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Introduzione
Dedico la mia tesi al tema dellumorismo nellopera di Italo Svevo. Intendo con lumorismo
non un fenomeno nel senso strettamente pirandelliano, ma come una caratteristica dellopera
sveviana, soprattutto della Coscienza di Zeno, una caratteristica che abbraccia tutti i generi
umoristici compreso il comico, lironia, la parodia, larguzia, il motto di spirito ed altri, non
trascurando per le distinzioni fra questi. Presto particolare attenzione allanalisi
e al significato del riso nella Coscienza di Zeno e cerco di rintracciare in questopera indizi
delle somiglianze (possibili ispirazioni o intuizioni che fossero) con alcune opere
fondamentali sullumorismo circolanti in Europa nel periodo. Purtroppo ci mancano
testimonianze esplicite riguardanti le letture di Svevo1, nonostante ci in alcuni casi
i collegamenti si possono ricostruire o almeno supporre.
Osservo limportanza dellumorismo per la generazione del personaggio sveviano.
Dedico una parte speciale al collegamento di Svevo con la tradizione ebraica o yiddish, dove
ho trovato somiglianze degne di particolare attenzione. Per motivi di spazio ometto quasi
completamente le ispirazioni anglosassoni, nonostante il loro rilievo nella sua prima
formazione (Lawrence Sterne, Jonathan Swift), oppure tedesche del periodo degli studi in
Baviera (Jean Paul Richter, Heinrich Heine).
Nella parte introduttiva riassumo le opere teoriche sullargomento in questione
pubblicate nel periodo tra la fine del 800 e linizio del secolo successivo. Si tratta di saggi
di Luigi Pirandello, Henry Bergson e Sigmund Freud. Serviranno per unulteriore analisi
dellopera sveviana, con particolare attenzione alla Coscienza di Zeno (1923), il lavoro
umoristico di Svevo per eccellenza.
Nella parte riguardante lumorismo yiddish cercher di individuare alcune
caratteristiche dellumorismo ebraico e di vedere quali potrebbero essere i collegamenti
dellebraismo con la vita di Italo Svevo.
Segue la parte centrale analisi dellopera di Svevo. Per capire lumorismo del suo
capolavoro bisogna soffermarsi, anche se brevemente, sulle opere precedenti sui romanzi
Una vita (1892) e Senilit (1898). Nel discorso sullo shlemiel, linetto e lantieroe ebraico,
ritorna il tema dellumorismo yiddish. Merita anche una breve escursione il rapporto di Svevo
con la psicanalisi, la quale sar al centro dellattenzione nella Coscienza.
1
La biblioteca di Svevo in villa Veneziani a Trieste fin inghiottita dalle fiamme durante i bombardamenti
della seconda guerra mondiale. Nemmeno nel materiale autobiografico si trovano accenni affidabili alle letture,
soprattutto quelle di Freud, come si vedr pi avanti.
II.
Le
ricerche
sullumorismo
cavallo
fra
secoli
diciannovesimo e ventesimo
Noto questo diario della mia vita di questi ultimi anni senza propormi assolutamente di pubblicarlo. Io,
a quest'ora e definitivamente ho eliminato dalla mia vita quella ridicola e dannosa cosa che si chiama
letteratura. Io voglio soltanto attraverso a queste pagine arrivare a capirmi meglio. L'abitudine mia e di tutti gli
impotenti di non saper pensare che con la penna alla mano (come se il pensiero non fosse pi utile
e necessario al momento dell'azione) mi obbliga a questo sacrificio. Dunque ancora una volta, grezzo e rigido
strumento, la penna m'aiuter ad arrivare al fondo tanto complesso del mio essere. Poi la getter per sempre
e voglio saper abituarmi a pensare nell'attitudine stessa dell'azione: In corsa fuggendo da un nemico
o perseguitandolo, il pugno alzato per colpire o per parare. (Svevo 1968, Pagine di diario e sparse, dicembre
1902 (il solo di quell'anno), p. 818).
Lumorismo per Pirandello dunque non affonda le sue radici nella comicit, ma
nella sofferenza, il riso amaro di chi sa che il mondo fatto diversamente dalle apparenze.
Bergson, Henry: Il riso. Saggio sul significato del comico, Laterza&Figli Spa, Roma-Bari, 1982.
Il motto di spirito e la sua relazione sullinconscio.
anzich dalla sua morale. Lasciarsi trascinare a dire quel che non si voleva dire, o fare quel
che non si voleva fare, ecco un esempio del gioco fra il conscio e linconscio che per Freud
rappresenta lessenziale di tutti i procedimenti mentali5.
La commedia costituisce un gioco che imita la vita, unillusione della vita ed evoca
la sensazione di un ordine meccanico. Questidea del riso come un gioco piacevole viene
sviluppata in seguito da Freud. Bergson menziona alcuni tipi di meccanismi, cui d il nome
di un gioco bambinesco, i quali hanno il potere di farci ridere: il diavolo a molla, il fantoccio
con le cordicelle o la palla di neve. Presenta anche tre procedimenti su cui si basa il gioco
del comico: la ripetizione, linversione e linterferenza delle serie.
Lassurdit comica della stessa natura di quella dei sogni, rappresenta
un rilassamento generale delle regole del ragionamento (che in Freud diventa il piacere
della libido) . Dal punto di vista di Bergson lassurdit comica per il fatto che il gioco
di parole svela una distrazione momentanea del linguaggio.
La parodia pu avere due forme: la trasposizione dallalto in basso, cio
la degradazione; e viceversa dal basso in alto, lesagerazione. Anche lestensione
del linguaggio degli affari alle relazioni mondane oppure lindurimento professionale, come
per esempio nel caso del medico, hanno un effetto comico.
Per Bergson il riso suscitato da tre cose fondamentali: dallinsociabilit
del personaggio, dallinsensibilit dello spettatore e dallautomatismo. Il riso rappresenta
il mezzo di correzione attraverso il quale la societ si vendica delle libert che noi ci
prendiamo con essa.
Il personaggio comico spesso un personaggio con il quale cominciamo
a simpatizzare. E infine lassurdit comica ci invita a riposare e aumentare il piacere.
3. Il riso e la psicanalisi
Non sappiamo con certezza nemmeno nel caso di Freud quali suoi libri e in che periodo
venissero letti da Svevo6. La conoscenza, almeno parziale, della dottrina freudiana prima
della stesura della Coscienza di Zeno, non pu per venire messa in dubbio. Sar
fondamentale soprattutto per lanalisi del suo capolavoro conoscere la Psicopatologia della
vita quotidiana (1901). Il motto di spirito e la sua relazione con linconscio (1905) fornisce
inoltre unanalisi dettagliata dei motivi del riso, una divisione dei witz7 e numerosi esempi dei
motti di spirito, di arguzie e di storielle, spesso di origine ebraica.
Come gi accennato prima, la sua biblioteca fu distrutta durante la guerra. A proposito del collegamento SvevoFreud abbiamo solo accenni molto vaghi. Le riporto nel capitolo dedicato al rapporto di Svevo con la psicanalisi.
7
Witz un termine tedesco usato da Freud, il quale si usa a Trieste ancora oggi. Il corrispondente italiano
ovviamente motto di spirito.
8
Freud, Sigmund: Il motto di spirito e la sua relazione con linconscio. Newton Compton editori, Roma, 1976.
9
Freud (1976) p. 126.
10
Freud presta una particolare attenzione allanalisi degli aneddoti ebraici che esprimono
spesso unautocritica - critica ribelle contro se stesso, oppure [] contro qualcuno con cui
il soggetto ha a che fare unentit collettiva (la nazione del soggetto stesso, per esempio).
Sottolinea la differenza dei motti di spirito fatti dagli ebrei contro gli ebrei e i motti di spirito
di stampo razzista. Mentre nel primo caso le qualit negative dellebreo (lavarizia per
esempio) sono collegate anche con quelle buone (per esempio il dare lelemosina al povero
secondo lobbligo della Legge), nel secondo caso viene sottolineato solamente il lato negativo
(storie solamente buffe o derisioni brutali). Ci che determina la partecipazione degli ebrei
nella generazione dei motti di spirito sembra essere il fatto che laggressione diretta
piuttosto difficile ed resa possibile solo attraverso un giro di parole.
Unaltra cosa in comune fra il sogno e il motto di spirito sarebbe quindi il fatto
di superare linibizione della censura10 con la differenza che il sogno la funzione psichica
asociale, invece il motto di spirito la pi sociale di tutte le funzioni psichiche che mirano
ad un certo piacere11. I sogni rappresentano per Freud una fuga da ci che non piacevole,
i motti di spirito mirano al raggiungimento del piacere.
Per quanto riguarda il comico e la sua relazione con il motto di spirito, Freud afferma
che un motto di spirito si crea, il comico si trova 12 e che per vivere il comico bastano due
persone, un motto di spirito ne esige di solito tre. Trovare qualcosa comico vuol dire
sbarazzarsi della piet che potrebbe avvicinarci alloggetto del comico. Una persona ci
appare comica se paragonata a noi stessi, compie un dispendio eccessivo nelle sue funzioni
fisiche ed un dispendio troppo ridotto in quelle mentali [] in entrambi i casi il nostro riso
esprime un piacevole senso di superiorit che proviamo nei suoi confronti 13. Nel caso
opposto, cio se il dispendio psichico di una persona superiore o quello fisico inferiore
al nostro, proviamo stupore o ammirazione. Anche provocando intenzionalmente la comicit o
prendendo in giro se stessi si pu ottenere lammirazione degli altri. Il senso di superiorit
non nasce nellaltra persona se questa sa che uno sta solo recitando14.
A differenza di Pirandello lo humour considerato da Freud un qualcosa privo
di emozione seria, anzi, come un processo difensivo nei confronti di piet, rabbia, dolore,
tenerezza etc. Il piacere umoristico nasce dallaver evitato unemozione15.
10
Ivi, p. 173.
Ivi, p. 186.
12
Ivi, 188.
13
Ivi, p. 202.
14
Ivi, p. 205.
15
Ivi, p. 238.
11
11
Freud, Sigmund: Psicopatologia della vita quotidiana. Newton Compton Editori, Roma, 1971, p. 269.
17
12
pensieri
repressi
possono
essere
rivelati
anche
attraverso
sbadataggini,
13
La differenza fra il lapsus divertente e un motto di spirito sta nel carattere inconscio
del primo e intenzione conscia che provoca il secondo. La maggior parte degli atti descritti
sopra li consideriamo comici (o umoristici) proprio per la loro natura inconscia che tradisce
la nostra volont conscia. Detto con le parole di Bergson ridiamo della distrazione,
della meccanizzazione delloggetto della nostra ilarit (o del sorriso) servo delle emozioni
e stati danimo inconsci. Detto invece con le parole di Freud ridiamo per il piacere di aver
risparmiato energia e per la sensazione di una certa superiorit nei confronti dellaltro.
14
i genitori23, che ebbe una prima educazione ebraica e il quale si sceglier uno pseudonimo
(alla maniera tipicamente ebraica) per la sua carriera letteraria. Non vorrei nemmeno
esagerare limportanza degli influssi della tradizione yiddish sullo scrittore cresciuto
in una famiglia di quasi assimilati nella societ borghese triestina della seconda met
dell800. Nonostante l(auto)ironia non sia un privilegio degli ebrei, nellopera di Ettore
Schmitz si fa sentire una vena diversa da quella pirandelliana, un umorismo molto sottile,
acuto, sofferente e saggio allo stesso tempo, un riso che mi sembra si possa ricondurre
alla condizione particolare dell ebreo errante.
discutibile anche la tendenza di separare lumorismo ebraico dal resto
delle tradizioni umoristiche del mondo, cio stabilire precisamente dove comincia e dove
finisce linfluenza del pensiero ebraico. Nonostante ci mi chiedo: Dove stanno le specificit
del modo di ridere dellebreo?
15
Ivi, p. 12.
Flkel (1988), p. 18.
28
Le raccolte di Ferruccio Flkel sono due Storielle ebraiche e Nuove storielle ebraiche. Altra raccolta fu
tradotta e curata da Moni Ovadia (Cos giovane e gia ebreo, M. A. Quaknin D. Rotnemer) e altri volumi furono
raccolti proprio da Ovadia, come per esempio quelle da me utilizzate (Lebreo che ride o Perch no?).
29
Freud e i suoi primi discepoli compreso Edoardo Weiss, terapeuta a Trieste e conoscente di Svevo, erano
di origine ebraica.
[] quasi tutti i triestini che si appassionavano alla psicanalisi in quegli anni, erano ebrei o mezzi ebrei
(Voghera, p. 4).
La talking cure, la cura con le parole, che fu allorigine della scoperta della psicanalisi, una traduzione
perfetta di questo annunciato talmudico: La guarigione consiste nello sciogliere i nodi della bocca. Lo
psicanalista stato immediatamente accolto dagli ebrei come uno di loro, tanto che alcuni credevano che
psychoanalist significasse dottore in inglese. Ma sono stati gli stessi ebrei a ridere della psicanalisi.
(Quaknin, p. 123).
