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=] f [ ERR aeenaernaanenne Necro ete ee eens sain aeceCaNceashy Sse OND RACCOLTE FER CUBA Bt Alessandro Parisotti Ropeog- LIBRO PRIMO. 80248 Pussieals 47 = (9 watt Br (Carissimy — Gest — Leanenai — Bowoxentt — Ans SS EES SESE Ne ETS EONS 50240 Fassicolo 2° ~ (a) el Vivasor ~ Lorst — Cazoana — Dowssico Scant 50250 Fuscicolo 8. ~ i) well Fr. 8.80 Pragoust — Give — Seneenn — Taarrta — Plecnoa ~ Paiste — Govan! Marri 50054 Te fascicoll im uf solo volun (a) wat fr. 8 — ‘SONo PUBBLICATI Proptieth degli Editor per ttt i paesl. — Deposto « norma dei trattti internavionsi “Tati iri di iprodusione della presente editione sono riservatl ame G. RICORDI & C. MILANO ~ ROMA ~ NAPOLI - PALERMO - LONDBA ~ LIPGIA — BUENOS-AIRES - NEW-VORK : PARIS - SOCIETE ANONYHE DES EDITIONS RICORDI — PARIS 18, Rue de 1» Pésniire, 18 Were noesas SS | K SER TEC 'g in tutte le arti Pamorosa investigazione dell’antico é fonte sicura, da cui sgorgano i met pits atti a rajinare it gusto; cid principalmente si verifica nella musicale che, sfuggendo alla plastica, pud da’ grandi modelli agevolmente ritrarre quanto sia acconcio al miglioramento e al progresso delle sue produgioni. Questa asserzione pare, ed &infatti, una parafrasi del noto detio del moderno nostro grande melodrammatico, 3 quale ne stvtt la verité forse prima e meglio che sia stata intesa dall’ universale. E poiché al di d’oggi il nuovo va sempre pitt scarseggiando, a lui si sostituisce felicemente la risurrezione dell antico; cosi che da qualche tempo si pare che questa risurrezione assai pits del nuovo ineressi i cultori deli'arte. ‘Per queste due ragiani m’é parso quindi non fuori di proposito accingermi a questa pubblicazione, sicuro che all’arte carisima del canto ne verrebbe un verace beneficio, indicando una sorgente di mighioramento indubitabile cosi nella parte stetica come in quella pratica, Raccolsi le arie, che seguono, da veichi manoscritti ¢ da vecchie edizioni, dove giacevano a torto dimenticate, e confesso che nell’ imprendere questo lavero di esu- magione, tanta materia mi si afferse dinanci, che fut a malincuore costretto a limitarmi alla modesta proporzione del volume, che ogi presento, ‘Nel trascrivere le arie ebbi massima cura di nulla mutare dalloriginale ¢ assai volte consultai diversi manoscriti per avvicinarmi alla forma pis elegante e pits corretta. ‘Nuotai per disteso le abbreviazioni ora viele e avvertii che Vestensione delle arie non eccedesse quella di una voce comune, perché fossero accessibili a tutti, Nall apporre poi gli accompagnamenti e armanixzare i bassi continu’, fur mia cura precipua il nulla aggiun- gere del mio, che non fosse acconcio all indole delle parole, al carattere della composizione, alle impronte dell autore e del secolo ; avendo in questa fatica per guida gli esempi, che i pitt grandi macsttt ci lasciarono in questo genere da camera, posto ne’ secoli scorsi all'alteza, alla quale ba vero diritio. — Spiegato cosi lo scopo di questa pubblicazione, dird brevemente della cura che si deve porre nell’eseguire la musica che essa contient. Il carattere principale che informs i composi- tori dei secoli XVU e XVIII ¢ la schiettezza e semplicité delle forme, il grande affetio e tutto un sapore di serenitt soavissima, che ad ogni tratto traspare. La musica doggt all opposte é nevrotica, piena di sussulti e di violenti contrasti. E quindi necessario principalmente schivare nell'esecuzione delle arie antiche qualungue esagerazione di colorito, qualsiasi affannosa declamazione. Il canto vuol essere puro, ingenuo, sereno, legato; i movimenti abbastanga tranguilli ¢ senqa precipitazione di sorta; gli abbellimenti eseguiti con istudiosa cura, perché riescano netti ¢ precisi; la parola dixposata alla nota si che fornii con essa una cosa sola, né avvenga che chi ascolla non giviga ad afferrarne il senso. Tutia Pesecuzione infine deve mosirare finexza @intuito ¢ piena conoscenga dei precetti del buon canto italiano ; essere a un tempo calma, clegante, corretta, espressiva; né ‘perd fredda 0 sonnacchiosa. ‘N.on occorrona singolari mesgi vocali per cantare queste arie antiche, si bene una precisa esecuzione di cid che si trovs soritto. Una dose di buon gusto ¢ molto amore allo studio foranno il resto, Roma, Novembre 1885. sougd = 51 ORDINE DEL VOLUME FASCICOLO PRIMO. Gian Giacomo Carissimi (1604 (?) - 1674). Cenni Vittoria, viltoria ! Cantata... Marco Antonio Cesti (1620 - 1669 (). Cenvi Sogn. Intorno all’ idol mio. Atia. Giovanni Legrenzi (1625 - 1690). Cenni biogralici. ‘Che fiero costume. Arietta... Giovanni Maria Bononcini (1640 - 1703), Censi biogratci Deb pitt a me nom v ascondete, Arietta ‘ : Alessandro Scarlatti (1659 - 1725). Cenni Pig © cescate di plagarma, Arietta os Se Pride i fede, » Aiea |.) ltl Som tata duolo, Aria. et 7 Speso vibra per suo gioco, Canzonetta | Se tu della mia morte. Mia. 6s se we FASCICC LO SECONDO. Antonio Vivaldi (16... - 1743). Cenni biografici. . . « Un certe non so che, Arietta, 2 sw Antonio Lotti (1667 - 1740). Cenni bi grai Pur dicesti, bocca bella, Avieta. . . : Antonio Caldara (1671 - 1763)- Cenn biografc Sebhen crudele, Cansoneta ss... Seloe amiche. Arieta. 