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Periodico d'informazione sulla Biodiversit, il paesaggio rurale e la progettazione sostenibile Sw Fondazione Villaabyi teed Seccrustort per la Biodiversita, i ole Groin 2 — 06089 Tart (C6) TTel.0742/510616 - fax 0742/510615 il Paesaggio rurale e la Progettazione sostenibile _ inroarondazionevitetabri.org Mo RM RAD Beek Eprromzate: A. Boggia, P. ‘Arrivith DELL’Ossenvaroni Curiosita dal mondo, A. Paga), T: Ravagi 1 25-26 e 27 settembre 2015 a Trevi: “TreviNatura. Obiettivo jempre meno rondini nei nostri ciel (pag. 5) Parchi", A. Boggia (pag. i olveti storie di Trevi (p: Noriz1 ~ Leastagneti di Manciano di Trevi (pac. LIFE Fa.re.na.it, A. Paggi, 7. Raval Lecomosaico degli stagni temporanei nella piana di Ferretto Agricotort protagonist della biodiversit., A. Pago, Ravagn (Perugia, Umbria, Ilia centrale), F: Manel, 0. Gigante, V. Fern Blodiversita a rischio? Braccio i ferro sulla revisione di due josa,_ mos a tagno: Direttive chiave, A. Paggi, T. Ravagli(paa. 4) bros - a Lil Andrew Paul Gutierrez (pag. 14) 5 Siamo a meta del 2015: un anno importante per Osservatorio, per la Fondazione Villa Fabri, per i sistemi naturalistici della Regione Umbria. In questo anno sono cominciati i lavori per la revi- sione della Rete Ecologica Regionale (RERU 3), a cura del comitato scientifico dell'Osservatorio. Inoltre la Fondazione villa Fabri sta predisponendo & lanceré un progetto di area vasta, che per la prima volta in Umbria, integrerd in un contenitore unico aspetti legati alla biodiversita, il paesaggio rurale, le tecnologie smart, la gestione e promozione del terri- torio, 1a mobilit& sostenibile e le energie rinnovabill Avremo modo di parlarne in dettaglio nel prossimo numero della Newsletter, quando Iattivita di proget- tazione, ancora in corso, sara pid avanzata Ma il 2015 @ sicuramente I'anno delle aree protette dell'Umbria. Entro ’anno si concluderanno i lavori per la redazione dei nuovi Piani di gestione dei sette parchi regionali dell'Umbria (Colfiorito, Monte Cucco, Monte Subasio, Fiume Tevere, Fiume Nera, Lago Trasimeno, STINA). Ea settembre, nei giorni 25-26 e 27 si terra a Trevi evento “TreviNatura. Obiettivo Parchi’, di cui si riferisce pid in dettaglio all’interno di questo numero. Levento & promosso dal Ministero dell’Ambiente, & sara dedicato interamente alla biodiversit’ ed ai Parchi dell’'Umbria. Sfide importanti, per un futuro importante. rte Se eRe) Td ec eee uae) Pee eae ee een Cree on Py Tera) Cea oy La Regione Umbria, in sinergia con l'Osservatorio regionale per la Biodiversita, il Paesaggio Rurale e la Progettazione Sostenibile e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell'Universita di Perugia sta lavorando all’organizzazione dell’evento- “TreviNatura - Obiettivo parchi” che si terra nei giorni 25-27 settembre, una tre giorni incentrata sul tema del turismo naturalistico e della conoscenza delle aree protette dell’Umbria, pensata con l’oblettivo di diffon- dere la cultura della salvaguardia e del rispetto dell'ambiente e promuovere la conoscenza e la frui- zione turistica delle aree protette € dei siti della Rete Natura 2000. Levento, che si inserisce all’interno delle iniziative in ambito EXPO 2015 con riferimento alla tutela della biodiversita e degli ecosistemi di qualita, sara patroci- nato e finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare, oltre che dalla Regione Umbria. Lobiettivo dell'evento & quello di avvicinare I'uomo alla natura in modo consapevole, promuovendo il turismo naturalistico e sostenibile, la divulgazione, la comunicazione sui temi della natura, della biodiver- sit’, delle aree protette. Levento sara ospitato dalla citta di Trevi. Nel centro storico @ collocata la splendida dimora gentilizia sei- centesca di Villa Fabri, sede dell’omonima Fondazione € dell'Osservatorio regionale per la Biodiversita, il Paesaggio Rurale e la Progettazione Sostenibile, sede ideale per promuovere, tutelare, valorizzare ed esaltare le peculiarita dei parchi e delle aree di parti- colare valore naturalistico-ambientale della Regione Umbria, mettendo a sistema il valore e la bellezza di mete naturalistiche e ambientali ad elevata biodiver- sit&, ancora poco conosciute, incentivandone e miglio- randone la fruizione. La Villa, che costituird il quartier generale dell'evento, ospitera le delegazioni degli Osservatori per la Biodi- versita di altre Regioni italiane, che promuoveranno le loro attivita e le pit belle risorse ambientali. I palazzi storici ospiteranno convegni ed esposizioni. EE news 1 centro storico ospitera associazioni ambientaliste e non governative che avranno l'opportunita di far conoscere il loro impegno e le loro iniziative in campo naturalistico, e funzionera anche da contenitore orga- nizzato per attivita ricreative, che hanno lo scopo di favorire negli utenti la diffusione della conoscenza delle tematiche ambientali, la crescita di una sen: lita ambientale e l'adozione di stili di vita eco-compa- tibili, attraverso il coinvolgimento diretto di adulti, famiglie e bambini in una serie di iniziative ludiche e cultural Levento sara diffuso all’interno del borgo di Trevi e coinvolgera l'intero centro storico e le sue comunita. ‘Tra le attivita previste rientrano convegni e workshop, laboratori scientifici e naturalistici e attivita ricreative dedicate al rapporto tra uomo e tempo libero, mostre ed exhibitions, passeggiate naturalistiche, musica e ambiente. Per ridurre l’impatto sulla citt e sul suo ter- ritorio evento sara connotato da una filosofia green, attraverso ’adozione di una serie di azioni che preve- dono: la riduzione del materiale cartaceo, optando per Vimpiego