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La prova al blu di metilene nella caratterizzazione geotecnica: un’applicazione allo studio della stabilita dei versanti Antonella Chiappone*, Claudio Scavia** Sommario Nell'articolo viene presentata la tecnica di prova al blu di metilene impiegata ai fini della caratterizzazione geotec- nica dei material. Yale prova, ampiamente utilizzata in altri paesi (eg in Francia), ma al momento ancora poco nota in Italia in campo geotecnico, consente di caratterizzare in modo speditivo i geomaterial sulla base di un valore indice che ne definisce in modo semi-quantitative Vautivita rflettendo la quantita la tipologia dei minerali argillosi presenti. Do- la prova evidenziandone il signi- po alcuni richiami sulle principali caratteristiche dei minerali argillos, viene descr fieato fsico-chimico e sottolineano la peculiatith ¢ l'im»portanza dei risultati che da essa si ottengono attraverso un'ana- lisiritica dei pitimportanti contributé trate dalla letteratura scientifica sull'argomento, Vengono inoltre riportati aleuni confronti tri risultati di prove eseguite con il blu di metilene ed j risultati ottenuti da altre prove di caratterizzazioae. Viene infine descritta una prima promettents applicazione della tecnica in esame alla caratterizzarione dei materiali ‘marnosi presenti nelle sequenze marnoso-arenacee delle Langhe (settore sud-orientate del Piemonte) interessate petio- ddicamence, in seguito ad abbondanti precipitazioni piovose, da importanti fenomeni di instabilita, I rlsultati ottenuti dal le prove al blu di metilene effettuate sui materiali marnesi delle Langhe sono stati messi in relazione con i risultatiotte uti da altre prove (prove di rigonfiamento e difrattomettic a raggi X) eseguite suglistesst materiali ottenendo una buo- infine rivelata utile al fine di identificare jliveli di materiale marnoso con mag- gior presenza di minerali argillosi attivi e quindi con comportamento pit spiecatamente rigonfiante, che riveste un ruolo importante nellinnesco dei fenomeni di instabilita in esame. na correlazione tra i datis la prova si 1. Introduzione Nell'ambito delle prove di classilicazione tradi- zionali aleune indicazioni sul comportamento del terreno in presenza di acqua possono essere fornite dai limiti di Atterberg. Solo prove molto pi se, sia in termiut di tempi che di costi, consentono di fornive informazioni pit specifiche in merito, ad esempio: le analisi difrattometriche a raggi X, che permettono di determinare la composizione mit ralogica di un terreno e quindi la presenza di specie mineralogiche attive, le prove per la determinazio- ne della capacita di scambio ionico e quindi dell'in- terazione chimica acqua-terreno, le prove per la de- (erminazione della superficie specifica (prove B.E-T.'¢ prove con etil-glicole) ‘Nel seguito viene presentata una tecnica di prova che consente di carauerizzare in modo relativamente speditivo i geomateriali sulla base di un valore indice cche ne definisce in modo semi-quantitativo Vautivita, riflettendo la quantita e la tipologia dei gillosi presenti; sitratta della teenica di prova al blu + Dottoranda in Ingegneria Geotecnica, Dipartimento di Inge- gneria Straturale ¢ Geotecnica, Poitcenieo di Torino, + Profestore Associato, Dipartimento di Ingegneria Struttarale eGeotecniea, Politecnico di Torin. di metilene “alla macehi altri paesi (e.g. in Franc ‘poco nota in Italia in campo geotecnico™. La prova al blu di metilene inizid ad essere wiiliz- zataalla fine degli anni Cinquanta nei laboratori di ri cerca degli Stati Uniti [Faiwnarnw el, 1957], poi negli anni Sessanta-Settanta in Israele [Brnourv et al., 1970] per misurare la superficie specifica dette argille; Vapplicazione di questa tecnica venne poi estesa in campo industriale negli anni Sessanta-Settanta per la caratterizzazione delle paste di ceramica [Nevins al, 1967; Purciset al., 1967; Cater etal., 1974} ¢ per la de- terminazione della quantita di bentonite da wilizzare nelle perforazioni petrolifere [Jons, 1964; AMERICAN Peraoteuw Instrrute, 1974]. A partire dalla fine degli anni Settanta [TRAN, 1977] la prova al blu di metilene comincid ad essere ampiamente considerata in Fran- cia, dove attualmente vientra nelle prove standard che vengono richieste dalla normativa per la caratterizza- rione ¢ la sclezione degli inerti destinati alla costru- zione det rilevati stradali Nel seguito, dopo aver esposto sinteticamente le principali caratteristiche dei minerali argillosi al fine di comprendere meglio i principi che stanno alla base della prova in oggetto, viene deseritta la prova stessa evidenziandone il significato fisco-chimico, sottoline- ampiamente utilizzata in ‘ma al momento ancora RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA 499 > OG oni 0 st 3) So taacsico a 1) Sit tance 0 — Ss Fig. 1 -Strutnara cristallina degli strat tetraedrieée ottae ric [Mrrwets, 1993, enoditieata} Aig. {- Tetvahedsal and octahedral layers ersalline structure (Mrreusct, 1993, modified. ando la peculiarita e 'importanza dei risultati che da essa si ottengono ed indicandone le limitazioni attra- verso un‘analisi critica dei pitt importanti contributi tratti dalla letteratura scientifica sullargomento; ven- sgono inoltre riportatialeuni confvonti tai risultai di prove eseguite con il blu di metilenc ed i risultati ote- nti dalle prove di clasificazione tradizionali Infine viene presentata una prime applicazione della tecnice in esame effertuata nel’ambito di uno studio relativo ai fenomeni di instabilita per scivola- mento planare che si verificano periodicamente, in seguito ad abbondanti precipitazioni piovose, nelle formazioni marnoso-arenacee delle Langhe (settore sud-orientale del Piemonte). Tale applicazione & consistita in una campagna sperimentale volta alla verifica, mediante confronto con dati ricavati da al- tre prove, dell'applicabilita della prova al blu di me- tilene per la caratterizzazione dei materiali in esame ¢ quindi all’identificazione dei livelli marnosi cor. maggiore presenza di mincrati argillosi attivi, livelli con comportamento pid spiccatamente rigonfiante in presenza di acqua, Sh EE XI Fig. 2- Schematizzazione di alcuni tipi di argille in funzio. ne della diversa sovrapposizione