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TRATTAM ENTO DEL CAM PI ONE

Il trattamento dei campioni riguarda le fasi del procedimento che precedono


include:
1. Campionamento
2. Trattamento preparatorio
3. Conservazione dei campioni.
la fase che impegna la maggior parte del tempo dedicato a

(clean-up), concentrazione/diluizione degli analiti estratti.


RECUPERO
Per conseguire il massimo recupero di un analita da una matrice occorrerebbe conoscere la chimica
degli analiti, la chimica della matrice, la chimica coinvolta nelle interazioni analita-matrice.
A parte la scarsa cura nel trattam
ollaterali
evaporazione,ecc.) e la perdita durante i processi di trasferimento.

I L CAM PI ONAM ENTO


La procedura da seguire per ottenere un campione da sottoporre ad analisi dipende:
1. dalla quantit da campionare;
2. dallo stato fisico del materiale da analizzare;
3. dalla composizione chimica del materiale che deve essere analizzato. La specie chimica che
si sta cercando dovrebbe essere preservata in termini di qualit e quantit.
Il campionamento deve essere realizzato in modo da fornire campioni rappresentativi e omogenei
del materiale da analizzare.

upero percentuale:
Re cupero%

I L PRETRATTAM ENTO
La preparazione del campione detta anche pretrattamento del campione uno degli stadi del
processo analitico pi soggetto a errori.
Cinque sono i principi generali che devono essere seguiti:
1. la preparazione del campione non deve comportare perdita di analita.
2.
3. la preparazione del campione dovrebbe includere, se necessario, una fase di rimozione degli
interferenti presenti nella matrice; tutte le tecniche analitiche, in misura diversa, risentono
interferenti che possono introdurre errori sistematici
matrice.
4. il processo di preparazione non dovrebbe aggiungere alcun nuovo interferente al campione
stesso; si devono evitare condizioni di contaminazione.
5. lo stadio di preparazione dovrebbe includere anche la diluizione o la concentrazione
dinamico lineare del metodo analitico utilizzato. Le concentrazioni possono essere
1
(parti per milione), ppb (parti per bilione), ppt (parti per trilione) a
2
o in ultra-tracce.

1
2

ppm : es. mg/Kg o g/g; ppb: es. g/Kg o ng/g; ppt: ng/kg o pg/g.
analisi in tracce: ppm-ppb; analisi in ultra-tracce: ppb-ppt.

massa o concentrazione di analita misurata


x100
massa o concentrazione di analita teorica

La percentuale di recupero pu essere valutata tramite il confronto fra due campioni bianchi
fortificati con la stessa quantit di analiti a monte (campione estratto) e a valle della procedura
estrattiva (simulata o campione di controllo).
In tal caso il recupero percentuale pu essere valutato:

Re cupero%

Area analita campione estratto


x100
Area analita campione di controllo

analitico. Se il valore del recupero si ma


basso recupero. Si assuma, ad esempio, che un metodo di preparazione del campione dia luogo,
costantemente, a
correggere il dato per tale effetto, moltiplicare il risultato per 1.149 (infatti 1.149 x 0.87 = 1.00).
Metodi con bassi valori di recupero sono, in genere, poco precisi.
Il recupero cui mirare, per un certo metodo analitico, dovrebbe essere il massimo possibile, bench
molte metodologie vengano accettate (anche a livello legislativo) nonostante presentino un recupero
basso (a es. 50%) purch riproducibile.
Si pu decidere se utilizzare o no un trattamento (a prescindere dal valore del recupero) definendo il
a esso associato. Ad esempio si pu stabilire il
valore massimo accettabile della deviazione standard relativa del recupero RSD o CV.
del metodo.
2

TECNI CHE ESTRATTI VE

[ S]a Va
[ S]aVa [ S]oVo

Va

Va
K DVo

LEGGE DI DISTRIBUZIONE DI NERST

ESTRAZI ONE CON SOL VENTESi tratta di una tecnica di pretrattamento molto comune,
utilizzata in tutti i casi in cui non necessaria o anzi controindicata la solubilizzazione totale del
campione. Permette di portare in soluzione selettivamente gli analiti interesse, lasciando la
matrice quasi intatta. Si effettua in contenitore chiuso ponendo il campione a contatto con un
solvente con esso immiscibile, nel quale siano per solubili gli analiti. Si pu avere:Estrazione
liquido/liquido se sono liquidi sia il campione sia il solvente estraente
- Estrazione liquido/solido se si effettua con un solvente liquido su un campione solido

con
Va = volume di fase acquosa;
Vo = volume di fase organica;
m0 = moli iniziali soluto S in fase acquosa;
m = moli residue di soluto S in fase acquosa;
m0 - m = moli di soluto S trasferite in fase acquosa;
q = frazione di soluto residua nella fase acquosa

