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dallUnione Africana) e che dar nuovo impulso alle aziende cinesi per investire
nel continente. Nel suo discorso [Xi 2014 pp.333-341] ha pi volte sottolineato
come laiuto cinese sia totalmente svincolato da ogni forma di ingerenza negli
affari interni dei paesi, e che la Cina crede nelluguaglianza tra le nazioni,
piccole o grandi, forti o deboli, ricche o povere e che si oppone alla
prepotenza del grosso contro il piccolo, del forte che spadroneggia sul debole e
del ricco che opprime il povero [ibid. p.337]. Basta discutere con i dirigenti di
questi paesi per rendersi conto di come questi non considerino affatto la Cina
un paese imperialista o colonialista ma un partner diverso dalle potenze
europee, protagoniste dello sfruttamento coloniale o di politiche di aiuto
legate alla pretesa di imporre il proprio modello culturale e politico. E per
questo sta diventando un modello di riferimento. Proprio mentre lUe strozza la
Grecia chiedendo la riscossione di un debito che essa stessa ha contribuito a
rendere insostenibile, la Cina si impegna a cancellare 60 miliardi di debito dei
paesi africani (nel 2009 lo aveva azzerato a 32 paesi dellarea), di cui 40 milioni
allo Zimbabwe, che ha cos deciso di dare corso legale nel suo paese al
renminbi cinese [The Guardian 2015]. Segno inequivocabile della capacit
egemonica di Pechino nel continente africano. Non deve quindi stupire che
questa nuova assertivit cinese in politica estera sia salutata con favore dalla
classe dirigente in Africa, come dimostra laffermazione di questo importante
dirigente sudafricano, per il quale il maggior protagonismo cinese condizione
essenziale per la pace: crediamo che la Cina dovr e vorr, a breve, elaborare
una politica estera di maggior protagonismo, per assicurare la pace a tutti,
particolarmente alle regioni del mondo in cui i lavoratori si trovano ancora sotto
il giogo dell'aggressione imperialista e della dominazione egemonica delle
nazioni potenti [Chris Mathlako in: AA.VV. 2013, p. 130].
7. Un nuovo tipo di relazioni internazionali
La maggiore assertivit cinese in politica estera funzionale al raggiungimento
degli obiettivi domestici. Questa scala di priorit viene esplicitata dal Ministro
per gli Affari Esteri che ribadisce come lobiettivo sia quindi quello di creare un
clima internazionale pi favorevole allo sviluppo cinese (10) attraverso questo
cambio di passo. A tal proposito, Wang Yi dichiara: sono sicuro che tutti voi
siete rimasti colpiti dagli obiettivi raggiunti dalla Cina negli ultimi anni, dal
punto di vista diplomatico. (...) Nella nostra diplomazia, saremo pi attivi nella
difesa dei nostri legittimi interessi nazionali. Saremo pi dinamici nel soddisfare
le responsabilit che ci spettano a livello internazionale [Wang 2016], la Cina
pronta a fare la sua parte [Wang 2013b]. Un cambio di passo evidente,
denominato un nuovo tipo di relazioni internazionali ( , xinxing
guoji guanxi), che tuttavia non va confuso con unattitudine egemonica e di
dominio. ancora il Ministro a chiarirlo solennemente in un discorso allOnu:
circa 40 anni fa, proprio da questo podio, il leader cinese Deng Xiaoping ha
solennemente asserito, a nome del governo, che la Cina non avrebbe mai
cercato di esercitare un'egemonia sul mondo. Oggi, tale affermazione rimane
umiliazioni del passato) e che questo aspetto costituisce uno dei punti centrali
del patto sociale tra il Partito comunista e la nazione nel suo complesso, base
essenziale della sua legittimazione e del suo potere.
Un secondo aspetto relativo alle invariate caratteristiche culturali della
politica estera. Gli analisti che vogliono vedere nella nuova assertivit cinese
una tratto nazionalistico che rompe con la cultura tradizionale commettono tre
ordini di errori. In primo luogo ignorano il peso che la questione nazionale ha
sempre avuto nello sviluppo del comunismo cinese. In secondo luogo rimuove il
nesso tra emancipazione nazionale ed emancipazione sociale, che costituisce
un elemento essenziale del marxismo e del leninismo ed in terzo luogo
nasconde la differenza fondamentale tra la difesa dellindipendenza e della
dignit nazionale (che perfettamente compatibile col riconoscimento e la
difesa della dignit delle altre nazioni) ed un nazionalismo esaltato ed
aggressivo (che distingue tra popolo di eletti e popoli destinati al servaggio).
Il rifiuto dellegemonismo costitutivo del patto sociale a cui fa riferimento il
PCC di ieri e di oggi [ibidem, p. 130-132]. Nel report al 18 Congresso
leggiamo: La Cina si impegnata per la soluzione pacifica delle controversie
internazionali e dei dossier pi critici, si oppone all'uso sfrenato della forza o
alla minaccia di usarla, si oppone a qualsiasi tentativo straniero di sovvertire il
governo legittimo di tutti gli altri paesi, e si oppone al terrorismo in tutte le sue
manifestazioni. La Cina si oppone all'egemonismo ed alla politica di potenza in
tutte le sue forme, non interferisce negli affari interni di altri paesi e non
cercher mai l'egemonia o sar coinvolta in politiche di espansione [Hu 2012].
