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IL PENSIERO

1. Modi del pensiero


Un elemento centrale del pensiero la capacit di raffigurarsi ci che assente. Nel caso del pensiero riflessivo, ci
comporta la capacit di astrarre da una situazione concreta per risolvere un problema, nel caso del flusso di coscienza ci
costituisce un mero trastullo.
La corrente di coscienza: E' l'automatico e irregolare susseguirsi di figurazioni mentali, reminiscenze, impressioni che
attraversa la nostra mente ogni momento.
Il pensiero riflessivo: Anche il pensiero riflessivo una successione di contenuti mentali ma, a differenza della corrente di
coscienza, c' un ordine in tale successione, cos che si pu parlare non di sequenza, quanto di conseguenza. Ogni stato
dell'attivit riflessiva determinato dal precedente e determina il seguente. Esso una catena. Il pensiero riflessivo mira
infatti a un fine che gli viene posto dall'esterno.
La credenza: Attesta una verit cui si d il nostro assenso senza verifica, inconsciamente. Ci dovuto alla tradizione,
all'abitudine, alla pigrizia etc.
Sia la corrente di coscienza, sia la credenza sono modi di pensare sui quali possibile indulgere giudiziosamente al fine di
trarne diletto (1) o avere basi tenporanee per la speculazione (2). Tuttavia n l'una n l'altra forniscono una base adeguata
per l'azione consapevole. Solo la valutazione critica delle ipotesi costituisce l'esercizio razionale della mente che pu
portare ad un'azione pienamente consapevole.
2. Suggestione ed evidenza
Il corso normale del pensiero non conosce una rigida distinzione fra queste tre modalit. In particolare, quando ci
troviamo di fronte ad un problema, la prima attivit che porta alla soluzione delmedesimo inconscia. L'osservazione
indissolubilmente legata alla suggestione che ci procura. Si tratta di una serie di associazioni mentali, di idee sul da farsi
che in seguito verranno vagliate razionalmente. Tuttavia, un conto dire che la nuvola suggerisce un volto, un conto dire
che essa significa che piover. La mente procede dall'osservazione di una cosa presente alla rappresentazione di qualcosa
che non c'. Nel primo caso per, tale rappresentazione ha un rapporto fantastico con la realt osservata (la nuvola non il
volto). Nel secondo, invece, possibile verificare l'ipotesi, l'inferenza fatta (che la nuvola indichi, implichi la pioggia).
Tramite la riflessione possibile giungere all'evidenza di una data credenza.
3. Fasi della riflessione
Il pensiero riflessivo conosce sempre due fasi:
Il dubbio: Un momento di incertezza sul da farsi provocato da qualcosa di inatteso, un problema
La ricerca: Al fine di risolvere il dubbio. In questa fase l'osservazione (ricerca dei materiali) e la riflessione (elaborazione
degli stessi in vista della soluzione) sono indissolubilmente intrecciati
La natura del problema fissa il fine del pensiero, ed il fine controlla il processo del pensiero.
Ci che essenziale la capacit di prolungare la sospensione del giudizio (il pregiudizio) per favorire la completezza
della ricerca.
L'EDUCAZIONE DEL PENSIERO
1. Scienza e credenza
L'importanza del pensiero riflessivo consiste nella consapevolezza che accompagna l'azione di chi ne fa uso. Esso
trasforma la mera appetizione in azione intelligente. Questo significa migliorare la capacit del soggetto di soddisfare le
proprie esigenze, grazie ad uno sguardo pi attento e profondo sulla realt. Fino a che le superstizioni e le credenze non
ledono le possibilit del soggetto esse possono essere tolerate (le spiegazioni mistiche del selvaggio sugli usi degli animali
che riesce comunque a cacciare). In realt, il pensiero selvaggio e il pensiero razionale hanno come scopo il controllo sulla
realt. Solo l'osservazione ampia ed esaustiva degli effetti delle nostre pratiche pu giudicare della scientificit dei nostri
metodi.
La causa dell'errore pu essere
Intrinseca: 1) considerare solo i fenomeni che corroborano le credenze che ci stanno a cuore
2) dovuta alla nostra costituzione e ai nostri abiti mentali
Estrinseca: 1)
in base alla natura del linguaggio
2) dovuta alle mode che variano col tempo ed il luogo
2. Educazione alla scientificit del pensiero

