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La comunicazione pubblica oggi: funzione istituzionale 2.0?

La legge 150 ha disciplinato nel 2000 la comunicazione pubblica come funzione da


organizzarsi presso le Pubbliche Amministrazioni. Ma, oggi, nella societ della
comunicazione, anche per le Amministrazioni pubbliche diventa centrale comunicare
con il cittadino, molto pi che semplicemente informarlo. E come si rapporta
lesigenza di coinvolgimento dei cittadini, con i nuovi strumenti comunicativi di massa?
Possono favorire questa logica e la mission di trasparenza della Pa, o sono qualcosa di
altro da ci che rimane pur sempre funzione istituzionale? Forse la nuova Pa, prima
di vedere davvero la luce, richiede ancora di ripensare dogmi e paradigmi in molti
campi.
18/03/2013 di: Ilaria Piccinotti*
La comunicazione pubblica oggi: funzione istituzionale 2.0?
Le riforme degli ultimi ventanni hanno rimodellato vari aspetti della vita della
Pubblica Amministrazione nella convinzione che questa andasse avvicinata ad un
cittadino con il quale rapportarsi su base paritaria, pi da customer che da
amministrato[1].
Una Pa non formalista e burocratica, ma che si legittimi per risultati e credibilit
presso il cittadino. Quindi diventa centrale per la Pa oggi trovare la relazione e
linterazione pi diretta ed efficace possibile con il cittadino. In altre parole,
COMUNICARE con il cittadino.
Il concetto di comunicazione senza dubbio di difficile definizione. La
comunicazione una attivit di condivisione volta ad incidere sulla realt esterna
perch tesa a fare passare un messaggio che influenzi chi lo riceve. Quindi qualcosa
pi di una semplice attivit informativa. Ed appunto questo qualcosa in pi, che
deve caratterizzare linterazione ed il passaggio di contenuti tra Pa e cittadino.
La comunicazione diviene lo strumento principe per instaurare un rapporto paritario
con il cittadino.
Data questa necessit, pu la comunicazione essere organizzata/pianificata/valutata,
alla stregua di altre funzioni della Pubblica amministrazione?
Alla comunicazione pubblica/istituzionale non era dedicata alcuna normativa specifica
fino al 2000. La legge n. 150 del 2000 si occupa per la prima volta di fornire una
cornice normativa alla comunicazione pubblica ed ispira se stessa ai medesimi
principi che hanno informato le riforme della Pa: trasparenza ed efficacia dellazione
amministrativa.

Ci che per stupisce chi si accinga nel 2013 a fare una analisi di cosa significhi
comunicazione pubblica oggi, che la legislazione sia sempre la medesima. La legge
non cambiata, ma la comunicazione s.
Oggi (molto pi che tredici anni fa) viviamo in quella che stata ribattezzata come
societ della comunicazione. Lespressione in verit un posemplicistica e va
articolato un discorso pi ampio su cosa significhi oggi informazione.
Facebook, Twitter, Youtube sono oggi i veri mezzi di comunicazione. Essi hanno
trasformato il modo di cercare e di fare informazione. La trasmissione di un qualsiasi
contenuto informativo passa sempre pi spesso attraverso questi canali e a volte qui
nasce ad opera di cittadini, non giornalisti. Tutti sono in qualche misura reporter
oggi[2]. Le informazioni sono quindi pi liquide e multiformi nella loro provenienza.
A ci si aggiunga che i social network sono un fenomeno esploso nella propria portata
di relazioni e nel proprio peso nelleconomia molto pi di quanto si sarebbe mai
potuto pensare. Social network che stimolano al massimo la logica interattiva e virale,
per la quale le informazioni ed i contenuti passano da soggetto in soggetto in maniera
contagiosa, incontrollabile e non indirizzabile dallesterno.
E la Pa continua quindi ad operare rispondendo ad una legislazione che ignora questo
fenomeno? Quale modello di Pubblica amministrazione pu permettersi questo?
Una Pa formalista forse, non certo la Pa accountable che si cerca di realizzare da anni
e non certo quel modello di citt smart (del quale si dir in seguito) attuale obiettivo
di sviluppo delle realt amministrative territoriali.
E infatti non avviene questo. Non sempre almeno.
Le Pubbliche amministrazioni pi avvedute si muovono a livello comunicativo nella
realt del nostro tempo ed utilizzano i social network, cos come tutti i canali che lo
sviluppo tecnologico mette oggi a disposizione, al fine di relazionarsi in maniera
diretta e nuova al cittadino.
Ma quanto diffusa questa realt avanzata della comunicazione pubblica?
Se si guarda astrattamente al numero di account Twitter e Facebook, se ne contano
rispettivamente circa 200 e 1250. Numeri piccoli se paragonati al totale di account in
Italia che ormai alto per Twitter e ancora pi per Facebook. A ci si aggiunga che
spesso gli account sono sostanzialmente dormienti. Esistono per anche studi che
danno conto della presenza di realt avanzate allinterno della panoramica esposta [3].
Altro punto che va indagato cosa serva dal punto di vista dellorganizzazione, delle
risorse umane e economiche per approcciarsi come Pa in maniera nuova al tema
della comunicazione pubblica. Questo aspetto va tenuto presente perch si tratta pur

