. Nessuno conosce la vera motivazione dei nostri viaggi, perch agli occhi delle autorit siamo
solo turisti che amano trascorrere le proprie vacanze in quei luoghi.
Non credevo alle mie orecchie, ma continuai ad ascoltare, senza interromperlo.
Coloro che sono pronti a ricevere gli insegnamenti mi disse vengono prescelti e chiamati
attraverso modalit che agli occhi di un profano appaiono del tutto casuali. Possono accadere
coincidenze, imprevisti ed eventi fortuiti di ogni genere, con lunico scopo di portare i prescelti a
contatto con chi dovr tramandare loro linsegnamento. Cos successo anche a me e a mia moglie.
Non so con esattezza il motivo per cui sono stato scelto, ma posso immaginare che sia a causa delle
mie origini, e quindi della mia conoscenza della lingua tibetana. Allepoca, infatti, nessun monaco
era ancora in grado di parlare lingue straniere. In genere per non possibile conoscere con certezza
il motivo per cui si scelti, perch dietro tutto questo c una precisa e imperscrutabile rega divina,
per mezzo della quale lantica profezia si sta compiendo con infallibile puntualit e precisione.
La storia, seppur affascinante, rasentava lincredibile. Conoscenze che avrebbero agevolato il
percorso di risveglio dellumanit? E perch proprio io? In base a quali considerazioni ero stato
scelto per un compito cos grande e impegnativo? Per un attimo pensai che forse sarebbe stato meglio
andare ad acquistare quel biglietto per New York, prima che fosse troppo tardi. Poi per, ricordando
quanto era successo quella mattina, il mio iniziale scetticismo pian piano lasciava il posto a un
interesse sempre pi forte per ci che le mie orecchie stavano ascoltando. Se quelluomo non era un
pazzo, il concatenarsi di tutte le strane coincidenze che quella mattina mi avevano condotto fino a lui,
trovava allimprovviso una plausibile spiegazione, forse inaccettabile per una mente razionale come
la mia, ma di sicuro lunica in grado di mettere a posto ogni singolo tassello di quel puzzle intricato.
Quelluomo, poi, non mi sembrava per niente pazzo, anzi, sentivo che cera qualcosa di vero e
profondo in quello che mi stava dicendo. Una delle cose che notai mentre ascoltavo le sue parole,
infatti, fu limmensa serenit e profonda calma che trapelava in modo evidente dal suo parlare lento e
tranquillo. Ebbi la sensazione che quelluomo fosse del tutto distaccato da quello che succedeva
intorno a lui, come se vivesse in un oceano di tranquillit tutto suo. Mi accorsi poi, a un certo punto,
che per qualche strano motivo quella serenit aveva contagiato anche me, perch tutta lagitazione di
quella mattina, che sentivo addosso fino a pochi minuti prima, era semplicemente svanita. Non
mimportava pi di aver perso la possibilit di visitare New York e, cosa davvero incredibile, avevo
la netta sensazione di essere stato io a volere fortemente quel viaggio in Tibet.
Lincidente occorso a mia moglie continu un evidente segnale che il nostro mandato
giunto al termine, ed arrivato il momento di passare le consegne a qualcuno pi giovane di noi.
Appena lho vista entrare in quellagenzia ho subito capito che lei era la persona giusta. Ho avvertito
dentro di me un forte impulso a proporle il viaggio, e quando ho sentito che aveva perso il suo volo,

non ho avuto pi alcun dubbio. Sono convinto che lei il prescelto che prender il mio posto. Si
senta onorato di questo, perch verr a conoscenza di cose che la sua mente non oserebbe nemmeno
lontanamente immaginare. Cose che la renderanno una persona diversa e, mi creda, cambieranno per
sempre la sua vita.
Detto questo non mi lasci la possibilit di replicare perch, dopo essersi alzato, mi ringrazi
facendo un breve inchino con le mani giunte allaltezza del petto, per poi allontanarsi con passo
veloce. Prese una scala mobile che portava al piano inferiore e, senza voltarsi mai indietro,
scomparve lentamente dalla mia vista. A quel punto ordinai un caff, e rimasi l da solo, in quel bar
dellaeroporto, a meditare su quanto era accaduto.
I giorni che mi separavano dalla partenza passarono davvero in fretta. Il visto per lingresso nel
territorio Cinese fortunatamente non sub intralci o ritardi, e gran parte del mio tempo lo passai a
cercare su internet qualsiasi notizia, foto o articolo riguardante il Tibet e la sua storia. In particolare
cercai qualunque informazione fosse disponibile sui monasteri tibetani e sul tipo di vita che si
svolgeva al loro interno.
Da alcune letture capii che quel popolo, messo a dura prova dallinvasione cinese, tentava con
fatica di mantenere intatte le proprie tradizioni culturali e religiose, e di tramandarle con ogni mezzo
alle future generazioni. I pochi monasteri buddisti risparmiati dalle rappresaglie cinesi
rappresentavano uno dei principali luoghi allinterno dei quali la tutela di queste antichissime
tradizioni poteva in qualche modo essere assicurata.
Arriv cos il momento di preparare la valigia. Fortunatamente la temperatura nei mesi estivi
nellaltopiano del Tibet, nonostante la sua altitudine media di oltre 4000 metri, abbastanza mite,
pertanto non dovetti mettere in valigia niente di cos diverso rispetto al vestiario previsto per New
York, a parte qualche indumento un po' pesante per far fronte alle temperature notturne, pi rigide a
causa della forte escursione termica caratteristica di quei luoghi. Il giorno della partenza era
finalmente arrivato, e questa volta impostai ben tre sveglie, la sera prima, per scongiurare il rischio
di perdere anche questo volo.
Il viaggio dur oltre venti ore, con due scali intermedi, destinazione finale Lhasa, capitale del
Tibet. Al mio arrivo in aeroporto un addetto dellagenzia di viaggi mi aspettava mostrando un grosso
cartello con su scritto il mio nome. Scambiati i convenevoli di rito, mi accompagn fuori
dallaeroporto, dove cera ad attendermi un monaco del monastero dove ero diretto. Scoprii cos che
avrei dovuto affrontare altre tre ore di viaggio su di un pulmino abbastanza malmesso, attraverso le
immense valli dellaltopiano, a quote che si aggiravano tra i 3800 e gli oltre 4500 metri. Ero lunico
passeggero di quel viaggio, e dallincerto e balbettante inglese che il conducente mostr in risposta
ad alcune mie domande, mi fu subito chiaro che quel monaco non era tra coloro che avevano studiato
linglese. Rassegnandomi al fatto che scambiare due chiacchiere sarebbe stato pressoch
impossibile, rimasi in silenzio, ad ammirare la bellezza e la particolarit dei luoghi che
attraversavamo.
Il panorama che si presentava ai miei occhi era per me qualcosa di assolutamente inusuale e
straordinario. Le strade che percorrevamo attraversavano ampie valli circondate da catene montuose

imponenti. Tutto in quei posti sembrava immenso, e il cielo era di un blu cupo e profondo, quasi
irreale per chi come me era abituato a cieli di un azzurro chiaro e limpido. Persino il sole sembrava
pi grande e luminoso, ma probabilmente mi stavo facendo condizionare dal fatto di sapere di essere
a oltre 4000 metri di altitudine. Laria era molto pi rarefatta di quella cui siamo abituati, e la
sensazione era che fosse pi leggera, non saprei trovare termine pi adatto per descriverla.
Allinizio si tende a fare respiri pi corti e frequenti per sopperire al minore ossigeno disponibile,
ma dopo qualche ora ci si abitua, e non ci si fa pi caso.
A un certo punto intuii che stavamo per arrivare al monastero. Oltre al fatto che erano quasi
trascorse le tre ore di viaggio previste, lindizio pi importante fu che il pulmino aveva appena
lasciato la carreggiata principale, per immettersi in una piccola strada non asfaltata che si
arrampicava su per la montagna alla nostra destra. Una strada cos accidentata non poteva avere
molte destinazioni, pensai, se non quella verso un monastero tibetano arroccato su quel monte.
Passai gli ultimi quindici minuti del viaggio con il collo proteso a guardare in avanti,
aspettandomi di veder apparire il monastero da un momento allaltro, alluscita di una delle
innumerevoli curve che componevano quel sentiero. Finalmente la mia attesa fu premiata. Dopo una
curva a gomito, in fondo allultimo tratto in salita di quel viale polveroso, si ergeva, enorme e
imponente come un gigante di pietra addormentato, il monastero tibetano dove avrei trascorso la mia
vacanza. Era un po' diverso da come me lo ero immaginato. In realt non si trattava di un unico
edificio, ma di un vero e proprio comprensorio allinterno del quale, scoprii, vivevano innumerevoli
persone impegnate nei compiti pi svariati.
Ebbi cos la conferma di quello che avevo letto nei giorni precedenti la mia partenza. I monasteri
in Tibet sono in realt veri e propri villaggi che pullulano di persone che ne curano tutti gli aspetti. Il
monastero non solo un luogo di culto, ma un punto di riferimento sociale e culturale per tutta la
popolazione che vive nella zona. Daltronde, a pensarci bene, non poteva essere altrimenti,
considerando le condizioni estreme di quei luoghi, sia in termini di isolamento, che di clima, pertanto
la costituzione di comunit sociali attorno ai centri di culto rappresentava forse lunico modo per
garantire a tutti il soddisfacimento dei propri bisogni, non solo spirituali e culturali, ma anche e
soprattutto materiali.
Il comprensorio era poggiato su un lato della montagna, e guardandolo dal basso si potevano
intravedere diversi edifici posti lungo il pendio, fino a diverse decine di metri pi in alto rispetto al
grande edificio centrale. Alcune costruzioni sembravano incastonate nella roccia, dando
limpressione di essere state letteralmente scolpite allinterno della parete rocciosa. Unopera
imponente che dominava con mastodontica regalit lintera valle sulla quale la montagna si
affacciava.
Il pulmino accost proprio davanti al grande portone dingresso, e fummo subito circondati da un
nugolo di giovani monaci, tutti rigorosamente rasati a zero e vestiti del tipico saio color porpora.
Non permisero che fossi io a portare la valigia, e con ampi sorrisi e inchini mi accompagnarono
festosamente allingresso delledificio. Mai, nei miei innumerevoli viaggi, mi era stata riservata
unaccoglienza tanto calorosa.

Entrai cos nel grande palazzo che dominava lintero comprensorio, e mi trovai allinterno di
unenorme sala dal soffitto altissimo, sorretto da lunghe colonne variopinte, con enormi drappi rossi
che pendevano dallalto. Le pareti della sala erano interamente ricoperte da dipinti raffiguranti
immagini sacre, disegnate sullo sfondo di colline verdi e prati in fiore. Una grande statua dorata del
Buddha in fondo alla sala, circondata da decine di candele e incensi, faceva supporre che quello
fosse un altare, e che la sala in cui mi trovavo era il principale luogo di preghiera del monastero.
Rimasi per un po al centro di quellenorme sala, a guardarmi intorno con la bocca aperta, tante e tali
erano le cose da ammirare.
A un certo punto sentii una voce che mi diceva, con una buona pronuncia inglese: Benvenuto nel
nostro monastero. Spero abbia fatto buon viaggio. Mi girai in direzione della voce, e vidi davanti a
me un monaco che mi guardava sorridendo, in attesa della mia risposta. Preso dalle meraviglie del
posto, non mi ero accorto del suo arrivo.
Certo, grazie per la magnifica accoglienza, risposi ricambiando il sorriso. Finalmente sentivo
parlare inglese, e la cosa mi rassicur non poco, dato che fino ad allora, tranne laddetto
allaeroporto, non ero ancora riuscito a scambiare due parole con nessuna delle persone del posto.
Mi spieg che lui era laddetto allaccoglienza dei nuovi adepti, e che conosceva benissimo i coniugi
che mi avevano ceduto il soggiorno. Si rammaric per lincidente occorso alla signora, ma quando
tentai di parlargli delle incredibili circostanze grazie alle quali ci eravamo incontrati, interruppe il
mio discorso con un laconico: Accade sempre ci che deve accadere. Ebbi la netta sensazione che
levidente stranezza dei fatti che stavo raccontando non lo impressionasse affatto, e che quella fosse
solo una risposta di cortesia, pronunciata per celare una sua visione totalmente differente
dellaccaduto.
Deve essere molto stanco mi disse laccompagno nella sua camera, dove potr consumare la
cena e fare un buon sonno ristoratore, per essere pronto domani mattina ad incontrare il Maestro.
Aveva ragione, ero proprio stanco, per non dire distrutto. Apprezzai molto la cortesia che mi riserv,
lasciandomi la possibilit di riposare e starmene un po da solo. Non avrei gradito in quel momento
alcun incontro o colloquio con chicchessia, fosse anche stato Sua Eccellenza il Gran Maestro in
persona.
La stanza a me riservata era situata in unaltra ala, al piano superiore delledificio, raggiungibile
attraverso una ripida scala in pietra. La piccola porta in legno della mia camera affacciava, insieme a
tante altre, su di un lungo corridoio. Quello doveva essere di sicuro uno dei dormitori del monastero.
La stanza era piccolina, con una minuscola finestra posta in alto sulla parete lungo cui era poggiato il
letto. Una semplice rientranza nel muro, sulla parete laterale, dava tutta limpressione di essere
larmadio dove avrei potuto riporre le mie cose. Una sedia e un piccolo tavolo di legno, sul lato
opposto, completavano larredamento. Nientaltro. Il bagno, mi fu detto, era in comune, e lo avrei
trovato in corrispondenza dellultima porta in fondo a sinistra di quel lungo corridoio. Quella fu la
prima volta, da quando avevo lasciato il mio paese, che mi pentii amaramente di non aver acquistato
quel biglietto per New York. Ma ora ero l, e rimpiangere il passato non aveva alcun senso.
Appena entrati nella stanza, il monaco mi chiese con fare molto gentile di consegnarli tutti gli
orologi e i cellulari in mio possesso. Tanto, mi disse, i cellulari non funzionavano da quelle parti, e

degli orologi non ne avrei avuto bisogno. Non fui per niente contento di separarmi dalle mie amate
cose, ma acconsentii senza protestare. In fondo, ricordai a me stesso, era inutile lamentarsi, visto che
ero stato io a scegliere di fare quel viaggio. Almeno cos preferivo credere.
Il monaco si conged con un ampio sorriso, dopo avermi detto che lora della sveglia lindomani
mattina sarebbe stata alle cinque in punto, e che la cena mi sarebbe stata portata a breve. Qualche
minuto pi tardi, infatti, due giovani monaci entrarono, portando il primo la mia valigia, e laltro una
ciotola di legno contenente la mia cena. Uscirono subito dopo facendomi ampi e ripetuti inchini, che
io puntualmente ricambiai, sforzandomi di muovere il capo il pi possibile allunisono con i loro
movimenti.
Rimasi da solo, seduto sul bordo del letto in quella minuscola cella di un monastero tibetano
arroccato su di una montagna dellHimalaya, a non so quante migliaia di metri sul livello del mare, a
chiss quante centinaia di chilometri dal primo agglomerato urbano, a chiedermi quanto tempo avrei
resistito prima di fuggire, e prendere il primo volo disponibile per il mio amato paese.

Il segreto della felicit


La vera generosit verso il futuro consiste nel donare tutto al presente
- Albert Camus

Prima di addormentarmi, la sera precedente, mi ero chiesto in quale modo mi avrebbero svegliato
la mattina seguente. Linsistente tintinnio dei cimbali che un monaco faceva risuonare passeggiando
lungo il corridoio del dormitorio, oltre che svegliarmi e riportarmi bruscamente alla realt, diede una
risposta inequivocabile a quellingenua e inutile domanda.
Mi sedetti sul letto ancora un po assonnato, e nel guardarmi attorno notai che sulla sedia accanto a
me era poggiato un saio color porpora, di quelli che indossavano i giovani monaci del monastero,
con un biglietto in bella evidenza con su scritto please wear. Chiss come era arrivato l, dato che
avrei giurato di non aver sentito entrare nessuno nella mia stanza quella notte. Ma avevo dormito cos
profondamente che di certo non mi sarei svegliato nemmeno se fosse venuto a farmi visita
lAbominevole Uomo delle Nevi.
Dopo essermi lavato e rasato nel bagno comune in fondo al corridoio, tornai nella mia camera per
vestirmi, e tentai cos di indovinare quale fosse il modo corretto per indossare quel saio. Potrebbe
sembrare facile, ma se non lhai mai fatto, non per nulla semplice capire qual il verso giusto. Con
laiuto dellintuito, e una buona dose di fortuna, dopo qualche impacciato tentativo riuscii finalmente
a sistemarlo alla meno peggio. Trovai anche una piccola tasca interna allaltezza del petto che
utilizzai per riporre il mio piccolo registratore portatile, lunico prodotto della civilt occidentale
che mi era stato concesso di tenere.
Iniziavo cos la mia prima giornata di vacanza, se cos la si pu chiamare, in quel monastero
tibetano, curioso di conoscere il Maestro e ricevere finalmente i suoi preziosi insegnamenti. In fondo
era quello il motivo per cui ero finito in quellangolo sperduto del mondo. Mantenni fermo questo
pensiero nella mia mente per tutto il tempo che impiegai a scendere le scale che conducevano alla
sala principale, probabilmente per convincermi che non potevo abbandonare quel posto, non prima
almeno di aver conosciuto il mio mentore e aver scoperto quali incredibili segreti avesse da
rivelarmi.
Entrando venni investito dallintenso profumo degli incensi che bruciavano numerosi, in ogni
angolo di quella enorme stanza.
Una decina di monaci sedevano in circolo su dei cuscini color porpora, intorno a un tappeto
variopinto al cui centro poggiava una grande teiera fumante. Riconobbi tra loro il monaco che la sera
prima mi aveva accolto e accompagnato nella mia camera. Su di un cuscino pi grande sedeva un
monaco apparentemente pi anziano, lunico, tra tutti, con una lunga barba bianca. Intuii senza ombra
di dubbio che quel monaco era il Maestro di cui tutti mi avevano parlato. La sua persona costituiva il
centro di gravit di quel concilio, dato che ogni monaco volgeva costantemente la propria attenzione
verso di lui. Si percepiva chiara nellaria lenorme autorit che la sua figura esercitava, riconosciuta
senza alcuna riserva da tutti i monaci presenti.

