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50 C ORRIERE DELLA S ERA U V ENERDÌ 20 A PRILE 2007

OPINIONI
VISTI DA LONTANO F RANCIA, A MERICA, E UROPA
di MASSIMO GAGGI

Nessun alibi Telecom


L
a competizione tra i due principali candidati nel-
le presidenziali francesi si arroventa. L’elettora-
to è al tempo stesso diviso e indeciso, insicuro se
volgersi a destra o a sinistra, nella duplice sfida di immi-
grazione e globalizzazione. Profonde spaccature politi-
SarkUsa La fiammata di sostegno per Bayrou e Le Pen è segno
dell’insoddisfazione degli elettori per le campagne piut-
tosto scialbe dei due principali contendenti. Senza il sup-
porto di un grosso partito, Bayrou non ce la farà ad
approdare al secondo turno. E se Le Pen sopravvive al
che non sono certo una caratteristica francese; in Euro- di CHARLES A. KUPCHAN primo turno — come fece nel 2002 — sarà certamente

Le privatizzazioni pa (e negli Usa), le tensioni innescate dai flussi migratori


e dalla perdita dei posti di lavoro in seguito alla globaliz-
zazione danno vita a società polarizzate ed elettorati im-
ladina materna del generoso Stato sociale francese, pro-
mettendo di risparmiare alla Francia le ingiustizie e i
sconfitto il 6 maggio. L’impatto dell’immigrazione e del-
la globalizzazione sul Paese hanno prodotto campagne
elettorali ripiegate su se stesse. Nessuno dei candidati in

hanno funzionato bufaliti. Ma la posta in gioco nelle elezioni francesi è


particolarmente elevata. Persa la fiducia dei cittadini, il
presidente Jacques Chirac è rimasto a tutti gli effetti pa-
sacrifici di un mercato libero e senza vincoli. Tuttavia,
neppure lei ha saputo sottrarsi alle sirene del populismo,
e intona «La Marsigliese». La campagna elettorale di
lizza ha voluto affrontare le questioni chiave di politica
estera oggi sul tavolo, come il progetto d’integrazione
europea o i tormentati rapporti tra Europa e Usa.
ralizzato negli ultimi due anni, mandando alla deriva Ségolène si è rivelata carente di contenuti e ricca di gaf- L’Unione Europea zoppica dal giorno della bocciatura