sempre di un servizio da organizzare e strutturare allinterno delle singole


Amministrazioni.
Al fine di rispondere dal punto di vista pratico a tutti i quesiti posti, pu essere daiuto
lasciare la parola e la spiegazione a Giovanni Carta, dirigente dellUfficio
comunicazione del Comune di Firenze, esempio virtuoso di Pa allavanguardia in
Italia[4] sul tema.
Come e perch si deciso di dare vita ad un Area comunicazione del Comune
di Firenze?
Larea comunicazione esisteva anche prima del 2009 (anno di entrata in carica della
nuova amministrazione). Era denominata Area organizzazione attivit di
comunicazione e stava sotto la direzione organizzazione/risorse umane. Lattivit era
di gestione della rete contact center, campagne di comunicazione e comunicazione
interna.
Con la nuova amministrazione si deciso di portare lUfficio comunicazione in staff
allUfficio del sindaco, conferendogli in tal modo centralit rispetto
allAmministrazione. Il dirigente a chiamata, come nella maggior parte dei casi
avviene (anche per lUfficio stampa).
Lobiettivo di essere centrali per tutta lamministrazione, e questo aspetto va
sottolineato, coinciso con una riorganizzazione generale della struttura
amministrativa che ha portato lUfficio comunicazione ad assumere un ruolo che non
solo quello di gestire i canali di comunicazione, ma anche quello di coordinare le
attivit comunicative delle varie aree dellAmministrazione.
Ci avvenuto in un momento di fortissimi tagli al budget della comunicazione, per
cui diventato essenziale affidarsi molto al coinvolgimento delle risorse umane e
puntare sui propri canali istituzionali pi che sulle campagne esterne. Il
coordinamento generale a livello di comunicazione si cerca di garantirlo infine tramite
il concetto di redazione integrata, composta da un referente della comunicazione
per ogni direzione, o pi di uno nelle Direzioni che hanno pi servizi comunicabili (ad
esempio, la Direzione cultura con diversi referenti per i musei, le biblioteche e gli
eventi). Spesso anche i dirigenti diventano interlocutori, ma si cerca di privilegiare
linterlocuzione operativa con i referenti per la comunicazione.
Nello stesso tempo gli Urp - prima assegnati al decentramento, presso i Quartieri sono stati posti in capo alla Comunicazione.
LUfficio stampa invece, come da legge 150 del 2000, separato dallUfficio
comunicazione. La norma prevede una rigida separazione, tra le due aree, ma in
realt comunicazione ed informazione si intersecano spesso. Con lUfficio stampa c
infatti una collaborazione costante, soprattutto da quando siamo presenti sui social

