Sei sulla pagina 1di 3

LA GIOIA DI ESSERE PERDONATI

Questa domenica undicesima del tempo ordinario che ci aspetta di sicuro la


domenica della misericordia per eccellenza. In nessunaltra domenica infatti
troviamo gli esempi di Dio che ama, perdona, e perdonando, dimentica, come
in queste letture. Per troppi fedeli la fede qualcosa che riguarda lal di l. Non
ha nulla da donare alla vita di ogni giorno fatta di tante cose che non
dipendono da Dio e che certamente non volgiamo che seguano la sua Parola.
Finch siamo nel mondo siamo in una valle di lacrime dalla quale usciremo
solo con la morte. Anche le nostre preghiere sono dette come formule magiche
e superstiziose nelle quali crediamo poco o niente. Come diceva Tot non ci
credo nella superstizione ma porto il cornetto lo stesso perch non si sa mai!.
Sembra quasi che anche molti in chiesa preghino con lo stesso stato danimo
ormai rassegnato a non ottenere quello che vogliamo. San Giacomo scrive
senza peli sulla lingua nella sua lettera, ed Parola di Dio: Da dove vengono le
guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre
passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non
riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere;
combattete e fate guerra! Non avete perch non chiedete; chiedete e non
ottenete male, per soddisfare cio le vostre passioni. Gente infedele! Non
sapete che lamore del mondo nemico di Dio. Cominciamo da qui. Alcuni
codici antichi non hanno chiedete male ma chiedete il male. Cominciamo
dal guardare dentro le nostre preghiere ed il loro contenuto. Chiediamo salute,
soldi, lavoro, benessere, sicurezza economica, unit nelle famiglie ma senza
metterci nessun impegno personale, salvezza per i figli che il pi delle volte
significa non fargli mancare nessuna cosa che desiderano fra quella seducenti
del mondo (sesso, alcool, gioco, droga, violenza compresi!). Quando mai
abbiamo pregato piangendo sui nostri peccati? Quando la nostra preghiera ha
generato una ricerca sincera della pace con chi ci ha fatto dei torti? Quali opere
di pace costruiamo? Cosa c di buono nelle nostre giornate che non sia
secondo il mondo ma secondo Dio? La prima lettura ci presenta il re Davide. In
una calda estate mentre era sul terrazzo della reggia di Gerusalemme vede la
bella Betsabea che fa il bagno, la desidera, la fa venire nella reggia e va a letto
con lei. Betsabea resta incinta e glielo manda a dire. Allora Davide fa ritornare
dalla guerra Uria, generale, marito di Betsabea e lo fa bere e mangiare fino ad
ubriacarlo. Spera cos che tornando a casa ed andando a letto con la moglie
pensi che il figlio che nascer suo. Uria non entra neppure in casa sua per
condividere con i suoi soldati anche la scomodit. A questo punto Davide lo fa
tornare in guerra scrivendo al comandante dellesercito di fare una sortita e
ritirarsi allimprovviso lasciando Uria da solo e perch cos venga ucciso. Cos
accade. Dio manda il suo profeta Natan per rimproverare Davide. Il peccato di
Davide non quello di essere andato a letto con Betsabea ma di aver abusato
del suo ruolo di re. Di uomo scelto da Dio e consacrato da Dio per essere suo
re. Davide capisce, si pente, piange il suo peccato cio di aver abusato del suo
potere datogli da Dio ed portato alla disperazione. Ecco le parole che Dio gli
dice, tramite il profeta: Il Signore ha rimosso il tuo peccato non morirai. Il
Salmo che viene dopo la prima lettura scrive: Beato luomo a cui tolta la
colpa e coperto il peccato. Beato luomo a cui Dio non imputa il delitto e nel cui
spirito non c inganno. Nella seconda lettura, presa dalla lettera ai Galati,
Paolo scrive: sapendo che luomo non reso giusto dal suo osservare e
mettere in pratica i comandamenti, perch non ne capace, il Padre ha usato
come mezzo della salvezza solo la fede il Ges. Ci scandalizziamo della nostra
1