di carta riciclata o certificata FSC; I'applica- zione di una corretta politica di gestione e smaltimento dei rifluti; 'utilizzazione esclusiva di materiali ecocom- patibill; la sottoscrizione con fornitori ed espositori di protocolli di intesa finalizzati a buone pratiche nella gestione degli imballaggi e dei rifluti; la somministra- Zione di prodotti enogastronomici con provenienza certificata (biologici, a Km zero, ecc.); lincentivazione delia mobilit3. sostenibile; la riduzione dell'uso dei gadget, preferendo oggetti sostenibili provenienti da materiali riciclati o da filiere sostenibili; la riduzione degli sprechi di acqua e dei consumi energetici; 'attuazione di meccanismi di compensazione e/o neu- tralizzazione delle emissioni di CO2 a fine evento; la comunicazione agli utenti del proprio impegno in termini di sostenibilita per aumentare e facilitare la loro sensibilizzazione verso ‘ambiente. trevinatura / ‘pei 254037 st a Ss NOTIZIE Teen Ne TCT onic eee ee ere ae Si & chiuso il 20 maggio a Roma, presso la Societa Geografica Italiana in via della Navicella 12, il convegno conclusive del progetto LIFE fa.re.na.it “Fare Rete per Natura 2000 in Italia” finanziato dalla Com- missione Europea. Obiettivo del progetto é stato quello di aumentare la conoscenza del valore e dei benefici della Rete Natura 2000 da parte del mondo rurale e dell'agricoltura in tutte le regiont italiane. Durante i 42 mesi del progetto sono stati posti impor- tanti interrogativi sul ruolo degli agricoltori che operano all’interno della Rete Natura 2000 che costi- tuisce la pili Imponente operazione di protezione della biodiversit’ messa in piedi dall'Unione Europea ma che risulta ancora scarsamente conosciuta. In Italia la Rete Natura 2000 copre complessivamente circa il 21% del territorio terrestre nazionale in cui operano molte aziende agricole che, in quanto inserite in un contesto ambientale di altissimo valore, sono necessa- riamente soggette ad una serie di vincoli importanti. Con i nuovi PSR le regiont italiane potranno assegnare compensazioni economiche che consentiranno agli agricoltori e ai selvicoltori di superare gli svantaggi operativi connessi alle limitazioni introdotte dai piani di gestione dei Siti Natura 2000 e di proseguire nelle ordinarie attivita agricole e silvicole contribuendo cos! alla manutenzione del paesaggio, al mantenimento € alla promozione di sistemi di produzione sostenibill nelle aree interessate al fine di evitare I'abbandono del tertitorio @ la perdita di biodiversita. Le pratiche agricole o silvicole ammesse o promosse dalle misure di conservazione det Siti, infatti, contribuiscono a pro- teggere e migliorare lo stato della biodiversita e degli ecosistemi di Natura 2000 e, indirettamente, possono anche contribuire a una migliore protezione del suolo, a un uso pitt sostenibile delle risorse idriche ed even- tualmente anche al sequestro di carbonio. L'aspetto ambientale € quello economic, apparentemente lontani, in realta coincidono: il valore deli’ambiente preservato & uno strumento che consente di dare pli valore ai prodotti che da quella terra nascono. Perché se la terra vale anche i prodotti valgono di pit. Agricoltori protagonisti della biodiversita.. Cee ae eee a eee oT) re ee a etl eee ee gee dee cid ee eee eed ord eT nerdy Leer ue Mahe TET Peer Ut eee In questa affermazione @ racchiuso il senso del progetto Fa.re.na.it, ideato e realizzato da CTS (Centro Turistico Studentesco) in collaborazione con Coldiretti, Comunita Ambiente, ISPRA e Regione Lombardia, sostenuto dalla Commissione Europea attraverso lo strumento finanziario LIFE, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, dal Ministero delle Politiche Agricole, dalle Regioni Abruzzo, Calabria e Marche e dalla Provincia di Agrigento. II progetto ha 'obiettivo di aumentare la consapevolezza dellimportanza della biodiversita da parte degli agricol- tori, "principali custodi delle aree verdi fondamentali per la salute dellecosistema", non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico. agricoltura ha con- tribuito alla creazione di molti ecosistemt ricchi di biodi- versita e concorre alla salvaguardia di innumerevoli specie. 11 coinvolgimento di chi opera in aree agricole e rurali & essenziale per fermare la perdita di biodiversita. Attraverso una complessa campagna di comunicazione il progetto ha inteso ottenere un aumento significativo del livello di conoscenza e di attenzione rispetto alla Rete Natura 2000 in Italia, tra le Amministrazioni pubbliche, ali agricoltori e pill in generale tra le persone che vivono in aree agricole e rurali allinterno dei territori della rete. Webgrafia: www.isprambiente.gov.it/it/progetti/biodiver- sita-i/ferenait Gillorti delle Canapine di Trevi {foto G:. Filppucci& T. Ravagi] La Commissione Europea @ impegnata nella revisione di due Direttive chiave dal punto di vista naturali- stico: la Direttiva Habitat ¢ la Direttiva Uccelli, che sono fra le pit: importanti al mondo in termini di tutela di animali, piante e habitat. In difesa di queste due fondamentali normative gli ambientalisti europel si sono mobilitati lanciando una campagna online dal titolo “allarme natura’, Oltre 100 organizzazioni non governative hanno unito le forze per consentire ai cittadini di partecipare alla consultazione pubblica che I'Esecutivo UE ha lanciato proprio in occasione delle previste riforme, unica occasione per i cittadini di esprimere la propria opinione durante la valutazione tecnica della Com- missione. Ce tempo fino al prossimo 24 luglio, mentre a ottobre @ prevista una conferenza per presentare i risultati preliminari della valutazione. Le organizzazioni ecologiste