27
16
3. 1. Svevo ebreo
Nonostante la riluttanza e lambiguit di Svevo davanti al tema dellebraismo, soprattutto nei
suoi scritti destinati alla pubblicazione31, i critici, soprattutto quegli ebrei, riconoscono in lui
una matrice psicologica comune ad altri ebrei semi-assimilati delloccidente. Secondo Giorgio
Voghera32 proprio lanalisi spietata, disincantata e a volte cinica di se stesso e degli altri che
permette giudicare Svevo come uno di loro. un fatto di storia che gli ebrei svilupparono
dentro di s lautocontrollo e labitudine di giudicare il prossimo senza farsi illusioni. Il
sentimento di insicurezza si tramutato in loro in una continua insoddisfazione, nella
coscienza della provvisoriet e della relativit di tutti gli atteggiamenti umani.33
A proposito dell(auto)ironia, considerata un tratto tipicamente ebraico, Camerino 34
annota che [] lironia una componente connaturata col concetto della difesa della sfera
del privato nei riguardi del processo assimilativo []. Eugenio Levi nel suo saggio 35 afferma
che nel caso di Svevo si tratta [] di un ebraismo, per cosi dire, sotterraneo e pressoch
ignoto a se stesso. Ed forse questo che ha contribuito a sviare la critica. 36 Un grande
conoscitore del mondo ebraico in Italia, Alberto Cavaglion 37, d un giudizio equilibrato
30
17
sullebraismo di Italo Svevo: Come Leopold Bloom, al quale sicuramente ha dato molte sue
sembianze38, Svevo fu un ebreo residuale, uno yid laico ed emancipato come nel Novecento se
ne vedranno moltissimi in Occidente: una figura della modernit ebraica, che non sapeva pi
niente delle tradizioni dei suoi antenati senza peraltro che questassenza intaccasse il suo
sentirsi radicato nella scomoda posizione dellebreo.
Potremmo comunque discutere sul fatto che Svevo non conoscesse niente
delle tradizioni dei suoi antenati. Svevo conosceva bene la Bibbia 39, con molta probabilit
nella famiglia Schmitz cerano almeno parziali conoscenze della lingua yiddish 40
e probabilmente allet tenera ha imparato addirittura a leggere e pregare in ebraico con l
aiuto della zia Peppina41. Dai suoi 6 fino ai 17 anni Ettore frequent scuole ebraiche 42.
La famiglia Schmitz partecipava attivamente alla vita della comunit ebraica di Trieste43.
La maggior parte delle nostre conoscenze sul rapporto Ettore ebraismo derivano
dal diario di suo fratello Elio44, morto a 22 anni di nefrite. Da lui sappiamo delle festivit
e tradizioni ebraiche che si osservavano o meno nella famiglia Schmitz e altre famiglie
di parentela. La religione ebraica per Elio era la norma con cui misurava le altre religioni.
Tutte le sorelle di Ettore sposarono un ebreo, Ettore stesso spos la cugina Livia Veneziani,
ebrea per un quarto di una famiglia di convertiti al cristianesimo45.
Comunque le riluttanze di Svevo davanti al tema dellebraicit, e forse ancora di pi
quelle di sua moglie Livia46, erano evidenti. possibile che Svevo per la sua carriera letteraria
38
James Joyce infatti si inspir durante il suo soggiorno a Trieste della persona di Svevo, suo amico e allievo d
inglese, per creare il protagonista dellUlysses.
39
Nella sua opera non mancano accenni alle storie bibliche, come quelle al re Davide nella Novella del buon
vecchio e della bella fanciulla o alla moglie di Lot nel Corto viaggio sentimentale. Anche Zeno si interessa della
religione, anche se esclusivamente come un fenomeno qualunque che bisogna studiare . Legge i Vangeli in
edizione critica e ne riporta il proseguimento (Leggevo oramai l'Apocalisse).
Ci sono critici come Gabriella Moretti (1995) che intravedono addirittura strutture bibliche nellopera di Svevo.
La Coscienza di Zeno secondo lei sarebbe parzialmente influenzata dalla storia di Giacobbe e le sue due mogli,
figlie di Labano, Rachele e Lea.
40
Come nota Marina Beer (1979) la conoscenza [] delljiddisch nella famiglia Schmitz [] era []
sufficiente a permettere luso di un lessico familiare [] come avviene nella maggior parte delle famiglie
ebree.
41
Benussi (1998), p. 326.
42
Schchter (2000), p. 38.
43
Ivi, p. 43. Inoltre vedi Moloney (1973), p. 56: Svevos parents were both practising Jews. Benussi (1998), p.
626, nota che il 27 settembre 1880 il padre di Svevo fu eletto dalla comunit Hadan Bereschid, importante
funzione che indica il membro della comunit che il giorno della festivit di Simchat Torah aveva lonore
di iniziare la lettura del Genesi.
44
Diario di Elio Schmitz, Lettere a Svevo e Diario di Elio Schmitz, a cura di Bruno Mayer, Milano, 1973.
45
Il padre Gioachino Veneziani, fondatore della fabbrica per le vernici sottomarine, e la madre Olga Moravia,
ambedue met ebrei.
46
Essendo Livia una cattolica osservante, fra i futuri coniugi si svolsero molte discussioni per la questione
religiosa. Svevo si convert pro forma al cattolicesimo nel 1897 in maniera tipicamente sveviana: Quando
Livia, non trovando pi altra via duscita, sera ormai rassegnata al volere di Ettore, cio al matrimonio civile,
egli disse: Tu, dunque, accetti di legarti ad un ebreo?S, rispose Livia con fermezza. Ed Ettore allegramente
esclam: Allora mi battezzo! Schchter (2000), p. 50.
18
abbia voluto cancellare ogni traccia esplicita della propria origine, oltre tutto scegliendo uno
pseudonimo che voleva accennare alle due origini (Italo accenno alla madre (ebrea)
italiana o la patria di cui si considerava figlio 47 e Svevo accenno al padre (ebreo) tedescoungherese e alla sua formazione nel collegio Segnitz in Baviera).48
Nellopera di Svevo non si trovano allusioni esplicite allorigine ebraica
dei personaggi o allambiente tipicamente ebraico (sinagoghe, rabbini, festivit religiose etc.),
comunque si sentono tracce di un ebraismo sotterraneo e ignoto a se stesso (o rinnegato
a se stesso e anche agli altri). Una delle tracce potrebbe essere proprio la famosa ironia
sveviana o umorismo sveviano.
In ogni caso molto difficile individuare le somiglianze fra lopera di Svevo e quella
degli scrittori ebraici della tradizione yiddish del filone satirico-umoristico come Sholem
Aleykem o Mendele Moyker Sforim. Anche i critici vanno molto cauti in questa direzione,
solo Ferruccio Flkel sembra ravvisare nella Coscienza di Zeno un capolavoro del sorriso
rattenuto e un po contratto, peculiare alle grande ebraicit 49. anche per il suo
atteggiamento equivoco verso le proprie radici e verso la religione in generale, espressa fra l
altro attraverso il personaggio ambivalente di Zeno, che Svevo (nella vita e nellopera) non
smette mai di tormentare le coscienze dei critici e di essere di grande ispirazione per le pi
diverse interpretazioni 50.
Per le attivit politiche e tendenze irredentiste del padre e anche di lui stesso vedi il Profilo autobiografico.
Ricorda inoltre la moglie Livia Veneziani una delle spiritose svianti affermazioni del marito di aver scelto lo
pseudonimo di Italo Svevo per piet dellunica vocale circondata da sei consonanti nel nome Schmitz (Beer,
1979).
49
Flkel (1988), p. 22.
50
Per il collegamento Svevo ebraismo vedi oltre Camerino (1984), Cavaglion 2000, Levi (1956), Moloney
(1973) , Schchter (2000), Voghera (1995).
48
19
delle feste, alla lettura del Libro. Il nome anagrafico, spesso ridicolo o vessatoriamente legato al censo, imposto
da autorit che lo disprezzano, lebreo pu abbandonarlo per via senza alcun rimpianto, senza la minima
nostalgia.51
Il nome con cui i genitori iscrivono Ettore allanagrafe fu Hector Aron Schmitz.
Ettore Schmitz sarebbe quel nome legato al censo. Il suo nome destinato alla lettura
del libro Aron. Infatti, il nome del padre Schmitz viene abbandonato prima per
il soprannome giornalistico Erode, cambiato in Ettore Samigli (vedi il discorso
sullo shlemiel). Significativo labbandono del nome del padre, descritto nel Profilo
autobiografico come un assimilato52, del terribile e kafkiano padre Schmitz53 il rapporto
con il quale secondo le teorie psicanalistiche sarebbe il caposaldo di tutta lopera sveviana.
Il convergere della vita e dellopera di Svevo (il carattere parzialmente autobiografico
dellopera) stato gi varie volte testimoniato dalla critica 54. Un esempio rappresenta anche
il caso di Mario (quasi Aron) Samigli che appare come protagonista in Una burla riuscita
(1926), un letterato ingenuo e mite che subisce una burla da amico e anche da destino.
Il carattere crittografico dei nomi nellopera di Svevo del resto ben noto. Tanto per
ricordare - la coppia consanguinea Emilio-Amalia di Senilit potrebbe alludere a Samigli
(o shlemiel, vedi il capitolo Lo shlemiel Ostjude come antieroe), le protagoniste femminili
ricorrenti nellopera sveviana iniziano con la A Annetta di Una vita, Angiolina e Amalia
di Senilit e cos anche le quattro sorelle Malfenti della Coscienza Ada, Augusta, Alberta
e Anna - le potenziali mogli lontane dal paese di Zeno 55 (xeno in greco significa
straniero). Marina Beer nota che la madre di Ettore si chiamava Allegra e cos la lettera A
ritorna a contraddistinguere il personaggio femminile in Svevo. Nel caso in cui la loro
femminilit sia degradata, allora abbiamo altre lettere (Carla e Carmen, le amanti
nella Coscienza di Zeno)56. La serie dei protagonisti dei romanzi Alfonso, Emilio, Zeno
seguono anchessi un ritmo alfabetico a secondo del tempo della composizione. Il circolo si
chiude allinizio - il signor Aghios del Corto viaggio sentimentale anche lui nasconde l
origine greca ed unestraneit nel nome - ghios significa letteralmente messo da parte,
51
Roth, p. 63.
Ettore saffretta a testimoniare cos anche la propria assimilazione.
53
Beer, p. 6.
54
Cfr. per esempio David, p. 391.
55
Si chiamavano (seppi subito a mente quei nomi): Ada, Augusta, Alberta e Anna. A quel tavolo si disse anche
che tutt'e quattro erano belle. Quell'iniziale mi colp molto pi di quanto meritasse. Sognai di quelle quattro
fanciulle legate tanto bene insieme dal loro nome. Pareva fossero da consegnarsi in fascio. L'iniziale diceva anche
qualche cosa d'altro. Io mi chiamo Zeno ed avevo perci il sentimento che stessi per prendere moglie lontano
dal mio paese. (Svevo, 1998, p. 719).
56
Beer, p. 11.
52
20
separato per un uso sacro, in italiano tradotto santo o giusto, ovviamente con la forte
carica ironica come abituale in Svevo. Aghios - il vecchione diventa di nuovo Alfonso,
un sognatore ingenuo e introspettivo, con una certa dose dello sfortunato shlemielismo.
Vorrei ora citare un altro passaggio di Roth, nel quale lautore si lamenta
della condizione in cui si trovano gli ebrei, discendenti degli orientali:
Si sono perfettamente adeguati al malcostume e alle maleusanze dellOccidente. Insomma, si sono assimilati.
Ormai non pregano pi in sinagoghe e oratorii, ma in noiosissimi templi ove il servizio divino diventato
meccanico come in tutte le migliori chiese protestanti. Sono diventati ebrei del tempio, ovvero signori ben
educati, rasati alla perfezione, in finanziera e cilindro [] I nonni lottavano ancora disperatamente con Yahwe,
sbattevano la testa contro il muro del pianto del piccolo oratorio, imploravano il castigo per i loro peccati
e supplicavano il perdono. I nipoti si sono occidentalizzati. Hanno bisogno dellorgano per disporsi
alla preghiera, il loro Dio una specie di astratta potenza della natura, la loro preghiera una formula. E di questo
van fieri!
Chiunque veda la foto di Svevo in cilindro con sotto il braccio la copia di Una vita, sia
a conoscenza delle sue prime battaglie per il lavoro e conosca la storia della sua conversione,
riconosce nella descrizione di Roth unimmagine perfetta dello scrittore giovane.
21
La moglie Livia Veneziani e la figlia Letizia negli scritti di memoria ricordano la risata
calorosa, ma non soffocante di Svevo che ne faceva una caratteristica personale. Anche il
poeta triestino Umberto Saba, che lo conosceva di persona, dir in un articolo uscito sul
Popolo di Trieste il 16 ottobre 1928 : E rideva, dun riso sano, sincero, composto.
Francesco [padre di Svevo] amava sottolineare ogni sua frase che riteneva spiritosa con una sonora risata.
Anche suo figlio Ettore sarebbe stato un instancabile eccessivo fabbricatore di witz. Ma con aria sorniona,
aspettava la reazione, la risata dellaltro, che poteva ritardare ma non mancava mai. (Da Monte Catini, che
chiamava Monte-bucai vaso da notte Ettore scriveva di voler andare in gita a Pissa, grafia della pronuncia
toscana, perch stufo di cacca).59
Dalle fonti autobiografiche, spesso lettere60, si possono trarre alcuni passaggi in tono
scherzoso o ironico che illustrano il rapporto spesso sofferto di Svevo con il proprio ebraismo:
Certo quella dellebreo non una posizione comoda 61; Da quella parte, come diciamo noi
ebrei, non viene il Messia62; pentito come un ebreo che si battezza; Bacia la mia Titina
(Letizia) e ricordale che suo padre pu essere come dice essa che non sia pi ebreo ma che
pi che mai errante; Titina dice che io discendevo dagli orientali, ma che non discendo
pi63 etc.