media diventata una necessit assoluta e quotidiana. Quindi gran parte dei
contenuti - sia amministrativi che politici- inseriti nei social network, sono condivisi tra
Ufficio stampa e Ufficio comunicazione.
Laspetto gestionale/organizzativo e la pianificazione sono decisive per una
comunicazione istituzionale ben fatta?
Organizzarsi sicuramente aiuta, anche se non esiste ancora un modello organizzativo
che funzioni al 100%.
In generale mi pare di potere rilevare che una pianificazione standard della
comunicazione negli enti pubblici oggi, non funziona. Ovviamente si fa il PEG, legato al
bilancio. Il piano di comunicazione dovrebbe arrivare a valle di questa
programmazione amministrativa. Per i tempi sono lunghi, si finisce per pianificare un
anno che in realt gi avviato quando devi attuare quelle azioni. La pianificazione si
dovrebbe fare prima dellinizio dellesercizio e non a met dellesercizio.
Intendiamo certamente dotarci di un minimo di pianificazione che non lasci tutto
allestemporaneit, ma il piano di comunicazione previsto dalla 150/2000, lo si faceva
e restava in larga parte inapplicato perch in seguito disatteso dal PEG. Era pi una
raccolta di desiderata che altro.
Oggi stiamo provando a studiare un nuovo modello di piano di comunicazione che
tenga conto della nuova realt. Dal 2010 la situazione cambiata anche perch si
pianificava prevedendo dei potenziali budget per ciascuna attivit di comunicazione.
Dopo il taglio (operato dalla finanziaria 2010) dell80% delle risorse dedicate alla
comunicazione (taglio realizzato rispetto alla spesa di pubblicit effettuata nel 2009,
finendo per penalizzare chi quellanno ha speso poco) la situazione radicalmente
cambiata.
Sia detto per inciso che, dovendo fare dei sacrifici di spending review, meglio
ridimensionare le spese di comunicazione piuttosto che tagliare i servizi. Per i servizi
funzionano (e producono efficienza economica) se li comunichiamo.
Le (poche) risorse sono oggi quindi concentrate in un unico capitolo che sta nella
disponibilit dellUfficio comunicazione, che deve spendere queste risorse per la
comunicazione di tutta la struttura.
Ogni volta che una direzione deve comunicare rispetto ad un servizio, unattivit, un
progetto, si rivolge a noi.
Il problema conciliare questi tagli, e i criteri stringenti che li muovono, con
unesigenza di trasparenza e di apertura al cittadino.

Luso delle nuove tecnologie sicuramente molto vantaggioso, dal punto di vista
economico, rispetto ai canali tradizionali. Prima si faceva un uso enorme di materiali a
stampa, volantini etc. o di pubblicit a pagamento sui giornali, ora non possiamo pi
permettercelo. Anche perch il pubblico di riferimento sta su internet in crescita ed
tendenzialmente a sua volta un valido diffusore, strumento di passaparola anche
per chi non online.
Per concludere il discorso, tornando alla pianificazione, in questa fase noi proponiamo
delle linee generali che vengono condivise con i coordinatori di area: linee generali
sugli obiettivi di comunicazione e che fanno capo ad indirizzi del sindaco, della giunta,
e alle esigenze evidenziate dalla macchina amministrativa.
Ad esempio in questo periodo tra gli obiettivi principali di comunicazione istituzionale,
abbiamo il processo partecipativo per il regolamento urbanistico, uno degli strumenti
del Piano strutturale a volumi zero approvato due anni fa.
Si pu parlare di necessit di una visione strategica?
Senza dubbio s. Laspetto gestionale/organizzativo decisivo ai fini di una
comunicazione istituzionale ben fatta, ma non il solo.
UnAmministrazione infatti impronta la comunicazione sulla base dellindirizzo che d
la parte politica. Non esiste una comunicazione che tratta le cose in maniera
scoordinata rispetto allindirizzo politico della maggioranza che sta governando.
Certo lUfficio comunicazione non un ufficio propaganda.
Il rapporto tra comunicazione politica e comunicazione istituzionale un punto
spesso discusso: la seconda dovrebbe essere asettica e relativa a ci che lente fa in
termini di servizi, la prima fatta prevalentemente di annunci e di ascolto/dialogo con
cittadini. Il punto che nella stragrande maggioranza dei casi i due piani si
sovrappongono per forza anche perch il politico annuncia quello che ha fatto in
quanto amministratore della Cosa pubblica.
Ad esempio i follower del profilo Twitter del Comune spesso chiedono perch il
profilo dellistituzione risponda a domande fatte direttamente al sindaco. La linea
questa: se la domanda ha una valenza amministrativa, risponde il Comune, ma solo in
questo caso. Il punto che rimanga una informazione di servizio.
Come e perch stato implementato con tanto successo lutilizzo dei mezzi
social nella vostra esperienza? Potreste prescindere dalluso di questi
mezzi, oggi?
Rispetto al tema dellutilizzo del social da parte della Pa, va fatta una premessa.

