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MARIO CAPASSO CENTO ANNI DI STUDI SUI PAPIRI DI BAKCHIAS: DALLO SCAVO DI GRENFELL, HUNT E HOGARTH AI RINVENIMENTI DEL 1996 E DEL 1997° Il presente articolo costituisce una stesura ampliata, fornita di note ed aggiornata al 1997 di un pid breve testo apparso in lingua inglese col titolo One Hundred Years of Stu- dies on the Bakchias Papyri: from the Excavation of Grenfell, Hunt and Hogarth to the Findings of 1996, in S. PERNIGOTTE-M., CAPASSO-G BITELLI-L. VITTUARI, Excavation at Bakchias (Fayyum) 1993-1996, Imola 1997, pp. 13-25. Questi ultimi anni del XX secolo per la papirologia sono anni di commemorazioni e di bilanci. Ne! 1988 il bicentenario del!'edizione della Abbreviazioni bibliografiche: Archeologia e Papiri = Archeologia e Papiri nel Fayyum. Storia della ricerca, problemi e prospettive, Atti del Convegno Internazionale, Siracusa, 24-25 maggio 1996, a c. di C. Basits-M. Capasso-S. PeRNIGornt, Siracusa 1997; «Athenaeum» 1901 = rec, a BP. GRENFELL-A.S. Hunt-D.G. Hocarti, Faytim Towns and Their Papyri, London 1900, «Athenaeum» Nr. 3819, Jan. 5, London 1901, pp. 91s. ; Bakchias I= AA. VV., Bakchias 1. Rapporio Preliminare della Campagna di Scavo del 1993, ac. di 8. PERNIGOTHI-M. Capasso, Pisa 1994; Bakchias IT= AA. VV., Bakchias IL. Rapporto Preliminare della Campagna di Scavo del 1994, a ¢. di S, PERNIGOTTI-M. Capasso, Pisa 1995; Bakchias I= AA. VV., Bakchias Ill. Rapporto Preliminare della Campagna di Scavo del 1995, a.c. di S. PERNIGOTT-M. CAPASSO, Pisa 1996; Bakchias IV = AA. VV, Bakchias IV. Rapporto Preliminare della Campagna di Scavo del 1996, ac. di S. Pernicort-M. Capasso, Pisa-Roma 1997; BaraiLte, PFouad = A. BATAILLE-O. Guéraup-P. Joucusr-N. Lewis-H. Markou-J. Scerer-W.G. Waopett, Les Papyrus Fouad I, Nos 1-89, Le Caire 1939, rist. Milano 1976, pp. 23-26; Carasso, CatPBakchias. 1=M. Carasso, Catalogo dei Papiri di Bakchias. 1: i PBakchias 1-100, in Bakchias II, pp. 145-177; Ib., CatPBakchias. I= M. Carasso, Catalogo dei Papiri di Bakchias. It: i PBakchias 101-133, in Bakchias HI, pp. 119-147; Ib., Libri a Bakchias = M. Capasso, Libri autori ¢ pubblico a Bakchias. Contributo alla storia della cultura letteraria del Fayyum in epoca greca e romana, in Archeologia e papiri, pp. 261-283; Ib., Primo Sup- plemento = M. Carasso, Primo Supplemento al Catalogo dei Papiri di Bakchias, in Bak- chias I, pp. 149-158; Ib., Scavo 1896 = M. Cavasso, I papiri di Bakchias trovati nello scavo del 1896: rinvenimento, dislocazione, consistenza, in Bakchias 1, pp. 27-38; EMMEL. = S. Emmet, The Yale Papyrus Collection (P.CLYBR inv.), Beinecke Rare Book and Ma- nuscript Library, Yale University, Catalog Introduction (1993), consultabile su rete tele- ‘matica Internet (gopher:/'yaleinfo.edu:7700/1 1/YaleLibraries/Beinecke/manu/Beinpap); Gitta 1949 = EH. Gititam, rec. a EJ. 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SuPe- STEUN, Customs Duties in Graeco-Roman Egypt, Zutphen 1987; TURNER, Graeco-Roman Branch = E.G. TURNER, The Graeco-Roman Branch, in AA. VV., Excavating in Egypt The Egypt Exploration Society 1882-1982, Ed. by T.G.H. Janes, Chicago 1984, pp. 161- 26 Mario Capasso Charta Borgiana di Niels Iversen Schow, la cui apparizione segna la na- scita della disciplina, é stato celebrato con una Miscellanea Papyrologica internazionale, alla cui realizzazione ha dato significativamente un con- creto contributo Velletri, citta borgiana per eccellenza’. Il secondo cente- nario della pubblicazione del primo papiro ercolanese, contenente il quarto libro dell'opera filodemea Sulla musica, edito nel 1793 nel tomo inaugurale della prima serie Herculanensium Voluminum quae supersunt, & stato ricordato con una mostra bibliografica e documentaria nella Bi- blioteca Nazionale di Napoli, che @ la custode della collezione ercolanese®, Ma anche le grandi acquisizioni di papiri letterari della fine del secolo scorso sono state ricordate; mi limito a menzionare il volume dedicato ai cento anni di ricerche sull'Athenaion Politeia® e soprattutto il XX Congresso Internazionale di Papirologia del 1992, che in parte & sta- to dedicato all'analisi di un secolo di papirologia letteraria e alla riflessio- ne sulle prospettive future della disciplina’. Un convegno internazionale di studi, organizzato dalla British Academy, ha celebrato nell'estate del 1998 il centenario della serie Oxyrhynchus Papyri; mentre il Centro di Studi Papirologici dell'Universita di Lecce, in collaborazione con la Bi- blioteca Nazionale di Napoli e ancora il Comune di Velletri, ha voluto dedicare una miscellanea papirologica al ricordo dei duecento anni tra- scorsi dalla morte di Antonio Piaggio, 'inventore della celebre macchina che riusci a srotolare i papiri ercolanesi3. E forse possibile arricchire queste valutazioni complessive con un bi- lancio particolare, che riguarda le ricerche prodotte nel corso dell'ultimo 178, 185; VicRecK 1901 = P. Viereck, rec. a B.P. GRENFELL-A.S, HUNT-D.G, HocarTi, Faytim Towns and Their Papyri, London 1900, «Berl. Philol. Wochenschr.» 