temono che Bruxelles abbia intenzione di indebolire, pid: che di migliorare, le norme esistenti, per questo si battono perché le attuali regole vengano almeno mantenute, meglio applicate e fatte rispettare. Grazie ad esse, infatt, Europa conta oggi sulla pid estesa rete di aree protette Natura 2000, che copre un quinto della superficie terrestre e il 4% delle aree marine dell'UE e che ha messo al riparo dall’estinzione molte popola- Zioni di uccelli e alcuni grandi mammiferi, come orsi bruni e lupi. Non @ possibile lasciare che questa eredita venga distrutta, da questo l'appello popolare per mantenere viva la natura Dal canto suo il Commissario Europeo all’'ambiente risponde alle preoccupazioni espresse dicendo che le Direttive Habitat e Uccelli costituiscono una pietra miliare della politica di conservazione dell’Europa e garantisce che non ci sara un ridimensionamento degli obiettivi e che le norme non verranno messe in discussione. meee eer eared Nae CN ee or eee ‘Sempre meno rondini nei nostri cieli Rondini, rondoni e balestrucci sono, da tempo, prota- Gonisti di un calo vertiginoso di esemplari in tutta Italia, anche a seguito dei cambiamenti urbanistici € architettonici che interessano le nostre citta, con tetti muri sempre meno adatti alla nidificazione di queste specie. Non solo; come molti uccelli legati al paesaggio agricolo tradizionale, la rondine ha risen- tito fortemente delle modifiche ambientali seguite alla diffusione della moderna agricoltura intensiva, anche con I'eliminazione di buona parte delle siepi. A questo si deve aggiungere il massiccio uso di pesticidi che colpisce le rondini sia direttamente che attra- verso I’eliminazione degli insetti di cui si nutrono. Alla drastica riduzione delle rondini ha contribuito anche Ia distruzione e la ristrutturazione degli edifici rurall (specialmente delle stalle) che le ha private di luoghi adatti alla nidificazione, problema particolar- mente evidente nella Pianura Padana principale sito riproduttivo italiano di questa specie. Altre minacce derivano dalle modifiche climatiche in atto, come la desertificazione che colpisce le rondini nei loro quar- tieri di svernamento in Africa. Ultimo fattore di rischio, non certo per importanza, & il continuo consumo di suolo che sta divorando le nostre aree rurali. Le specie di avifauna Rondine (Hirundo rustica L.), Balestruccio (Delichon urbicum L.) e Rondone (Apus apus L.) sono protette su tutto il territorio nazionale € BirdLife International, associazione globale che unisce organizzazioni che si occupano di conserva- zione dell'avifauna, ha inserito le rondini tra le specie considerate minacciate a livello continentale ¢ dunque prioritarie per la conservazione (Species of European Conservation Concern - SPEC): uno studio ha stimato che la popolazione europea di rondini si é ridotta del 40% circa nel periodo compreso tra il 1970 € il 1990. Ne consegue Ia necesita stringente di interventi per la salvaguardia di queste specie, come testimoniato anche dal “Progetto Rondine Euring” SI ES hes promosso su scala continentale e coordinato dall'stituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Come spiegano tecnici e ambientalisti, per avviare attivi concrete di salvaguardia delle specie sono spesso suffi cienti azioni semplici, alla portata di tutti, come ad ‘esempio ripristinare sui tetti le vecchie tegole con i coppi aperti nella prima fila, che & un modo efficace per permet- tere lingresso agli uccelll che usano queste cavitd per riprodursi, e non realizzare lavori di restauro/ristruttura- Zione dei tetti nel periodo della riproduzione, per evitare la distruzione di nidi con uova e/o nidiacei. Con poche azioni, semplici ma concrete, e con la collabo- razione di tutti, Amministrazioni e Cittadini, si pud favorire il ripopolamento di queste specie insettivore che, in quanto tali, contribuiscono fattivamente alla riduzione di insetti, quali zanzare, mosche ecc. Studi scientific indicano, infatti, la capacita di cattura di insetti fino alla quantita di circa 20.000 al giorno per coppia nella stagione riproduttiva, Tra le azioni che la LIPU propone alle Amministrazioni locali vi é sicuramente l'adozione della delibera, cosi detta, “salvarondini*: non solo un ato concreto di sensibil ambientale, che va a favore della salvaguardia della biodi- versita, ma in prospettiva tassello che pud contribuire fat- tivamente alla vivibilité del nostro territorio. Vadozione della delibera “salvarondini” & un segnale positivo che pud contribuire a tutelare queste specie che da secoli nidificano sugli edifici, anche in citta, Hirando rustica, Lednicky areéi, Czech Republic, [foto ai , Mecnarowski} EE news Gli oliveti storici di Trevi Nel Piano Regolatore Generale (P.R.G.) del Comune di Trevi (PG), @ stato individuato il "Parco degli Ulivi un’area caratterizzata dalla presenza diffusa di olivi plurisecolari, radicati su di un versante piuttosto scosceso dove il substrate pedologico prevalente & quello del detrito di falda, il suolo agrario & poco profondo e ricco di scheletro e il clima & transizionale tra il continentale sub-appenninico e I'influenza della Circolazione adriatica. In generale i versanti olivetati sono sistemati in larga parte a gradoni, terrazze e lunette e costituiscono la parte centrale, tra le pili rappresentative, della fascia pedemontana-collinare posta a Est della Valle Umbra Meridionale, tra Assisi e Spoleto, comprendendo anche Spello, Foligno e Campello sul Clitunno. La fascia olivetata Assisi-Spoleto si estende tra i 250/300 metri e | 550/600 metri di altitudine; l'olivo, che qui vegeta vicino al suo limite termico inferiore, ne @ elemento caratterizzante, La