Notai subito che let del Maestro non era facilmente determinabile. Era evidente che fosse un
uomo molto anziano, ma la sua pelle macchiata e aggrinzita strideva notevolmente con la vitalit e
lenergia che emanava in modo netto dal suo sguardo. Guardando i suoi occhi, infatti, ci si
dimenticava del tutto di avere di fronte un uomo che con molta probabilit aveva abbondantemente
superato i novanta.
I monaci pi vicini al Maestro parlavano con lui, facendo ampi cenni di assenso con la testa,
mentre gli altri si limitavano a guardare e ad ascoltare, sorseggiando una bevanda forse del th da
ampie tazze di ceramica variopinta. Tutti avevano unespressione tranquilla e sorridente, simile a
quella che avevo notato in aeroporto nel volto dellanziano signore che mi aveva offerto il viaggio.
Mi avvicinai a piccoli passi, aspettando che qualcuno si accorgesse di me e mi facesse un qualunque
cenno per farmi capire come mi sarei dovuto comportare. Tentai di ascoltare le loro parole, ma la
lingua che parlavano era per me del tutto incomprensibile. Mi sentivo un intruso, lontano anni luce da
quel mondo, del quale non conoscevo pressoch nulla, e al quale sicuramente sapevo di non poter
mai appartenere.
Allimprovviso tutti i monaci, a un cenno del Maestro, si alzarono in piedi, e facendo ognuno un
piccolo inchino a mani giunte nei suoi riguardi, si allontanarono velocemente a piccoli passi. Io
rimasi immobile, a circa un metro dai cuscini rimasti vuoti, senza sapere cosa fare. Non mi aspettavo
di restare solo al cospetto del Maestro, e avrei dato non so cosa per richiamare indietro quei monaci
e pregarli di rimanere l con noi. Il mio imbarazzo per fu subito alleviato dal Maestro, che alz gli
occhi verso di me e con un ampio sorriso mi fece cenno di accomodarmi sul cuscino di fronte a lui.
Mi sedetti un po impacciato, ostacolato nei movimenti dal lungo saio. Non essendo abituato a
portare vesti cos larghe, mi preoccupai, una volta accovacciato sul cuscino, di coprire
accuratamente la parte inferiore del mio corpo, per non lasciare nulla di scoperto. Non sapevo cosa
dire, ammesso che dovessi essere io a parlare per primo. Esordii con un timido Buongiorno
Maestro
Il Maestro non rispose alle mie parole, rimanendo perfettamente immobile e con gli occhi chiusi.
Mi chiesi se mi avesse sentito, pensando che forse avrei dovuto ripetere il mio saluto a voce pi alta,
se non altro per uscire dallimpasse di quel drammatico momento. Non sapendo cosa fare, decisi alla
fine di rimanere in silenzio e, poich avevo trovato finalmente una posizione confortevole, rimasi ad
osservarlo, aspettando che fosse lui a rivolgermi la parola.
Il Maestro, restando con gli occhi chiusi ed accennando un sorriso, ruppe finalmente il silenzio e
disse: Sento che la tua mente irrequieta. Stai ponendo mille domande a te stesso sul perch sei
qui, su quale dovrebbe essere il comportamento da tenere, e cosa dovresti fare per compiacermi.
La tua mente si agita in modo incontenibile, cercando di immaginare come gli altri potrebbero
vederti. Sei in balia di un mondo illusorio dal quale tenti di proteggerti attraverso una frenetica
attivit mentale, formulando ipotesi su quello che gli altri starebbero pensando di te.
Pi ti agiti, pi le corde immaginarie che ti tengono legato si stringono intorno a te. Sei come
un uccellino che si impigliato nella rete del cacciatore. Si agita sperando di liberarsi, ma il suo
dibattersi non fa altro che stringere ancora di pi le maglie che lo tengono prigioniero. Non ti

accorgi per di essere sia il cacciatore che luccellino, e ti dibatti inutilmente con la speranza di
far fronte a una situazione che tu stesso hai creato.
Rimasi sbalordito nel sentire quelle parole. Sembrava che il Maestro riuscisse a leggermi nel
pensiero, perch aveva espresso le mie sensazioni meglio di quanto avrei potuto fare io stesso. In
effetti, mi stavo preoccupando esclusivamente di quello che il Maestro e gli altri monaci avrebbero
potuto pensare di me. Ero impacciato in quelle vesti, e questo mi faceva pensare che quel mio
imbarazzo fosse del tutto evidente ai loro occhi. Questo pensiero mi stava attanagliando la mente
senza tregua fin dal primo momento in cui avevo messo piede in quella sala.
Finalmente il Maestro apr gli occhi, uscendo da quellapparente stato di trance attraverso il quale
sembrava poter sondare la mia mente:
Rilassati mi disse accennando nuovamente un sorriso tutte le volte che ti preoccupi di
quello che gli altri pensano di te, diventi loro prigioniero. La tua mente crea la situazione, e poi
inizia a combatterla per cercare di uscirne. Puoi liberarti del problema solo dopo aver compreso
che non esiste alcun problema, se non nella tua mente. Questo sempre vero, anche quando credi
di essere in situazioni senza alcuna apparente via duscita. Hai la possibilit di far sparire i tuoi
problemi in qualsiasi momento, semplicemente comprendendone la natura illusoria, ma
soprattutto realizzando di esserne lunico artefice.
Le chiedo scusa Maestro replicai ma deve comprendere che mi trovo in una situazione del
tutto nuova
Mi interruppe subito dicendo: Non devi scusarti di nulla, perch di nulla fatto ci che credi di
sperimentare. Le tue scuse dimostrano che sei ancora imbrigliato nella situazione illusoria creata
dalla tua mente. Abbassa le tue difese, esci dallillusione. Le tue orecchie sentono le mie parole,
ma la tua mente si rifiuta di comprenderne il senso.
A questo punto smise di parlare e chiuse di nuovo gli occhi, aggrottando le folte sopracciglia
bianche, come se stesse sondando di nuovo i miei pensieri.
Hai bisogno di calmare la tua mente continu e ritrovare il centro del tuo essere, prima di
poter essere in grado di comprendere i miei insegnamenti. Ora chiudi gli occhi, e fai esattamente
quello che ti dico. Concentra tutta la tua attenzione sul respiro
Feci come il Maestro mi indicava, cercando di rimanere il pi possibile immobile. Mi resi conto
che il mio respiro era teso e poco profondo, probabilmente a causa della tensione che sentivo in quel
momento. E incredibile scoprire che, fin quando non si presta attenzione al proprio corpo, questo si
comporta in modo meccanico, riflettendo tutte le tensioni emotive del momento.
Respira con la parte bassa del torace mi disse, parlando lentamente e con un tono di voce
basso rallenta il ritmo e aumenta la profondit del tuo respiro. Fermati per qualche istante tra
lespirazione e linspirazione successiva. Osserva con molta attenzione quel breve intervallo,
sentendo la vitalit che permea il tuo corpo. Senti di essere seduto qui, in questo momento. Senti
di essere vivo. Rivolgi la totale attenzione verso il tuo essere Senti di essere, e basta.

A quel punto smise di parlare, lasciandomi sperimentare quello che mi aveva appena indicato di
fare. Rimasi l ad occhi chiusi, ad ascoltare le mie sensazioni interne, per un tempo che non saprei
ben definire.
Osserva il tuo corpo e la tua mente continu come se non ti appartenessero. Identificati
con colui che osserva, e non tentare in alcun modo di contrastare le tue emozioni o i tuoi pensieri.
Lascia che tutto avvenga. Tu credi di poter avere il controllo su ci che accade al tuo interno, ma
tutta lenergia che impieghi nel tentare di controllare ci che incontrollabile, si ritorce
inesorabilmente contro di te. Le cose accadono e basta. La tua capacit di scelta si traduce solo
nella possibilit di decidere se combatterle, o osservarle.
Fece di nuovo una lunga pausa, probabilmente per permettermi di rilassare la mia mente e lasciare
andare qualunque tentativo di controllarla. Devo dire che la cosa pareva funzionare, perch il mio
respiro si andava facendo via via sempre pi calmo e profondo, e sperimentai una quiete mentale che
solo un momento prima avrei pensato fosse impossibile da raggiungere.
Ora sei pi tranquillo. Riapri gli occhi, e ascolta. Per gran parte della tua vita hai
sperimentato linutilit della resistenza verso i tuoi pensieri e le tue emozioni. Hai anche
sperimentato quanto sia inutile tentare di operare qualsiasi tipo di controllo, ma la scarsa
attenzione verso la tua realt non ti ha mai permesso di trarre un insegnamento da tutto ci.
Nonostante levidenza del fallimento di questo assurdo atteggiamento, hai sempre ostinatamente
rifiutato di riconoscere questa verit.
E tutta qui la chiave dellesistenza. Ti sto rivelando uno dei concetti fondamentali che devi
sempre tenere a mente.
Il discorso mi scosse non poco, considerando che stava mettendo in discussione, in un sol colpo,
un castello di credenze su cui avevo basato lintera mia esistenza. Non potei quindi fare a meno di
obiettare: E difficile Maestro riuscire a rimanere impassibili di fronte alle vicissitudini della vita.
Pensieri ed emozioni non sono altro che il normale effetto indotto nella mente dagli eventi che
viviamo. E normale essere tristi se ci accade qualcosa di spiacevole, o agitati se ci troviamo in una
situazione non confortevole.
Il Maestro rimase impassibile alle mie parole, e mi fiss dritto negli occhi, facendo trascorrere
nel silenzio alcuni interminabili secondi. Probabilmente, pensai, non avrei dovuto interromperlo con
le mie stupide obiezioni. Ero l per imparare, e quel silenzio assordante che faceva da sottofondo al
suo sguardo penetrante, probabilmente aveva lo scopo di ricordarmelo.
Poi, avendo forse percepito il mio forte imbarazzo, con tono amorevole e pacato mi rassicur
dicendo: Capisco la tua difficolt a comprendere ci che sto dicendo, e posso anche capire il tuo
disagio quando non rispondo immediatamente alle tue obiezioni. Non devi intendere le mie pause
come una forma di disappunto rispetto alle tue parole, n come una forma di giudizio. Si tratta
invece di uno strumento che serve per tenere a bada la parte meccanica del proprio essere.
Imparerai che la mente identificata con lego vuole a tutti i costi avere ragione, e lo fa in modo

compulsivo, non controllato. Un essere non identificato con la propria mente ha imparato a essere
presente e a osservare le reazioni dellego, che vorrebbe invece rispondere immediatamente,
contrapponendo con veemenza le proprie ragioni. La pausa il mezzo con il quale il saggio mette
a tacere la mente egoica, osservando le proprie reazioni, e non identificandosi con esse.
Un essere risvegliato non potr mai essere trascinato senza il suo volere in nessun tipo di
confronto, n verbale n fisico. Capirai limportanza delle pause quando avrai imparato ad essere
presente a te stesso, e ad osservare la tua mente con distacco.
Ero seduto l da pochi minuti, e gi avevo ricevuto una moltitudine di insegnamenti. Capii che
persino le pause rappresentavano una preziosa occasione per imparare qualcosa. Iniziavo ad esser
grato per quella fantastica ed insolita esperienza.
Ora, riguardo alla tua obiezione continu il Maestro potrebbe apparire ovvia agli occhi di
chi non sa come funziona davvero il mondo. Il grande errore che stai facendo quello di non
capire che ci che apparentemente pu sembrare la causa, in realt ne solo leffetto. Non sei
triste perch ti accaduto qualcosa di spiacevole, ma ti accade qualcosa di spiacevole perch hai
coltivato labitudine a essere triste.
Non conoscendo questa importante legge, tendi a ignorare la causa principale di qualsiasi
evento della tua vita. Prima di tutto viene il pensiero, che lunica e sola causa di tutto ci che
accade. Poi, osservando il risultato della tua creazione, reagisci in modo meccanico ad essa,
finendo per credere che la tua emozione sia il risultato dellevento esterno. Hai semplicemente
invertito leffetto con la causa, ma soprattutto stai ignorando il vero scopo di tutto questo
meccanismo di creazione.
Ascoltami con attenzione disse con fare serio, alzando lindice della mano destra, a
sottolineare limportanza di quanto mi stava rivelando sei qui per creare la tua realt, con lunico
scopo di farne esperienza. Sei losservatore, che con latto della semplice osservazione pu
decidere su cosa porre la propria attenzione. Ma sei anche un essere divino, e in quanto divino,
lUniverso non pu fare altro che rispondere assecondando i tuoi pensieri, e materializzando nella
tua realt tutto ci su cui posi la tua attenzione. Sei tu lorigine di tutto.
Ecco la chiave dellesistenza. Non hai alcuna possibilit di modificare ci che stai
sperimentando nel qui e ora. E l perch lo hai chiesto, e il tuo unico compito quello di farne
esperienza. Ci che sperimenti il risultato delle tue scelte precedenti, che una volta
materializzate non sono pi modificabili, in quanto cristallizzazioni di pensieri passati. La realt
che sperimenti come la creta modellata dalle abili mani di un artigiano. Finch non viene posta
in forno per la cottura pu essere modellata in qualsiasi forma, ma una volta cotta, quella creta
risulta non pi modificabile. Sarebbe stupido per quellartigiano voler modificare il risultato
finale della sua opera agendo con un martello, perch otterrebbe solo un cumulo di cocci.
Allo stesso modo altrettanto stupido contrapporsi al momento presente attraverso la
lamentela, il giudizio o la rabbia. Facendo cos rinunci al tuo potere, delegandolo allesterno.
Contrapponendoti al momento presente stai di fatto rinnegando la tua stessa creazione. Dimostra

invece la tua saggezza agendo sulla vera causa. Devi agire sui tuoi pensieri, comprendendo che
tutto ci che vedi solo la materializzazione delle tue scelte precedenti. Se impari ad agire
modificando ci che accade al tuo interno, la realt non potr che riflettere questo tuo cambio di
prospettiva, non c altra possibilit.
Ti hanno sempre insegnato che il libero arbitrio si esprime nella libert di fare, quando invece
rappresenta esclusivamente la libert di scegliere dove porre la propria attenzione, che si traduce
nella libert di scegliere cosa sperimentare.
Se qualcosa non ti piace, puoi semplicemente distogliere la tua attenzione da essa,
concentrandoti invece su quello che desideri, al fine di farne esperienza. Questo il libero
arbitrio di cui, in quanto essere divino, sei stato dotato fin dalla nascita. E lunico libero arbitrio
esistente in natura, e quindi lunico che tu abbia la facolt di esercitare.
Questa verit sempre stata davanti ai tuoi occhi, perch hai avuto modo di sperimentare pi
volte gli effetti deleteri della tua ottusa resistenza verso le cose del qui e ora che non
soddisfacevano le tue aspettative. Ebbene, ponendo lattenzione su di esse non hai fatto altro che
chiederne ancora allUniverso, che come ti ho detto non pu che ubbidire ai tuoi voleri.
Hai la facolt di scegliere attraverso la tua attenzione, ed cos che crei la realt che andrai a
sperimentare. Questa la grande e unica verit che la tua cecit non ti ha mai permesso di
vedere.
Non credevo alle mie orecchie. Trovavo semplicemente fantastica lidea che il libero arbitrio non
fosse altro che la libert di scegliere i propri pensieri, e che questa scelta si traducesse poi in
successive esperienze di vita. Il Maestro in poche parole mi aveva spiegato una delle pi importanti
verit su come funziona il mondo. Era la spiegazione pi sensata e plausibile che avessi mai
ascoltato su quella che in occidente chiamiamo la legge di attrazione.
La calma interiore che avevo sperimentato in quella breve meditazione mi aveva fatto
comprendere quanto fosse inutile combattere le proprie emozioni, o la realt esterna. E quanto invece
fosse semplice ritrovare la serenit e riprendere il controllo della propria mente attraverso
losservazione. Controllare significa osservare e assecondare, non combattere. Ora mi era
chiarissimo.
Mentre ascoltavo le parole del Maestro un giovane monaco si avvicin e mi vers in una ciotola
un po' di th dalla teiera fumante che era al centro del tappeto sopra il quale eravamo seduti. Lo
ringraziai con un cenno del capo, ricevendo in cambio un inchino e un largo sorriso, mentre a mani
giunte e a capo chino si allontanava da noi, camminando allindietro, credo in segno di rispetto nei
confronti del Maestro.
Osservando lespressione serena di quel giovane monaco mi ritorn alla mente la gioiosa
accoglienza che ricevetti al mio arrivo, e le facce sempre sorridenti di chiunque avessi incontrato in
quel monastero. Lo stesso Maestro aveva un fare gentile e amorevole nei miei confronti, bench
apparentemente non ne avesse alcun motivo. Mi stavo rendendo sempre pi conto di essere capitato

in uno strano mondo, dove la tristezza sembrava essere bandita, e dove tutti erano sempre e
comunque felici e sereni. La cosa mi incuriosiva, perch non riuscivo a capire il motivo di tanta
gioia, quindi provai a chiedere: Maestro, ho notato che tutte le persone che vivono in questo
monastero sembrano essere perennemente felici. La loro espressione denota una serenit interiore
che sembra prescindere da quello che accade esternamente. Per me davvero difficile comprendere
come si possa essere felici senza alcuna ragione apparente. Qual il segreto di tanta serenit?
La serenit deriva da una profonda conoscenza della propria intima natura - rispose con tono
calmo e pacato - Se tu sapessi di essere eterno, e che nulla di quanto vedono i tuoi occhi potr mai
arrecarti del danno, non saresti anche tu felice di vivere questa esperienza terrena? Non saresti
felice se fossi a conoscenza del fatto che quello che stai vivendo solo un meraviglioso sogno, e
che tutto lUniverso trama a tuo favore, affinch tu possa elevare sempre di pi la tua
consapevolezza e avvicinarti cos alla tua vera essenza divina?
Non riuscivo a comprendere del tutto quello che il Maestro mi stava dicendo. Il mondo per molte
persone un luogo di sacrifici e di dolore, dove esistono guerre, ingiustizie e atrocit di ogni genere.
Non mi era per niente chiaro come il conoscere la propria natura potesse alleviare queste sofferenze
e rendere felice una qualsiasi persona, a prescindere da quello che accade intorno a lui. Mentre
facevo questi ragionamenti, devo aver modificato la mia espressione e rivelato in qualche modo le
mie perpressit, perch il Maestro dopo una breve pausa riprese a parlare:
E normale che tu continui a essere confuso riguardo a ci che ti sto dicendo. Non potrai mai
comprendere le mie parole finch continuerai a credere che la felicit debba necessariamente
dipendere da qualche causa esterna. Finch cercherai la tua felicit al di fuori di te, sarai
destinato ad un sicuro fallimento. Aspettando una causa esterna stai solo confondendo la causa
con leffetto.
Ricordi? Ti ho appena detto che sei tu lorigine di tutto. Non esiste altra causa al mondo
allinfuori di te. Questo vuol dire che devi prima creare leffetto desiderato, e la causa si
manifester.
Maestro - obiettai - come faccio a creare leffetto, se quelleffetto non si ancora manifestato
nella mia vita? Se desidero tanto possedere qualcosa, come faccio a creare prima quella cosa? Sono
davvero confuso
Stai puntando lobiettivo sbagliato - rispose il Maestro - devi prima comprendere bene cosa si
intende per effetto. Chiediti qual lo scopo di qualsiasi tuo desiderio. Tu non desideri avere
qualcosa per il semplice scopo di possederla, ma per assaporarne la gioia del possesso. Leffetto
finale a cui aspiri, quindi, non il possesso fine a se stesso, bens lemozione che viene generata
da quel possesso. Tu non intendi possedere cose. Tu intendi essere felice, e credi erroneamente che
la felicit possa derivare dal possesso di qualcosa di materiale, perdendo di vista il vero scopo
finale.
Ecco il grande fraintendimento di cui sei vittima, ed ecco il motivo per cui credi di non poter
essere davvero felice senza alcuna causa apparente. Leffetto finale a cui aneli la tua emozione

di gioia, che rappresenta lunica cosa che sei in grado di controllare, e sulla quale hai potere
esclusivo e incondizionato. Ricordi lesempio del vaso di argilla? Puoi modellare quel vaso
attraverso le tue emozioni, che sono sotto il tuo diretto controllo. Essere felici una scelta, che
deve prescindere da qualsiasi ottenimento materiale.
Sii felice, e il mondo dovr escogitare necessariamente qualcosa per giustificare quella tua
felicit. Crea leffetto, e la causa si manifester. Questo il grande segreto che, bench fosse da
sempre davanti ai tuoi occhi, hai sempre costantemente ignorato.
Maestro, comprendo che il fine ultimo non possedere cose, bens godere della felicit di
possederle, ma continuo a non comprendere come sia possibile essere felici senza che esista prima
un motivo che giustifichi tale felicit. Per quanto mi possa sforzare, davvero difficile se non
impossibile credere che si possa produrre artificialmente un qualunque stato mentale, sia esso di
felicit o anche di tristezza. La prego di spiegarmi come questo possa accadere.
Credi di non saperlo, ma in realt la soluzione davvero semplice, ed sempre stata sotto i
tuoi occhi. Dimostri di essere del tutto cieco quando dici di non avere alcun motivo per essere
felice, qui e ora.
Ricordi? Quando quel discepolo poco fa ti ha versato del th, lo hai ringraziato, e questo ti ha
fatto sentire bene per un po'. La gratitudine uno dei pi potenti strumenti per indurre uno stato
di beatitudine nella tua mente, scacciando da essa tutti i pensieri illusori di paura e di
preoccupazione. Hai ringraziato perch hai ottenuto qualcosa che ritenevi piacevole, e che forse
era anche tuo desiderio avere.
Guardati intorno, e guarda quante cose sono gi a tua disposizione, esattamente come il th
che stai assaporando. Godi di ottima salute, possiedi una casa, hai tante cose che riempiono la
tua vita e ti permettono di essere felice. Se non le avessi, desidereresti sicuramente averle, e non
avresti alcun dubbio riguardo al fatto che arrivare a possederle ti renderebbe felice. Ma quelle
cose le hai gi. Perch non sei felice allora?
Per quale motivo, inoltre, ti sei sentito in dovere di ringraziare il discepolo per averti versato
del semplice th, e invece non senti di dover ringraziare lUniverso per tutte le bellissime cose che
fanno gi parte della tua vita? Ecco la strada verso la felicit. Non devi aspettare che ti accada
qualcosa nel futuro, perch il futuro solo unillusione creata dalla tua mente. Puoi invece
sentirti grato, nel qui e ora, per tutto ci che gi possiedi e che rende piacevole la tua vita.
Ringrazia allora ogni mattina il letto che ti ha tenuto al caldo tutta la notte; ringrazia il tuo
corpo perch ti permette di vivere e assaporare le cose belle della vita. Ricorda ogni giorno di
esprimere immensa gratitudine per la tua casa, o il cibo che mangi. Celebra con gioia tutto ci
che gi hai, e cos facendo ti avvicinerai alla verit, a ci che sei veramente, e questo porter alla
luce la tua felicit.
Ricorda, stai creando un mondo che ha lunico scopo di dare conferma alle tue emozioni e
sensazioni. Ora sai che esercitando il tuo libero arbitrio puoi facilmente scegliere dove dirigere la