21 (1901). coll, 776-784; WiLamowrrz, 1901 = U. WiLAMOwrr2-MOELLENDORFY, tec. a B.P. GREN- FOLL-A.S. HuNT-G, Hocarit, Fayiim Towns and Their Papyri, London 1900, «Gott, Gel Anz.» 163 (1901), pp. 30-45. "CE, Miscellanea Papyrologica in occasione dell’edizione della Charta Borgiana, a ¢. di M. CAPASSO-R.PINTAUDI-G, MESSER! SAVORELLI, Firenze 1990. 2 Cf. AA. WV. Epicuro e l Epicureismo nei Papiri Ercolanesi, Napoli 1993, > Cf AA. VV. L’Athenaion Politeia di Aristotele 1891-1991. Per un bilancio di cento anni di studi, a.c. di G. Mappott, Napoli 1994. “Cf. Proceed. 20% Int. Congr. Papyrol., Coll. by A. BOLOW-JACOBSEN, Copenhagen 1994; in part. cf. i contributi di O. MoNTEVECCHI, Problemi e prospettive della papirolo- gia nelle intuizioné di un pioniere : Amedeo Peyron (pp. 25-34); € P. VAN MINNEN, The Origin and Future of Papyrology. From Mommsen and Wilamowitz to the Present, from Altertumswissenschaft to Cultural Studies (pp. 35-41). SCE. AA. WV. Bicentenario della morte di Antonio Piaggio: raccolta di studi, a c. di M. Carasso, «Papyrologica Lupiensiay 5 (1996). Cento anni di studi sui papiri di Bakchias 2 secolo sui papiri trovati in una singola localita egiziana. Mi riferisco ai papiri greci, documentari e letterari, che nel 1896 B.P. Grenfell e D.G. Hogarth, con la collaborazione di A. S. Hunt, rinvennero nell'antico sito di Bakchias (Kom Umm el-Atl). Come & noto, la spedizione inglese, or- ganizzata dall'Egypt Exploration Fund con il sostegno finanziario di al cune istituzioni statunitensi e con il dichiarato ¢ prevalente scopo di tro~ vare materiale papiraceo, per sette settimane, tra il gennaio e il febbraio del 1896, esegui in tutta l'area di Bakchias una perlustrazione archeologi ca che fu necessariamente desultoria ed approssimativa®, E forse il caso di ribadire ancora una volta che rilevare i limiti metodologici dello seavo degli studiosi inglesi, palesi nei loro sintetici Reports ma testimoniati an- che dall'inedito diario di scavo dello stesso Hogarth che grazie alla dispo- nibilita della sua pronipote siamo ora in grado di studiare’, non equivale assolutamente a sminuire Veccezionale importanza del loro lavoro e la grandezza dei loro meriti® ~ Nel corso del loro scavo essi acquisirono 99 papiri greci? e uno de- motico.Tutti tali materiali furono trovati nel sito dell'antica Bakchias, corrispondente all'area di Kom Umm el-Atl che comunemente viene chiamata Kom nord. In quello che comunemente viene chiamato Kom sud, cio’ la spianata pit! 0 meno a ridosso dellattuale canale che secondo gli studiosi inglesi era stata abitata fino al periodo arabo"®, essi rinvenne- ro un numero esiguo di papiri anteriori alla tarda epoca bizantina ed una certa quantita di papiri con scrittura araba. I papiri greci furono rinvenuti in cortili aperti e strade, nei ripostigli di case di «rango superiore», nelle cantine delle case, in quello che Gren- fell ed i suoi collaboratori chiamano «), 10, 11, 75, 76, 77, 81, 82, 83, 84, 85. 41 Sono i PBakehias 7 (>), 78, 79. into anni di studi sui papiri di Bakchias 31 se; 6 sono ordini di erogazione di grano*; 2 sono ricevute di pagamen- to di grano*; 2 sono ricevute di grano da semina‘®; 2 ci danno rispettiva- mente una lista di villaggi con importi di grano* e un elenco di persone con la registrazione di quantita di terra*”; 2 sono contratti di prestito di grano*8; 2 riguardano prestiti#?; 3 concernono pagamenti vari®; 1 @ una dichiarazione della riscossione del canone di affitto*!; 1 & un estratto con- to dei registri di una banca®?; 2 sono lettere privates; alcuni riguardano individui che si rivolgono allo stato per varie motivazioni, quali una ri- chiesta di ammissione all'efebia®, una richiesta di alienazione di un vi- gneto® ¢ due petizioni, di cui una al prefetto da parte di un medico® e laltra ad un non identificato ufficiale da parte di una donna®’. Altri sono. documenti ufficiali, quali un editto imperiale relativo all'aurum corona- rium, un ordine di pagamento®®, un ordine di arresto®, un ordine di paga- mento di merce®, un verbale di un'udienza giudiziaria®', un elenco di mpdxtopec®, una Kar'oixiay dmoypady®, una certificazione di lavoro eseguito per gli argini del canale di Bakchias; 2 contengono conti®5; 2 sono testi verosimilmente documentari ma non identificati®. Nel 1900 Grenfell e Hunt pubblicarono il contenuto di 27 di questi 99 papiri nel volume Fayiim Towns and Their Papyri. Quest’opera, anco- +B il PBakchias 9. # Sono i PBakchias 5, 6, 30, 31, 32, 34. +t Sono i PBakchias 46 e 92. 4 Sono i PBakchias 22 ¢ 23. 46E il PBakchias 93 (—). 47 Bil PBakchias 87. 48 Sono i PBakchias 35 ¢ 90. + Sono i PBakchias 39 e 99 (—»). % Sono i PBakchias 12, 42, 47. SB il PBakchias 36, 528 il PBakchias 37. 