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Io vorrei dire tre cose perch molte delle cose dette da chi mi ha preceduto inutile

ripeterle.
Vorrei soffermarmi su tre cose, la prima questa: se io chiedo cosa centra il tema
dello straniero, dellesule con la poesia, se io chiedo a quella signorina bionda che
qui in prima fila con la macchina fotografica tu chi sei?, lei non mi dice peso 48 kg e
ho una 28 di taglia o quel che sia, cio non mi parla di s; per rispondere alla
domanda chi sei? mi risponde sono lamica di, sono una parente, sono qui con,
cio non possiamo dire io senza dire la relazione con qualcuno o qualcosa di altro da
noi.
qui che rientra la questione che voi avete posto a tema di questa giornata della
poesia.
Vedete, a me della poesia non frega niente -per questo sono anche contrario al fatto
che i poeti si insegnino nelle scuole- perch la poesia serve solamente a guardare la
vita, a vedere la vita con dei libri, o meglio, attraverso dei libri che parlano della mia di
vita.
La poesia mette a fuoco la vita, ti toglie dalla noia, dalla apatia della vita, perch un
uomo che ha a che fare con la poesia un uomo sveglio.
Allora una delle cose che larte ti fa vedere -e ci che dico deriva anche dalla mia
esperienza da scrittore- che tu da solo non ti dai il respiro, vuol dire che tu devi
respirare, devi prendere il respiro da fuori di te, non ce la fai da solo, sei costituito al
rapporto con laltro da te. Per questo nessun artista potrebbe mai aderire a un
programma che ha al suo centro parole orribili come lautodeterminazione: sono
parole finte, sono parole sbagliate, sono parole false perch nessuno si autodetermina;
se io chiedo alla signorina chi sei? mi dice io sono determinata da una serie di altre
cose e non mi autodetermino.
Per questo la pi grande domanda della poesia -adesso che siete grandi, che iniziate a
fare delle scelte, delle esperienze nel campo del dolore, della morte, dellamore, delle
esperienze che sono solo vostre, sono tue, non sono di un altro, la tua vita che entra
in gioco- : in questo momento, tu da cosa prendi il fiato? Tu da cosa prendi il respiro?
Da chi? Da cosa?
Questa la grande domanda che, in un qualche modo, parte da un uomo davanti allo
specchio.
Tu il respiro, stamattina, da dove lo prendi? Dal tuo conto in banca? Dal fatto che sei
ricco? Dal fatto che sei bello? Dal fatto che sei fortunato? Dal fatto che le cose ti vanno
bene?
Da cosa prendi il fiato per affrontare la vita?
Tutte le volte che si scrive una poesia, la vera domanda questa. Poi vengono larte,
la tecnica.
Cosa guardi? Dove guardi? Dove cerchi lispirazione? Quando stai attento?