tua attenzione, e quindi controllare quello che provi. Questo vuol dire che hai anche la chiave per
poter scegliere ci di cui fare esperienza.
Avrei voluto replicare al Maestro che, bench avessi compreso limportanza di essere grato per le
cose della vita, non avevo ancora ben chiaro il nesso tra la gratitudine, la verit e la felicit, ma al
mio accenno a parlare venni subito fermato da un suo gesto della mano, che mi fece comprendere di
dover tacere e continuare ad ascoltare.
Continui ad assecondare la tua mente irrequieta, che cerca ottusamente di comprendere e di
riportare a qualcosa di conosciuto ci che dico. Non puoi afferrare con la mente ci che non
appartiene al regno della mente.
Ascoltami attentamente: a differenza dellillusione, alla verit non serve alcuna conferma, e
non ha bisogno che tu le creda per esistere. E gi l, esiste da sempre, e continuer ad esistere
anche dopo che lultima delle tue illusioni sar svanita. Quello che devi fare solamente
eliminare tutto ci che non reale e che impedisce alla verit di venire in superficie.
Ebbene, forse la cosa ti stupir, ma devi sapere che la verit e la felicit sono esattamente la
stessa cosa. Anzi, pi esattamente, la felicit un altro dei tuoi sensi, che ti fa comprendere
quanto tu sia vicino alla verit.
Pi sei immerso nellillusione, pi sei lontano dalla verit, e pi avverti la mancanza di
felicit. Quando la tua mente invasa da pensieri di preoccupazione o di paura, stai dormendo
bench i tuoi occhi siano aperti, pienamente immerso nel tuo sogno, lontanissimo dalla verit. Il
tuo sogno ti fa credere nellesistenza di un mondo che non esiste, e ti scherma da quella che la
verit ultima, alla quale puoi avvicinarti solo eliminando gli innumerevoli strati che, come nuvole
grige, ti impediscono di assaporarne la luce e il calore.
Quando apprezzi qualcosa, e di conseguenza ti senti grato, stai semplicemente eliminando
alcune di quelle barriere, perch attraverso la gratitudine sgomberi la mente da qualsiasi altro
rumore, avvicinandoti alla verit. In quel momento ti senti un po' meglio, perch inizi a
intravedere la vera realt, che, cos come fanno i raggi caldi del sole, ti dona sollievo. Ebbene,
quel sollievo ci che percepisci come felicit. E sempre presente, al di l dei tuoi miseri pensieri
di paura, esattamente come i caldi raggi del sole sono sempre l, al di l dello strato di nubi.
La felicit sempre presente? Davvero sconcertante. Improvvisamente realizzai che quel senso di
inquietudine che alberga costantemente nella nostra mente non altro che il risultato del rumore
mentale che, a detta del Maestro, ci tiene lontani dalla Verit, e quindi dalla conseguente felicit. Per
poterla percepire bisogna eliminare gli strati dellillusione che ci tengono lontano da lei. Incredibile
quanto rendiamo la nostra vita artificialmente difficile, attraverso le nostre stupide e inutili
elucubrazioni mentali. La felicit davvero a portata di mano, basta volerlo. Ora iniziava a
diventarmi chiaro per quale motivo quei monaci erano tutti cos apparentemente felici. Avevano
semplicemente eliminato qualsiasi ostacolo verso quella che il Maestro chiama la Verit.
A quel punto, per, non potei fare a meno di chiedere: Maestro, mi tutto molto pi chiaro.

Comprendo come lapprezzamento e la gratitudine mi possano permettere di mantenere la mente


libera da pensieri negativi che mi allontanano dalla verit. Ma ho ancora un grande dilemma da
risolvere: cos questa verit di cui parla? Dove la trovo e come faccio a riconoscerla rispetto
allimmenso oceano di illusione in cui sono costantemente immerso?
Aiutami ad alzarmi e te lo mostrer - mi disse, tendendomi una mano.

Ascolta quel fruscio


Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, n mietono, n ammassano nei granai; eppure il Padre
vostro celeste li nutre. Non contate voi forse pi di loro?
- Matteo, 6,26

Ebbi finalmente la possibilit di vedere il Maestro in piedi, di fronte a me, e bench di statura non
elevata - era infatti alto poco pi di un metro e sessanta - mi sentivo piccolo al suo cospetto. La sua
figura emanava unautorit e una grandezza che si potevavo percepire in modo netto, semplicemente
standogli accanto. La sua schiena era eretta, nonostante lavanzata et, la testa dritta e lo sguardo
profondo.
I suoi movimenti erano alquanto lenti, ma non a causa dellet. Sembravano piuttosto studiati,
frutto di una meticolosa e costante attenzione ai suoi gesti, allintero suo essere e a tutto ci che lo
circondava. Anche questo rappresentava per me unevidente dimostrazione di cosa volesse dire
vivere con presenza, costantemente nel qui e ora. Mentre scrivo queste parole mi rendo conto di
quanto sia difficile trasmettere, a chi non ne ha fatto conoscenza diretta, quello che provai al suo
cospetto.
Il Maestro mi fece cenno di seguirlo, mentre si incamminava lentamente verso una piccola
porticina di legno posta su di una parete in fondo alla sala. Si trattava della parete posteriore,
opposta a quella da cui si accedeva, rivolta verso la montagna. Per questo non capivo dove potesse
condurre visto che, apparentemente, da quella parte doveva esserci solo la parete rocciosa.
Prima di aprire la porta, il Maestro si ferm e si gir verso di me, forse per essere sicuro che lo
avessi seguito. Apr quindi la porta, e la attraversammo.
Non potevo credere ai miei occhi. Mi trovavo di fronte a un bellissimo giardino, ricavato
allinterno di unampia insenatura della montagna, posta alle spalle delledificio principale del
monastero. Il terreno era ricoperto da un manto erboso curatissimo, di un verde acceso e compatto.
Piccoli fiorellini colorati spuntavano qua e l, fornendo un facile punto di appoggio per lo svolazzare
festoso di decine di piccole farfalle dalle ali bianche. Una folta vegetazione si arrampicava su per la
parete rocciosa, dalla quale scendeva con fragore una piccola cascata, molto probabilmente formata
dalle acque piovane che si raccoglievano lungo il fianco della montagna, per poi ricongiungersi a
formare quella piccola caduta dacqua che, una volta a terra, andava ad alimentare un ruscello che
attraversava il giardino per tutta la sua lunghezza. Lacqua cos incanalata, alla fine della sua corsa,
si tuffava in un piccolo laghetto alla mia sinistra, sul quale galleggiavano placide e imperturbabili
alcune grandi foglie di loto.
Un vero spettacolo della natura, del tutto nascosto agli occhi indiscreti di qualsiasi visitatore
occasionale. Nessuno infatti avrebbe potuto mai immaginare cosa si nascondesse dietro
quellinnocua porticina di legno, posta nellangolo pi remoto e buio di quellenorme sala.
Maestro - esclamai - meraviglioso! Mai avrei immaginato che potesse esistere un luogo cos
bello dietro quella porticina

E proprio questo il tuo problema - rispose il Maestro - dai per scontate cose che non lo sono
affatto. Lintera tua vita basata su assunzioni che, alla luce di una banale verifica, si
rivelerebbero del tutto infondate. In questo caso ti sarebbe bastato attendere e vedere cosa cera
al di l di quella porta, e invece hai usato la tua mente per formulare ipotesi che poi si sono
rivelate del tutto errate. Ne ho avuto conferma semplicemente guardando il tuo viso mentre ti
avvicinavi a quella porta. Vi ho letto tutti i dubbi che attanagliavano la tua mente, frutto di mille
assunzioni che, in modo del tutto arbitrario e senza alcuna ragione, stavi dando per scontate in
quel momento.
Vivi in un mondo illusorio in cui dai per certe tantissime cose, ma non ti accorgi che nessuna di
esse vera. Sono solo il frutto di illusioni derivanti da convinzioni che, per lo pi, hai acquisito
dagli altri, e alle quali hai ciecamente creduto. Dai per scontato che il mondo che vedi abbia una
consistenza reale, e che continui ad esistere anche senza di te.
Dai per scontato che non possa accadere nulla senza una causa pregressa, e di conseguenza
non credi nella possibilit di essere felice a prescindere. Ma questa credenza limita fortemente
qualunque aspetto della tua vita. Non ti rendi conto che vivi costantemente in un mondo nel quale
puoi fare esperienza solo di ci che corrisponde alle tue pi intime credenze. La tua ottusa
credenza che non possa accadere nulla di piacevolmente inaspettato rende la tua vita sempre
uguale e monotona.
Aveva perfettamente ragione. Aveva colto in modo perfetto la mia assunzione che dietro quella
porta non potesse esserci nulla di interessante. Era come se possedesse lincredibile capacit di
captare i miei sentimenti e i miei pensieri pi intimi, e nulla potesse essere nascosto alla sua
percezione. Questo mi faceva sentire un po' a disagio, lo devo ammettere. Non capivo come riuscisse
a farlo. Forse la mia espressione facciale rivelava costantemente quali fossero i miei pensieri e le
mie considerazioni, o forse possedeva delle capacit sensoriali diverse da quelle di noi comuni
mortali, che gli permettevano di scandagliare e percepire tutto ci che mi passava per la mente.
Qualunque fosse la risposta, comunque, mi sentivo come nudo al suo cospetto, e probabilmente
anche questo fatto era a lui noto, tant che pi di una volta, quella mattina, aveva cercato di attenuare
il mio disagio con ampi sorrisi e toni concilianti, nella costante ricerca di ridurre lenorme distanza
che, almeno apparentemente, ci separava.
Mi hai chiesto cos la verit - continu, dopo avermi concesso una breve pausa di riflessione ebbene, ci arriveremo per gradi, perch la strada che porta a comprendere cos la verit lunga
e tortuosa, e richiede che lungo il percorso tu riesca a demolire tante false credenze su te stesso e
sul mondo. La prima cosa che devi sapere che la verit dentro di te, fa parte del tuo essere, ma
dai per scontato che si trovi altrove, nascosta chiss dove l fuori, forse in un libro, o nelle parole
di un guru.
Sarai destinato ad una ricerca vana, fino a che non capirai di dover cercare al tuo interno,
nellunico posto in cui puoi trovare la verit. Dentro di te c un giardino stupendo, di cui non
sospetti lontanamente lesistenza. A volte percepisci la via per accedervi, ma cos come hai fatto
con quella piccola porta, la ignori credendo sia del tutto insignificante. Lingresso in quel

meraviglioso giardino possibile solo in quei rari momenti in cui la tua mente in assoluta
quiete, momenti ai quali per non presti alcuna attenzione, nellerrata convinzione che il silenzio
non possa condurti da nessuna parte.
Se invece ti soffermassi ad osservare quel silenzio, ti accorgeresti che quella la porta che ti
conduce verso la verit, verso Chi Sei veramente. Tutto il resto solo rumore mentale, e come tale
non ha alcuna consistenza reale. E ci che crea lillusione in cui sei costantemente immerso,
credendo sia la realt.
Quindi la verit va scovata e riportata alla luce, Maestro, affinch possa essere riconosciuta e
fatta emergere al di sopra di ci che solo illusione - Affermai, riuscendo a malapena a nascondere
lorgoglio per aver forse compreso cosa volessero davvero dire le parole del Maestro.
Non si pu scovare n riportare alla luce ci che, in realt, gi luce. Il Sole non
minimamente intaccato dallalternarsi del giorno e della notte sulla terra. La sua luce esiste a
prescindere da qualsiasi altra cosa. Il Sole sa perfettamente che il buio non esiste come entit a se
stante, ma pu essere concepito solo come assenza di luce, come qualcosa cio che pu essere
descritta solo in funzione della sua causa primaria, che la luce stessa. Non puoi diventare
mercante di buio, perch ti renderesti subito conto della difficolt che avresti a porre in vendita
qualcosa che non esiste.
Ancora una volta il Maestro doveva aver letto nei miei occhi lestremo sforzo che stavo
sostenendo nel seguire il suo discorso: Comprendo la tua difficolt ad afferrare quanto ti sto
dicendo - mi rassicur - ma una volta che avrai ben chiaro il motivo della totale inconsistenza di
ci che non reale, avrai la strada spianata nel trovare una risposta alle tue domande.
Lillusione, cos come il buio, non pu vivere di vita propria. Questo il primo prezioso indizio
che posso darti per aiutarti a riconoscere cosa non reale. Cos come il buio scompare quando
viene illuminato, cos lillusione si dissolve e rivela la sua natura effimera quando viene posta di
fronte alla luce della verit.
Mi perdoni Maestro, ma ho limpressione di essere tornato al punto di partenza, perch lei mi
dice che per scoprire cosa non reale devo usare la luce della verit, ma il mio problema che non
so cos la verit, quindi come potrei usarla per illuminare ci che falso?
La tua mente scalpita ed impaziente come un cagnolino che si agita e salta nel tentativo di
afferrare la ciotola del cibo che il padrone gli sta preparando, non capendo che quel cibo sar
comunque suo, basta saper attendere. Cos come il cibo deve essere preparato prima di poter
essere mangiato da quel piccolo cane, cos la tua mente deve essere ben preparata prima di poter
comprendere a fondo il significato di cosa io sto dicendo.
Il vero passo avanti lo fai se comprendi che lillusione, non potendo vivere di vita propria, ha
bisogno di te per esistere. Ha assoluto bisogno del fatto che tu la creda reale, altrimenti non
avrebbe alcun modo per manifestarsi. Lillusione tenuta in vita dalla tua credenza, che a sua
volta alimentata dalla tua inconsapevolezza. Il risultato che sei prigioniero di un sonno

profondo, dove la luce della verit non pu arrivare, ma non ti accorgi di essere sia il prigioniero
che il carceriere. Vivi in un sogno, ma il sogno non pu esistere senza un sognatore. Ora forse stai
iniziando a comprendere perch dico che sei lorigine del tuo mondo. Quel mondo non ha alcuna
consistenza, bench tu lo creda reale, e di conseguenza non pu esistere senza che tu lo ricrei,
istante per istante, a immagine e somiglianza di come credi che quel mondo debba apparire.
Ricreare il mondo istante per istante? La cosa l per l mi sembr del tutto assurda. Com
possibile ricreare in ogni momento qualcosa che gi esiste? Il mondo lo vedo qui, intorno a me, e
bench il Maestro mi avesse gi detto che io ne sono lorigine, non mi era per nulla chiaro cosa
volesse dire con quel ricreare. Poi ripensai ad alcuni concetti di fisica quantistica, e mi torn in
mente il cosiddetto brodo quantico. Di fatto qualsiasi spazio vuoto, secondo questa teoria, non
vuoto affatto, perch in realt composto da un continuo ribollire di particelle che entrano ed escono
da quello spazio continuamente. Secondo questa teoria, la nostra osservazione estrae letteralmente
da quel brodo solo le configurazioni di particelle che vanno a comporre gli oggetti e gli eventi del
mondo che vediamo in ogni istante. Forse questo il meccanismo fisico a cui si riferisce il Maestro
quanto dice che il mondo viene ricreato istante per istante. Possibile che certe dottrine orientali
avessero conoscenze di concetti quantistici fin dalle epoche pi remote? Evidentemente s, e questo
fatto non era confermato solo da quello che il Maestro mi stava dicendo in quel momento, ma da tutta
una serie di concetti che avevo gi notato essere del tutto simili a quelli che la scienza ufficiale sta
scoprendo in questi ultimi decenni.
Pertanto mi venne spontaneo parlarne con il Maestro: Ci che sta dicendo mi fa tornare alla
mente una teoria di fisica quantistica - dissi - secondo la quale possibile estrarre potenzialmente
qualunque cosa da una qualsiasi porzione di spazio vuoto. E cos che creiamo il mondo?

Gli scienziati del tuo mondo sono lontanissimi dal comprendere la realt - mi rispose
rivolgendo lo sguardo in alto, verso uno stormo di uccelli che si era alzato in volo - credono di
osservare un mondo pre-esistente, separato da loro. Non si pu spiegare la materia con la materia,
o lenergia con lenergia. Fino a che non introdurranno la Coscienza allinterno delle loro
formule, non potranno mai arrivare ad afferrare la vera natura delle cose. Credono di scoprire un
mondo che in realt stanno creando loro stessi, nel quale troveranno sempre conferma ad ogni
loro teoria, anche la pi stravagante. Se un numero sufficiente di scienziati creder in quella
teoria, allora prima o poi verr confermata da qualche esperimento. E solo questione di tempo.
Questa verit da sempre sotto i loro occhi, basterebbe osservare da un altro punto di vista ci
che successo nella storia delle scoperte scientifiche, per averne conferma. Per esempio, se la
formula che ipotizza lesistenza di una nuova legge fisica ritenuta sufficientemente attendibile
da parte della comunit scientifica, ed per giunta elegante dal punto di vista matematico, allora
puoi star certo che quella legge trover conferma prima o poi in qualche esperimento. Questa
verit sempre stata l, in bella evidenza, ma gli scienziati non potranno averne coscienza fino a
che non comprenderanno di essere gli unici artefici del mondo che stanno sperimentando.