La terza chiave interpretativa risiede nellimportanza data alla storia, matrice
del destino della nazione cinese. un approccio culturale molto diverso dal
modello occidentale di ordine globale basato sullequilibrio tra stati in
competizione. In questa prospettiva lascesa cinese non un fatto nuovo, al
contrario ristabilisce schemi storici. Non stupisce infatti che il presidente Xi
abbia illustrato il progetto della Nuova Via della Seta, iniziando il suo discorso
dal ruolo svolto da un emissario cinese della Dinastia Han, pi di 2.100 anni fa,
per giungere alle composizioni musicali dei primi del Novecento. Questo
bagaglio culturale influenza ancora notevolmente le scelte della leadership
cinese (che la prima ad aver avuto accesso ad unistruzione universitaria
internazionale) e costituisce un altro elemento di legittimit della loro azione.
Sottovalutare questo aspetto significa non comprendere la prospettiva a lungo
corso nella quale si inseriscono le politiche del Partito.
Infine la quarta chiave quella della pietas filiale e dei doveri familiari. La cosa
non deve stupirci: la parola Stato, in cinese, , guojia, combinazione tra i
caratteri nazione (, guo) e famiglia (, jia), per cui connaturato con la
cultura cinese considerare le questioni dello stato come questioni familiari
(12). La rottura rispetto alla cultura classica consiste nel superamento della
visione sino-centrica e gerarchica degli affari dello stato. Se la Cina imperiale
Nota: Nel testo, ove possibile, si preferito riportare anche i caratteri cinesi dei
nomi propri, come pure di alcune locuzioni del linguaggio politico (di cui si
scrivono caratteri e pinyin, senza toni). Questo per mantenere un riferimento
col linguaggio originale dei documenti, la cui traduzione, a volte, non tiene
fede identicamente al significato originale.
Note
(1) Cfr.: Sorini sul precedente numero della rivista e gli articoli di Bertozzi sul sito
internet (vedi bibliografia).
(2) Per il saggio del Prof. Wang, cfr.: [Wang 2014], mentre per le chiavi narrative, cfr.:
[Varrall 2015]. Le tesi esposte in questo articolo, per, non rappresentano in alcun
modo le idee degli studiosi sopra citati, i cui saggi sono stati presi come guida
narrativa per i temi esposti.
(3) La formulazione usata da Xi la seguente: Io ritengo che lobiettivo di realizzare
una societ moderatamente prospera sotto molti aspetti possa essere raggiunto entro
il 2021, quando il PCC celebrer il suo centenario: lobiettivo di edificare la Cina come
moderna nazione socialista, prospera, forte, democratica, culturalmente avanzata ed
armoniosa potr essere raggiunto entro il 2049, quando la Repubblica Popolare Cinese
raggiunger il suo centenario; ed il sogno di un rinnovamento della nazione cinese
sar cos realizzato [Xi 2014, p.38].
(4) In epoca imperiale la Cina definiva se stessa tutto quanto c sotto il Cielo ( ,
tianxia). Il centro del mondo coincideva con la corte imperiale (la Citt Proibita) ed il
potere si propagava verso lesterno in modo concentrico, coinvolgendo in maniera
gerarchica gli ufficiali, i cittadini comuni, gli stati tributari vicini, i barbari (ossia i non
cinesi). Fu dallincontro con il gesuita italiano Matteo Ricci che la Cina cambi lidea
che aveva di se stessa. Ricci disegn per limperatore una mappa del mondo ponendo
la Cina al suo centro. Da l nacque la Cina (come definizione, percezione di se stessa
nel mondo e nuova politica estera) come Regno di Mezzo ( zhongguo, Cina) e non
pi come tutto quanto sotto il Cielo.
(5) Secondo Jeremy Page del Wall Street Journal, lo spin doctor dei concetti ideologici
assunti dal PCC come implementazione della teoria marxista cinese dopo
l'elaborazione di Marx, Lenin, Mao e Deng, Wang Huning ( ), teorico e membro
del Politburo del Partito. Cfr.: [Page 2013].
(6) E Kissinger a parlare di osmosi per il passato imperiale della Cina: La Cina non
aveva cercato di esportare il suo sistema politico: aveva invece visto altri accedervi. In
questo senso essa si espansa non per conquista, ma per osmosi [Kissinger 2015,
p.300 ed. digitale].
(7) Cfr.: [Mod 2015]; [The Economist 2016a]; [Dean 2016].
(8) A tale riguardo interessante notare quanto scrive Sisci: () in una Cina
democratica si assisterebbe ad una crescita delle proteste antigiapponesi ed
antiamericane, le istanze nazionaliste sarebbero difficilmente controllabili ().
()paradossalmente una Cina non democratica, in grado di controllare meglio la
propria opinione pubblica, rappresenterebbe un pericolo inferiore per gli Stati Uniti di
una Cina democratica spinta e pungolata dalle dimostrazioni di strada [Sisci 2006,
p.228]. Lautore usa il termine democratico come sinonimo di democrazia
occidentale.
(9) Cfr.: WSJ, 2014. Anche il famoso economista cinese Justin Lin Yifu (), ha usato
questa espressione; cfr.: [Jin 2015].
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