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di Marina Rossi
Introduzione!......................................................................................3
Ringraziamenti!................................................................................. 60
Bibliografia!........................................................................................61
Sitografia!........................................................................................... 64
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Il culto degli oggetti viventi
Introduzione
Mi ricordo perfettamente il giorno in cui l’ho visto per la prima volta. Si trovava
nel negozio Fnac di Genova nel reparto tecnologia dentro una teca di plexiglas, di
quelle che proteggono dai furti lasciando però la possibilità di vedere e provare il
prodotto. Era il primo iPod che avessi visto ed era irresistibile. Fino a quel
momento non si era sentito parlare spesso di iPod, ancora in pochi lo avevano qui
in Italia. Ma la terza generazione, quella che avevo visto con i miei occhi, ha avuto
da subito una larga diffusione. L’iPod esposto era acceso e collegato a un paio di
casse bianche che diffondevano una canzone nel locale, si trattava di Brown girl in
the ring dei Boney M. Attualmente quella canzone è presente nella mia libreria
musicale di iTunes e ha quattro stellette su cinque; mi rammenta fortemente la sigla
di un cartone animato degli anni Ottanta, Dolce Remì, e non è l’unico caso di
questo genere. Insomma, ero lì davanti a questo gioiellino di alta tecnologia che
suonava piacevolmente e ho deciso di provarlo, scorrendo il menu o cambiando,
magari, canzone; nel momento in cui ho semplicemente sfiorato la ghiera, iPod si
è svegliato e ha reagito, alzando il volume della musica. La risposta che
quell’oggetto mi ha dato non è stata semplicemente un feedback elettronico, ma una
reale interazione, veicolo di sensazioni ed emozioni.
L’esperienza che offrono oggetti come iPod è particolare e va ben oltre la semplice
funzionalità intrinseca della tecnologia perché coinvolge l’utente a livello emotivo,
a partire dal design fino ai servizi che offre; per questo, ogni singolo aspetto di tali
opere è rivolto al cliente finale. La progettazione customer oriented diventa quindi
oggetto di studio proprio per la potenzialità di creare un legame basato su
emozioni e sensazioni di fiducia. Anche la comunicazione pubblicitaria rafforza
l’identità del prodotto e del brand, consolidando gli aspetti viscerali che guidano
l’impulso e la razionalità della decisione; in questa fase la rilevanza della marca
per il consumatore aumenta fino al momento in cui quest’ultimo non compie
l’acquisto.
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consumatore diventa lui stesso evangelista del prodotto. È facile quindi intuire la
complessa rete di relazioni sociali che si può instaurare intorno a un oggetto;
questo diventa totem di una comunità che difende e diffonde la propria cultura.
L’analisi di un oggetto come iPod non può essere svolta solo su basi psicologiche,
sociologiche o di marketing; il rapporto profondamente mutevole e complesso
tipico della postmodernità, non può che lasciar spazio a un approccio
multidisciplinare e la visione statica tipica del mondo moderno deve essere
superata dalla realtà liquida e dinamica.
Nei prossimi capitoli verranno descritti i processi per cui il consumo si trasforma
in culto, in modo particolare verranno esaminate le tappe e le motivazioni che
hanno portato iPod a conquistare oltre il 75 percento del mercato dei lettori di
musica digitale.
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The terms in which the world is understood are social artifacts, products of
historically situated interchanges among people. From the costrutionist
position the process of understanding is not automatically driven by the
force of nature, but is the result of an active, cooperative enterprise of
persons in relationship. 1 (Gergen, 1985, pg. 267)
1 “I termini in cui comprendiamo il mondo sono artefatti sociali, prodotti di interscambi tra persone collocati
storicamente. Dalla posizione costruzionista, il processo della comprensione non è guidato automaticamente
dalle forze della natura, ma è il risultato di un’impresa attiva, cooperativa di persone in relazione.”
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Lo studio del comportamento del consumatore, dal punto di vista del marketing,
ha la piena consapevolezza dell’influenza sociale e reputa di alta importanza la
fidelizzazione di opinion leader che possono portare un prodotto all’interno di un
ristretto, ma consolidato, gruppo di persone. Le situazioni psicologiche di acquisto
(Trevisani, 2003) sono essenziali affinché si verifichi l’approccio al prodotto.
Queste situazioni sono il frutto di una negoziazione tra individuo, gruppi di
riferimento e prodotto; a seconda della bontà di tali rapporti la reazione può
essere positiva o negativa. Nella prima situazione di acquisto, l’individuo ha un
atteggiamento positivo nei confronti del prodotto e lo stesso vale per i gruppi di
riferimento, inoltre l’individuo è integrato nel gruppo; questa situazione,
caratterizzata solo da spinte positive, si finalizza nell’atto di acquisto. Una seconda
situazione si instaura quando c’è una forte dissonanza tra l’atteggiamento
individuale e quello del gruppo di riferimento nei confronti del prodotto: in questo
caso, l’equilibrio interno al gruppo può essere messo in difficoltà da una forte
volontà di acquisto da parte del singolo. Le dinamiche sociali dei microgruppi
sono basate sui legami forti pertanto hanno una forte influenza sull’atto finale di
un singolo individuo; maggiore è la volontà di essere integrati nel gruppo,
maggiore è l’influenza che questo ha sui membri. In una situazione opposta, un
rapporto conflittuale tra i membri può dare il via a un acquisto; nonostante
l’individuo non abbia un atteggiamento positivo nei confronti del prodotto, il
conflitto può motivare un acquisto non necessario. Gli acquisti che vengono
effettuati nonostante non ci sia una propensione da parte dell’individuo, vanno
considerati come una minima parte e, all’interno delle analisi delle aziende, non
hanno rilevanza; difficilmente un acquisto nato da un conflitto può dare origine a
un rapporto concreto con il prodotto e con la marca. Al fine del consumo, i
conflitti si esauriscono spesso all’interno di un periodo limitato in quanto si è
portati a cercare gruppi sostituivi che possano essere fonte di ispirazione e
approvazione per l’individuo.
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Gli stimoli a cui si è sottoposti ogni giorno sono diverse migliaia, ma, ovviamente,
solo una piccola parte viene realmente percepita, grazie a quella che viene definita
selezione attentiva; come accade in una condizione di cocktail party, si può seguire
una conversazione in modo che le altre non possano interferire (Codispoti, 2002
cit. in Siri, 2004 pg. 24). Il nostro modo di selezionare le informazioni è
socialmente e culturalmente determinata e la tecnologia coopera a questo
processo; maggiore è il numero di informazioni a cui siamo esposti, maggiore
potrà essere il numero di informazioni che siamo potenzialmente in grado di
elaborare. L’arrivo di internet, per esempio, ha modificato radicalmente la
selezione attentiva delle persone, causando molto disagio all’inizio proprio per la
quantità di notizie a disposizione; invece le nuove generazioni hanno saputo da
subito ritrovare l’equilibrio tra l’orizzonte informativo e la capacità attentiva,
proprio attraverso un forte filtro di selezione.
