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comunità pastorale
di Uggiate T. e Ronago
 
agenda
della settimana
domenica 16 ottobre 2016
XXIX domenica
del Tempo Ordinario
OGNI DOMENICA
adorazione
eucaristica
in Chiesa a Uggiate T. dalle 17.00 alle 17.55
LA PREGHIERA È
GUIDATA DAI MULINI
 
XXIX domenica
tempo ordinario
 
PREGARE SEMPRE
Lo stralcio della lettera di San Paolo a Timoteo (
2 Tm 3, 14 - 4, 2) proposto nelle letture di questa domenica, sembra proprio calzare con la ripresa degli incontri di catechismo, che con la celebrazione odierna vogliamo affidare al Signore, affinché non si trasformino in semplici "patentini" per accedere ai
sacramenti, ma possano, a qualsiasi livello ed età, diventare "l'Humus" culturale
della nostra vita e della nostra Fede. L'invito che san Paolo rivolge a Timoteo è l'augurio che la comunità rivolge a tutti i suoi catechisti: "Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona. Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù : annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento."
Nel Vangelo di oggi, invece, Gesù ci racconta una parabola di una vedova che chiede giustizia da un giudice corrotto, che gliela concede non per benignità, ma per la sua insistenza. L'invito quindi è quello di pregare sempre senza stancarsi mai: insistentemente, come la vedova che ogni giorno "importunava" il giudice corrotto per avere giustizia contro il suo avversario. Ci sono due pericoli nella preghiera: il secondo è proprio quello dello stancarci, ossia perdere la fiducia nel dialogo con Dio. Quando avvertiamo questa sensazione, ci ritroviamo nella condizione di Mosè che sente il peso delle braccia alzate (ossia in preghiera) e che sono la garanzia che nella battaglia Israele sta prevalendo; al contrario quando le abbassa, sono gli avversari del popolo ebreo che stanno vincendo la battaglia. Così Aronne e Cur (che
rappresentano la Comunità di Israele) devono intervenire in aiuto a
"sostenere" le stanche braccia di Mosè. È una scena questa, che non dovrebbe essere letta con tanta leggerezza, ma che invece, ci dovrebbe far riflettere, e in modo profondo. Aronne e Cur rappresentano la comunità d'Israele che "si prende cura" di Mosè quando la sua preghiera diviene
stanca… Ma quante volte le nostre comunità, al vedere un proprio figlio o
fratello, stanco e asfittico nella Fede che poi l'ha portato lontano dalla Chiesa, se ne sono prese personalmente a carico della sua cura e lo hanno sostenuto nelle difficoltà della vita e del quotidiano?
 
   D   o   m   e   n   i   c   a   1   6   o   t   t   o   b   r   e   2   0   1   6
 
Quante volte assistiamo a situazioni in cui basterebbe una semplice
e piccola parola, un pensiero, un sorriso per recuperare chi sta
cadendo nel baratro del vivere senza Dio, e non lo abbiamo fatto? Allora ecco, il primo pericolo della preghiera: quello del fariseo che si presenta al tempio e sa solo declinare i verbi in prima persona singolare: "IO". "Io non sono come quel pubblicano, io verso la
decima, io faccio sacrifici … (ma solo in funzione di me stesso, e
rendermi giusto davanti a DIO). Ricordiamo cosa successe a Caino, quando dopo aver ucciso il fratello continuava a offrire sacrifici a Dio. Dio non gli chiese: "Cosa hai fatto?", ma gli chiese: "
Dove è tuo fratello
?". Ed è la domanda
che dobbiamo sentirci rivolta, ogni volta in cui varchiamo le porte di
una chiesa, di un oratorio, di una sala ove si tiene un incontro pastorale: "Tu sei qui, ma tuo fratello che fine ha fatto? Dove lo hai lasciato?" Domenica prossima saremo invitati a riflettere e pregare sul significato della Giornata Missionaria Mondiale. Questo dovere di
pensare all'altro ("dov’è tuo fratello?) è per Papa Francesco
"la dimensione missionaria che è intrinseca alla Chiesa. Che non è
 proselitismo o mera strategia; ma è la “grammatica” della fede,
che la rende imprescindibile per chi si pone in ascolto della
voce dello Spirito che sussurra “vieni” e “vai”. Chi segue Cristo
non può che diventare missionario, e sa che Gesù «cammina con lui, parla con lui, respira con lui. Sente Gesù vivo insieme
con lui nel mezzo dell’impegno missionario"
(Evangelii Gaudium
). La stanchezza nella preghiera qualche volta nasce dalla nostra impazienza: confondiamo spesso Dio per un jukebox ove inserisco (prego) una monetina ed ecco che la canzone richiesta viene eseguita immediatamente. Il rapporto con Dio non è così! Nel Vangelo Gesù dice (e la sua, è Parola di Dio: quindi di verità) che
"Dio farà giustizia prontamente ai suoi eletti
". Attenzione però, non dobbiamo sostituire quel "prontamente" con "subito", ma
con "sicuramente". Un grande teologo luterano, Bonhofer, morto
martire nei campi di concentramento nazisti, soleva ricordare: “
Dio esaudisce sempre! Non le nostre richieste, ma le sue promesse
”. La Vergine Maria, cui questo mese di ottobre è dedicato
per la recita del S. Rosario, nella sua infinita piccolezza lo aveva capito e lo proclamò nel Magnificat: "...si è ricordato della sua Misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza per sempre". Sì, "Dio è per sempre" e chi se ne è accorto vive già su questa terra una beatitudine eterna.
 

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