Nella vita di Svevo ci furono anche degli incontri spiacevoli con il crescente
antisemitismo. Il suo primo incontro, durante il servizio militare, viene raccontato da Ettore
come un witz64 simile a quelli che troviamo nelle raccolte delle barzellette yiddish. Sono
infinite le barzellette sulla protesta ebraica contro il servizio militare e in generale sulla
ribellione dellebreo contro la presunzione ingiustificata degli antisemiti: lo scopo (si tratta
quindi di un motto di spirito tendenzioso nella terminologia freudiana) sar quello
di innalzarsi dalla posizione inferiore, difendersi con laiuto della religione e addirittura anche
dello stereotipo della propria razza (il motto di spirito ostile)65.
59
Anzelotti, p. 24
Epistolario.
61
Le parole di Svevo a Giacomo Debenedetti in 1928. In Schchter (2000), p. 37.
62
In una delle lettere alla moglie esprime il dubbio di poter essere ammesso nella fabbrica dei suoceri Veneziani
(da Olga, soprannominata da Ettore dragone).
63
I passaggi dellEpistolario citati in Cavaglion, p. 69 o in Benussi, p. 333.
64
Era successo quando era andato sotto le armi: gli capit di camminare troppo accostato allufficiale che
lo precedeva nella marcia in salita. Lufficiale lo apostrof per fargli rilevare che la minima distanza della faccia
di Ettore dal suo sedere aveva una sola possibile ragione di essere: Du, schmutziger Jude, leck mich am Arsh. L
invito fu respinto con una motivazione precisa, ineccepibile:Ignorante, non posso leccarti un bel niente, sai che
gli ebrei non devono toccare la carne di maiale. (Anzelotti, p. 27).
65
Moishe Rosemberg stato reclutato nellesercito inglese. Un ufficiale, passando in rassegna le truppe,
gli domanda a bruciapelo: Tu! Come ti chiami? Moishe Rosemberg! Devi sempre dire Sir quando
rispondi a un ufficiale dellesercito di Sua Maest britannica. Allora qual il tuo nome? Sir Moishe
60
22
Questo tanto per illustrare la personalit di Italo Svevo nella vita privata e i suoi
collegamenti con lebraismo. Continuiamo ora con lanalisi dellopera sveviana per seguire
il filone dellumorismo, ritornando al tema dellumorismo yiddish nei capitoli dedicati
alle singole opere.
23
del narratore oppure di una struttura ironica narrativa 66 simile a quella di Manzoni
nei Promessi sposi67. Un esempio di come Svevo usa questo meccanismo in Una vita potrebbe
essere la correzione dei sogni letterari di Alfonso paragonati con la cruda realt:
Ricorreva troppo spesso col pensiero allopera completa quando le frasi che ne aveva fatte si potevano contare
sulle dita.68
Svevo spesso ricorre al paragone delle illusioni di Emilio con gli ideali religiosi, come quando
di fronte alle prove evidenti del carattere corrotto di Angiolina si perde nelle innumerevoli
fantasticherie:
In Emilio rinacque la speranza. Oh, la dolce cosa chera la religione! Accanto alla religione delle donne
oneste, gli uomini sul muro gli parvero meno aggressivi e, andandosene, egli baci con rispetto la mano
ad Angiolina che accett lomaggio come un contributo alla sua virt. Tutti i documenti raccolti le prove delle
sue innumerevoli avventure erano inceneriti alla fiamma di un cero sacro.70
Oppure: discorrendo con il conoscente Sorniani del caso dellonesto Merighi che andava
in chiesa solo per ammirare Angiolina, Brentani si commuove:
- Due adorazioni - pens commosso Brentani cui era facile dintuire la tenerezza dalla quale il Merighi era
inchiodato sulla soglia di quella chiesa.
66
Petersen, p. 16.
Pirandello riporta e commenta il seguente passaggio: A questo mondo ce giustizia, finalmente! grida Renzo
promesso sposo, appassionato e rivoltato. Tant vero che un uomo sopraffatto dal dolore non sa pi quel che
dica commenta Manzoni. (Pirandello, p. 82).
68
Svevo (1985), p. 100.
69
Ivi, p. 421.
70
Ivi, p. 273.
67
24
71
1. 2. Lironia
Si chiama ironia la figura retorica in cui una cosa viene espressa con termini significanti
il contrario72. Una definizione simile danno, come abbiamo visto, anche Freud o Pirandello. L
esempio classico sarebbe la frase Brutus is an honourable man che per secondo Petersen
non significa esattamente lopposto Brutus is dishonourable, ma la negazione
del significato letterale - Brutus is not an honourable man. dalla necessit
della ricostruzione del significato che si muove il raggio di apertura e la polisemia
dellenunciato ironico e da essa nasce anche il piacere della lettura dellironia. 73 Esiste una
tensione fra la superficie testuale e una sfera soggiacente di significati latenti che modificano
il testo. Il grado conflittuale varia a secondo dell interpretazione.
71
Ivi, p. 421.
Lessico letterario di Aarnes, citato in Petersen, p. 11. Il Vocabolario della lingua italiana Zingarelli (1996) d
una definizione simile: Figura retorica che consiste nel dire il contrario di ci che si pensa, specialmente
a scopo derisorio.
73
Petersen, p. 11.
72
25
Oppure:
74
26
Sera imposto problema e subito lo risolse. Avrebbe fatto bene di lasciarla immediatamente e non pi rivederla.
Non poteva pi ingannarsi sulla natura dei propri sentimenti []75
In queste parti Svevo si fa serio, per poi riprendere la nota ironica di prima :
Savvicin a Stefano Balli col proposito di fargli una promessa per cui la sua risoluzione fosse resa irrevocabile.
Invece la vista dellamico bast a fargliela abbandonare. Perch non avrebbe potuto divertirsi anche lui come
faceva Stefano? 76
75
Ivi, p. 450.
Ivi.
77
Per questo argomento vedi oltre Beer, Benussi o Moloney (1973).
78
Rosten (2004), p. 302.
76
27
mazal (cattiva stella). Lo shlemiel divent popolare nella storia di Adalbert von Chamisso
Storia meravigliosa di Peter Schlemihl (1814).
Dopo il 1950 si rese famoso nella cultura popolare americana. Questo American
dreamer, questo loser as a winner, harmless and disliked, la versione ebraica del matto,
a man who falls below the average human standard, but whose defects have been
transformed into a source of delight [] Vulnerable, ineffectual in his efforts at selfadvancement and self-preservation, he emerged as the archetypal Jew, especially in his
capacity of potential victim.79.
Lo scopo dellesistenza dello shlemiel era per alcuni quello di incarnare le cattive
qualit, quelle della debolezza, per sbarazzarsene ridicolizzandole. Per altri invece l
innocenza, lapparente ingenuit e lincapacit di difendersi dello shlemiel erano lunica
possibile difesa contro la potenza brutale delle autorit (abbiamo visto questo meccanismo nei
witz contro il maltrattamento da parte dellesercito o della polizia). In generale limpulso della
letteratura sullo shlemiel quello di sfidare lo status quo politico e filosofico80. lo stesso
concetto dellebreo corrosivo di Moni Ovadia81.
I tipici shlemiel della tradizione yiddish sono i Chelmiti, gli abitanti della citt
di Chelm in Polonia, che diventata proverbiale appunto per la follia o stoltezza delle persone
che ci vivevano. La loro ridicolaggine si basa sul concetto che quando appare un problema
tirano fuori una formula che teoricamente corretta, ma in pratica assurda. Rappresentano
la sterilit del pensiero dello scolasticismo talmudico che si irrigidito e dissociato
dallesperienza pratica. In altre parole, queste storielle irridono lautomatismo alla Bergson.
La sfortuna dello shlemiel sta nel suo carattere innocente, esistenziale, a differenza
dello schlimazl, la cui sfortuna solo situazionale 82. La sfortuna dello shlemiel deriva
dalla natura del suo modo di confrontarsi con la realt. Lo shlemiel vive con la stella cattiva,
schlimm mazal, dentro di s. In questa luce nel 1813 Adalbert von Chamisso scrive la Storia
meravigliosa di Peter Schlemihl. Si tratta della storia di un Faust comico il quale vende
la sua ombra al diavolo. Peter Schlemihl simbolo delluomo emarginato senzombra
destinato a girare il mondo con le sue scarpe magiche, lincarnazione dellansia
79
Wisse, p. 4. Il sognatore americano lo sventurato come vincitore, innocuo e malvisto un uomo che
rimane sotto la norma media, ma di cui difetti sono trasformati in una fonte del piacere []. Vulnerabile,
inconcludente nel suo affanno per linnalzamento e la preservazione di se stesso, diventato un prototipo
dellebreo, specialmente nel suo ruolo della potenziale vittima. (Traduzione mia).
80
Ivi, p. 3.
81
Ovadia (1996).
82
Questa, come osserva Ruth Wisse, la distinzione americana del secondo dopoguerra. Lo schlemiel sarebbe l
attivo disseminatore della sfortuna e lo schlimazl la vittima passiva. Spesso lavorano in coppia. Lo schlemiel,
quando fa una cosa, la fa di solito a danno dello schlimazl. La figura dello schlemiel come iettatore si potrebbe
ravvisare nel frammento del racconto di Svevo nominato Il Malocchio.
28
Wisse, p. 126
Beer, p. 10
85
Il nome con cui Ettore firma larticolo sullIndipendente il 2 Dicembre 1880, nel quale difende il carattere
ebraico nel Mercante di Venezia di Shakespeare , il personaggio di Shylock. Vedi anche la somiglianza con
Salamiel citato sopra.
86
Heinrich Heine: Hebrische Melodien, ballata Jehuda ben Halevy. (Beer, p. 11)
87
Beer, p. 12.
84
29
sbaglia i tempi, che mischia le sue fantasie con la realt, il quale per l'abbondanza
d'immagini nel suo cervello non sa piombare a tempo debito sulla preda. Manca ancora
il tono leggero del narratore Zeno che ha gi conosciuto la psicanalisi. Prima di iniziare l
analisi della Coscienza di Zeno, bisogna quindi soffermarsi appunto sul rapporto di Svevo
e la psicanalisi.
2. 1. Svevo e la psicanalisi
Come il rapporto con lebraismo anche quello con la psicanalisi fu per Svevo abbastanza
ambiguo e tormentoso. Non abbiamo documentazione abbondante n affidabile su questo
argomento, neanche (e soprattutto) da parte dello stesso Svevo 88. Con certezza sappiamo
soltanto che nel 1918 con laiuto di suo nipote Aurelio Finzi, studente di medicina, cominci
la traduzione di unopera di Freud sui sogni e prov anche lautoanalisi89.
Ci sono alcuni, sorprendentemente ben pochi, accenni nel suo materiale autobiografico
a proposito della psicanalisi. Nel Soggiorno londinese si riferisce retrospettivamente
alla dottrina di Freud:
C la scienza per aiutare a studiare se stesso. Precisiamo anche subito: La psicanalisi. Non temete chio vi parli
troppo. Ve ne dico solo per avvertirvi che io con la psicanalisi non centro e ve ne dar la prova. Lessi dei libri
di Freud nel 1908 se non sbaglio. Ora si dice che Senilit e La Coscienza di Zeno le abbia scritte sotto la sua
influenza. Per Senilit mi facile rispondere. Io pubblicai Senilit nel 1898 ed allora Freud non esisteva []
In quanto alla Coscienza io per lungo tempo credetti di doverla a Freud ma pare mi sia ingannato. Adagio: Vi
sono due o tre idee nel romanzo che sono addirittura prese di peso dal Freud [][Psicanalisi] io la conobbi
nel 1910 [] le sue [di Freud] celebri prelezioni [] conobbi appena nel 16 [] Lessi qualche cosa del Freud
con fatica e piena antipatia [] vera antipatia.90
[] manca quasi del tutto unaneddotica su Svevo giovane, dato che prima del 1925 nessuno lo aveva
considerato importante. Quel poco che possiamo sapere sul suo freudismo, lo dobbiamo quasi interamente
a certe sue ammissioni posteriori e non sempre concordanti. (David, p. 380).
89
Schchter (2000): La coscienza di Zeno: A Parody of Psychoanalysis, p. 139.
90
Ivi, p. 138.
91
Vedi David, p. 382.
30
nella persona di Edoardo Weiss92 si inacerbito e il suo tono rimane decisamente ironico:
Sarebbe stato un bel successo se il Freud mi avesse telegrafato: Grazie di aver introdotto
nellestetica italiana la psicanalisi.93
altrettanto probabile che il caso di suo cognato Bruno Veneziani, curato dallo stesso
Freud con nessun risultato positivo, abbia lasciato in Svevo dei dubbi nei confronti
della psicanalisi come terapia: Grande uomo quel nostro Freud ma pi per i romanzieri che
per gli ammalati94. La cura fallita, anzi, con il risultato di uno stato di salute aggravato
gli diede convinzione che era pericoloso spiegare ad un uomo come era fatto95.
Nelle lettere allo scrittore Valerio Jahier scrisse: Magari avessi fatto io una cura con
lui [Freud]. Il mio romanzo sarebbe risultato pi intero.96 Nonostante il tono ironico,
in Svevo rimase una forte attrazione per la psicanalisi. Voghera scrive che cera chi affermava
(forse anche con un contributo dello stesso Svevo) che Svevo aveva conosciuto la psicanalisi
prima che Edoardo Weiss iniziasse la sua pratica a Trieste. Lo stesso Weiss si ribella contro
queste affermazioni e anche contro laccusa che si sia risentito per il contenuto
della Coscienza in una lettera pubblicata in un numero di Umana (luglio-ottobre 1969)
scrivendo:
Premesso che conoscevo benissimo il signor Ettore Schmitz [], posso dire soltanto che la psicoanalisi era
entrata nel suo ambiente per mio tramite, anche se possibile che pi tardi gliene abbia parlato anche pi
diffusamente qualche altro medico a lui vicino; ma che non c stato mai da parte mia il bench minimo
risentimento per il contenuto della Coscienza di Zeno []. Solamente [] credetti necessario far presente che
[] non credevo di poter ravvisare in esso nulla che si ricollegasse al metodo psicanalitico []. Ci vale
del resto anche per moltissime altre opere letterarie che vengono spacciate dagli autori e dai critici come ispirate
dalla psicanalisi e improntate da essa.97
92
Il dottor Edoardo Weiss (lo psicanalista triestino, allievo di Freud) disse che non poteva parlare del mio libro
perch con la psicanalisi non aveva nulla a che vedere (Svevo 1968, p. 686).