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Parlare di oggetti non equivale a parlare di cose; le cose non hanno nessuna
caratteristica propria e nessun valore, gli oggetti sono invece portatori di senso
(Rutelli, Bortolanza, 2006, pg. 54) che rafforzano la nostra identità. Per questa
ragione gli oggetti con cui scegliamo di circondarci assumono diversi livelli di
scopo.
Il primo livello è quello che chiamiamo valore d'uso e cioè la funzionalità propria
di un oggetto, l'uso principale a cui è destinato. Questa prima fase di analisi
prende in considerazione l'oggetto in sé e per sé.
Il secondo livello racchiude due sfere: quella cognitiva e quella affettiva. Il valore
cognitivo rappresenta le informazioni veicolate e lo sforzo cognitivo richiesto per
rielaborarle; ovviamente cambia a seconda della complessità dell'oggetto con cui
interagiamo. Il valore affettivo comprende, invece, i sentimenti e i ricordi
congiunti a un oggetto. In entrambi i casi, protagonista è il rapporto di
interscambio con l'individuo. Il legame che si crea è dovuto al fatto che l'uomo
tende facilmente a rispecchiarsi in ciò che incontra e ad antropomorfizzare anche
ciò che non è umano; animali e oggetti sono inconsciamente trattati alla pari e
vengono interpretati attraverso parametri specifici dell'uomo. Possiamo credere di
vedere un gatto sorridere oppure un videoregistratore fare i capricci.
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oggetti indipendentemente dalla loro funzione e dalla ragione per cui sono stati
costruiti. Nel mondo postmoderno, l'oggetto emozionale non è più un mezzo, ma
diventa un guscio. Le emozioni vengono scaturite dalla fisicità del prodotto e non
si tratta di ricordi legati a un'ancora, bensì ad affetti che progressivamente
riempiono l'oggetto fino a renderlo vivente. Questo accade nel momento in cui i
prodotti artigianali e industriali cessano di avere una lunga durata, a favore di una
tendenza verso l'usa e getta; quando gli oggetti hanno una vita effimera e soggetta
a una fine, questi diventano in qualche modo simili agli esseri umani. Se un
oggetto non sopravvive al tempo, ma al contrario ne è totalmente vittima, non può
essere semplicemente passivo, ma deve accogliere attivamente le emozioni che lui
stesso produce.
L'aspetto immateriale comprende, come abbiamo detto, sia i valori psicologici che
quelli sociali, ma in che modo questi vengono veicolati? È la stessa interfaccia
progettuale del design che permette il dialogo e il feedback, ma non solo. Dal punto
di vista del marketing, anche la comunicazione e le scelte che coinvolgono il
prodotto e la marca in generale fanno parte del complesso sistema che consolida
emozioni e informazioni legate all'oggetto. Nonostante questi aspetti siano
essenziali per i meccanismi di acquisto, il design resta comunque il principale
canale di comunicazione diretta con l'utente; produce stimoli e suggerisce risposte
cognitivo-affettive. A seconda delle reazioni che l'oggetto provoca, si possono
individuare tre tipologie di design: viscerale, che fa appello all'istinto e alla bellezza
ideale, comportamentale, basato su usabilità e funzionalità, riflessivo, che crea un
legame a lungo termine basato su un messaggio di prestigio (Norman, 2004). La
progettazione di un prodotto deve, di conseguenza, tenere conto dei diversi livelli
di attivazione emotiva oltre al semplice, ma importante, fattore funzionale. I due
mondi che più di altri sono sensibili a queste sfumature emotive sono i giocattoli e
gli utensili di cucina; il regno dei giochi e del piacere è il luogo ideale per
accogliere design emozionali orientati all'utente.
Il primo esempio è Voodoo Display, un ceppo per coltelli che riproduce una figura
umana intera, realizzato da Raffaele Iannello per Viceversa. L'effetto finale è
piacevole perché associa all'oggetto inanimato una personalità che ne amplifica le
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funzioni: il corpo trafitto dalle lame riprende il concetto del nome voodoo. In questo
caso ci troviamo di fronte a un oggetto dal design viscerale che suscita emozioni.
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Una forma stilizzata può diventare più facilmente veicolo di emozioni perché non
essendo completamente definita è un segno vuoto che accoglie di volta in volta le
emozioni, come un foglio bianco. Un esempio può essere Nabaztag un oggetto
elettronico dalle forme semplici, a differenza di Furby ricoperto di pelliccia e con
gli occhi azzurri e le ciglia lunghe. Nabaztag, che in armeno significa proprio
coniglio, è di forma conica e completamente bianco e ha solo due orecchie
stilizzate che rappresentano la sua indole animale. Ma queste poche caratteristiche
non impediscono all’oggetto di essere vivente; la sua alta tecnologia senza fili
permette al coniglio di parlare, cantare e illuminarsi a seconda delle previsioni
meteorologiche o delle email che l’utente riceve. L’interesse principale attorno a
questo prodotto, realizzato nel 2005 dalla società francese Violet, nasce soprattutto
per la comunità che si è creata. Tutti gli utenti registrati sul sito di Nabaztag
possono interagire tra loro e rintracciarsi grazie al nome con cui hanno battezzato
i rispettivi conigli; questi diventano dei veri mezzi di comunicazione che
permettono di esperire una nuova percezione dell’oggetto. Inoltre, proprio grazie
alla forma semplice e neutra, Nabaztag ha favorito la personalizzazione
dell’oggetto attraverso accessori realizzati dai singoli utenti. Nelle immagini di
seguito, alcuni esempi che confermano il livello emozionale dell’oggetto.
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Una volta che l’atto di acquisto si compie, è interessante analizzare quali siano i
nuovi atteggiamenti. Se l’esperienza d’uso dell’oggetto di consumo è di tipo
negativo, l’individuo si trova nella posizione di dover modificare la propria
propensione al prodotto, e di riflesso alla marca, consolidando un giudizio
negativo preesistente oppure nuovo. Lo stesso accade con le esperienze positive
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Consumers are becoming more and more attracted to where the Love is.
