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Michele Matta

I.I.S. "G. Brotzu"


02/06/10
L'IMPERO DI FILIPPO II
Dai confini e il centro dell'impero spagnolo al mediterraneo conteso fra ottomani e cristiani

Illustrazione 1: Immagine raffigurante Filippo II


Michele Matta
I.I.S. "G. Brotzu"
02/06/10
L'IMPERO DI FILIPPO II
Dai confini e il centro dell'impero spagnolo al mediterraneo conteso fra ottomani e cristiani

INDICE
• I confini e il centro dell'impero spagnolo
• La debolezza sociale ed economica della Spagna
• La politica delle Bancarotte
• L'Italia spagnola
• La situazione negli altri stati italiani
• I Paesi Bassi in rivolta
• Il mediterraneo conteso fra ottomani e cristiani

I confini e il centro dell'impero spagnolo


Filippo II ereditò dal padre un impero vastissimo ed eterogeneo. Oltre all'impero
però, ereditò anche la guerra contro la Francia che finì con la bancarotta della Spagna
e gli accordi per la pace di Cateau-Cambrésis. Successivamente, con l'estinzione della
dinastia portoghese il suo impero divenne ancora più grande. Nel 1554 sposò Maria
Tudor, ma il matrimonio finì 4 anni dopo con la morte della stessa e senza eredi. Nel
1559 Filippo trasferì la sua residenza dai Paesi Bassi alla Spagna e con essa anche la
capitale, da Valladolid a Madrid.

Illustrazione 2: Illustrazione dell'impero di Filippo II dal 1556 al 1598


Michele Matta
I.I.S. "G. Brotzu"
02/06/10
L'IMPERO DI FILIPPO II
Dai confini e il centro dell'impero spagnolo al mediterraneo conteso fra ottomani e cristiani

La debolezza sociale ed economica della Spagna

La Spagna apparentemente era una grande potenza, ma sotto si nascondeva


un'enorme debolezza economico-sociale. Essa possedeva una nobiltà improduttiva
(Hidalgos) e l'economia, che era controllata dagli ebrei, venne totalmente distrutta in
seguito alla loro eliminazione. Essa possedeva numerose colonie in America, ma
servirono ben poco all'economia iberica; gli spagnoli che abitavano in America infatti,
avevano bisogno dei beni principali che non potevano produrre nel Nuovo Mondo (vino
, tessuti, oggetti vari). A questa richiesta di beni risposero altre nazioni attraverso vie
legali e attraverso il contrabbando. I metalli preziosi inoltre, restavano ben poco in
Spagna, essi finivano in altri stati per finanziare acquisti di spezie e altri beni di lusso.

Illustrazione 3: Piccola mappa concettuale sulla debolezza economico-sociale spagnola


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Dai confini e il centro dell'impero spagnolo al mediterraneo conteso fra ottomani e cristiani

La politica delle Bancarotte

Anche se l'argento proveniente dalle Americhe era sempre in aumento, Filippo,


a causa delle guerre, dovette ricorrere a prestiti bancari principalmente di due
tipologie:
1. Prestiti a breve termine: fruttavano alle banche fino al 10% di interessi
2. Prestiti a lungo termine: fruttavano alle banche il 5% di interessi, ma
sicuri perchè garantiti attraverso le tasse
I prestiti a lungo termine erano convenienti per le banche, in quanto esse
possedevano dei certificati di credito e vendendoli attestavano che il compratore era
creditore dello stato e doveva rendere quella certa cifra in una determinata scadenza.
Molto spesso, infatti, succedeva che gli stati non riuscissero a restituire il denaro e
perciò costringevano le banche a fare un altro prestito o a dichiarare bancarotta.
Nel 1557 la Spagna, attraverso gli juros, certificati di debito pubblico perpetuo,
saldò il debito con le banche di Anversa e Augusta. Gli juros una volta venduti non
ponevano una data di scadenza per il pagamento del debito, perciò i banchieri
subirono un grave colpo e fallirono. Successivamente furono i genovesi a prestare i
soldi alla corona spagnola, ma essi non fallirono perché; diedero gli juros ai
risparmiatori che volevano ritirare il denaro, così da non farglielo prelevare e
ricevettero soldi direttamente dalle imposte spagnole.