93
Ivi, pp. 695-88.
94
Svevo 1966, p. 858
95
Svevo, 1968, p. 688. Per lapprofondimento della malattia di Bruno Veneziani vedi Anzelotti, p. 143.
96
Schchter (2000): La coscienza di Zeno: A Parody of Psychoanalysis, p. 138.
97
Voghera, p. 42.
31
il simbolismo onirico, secondo Freud a Steckel mancava lapproccio rigoroso e scientifico che
era necessario per il successo del movimento analitico98.
Svevo incontr Steckel nel 1911 a Bad Ischl e rimase colpito a tal punto che lincontro
ebbe un impatto decisivo per la formazione della Coscienza. Si pu supporre che la creazione
del personaggio del dottor S. e del suo paziente disubbidiente debba molto ai commenti
di Steckel sulle proprie esperienze terapeutiche. Gi il metodo di cura usato dal dottor S.,
scrivere le memorie, decisamente rifiutato da Freud e opposto al suo metodo delle libere
associazioni, trova un difensore nella persona di Steckel che si rendeva conto che si trattava
di un allontanamento dal procedimento di Freud. Lo stesso dottor S. ammette nella prefazione
della Coscienza che il metodo pu apparire tuttaltro che ortodosso:
Debbo scusarmi di aver indotto il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi
arricceranno il naso a tanta novit.99
2. 2. La coscienza di Zeno
Ormai la critica sembra concorde ad attribuire alla Coscienza il bollo del capolavoro
dellopera sveviana. La dissoluzione totale del personaggio di Zeno come prototipo delluomo
moderno pi la maestria e esperienza dello Svevo maturo ne possono essere due motivi.
Un altro motivo potrebbe essere uno sguardo sulla vita completamente diverso, senza i toni
tragico-elegiaci delle prime opere, nonostante la permanente dimensione della tragedia
98
Schchter (2000): La coscienza di Zeno: A Parody of Psychoanalysis, p. 142. Schchter riporta quasi un witz
menzionato da Ernest Jones: Sigmund Freud: Life and Works (London, Hogarth Press, 1953-58). Steckel era cos
sicuro del suo contributo alla psicanalisi che si sentiva addirittura arrivato oltre Freud. Sosteneva con fierezza
che il nano sulle spalle di un gigante pu vedere oltre il gigante stesso. Quando Freud lo venne a sapere,
comment: Ci potrebbe essere vero, ma non nel caso del pidocchio sulla testa dellastronomo. (Traduzione
mia dallinglese).
99
Svevo (1985), p. 649.
100
Moloney (1972), p. 310.
32
delluomo. Uno sguardo pi leggero, in certo senso umoristico, di un uomo che ha capito che
la vita non n brutta n bella, ma originale101.
Una vita e Senilit costituiscono la prima tappa nellevoluzione del personaggio
di Svevo. Nitti vive analizzando(si), ma la sua analisi malata porr fine alla sua vita.
Brentani, nonostante abbia dei momenti chiari nella percezione della realt, rester chiuso
nel cerchio delle proprie illusioni. Nella Coscienza la tragedia delluomo messo nella vita per
errore bilanciata da un tono pi leggero, ironico, a volte addirittura comico. La soluzione
di Zeno alla fine non sar quella di curare la propria malattia, ma saper vivere con essa,
almeno fino al momento in cui una catastrofe finale non distrugger il mondo assieme ai tutti
i suoi parassiti e tutte le sue malattie.
33
o incoscientemente che sia, e cerca scuse per assolversi, come per esempio nel caso delle sue
innumerevoli prove di riversare sulla sigaretta la colpa della propria incapacit. Lironia
del personaggio sintreccia con quella del narratore e quella dellautore103.
Neanche la sovrapposizione dei tempi 104 del presente, del passato e del futuro,
strettamente collegato allo stile narrativo designato come il monologo interiore o il flusso
di coscienza facilita lorientamento nel testo e la sua interpretazione.
Prendiamo un esempio:
Adesso che son qui, ad analizzarmi, sono colto da un dubbio: che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter
riversare su di essa la colpa della mia incapacit? Chiss se cessando di fumare io sarei divenuto l'uomo ideale
e forte che m'aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi leg al mio vizio perch un modo comodo di vivere quello
di credersi grande di una grandezza latente. Io avanzo tale ipotesi per spiegare la mia debolezza giovanile, ma
senza una decisa convinzione. Adesso che sono vecchio e che nessuno esige qualche cosa da me, passo tuttavia
da sigaretta a proposito, e da proposito a sigaretta. Che cosa significano oggi quei propositi? Come quell'igienista
vecchio, descritto dal Goldoni, vorrei morire sano dopo di esser vissuto malato tutta la vita? 105
Musarra, p. 420.
La questione del tempo nella Coscienza non il soggetto della mia analisi. Comunque mi sembra appropriato
ravvisare una somiglianza con il tempo della Bibbia. Anche l la distinzione fra i tempi non per niente chiara.
Il presente e passato dellebraico sono spesso intercambiabili. La lingua della Bibbia sovratemporale. Possiamo
riportare a proposito unosservazione di Claudio Magris (1971, p. 111): [] la patria degli ebrei della diaspora
consistita in una condizione al di fuori del tempo. Dalla distruzione del Tempio il popolo dIsraele vissuto
non nel divenire ma in un libro, nella parola e nella scrittura, nella Torah considerata preesistente alla stessa
creazione. Il libro () significa assenza di tempo; la tradizione ebraica appare proprio articolata, nei secoli,
secondo rigidi archetipi e secondo il modello della ripetizione [Cfr. losservazione di Zeno: Il tempo, per me,
non quella cosa impensabile che non s'arresta mai. Da me, solo da me, ritorna. (Svevo 1985, p. 659)]. []
caduta molto presto ogni illusione di potere e di dialogo con la logica del secolo ed ogni speranza stata
demandata non al presente o al futuro ma ad una messianica fine dei tempi altrettanto metastorica quanto
i parametri biblici.
105
Svevo (1985), p. 657.
104
34
Prendiamo il famoso passaggio in cui Zeno scarica la colpa per le sue confessioni
menzognere sullimpossibilit di un italiano (triestino nel caso di Svevo e Zeno) di esprimersi
nella lingua toscana:
Egli non studi che la medicina e perci ignora che cosa significhi scrivere in italiano per noi che parliamo e non
sappiamo scrivere il dialetto. Una confessione in iscritto sempre menzognera. Con ogni nostra parola toscana
noi mentiamo! Se egli sapesse come raccontiamo con predilezione tutte le cose per le quali abbiamo pronta
la frase e come evitiamo quelle che ci obbligherebbero di ricorrere al vocabolario! proprio cos che scegliamo
dalla nostra vita gli episodi da notarsi. Si capisce come la nostra vita avrebbe tutt'altro aspetto se fosse detta
nel nostro dialetto.106
una ribellione contro i metodi poco ortodossi del dottor S.? semplicemente
una giustificazione per non continuare pi una cura senza senso o una difesa della propria
malattia amata a tal punto da farla diventare una parte integrante di se stesso?
semplicemente unironia, unirrisione alla psicanalisi? O una verit nascosta dentro le parole
ironiche? Lironia d un grande spazio alle interpretazioni mai sicure, mai univoche, grazie
alle oscillazioni fra uninterpretazione e laltra, da cui nasce la polisemia dellenunciato
ironico.
Il capitolo Psico-analisi, con il quale il libro si chiude, continua precisando quel che
la prefazione del dottor S. ha accennato allinizio: Cio che molte cose (quali poi?) di cui
Zeno racconta sono sue invenzioni che servono a tranquillizzare la coscienza propria o altrui:
cos che a forza di correr dietro a quelle immagini, io le raggiunsi. Ora so di averle inventate. Ma inventare
una creazione, non gi una menzogna. Le mie erano delle invenzioni come quelle della febbre, che camminano
per la stanza perch le vediate da tutti i lati e che poi anche vi toccano. Avevano la solidit, il colore, la petulanza
delle cose vive. A forza di desiderio, io proiettai le immagini, che non c'erano che nel mio cervello, nello spazio
in cui guardavo, uno spazio di cui sentivo l'aria, la luce ed anche gli angoli contundenti che non mancarono
in alcuno spazio per cui io sia passato. [] credetti che quelle immagini fossero delle vere riproduzioni di giorni
lontani. Avrei potuto sospettare subito che non erano tali perch, appena svanite, le ricordavo, ma
senz'alcun'eccitazione o commozione. Le ricordavo come si ricorda il fatto raccontato da chi non vi assistette. Se
fossero state vere riproduzioni avrei continuato a riderne e a piangerne come quando le avevo avute. E il dottore
registrava. Diceva: Abbiamo avuto questo, abbiamo avuto quello. In verit, noi non avevamo pi che dei segni
grafici, degli scheletri d'immagini.107
106
107
35
Il lettore sente subito suonare un allarme e vorrebbe ripercorrere il libro per trovare
degli indizi delle verit o menzogne per avere sicurezza di non essersi lasciato trarre
in inganno da un narratore inattendibile. Non sar del tutto possibile, visto che tutti gli eventi
sono filtrati dalla lente di Zeno. Ci nonostante, uno riesce a gustare meglio la Coscienza
avendo conosciuto gi tutti gli eventi di cui si parla non un libro da una singola lettura
e non un libro che piace alla prima lettura. Il lettore dovrebbe avere conoscenze, almeno
superficiali, della psicanalisi per poter cogliere lironia di Svevo nei suoi confronti, il ruolo
del dottor S. che viene irriso anche lui come un istericone che per aver desiderata invano
sua madre se ne vendica su chi non c'entra affatto e la sua scienza ci viene designata come
ciarlataneria.
A causa della focalizzazione interna sappiamo poco di quel che stia davvero
nella mente degli altri personaggi. Il carattere umoristico dellopera centrato quindi
sulle affermazioni, azioni e lapsus di Zeno, dietro il quale si pu nascondere sia il narratore
invisibile che tesse le reti per cogliere Zeno in flagrante, sia lautore stesso. Tutti gli eventi
sono descritti dal personaggio principale che abbastanza potente nelle sue manipolazioni,
ma il narratore riesce qua e l ad insinuare indizi della sua inattendibilit. In altre parole noi
possiamo (sor)ridere con Zeno, sia nel caso dellauto-ironia sia dellironia nei confronti
di altri personaggi, ma anche di Zeno, delle sue piroette goffe e dei suoi lapsus.
Nonostante si tratti della scelta della prima persona Svevo riuscito a creare una certa
distanza fra noi e il protagonista, che direi forse addirittura maggiore che nel caso della terza
persona nei suoi primi due romanzi. Grazie a questo fatto lopera acquista appunto
le sfumature umoristiche, diminuendo il dispendio del sentimento del lettore.
Apriamo ora un altro capitolo con un tentativo di trovare nella Coscienza i tratti
ricorrenti nellumorismo yiddish.
36
il dubbio, di mettere in discussione qualunque punto fermo e sicuro, ecco una caratteristica
di Svevo come scrittore che appare soprattutto nella Coscienza.
Moni Ovadia nella prefazione alla sua raccolta di storielle ebraiche intitolata Perch
no? aggiunge, magari semplificando, unosservazione sulla relazione fra le parole ebraiche
Adam (uomo) e mah (che cosa). Nella Qabbalah, il libro della mistica ebraica, che un modo
di interpretare la Torah, esiste una relazione fra le parole a seconda del loro valore
numerico108. Nel caso della parola uomo il valore numerico 45, come nel caso
della particella che cosa. Da ci deriva la convinzione che
esser umano colui che sa porre domande [] Perch chi pone domande apre alla produzione di senso, apre
al futuro, d alle generazioni a venire la possibilit di intervenire, di esistere. Perch la domanda quella che
apre la questione, sollecita una risposta anche su questioni gi apparentemente chiuse: si trova sempre una nuova
domanda.109
Una delle maledizioni pi famose della yiddishkeit era: Che tu perda tutti i denti! Soltanto uno te ne rimanga:
per il mal di denti.110
108
Ogni lettera dellalfabeto ebraico ha il suo valore numerico. Per esempio la lettera aleph ha il valore di 1, bet
2, iod 10, mem 40 etc. Il totale di tutte le lettere di una parola rappresenta il suo valore numerico.
109
Ovadia (1998), p. 10.
110
Flkel (1996), p. 24.
37
Nel personaggio di Zeno Svevo fa vedere quanto luomo sa essere meschino, ma nonostante
ci non lo condanna: sa che fatto cos, non buono n cattivo, ma semplicemente
originale e umano. La sua irrisione non perde mai un po di compassione.
Svevo, buon allievo di Schopenhauer e di Freud, svela le motivazioni egoistiche che
trascinano luomo da quando apparso sulla terra. Zeno critica e irride, molto spesso per
lascia intravedere anche la parte oscura di se stesso. Il fatto di prendersi in giro stato gi
chiamato autoironia (ebraica).
Il concetto di malattia uno dei concetti pi discussi dalla critica sveviana. Prendo
il fatto di augurare la (propria) malattia agli altri come esempio di questa categoria.