1. ESTRAZI ONE L I QUI DO-L I QUI DO

Se si eseguono pi estrazioni in serie con volumi uguali di fase organica, la frazione di soluto
rimasta in fase acquosa dopo n estrazioni sar:

Va
Va K DVo

con n =numero estrazioni

-liquido
pu andare da qualche decina fino a qualche centinaio di millilitri (ad esempio per campioni
ambientali: acqua di fiume, acque reflue, etc.). Per campioni biologici o alimentari, usualmente,
sono sufficienti pochi millilitri sia di campione (1-3 mL) che di estraente (1-6 mL).
Molte estrazioni con piccoli volumi di fase estraente sono pi efficaci (rimane una frazione minore
di soluto in fase acquosa) di una sola estrazione con un maggior volume di estraente.
possono presentare per due fasi non miscibili. La distribuzione di un soluto fra le due fasi un
fenomeno di equilibrio governato dalla legge di distribuzione e descritto dal coefficiente di
distribuzione KD
e attivit nelle due fasi e dipende dalla
temperatura.

Per esempio KD=3, Va = 100 mL, e [S]a = 0.01M


Se si esegue una sola estrazione con un volume Vo = 500 mL di solvente organico, allora:

q
Sacq

100
100 3 x500

0.062

6%

Sorg
ma se si eseguono 5 estrazioni con 100 mL di solvente organico:

ao [ S]o
aa [ S]a
Coefficiente di distribuzione o partizione
KD

m0
KD

[ S]o
[ S]a

m
Vo
m
Va

m
m0 Va
x
m
V0
m0

100
100 3 x100

0.00098

0.1%

Per estrazioni a singolo


dovrebbe avere un KD grande (>10) e un rapporto tra i volumi delle due fasi 0.1<Vo/Va<10.
Si possono usare diversi approcci per migliorare KD:
- si pu variare il solvente organico per incrementare KD;
D pu essere migliorato sopprimendo la ionizzazione e

1 q Va
x
V0
q

da cui
3

sere portato in fase organica ed estratto addizionando un agente di


coppia ionica alla fase acquosa;
analita in
2SO4
acqua (effetto salting out).
Il solvente estraente deve essere scelto in base alle seguenti caratteristiche:
- Immiscibilit con la fase acquosa (<10%).
4

- Facilit di rimozione; la volatilit , dunque, un parametro importante, perch solventi


ita per evaporazione del solvente.
- Compatibilit con i sistemi di rivelazione LC e GC; si devono evitare, dunque, solventi che diano
un forte assorbimento UV o problemi di rivelazione in GC, come i solventi clorurati con il
rivelatore a cattura di elettroni.
- Polarit e possibilit di formare legami idrogeno per incrementare il recupero nella fase organica.
- Altri aspetti pratici da considerare sono
alcuni solventi hanno una debolissima solubilit. Una notevole limitazione sicuramente costituita
dalla formazione di emulsioni. In generale, hanno tendenza a formare emulsioni solventi che
trattengono molta acqua (come toluene, benzene e cloroformio) e soluzioni basiche (come NaOH e
Na2CO3; se presenti catene di acidi grassi, queste possono formare sali sodici, ossia saponi con un
notevole potere emulsionante). Le emulsioni vengono
mediante salatura (aggiunta di NaCl).
I
addizionando un agente
essiccante quale solfato di sodio o solfato di magnesio.
-liquido dato dalla
- L
visibile perch la miscela scura; si deve esporre la miscela ad una fonte
luminosa per distinguerla.
non visibile perch la miscela chiara, cio i due solventi hanno un indice di
rifrazione molto simile; in questo caso, un trucco per evidenziarla di aggiungere un pizzico di
carbone che gallegger sul liquido pi denso.
Quando possibile, pi utile usare un solvente meno denso
etere
etilico. Infatti, dovendo eseguire estrazioni successive, la sostanza desiderata rester nella fase
organica sovrastante, mentre la fase acquosa di scarto sottostante potr essere allontanata aprendo il

Figur a 1. Componenti di un estrattore Soxhlet: 1: barra magnetica; 2: pallone di estrazione; 3: condotto di


distillazione; 4: filtro a ditale; 5: campione solido; 6-7: sifone; 8: adattatore; 9: condensatore; 10: acqua di
raffreddamento in entrata; 11: acqua di raffreddamento in uscita.