Every Lovemark, whether it’s a breakfast cereal, a shoe, a car, or a country,
must both love and respect consumers and the world those consumers live
in. 2 (Roberts, 2005, pg. 155)
2“I consumatori sono sempre più attratti dall’Amore. Ogni Lovemark, sia esso un cereale per la colazione,
una scarpa, un’automobile o una nazione, deve amare e rispettare i consumatori e il mondo in cui questi
vivono.”
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La scelta di analizzare l’oggetto iPod, deriva non solo dal suo successo, ma
soprattutto dal contesto aziendale in cui è nato e cioè Apple Computer. La
filosofia di Apple permea la sua storia e porta molti cambiamenti nel mondo dei
personal computer; a partire dalla fine degli anni Settanta, fino a oggi, l’insieme
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La storia di Steve Jobs comincia il 24 febbraio 1955; pochi giorni dopo la sua
nascita viene adottato e si trasferisce stabilmente a Mountain View in California,
proprio al centro della Silicon Valley, oggi centro nevralgico dell’industria dei
computer. La sua personalità è stata influenzata dagli anni Settanta, con gli ideali
e la ribellione di una rivoluzione socio-culturale, e dalle religioni orientali apprese
durante un viaggio spirituale in India, proprio negli stessi anni. Il primo di Aprile
1976, Apple Computer viene ufficialmente fondata da Steve Jobs e da Steve
Wozniack, due personalità tanto diverse quanto ugualmente geniali: il primo nella
filosofia e negli ideali, il secondo nella programmazione e nel software.
Dopo i primi modelli di computer, ancora molto costosi e poco usabili, il 1984
diventa l’anno chiave per il rapporto tra uomo e tecnologia; mentre nelle librerie
americane esce il romanzo di
William Gibson Neuromante,
Apple presenta il primo
Macintosh dotato di
interfaccia grafica e di
mouse. Per la prima volta il
personal computer non è più
un semplice calcolatore da
gestire attraverso complicate
righe di comando, ma è la
metafora di una scrivania, di un blocco per gli appunti, di un cestino. Apple ha
anche il merito di aver dato il via al desktop publishing (Dtp) cioè una produzione
editoriale a costo limitato sfruttando i seguenti ingredienti: il Macintosh, con
l’interfaccia grafica intuitiva, la stampante laser ad alta risoluzione Apple
LaserWriter, il software di impaginazione PageMaker, il linguaggio PostScript di
Adobe che permette di descrivere la pagina e controllare la stampa e i font, i
caratteri tipografici, sempre di Adobe. Grazie a questa work station centrata sul
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On January 24th, Apple Computer will introduce Macintosh. And you’ll see
why 1984 won’t be like ‘1984’.
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Mahatma Gandhi a Albert Einstein, da Rosa Park a John Lennon, da Bob Dylan
a Martin Luther King Jr., da Maria Callas a Picasso. Questa è la vera anima di
Apple, Think different, pensa in modo differente, sii creativo, inventa, perché noi
creiamo strumenti per questo tipo di persone. Straordinarie. Di seguito, il testo
originale dello spot, riprodotto anche in poster e in manifesti.
3 “Ecco i pazzi. I disadattati. I ribelli. I contestatori. Quelli sempre al posto sbagliato. Quelli che vedono le
cose in modo diverso. Non amano le regole. E non rispettano lo status quo. Puoi lodarli, disapprovarli, citarli,
Puoi non credere loro, puoi glorificarli o denigrarli. Ma ciò che non potrai fare è ignorarli. Perché loro sono
quelli che cambiano le cose. Inventano. Immaginano. Curano. Esplorano. Creano. Ispirano. Mandano avanti
l’umanità. Forse devono per forza essere pazzi. Altrimenti come potresti guardare una tela vuota e vederci
un’opera d’arte? O sedere in silenzio e sentire una musica che non è mai stata composta? O guardare un
pianeta rosso e immaginare un laboratorio su ruote? Noi realizziamo strumenti per questo tipo di persone. E
se alcuni vedono la pazzia, noi vediamo il genio. Perché le persone così pazze da pensare di poter cambiare il
mondo sono quelle che lo cambiano.”
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Scegliere un Apple rispetto a un computer Ibm è sempre stata una scelta a forte
coinvolgimento per l’utente, molto più vicina a una scelta religiosa che a una scelta
consumistica: voleva dire schierarsi con il conformismo o contro di esso. Proprio
Umberto Eco, nella Bustina di Minerva intitolata Mac vs. Dos, interpreta i due
sistemi operativi in ottica religiosa.
Proseguendo con la metafora religiosa, Umberto Eco vede nel sistema operativo
Windows come lo scisma anglicano: ma resta comunque molto legato alle sue
radici protestanti. Se da una parte Apple ha dovuto combattere contro il
monopolio di Ibm nelle macchine elettroniche, dall’altra parte ha iniziato presto
una concorrenza contro Microsoft. La società fondata da Bill Gates, sviluppa nel
1985 la prima versione di Windows, liberamente ispirato dall’interfaccia grafica
del Macintosh. Il sistema operativo di Microsoft, pur essendo nettamente inferiore
nelle prestazioni, è riuscito ad avere una diffusione globale proprio per un accordo
con Ibm. Apple, che produce sia hardware che software, si è presto trovata nella
morsa della concorrenza Ibm-Microsoft, relegandola a un mercato di nicchia.
Questo ha però contribuito alla fortuna di Apple e al consolidamento come
marca-mito. Così come l’azienda si trova ai margini del mercato, anche gli utenti
sono considerati una nicchia e per molti anni sono dimenticati dal mercato dei
computer che non realizza alcun software o hardware compatibile. A differenza
degli altri personal computer, che nascono come oggetti modulari fatti di parti
sostituibili, i Macintosh sono ecosistemi chiusi dotati di un equilibrio interno che
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non permette alcuna variazione rispetto al progetto nato dai designer aziendali,
come degli organismi viventi pronti a interagire. L’utente percepisce il computer
come un essere vivente e lo tratta di conseguenza. Anche il design contribuisce a
rendere il rapporto più intenso: quando i computer portatili sono in stato di stop,
un punto luce bianco pulsa lentamente quasi il Mac stesse respirando. Anche il
computer iMac G4, diventato celebre per il suo design con lo schermo piatto
direzionabile, è ispirato a una forma di essere vivente e lo stesso spot di
presentazione lo vede simulare i comportamenti umani al di là della vetrina.