degli strat T¢ O. ‘ig. 2- Schematic representation of some kinds of clay ie rela liom to the different superimposition of T and O layers. OTTOBRE - DICEMBRE 1999 2. Lminerali argillosi Per meglio comprendere i principi che stanno alla base della prova al blu di metilene, vengono sin teticamente descritte aleune caratteristiche dei mi- nerali argillosi (specie mineralogiche solitamente abbondanti nelle argille*). I minerali argillosi presentano le seguenti pecu- Tiara: — immersi in soluzioni acquose fissano sulle loro superfici, con legami molto deboli, molecole di acqua o ossidrili e, con legami pit forti, alcuni degli ioni disciolti nella soluzione; formmano facilmente soluzioni colloidalis se mescolati con acqua possono formare masse plastiche; la plastiita @ favorita da un pH basso € dalla presenza di ioni bivalenti; un pH alto e ioni monovalenti favoriscono invece la forma- zione di una massa quasi liquida, non coerente; — trattengono molti elementi, primo fra utd il po- tassio; di conseguenza i minerali argillosi sot craggono molti elementi alle acque con le quali vengono a contatto Le proprieta di cui sopra dipendono dalle carat iche della strutura cristallina dei minerali ar- gillosi 'ra i componenti mineralogici delle argille non ‘mancano praticamente mai alcuni fllosilicatis se ne possono distinguere parecchie specie ma le pitt dif- fuse sono essenzialmente quattro (in ordine di fre quenza): ilite, caolinite, clorite e montmorillonit Schematicamente i fillosilicati possono essere considerati (Fig. 2) come un’alternanza di strati di tetraedri® (i cosiddeti strati'T) e di strati di ottaedti? (/cosiddetti strati O). Lo strato T € lo strato O si sovtappongono in modo da compensare mutualnente le loro cariche negative. La ripetizione degli strati T e O ¢ lo spes- sore (periodo basale) dei pacchetti che ne tisultano sono una caratteristica cristallografica dei minerali argillosi. Si distinguono ad esempio (Fig. 2) le fami- ic tipo T-O con periodo basale minimo di circa 7 X ex eaolinite),letamighie {ipo T-O-T con perio- do basale minimo di circa 10 A (e.g: montmorilloni- tc, illite), te famiglie tipo T-0-T'+0 con periodo ba- sale minimo di circa 14 A (e.g. clorite) Liedificio cristallino dei fillosilicati presenta spesso irregolarita legate a sostituzioni isomorfe’ di alcuni cationi allinterno degli strati'T e O. Dette ir- regolarita, che implicano “deficit” di carica (cariche indeboliscona i legami fra pacchetti T-O Te portanoalla separazione gli uni daglialtri ‘oppure a lasciar accedere: aqua e specie ioniche ne- ‘gi interstrati (spazi fra i pacchetti'T-O e T-O-T). Ad esempio, la struttura della montmorillonite appare straorelinariamente complessa poiché, interposte ai suoi pacchetti T-O-T, sono presenti molecole d’ac- qua, cationi relativamente ben legati (Na* e Cat!) e numerosi altti cationi facilmente scambiabili (AI**, Fee, Cr', Mgt, Li, ece). La quantita di cationi attratti per raggiungere la neutralita elettrica ¢ facitmente scambiabili viene definita “capacita di scambio eationico”, C.E.C. (Ca- tion Exchange Capacity), ed @ espressa in milfiequi- valenti per 100 grammi di materiale secco, Nel caso della montmorillonite il numero di molecole d'acqua presenti negli interstrati non @ fis- so, pud aumentare da un minimo di 12 fino ad un massimno di 24, rigonfiando cost Pinterstrato, tanto dda portare Vintera struttura ad un periodo basale di circa 28 A [Mortana, 1988} (in alcuni casi il periode basale della montmorillonite non ha lnite superio~ re poiché si arriva alla completa separazione dei pacchetti [Mrronei1, 1993). Nellinterstrato possono essere adsorbite anche molecole organiche. If numero di cationi che posso- no essere fissati nellinterstrato sotto particolari con- dizioni di pH e venir poi rlasciati quando le condi zioni cambiano & veramente enorme; in generale ud essere scambiato qualsiasi catione metallico. ‘Un minerale argilloso & tanto pitt attive (ovwero capace di adsorbire specie ioniche e/o molecole dacqua tendendo a rigonfiare) quanto pit la sua struttura cristallina @ disordinata e quindi presenta ‘un numero elevato di cariche negative, le quali po- webbero essere gia state equilibrate da cationi facil ‘mente scamibiabil. A parita di densita di cariche ne- gative, Pattivita @ pid elevata tanto pitt grande la superficie specifica totale®, ILtipo ed il modo in cui molecole d'acqua e joni sono presenti o meno negli spazi fra i pacchetti'T-O €T-O-T definiscono i vari gruppi di minerali argil- losi (Fig. 3). 2. La prova al biu di metifene I principio di base detla prova al blu &i metilene consiste nel quantificare la capacita di adsorbimento, ionico dei terreni misurando la quantita di blu di me- tilene (elettrolita cationico organico oolorante"®) ne- cessaria per ricoprire la superficie totale (esterna pith Interna) delle particelle costituenti questi terreni. Si tratta quindi di tn fenomeno di adsorbimento chim co provocato dai “deficit” di cariea elettrica (cariche negative) delle particelle di argilla e/o dai fenomeni di scambio ionico trai cationi facilmente scamibiabili letlargilla stessa ed i cationi di blu di metilene, a se guito della scissione, in acqua, di questi ultimi dagli anioni (CI). Le particelle che presentano maggiore superficie ¢ maggiori “deficit” di carica e/o cationi scambiabili sono, come & noto, le particelle di mine. rali argillosi; inoltre, la capacita di adsorbimento d acqua di un terreno, a parita di percentuale in argilla presente € di composizione del mezzo acquoso,@ lune 38 SR EASA DARTS PAIS AREER | Cruqrvone ~ Scavta Se ete ae EE ee &4 223 = Fig. 3- Schematizzazione di aleami tipi i argile inf ze della diversa sovrapposizione degh strati T¢ O e della presenca di tone acqua negli interstrati[Mrrcie1t, 1998, modificatal Fig. 3 - Schematic representation of some kinds of clay inva tion tothe diferent superimpasition of T and O layers and ion ‘and unter bx the interlayers (Mrrcusti, 1993, modified} zione della tipologia di minerale argilloso; essa au- menta in funzione della superticie specifica ¢ della carica particellare: in particolare la capacita di adsor- bimento di una caotinite @ minore di quella di untilli- te, € lacapacita di adsorbimeato di un'illite 2 minore di quella