L' estrattore Soxhlet formato da tre componenti fondamentali sovrapposti: in basso un pallone (2)
con collo smerigliato, a met l'estrattore vero e proprio (3-7) e in alto un condensatore (9-11).

Con questa tecnica estrattiva, spesso si consumano considerevoli volumi di solvente al punto che
non sempre economicamente conveniente (costo solventi + costo di smaltimento) n sicura per
es. solventi clorurati e benzene).
2. ESTRAZI ONE SOL I DO-L I QUI DO
deve essere estratto da una matrice solida, uno
estrazione solido-liquido. Sperimentalmente si procede pesando una
quantit di campione e ponendolo in un contenitore chiuso; se necessario, si aggiunge un piccolo
estrat
di solvente organico. Questa tecnica pu richiedere una
quantit di solvente notevole e
2.1 Soxhlet
Un modo pi efficiente di procedere per realizzare
-liquido utilizzare
Soxhlet; in questo modo, si utilizza una minor quantit di solvente compiendo molte
estrazioni successive sullo stesso campione.

camera di
estrazione, generalmente un ditale (4) di carta da filtro permeabile nei confronti del solvente. Il
filtro a ditale posizionato nella sezione centrale dell'estrattore. L'estrattore comunica con il
condensatore attraverso il connettore superiore e con il pallone che funge da ribollitore per il
solvente con il connettore inferiore. Il solvente bolle nel pallone e il vapore passa attraverso il tubo
esterno (3) fino al condensatore dove viene raffreddato. Da qui, ricade nel serbatoio (camera di
estrazione) che contiene il ditale in cui posto il campione. Quando il livello del liquido
sufficientemente alto, viene automaticamente richiamato attraverso il sifone pi interno (6-7), a
5

forma di U, ritornando nel pallone di partenza. A fine operazione, il soluto, solubilizzato e


trascinato nel pallone di partenza dal solvente, pu essere recuperato allontanando il solvente con
lio di un rotavapor.
Sfruttando la distillazione e la successiva condensazione del solvente si possono compiere un
numero notevole di estrazioni in sequenza usando per un piccolo volume di solvente. Il solvente
distillato condensa passando attraverso il campione, tornando poi a evaporare di nuovo e a
condensare ancora attraverso la camicia contenente il campione.
La massa di analita che viene estratta si concentra progressivamente, a seguito dei successivi

ancora usata c
I solventi usati sono volatili. Vengono frequentemente impiegati diclorometano e miscele
cicloesano/acetone. Quando necessario possibile usare anche altri solventi singolarmente o in
miscela.
Gli analiti devono essere stabili alle temperature di estrazione/distillazione. Generalmente si
verificano perdite di analiti con volatilit simile o maggiore di quella del solvente.
Generalmente:
- si pesano da 1 a 20 g di campione;
- si impiegano volumi di solvente da 100 a 500 mL;
da 16 a 24 ore.
Gli svantaggi di questa tecnica sono:
- utilizzo di elevate quantit di solvente;
- tempi lunghi;
- difficolt di automazione;
- perdita di analita.

1) Preparazione e condizionamento della cartuccia, i) lavando la fase adsorbente con un solvente


organico per eliminare potenziali impurit residue (conditioning solvent C) e ii) preparando la fase
adsorbente ad accogliere il campione (per es. lavaggio finale con acqua, se il campione che dovr
essere caricato in cartuccia un campione acquoso) (equilibration solvent D).
2) Caricamento del campione attraverso la cartuccia (2-4 mL/min). Si pu realizzare per gravit o
Al passaggio del campione, gli analiti rimangono adsorbiti sulla fase
stazionaria, mentre il campione viene scaricato (componenti W non trattenuti).
3) Eventuale lavaggio per la rimozione di interferenti X che possono essere rimasti adsorbiti
insieme agli analiti; sfruttando la diversa solubilit, possibile eluirli selettivamente con un
solvente in cui gli analiti siano insolubili.
4)
adsorbente utilizzando il minor volume possibile di fase eluente
(solvente individuale o miscela di solventi) per evitare di eluire altri potenziali interferenti A
.
5

SOL I D PHASE EXTRACTI ON (SPE)


estr azione in fase solida impiega una cartuccia in polipropilene o
in vetro di varia capacit e forma (figura 2) in cui viene impaccata una fase stazionaria (quantit di
adsorbente tra 0.1 a 10 g) trattenuta tra due filtri porosi di polietilene (PE), polipropilene (PP) o
politetrafluoroetilene (PTFE), comunemente detti frits. Il diametro delle particelle di fase
stazionaria di circa 40 m, molto pi piccolo di quello delle particelle usate per impaccare
colonne HPLC (2-10 m), per evitare elevate back pressure
ne spesso avviene per
gravit; il numero di piatti teorici < 100.