0 0. ee Come raggio di sol. Aria. . - whee Domenico Scarlatti (1683 - si. C ani biogratid |: Consolati ¢ spera, Aria... : Giorgio Federico Handel (1634 - 4 » ‘Cenni og : Affanni del pensier, Avieta . : Ah mio ben schernito sti. Ba Benedetto Marcello (1686 - 1739). C ani iografici Quella fiamma che miaccende. Recitativ ¢ Aria. Leonardo Leo (1694 - 1745). Cenni bi grafic. Dal 100 soglio tuminoso. Duct... . we ve ww mare carn ob > 51 ogi 37 38 B 44 49 50 54 37 59 60 6 69 B 4 9 one 4 18 a 33 4 2 je 33 37 4B “4 ORDINE DEL VOLUME FASCICOLO TERZO. Giovanni Battista Pergolesi (1710 - 1736). Cenni Koga « os Page| By Oni pena pit spietata, Arietta... wee ee [go] 2 Sticyos0, mio stiggoso. Ati, oe ee ee last T Se tu m’ ami. Arietta Be lion Cristoforo Gluck (1714 - 1787). Cenai biogralici el O del mio dolce ardor. Axia . nos | 17 : bocbadd6 106 | 18 Niccola Jommelli (1714 - 1774). Cenni biografci | 1...) . lute | ag Chi yuol comprar. Canzonetta . rey (rea a4 Tommaso Traetta (1727 - 1779). Cenni biografci. |. 1 ll = \t17 | 29 Ombra cara, amorosa. Scena e Aria. . eee eee 118 | 30 Niccold Piccinni (1728 - 1800). Cenni biografci. | 1 bk ll + j33 | 35 Notte, dea del mister. Aria. er 36 Giovanni Paisieffo (1741 ~ 18:6). Ceani Vigra. ee ig ag Chi vuol ta zingarelta, Canzone. . ee lta at Nel cor pit non mi sento, Arietta. . Be 8 Ti mio ben quando verrb. Aria. ee lise | 0 Giovanni Martini (1741 - 1816). Cenni biogaidd |) SL “is 55 PceicusortAnae eee ee 14g | 56 sont st Gian Giacomo Carissimi 1604) ~ 1674 age alata TE €G)) vesr4 collezione di musica antica non poteva, credo, prender da miglior punto Ja sua mossa che cominciando dal raro ¢ originale ingegno del Carissimi, che fra i pi grandi maestri del XVI secolo fu celebre tanto come compositore che come insegnante di canto, Il Sacrifiio di Jefe © il Gindizio di Salomone, capolavori del genere sacro, formarono la grande scuola italiana seguita poi con tanto mirabile successo ¢ ampliata dagli allievi suoi, Alessandro Scarlatti e Marco Antonio Cesti E gran pena che la maggior parte delle produzioni di questo autore fecondissimo giac dimenticata in polverosi e scorretti manoscritti nelle biblioteche pubbliche, le quali, ricche d'un forte nucleo di opere di scienzs ¢ letteratura, tengono gli s iti musicali come povere appendici di nessun conto. Da cid si fa malagevole la ricerca, che condurrebbe a svelare agli amatori tanti tesori nascosti e veri gioielli dell’ arte. Hl Carissimi fir nella sua vita artistica assai modesto € non si sa che avesse maggiori onori della nomina a dicettoce della cappella d’Assisi e di quella di S, Appollinare in Roma Peraltro il suo ingegno fu grande ¢ grandi furono i suoi studi musicali tanto che a lui dové un gran passo Vane speciaimente nel genere degli oratori ¢ delle cantate. Fra queste ultime annoverasi quella che pubblichiamo sulle parole Vitoria, vittoria, B un povero innamorato che ha spezzato i suoi lacci, i quali sembra gli dessero gran pena € ne esprime colla pid soave vivacita ¢ con la forma pitt leggiadra Ia sua soddisfazione. Questa canzone ha un carattere cosi speciale e spiccato che difficilmente potrebbe confor dersi calle altre consimili composizioni da camera. Nacque il Carissimi a Marino presso Roma verso if 1604 ¢ mori settantenne. Alcuni biografi lo yogliono nato a Venezia gel 1582. -£ sous st Gian GIACOMO CARISSIMI ittoria, mio core! non Jagrimar pit. E sciolta d’Amore la vil serviti. Gia Vempia a’ tuoi danni Da luci ridenti fra stuolo di sguardi, non esce pi strale, con vezzi bugiardi che piaga mortale dispose gl'inganni; nel petto m’avventi: Je frode, gli affanni nel duol, ne’ tormenti non hanno piil loco, io pitt non mi sfaccio; del crudo suo foco # rotto ogni taccio, @ spento l’ardore! sparito il timore! ALLEGRO CON BRIO 4=168 CANTO J vit. to- lal Vit to_ ial Vitto— rial vit. sus ‘ALLEGRO i fat * con pRr0 -to ria, mio co. Te ——_—_—_—_—_—_—__ EB sciol-ta d’A-mo-re la vil ser - vi- sare vy sous—st oo eee Tat da dda odsintscshge sneer ~ti. Vit - torial Vit . to_ria, mio co- _ ~- rel ray Ja . grimar piu. E sciolta dA. mo_re fa vil ser = vic + ——— Lt @A- mo-re la Meno mosso e dolce assai PGi Vempia a’ tuoidan-ni fra stuo_lo di sguardi, con vez. zi bu- = Ce v s0248-ss og 3 4 eres. 4 SJ £ = agiar-di di - fro - de, gli af- a: E: - g se = = a E zi + Se 4 -fan-ni non han-no pid cru. do suo Yar - do spen - to -to-rial Vit - to_ rial Vit - to_ria, mio co 7 uz Ja — grimar piu, non la — grimar pit. E sciolta d'A-mo-re la ae TFT ir rir 4 vo sozq8-st vil ser - vi- ti, é 50 ¢ dolce assai CF sciol - rs LU P Da f Mexo mosso ¢ do fulci rin Ice assat Pee den-ti non e~ sce pitt strale, che pia_ga mor- =— er pin non mi sfac ~ - f= rot-too-gni lac-cio, spa- (63 Ite Fetter eee eee OR ene reece ’ ———— £2 Tempo -ri toil ti Vit - to-rial Vit - to- rial Vit- 12 Tempo ? fe = pia, mon la — grimar pid. E sciol_ta dA _ mo re la Largamente stent: -ta dA. mo-re la col canto 6 2 so2q8-s1 Marco Antonio Cesti 1620-1669 (?) FOOT TEESE EEE TE ETE EEE ETT Se Ra i seguaci del poverello d’Assisi si annoverd Fra Marc’ Antonio da Arezzo fnato in quella citta verso il 1620 € morto a Venezia nel 1669, 0 secondo alcuni, a Roma nei 1688, Fu allievo del Caris: mie fra i pid grandi com- positori del XVII secolo, Non impedi a lui la cocolla di scrivere assai drammi fe cantate amorose, molti madrigali e ariette da camera. Non pochi manoscritti ci rimangono di questo autore sparsi tuttavia nelle librerie e universalmente dimenticti. Fra i molti ho avuto agio di incontrarmi nella Biblioteca della R. Accademia di Santa Cecilia e nella Chigiana di Roma con alcune piccole cantate a tre voci su soggetti romantici o mitologici di pregio assai raro e che un di © Valtro vorrei veder pubblicate. Lo stile del Cesti & soavissimo, particolarmente melodic e affettuoso al punto che par quasi sensuale, Queste doti in sommo grado s’ incontrano nella melodia Intorno all idol mio che fa parte dell’ opera Orontéa eseguita nel 1649 che trovasi nella bella collezione di Carlo Banck, Arien und Gesinge dlterer Tonmeivter. Molte aktre melodie scritte per camera dallo stesso autore sopra basso continua merite- rebbete di esser poste alla luce perché interessanti pel giro melodico del pari che per I'e- leganza deila forma e mi cisecbo di farlo in appresso se questa prima prova incontra il favore de’ buongustai. Il Cesti fa maestro di cappella a Firenze sotto Ferdinando IIT de’ Medici e poi maestro alia cappella di Leopoldo 1. Si crede che ponesse in musica il Pastor fido del Guarini. & Marco ANTONIO CESTI Frvoroo all'idot mio =2 spirate pur, spirate aure soayi ¢ grate; € nelle guance elette baciatelo per me- cortesi aurette. ‘Al mio ben, che riposa su ali della quiete, grati sogni assistete ¢ il mio racchiuso ardore svelategii per me-larve d'amore. Lanoo Ax0ROSO @ =84 ben portando la voce ¢ molto express, ————— SF tor - no al_l'i_dol a8 LARGO AMOROSO ” 50248-5t 2 — -let te ba . cia - teloperme, eres. S—$—. pitt cres, kL—=——p 9 cor. te-si, cor. te - si au- fe Lev emord : g yp foc it._y eo - it 2 —= SS FS ee === : ret - tea, Ye nelteguan-cieetet-te ba cia - teloper -te- si au- Sa — pe) CaP cel canto PP) pe 2 0248-51 10 = poco rit. => ety ev AS Peers _ ti $0. gnias-si- -ste. - - -te. > a pret > = mioracchiu - soardo=re sve — la — tegliper me,.... lar. ve, 0 fe piranb—— Jar~ ve d/a— mo- fa : fay fa eres. tegli per me, lar ve, o decres, — “1 —=—_ # a rit. Ba. # Ca SH ——— da.mo- - - rel... jpooconto CF | » oS Pic ve 7 Go sae __ a F #® 1 Sa * ov songb-gr Giovanni Legrenzi 1625-1690 1 questo autore nato in quel di Bergamo (a Clusone) nel 1625 € morto a Venezia, dove era maestro di cappella nella basilica di $. Marco, nel 1690, si conoscono dieciassette opere teatrali, molte messe, salmi, concerti, sonate ¢ cantate. Fu uno dei primi a comporte musica per due violin’ ¢ violoncello © godé fama d’uno fra i migliori compositori del secolo XVII. Fu direttore della ducale cappella di Ferrara e del Conservatorio de’ Mendicanti a Venezia. L’arietta che fa parte del- Vopera Eteocle sulle parole Che fiero costume, leziosa alquanto come quasi tutte Ie poesie di quel tempo, non manca di novit e di ardimento, specie in qualche inatteso passaggio di modo. L’effetto é bello € lo stile & correttissimo, Mi parve quindi non dovesse stare for di posto in questa raccolta. Il Legrenzi ebbe per allievi Antonio Caldara e Antonio Lotti. Alcuni credono poter ritenere che vestisse Mabito ecclesiastico. sous - 51 = GIOVANNI LEGRENZI ‘d’aligero aume, che a forza di pene si facia adorar! E pur nell’ardore il dic traditore un vago sembiante mi fe’idolatrar. Che crudo destino che un cieco bambino con bocea di latte si facia stimar! Ma questo tiranno con barbaro inganno, entrando per gil occhi,mi fe’ sospirar. ALLEGRFTTO CON Mm on SESS as Che fie-ro co-stu.me d’a-li - gero nu.me,che a leggero ¢ grasioso ALLEGRETTO | con moto 7 sozg8-st 13 Sa # == cspress. te > dolce =P va ~ go sembiante mi fe'ido - latraf,~ un va ~ go sembiante mi 2 0248-51 13 4 — decres. I Tempo fe’i-do — latrar. Che fie - roco_stume d’a_li - gero nume,che a vcoten, yt? Tempo = sf a | eC Fi RO ten. ¢ 4 #80 # Ga ————S oes. =f forza di pene si facciaa_dorar, si faccia a—dorart.. > we | Zp f 4 2 50248-st Seyi. L— 2 boc.ca di lat_te si fac.cia stimar, si fac-cia stimas bocca di lat-te si faccia stimart.. aa # mg 1 poco meno f Ma questo ti-ranno con bar_baro inganno, en- ait TT tb eco mer —=6: fa # a * expres. P = dolce ——— a ~tran.do per gli occhimi fe’so. spirary= en.tran-do per gli occhi mi aa Ba 8" Ba a Sa v 50248-51 e 5 16 ores, a bocca dilatte si faccia stimar! a tr oo 5 sozg8-sr Giovanni Maria Bononcini 1640-1703 TOTS ft Bononcini, rovistando le biblioteche, vien fatto di trovare non poche composizioni elettisime per In forma e pel gusto squisito. Madrigali, sin- fonie, cantate e sonate formano un repertorio ricco e vaghissimo, degno tutto di veder Ia chiara luce del sole per mezzo della stampa. Ma a cid siamo ancora troppo poco preparati ¢ possiamo rallegrarci se alcunché di questo geniale compositore ¢ universalmente gustato. Eppure lo stile del Bononcini & chiaro, melodico e sopra ogni dire affettuoso. L’arte del bel cantare trasuda in ogni misura, la noviti e Ja correttezza degli effetti sorprende ad ogni paso Larietta che qui pubblichiamo fu trovata in un vecchio manoscritto del XVIII secolo giacente nella ricca libreria della R. Accademia di Santa Cecilia in Roma insieme ad altre gemme dei pii illustri compositori italiani. Di lui fa edito dal Gevaert nella collezione dal titolo Gloires d’lalie, un'amabile melodia, Pieté mio caro bene, che assai volontieri avrei aggiunto a questa raccolta se lo spazio non me I’ avesse impedito, Corretto sopra ogni dire nella forma, elegante nel pensicio, pieno di sentimento nella espressione degli affett, il modenese Bononcini oltre all'essere fra i pitt distinti compositori fu anche egregio di- dattico. La sua opera Il musico pratico, che brevemente dimostra il modo di giugnere alla perfella cognitione di tutte quelle cose, che concorrono alla compositione dei canti et cid che all arte del con tropunio si ricerca, chiaramente lo dimostra. Scrisse opere teatrali € molta musica sacra. Nato verso il 1640, mori il 19 novembre 1703. sous - st ich piti a me non v’ascondete tuei vaghe del mio sol. Con svelarvi, se voi siete, F voi potete far quest’alma fuor di duol, Larcnerto @= 40 pile CANTO Deh pill a me non v’ascon. dexo ( Larcnerro | Pdolce dete Inci__va_ghe del mio sol, deh piit a me non v'ascon. ~de.te — Iuci va ~ ghe del mio sol, = = 8 . 50248-st oo sol, luci va-ghe del mio sol,... fu-ci va . ghe del mio sol. a tempo p dolce Gt — le 6 SE 4 -te ~ te farquest’almafuor di duol, far quest’alma fuor di duol. 7 iF —=<= == » 0248-51 2 9 P ——. SS Deh pitta me nonv'asconde.te inci va.ghedel mio ———=. SSS deh piu a menonv’asconde-te lu.ci va-ghedel mio lueci va. ghe del mio sol, lu.ci va - ghe del mio molto rit. 20 2 sozge-5t ee Alessandro Scarlatti 1659-1725 no on Oe v rrente nelle concezioni artistiche, fertilissimo d’ ingegno e versatile, fu grande compositore det pari che grande cantante € suonatore d’ arpa e di cembalo. Un numero infinito di cantate, madrigali, oratori, mottetti, toccate, sere~ nate, ecc,, lascié ai suoi discepoli, fra i quali annoverd un Leo, un Pergolesi, un Durante. Scrisse molte opere teatrali e oltre duecento messe e coprl il posto di maestro i cappella nella basilica di Santa Maria Maggiore di Roma. Il suo stile @ fluido sempre ed elegante quanto semplice nelle forme. O cessate di piagarmi e Se tu della mia morte, dicono in qual modo egli sapesse toccare Paffetto; mentre Varietta Speso vibra per suo gioco mostra con quanto fine eleganza scrivesse il semiserio, La maggior parte delle sue com- posizioni € condotta sopra una riga di busso continuo con © senza numeri, sempre proprio, espressivo € semplice. Nelle modulazioni & qualche po’ ardito pei tempi suoi, ma non cost che ne discapiti la chiarezza, Fu allievo di Gian Giacomo Carissimi; nacque in Sicilia, a Trapani, nel 1659 ¢ mori a Napoli il 24 ottobre del 1725. » ALESSANDRO SCARLATTI a Ge cessate di piagarmi © lasciatemi morir. |’ Luci ingrate — dispietate | pit del gelo, pi dei marmi fredde e sorde ai miei martir. O cessate di piagarmi 0 lasciatemi morir. 