umanit! Siamo portati a pensare che non ci salveremo per colpa della nostra
fragilit umana ma siamo fatti di argilla, siamo deboli e questo Dio lo sa. Ci
ama cos come siamo! Ci salva cio ci vuole per leternit con s. Siamo i suoi
bambini. Ci ha dato la terra per giocare. Ci ha dato la vita per amarci e rendere
sempre pi bella la vita di tutti. Noi abbiamo inventato i soldi! Opera del
diavolo! Ed abbiamo cominciato ad ucciderci gli uni gli altri, a fare guerre fra
popoli, persone, nelle famiglie, nei paesi e nelle citt, fra vicini sempre per
possedere, per avere cose sempre pi cose che poi lasceremo qui. Tutti lo
sappiamo eppure tutti facciamo dipendere dalle cose i ostri rapporti. Facciamo
consistere nelle cose il nostro valore. Chi ha tanto, chi ricco vale mentre chi
povero solo un poveruomo. Anche nel parlare comune quando si parla dei
ragazzi che usano e spacciano droga, che abusano di alcool, che violentano le
ragazze, che si divertono diciamo che sono di buona famiglia intendendo di
famiglia ricca. Ricordo con quanto orgoglio una madre mi raccontava della
figlia che sarebbe andata in vacanza niente pop di meno che con i figli di una
ricchissima famiglia. Lo diceva con orgoglio senza sapere che la ragazza
avrebbe passato una settimana senza vedere il mare ma solo violenza, droga e
alcool. Certamente tornando e non dicendo nulla alla madre perch tanto non
avrebbe mai capito. Allora cosa possiamo dare a noi stessi e a coloro che
amiamo non dando cose? La fede utile o inutile? Il vivere la vita che ci
donata nella pienezza della sua bellezza, il mondo splendido e da scoprire, lo
spirito nel suo mistero, lamore nella sua gratuit, la preghiera nel silenzio e
nella contemplazione, il cammino interiore nella scoperta del dono che ognuno
di noi per se stesso anzitutto e per gli altri sono questi i veri doni, la vera
ricchezza che dobbiamo (e qui uso il verbo che dovere che non uso quasi mai
perch anche Ges non lo usa mai nel suo vangelo per gli altri ma solo per se
stesso) dare agli altri cominciando dai figli. Il vangelo ci racconta della cena in
casa del ricco Simone che Ges ha guarito dalla lebbra. Mentre stanno
mangiando entra una peccatrice pubblica (che Ges chiamer sempre e solo
signora). Gli lava i piedi con le sue lacrime e glieli asciuga con i suoi capelli.
Lo profuma con un profumo costosissimo. Simone, come purtroppo tantissimi
abituali frequentatori delle chiese, capace solo di giudicare e condannare
Ges e la donna. Oltretutto non vede neppure il proprio peccato, le proprie
mancanze alla legge dellospitalit presso i giusti in Israele. Ges da subito
ama la donna. Si lascia fare. Si lascia toccare ed era considerato un peccato
gravissimo entrare in contatto con una prostituta. La porta ad esempio proprio
a Simone, il ricco giusto facendogli notare come lui che giudica e condanna non
ha osservato la Legge. Per Ges non vuole umiliare Simone ma portare la
verit di Dio, la dignit della donna, la bellezza del gesto e del momento. Il
passo del vangelo di Luca che leggeremo domenica finisce con una verit che
ci deve rimanere scolpita nel cuore: Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi
molti peccati, perch ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco,
ama poco e poi volgendosi alla donna disse la tua fede ti ha salvata; va in
pace. Pace, amore vita da parte di Dio vero tutti. La condizione per vivere
questo riconoscersi peccatori, bisognosi, miserabili, fatti di fango ma amati,
perdonati, voluti, accolti. Siamo peccatori non perch assassini, prostitute, ladri
ma perch non diciamo abbastanza grazie per tutto quello che ci donato nella
vita. Non diciamo mai grazie neppure per la vita stessa. Per il dono di essere
credenti in Dio e nelluomo in questo mondo che crede solo nel denaro. Qui
dove ogni persona vale solo per quello che ha e non per quello che . Invece di
ringraziare siamo sempre troppo facili al lamentarci. Invece che donare a
2

chiedere. Invece che godere del silenzio della foresta che cresce siamo portati
a sentire il fragore dellalbero che cade (proverbio brasiliano).
Padre Valter Maria Arrigoni
Monaco diocesano

Potrebbero piacerti anche