Figur a 3.
campione; 3)

(rimozione interferenti); 4) eluizione degli analiti.

Figur a 2. Una selezione di cartucce


SPE disponibili in diversa misura,
forma e tipi di fase stazionaria.
Figur a 4.

Complessivamente, i principi di separazione, la selezione della fase e lo sviluppo del metodo SPE
sono analoghi a quelli della cromatografia liquida.
Una tipica estrazione SPE viene realizzata in 3-4 fasi successive (vedi figura 3):
7

La SPE comunemente usata per rimuovere interferenti (clean-up) e concentrare gli analiti, ma pu
essere impiegata anche per effettuare la dissalazione di un campione, per cambiare solvente e per
conservare e trasportare gli analiti estratti in situ.
Si considera una tecnica estrattiva in senso stretto se il campione acquoso (soprattutto campioni di
acqua ambientale), altrimenti considerata una tecnica di clean-up se il campione liquido proviene
da uno step estrattivo preliminare (es. liquido-liquido). Vista la sua capacit di cleanup/concentrazione
- pu
-liquido o liquido-solido;
pressurizzati.
La fase solida ha, di norma, un volume inferiore a quello del campione liquido e pu essere
costituita da silice, silice derivatizzata (ottadecil-silice o C18, ottil-silice o C8,ecc.), silicato di
magnesio (florisil), allumina (allumina A o allumina in forma acida, allumina N o allumina in forma
neutra, allumina B o allumina in forma basica), amminopropil-silice, cianopropil-silice, copolimeri
come stirene-divinilbenzene, scambiatori ionici.

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Figur a 5. Adsorbente OASIS HLB. La dimensione dei pori sono


di circa 80 , mentre le dimensioni delle particelle possono
essere di 30 e di 60 m.
elevata e pari a
circa 800 m2/g.
Figur a 4. Le classi di fasi SPE sono fondamentalmente 4: fasi inverse, fasi polari, fasi a scambio ionico e fasi
covalenti. Un esempio di fase covalente costituita dalla fase PBA (phenilboronic acid) : questa una funzionalit che
permette di stabilire delle interazioni covalenti reversibili ; il gruppo boronato ha affinit per composti diolici come
catecoli, acidi nucleici, carboidrati, alcune proteine e PEG. Le tipiche interazioni che si stabiliscono con gli analiti da
ritenere in cartuccia sono mostrate nel pannello a destra. Le fasi mixed mode hanno gruppi funzionali misti per
trattenere analiti con pi funzionalit.

Un altro materiale, molto usato in campo ambientale, il Carbon black grafitizzato (Graphitized
2
Carbon Black GCB). Si tratta di un materiale non poroso con area superficiale di ~ 100 m /g.
possibile ottenere un frazionamento selettivo,
separando le sostanze neutro-basiche da quelle acide, poich le prime interagiscono con la struttura
neutro-

una

fase

con

un

forte

potere

eluente

(miscele
-flushing
usando uno spostatore nella fase eluente. Lo svantaggio di questo adsorbente di richiedere una

Tra gli adsorbenti di tipo polimerico i pi importanti sono:


- quello a base di stirene divinilbenzene DVB.
omatici
da campioni acquosi. Sviluppo superficiale elevato (1000 m2/g).
- OASIS HLB. Le car tucce OASI S HL B contengono un copolimero derivato da
divinilbenzene-N-vinilpirrolidone