Sapete, no, che dopo gi unora e mezza lattenzione va scemando, non vi concentrate
pi.
La cosa pi difficile per un uomo stare attento; a scuola vi dicono concentratevi,
come se fosse facile, ma non facile.
Attento. Ad-tendo. Tendi a qualcosa fuori da te per cercare la tua interiorit, difficile.
Gli artisti non hanno uninteriorit pi ricca della vostra, io non penso di avere
uninteriorit pi ricca di mia nonna che non ha mai scritto niente, non penso di aver
detto delle cose che voi non immaginate neanche, non ho detto cose che mio nonno,
nonostante non avesse scritto un libro, non provava, no, perch lui non aveva questa
talento, ma era attento.
E, attenzione, se voi leggete Linfinito di Leopardi o la poesia A Silvia, una poesia
importante per la gente, non lamerete mica per la vita dellartista?
Per quello dico che non si dovrebbe studiare la vita dei poeti a scuola. Chi se ne frega
della vita, scusate?
Quando leggo di Leopardi degli occhi ridenti e fuggitivi io so cosa sono gli occhi
ridenti e fuggitivi, ma perch li ho visti, li ho visti nella persona che mi sta accanto,
nelle persone che amo: larte mi ridice pi acutamente una parte della mia esperienza
e che ti fa ri-pensare, ri-commuovere, ri-stare attento, ri-conoscere la vita, la tua vita.
La parola giusta questa: ri-conoscere.
Larte serve a questo, a conoscere la vita, a riconoscerla, non serve a passare il tempo
quando non sai cosa fare, larte serve alluomo per riconoscere la vita, ma avviene
attraverso le parole di un altro, la composizione di un altro; per esempio la musica, la
musica una composizione di suoni, le poesie sono composizioni di parole. Dio crea,
luomo compone. E compone, a volte, artisticamente, cio compone in modo strano,
se volete.
Ma perch un uomo compone artisticamente? Per quale motivo? Per conoscere, per
riconoscere il mondo.
Dicevo prima, con un docente di scienze, che qualche tempo fa mi avevano invitato al
CERN, dove c lacceleratore particellare, cera un team di ricerca, un team di fisici,
ed erano stati chiamati alcuni poeti europei, quattro o cinque, per discutere con loro. A
un certo punto un fisico ci ha fatto vedere il modello fondamentale che, con la
scoperta del bosone di Higgs, hanno ultimato e sapete cosho detto? Io lho gi visto
quello. Dove? Dante. Canto XXXIII del Paradiso, quando Dante racconta lorigine del
mondo che tutto legato in un volume parola meravigliosa usata sia per indicare una
porzione di materia che un libro- che per luniverso si squaderna. Dante ha visto
lorigine del mondo. Lha detto poeticamente, ma lha conosciuto. Dante ha detto una
cosa che tutti voi allascolto ritenete vera: lamore muove, l'amor che move il sole e
l'altre stelle. Anche mio nonno, che non ha mai scritto un libro, quando mi raccontava
delle sue avventure giovanili mi diceva che quando sinnamorava di una ragazza lui le
diceva signorina, sento del trasporto verso di lei. Il trasporto, s, ecco lamore che
muove, perch tu lo sai che provi del trasporto verso quella biondina o quella mora,

quello basso o quello ricciolino, ma il trasporto c, inevitabile: lamore muove,


muove il sole e le altre stelle. Riconosce il mondo, riconosce la vita.
Ora, per finire, la poesia, o meglio, il linguaggio poetico -o almeno dovrebbe essereil contrario del linguaggio retorico: se una poesia vi appare noiosa, chi ve la porta
noioso, non la poesia, la relazione con lamico o un oggetto noiosa, ma la poesia, se
autentica, non mai noiosa. Pu diventare noiosa come qualsiasi cosa, chiaro che
anche un bellissimo spot pubblicitario, uno molto fantasioso, se lo vedi cinquanta
volte, poi ti annoia. Ma se una poesia ti sembra noiosa, noioso chi te la presenta, ti
ha annoiato quella persona.
Come nasce la poesia? Nasce quando la realt ti colpisce e le solite parole non
bastano, non bastano pi, chiacchierare o parlare retoricamente di qualcosa non
basta, non dice abbastanza, oppure quando ti innamori di una persona non ti basta pi
il nome allanagrafe, non dici Rossi Laura, quanto ti amo, ma cominci a dire ciccino
mio; i soprannomi! E questo vale per le persone innamorate, per i figli, per gli amici,
perch ci soprannominiamo? Perch il nome non basta pi, non basta mai, se non dici
vita mia o -cambiamo- cerbiattino mio non vale e voi ridete, ma tutte le ragazze
sognano di essere chiamate cerbiattino mio- perch se dici solamente Norma, se
dici solamente Giuseppe non riconosci, non metti a fuoco.
E guardate, se volete soddisfazione, fama e successo, non dedicatevi allarte, non date
retta al mio amico Morgan e ai tanti che fanno X-Factor, perch lui, loro sanno
benissimo che quello show, business, non arte e l si diventa famosi.
Larte unaltra cosa.
Guardate Michelangelo e dico Michelangelo Buonarroti-, lui alla fine della sua vita era
insoddisfatto, non gli bastava tutto quello che aveva provato, a Michelangelo.
Il vero artista uno che sa benissimo di vivere nel limite perch anche facendo la
poesia pi bella, se ti chiedono chi sei? non riuscirai a rispondere parlando di te.
Guardate la Divina Commedia; Dante ha scritto la Divina Commedia, perch? Perch
aveva visto Beatrice e se nera innamorato e perch Beatrice era morta e lui scrive
Io spero che Dio mi dia abbastanza giorni per scrivere di lei quello che nessuno ha
mai scritto per nessuna e scrive la Commedia solamente per Beatrice, perch la
ragazza che ama morta ed per questo che finisce nel silenzio, perch le parole non
bastano, perch non basta neanche tutta la Divina Commedia perch noi siamo fatti di
limite.
Se le dico chi sei?, lei mi dice una serie di altri nomi, ma non pu continuare
allinfinito, non pu dire che non sia fatta di limite, noi non siamo infiniti.
Non siamo infinito; siamo fatti per linfinito, ma non lo possediamo. Non mio
linfinito, lo desidero.
E non puoi fare lesperienza di vivere linfinito, nonostante tu abbia scritto anche la
Divina Commedia, non ce la fai, non ce la puoi fare.