I
n una coraggiosa intervista a Orazio Carabini (Sole 24 tanto l’Unione Europea che i rapporti tra Francia e fes. Un importante politico francese mi ha confidato: francese della bozza di Costituzione europea, nel refe-
Ore di domenica scorsa) l’ex capo della Fiat (ed ex edito- Usa. «Abbiamo paura di quello che potrebbe fare Sarkozy, rendum del 2005. Quel rifiuto ha rappresentato a tutti
re di questo giornale) Cesare Romiti, ha criticato i capita- I francesi sembrano sempre più diffidenti verso la lo- ma abbiamo ugualmente paura di quello che non fareb- gli effetti un voto di sfiducia nei confronti di Chirac, che
listi italiani «che non rischiano più niente» ed ha attribuito ro classe politica e non sorprende perciò che i due prota- be la Royal». l’aveva caldeggiata. Il governo ne è uscito indebolito, e
anche a se stesso errori importanti: negli anni 80 Romiti si gonisti di questa competizione elettorale siano in qual- Sia Sarkozy che Royal hanno iniziato la campagna questo a sua volta ha lasciato l’Ue orfana della visione e
battè affinché l’Iri cedesse l’Alfa Romeo alla Fiat, anziché che modo due outsider. Nicolas Sarkozy si è fatto strada elettorale facendo leva sul centro, ma da allora si sono della guida francese, di cui ha bisogno.
agli americani, ma «oggi, col senno di poi, riconosco che lentamente all’interno della blindatissima élite politica ripiegati verso la loro base. L’immigrazione sta spingen- I candidati presidenziali si sono dimostrati ugualmen-
probabilmente sarebbe stato meglio per la Fiat se la Ford francese per diventare il candidato del centrodestra. Sé- do la destra sempre più a destra, mentre la globalizzazio- te poco loquaci riguardo i rapporti con gli Usa. L’onda-
fosse venuta a farci concorrenza in casa nostra». golène Royal, candidato del centrosinistra, dà l’impres- ne sollecita la sinistra sempre più a sinistra. Non appena ta di antiamericanismo provocata dalla guerra in Iraq si
Nella polemica sul futuro della Telecom, cresciuta di tono sione anche lei di essere uscita dal nulla per strappare la Sarkozy e Royal hanno abbandonato il centro, ecco che è placata, come pure si è ridimensionata la tradizione
col ritiro dell’offerta At&t, questo aspetto — la necessità di candidatura del Partito socialista ai suoi rappresentanti è spuntato un nuovo candidato, François Bayrou, che si gollista di inveire contro i pericoli dell’egemonia ameri-
far crescere ovunque meccanismi concorrenziali all’interno maschili più affermati. È la prima donna che tenti seria- è rivolto proprio a questo settore dell’elettorato. Nel cana. Ma persino Sarkozy, ben saldo nei suoi istinti
di una cornice di regole certe — continua a restare sullo sfon- mente la carta della presidenza in Francia. frattempo, le posizioni di Le Pen contro l’immigrazione pro-americani, ultimamente si è tenuto alla larga dalle
do. Non che i temi che catalizzano l’attenzione (l’ipotesi Ber- Sarkozy, fino a poco tempo fa ministro degli Interni, continuano a erodere la base di Sarkozy. questioni transatlantiche, per non farsi vedere troppo
lusconi e le condizioni dell’uscita di scena di chi ha fin qui è l’uomo da battere. I suoi punti di forza sono il suo stile vicino all’amministrazione Bush.
gestito il gruppo in modo non certo brillante) siano seconda- risoluto e un atteggiamento di grande fermezza sugli im- FRANCESCONI Chiunque sarà il vincitore, resta l’incertezza sulle fu-
ri. Ma la necessità di soluzioni che (salvaguardando la rete) migrati, in particolare i musulmani. Benché da definire, ture relazioni franco-americane come pure sulle inten-
rispondano a meccanismi di mercato, non può finire nel di- la sua proposta di un ministero per l’Immigrazione e zioni del prossimo governo riguardo l’Europa, se riusci-
menticatoio. Invece molti nella maggioranza e nello stesso l’Identità nazionale affronta di petto le preoccupazioni rà o meno a contribuire a un’Unione europea forte, sul-
governo parlano con disinvoltura di ipotesi di «ripubbliciz- della destra sul pericolo della radicalizzazione degli im- la quale l’America potrà fare affidamento per risolvere i
zazione» più o meno parziale delle telecomunicazioni e il migrati. Sarkozy si è rivolto di continuo proprio a quegli conflitti in Medio Oriente e altrove. Mentre gli elettori