di una montmorillonite Esistono differenti teeniche di prova che si base ‘no su questo principio" e sull'utilizzo del blu di me- tilene come elettrolita; la pitt utilizzata, per Ia suit semplicita oltre che per la sua effcacia, & la prova detta “alla maechia” ("A la tache”) che verra breve- mente descritta nel seguito"” 4.1. Descrzione della prova al blu di metilone “alla mac- chia” Il campione di terreno da sottoporre a proval’, preventivamente essiccato c pestellato in un morta- io, viene messo in un recipiente con acqua distillata, portato mantenuto in sospensione mediante un agitatore. ‘Quindi si iniettano netla sospensione, per mez- zo di una buretta, dosi successive (dosi elementari pari a 5 ml) di una soluzione di blu di metilene con concentrazione pari a 10 g/l. Ogni volta che si ag- sgiunge la dose sifa cadere una goccia della sospen- AAAI RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA [LA PROVA AL. BLU DI METILENE NELLA CARNTTERIZZAZIONE GEOTECNICA AS \ ‘ So i Matehia bin a » Fig. 4 - Prova af bfu di metilene “alla macchia" ~ macehia blu circondata da una zona umida incolore ~ macchia blu circondata da un‘aureola azzurra, Fig, 4 Methylene blue “spot” test ~ blue sot surrounded by a wet colorless zone ~ blue spot surrounded bya tight blue hao, sione su una carta da filtro standardizzata dove sa- 18 possibile osservare una macchia blu scura ci condata da una zona umida incolore (Fig. 4a); pro- seguendo con Maggiunta di soluzione di blu di m tilene, ad un certo momento, apparira, allinterno della zona umida ed intorno alla macchia blu, un‘aureola azzurra (Fig. 4b) che sta a dimostrare un eccesso di blu di metilene non adsorbito dai mi nerali argillosi. Da questo momento in poi non si aggiunge pitt soluzione e si lascia che le particelle di azgifla ad- sorbano il blu di metilene facendlo cadere una goc- cia della sospensione, ogni minuto, sulla carta da filtro; se dope cingue minuti raureola azzurra con- tinua ad essere visibile il dosaggio & considerato terminato; in caso contrario si riprende loperazio- ne di aggiunta della soluzione di blu di metilene no a che non si raggiunge il risultato di completa saturazione dei minerali argillosi, ossia di blu di metilene in eccesso evidenziato dalla persistenza dell'aureola azzurra, La prova 2 relativamente rapida e varia normale mente dai 15 ai 60 mimuti circa’, in Funzione della percentuale e della tipologia dei minerali argillosi presenti nel terreno. Esiste una certa soggettivita nell'apprezzamento della fine della titolazione, che si traduce di solito con un‘imprecisione di una dose elementare (5 ml di soluzione di blu di metilene), L’errore relativo, che & definito come il rapporto fra la dose clementare ¢ la sommatoria delle dosi im- ‘esse, sara pili basso se la sommatoria ava un valo- re elevato. 3.2. interfretazione della prova Dalla quantita totale di blu di metilene introdot- ta nella sospensione é possibile calcolare la quantita corrispondente a 100 g di campione, chiamnata “va- lore di blu del terreno” (Vp), espressa in grammi di blu di metilene per 100 grammi si terreno secco: Vs = V-0.01- 100/Ps, a dove: = V Gnvem!) @ il volume della soluzione di bla uti- lizratay = 0,01 (in gjem®) # la concentrazione della solu ne di blu (owero 10 g/l); Ps (in g) @ la massa del carnpione secco; il nutto @ rapportato a 100 g di materiale. ‘Come aecennato in precedenza, durante la prova “alla macchia” si in presenza di un fenomeno di ad- sorbimento chimico provocato dai "deficit" di carica eleturica delle particelle che tendono ad equilibrarsi ‘mediante attrazione di ioni in soluzione, ovwero di ca- tion’ di bkr di metilene che vanno a ricoprire le super- fici delle partielle di mineraliargillosi. egami che le cariche negative superficiali delle particelle di terreno instaurano con i cationi di blu di metilene sono pit forti di quelle che instaurano con fe molecole di acqua della sospensione e quindi prevalgono su quest Liidea di ricoprimento monomolecolare di que- sto colorante @ stata avanzata per la prima volta da HanG et al. nel 1970. In seguito la «Revue Francaise de Géotechnique def febbraio 1983 (in Laurri, 1987) definisce il valore di blu come la massa di blu di metilene necessaria per ricoprive di uno strato monomolecolare di questo colorante Ia superficie delle particelle di terreno comprese in 100 g cli ter~ reno studiato. Tenendo conto che i minerali non argillosi come il quarzo, i feldspati,icalcari, ecc. hanno una miaore superficie specifica ¢ sono pressoché tert, il valore di blu, di fatto, rappresenta tz quantita di blu adsor~ bita dalle partielle di mineralt argillosi presenti tuna sosperisione acquosa. In altri termini si pud alfer- -mare che un terreno in sospensione acquosa adsorb A tanto pia blu di metilene quanto pit &elevato ile nore in argilla e quanto pitt le argille sono attive In pratica, la quantita di blu adsorbita permette di determinare la superficie specifica delle particel- le (esterna pitt interna) accessibile all'acqua. Infati, ‘conoscencdo il valore di blu riferito ad ana determi- nnata prova (Vp) e la concentrazione di blu in acqua (10 g/l = 0.01 gem’), sapendo che la superficie oc- cupata da una molecola di blu é di 130 A®, che una mole di blu & circa 373 g, la superficie specifica to- tale (S,) & definita come segue: Sa (m*/g) = (Va/100)-(N/373)- (130-1079) = 21-Vg, eB dove N é il numero di Avogadro (6.02: 10"), La superficie specifica totale & deltordine di +4 m¥/g per gli inertie dellordine di 20+900 m’/g per Ieargille. i OTTOBRE -DICEMERE 199 SESE DALLA DLN SAL LAS ARIE Vo (e/1009) iri (2m) Fig. 5 -Relazione fia ilvalore di blu ela percentuale di ar~ gill {Laurum, 1987, modifica} Fig, 5 Blue value. day fraction. Lavrmn, 1987, snot. Una grande quantita di dati sperimentali con- ferma quanto detto in precedenza. La Fig. 5 mostra che il valore di blu aumenta con la percennwate di argilla e che, in corrispondenza della stessa perces- tuale, varia dell’'ambito di un intervallo tanto pid grande quanto pit la percentuale stessa & elevata Gio. dimostra che la tipologia dei mineral acgillosi presenti ha un ruolo importante. La Fig. indica come il valore di blu sia stretta- ‘mente correlate con la percentuale di montmorillo- nite. Per frazioni di