Maestro - obiettai - se quella legge fisica viene scoperta perch gi esisteva, ed quindi
sempre esistita. Non posso credere che inizi ad esser vera solo perch qualche scienziato ne ha
ipotizzato lesistenza. Quello che mi sta descrivendo un mondo troppo strano per essere credibile.
Il mondo che vedi lo stai creando tu, quindi si uniforma a quelle che sono le tue credenze sul
come esso debba apparire o comportarsi. Le leggi fisiche non sono per nulla gi determinate. A
differenza di quello che credono gli scienziati, lUniverso non altro che la costante espressione
del livello di consapevolezza dellumanit, manifestando leggi che possono variare in funzione di
quello che pu essere comunemente accettato come vero. La scienza non pu spiegare il sogno,
perch una delle tante manifestazioni del sogno stesso. Puoi accorgerti che stai sognando solo
quando esci da quel sogno, e guardi la tua realt con occhi diversi, il che pu avvenire solo ad un
livello di consapevolezza pi elevato. So che pu sembrare incredibile per chi come te pensa
ancora che il mondo sia qualcosa di esterno e di esistente a prescindere da chi lo osserva, ma
proprio ci che accade, e alcuni studiosi del tuo mondo se ne stanno accorgendo.
Rimane il fatto che una legge fisica, per poter essere scoperta, deve esistere gi
nellUniverso - dissi - ma a essere sincero non ero pi tanto convinto di questa affermazione,
considerando che il Maestro stava demolendo pezzo dopo pezzo tutte le mie certezze.
Stai di nuovo confondendo la causa con leffetto. Non c nulla da scoprire, perch nulla pu
esistere se prima non viene concepito a livello mentale. Attraverso la tua mente dai letteralmente
il permesso alle cose di esistere e di materializzarsi. Accade cos per qualsiasi cosa o evento di
cui fai esperienza. Vale sia per il progresso scientifico, sia per un evento, felice o infelice che sia,
della tua vita. Sei al centro del tuo mondo, di cui sei lunica origine. Nel momento in cui hai
creduto di essere separato dal tuo Vero S, hai iniziato a creare un mondo nel quale vige la dualit
e la separazione, che sono nientaltro che proiezioni delle tue credenze pi intime. Il problema
che hai dimenticato di esserne il creatore, perdendo quindi qualsiasi consapevolezza sulla sua
illusoriet.
Tento solo di applicare regole di buon senso che ho appreso nella mia vita - risposi timidamente
- E logico assumere che ci che vedo o di cui faccio esperienza debba in qualche modo gi
esistere. Ma mi accorsi subito dopo che quella frase, pi che unaffermazione, era una domanda che
stavo facendo a me stesso, alla quale forse non ero pi convinto di poter dare una risposta certa.
Bench le tue orecchie sentano le mie parole, la tua mente opera un filtro costante, relegando
nelloblio tutto ci che non ha un riscontro con quella che la tua esperienza passata. Ti ho gi
spiegato che il tuo pi grande problema il dare per scontate cose che non lo sono affatto, come
lesistenza oggettiva del mondo intorno a te. Tenti disperatamente di riportare ci che dico a
qualcosa di conosciuto, ma devi far tua lidea che il passato non ti di alcun aiuto nella
comprensione. Non potrai fare un solo passo verso la verit finch non smetterai di dare per
scontata lesistenza di una realt che prescinde dal tuo essere. Qualsiasi cosa, da una legge fisica
ad un oggetto materiale, non pu esistere se prima non viene concettualizzata nella tua mente, ma
questo ti estremamente difficile da accettare, dando per scontata lesistenza di un mondo l
fuori, e arrivando allerrata conclusione che il tuo compito sia solo quello di scoprirlo.

Maestro, accettando lidea che sia io a creare qualsiasi cosa, nel momento in cui quella cosa
appare ed entra a far parte della realt, ne posso fare esperienza, quindi per me quella la verit. E
vera perch esiste.
Non farti sviare dalle parole che uso. Quando dico che qualsiasi cosa esiste come
conseguenza del tuo pensiero creatore, non intendo dire che abbia una esistenza reale, perch si
tratta sempre e solo di unillusione. Non confondere lesperienza con ci che la verit. Stai
chiamando verit qualcosa che apparentemente al di fuori di te, mentre ti ho appena detto che
potrai trovarla solo al tuo interno. Dovrai tenerne costantemente conto nella tua lunga ricerca.
Ascoltami bene - disse, guardandomi dritto negli occhi e poggiando una mano sulla mia spalla sto per rivelarti di cosa fatto il mondo che credi di vedere intorno a te.
In quel momento si alz una folata di vento improvvisa, che fece agitare con fragore le piante che
erano intorno a noi. Il Maestro interruppe il suo discorso, continuando a fissarmi negli occhi, mentre
il vento scuoteva con forza i lembi delle nostre lunghe vesti. La sua mano strinse con forza la mia
spalla, quasi a volermi trattenere contro limpeto di quel vento. In quel momento pensai che
quellevento improvviso fosse del tutto casuale ma ora, a distanza di tempo, e in considerazione di
quello che il Maestro stava per dirmi, interpreto quella violenta raffica come un provvidenziale
soffio di consapevolezza invocato per spazzare via il cumulo di false certezze che occupava la mia
mente.
Alcuni secondi dopo che il vento si fu placato, il Maestro riprese a parlare: Sei allinterno di un
circolo vizioso, nel quale sei costantemente immerso. Credi di essere separato dal Tutto, e di
conseguenza crei costantemente dal nulla un mondo duale, apparentemente separato da te, a
immagine e somiglianza della tua errata credenza. Contemporaneamente osservi la tua creazione,
dimenticando di esserne il creatore, cadendo nellillusione che ci che vedi sia la realt. La tua
osservazione rafforza le tue credenze, dandoti lillusione di essere nel giusto nel credere che
quello di cui fai esperienza esista davvero. E cos via, sempre pi gi, in un circolo senza fine. Sei
precipitato cos in profondit nelle spire della tua illusione che non riesci pi a percepire
nemmeno il lontano riflesso del luogo di luce da cui provieni.
Ti comporti come un gatto che arruffa il pelo e soffia minaccioso contro la propria immagine
riflessa nello specchio, e si stupisce del fatto che il gatto al di l del vetro non sia per nulla
intimorito dal suo atteggiamento aggressivo. Sei abbagliato da un gioco di luci e ombre di cui non
ti accorgi di essere lunico artefice e protagonista. Il mondo che vedi solo una proiezione del tuo
s, pertanto la tua stupida lotta contro il mondo non altro che una lotta contro te stesso. Non
facile uscirne, e fino a che non sarai disposto a riconoscere linganno, darai del pazzo a chiunque
prover a renderti consapevole del tuo delirio, e lotterai con tutte le tue forze per rimanervi
aggrappato, bench quel mondo illusorio ti spaventi a morte.
Ci che non reale ti nasconde la verit camuffandosi a sua volta da realt. Hai creduto
incondizionatamente a questo gioco per intere vite, senza farti mai domande, ma poi arriva un
momento in cui ti accorgi che c qualcosa che non torna. Quel mondo in cui hai sempre creduto
sembra a un tratto non avere pi alcun senso, ed inizi allora a cercare la verit. Credi

ingenuamente di poterla trovare in qualche luogo al di fuori di te, forse in un guru o in un libro,
ma cercando nel posto sbagliato non fai altro che rafforzare la tua illusione. La verit non in
nessun luogo, perch lorigine di tutto, ci da cui scaturisce qualsiasi cosa di cui tu possa fare
esperienza. Il tuo lavoro scovare e riconoscere ci che non reale, perch attraverso di esso tu
possa avvicinarti a comprendere la verit.
La verit la sorgente primaria, immutabile ed eterna, di tutto ci che pu esistere. E la fonte
dalla quale ogni cosa, conosciuta e sconosciuta, pu emergere. Ma alla fine ti rendi conto che
questo lungo percorso di ricerca non altro che un viaggio di ritorno verso te stesso, verso il tuo
Vero S, che lorigine di tutto. Non devi cercare la verit, perch sempre stata a tua
disposizione. Devi solo eliminare tutto ci che lha tenuta nascosta ai tuoi occhi, fino a renderti
conto che la verit sei tu, e che per tale motivo non potrai mai trovarla, perch lunica cosa
sensata che tu possa fare esserla.
Non capisco Maestro - obiettai - lei mi sta dicendo che non devo cercare la verit, ma io
credevo fosse questo il mio compito principale. Lei stesso mi ha detto che trovare la verit vuol dire
anche trovare la felicit, e che questo il mio scopo finale.
Non puoi cercarla, la verit, perch non avresti alcuna possibilit di trovarla. Trovare
qualcosa presuppone che si sia separati da ci che si sta cercando. Tu non sei separato dalla
verit. La verit sei tu, la tua pi intima natura. Come potresti trovare qualcosa che sei gi? E
come cercare i propri occhiali senza accorgersi di averli sul naso. Impegnati invece a fare pulizia
nella tua mente, con lunico scopo di eliminare tutto ci che non vero e che oscura la visione di
Chi Tu Sei. Questo il tuo compito.
Stai creando un mondo illusorio che non ha alcun senso apparente, e come tale ti terrorizza.
Ecco perch non riesci a percepire la felicit che fa gi parte del tuo essere. Qualsiasi tuo
problema solo il risultato di unallucinazione, creata da te come conseguenza del tuo sentirti
separato dal mondo che ti circonda. Lunico modo che hai per riscoprire Chi Sei veramente
eliminare tutte le scorie che stanno oscurando il tuo vero essere.
Il Maestro aveva perfettamente ragione. Credo che qualsiasi individuo viva nel costante terrore
che possa accadergli qualcosa di spiacevole. Nella mia esperienza di vita ho spesso avuto paura ad
affrontare le nuove sfide, e molte volte ho finito per rinunciare, preferendo rimanere allinterno della
mia zona di comfort, al riparo da qualsiasi imprevisto. Chiesi quindi al Maestro: Vorrei tanto
considerare i miei problemi come una semplice allucinazione, ma davvero difficile eliminare le
proprie paure. Il mondo sembra muoversi indipendentemente dalla nostra volont, pertanto viviamo
tutti con la costante paura che ci possa accadere qualsiasi cosa in qualunque momento,
indipendentemente da quelli che sono i nostri desideri.
Il Maestro mi fece cenno di far silenzio, e volgendo lo sguardo verso lalto disse: Ascolta quel
fruscio di foglie lontano... osserva le nubi lass mosse dal vento, o lo svolazzare di quelle
farfalle lUniverso che si mette in moto per esaudire i tuoi desideri. Nulla si muove senza uno
scopo. Anche il pi piccolo pulviscolo di materia, quando si muove, lo fa con lunico fine di
soddisfare le tue richieste. Esci dallottica di avere un corpo limitato nello spazio e separato da

tutto il resto. Inizia a considerare lintero Universo come il tuo corpo fisico. Cos come il tuo
cuore batte, e ogni cellula ha lunico obiettivo di tenerti in vita, cos ogni pi remota parte del
Cosmo ha come unico compito quello di agire per il tuo scopo.
Ma Maestro - obiettai sempre pi confuso - difficile credere a quello che mi sta dicendo,
perch non sempre i miei desideri vengono esauditi, e gli obiettivi che mi prefiggo sono spesso ardui
da raggiungere a causa dei mille impedimenti che si presentano sulla mia strada.
Il Maestro accenn un sorriso, e ondeggiando la testa in segno di totale disaccordo con quanto
stavo dicendo, rispose: Sei lontanissimo dalla verit. Continui a dibatterti nellassurda
convinzione che possa esistere solo quello che puoi concepire con la tua mente razionale,
confondendo i tuoi limiti con i limiti del mondo. Sei tu che frapponi mille impedimenti tra te e la
realizzazione dei tuoi desideri. Non c nulla e nessuno l fuori che possa farlo al tuo posto.
Inoltre, hai del tutto travisato il significato dei termini desiderio e scopo, usandoli non solo nel
modo sbagliato, ma credendo persino che abbiano lo stesso significato.
Di scopo ce n uno solo, ed quello di ritornare alla tua origine, per riscoprire Chi Sei
veramente. Bench tu creda di avere degli scopi da soddisfare in questa vita, in realt esiste solo
una meta finale, che quella del tuo risveglio definitivo. A questo mi riferisco quando dico che
lUniverso trama per soddisfare il tuo scopo. Non potrai sapere quando, ma un giorno lo
raggiungerai, impossibile fallire, perch come ti ho detto lintero Universo dalla tua parte.
Quelli che invece chiami desideri sono pressoch inesistenti, e di nessuna importanza per
lUniverso. Lui non li pu percepire, perch abitano nella tua mente razionale, quella parte di te
che vive costantemente nel buio dellillusione. Per lUniverso i tuoi veri desideri non sono altro
che le tue credenze, che poi si traducono nelle tue aspettative. Lintero tuo essere vibra
costantemente in accordo con tutto ci che tu credi sia possibile, ed quella vibrazione che crea
istante per istante il mondo di cui fai esperienza. Nulla potr cambiare nella tua vita se prima non
cambierai le tue credenze primarie, che attraverso la vibrazione che emanano si tramutano in veri
e propri ordini che lUniverso non pu far altro che eseguire. Se vuoi che i tuoi desideri diventino
realt, smetti di proiettarli nel futuro, e trasformali in ci che sei adesso. Fondili con le tue
credenze, facendo in modo che diventino una cosa sola. Sii ci che vuoi diventare, ma fallo nel qui
e ora, e vedrai che tutte le porte che credevi invalicabili si apriranno come per magia.
Nessun cambiamento duraturo, per, potr mai avvenire fino a che non acquisirai la
consapevolezza di Chi Sei veramente. Per farlo dovrai esercitarti con costanza e ferrea volont,
scovando e riconoscendo tutto ci che falso e che fa parte della grande illusione in cui sei
immerso.
La prego Maestro, mi insegni a farlo - chiesi trepidante - non vedo lora di iniziare. Mi dica cosa
devo fare e mi impegner con tutto me stesso.
Sai gi cosa fare, se hai ascoltato con attenzione ci che ti ho detto. Ritirati in meditazione,
almeno una volta al giorno, e dopo aver fatto il silenzio nella tua mente, a occhi chiusi, inizia ad
interrogarti su Chi Sei veramente. Fatti di continuo la domanda, e scarta qualunque ipotesi tu

possa fare al riguardo. Devi arrivare a percepire che tu sei al di l di ogni cosa la tua mente possa
concepire. Sei al di l del sogno, perch ne sei lorigine. Questo esercizio far scendere nel tuo
profondo lidea che il tuo Vero S non pu essere concepito o descritto, perch in quanto origine,
antecedente a qualsiasi altra cosa.
Tutta la mia attenzione era rivolta verso il Maestro, con lunico scopo di non perdere nemmeno
una parola di quello che stava dicendo
Dopo aver fatto questo esercizio per un po' - continu - riporta il silenzio nella tua mente,
riapri gli occhi e guarda tutte le cose che sono intorno a te, compreso il tuo corpo. Ogni volta che
il tuo sguardo o la tua mente si soffermano su un particolare oggetto, ripeti a te stesso che ci che
stai vedendo non reale, ma solo una tua creazione in cui hai profondamente creduto. Il tuo
compito abituare la mente a riconoscere come illusoria ogni cosa che viene percepita dai tuoi
sensi. In questo modo risalirai la spirale dellillusione, diradando un po' alla volta le nubi che
nascondono la luce della Verit.
Questo tutto, per oggi pu bastare. La tua mente ha ricevuto abbastanza materiale su cui
riflettere. Dedica il pomeriggio al riposo e alla meditazione. Senza lesercizio le mie parole sono
solo inutile cibo per la mente di superficie. Semplici curiosit intellettuali che moriranno insieme
al tuo corpo. Devi depositare nel profondo nuove credenze, facendo in modo che la conoscenza
diventi esperienza. Solo con la pratica possibile forgiare un essere nuovo. Ora va nella tua
stanza e medita su te stesso, alla ricerca della verit che gi dentro di te. Analizza ci che credi
di sapere e poniti le giuste domande con lunico scopo di mettere in discussione ogni tua certezza
attuale.
Se vuoi comprendere la verit devi prima demolire tutto ci che non vero. E ci che non vero
si dissolver come neve al sole di fronte alla luce della consapevolezza. Smetti di fare stupide
assunzioni, e metti sempre e comunque in dubbio tutto ci che credi di sapere. Solo ci che vero
resister alla prova del dubbio. Tutto il resto si riveler per quello che : nientaltro che nulla.
V, e inizia il tuo sacro percorso alla ricerca della felicit che gi dentro di te. Non aspetta altro
che essere riportata alla luce.
Detto questo si volt e si allontan, dirigendosi lentamente verso la cascata dacqua in fondo a
quel meraviglioso giardino. Io tornai nella grande sala, dove nel frattempo si erano radunati diversi
monaci a pregare. Mi sedetti in un angolo ad osservarli e ad ascoltare i loro meravigliosi canti.
Rimasi l fino allora del pranzo, ripensando alle incredibili cose che il Maestro mi aveva detto
quella mattina. Dopo un frugale pasto a base di riso e frutta mi ritirai nella mia stanza, dove passai il
resto della giornata ad esercitarmi come aveva detto il Maestro, finch la stanchezza non lasci il
passo ad un sonno ristoratore.

Non rammaricarti dei libri che non leggerai


Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: l in fondo, nell'angolo pi
oscuro del capitolo, c' una frase scritta apposta per noi.
- Pietro Citati

Puntuale come un orologio svizzero, anche quella mattina il suono dei cimbali si fece
inesorabilmente sentire. Quel tintinnio insistente, sempre pi intenso man mano che si avvicinava alla
porta della mia cella, aveva un effetto dirompente nella mia mente, strappando la coscienza dal sonno
profondo in cui era immersa, per riportarla alla realt di quella piccola stanzetta allinterno del
monastero tibetano, sperduto tra le cime dellHimalaya.
Anche senza orologio, avrei potuto scommettere che erano le cinque esatte del mattino. I monaci
tibetani hanno uno spiccato senso della puntualit, soprattutto quando si tratta di eseguire i loro
rituali. Riflettei sul fatto che per un monaco ogni attivit vissuta come se fosse un rito sacro,
persino nei riguardi delle cose che noi consideriamo pi banali, come versare del th, o annunciare
la sveglia mattutina. Mi chiesi il perch, e la risposta pi ovvia fu che la ritualit applicata a ogni
attivit giornaliera rappresentava il mezzo attraverso il quale ogni azione poteva essere eseguita con
la massima attenzione, come se fosse la cosa pi importante al mondo.
Mi tornarono allora alla mente i concetti che avevo appreso leggendo Eckhart Tolle, Gurdjieff e
altri, riguardo limportanza del silenzio mentale ottenuto attraverso la presenza e lattenzione
focalizzata nel qui e ora.
Era improvvisamente chiaro quale fosse il motivo di quella ritualit applicata con estremo rigore.
I monaci pongono la massima attenzione in tutto ci che fanno, e questo li porta a essere sempre nel
qui e ora, con il pieno controllo della propria mente. E questo, secondo gli insegnamenti del Maestro,
era il mezzo attraverso il quale si pu spegnere il rumore mentale, avvicinandosi cos alla verit, e
quindi alla felicit. Anche se lo avevo letto innumerevoli volte, solo in quel momento mi fu realmente
chiara la vera essenza del rituale: non importa cosa fai, ma come lo fai. In altre parole, stavo
percependo in modo netto che ci che davvero conta, nel raggiungimento della pace interiore, la
profondit con cui ci si immerge nelle azioni quotidiane.
Ragionai sul fatto che ogni religione ha i propri rituali, il cui fine ultimo quindi quello di
addestrare i fedeli alla disciplina della presenza e del vivere nel qui e ora, ma questo significato
purtroppo andato perduto negli insegnamenti di quasi tutte le religioni, ad eccezione forse di alcune
dottrine orientali.
Un semplice tintinnio, che una mente distratta avrebbe vissuto come qualcosa di molto fastidioso,
soprattutto se venuto ad interrompere il sonno alle cinque del mattino, aveva invece rappresentato per
me una preziosa occasione di riflessione, per arrivare a comprendere il vero scopo dei rituali e
limportanza della presenza. Interi volumi letti sullargomento non mi avevano donato la stessa
chiarezza di comprensione che quel suono, quella mattina, mi stava offrendo.
Ebbi allora lulteriore conferma che non solo gli insegnamenti del Maestro, ma ogni situazione in

quel monastero, se letta nella giusta chiave, rappresentava unoccasione preziosa per imparare
qualcosa, e questo piacevole pensiero mi accompagn per tutto il tempo che trascorsi nel prepararmi
alla lunga giornata che mi aspettava.
Quel giorno mi dissero che il Maestro mi avrebbe aspettato nella biblioteca del monastero, una
grande sala posta in un edificio che si trovava nella parte pi ad ovest del comprensorio, dove si
arrivava dopo aver attraversato un breve tratto allesterno, camminando su di un viale lastricato di
grandi sassi levigati, dal quale potevo ammirare limmensa valle che giaceva ai piedi della montagna
sulla quale eravamo. Lantica storia di quel luogo si rivelava anche attraverso la perfetta levigatura
di quei grandi sassi, resi cos lucidi dal passaggio di chiss quante paia di sandali, che lo avevano
calpestato lungo larco di innumerevoli secoli di storia.
Laria frizzante della mattina acuiva i miei sensi, rendendomi ancora pi attento e sensibile alla
maestosit di quel panorama. Un grande senso di eccitazione e di gioiosa attesa mi pervadeva, mentre
procedevo verso lenorme portone che si ergeva di fronte a me, alla fine di quel viale.
Il portone della biblioteca era maestoso, alto forse pi di tre metri, con le due ante di legno
antichissimo intarsiate con centinaia o forse migliaia di piccole figure sacre miste a ideogrammi, del
tutto incomprensibili per le mie limitate conoscenze di arte sacra orientale. La maestosit di
quellingresso faceva percepire al visitatore, ancor prima di entrarvi, la sacralit del luogo a cui
stava per accedere, e linestimabile valore dei libri che vi erano conservati.
La sua incredibile bellezza cattur inesorabilmente la mia attenzione, facendomi restare per un
attimo senza fiato, cos come si rimane di fronte a un bellissimo panorama.
Quel momento di contemplazione di fronte a tanta grandezza, come capii solo pi tardi, il mezzo
attraverso il quale si ottiene la sospensione momentanea del pensiero, una sorta di pulizia istantanea
della mente, volutamente indotta con lo scopo di portare il visitatore nel corretto stato mentale, al
fine di prepararlo allingresso in quel luogo venerabile. Chiss, forse questo uno dei motivi per cui
in passato sono state costruite cattedrali cos imponenti e di tale straordinaria bellezza, da lasciare
col fiato sospeso chiunque ne varcasse la soglia.
Entrai un po timoroso, cercando di scorgere allinterno dove si trovasse il Maestro. Gli occhi
ancora non abituati alla scarsa luminosit non mi aiutavano, quando a un tratto sentii chiara la sua
voce.
Entra pure. Devi imparare a non fidarti troppo dei tuoi occhi. Essi non vedono la realt. Tu
credi di non riuscire a scorgermi qui nella penombra, ma se provassi a fermare la tua mente per
ascoltare le tue sensazioni, sapresti immediatamente dove trovarmi.
Ora sapevo dove dirigermi, non perch avessi acquisito qualche capacit extra-sensoriale, ma
solo perch la provenienza della sua voce mi aveva dato un indizio preciso sulla direzione da
prendere. Mi voltai allora verso la mia destra, in direzione della sua voce, e dopo qualche passo
finalmente riuscii a scorgerlo. Era seduto di fronte a un grande tavolo di legno, circondato da decine
di libri accatastati. La fioca luce che penetrava da una piccola finestra alle sue spalle evidenziava

chiaramente la sua sagoma e quella dei libri intorno a lui.