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Questo adsorbente a fase inversa stato sviluppato dalla Waters Corporation per l'estrazione
simultanea di una vasta gamma di composti acidi, basici e neutri da varie matrici utilizzando un
protocollo di estrema semplicit.
copolimeri derivati da divinilbenzene-N-vinilpirrolidone. Il vinilpirrolidone, contribuisce al
carattere idrofilo
solvente senza perdite nel recupero. Il divinilbenzene invece il responsabile della caratteristica di
fase inversa necessaria per la ritenzione degli analiti. Il materiale compatibile con campioni ed
-bagnabile, ha una capacit di
ritenzione superiore a quella di altri adsorbenti a fase inversa, il che significa che non necessario
prendere misure straordinarie per impedire che il letto adsorbente si asciughi durante le fasi critiche
prima caricamento del campione.
Il fenomeno del breaktrough uno dei potenziali svantaggi della tecnica SPE. Esso si verifica anche
quando le sostanze organiche, contenute nel campione caricato in cartuccia, saturano i siti attivi
delle perdite pi o meno rilevanti. Il volume di
br eaktr ough il volume di campione oltre il quale si saturano i siti attivi, gli analiti non sono pi
trattenuti ed escono dalla cartuccia. Allo scopo di evitare tale fenomeno, si devono eseguire delle
prove
.
Vantaggi della tecnica SPE: tecnica relativamente economica
,
pratica, veloce e selettiva; basso consumo di solventi; recuperi elevati; automatizzabile.
Negli ultimi anni,
SPE al fine di
migliorarne le prestazioni. Ad esempio, la micro-SPE protetta da membrana (membrane-protected
micro-SPE) utilizza una membrana porosa di polipropilene, piegata come una busta, per contenere
una piccola quantit di assorbente polimerico ed evitarne
blocco durante la manipolazione di
campioni particolarmente sporchi.
altra variante della SPE la dispersive SPE (dSPE). Questa
tecnica basata sulla dispersione uniforme del
sorbente in una soluzione/dispersione del
campione. Una sua evoluzione la magnetic SPE (MSPE) che utilizza materiali magnetici MMF)
funzionalizzati con elevata capacit di assorbimento. Uno dei MMF pi utilizzati costituito da
particelle di ossido di ferro impregnate di fenil-silice o di silice rivestita con MAA-co-EGDMA
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(acido metacrilico - glicole etilenico dimetacrilato). In un tipico esperimento, questi materiali


vengono prima dispersi in una soluzione del campione, incubati per un tempo adeguato al fine di
adsorbimento
dalla soluzione con un
magnetica. Si
evitano cos step di centrifugazione o filtrazione. Rispetto alla SPE convenzionale, la DSPE e la
MSPE richiedono meno tempo, meno lavoro, minori quantit di solvente e assorbente, ed evitano il
blocco della cartuccia con campioni particolarmente sporchi.

QuEChERS
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Un inconveniente
uso di solventi organici apolari immiscibili
, a causa della
loro bassa costante dielettrica, sono
e/o carichi da fasi acquose
mediante estrazione liquido-liquido, se non a bassi valori di pH o in congiunzione con un agente di
coppia ionica. Solventi pi polari (come acetonitrile) sono in grado di solubilizzare analiti con
-liquido convenzionale. noto da tempo3
aggiunta di un sale inorganico
ad una miscela formata da acqua e da un solvente organico, miscibile con acqua, provoca una
separazione di fase e la formazione di un sistema a due stadi. Questo fenomeno stato osservato
con un numero di solventi miscibili con acqua, quali acetone, metanolo, etanolo e acetonitrile. Sali
diversi causano un diverso grado di separazione, ma il fenomeno avviene solo per elevate
concentrazioni saline. In alcuni casi,
salting out avviene anche con alte concentrazioni di
zucch
sugaring out 4. Tra il 2001 e il 2002,
Anastassiades et al.5
n agente
essiccante quale MgSO4, per estrarre farmaci veterinari e pesticidi da campioni alimentari. La
tecnica fu coniata QuEChERS, pronunciata
.
sta per tecnica veloce, semplice,
poco costosa, efficace, robusta e sicura. diventata molto popolare negli ultimi anni, soprattutto nel
campo della sicurezza alimentare, per realizzare analisi multi-residuali di farmaci veterinari e/o
pesticidi in campioni alimentari. La figura 6 illustra schematicamente un tipico esperimento.
Praticamente, il campione omogeneizzato viene posto in tubo da centrifuga, addizionato con
(MgSO 4 anidro pi CH3COONa o NaCl) e un solvente organico
(acetonitrile, di solito acidificato, in presenza o assenza di EDTA). In seguito, il tubo tappato,
scosso vigorosamente e centrifugato. La separazione di fase e il passaggio degli analiti dal
campione acquoso alla fase organica favorito dalla salatura. Un parametro importante proprio il
dosaggio del sale: se troppo basso, la fase di separazione incompleta; se troppo alto, il solvente
organico meno efficiente a causa di potenziali fenomeni di adsorbimento
agente essiccante.
Questo step , a volte, seguito da un altro basato sulla dSPE: una parte dell'estratto organico
proveniente dalla salting out liquid extraction trasferito in una provetta da centrifuga contenente
una combinazione di MgSO4 e diversi adsorbenti
adsorbenti pi utilizzati sono a base di silice funzionalizzata con gruppi aminici primari o secondari
(PSA, primary secondary amines) o con gruppi C18, da soli o in combinazione: PSA efficiente
nella rimozione di acidi organici, mentre la C18 dei grassi e dei composti idrofobici.
acronimo coniato spiega perfettamente tutti i vantaggi di questo approccio che permette di
preparare molti campioni in pochi minuti, estraendo un ampio numero di composti strutturalmente
differenti con buone efficienze.