materiale fine caratterizzate da differenti miscele di minerali argillosi il valore di blu aumenta quando la percentuale di montmorillo- nite cresce; la Fig. 7 mostra ta variazione del valore di blu in funzione della percentuale di argilla per differenti miscele mineralogiche. Wvalore di blu permette dunque di qualifcare esclusivamente la frazione argiltosa attiva senza che sia necessario separarla dal resto del terreno, opera- rione diflicilmente realizzabile in pratica Uwvalore di blu della frazione degli elementi i feriori a 2 um viene defmite come “indice di attivit della frazione argillosa del terreno” (Acp)"? [Lav- TRIN, 1989] (anche chiamato “indice di nocivita” fawn, 1987): ‘Aca = 100-VplG2 @) dove: ~ Aox Gindice di attivid di lu) 2 espresso in geam- ‘mi di blu di metitene per 100 grammi di frazi ne argillosa (g/100 g); = Vp@ il valore di blu del campione espresso in grammi di blu di metilene per 100 grammi di terreno secco (g/i00 33; — Cy @ la percentuale in argilla (particetle di &- mensioni inferiori ai 2m). 40 SESE AAR GRAINS | Crqrrone - Scams La Fig. 8, che riassume i risultati ottenuti da uun'estesa Campagna sperimentale [Latrrann, 1987 € 3989}, mostra che questo indice cresce con la per~ centuale di montmorillonite ¢ che i valori pitt bassi si ottengono per frazioni argillose poco attive 0 inert i in particolare indice di attivita di blu varia da [a2 g/100g cixea per una caolinite pura, da 4a 5 /100g circa per uniillite pura, da T8 a 20 (100g Girca per una montmorillonite pura [LAUTRIN, 1987]. Da un punto di vista pratico Findice Acp é un buon “marker” dell sitivita colloidale della frazione argillosa di un terreno, ovvero della sna attitudine a fissare molecole d’acqua. Nella Fig. 8 @ inoltre riportata [Lavtun, 1989] luna proposta di classficazione dei terreni in funzio- ne delindice di attvita di blu. Tale elassificazione indica che i terreni di classe 1, 2, 8 sono considerati come stabili dal punto di vista geotecnico (terreni zon axgillosi, con frazione argillosa inattiva e poco attiva che mostrano una deboke tendenza al rigon- fiamento ed una migliore resistenza al taglio); ah contratio, quelli di classe 4 e soprattutto di classe 5, f¢ 7 sono in grado di cambiare il loro comporta- ‘mento in funzione della presenza di acqua e di un eventuale cambiamento di condizioni chimiche. Eutile sottolincare che i risultati delle prove che hanno portato alla realizzazione del succitato dia- gramma di attivita (9 di nocivita) sono riferiti a ter- reni con frazioni argillose saturate prevalentemente da ioni Ca®* (caso pitt frequente in natura [Dre ef al., 1974), in minor misura da ioni Mg2* e solo ec- cezionalmente € in debote quantita da ioni K* € Na". A questo proposito & importante tenere pre- sente che una sostituzione anche parziale di ioni cal- Go con ioni Sodio (cireolazioni di acque reflue 0 di acque minetalizrate) pnd causare un adsorbimento di acqua molto pitt elevato da parte dei minerali ar~ gillosi, soprattutto se si tratta di montmorilloniti. In ‘quest ultimo caso & stato dimostrato che la prova al blu di metilene ® in yyado di evidenziare la differen- za di adsorbimento tra montmorilloniti calciche montmoritloniti sodiche [Baivputy et al., 1970; in Lavra, 1987] 3.3. I margine di ervore della provn al bedi mstilene “alla macchia”. Confront con irisultati di prove elttrof- rebiche Un‘analisi molto approfondita della prova at blu di metilene, il cui principio di base, come detto, consiste nel modifiesre, mediante 'adsorbimento di ioni organici, it poresziale di superficie delle parti- celle argillose ¢ quindi il loro potere adsorbente, viene condotta da Cutssex|1980] Egli pubblica i risultati di unvindagine compara- tiva di classifieazione delle argille mediante prove RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA LA PROVA AL BLU DI METILENE NELLA CARATIERZZAZONE CEOTECNICA ERECTED 41 clessroforetiche"” prove “alla macchia” ¢ fornisce una spiegazione approfondita del fenomeno fisico- chimico che sta alla base delle prove stesse. Esso si basa sul calcolo del potenziale di carica delle argille a partire dalla mobilita elettroforetica delle panicel- le in sospensione in un mezzo acquoso sottoposto al'influenza di un determinato campo clettrico, Guisset dimostra che, per una determinata concen- trazione di argilla, la curva di mobilita delle parti- celle in funzione della quantita di elettrolita intro- otto nella sospensione (in questo caso il bu di me- tilene) ha la forma rappreseniata nella Fig. 9. Secondo l’Autore la prima parte delia curva (Fa- se 1), che & caratterizzata da una lieve diminuzione della mobilita, e quindi del potenziale, corrisponde Imente alla fase di scambio dei cationi com- pensatori da parte di cationi di blu di metilene, mente la porzione di curva caratterizzata da un for- te abbassamento di mobilita (Fase 2a) sara legata al- Ja compensazione dete cariche negative delle argil- Coote (2) {Vae/l0n9) ‘. 0.13 (non signitiativ) Ie da parte dei cationi di bin di metitene fino al pun- to della neutralita elettrica corrispondente al punta ‘di mobilita nulla; oltre questo punto (Fase 2b e Fase 8) Fadsorbimento supplementare di cationi di blu di metilene (dovuto a forze di attrazione quali le forze ti Van der Waals) render largilla elettropositiva Cuiisset constata inoltre che la quantita di cationi ad sorbiti al punto di mobilita nulla é una funzione li- neare della concentrazione deW’argilla nella sospen sione. Ne deduce quindi il valore di blu necessario perannullare la mobilita di 100 g di terreno argillo- 80, la superficie specifica totale ¢ la capacita di scam- bio corrispondente (G.E.C. ~ Cation Exchange Ca- pacity), ‘Nella Tab. I sono riportati in sintesi i risultati sperimentali ricavati da Cussser [1980] da prove elettroforetiche su tre tipi di argille: un caolino col- loidale, un‘ilite di Puy ed una bentonite. I risultati sono riportati in termini dis valore di blu sul eam- pione tal quale (Vg), valore di blu determinato sulla Ii (2) ‘Montmoriloite (4) Fig. 6 - Relazione fra il valore di bla e differenti specie di miscele mineralogiche (Lavras, 1987, modificata Fig. 6 - Blue value ws. different types of mineralogical mixture (Laurauy, 1987, modified). Vo(e/100%) Composizione mineralogic