3 Sono i PBakchias 25 ¢ 28, SB il PBakchias 97. 88 Bil PBakchias 38, 568 i] PBakchias 24. 57 E il PBakchias 98 (>). 58 E if PBakchias 33. 3B il PBakchias 45. © E il PBakchias 29. 1 8 il PBakchias 88/100. 2 B il PBakchias 86. © E il PBakchias 91. © Bil PBakchias 21. Anche il PBakchias 43 contine un documento ufficiale. © Sono i PBakchias 40 (>) 80(—>). Sono i PBakchias 89 (>) ¢ 95 (—) 2 Mario Capasso ra oggi fondamentale, seguiva i primi due volumi degli Oxyrhynchus Papyri, apparsi rispettivamente nel 1898 ¢ nel 1899, nei quali gli autori avevano pubblicato 400 papiri. L'edizione dei papiri di Bakchias, come del resto quella di tutti gli altri trovati nel Fayyum, @ eccellente e in molti casi tuttora sostanzialmente valida. 2 dei 27 papiri sono letterari (i ricor- dati PBakchias 1, con alcuni versi dell'VIII libro dell'Iliade, e PBakchias 2, con alcuni paragrafi della Terza Filippica di Demostene). Dei due frammmenti il pid significativo @ certamente quest'ultimo, che, come no- tano i due studiosi, in sostanza conferma il testo della Filippica quale ci viene restituito da S (Parisinus 2934, del X sec.) e L (Laurentianus conv. soppr. 136, del XIII sec.), anche se lo scriba non é stato estremamente at- tento. II papiro, inoltre, dimostra che gi in epoca antica esistevano due differenti redazioni, la meno buona delle quali veniva collazionata per correggere ed accrescere l'altra. Che il papiro sia stato oggetto di una re- visione dotta é sicuro. Dei papiri pubblicati da Grenfell ¢ Hunt i pitt importanti sono certa- mente i PBakchias 7 e 8, che ci conservano, sia pure in modo incomple- to, due interessanti documenti di imperatori, uno privato, 'altro pubblico. Il PBakchias 7 ha sulla facciata transfibrale la trascrizione, eseguita evi- dentemente in ambiente scolastico quale esercitazione di scrittura greca delle prime 15 linee di una lettera dell'imperatore Adriano al suo succes- sore Antonino Pio in punto di morte. Il testo, che va considerato una vera e propria perla, fino a pochi anni fa non ha avuto I'attenzione che forse meritava. Esso @, in ultima analisi, una interessante testimonianza della fortuna di Adriano in Egitto e, nel caso in cui sia autentico, un affasci- nante documento degli ultimi giorni della vita dell'imperatore. L'autenti- cita @ accettata da molti ma non da tutti. Grenfell e Hunt, che hanno il merito, tra l'altro, di avere letto in maniera impeccabile il papiro”, ritene- vano che nella lettera non ci sia niente che possa indurre a considerarla una falsificazione; a loro avviso la notevole antichita de! documento, tra- scritto probabilmente entro 30 e sicuramente entro 60 anni dalla morte di Adriano, @ un evidente argomento a favore dell'autenticita. Subito dopo Tedizione di Grenfell e Hunt, Wilhelm Crénert e Franz Biicheler, parten- do dal loro testo, si provarono ad integrare ulteriormente il frammento; soprattutto la ricostruzione del Biicheler appare alquanto affidabile; in ogni caso I'inquadramento che gli editores principes diedero ai moltepli- ci problemi presentati dalla lettera costituisce un inevitabile punto di par- tenza. Nel 1994 il documento é stato oggetto di un approfondito studio © Cf, Grenreui-Hunt-Hocarm, Faydm Towns, pp. 112-116. Cento anni di studi sui papiri di Be 33 da parte di J. Bollansée%, il quale ritiene che nel frammento possa essere visto l'inizio dell'autobiografia di Adriano, scritta in forma epistolare ed indirizzata al successore Antonino, Secondo tale studioso, la lettera non va connessa direttamente con la cronica malattia ¢ con il taedium vitae dell'imperatore; testimonia bensi la sua rassegnazione e perfino il suo sol- lievo dinanzi alla morte, che comunque gli appare imminente. Nello stes- so anno, pur presentando un testo diverso rispetto a quello di Bollansée, avevo considerato anch’io l'epistola come espressione della serenita e del- la forza d'animo di Adriano dinanzi alla fine, sentita vicina, senza connet- tere il documento con Ia serie dei tentativi di suicidio del sovrano®, Il testo pubblicato dai due studiosi inglesi che ha goduto della fortuna maggiore é certamente il PBakchias 8 (SB XIV 11648)”, costituito da 5 frammenti ¢ contenente la copia, che su base paleografica essi fanno risa lire alla fine del III 0 all'inizio del 1V sec. d. C. (270-350 d. C.), di un im- portante editto relativo all’esonero della cosi detta tassa dell'aurum coro- narium in tutto l'impero. L'editto @ datato alla fine del I anno di un impe- ratore il cui nome non é dato, ma, a parere di Grenfell e Hunt, pud essere la trascrizione di un documento molto pit antico della fine del III o dell'i- nizio dell IV sec. d. C. Per esclusione essi ritenevano che l'imperatore promulgatore dell'editto sia stato Severo Alessandro; a loro avviso, una sola grossa obiezione potrebbe essere fatta alla loro ipotesi, vale a dire il fatto che il papiro debba essere stato