Figur a 6. Passaggi di una tipica procedura QuEChERS.

Poich gli estratti organici (specie se ottenuti applicando solo lo step 1) sono sporchi, questo tipo di
estrazione adatto per tecniche analitiche selettive quali la GC-MS e la LC-MS.

G.B. Frankforter, L. Cohen, J. Am. Chem. Soc. 36 (1914) 1103 1134.


B. Wang, T. Ezeji, H. Feng, H. Blaschek, Chem. Eng. Journal 63 (2008) 2595 2600.
5
M. Anastassiades, S.J. Lehotay, D. Stainbaher, and F. Schenk, J. AOAC Int. 86 (2003). 412 431
4

13

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M ATRI X SOL I D-PHASE DI SPERSI ON (M SPD)


una tecnica relativamente recente (1989) ed alternativa al Soxhlet per estrarre analiti di interesse
da campioni solidi, semisolidi, ma anche liquidi. Complessivamente, pu richiedere 1-2 ore a
campione, compresa la fase di evaporazione/concentrazione. La figura 7 riassume i passaggi
principali.

I mortai e i pestelli pi
utilizzati sono in vetro o agata; porcellana o altri materiali porosi sono meno usati per evitare
perdite di analita. I materiali solidi impiegati per realizzare la dispersione sono diversi: terra di
diatomee, silice chimicamente derivatizzata (C18 o C8), carbograph e cos via. Le forze di taglio, che
stesso generando un materiale sempre pi fine. La dispersione risulta completa quando la miscela
solida costituita da campione/mezzo disperdente appare fine, omogenea, uniforme nella colorazione
e asciutta. La miscela solida ottenuta viene trattata come una fase stazionaria.
3. impaccamento di una cartuccia con la miscela solida ottenuta.
Si pu usare una cartuccia di vetro e contenere la fase tra due frits, per es. in PTFE. Per facilitare il
passaggio ed il contatto del solvente estraente, la fase stazionaria non deve essere eccessivamente
compattata.
4. eluizione degli analiti con solvente.
ene prevalentemente per gravit, scegliendo solventi che possano solubilizzare
selettivamente gli analiti.
5. evaporazione del solvente.
essere anche bassobollente per essere agevolmente rimosso per evaporazione.
MSPD il supporto solido utilizzato. La silice
derivatizzata molto efficiente perch, avendo propriet adsorbenti, realizza un simultaneo cleanup. La grandezza dei pori non importante, quella delle particelle s (range compreso tra 40-100
m). Comunemente, viene utilizzata una fase inversa come la C18 o C8, particolarmente efficace nel
trattenere i componenti idrofobici della matrice (es. lipidi).
cianopropile e di materiali relativi a fase normale, ma il loro impiego meno frequente

ine

uato che si ottiene , in genere, molto sporco, specie se si utilizza terra di diatomee, il cui uso
Per pulire
-up SPE.

Figur a 7. Passaggi di una tipica procedura MSPD.

La procedura prevede 4-5 steps:


1. Omogeneizzazione del campione alla presenza di acqua o solventi organici.
2. Dispersione della matrice in un materiale solido pulverulento.
15

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ACCEL ERATED SOL VENT EXTRACTI ON (ASE)


i analiti da
campioni solidi. La tecnica MSPD pu essere applicata preliminarmente per la preparazione del
campione che, trattato in maniera analoga ad una fase cromatografica, viene usato per impaccare
una cella di acciaio inossidabile (le capacit sono diverse).