4.2806 50 ANDANTF CON Moro ——_==— CANTO SS : — v r ? Oo cessa - te agitato 4 fo BEG = [SS = ANDANTE. é Pr — rt aaa iae impkinn PET BF OB lascia - te. mi morir, o lascia- te. mi morir. >—___—— cres.rinf__strin. Lu. -cin-gra te, fu- -Cin-gra- te, 22 ” 0248-51 vy -gene poco dis - pie-ta. -te, pit del ge - loe pia deimar - mi — ———— smore. fred . dee sor. de a’ miei mar-tir, fred - dee sor _ dea’ mf dolente ed appassionato o ces.sa- te di — == |n, “eal canto f oo eee con dolore e vitenuto assat lascia . te. mi mo-trir, lascia . te. mi morir. "5 La second volte . a molto ritenuto 4 * [\LESSANDRO Gr IS: Florindo é fedele jor" jo nv innamorerd. Potra ben !’arco tendere il faretrato arcier, ch'io mi sapro difendere da un guardo lusinghier, Preghi, pianti, querele io non ascolterd, ma se sara fedele 1o m'innamorerd ScCARLATTI ALL? GRAZIOSO Moderato assat CANTO» - Sin-do® fe . dete io mlin_na — mo. re _ Se Flo ~ se Flo - ~ rin-doé fe . de-le ss 05, ef dolce = 1, 88 fe dete Florin - domin’na-mo-re — rd, ir a Pe FF 24 m7 s02q8-5t miinnamo-re ~ rd, col canto imilando la voce Sf ctempe p dolce io m'in -na—mo-re - rd. — fae 7 : . : 7 > benlarco _ten-de.re il fare - tratoar-cier, Po- » 5248-51 2 26 ee ———— Pre.ghi, _pianti e que-re_le io lar" + ia Pee -de - le io minnamo ~ rer, jo m'innamo- re _ SaaS === at > od pt __ 4 tempo ———— m/inna_more _ rd, io min. re rd, se Flo - - rin-do® fe - dele a > 26 y sozg8-gi _ » _—7 seFlo_ - rin-doe fe_ > io m'in-na-mo-re - SS tes. ———— —==—_ io miinna-mo-re- ~ ro, s’@ fe - de-le Flo- = ad St PB ———— -rin . dom'in-na-mo-re- ro, io m’inna_mo-re - - 1rd, ve _—_—_——— f=» ral. -de_le Flo_rin - dom'in_ na. mo-re — ro, m’innamo_re. { —— SS | Sy |? fe oN 3I —E——EEEE_")>;heeeeeeEeEeEeEeeEeEeEee ee eeeeEeEeEeEeEeEeEyEEEe a tenpo fm Proll. stral di fer . roinno-bil co - re. en eet : SS =guen-do inmez - zoal fo.co del di_ —ver-so acce - e maz man. -caque- - sto man - caequelvienme — no, 32 > go248-st See eter eR Ett ete tect EERO RSE CTE 33 rit. assaé a tempo = man- -caque- sto man. ca equelvienmé — no. R RB Spes - = marcato da. to par. go. let - to stra_ li P ral. fer - roinno-bil se. - P col canto atempo fa p rel. qssai - foinno-bi euenye Ff P col canto > s0248-51 33 ALESSANDRO SCARLATTI rr, ‘Sk tu della mia morte fe a questa destra forte la glotia non yuol dar, daita ai tuoi lumi, ¢ il dardo — del tuo sguardo sia quello che m’uccida e ml consumi. 256 AnDanre CANTO della miamor _ te a que_sta de.stra > PL -laatuoila mi. Se tu della miamor_te a 34 2 so2gs-st ee = que.sta de.strafor . te 1a glo.rianon vuoidar, ere. —— ap rit. con grazia ~laatuoi la — mi, dale. ofa dallaa'tuoi la mi, a rit. col canto ooo nee SS e ildardo del tuo sguardo sia quel-loche m'uc.ci-da, sia quello che m'uc. . sia quellochemucci - - dae 2p mi cons — mi. vy s0248-5I 35 ——= della miamor , te —= for - te laglo-ria non vuoidar, dal - taa'tuollu — mi, > sdal - > > BR SL -laatuoilu — mi. Se tu della miamor. te a questa destrafor . te la gloria non vuoi dar, mg| S° rit. molto ore P -laatuia = mi, dale olay daLlaatuoi lu _ mi. 36 o $0248-52 v Antonio Vivaldi 16...- 1743 EEE Nronlo Vivatpl, soprannominato il prete rosso, nacque a Venezia nella se- ; conda metd del XVII secolo e mori nella stessa citta nel 1743, direttore del Conservatorio della pictt. Entrd giovine nel sacerdozio e fu celebre vio- linista e valente compositore di musica drammatica e istrumentale, Si contano di lui non meno di ventotto opere teatrali, molti trii, sonate e€ concerti per violino ed altri istrumenti. L? arietta Un certo non so che, & veramente cosa preziosa per la facile espressione e per la condotta, come per la geniale invenzione. Antonio Vivaldi fu per molto tempo alla corte dell’Elettore Filippo De Hesse-Darmstadt. Di lui si narra questo curios aneddoto, Mentre un giorno celebrava la messa quotidiana, ebbe una ispirazione musicale cosi bella, che non credé doverci rinunziare. Pieno demozione artistica lascid in guell’istante medesimo il sacro ufficio € si ritird nella sagrestia dove scrisse il suo tema. Fatto cid tornd tranquillamente all'altare c fini Ja messa interrotta. Per questa mancanza fu citato innanzi al Tribunale della Santa Inquisizione. Fortunatamente i giudici, preve~ nendo le moderne teorie sui delinquenti, gli diedero del mattoide e quindi la punizione si limitd a inibirgli da indi innanzi la celebrazione della messa. ARR song - 51 38 ANTONIO VIVALDI In certo non so che mi giunge e passa il cor, e pur dolor non é. ‘Se questo fosse amor? nel suo vorace ardor gia posi incauta il pie. Con moro ed affettuoso d = 69 a CANTO Un cer.to non so 269 Con MoTO con delicatezza ed affettuoso _col canto # a tempo ee —= che mi giun.gee pas-sail cor, i ogiun.gee pas.sa il » é @ tengo | ———————_| “Tutti drt i tradusione,rprodusione ¢ trascrizione sono slstrvat 2 Proprida G. Ricordi e C. 7 s0ug-st og 39 Pri sostenuto of == —— é. Un cer-tonon so che, un certo non $0 rN Pit sostenuto je at == of Ga SESS, # animato . DS nonso che mi pas-sail cor, artimato ores, Sf: ptt par do - tor Ba Ga % Sa # Lento Sa tenpo — Sz 2 Se que.sto fos.se a - mor?.. nef so vo-ra.ce ar- yet? if ‘col canto | pp ' * q soz4g-st 9 3 40 —— —_=== ee of, Ey == Poe a ly id > Ga Ga # Sh a aa & Sostenuto eas tmp fo _ pe questo fos.se