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Il vero valore del dono quello di offrire senza ricevere nulla in cambio e la cosa pi importante

che esso sia fatto solo per il piacere di farlo.Tuttavia molti credono che al giorno doggi sia
possibile trovare larte del dono allinterno di una societ basata sul commercio,ovvero sullo
scambio e sulla vendita di cose
Theodor Adorno, Minima Moralia. Meditazioni della vita offesa riporta il senso del dono
alla felicit non tanto di chi riceve quanto di chi offre, investendo tempo pi che denaro, in una
scelta ben ponderata di ci che potrebbe far piacere allaltro. E allo stesso tempo critica la
diffusione, meramente consumistica dei cos detti articoli da regalo: oggetti che sono, per sua
definizione fondi di magazzino fin dal primo giorno. Gli articoli da regalo in effetti fanno
presupporre che non si sappia cosa regalare e di conseguenza che non sia abbia nessuna voglia
di donare.Ma alla base del dono c la generosit,e come afferma Mark Anspach,la generosit
una cosa che si impara.Bisogna pensare che al mondo esistono anche persone che donano a
sconosciuti,i volontari,che sono totalmente disinteressati al ricevere qualcosa in cambio.Un
esempio lamericano Matt Jones, che senza perch, dona un suo rene innescando cos una
catena di trapianti che salver la vita a sette persone. Un dono senza reciprocit, un dono senza
scambio, un dono fatto per la pura felicit dellaltro.
Nella societ capitalistica luomo si abituato a comprare quasi tutto, mentre i suoi sogni e i suoi
desideri sono condizionati in maniera sempre pi pervasiva dalla pubblicit e dal sistema dei mass
media. Il dono ha quindi un ruolo marginale nella sua vita: nell'era del benessere diffuso i regali
sono limitati a poche occasioni (compleanni, Natale, ricorrenze) rigidamente codificate e spesso
automaticamente indotte. L'accelerato aumentare dei beni disponibili e accessibili da ognuno di noi
fa si che, oggi, il tema del dono sia sempre pi ridotto ad un costume sociale del tutto stereotipato,
vincolato a standard di comportamento e di consumo che eludono, invece di approfondire, l'ascolto
dell'altro da s. Come espongono Marco Aime e Anna Cossetta nel volume Il dono ai tempi di
internet, in rete oggi possibile trovare qualsiasi prodotto in maniera semplice, veloce e, spesso,
gratuita: informazioni, contenuti culturali, beni di consumo, ogni cosa risulta immediatamente
scaricabile e acquisibile secondo un procedimento che esclude la ricerca materiale dell'oggetto e
l'impiego volontario del proprio tempo per la sua acquisizione. Ma pi di ogni altra cosa, la messa
a disposizione di file su internet esclude il paradigma antropologico del dono, fondato sul rapporto
fra donatore e ricevente e sulla tensione della perdita. Negli scambia via web, nessuno rinuncia ad
un oggetto per farne dono ad un altro, il donatore non conosce l'identit del ricevente, ridotto ad
una unit nel conteggio delle visite o dei download. Se vero che la rete permette di raggiungere
dati e beni altrimenti appannaggio di pochi privilegiati, altrettanto vero che la negazione dell'atto
del dono rende molto pi complicato stabilire rapporti significativi. Le persone condividono sempre
di pi (immagini, musiche, esperienze, testimonianze, oggetti) ma senza mai entrare davvero in
contatto l'uno con l'altro e senza che lo scambio si traduca in una conoscenza dell'altro. Quella
stessa rete che sembra poter dare ad ogni utente tutto ci di cui ha bisogno, in realt gli nega la
cosa di cui hanno pi bisogno: la relazione profonda con altri esseri umani, la possibilit di
conoscere se stessi attraverso l'interrogazione e l'ascolto dei propri simili.Il dono un qualcosa
quindi che lega anche le persone ed fondamentale per i rapporti personali,una cosa di cui non se
ne pu far a meno.

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