Non è raro incontrare Mac user – utenti Macintosh – che battezzano il computer
con un nome proprio e che lo trattano come un bambino o un cucciolo. Il
quotidiano La Repubblica, nel 2004, ha raccolto nel 2004 sul proprio sito una serie
di interventi dei lettori nella rubrica La vostra storia con il Mac. Il lettore Milo
Trombin riassume l’affidabilità del suo computer, che ha il nome di Melany, in
queste poche righe:
Avete mai provato a ricevere posta indesiderata con virus all’interno? Io si,
ma la mia Melany (il nome del mio Mac) fa finta di niente e non si lascia
corrompere da questi “tremendi” pericoli. Vi sarà capitato l’amico col Pc “da
1,4 GHz” di processore e con Photoshop 7, sfidare il vostro 900 MHz con
Photoshop 5.5 e (a parità d’immagine ed elaborazione) premere Esc quando
il suo Pc è a metà processo mentre la vostra Mela ha già finito… per me,
Melany significa potenza ed affidabilità sempre Macintosh, think different!
(Milo Trombin, 2004)
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Le comunità tribali sono realtà microsociali, a differenza degli stili di vita che
aggregano in un ambito macrosociale, per cui trasversale rispetto a macro aree
psicofisiche e socioculturali. I membri cercano continuamente la condivisione delle
esperienze e, per questo, diventano anche evangelizzatori nei confronti di chi si
trova all’esterno della realtà microsociale. È l’amore che muove ogni cosa; anche
per Apple. Dal sito web Lovermarks riportiamo qualche testimonianza sul
rapporto con la marca:
John descrive tutti gli atteggiamenti tipici di un uomo innamorato, solo che
l’oggetto del suo amore non è altro che Apple, un brand, una filosofia, una serie di
prodotti che lo emozionano e a cui si sente legato.
4 “Apple esagera nella tutela del consumatore. È una forza mistica che interagisce con i miei sensi, le mie
emozioni e le mie passioni. Quando passo vicino a un prodotto Apple, devo mettere in ordine i capelli,
sistemare la camicia e sorridere perché non voglio rovinare il nostro momento. È amore. Sì, è sicuramente un
lovemark.”
5“Un computer Apple è più di una macchina, è come un amico, ti aiuta davvero a fare il tuo lavoro,
diversamente dal Pc che non dà alcuna ispirazione; Apple di aiuta a pensare e ad agire a un livello superiore.“
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Quando si parla di computer, spesso si considera l’uso lavorativo. Per molto tempo
i computer Apple non sono stati considerati seri perché colorati, belli
esteticamente e con un sistema operativo user friendly, amichevole. Presto si è
intuito che un case arancione e le icone colorate sullo schermo nascondevano un
sistema solido ed efficiente e che proprio quell’eccesso forme e colori informali
erano il luogo ideale per ispirare lavori creativi e dinamici. Come la testimonianza
di Rodriguez sottolinea, il Macintosh diventa il miglior amico di chi lo deve usare
per lavoro, proprio per la lungimiranza di aver, per primi, eliminato i
parallelepipedi grigi e opprimenti in favore dell’ispirazione.
I needed a laptop for work. They said, “If you get a Windows machine, we’ll
help pay for it. If not, you’re on your own.” I went and bought the latest
Windows laptop. I brought it home and opened it up. After five minutes, I
got this uneasy feeling. Hard to explain. Everything worked great, Windows
looked pretty, but something was missing. I just didn’t feel…creative. I was
suddenly sitting in a grey carpeted cubicle, in a prefab office surrounded by
a sea of concrete, with those awful posters of limpid lake scenes and the
words INSPIRATION in big letters underneath, and I wasn’t even at the
office. I took it back, and bought an iBook. I opened it up. I sat in front of it,
I hadn’t even put finger to keypad, and I felt immediately, deeply and
joyously…creative. (Lynette, Stati Uniti, 9 maggio 2004)6
Anche la figura emblematica di Steve Jobs viene idolatrata; la sua storia è infatti
legata a quella di Apple, nonostante gli anni trascorsi distante da essa. A partire
dal 1985, Jobs viene estromesso da Apple, fonda la Next Computer e acquista la
casa di animazione Pixar. Nonostante i computer Next siano all’avanguardia, sia
dal punto di vista hardware che software, i prezzi troppo elevati non permettono
all’azienda di decollare. Nel 1996, quando Apple deve affrontare una grossa crisi,
il sistema operativo di Next viene acquisito da Cupertino e Steve Jobs torna
6 “Avevo bisogno di un computer portatile per lavoro. Mi hanno detto, “Se prendi una macchina Windows,
contribuiremo al pagamento. Altrimenti, dovrai pagartelo da sola.” Sono andata a comprare l’ultimo portatile
Windows. L’ho portato a casa e l’ho aperto. Dopo cinque minuti, ho avuto questa strana sensazione, difficile
da spiegare. Tutto funzionava bene, Windows sembrava carino, ma qualcosa mancava. Non mi sentivo…
creativa. Mi sono ritrovata seduta in un cubicolo grigio, in un ufficio prefabbricato circondato da un mare di
cemento, con quelle terribili immagini di laghi e la parola ISPIRAZIONE a grandi lettere posta in basso, e
non ero neanche in ufficio. L’ho riportato indietro e ho comprato un iBook. L’ho aperto. Mi sono seduta di
fronte senza neanche mettere le dita sulla tastiera e mi sono immediatamente e profondamente sentita…
creativa. “
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Ad ogni Keynote, migliaia di persone, tra addetti ai lavori e semplici utenti Mac,
giungono da tutte le parti del mondo
per avere la possibilità di vedere Steve
Jobs in persona. Le sue presentazioni,
il suo modo di coinvolgere il pubblico
ed entusiasmarlo, è fuori
dall’ordinario discorso aziendale. I
Keynote sono un rituale collettivo
essenziale per consolidare la comunità
di utenti Apple; il forte potere
aggregante è contemporaneamente
una dichiarazione di identità e
appartenenza, ma anche un forte momento di socializzazione tra i membri.
Grazie all’internet, il Keynote è diventato un evento mediatico: in alcune
occasioni la diretta viene messa a disposizione sul sito ufficiale, ma anche quando
ciò non accade, entro poche ore è possibile vedere tutta la presentazione su
Apple.com. Milioni di utenti partecipano quindi all’evento e si sentono parte di
esso, anche se a migliaia di chilometri di distanza e in differita. Le ore in diretta
vengono comunque vissute con altrettanta partecipazione; tutte le comunità online
aggiornano in tempo reale gli annunci fatti da Steve Jobs attraverso blog e forum.
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To me Apple stands for a way of life. Apple users are smart and creative
people that know what they want. It’s the group I like to be part of. (Sandy,
Olanda, 13 settembre 2005) 7
7“Per me, Apple è uno stile di vita. Gli utenti Apple sono persone intelligenti e creative che sanno cosa
vogliono. Mi piace far parte di questo gruppo.“
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Ogni volta che progetta nuovi prodotti, Apple è molto attenta alla riservatezza
aziendale, cerca sempre di stupire la stampa, i concorrenti e, ovviamente, i clienti.