caso della Telecom viene usato anche per «bocciare» in bloc- elettori che rischiano di lasciarsi trascinare da Jean-Ma- ancora indecisi sceglieranno questa settimana da una ro-
co 15 anni di privatizzazioni. rie Le Pen, l’inossidabile portavoce dell’estrema destra. sa di candidati che ha suscitato ben pochi entusiasmi, la
È senz’altro vero che il vecchio gioco delle «scatole cinesi» Paradossalmente, il maggior punto di forza di realtà per il resto dell’Europa e per gli Stati Uniti appare
continua a prosperare e che la cessione delle aziende di Stato Sarkozy coincide con la sua principale debolezza. Molti chiara: non conta chi vincerà le elezioni francesi, ma se il
non ha fatto crescere, come si sperava, elettori temono infatti che l’intransigenza nel nome del- vincitore sarà capace di superare le divisioni del Paese
nuovi protagonisti dell’imprenditoria la legge e della nazionalità possa superare ogni limite e per mettere in piedi un governo forte ed efficace.
italiana, capaci di diventare giganti sul- compromettere le libertà fondamentali del Paese. La Ro- © C. A. Kupchan, 2007
le ceneri di Iri ed Efim. Ma due cose yal si presenta invece come l’alternativa morbida, la pa- Traduzione di Rita Baldassarre
non vanno dimenticate: 1) All’inizio de- Le barricate
gli anni 90 l’Italia era sull’orlo di una americane? Bush si è
crisi finanziaria di tipo «argentino».
La bancarotta fu evitata anche grazie chiamato fuori
ai miliardi affluiti nelle casse dello Sta- e non sono state
IL F ONDO M ONETARIO
to con le privatizzazioni. 2) La Tele- cambiate le regole
com, che nelle acque del mercato ha af-
frontato varie tempeste, faceva parte
di un mondo delle Partecipazioni statali farcito di aziende di
Stato ed enti abituati a perdere migliaia di miliardi di lire
C
aro direttore,
un amico sovrappeso vi chie-
de consiglio. Da anni cerca di
perdere 20 chili senza riuscirci; ora — an-
Fate tesoro del tesoretto Pil. Le risorse così durevolmente libera-
te (che, in soli due anni, ammontano al
costo di un grande progetto di infrastrut-
tura quale il Tav) potrebbero essere sta-
ogni anno. O a guadagnare imponendo agli utenti tariffe che se non sa bene come — ha finalmen- di ALESSANDRO LEIPOLD te utilizzate per spese pubbliche produtti-
esorbitanti. Perfino l’Eni, il gruppo pubblico più redditizio e te perso un chilo in un mese, mentre mi- ve o per alleggerire la fiscalità.
meglio gestito, arrivò a bruciare 1.500 miliardi nell’anno del- rava a perderne solo mezzo. Che consi- tivo di equilibrare i conti pubblici nel so coadiuvata da regole efficaci. La Vi sono poi rischi particolari alla fi-
lo scontro più duro tra manager democristiani e socialisti. glio gli date: festeggiare con un lauto «medio termine», senza mai arrivarci. Francia, per esempio, dopo una brutta nanza pubblica italiana. Se l’attuale con-
Oggi l’Eni — come del resto Enel e (in misura minore) pranzo o continuare a prender cura di se Per esempio, nel 2000, le proiezioni uffi- esperienza con l’equivalente del tesoret- testo globale favorevole dovesse muta-
Finmeccanica — guadagna vari miliardi di euro l’anno ed è stesso? ciali prevedevano un bilancio in pareg- to (la cosiddetta cagnotte, usata nel 2000 re, il conto interessi dell’Italia ne risenti-
spinto dagli azionisti italiani ed esteri a fare sempre meglio. Lo stesso vale per il cosiddetto tesoret- gio entro il 2003. Nei fatti, quell’anno si e seguita da un peggioramento dei conti rebbe più di altri. Su un orizzonte più
Due giorni fa ho scritto sul Corriere che le interferenze to. Il forte gettito fiscale è senz’altro una è chiuso con un disavanzo del 3,5% del pubblici), ha introdotto una regola di bi- lungo, vi sono inoltre i costi dell’invec-
politiche che hanno spinto l’At&t a ritirare la sua offerta buona notizia. Il dibattito si è concentra- Pil. Ora, l’impegno del governo è di eli- lancio che assegna ogni extra-gettito au- chiamento della popolazione. Né si può
fanno perdere credibilità all’Italia. Alcuni lettori mi hanno to su come usare queste entrate imprevi- minare il disavanzo entro il 2011. Per tomaticamente alla riduzione del disa- trascurare il fatto che i dati sulla spesa
obiettato che anche l’America ha alzato barricate davanti a ste, con proposte che spaziano da sgravi raggiungere quest’obiettivo, l’Italia do- vanzo. Anche in Italia le leggi finanzia- pubblica ed il debito sono, in Italia, spes-