Si parla molto delle citt americane e del loro accentuato utilizzo di social network, ma
in Italia non siamo da meno.
Occorre per sempre guardare al grado di interazione che si crea con gli utenti,
perch la logica del dialogo che devono favorire i social network e se questo non c,
non serve essere sui social.
Noi siamo sbarcati sui social dopo un accurato benchmarking con altre realt.
Il confronto iniziale a noi servito per capire quale dovesse essere lo stile duso del
social network, che non un canale di comunicazione normale. Non si pu usare lo
stesso linguaggio che si usa sugli altri canali di comunicazione e non si pu utilizzare i
social network in maniera inconsapevole. La partecipazione deve essere friendly,
senza eccedere, ma anche senza portare su quei canali un mood ingessato.
Ecco che il confronto con altre esperienze (ad esempio Torino e Bologna) ci servito
soprattutto per capire come entrare nei social network, in modo accattivante e
coinvolgente in quanto nuova Pa. Freschezza e immediatezza non si addicono a tutti
i contenuti della comunicazione istituzionale, per cui vanno attentamente selezionate
le cose che si twittano.
Dopo avere capito questo e avere osservato realt che erano riuscite ad interpretare
bene queste esigenze, si adattato il discorso in salsa fiorentina. Questo perch
ritengo fondamentale, pure nel mondo della globalizzazione e dei grandi canali di
comunicazione, laspetto local. Per quanto Firenze parli anche al mondo si deve
sapere che si parla in prevalenza al pubblico fiorentino e considerare vari aspetti di
conseguenza: espressioni, toni, linguaggio e l ironia del fiorentino.
Il successo di una presenza su un social network anche la capacit di parlare lo
stesso linguaggio di chi segue il profilo o la pagina dellAmministrazione.
Su Twitter siamo sbarcati a seguito dellesperienza della straordinaria nevicata del
dicembre 2010 e dei conseguenti disagi. Si era percepita la potenza informativa del
mezzo, soprattutto in alcune occasioni/circostanze.
Cos nel 2011 abbiamo studiato e a inizio 2012, in previsione di una nuova nevicata, si
iniziato ad utilizzare massicciamente i social network quale veicolo di comunicazione
e informazione di pubblica utilit.
Abbiamo anche inserito un widget di Twitter sulla home page della rete civica perch
gli aggiornamenti in tempo reale, 24 ore su 24, possano comparire contestualmente
anche l. Abbiamo utilizzato i social e le widget create per la rete civica perch
pubblicare un post era meno farraginoso che aggiornare in tempo reale il sito
internet.

Si tratta di unoperazione che abbiamo fatto assolutamente a costo zero e con utilizzo
di risorse umane interne. Non facciamo annunci a pagamento su Facebook o su
Twitter.
poi importante fare una differenziazione tra Twitter e Facebook. Questultimo un
social network molto pi nazional-popolare, pi adatto a contenuti anche pi ampi e
comunque senza lassillo dellaggiornamento continuo.
Twitter molto pi immediato ed efficace per la trasmissione di informazioni, perch
pi essenziale e meno rumoroso.
I social network sono molto efficaci per le informazioni di emergenza, ma li utilizziamo
anche per informazioni quotidiane che fidelizzano gli utenti: un esempio pu essere il
positivo gradimento del tweet quotidiano di informazione sui men delle mense
scolastiche; oppure la foto del #buongiorno, con belle immagini scattate la mattina
presto in citt.
La vera sfida oggi, per unAmministrazione, per quella di integrare tutti i canali e su
questo noi ora stiamo lavorando.
In particolare abbiamo gi fatto una sperimentazione in occasione dei 100 luoghi
(appuntamento a cadenza annuale caratterizzato da assemblee partecipative di
cittadini che deliberano con il Comune rispetto alla riqualificazione di 100 luoghisimbolo della citt) utilizzando degli aggregatori, cio piattaforme che siano in grado
di aggregare contenuti di genere diverso (testi, foto, video) e di molteplice
provenienza (anche da diversi social) taggati a seconda dellargomento o del luogo
specifico.
Cos si hanno delle piattaforme web che mettono insieme questi contenuti in modo
che ciascun utente possa parlare con lamministrazione, raccontare qualcosa,
segnalare un problema o leggere quello che succede in un solo colpo docchio.
Possibilmente per questo tramite deve nascere una narrazione collettiva della vita
della citt che, secondo me, il vero obiettivo della moderna comunicazione di una
Amministrazione. una evoluzione possibile del gi diffuso citizen journalism,
puntando di fatto a creare la nuova piazza virtuale di una citt, la nuova Agor.
Se riusciremo ad integrare tutti i social network, anche il cittadino che usa un solo
social network verr posto in condizione di dialogare anche con chi usa un altro social
network. E cos si scardina anche il problema della distinzione e della necessit del
mantenimento della separazione tra comunicazione politica e comunicazione
istituzionale.