specie non @ endemica come nel resto d'Italia, ma @ stata intro- dotta dall'uomo-abitante ed era gia presente in epoca etrusca. Le testimonianze storiche della coltivazione dell’olivo nel territorio di Trevi sono legate al ritrova- mento in localita Borgo Trevi di un frantoio di epoca romana costruito in pietra arenaria. Nel Medioevo la coltivazione dell’olivo subi un'involu- Zione e venne ricondotta all'interno delle mura urbane, © vicino alle stesse, in piccoli appezzamenti protetti da muri in pietra, chiamati "chiuse". Contemporanea- mente aumento estensione delle superfici 2 pascolo gestite da proprieta collettive originatesi in questo periodo, le Comunanze Agrarie i Domini Collettivi, € uso dell'olio diminui a favore dei grassi di origine animale, Intorno al 1400, con la crisi del sistema feudale e l'intervento dei monaci Benedettini, ripre- sero i lavori di messa a dimora di nuovi oliveti ma un importante ampliamento della superficie olivetata si ebbe tra la fine del XVIII e il XIX secolo, in seguito alle particolari disposizioni dello Stato Pontificio che aveva giurisdizione su questi territori. Si incentivava con premi in denaro la messa a dimora di nuovi oliveti anche consentendo I'estirpazione di porzioni di bosco ma a condizione che il terreno con maggiore pendenza venisse adeguatamente sistemato a gradoni per motivi di salvaguardia idrogeologica. In quegli anni furono messi a dimora pit di 40.000 olivi, La sistemazione dei versanti, frutto di un lavoro manuale secolare, caratterizza ancora oggi tutta la zona: si hanno ripiani consolidati da scarpate inerbite Ss quando la pendenza é pit) modesta, lunette e terrazza~ menti protetti verso valle da muretti di pietra a secco dove le pendenze diventano piti accentuate. A quote pili elevate questi elementi architettonici della sistemazione dei versanti si mescolano a volte agli affioramenti rocciosi che sono stati inglobati nei muri di conteni- mento, Il valore paesaggistico di questa superfice olive~ tata @ evidente e trova un valore aggiunto nella presenza sul territorio di alcune torri medievali di avvi- stamento, di antichi casolari con le tipiche torri colom- baie, di pregevoli chiese romaniche e di antiche edicole votive, frequentemente edificate sui crocevia: tipiche della religiosita popolare, racchiudono talora affreschi di grande valore artistico, storico e culturale, vere opere diarte. Importante é anche la biodiversité espressa da questo territorio: nel XVIII secolo, infatti, la moltiplica- Zione delle piante d'olivo veniva effettuata partendo dagli ovoli, le iperplasie presenti sulla ceppala della pianta d’olivo. La limitata disponibilita di tale materiale di propagazione fece si che tutte le piante d'olivo dispo- nibili fossero utilizzate come piante madri senza effet- tuare una selezione qualitativa nei confronti delle caratteristiche del frutto, della produzione e della adat- tabilita alle particolari condizioni pedo-climatiche dei luoghi di impianto. Tale selezione si &, perd, concretiz~ zata nel tempo ad opera degli eventi climatici awversi e dell'azione dell'uomo agricoltore. Si & cosi determinato Vattuale stato di biodiversita che caratterizza questi antichi oliveti, dove facilmente si riscontra la presenza di soggetti geneticamente non ascrivibil alle pit diffuse cultivar locali che in questa zona sono il Moraiolo, il Leccino e il Frantoio. Anche queste cultivar, tuttavia, hanno subito nel tempo una selezione legata all’'adatta- bilita alle particolari condizioni pedoclimatiche della zona che le ha in parte diversificate dalle analoghe diffuse in altre regioni. Esempio tipico della presenza in questo territorio di soggetti geneticamente non appartenenti a nessuna delle cultivar conosciute @ sicuramente I"Olivo di Sant'Emiliano”. In un antico codice del IX secolo si narra del martirio di sant’Emiliano (pil. propriamente Miliano) primo vescovo di Trevi, di origine Armena. Vi si legge che "lo legarono a una giovane pianta d'olivo" dove fu decapitato. Correva l'anno 303 0 304 d.C. Lolivo in questione, da tempo immemorabile, & identificato dalla popolazione locale con una pianta monumentale che si pu ammirare in localité Corciano nel territorio della frazione di Bovara di Trevi. Questo olivo dista soltanto duecento metri da San Pietro di Bovara, su un terreno che fu di propriet’ di questa abbazia benedet- tina, a conferma, tra l'altro, deli'attenzione che i monaci hn news dedicarono alla coltivazione degli ulivi. Si tratta di una pianta maestosa con una circonferenza del tronco alla ceppaia di 9,10 metri, un’altezza di 5 metri e una larghezza della chioma di oltre 8 metri; il tronco @ oggi suddiviso in pid parti per l'effetto combi- ‘ato della torsione destrogira che gli ulivi subiscono con Vinvecchiamento e della produzione di carie da parte dei saprofiti del legno che negli ulivi aumenta con l'invec- chiamento, con le potature drastiche e con i danni da gelo. Recenti indagini effettuate con il radiocarbonio hanno confermato che Folivo di Sant’Emiliano, con i suoi oltre 1.500 anni di eta, & forse il pid vecchio d'Italia; il suo genotipo si trova replicato in almeno altri 4 esem- plari identificati sul territorio, due dei quali probabil mente plurimillenari. I test di identita effettuati si sono basati sulle analisi del DNA con marcatori AFLP e l'eta & stata misurata con lo spettrometro di massa ad accele- razione. Olivo ai Sant'Emillano [Archivio Comunita Montana - Spoleto] T castagneti di Manciano di Trevi ‘Seppure sia appurato che la distinzione tra "marroni” € "castagne" non & basata su criteri propriamente scienti- fici, & comunque certo che tali nomi non sono sinonimi. A tiprova di questo Italia