scritto 50 0 pid anni dopo lassun- zione al trono di quell'imperatore (222); ma essa é molto meno seria delle difficolta che sorgerebbero nel caso in cui si pensasse a qualsiasi altro imperatore. Il papiro é talora di difficile lettura, ma anche I'interpretazio- ne non é agevole: si tratta di un greco particolarmente corrotto, circostan- za che, come gid osservavano i due editori, non pud essere spiegata sola- mente con I'eventuale trascuratezza dello scriba. Essi si avvalsero profi- cuamente della collaborazione del giurista papirologo Ludwig Mitteis, il quale riteneva che originale fosse stato una traduzione privata, non uffi- ciale, dal latino. Sull'editto si @ svolto un lungo dibattito; discusse sono soprattutto la costituzione del testo e l'identificazione dell'autore. L'ipote- si alternativa a quella severiana che ha goduto di maggiore attenzione fu avanzata subito dopo, nel 1901, da H. Dessau’!, il quale pensd a Giulia- no; la sua opinione fu accolta da K.G. Bruns, J. Bidez, F. Cumont, W. Se- ston. Ma, come riconosce J.H. Oliver, che ha curato due edizioni dell'e- & P, Fay. 19, Hadrian's Memoirs, and Imperial Epistolary Autobiography, «Ancient Society» 25 (1994), pp. 279-302 © In Pernicormi-CaPasso, Bakchias, pp. 35-38 % CF. GreNret.-Hunt-Hocarts, Fayiim Towns, pp. 116-123. % Sur un nowvel édit de 'empereur Julien, «Rev. Philol.» 25 (1901), pp. 285-288. 34 Mario Capasso ditto, fondate sull'autopsia dell'originale, rispettivamente nel 1978 e nel 19897, l'ipotesi severiana rimane Ia pid verosimile”?. Nella interpretazio- ne di Oliver, I'editto conferma Ia tassa dell'aurum coronarium dovuta per il precedente imperatore e per la nomina di Severo Alessandro a Cesare (221), mentre I'abolisce per l'acquisizione del titolo di imperatore. Severo Alessandro rivolgendosi alle citta afferma di non volere costringerle a pagare quanto esse non possono dare; se le condizioni delle finanze stata- lilo rendessero possibile, egli condonerebbe anche gli arretrati: i] suo de- siderio & di porre un rimedio al declino dell'impero, governando come fe- cero due predecessori particolarmente degni di essere imitati, vale a dire Traiano ¢ Marco Aurelio. I governatori, che egli ha scelto con molta me- ticolosita, avranno la possibilité di conformare la loro condotta a quella dell'imperatore, che governerd con ordine, saggezza e moderazione. L'in- certezza che pesa sull'autenticita della vita di Severo Alessandro nella Historia Augusta™ fa dell'editto rinvenuto a Bakchias una fonte di grande tilievo. In un bellissimo articolo la Préaux ha scritto che si coglie nel t sto dell'editto «l'inquietudine che ispira all'imperatore> Severo Alessan- dro «la coscienza di un declino»’>, Tra gli altri papiri pubblicati da Grenfell e Hunt va menzionato un gruppo di 8 contenenti ricevute rilasciate dalla dogana di Bakchias’®, Questi materiali, insieme con analoghi documenti provenienti da altri centri del Fayyum, permettono ai due studiosi una messa a punto delle questioni legate alla natura delle tre tasse registrate nei documenti, {xvovc epnpopvaaxia, Atv Méudews € p Koi v. Appare alquanto cervellotico il tentativo di spiegare la tassa Aiuiv Méudews facendo ricorso ad una fase antichissima della storia dell'Arsinoite, quando, a loro dire, il lago Moe- ris sarebbe stato molto pid esteso, fino ad occupare lo spazio tra la capi tale del nomo Krokodilon polis e Bakchias: la circostanza avrebbe cot portato l'esistenza in qualche punto dell'angolo nord-orientale dell’oasi di un importante porto, dove sarebbero sbarcati i viaggiatori diretti a Memphis; in questo luogo, che avrebbe avuto il nome di «porto di Memphis», sarebbero state riscosse le tasse; una volta ritiratesi le acque 7 Ouaver, On the Edict of Severus Alexander (P. Fayum 20), «ASPh» 99 (1978), pp. 414-485; Ip, Greek Constitutions, pp. 529-541 TCP. Ouuver, Greek Constitutions, p. 535 7 CE, ex. gr, Vespressione di M. Mazza, Lotte sociali e restaurazione autoritaria nel IIT secoto d. C., Roma-Bari 1973, pp. 203 s. 1S Cf. C, PRéaux, Sur le déclin de 'Empire au Ike sidcle de notre ere. A propos du P.Bayum 20, «CAE» 31 (1941), pp. 123-131, sp. p. 124, 18 GrenreLt-HUNT-HOGARTH, Fayiim Towns, pp. 195-204. Cento anni di studi sui papiri di Bakchias del lago, la tassa avrebbe continuato ad essere in vita, in aggiunta a quel- la ordinaria sull'importazione ed esportazione delle merci detta p at v. In realta l'antica geografia dell'oasi non c'entra. Come ha rilevato Sij- pesteijn”, probabilmente la tassa era originariamente riscossa per l'utiliz~ zazione del porto di Memphis, alla cui manutenzione essa doveva veros milmente essere destinata. Successivamente veniva pagata anche da co- loro che non transitavano per quel porto, quale tributo dovuto per il pas- saggio da un'epistrategia ad un‘altra. Ineccepibile & invece la dimostra- zione dei due studiosi inglesi, contro la tesi di Wilcken, che