della fiavone ages ns WO%K+ oie ome BSE E Sit Osh a “Ome tools Gam eee: “owt: 208M ORR oer caseM 22 owt Sears oem Boagkks Opi teee + ON RRS oRis Soe K: caolinite + Elite ce Memontnorittonte % di argila (2pm) Fig. 7 - Influenza della mineralogia delle argile sul valore di blu (Lavre, 1987, modificatal Fig. 7 - Influence of lay mineral composition on blue vatua (Lauren, 1987, modified) OTTOBRE - DICEMBRE 1999 ‘Composizione mineralogica (%s) 0% ela frazionearillsa (<2um) tase: teen no argos ‘Case 2: tren! con zion agillos itv ‘Class 3 errenl eon Barone agilles poco atva ‘lace 4 tren con fisione apiloss normale ‘Gas §: ten con fazione aris sive ‘Cas6: tren eon zion argliose mio ava (Chase T-tree fazlone ails nora Fig. 8- Diagrammma di ativita di blu [LA ficata} Fig. 8 Blue activity diggram [Laurein, 1989, modified. rnin, 1989, modi frazione argillosa (Acx), superficie specifica totale della frazione argillosa (Sa(C2)) (caleolata con la for- ‘mula (2) partire dal valore di blu della frazione ar- gillosa) e capacita di scambio (C.8,G.); viene inoltre iportato il valore di percentuale in argilla (C2) ed i valori di superficie specifica totale (Sa(C) € di ca pacita di scambio (C.K. tratti dalla letteratura re- lativamente a materiali analoghi. Sinota che ivalori di superficie specifica edi ca pacita di scambio sono dello stesso ardine di gran- dezza di quelli che earatterizzano normal ‘Tab. 1- Confronto tra risultati di prove elettroforeti Tab. 1 - Comparison between results of electrophoretic and" Chaiareons - Seavia Gini) rows sept x ua ts ‘Sots Fig. 9- Evoluzione della mobilita eleteroforetica delle par- ticelle argillese in funzione della quantita di bla di mete ne immessa nella sospensione [Cust 1980, modificata) ig. 9 - Glay particle electrophoretic mobility evolution x. quantity of methylene blue introduced into the suspension [Cursser, 1980, modified. bentonite, una caofinite e un'illite; questo permette all'Autore di concludere che la quantita di blu di metilene necessaria per raggiungere il punto di mo- bilita nulla nel corso ¢i una prova di clettroforesi & tun eccellente mezzo di identificazione delle argille Nella stessa Tab. I sono anche riportati i valori di blu (sul campione tal quale, Vp, ¢ sulla fraione ar- gillosa, Aon) ricavati sempre da Cuxsser [1980] da prove “alla macchia” sugli stessi materiali. Si pud notare come il valore di blu determinato dalle pro. “alla macchia” risulti maggiore rispetto al valove di blu determinato dalle prove elettroforetiche; questo been si spiega sulla base dellinterpretazione fornita «da Guisset con riferimento alla parte della curva di mobilita elettroforetica oltre il punto di mobilita nulla (Fig. 9), Analizzando i dati ricavati da Cuisset si nota che i valori didi blu (Vp) ricavati mediante le prove elet: troforetiche ¢ quelli ricavati mediante le prove “alla macchia” sono proporzionali fra di loro; quindi, sebbene la prova “alla macchia” fornisca in real valori sovrastimati, ess saranno correlabili con quel 1i reali; tali correlazioni sono state evidenziate nei li prove alla “macchia" (Cuisser, 1980) if tests (Cunser, 1980]. 1 Prove elet Prove "la waekia : Prove eletroforetiche Prove alla macchia suc» | cee Cs ay | itr | eed 9 © | ve he gate) (RR, CHC. | Ve eg S2Qel SatGa) | ater. | oer ) Gilby Age) CGA) (wey ay etibyy gone) Calgualey | T*| E00) ‘e00e) Mahia “imbgn (MEVOD| HOME) OW) an Caclino : fA : : ; Selo | soo |oc 17 a1 355 as | ses | 45 | 7 nivedivyy| 620] 32 52 670 980 «49 | 56 9 a ase | go | od Beare | 793] 20 25 ate 5228 668 | 325 a1 602 58.1 | 750 | 125 AAAS MER NAMRMR — RIVISTA ITALIANA DIGEOTECNICA |LAPROVA AL BLU DI METILENE NELLA CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA SORES: SECS RONR RA SEIPEUTNG 43 4s Ld soars 008 35 = 00 eau es Ae a rove aa mca 8 hs Low | oa! o 5 © & O 8 wm wo 4s Vo, Ae) da ov cetrfortiche Fig. 10- Relazione trai valor di blu (Vj) edi valor di ine dice di autivia di bla (Xe) ricavati da prove elettroforet che e da prove al blu ci metlene “alla macchia (clabora- zione dei dati trati da Cus, 1980), Fig, 10~ Blue values (Vs) ae blu activity inde (Ac) wales obtained from electrophoretic ests vs. values obained fom mehylone blue “pot tet (laboration of data fom Curse, 1980) grafici della Fig. 10 tracciati con riferimento ai valo- 1 riportati nella Tab. 1 Si sottolinea che Cuisset riporta i soli valori di superficie specifica totale ricavati dal valore di blu determinato sulla frazione argillosa da prove elet- troforetiche. A scopo di confronto e per quantifiea- re lerrore nei valori di superficie specifica totale determinata con le prove “alla macchia” rispetto alle prove elettroforetiche (cosi come gia fatto per il valore di blu) sono stati ricavati i valori di super ficie specifica totale dal valore di bla delle prove “alla macchia” (sia sul campione tal quale che sulla frazione argitlosa) quelli calcolati dal valore di biu sul campione tal quale delle prove elettrofore- tiche, I risultati di tali determinazioni sono ripor- tati per confronto nella suecitata Tab. 1. I grafici della Fig. 11 riportano le correlazioni sussistenti tra ivalori di superficie specifica totale determinati con le due tecniche di prova, sia sul campione tal quale che sulla frazione argillosa. Si pud notare che la superficie specifica totale determinata dalle prove “alla macchia” risulta so- vrastimata del 60%+75% circa rispetto a quella de- terminata dalle prove clettroforetiche; in un caso. (frazione argillosa dell lite di Puy) tale percentuale sale al 90% circa. Si pud comunque notare che si ha usta buona correlazione di tipo lineare in tutti i casi: questo i dica la possibilita di risalire, dai valori forniti dalle x00 2 ix tei co-| v Sx SC) fled prove a chia? © 190 200 300 400 Sco 600 700 800 900 L009 ‘55 S(C2) (nade prove cetoreiche Fig. 11 - Relazione trai valori di superficie specifica deter- ‘minati sul campione tal quale (Sa) ¢ sulla frazione argillo- sa (Sa(C2) da prove clettroforetiche e da prove “alla mac- chia” (elaborazione dei dati tratti da Gussser, 1980) Fig. 11 - Specific surface watues obtained on somple asa whole (Sa) and on clay fraction (Sa(C2)) from electrophoretic tests nals obtained from methylene blue “spot” tests (labora tion of data from Cussssr, 1980). prove “alla macchia”, ai valori “corretti”, ovvero a quelli ricavabili da prove elettroforetiche. Gli studi condoiti da Cuisset mostrano pertanto {a portata fisico-chimica della prova “alla macchia”; infatt, se il valore di blu non & una misura esatta del potenziale di carica delle particelle argillose, il risul- tato che si ottiene @ sicuramente ad esso correlato. 