Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Come la parola stessa suggerisce, il concetto di base di uno spazio vettoriale e fondamentale e racchiude tutte le informazioni necessarie a ricostruire
lo spazio vettoriale stesso. Vediamo alcuni esempi per motivarci, prima di
procedere nelle definizioni e proposizioni.
Esempio 1.1. Nella lezione precedente abbiamo visto diversi esempi di insiemi di generatori dello spazio vettoriale R2 , come:
R2 = Span{(1, 0), (0, 1)} = Span{(1, 0), (0, 1), (1, 1)}
Se ad un insieme che genera R2 aggiungiamo un vettore, questo insieme
continua a generare R2 per la proposizione 1.5 della lezione 3. La domanda
che ci poniamo e: come possiamo trovare un insieme minimale, cioe il piu
piccolo possibile, di generatori per lo spazio R2 ?
Sempre la proposizione 1.5 della lezione 3 ci viene in aiuto: se eliminiamo
vettori che sono combinazione lineare degli altri lo span non cambia, come
lequazione () ci esemplifica chiaramente. Nellesempio che stiamo esaminando possiamo eliminare il vettore (1, 1) in quanto combinazione lineare di
(1, 0) e (0, 1): (1, 1) = (1, 0) + (0, 1) e lo span non cambia. Se ora proviamo pero a ridurre ulteriormente linsieme di generatori lo span cambia.
Infatti Span{(1, 0)} e la sola retta delle ascisse, mentre Span{(0, 1)} e la
sola retta delle ordinate. Dunque se eliminiamo uno dei due vettori (1, 0) e
(0, 1) linsieme generato cambia, non ci sono in altre parole generatori superflui. Non ci puo essere sfuggita limportante differenza tra i due insiemi:
{(1, 0), (0, 1)} e {(1, 0), (0, 1), (1, 1)}. Il primo e linearmente indipendente,
mentre il secondo e linearmente dipendente. Quindi abbiamo visto in questo
esempio che a partire da un insieme di generatori possiamo eliminare uno ad
uno i generatori che sono combinazione lineare degli altri, fino a giungere ad
un insieme linearmente indipendente in cui appunto nessun vettore e combinazione lineare degli altri (proposizione 1.8 della lezione 3). A questo punto
non possiamo piu eliminare vettori senza cambiare lo span.
La prossima proposizione formalizza le conclusioni dellesempio precedente e ci fornisce un algoritmo per arrivare ad un sistema minimale di generatori (come vedremo tale sistema sara denominato base).
1
Il concetto di dimensione
Uno spazio vettoriale, come gia sappiamo, ammette diverse basi, tuttavia,
come vedremo, tutte le basi hanno lo stesso numero di elementi che
si dice dimensione dello spazio vettoriale. E difficile che lo studente
comprenda subito limportanza di questo numero associato ad uno spazio
vettoriale. Per motivarlo, basti dire che e veramente una chiave di volta per
risolvere innumerevoli esercizi molto rapidamente e in modo indolore. Per
poter definire con precisione la dimensione e necessario prima il teorema del
completamento. La dimostrazione di questo teorema non e particolarmente
istruttiva e per il momento la omettiamo.
Teorema 2.1. Teorema del completamento Sia v1 . . . vn un insieme di
vettori linearmente indipendenti in uno spazio vettoriale finito dimensionale
V . Se B = {w1 , . . . , wm } e una base di V (sappiamo che ne esiste sempre
almeno una) allora possiamo sempre aggiungere a v1 , . . . , vn m n vettori
vn+1 , . . . , vm B in modo da ottenere una base di V .
Vedremo al termine di questa lezione che e possibile mettere in azione in
modo molto esplicito il teorema del completamento in Rn e completare ad una
base di Rn un qualunque insieme di vettori dati linearmente indipendenti.
4
dim(Rn )[x] = n + 1,
dim(Mm,n ) = mn
Se uno tiene bene a mente questo fatto molti esercizi diventano semplicissimi. Ad esempio ci chiediamo linsieme
(1, 2, 1),
(1, 1, 5),
(2, 3, 1) (0, 1, 0)
e una base di R3 ? Risposta immediata: linsieme non puo essere una base
poiche sappiamo che tutte le basi in R3 hanno precisamente 3 elementi e
linsieme dato ne ha 4!
La proposizione che enunciamo di sotto e particolarmente utile per gli
esercizi.
Proposizione 2.4. Sia V uno spazio vettoriale di dimensione n e sia W un
ssv di V . Allora:
1. dim(W ) dim(V ),
Esercizio. Si dimostri che B = {(1, 1), (2, 0)} `e una base di R2 e si determinino le componenti di v = (3, 1) rispetto a questa base.
Soluzione: chiaramente i vettori di B sono linearmente indipendenti in
quanto (2, 0) non `e multiplo di (1, 1). Dimostriamo che sono un sistema di
generatori. Sia (x, y) R2 e cerchiamo a, b R tali che
(x, y) = a(1, 1) + b(2, 0) = (a + 2b, a)
dovr`a dunque essere a = y e, pertanto b = x+y
e ci`o `e sempre possibile. In
2
particolare (3, 1) = (1)(1, 1) + (1)(2, 0) e dunque le componenti di v
sulla base B sono (1, 1)B .
Esercizi
Determinare una base dei seguenti sottospazi vettoriali.