la tassa del p, cio dell’ 1%, era, come T'altra, sul valore non degli animali utilizzati per il trasporto ma delle merci trasportate™’. Di 64 papiri Grenfell e Hunt si limitarono a dare una breve, utile de- scrizione del contenuto, talora la trascrizione, in qualche caso preziosa, di alcune linee e le misure. Tra di essi @ il PBakchias 897, sul cui verso essi ritenevano di leggere forse una raccolta di massime. I frustolo con- tiene la parte iniziale di 12 linee, che in realt restituiscono parti dei pr mi due paragrafi della prima sezione degli Aforismi di Ippocrate. Si ritie- ne comuhemente che sia di Aristide Calderini il merito di avere indivi- duato nel papiro, nel 1915, i resti dell’opera ippocratea®. In realt il no- me di Ippocrate venne fatto subito dopo, nel 1901, dal Wilamowitz- Moellendorff*'. 1 Fayiim Towns ebbero diverse recensioni. Ricordo innanzitutto quella entusiastica di Henri Weil, il quale sul «Journal des Savants»*? lodd in mo- do particolare l'infaticabile attivita dei due autori, osservando che gli stu- diosi si erano ormai a tal punto abituati ad essa, che se un anno non fosse apparso un loro nuovo libro la cosa avrebbe destato grande meraviglia Completamente e ingiustamente diverso il tono di quella apparsa su «Athenacum», rivista londinese di letteratura, scienze, belle arti, musica e arte drammatica®, In maniera insistita l'anonimo estensore esprimeva tincrescimento per il fatto che un volume cosi elaborato fosse basato su materiali assai poco significativi: A suo avviso, il numero dei papiri editi per esteso avrebbe potuto scendere da 140 a 40, potendo gli altri essere semplicemente descritti, come i rimanenti 225, di cui gli autori si limite no ad esporre brevemente il contenuto; in questa maniera, essi avrebbero 77 SUPESTEUN, Customs Duties, pp. 19-23. % Su queste due tasse cf. SUPESTEUIN, Customs Duties , pp. 23-25. Cf. GReNFeLL-HUNT-Hooarti, Fayiim Towns, p. 300. ™» In Studi della Scuola Papirologica I, Milano 1915, rist. 1973, pp. 3. 8 Nella sua recensione all'opera Faytim Towns, cf. Wi.aMowrtz 1901, p. 30 n. | ® Janvier 1901, pp. 24-29. © «Athenaeum» 1901, pp. 9's. 36 Mario Capasso risparmiato spesa e fatica, evitando di presentare un grande ammasso di banalita, destinato a stancare i lettori, specialmente quando questi avreb- bero riflettuto sul fatto che ad Oxford ancora attendevano di essere esa- minate quantita sia di papiri ricavati da cartonnages di mummie sia di cartonnages di mummie che avrebbero potuto restituire tesori come quelli dei papiri Petrie. Il fatto che questa miniera di ricchezze custodita ad Oxford in qualsiasi momento avrebbe potuto essere distrutta dalle fiamme e 'eventualita che due cosi impareggiabili decifratori nel corso delle loro insonni ricerche di nuovi tesori in Egitto avrebbero potuto es- sere uccisi dalla febbre o da un qualsiasi incidente, non potevano che in- durre ad invitare il mondo delle lettere ad elevare una ferma condanna per quell’ «assurdo, errato impiego di energia»*, La recensione &, in ulti- ma analisi, una severa censura della politica dell'Egypt Exploration Fund, particolarmente significativa perché affidata alle colonne di una rivista londinese. L'appello, comunque, a desistere dalla ricerca archeologica per I'acquisizione di nuovo materiale, come & noto, non venne per fortuna accolto e Grenfell e Hunt tornarono pit volte in Egitto®. Pitt dettagliate € positive le analisi che al loro libro dedicarono Paul Viereck ¢ Wilamowitz-Moellendorff rispettivamente sulla «Berliner Phi- lologische Wochenschrift»® e sulle «Géttingische Gelehrte Anzeigen» del 1901*?, Le osservazioni dei due studiosi costituiscono talvolta un contributo alla migliore interpretazione dei testi. I] Viereck osservava che le questioni relative alla storia dell’economia e dell'amministrazione del- lEgitto greco-romano ricevevano un grande incremento dai testi pubbli- cati nel volume e dall'accurata interpretazione degli autori**. Interessanti riflessioni svolge il Wilamowitz, che, tra l'altro, si dichiara incompetente davanti alla parte del volume dedicata alla geografia antica del nomo Ar- sinoite®, ma & particolarmente felice di leggerla ed apprezzare la grande sobrieta di esposizione. «Lo stile - egli scrive - possiede ethos, e questo ethos impressiona». Cosi egli osserva in chiusura della sua disamina”: «Se si viene a sapere che gia tanto é sulla terra e che la sua decifra- zione viene sospesa per il fatto che gli scopritori scavano per trovare nuove cose, allora la papirologia sembra assomigliare al cacciatore di Callimaco, che per la gioia della caccia lascia per terra la selvaggina ab- 4 «Athenaeum» 1901, p. 9 *8 Cf, TURNER, Graeco-Roman Branch, pp. 161-178, 185. % ViERECK 1901, coll. 776-784. © Witamowrrz. 1901, pp. 30-45. ® ViERECK 1901, col. 784. ® WiLamowiT7. 1901, p. 43. 89 WiLamowrz. 