Che dire, la verit di pi, il mondo di pi, pi misterioso, per questo lartista
insoddisfatto, perch la cosa che fa come linseguimento di un innamorato, sempre
allinseguimento, non finisce mai.
Ora, questo fatto del linguaggio poetico per cui se una persone ti vuole bene e le
parole non bastano e nasce il linguaggio poetico, quello lo facciamo tutti, anche mio
nonno o chiunque di voi, a meno che uno non sia vuoto, morto, morto dentro. Quando
voi sentite la gente che chiacchiera, che chiacchiera dellamore, del dolore, della
morte altrui, quelle persone sono morte dentro.
Per questo Dante ha scritto di un girone per i pettegoli, perch i pettegoli
chiacchierano dellamore altrui e sanno solo parlare perch lamore non sanno cosa
sia; chiacchierano di una cosa misteriosa, una cosa segreta, di cui non hai alcuna
prova, tu non sai cosa prova laltro, cosa ne sai di cosa sente?
Perch dobbiamo chiacchierare del segreto della vita?
E del linguaggio poetico parlano tutti, io, la signorina, il professore di filosofia, ma
quella cosa che di tutti in qualcuno diventata arte, qualcuno lha fatta diventare
arte.
A tutti noi piace sentire la musica, ma non tutti diventano musicisti o diventano pittori,
tutti noi amiamo particolarmente il linguaggio poetico, ma non per questo diventiamo
tutti poeti.
Voi sapete la parola arte cosa vuol dire? Arte vuol dire tecnica. La parola arte,
tecnica quindi il contrario della spontaneit. La parola arte significa un tipo di
lavoro, di fatica, labor, che il contrario di un atto spontaneo. Ed per questo che
quando arriva lispirazione, la poesia nasce dopo sette mesi, dopo cinque anni, ma
questo tempo a cosa serve? Questo tempo tra il concepimento -diciamo cos- e la
nascita il lavoro critico, perch larte questo. Ieri il Bologna, la mia squadra, ha
preso sei pali; se vedete Gabiadini - non so quanti tifosi del Napoli- oppure Pirlo, se
vedete Pirlo tirare una punizione e che movimento naturale ha fatto per mettere
dentro la palla, bene, con tutto il rispetto, ma se lo tira il professore di filosofia qui
davanti che avr sicuramente un passato da provetto calciatore- non avr la stessa
spontaneit; se ci sono tra di voi ragazze che fanno danza, se una ragazza che fa
danza fa una piroette qui sul palco, a lei viene naturale quel movimento, ma, con tutto
il rispetto, se lo chiediamo alla professoressa che ha parlato prima, che non sar una
ballerina, non avr la stessa spontaneit. La spontaneit, ragazzi, la cosa pi
meccanica, ma non negativa. La spontaneit la cosa che facciamo pi
meccanicamente, la prima cosa che viene in mente e la prima cosa che viene in
mente inevitabilmente dettata dalla moda, dal senso comune e dalle abitudini che
abbiamo. Vi faccio un esempio per farvi capire; una mattina uno si alza e pensa voglio
esprimere me stesso, mi vesto cos come sono io, esci: tutti uguali.
Sono tutti diversi, come fanno ad essere tutti uguali?
Perch inevitabilmente la spontaneit dettata dalla moda, fa leva sul fatto che tu
non fai un gran lavoro per vestirti la mattina, quindi ti vesti in base a ci che hai visto
il giorno prima, ci che vedi in televisione, puoi assomigliare a quello che vuoi.