a.mor? nel suo Foura.ce af-d0t rumen ne] suo vora.cear. \ S nf Sostenuto 2S l i a tempo Ba *® —$— ~~ i -dor gia po-siin - cau.ta, po ~ siil pie, in.cau ~ tail pie! A z fae |F am b z fa af 4 tempo ores. p molto ritard. Un cer-to non'so che mi giun.gee pas.sa il i col canto Es a * 4 % sozgg-5t 7 SF. P mi giunge e passa il cor, Sate aa ig Pit sostenuto Ny & Un cer-to non so. che, | ———~ Pit sostenuto € : =—— EEF fe a aa * = BTS mon so che mi pas-sail cor, gY — sorsg-st gg 5 42 pont portando — S=—— e purdo-lor non é; mi giun.gee passa il ed affettuoso ritard. = eres. pur do. lor non é, do-lor non é, do. lor 7H ‘col canto fa # fa * g so2go-st Antonio Lotti 1667-1740 tuevo di Giovanni Legrenzi, a cui successe nella direzione della cappella di S. Marco in Venezia, il Lotti fu genialissimo compositore di musica religiosa € di opere drammatiche. Ebbe principalmente a cuore il bel modo di trattare le voci e, espertissimo nell'arte, fondd una celebrata scuola di canto a Ve~ nezia, Ebbe ad allievi Benedetto Marcello, il Buranello e altri musicisti di grande valore. Superb il suo maestro nella fecondita dell’ ingegno, nella squisitezza della forma e nell’ e~ spressione del sentimento. Nell'arietta Pur dicesi, o bocca bella, si rinviene tanta sempliciti, tanta chiarezza e una grazia infinita, che veramente anche a’ di nostri sorprende. La sua conoscenza dell’ arte del canto traspare per ogni dove in questa composizione € massime negli effeni di portamento ¢ di sincope, nel grazioso modo ¢ nella sapiente economia colla quale usa il vocalizzato e gli abbellimenti, Dicono alcuni biografi che il Lotti nascesse nell’ Hannover sul 1667 da genitori veneti essendo cali suo padre maestro di cappella della corte elettorale: altri che avesse i natalia Venezia nel 1665. Mori a Ve~ nezia nel maggio del 1740. s0m9 - $t 4 ANTONIO LoTTI jur dicesti, o bocea bella, = quel soave € caro Si, che fa tutto il mio piacer. Per onor di sua facella + con un bacio amor t april dolce fonte del goder. 265 2 ALLEGRETTO GRAZIOSO Pe tegerd |) a CANTO o —_— — — Pur di - ce-sti,o bocca,bocca bel-ta, 0 bocca, bocca bella, SS 7 dolce == = quel so-a- vee ca - fo Yen. en. 8 gq 50249-stg tr rt. mio pia - cer, il mio pia — cer. atnpo jen [cantando vit. con grasia eres. molto, Se a S. == =ce-. sti, © boc.ca,boc.ca bella, 0 boc.ca,boc.ca, bel -fa, quel...so. a. vee + v v7es.| molto \pp rit. col canto t con grazia pertando si, quel so-a . vee ca ~ fo —=Ss =o a ere pia.cer, il hi-b pia - tut ~to il mio ? Pain, Pte | f fr tr —————=_—_== q 0249-51 7 9 > > _f. nor di sua fa.cel.ia con un ba-cloAmor ta. pri, con un ba. cioA.mor ta. pri dol.ce fon.te del go - __ 10 # 5029-51 7 P ‘i cantando « lagato ” —S=E_ ———— ,_ — / Pur di. ce.sti, 0 poc-ta,boc.ca bel.la,o boc.caboc.ca bel-la, quel so~ tr ~a-vee ca. 10 si, che fa tut-foil miopia - cer, if mio pia cer. Pur di. ce-sti, 0 rantando eres. molto gut. com grasa ZL = = > boc.ca, boc.ca bel-1a, 0 boc.ca,bot-ca bel.la, quel... s0.a - vee ca ~ £0 eres. molto mp rit. col canti st q sozqg-st gy 1 SS a8 BR, pomors. Pia.cer, il mi-6 pia - cer,. il mio pia > zt |i, | Paint 7 2 fr oa © —— == quel. si, che... fa tut . to il 2A, =r > che fatut.toil mio” pia % cer,. it mio pia . rm |eantando R 7 $024g-st gy Antonio Caldara 1671-1763 TOOL O TTT EE TLC TTT BY} v maestro di composizione a Carlo VI alla cui corte a Vienna ebbe il titolo di maestro di cappella, Avea git occupato lo stesso posto nella ducale corte di Mantova. Scrittore assai fecondo lascid molta musica sacra ¢ molta pro- fana e in tutte le opere sue riveld dottrina e facilita d’ invenzione. La me- lodia Come raggio di sol, & tanto semplice e affettuosa e cosi perfetta in ogni sua parte, cosi nuova nell’ invenzione, cosi gentile nella forma, cosi corretta ed clegante nell’ armo- nizzazione, che ancora adesso, dopo che due secoli vi corsero sopra, torna deliziosa e freschissima. Fra le molte cantate e serenate che egli scrisse, ho trovato degno di nota il dramma pastorale intitolato La costanza in amor vince I’ inganno. L’ azione in esso & sem- plicissima e perfettamente idilliaca, ma la grazia del canto vi & profusa a piene mani. Di tado egli accenna agli istrumenti d'accompagnamento, salvo quando scrive un’obbligazione per teorba, corno da caccia, violeta ¢ simili, Per lo pitt ha un basso continuo posto sotto al canto senza alcun accenno di armonizzazione. Dal dramma di cui parlo ho spigolato le due ariette Se ben crudele e Selve amiche, e avrei tolto di pid se I’ economia del volume me lo avesse permesso. Il Caldara fu allievo del Legrenzi e godé maggior fama del maestro. Pose in musica drammi di Apostolo Zeno e di Pietro Metastasio, fra cui il Temistocle, Nacque a Venezia nel 1671 0, secondo altri, nel 1678, ¢ mori nella