Perciò, ogni incontro ufficiale è sempre carico di aspettative e le ipotesi di nuovi
prodotti iniziano a circolare dal momento in cui viene annunciato l'evento. Il 17
ottobre 2001, furono distribuiti degli inviti per un incontro riservato alla stampa
organizzato nella sede di Apple; secondo il comunicato stampa entro pochi giorni
avrebbe fatto il suo debutto sul mercato uno strumento digitale: l’unico
suggerimento, This is not a Mac. La gara delle ipotesi iniziò da subito; chi pensava a
una sorta di palmare, chi intuiva un apparecchio legato alla musica digitale. Dal
sito The Mac Observer, si nota una grande fiducia nell'azienda, ma anche la
consapevolezza della possibilità, sebbene remota, di un fallimento, così come era
stato il computer PowerMac G4 Cube, ottimo prodotto della fine del 2000, ma
restato invenduto per il prezzo di listino proibitivo di oltre duemila dollari:
8 In ogni evento, ci si aspetta di venire stupiti. Apple non è solita entrare in un nuovo mercato
silenziosamente, specialmente nell'attuale mercato economico. I "fallimenti" della società, come il Cube, sono
eccezioni e non la norma, e scommettiamo che la nuova azione dell'azienda sarà un successo, qualsiasi cosa
possa essere.
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con tutto il mondo. I servizi che offre Apple e quelli di terze parti, ampliano le
aspettative e le conseguenza della vita digitale soprattutto per merito di Steve Jobs
che, con largo anticipo e lungimiranza rispetto alla concorrenza, ha definito in
quel giorno di ottobre un importante obiettivo per la vita della sua azienda.
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disk, molte altre compagnie più o meno conosciute avevano iniziato a vendere un
gran numero di piccoli lettori dotati di piccoli display e una ridotta capacità.
L'introduzione dell'iPod Shuffle è stato un importante passo per Steve Jobs: il
lettore non ha alcun display, solo la ghiera per i comandi e il tasto di accensione a
due posizioni, riproduzione lineare e riproduzione casuale. Lo slogan che ha
accompagnato lo Shuffle è semplice ed efficace: Life is random. La scommessa,
questa volta, è tutta rivolta alla modalità di fruizione. Lo stesso iTunes, software di
gestione della libreria musicale, permette di caricare una selezione casuale di
canzoni. Dedicato a chi ascolta musica mentre fa sport, vista la leggerezza e le
minime dimensioni del prodotto, ma anche a chi, ogni giorno, vuole stupirsi con
canzoni dimenticate o preferite, iPod Shuffle rivoluziona il mercato grazie alla
mancanza del display che, in questo caso, viene evidenziata come una
caratteristica vincente che distingue il lettore da tutti gli altri prodotti.
Inizialmente, iPod poteva essere usato solo con i computer Macintosh, ma l'anno
successivo, venne introdotta la seconda generazione di lettori compatibili con il
sistema operativo di Microsoft. Da prodotto di nicchia al mercato globale, in pochi
mesi ha superato la quota del novanta percento dei lettori di musica diventando
non solo il prodotto elettronico più venduto nella storia, ma soprattutto simbolo di
una cultura digitale in piena espansione. Il successo, infatti, non deriva soltanto dai
milioni di pezzi venduti, ma dalla forza di un oggetto che si è imposto per la sua
personalità, ispirando moltissimi prodotti e dando vita a un mercato esclusivo.
Non si contano i lettori musicali che imitano le forme minimaliste e la ghiera con i
controlli, ma nonostante ciò, continua a distinguersi, perché permette all'utente di
entrare in una dimensione comunitaria: la tribù dell'iPod. Gli utenti sono i
membri, l'oggetto è il totem da venerare, i simboli e i rituali ne consolidano
l'identità.
Pur non essendo più da tempo una comunità esclusiva, i possessori di iPod si
riconoscono principalmente da una caratteristica che li contraddistingue: gli
auricolari di colore bianco. Fin dal primo Walkman, le cuffie e i cavi sono sempre
stati neri; indipendentemente da quale lettore si stesse utilizzando auricolari e
cuffiette sono sempre stati pressoché uguali. La volontà di distinzione di Apple ha
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Gli auricolari bianchi, oltre a essere un segno distintivo, anche se come abbiamo
visto può essere simulato, sono anche una rivincita della musica personale. Negli
ultimi anni, grazie ai lettori di musica digitale è possibile avere sempre con sé la
musica preferita e ascoltarla mentre si va a lavorare, mentre si corre oppure
mentre si fa la spesa. Il rapporto con la musica è cambiato radicalmente,
approfondiremo questo aspetto nelle prossime pagine, ma anche il rapporto tra le
persone non è rimasto immune a questo evento socioculturale: si parla perfino di
netiquette dell'iPod. Quando si frequentano luoghi pubblici, specialmente i mezzi
di trasporto che sono dei piccoli laboratori psicosociali, indossare gli auricolari è
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Nei prossimi capitoli analizzeremo iPod secondo tre sensi e il rapporto con
l’utente: la vista, il tatto e l’udito.
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Il culto degli oggetti viventi
Fin dal 1997, anno del ritorno di Steve Jobs nei quartieri generali di Apple,
Jonathan Ive ha seguito e diretto il design di tutti i maggiori prodotti della Mela,
iniziando proprio dall'iMac del 1998. Dalle forme arrotondate, il primo iMac
proseguiva il viaggio intrapreso alle origini di Apple, realizzando un computer
personale, incentrato sui bisogni dell'utente, tutto integrato in un unico oggetto.
Ben lontano dall'aspetto grigio e ingombrante dei Pc, composto da un case e da
un monitor, iMac ha un aspetto giocoso e colorato, in plastica traslucida bianca
con la parte posteriore e i dettagli in una sfumatura di blu ciano molto particolare.
Coniato da Apple con il nome di Bondi blue, si tratta di un verde acqua intenso
che prende il nome dalla spiaggia australiana Bondi Beach e si ispira proprio al
colore del mare in quella zona. La tonalità è stata scelta in riferimento alla
navigazione, surfing, nell'internet, in quanto Bondi Beach è una località famosa
tra i surfisti.