Il racconto della citt la nuova frontiera, e qui il politico deve e pu ascoltare i


cittadini perch si va a creare uno strumento che in primis fa dialogare tra loro i
cittadini e li rende protagonisti.
Questo ritengo sia un tema rispetto al quale sarebbe utile stimolare un dialogo anche
con altre realt della Pubblica Amministrazione.
Per quanto riguarda i social difficile definirli come irrinunciabili, niente
irrinunciabile in senso generale, soprattutto quando devi fare i conti con poche risorse
economiche. Il punto per che i mezzi di comunicazione social sono facili da usare e
low cost e quindi possiamo usarli in affiancamento, se non addirittura in sostituzione,
di altri mezzi pi costosi.
La domanda che ci poniamo piuttosto se questi mezzi arrivino a tutti. La risposta, in
una citt con molta popolazione anziana, negativa; per noi agiamo sugli adulti di
domani ai quali comunque si deve parlare e in un contesto in cui anche gli adulti di
oggi stanno riducendo il digital divide. E poi chi connesso sul web di solito un
valido diffusore di informazione anche nei contesti sociali fisici. la logica del
passaparola, tecnicamente una logica virale. Il contagio comunque assicurato.
Accanto a questo, data la consapevolezza espressa, pur nella ristrettezza delle risorse
che ne impone una riorganizzazione, manteniamo gli Urp fisici e il contact center
telefonico quali presidi di informazione e dialogo, non esclusivamente virtuali, e
quindi per tutti.
Non esistono indicatori prestabiliti. Come si comprende se la comunicazione
istituzionale sta raggiungendo il proprio scopo?
Non semplice capire se si stia raggiungendo un obiettivo di comunicazione e
misurarne lefficacia. Se si vendono dei prodotti, misuri quanto rende linvestimento in
pubblicit calcolando laumento delle vendite.
Nel caso di una Pa, riesci a monitorare e a misurare il successo di una comunicazione
pi semplicemente, nellipotesi di eventi, quando vedi quanta gente partecipa.
Pi complesso il discorso generale, in fin dei conti bisogna sempre fare il massimo
sforzo affinch la comunicazione istituzionale raggiunga tutti i cittadini, questo serve
per capire se la comunicazione istituzionale sta funzionando o meno.
Finora non ci siamo posti il problema di misurare e individuare specificamente degli
indicatori che controllino come sta andando lutilizzo dei social network. La crescita
costante dei follower e delle interazioni sono gi un segnale interessante.
Certo, incrociare i dati sui profili e sulle modalit di utilizzo dei social, dovrebbe fare
ottenere dati interessanti.