stessa cittd nel 1763. rit. assai P sem.pre fe . de . leti voglio... a-mar. Con ta lun. ghez - 7? |p — ——— | f rit, assat| Y. del mio ser . vir fa tua fie - rez. ~ za, a tua fie - Be ee ee —t|r q s0249-51 9 15 52 =>. sa. pro stan. car, sa. pro stan. car. Zi fe >= oe P > Sebuben, cru. de - le, mi fai —— ttt eres. pri_ores. sem-pre fe - de. ~ le, sem-pre fe - dete ti vo.glo a - eee 16 # so24o-st og ee : 33 Seb.ben, cru.de . ~~ le, mi fai > PRE + = de - feti voglio... a. mar, seb-ben, cru-de. -le, mi fai lan. FF (4 tf rit, assat sempre fe - de - leti vo-glio...a- - mar. nit.assad Vp 2 Fa * Y so2sg~s gy y . ANTONIO CALDARA a a lelve amiche, ombrose piante, fido albergo del mio core, chiede a voi quest’ alma amante qualche pace al suo dolore. Awpantino 269 £ CANTO Sel.ve a-mi-che, ar es d= 69 ANDANTINO P Legatissino ¢ lun po? pesante sel-ve a - mi. che, om.bro.se pian « te, a =— pelegato i basso det mio co re, dello. cor, fi-doal.ber-go del. mio co ~ jee 18 @ sog-st og fi. doal- ber. go del mio co. tratt. sempre e con grazia fi. do al-ber _ » ~st’alma a-man.te g fe, del mio co. Fe, qual.che pace, quafache pa . ce 55 do al-ber . go chie.dea voi que - al suo do-io ~ s0249-51 gy 19 ——. Sel.ve a.mi.che, ombrose pian-te, ——— —= = del mio fo. He, ded moc Tre, fi. doal . ber- go del mio co fedel mio co- re, fi. do al-ber . go del mio tratt. sempre e con grasia i= do al-ber - mio h 20 g s024g-st g ee ANTONIO CALDARA " — lome raggio di sol mite e sereno sovra placidi flutti si riposa mentre del mare nel profondo seno sta la tempesta ascosa: cosi riso talor gaio e pacato i contento,di gioia un labbro infiora, mentre nel suo segreto il cor piagato s'angoscia e si martora. Sosresvto 4:46 Pp CANTO S55 Be Co-me raggio di dz46 SosTENUTO co-me raggio di = hide Sw + flut ti si ri- see P > = afiell. poco a poco 4 =po- - sa men-tredel _ma-re, men. -tre del _ma-re nel pro. ae affrett, poco a poco > a q soz4g-st g 21 58 P ——O sta la tem-pe - + es string. tranguillo - so ta. = feos === SE = ev Fer svarararar tora is See eset see col cant pay pe tenpo gioia un lab-bro in -- fio - ra, $ $38¢ =—=—_ dim. e rit, men-tre nel suo se-gre.to ilcor pia-ga - - - to .. Sangoscia e “res. string. Wf dim. e rit. + eeede 22 q 0249-51 7 eRnene Domenico Scarlatti 1683-1757 oe r IT aad wr aa eu10 di Alessandra, del quale abbiamo citato alcune graziose melodie, fu anche suo allievo. In poco tempo si levd a gran fama e fu ritenuto il p illustre compositore di musica istrumentale. E notissimo ai pianisti_per le molte ed eccellenti composizioni sue, fra le quali la curiosa Fuga del gatto presa da un tema che gli suggeri quest’ animale, passato a caso sulla tastiera del suo clavicembalo mentre egli studiava, Oltre le opere istrumentali compose non pochi lavori nel genere vocale, fra i quali vanno annoverate alcune opere da teatro, una messa a quattro voci e orchestra, una Salve regina con quartetto a corde e qualche aria da camera. Fra queste ultime pare veramente vaghissima quella che egue: Consolati spera. L’an= damento & molto drammatico e quindi I’ effetto di questa melodia & sicuro. ‘Trovasi ri portata anche nella collezione Arien und Gesinge lteree Tonmeister git altra volta citata Domenico Scarlatti fu maestro di cappella a S. Pietro di Roma e insegné il clavicembalo alla Principessa delle Asturie a Madrid. Suo figlio Giuseppe fu anche egli musicista di molto valore, Domenico nacque a Napoli nel 1683 € vi mori nel 1757. 60 DOMENICO SCARLATTI — lonsolati e spera Potrai d’ altro oggetto piti lieto goder. * La steifa piu fiera, se cangia d’ aspetto, pud ancora I'affanno mutare in placer. ce ANvanTino | 9 Pracere 1 ten, __@ tempo p poco rit, CANTO Con « so - fa. deny ANDANTINO po-trai d’al-troog. get - to piu lie - to go. —— atenpo J se a fa fae EK. poco marcato _e rit. eo ores, = = wder,, pi lie - to go-der. Con - so-fa- til >—_, S—— >» rit. col canto wg | J d 7 24 q s0240-s1 g Ga. fa. * *& Seperate ciate nnere carne tc ae _ SUstSSRstSeeRestSUTsseCRSsesCUseseestesresreresisiee = a ———e po - trai d’al-tro og.get . to pil lie . to go- decres. . go - der, pit lie. -to goder,piu tie ~ ~ to go- derl... Con- Ra. * vitard.ten, _@ tempo SD 0 - fa.tl po. trai altro og- get. -to pill ten. a <—e~ fie. .to go. der, piu lie-to go- - der. = nit. col canto! oft | P g s024g-st 9 25, Se ee 62 . _, bem cantando e larga ta frase Pas —> La stel. - la pil oN ENN Pi marcato p smorz. se can . giad’a . spet- - to, —___—_s— portando — SS -co- -1a Vaf.fan- -no mu~ ta- ~veid piaqcer,. of, SS ata. . rein pia ~ cer,...pud an.co - ralaf.fan-nofaf-fan. - - >_> 26 g s0249-51 gy 63 ity 2 ger oo 3 : a =. no mu. ta-rein pia-cer! Con. so-latil. | Uf pine |e oat pareve pr — — spe . ral po - trai d’al-tro og- get - - to pitt poco marcato —— —_——_—_ SS]=> Passat P = : * lie - to go. der,.. pit “Te. to go. der, con. so-la- ti! nit. col cant pf = F oe, _—— spe - ra! === po- trai d’altro og- get - to pit iid | v 7 s0249-5t g 27 64 aS e108 fo go. der, piu lie . to goder,pid fie . ~ to go- lie . to go. der... = peo rit. = . con . so ~ la-til.. po. trai d’al-tro og. pol canto —— tara, lene in = sr op, ard LO fon -get - to pil lie - to go-der, pit lie - to, pil lie -toge . der. =——_ 2 g s024g-st gy Giorgio Federico Handel 1684-1759 EEE EE EEE OEE EE TEE EEE EE EE EEE EEE EE EEE aspino di soli dieci anni avea composto una serie di sonate — fatto grande, in ventiquattro giorni seppe cominciare € condurre.a termine il Messia, ora | torio che ha fatto l'ammirazione di tutto il mondo musicaie, Genio prepo- tente e vastissimo, di meravigliosa facilitt, Giorgio Federico Handel ha conquisteto nell’ arte una fama imperitura. Son noti a tutti i suoi celebri orator’, i suoi mottetti, le sue sonate, le sue messe € i suoi concerti € dove la sua musica si eseguisce Pentusiasmo ¢ sicuro. Colpito nella vista otto anni avanti la morte, prosegui sempre, ingegno instancabile, a dettare musica fino a pochi di prima che la sua vita si spegnesse a Londra ill 13 aprile 1759, quando avea git varcato il settantacinquesimo anno delleta sua. La chiara sua fama mi dispensa dal raccomandare le due atie che pongo in questa raccolta. Ab mio cor schernito sci, & teatta dall'opera Alcina, - Affanni del pensier, dall? Ottone, gioielli che formano la superba corona delle sue glorie melodrammatiche, che coll’ Almira, col Rinaldo, col Nerone e con tante altee deliziarono per oltre mezzo secolo il pubblico buon- gustaio, e che ora, forse nella speranza del meglio, sono poste in dimenticanza. Ma se & vero che Parte & immortale, al nostro gusto rifatto sari debito disseppellire tante gemme e cancellare Poblio, che vergognosamente le ha colpite, Nacque I'Handel ad Halle in Sassonia il 24 febbraio 1684, e perd in Italia fu chia a soug 3 mato il Séssone. “ Giorcio FEDERICO MANDEL —_-- Jee |ffanni del pensier - un sol momento ** datemi pace almen - e poi tornate. disso LARGHETTO CANTO P un sol momen - to, Af. fan-ni del_pensies, Sa da.temi pa - ce almen, da.temi pa . ce almen, g S0249-5t gy 30 6 portando 7 poi torna. te. Affan. - ni del pensier, ror wes B ) tr > > pimore. = sol momen . to da.temipace almen, € poitorna - te, = a unsol mo-men - to da-temi pace al-men,.... € poi tor - a PTR CED 5 -fa. te, tor. na- e poi tor-na. te; rp q sozag-st g 31 -fan.ni del pen.sier da. temi pa.ce al-men, SS : ay poi torna -+te, e poi... = epo- -i tor-na. . te. a [er tC = _ as, 32 7 -S024g-sr 7 G. FEDERICO MANDEL ee ih mio cor, schernito sei. IS" Stelle, Dei-nume d'amore! Traditore - t'amo tanto, puoi lasciarmi sola in pianto? e104 ANDANTE STRETTO CANTO @ piacere 1? Tempo scher - ni ~ to cr rit, assai eff q s0249-st 9 33 tla - mo tan-to, - puoi fasciarmi sola in pian sto? On puoi la - -Sciar- = mioh De-i, per. ch? \¢ ea f+ = i fa.sciar.mi 34 y 50289-53 g puoi la . sciarmi, scher-ni . to puoi lasciarmi so-la in pian.to, q ee oh De 50249-51 oh a g De . i, _ per-ché? t mio co.re, ee t'a - mo tan-to, 35 pian. to, puoi la sciarmi, oh De i, per-ché? puoi lasciarmi so-lain pian.to, oh De-i! a ptt, puoi la-sciarmi, oh De.i, per-che? Tr Fs > ss Ca q > S largamentt, col canto r riten. asial eff 36 q s0249-st g Benedetto Marcello 1686-1739 "opera Estro poetico armonico, pik nota in oggi col nome di Sali di Marcello, rese grande Benedetto fra i suoi contemporanei ¢ largamente ammirato dai posteri, Fu letterato © poeta di qualche valore ¢ scrisse un Traitato di teorica musicale ordinata alla moderna pratica, il Teatro alla moda, un poema rato an Sparta ¢ altre opere letterarie. Come musicista scrisse oratori, cantate, serenate, messe, mottetti, ecc., tutti improntati a grande severita di stile e a geniale ispirazione, L’ arietta Quella fiamma che m’accende, & piena di soavita e di buon gusto : ha novita di modulazione, grazioso giro armonico ¢ ottimo effetto. Trovasi nella collezione Banck pit volte citata. Benedetto Marcello fu allievo di Antonio Lotti, del quale abbiamo parlato a suo luogo e di Francesco Gasparini da Lucca. Fu nobile veneziano e nacque da Agostino e Paola Cappello il 24 luglio 1686. Membro del Consiglio dei quaranta, poi inviato provveditore a Pola, prese i germi d’una malattia che lo condusse alla tomba il 24 luglio 1739. Avea segretamente sposato una giovinetta di oscura condizione, sua allieva, della quale erasi invaghito perdutamente. Nella chiesa di S. Giuseppe dei Francescani a Brestia € scritto sulla sua tomba: BENEDICTO MARCELLO SCIENTISSIMO PHILOLOGO POETAE MUSICES PRINCIPL. oe song - 5

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