un Regio Decreto che distingueva i marroni dalle castagne. Le castagne vengono identificate come non molto grosse, schiacciate da un lato, con buccia resistente di colore marrone scuro e polpa saporita. I marroni sono invece pid grossi, hanno forma a cuore con buccia striata di colore marrone chiaro e polpa molto dolce. Altri autori differenziano le castagne dai marroni per il fatto di essere contenute nel riccio in numero variabile da 1 a 7, mentre questi ultimi sarebbero presenti nel riccio in numero da 1 a 3; le castagne vengono poi dette “settate” perché Vepisperma, la pellicina che ricopre il frutto, & spessa e penetra con faciité dividendo il seme in piti parti, mentre nei marroni questo accade pli! raramente e per questo sono pili facili da sbucciare, Altri autori indicano che la castagna @ il frutto della pianta selvatica, mentre il marrone di quella coltivata e migliorata con successivi innesti. E certamente vero che laddove si coltivano castagne di qualita pregevole, le piante vengono propagate ricor- rendo alla tecnica dellinnesto su selvatico, Castagne e marroni sono entrambi alimenti nutrienti perché composti da una grande quantita di carboidrati; durante la cottura amido si trasforma in zuccheri semplici, conferendo al frutto un sapore dolciastro rendendolo poco adatto come alimento per i diabetic Castagne e marroni sono ricchi di acqua, sali minerali, vitamine e proteine, ideali per chi pratica sport; si possono consumare arrostiti o bollti, ma se ne ricavano anche creme e marmellate, oltre che un‘ottima farina con cui si possono preparare torte, crepes, polenta € vari dolai tra cul il gustoso e tradizionale "castagnaccio". I marroni sono ideali per la prepatazione del "marron, glacés". Vacqua di bollitura & un ottimo fertilizzante per le piante, mentre linfuso di foglie @ consigliato come rimedio per le infiammazioni della gola e contro la diarrea. In ogni caso, le caratteristiche che differenziano 1 marroni dalle castagne non sempre sono indice di una migliore qualitd degli uni rispetto alle altre. Alcuni ecotipi di castagne, infatti, smentiscono tale valu- tazione: questo é Il caso della "Castagna di Manciano” nel territorio comunale di Trevi. Nel piccolo altopiano di Manciano di Trevi (PG), soprav- vivono poco pit di una decina di ettari di castagneti che producono una castagna locale di particolare pregio organolettico, Di buona pezzatura, é tanto saporita e dolce da essere apprezzata non soltanto bolita, come comunemente si gustano le castagne, ma anche come caldarrosta. La quantita prodotta @ sicuramente “di nicchia” tanto che difficilmente arriva sul mercato organizzato. Nel periodo della raccolta, se si @ fortunati, si pud trovare in qualche negozio locale particolarmente attento alle produzioni di qualita a km 0, ma é pit facile acquistarla direttamente presso i proprietari dei casta- gneti a ridosso della festivits di San Martino (11 novembre) 0, ancor meglio, la quarta domenica di ottobre nelle piazze di Trevi in occasione della giornata conclusiva delottobre trevano, _tradizionalmente ) les dedicata a questo frutto della montagna di Trevi. Questa castagna é tra I prodotti pili preziosi degli incantevoli boschi che contribuiscono a disegnare con la loro presenza la bellezza del piccolo altopiano di Manciano, racchiuso tra i monti al confine con Foligno. Per lsolamento della zona rispetto ad altre zone castanicole regionali e per 'abitudine diffusa di utiliz~ zare materiale locale per effettuare innesti, la castagna di Manciano @ sicuramente da considerare un ecotipo locale. Al termine di questa breve presentazione, annotiamo che anche i castagneti di Manciano hanno subito nel recente passato forti attacchi da parte del cancro corti- cale e del mal dellinchiostro; piti recentemente, come i castagneti di tutta Ttalla, sono stati oggetto di attacco da parte del Cinipide galligeno, importato dalla Cina. Nella primavera appena trascorsa la Regione Umbria, con il personale operaio dell’Agenzia forestale regionale, del tecnici della Comunita montana, in accordo con il Comune di Trevi e i castanicoltori locali, ha messo in atto le prime azioni per combattere I'infestazione in corso anche a Manciano, immettendo galle con Torymus sinensis, insetto parassitoide appartenente all'ordine degli Imenotteri, utile nel controllo biologico del cinipide galligeno del castagno. Dalle galle sono sfarfallati gli adulti che provvederanno a parassitare le larve del Cinipide all'interno delle nuove gemme dei castagni. Il metodo messo in atto consente di superare attuale mancanza di risorse regionali e nazionali per acquistare adulti di Torymus sinensis e consente di continuare nel programma di lotta biologica che la Regione Umbria sta attuando da alcuni anni sul territorio regionale, Lobiettivo é di raggiungere nei prossimi anni un equil- brio tra questi insetti che consenta alle piante di ripren- dere una produzione ottimale, almeno al livello di quella, precedente allinfestazione. Per raggiungere tale risul- tato sara comunque necessario anche un deciso inter- vento colturale da parte dei castanicoltori, con potature ecc,, per migliorare decisamente lo stato vegetativo delle piante e in generale det castagneti di Trevi. Lauspicio @ quello di poter continuare con ulteriori e diversificati interventi per il ripristino totale di questi castagneti, importanti non solo per la loro valenza natu- ralistica e per la biodiversita agraria che rappresentano, ma anche per I'economia locale che trova un importante punto di forza nelle tipicita prodotte, (Castagne di Manciano oi Trevi [foto G. Flippuccl & T: Ravagii] L’ecomosaico degli stagni temporanei nella piana CN ee Me eel) Pe ae