Illustrazione 4: debiti!
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L'Italia spagnolaL'Italia spagnola

Economicamente e finanziariamente l'Italia non divenne un satellite


dell'impero di Filippo II. Il predominio economico fu tenuto dai mercanti centro-
settentrionali e da quelli genovesi. Politicamente invece, l'Italia era subordinata alla
Spagna ma non diede mai dei problemi al sovrano. La pressione fiscale aumentò, ma
gli organismi che rappresentavano gli interessi fondamentali, come per esempio il
patriziato urbano a Milano, mantennero i loro poteri amministrativi, giurisdizionali e
fiscali. I regni meridionali invece subirono dei cambiamenti significativi; i loro poteri
feudali furono mantenuti e cresciuti, ma essi non potevano più interferire con il potere
politico.
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La situazione negli altri stati italiani

Tra tutti gli stati italiani solamente Venezia mantenne una politica autonoma.
➔ Lo stato della chiesa: i papi della Controriforma si interessarono
sopratutto ad accrescere il loro governo a discapito delle regioni dell'Italia centrale, ed
erano gli unici a poter prendere iniziative contro gli interessi spagnoli
➔ Genova: rinunciò a una politica indipendente, ma mantenne il pieno
controllo sulla finanza spagnola.
➔ Il ducato di Savoia: si interessò a una espansione italiana e rinacque
dopo la pace di Cateau-Cambrésis.
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➔ Il ducato di Parma e di Piacenza: esso fu creato dal papa Paolo III per il
figlio Pier Luigi Farnese.
➔ Lo stato di Firenze: passò a Cosimo De Medici e mantenne buoni rapporti
con Carlo V.

Illustrazione 5: Ritratto di Carlo V Illustrazione 6: Ritratto di Cosimo De


Medici

I Paesi Bassi in rivolta


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Nei Paesi Bassi vi erano sopratutto due problemi: uno religioso, poiché il
calvinismo si era diffuso a macchia d'olio tra le varie classi sociali e uno politico, si
diffuse la paura che il governo spagnolo diventasse assoluto, distruggendo cos'
l'autonomia che regnava da sempre nei Paesi Bassi. Scoppio così una rivolta calvinista
appoggiata dalla nobiltà che aveva l'interesse di insorgere contro il governo che aveva
l'opportunità di privarla dei loro privilegi. Pre contrastare questa insurrezione Filippo
inviò numerose truppe guidate dal Duca D'Alba che la represse attraverso feroci
massacri. I calvinisti a questo punto si allearono con i cattolici e le 17 provincie dei
Paesi Bassi firmarono a Gand un accordo che esortava l'allontanamento delle truppe
spagnole e la libertà di culto per i calvinisti. Il nuovo comandante Alessandro Farnese
riuscì con furbizia a rompere l'alleanza tra i calvinisti e i cattolici, sfruttando il
radicalismo e l'intolleranza dei ribelli più fervidi. Il 6 gennaio 1579 i rappresentanti di
alcune provincie meridionali crearono un unione disposta a scendere a patti con
Farnese se i calvinisti non avessero mitigato la loro linea anticattolica. Il 23 gennaio i
rappresentanti di 7 provincie settentrionali crearono un altra lega che rifiutava ogni
idea di accordo con gli spagnoli. 6 anni dopo avevano riconquistato Bruges, Bruxelles
e Anversa ma la fine della guerra era ancora lontana.

Illustrazione 7: Ritratto di
Alessandro Farnese
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Il mediterraneo conteso fra ottomani e cristiani

L'impero ottomano era divenuto una preoccupante potenza del mediterraneo,


esso contava inoltre sull'alleanza con la città di Algeri. Filippo II minacciò l'Algeria
aprendo così le ostilità con questo. Il sultano Solimano di tutta risposta assediò Malta.
In seguito, il suo successore attaccò Cipro e poco tempo dopo cadde la città Nicosia.
Arrivati a questo punto il papa Pio V formò una lega santa antiturca che comprendeva:
la Spagna, Venezia, Genova e il ducato di Savoia. Il 7 ottobre 1571 le navi della lega
santa e quella turche si scontrarono nelle acque di Lepanto e la flotta turca ne uscì
quasi totalmente distrutta.

Illustrazione 8: Ritratto di papa Pio V

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