1901, p. 45. Cento anni di studi sui papiri di Bakchias 37 battuta, e si desidererebbe che ci fosse una pausa nelle scoperte, Perd questo non & ammissibile, non solo perché Ia natura dell'uomo non pud proprio lasciare giacere tesori di cui @ a conoscenza, ma anche perché il rischio della rovina e della perdita attraverso la rapina @ grande [.. . ]. In questa situazione di emergenza, dal momento che 1a cultura devastatrice non si lascia bloccare, non c’é che un rimedio: che aumenti il numero del- le persone capaci di svolgere questo tipo di lavoro, tanto scopritori quan- to lettori. La scoperta non si lascia monopolizzare, ma certamente pud essere organizzata ¢ limitata ad uomini competenti; bisognerebbe inoltre, fin dove sia possibile, evitare la perdita dei papiri, attraverso la quale essi dopo il rinvenimento scompaiono di nuovo. Questo & un obiettivo auspi- cabile. Quale fortuna abbia rappresentato il fatto che prima Flinders Pe- trie, poi Grenfell e Hunt, ai quali ora si aggiunto Hogarth, abbiano pre- so in mano lo scavo stesso, questo libro lo mostra molto chiaramente: hanno eretto per se stessi un meritato monumento». Le considerazioni del Wilamowitz possono indurre a ritenere che la dura presa di posizione della rivista «Athenaeum» esprimesse in ultima analisi, davanti al flusso inarrestabile dei ritrovamenti, un disagio in qualche modo diffuso. L'attenzione della cultura tedesca per il volume e pid in generale per il lavoro in Egitto & dimostrato anche da Ulrich Wilcken, che nel numero inaugurale dell'«Archiv fiir Papyrusforschung» del 1901 ospitd una serie di reports dei due studiosi?! ¢ avanzd una serie di proposte sul testo di al- cuni dei papiri pubblicati nei Fayiim Towns”, volume che in quello stes- so anno fu positivamente recensito ne] «Literarisches Zentralblatt»”. Non tutti i 64 papiri di Bakchias che Grenfell e Hunt nel loro libro si limitarono a descrivere sono stati pubblicati. Un gruppo di 12, conservati al Museo Egizio del Cairo e contenenti documenti™, fu edito da F. Prei- sigke nel volumetto Griechische Urkunden des Agyptischen Museums zu Kairo, apparso a Strassburg nel 1911. La costituzione del testo proposta dal benemerito Preisigke forse merita in qualche caso una revisione. Ad essa potra certamente contribuire un volume costituito dalle riproduzioni fotografiche dei materiali, apparso a Bruxelles nel 1988, a cura di Soheir el Sawy e A. Biilow-Jacobsen®. 11 Pp. 376-378. Pp. 552s, ® Da. B., nel vol. 52 (1901), coll. 23-25. Il recensore rilevava Tintensa attivita dei due «instancabili» studiosi inglesi ed esprimeva la speranza che il loro lavoro in Egitto, da lui considerato necessatio per prevenire l'azione rovinosa dei saccheggiatori, portasse ancora a grosse scoperte. % Sono i PBakchias 36, 45, 46, 47, 70, 83, 84, 85, 86, 88, 91, 92. % The Cairo-Preisigke Papyri, Plates, Bruxelles 1988. 38 Mario Capasso Non di tutti i papiri da essi trovati a Bakchias Grenfell e Hunt divul- garono la nozione. Solamente nel 1970 € nel 1974, grazie a Revel Coles, abbiamo letto il testo rispettivamente di 3 frustoli letterari?® e 4 documen- tari”? da loro rinvenuti a Bakchias, ma di cui non hanno mai parlato in al- cuna pubblicazione. I materiali recuperati dalla spedizione organizzata dall'Egypt Explora- tion Fund non sono gli unici provenienti da Bakchias attualmente in no- stro possesso. Ai 99 frammenti trovati da Grenfell e Hunt bisogna aggiun- gere 33 papiri greci, costituenti l'archivio del tempio di Soknobraisis € resi noti a partire dal 1938. Essi non furono trovati nella Campagna del 1896 né pare potersi ipotizzare che lo siano stati durante la precedente esplora- zione condotta dal non meglio identificato greco di Sennuris nel 1894 0 18958. Devono essere stati recuperati, nel corso di uno scavo clandestino, dal tempio di Soknobraisis (I'altro tempio della citta, pid piccolo di quello di Soknobkonneus e da noi individuato nel 1994%), tra il 1900 ed il 1930, ¢ pit’ verosimilmente intorno al 1930, Infatti essi furono messi in vendi- taal Cairo intorno al 1930 ¢ smembrati in almeno cinque gruppi. Un primo gruppo di 4 papiri!®, di proprieta della Societé Fouad I de Papyrologie (inv. 186-189), fu pubblicato da A. Bataille prima nel quarto volume della serie «Etudes de Papyrologie» del 1938"? e poi nel volume dei PFouad dell'anno seguente (PFouad 11-14 )!%; successivamente essi furono consegnati al Museo Egizio del Cairo, nel cui Journal d'Entrée fu- rono rispettivamente registrati coi numeri 72050, 72051, 72052, 72053'™. % New Literary and Sub-literary Fragments from the Fayun, «ZPE» 6 (1970), pp. 247-266. ” New Documentary Papyri from the Fayiim, «Journ. Jurist. Papyrol.» 