Zeno, similmente allo shlemiel, perseguitato dalla malasorte in forma di incapacit
e goffaggine non essendo uguale agli altri. Inventa il concetto di malattia, appunto, per
giustificarsi della propria inettitudine. Come cambia le facolt universitarie cambia anche
i dottori da cui esige un certificato della malattia. La malattia del fumo, il diabete (la dolce
malattia), un enorme desiderio sessuale, il complesso di Edipo ed altre sono le malattie che
i dottori diagnosticano a Zeno oppure egli stesso si diagnostica purch conservi lo statuto
di malato. Convintosi di essere in un senso o laltro malato, si sente bene accanto
alle persone con le quali pu discorrere della sua malattia.
Con la sicurezza del malato immaginario Zeno accosta le persone malate davvero,
la cui debolezza lo fa sentire sano e superiore a loro. Accanto al padre moribondo si sente
pieno di salute, si sente tale anche dopo il funerale dellamico Guido e lo anche
in compagnia del suo povero amico Copler affetto da nefrite. Nonostante Zeno sappia che la
malattia dellamico Copler una cosa ben pi seria della propria, vuole dare la prova
dellimportanza della propria malattia immaginaria. Nel passaggio seguente evidente
quanto Copler desideri che anche Zeno sia afflitto da una malattia reale e anche viceversa
quanto Zeno goda la vittoria della sana malattia immaginaria:
Il mio povero amico, sentendo il mio bisogno di medicine, si lusing per un istante ch'io potessi essere affetto
della stessa sua malattia e mi consigli di farmi vedere, ascoltare e analizzare. Augusta si mise a ridere di cuore
e dichiar ch'io non ero altro che un malato immaginario. Allora sul volto emaciato del Copler pass qualche
cosa che somigliava ad un risentimento. Subito, virilmente, si liber dallo stato d'inferiorit a cui pareva fosse
condannato, aggredendomi con grande energia: - Malato immaginario? Ebbene, io preferisco di essere un malato
reale. Prima di tutto un malato immaginario una mostruosit ridicola eppoi per lui non esistono dei farmachi
mentre la farmacia, come si vede in me, ha sempre qualche cosa di efficace per noi malati veri! La sua parola
sembrava quella di un sano ed io - voglio essere sincero - ne soffersi. Mio suocero s'associ a lui con grande
energia, ma le sue parole non arrivavano a gettare un disprezzo sul malato immaginario, perch tradivano troppo
38
chiaramente l'invidia per il sano. [] Causa l'assalto del Copler, io avevo veramente l'aspetto di un malato
e di un malato maltrattato. Augusta sent il bisogno d'intervenire in mio soccorso. Carezzando la mano che avevo
abbandonata sul tavolo, essa disse che la mia malattia non disturbava nessuno e ch'ella non era neppur convinta
ch'io credessi d'esser ammalato, perch altrimenti non avrei avuto tanta gioia di vivere. Cos il Copler ritorn
allo stato d'inferiorit cui era condannato.111
Ecco una barzelletta yiddish (fra molte altre) che tratta la stessa materia:
Isaia Blumenfeld, un commerciante che ha dichiarato fallimento, fa venire il dottore che gli riscontra
delle pustolette in varie parti del corpo.Attenzione, vaiolo raccomanda il medico. Si tratta di una malattia
contagiosissima!Uscito dal dottore, Blumenfeld chiama la moglie:Esther, fai entrare subito i creditori che
sono di l ad attendere, perch devo dare loro una cosa. 113
111
39
Per una serie di motivi i soldi non li ottennero n Carla n Guido. Carla, come Zeno
del resto suppone, gli restituisce la busta per questioni di onore e Guido non riuscir mai
ad averli suicidandosi per sbaglio. Le motivazioni di Zeno non sono mai univoche. I suoi
accessi di generosit finiscono quasi sempre per essere rimpianti se non si tratta dellegoismo
che li condiziona.
Zeno per non unico nel romanzo a essere soggetto agli impulsi egoistici. Lo anche
Guido, che perde il suo interesse in sua moglie Ada con i loro gemelli, malata del morbo di
Basedow. Lo Giovanni, suo suocero, lo il suo amico Copler, lo anche la santa Augusta,
umile serva e balia sanissima, gelosa della propria sorella. Dietro quasi ogni personaggio
della Coscienza si intravede una parte oscura degna di un commento del narratore.
115
Eccone una: A forza di insistere Sarah riesce a far s che Elia vada finalmente dal sarto per farsi confezionare
un bel vestito. Quando va a ritirarlo, Elia chiede al sarto:Mi ha messo la fascia del lutto? Mi dispiace, non l
ho messa. Non sapevo che lei avesse avuto un lutto in famiglia, signor Elia. Il lutto perch adesso devo
pagarla. (Flkel 1996, p. 69).
116
Svevo (1985), p. 671.
117
Ivi, p. 835.
118
Ivi, p. 877.
119
Ivi, p. 1049.
40
Si osservato gi molte volte altrove che la Coscienza rappresenta anche una specie di critica
del modo di vivere borghese. Zeno, anche questa volta, rimane ambivalente - vive dentro
la societ borghese triestina, ma ci non gli proibisce di ridicolizzarla. un ricco redditiere,
la cui incapacit di lavorare viene assicurata nel testamento del padre il quale lascia
la gestione della ditta familiare nelle mani dellamministratore Olivi. Zeno si sposa per
guadagnare la salute con una delle figlie di una famiglia tipicamente borghese. La sua corsa
attraverso le tre sorelle (perch la quarta non era ancora in et da sposare), rifiutato dalla
prima, la bella Ada, e dalla seconda, Alberta, la dotta, per finire nelle braccia della buona
e strabica Augusta una parodia e irrisione dellatto del corteggiamento. Anche la fortuna che
il matrimonio con la balia sanissima porter a Zeno una irrisione del destino.
Il matrimonio come istituzione in sfacelo. Quello di Guido va in rovina per le sue avventure
amorose e la malattia di Ada, e quello di Zeno ideale solo agli occhi di chi vuole vedere
in Zeno un marito ideale. Zeno lo straniero e i suoi movimenti possono apparire goffi, ma
forse non meno della moglie tanto ingenua, con la sua lavanderia per i beb, con gli acquisti
dei mobili e con la chiesa ogni domenica, con la sua salute che non si analizza e che
potrebbe perire soltanto sfracellata sotto un intero treno in corsa.
Le barzellette yiddish che prendono in giro il rapporto fra i due sposi o coniugi sono
numerose, quante quelle non ebraiche. Quelle tipiche yiddish coinvolgono spesso il
personaggio chiamato schadchen, il sensale dei matrimoni. Criticano il modo sterile
di maritarsi per convenienza:
Il mediatore di matrimoni: Che cosa chiedete alla vostra sposa? Risposta: Deve essere bella, deve essere
ricca ed educata. Molto bene ribatt il mediatore, Ma per me come se fossero tre matrimoni. 121
Dice Wolfsohn allo schadchen: Senta, la ragazza non mi piace. strabica, zoppa e ha due guance che
sembrano due chiappe. Ha ragione risponde lo schadchen. Consideri per una cosa: per ogni guancia
centomila rubli. Replica Wolfsohn: Allora fanno quattrocentomila rubli di dote? La prendo senzaltro. 122
120
41
I witz contro le istituzioni che si sono irrigidite e hanno perso la loro carica idealista
appartengono nella concezione freudiana al gruppo di quelli blasfemi (o cinici). Ecco
una tipica osservazione sveviana che potrebbe definirsi addirittura sarcastica. Si tratta
del passaggio in cui, durante il viaggio di nozze con Augusta, Zeno preso da una paura
di invecchiamento e di morte. La sua preoccupazione principale quella che Augusta trover
subito dopo averlo sepolto
il successore ch'essa avrebbe circondato del medesimo mondo sano e regolato che ora beava me [] e addio
patriarca! Sarebbe stato necessario stamparne un altro [] Mitigato il pianto, essa s'appoggi ancora meglio
a me e, subito ridendo, mi domand: - Dove troverei il tuo successore? Non vedi come sono brutta? [e commento
di Zeno, il marito virtuoso:] Infatti, probabilmente, mi sarebbe stato concesso qualche tempo di putrefazione
tranquilla.123
124
123
42
126
43
Possono rappresentare anche una critica dellopportunismo umano, del fatto di chiedere aiuto
o conforto nelle situazioni difficili129.
Quanto dissacranti sono le affermazioni di Zeno sulla religione (molto pi sarcastiche che
le storielle yiddish che pur sempre conservano un certo rispetto religioso), tanto lo sono anche
quelle sullo spiritismo130. Lo spiritismo o levocazione degli spiriti, il tavolino parlante non
appartiene alla sfera dalle barzellette yiddish (la moda dello spiritismo moderno nasce a met
dell800 in America da dove si diffonde in Europa), comunque mi sembra appropriato
menzionarlo a proposito dellumorismo anti-idolatrico. Nella scena della seduta spiritistica
in casa Malfenti Zeno fa parlare il tavolino per canzonare Guido, il rivale che gli sta portando
via la bella Ada, relegandolo fra gli spiriti. Con la sua burla riesce alla fine a conquistare
le simpatie di tutta la famiglia comprese quelle del suo rivale ma non quelle desiderate di Ada.
Nel buio del salotto succede anche unaltra cosa importante. Invece di confessare il suo amore
ad Ada si confessa alla strabica Augusta con la quale la stessa sera per non rimanere solo
finisce col il fidanzarsi.131
Nella Coscienza troviamo altri due episodi riguardanti gli spiriti. Il primo quello in cui
Zeno assicura linfermiera della casa di salute dove stato rinchiuso per curarsi della malattia
del fumo che i morti sapessero tutto, ma che di certe cose s'infischiassero 132. Laltro
riguarda una storiella sullincontro con il professore defunto che Zeno si inventa per divertire
Ada con Guido. Ancora un accenno lo fa a proposito della scoperta del dottor S. sullesistenza
di un magazzino di legnami che Zeno non aveva menzionato prima. E Zeno al fatto dedica un
commento ironico diretto contro la moda dello spiritismo133. Gli episodi e commenti sullo
129
Come quella del povero Abramino che supplica per tre anni lEterno: Fammi vincere in lotteria!
Ad un certo punto lEterno si va avanti: Abramino caro Io te la faccio vincere la lotteria, ma tu compra
almeno il biglietto!(Ovadia, 1998, p. 63) O quella di Shmulik che cerca di trafficare con lEterno: Tu sei
il padrone dellUniverso. Dimmi che cosa per te un milione di anni. un secondo, Shmulik. E che cosa
per te un milione di dollari? Un centesimo, Shmulik. Allora, scusami Ti costa tanto dare a questo tuo
bravo servo e alla sua comunit questo centesimo? Ma no, Shmulik. Per, aspetta un secondo!(Ivi, p. 69).
130
Riccardo Cepach, responsabile del Museo Sveviano di Trieste, nel suo saggio Passeri e fantasmi.
Una favoletta inedita di Svevo fra le carte della spiritista Nella Doria Cambon fa unanalisi dellapproccio
sveviano allo spiritismo. Afferma che per comprendere latteggiamento di Svevo nei confronti dello spiritismo
necessario fare una distinzione: da una parte si ha luso che di queste tematiche fatto dallo scrittore nelle sue
opere che, come abbiamo visto, essenzialmente ironico. Ai fini artistici di Svevo la nozione dello spiritismo
che pi si prestava non era certo quella messianica della Cambon, ma neppure quella positivista degli spiritisti
scienziati; piuttosto era quella terza via cui, in definitiva, il fenomeno doveva la sua straordinaria fortuna:
quella salottiera e mondana che maggiormente soccorreva ai fini di critica ironica della spiritualit borghese
che egli si proponeva. Dallaltra parte sopravvivono tracce di un suo possibilismo, di una sua attenzione
al fenomeno non del tutto demolita dalle rane del razionalismo. (Cepach, in corso di stampa).
131
Per il meccanismo del contrario vedi il capitolo del collegamento con il Bergson.
132
Svevo (1985), p. 673.
133
Eppoi non avevo da parlarne perch rimase sempre inerte, salvo quando intervennero i ladri e fecero volare
quel legname dai nomi barbari, come se fosse stato destinato a costruire dei tavolini per esperimenti spiritistici.
(Ivi, p. 1092).
44
spiritismo nella Coscienza li potremmo inserirli quindi tranquillamente nel tema della critica
dei costumi e del modo di vivere borghesi134.
Se
avviciniamo, come del resto fa la pubblicistica coeva e anche Svevo stesso 135,
Perch a Zeno, diversamente che a Guido, sarebbe permesso di dire male delle donne?
134
Il motivo dello spiritismo riappare nella commedia Terzetto spezzato (1927) e nel frammento intitolato
Un medio ingenuo.
135
Cepach, p. 7.
136
Menzionata e analizzata da Freud (1976), p. 72.
137
Le oscure potenze del sentimento non impedivano allebreo del witz, attraverso una felice stereotipizzazione
umoristica, di rimettere a posto sia la poetica problematicit di Freud, che il masochismo intropunitivo di
Weininger. (Ovadia, 1998, p. 129).
138
Come quello del suicidio di massa di alcune donne ebree dellImpero austro-ungarico.
139
La sua filosofia dei sessi, le sue teorie dellassenza di ogni sesso e sulla bisessualit fondamentale
dellessere umano [], sulla mistura dei caratteri opposti in ogni uomo da cui derivava un concetto molto
estensivo e naturale dellomosessualit [] sui diversi gradi e sfumature dintersessualit, sui rapporti fra madre
e prostituta, tra ebrei (tipo femminile) e cristiani (tipo virile), tutta questa filosofia platonica mista di biologia
e di psicologia tradizionale, presentava un affascinante tentativo di soluzione per un problema che allora
tormentava particolarmente gli spiriti (David, p. 255).