cinesi e arabi che volevano comprare rispettivamente Uno- fiscali a nuove spese. Ma perché scartare vrebbe trovare risparmi pari al tesoretto rie contengono una regola simile, diluita so soggetti a correzioni verso l’alto, in
cal (petrolio) e sei scali marittimi Usa. Attenti a non fare così alla leggera la possibilità di accanto- ogni anno, da ora fino al 2011. Un’im- però da varie eccezioni, come dimostra seguito all’emergere di debiti «nasco-
confusione: in quei due casi il governo (cioè Bush) non si è nare questi proventi inattesi? Quest’ab- presa ardua: perché allora non avvantag- l’attuale dibattito sul tesoretto. sti». Utilizzare ora il tesoretto andrebbe
opposto né ha cercato di cambiare le regole. C’è stata una bondanza di gettito potrebbe anche non giarsi subito del terreno già percorso per Il continuo mancato raggiungimento anche contro le importanti iniziative del
reazione dell’opinione pubblica (e di una parte del Congres- durare. Simili boom d’entrate sono stati arrivare prima alla meta? Nelle parole degli obiettivi a medio termine può ave- governo dirette a valutare e riformare il
so) dettata, nel caso dei porti, all’incubo-terrorismo nel qua- sinora rari, e spesso fragili. Un esempio dell’ultimo Bollettino della Banca d’Ita- re conseguenze nefaste. La storia abbon- sistema di bilancio e la spesa pubblica.
le l’America è ormai sprofondata dal 2001. Quanto a Uno- semplice ma rappresentativo è dato da lia: «L’andamento dei conti pubblici da di esempi di espansioni fiscali inop- Se vi sono delle necessità di spesa impel-
cal, ha pesato la natura tuttora comunista della Cina e la quanto successo fra il 1996 ed il 2005 nei consente di accelerare il processo di ridu- portune, seguite da anni di crescita delu- lenti, esse andrebbero affrontate attin-
mancanza di reciprocità. Nonostante ciò l’Ibm ha venduto il Paesi della zona euro. In quel periodo, vi zione del disavanzo». dente e una politica di bilancio restritti- gendo alle ampie risorse di spesa già di-
suo settore computer ai cinesi di Lenovo. E, ancora, Lucent sono stati solo nove aumenti annuali del L’esperienza internazionale, e l’intui- va. Il Portogallo della fine degli anni No- sponibili, confrontandole con altre prio-
e Laboratori Bell, un tempo cuore tecnologico di At&t, sono rapporto entrate/Pil paragonabili a quel- zione, indicano che il risanamento dei vanta ne è un esempio e ne sta pagando rità nel normale percorso di bilancio,
passati ai francesi di Alcatel, mentre T-mobile, grande opera- lo visto in Italia l’anno scorso. Fra que- conti pubblici è più facile in fase di ripre- tuttora le conseguenze, con la crescita piuttosto che trattate affrettatamente in
tore Usa di telefonia cellulare, è tedesca. Di nuovo: è lecito sti nove, sei hanno poi subito un’inver- sa economica, in tempi di «vacche gras- più bassa della zona euro. corso d’anno.
chiedersi se At&t sia il partner giusto per Telecom (non sono sione di tendenza, e altri due sono trop- se». Nell’ultimo decennio Belgio, Spa- I costi dei disavanzi non sono mera- Dopo anni passati a cercare di dima-
così certo che sia l’impresa straordinaria descritta ieri sul po recenti per poterne trarre una conclu- gna e Olanda sono riusciti a raggiungere mente accademici. Sono costi reali, spe- grire, e con la prospettiva di un ulteriore
Corriere dall’ambasciatore Ronald Spogli, visti i dubbi sulla sione definitiva. il pareggio di bilancio approfittando di cie per un Paese ad alto debito pubblico aumento di «peso» dovuto all’invecchia-
lungimiranza delle sue strategie avanzati da diversi analisti Ma anche se l’extra-gettito fosse per- periodi di forte gettito fiscale, risanando come l’Italia. Infatti, se l’Italia avesse mento, i conti pubblici italiani stanno ap-
Usa); ma non si possono invocare interventi contro l’«inva- manente, gli argomenti a favore di usar- i conti a un passo più sostenuto di quello nell’ultimo decennio ridotto il peso del pena cominciando a snellirsi. Il tesoret-
sore». lo per altro che ridurre il disavanzo resta- attualmente contemplato dall’Italia. In debito quanto il Belgio, i risparmi d’inte- to va protetto, non consumato.
massimo.gaggi@rcsnewyork.com no deboli. Da anni l’Italia si pone l’obiet- questi e in altri Paesi la disciplina è spes- resse ammonterebbero a più dell’1% del Fondo monetario internazionale

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