18 (1974), pp. 177-187, % Sullo scavo di questo greco ef. CAPASSO, Scavo 1896, p. 33, © Cf. S. Pernicorn, Bakchias 11, 1994, in Bakchias If, p. 6; Ip., Atti del Convegno Int. "L'Bgitto in Italia dall'antickita: al Medioevo", . d.s. 49 Tn questo arco di tempo particolarmente frequenti e fortunati furono gli seavi clandestini di sebbakhin e cercatori di antichit& nel Fayyum, specie a Tebtynis, cf. almeno C. GatLazzi, Fouilles anciennes et nouvelles sur le site de Tebtynis, 89 (1989), pp. 179-191 ©! Sono i PBakchias 101-104. \@ A. BATAILLE, Unt nouveau dieu d Bacchias, «EdP» 4 (1938), pp. 197-205, La pub- blicazione fu recensita da C. PREAUX in «CdE» 13 (1938), pp. 402 s.; e da U. WiLCKEN in «APF» 13 (1939), pp. 133, 146s. 6 BATAILLE, PFouad, pp. 23-26. Il volume fu recensito da C. PREAUX, «CUE» 1941, pp. 132-134; A. C., «Aegyptusy 20 (1940), pp. 258 s.; HLI. Bett,« Class, Rev.» 55 (1941), pp. 34 s.; W.L. WESTERMANN, «Class. Philol» 36 (1941), pp. 400-402; M. Hom- BERT, «AC» 10 (1942), pp. 192-194; U. WitcKEN, Urkunden-Referat, «APF» 15 (1953), pp. 108-110. 164 CF. la Table de concordance in PFouad, Cento anni di studi sui papiri di Bakchias 39 Un secondo gruppo, costituito da 15 papiri (PBakchias 105-118, 124), fu acquistato nella primavera del 1932 dal teologo e coptologo ber- linese Carl Schmidt per conto della Universitetsbibliotek di Lund", alla quale i materiali pervennero nel 1933: essi furono restaurati ed inventa- riati due anni dopo, nel 1935, presso gli Staatliche Museen di Berlino da Erik J. Knudtzon, che lavord sotto la guida di Hugo Ibscher; una prima parte, costituita da 8 papiri, fu edita, quale terza serie dei papiri Lund, nel 1938 da Krister Hanell nel bollettino «K, Humanistiska vetenskapssam- fundets i Lund Arsberattelse> (PLund III 1-8 = PBakchias 105-112)!05, Tale pubblicazione costitu’ un ulteriore contributo alla conoscenza del- Vorganizzazione dei templi nell'Egitto romano e segnd il primo passo verso la ricostituzione dell'archivio del tempio di Soknobraisis di Bak- chias. Infatti in un Addendum alla fine della sua edizione Hanell segnald una stretta affinita di contenuto tra quel gruppo di papiri di Lund e quelli editi dal Bataille nella proecdosi delle «Etudes de Papyrologie»; in parti- colare, a suo avviso, uno di essi (PFouad 13 = PBakchias 103) era un frammento di uno dei papiri svedesi (PLund IM 8 = PBakchias 112). II Bataille, ripubblicando il papiro cairense nei PFouad!””, riconobbe che i due documenti presentavano in effetti diversi punti di contatto, tuttavia non gli riusci di trovare un «raccordo possibile» tra di esi, Altri 6 papiri del gruppo di Lund (PBakchias 113-118) pit 2 gia pub- blicati da Hanell (PBakchias 106, 111) furono editi nel 1946 dal Knudt- zon, quale quarta serie dei papiri conservati nella Biblioteca Universita- ria, nella stessa rivista «K. Humanistiska vetenskapssamfundet i Lund &r- sberiittelse»' e, con ampio commento, in una pubblicazione a parte \05 Sull'acquisto di questo gruppo ef. 1. ANDORLINI, Scavi e acquisti di papiri negli danni ‘30: il caso dei PLund, in AA. VV., Comunicazioni, Istituto Papitologico «G. Vitel- li», Firenze 1995, pp. 45-50. 06 Cf, K. HANELL, Aus der Papyrussammlung der Universititsbibliothek in Lund, «Bulletin de la Société Royale des Lettres de Lund» 1937-1938, V (1938), pp. 119-142. U lavoro di Hanell fu recensito da M. Hompert, «CdE» 14 (1939), pp. 400 s.; WILCKEN, 13 (1939), pp. 214, 232-236; Daux, «Rev. Archéol.» 15 (1940), p. 143; B.A. va GRONINGEN, «Museum. Maandblad voor Philologie en Geschiedenis» 47 (1940), col. 168; K.P.W. Scrwapr, «Berl, Philol. Wochenschr.» coll. 608-611; W.G. WappELL, «Class. Rev» 54 (1940), pp. 47 s.; P. Coutart, «Rey. Philol.» 67 (1941), pp. 60 s. Quei papiri furono poi pubblicati nuovamente come SB V 8741-8748 ¢ VI 9332-9339, Ww" Cf. Barats, PFouad, p. 25. 106 In realt&, come pid tardi vide 1a Gilliam, i due frammenti non appartengono allo stesso papiro, ma contengono un testo parzialmente uguale: Ie Il. 20-29 di PBakchias 112 ‘sono un duplicato di PBakchias 103. 1 1945-1946, III, pp. 63-78. Si trattava della dissertazione dottorale del Knudtzon, 40 Mario Capasso (PLund IV 1-3, 5, 7-10)!"®, IL Knudtzon mise in maggiore evidenza le connessioni tra i documenti dell’ archivio e contribui ulteriormente alla loro valorizzazione, utilizzandoli per la ricostruzione dell'organizzazione della classe sacerdotale nell'Egitto del II sec. d. C. In una serie di appen- dici Knudtzon delined inoltre un quadro prosopografico ¢ genealogico delle famiglie sacerdotali di Bakchias; defin} pid nitidamente, rispetto al- la critica precedente, la natura dell'sioxprTix6y, la tassa annuale cui era soggetto il clero nell'Egitto delet imperiale; elencd le testimonianze su Bakchias nei papiri e forni un primo schizzo complessivo della vita reli- giosa, amministrativa, economica, sociale e culturale dell’antico centro!” Un terzo gruppo di 13 papiri (PBakchias 112, 119-130) provenienti dal tempio di Soknobraisis era stato acquistato prima del 10 febbraio 1931, per conto della Yale University, dal grande storico ed archeologo Michael Ivanovic Rostovtzeff e dal suo allievo Charles