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Il culto degli oggetti viventi
Nel 1999, la gamma iMac è stata rinnovata e sono stati aggiunti altri colori
rispetto al Bondi Blue; questi vengono definiti come flavour, cioè sapore, proprio
come una gelatina o una caramella gommosa, e gli stessi nomi ricordano frutti e
sapori più che colori. Troviamo Blueberry (mirtillo), Strawberry (fragola), Lime,
Grape (uva), Tangerine, Graphite, Ruby, Snow, Indigo, Sage, Blue Dalmatian,
Flower Power. Uscito in versione limitata, iMac Flower Power è stato un omaggio
agli anni Settanta, che hanno cullato le origini dell'azienda; quando il movimento
del Sessantotto si svolgeva nelle università americane, Steve Jobs e Steve Wozniack
si trovavano proprio a Berkeley. L'atmosfera e il pensiero di quel periodo hanno
creato l'impronta per un carattere aziendale che si è sempre mantenuto nel tempo.
Gli stessi utenti condividono quella coscienza comune e scelgono la marca proprio
nel nome dell'anticonformismo; per cui il Flower Power celebra un punto di
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Successivamente alle diverse versioni del primo iMac G3 (la sigla che indica il
processore), nel 2002 la generazione di iMac, i computer considerati casalinghi
rispetto alla fascia professionale dei PowerMac, si scinde per dare origine a due
nuove linee. Da una parte eMac, educational Mac, dedicato alle scuole e al
mondo dei più giovani, dalle prestazioni buone e dall'ottimo rapporto qualità-
prezzo che mantiene le forme arrotondate
della precedente versione; dall'altra iMac
G4 con lo schermo Lcd direzionabile e la
base a semisfera in cui sono contenuti tutti
i componenti elettronici. Dalla forma a
lampada, iMac G4 ha segnato la storia di
Apple ed è stato uno dei computer più
amati al mondo. E dietro a questo
successo c'è, ancora una volta, il disegno di Jonathan Ive. Un progetto innovativo,
del tutto diverso dal passato e dal presente Pc, che ha messo in atto la creazione di
un oggetto vivente. Lo spot usato per lanciare questo nuovo computer esplica
perfettamente l'anima di iMac, in grado di fare molte cose e di soddisfare l'utente,
ma soprattutto con una personalità. Grazie al suo lavoro per Apple, si guadagna,
nel 2003, il premio di designer dell'anno; Jonathan Ive per quell'occasione, rilascia
un'intervista al Design Museum in cui risponde così alla domanda "Perché ha
deciso di unirsi ad Apple?":
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company, how it had been founded, its values and its structure. The more I
learnt about this cheeky almost rebellious company the more it appealed to
me, as it unapologetically pointed to an alternative in a complacent and
creatively bankrupt industry. Apple stood for something and had a reason for
being that wasn’t just about making money.9
9 Quando frequentavo il college, avevo un vero problema con i computer. Ero sicuro di essere tecnicamente
incompetente, e ciò mi frustrava quando volevo usare il computer come supporto nei vari aspetti del design.
Proprio alla fine del college ho scoperto il Mac. Ricordo di essere rimasto sbalordito per come fosse superiore
a qualsiasi altra cosa avessi mai provato a usare. Ero impressionato dalla cura dedicata a tutta l'esperienza
dell'utente. Provavo un senso di connessione, tramite l'oggetto, con i designer. Ho iniziato a conoscere meglio
la società, come è stata fondata, i suoi valori e la sua struttura. Più conoscevo questa azienda ribelle e
impertinente, più mi sentivo attratto da essa, come unica alternativa a un'industria compiaciuta e in crisi
creativa. Apple rappresentava qualcosa e aveva una regione di esistere che non era solo quella di far soldi.
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Con l'introduzione del processore G4, i prodotti di fascia consumer sono stati
realizzati in policarbonato plastico bianco; il colore bianco, lucido o traslucido, è
diventato in poco tempo il segno distintivo dell'azienda. Tutti gli accessori sono
completamente integrati e ogni minimo dettaglio deve collaborare a un insieme
organico e omogeneo. Per cui, anche i cavi di alimentazione, le spie luminose e le
rifiniture sono realizzate nel colore della neve.
Anche il packaging ha uno stile essenziale: pochissime sono le scritte sulla scatola e
le forme sono semplici e regolari. L'aspetto liscio e omogeneo si crea grazie
all'assenza di elementi sporgenti e spigoli non necessari. Anche lo stesso software è
disegnato come le stesse
premesse: il computer deve, nel
suo complesso, permettere
all'utente di trasferire le proprie
necessità e i propri pensieri dal
mondo analogico a quello
digitale. L'approccio è quello di
centrare la tecnologia
sull'utente, di renderla semplice
e immediata e di distinguere le
caratteristiche superflue e quelle essenziali. Il lavoro di Jonathan Ive dimostra
come sia possibile creare prodotti funzionali ed esteticamente seducenti;
rinunciare a uno di questi aspetti significa tradire l'utente e obbligarlo a vivere i
compromessi decisi per lui dal progettista. Sia funzionalità che estetica devono
essere integrati in modo armonioso; realizzare un oggetto bello ma senza alcuno
scopo è oltraggioso, è una dichiarazione di arroganza, dice Ive; il suo è infatti un
lavoro di design industriale che deve organizzare anche l'interno del prodotto e le
sue funzioni. La storia di Apple si riferisce sempre a quegli anni iniziali in cui
l'identità si è formata, una realtà aziendale unica nel campo dell'elettronica. Il
manifesto della società era composto da tre punti essenziali: facilità e semplicità,
semplicità e facilità, attenzione al di là dell'imperativo funzionale, conoscenza dei
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prodotti per una soluzione oltre il tradizionale concetto di funzione (Jones, 2005,
pg. 56).
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Una volta compresa la cultura orientale, è facile ritrovare questa filosofia nelle
creazioni di Jonathan Ive e, in particolare, in iPod. Non solo, la forma è compiuta
e incorniciata, ma anche lo stesso oggetto è vuoto. Continuando nell'analisi degli
oggetti, Barthes individua un ruolo fondamentale anche nella confezione, nel
pacchetto.
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Anche il packaging di iPod segue le stesse regole: ogni generazione del lettore non
ha mai rinunciato a un pacchetto dalla forma regolare e dalla grafica pulita che
rappresentava solo il contenuto. Su internet è possibile trovare la parodia video
che rappresenta il packaging del lettore se fosse stato realizzato da Microsoft al
posto di Apple; il messaggio è semplice, Microsoft avrebbe continuato ad
aggiungere loghi, informazioni e grafica fino quasi a far scomparire l'immagine di
iPod dalla scatola. Apple invece, proprio ispirandosi ai modelli giapponesi, esalta
la rarefazione, lo spazio vuoto e l'assenza di caos. Se, nella prima versione
originale, troviamo sulla faccia del cubo solo un ipod su sfondo bianco, nella
parodia, ogni spazio è occupato da scritte e disegni.