Vieni e siediti mi ordin con tono pacato, indicandomi una panca posta di fronte a lui, sul lato
opposto del tavolo devi sentirti onorato continu perch pochi discepoli prima di te hanno
avuto il privilegio di varcare la soglia di questo luogo.
Perch Maestro? chiesi stupito mentre mi accomodavo I monaci non possono accedere alla
biblioteca del monastero?
Non ho detto monaci, ho detto discepoli. E tu sei ancor meno di un discepolo, poich ancora
credi nellesistenza di un mondo reale al di fuori di te. Il discepolo colui che si affaccia alla
dottrina con la curiosit di un bambino, spoglio di qualsiasi preconcetto o conoscenza pregressa.
Un discepolo ha ancora un passato, ma ha capito che non pu basarsi su di esso per comprendere
la realt del mondo che lo circonda.
Dopo una breve pausa continu: Sei entrato qui portando con te tutto il tuo mondo, che
composto esclusivamente dal tuo passato, o da quello che tu credi sia il tuo passato. Quella
zavorra appesantisce la tua mente, e la oscura quel tanto che basta per impedire che tu possa
cogliere i segnali che arrivano dai tuoi sensi pi sottili, sensi che nemmeno sospetti di possedere.
Mi ero appena seduto e gi ero stato investito da una valanga di nozioni che a fatica riuscivo a
mettere in ordine nella mia mente. Volevo fargli alcune domande, ma blocc sul nascere il mio timido
accenno a parlare...
Questa sala non buia, ma il buio che tu credi di vedere solo la proiezione delloscurit che
dentro di te. Il mondo potrebbe essere per te un posto luminosissimo, anche nelle notti senza
Luna, ma quella luce devi averla dentro per poterla proiettare e percepire allesterno. Fino a che
non sarai in grado di farlo, continuerai ad aver bisogno di una luce esterna per vedere. Il mondo
solo una proiezione del tuo essere, o pi esattamente di quello che tu credi sia il tuo essere. Sei
unentit di Luce, e potresti percepire con chiarezza questo luogo come se ci fosse un Sole al suo
interno, ma non credi di esserlo, e allora proietti la tua credenza al di fuori di te, percependo
questo posto come un luogo buio, in assenza di altre fonti di luce.
Vedendo la mia espressione incredula di fronte ad affermazioni cos lontane dal modo di pensare
comune, continu con una serie di esempi
Esistono maestri di arti marziali che possono combattere con gli occhi bendati, e sconfiggere
senza difficolt qualunque avversario. Qualcuno pu perfino scagliare una freccia e colpire con la
massima precisione il centro di un bersaglio posto a diversi metri di distanza, senza utilizzare la
vista. Come credi sia possibile? Nessuno scienziato del tuo mondo sarebbe in grado di dare una
spiegazione a questi fenomeni, eppure essi esistono. Quelle persone possono vedere, ma per farlo
non hanno bisogno degli occhi.
Sono probabilmente persone in possesso di doti particolari ribattei per niente convinto di
quella mia ipotesi improvvisata.

Niente affatto. Anche tu potresti farlo. Avresti sicuramente bisogno di un ferreo e lungo
addestramento, questo certo, ma non servono doti particolari di alcun genere. Tutti gli esseri
umani sono in possesso di queste facolt, ma hanno dimenticato di averle.
Poi, avvicinando il suo viso al mio, e abbassando un po il volume della voce, quasi a porre
laccento sulla solennit di quanto stava per rivelarmi, continu:
La verit che non credi di avere queste facolt, ed proprio questa tua mancanza di fiducia
che ti rende impossibile accedere a un diverso livello di percezione. Stai sognando una realt che
non fa altro che obbedire al tuo volere, e il tuo volere di non ricordare, almeno per ora, che tu
possieda queste facolt. Sei un Dio cos potente che pu anche scegliere di dimenticare di esserlo.
Ma sei qui per ricordare, e un giorno ricorderai chi sei veramente probabilmente ci vorranno
altre vite, ma arriverai a ricordarlo di sicuro, perch questo lo scopo, lunico scopo per cui hai
deciso di sognare e sperimentare questa realt.
Nel frattempo i miei occhi, che si stavano abituando alla penombra di quel luogo, incrociarono lo
sguardo penetrante del Maestro. Mi resi subito conto di non essere in grado di sostenere quello
sguardo, poich i miei occhi si volsero istintivamente altrove per cercare un luogo pi confortevole
dove guardare. Avevo di fronte a me la prova evidente di quanto lo sguardo di un uomo rifletta in
modo inequivocabile il livello del suo essere interiore, e la mia difficolt a sostenere lo sguardo del
Maestro rivelava limmenso divario che esisteva tra noi due.
O almeno cos credevo. Non so se mi lesse nel pensiero, o se pi semplicemente not quel mio
gesto istintivo di volgere lo sguardo altrove, perch subito mi ammon dicendomi:
Qualunque ipotesi tu possa fare riguardo alla tua difficolt a sostenere il mio sguardo,
unipotesi sbagliata. Non esiste alcuna differenza tra i nostri esseri. Ognuno manifesta allesterno
esattamente quello che pensa di essere, e se tu credi di occupare un livello inferiore rispetto al
mio nella scala dellevoluzione personale, allora questo quello che sperimenterai. Ma non
perch questa sia la verit assoluta. Come ti ho gi detto, stai creando una realt che rispecchia
le tue credenze pi intime.
Stavo ancora ragionando su quanto avevo appena ascoltato, che subito continu rincarando la
dose:
Cos come qualunque cosa che ti circonda, anchio rappresento solo una proiezione del tuo
essere, e questo vuol dire che vedi in me ci che ti appartiene. La mia saggezza la tua saggezza,
e il fatto che tu la possa notare la prova evidente che dentro di te, in qualche angolo nascosto e
ancora inesplorato, c un Essere ben pi grande di quanto tu possa anche lontanamente
immaginare.
La sua saggezza la mia saggezza stupefacente considerazione, non avevo mai pensato alla cosa
in questi termini. Avevo letto molto sulla legge dello specchio, ma a queste conclusioni non ero mai
arrivato. Chiunque spiega questa legge, infatti, ne parla di solito facendo riferimento alle
caratteristiche negative che non ci piacciono negli altri. Questo diverso modo di concepire questa

legge dellUniverso era del tutto nuovo per me, e il Maestro doveva averlo intuito, perch continu
approfondendo il concetto:
Non puoi apprezzare la bellezza di un panorama o di unopera darte, se quella bellezza non
gi presente in te, cos come non puoi notare la saggezza di un uomo se quella saggezza non ti
appartiene. Il mondo che vedi lo stai creando tu, proiettando allesterno le caratteristiche del tuo
essere. Devi smettere di credere che qualcosa possa esistere indipendentemente da te.
Sei la causa del tuo sogno, non leffetto. Ora sai che un sogno non pu esistere senza un
sognatore, e cos la saggezza che vedi in un altro non pu esistere se non come proiezione della
tua stessa saggezza.
Ancora una volta il Maestro mi metteva di fronte allidea che stessi vivendo allinterno di un
sogno. Mi tornarono cos alla mente le varie teorie che avevo letto sulla natura illusoria della realt
che percepiamo. Avevo letto molto sulla fisica quantistica, e sapevo perfettamente che a livello
microscopico la materia non esiste fino a che un osservatore non decide di osservarla. Prima
dellosservazione ogni particella esiste solo come unonda di probabilit, e quindi mi era abbastanza
chiaro che il mondo cos come lo percepiamo non ha alcuna consistenza reale che sia indipendente
dallosservatore. Il fatto per che fosse tutto un sogno contrastava fortemente con lidea che mi ero
fatto della realt, creata attraverso lesperienza dei cinque sensi.
Bench non avessi mai esaminato a fondo questargomento, relegandolo sempre tra le cose
curiose che forse un giorno avrei approfondito, mi stavo rendendo conto che non potevo pi fare a
meno di affrontarlo. Fin da subito il Maestro, infatti, mi aveva messo di fronte ad una visione del
mondo totalmente diversa, interamente basata sul fatto che lesperienza terrena non fosse altro che
unillusione creata dalla mia mente. A quanto pare quellidea era di fondamentale importanza, e su di
essa il Maestro basava gran parte del suo insegnamento. Avevo meditato molto sulla questione
durante gli esercizi del giorno precedente, e mi erano venute in mente una moltitudine di domande da
porre al Maestro, per poter finalmente far luce sulle apparenti contraddizioni che lidea di un mondo
immaginario metteva in evidenza.
Maestro provai allora a chiedere se tutto ci che vedo intorno a me solo il frutto di un
sogno, chi che sta sognando? Dovrei forse supporre che io non esisto, e che sono solo una fantasia
nella mente di qualcun altro?
Stai ponendo la domanda sbagliata mi apostrof, accompagnando le sue parole con un gesto
di diniego della testa E il tuo ego che sta parlando in questo momento, e sta esprimendo tutta la
sua preoccupazione per la sua sopravvivenza. Quando dici io stai parlando di unentit che non
esiste. Ci che chiami io solo la somma di tutte le esperienze che sono nella tua memoria, alle
quali ti aggrappi disperatamente per creare una tua identit. Si tratta per solo di un inganno del
tuo ego, che fa di tutto per farti credere di esistere come essere separato dal resto del mondo. Non
esiste il mondo, ma solo il tuo mondo. Quel mondo composto esclusivamente dal tuo passato,
ed esiste solo nella tua memoria, non ha nulla a che fare con Chi sei veramente.
Per effetto del tuo sogno sei arrivato a credere in uninfinit di cose che non esistono, come il

concetto di io, mio, tuo, passato e futuro, giusto e sbagliato. Sei prigioniero di un sogno in cui
sogni cose che non hanno alcuna consistenza reale, ma di questo abbiamo in parte gi parlato.
Oggi voglio approfondire altri aspetti del sogno.
Poi, con tono pi rassicurante, come a voler evidenziare il messaggio positivo che stava per
darmi, continu:
Tu esisti, esisti eccome, ma non nella forma che credi. In verit il tuo vero essere non ha
alcuna forma. Tu non sei qualcosa o qualcuno, tu sei e basta. Non sei n il tuo corpo, n la tua
mente, poich fanno parte anchessi del sogno, essendo solo il frutto dellillusione che stai
creando. Mi hai chiesto chi che sta sognando. Naturalmente il tuo Vero S che sogna, ma non
provare a immaginarlo, perch non possibile arrivare a comprenderlo con lintelletto o la
ragione.
Maestro, impossibile non provare a immaginarlo protestai la mente ha bisogno comunque di
qualche tipo di rappresentazione per comprendere un concetto. Il mio Vero S lo immagino come un
immenso essere di luce, che dentro, o al di sopra di me. So che non limmagine corretta, ma devo
necessariamente
Smisi subito di parlare, perch mi accorsi che il Maestro mi stava guardando con unespressione
sorpresa, incredulo per quellimprovvisa reazione alle sue parole. Un attimo dopo potei chiaramente
scorgere nel suo sguardo tutta la compassione per quel piccolo sfogo, e la sua amorevole
disponibilit a comprendere la mia evidente frustrazione per concetti cos lontani da qualsiasi cosa
avessi mai concepito fino ad allora.
Fece trascorrere qualche secondo prima di rispondere. Sapevo che quella pausa era per
concedere alla mia mente una pausa di riflessione, e permettermi cos di ritrovare la centratura
necessaria per continuare ad ascoltare le sue parole: Non esiste unimmagine corretta rispose
con tono rassicurante visualizzalo pure, se vuoi, il tuo S, ma importante che tu distingua tra
Colui che osserva e loggetto osservato. Quello che stai cercando di visualizzare Colui che crea
il sogno, e allo stesso tempo lo osserva per poterne fare esperienza. Quindi il tuo Vero S Colui
che osserva.
Nel momento in cui tenti di visualizzarlo, la tua mente costretta a rapportarlo a qualcosa di
conosciuto, per esempio un essere di luce, come nel tuo caso. E il comportamento normale di una
mente meccanica, che pu solo basarsi sul suo passato per comprendere qualcosa, non te ne devi
rammaricare. Qualunque cosa tu possa immaginare a livello razionale, infatti, deve
necessariamente essere gi stata catalogata dalla tua mente, altrimenti non potresti concepirla o
visualizzarla. E qualcosa che deve far parte del tuo mondo conosciuto, cio del tuo passato.
In effetti, ragionai, quello che non avevo mai considerato che tutto il mondo a me conosciuto
costituito da cose appartenenti al mio passato. Non posso concepire alcunch, senza necessariamente
usare immagini gi memorizzate nella mia mente, per rappresentarlo. E come con i mattoncini della
Lego: posso costruire qualsiasi cosa, ma solo nei limiti di ci che possibile fare con il set di
mattoncini a mia disposizione.

LOsservatore non pu essere legato al passato continu il Maestro Perch quel passato
esiste solo nel tuo sogno, e lOsservatore un essere che vive al di fuori di esso, al di l del tempo
e dello spazio. Per poterlo afferrare dovresti riportarlo alla mente e dargli una forma, facendolo
cos diventare una delle tante manifestazioni del tuo sogno. In quel preciso istante per lo
perderesti, perch cesserebbe di essere lOsservatore, per diventare loggetto osservato.
E come tentare di afferrare la Luna riflessa in una pozza dacqua. Nel momento in cui provi a
farlo, lacqua mossa dalla tua mano si increspa e rompe limmagine riflessa, rendendo vano il tuo
gesto. Scopri cos che il riflesso della Luna non la Luna.
Ecco perch lOsservatore non pu essere osservato, ed ecco perch ti ho detto che non serve a
nulla immaginarlo. Esattamente come ti ho gi detto di fare, per scoprire Chi sei veramente poniti
la domanda, e poi scarta qualunque ipotesi tu possa fare al riguardo.
Ho provato ieri sera a fare questo esercizio, Maestro, ma il dover scartare qualunque ipotesi mi
ha fatto pensare che non potr mai arrivare a conoscere il mio Vero S obiettai.
Non devi arrivare da nessuna parte, perch tu sei gi a destinazione, sei gi il tuo Vero S.
Non puoi conoscerlo, perch la conoscenza implica che vi siano due soggetti distinti, colui che
conosce, e il conosciuto, ma tu e il tuo Vero S siete la stessa cosa, siete indivisibili. Locchio non
pu vedere se stesso, cos come la percezione non pu essere percepita.
Lunica cosa che puoi tentare di fare sentire di essere il tuo Vero S. Puoi soltanto mettere a
tacere la mente e immedesimarti in esso, diradando la nebbia che ti tiene lontano dalla verit, fino
ad arrivare a percepire che non esiste alcuna separazione. Non puoi osservare il tuo Vero S, puoi
solo esserlo.
Poi, avvicinandosi con il viso e guardandomi dritto negli occhi per assicurarsi di catturare tutta la
mia attenzione, continu:
Se vuoi fare esperienza del tuo Vero S, questa sera quando farai gli esercizi di meditazione,
invece di limitarti a ottenere il silenzio nella tua mente, dedicati alla totale contemplazione di te
stesso
Capii che stava rivelandomi qualcosa di molto importante, perci diedi unocchiata veloce al mio
piccolo registratore, per essere sicuro che stesse funzionando regolarmente e non perdesse nemmeno
una parola di quel prezioso discorso.
Osserva in modo distaccato i tuoi pensieri come se non ti appartenessero, e lasciali andare,
senza giudicarli n trattenerli continu scandendo con cura le parole non dovrai opporre alcun
tipo di resistenza, e se riuscirai a non identificarti nei tuoi pensieri, vedrai che pian piano
saranno sempre meno numerosi, e meno frequenti.
Osserva allora lintervallo tra un pensiero e laltro, e fissa tutta la tua attenzione su quel breve
momento di silenzio. Scoprirai a quel punto che la tua vera natura il silenzio stesso, che fatto
di pura consapevolezza. Diventa quel silenzio, fonditi con esso. Devi diventare consapevole della

tua consapevolezza, sentendo che quella la tua unica e vera essenza.


Mi guardava fisso negli occhi, attirando la mia totale attenzione, con tale intensit da anestetizzare
la mia parte razionale, fino a rendere del tutto impossibile distogliere gli occhi da quello sguardo.
Era come se avesse aperto un canale diretto verso la mia mente, attraverso il quale trasferiva tutto il
suo immenso sapere.
Devi percepire quello stato di immutabile e silenziosa attenzione, che il sottofondo di
qualsiasi pensiero possa affacciarsi nella tua mente. Quella la tua consapevolezza, la porta per
accedere al tuo vero essere, che esiste ancor prima, e a prescindere, da qualsiasi altro pensiero o
percezione. E lo schermo bianco sul quale il film dellintera tua esistenza viene proiettato. Sentiti
tuttuno con essa, e avrai compreso qual la direzione verso cui devi condurre la tua ricerca,
perch quella consapevolezza sei tu. E la porta attraverso cui il tuo percorso di risveglio deve
necessariamente passare.
Ti ho appena svelato qual il vero significato della meditazione. E un regalo inestimabile,
fanne tesoro. Pochi arrivano a comprendere che il saggio non medita per cercare se stesso, ma per
esserlo.
Rimase cos a guardarmi per alcuni interminabili secondi, quasi a volersi sincerare che quelle
parole si fossero depositate per bene nella mia mente. Dopo di che si alz lentamente dalla sedia, e
mi fece cenno di fare altrettanto. Feci un po' di fatica per uscire da quello stato semi-ipnotico, e
riprendere di nuovo coscienza del mio corpo e del luogo in cui mi trovavo. Mi alzai per seguirlo
allinterno di quellenorme sala semi buia, camminando in uno dei corridoi ricavati tra due alte
scaffalature ricolme di volumi. Potevo percepire nettamente tutto il peso della sapienza contenuta in
quei tomi, che impregnava di solenne sacralit latmosfera di quel luogo.
Chiss quale e quanta saggezza era racchiusa in quei volumi, molti dei quali erano rimasti celati
agli occhi del mondo da tempo immemorabile. Provai un leggero senso dinvidia per il Maestro, e
per tutti coloro che come lui avevano avuto il privilegio di accedere a quellimmensa ricchezza. Mi
chiesi se sarebbe bastata unintera vita per leggere anche soltanto un decimo di tutti i libri sui quali i
miei occhi riuscivano a posare lo sguardo. Arrivati circa a met di quello stretto corridoio, il
Maestro si ferm e si volt verso di me, indicandomi con un ampio gesto del braccio tutti i volumi
che erano intorno a noi.
In questo luogo racchiusa unantica sapienza, tramandata di generazione in generazione,
grazie al meticoloso lavoro di raccolta fatto dai monaci che hanno abitato nei secoli questantico
monastero.
Alcuni libri sono scritti in lingue ormai dimenticate, che nessuno pi in grado di interpretare,
e altri sono stati erosi dal tempo, fino a diventare del tutto illeggibili. Questo per non toglie a
quei volumi neanche un po' del loro immenso valore. Se qualcuno li ha scritti, perch la
conoscenza contenuta in essi potesse essere rivelata al mondo, e nel preciso istante in cui sono
stati scritti, quella conoscenza entrata a far parte della consapevolezza universale, che mai
andr perduta, anche se le parole che la descrivevano non sono pi leggibili.