140
Svevo (1985), p. 801.
45
In che senso le teorie di Weininger per Zeno erano geniali? Di quale cura parla Zeno quella di cambiare la sua opinione sulle donne oppure quella di curare Zeno come un essere
inferiore (ebreo)? Le geniali teorie del giovane suicida non guariscono per mai, ma
servono come ricetta per conquistare la donna. Il senso di questaffermazione non per niente
chiaro, scivola tra il fascino e la totale derisione per le teorie di Weininger. lo stesso
sentimento che provocano le barzellette yiddish qualcosa fra la simpatia (o empatia) per
la persona o cosa in questione e fra il divertimento o addirittura uno scoppio di risa.
Non diversamente ambivalente il rapporto di Zeno con la psicanalisi 141. Come gi
accennato prima, la Coscienza rappresenta una parodia della religione freudiana ch
diventata a Trieste una questione di moda nel periodo fra il 1909 e 1914, con la forte spinta
da parte degli ambienti ebraici142. Limpatto decisivo lo ebbe larrivo di Edoardo Weiss,
terapeuta e allievo di Freud.
Fra i fanatici triestini della psicanalisi era un continuo scambiarsi di racconti ed interpretazioni di sogni
e di lapsus; un continuo diagnosticare da dilettanti le proprie e le altrui neurosi, cercando di inquadrarle
nelluna o nellaltra delle tre fasi (orale, anale, genitale, come si diceva allora) distinte da Freud; un continuo
incolpare les degli altri ma sotto sotto anche lio delle brutte intenzioni e dei pi turpi sentimenti. 143
46
Zeno mente149 e inventa i sogni per compiacere il medico. La scena diventa comica,
non solo per il fatto che Zeno inganna il dottore, ma anche perch quasi riesce ad ingannare se
stesso:
Tentava di nuovo i sogni, ma di autentici non ne ebbimo pi alcuno. Seccato di tanta attesa, finii collinventarne
uno. Non l'avrei fatto se avessi potuto prevedere la difficolt di una simile simulazione. Non mica facile
di balbettare come se ci si trovasse immersi in un mezzo sogno, coprirsi di sudore o sbiancarsi, non tradirsi,
eventualmente diventar vermigli dallo sforzo e non arrossire [] Dimostravo cos anche di aver capito
perfettamente la malattia che il dottore esigeva da me. Edipo infantile era fatto proprio cos: succhiava il piede
sinistro della madre per lasciare il destro al padre. Nel mio sforzo d'immaginare realmente (tutt'altro che
una contraddizione, questa) ingannai anche me stesso col sentire il sapore di quel piede. Quasi dovetti recere .150
47
malattia di cui gli antenati arrivavano all'epoca mitologica! E non m'arrabbio neppure adesso che sono qui solo
con la penna in mano. Ne rido di cuore. La miglior prova ch'io non ho avuta quella malattia risulta dal fatto che
non ne sono guarito. Questa prova convincerebbe anche il dottore.151
155
Poco fa abbiamo visto un esempio tipico del meccanismo del witz designato da Freud come
ragionamento erroneo. Se ne trovano nella Coscienza molti altri esempi, come quello
della scena in cui Zeno descrive allamico la differenza fra la cura della propria malattia
del fumo e quella dimagrante dellamico:
Gli spiegai che a me pareva pi facile di non mangiare per tre volte al giorno che di non fumare le innumerevoli
sigarette per cui sarebbe stato necessario di prendere la stessa affaticante risoluzione ad ogni istante. Avendo
una simile risoluzione nella mente non c' tempo per fare altro perch il solo Giulio Cesare sapeva fare pi cose
nel medesimo istante. Sta bene che nessuno domanda ch'io lavori finch vivo il mio amministratore Olivi, ma
come va che una persona come me non sappia far altro a questo mondo che sognare o strimpellare il violino per
cui non ho alcuna attitudine?156
151
48
Schmitz, a Vienna, va al caff-ristorante Sacher: Cameriere, mi dia una porzione di quel pesce in gelatina
del carrello. Signore, ma quello prosciutto. Schmitz, infastidito: Ho forse chiesto come si chiama quel
pesce?158
Il concetto appena menzionato trova spesso il suo protagonista nel personaggio yiddish
nominato chuzpe (la faccia tosta, sfacciato, senza scrupoli).
Che cosa significa chuzpe? Quando uno uccide sia il padre che la madre e, dopo difendendosi al processo
per omicidio, chiede le attenuanti per il fatto di essere rimasto orfano.159
La logica del chuzpe onnipresente nella Coscienza di Zeno. Da quello che Zeno dice
spesso sembra che lui creda di essere lunico innocente fra i protagonisti della storia. Se non
pu lavorare, la colpa del padre, della malattia, di Olivi, del dottor S. o di Augusta. Quando
tradisce la moglie, la colpa di Copler che gli presenta la sua futura amante, di Carla,
o addirittura della propria moglie, la quale sembra spingerlo nelle braccia dellamante.
Quando sa di aver fatto una cosa sbagliata, esige dagli altri di essere confortato.
157
49
Quando m'accorsi di esser colto troppo spesso dallo stesso dolore, evitai di stancarla col dirle sempre le stesse
cose e, per avvertirla del mio bisogno di conforto, bast mormorassi: Povero Cosini!. Ella sapeva allora
esattamente cosa mi turbava e accorreva a coprirmi del suo grande affetto. Cos riuscii ad avere il suo conforto
anche quand'ebbi tutt'altri dolori. Un giorno, ammalato dal dolore di averla tradita, mormorai per svista: Povero
Cosini!. Ne ebbi gran vantaggio perch anche allora il suo conforto mi fu prezioso.160
Mi sentivo molto innocente perch intanto non l'avevo tradita restando lontano dal domicilio coniugale per tutta
una notte. Era tanto bella l'innocenza che tentai di aumentarla. Incominciai a dire delle parole che somigliavano
ad una confessione. Le dissi che mi sentivo debole e colpevole e, visto che a questo punto essa mi guard
domandando delle spiegazioni, subito ritirai la testa nel guscio e, gettandomi nella filosofia, le raccontai che
il sentimento della colpa io l'avevo ad ogni mio pensiero, ad ogni mio respiro. - Cos pensano anche i religiosi, disse Augusta; - chiss che non sia per le colpe che ignoriamo che veniamo puniti cos!Diceva delle parole adatte
ad accompagnare le sue lacrime che continuavano a scorrere. A me parve ch'essa non avesse ben compresa
la differenza che correva fra il mio pensiero e quello dei religiosi, ma non volli discutere e al suono monotono
del vento che s'era rinforzato, con la tranquillit che mi dava anche quel mio slancio alla confessione,
m'addormentai di un lungo sonno ristoratore.161
Dopo il suicidio di Guido Zeno cerca di reinserirsi nel modulo delluomo ideale cos
come era visto dalla famiglia Malfenti cercando di recuperare parzialmente la perdita
di Guido in borsa. Per via del suo fervore di aiutare economicamente Ada e i piccoli gemelli,
orfani di padre, scambier il funerale di Guido con quello di un greco. Mostrandosi (al dottor
S. e ai lettori) come il massimo di chuzpe Zeno annuncia:
[] la signora Malfenti [] mi ringrazi con le lacrime agli occhi. Ero di nuovo non l'unico uomo
della famiglia, ma il migliore.163
160
50
Gi una volta abbiamo osservato quanto pu sembrarci comico se uno (nel nostro caso Zeno,
vedi la nota sulla psicanalisi) si lascia trasportare dal proprio pensiero fino al punto che
comincia a credere a ci che voleva far credere allaltro. Si tratta sempre del meccanismo
individuato da Bergson come automatismo o distrazione, di cui parler
ancora
Ricorda il povero Schlomo (quasi uno shlemiel) che va al mercato a vendere la sua
vecchia giumenta che quasi non si regge sulle gambe e la loda in modo tale che subito
circondato dagli interessati:
Guardate la mia povera giumenta! Una bestia magnifica! capace di percorrere chilometri e chilometri
mangiando la met di un qualsiasi cavallo! Ha una salute di ferro [] una giumenta eccezionale che vi vendo!
Chi vuole la mia bella giumenta?
164
165
Ivi, p. 757.
Ivi, p. 912.
51
Sapete cosa vi dico? Visto che possiedo una bestia cosi eccezionaleme la tengo! 166
f) Il batlen
Ma il mestiere pi strano quello del batlen ebreo orientale, un buffone, un matto, un filosofo, un cantastorie.
In ogni piccola citt vive almeno un batlen. Rallegra gli invitati ai matrimoni, inventa storielle, ascolta
attentamente gli uomini che disputano fra loro e si lambicca il cervello su cose da nulla. Nessuno lo prende
sul serio. Eppure non c un uomo pi serio di lui. Avrebbe potuto commerciare in piume o in coralli come
il ricco signore che lo ha chiamato al suo matrimonio perch si burli di lui. Ma il batlen non commercia.
Gli riesce difficile lavorare, sposarsi, mettere al mondo dei figli e diventare uno stimato membro della societ
[] I talenti epici sono piuttosto frequenti in Oriente. In ogni famiglia c uno zio che sa raccontare storie
[]167
Potrebbe Zeno essere un relitto del batlen come ce lo racconta Joseph Roth? Infatti, Zeno
un ricco signore, il quale per non lavora (la sua potenza solo latente 168) e si perde
nei concetti filosofici e nelle innumerevoli fantasticherie sulla propria persona come anche
nelle analisi degli altri. Nessuno prende Zeno sul serio, un uomo dai gusti bizzarri 169,
un buon osservatore alquanto cieco. La donna che vuole conquistare facendola ridere non
capace di cogliere in modo positivo questo aspetto bizzarro della sua personalit. Zeno
il personaggio che ravviva tutti gli avvenimenti festosi nella famiglia Malfenti con le sue
storielle inventate, con le sue battute e le sue mosse goffe. Alcune storielle o favole di Zeno
trattano proprio della vita degli animali.
g) Favolette, storielle sugli animali
La storiella (un racconto breve, di solito con una morale alla fine) un genere tipicamente
ebraico. Svevo fu un fabbricatore assiduo di favolette che spesso avevano come protagonisti
gli animali. Alcune, come Argo e il suo padrone o La madre natura sono un po pi estese,
alcune sono molto brevi e servirono come piccole dediche, alcune furono inserite dentro
le opere come nel caso della Coscienza o ne costituiscono il materiale essenziale come
nel caso di Una burla riuscita. Il protagonista Mario Samigli, letterato senza successo, si
166
Quaknin, p. 255.
Roth, p. 52.
168
[] un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente (Svevo 1985, p. 657).
169
Io sono un po' bizzarro, ma a lei dovetti apparire veramente squilibrato (Ivi, p. 725).
Meno male ch'ero noto anche a mia moglie come un uomo dai gusti bizzarri che poteva correre fin l di notte
e allora c' sempre la scusa a tutto (Ivi, p. 906).
167
52
realizza alla fine scrivendo delle piccole favole sui passerotti per suo fratello ammalato.
Marina Beer chiama queste favole le piccole storie quasi midrashiche170.
Nella Coscienza le favole inventate da Guido e poi per controbattergli anche da Zeno
servono per conquistare lattenzione della segretaria Carmen. Guido inventa due storielle,
una sulluccellino che vedendo lo sportellino della sua gabbia aperto prima pens di volare
via, ma poi cambi idea visto che lo sportellino si sarebbe potuto chiudere e lui quindi
avrebbe potuto perdere la sua libert. La seconda tratta dellelefante che aveva debolezza
alle gambe, ma il dottore, osservando le sue gambe poderose, esclam: Non vidi giammai
delle gambe tanto forti. Zeno inventa le seguenti favole che potrebbero chiamarsi
tranquillamente anche witz.
Il gamberello meditabondo: - La vita bella ma bisogna badare al posto dove ci si siede.
L'orata, correndo dal dentista: - La vita bella ma bisognerebbe eliminare quegli animalucci traditori che celano
nella carne saporita il metallo acuminato.171
Laltra tratta del cane che morso da molte pulci e chiede agli dei di lasciargliene
solo una e di destinare le altre agli uomini. Ma nessuna delle pulci accett di restare sola con
quella bestia duomo e cos tutte rimasero al cane. C anche un brano in cui Zeno dedica
una poesia alla mosca. Le pulci e gli insetti in genere sono temi spesso ricorrenti
nella tradizione yiddish172. Ne provengono anche
Anche la morte rappresenta una tematica che collega la tradizione yiddish e la Coscienza.
Non sar quindi a sproposito, credo, citare unaffermazione di Svevo sul letto di morte diretta
al nipote Aurelio Finzi che gli neg unultima sigaretta: Questa sara davvero lultima. L
enorme coraggio dello scrittore morente e la negazione del tab testimoniano le sue davvero
ultimissime parole: Guard fioi, vard come che se mori e No pianzer Letizia, no xe niente
morir (citate in Anzelotti, p. 262).
170
Beer, p. 16.
Svevo (1985), p. 978.
172
Per largomento vedi Kluge Manfred, La saggezza ebraica: testi sacri sapienziali, proverbi e detti scelti da,
Parma, Guanda, 1989.
173
Flkel (2001), p. 10. Infatti, a parte la passione di Svevo per i passeri e gli uccellini in genere, un racconto
porta il nome Lasino e il pappagallo.
171
53
Nella Coscienza appare una fila di morti e le circostanze della loro fine spesso
acquistano sfumature se non proprio comiche, almeno umoristiche o ironiche. La morte
del padre rappresenta un avvenimento abbastanza grave nella vita di Zeno, nonostante ci
Zeno ricordando il padre morente pensa ad una locomotiva che sbuffando trascina i vagoni su
per unerta. Un paio di righe sopra Zeno scrive che cercava inconsciamente di imitarlo, con
ci la situazione seria degrada quasi ad una commedia174.