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computer invisibile. Un rapido confronto diretto tra le confezioni dei due sistemi
operativi può essere interessante.
Ciò che è davvero importante, per quanto riguarda iPod, è la sua natura di segno
vuoto, svuotato di ogni senso; soltanto l'utente può assegnare il significato più
adatto al piccolo oggetto che diventa, pertanto, vivente. Se iPod rappresenta
l'astrazione di essere vivente più riuscita dipende anche dal complesso rapporto
dei sensi: procediamo ora verso il tatto.
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Il secondo senso che viene attivato interagendo con iPod è il tatto; le sensazioni
che concorrono all'esperienza dell'utente trovano un ruolo fondamentale nel tocco
e nel contatto con l'oggetto. Per prima cosa, va quindi analizzata la ghiera di
controllo. Nel primo modello di iPod, uscito nel 2001, la ghiera era meccanica e
controllava lo scorrimento del menu e il volume; il funzionamento era semplice,
l'affordance della ghiera è proprio quella di essere girata e, intuitivamente girando
in senso orario si alza il volume, mentre in senso antiorario si abbassa. Il controller,
chiamato scrollwheel, è stato l'elemento più ripreso da altre case di produzione di
strumenti elettronici per la grande usabilità: tenendo iPod in una mano, è
sufficiente il pollice per sfogliare la libreria musicale.
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Sempre riguardo al tatto, i materiali usati per realizzare iPod ricoprono un ruolo
fondamentale nella costruzione dell'identità del lettore. Così osservano Rutelli e
Bortolanza:
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Parlare del ruolo emotivo della musica significa in qualche modo parlare della
sfera più intima e ancestrale dell'uomo. La colonna sonora dei momenti più
importanti assume un valore personale che va al di là del ritmo e delle parole;
perciò, un linguaggio universale come quello delle note musicali diventa un
codice. Citando Donald Norman, la musica fa appello al livello viscerale, ma non
solo:
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con altrettanta attenzione dello slogan, può essere vantaggioso. Un felice esempio
riguarda lo spot del televisore ad alta definizione Sony Bravia: il successo è derivato
sia dall'originalità del soggetto, 250 mila palline di gomma colorate lanciate in una
via di San Francisco che rimbalzano al rallentatore, sia dall'accostamento con un
brano melodico molto espressivo, Heartbeats di José Gonzàlez. Il risultato è uno
spot da non dimenticare, che suscita piacevoli emozioni.
Oltre all'uso della musica negli spot, è importante sottolineare come l'attenzione
non sia più solo rivolta alla bidimensionalità del rito pubblicitario, ma
all'esperienza del consumatore, potenziale cliente. Per cui, i luoghi di consumo per
eccellenza, i negozi e i centri commerciali, usano circuiti di radio interne
appositamente calibrate sul target di riferimento. Molti studi continuano a
dimostrare l'impatto che il sottofondo ha sul tempo medio di permanenza10 .
Ugualmente capita anche in luoghi non propriamente di acquisto come ristoranti,
uffici delle poste o ascensori; in questo modo si crea una musica d'ambiente
sviluppata in modo adeguato a seconda delle necessità: predisporre all'acquisto,
rilassate, divertire. Una delle società più famose in questo campo è Muzak, in
grado di sviluppare un'architettura musicale che possa guidare le emozioni delle
persone verso un'esperienza piacevole, anche se si parla di un breve viaggio in
ascensore. Realizzare un ambiente piacevole e attento alle percezioni, risulta
quindi essere una necessità non solo a scopo commerciale.
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Ogni giorno siamo quindi sottoposti a input musicali che, in qualche misura, ci
condizionano; con iPod, però, la colonna sonora assume un ruolo molto diverso; è
la persona stessa in grado di costruire le playlist da ascoltare in determinati
momenti, e sono le canzoni ad adeguarsi alle emozioni dell'utente. A differenza di
precedenti lettori musicali in grado da trasportare un singolo cd, album o
musicassetta, iPod può contenere tutta la libreria musicale – gli ultimi modelli
arrivano alla capacità di 60 gigabyte, cioè 15 mila canzoni da quattro minuti – e
ascoltare qualsiasi pezzo in qualsiasi momento. Si tratta di una rivoluzione
importante nella modalità di fruizione proprio come, a suo tempo, fu Walkman,
Di conseguenza, anche la stessa industria musicale, nonostante sia un gigante
impacciato con l'innovazione, sta rapidamente cambiando. Gli album musicali
perdono infatti valore in una società basata sull'ascolto personalizzato; a partire
dall'introduzione della playlist che equivale a una compilation decisa dall'utente e
continuamente dinamica. Se davvero il prodotto discografico ha ragione di esistere
solo nel complesso, si realizza un concept album, come nel 1975 Wish you were here,
ma anche in questo caso ogni singolo pezzo ha una forza emotiva isolata. Nella
maggior parte dei casi, però, il cd ha una identità frammentata che ne favorisce la
fruizione di selezionate tracce audio.
Il 28 aprile 2003 è stato aperto iTunes Music Store, negozio online che ha iniziato a
vendere musica digitale a 99 centesimi di dollari – e di euro – a canzone.
Nonostante non fosse il primo luogo di download legale, il music store di Apple è
stato il primo a offrire l'acquisto a pezzo, non coperto da un abbonamento
mensile. Le canzoni acquistate possono quindi essere masterizzate, riprodotte su
iPod e su altri computer. In poco meno di tre anni, l'iTunes Music Store ha
venduto un miliardo di canzoni in tutto il mondo. Collegato al successo di iPod e
dello store, troviamo iTunes, il software di organizzazione della libreria musicale di
ogni utente. La semplicità di utilizzo del programma, disponibile anche per gli
altri sistemi operativi, e la completa integrazione con iPod, hanno aiutato la
diffusione capillare del lettore. Inoltre è possibile creare playlist manuali e
automatiche; queste ultime, definite playlist smart, raggruppano canzoni con
elementi comuni, di volta in volta assegnati. È facile, così, realizzare una selezione
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delle canzoni degli anni Settanta, oppure di un certo genere, o anche incrociando
più richieste.