1) Il sottospazio dei polinomi a coefficienti reali di grado 4.
2) Il sottospazio di R4 dato
da A B dove A = h(1, 0, 0, 0), (0, 1, 0, 0)i e
B = {(x, y, z, t) R4 x = t = 0}.
riga di A. Ad esempio se A =
R1 = (0, 1, 3) e R2 = (2, 1, 1).
0 1 3
2 1 1
, i suoi vettori riga sono
2
v3 = 2 .
2
2 3 1
A = 0 1 3
2 2
2
9
ha forma ridotta:
1 0 4
0 1 3
0 0 0
2
0
2
3 , v2 = 1 , v3 = 2 =
W = Span v1 =
1
3
2
1
0
= Span u1 = 0 , u2 = 1 .
4
3
10
Osservazione
Osserviamo a questo punto che, se B = {v1 , . . . , vn } `e una base ordinata
per lo spazio vettoriale V , possiamo considerare la funzione f : V Rn
che ad ogni vettore associa le sue coordinate, cio`e scriviamo v V come
combinazione lineare degli elementi di B, v = 1 v1 + + n vn , e poniamo f (v) = (1 , . . . , n ). Per il teorema 2.7 si ha che f `e una applicazione biunivoca. Inoltre se v ha coordinate (1 , . . . , n ) e R `e uno
scalare, allora le coordinate di v sono (1 , . . . , n ), mentre se w `e un
altro vettore, le cui coordinate sono (1 , . . . , n ), allora le coordinate di
v + w = (1 + 1 , . . . , n + n ). Lo studente `e invitato a verificare le due
asserzioni fatte or ora, che comunque riprenderemo anche in seguito, quando
parleremo di isomorfismi di spazi vettoriali. Per ora ci limiteremo ad osservare che grazie a queste proprieta anziche operare sui vettori facendo delle
loro combinazioni lineari possiamo operare sulle loro coordinate, e poi da esse
risalire nuovamente ai vettori.
Vediamo un esempio. Dati i polinomi 2x2 + 3x 1, x + 3, 2x2 + 2x + 2
R2 [x], vogliamo stabilire se sono linearmente indipendenti, e se sono una base
di R2 [x]. Consideriamo la base canonica B = {x2 , x, 1} di R2 [x]. Rispetto
ad essa, le coordinate dei polinomi sono
2
0
2
3 ,
v1 =
v2 = 1 ,
v3 = 2 .
1
3
2
Possiamo quindi procedere come nellesempio 3.3 e facendo esattamente gli
stessi calcoli si ottiene
una base
che
W e data dai polinomi le cui co di
1
0
ordinate sono u1 = 0 , u2 = 1. Tornando ai polinomi, si ha che
4
3
2
2
W = Span{2x + 3x 1, x + 3, 2x + 2x + 2} = Span{x2 + 4, x + 3}, quindi
i 3 polinomi di partenza non sono una base di R2 [x].
Esercizi
1. Stabilire per quali valori di k i seguenti polinomi di R2 [x] sono linearmente indipendenti: x2 + 3x + 5, kx2 + 4x + k, x2 + x 3.
[Soluz:
k 6= 2]
12
2. Trovare una base di Span{(1, 0, 3), (2, 3, 0), (1, 1, 1)} e completarla ad
una base di R3 .
3. Stabilire se x3 x appartiene a Span{x3 + x2 + x, x2 + 2x, x2 }.
4. Stabilire quali dei seguenti insiemi di vettori generano R3 .
2
0
0
a) S1 = 0 , 0 , 3 ,
1
0
0
2
0
1 , 0 , 6 ,
b) S2 =
1
1
3
6. Stabilire se i vettori v1 = (1, 1), v2 = (1, 1), v3 = (2, 1) sono linearmente indipendenti. Essi generano R2 ?
7. Stabilire per quali valori di k il vettore w = (1, k, 1) appartiene a
Span{(1, 1, 0), (k, k, 1), (1, k 2, 1)}. (Attenzione: in questo caso e
preferibile non usare lalgoritmo di Gauss. Perche ?)
8. Stabilire per quali valori di k i vettori v1 = (1, 2k, 0), v2 = (1, 0, 3), v3 =
(1, 0, k + 2) sono linearmente indipendenti.
[Soluz: k 6= 0 e k 6= 1]
9. Stabilire per quali valori di k il polinomio x2 +2k appartiene a Span{x2 +
kx, x2 (k + 1)x k}. (Anche in questo caso e preferibile non usare
lalgoritmo di Gauss).
10. Siano v1 = (1, 1, 1, 0), v2 = (2, 0, 2, 1), v3 = (1, 1, 1, 1). Si determini una base di Span{v1 , v2 , v3 } e la si completi ad una base di
R4 . Inoltre si determini per quali valori di k il vettore w = (k, 0, k, k)
appartiene a Span{v1 , v2 , v3 }.
11. Sia A = {(x, y, z) R3 | x y + z = 0 e x 2y = 0}. Dimostrare che
A e un sottospazio di R3 e trovarne una base.
a b
12. Sia M =
M2,2 (R)|a, b R . Dimostrare che M e un
b a
sottospazio di M2,2 (R) e calcolarne la dimensione.
13
1
1
13. Dimostrare che B =
,
e una base di R2 e trovare le
2
1
3
0
coordinate dei vettori
e
rispetto a tale base.
1
1
14