Inizialmente non riuscivo a comprendere come questo fosse possibile, ma poi mi ricordai di aver
letto che accaduto a volte che una stessa invenzione o scoperta scientifica fosse concepita
contemporaneamente in luoghi molto distanti, da persone che non erano mai entrate in contatto tra di
loro. Alcuni ipotizzano lesistenza di una Coscienza Globale contenente tutto il sapere umano, con la
quale ognuno di noi in costante collegamento, anche se solo a livello inconscio. Questo
spiegherebbe lidea del Maestro, secondo la quale un concetto, una volta espresso, entra a far parte
in modo definitivo del sapere comune, indipendentemente dalla disponibilit del libro su cui stato
scritto.
Pensai che sarebbe stato bello poter leggere qualcosa di quellimmensa biblioteca, cos non potei
fare a meno di chiedere: Maestro, vorrei tanto poter accedere anche solo a una piccola parte di tutta
questa
Non mi fece terminare la frase, perch aggrott le sopracciglia, e con un gesto della mano mi fece
cenno di restare in silenzio, e continuare ad ascoltarlo.
Non rammaricarti dei libri che non hai letto e che non potrai mai leggere. Non devi mai
rammaricarti di nulla, perch in questo modo negheresti il tuo immenso potere. Sto per rivelarti
unimportante verit, ma devi far tacere la mente e smettere di tentare di applicare la ragione a
ci che sto per dire.
Questi libri, anche se credi di non averli mai letti, li hai scritti tu. Lintero Universo dentro di
te, non dimenticarlo mai. Ogni evento che accade nella tua vita, ogni maestro che incontri, ogni
libro che apri, stato volutamente messo sulla tua strada dal tuo Vero S, affinch tu possa trarne
vantaggio lungo il cammino verso la realizzazione della tua vera essenza.
Molti dei libri contenuti in questa biblioteca li conosci gi, fanno parte da tempo del tuo
essere, anche se scritti in lingue ormai dimenticate. Altri ancora contengono informazioni che non
ti sarebbero di alcun aiuto in questo momento, perch non saresti ancora in grado di recepirle a
livello razionale. Non rammaricarti quindi dei libri che non leggerai, o dei maestri che non
incontrerai. Hai architettato tutto in modo impeccabile, affinch tu possa arrivare a leggere solo i
libri giusti al momento giusto, con lunico scopo di aumentare la tua consapevolezza.
Sicuramente la mia espressione stava tradendo lestrema difficolt che avevo a credere in quelle
parole, perch continu: Finch negherai ci, negherai il tuo potere, e poich ogni tuo pensiero e
ogni tua credenza legge assoluta e inviolabile per lUniverso, otterrai come risultato
limpossibilit ad accedere a quel potere e manifestarlo. Ricorda, tuo il potere, anche di
ignorare di averlo.
Avevo scritto io tutti quei libri? Non arrivavo a comprendere fino in fondo cosa volesse dire con
quella frase. Ero davvero confuso, ma come mi aveva chiesto il Maestro, evitai di tentare di usare la
razionalit per spiegare qualcosa che evidentemente andava oltre ogni ragionamento logico. Chiesi
allora al Maestro di poter leggere qualcosa sullargomento, in modo da avere un testo su cui riflettere
e magari fargli delle domande nei giorni seguenti.

Sapevo che mi avresti chiesto di leggere qualcosa che avesse a che fare con ci che ti sto
dicendo. La tua mente confusa, e cerca quindi un appiglio a cui aggrapparsi per tentare di
riportare le cose allinterno degli schemi consueti. Quello che ti sto dicendo, infatti, non fa parte
delle tue esperienze passate, non ancora almeno.
La strada verso la realizzazione del proprio S continu deve necessariamente passare
attraverso lannullamento del proprio passato, e ci che ti dico ha proprio lo scopo di demolire
nella tua mente tutto ci che fa parte del tuo mondo conosciuto. Accetta lapparente confusione,
non resisterle, perch solo attraverso di essa che potrai costruire una nuova consapevolezza.
Non puoi erigere un nuovo palazzo senza prima abbattere il vecchio edificio che ne occupa il
terreno. Questa la via, ma comprendo la tua confusione. Seguimi, e ti dar ci che hai chiesto.
Sincammin lungo lo stretto corridoio, e io lo seguii senza fiatare, rallegrandomi in cuor mio per
la concessione che il Maestro stava per farmi. Arrivammo davanti a uno scaffale impolverato dal
quale estrasse un piccolo libro dalla copertina rigida di color marrone, chiuso da un nastro rosso
legato con un fiocco. Ci soffi sopra con delicatezza, per ripulirlo dalla polvere che vi si era
depositata.
Non aprirlo fino a che non sarai arrivato nella tua stanza mi ammon mentre mi consegnava
il libro probabilmente il suo contenuto ti stupir, ma prova a ricordare quello che ci siamo detti
in questa biblioteca, e forse riuscirai a comprendere. Vai ora a fare i tuoi esercizi di meditazione,
ci vediamo questa sera per consumare la cena insieme agli altri discepoli.
Detto questo, fece un piccolo inchino con la testa, e mi indic con un braccio la direzione verso il
grande portone della biblioteca. Rimase immobile in quella posizione, con la testa rivolta verso il
basso, facendomi cos comprendere che il nostro incontro per quella mattina poteva considerarsi
concluso. Ricambiai linchino e mincamminai lentamente verso luscita, stringendo al petto con
ambedue le mani il prezioso libro che avevo appena ricevuto in dono.

Il libro bianco
Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica, ma cosa vuole dire.
- Umberto Eco

Rientrai trafelato passando per la grande sala del monastero, e mi diressi a passo veloce verso le
scale che conducevano al dormitorio. Salii i gradini a due a due a gran velocit, nonostante i sandali
e il lungo saio non mi agevolassero nei movimenti. Non staccai un solo attimo il libro dal mio petto,
e lo tenni stretto a me con tutte e due le mani fino a che non arrivai nella mia cella. Una volta entrato,
notai con sorpresa che, nonostante non fosse ancora lora del pranzo, sul tavolo cerano una ciotola
con allinterno qualcosa di caldo e fumante, con accanto della frutta. Evidentemente, pensai, il
Maestro aveva disposto che mi fosse portato il pranzo in camera affinch potessi leggere con
tranquillit il libro e fare le dovute meditazioni giornaliere, senza avere la necessit di uscire per
mangiare. Al momento, comunque, non avevo molta fame, ed era tanta la voglia di leggere quel libro
che decisi di ignorare il cibo. Avrei mangiato pi tardi con calma.
Se il Maestro mi aveva concesso di mettere le mani su quel libro, pensai, evidentemente aveva
ritenuto che il suo contenuto fosse davvero importante per me. Ripensai al fatto che nella biblioteca
di quel monastero erano racchiuse conoscenze a cui forse nessun uomo occidentale aveva mai potuto
accedere, e io ero il primo ad aver avuto finalmente quellimmenso privilegio. Una cosa da poter
raccontare un giorno ai miei nipoti, pensai con orgoglio. Eccitato come un bambino che si trova
davanti a un regalo da scartare, iniziai a sciogliere il nodo che teneva legato il nastro, chiedendomi
nel frattempo in quale lingua fosse scritto il libro. Stranamente sulla copertina non cera alcuna
dicitura o segno che mi potesse aiutare in tal senso. Doveva essere necessariamente scritto in inglese,
pensai, o comunque in qualche lingua occidentale. Il Maestro, infatti, sapeva benissimo che non avrei
potuto leggere testi in lingua orientale, men che meno se scritti in strani ideogrammi per me
incomprensibili.
Finalmente riuscii a sciogliere il nodo e ad aprire il libro. Le prime pagine erano del tutto
bianche... Ok, mi dissi, un tempo si usava inserire alcune pagine bianche allinizio dei libri, faceva
parte del processo di rilegatura manuale. Continuai a sfogliarlo alla ricerca della prima pagina da
leggere ma niente, erano tutte inesorabilmente bianche. Sfogliai velocemente tutte le pagine
scorrendo il pollice sul bordo laterale del libro. Ripetei la cosa pi volte, in tutti e due i versi, nella
vana speranza di scorgere almeno una pagina contenente qualcosa. Assolutamente nulla. Il Maestro
mi aveva consegnato un libro completamente bianco.
Cosa avr voluto dirmi con quel libro vuoto? - pensai - qual era il messaggio, ammesso che ci
fosse un messaggio da comprendere? Ricordai che il Maestro mi aveva detto una frase riguardo al
contenuto quando mi consegn il libro. Presi allora il mio piccolo registratore portatile e cercai
laudio del momento esatto in cui ricevetti il libro dalle sue mani. Le parole del Maestro furono:
...probabilmente il suo contenuto ti stupir, ma prova a ricordare quello che ci siamo detti in
questa biblioteca, e forse riuscirai a comprendere. Cosa voleva dire con quella frase? Aveva forse
a che fare con il fatto che secondo il Maestro ero io lautore dei libri presenti in quella biblioteca?
Ma in questo caso cosa centrava un libro totalmente bianco? Un libro senza contenuti non ha bisogno

di alcun autore. Ero decisamente confuso, e nonostante mi arrovellassi a cercare di comprendere il


significato nascosto di quel libro bianco, non riuscivo proprio ad arrivare a nessuna conclusione che
avesse un senso.
Ma forse era proprio quello il problema. Pi volte il Maestro mi aveva ammonito a non tentare di
usare la ragione per comprendere i suoi insegnamenti. Purtroppo, per, era proprio quello che stavo
facendo in quel frangente. Mi stavo aggrappando alla mente razionale, lunica risorsa che, almeno
apparentemente, credevo di avere a disposizione in quel momento per risolvere il problema. Oramai
avevo capito, grazie agli insegnamenti del Maestro, che la mente non pu che formulare ipotesi
basandosi su ci che gi contenuto nella memoria. Quel libro bianco, e lo sforzo che ne era
derivato di trovargli un significato, mi stavano dimostrando in modo evidente quanto il Maestro
avesse ragione. Nulla di nuovo pu emergere dal solo rimpasto di cose passate. La mia esperienza
pregressa non serviva a nulla di fronte a una situazione che rompeva in modo netto tutti gli schemi
consueti con cui la mente abituata a ragionare.
Dato che il libro non conteneva nulla da leggere, e visto che comunque mi ero impegnato a
eseguire le pratiche che il Maestro mi aveva indicato, non restava altro che impiegare il tempo nel
modo pi proficuo possibile, facendo gli esercizi di meditazione. Ricordai che il Maestro mi aveva
suggerito di analizzare sempre le mie sensazioni, e di osservare con distacco la mente per essere
cosciente il pi possibile dei suoi meccanismi interni. E cos decisi di fare quel pomeriggio, per
iniziare a sperimentare questo particolare lavoro di introspezione. Consumai allora velocemente il
pasto che avevo trovato sul tavolo, dopo di che mi sedetti sul letto in una posizione comoda e, ad
occhi chiusi, iniziai ad osservare i miei pensieri in modo distaccato, lasciandoli fluire senza alcuna
interferenza, esattamente come mi aveva suggerito il Maestro.
La mente, come forse era logico che fosse, torn immediatamente col pensiero a quel libro bianco,
riprendendo in modo meccanico a formulare ipotesi sul suo reale significato. Mi resi allora conto in
che modo la mente cercava inutilmente di trarre delle conclusioni logiche dai dati a sua disposizione.
Questo meccanismo, naturale ed estremamente utile nelle situazioni in cui si deve prendere una
decisione sulla base di fatti conosciuti, risulta del tutto inefficiente in tutti i casi in cui le
caratteristiche del problema da affrontare non trovano riscontro allinterno delle esperienze vissute.
Quello che succede che, non avendo di solito un controllo sui meccanismi che scattano nella nostra
mente, tendiamo a lasciarla andare in modo del tutto automatico, ed normale quindi che finiamo per
applicare sempre gli stessi schemi di pensiero, anche quando questo approccio non pu portare ad
alcun risultato concreto.
Bench non avessi ancora la pi pallida idea del reale significato di quel libro bianco, di sicuro
stavo imparando ad osservare in modo distaccato ci che accadeva al mio interno di fronte ad una
situazione inconsueta, e ad apprezzare lefficacia di questo utile esercizio. E incredibile quante cose
si scoprono quando si comincia ad osservare in modo distaccato la propria mente, e come ci si renda
conto della sua assoluta meccanicit, effetto del profondo addormentamento in cui siamo
costantemente immersi. Attraverso quellesperienza mi stavo rendendo conto di quanto sia
impossibile comprendere cosa voglia dire essere svegli, almeno fino a che non si prova
lesperienza della presenza, ottenuta attraverso losservazione distaccata della propria mente. Ci si

accorge allora che quello che chiamiamo il normale stato di veglia, altro non che uno stato di
profondo addormentamento. In quello stato del tutto impossibile ascoltare i segnali che provengono
dal nostro Vero S. Losservazione distaccata e la meditazione pertanto rappresentano lunica via per
calmare la mente e attenuare il rumore di fondo, in modo che limmensa saggezza della nostra essenza
divina possa emergere e farsi sentire nel modo in cui sa fare, e cio attraverso intuizioni, sensazioni,
premonizioni.
Quando si comprende limportanza e il potere derivante dallauto-osservazione si apre la strada a
un nuovo modo di usare la mente. Ti rendi conto che pu diventare il tuo migliore alleato,
rappresentando il ponte di collegamento verso il tuo Io Superiore, che in definitiva ci che sei
veramente. Una comprensione che pu davvero cambiarti la vita.
In fondo, pensai, gi quello era un ottimo risultato, e non mi sarei affatto stupito se avessi scoperto
che lindurmi a fare un lavoro di introspezione era, se non lunico, almeno uno dei motivi per cui il
Maestro quella mattina mi aveva donato un libro totalmente bianco. Le ore che mi separavano dalla
cena trascorsero molto velocemente. Durante la meditazione la cognizione del trascorrere del tempo
molto diversa rispetto a quella che si ha durante il normale stato di veglia. Quando si
completamente immersi in qualche attivit che occupa per intero la mente, infatti, il tempo sembra
scorrere molto pi velocemente, e la noia in quei casi solo un concetto astratto. Non saprei dire
dove, ma ricordo di aver letto da qualche parte che il tempo impiegato a meditare rallenta
notevolmente il processo di invecchiamento del corpo. E come se avvenisse una sospensione
momentanea dellinesorabile trascorrere del tempo. Chiss, pensai, forse quello uno dei motivi per
cui mediamente i monaci tibetani vivono fino a et molto avanzate.
Era finalmente arrivata lora della cena, e iniziai quindi a preparami per scendere nella grande
sala del monastero. Ero davvero impaziente di incontrare di nuovo il Maestro per chiedergli qual era
il significato di quel libro bianco, e tra non molto avrei finalmente avuto loccasione per farlo. Scesi
cos le scale che conducevano nella grande sala del monastero, e mi recai nella stanza destinata al
convivio, ricavata in un locale attiguo alla sala centrale, a cui si accedeva passando per un grande
arco variopinto e decorato da innumerevoli figure sacre ed ideogrammi.
Nella sala cerano quattro file di tavoli posti parallelamente tra loro, alti non pi di una ventina di
centimetri, tant che ci si poteva accomodare solo stando seduti a gambe incrociate su dei grandi
cuscini color porpora, posti su ambo i lati di ogni tavolo. Cera un andirivieni di giovani monaci che
portavano una moltitudine di ciotole contenenti ogni ben di Dio: riso, legumi, vegetali di ogni tipo,
zuppe fumanti e vassoi ricolmi di frutta, sia fresca che secca. Insomma, una vera festa, sia per gli
occhi che per il palato. Ancora nessun monaco si era accomodato ai tavoli, pertanto rimasi in piedi in
un angolo della sala ad osservare, cercando di non intralciare il movimento di chi stava portando le
pietanze.
Ebbi allora modo di notare ancora una volta lespressione gioiosa nei visi di tutti i monaci
presenti in quella sala. Non mi ci ero ancora abituato, evidentemente, visto che continuavo a notarla.
Eppure, pensai, quella era una sera come tante altre. Una normalissima cena, uguale a quelle che
venivano consumate tutte le sere in quel monastero, con le stesse persone, negli stessi luoghi, con le
stesse modalit. Nulla di speciale. Ecco, ora sapevo che la chiave di tutto risiedeva proprio in quelle

parole quasi magiche: nulla di speciale. Non ci vuole nulla di speciale, infatti, affinch si provi
gioia. Quei monaci sorridenti erano la prova tangibile di quanto fosse vero quello che mi aveva
insegnato il Maestro. E ora sapevo per certo anche unaltra cosa: la gioia, quella vera, quella pura
che nasce dal cuore, contagiosa.
Erano bastati solo due giorni di permanenza in quel monastero per cambiare in modo radicale il
mio stato danimo. Non so se la causa fosse da ricercare nei discorsi illuminanti del Maestro, o
nellatmosfera serena di quel monastero, oppure nelle meditazioni che facevo ogni pomeriggio o,
piuttosto, in tutte queste cose messe assieme, ma cera qualcosa in me che stava cambiando in modo
permanente e irreversibile. Percepivo in modo netto che non sarei pi stato quello di prima. Una
parte di me stava morendo per far posto ad una persona del tutto nuova, che guardava alla vita con
occhi diversi. Il pensiero costante, indotto dagli insegnamenti del Maestro, che tutto fosse una
semplice illusione, mi faceva sempre pi rendere conto del fatto che la vita non altro che un
bellissimo gioco, e che il mio compito quello di godermi la giostra e far emergere in modo naturale
la gioia che dentro di me. Forse non ero ancora arrivato al punto di provare felicit incondizionata,
ma la pace mentale e la nuova visione del mondo che quei due giorni di permanenza mi avevano
donato li consideravo gi un grande risultato di cui essere grato.
Allimprovviso tutti i presenti si fermarono, indipendentemente da quello che stavano facendo e
da dove si trovassero. Non capivo cosa stesse succedendo, ma poi mi fu chiaro quando vidi il
Maestro entrare nella sala seguito da un gruppo di monaci, credo gli stessi che la mattina precedente
erano a colazione con lui nella grande sala. Il Maestro si sedette al centro del primo dei quattro
lunghi tavoli, in modo da non dare le spalle a nessuno dei commensali presenti. Pian piano, in modo
molto ordinato, tutti i monaci iniziarono a sedersi, apparentemente senza alcun ordine o regola
predeterminata. Io rimasi in piedi nel mio angolo, aspettando di capire dove potermi accomodare. Di
nuovo sentii un po' di imbarazzo, dovuto principalmente al fatto che non capivo se ero libero di
scegliere un posto qualsiasi, o se invece avrei dovuto aspettare che qualcuno mi desse indicazioni.
Immediatamente la mia mente and alle parole che il Maestro disse in occasione del nostro primo
incontro, e mi resi subito conto che quellimbarazzo era solo dovuto al lavoro frenetico della mia
mente, che tentava di tirarsi fuori da uno stato di disagio del tutto immaginario, frutto solo di inutili e
insensate elucubrazioni mentali. Feci allora un gran respiro e osservai con distacco i miei pensieri,
cos come mi aveva insegnato il Maestro, in modo da ritrovare subito la corretta calma mentale.
Ebbi lulteriore conferma che mi stavo preoccupando senza alcun reale motivo quando, nel bel
mezzo delle mie elucubrazioni, uno dei monaci seduti accanto al Maestro sollev un braccio per
attirare la mia attenzione facendomi cenno di raggiungerli al loro tavolo. Il posto di fronte al Maestro
era stato tenuto libero, e compresi con immensa gioia che era l che mi sarei potuto accomodare.
Appena mi sedetti sul cuscino, ad un cenno del Maestro tutti i commensali misero le mani giunte
allaltezza del viso e, chinando leggermente il capo fino a toccare con la fronte lestremit delle loro
dita, rimasero immobili ad occhi chiusi in quella posizione. Non capendo bene cosa stessero facendo
mi affrettai anchio ad imitare i loro gesti, tenendo parzialmente aperto uno degli occhi per osservare
cosaltro facessero, e muovermi cos di conseguenza.
Quello doveva essere il rito di ringraziamento per il cibo che ci apprestavamo a consumare,