3) Riscaldamento della cella: il forno comincia a scaldare la celle fino alla temperatura
4) Estrazione statica: durante questa fase il solvente caldo a contatto con il campione ne estrae
gli analiti; la valvola statica si apre periodicamente per mantenere nella cella il valore di
pressione impostato.
5) Lavaggio con solvente fresco:
raccolta; solvente fresco viene fatto fluire attraverso la cella. La vial di raccolta contiene ora
tutto il solvente e gli analiti estratti dal campione.
6) Spurgo del solvente dal sistema: il solvente residuo spostato dal gas (azoto) che viene

Figur a 8. Estrattore ASE.

-liquido
mantenere il solvente allo stato liquido anche quando si trova a temperature superiori al suo punto
di ebollizione.
acciaio inossidabile che devono essere estratte, nel carrello inferiore le corrispondenti vials in vetro
di raccolta.
Il processo di estrazione si articola in 8 fasi:
1) Caricamento della cella nel forno: i carrelli ruotano; la cella viene automaticamente inserita
corrispondente.
2) Riempimento della cella con solvente: la pompa comincia ad inviare solvente nella cella (la
valvola statica, che collega la cella alla vial, aperta). Quando la cella piena, e la vial
contiene 1 mL di solvente, la valvola statica si chiude ed il flusso si ferma.

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7) Eliminazione della pressione residua nella cella.


8) Reinserimento della cella nel carrello: la cella rimossa dal forno e ricollocata nel carrello;

Range operativo parametri:


- Temperatura da 0 a 200C.
- Pressione da 34 a 207 bar.
- Preheat,
solvente ( da 0 a 99min,) = in genere 1 minuto.
- Heat, intervallo di tempo durante i
dipende dal valore di temperatura selezionato; deciso automaticamente dallo strumento:
8 minuti per temperature comprese
9 minuti, il massimo consentito, per
temperature comprese tra 176 <T< 200C.
- Durata fase statica, tempo per consentire al solvente di estrarre gli analiti dalla matrice ( da 0 a
99min ) = in genere 5 minuti sono sufficienti.
- Flush%, quantit di solvente usato per lavare la cella dopo la fase statica ed espresso come
percentuale del volume della cella ( da 0 a 150% con incrementi del 5%) = anche 0%.
- Purge
flussato attraverso la cella (da 0 a 300
secondi) = in genere 60 secondi.
18

- Cicli di estrazione, numero di volte in cui viene ripetuta la fase statica ed il lavaggio della cella; il
volume di solvente necessario per lavare la cella diviso per il numero di cicli (da 1 a 5) = 1-2 sono
sufficienti.
Extraction
Effetti uso solventi ad alte temper atur e e pr essioni.
1) effetti di solubilit e trasferimento di massa;
2) distruzione degli equilibri di superficie.

ebollizione) e 374C (punto critico) e a pressioni sufficientemente elevate da mantenerla allo stato
liquido (figura 9). In queste condizioni si parla di superheated water o subcritical water o
pressurized hot water.

1) Solubilit ed effetti di trasferimento di massa


modificando la costante dielettrica.
150C la velocit di diffusione aumenta da 2 a 10 volte).
(c) Il solvente fresco introdotto durante lo step di estrazione statica, incrementa il gradiente di
concentrazione tra la soluzione presente nella cella e la superficie del campione. Pi grande il
gradiente, pi veloce la velocit di trasferimento di massa.
2) Distruzione degli equilibri di superficie.
Effetti della temperatura.
-soluto) e adesive (soluto-matrice).
le interazioni di van der Waals, legami idrogeno e interazioni
dipolo-dipolo.
(b) Temperature pi elevate diminuiscono la viscosit del solvente, permettendone una maggiore
penetrazione nelle particelle porose della matrice. Per esempio, la viscosit del 2-propanolo
diminuisce di un fattore 9 quando la temperatura passa da 25 a 200 C.
(c) Diminuisce anche la tensione superficiale del solvente, dei soluti e della matrice, migliorando la
Entrambe gli effetti (b) e (c) producono un contatto maggiore tra analiti e solvente, potenziandone il
dissolvimento.
Effetti di pressione.
(a) Se la pressione esercitata sul solvente sufficiente, si possono usare temperature superiori al
punto di ebollizione del solvente mantenendolo allo stato liquido.
naliti sono intrappolati in
matrici porose. La pressione forza il solvente in aree altrimenti inaccessibili a pressione
atmosferica.
Vantaggi:
Rispetto al Soxhlet, risulta:
- pi rapida;
- automatizzabile;
- pi efficiente (migliori rese estrattive).
Svantaggi:
- il volume di solvente estraente dipende dalla capacit della cella e non pu essere controllato

Figur a 9. Le linee mostrano dove coesistono due fasi. Al punto triplo coesistono tre fasi. La
linea liquido/gas termina nel punto critico, a partire dal quale l iquido e gas sono
indistinguibili .