Molto spesso crediamo di essere naturali solo perch siamo spontanei, ma in realt
facciamo spontaneamente le cose che ci vengono imposte, mentre la naturalezza si
coltiva col lavoro.
A volte anche io, come poeta, ho buttato gi delle parole, immediatamente, ma poi
non se ne salva nessuna; la lavorazione fa in modo che tutto questo cambi e diventi
unopera darte. Cos come succede con lamicizia: molto spesso se lamicizia non si
basa sulla spontaneit, lamico, dopo quattro o cinque giorni, lo mandi via.
Se non c lavoro, non c arte. Ed il lavoro della vita conquistare la naturalezza.
Quando leggete Leopardi, la sua opera ha una naturalezza che se la leggi ti parla,
anche se non la capisci, per ti parla; un albero non lo senti per ti parla e la poesia
un albero, non serve analizzarla, frammentarla per capirla. La poesia appartiene a quel
livello della vita umana che un livello fondamentale, lamare, il morire, il soffrire, il
corpo. Ma non un livello pi evoluto; un poeta del Novecento, Eliot diceva che
quando parliamo di poesia, bisogna seguire lurlare lungo la foresta perch siamo a
quel livello l, alle prime pulsioni.
Ma vorrei dire un grande verso che io cito sempre, qualunque cosa faccia; un verso
scritto da non sappiamo chi, da un autore sconosciuto, forse di un pastore vissuto
migliaia di anni fa, un verso che dice cos:
Lamore forte come la morte.
Questo verso dice due cose, cio, ne direbbe migliaia, ma dice almeno due cose.
Una che vero, quando c lamore non si discute, c quel trasporto, dellamore non
puoi parlare e la morte, neanche della morte si discute; sono due esperienze che non
dipendono da te, quando succedono, succedono.
La seconda che lamore forte come la morte, ma nellarte c una conoscenza
affettiva, la matematica una scienza esatta, una scienza logica, non larte, non
lamore, ma il legame con la morte vuol dire una gran cosa, vuol dire che fino
allultimo respiro c una gran questione aperta, ma la grande partita non tra la vita
e la morte perch se uno pensa che il problema della vita sia il combattimento tra vita
e morte, non ha capito niente perch, come sappiamo, dove c vita, c morte,
inevitabile.
Per evitare che il dilemma sia vita e morte perch non pu che esserci vita e morte
insieme sempre; quando darete alla luce dei figli, sarete consapevoli che dovr morire
o tu per lui, non siamo in Paradiso qui, ora. E chi vi dice che qua siamo in Paradiso,
mente sapendo di mentire. La vita collegata alla morte, questo lo dice la natura,
ovvio.
Ma ci son due cose che hanno la stessa forza: la morte e lamore.
Allora il problema dellesistenza : qual il sigillo sulla tua vita? La morte o lamore?
Qual lultima parola sulla tua vita, la morte o lamore?

E siccome larte ha sempre portato via tutto dalla morte; pensate a Ungaretti, nelle
trincee della guerra scriveva poesie perch larte ha sempre tolto luomo dalla morte,
dagli orrori, dentro Auschwitz le persone scrivevano poesie perch lamore non una
prova sulla vita.
Larte un atto damore, la poesia sta sempre dalla parte dellamore, larte sta
dicendo che lultima parola sempre da parte dellamore, significa fare, la
poesia generativa, creativa, luomo non fa se non ama veramente.
Ora, questo cambia gi le carte.
Quand che prendete un respiro? Dovete decidere, dovete scegliere se lultima parola
sulla vita data dalla morte o data dallamore perch quello si sceglie, quello si
sceglie, quello lo cominciate a scegliere tutti i giorni, di decidere, quando io ti chiedo
chi sei?, quando qualcuno ti chieder chi sei , se i di che dici sono in relazione
con qualcosa che ti porta nel campo della morte o nel campo dellamore, sta a te
scegliere di chi sei, da che parte stai.
Questo il dramma, che non pu risolversi in automatico perch luomo libero,
siamo liberi, le leggi sono altre, ma anche se fossi prigioniero quello lo decidi tu.
Larte ha sempre dichiarato gli uomini svegli come lo siamo tutti questa mattina.
Grazie.

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