L'uomo tende ad esser precipitoso, a saltare alle conclusioni che gli suonano pi familiari. Compito dell'educazione
formare abiti mentali corretti, ovvero, riflessivi. E' necessario per non solo fornire gli strumenti per pensare
correttamente, quanto far nascere il desiderio per l'uso corretto del pensiero.
Per fare ci necessario sviluppare alcune attitudini
Apertura mentale: Liberarsi dal pregiudizio, disporsi alla ricerca, all'ascolto di tutte le parti, di tutte le alternative, dei fatti
ovunque essi provengano.
Sincera adesione totale: Il desiderio deve sempre spingere la riflessione. L'interesse per l'argomento deve tenere desta
l'attenzione senza sforzo da parte dello studente. Compito del maestro preparare quanto pi possibile la nascita di tale
entusiasmo.
Responsabilit: Occorre sviluppare subito il senso di responsabilit per le proprie credenze, nel senso di accettare tutte le
conseguenze che una presa di posizione comporta. La disaffezione per la scuola ingenera la formazione di scale di valore e
giudizio differenti dentro e fuori dall'istituto.
LE RISORSE NATIVE
1. La curiosit
Ogni essere vivente interagisce col suo ambiente. L'esperienza soggettiva caratterizzata dalla curiosit. La curiosit non
una facolt particolare, ma la generale attitudine dei nostri organi di senso. La curiosit conosce tre stadi:
Il trasporto vitale: Non una manifestazione del pensiero, ma la manifestazione di un'irruenza organica che ci porta ad
interagire con l'ambiente.
Lo stimolo sociale: La curiosit si rivolge all'ambiente sociale. Il fanciullo sa che pu ottenere informazioni da altri esseri
umani. E' la fase del "perch". La domanda conta pi della risposta. Il bambino non coscientemente alla ricera di cause
e spiegazioni.
La curiosit intellettuale: A questo livello si cerca di scoprire da se le risposte ai problemi che sorgono. Ci che caratterizza
la curiosit intellettuale la distanza dei fini, di modo che la ricerca conosce numerosi passaggi intermedi prima di
giungere a conclusione.
La curiosit pu essere inibita da un'educazione che non procede dalla curiosit organica a quella intellettuale. Un
individuo che ha conosciuto solo la stimolazione e l'eccitazione dei sensi (il "sensazionale"), non ha realizzato un interesse
cumulativo, un interesse di natura intellettuale.
2. La suggestione
La realt non consta di cose che ci giungono isolate. Ogni percezione ci mette in rapporto con qualcosa che assente.
Questa la natura delle idee. Esse sono suggestioni. Finch non si divene coscienti delle condizioni che regolano il sorgere
delle suggestioni e si impara ad usarle per determinati fini non si pu dire che si soggetti del proprio peniero. Si dir che
"si pensa", non "io penso". Tre sono gli aspetti della suggestione:
Prontezza: Distingue le persone in ottuse e brillanti a seconda della facilit con cui si presentano suggestioni alla loro
mente. Corrisponde alla facilit con cui si produce un'interpretazione del fenomeno.
Variet: Corrisponde al numero o quantit di suggestioni che il soggetto riesce a produrre spontaneamente. Il miglior
abito mentale rappresenta un equilibrio fra povert ed eccesso di suggestioni.
Intensit: A seconda che le suggestioni prodotte concernano la natura profonda del fenomeno o si fermino agli aspetti pi
superficiali.
La capacit di pensare riflessivamente, non legata allo studio di particolari contenuti, ma ad un abito di pensiero.
3. L'ordine
L'ordine caratterizza la successione delle idee nel pensiero riflessivo. Tale ordine presuppone una capacit di guidare la
mente, quindi una capacit di concentrazione che occorre sviluppare. Tale capacit in contrasto sia con la distrazione che
sorvola su tutto, sia sull'ottusa fissit del pensiero meccanico. In realt ci che caratterizza il pensiero riflessivo la
capacit di muoversi liberamente in un certo argomento. Esso flessibile, non rigido.
Spesso l'ordine che si instaura nel pensiero il corrispettivo dell'ordine che regna nell'azione. Ci dovuto al fatto che la
speculazione non un fine in s, ma ha il compito di condurre a buon esito le azioni della vita pratica. E' nel campo
dell'esperienza quotidiana che gli uomini verificano i propri metodi di pensiero.

LE CONDIZIONI SCOLASTICHE

1. Metodi e condizioni
Il maestro deve 1) studiare gli abiti individuali dello scolaro 2) studiare le condizioni che possono migliorare o peggiorare
tali abiti.
2. L'influenza degli abiti altrui
La natura umana tende all'imitazione. Il maestro non dovrebbe mai dimenticare che il proprio esempio (buono o cattivo)
pu influenzare gli studenti pi del precetto.
Non deve sopravvalutare l'importanza delle proprie abitudini di giudizio.
Non deve sopravvalutare l'importanza della propria personalit a scapito della lezione
Deve fare in mod che gli studenti reagiscano alla lezione e non a lui.
3. La natura degli studi
Gli studi possono essere di tre tipi:
Pratici: Sono tutti gli studi che mirano al conseguimento di un'abilit pratica. Corrono il rischio di formare abitudini di
pensiero meccaniche
Informativi: Comportano l'acquisto di conoscenze. L'accumolo dell'informazione non costituisce per un sapere se
slegata dalla risoluzione di problemi. Il pensiero si sviluppa durante l'assimilazione delle informazioni, non dopo.
Disciplinari: Sono le materie che sviluppano il ragionamento vero e proprio. In esse presente il rischio di astrattezza, di
allontanare il pensiero dall'uso pratico, di separare la sfera intellettuale dalla pratica.

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