ae aL eeaE Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie. Uni- eee Cer ea Lie Gii stagni temporanei sono habitat molto particolari piuttosto rari, che si formano all’interno di depressioni di modeste dimensioni nelle quali si verifica una alternanza stagionale di fasi di sommersione e prosciugamento. La loro distribuzione é concentrata nelle aree mediterranee subcostiere e diviene rara e sporadica nei territori interni submediterranel, dove il periodo di aridita estiva troppo breve non permette lo sviluppo di tall ambienti effimeri. La Piana di Ferretto, ubicata in posizione occidentale rispetto al Lago Trasimeno, in prossimita del confine con la Toscana (fig.1), presenta un interessantissimo eco- mosaico di micropozze effimere, caratterizzate dalla presenza di specie rarissime e di un complesso di vege- tazione di grande interesse. fig.t - Localizzazione di studio (plana di Ferret Umbna) EEE news area allinterno della quale si sviluppa questa tipologia di vegetazione cosi particolare, comprende I territori di pianura che si raccordano ad occidente con un sistema basso collinare che rappresenta lo spartiacque tra il bacino imbrifero del Lago Trasimeno e la Val di Chiana. La quota media delle colline @ di circa 300 m s.m. € diminuisce dolcemente verso le sponde del Lago. Gli stagni temporanei ospitano comunita vegetall indivi- duate come Habitat prioritario "3170*: Stagni tempora- nei mediterrane!" inserito nellAllegato I della Direttiva 92/43/CEE "Habitat". Larea, anche in virtd della presenza di questi particolari habitat vegetali, riveste grande importanza dal punto di vista naturalistico e con- servazionistico, ospitando al suo interno la Zona Speciale di Conservazione (ZSC) 175210020 “Boschi di Ferretto - Bagnolo”. LA PIANA DI FERRETTO Il territorio della piana di Ferretto & interessato da una forte impronta antropica; marcato @ lo sviluppo del sistema insediativo-infrastrutturale, con una maggiore diffusione della tipologia delle case sparse o dei piccoli e frequenti nuclei abitati (BOGGIA & PENNACCHI, 1999). La presenza antropica ha profondamente condizionato la distribuzione e la copertura della vegetazione naturale, determinando un paesaggio estremamente frammentato, nel quale estese zone agricole si interval- lano a modeste aree boscate. La piana di Ferretto presenta infatti una forte vocazione agricola, con vaste aree a seminativi intervallate da vigneti; sviluppata & anche la zootecnia, che si concentra nella produzione avicola e suina. Vi é tra Valtro una discreta produzione vivaistica, incentrata maggiormente sulla produzione di resinose di diverse specie. Dal punto di vista climatico, prendendo come riferi- mento la stazione termopluviometrica di Monte del Lago, la tipologia bioclimatica che caratterizza l'area & riferibile al Macrobioclima Mediterraneo, termotipo Mesomediterraneo superiore, ombrotipo Subumido inferiore (GIGANTE e VENANZONI, 2007); la zona & perd in stretto contatto con tertitor riferibili al Macrobio- clima Temperato nella sua Variante Submediterranea, delineandosi chiaramente come area di transizione cli- matica. Le precipitazioni si concentrano principalmente in autunno, con un massimo secondario in primavera. Dalla analisi dei valori di temperatura, si nota come questo tipo bioclimatico faccia registrare escursioni termiche annuali molto basse, probabilmente per ''azione mitigatrice del Lago Trasimeno. Il periodo inver- nale di freddo pit Intenso si protrae fino a marzo, [Dy silage ranma ato sabe, entre lo stress da aridita é particolarmente marcato nel mese di luglio (VENANZONI et al., 1998). Dal punto di vista geologico, il settore occidentale dei territori che circondano il bacino del Lago Trasimeno & coperto da sediment Villafranchiani, riferibili a sabbie e ciottolame di facies fluvio-lacustre, localmente a livelli argillosi e con lente liveli di ciottolisilicei, prosecuzione del bacino pleistocenico della Val di Chiana. Questi sedi- menti sono formati da sabbie di colore giallo-grigiastro 0 biancastro. Vié inoltre la presenza di lent argillose forte- mente sabbiose, con caratteristiche _concrezioni calcaree; si segnala comunque una certa prevalenza di materiale grossolano (JACOBACCT et al., 1970), Sulla base di quanto indicato nella Carta dei Suoli dell'Umbria (GIOVAGNOTTI et af, 2003), nell'atea di studio sono presenti suoll legati ai deposit fluvio-lacustri Plio-Pleistocenici, derivanti da sedimenti aventi diversa eta e grado di erosione verificatasi nel tempo (fig. 2). Carta del suoli delrUmbria Gomgoti Cana, esses A, Givognt Sut iomort rani dapat ect vosaneseganis, Yeazone do, aa Sunt moto veh fronent ee ‘conatconsenago mate eto (cide septa omperonea) Suna testa equa, a ance aro’ anor cables, Su ev ance mati pro, {fg.2 - Estratto della Carta dei suoli del' Umbria (Giovagnotti et a)., 2003) In relazione alla pendenza ed al tipo di vegetazione, il profilo si presenta con gradi di evoluzione differenziati a seconda delle localita considerate. Le aree interessate dallo sviluppo del sistema di stagni temporanei sono caratterizzate dalla presenza di suoli molto evoluti, forte- mente acidi, lisciviati, con drenaggio molto lento e presenza di falda superficiale temporanea. GLI STAGNI TEMPORANEL Il territorio della Piana di Ferretto, grazie ai suoi terreni over! di nutrienti (oligotrofic!), acidi e caratterizzati dalla persistenza periodica di falda superficiale, combinati con azione del clima che presenta una stagione arida estiva piuttosto pronunciata, racchiude caratteristiche idonee alla formazione di pozze temporanee. Le pozze si sviluppano prevalentemente all'interno delle radure del bosco, in mosaico con le brughlere, le