La vostra esperienza dimostra che si pu ottenere risultati anche senza un


grande budget dedicato. Quali consigli (in tempo di spending review) si
possono dare a chi volesse seguire il vostro esempio?
Nonostante le scarse risorse economiche, non bisogna arrendersi: il consiglio di
avere tanta buona volont e spirito di iniziativa, superando i timori di inadeguatezza.
Invece si deve studiare quello che si muove intorno a s e cercare di interpretarlo e di
utilizzarlo, per quanto possibile.
Non dobbiamo arrenderci di fronte dei tagli, c una quantit rilevante di mezzi a
costo limitato o a costo zero, oggi. Il punto investire nelle risorse umane da
impiegare, ma anche a tale proposito va sottolineato che non servono per forza degli
specialisti in social media o in comunicazione o dei giornalisti, piuttosto ciascun
soggetto attivo allinterno dellamministrazione diventa un soggetto di comunicazione,
se ben coordinato e se le linee guida funzionano.
I potenziali di comunicazione sono enormi considerando un apporto di tutti i
dipendenti di un Comune. Quindi una priorit assoluta la comunicazione interna.
Ad esempio, se il social suppone risposte rapide da questo discende che la
comunicazione interna deve funzionare bene. La comunicazione interna di ausilio
alla comunicazione esterna. Questa connessione va sempre tenuta presente.
Cosa si evince quindi dallesempio Firenze, rispetto alla costruzione della
comunicazione istituzionale di un ente pubblico oggi?
Occorre scindere il piano dellanalisi, tra laspetto organizzativo della funzione
comunicazione e gli strumenti che caratterizzeranno levoluzione della Pa del futuro.
Per quanto attiene allaspetto gestionale ed organizzativo ci che emerge dallanalisi di
realt di successo un elemento certo: il modello organizzativo non deve essere uno,
unico e dato per sempre. I modelli organizzativi possono essere i pi vari, ci che
importa davvero che ci sia una guida, una direzione (anche politica) ed una strategia,
dietro alla comunicazione istituzionale.
Ci che essenziale altres avere la cognizione delle specificit duso dei vari
strumenti di comunicazione ed una notevole capacit di coordinamento interno, al
fine di fornire le corrette informazioni just in time. Certamente anche laspetto
organizzativo deve essere presidiato, quale che sia la formula scelta, ma non
lelemento decisivo per la buona resa della comunicazione istituzionale di un ente.
Acclarato questo, il focus si sposta in realt sul piano dellevoluzione che la
comunicazione istituzionale ha subto ed destinata a subire in futuro.

Si intende dire, come gi rilevato in introduzione, che in atto un cambiamento della


comunicazione in generale. Essa fa ormai perno su strumenti e codici differenti
rispetto a quanto avveniva in passato, ci perch deve rispondere ad una diversa
logica, in quanto la Pa tutta ad essere (forse) cambiata.
La trasparenza, mantra delle riforme degli ultimi anni, deve ispirare lazione della Pa
del 2013 e ci non pu non implicare anche una revisione profonda del rapporto con
il cittadino. Non pi un semplice amministrato in chiave gerarchica, ma un soggetto
attivo da coinvolgere e da ascoltare su un piano paritario.
In unottica di questo tipo la comunicazione di un ente diventa inclusione e non pi
semplice passaggio di informazione.
Ma le Amministrazioni, tranne lodevoli eccezioni, non hanno compreso appieno
questa mutazione e spesso (come avviene in realt anche rispetto ad altri settori
dellattivit della Pa) hanno un atteggiamento formalista ed operano nella
comunicazione pubblica con quella che da taluni definita come la logica dellufficio
stampa, ovvero la mera impartizione di informazioni di carattere istituzionale a
cittadini che si suppone essere un pubblico passivo.
Ma ci non pu essere. O almeno non pi.
Le riforme che hanno ridisegnato o che hanno iniziato a ridisegnare il volto
dellamministrazione italiana puntano sulla trasparenza totale (accountability) ed il
nuovo articolo 118 della Costituzione invece, al comma quarto, parla di sussidiariet
orizzontale come di uno strumento da favorire e la definisce identificando i cittadini
come singoli che associandosi svolgono attivit di interesse generale.
Pu una Pa che dovrebbe seguire questi fari, non capire che linformazione oggi
quindi soprattutto dialogo, ascolto ed inclusione?
Pu non capire che per questo tramite si ha efficienza anche degli altri servizi e non
solo della comunicazione?
Se il cittadino adeguatamente coinvolto fin dalla progettazione di un qualsiasi
servizio, ed in seguito lo fruisce e lo vive nella maniera corretta, quel servizio
funzioner e sar anche economicamente efficiente.
Il modello di comunicazione istituzionale verso il quale tendere deve partire dalla
comprensione di questi assunti di base e deve inscriversi in un ragionamento
potenzialmente pi ampio.
Con riguardo alle amministrazioni locali anche la comunicazione istituzionale deve
inserirsi nellattuale modello di smart city [5]. Dietro allidea di smart city c un
nuovo modo di guardare alle citt del futuro, basato su unidea di sviluppo intelligente