3.4. Confront rata prova al ble di metlene “alla mac- i le prove di classifcazionetradizionali Dato Fonere elevato, in termini di tempi e di co- sti, di tecniche di prova specifiche quali le analisi mineralogiche mediante difrattometria a raggi X, le prove C.E.C. per la determinazione della capacita di scambio ionico e le prove per la determinazione della superficie specifica, nella pratica corrente l'in- terazione terreno-acqua viene generalmente espres- sa dai limiti di Atterberg ¢ dall’indice di attivita di Skempton (funzione delfindice di plasticita ¢ della granulometria) Nel seguito viene brevemente evidenziato, me- diante esempi tratti dalla letteratura, il significato equivoco che tali parametri di classficazione posso- ro assumere in aleuni casi; viene inoltre evidenziato come, in questi stess casi, la prova al blu di metilene “alla macchia” consenta di ottenere mighioririsulta- ti La Tab. II riporta [da Lauran, 1989] aleuni ri- sultati di prove di classificazione tradizionali effet- uate su campioni di terreni differenti; la stessa ta- OTTODRE- DICEMBRE 1999 Sane ORT eno SAREE NY 14 RRA RATA EL END AEG CS PREETI | Crarrone - Scan “Tab, 11-Confrontctra risultat di prove di classifcazione tradizionalic prove al blu di metilene “alla macchia" [Lavman, 1989} Lab, 11 - Comparison besweon results of traditional classification tests and blu "spot" tests Lavan, 1989). mee ee om |g cca Poe | cia te S|" bella siporta inoltre, per confronto, irisultatlricava- tida prove al blu di metilene “alla macchia” eseguite tessi materiali; @ infine indicata la composi- Zione mineralogica della frazione inferiore ai 2 um dei terreni analizrati Come si pud notare, nei casi di letteratura qui riportati,ilimiti di Aterberg e Pindice di ativita di Skempton non permettono di evidenziare le diffe- renze di composizione mineralogica della frazione angillosa ¢ quindi la sua attiviti; al contrario, lore di blu (Vp) e Vindice di attivita di blu (Agu) evi- denziano bene tali differenze. Ad esempio, i cam- pioni A e B, che mostrano caratteristiche simili in termini di percentuale in argilla, limiti di Atter- berg ed indice di attvita di Skempton, sono carat- terizzati da composizioni mineralogiche differenti: il campione A presenta un elevato contenuto in montmorillonite, che nel campione B @ assente; questo @ ben evidenziato dai risultati delle prove al blu di metilene alla “macchia”; lo stesso discorso. vale se si confrontano i risultati delle prove effet- tuate sui campioni Ge D. I campioni F e H, che presentano un contenuto in argilla inferiore ai campioni E ¢ G rispettivamente, contengono mi- neraii argillosi attivi (montmorillonite) a differen- za dei campioni Ee G la cui frazione argillosa risul- ta priva 0 quasi totalinente priva di minerali argil- losiativis questo® ben evidenziato dai risultati del- le prove al blu di metilene “alla macchia”, ma non dalle prove di classificazione tradizionali i cui risul- tati non indicano sostanziali differenze tra i cam- pioni, 3.5. Considerazioni conclusive sui vantaggie sulle lin tazioni della prooa al blu ai metilene “alla macchia” La prova al blu di metilene “alla macchia” & dunque una prova significativa per verificare la “qualita” della frazione argillosa mediante la deter~ minazione dei seguenti parametri, descritti in pre- cedlenza: — il valore di blu (Vg), che misura Vattivita di su- perficie dei terreni, poiché Vadsorbimento delle ‘molecole di blu di metilene dipende dai tegami chimici che essi contraggono per mezzo delle cariche di superficie; cid @ molto importante perché # proprio lo stato elettrico delle partice!- Ie di terreno che attira le molecole dacqua pre- senti in un mezzo acquoso; = Vindice di atsivita di blu (Ace), che & certamente ‘un oitimo indicatore dell attivit colloidale della frazione argillosa di un terreno, cio® delt'atticu- dine di questa a fissare molecole dacqua; — la superficie attiva (Sa), che pud essere un valore piit esplicito del vatore di blu: una superficie at- tiva di qualche decina di m’/g rappresenta un ‘minerale argilloso, o una miscela di minerali ar- gillosi, poco reattivi; al contrario una superficie attiva di qualche centinaio di m"/g rappresenta lun minerale argilloso, 0 una miscela di minerali argillosi, reatt Occorre inoltre ricordare che la prova al blu i ‘metilene “alla macchia” presenta, rispetto alle pro ve per la determinazione dei limiti di Atterberg, ise- guenti vantaggi: = pud essere effettuata sul campione tal quale € 4quindi fornisce risultati utili anche per la carat- SALTER | RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA [LA PROVA AL BLU DI METILENE NELLA CARATTERIZZAZIONE GEOVECNICA terizzazione di terreni ad clevata frazione sab- bioso-ghiaiosa; —necessita di minor quantita di materiale e di mi- hor tempo per fa sua esecuzione: — _pud fornire migliori indicazioni sull'ativta del- Ia frazione argillosa, soprattutto quando si & in presenza di differenti specie mineralogiche. Nellinterpretazione delle prove al blu di meti- lene “alla macchia” & importante tuttavia tenere presente che: nel caso di terreni micacei la presenza di part: celle di mica porta ad una generale diffusione disordinata di blu di metilene attorno alla mac- chia che impedisce una lettura corretta del pun- 0 di fine titolazione; i valori di blu (Vp) e soprattutto i valori di super- ficie attiva (Sa) ottenuti dalle prove “alla mac chia” risultano in generale sovrastimati rispetto ai valori reali, come dimostrato dagli studi com- parativi tra prove “alla macchia’e prove eletero- foretiche condotti da Curssser | 1980]; se quindi i risultati ricavati dalle prove al blu di metilene “alla macchia” non sono da ritenersi esatti in senso assoluto, sicuramente essi hanno una vali- dita in senso relativo e possono pertanto essere considerati buoni indict per evidenziare diffe- renze nellattivith dei terrenis = cambiamenti nelle condizioni di pH possono modificare il potenziale di carica delle particelle argillose; in particolare, in condizioni di pH bassi (inferiori a circa 4.5", fe particelle argil- lose possono essere elettropositive modificando la lora capacita di adsorbimento, i pud infine concludere che la prova al blu di metilene “alla macchia” pud essere vonsiderata co- me un‘utile integrazione delle prove di caratterizza- Zione geotecnica tradizionali in quanto introduce ulterior’ indicazioni relativamente alla capacita di scambio € alla superficie specifica attiva, permetten do un’identificazione pit precisa dei terreni argillo- 4. Un esempio di applicazione allo studio della stabilita dei versanti: il caso delle Langhe La tecnica di provaal blu di metilene “alla mac- chia” & stata applicata nellambito di mo studio re: lativo ai fenomeni di instabilita per scivolamento planare delle Langhe (settore sud-orientale del Pic- monte). I fenomeni di instabilita per scivolamento pla- nare rappresentano, per frequenza temporale ¢ di- stribuzione areale, la tipologia di frana prevalente rispetto ad altre tipologie di instabilité pure presen- tinell’area delle Langhe. Tali fenomeni siverificano periodicamente, in seguito ad abbondanti precipi- tarioni piovose, in formazioni geologiche di eta oli- OTTOBRE - DICEMBI 999 jco fenomeno di instabilita per scivolamento e Langhe, Murazzano (CN), Localita Cascina Brueiata, novembre 1994 (fotografia fornita dalla Regio- ne Piemonte), Fig, 12 - Typical planer sliding instability phenomena in the Lange area, Murazzano (CN), Localita Cascina Bruciata, Nevember 1994 (picture provided bythe Piemonte Region) g0-miocenica costituite da successioni di litotipi marnosi, marnoso-siltosi ed arenaceo-sabbiosi [Gov et al, 1982; Govt et al., 1985]. { fenomeni di instabi lita J atdivano su piani aventi inclinazione compre tra 8° 15° rispetto alforizzontale, circa coincidente con Finclinazione dei versanti, 11 piano di scivola mento non sempre coincide con un giunto di strato; spesso si colloca all'interno di un livello ma [Fontan at al., 1995] e corrisponde ad un piano di sedimentazion In concomitanza con evento alluvionale che, nel novembre 1994, in seguito a precipitazioni pio- vyose di notevole entita, ha colpito it bacino del Fiu- ‘me Tanaro, in Piemonte, e quindi anche il territorio delle Langhe, si sono verificati numerosi fenomeni di instabilita di versante"* (Fig. 12) Su casi ben documentati relativi allevento del novembre 1994 @ stata condotta una serie di analisi aritroso al ine di quantificare il ni di parametri mobilitati al momento della rottura [Scavia, 1998}. I risulati delle analisi condot zno messo int evidenza che i valori dei parametsi di sesistenza mobilitati al momento dello scivolamento sono inspiegabilmente bassi rispetto alle sperimentali, pur ipotizzando condizioni di pressio- ni idrauliche molto gravose, dovute a condizioni meteorologiche sfavorevoli E stata pertanto studiata nel dettaglio, mediante prove di laboratorio, la natura dei materiali marnosi presenti nelle formazioui oligo-mioceniche delle Langhe. Tale campagna di laboratorio ha compre~ 0, olre alle prove di caratterizzavione tradizionali, quali la determinazione del contenuto naturale yomeng in termi- han- dacqua, le determinazioni dei limiti di Atterberg, le M6 ERLE LE TEL TEE OEP OL TEREN CHAPTONE - SCAvIA analisi granulometriche e aerometriche, anche pro- ve piit specifiche ed onerose, sia in termini di tempi che di costi; sono state in particolare effettuate pro- ve per la determinazione della pressione di rigon- fiamento ed analisi difrattometriche a raggi X per ¥individuazione delle specie mineralogiche presen- ti, Tale studio ha portato ad importanti risultati in termini di quantificazione del comportamento alta- mente rigonfiante degli stessi material, dovuto alla presenza di minerali argillosi attivi, in particolare smectite [Sist#0N1, 1998]. Al fine di ridurre il pid possibile gli oneri di tempo e di costo e di effettuare tuna sperimentazione pit vasta ¢ mirata, & stata veri- ficata Vapplicabilita della prova al blu di metilene “alla maechia” per la caratterizzazione dei materiali in oggetto ed, in panticolare, per Fidentificazione, allinterno delle successioni in esame, dei livell con maggiore presenza di minerali argillosi attivi € quindi con comportamento pin spiccatamente ri: gonfiante in presenza di acqua. Le prove sono state ceffettuate in parte presso il laboratorio della “Direc- tion Départementale de 'Equipement - Isere - Ser- vice des Routes” di Grenoble (Francia) ed in parte presso il Laboratorio di Geotecnica del Dipartimen- {o di Ingegneria Strutturale e Geotecnica del Poli- tecnico di Torino. AL. Indagini ffetuate Sono state effettuate 82 prove per la determina- zione del valore di blu (Vs) su campioni provenienti da differenti siti di frana e da differenti profondlita Gli obiettivi della sperimentazione sono stati i se- guenti: = confrontare i risultati delle prove al bha di meti- lene con i risultati di altre prove, ormai collau- date, effettuate sugli stessi material, allo scopo i verificare Vapplicabilita delta tecnica in og- sgetto alla caratterizzazione dei materiali in esa- ~ _caratterirzare verticalmente le successioni strati- grafiche oggetto di studio, identificando livelli a diferente comportamento e verificando sc, me- diante la tecnica in esame, fosse: possibile evi denziare differenze trail materiale marnos0 in corrispondenza delle superfici di scivolamento rispetto ai livelli adiacenti; — caratterizzare arealmente le stesse successioni, verificando la distribuzione, su di uno stesso piano di sedimentazione, dei minerali argillosi attivi e quindi lesisteniza 0 meno di zone a mag- giore concentrazione di tali mineral Nel seguito sono ripostati i principali risultati no ad oggi ottenuti. “Tab. TH- Vator dil (Vp) in g/100g, determina da pro- ve al biu di metilene alla macchia" su campioni prelevati presso due std frana, Tab. 111 - Blue values (Va. @/100g, obtained from methylene ‘ue "poe tess om samples taken from two side sites. Frana di. FranadiSomano Benedetto Belbo npione — “EEN) Lacan (ON) Local Pedrotti Borgatesis Tr 16 20 ss a7 29 L 22 26 ‘campione prelevato a tetto della superficie di