garighe ) EEE news © le praterie (foto.1). La loro distribuzione nell'area & puntiforme e le presenze pid rappresentative si trovano nelle localita "Podere Marella" e "Monelli", La flora e la vegetazione di questi interessanti micro- sistemi di habitat sono state oggetto di studio detta- gliato (Pedrotti, 1982; Gigante et al., 2005, 2007) e le comunita vegetali presenti sono state recente- mente tilevate e descritte secondo il metodo fitoso- ciologico (Gigante et al., 2013). foto.1 - Paesaggio vegetale In cui si sviluppano aff stagni tern oranei (bosco di Quercus virgilana in mosaico con brughiera 2 Calluna vulgaris) [foto F. Manel? La durata del periodo di sommersione e la profondita deli'acqua sono aspett! determinanti € condizionano lo sviluppo della vegetazione e la sua composizione flori- stica, Ad incidere su questi parametr, oltre alla disponi- bilita idrica ed al substrato, sono owiamente le dimensioni delle pozze stesse (diametro e profondita). Sulla base delle osservazioni effettuate, @ stato possibile dividuare 4 principali tipologie di bacini (fig.3) diffe- renziabili in base alla profondita delle poze: ~ profondita < 2m; = profondita 2-20 cm; ~ profondita 20-40 em; - profondita > 40 cm. La tipologia di ciascuna pozza non é costante da un anno all’altro, essendo condizionata dalle variazioni nel regime e nellintensité delle precipitazioni, tuttavia & possibile individuare delle precise corri- spondenze tra le diverse morfologie di pozza e le varie tipologie vegetazionali. La taglia delle comunita vegetali & estremamente variabile: si va da comunita costituite da specie alte pochi cm a tipologie di maggiori dimensioni che possono raggiungere i 100-110 cm di altezza e che indicano la transizione verso ambienti umidi permanent. la Fabri newsletter em —————" oem fIg.3 - Principal tipotogie di bacini cifferenziabil in base alla rofondita delle pozze Le pozze aventi profondita minore di 2.cm, sono in realt& lenti d’acqua in lievi depression’ di estensione variabile (fino @ qualche m®) che appaiono completamente sommerse in seguito alle precipitazioni al termine del periodo invernale. Tale periodo di sommersione permane fino alla fine della primavera, con un progressivo dissec- camento con l'avvicinarsi del periodo di aridita estiva, Dopo il prosciugamento, i suoli permangono intrisi per alcune settimane generando i cosiddetti "waterlogged soils"; generalmente appaiono secchi alla fine di giugno. La vegetazione che si sviluppa in queste situazioni, & dominata dalla piccola felce acquatica Isoétes histrix, accompagnata da numerose entita effimere a ciclo molto breve, quali ad es., Myosotis laxa ssp. cespitosa, Isolepis cernua, Anagallis minima. Caratteristica @ la presenza, in alcuni casi molto abbondante, di diverse orchidee del genere Serapias quali S. cordigera, S. lingua, S. parvifiora. In contatto con tale vegetazione, in aree di transizione con terreni asciutt! in posiziont lievemente rilevate e soggette a pro- sciugamento in tempi pill rapidi, si sviluppa la vegeta- zione effimera a dominanza di Cicendia filiformis con Hypochaeris glabra, Ornithopus compressus, Aira ele- gantissima e talora la rarissima Airopsis tenella (fig.4). = ‘comuniti'a dominanza di Cicendla filiformis fig.4 - Pozze aventi profondita minore di 2 am Le pozze di profondita compresa tra 2 e 20 cm sono quasi sempre caratterizzate dall'avere dimensioni molto piccole, inferiori ad 1 m di diametro. In molti casi si tratta di buche residue dell’attivit vivaistica, 10 Sy fvf_2015 derivanti dall'espianto di individui arborei, all'interno delle quali si sono innescati processi di sommersione temporanea ed insediate le specie tipiche di tali habitat, La maggiore profondita consente un ristagno abbastanza prolungato sul fondo delle pozze (mai oltre linizio del mese di giugno) i cui bordi, general- mente piuttosto acclivi, sono invece soggetti a rapido ritiro delle acque. La vegetazione che si insedia In questo tipo di ambienti, si caratterizza per la domi- nanza della piccola e molto rara campanulacea Sole- nopsis laurentia, spesso accompagnata da altre specie come ad es. Juncus tenageja, Exaculum usillum, Montia fontana ssp. chondrosperma. Si trata di comunita fugaci, tipiche di superfici non molto estese, la cui stagione vegetativa pus limitarsi a due settimane di vita. Sul fondo di questo tipo di poze, quando l'acqua si é ritirata, la vegetazione € dominata dal piccolo Juncus pygmaeus (fig.5). eas ‘october-march june comunit3a dominanza di Solenopsis laurentia ‘comunita a dominanza di Juneus pygmaeus (eu fondo) fig.5 - Pozze di profondita compresa tra 2 e 20 em Nei casi in cui il ristagno dell’acqua risulti particolar- mente prolungato, la porzione centrale della pozza viene colonizzata da Callitriche brutia, spesso accom- pagnata dall'alga Nitella capillaris (foto 2). foto 2 - Pozza colonizata da Callitriche brutia [foto D. Gigante) news Le pozze con profondit compresa tra 20 e 40 cm hanno un diametro medio di 22,5 m. Esse presentano un periodo di inondazione pit prolungato rispetto a quelle descritte in precedenza, e consentono la forma- zione di comunita vegetali a ciclo vegetativo perenne. Si tratta comunque di comunita anfibie, in grado di tol- lerare periodi pid o meno prolungati di disseccamento del suolo; il carattere di habitat umido temporaneo & chiaramente attestato dal completo prosciugamento che si verifica entro il mese di giugno. La maggiore pro- fondita di questo tipo di pozze consente, con la regres- sione dell'acqua ed il disseccamento dei suoli, la successione spaziale e temporale di molteplici comunita. Si tratta di comunita vegetali povere di specie, a volte monospecifiche. A