e strategico delle stesse. Un modello che ha quale punto irrinunciabile il concetto di


connessione: delle varie aree da sviluppare, ma anche degli individui.
La comunicazione pubblica non in questa ottica solo un semplice mezzo attraverso il
quale fruire pi adeguatamente dei servizi, ma piuttosto la prima pietra della
costruzione di un nuovo rapporto tra Pa e cittadino e quindi, per quanto attiene le
realt locali, un importante aspetto collaterale allidea di citt smart del futuro. Citt
intelligenti non solo perch concepite nel proprio sviluppo come fortemente legate
alle nuove tecnologie, quanto piuttosto perch fondano il proprio futuro
sullinvestimento in capitale umano e sociale e dunque sulla costruzione di un
modello di sviluppo sostenibile, a beneficio del cittadino.
Tutto ci che favorisce una nuova relazione su base paritaria e collaborativa con il
cittadino[6] parte di questa prospettiva di sviluppo delle realt locali appena citata.
Ci che si chiede in definitiva, oggi, alla comunicazione istituzionale di essere una
parte della rivoluzione che porti lAmministrazione di questo Paese ad essere
unAmministrazione 2.0 nella relazione con il cittadino prima ancora che nellutilizzo
di qualsiasi nuovo mezzo di comunicazione.

*Ilaria Piccinotti si laureata in giurisprudenza presso lUniversit di Trento con una tesi di
ricerca dal titolo La responsabilit dirigenziale e ha conseguito in seguito un Master in
Management delle Amministrazioni pubbliche presso Trentino School of Management e Universit
di Trento con un saggio finale dal titolo La sfida della comunicazione pubblica tra nuovi media e
ricerca di una strategia condivisa. La sua attenzione e ricerca spazia tra i temi di gestione dei
servizi e i macro-temi relativi alla gestione e riforma della Pa.
[1]

In tale senso le riforme italiane, utile ricordarlo, si inscrivono nel pi ampio cambiamento che

stato portato tra gli anni 80 e 90 nelle Amministrazioni occidentali, in nome del New Public
Management. Corrente di pensiero sviluppatasi in ambito anglosassone negli anni Ottanta e che
sosteneva la necessit di avvicinare la Pa al settore privato, a partire dai metodi di lavoro e di
reclutamento dei dirigenti. Gli aderenti a questa visione avevano compreso come la Pa sia un
fondamentale driver di competitivit per il Paese. In tale ottica un aumento di efficienza
imprescindibile.
[2]

Si richiama qui il concetto di citizen journalism, che lespressione utilizzata per definire i casi nei

quali il pubblico usa gli strumenti della stampa per informarsi lun laltro. La definizione di Jay Rosen
della New York University ed tesa a sottolineare come le nuove tecnologie abbiano modificato la
realt della comunicazione in modo cos marcato da fare che s che le nuove logiche di relazione che
caratterizzano i rapporti di socializzazione tra individui che si creano attraverso tali mezzi, modifichino
anche il giornalismo in quanto ogni individuo oggi potenzialmente fonte di informazioni in tempo
reale e non pi soltanto recettore delle stesse.

[3]

In particolare si tenga presente la ricerca redatta per conto di Urp degli Urp e del Dipartimento della

Funzione Pubblica, da Annalisa Gramigna: Comunicazione pubblica e social media: levoluzione parte
dallesperienza. I casi dei comuni di Torino e di Reggio Emilia, giugno 2012.
[4]

Repubblica Firenze dell8 febbraio 2013:

http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/02/08/news/firenze_terza_in_classifica_per_i_follower_su_twit
er-52191831/
[5]

Letteralmente Citt intelligente, concetto che nasce negli Stati Uniti e che la Comunit Europea

definisce rifacendosi a sei assi di valutazione: economia, mobilit, ambiente, persone, tenore di vita e
governo.
[6]

Il 2013 stato stabilito dalla Commissione europea quale Anno europeo dei cittadini, dedicato a tutti

i cittadini europei ed ai loro diritti.

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