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A prima vista, pu sembrare che

Ges sta invitando a un


comportamento prudente e cauto,
lontano dal discorso coraggioso che
ordinariamente parla ai suoi
discepoli. Ma non cos. La missione
che vuole affidare ai suoi amici cos
importante che nessuno deve
impegnarsi in essa in maniera
inconsciamente, imprudente o
presuntuosa.
La sua advertenza di grande
attualit in questi momenti critici e
decisivi per il futuro della nostra fede
ora. Ges fa un richiam, prima di
tutto, a una riflessione matura: i due
protagonisti delle parabole "devono
fermarsi, sedersi " e riflettere.

Sarebbe una grave irresponsabilit


oggi vivere come discepoli di Ges,
che non sanno quello che vogliono, o
dove vogliono arrivare, o con quali
mezzi lavorerano.
Quando sar il giorno che si sediamo
per unire le forze, riflettere insieme e
cercare insieme la strada che
dobbiamo seguire? Non abbiamo
bisogno di pi tempo, pi l'ascolto del
Vangelo e la meditazione per scoprire
pi voci, risveglare qualche carisma, e
coltivare uno stile rinnovato di
seguire Ges?
Ges fa un richiamo a essere da vero
realisti. Stiamo vivendo un
cambiamento socioculturale senza
precedenti. E 'possibile contagiare la

fede in questo nuovo mondo che sta


nascendo, senza conoscerlo bene e
senza capirlo dal di dentro? E
'possibile parlare del Vangelo
ignorando il pensiero, sentimenti e
linguaggio degli uomini e delle donne
del nostro tempo? Non un errore di
rispondere alle sfide di oggi con le
strategie di ieri?
Secondo la parabola, la "torre
incompiuta" non fa altro che la gente
prenda in giro al costruttore. Non
dobbiamo dimenticare il linguaggio
realistico e umile di Ges che invita i
suoi discepoli ad essere "lievito" in
mezzo al popolo, essere 'sale' che

mette un nuovo sapore alla vita della


gente.

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