Per compiacere Ada (Spesso la lietezza m'aveva favorito con le donne) Zeno cerca
di trasformare il suo dolore per la morte del padre in un qualcosa di lieto. Ironicamente questo
pi che altro lo allontana dalla seria Ada.
Dissi che il dolore per una simile perdita era tale che se io avessi avuto dei figliuoli avrei cercato di fare in modo
che m'amassero meno per risparmiare loro pi tardi di soffrire tanto per la mia dipartita. Fui un poco imbarazzato
quando mi domandarono in qual modo mi sarei comportato per raggiungere tale scopo. Maltrattarli e picchiarli?
Alberta, ridendo, disse: - Il mezzo pi sicuro sarebbe di ucciderli. 175
La morte di Copler diventa praticamente una burla. Zeno descrive il suo stato danimo
prima di entrare nella stanza del moribondo:
Il vecchio voleva ch'io entrassi in quella stanza, ma io non volli. Troppi moribondi m'avevano guatato con
un'espressione di rimprovero.176
Aveva una respirazione frettolosa, che io, quasi inconsciamente, imitavo. Non potevo respirare a lungo
su quel metro e m'accordavo delle soste sperando di trascinare con me al riposo anche l'ammalato. Ma egli
correva avanti instancabile. (Svevo 1985, p. 693).
175
Svevo (1985), p. 729.
176
Ivi, p. 881.
177
Se ne parl talvolta, ma solo per ridere ricordando che il mio vino l'aveva tante volte ammazzato e fatto
risuscitare. Anzi egli rest proverbiale in famiglia e quando i giornali, come avviene spesso, annunziano
e smentiscono la morte di qualcuno, noi diciamo: Come il povero Copler.
54
presidente della Comunit a comunicare alla vedova la notizia della morte del marito durante
una riunione. Arrivato a casa Einstein, dice:
Buona sera, signora vedova Einstein. Ma che sciocchezze dice, Werfel.. risponde la Einstein. Buona sera,
signora vedova Einstein. Davvero una battuta di cattivo gusto, Werfel. Senta, mettiamola allora cos.
Scommettiamo mille corone che lei la signora vedova Einstein?
178
Oppure unaltra:
Succede una disgrazia in casa Blumenfeld. Si gioca a poker in cinque, quando il vecchio Cohen ha un infarto
e muore senza aver ripreso conoscenza. Dice Blumenfeld a Weiss: E adesso che cosa facciamo?. Togliamo
i sei risponde Weiss.
179
Nella prima barzelletta inoltre ben evidente il tratto che abbiamo chiamato
egoismo o avidit, nellaltro soprattutto un automatismo del pensiero che non prende
in considerazione la morte di una persona, ma solo il gioco a carte. Ambedue i principi sono
comunque compatibili.
55
osservato
gi
altrove
che
Zeno,
causa
del
disadattamento
e della distrazione non riesce a inserirsi dentro una societ di cui fa apparentemente parte.
A proposito della distrazione di Zeno, c nella Coscienza un brano che mette particolarmente
in evidenza quanto gli altri se ne accorgano. Tratta delle due caricature di Zeno disegnate
dal suo rivale in amore Guido:
Nella prima ero rappresentato come, col naso in aria, mi poggiavo su un ombrello puntato a terra. Nella seconda
l'ombrello s'era spezzato e il manico m'era penetrato nella schiena. Le due caricature raggiungevano lo scopo
e facevano ridere col mezzuccio semplice che l'individuo che doveva rappresentarmi - invero affatto somigliante,
ma caratterizzato da una grande calvizie - era identico nel primo e nel secondo schizzo e si poteva perci
figurarselo tanto distratto da non aver cambiato di aspetto per il fatto che un ombrello lo aveva trafitto.
Zeno dopo aver visto limmagine viene colto da un dolore lancinante all'avambraccio
destro e all'anca che non lo lascia pi. N la caricatura di Zeno raffigurante Guido con il suo
tipico bastone per controbattere al suo rivale n laiuto amoroso di Augusta
riescono
181
Guido, cortese e disinvolto (era proprio la disinvoltura quella ch'io pi di tutto invidiavo agli altri) parl
ancora di quella storia ch'io avevo improvvisata e ch'egli prendeva sul serio. (Svevo 1985, p. 765) Nel suo
animo disinvolto due donne non erano di troppo. Confrontandomi con lui, a me pareva di essere addirittura
innocente. Io avevo sposata Augusta senz'amore e tuttavia non sapevo tradirla senza soffrirne. (Svevo 1985,
p. 961).
182
Camerino (1974): Il concetto dinettitudine e le sue implicazioni mitteleuropee ed ebraiche, p. 81.
56
a chiudere la piaga che si aperta dopo che Zeno stato vinto e ridicolizzato da Guido. Il riso
di tutta la famiglia Malfenti sulla caricatura disegnata da Guido rappresenta il castigo per
la rigidit di Zeno, per la sua distrazione e insociabilit. Il sintomo psicosomatico che Zeno
percepisce sempre nelle situazioni di sconfitta il marchio che rimane dalla prima lotta.
Anche le deformazioni fisiche rappresentano una rigidit, una distrazione
dal normale, dalla flessibilit della vita. Zeno nota pi volte la sua calvizie (a paragone con il
padre che anche sul letto di morte aveva una ricca e bella chioma 183). Sua moglie Augusta
strabica (quellocchio che batteva una strada non sua184), il suo amico Tullio zoppo e anche
Zeno comincia a zoppicare dopo il colloquio collamico che gli spiega che facendo un passo
di un mezzo secondo si muovono nientemeno che cinquantaquattro muscoli 185. Anche il tic
stesso di Zeno diventa un movimento irrigidito di cui si potrebbe ridere. Inoltre sono da notare
tutte le malattie che percorrono la Coscienza, soprattutto il morbo di Basedow della bella Ada
imbruttita, quasi una punizione per la sua superbia e animo freddo col quale suo padre
sceglieva la sua merce.
Tutte le rigidit (ripetizioni, movimenti e automatismi) vengono percepiti come
risibili. comico (o meglio tragicomico) Zeno il quale cerca la disinvoltura della vita
irripetibile, ma finisce con lassomigliare a un clown goffo e impacciato. Uno degli esempi
costituito anche dal suo rapporto malato col tempo che si manifesta nel suonare il violino:
Io potrei sonare bene se non fossi malato, e corro dietro alla salute anche quando studio l'equilibrio sulle quattro
corde. C' una lieve paralisi nel mio organismo, e sul violino si rivela intera e perci pi facilmente guaribile.
Anche l'essere pi basso quando sa che cosa sieno le terzine, le quartine o le sestine, sa passare dalle une
alle altre con esattezza ritmica come il suo occhio sa passare da un colore all'altro. Da me, invece, una di quelle
figure, quando lho fatta, mi si appiccica e non me ne libero pi, cos ch'essa s'intrufola nella figura seguente
e la sforma. Per mettere al posto giusto le note, io devo battermi il tempo coi piedi e con la testa, ma addio
disinvoltura, addio serenit, addio musica. La musica che proviene da un organismo equilibrato lei stessa
il tempo ch'essa crea ed esaurisce. Quando la far cos sar guarito.
183
La testa di mio padre era incoronata da una ricca, bianca chioma ricciuta, mentre io a trent'anni avevo gi
i capelli molto radi.(Svevo 1985, p. 693).
184
Ivi, p. 776.
185
Trasecolai e subito corsi col pensiero alle mie gambe a cercarvi la macchina mostruosa. Io credo di avercela
trovata. Naturalmente non riscontrai i cinquantaquattro ordigni, ma una complicazione enorme che perdette
il suo ordine dacch io vi ficcai la mia attenzione. Uscii da quel caff zoppicando e per alcuni giorni zoppicai
sempre. Il camminare era per me divenuto un lavoro pesante, e anche lievemente doloroso. A quel groviglio
di congegni pareva mancasse ormai l'olio e che, movendosi, si ledessero a vicenda. (Ivi, p. 758).
57
Il tempo che ritorna186 (la nota che si appiccica) segue il meccanismo bergsoniano
della ripetizione, il quale sta alle origini del gioco bambinesco che Bergson chiama il diavolo
a molla. Ecco due esempi di questo gioco presenti nella Coscienza: lassiduit con cui Zeno
corre dietro alla bella Ada, cui corrisponde il continuo riaffiorare dellimmagine di quella
strabica Augusta che alla fine sposer; i propositi ricorrenti di Zeno, compresa unultima
sigaretta (le pareti coperte e ricoperte di date) o un ultimo tradimento, che ripetutamente
rompe. Tutti questi esempi si possono ricondurre anche allaltro gioco, detto palla di neve.
Consiste nel fare molto cammino per ritornare inconsciamente al punto di partenza 187 e lo si
pu scoprire dietro tutte le pirouettes che Zeno fa senza nessun risultato positivo. Si pu
accostare a questo gioco la storia di unassociazione commerciale fondata e diretta
da Guido, di cui Zeno diventa il collaboratore. Gli sforzi per iniziare seriamente gli affari,
compresi lacquisto di uno spazio e dei mobili per la ditta, lassunzione di una segretaria
e un altro impiegato, finiscono con la bancarotta e con una perdita che a Guido coster
addirittura la vita.
Un altro gioco, sempre diretto dal meccanismo dellautomatismo, chiamato
da Bergson il fantoccio con le cordicelle, il quale si oppone alla libert delluomo. La seduta
spiritica nella casa Malfenti potrebbe essere comica proprio perch c Zeno che tira le corde
e manipola il tavolino e anche la fede delle persone partecipanti. Oppure anche Zeno stesso
potrebbe apparire un fantoccio, trascinato dai suoi desideri. ridicola Augusta perch
un fantoccio della societ borghese, sono ridicoli i dottori che seguono rigidamente le regole,
compreso lo psicanalista che cerca rigidamente di applicare la sua diagnosi della cospicua
malattia. La tecnica che Svevo usa nel seguente brano potrebbe definirsi anche come
degradazione, che un tipo di parodia:
Era evidente che la mia donna correva via, sempre pi lontano da me. Io le corsi dietro follemente, con certi salti
simili a quelli di un cane cui venga conteso un saporito pezzo di carne. 188
186
Eppoi il tempo, per me, non quella cosa impensabile che non s'arresta mai. Da me, solo da me, ritorna.
(Ivi, p. 659).
187
Bergson, p. 56.
188
Svevo (1985), p. 929.
58
Mi domand delle idee ed io ne scopersi subito una che mi parve risultare evidente dalla mia esperienza
della giornata stessa. Una donna era un oggetto che variava di prezzo ben pi di qualunque valore di Borsa.
Alberta mi fraintese e credette che io volessi dire una cosa saputa da tutti, cio che una donna di una certa et
aveva tutt'altro valore che ad un'altra. Mi spiegai pi chiaramente: una donna poteva avere un alto valore
ad una certa ora della mattina, nessunissimo a mezzod, per valere nel pomeriggio il doppio che alla mattina
e finire alla sera con un valore addirittura negativo. Spiegai il concetto di valore negativo: una donna aveva tale
valore quando un uomo calcolava quale somma sarebbe pronto di pagare per mandarla molto ma molto lontano
da lui.189
Zeno, convintosi della malattia del fumo, si sottopone a varie cure per guarirne:
Ero andato da quel medico perch m'era stato detto che guariva le malattie nervose con l'elettricit. Io pensai
di poter ricavare dall'elettricit la forza che occorreva per lasciare il fumo. Il dottore aveva una grande pancia
e la sua respirazione asmatica accompagnava il picchio della macchina elettrica messa in opera subito alla prima
seduta, che mi disilluse, perch m'ero aspettato che il dottore studiandomi scoprisse il veleno che inquinava
il mio sangue [] Mi propin anche un certo acido che mi ha rovinato perch da allora soffro di un eccesso
di acidit. [] Furono settanta le applicazioni elettriche e avrebbero continuato tuttora se io non avessi giudicato
di averne avute abbastanza. Pi che attendermi dei miracoli, correvo a quelle sedute nella speranza di convincere
il dottore a proibirmi il fumo. [] - L'elettricit guarisce qualsiasi insonnia, - sentenzi l'Esculapio, gli occhi
sempre rivolti al quadrante anzich al paziente.190
189
190
Ivi, p. 893.
Ivi, p. 658.
59
191
60
Joyce aveva riconosciuto nel cognome dalla desinenza slava la parola greca kopros che
significa escremento.198
Cos la dimenticanza di impressioni e propositi allo scopo di rimuovere una sensazione
sgradevole assomiglia alla fuga dagli stimoli dolorosi. Sarebbe inutile qui ripetere i casi delle
ultime sigarette e degli ultimi tradimenti di Zeno.
La maggior parte delle coperture, dei mascheramenti di Zeno, cio le sue menzogne,
mezze verit, verit non dette etc. che il lettore coglie attraverso i lapsus potrebbe divertire.
Le menzogne e gli atti mancati (ovviamente quelli scoperti da lettore) indicano la debolezza
di Zeno nellammettere o dire la verit, le sue motivazioni egoistiche, la sua vera natura, i suoi
veri sentimenti. Cos potrebbe essere nel caso in cui Zeno anzich partecipare al funerale
di Guido segue per un certo tempo quello di un greco. Zeno cerca di assolversi con scuse che
per spesso non reggono e ogni tanto il narratore ne d lindicazione. La rivalt, lostilit o l
odio, ci insegna Freud, spesso stanno allorigine dei lapsus.