pensai, e probabilmente i monaci recitavano a mente un mantra o una preghiera, ma questo non lo
potei appurare, perch evitai di fare domande al riguardo. Il rito del ringraziamento del cibo
qualcosa che si pratica, anche se in forme diverse, in quasi tutte le religioni, e ritrovarlo anche l,
alle pendici del monte pi alto e isolato del mondo, mi fece pensare che le sue origini dovevano
essere davvero antiche, forse anche pi delle stesse religioni che lo praticano. Era unaltra prova
evidente del fatto che la gratitudine un atto di una potenza inaudita, che andava a confermare tutto
ci che il Maestro mi aveva insegnato al riguardo.
Finita la preghiera di ringraziamento iniziammo a mangiare, e dato che non vedevo lora di
conoscere il significato del libro bianco che avevo ricevuto in dono quella mattina, rivolsi subito la
domanda: Maestro, questo pomeriggio ho aperto il libro che lei mi ha dato, ma ho scoperto con
enorme stupore che contiene solo pagine bianche. Mi chiedevo quale fosse il significato di quel
libro
Il maestro porse la sua ciotola al monaco alla sua destra, chiedendogli di versargli del riso. Dopo
di che, alzando gli occhi verso di me, rispose: Non fermarti di fronte alle apparenze. Quel libro
contiene pi informazioni di quanto tu possa immaginare. Devi imparare a guardare oltre il velo
della tua mente razionale, per poter scorgere il vero significato delle cose. Ogni oggetto, parola o
evento, non sono altro che la rappresentazione simbolica di qualche concetto pi profondo, il cui
significato va ben oltre quello che la mente pu vedere attraverso gli occhi. Credi di vivere in un
mondo fatto di cose e persone, ma in realt stai vivendo in un universo fatto solo di simboli, e quel
libro bianco uno di quei simboli.
La prego Maestro - risposi - mi dica qual il messaggio nascosto in quel libro. E tutto il
pomeriggio che ci penso, ma non sono riuscito a trovare alcuna spiegazione logica.
Quel libro l per mettere di fronte ai tuoi occhi la tua abitudine a creare aspettative. Le
aspettative sono il risultato della tua propensione a dare per scontate molte cose. Questa mattina
hai dato per scontato il fatto che la tua conoscenza possa essere ampliata grazie alla lettura dei
libri contenuti in quella biblioteca. Ho sentito fortissima la tua eccitazione riguardo alla
possibilit di poter accedere a quellimmenso sapere, e lassunzione che la tua crescita personale
potesse derivare dall'accumulo di nuove conoscenze. Non ti rendi conto invece che inizierai a
crescere solo quando metterai in discussione tutto ci che gi credi di sapere.
Vivi in un mondo illusorio, nel quale sei lunico artefice del sogno che stai sognando, ma anche
conoscendo questa verit, non riesci comunque a venirne fuori. Tra gli esseri dormienti esistono
due categorie di persone: la maggior parte di esse si dibatte nel sogno per dimostrare con tutte le
sue forze la veridicit del loro mondo illusorio. Sono persone destinate a fallire, perch non
possibile far passare per vero ci che vero non .
Altre persone invece, come te, hanno intuito che forse stanno vivendo in unillusione creata da
loro, e si dibattono nel sogno alla ricerca di prove e riscontri che dimostrino questa loro
intuizione. Anche queste persone sono destinate a fallire, perch cercano la verit allesterno, nei
libri o in qualche guru. Non arriveranno mai da nessuna parte, perch quei libri e quei guru fanno
parte anchessi del sogno.

Ricorda sempre che sei lorigine di tutto, e che sei quindi tu a decidere qual la tua verit.
Questo il grande segreto, e quando finalmente tutto ci ti sar chiaro, ti verr spontaneo riderne
fragorosamente, ripensando a quando ti dibattevi inutilmente alla ricerca della verit. Quel
libro bianco ti ha messo davanti agli occhi levidente illusoriet del tuo mondo, fatto di false
assunzioni e conseguenti inutili aspettative, che non potranno che essere puntualmente deluse,
cos come sei rimasto deluso nel vedere che quel libro, dal quale ti aspettavi grandi rivelazioni,
non conteneva alcunch.
Devi comprendere che la sofferenza, quel mal di vivere che spesso affiora nella tua mente,
deriva solamente dalle tue stupide assunzioni e dalle corrispondenti aspettative. Abbandonale, e ti
sentirai pi leggero, come se avessi lasciato cadere una pesante zavorra che sta gravando sulla
tua intera esistenza. Quella zavorra fatta di tutto il tuo passato, che si materializza attraverso
credenze e aspettative che non potranno mai trovare alcun riscontro nella vita reale, rendendoti
cieco e impedendoti laccesso alla verit ultima, la sola e unica che pu darti la gioia. Tutte le
risposte sono dentro di te, perch tu sei la Verit, non scordarlo mai.
Eliminare le aspettative, quindi, per eliminare la sofferenza. Il Maestro riusciva sempre a
stupirmi, e questa importante regola di vita non lavrei mai potuta dedurre senza che me lavesse fatta
notare con laiuto di quel libro bianco. A quel punto per mi venne spontaneo chiedere: Se io sono
lorigine di tutto, e tutte le risposte sono dentro di me, perch allora sento forte lesigenza di leggere
libri e seguire linsegnamento dei maestri?
Il problema che hai smesso di farti domande, proprio a causa del fatto che dai per scontate
tante cose. Lassumere di avere gi le risposte ti fa erroneamente pensare di non doverti porre
domande, credendo siano superflue. Fin da piccolo hai imparato a sopprimere la voce della verit
proveniente dal tuo essere, e anche nei rari momenti in cui poni qualche domanda, non ne ascolti
poi la risposta. La tua mente perennemente impegnata a fare ragionamenti logici per trarre
conclusioni, partendo da falsi presupposti che credi reali. Quei ragionamenti per non possono
darti alcuna risposta, perch impregnati del tuo passato, dal quale non pu emergere nulla di
nuovo. Quel meccanismo ruba costantemente la tua attenzione dirigendola verso lesterno,
allontanandoti cos dalla verit ultima.
Lunica vera risposta pu arrivare solo dal tuo Vero S, ma per farlo devi fare silenzio nella tua
mente e ascoltare le tue sensazioni. E cos che vanno letti i libri e ascoltati i maestri: libera la
mente e poniti in ascolto delle tue sensazioni. Saranno loro ad indicarti se quello che stai
leggendo o ascoltando davvero ci che stai cercando. La verit la conosci gi, ma devi ascoltare
i tenui segnali che provengono dal tuo essere per poterla riconoscere.
Ricorda quello che ti ho detto nella biblioteca questa mattina: sei tu lautore di tutti quei libri.
Leggere libri e ascoltare maestri non serve ad imparare, ma solo a ricordare cose che conosci da
sempre. Solo ci che vero far vibrare profondamente il tuo essere. Impara quindi a riconoscere
questi segnali.
Il discorso del Maestro mi era abbastanza chiaro, ma volli comunque ribadire il motivo per cui
quella mattina avevo chiesto di leggere qualcosa da quella biblioteca, nel tentativo di dare una

giustificazione plausibile a quella mia insistente richiesta... Ho chiesto di leggere qualche libro,
Maestro, perch lei stesso mi ha detto che nella biblioteca del monastero sono custodite conoscenze
tramandate da secoli e conservate grazie al meticoloso lavoro di raccolta dei monaci
Il Maestro accenn un sorriso, evidentemente divertito dal mio voler giustificare quella richiesta a
tutti i costi.
Calma la tua mente - mi disse - e realizza che stai solo cercando un motivo razionale ad
unesigenza dellanima. Ho ben chiaro il motivo della tua richiesta, mentre sei tu che non riesci
ad attribuirle il vero significato. E la sete di riscoprire la tua vera natura che ti ha portato a
intraprendere questo viaggio. Quellimpulso irrefrenabile a volerne sapere sempre di pi deriva
essenzialmente dalla spinta esercitata dal tuo Vero S, che ha come unico scopo quello di tornare
alle sue origini, al fine di comprendere se stesso. Non hai nulla da giustificare, e non ha senso
nemmeno opporre resistenza. Devi solo rallegrartene e assecondare quella tua voglia,
assaporando in ogni momento la bellezza di questo fantastico viaggio e la gioia infinita che ne
deriva.
Abbandona ogni impulso a voler decidere quale sar il tuo prossimo libro o maestro, perch
essi si manifesteranno in modo spontaneo, e ogni volta sar esattamente ci che serve in quel
preciso istante per agevolare la tua crescita. Questa regola valida per qualsiasi evento della tua
vita. La gioia non pu che derivare dalla rinuncia al voler controllare a tutti i costi ci che
accade.
Maestro - replicai - ho compreso che non ha alcun senso cercare di controllare gli eventi della
propria vita, ma questo mi fa sentire impotente di fronte agli accadimenti. Se sono un essere divino,
immagino che io possa in qualche modo influire sugli eventi della mia vita, scegliendo di
sperimentare ci che pi desidero. Ricordo il suo discorso riguardo al libero arbitrio, che secondo i
suoi insegnamenti si traduce nella libert di scegliere dove porre la propria attenzione, al fine di
farne esperienza. Come si coniuga questo con la rinuncia a voler controllare le cose?
Dipende da quale tipo di controllo intendi applicare - mi rispose - Puoi esercitare il libero
arbitrio, un tuo diritto divino, ma questo non vuol dire controllare, bens esercitare una scelta.
Ascolta bene: il tuo compito dichiarare la tua scelta, ...e poi farti trovare pronto. Dopo di che
fece una pausa e mi fiss negli occhi, forse per accertarsi che avessi recepito il vero significato di
ci che mi aveva appena detto.
Farmi trovare pronto? Non mi era per nulla chiaro...
Probabilmente questo facile da comprendere per quanto riguarda ci che apprendi, perch
gi sai che, una volta fatta la scelta di intraprendere un percorso di crescita personale, entrerai in
contatto solo con i libri o i maestri che sei pronto a recepire. La validit di questa regola ti sfugge
per per quanto riguarda tutti gli altri eventi della tua vita. Nel momento in cui fai una scelta, ti
accade solo ci che sei pronto a ricevere. Questo vale per qualsiasi evento, bello o brutto che
sia.

Continuavo a non capire, e questo credo fosse del tutto evidente al Maestro, che prosegu dicendo:
Esistono due livelli di realt: uno materiale, che corrisponde a ci che sperimenti con i
cinque sensi, e uno immateriale, fatto di vibrazioni e di corrispondenti forme di pensiero, che sono
la vera e unica causa di ci che si manifesta al primo livello. Puoi manifestare al primo livello
solo ci che allineato, nel secondo livello, alla tua attuale vibrazione. Ecco cosa vuol dire essere
pronti. Lallineamento lo puoi ottenere sia in forma involontaria, come accade nel caso della tua
crescita personale, dove il tuo punto di attrazione determinato solo dal tuo attuale livello di
crescita, sia in forma volontaria, e questo pu valere per qualsiasi evento che desideri manifestare
nella tua vita. Puoi scegliere quale esperienza essere pronto a ricevere, semplicemente
allineandoti con la corrispondente forma pensiero.
Farsi trovar pronti significa scegliere di essere ci che si desidera sperimentare. Devi
diventare tuttuno con il mondo di cui vuoi fare esperienza. Non c altra regola.
Mi scusi Maestro, ma continuo a non capire - obiettai - perch secondo me scegliere ci che si
desidera sperimentare vuol dire in fin dei conti tentare di esercitare un controllo
Scegliere di essere molto diverso dal cercare di controllare - mi rispose, facendo un cenno di
diniego con la testa - E evidente che questa differenza non ti chiara, e questo il motivo per cui
non riesci a comprendere ci che ti sto rivelando. Prima di tutto esiste il desiderio, che tu esprimi
semplicemente scegliendo di essere ci che vuoi sperimentare, accettando nel contempo ci che
gi manifesto, in quanto frutto di una tua scelta precedente. Tenti di esercitare il controllo, invece,
quando rifiuti ci che manifesto nel qui e ora, cercando di modificare attraverso lazione ci che
non ti soddisfa. Questo tipo di controllo impossibile da ottenere, e qualsiasi tentativo ad operare
in tal senso sar destinato inesorabilmente a fallire.
Vedi, sei qui davanti ad una tavola imbandita con unenorme variet di pietanze, e sei libero di
scegliere tutto ci che ti piace. La consapevolezza di poter scegliere ci che desideri non fa
emergere in te alcun bisogno di lamentarti per la presenza di pietanze che non sono di tuo
gradimento. Cos sar anche con gli eventi della tua vita quando finalmente comprenderai il tuo
enorme potere di scelta.
Quel potere per non potrai esercitarlo senza prima comprendere che scelta e controllo non
agiscono allo stesso livello: eserciti la tua scelta quando operi al secondo livello, quello
immateriale. Tenti di esercitare il controllo, invece, quando agisci al primo livello, con lillusione
di poter modificare in qualche modo ci che gi manifesto. Questa lunica comprensione che
devi avere dei meccanismi di creazione della realt, nientaltro.
Non pu esserci controllo, quindi, quando si esercita una scelta e nel contempo si accetta tutto ci
che manifesto. Straordinaria spiegazione. Ero molto eccitato, perch percepivo che il Maestro mi
stava svelando i pi intimi meccanismi attraverso i quali creiamo la nostra realt. Finalmente
unulteriore spiegazione chiara e sensata di quanto avevo potuto leggere fino ad allora riguardo a
quella che in occidente chiamiamo la legge di attrazione.

Nel frattempo, dato che la cena era terminata, il Maestro si alz e si diresse nellaltra sala, seguito
dai monaci che lo avevano accompagnato al suo arrivo. Mi alzai anchio per seguirlo, e capii che la
serata si sarebbe conclusa sorseggiando del th seduti su grandi tappeti nel mezzo della grande sala
delle preghiere.

Il risveglio
Svegliati. Sii testimone dei tuoi pensieri. Tu sei ci che osserva, non ci che osservi.
- Buddha

Nella grande sala cerano diverse teiere fumanti poste al centro di altrettanti tappeti dislocati in
vari punti della sala, circondati ognuno da una decina di cuscini. Ero fortemente intenzionato a
continuare il discorso intrapreso con il Maestro, pertanto lo seguii sperando di riuscire a sedere
accanto a lui. Non vi avrei rinunciato per nulla al mondo, soprattutto in considerazione del fatto che
avevo percorso migliaia di chilometri per essere l, ad ascoltare i suoi preziosi insegnamenti. Ancora
una volta la mia mente si stava preoccupando senza alcun motivo, perch una volta che il Maestro si
accomod su uno dei cuscini, mi fece subito cenno di sedere accanto a lui. Non me lo feci ripetere
due volte, naturalmente.
Subito un giovane discepolo si avvicin, prese la teiera al centro del tappeto e, cominciando dal
Maestro, vers del th nella ciotola posta di fronte ad ognuno dei presenti. Rimasi piacevolmente
colpito dalla sua gestualit, molto vicina a un vero e proprio cerimoniale. Prima e dopo aver versato
il th, infatti, faceva un piccolo inchino allospite di turno, donando ampi sorrisi e mantenendo
sempre unespressione del viso gioiosa. Bench fosse un vero piacere guardarlo, mi sentivo un po' a
disagio nellessere servito e riverito in quel modo, pertanto chiesi al Maestro la ragione di quel
particolare rito.
Allontana dalla tua mente qualsiasi conclusione affrettata sul significato di quanto stai
osservando. I discepoli di questo monastero stanno imparando che non c alcuna separazione tra
il proprio essere e il mondo che li circonda. Questi gesti di cortesia sono eseguiti con assoluta
gioia, nella convinzione che qualsiasi atto damore fatto nei confronti del prossimo in relt un
atto damore verso se stessi. La gioia che vedi nei loro occhi deriva dallassaporare, istante per
istante, lappartenenza ad un enorme disegno divino, di cui sanno di essere parte integrante e
insostituibile. Attraverso questi gesti di puro amore nei confronti del prossimo il discepolo impara
ad amare se stesso, riconoscendo la propria natura divina, e vedendola riflessa negli altri. La
riverenza che dimostrano non altro che un riconoscimento dellessenza divina che permea
lintero Creato.
Stavo per ringraziare il Maestro per avermi dato quella esauriente spiegazione, ma non ebbi il
tempo di farlo, perch subito continu:
La tua anima ha percepito la spontaneit del dono, e ha gioito nel riconoscere in esso un
autentico atto damore. Questo ti ha fatto star bene per un istante, ma subito dopo la tua mente si
intromessa, facendo riemergere i sensi di colpa sepolti nel tuo inconscio. Sei stato abituato fin
da piccolo a non ricevere, e questo ti fa sentire a disagio ogni qual volta ricevi un gesto di
cortesia da parte di qualcuno.
Se vuoi che labbondanza entri nella tua vita devi imparare a ricevere e ad assaporare tutta la
gioia che ne deriva. Per riuscirci, per, devi eliminare i sensi di colpa che sono stati indotti nel

tuo essere fin dalla pi tenera et. Riuscirai a farlo solo quando sarai in grado di amare te stesso
incondizionatamente. Questo quello che i discepoli imparano a fare attraverso queste pratiche. I
tuoi occhi vedono un discepolo che serve del th, mentre un saggio vede uno scambio damore
infinito, nel quale chi dona riceve molto pi di quanto d. Il discepolo conosce questa legge, ma
sa anche che lamore non pu essere appreso sui libri. Lamore incondizionato va praticato.
Nel pronunciare lultima frase alz il dito indice e mi fiss negli occhi con fare severo, quasi ad
ammonirmi a considerare di fondamentale importanza la pratica dellamore incondizionato. Di nuovo
il Maestro poneva estrema enfasi sullesigenza di fare pratica di ci che si desidera imparare. La
lettura dei libri, secondo il suo insegnamento, s importante, ma rimane fine a se stessa se non se ne
fa esperienza attraverso la pratica.
Ancora una volta mi rendevo conto che qualsiasi episodio in quel monastero, anche il pi banale,
rappresentava una preziosa occasione per ricevere qualche insegnamento. Ero felice di essere l, e
ora mi rendevo conto che il grande disagio provato nei primi momenti, e liniziale voglia di scappare
via erano oramai solo lontani ricordi, quasi non mi appartenessero pi. Ora per ero interessato a
continuare il discorso intrapreso con il Maestro riguardo allabbondanza e come farla entrare nella
propria vita. Colsi allora loccasione per chiedere:
Maestro, lei ha detto che per attirare ci che desidero devo prima risolvere i miei sensi di colpa.
Comprendo il concetto, e sono daccordo sullimportanza di riuscire a ricevere senza sentirsi in
colpa. Ha anche detto che bisogna farsi trovare pronti, allineandosi con i propri desideri. Basta
questo per attirare labbondanza? Pu spiegare meglio il concetto?
Sapevo che prima o poi avresti fatto di nuovo la domanda - rispose il Maestro, scrollando la
testa e accennando un piccolo sorriso - la smania di voi occidentali accumulare beni terreni,
nellassurda convinzione che la felicit possa derivare dal possesso di cose materiali. Gran parte
della vostra letteratura al riguardo infarcita di promesse di questo tipo. Per un certo verso tutto
ci stato un bene, perch ha attirato molte persone verso un percorso di crescita, facendo leva
proprio su questa vostra brama di raggiungere la felicit attraverso il possesso di cose materiali.
E contemplato nel Grande Disegno lutilizzo di ogni mezzo, anche quelli apparentemente meno
puri e spirituali, per iniziare il maggior numero di persone a questo lungo percorso di
risveglio. Coloro che sono pronti per si accorgono, lungo il cammino, che il vero obiettivo un
altro, e allora iniziano a dirigersi verso lunica vera meta, che la riscoperta della propria
natura divina. Non si pu chiedere a chi non pronto di rinunciare ai propri desideri terreni,
perch lattaccamento una tappa fondamentale del percorso. Guai a fingersi illuminati e a
sopprimere forzatamente i propri desideri. Si pu iniziare a salire una scala solo partendo dal
gradino pi basso.
Capisco quindi la tua domanda, e al riguardo voglio rivelarti una cosa molto importante...
Interruppe momentaneamente il discorso per sorseggiare del th, e io rimasi l a bocca aperta ad
aspettare il seguito, rapito come un bambino che ascolta una bellissima fiaba...