Bradford Welles presso I'antiquario Maurice Nahman del Cairo!?? e da «Izabi (nel Fayyum)>"3 insieme ad altre centinaia di frammenti che nella medesima occasione i due comperarono per dotare, secondo un progetto sostanzial- mente concepito da Rostovtzeff, quell'Universit’ di una sua collezione di papiri''4, Attualmente essi sono custoditi nella Beinecke Rare Book and Manuscript Library di New Haven. Rostovtzeff e Welles, oltre ad inventariare questi papiri, ne trascrisse- ro € studiarono il testo di alcuni, affidando il compito di curare un'edizio- ne sia dellintero gruppo sia degli altri materiali dello stesso archivio del 0 Cf, EJ. KNUDTZON, Bakchiastexte und andere Papyri der Lunder Papyrussamm- Jung, Lund 1946, Il lavoro di Knudtzon fu recensito da A. C., «Aegyptus» 25 (1945), pp. 141-143; A. ANDREN, Bemerkungen zu den Bakchiastexten und anderen Papyri der Lun- der Papyrussammlung, «Eranos» 45 (1947), pp. 165-168; C. GALLAVOTTI, «RFIC» 75 (1947), pp. 136 8. M.P. NILSSON, «Erasmus» 1947, coll. 81 5; A. D'ORS, «Emerita» 16 (1948), pp. 326-331; C.H. Ropers, «Class. Rev.» 62 (1948), pp. 36 s.; GiLtram 1949, pp. 218-221; R. TAUBENSCHLAG, «Jour. Jurist. Papyrol.» 3 (1949), pp. 185 s.; M. How BERT, «AC» 19 (1950), pp. 515-517. I papiri editi da Kmudtzon furono poi nuovamente pubblicati in SB VI 9333, 9338, 9340-9341, 9344-9347. In quello stesso bollettino (Regi- ster und Indices zu PLundUnivBibl 1-5, 1946-1947, III, pp. 89-110) Knudtzon pubblicd ali indici di tutti i papiri della Biblioteca editi fino al 1947, compresi quindi quelli di Bak- chias. 41] 15-4-1996 ho chiesto alla Universitetsbibliotek di Lund una riproduzione foto- grafica di tutti i papiti di Bakchias da essa posseduti, ma mi & stato risposto che attual- ‘mente «@ impossibile fotografare» i frammenti U2 Su di lui cf. W.R. DAWSON-E.P. UPitt Ed, by MLL. BiexbRiés, London 1995, p. 305. "8 Cf. in proposito EMmet, 44 Quell'acquisto fu possibile grazie ai fondi messi a disposizione da Edward Stephen Harkness e Horatio McLeod Reynolds, secondo quanto riferisee EMMEL. Who was who in Egyptology, Third Rev. Cento anni di studi sui papiri di Bakchias at tempio di Soknobraisis fino a quel momento noti alla loro allieva Eliza- beth H. Gilliam. Costei pubblicé tale edizione nel 1947 (PSoknobr 1-2, 9, 11, 13, 15-16, 18-21, 23, 25)!'5. Ella si avvalse della collaborazione di Knudtzon, che pitt o meno contemporaneamente lavorava alla raccolta dei papiri Lund; tuttavia solo parzialmente riusci ad utilizzare la pubbli- cazione dello studioso svedese, essendole pervenuta quando il testo della propria edizione era in bozze!'6. Quest'ultima, oltre ai 13 papiri inediti acquistati dalla Yale University, comprendeva 6 di quelli che erano stati pubblicati da Hanell (PSoknobr 3-4, 6, 10, 12, 17 = risp. PLund III 6, 5, 4, 2, 1, 3 e PBakchias 110, 109, 108, 106, 105, 107), 1 (PSoknobr 5 PBakchias 111) gia edito da Knudtzon (PLund IV 2) e parzialmente da Hanell (PLund III 7) e i 4 del Museo Egizio del Cairo resi noti da Batail- Je (PSoknobr 8, 14, 22, 24 = risp. PFouad 11-14 = PBakchias 101-104 ). Uno dei testi pubblicati dalla studiosa (PSoknobr 21= PBakchias 112) era composto da un papiro della Yale University (CtYBR inv. 348) € dal PLund III 8, gid pubblicato da Hanell; i due frammenti appartenevano allo stesso documento; la Gilliam fissd il testo del PLund III 8 sulla base della fotografia pubblicata da Hanell. Anche un altro dei papiri resi noti per la prima volta dalla Gilliam (PSoknobr 15 = PBakchias 124) era co- stituito da un frammento Yale (CtYBR inv. 907) e da un frammento della Biblioteca Universitaria di Lund (inv. 299); per quest'ultimo, che fino a quel momento era inedito, la studiosa si avvalse di una trascrizione ese- guita da Knudtzon e da lui messale a disposizione. Dei PSoknobr 3-4, 6, 10, 12, 17 = risp. PBakchias 110, 109, 108, 106, 105, 107, gia pubblicati da Hanell, la Gilliam, lavorando per Io pit su fotografie inviategli da Knudtzon, riusci a dare un testo complessiva- mente migliore e pit’ completo. Un papiro, PSoknobr 5, era composto di quattro frammenti, uno dei quali pubblicato da Hanell come PLund III 7; il testo completo era stato successivamente pubblicato da Knudtzon (PLund IV 2); la ricostruzione della Gilliam, con lievi modifiche, era quella di Knudtzon. Per il testo dei PSoknobr 8, 14, 22, 24 = risp. PBak- chias 101-104, infine, la studiosa seguiva per lo pitt l'edizione di Bataille, mettendo i punti sotto le lettere che non si leggevano con sicurezza nelle fotografie pubblicate dal precedente editore. Nel caso del PSoknobr 24 la Gilliam riusci a dare un testo piii completo attraverso il PLund IV 7, che HS GiLLIAM, PSoknobr, pp. 181-281. Liedizione, che costituiva una redazione ridotta della dissertazione dottorale elaborata dalla studiosa nel 1941, fu recensita da A. C., «

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