Freud indica anche i casi delle inversioni non intenzionali di lettere, che raggiungono
lo scopo desiderato, ma soppresso del mandante. Scambiando per errore i destinatari delle due
lettere (cio esprimendosi chiaramente ad una persona e nascondendo i veri pensieri allaltra)
si manifesta in modo inconscio lodio che non osa esprimere direttamente. lo stesso
meccanismo (quello dellinversione non intenzionale) secondo cui Zeno parte alla conquista
di Ada ricevendo Augusta che alla fine si mostrer molto pi sana e idonea a sopportare
le bizzarrie del marito. Oppure il fatto che Zeno indichi a Carla la bella Ada come sua
moglie condurr alla fine il rapporto con la sua amante anche se lintenzione di Zeno sarebbe
quella di innalzarsi agli occhi di costei.
197
198
61
sembrarci ridicolo. Ci diverte la debolezza, il carattere corrotto del personaggio, cos come ci
divertiamo con le barzellette yiddish, ma un riso o divertimento che ha in s qualcosa di
amaro, non esclusa una certa comprensione o compassione.
Abbiamo gi analizzato il tema dellavarizia o dellavidit nelle barzellette yiddish
e questo un grande tema anche per le analisi freudiane. Lavarizia che le persone
normalmente cercano di sopprimere spunta alla superficie attraverso i meccanismi da lui
descritti. Si gi parlato abbastanza di questo argomento.
A proposito dei paranoici Freud afferma che essi attribuiscono unimportanza enorme
ai particolari pi insignificanti del comportamento altrui. Zeno si mostra paranoico nel suo
viaggio di nozze con Augusta, dove ha la sensazione di una continua persecuzione, di un
ostilit, una paura di essere preso per un ladro.199 Zeno anche un superstizioso. Il rimorso di
essersi scusato dicendo di essere preoccupato per la salute della sua bambina (la scusa con cui
si allontanato dalla pesca notturna organizzata da Guido, mentre il vero motivo era la gelosia
verso lamico che riuscito a conquistarsi le simpatie di Carmen) gli fa credere che sia lui a
causare la malattia della piccola che si in seguito rivelata vera. Ricordiamo che la
superstizione significa secondo Freud soprattutto vivere nellattesa di una disgrazia, che
dovrebbe punire il paranoico per i suoi cattivi pensieri inconsci.
Svevo potrebbe aver sfruttato anche le affermazioni di Freud a proposito della falsit
dei ricordi remoti dellinfanzia. Freud avverte che questi spesso subiscono deformazioni
e presentano omissioni e falsit. E cos anche Zeno fa la parodia del tentativo di vedersi come
un bambino in fasce in cui subito dopo riconosce il bambino della cognata nato poche
settimane prima. Oppure durante la cura psicanalitica Zeno rievoca limmagine di sua madre,
morta quando lui aveva quindici anni:
199
Nel lungo cammino traverso l'Italia, ad onta della mia nuova salute, non andai immune da molte sofferenze.
Eravamo partiti senza lettere di raccomandazione e, spessissimo, a me parve che molti degl'ignoti fra cui ci
movevamo, mi fossero nemici. Era una paura ridicola, ma non sapevo vincerla. Potevo essere assaltato, insultato
e sopra tutto calunniato, e chi avrebbe potuto proteggermi? Ci fu anche una vera crisi di questa della quale per
fortuna nessuno, neppur Augusta, s'accorse. Usavo prendere quasi tutti i giornali che m'erano offerti sulla via.
Fermatomi un giorno davanti al banco di un giornalaio, mi venne il dubbio, ch'egli, per odio, avrebbe potuto
facilmente farmi arrestare come un ladro avendo io preso da lui un solo giornale e tenendone molti, sotto
il braccio, comperati altrove e neppure aperti. Corsi via seguito da Augusta a cui non dissi la ragione della mia
fretta. (Svevo 1985, p. 818).
62
Avrei potuto intendere subito ch'era un'illusione perch l'immagine di mia madre, come l'avevo evocata,
somigliava troppo al suo ritratto che ho sul mio letto. Ma devo confessare che nell'apparizione mia madre si
mosse come una persona viva.200
Ivi, p. 1085.
Ivi, p. 1082.
63
che attua un minor dispendio fisico e un maggior dispendio psichico. 202 Zeno, con i suoi
continui tic e le sue mosse, sembra comico appunto per il dispendio eccessivo di energia
fisica. Per, al contrario dellaffermazione di Freud, Zeno non risparmia quasi mai le energie
psichiche, il dispendio delle energie mentali eccessivo in confronto al normale e anche per
questo potremmo in certe situazioni considerarlo comico. Il nostro piacere deriva quindi
anche da un sentimento di superiorit con cui misuriamo il nostro dispendio con il dispendio
degli altri. In altri casi possiamo provare stupore o ammirazione.
Lumorismo, dallaltra parte, consiste nel risparmio del dispendio del sentimento.
Dobbiamo eliminare lemozione che potrebbe suscitare il dolore (cio la piet,
la compassione, la rabbia, etc.) e toglierci quindi il nostro piacere. Zeno adotta l
atteggiamento umoristico in parte perch da vecchi si sorride della vita e di ogni suo
contenuto203, ma anche perch lumorismo qui diventa una specie di protezione
dal sentimento sgradevole. La funzione dellumorismo nella Coscienza soprattutto quella
consolatrice.204
Abbiamo osservato che lo stile in terza persona permette al narratore di correggere
(e anche ridicolizzare) il personaggio. Nel caso della Coscienza il protagonista che racconta
vecchio, ci crea in questo caso il distacco desiderato nei confronti dellIo giovane.
Le avventure anche dolorose sono filtrate o bilanciate dallatteggiamento umoristico.
La morte non pi un fenomeno da prendere troppo sul serio o da temere come nei romanzi
precedenti
perch nella lunga esperienza oramai essa diventata una parte integrante
della vita. Latteggiamento nei confronti della vita e della morte diventa molto pi benevolo
e meno sofferente.
Spesso per non abbiamo indizi sufficienti per poter distinguere il pensiero
del vecchio protagonista da quello del protagonista delle sue memorie. Sappiamo che Zenovecchio manipola la sua realt di quando era giovane, ma non sappiamo fino a che punto. L
202
Queste affermazioni secondo me non possono assolutamente aspirare a una generale validit. Non ridiamo
dei ballerini del balletto classico, per esempio, anche se fanno un dispendio eccessivo di forze per compiere
un passo difficile, ma li ammiriamo proprio per questo, se non abbiamo ovviamente intenzione di prenderli
in giro o se non siamo del tutto ignoranti della danza.
203
Svevo (1985), p. 656.
204
Lannotazione di Claudio Magris (1971, p. 13) a proposito della forma mentis degli autori ebrei sopravvissuti
allo sterminio mi sembra che possa essere ricondotta proprio a questa funzione consolatrice dellumorismo
nella Coscienza: Epos o cronaca di un mondo cos spesso sconvolto dalla persecuzione, la narrativa ebraicoorientale aveva spesso eluso la tragedia e sottaciuto il pianto ed il dolore, che aveva volentieri minimizzato per
lo meno in confronto alla situazione reale per volgersi al malinconico e ironico sorriso, a quellumorismo
consolatore trasfigurante e pungente che stato pi volte sottolineato [] e che era, in ultima analisi, il riso
di chi sapeva di non venire veramente sconfitto.
Zeno qui ricorda il protagonista del racconto Un goj di Pirandello e il suo finale riso imbattibile
(cfr. Pirandello (1993), La rallegrata, p. 275).
64
intreccio dei tempi e linesistenza dei segnali per distinguere bene i singoli livelli ci
impedisce (quasi sempre) di individuare gli atteggiamenti (ironici) del vecchio, quelli dello
Zeno delle memorie oppure quelli dellautore stesso. In breve, nel monologo interiore questi
livelli confluiscono; nel flusso di coscienza il presente e il passato e a volte anche il futuro
diventano la stessa cosa.
La studiosa Marialuisa Vianello205 nel suo saggio giustamente annota che Zeno
partendo alla conquista di Ada vuole soprattutto farla ridere e crede che lei capisca il suo
sforzo e il fatto che lo fa coscientemente. Inventa varie storie bizzarre, le quali per agli occhi
della seria ragazza non trovano che riso sdegnoso nei confronti di un essere squilibrato
e quindi inferiore. Ada capace di cogliere solo il lato comico (o quello ostile nei confronti di
Guido) di alcune mosse fatte da Zeno, ma non i fili sottili dellumorismo e anche la posizione
di Zeno il quale si espone in tutta la sua bizzarria (anche in quella immaginaria) per farle
piacere. Le altre due ragazze, Augusta e Alberta, invece colgono subito questo aspetto della
personalit di Zeno e anche per questo Zeno riesce a guadagnarsi le loro simpatie.
Gi Bergson aveva affermato che per il comico importante soprattutto quando uno fa
qualcosa incoscientemente perch cos sembrerebbe agli altri un distratto, un dissociato
dalla realt. Freud, sviluppando lidea, afferma che a
creare la comicit in relazione alla propria persona per divertire gli altri
Determinate circostanze vuol dire ovviamente che laltra persona coglie il fatto che
stiamo solo recitando e stiamo provocando il riso intenzionalmente. Cos similmente vale per
lironia e leffetto che dovrebbe suscitare nel lettore o nellascoltatore. Zeno pu apparirci
a volte inferiore quando cade inconsapevolmente nei lapsus o quando siamo capaci
di svelare le sue bugie e le vere ragioni del suo continuo discolparsi. Dallaltra parte, molto
meno disarmato dei suoi fratelli minori, Alfonso e Emilio, perch in alcune situazioni siamo
sicuri che vuole divertirci anche sul conto proprio, il ci potrebbe suscitare lammirazione. L
ambiguit si proietta anche su questo piano del romanzo Zeno suscita il riso per la sua
goffaggine, assurdit e bizzarria, ma allo stesso tempo il personaggio che tiene abbastanza
bene nelle mani le redini del suo racconto e delle vicende.
Il motto di spirito secondo Freud provoca piacere causato dal risparmio delle energie
dellimpegno psichico. per questo motivo che ci divertono anche le varie barzellette assurde
205
206
65
66
tensione fra i due significati e unoscillazione che abbiamo descritto gi nei capitoli
precedenti.
Penso che la sigaretta abbia un gusto pi intenso quand' l'ultima. Anche le altre hanno un loro gusto speciale,
ma meno intenso. L'ultima acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su s stesso e la speranza
di un prossimo futuro di forza e di salute. Le altre hanno la loro importanza perch accendendole si protesta
la propria libert e il futuro di forza e di salute permane, ma va un po' pi lontano. 209
In questo senso Zeno riesce per un istante a ingannare se stesso sul futuro di forza
e di salute che laspetta. per solo un piccolo istante. Lironia di Svevo non lo lascia mai
durare troppo. Solo lironia rende autentica la nostalgia, perch filtra il sentimento
e lo depura di ogni scoria, di ogni pathos ridondante, Fulvio Anzelotti cita nel Segreto
di Svevo un brano di Claudio Magris. Con questa citazione possiamo concludere il lungo
capitolo sullumorismo nella Coscienza di Zeno.
V. Conclusione
Ivi, p. 659.
67
scrittore triestino e lumorismo delle raccolte yiddish. Abbiamo visto che attraverso lironia e
lumorismo, le tendenze antiidolatriche e larte ermeneutica acquisita dallebreo nel corso
di una millenaria attivit di studio e di prassi gli permette di ribaltare le valenze pi scabrose
di qualsivoglia situazione210. Lo stesso Freud, scienziato e agnostico, a proposito del proprio
ebraismo dice:
Perch ero ebreo, mi trovai libero dai molti pregiudizi che limitavano gli altri, nelluso del loro intelletto;
in quanto ebreo, fui sempre pronto a passare allopposizione a rinunciare allaccordo con la maggioranza
compatta.211
68
loggetto della nostra ilarit. Non del tutto possibile, e cos anche potremmo dire che
la Coscienza eredita un qualcosa del sentimento del contrario pirandelliano, un misto fra
il riso e la compassione. Non proviamo solamente n superiorit n inferiorit nei confronti
del protagonista, Zeno in molte situazioni potrebbe essere uno di noi.
Il riso come consolazione, ecco unaltra delle funzioni freudiane dellumorismo
nella Coscienza. Zeno non pi vittima, non uno shlemiel disarmato, Zeno uno che sa
(de)ridere, ha messo fuori alcuni dei suoi complessi o ostilit di Nitti e di Brentani e li ha
trasformati nel riso liberatore. Lhumour diventa la sua arma nella lotta per vivere, attraverso
la quale si avvicina alla salute. Del male di vivere non si guarisce per mai completamente,
come testimoniano le cosiddette continuazioni della Coscienza212 e altri scritti posteriori
ad essa213.
La vita non n brutta n bella, ma originale! dice liscrizione sotto la statua
di Svevo in piazza Hortis a Trieste: una delle affermazioni spiritose e originali di Zeno. Non
forse un altro modo per dire tutto relativo?
212
Si tratta delle continuazioni, ricostruite da Gabriella Contini nel quarto romanzo di Svevo. Nella edizione
Meridiani le continuazioni sono costituite dai seguenti racconti compiuti o incompiuti: Un contratto, Il mio ozio,
Umbertino, Le confessioni del vegliardo, Prefazione ed alcuni altri frammenti.
213
Sono i racconti come La novella del buon vecchio e della bella fanciulla, Il corto viaggio sentimentale, Vino
generoso o la commedia La rigenerazione.
In quasi tutte queste opere menzionate in precedenza il protagonista un vecchio perfido e pi che mai
sarcastico (non pi solamente ironico o umoristico). La sua malattia ora la vera senilit, dietro cui si
nasconde e che diventa la maschera della sua inettitudine.
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