partire dal margine esterno della pozza, progredendo verso Il centro, si pud osservare una sequenza ripetitiva che coinvolge le seguenti comunita: vegetazione a dominanza di giunchi di grande taalia come Juncus conglomeratus € Juncus effusus; comunita a dominanza di Juncus bulbosus con Ranunculus ophioglossifolius e Callitriche _brutia; comunita a dominanza di Gratiola officinalis (fig.6).. comune babes oom «tase amano?” fig. 6 - Pazze con profondita compresa tra 20 e 40 em La presenza di Juncus bulbosus, specie tipica di acque povere di nutrienti con una distribuzione prevalente- ‘mente centro-europea, é di particolare interesse poiché testimonia il peculiare contatto tra flora mediterranea e flora temperata che si verifica nell'area di Ferretto, che & confermato anche dalla presenza delle brughiere subatlantiche a dominanza di brugo (Calluna vulgaris) accanto alle garighe mediterranee a cisti (Cistus salvi- folius, C. creticus subsp. eriocephalus) (foto 3). Le pozze caratterizzate da profondita maggiore di 40 ‘cm, di diametro variabile ma sempre superiore ai 2 m, segnano la transizione agli ambienti permanentemente inondati. Generalmente la porzione centrale di questi habitat, corrispondente alle profondita maggior, permane sommersa per tutto l'arco dell'anno ed ospita vegetazione igrofila a dominanza di Glyceria fluitans ed foto 3 - Pozza con il fondo in via di prosciugamento, colonzzata da Juncus bulbosus [foto D. Gigante] elofitica. a dominanza di Eleocharis palustris. Le sponde delle pozze di maggiore profondita presentano tuttavia caratteristiche ecologiche ancora assimilabili a quelle di un ambiente umido temporaneo, poiché esse sono soggette a disseccamento estivo in conse- guenza dell'abbassamento del livello dell'acqua. La granulometria del substrato si presenta pili fine € marcatamente argillosa in corrispondenza delle poze a sommersione prolungata; questo causa sulle sponde un prolungato ristagno dell’acqua (fino al mese di luglio) e la persistenza di substrati fangosi. In queste condizioni trova habitat ideale di sviluppo la vegetazione annuale di taglia media a dominanza di Ranunculus ophioglossifolius con Callitriche brutia (fig.7), Peculiarita floristiche dell'area Dal punto di vista floristico va sottolineata la partico- lare concentrazione nell’area della Piana di Ferretto di entita vegetali di elevato valore conservazionistico; & soprattutto tra le specie di piccola taglia che si rin- vengono quelle presenze di maggiore interesse dal punto di vista biogeografico poiché rare, fortemente specializzate ed a distribuzione molto ristretta, punti- forme o frammentata. Bieochars palustris Ranuncuus ophioglossitoius fig. 7 - Pozze caratterizzate da profondita maggiore di 40 cm Airopsis tenella (Cav.) Asch. et Graebn. - Unica stazione della specie in Umbria, rare a livello nazionale. Anagallis minima (L.) E.H.L. Krause - Rara a livello regionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione. Calluna vulgaris (L.) Hull - Rara a livello regionale; specie di interesse fitogeografico. Cicendia filiformis (L.) Delarbre - Rara a livello regionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione. Gratiola officinalis L. - Rara a livello regionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; L.R. P.U.T. 27/00, All. A; Lista Rossa Regionale: VU. Isoétes histrix Bory - Unica stazione della specie in Umbria, rara a livello nazionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; LR, P.U.T. 27/00, All. A; Lista Rossa Regionale: VU. Isolepis cernua (Vahl) Roem. et Schult. - Rara a livello regionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; L.R. PLU.T. 27/00, All. A; Lista Rossa Regio- nale: VU. Isolepis setacea (L.) R. Br. - Rara a livello regionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; LR. P.U.T. 27/00, All, A; Lista Rossa Regionale: EN. Juncus bulbosus L. - Rara a livello regionale e nazio- nale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; indicata come LR nella Lista Rossa Regionale. Juncus capitatus Weigel - Rara a livello regionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; LR. PU.T. 27/00, All, A; Lista Rossa Regionale: EN. Juncus pygmaeus Rich. ex Thuill, - Rara a livello regionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; LR. PUT. 27/00, All. A; Lista Rossa Regionale: VU. Juncus tenageja Ehrh. ex L. fil. - Rara a livello regio- nale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; LR. P.U.T. 27/00, All. A; Lista Rossa Regionale: VU. Lythrum portula (L.) D.A. Webb - Rara a livello regionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; LR. PUT. 27/00, All. A; Lista Rossa Regionale: EN. Xt Xe iY Radiola linoides Roth - Di interesse fitogeografico, rara a livello regionale; L.R. P.U.T. 27/00, All. A; Lista Rossa Regionale: EN. Ranunculus paludosus Poir. - Rara a livello regio- nale, legata ad ambienti minacciati di distruzione. Serapias cordigera L. - Rara a livello regionale, potenziale oggetto di raccolte poiché vistosa; L.R. P.U.T. 27/00, All. A; Lista Rossa Regionale: DD; CITES All. B. Solenopsis laurentia (L.) C. Prest - Unica stazione della specie in Umbria, rara a livello nazionale, legata ad ambienti minacciati di distruzione; L.R. P.U.T. 27/00, All. A; Lista Rossa Regionale: CR. CWS TT 1 | Bibliografia Boggia A. & Pennacchi F. (a cura di), 1999, Sviluppe agricolo ssostenibile del bacino del lago Trasimeno. Regione dell'Umbria, Universit’ i Perugia Gigante D., Maneli F, Venanzoni R., 2007, 'ecomosaico degli stagni temporanei nella Pana di Ferretto (Perugia, Italia centrale): un Habitat prioritario della Direttiva 92/43/CEE. Riv. 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