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Ritroviamo la grande arcata biografica del Mozart di Jahn nell’organizzazio-
ne del Johann Sebastian Bach di Philipp Spitta (1841-94) che parimenti privile-
gia la disamina di singole opete e una trattazione particolarmente ampia di quelle
di maggiori dimensioni. Tuttavia !analisi morfologica ha meno spazio, e se ne
avvantaggia lanalisi dei caratteri musicali. Tramite la loro puntualizzazione,
infatti, Spitta intende fissare la Stisnmeeeng, il clima espressivo di un pezzo: «l’u-
nica cosa atta a restituire alla vita la ricognizione anatomica» della musica btru-
mentale (Spitta 1873-80, I, p. XH). E si spinge fino ad azzardare, soprattutto
a proposito della Messa in si minore, ut interpretazione simbolica. Scrive, ad
esempio, sul duetto “Et in unum” del Credo-(b¥d., IL, p. 531): .
Alle scopo di rappresentare chiaramente l'unita del Padre e del Figlio, a ogni
entrata del soggetto principale le due voci vergono trattate da Bach in canane all’u-
nisono, passatide in canone alla quarta inferiore solo alla seconda battuta, Cos) l’u-
nit delle due Persone si dissolve ed esse assumono up’ esistenza separata.
“"Tatavia la crescita della consapevolezza storica contribul anche sotto un
altro aspetto alla maturazione del pensiero analitico. E cio’ attraverso lo svi-
luppo della filologie musicale, a cui si deve la pubblicazione dei primi imponen-
ti opera omnia. Le basi di questa nuova problematica furono gettate, insieme
con quelle di un’analisi stilistica di tipo classificatorio, dalla biografia bachiana
di Forkel. Se Jahn e Spitta avevano limitato le loro analisi alle opere compiute
di Bach e Mozart, il capitolo dedicato da Forkel ai manoscritti bechiani (quat-
tro pagine in tutto) attira I'ettenzione su cid che le fonti potevano suggerire
sul processo compositivo del Maestro tramite fe varianti di uno stesso pezzo:
la correzione di singole-note, i tagli impietosi, l’instancabile perfezionismo. For-
kel, anzi, caldeggiava |’integrazione dell’edizione completa delle opere di Bach
con l’indicazione delle varianti testuali pit importanti, come alla fine si decise
di fare nell’edizione della Bachgesellschaft. Ma si eta ormai prossimi all’epoca
in cui Guido Adler — un altro storico interessato alla critica testuale c ell’edi-
zione di opera onania — avrebbe propugnate Ia piena integrazionc fra ricerche
musicologiche d’impostazione storica e quelle d'impostazione analitica (Adler
1885).
Lo studioso che esercitd il maggior influsso in tal senso fu Gustuy N&tte-
boh: (1847-82), che fra il 1862 e i 1865 lavord agli opera anita heethavenia-
fea partire dal1878 a quelli mozartiani. In una lunga serie ci stixfi sts abbozzi
e altci materiali compositivi, pubblicati fra il 1865 ¢ i] 1890, cylt hn affrontato
i problemi connessi con il processo,creativo di Beethoven: i] :mmero dei pezzi
a cui questi lavorava contemporanedmente; I’uso che era solite fare di appunti,
brutte copie, partiture; il modo in cui perfezionava i dettayli