Poggiata la tazza, riprese a parlare: Tutti coloro che credono di poter attirare a s eventi o
cose, o di poter creare la propria realt, fanno un grande errore, perch perdono di vista la vera
natura del mondo. Ti ho gi spiegato che lintero Universo dentro di te, ma ogni volta lo hai
raffigurato solo in termini spaziali, immaginandoti grande quanto tutto lUniverso. Ebbene,
questa affermazione vale anche per il tempo, perch anchesso generato nella tua mente, e
quindi fa parte della stessa illusione. Sei un essere immenso, che racchiude tutto lUniverso,
passato, presente e futuro. Questo vuol dire che qualsiasi evento tu possa immaginare esiste gi
dentro di te, quindi non ha alcun senso pensare di doverlo attirare o creare.
Se credi di dover attirare a te la realt, stai affermando di esserne separato. Questa tua
affermazione corrisponde a un comando per lUniverso, ma il problema che non puoi avere
controllo su ci che credi sia separato da te.
Semplicemente sconcertante. Grazie alle parole del Maestro scoprivo che le decine di libri che
avevo letto fino allora sullargomento mi avevano sempre raccontato una finta verit. Volevo saperne
di pi, per cui chiesi: Maestro, questa sua rivelazione sconvolgente, ma cosa devo fare
esattamente per materializzare i miei desideri?
La soluzione molto semplice: entra nell'idea di essere lintera realt. Tutto ti appartiene gi,
non devi creare nulla. Questo il grande segreto che nessuno dei libri del tuo mondo ti ha mai
rivelato. Ti hanno sempre detto che la visualizzazione lo strumento da usare per attirare a te
gli eventi desiderati. Niente di pi sbagliato. La visualizzazione utile, ma il suo scopo del tutto
diverso da quello che hai sempre creduto.
Ascolta bene: non dare altri scopi alla visualizzazione se non quello di essere felice, nel qui e
ora. Qualsiasi altro uso della visualizzazione solo stupida superstizione. Ora forse stai
comprendendo cosa vuol dire allinearsi ai propri desideri. Stando bene e provando gioia nel qui e
ora, ncori i tuoi desideri al momento presente, riconoscendo di essere tuttuno con essi e con
lUniverso intero. I desideri sono gi tuoi, nellistante presente, non devi fare altro che gioirne.
Usare la visualizzazione per star bene, nel qui e ora. La semplicit di questo concetto tanto
sconcertante quanto disarmante, pensai. La visualizzazione va usata quindi come fosse un massaggio
ristoratore per la mente, affinch attraverso le emozioni positive che ne derivano ci si possa
allineare con i propri desideri. Ora capisco perch qualsiasi brama di ottenere le cose non fa altro
che generare leffetto opposto. La nostra credenza di dover attirare a noi gli eventi desiderati
unesplicita dichiarazione di mancanza e di separazione, che ci priva inesorabilmente del potere di
ottenerli. Il problema che nessuno ci ha mai consegnato il manuale di istruzioni per usare al
meglio il nostro immenso potere.
Tanta era leccitazione per quanto mi stava rivelando il Maestro che chiesi: E bellissimo stare al
suo cospetto e ricevere i suoi insegnamenti, Maestro. Desidero rifare ancora questa esperienza. Potr
tornare ancora nei prossimi anni per incontrarla di nuovo?
Non dipende da me, perch io esisto solo nella tua mente. Potresti scegliere di non
incontrarmi pi, o sognare lincontro con un altro maestro, forse anche pi saggio di me. La tua

domanda parte dal presupposto che io sia reale, e che questo monastero, e tutto il mondo che vedi
abbiano una consistenza reale indipendente da te. Ora sai che non cos. Sei in un sogno, e sei
libero di ricordare chi sei attraverso gli insegnamenti di qualsiasi maestro. Quando ti sveglierai
ricorderai tutti i miei insegnamenti, ma realizzerai che questo sogno era solo un trucco che il tuo
Vero S ha escogitato per portare alla tua mente di superficie cose che nel tuo profondo sapevi
gi. Sei in questo sogno per ricordare la verit, e io scomparir quando il mio compito sar
terminato.
Rimasi allibito da quanto il Maestro mi stava rivelando. Daccordo sul concetto che fosse tutto un
sogno, ma non capivo cosa volesse dire con il fatto che sarebbe sparito nel momento in cui la sua
missione fosse terminata. Cosa vuole dire, Maestro, che se torner qui il prossimo anno, non la
trover pi? O addirittura non trover questo monastero? Sono davvero confuso...
Io sono qui solo perch tu mi stai immaginando. Sono una tua proiezione. Non ho un passato, e
non avr pi ragione di esistere nel momento in cui non avrai pi bisogno di me. Tu credi di avere
a che fare con persone che esistono al di fuori di te, e che hanno una loro storia. Lo pensi per tutte
le persone che entrano nella tua vita, ma non cos. Sei in un sogno, e tutto ci che ne fa parte si
materializza alloccorrenza. Se fai fatica a crederlo, pensa ad un sogno notturno. Hai mai creduto
forse che le persone che incontri in quel sogno abbiano davvero un passato, e che continuino a
esistere anche la mattina, dopo che ti sarai svegliato? Risponderesti senza dubbio di no a questa
domanda. Ebbene, questo quello che succede anche nella vita che tu chiami reale.
Sei lorigine di tutto, non scordarlo mai. Nel preciso istante in cui hai detto io sono, un
intero Universo venuto alla luce per rispecchiare questa tua affermazione, e far si che tutto ci
in cui credi possa essere materializzato, con lunico fine di farne esperienza. Questa la vera
origine del mondo che vedi, e anche lunico scopo.
In effetti, pensai, se questo un sogno, allora devono valere le stesse regole dei sogni che faccio
la notte. Lunica differenza, forse, il fatto che quelli notturni durano solo poche ore, mentre questo
ha una durata ben pi lunga. Qualcosa per in questa analogia non mi tornava, e allora chiesi:
Maestro, come fa ad essere solo un sogno che ho creato io, se sono nato da due genitori che
esistevano comunque prima che io venissi al mondo?
Stai ancora dando per scontate molte cose, che a unattenta analisi si rivelerebbero del tutto
infondate. Ricordi il momento esatto in cui sei venuto al mondo? Saresti in grado di descrivere i
tuoi primi attimi di vita?
Certamente no - risposi - ma solo perch ero troppo piccolo per ricordare
Il Maestro accenn un sorriso, facendomi intendere che non stavo cogliendo il punto del suo
discorso. Quindi continu: Sei caduto nel tuo sogno talmente in profondit che non riesci a vedere
la realt delle cose. Stai semplicemente sognando di essere una persona nata in questepoca,
messa al mondo dai tuoi attuali genitori. Il tuo sogno iniziato quando hai erroneamente
considerato te stesso come un essere separato dal tutto. In quel preciso istante iniziato il ciclo di
quelle che vengono chiamate le reincarnazioni. La reincarnazione non altro che il focalizzarsi,

da parte dellOsservatore, su di una realt fittizia, nella quale, prima di entrare, ha immaginato e
quindi creato tutto ci che ne avrebbe fatto parte, genitori compresi. Non possibile avere
coscienza del momento in cui un sogno inizia, ed il motivo per cui non puoi ricordare i tuoi primi
istanti di vita.
Maestro, questo vuol dire che i miei genitori non esistono? Sono solo una mia immaginazione? Chiesi preoccupato.
Il Maestro sorrise e scroll di nuovo la testa in segno di diniego: Questo dubbio sorge perch
ancora consideri te stesso come unentit separata dai tuoi genitori e dal resto del mondo. Siamo
tutti una sola cosa, appartenenti a ununica Coscienza, e ognuno dei tuoi genitori una parte di
questa Coscienza che si differenziata per recitare un preciso ruolo in questa tua incarnazione.
Potrai comprendere ci che ti sto dicendo solo quando accetterai lidea di non essere separato da
ci che vedi.
Ricordi? LOsservatore e loggetto osservato sono la stessa cosa, in quanto indivisibili. Finch
sei nel sogno e lo osservi, tutte le tue creazioni, compreso il tuo corpo e le persone che vedi
intorno a te, sembrano esistere. Quando ti risvegli e smetti di osservare il sogno, tutto ci che ne
faceva parte svanisce, e ci che rimane solo la conoscenza acquisita attraverso le esperienze
fatte nel sogno. La conoscenza la sola cosa reale di quel sogno, e come tale ha unesistenza
propria che va oltre il sogno stesso. Questo il motivo per cui il solo apprendere con la mente di
superficie non serve a nulla, perch tutto scomparir insieme al sogno. Solo la conoscenza
acquisita attraverso lesperienza rimarr impressa per sempre nel tuo essere.
Ma i miei genitori hanno memoria dei momenti precedenti la mia nascita - obiettai - A loro volta
hanno vissuto molti anni prima che io venissi al mondo. Ricordo che mio padre spesso mi raccontava
di quando era ragazzo e aiutava mio nonno, che era un contadino, a coltivare i campi.
Continui a confondere il sogno di un ipotetico tempo passato con la realt vissuta. Stai
sognando di avere un padre che ti raccontava le sue esperienze da ragazzo. In altre parole mi hai
appena raccontato un episodio del tuo sogno, ma non essendo sveglio, sei convinto che ci che mi
racconti sia accaduto davvero. Non dare una valenza reale al passato, n al tuo n a quello degli
altri, perch non pu averne. Ogni memoria esiste solo nella mente di chi sogna di ricordarla.
Potresti indicare dov uno qualsiasi dei tuoi giorni passati, se non nella tua mente? Il passato e il
futuro, in quanto illusioni, non hanno alcuna esistenza reale. Esiste solo il momento presente, il
qui e ora, che contiene al suo interno tutto il passato e tutto il futuro. Anzi, ne la causa.
Il momento presente la causa del passato? In che modo Maestro? Sono davvero disorientato da
queste rivelazioni, mi faccia capire meglio.
Il presente sei tu, e siccome sei lorigine di tutto, lo sei anche del tuo passato - mi rispose Ogni tuo ricordo, e tutto ci che fa parte di quello che credi sia il tuo passato, esiste solo per
giustificare ci che sei nel qui e ora, che lunico momento che esiste. La tua infanzia, il tuo
primo giorno di scuola, il primo bacio, e qualsiasi altro ricordo impresso nella tua mente fanno
tutti parte di un unico evento che si sta svolgendo adesso, nel qui e ora. Sono increspature nella

Coscienza Globale che, come le onde create da un sasso lanciato in uno stagno, si propagano in
tutte le direzioni ed esistono contemporaneamente nel momento presente. Cos come le onde dello
stagno dipendono dal sasso lanciato, cos il tuo passato e il tuo futuro dipendono dal tuo presente,
cio da quello che sei in questo momento. Cambia il tuo essere, e necessariamente passato e
futuro cambieranno.
A questo punto non potei evitare di fare la domanda che, credo, chiunque si sia posto di fronte
allidea che la vita fosse solo un sogno: Ma allora Maestro, se tutto ci unillusione creata dalla
nostra mente, che senso ha vivere? Qualcuno potrebbe pensare che la vita non abbia alcun senso, e
che quindi sia senza importanza. Il Maestro mi guard con aria severa aggrottando le folte
sopracciglia, credo in segno di totale disaccordo con quanto gli stessi dicendo.
Pi volte ti ho parlato dellimportanza di vivere questa esperienza terrena. Lo scopo quello
di ritornare alla nostra natura divina con un livello di consapevolezza del tutto diverso rispetto a
quando abbiamo intrapreso questo lungo percorso. Siamo qui per scoprire cosa significa essere
divini, ma per farlo dobbiamo necessariamente passare attraverso unesperienza di non divinit.
Ecco perch una volta calati su questo piano materiale non ricordiamo chi siamo veramente.
Siamo tutti parte di una stessa Coscienza che, attraverso le nostre innumerevoli esperienze, sta
maturando la consapevolezza del proprio vero essere.
Ogni esperienza di vita, anche la pi piccola e insignificante, unica e diversa da tutte le altre.
Questo ti fa comprendere quanto preziosa sia la tua vita, senza la quale esisterebbe un vuoto di
conoscenza altrimenti incolmabile. Sei un tassello insostituibile di un enorme puzzle. Devi amare
la vita e proteggerla, in qualunque espressione essa appaia, perch la sacra manifestazione di
uno scopo divino. Chi conosce il vero significato di questa esistenza, anche se illusoria, non pu
che apprezzarla e amarla incondizionatamente. E esattamente lopposto di ci che credi, perch
proprio la mancanza di consapevolezza che impedisce alle persone di amare e apprezzare la vita.
Se ti guardi intorno puoi vedere con i tuoi occhi gli effetti deleteri della profonda
inconsapevolezza in cui immersa lumanit.
Grazie Maestro, le sue parole sono di immenso conforto, e mi spronano a continuare in questo
mio percorso di ricerca. Ho solo unultima domanda: cosa mi dice riguardo alla morte? Quando il
corpo muore anche lillusione finisce e si torna ad un livello di consapevolezza superiore?
Quando parli di morte normalmente ti riferisci alla morte del corpo, ma intesa in quel senso
solo un concetto relativo, che ha un significato totalmente diverso rispetto a quello che tu
immagini. Non credere che la morte doni lilluminazione, e nemmeno che sia la fine di tutto. Puoi
morire nel corpo, ma il tuo essere, se non risvegliato, permarr nellillusione del sogno, e
continuer a creare un mondo illusorio nel quale penser di avere unesistenza autonoma,
separata dal tutto. Molte persone infatti muoiono nel corpo, ma non se ne rendono conto, e
continuano a creare il loro mondo, pensando di essere ancora nella realt materiale. La vera
morte la morte della mente duale, quella che crea il tuo ego e la tua personalit, e che ti fa
credere nella separazione.
La morte della mente per non una vera morte, perch in realt il risveglio dellessere, la

vera realizzazione. Quella morte rappresenta la fine definitiva dellillusione, e pu avvenire


indipendentemente dallesistenza in vita del corpo. Il corpo ha lunico scopo di agevolare la
morte della mente, e quindi la realizzazione dellessere. Onora il tuo corpo quindi, perch lo
strumento fondamentale e indispensabile per ottenere il risveglio. Nel momento in cui la mente
duale muore, il tempo e lo spazio non hanno pi ragione di essere. Ricordi? A differenza della
realt, lillusione ha bisogno che tu le creda per poter esistere. Ebbene, nel momento del vero
risveglio la mente duale collassa, e insieme a lei lintero Universo materiale svanisce nel nulla,
perch di nulla fatto. E come il buio che scompare quando viene illuminato. Non ha senso
chiedersi dov finito, perch non mai esistito. Come vedi, quindi, la morte cos come la intendi
non esiste affatto. Vivi con gioia la tua esistenza, nella certezza che il tuo Vero S un essere
eterno, e come tale non mai nato e mai morir.
Poi, chiamando con un gesto della mano un discepolo affinch lo aiutasse ad alzarsi, disse: Ora
vai a riposare, per oggi hai ascoltato molte cose sulle quali meditare. Ricorda, il tuo compito
quello di diffondere queste conoscenze per aiutare levoluzione dellintera umanit. Mi
raccomando, fai tesoro di questi insegnamenti e fai di tutto per portare a termine il tuo compito.
Una volta alzato si diresse lentamente verso le scale senza mai voltarsi indietro, poggiato al
braccio del discepolo.
Ero davvero esterrefatto da tutte le incredibili cose che il Maestro mi aveva rivelato. Non capivo
il motivo di quella sua ultima frase, nella quale mi ricordava di portare a termine il mio compito.
Ebbi quasi la sensazione che mi stesse salutando per lultima volta, come se non ci saremmo pi
visti. Con questo dubbio nella mente andai nella mia camera e mi misi a letto, addormentandomi con
le parole del Maestro che continuavano a frullarmi nella testa
___
...Il suono della sveglia mi fece sobbalzare, e in un attimo la mia coscienza venne strappata dal
sonno profondo in cui era immersa. Spensi la sveglia e mi sedetti sul letto. Ma dove mi trovavo?
Dovera la cameretta del monastero? Mi resi conto che ero a casa, nella mia stanza da letto, e
guardando lorologio scoprii che erano le 6.30 del mattino.
Il biglietto aereo per New York poggiato sul comodino, e la valigia pronta ai piedi del letto mi
fecero capire che quello era stato solo un sogno. Il viaggio in Tibet, il monastero, il Maestro...
nientaltro che un magnifico sogno. Non avevo perso alcun aereo, e il mio viaggio per New York era
l che mi aspettava. Quel sogno era stato cos reale che facevo ancora fatica a realizzare che tutte
quelle cose le avevo semplicemente sognate. Mi tornarono allora alla mente le frasi del Maestro, che
mi ammoniva del fatto che non ci si pu accorgere di essere in un sogno fino a che non ci si sveglia e
lo si guarda da un altro livello di consapevolezza. Aveva perfettamente ragione. Ma allora, se era
stato solo un sogno, vuol dire che i saggi insegnamenti del Maestro li avevo creati io nella mia
mente? La mia saggezza la tua saggezza mi vennero i brividi a ripensare a quelle parole del
Maestro. Il suo significato ora era chiarissimo. Sappiamo gi tutto, siamo esseri gi illuminati, ma
non sappiamo di esserlo, e allora il nostro Vero S a volte escogita trucchi per metterci in contatto
con quella nostra saggezza, materializzandola in un libro, o in un Maestro, come era stato il mio caso.

Non avevo tempo per soffermarmi a pensare a quel sogno, perch dovevo prepararmi per andare
in aeroporto. Cos mi alzai, ancora un po' frastornato, e completai i preparativi per il viaggio. Nel
mettere il piccolo registratore in valigia notai che la sua memoria conteneva diverse ore di
registrazione. Strano, ero convinto di averla azzerata la sera precedente. Non cera per il tempo per
verificare, cos lo misi in borsa riproponendomi di ascoltarlo durante il viaggio.
Finiti i preparativi, presi con me tutte le mie cose e uscii di casa, e mentre chiudevo la porta
immaginai il Maestro che con aria sorniona mi guardava dallalto, dicendo: Ricordi? Te lavevo
detto che era tutto un sogno

Grazie per aver letto questo libro. Spero sia stato di tuo gradimento. In tal caso ti chiedo di far
conoscere agli altri la tua opinione lasciando una breve recensione sulla pagina Amazon del libro.
Sia io che i futuri lettori te ne saremo infinitamente grati.

Se vuoi approfondire e saperne di pi su quello che scrivo, puoi trovare molti articoli inerenti gli
argomenti di crescita personale sul mio blog:
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Con immensa gratitudine


Paolo Marrone

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