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Oltre al ruolo della musica, centrale per iPod in quanto rappresenta l'anima del
lettore, il significato più intrinseco e importante che rende ogni iPod unico e
insostituibile, un altro aspetto va considerato parlando dell'udito. Si tratta del
semplice click che si può sentire ogni volta che si sfoglia la libreria del lettore, o
semplicemente lo si controlla. Ben lontano da essere un fastidioso bip elettronico,
il click è un ottimo feedback per l'utente, assolutamente necessario vista la ghiera a
sfioramento. Anche questo particolare del design è stato progettato con altrettanta
attenzione, in modo da riprodurre un click non invasivo, ma in grado di
comunicare piacevolmente un cambiamento di stato. Lo stesso Steve Jobs ha
controllato personalmente il suono che, negli auricolari, si sente quando lo
spinotto delle cuffie viene inserito nella presa di iPod, fino a che non fosse
perfettamente pulito e senza interferenze. Questa attenzione anche a livello uditivo
è dovuta proprio alla necessità di creare un'esperienza coinvolgente per l'utente in
modo da rendere la tecnologia tanto trasparente da farne dimenticare l'esistenza,
lasciando spazio al rapporto alla pari di un essere vivente.
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Nei primi mesi del 2006, sono stati girati nuovi spot pubblicitari dedicati a tutta la
linea di computer Mac e messi a disposizione sul sito ufficiale: la campagna Get a
Mac punta a persuadere utenti Windows a cambiare sistema operativo. Il filo
conduttore degli spot è una stanza bianca e vuota, che richiama alla necessità di
spazio e al minimalismo orientale, con due personaggi a figura intera.
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attorno a una semplice affermazione che sottolinea i vantaggi del Mac rispetto alla
concorrenza, come l'invulnerabilità ai virus, la facilità d'uso, la stabilità del sistema
operativo oppure la predisposizione alla vita digitale. In ogni caso si tratta, quindi
dell'approccio unique selling proposition che si concentra quindi su una sola
caratteristica alla volta. Questo approccio comunicativo è inoltre completato da
una cornice emotiva che, non solo presenta in modo divertente due oggetti come
due esseri viventi, ma ne evidenzia la scelta affettiva dal messaggio a fine spot:
Why you'll love a Mac, perché vi innamorerete di un Mac. Lo scopo ultimo è quello
di fare innamorare l'utente del Mac, non tanto di acquistarlo; è l'amore e il
rispetto di cui si è tanto parlato nei capitoli precedenti, perché è solo questo amore
che contribuisce alla crescita di Apple. È il Pc che può essere acquistato, il Mac, in
quanto oggetto vivente, ha bisogno di amore.
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modo da essere facilmente separata dal resto del biglietto. In questo modo iPod di
terza generazione e iPod mini potevano essere usati anche come segnalibri,
ricordando in ogni momento le esatte dimensioni dei lettori. Per quanto riguarda
la comunicazione di iPod, è essenziale ricordare l'uso delle silhouette; i più celebri
spot di iPod rappresentano giovani dinamici di varie etnie che ballano su uno
sfondo colorato con il proprio iPod bianco che si staglia sulla figura umana nera in
silhouette, appunto. Disponibili anche in cartoline promozionali e in affissioni
pubblicitarie nelle capitali americane ed europee, le sagome rappresentano lo
spirito vivente di iPod che ispira e infonde l'emozione della musica. Questa serie di
spot ha dato inizio a moltissimi prodotti e spot che hanno usato la stessa tecnica,
sebbene talvolta in modo inappropriato.
Apple ha avviato una campagna con un fondo di soli 45 milioni di dollari in tutto
il mondo. Lo spot, in grafica vettoriale ispirata agli anni Sessanta, vede come
protagonista l'iPod Mini e ne celebra l'uscita nel modo migliore che si potesse,
perché filtrato con gli occhi dell'appassionato. La fortuna di Apple è soprattutto
questa: potere contare su una comunità di utenti così legati al brand da diventare
degli evangelisti. Le caratteristiche degli evangelisti sono quelle di diffondere la
conoscenza, reclutare nuovi clienti, aiutare l'azienda a migliorare i prodotti e i
servizi, difendere e supportare il brand (McConnell, Huba, 2003).
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In questo breve viaggio, sempre accompagnati dal nostro fedele lettore musicale,
abbiamo affrontato alcune tematiche importanti per comprendere il fenomeno
iPod a fondo. Lo sguardo, volutamente incantato e generale, ha permesso una
panoramica sui cambiamenti della società generati da questa tecnologia, ma
ancora di più, da questa filosofia. L’industria musicale, la cui rilevanza è stata
volutamente cammuffata in superflua, si sta attualmente modificando e iPod è
parte attiva di questo cambiamento.
I lati oscuri della società di Cupertino esistono e ciclicamente tornano alla ribalta
per ricordare, anche alla comunità più fedele, la natura umana delle cose. Anche
lo smaltimento delle batterie di iPod, alquanto inquinanti, è uno dei temi più
scottanti nell’attualità soprattutto in relazione alla quantità enorme di rifiuti
elettronici di cui ben presto Apple dovrà rendere conto. Si è anche parlato di
schiavitù nelle fabbriche cinesi di iPod, in cui un operaio non è in grado di
permettersi un lettore. Ogni volta la cronaca riporta alla realtà i fedeli di questo
tribalismo che talvolta si trovano a combattere contro mulini a vento. Nonostante
gli aspetti più bui, Apple ha creato un legame sociale che, sotterraneo, è cresciuto
fino a questi ultimi anni, in cui essere un utente Macintosh non significa essere
ghettizzato. L’uscita da una condizione di segregazione, in parte autoindotta, è
stata generata proprio da iPod, cavallo di Troia che porta ogni anno milioni di
nuovi Mac user.
Ragione di questa svolta non è stata solo la possibilità di avere migliaia di canzoni
nella propria tasca, ma soprattutto sono stati i rituali che si sono diffusi tra i
consumatori, che hanno dato vita a un oggetto emozionale, nato vuoto. Il guscio
neutro è diventato un esercito di esseri viventi di cui prendersi cura comprando
calzine per evitare i graffi e piedistalli per mostrarli nella loro bellezza; un oggetto,
che sempre più spesso è presente quando ci si addormenta e al risveglio. Un
oggetto che è una dichiarazione di identità e di appartenenza a un gruppo sociale,
anche quando è motivo di isolamento dal resto del mondo.
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Ringraziamenti
Ringrazio il Professor Fabrizio Bracco per avermi seguita nel modo migliore che
potessi sperare, aiutandomi in un percorso a volte difficoltoso.
Un pensiero va alla mia famiglia; pur non avendoli mai resi partecipi del mio
percorso hanno saputo, a volte, lasciarmi lo spazio necessario.
Il resto dei ringraziamenti va a chi, prima di me, si è dedicato a tutti gli argomenti
che ho soltanto sfiorato in questa Tesi, perché grazie a loro sono nate nuove
passioni.
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Immagini:
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