scivolamento; 8: campione prelevato in corrispondenza della superficie & scivalamento; Lz campione prelevato a leto della superficie di scivolamento, 4.2, Risultati oltenuti Nella Tab. 111 sono riportati i risultati ottenuti in termini di valore di blu (Vg) su campioni prelevati alfinterno del medesimo livello marnoso in corri- spondenza ed in adiacenza alla superficie & scivola- mento presso due differenti siti che sono stati sede di fenomeni di instabilita per scivolamento planare nel novembre del 1994: i sito di San Benedetto Bel- bo (CN), Localita Borgaletto, ed il sito di Somano (CN), Localita Pedrout. $i nota come il valore di blu evidenzi la presenza di livelli pit attivi in eorrispon- denza delle superfici di scivolamento; talilivell non distinguibili mediaute un semiplice esame visi- vo, potrebbero anche essere idemtificati e caratteriz- zati mediante analisi granulometriche e acvornetsi- che, difrattometrie a raggi X e prove per la determi: nazione della superficie specifica'®, prove ben pit onerose, in termini di tempi e di costi, rispetto alla tecnica di prova al blu di metilene Nella Tab. IV sono invece riportati, per il sito di San Benedetto Belbo (CN), Localita Borgaletto iri- sultati delle prove al blu di metilene “alla macchia”, 8 indicati nella Tab. 111, postia confronto con i ri- sultati ottenuti da analisi granulometriche € aero- metriche, determinazioni dei limiti di Atterberg ¢ difrattometrie a raggi X*°. Delle analisi difrattome- triche vengono riportati i soli risultati in termini di percentuale di mineraliargillosiattivi, in questo ca- so smectite", mentre delle analisi granulometriche € aerometriche vengono riportati i soli risultati in termini di percentuale di argilla; poiché le difratto- ‘metrie hanno indicato percentuali in smectite (Tab. 1V) superior‘ alle percentuali in element inferiori ai AAA TATTRTEERIMEA—RIVISTA ITALIANA DI GEOTECNICA LA PROVA AL BLU DIMETILENE NELLA CARATTERIZZAZIONE GHOTECNICS LEASES AN SNERREE 47 “Tab. IV - Risultati delle determinarioni sperimentali eseguite su campioni di materiale marnoso prelevati presso il sito di frana di San Benedetto Belbo (GN), Localita Borgaletto, in corrispondenza ed in adiacenza della superficie di scivolamento, Tab. IV - Results of tests performed om samples of marly material taken from the slide ste of San Benedetto Belbo (CN), Localta Borgaleto, at and adjacent tothe sliding surface. Campione —Cx(%)*— Caaf) Cx)" IPH ACO cae fi non eine T 20 3 37 20 1.00 20 16 80 ss m 40 46 25 Lot 32 27 ns L 19 82 38 18 0.95 a 22 n6 1: campione prelevato a teto della superficie di scivolamento 8S: campione prelevato in corrispondenza della superficie di scivolamento 1: campione prelevato a leto della superficie di scivolamento Gq: percentuale in argilla: clementi di dimensioni inferior’ ai um (A.G.L, British Std. e M.LT) (Gyo: percentuale in axgilla: elementi di dimensioni inferiori ai 3.9um (Udden modificata) Cs: percentuale in arglla: elementi di dimensioni inferior’ ai 5m (ASTM, D 422, D 653) IP: indice di plastic ‘Act indice di ativita di Seemeron [1953] Vo: valore di blu ‘Aca: indice di auivic di blu * da Suwsows [1998}. 2.um (considerato comunemente in geotecnica co- ine limite di transizione limo-argilla®), sono anche stati riportati i risultatiin termini di percentuale in argilla come clementi di dimensioni inferior’ ai 3.9 ‘zm (limite di transizione limo-argilla comunemente utilizzato in sedimentologia®) ed in termini di per- centuale in argilla come elementi di dimension feriori ai 5 mm (limite di transizione limo-argilla se- condo la elassificazione ASTM). Dai risultati sopra presentati si pud notare quanto segue: ~ i risultati delle prove al blu dit metilene “alla macchia” consentono di caratterizzare in modo esauriente il materiale tenendo conto sia della quantita che della tipologia di minerali argillosi presenti; infatti, a parita di contenuto in argilla (campioni Te L), il valore di bla varia in furzio- ne del differente contenuto in minerali argillosi attiv, in questo caso smectite (Fab. IV); — Vindice di attivita di blu (Acs), al contrario. delVindice di attivita di Skempton (Ac), eviden- za le differenze tra i campioni®; = iterreni analizzati rientrano, secondo la classifi- cazione di Skempton, nella classe dei terreni “normali” poiché i valori di indice di auivita di Skempton (Ac) sono compresi tra 0.75 € 1.25; gli stessi terreni rientrano invece, secondo la lassificazione basata sullindice di attivit di blu (Acs) riportata nella Fig. 8, nella classe dei ter- reni con frazione argillosa attiva, essendo Acs compreso tra 8 € 13 9/100 g, Sono quindi stati posti in relazione i valori di blu (Vn) con i valori di pressione di rigonfiamento otte- nnuti sugli stessi materiali [Siweont, 1998]; i cam- pioni considerati provengono dai siti di frana di San Benedetto Belbo (CN), Localita Borgaletto, Mona- stero Bormida (AT), Localiti Gascina Armandi, € Somano (CN), Localita Fontana del Boglietto. Si pud notare (Fig. 13) fa buona correlazione ottenuta. if stata quindi indagata la variarione dei valori di blu lungo tre vertical presso il sito di frana di San Benedetto Belbo (CN), Localita Borgaletto, al fine di evidenziare le variazioni litostratigrafiche in ter- mini di presenza di minerali argillosi attivi I cam- joni sottoposti a prova provengono dalla scarpata di frana e da due sondaggi eseguiti a monte della scarpata stessa ¢ comprendono materiali marnoso- siltosi e arenaceo-sabbiosi. 1 principal risultati otte- ‘nuti sono riportati nella Fig. 14. E possibile notare che i risultati delle prove denziano chiaramente le variazioni litostratigrafi- che € Ia presenza, in corrispondenza della superfi- cie di scivolamento, di livelli pitt attivi (Vs = 2.72.8 g/100 g), Per indagare la variazione areale della composi- zione del materiale, e quindi verificare se la sedi- ‘mentazione dei mineral argillosi smectitici sia avve~ nuta in modo uniforme sui piani di sedimentazione, sono state effettuate prove su campioni di marna prelevatia letto della superficie di scivolamento del- fa frana di Somano (CN), Localita Cascina Valan- che, attualmente ancora accessibile**, 11 campiona- OTTOBRE - DICEMBRE 1999 OEE ELE LIL SL TD A

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