In chimica, particolarmente importante risulta la valutazione della costante dielettrica6 che


caratterizza un dato solvente. Questa grandezza permette di stabilire quale solvente sia pi
opportuno per portare in soluzione un dato soluto.
relativa molto elevata ( r = 79) ed perci in grado di solubilizzare i composti ionici o fortemente
polari. Di contro il benzene, con valore della costante dielettrica relativa 2,30, risulta un solvente
molto utile per ottenere soluzioni di composti organici poco polari (o apolari) e non idrosolubili.
eguale a 28.

6
La permittivit elettrica o costante dielettrica determinata dalla capacit di un mezzo di polarizzarsi alla presenza di
un campo elettrico, e quindi ridurre il campo elettrico totale. Cos, la permettivit
si misura in farad per metro nel SI. Nel vuoto vale:

dove c la velocit della luce nel vuoto e


Negli altri mezzi si indica con :

la permeabilit magnetica nel vuoto.

dove
viene chiamato permettivit elettrica relativa (costante dielettrica relativa) ed un numero adimensionale
sempre maggiore di 1.

19

20

poich la forza delle interazioni elettrostatiche7 tra gli ioni ridotta di


dielettrica insolitamente alta a causa della sua polarit e della sua capacit di formare uno strato di
molecole orientate intorno agli ioni. Questo strato di molecole di solvente, altamente orientate per la
rete di legami idrogeno, produce un suo campo elettrico che si oppone a quello prodotto dagli ioni.
oni elettrostatiche tra gli
ioni. Come la temperatura aumenta, il moto termico delle molecole distrugge la rete di legami
idrogeno e, quindi, la costante dielettrica diminuisce con la temperatura.

ESTRAZI ONE CON FL UI DI SUPERCRI TI CI (SFE)


Un fluido supercritico una sostanza in condizioni di pressione e di temperatura superiori ai valori
relativi al suo punto critico. In tal modo, scompare la distinzione tra fase liquida e fase gassosa e il
fluido assume propriet chimico-fisiche intermedie. In particolare, il fluido ha propriet solventi
simili a quelle di un liquido (per densit e viscosit) e propriet di trasporto comuni ai gas
comportamento di un fluido supercritico pu essere descritto, quindi, come quello di una fase
Cambiando la pressione e la temperatura del fluido, le sue propriet possono essere avvicinate pi a
quelle di un liquido o a quelle di un gas. Una delle propriet pi importanti la solubilit di un
materiale nel fluido. In un fluido supercritico, la solubilit tende ad incrementare con la densit del
fluido (a temperatura costante). Dal momento che la densit aumenta con la pressione, la solubilit
tende ad aumentare con la pressione. A densit costante, la solubilit aumenta con la temperatura.

analogo a quello dei pi comuni solventi


organici. Infatti, la sua costante dielettrica a 25C e pressione atmosferica pari a 79; a 250 C e ad
r = 33) e
r = 28) a 25C.

Poich nella legge di Coulomb la permettivit (costante dielettrica) compare al denominatore della costante K,

1
4

qq'
r2

La forza elettrica che si esercita fra due cariche elettriche, in valore assoluto, massima nel vuoto e diminuisce al
crescere della permettivit relativa del mezzo.

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Il fluido supercritico maggiormente utilizzato la CO2, perch ha un basso punto critico (31.1 C e
73.8 bar), basso costo e non tossica.
I vantaggi
- basso impatto ambientale (CO2 un gas non tossico, non infiammabile, a basso costo anche ad
elevate purezze, avente una totale accettabilit ambientale)
- estrazione di composti termolabili e altobollenti applicando temperature relativamente basse (le
basse temperature operative che
).
- selettivit controllando la densit del fluido: possibile modulare sia la P che la T per ottimizzare
sia il processo di estrazione che quello di separazione
Gli svantaggi:
- elevato grado di purezza del fluido.
- limitate dimensioni delle celle di estrazione.
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