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mutanti mostrano, invece, una ridotta pigmentazione degli iridofori in tutti gli stadi
di sviluppo. Lipotesi ad oggi pi probabile che lassenza di tra impedisce alla
guanosina, o i suoi derivati fosfato, di entrare nel mitocondrio.
Lo studio oggetto del presente articolo scientifico stato condotto su cellule
murine e fibroblasti umani con lo scopo di individuare le ragioni biologiche che
determinano lassociazione della diminuzione del numero di copie di mtDNA e la
mutazione del gene MPV17. Il confronto tra cellule CFW (Cancer Free White) con
mutazione omozigote per il gene MPV17 e CFW wild type ha dimostrato che la
proteina non viene espressa nei topi knock-out (KO) nel fegato, nel cervello e nel
rene.
Prendendo in considerazione la quantit di mtDNA di topi MPV17 -/-, rispetto al
controllo, essa contraddistinta da una significativa riduzione limitata al fegato
mentre il rapporto tra mtDNA e DNA nucleare rimane costante nel cervello e nel
rene. In particolare, il numero di copie di mtDNA nel fegato KO minore del 10%
rispetto al wt.
In linea con le cause di MDDS, i mitocondri epatici mostrano una riduzione
costante dei livelli di molteplici subunit dei complessi della catena respiratoria,
come ad esempio la subunit 1 della citocromo c ossidasi (Cox1). Inoltre,
lablazione di Mpv17 nel fegato, stata anche associata alla comparsa di subcomplessi dellATP sintasi, come accade nei mitocondri di pazienti con disordini
mitocondriali che accumulano sub-complessi dellOXPHOS.
La conseguenza patofisiologica del deficit di Mpv17 la scarsit dei dNTPs che
rallentano il tasso di replicazione dellmtDNA. I dATPs, nei tre organi, non sono stati
rilevati, invece, i dCTPs sono uguali a zero nel rene e nel cervello. Sicuramente,
linaspettata assenza dei dATP risulta essere un dato anomalo, mentre non da
escludere che la carenza di citidina sia il reale risultato della perdita di funzione di
Mpv17, dato che una bassa quantit di dCTPs stata misurata nel fegato.
non stato rilevato il livello di dATP. Risulta, tuttavia, difficile credere ad una
assenza di questo dNTP allinterno di tali cellule, essendo la principale forma di
energia cellulare. Allo stesso tempo, non stato rilevato il livello di dCTP nei
mitocondri del cervello e del rene. Questo rappresenta un altro elemento che
induce a chiedersi se la metodologia di analisi della quantit totale di nucleotidi
adoperata sia stata ottimizzata o se la riduzione del livello di dCTP sia reale e in
linea con lipotesi di un ruolo di Mpv17 come trasportatore di nucleotidi.
Sebbene non ci sia alterazione del numero di copie del mtDNA, i topi omozigoti
risultano affetti da uninsufficienza renale seguita da una sindrome nefropatica. La
grave disfunzione renale, dominata da proteinuria, la causa patologica della
glomerulosclerosi focale segmentale. Ulteriori studi rivelano che, nel modello
murino, Mpv17-/- contribuisce al deterioramento dellorgano del Corti con
successiva perdita delludito gi a due mesi. A tal proposito, risulta ovvio chiedersi
se lorganismo, sul quale stato condotto lo studio, sia un modello ottimale,
nonostante la proteina umana e murina condividano unalta percentuale di
similarit di sequenza. probabile che le cellule murine siano state prelevate da
topi molto giovani che non hanno ancora sviluppato la neuropatia; infatti la
quantificazione dei vari dNTPs stata effettuata su topi con et media tra le otto e
le dieci settimane. Unulteriore ipotesi, inoltre, che tale malattia, che coinvolge il
sistema cerebrale, non sia compatibile con la vita nel modello murino. in alcuni
pazienti affetti da MDDS stata riscontrata una sintomatologia compatibile con
In cellule che non si dividono la replicazione del DNA nel nucleo sospesa e la
produzione dei nucleotidi down regolata. Mentre, la replicazione del mtDNA
persiste e rimane attiva una forma distinta di ribonucleotide reduttasi citosolica,
contenebte la subunit p53R2, al posto della subunit R2. P53R2 sostenuta dal
pathway di salvataggio dellorganello, soprattutto dagli enzimi TK2 e DGUOK.