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Quesito:

Poich continuano a giungere domande su quale modo (e tempo) verbale


sia corretto usare nelle interrogative indirette, riproponiamo la risposta di
Luca Serianni pubblicata su La Crusca per voi n. 31 (ottobre 2005).

Il signor Emilio Bruni (Perugia) propone alcuni quesiti sulla corretta sintassi
del verbo: a) "mi chiedevo se non sarebbe meglio" / "se non fosse meglio",
b) "mi domando se la proposta X non sarebbe migliore della Y" / "non sia
migliore"; c) "non c' alcun dubbio che il migliore fosse lui" / "sia lui".

Sintassi del verbo nelle interrogative indirette

In a) e b) l'uso del congiuntivo quello pi comune (e quindi


raccomandabile), anche se il condizionale, pur situandosi ai limiti
dell'accettabilit, non pu dirsi sbagliato: la sequenza se + condizionale, lo
ricordiamo, inammissibile nella protasi di un periodo ipotetico (*Se lo
vedrei, lo riconoscerei), ma non c' nessuna restrizione preliminare quando
il se - come nei due esempi citati - introduce un'interrogativa indiretta. Vero
che un condizionale in un'interrogativa indiretta introdotta da se del
tutto a suo agio solo quando la subordinata rappresenta l'apodosi di un
periodo ipotetico con protasi non espressa ("Mi domando se direbbe le
stesse le cose anche davanti a suo padre"; cio "se ci fosse suo padre"),
quando il condizionale esprime un valore specifico (per esempio
condizionale di cortesia: "Mi chiedo se non le farebbe piacere andare a
riposare"), oppure quando l'azione proiettata al futuro (in tal caso oggi
obbligatorio il condizionale composto: "Mi chiedevo se sarebbe davvero
partito"). Tutte modalit che non ricorrono nei due esempi citati e che li
rendono grammaticalmente dubbi. Quanto a c), in gioco il diverso rapporto
temporale tra reggente e subordinata: in "Non c' dubbio che il migliore sia
lui" le azioni sono contemporanee; in "Non c' dubbio che il migliore fosse
lui", la completiva rimanda al passato e quindi l'imperfetto per l'appunto il
tempo richiesto, in concorrenza col congiuntivo passato. Esempi del genere
possono raccogliersi letteralmente ad apertura di libro; eccone uno, dal
romanzo che ha vinto il premio Strega del 2005: "Credo che l'autista
andasse cos piano per vedere cosa sarebbe successo" (M. Maggiani, Il
viaggiatore notturno, Milano, Feltrinelli, 2005, p. 22).

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